cool to reuse - formazione trashware

Post on 23-Jul-2016

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Le slide utilizzate per la formazione dei volontari e per gli incontri pubblici di sensibilizzazione sul tema dello smaltimento dei rifiuti elettronico (RAEE)

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La finalità del progetto Cool to Reuse è quella di riuscire a cambiare la nostra quotidianità, ormai permeata da comportamenti e modelli culturali fondati sul consumismo. Una delle problematiche più diffuse è quella della produzione di enormi quantità di rifiuti da smaltire. Tra le varie categorie di rifiuti, una ha delle problematiche legate allo smaltimento del tutto particolari: i RAEE.

I rifiuti RAEE ovvero rifiuti di apparecchiature

elettriche ed elettroniche. Waste of electric and electronic equipment

(WEEE)

Il DM 185/2007 ha previsto l'accorpamento dei RAEE in cinque differenti raggruppamenti. Ognuno di tali raggruppamenti accorpa i RAEE in base alla tipologia di trattamento e di pericolosità ambientale e la necessaria suddivisione si attua fisicamente nei centri di raccolta: R1: apparecchi di refrigerazione e di condizionamento. R2: grandi elettrodomestici. R3: TV e display. R4: piccoli elettrodomestici, apparecchiature per l' informatica e l'office automation, apparecchi di illuminazione ed altro. R5: sorgenti luminose.

Fonte: Rapporto annuale 2010 sul sistema di ritiro e trattamento dei RAEE in italia

Dove conferire i RAEE: •alle isole ecologiche. •direttamente al rivenditore, all'atto dell'acquisto di un'apparecchiatura della medesima tipologia. •"Decreto RAEE", entrato in vigore il 1º settembre 2007 (DM 185/2007 pubblicato in G.U. il 5/11/2007). Nel 2010 è stato raggiunto il target europeo per la raccolta dei RAEE domestici (4 kg/abitante/anno)

Una particolare tipologia di RAEE:

I Personal Computer. Il PC da bene di lusso a bene di consumo.

La vita media dei PC è di pochi anni. Perché vengono sostituiti? •Perché i nuovi sistemi operativi richiedono più risorse. •Perché è “bello” avere un computer nuovo.

Molto raramente si tratta di una necessità realmente legata all’utilizzo.

Lo smaltimento dei PC comporta: 1

• perdita di valore residuo. Un PC che potrebbe avere un potenziale di

100.000 accensioni viene solitamente sostituito prima di aver superato il 50%

Fonte: Greenpeace – Hi-Tox! un’indagine sulla raccolta dei rifiuti elettronici.

Lo smaltimento dei PC comporta:

2 •costi di smaltimento in termini

economici ed ambientali.

Nasce da qui l’idea del riuso

Fonte: Microelectronics and Computer Technology Corporation (MCC). 1996. Electronics Industry Environmental Roadmap. Austin

Il Trashware consiste nel recuperare PC obsoleti prima che entrino nel ciclo dei rifiuti rendendoli nuovamente operativi

attraverso l’assemblaggio di componentistica hardware e con

l’installazione di software open source. I PC vengono poi donati ad enti no profit.

Gli obiettivi del Trashware:

•riduzione dei rifiuti •riduzione del digital divide

•diffusione del software libero

Le fasi del Trashware:

1 – Recupero dell’hardware dismesso prima che esso entri nel ciclo dei rifiuti.

“Comunicare” il Trashware.

Le fasi del Trashware:

2 – Selezione del materiale. Ovvero non trasformare il Trashware in

un’isola ecologica.

Le fasi del Trashware:

3 – Verifica della componentistica hardware.

Le fasi del Trashware:

4 – Assemblaggio della componentistica hardware per la creazione di un pc

completo.

Le fasi del Trashware:

5 – Installazione del software. Perché open source?

•economicità. •prestazioni.

Le fasi del Trashware:

5a - Note tecniche su Macerata Trashware. Sistema operativo utilizzato: Ubuntu 10.4

Le fasi del Trashware:

5b – Note tecniche su Macerata Trashware. Caratteristiche tecniche minime: Hard disk: 10 GB - RAM: 256 MB -

Processore: Pentium 3 (Caratteristiche tecniche di un PC con circa 10/11 anni di vita)

Le fasi del Trashware:

6 – Consegna del materiale recuperato agli utilizzatori finali (enti no profit e

soggetti penalizzati dal digital divide).

Una sfida per il futuro:

Il Trashware nella pubblica amministrazione.

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