corso in materia di salute e sicurezza sul lavoro · 2019-07-31 · corso formazione lavoratori...
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
CORSO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE 2015
Docente: dott.ssa Greta Rolfini
CORSO SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
Ferrara, 12 Ottobre 2016
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
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Contenuti
PARTE 1 – LE FIGURE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
PARTE 2 – RISCHI SPECIFICI
PARTE 3 – DOMANDE FINALI E TEST
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini 3
È più rischioso un aereo o una macchina?
Obiettivi di questa sezione
Definire il concetto di rischio e pericolo
Definire prevenzione e protezione
Illustrare la valutazione dei rischi e il documento di valutazione
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini 4
Pericolo e rischio
Pericolo:
Proprietà o qualità intrinseca di una
determinata entità o condizione che ha la
potenzialità di causare danni.
Concetto generale: molte cose (impianti, materiali,
attrezzi di lavoro, sostanze, metodi e pratiche di lavoro,
rumore, ecc.) rappresentano un pericolo.
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
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Pericolo e rischio
Rischio:
Probabilità che sia effettivamente raggiunto il limite potenziale che determina il danno.
L’uso degli agenti pericolosi può determinare
un rischio concreto o meno. Dipende dalle
condizioni di uso.
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Definizione del Rischio
Il rischio è la combinazione tra la probabilità (P) che si manifesti un
certo evento dannoso e la gravità (Magnitudo, M) associata
all’evento stesso.
R = f (P, M)
Generalmente si considera R = P x M
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Documento di valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi e le relative misure di
miglioramento sono indicate nel DVR, il documento di
valutazione dei rischi (art. 17 co. 1 del D.Lgs. 81/2008).
Il DVR è il documento cardine per la gestione dell’igiene e della sicurezza dell’azienda.
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Chi accede al documento di valutazione dei rischi?
Documento di Valutazione dei Rischi
Datore di Lavoro: Redige (e non può delegare)
Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione: Assiste il DL nella stesura
Medico competente : Assiste il DL nella stesura
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza: Accede al documento e lo riceve su richiesta
Conservato sul luogo di lavoro anche in forma elettronica
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Contenuti essenziali del DVR
Il DVR deve contenere:
una relazione sulla VDR […], nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
l'individuazione delle misure di prevenzione e protezione attuate e dei DPI adottati […];
il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
l’individuazione delle procedure da seguire per l’attuazione delle misure […];
individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici […].
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Docente: Greta Rolfini
Esempio di metodologia per la VDR
RISCHIO = PROBABILITA’ X GRAVITA’ 1 = IMPROBABILE = L' evento dannoso è improbabile. La sua manifestazione è
legata al contemporaneo verificarsi di più eventi sfavorevoli indipendenti e poco probabili.
2 = POSSIBILE = L'evento dannoso è poco probabile ma possibile. La sua manifestazione è legata al contemporaneo verificarsi di più' eventi sfavorevoli e di probabilità non trascurabile.
3 = PROBABILE = L' evento dannoso è probabile. La sua manifestazione è legata al verificarsi di eventi sfavorevoli che si sono già verificati.
4 = FREQUENTE = L' evento dannoso è molto probabile. La sua manifestazione è legata al verificarsi di eventi sfavorevoli frequenti che si sono già verificati in altri casi.
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Docente: Greta Rolfini
Esempio di metodologia per la VDR
RISCHIO = PROBABILITA’ X GRAVITA’
1 = LIEVISSIMO = Il danno ( lesione o patologia ) è rapidamente reversibile e di
scarsa entità che non comporta l'abbandono del posto di lavoro.
2 = LIEVE = Il danno comporta una parziale limitazione funzionale reversibile in pochi giorni con completo ripristino della capacità lavorativa.
3 = GRAVE = Il danno è di media entità e comporta una limitazione funzionale temporanea reversibile solo dopo un certo periodo di prognosi.
4= GRAVISSIMO = Il danno è irreversibile e comporta una riduzione parziale ma permanente della capacità lavorativa o l'inabilità totale o la morte.
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Docente: Greta Rolfini
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P
4 4 8 12 16
3 3 6 9 12
2 2 4 6 8
1 1 2 3 4
1 2 3 4 G
Elevato = 12-16
Notevole = 8-9
Accettabile = 3-6
Basso 1-2
Esempio di metodologia per la VDR
Il rischio(R) risulta calcolato come prodotto PxG con una
rappresentazione a matrice
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Docente: Greta Rolfini
Cosa si trova nel DVR • Descrizione ambienti;
• Organizzazione di SSL;
• Cicli produttivi;
• Fattori di rischio e loro valutazione;
• Profili di rischio per mansioni;
• Programma di miglioramento.
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Piano di
assegnazione
dei DPI
Piano di
formazione
Piano
sorveglianza
sanitaria
Procedure
operative
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Diversi tipi di Rischi: diversi tipi di danni
Occasione di lavoro
Rischio per la sicurezza (macchine, impianti ecc.)
Infortunio (evento traumatico)
Riconoscimento “agevole” delle cause
Occasione di lavoro
Rischio per la salute (sostanza, rumore ecc.)
Malattia professionale (evento progressivo)
Riconoscimento complicato delle cause
Occasione di lavoro
Rischio trasversale (organizzazione ecc.)
Trauma (stress, disagio ecc.)
Riconoscimento complicatissimo delle
cause
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Near misses – Quasi incidenti Il near miss o quasi incidente è un qualsiasi evento,
correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un danno alla salute e, per qualche motivo da indagare, non lo ha fatto;
Rientrano in questa categoria i piccolissimi infortuni che non devono essere registrati.
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I near miss devono essere segnalati perché sono i “campanelli di allarme” della
prevenzione e il loro esame è utilissimo
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Cosa fa il MC sulla base della VDR
VDR
VISITE MEDICHE
E PERIODICITA’
ESAMI EMATO CHIMICI
E ALTRI
INDICATORI BIOLOGICI DI ESPOSIZIONE
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Gli esami servono come attività preventiva
all’insorgenza delle malattie
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Docente: Greta Rolfini
Schema Organizzazione Aziendale
DIRIGENTI PREPOSTI
ADDETTI EMERGENZE
ADDETTI PRIMO
SOCCORSO MEDICO
COMPETENTE
RLS
LAVORATORI
ASPP
RSPP
DL
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Datore di lavoro DL il DL è il titolare del rapporto di lavoro o comunque il
soggetto responsabile dell‘attività come titolare dei poteri
decisionali e di spesa (art. 2 D.Lgs. n. 81/2008)
il DL ha dei compiti non delegabili quali la valutazione del
rischio e la designazione del responsabile del servizio di
prevenzione e protezione
nel sistema italiano (Costituzione, Codice civile, Codice
penale ecc.) il DL è il responsabile ultimo dei doveri di igiene
e sicurezza.
Il DL è il responsabile ultimo in tema di SSL
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DL L’individuazione del DL non è scontata perché dipende dagli
effettivi poteri
Il DL deve organizzare, prevenire, scegliere, prendere provvedimenti, proteggere …, per eliminare o ridurre al minimo i rischi
Se il DL non dimostra di aver fatto tutto ciò che è in suo potere per evitare l’infortunio questo è destinatario di sanzioni penali o ammende
Nella nostra attività il DL è il dott.Paolo Panizza
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Dirigente
Il dirigente è il soggetto che dirige le attività produttive pur senza i poteri tipici del DL
Il dirigente organizza il lavoro, controlla la conformità, segnala le anomalie e interviene a correggerle laddove il suo potere di spesa lo permette
In un sistema bene organizzato esistono deleghe e attribuzioni che delineano bene il campo di attività e i poteri dei vari dirigenti
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Preposto I preposti sono le interfacce tra DL / dirigenti e i
lavoratori
I preposti hanno obblighi di vigilanza e controllo
Se il preposto viene a conoscenza di situazioni che possono mettere a rischio i lavoratori ha l’obbligo di intervenire, segnalare o interrompere le lavorazioni a seconda dei casi
Anche nel caso del preposto la qualifica, anche in assenza di specifica attribuzione, è testimoniata dagli effettivi poteri (principio di effettività)
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Il preposto:
verifica che i lavoratori adottino adeguatamente le misure di sicurezza,
verifica la conformità di macchinari e attrezzature e impedisce gli usi pericolosi,
istruisce adeguatamente i lavoratori per lo svolgimento in sicurezza dei loro compiti,
sorveglia i lavoratori affinché non adottino comportamenti a rischio,
segnala ai superiori (DL o dirigente) le anomalie arrivando a impedire le lavorazioni nei casi più gravi.
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Docente: Greta Rolfini 23
Lavoratore
Il lavoratore è la “persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un'attività lavorativa nell'ambito dell'organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un'arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari”.
Il lavoratore, in tema di sicurezza, deve: • rispettare le norme e le prescrizioni;
• utilizzare correttamente;
• segnalare le anomalie;
• collaborare all’attuazione delle misure.
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Lavoratore: obblighi Il lavoratore, oltre a collaborare nella gestione della sicurezza, deve:
osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della sicurezza;
utilizzare correttamente le attrezzature, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e i dispositivi di sicurezza;
Segnalare le deficienze dei mezzi e dei dispositivi;
Segnalare le condizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza
Adoperarsi per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al RLS;
non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
non compiere operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono compromettere la sicurezza;
partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro;
sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente Decreto Legislativo o comunque disposti dal medico competente.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Il servizio prevenzione e protezione è costituito da soggetti (ASPP) e un responsabile (RSPP) con lo scopo di:
individuare e valutare i fattori di rischio;
definire le misure di prevenzione e protezione adatte ai rischi rilevati;
elaborare procedure di sicurezza e validare istruzioni operative per le diverse lavorazioni;
proporre e programmi di informazione e formazione e addestramento dei lavoratori.
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RSPP e ASPP Il RSPP non risponde direttamente per i reati imputabili al
datore di lavoro, al dirigente o al preposto
Il RSPP può essere comunque coinvolto nelle indagini (e, nel caso, anche condannato) laddove si ipotizzi che l’infortunio in esame sia scaturito da una omissione o valutazione colposamente errata
Nella nostra attività il RSPP è esterno: Greta Rolfini
Gli ASPP sono attualmente non presenti
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RLS Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) è il
soggetto eletto o designato per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro (definizione dell’art. 2 D.Lgs. 81/2008)
Viene eletto direttamente dai lavoratori al loro interno nelle aziende o unità produttive che occupano sino a 15 dipendenti
Viene designato tra le rappresentanze sindacali (se ci sono) nelle aziende che occupano oltre 15 dipendenti
Il n° degli RLS dipende dal n° di dipendenti (1 fino a 200, 3 tra 200 e 1000, 6 oltre 1000).
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RLS Il RLS è uno degli attori principali del sistema di prevenzione:
accede ai luoghi di lavoro in cui si svolgono le lavorazioni;
è consultato sulla valutazione dei rischi;
è consultato sulla designazione del RSPP e altre figure della prevenzione e sull'organizzazione della formazione di cui all'articolo 37;
riceve le informazioni e la documentazione aziendale inerente alla valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative, nonché quelle inerenti alle sostanze ed ai preparati pericolosi, alle macchine, agli impianti, alla organizzazione e agli ambienti di lavoro, agli infortuni ed alle malattie professionali;
riceve una formazione adeguata e partecipa alle riunioni periodiche del servizio prevenzione e protezione […]
Nella nostra attività il RLS è Dig. Gian Pietro Andreotti
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Docente: Greta Rolfini 29
Medico Competente (MC) Il medico competente (interno o esterno all’azienda) è un medico specializzato in medicina del lavoro con compiti e attribuzioni specifiche sulla sorveglianza sanitaria e le attività di prevenzione dell’azienda.
Il MC, il RSPP, il DL e il RLS si incontrano periodicamente in una riunione nella quale sono esaminate vari aspetti della gestione di igiene e sicurezza dell’azienda.
Nella nostra attività il MC è il dott. Panagiotis Lagatoras
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Docente: Greta Rolfini
Compiti del medico competente Programma ed effettua la sorveglianza sanitaria
Istituisce la cartella sanitaria e di rischio
Consegna al DL / al lavoratore / all’ISPESL la documentazione
sanitaria alla cessazione del rapporto
Informa sul significato sorveglianza sanitaria
Visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno
Partecipa alla programmazione del controllo dell’esposizione ai
fini della sorveglianza sanitaria
Trasmette al Servizio Sanitario competente per territorio le
informazioni sulla sorveglianza sanitaria con le informazioni di
rischio
Allega gli esiti delle visite alla cartella sanitaria e di rischio
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini 31
Addetti compiti speciali Addetti emergenze: lavoratori con compiti e
attribuzioni specifiche per la gestione delle emergenze (incendi ecc.)
Addetti primo soccorso: lavoratori con compiti e attribuzioni specifiche per la gestione del primo soccorso
Sono designati, ricevono una formazione specifica e sono addestrati all’uso necessari dei presidi.
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Schema generale del corso Introduzione alla sicurezza sul lavoro
Concetto di rischio;
Danno;
Prevenzione;
Protezione;
Diritti, doveri e sanzioni per i vari soggetti aziendali;
Organizzazione della prevenzione aziendale
Organi di vigilanza, controllo e assistenza.
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
COSTRUIAMO L’ORGANIGRAMMA
DELLA SALUTE E SICUREZZA
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
PARTE 2 - RISCHI SPECIFICI
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Docente: Greta Rolfini
RUMORE E VIBRAZIONI (HAV E WBV)
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
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Intro: Rumore, vibrazioni e SSL
• Rumore e vibrazioni, causano infortuni o malattie professionali?
36 Docente <Nome> - Corso di formazione "Rumore e vibrazioni in ambiente di
lavoro"
Docente: Greta Rolfini
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Rumore e vibrazioni, rischi diffusi Il rumore e le vibrazioni sono rischi estremamente diffusi nell’industria e agricoltura.
• L’esposizione a rumore è significativa nella lavorazione dei metalli e del legno, in edilizia, nelle lavorazioni agricole, settore minerario ecc.
• L’esposizione a vibrazioni è significativa nel settore dei trasporti, industria mineraria, lavorazione dei metalli e del legno, in edilizia ecc.
Per questo motivo i danni alla salute legati a questi agenti sono molto frequenti.
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Docente: Greta Rolfini
Rumore, vibrazioni e igiene del lavoro • Il rumore rappresenta da decenni una delle principali cause
di malattie professionali denunciate all’INAIL (riduzione dell’udito)
• Le vibrazioni concorrono invece alla classe di malattie che si sta affermando sempre di più negli ultimi anni (apparato muscolo scheletrico)
• Il rumore può determinare anche infortuni, anche se il fenomeno è meno consistente rispetto al primo
• Si può affermare che i due agenti insieme determinano in Italia la denuncia di circa 10.000 malattie professionali ogni anno
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Effetti uditivi del rumore • Stato di adattamento
• Fatica uditiva
• Trauma acustico (infortunio: evento violento in tempo ristretto)
• Sordità professionale (malattia: evento progressivo per
esposizione prolungata)
Inoltre gli effetti uditivi aumentano indirettamente la
probabilità degli infortuni “tradizionali” (caduta urto, ecc.)
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Effetti extrauditivi del rumore Il rumore provoca anche effetti extrauditivi:
• sull’equilibrio;
• sul senso di attenzione e concentrazione;
• sul sistema nervoso;
• sullo stress;
• sull’apparato digestivo;
• sul sistema endocrino;
• sull’apparato respiratorio;
• sull’apparato circolatorio e sul sistema vascolare.
Spesso la correlazione tra i disturbi di questo tipo
e il rischio non è riconosciuta
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RUMORE: SETTORI PRIORITARI (UE) • Trasporti (in particolare su strada ed aerei)
• Costruzioni
• Agricoltura, pesca, selvicoltura
• Produzione industriale di alimenti e bevande
• Metallurgia
• Istruzione
• Call center
• Spettacolo
• Servizi
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Effetti delle vibrazioni L’esposizione a vibrazioni determina una serie di patologie sia a carico del sistema mano braccio che della colonna vertebrale.
• Neuropatie di varia natura
• Osteoartropatie del polso, del gomito e della spalla
• Sindromi vascolari specifiche quali quella di Raynaud (dita delle mani)
• Ernie discali lombari e spondiloscopie
Le correlazioni delle vibrazioni con una serie di altri effetti (sistema nervoso, apparato riproduttivo ecc.) sono allo studio e non ancora definite in maniera chiara.
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Il Rumore Quello del rumore è un fenomeno legato alla propagazione di
onde di pressione attraverso un mezzo elastico.
Si tratta di un fenomeno ondulatorio, come ogni onda il fenomeno “rumore” sarà caratterizzato da:
• Frequenza (si misura in Herz: Hz);
• Intensità.
Che noi percepiamo come:
• Tono del rumore (grave o acuto);
• Intensità (forte o piano).
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Le cellule ciliate esterne e interne
• Le cellule ciliate sono sensibili alle diverse frequenze. Ogni gruppo di cellule lavora su un certo intervallo.
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Docente: Greta Rolfini
Le curve di ponderazione A, B, C, D
Le curve di ponderazione sono dei
filtri che attribuiscono maggiore o
minore importanza alle diverse
frequenze nella misura del
rumore.
La curva A è quella che
approssima convenzionalmente
l’orecchio umano.
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Il livello equivalente sonoro LAeq
LAeq,T = 10 log10 1/T T [ pAeff(t) / po ]2 dt [dB(A)]
Tenendo conto della sensibilità dell’orecchio umano, si
introduce il livello equivalente sonoro ponderato A, LAeq,t,
che rappresenta il livello sonoro di una ipotetica sorgente
costante che produrrebbe all’orecchio la stessa energia
acustica della sorgente reale nell’intervallo di tempo della
misura
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
EFFETTI UDITIVI:
• Lesioni distruttive delle cellule ciliate del Corti
• Deficit uditivo iniziale a 4000 – 6000 Hz, che si aggrava estendendosi successivamente ad altre frequenze
EFFETTI EXTRAUDITIVI:
• Sistema cardiocircolatorio
• Funzione respiratoria
• Sistema gastro-enterico
• Funzione visiva
• Sistema endocrino
• Effetti di tipo neuropsichico
Patologie da rumore
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Docente: Greta Rolfini
L’audiometria L’audiometria tonale è un esame con
il quale si verifica la funzionalità
uditiva.
L’esame si svolge in una cabina
silente e al lavoratore sono inviati in
cuffia toni diversi di intensità
crescente chiedendo di segnalare il
momento in cui si percepisce il
segnale.
I segnali sono inviati separatamente alle diverse orecchie
per verificare la simmetria della funzionalità uditiva.
frequenza (Hz)
48
Inte
nsi
tà (
dB)
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Orecchio, frequenze e deficit uditivi
Il danno da rumore (ipoacusia
neurosensoriale) si manifesta
con la progressiva perdita di
sensibilità a danno di una
gamma di frequenze.
Le curve A, B, C e D rappresentano una tipica evoluzione del
danno uditivo da rumore nel tempo.
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Presbiacusia Ipoacusia trasmissiva
Ipoacusia percettiva Normoacusia
Tipi di ipoacusia
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
VDR da agenti fisici Gli agenti fisici sono compresi nella valutazione dei rischi
di cui all’art. 28.
La valutazione non è un esercizio di stile ma è effettuata in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle
norme di buona tecnica ed alle buone prassi.
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Eliminazione o riduzione Per gli agenti fisici vale comunque l’obbligo di eliminare
o ridurre al minimo il rischio alla fonte.
L’obbligo si applica in forza della misure generali di tutela e dell’articolo 182 del D.Lgs. 81/08.
In nessun caso i lavoratori devono essere esposti a valori superiori ai valori limite di esposizione.
Agenti fisici eliminati alla fonte.
Valori limite non superabili
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Capo II – Campo applicazione Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro
Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione al rumore durante il lavoro e in particolare per l’udito.
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valori limite e valori di azione
• Pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza “C”;
• Livello di esposizione giornaliera al rumore: valore medio dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di 8 ore, definito dalla ISO 1999: 1990. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo;
• Livello di esposizione settimanale al rumore: valore medio dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana lavorativa nominale di 5 giornate lavorative di 8 ore, definito dalla ISO 1999: 1990 punto 3.6, nota 2.
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Articolo 190: Valutazione del rischio
• Le misure strumentali sono necessarie solo se si valuta che possano essere superati i livelli inferiori di azione.
• Se nessuna macchina ha un LAeq superiore ai valori inferiori se ne deduce che non è necessario effettuare misure anche se questa valutazione deve essere riportata nel documento di valutazione dei rischi.
Per la misura rimane il limite di 80 dB(A)
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Il livello di esposizione sonoro LEX,8h
Ai fini della determinazione dell’esposizione personale l'articolo 188 definisce il Livello di esposizione personale giornaliera al rumore LEX,8h:
56
0
M
1i
i
L1,0
0
eTe,Aeqh8,EX
T
T10
log10T
Tlog10LL
Ti,Aeq
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI Classi di rischio
Classe di Rischio LEX (LCpeak)
Rischio Assente < 80 dB(A) (LCpeak < 135 dB(C))
Rischio Lieve tra 80 e 85 dB(A) (LCpeak < 137 dB(C))
Rischio Consistente tra 85 e 87 dB(A) (LCpeak < 140 dB(C))
Rischio Grave > 87 dB(A) (LCpeak > 140 dB(C))
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Adempimento Tutti > VIA >VSA > VLE
Eliminare o ridurre al minimo il rischio in
relazione alla misure tecniche applicabili e
alla disponibilità di misure per ridurre il
rischio alla fonte
Ridurre al minimo il rumore per garantire
condizioni ergonomiche ottimali
Adottare misure specifiche per le categorie
più sensibili quali le donne in stato di
gravidanze e i minori
Mettere a disposizione dei lavoratori DPI per
l’udito
Scegliere correttamente i DPI e verificarne
l’efficacia
Adempimenti 1/3
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Adempimento Tutti > VIA > VSA > VLE
Garantire i controlli audiometrici ai
lavoratori
Garantire i controlli audiometrici ai
lavoratori su richiesta e qualora il medico
competente ne confermi l’opportunità
Permettere l’accesso dei lavoratori ai test
audiometrici che li riguardano
Garantire una adeguata e specifica
formazione e informazione ai lavoratori
Adempimenti 2/3
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Adempimento Tutti > VIA VSA > VLE
Formalizzare ed applicare un programma di
misure tecniche e/o organizzative volte a
ridurre l’esposizione
Segnalare, delimitare e controllare
l’accesso ai luoghi di lavoro ove ciò sia
tecnicamente possibile e giustificato dal
rischio
Esigere l’utilizzo da parte dei lavoratori dei
dispositivi individuali di protezione uditiva
Adottare misure immediate per riportare
l’esposizione al di sotto di tali valori
Adempimenti 3/3
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Formazione e rumore
• L’articolo 195 del D.Lgs. 81/08 prevede per i
lavoratori una formazione specifica sul rumore
• L’obbligo si applica per gli esposti a Lex,8h superiori a
80 DB(A)
Si applica l’accordo Stato Regioni del 21/12/2011
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Uso dei DPI • Solo dopo applicazione misure di prevenzione
• Nel caso di superamento dei livelli inferiori di azione VIA, 80dB (A) sono messi a disposizione
• Nel caso di superamento dei livelli superiori di azione VSA, 85dB (A) si verifica che siano utilizzati
• Riduzione al minimo e consultazione dei lavoratori
• Verifica dell’efficacia
VERIFICA DELL’EFFICIENZA E EFFICACIA DEI DPI UDITIVI
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Esempi di schede dati DPI-u
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Uso corretto degli otoprotettori
NO NO
NO
NO SI
Per i DPI-u vige l’obbligo di addestramento (art. 77, comma 5, D.Lgs. 81/2008)
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
VIBRAZIONI
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Il D.Lgs. 81/2008 Titolo VIII: Agenti fisici
Capo III: Vibrazioni
Il Capo III “Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a
vibrazioni” del Titolo VIII del nuovo Testo Unico ha sostanzialmente
ripreso il D.Lgs. 187/05.
Le novità più importanti riguardano le vibrazioni
al corpo intero (WBV)
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Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Definizioni Articolo 202 – Valutazione dei rischi
Nell'ambito di quanto previsto dall’articolo 181, il DL valuta e, quando necessario, misura i livelli di vibrazioni meccaniche cui i lavoratori sono esposti.
Il livello di esposizione alle vibrazioni può essere valutato mediante […] banche dati dell'ISPESL o delle regioni o, in loro assenza, dalle informazioni fornite in materia dal costruttore delle attrezzature. Questa operazione va distinta dalla misurazione […] che resta comunque il metodo di riferimento.
Ricorso alle banche dati ma priorità
alle misure dirette
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Sorgenti di rischio HAV • Attrezzature industria dei lapidei
• Attrezzature edilizia
• Attrezzature tipiche della metalmeccanica
• Lavorazione del legno
• Lavorazioni agricolo-forestali e manutenzione aree
verdi
• Industria calzaturiera
• ecc.
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Sindrome da vibrazioni mano braccio
L’esposizione a vibrazioni generate da utensili portatili è associata ad un aumentato rischio di insorgenza di lesioni vascolari, neurologiche e muscolo-scheletriche a carico del sistema mano-braccio.
Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio:
• componente vascolare “vibration-induced white finger” (sindrome del dito bianco);
• componente neurologica;
• componente osteoarticolare.
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Mano braccio e descrittore del rischio
dove:
• Te: Durata complessiva giornaliera di esposizione a vibrazioni (h)
• awi : Valore r.m.s dell’accelerazione ponderata in frequenza (in m/s2)
lungo gli assi i = x, y, z.
Il rischio si descrive con l’accelerazione equivalente riferita
ad 8 ore di lavoro:
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Patologie vibrazioni corpo intero
• Aumento patologie rachide lombare;
• Disturbi della cervicale;
• Disturbi digestivi (?);
• Effetti sull’apparato riproduttivo (?);
• Disturbi circolatori (?);
• Effetti vestibolari (?);
• Amplificazione effetti del rumore.
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Sorgenti di esposizione a corpo intero Autobus e Pullman
Treni e Tram
Autogru Edilizia
Imbarcazioni e navi
Pesca
Motocicli
Furgoni Distribuzione
Ambulanze
Camion e TIR
Gru
Macchine movimento
terra
Macchine agricole e
forestali
Muletti
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Corpo intero e descrittore del rischio
dove:
• Te : Durata complessiva giornaliera di esposizione a vibrazioni (ore)
• av : (kx2 a2
wx + ky2 a2
wy + kz2 a2
wz)1/2 ;
• awi : Valore r.m.s dell’accelerazione ponderata in frequenza (in m/s2) lungo
gli assi i = x, y, z;
• ki : kx e ky assumono valore 1.4 (posizione seduta)
o 1 (posizione eretta), kz vale sempre 1.
Il rischio si descrive con l’accelerazione equivalente riferita
ad 8 ore di lavoro:
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Valori limite
In caso di variabilità del livello
di esposizione giornaliero
va considerato il livello massimo ricorrente
Mano braccio Corpo intero
Valore di azione 2,5 m/s2 su 8 h 0,5 m/s2 su 8 h
Valore limite 5 m/s2 su 8 h,
20 m/s2 su
periodi brevi
1,0 m/s2 su 8 h,
1,5 m/s2 su
periodi brevi
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RISCHIO BIOLOGICO
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Titolo X del D.Lgs. 81/08
• Capo I Art. 266 – Campo di applicazione • Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di
esposizione ad agenti biologici
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Sono comprese sia le attività con uso deliberato che quelle in cui c’è una esposizione potenziale o occasionale
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Definizioni D.Lgs. 81/08
• qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato coltura cellulare o endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni
Agente biologico
• qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico Microrganismo
• il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari
Coltura cellulare
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Per fare chiarezza • Rientrano nella definizione di agente biologico:
• Virus,
• Batteri,
• Funghi,
• Protozoi,
• Elminti.
• Non sono compresi (ma sono rischi da valutare): • metaboliti o derivati dei microrganismi (tossine)
• prodotti cellulari di origine vegetale o animale
• zanzare, mosche, api, ecc.
• topi, cani ecc.
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Quando c’è il rischio?
La mera constatazione della presenza dell’agente biologico non è sufficiente per valutare il rischio.
• Si può parlare di rischio biologico ogni volta che esista la concreta possibilità che gli agenti, venuti a contatto con l’uomo, provochino un’infezione, allergia o intossicazione.
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Attenzione alla distinzione tra rischio e pericolo
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Rischio biologico: un P x G particolare
Il criterio probabilità per gravità applicato al rischio biologico è molto peculiare.
• La PROBABILITÀ che si verifichi l’evento (allergia – infezione – intossicazione) dipende dall’insieme delle caratteristiche:
• dell’agente biologico
• dell’uomo
• dell’ambiente di esposizione
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Si tratta di un rischio molto particolare perché P e G
non sono facilmente classificabili
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Rischio biologico: un P x G particolare
Il criterio probabilità per gravità applicato al rischio biologico è molto peculiare.
• La GRAVITÀ correlata all’evento (allergia – infezione – intossicazione) dipende:
• Dalle caratteristiche dell’agente biologico
• Dalle caratteristiche dell’uomo
• Dall’ambiente
81
Si tratta di un rischio molto particolare perché P e G non
sono facilmente classificabili
81
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Alcuni virus patogeni per l’uomo • Virus delle epatiti (A, B, C ed altre)
• Virus Epstein-Barr (mononucleosi)
• Herpesvirus varicella-zoster (varicella)
• Herpesvirus zoster di tipo I (virus labiale e fuoco di S. Antonio)
• Virus influenzali e parainfluenzali
• Rhinovirus (raffreddore)
• Virus del morbillo
• Virus degli orecchioni
• Virus HIV (AIDS)
• Virus della rabbia
82 82
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Alcuni batteri patogeni per l’uomo • Bacillus anthracis
• Bordetella pertussis
• Clostridium botulinum
• Clostridium tetani
• Haemophilus influenzae
• Klebsiella pneunomiae
• Legionella pneumophila
• Leptospira interrogans
• Mycobacterium tubercolosis
• Salmonella typhi
• Salmonella spp.
• Vibrio colerae
Carbonchio
Pertosse
Botulismo
Tetano
Meningite, influenza
Polmonite
Malattia del legionario
Leptospirosi
Tubercolosi
Tifo
Salmonellosi
Colera 83
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Altri “agenti biologici” • Peli di animali;
• Residui di acari;
• Frammenti di insetti;
• Escrementi di insetti;
• Muffe;
• Lieviti,
• Tossine…
possono determinare fenomeni allergici o intossicazioni nei lavoratori e nei soggetti predisposti.
Sono “agenti biologici” al di fuori del titolo X ma devono
comunque essere inseriti nella valutazione dei rischi
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CLASSIFICAZIONE
• Gli agenti biologici sono classificati in 4 gruppi, in base alle caratteristiche di pericolosità: • infettività: capacità di penetrare e moltiplicarsi in
un ospite
• patogenicità: capacità di indurre patologia in seguito a infezione
• trasmissibilità: capacità di propagarsi nella comunità per trasmissione da soggetti malati a soggetti sani
• neutralizzabilità: disponibilità di efficaci misure profilattiche
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Classi di pericolosità
Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3 Gruppo 4
Infettività/
patogenicit
à
Poche
probabilità di
causare
malattie in
soggetti
umani
Può causare
malattie in
soggetti umani;
rischio per
lavoratori
Può causare
malattie gravi
in soggetti
umani; serio
rischio per
lavoratori
Può causare
malattie gravi
in soggetti
umani, serio
rischio per
lavoratori
Trasmissi-
bilità -
Poche probabilità
di propagarsi
nella comunità
Può propagarsi
nella comunità
Elevato rischio
di propagarsi
nella comunità
Neutra-
lizzabilità -
Sono di norma
disponibili
efficaci misure
profilattiche e
terapeutiche
Sono di norma
disponibili
efficaci misure
profilattiche e
terapeutiche
Non sono di
norma
disponibili
efficaci misure
profilattiche o
terapeutiche
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
• Identificazione delle fonti di pericolo
• Identificazione e quantificazione dei soggetti esposti
• Misura dell’entità dell’esposizione
• Misura della gravità del danno
• Stima quantitativa o qualitativa dell’entità del rischio
• Definizione della soglia di accettabilità
• Individuazione delle misure di riduzione del rischio
• Programmazione delle misure di riduzione
87
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Misure di riduzione del rischio negli ambienti chiusi
• Spazi di lavoro sufficientemente ampi
• Efficace aerazione nei luoghi di lavoro chiusi
• Sistemi di condizionamento sottoposti a regolare manutenzione e pulizia
• Microclima confortevole (T, UR, ricambi d’aria adeguati)
• Servizi igienici adeguati
• Mezzi per raccolta, immagazzinamento, smaltimento dei rifiuti in sicurezza
88
Sono tutte misure che vanno a ridurre
la probabilità di esposizione
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Sistemi di controllo dei microrganismi
89
• Attuare un processo finalizzato a rendere sani dal punto di vista igienico l’ambiente e le attrezzature.
Sanificare
• Mettere in atto il controllo dei microrganismi patogeni su un certo ambiente utilizzando agenti chimici
Disinfettare
• Mettere in atto un processo finalizzato a uccidere tutti i microorganismi in condizioni di T e P prestabiliti
Sterilizzare
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Manipolazione salme
Il rischio da agenti biologici dovuto sia alla manipolazione della salma che al
contatto con liquami percolanti dai feretri in caso di cadavere già in fase di
iniziale decomposizione, e’ da ritenersi elevato per quanto riguarda l’HBV e
l’HCV, soprattutto quando non vengono adeguatamente utilizzati i DPI, a
causa del lungo periodo di sopravvivenza dei virus anche in ambiente
esterno nonche’ dell’elevato potere infettante.
Per quanto attiene il rischio da HIV è da ritenersi più elevato nelle prime ore
successive al decesso, mentre tende a ridursi successivamente sia per lo
scarso potenziale infettante, che per la ridotta sopravvivenza in ambiente del
virus. Il rischio da HIV, quindi ad esclusione delle prime ore dopo il decesso,
e’ pertanto basso in termini di probabilita’ anche se, ovviamente, mantiene un
elevato indice di gravita’.
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Formazione e Procedure di Lavoro
• Esempio: procedura di lavoro per la vestizione
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RISCHIO CHIMICO
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Agenti chimici e igiene del lavoro
• protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici.
Campo di applicazione della normativa
93
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Definizioni
94
AGENTI CHIMICI: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, … prodotti intenzionalmente o no e immessi o no sul mercato
AGENTI CHIMICI PERICOLOSI
SOSTANZE PERICOLOSE PREPARATI PERICOLOSI
Agenti chimici che (non classificati come pericolosi) possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o
tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Definizioni
• proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi
PERICOLO
• probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione
RISCHIO
95 Docente <Nome> - Corso di formazione per lavoratori - Moduli
rischi specifici
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Definizioni
Valore limite biologico
limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell’appropriato mezzo
biologico
Valore limite di esposizione professionale
limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell’aria all’interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento
96
Indagini ambientali
Analisi
cliniche
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio
97
Datore di lavoro
Valuta i rischi prendendo in considerazione …
Adotta misure di prevenzione e protezione sulla base dei risultati e utilizza l’agente chimico
• proprietà pericolose degli agenti chimici; • informazioni sulla salute e sicurezza
contenute nelle Schede di Sicurezza; • livello, tipo e durata dell’esposizione; • circostanze in cui viene svolto il lavoro in
presenza degli agenti chimici, compresa la manutenzione e la pulizia;
• valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici;
• effetti delle misure preventive e protettive adottate;
• conclusione tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria (se disponibili).
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
• QUALI SONO GLI ASPETTI CHE PER VOI DA CONSIDERARE NELLA VALUTAZIONE?
• SALUTE – SICUREZZA?
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio
99
Il datore di lavoro valuta il rischio
Possibili risultati
Rischio basso per la sicurezza
Rischio non basso per la sicurezza
Rischio non irrilevante per la salute
Rischio irrilevante per la salute
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio
100
• progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione • fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico • procedure di manutenzione adeguate • riduzione al minimo degli esposti • riduzione al minimo della durata e dell’intensità dell’esposizione • misure igieniche adeguate • riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro • metodi di lavoro appropriati.
Rischio basso per la sicurezza
Rischio non basso per la sicurezza
Rischio non irrilevante per la salute
Rischio irrilevante per la salute
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio
101
• Sostituzione degli Agenti chimici o dei processi • progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici; • Appropriate misure organizzative e di protezione collettive; • misure di protezione individuali; • sorveglianza sanitaria dei lavoratori a norma degli articoli 229 e 230 • Misurazione degli agenti chimici (all. XLI) • Misure in caso di incidenti o di emergenze (art. 226) • Informazione e formazione (art. 227) • Sorveglianza sanitaria (art. 229) • Cartelle sanitarie e di rischio (art. 230)
Rischio basso per la sicurezza
Rischio non basso per la sicurezza
Rischio non irrilevante per la salute
Rischio irrilevante per la salute
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio - Sicurezza Si può escludere la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili,
esplosive, facilmente infiammabili, comburenti, fiamme libere o fonti di accensione, e
il luogo è classificato a basso rischio di incendio?
Sì
Rischio
basso
(Misure generali)
No
Rischio non
basso
Applicare le misure specifiche
102
Le misure generali vanno applicate in ogni caso
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio - Salute La natura delle sostanze, usi ecc. ecc. esclude la necessità di un’ulteriore valutazione?
Sì
Rischio
irrilevante
(Misure generali)
No
Rischio non
irrilevante
Applicare le misure specifiche
103
Le misure generali vanno applicate in ogni caso
Uso di algoritmi, misurazioni ecc.
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio - Algoritmi Uso e affidabilità degli algoritmi.
• R = P x M (o Frequenza x Magnitudo. o Pericolo x Esposizione)
• Scala dei valori per P e M modulati su diversi parametri. • Frasi di rischio;
• Tipo di esposizione;
• Durata dell’esposizione;
• Misure di prevenzione;
• ecc.
104
A ogni fattore è associato un parametro e l’elaborazione conduce a un indice numerico di rischio
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio - Misure Uso e affidabilità delle misure ambientali.
• Devono essere rappresentative dell’esposizione
• Si effettuano con riferimento a metodiche standardizzate;
• Confronto con limiti e TLV;
• Fare ricorso a personale qualificato;
• Considerare tutte le possibili vie di esposizione (inalatoria, cutanea…);
• Considerare le interazioni tra agenti diversi.
105
Le misure ambientali non sostituiscono la valutazione del rischio ma la integrano
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
TLV: dove si trovano • In allegato al DLgs 81/08 c’è un elenco di valori limite
di esposizione per diversi agenti chimici
• Altre fonti: • prima tra tutte i TLV della ACGIH (American Conference of
Govermental Industrial Hygienists) tradotti in Italia ogni anno da AIDII (associazione italiana degli igienisti industriali)
• http://www.cdc.gov/niosh/ipcs/italian.html
106
I limiti e i TLV seguono il progresso tecnico ed è quindi necessario verificarne gli aggiornamenti a ogni indagine
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107
Rischi chimici, Nebbie, oli, fumi, polveri,
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CLASSIFICAZIONE CHIMICO-FISICA
Origine Tipologia Stato
Inquinanti
Aerosol
Polveri
Fumi
Combustione
Condensazione
Nebbie
Acquose
Oleose
Aeriformi
Gas
Vapori
108
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Definizione generale di polvere e aerosol
• materiale allo stato solido derivante da processi di frantumazione, naturale o artificiale. In funzione delle caratteristiche di dimensioni, forma e densità del materiale che l’ ha originata, ha capacità di aerodispersione più o meno lunga e maggiore o minore possibilità di allontanamento dalla zona di origine.
Polvere
• miscela di due fasi di cui una disperdente gassosa e l’altra dispersa, solida o liquida in forma di particella.
• In Igiene Industriale e in Medicina del Lavoro: fase solida = polvere o altre particelle, fase gassosa = aria ambiente o atmosferica
Aerosol
109
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Origine di polvere, nebbie, fumi e gas
• materiale allo stato solido derivante da processi di lavorazione meccanica quali la frantumazione, segagione, macinazione ecc.
Polvere
• materiale allo stato solido derivante da processi di lavorazione meccanica quali la frantumazione, segagione, macinazione ecc.
Nebbie
• particelle derivanti dalla reazione e condensazione di vapori saturi (fumi di saldatura, stampaggio, estrusione calda ecc.)
Fumi
• Prodotti utilizzati nel ciclo produttivo o generati per passaggi di stato, perdite dagli impianti, reazioni ecc.
Gas e vapori
110
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111
Benzene: Teb= 80°C
Paraffina: Teb= 300°C
Liquidi – Livelli di disponibilità
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Polveri – Livelli di disponibilità Basso Polveri grossolane.
Pellet e similari, solidi non friabili, bassa evidenza di polverosità osservata durante l’uso. Per esempio: pellets di PVC cere e paraffine.
Medio Polveri generate da solidi granulari o cristallini. Durante l’impiego la polverosità e visibile, ma la polvere si deposita rapidamente. Dopo l’uso la polvere è visibile sulle superfici. Per esempio: sapone in polvere, zucchero granulare
Alto Polvere fine e leggera. Durante l’impiego si può vedere formarsi una nuvola di polvere che rimane aerosospesa per diversi minuti. Per esempio: cemento, biossido di titanio, toner di fotocopiatrice, dosaggi in farmaceutiche ecc.
112
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Classificazione delle polveri
113
Polveri Inalabili
• Particelle aventi diametro aerodinamico inferiore a 100 µm, sono tutte quelle che entrano nell’apparato respiratorio
Polveri Toraciche
• Particelle aventi diametro aerodinamico inferiore 10 µm, sono tutte quelle che raggiungono i bronchi
Polveri Respirabili
• Particelle aventi diametro aerodinamico medio pari a 4 µm che hanno la capacità di raggiungere gli alveoli polmonari
Polveri Ultra fini
• Particelle aventi diametro aerodinamico 1µm raggiungono la zona di scambio gassoso
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Polveri e processi industriali Industria mineraria: polveri minerali, polveri inerti, trattamento
materie prime e residui
Cementifici: polveri minerali, materie prime e prodotto finito
Metallurgia e metalmeccanica: polveri minerali, fumi di saldatura,
fumi di fusione, verniciature, oli minerali ecc.
Industria del legno: dalle materie prime alle lavorazioni finali,
verniciatura e trattamento
Agricoltura: polveri minerali, sementi, mangimi
Chimica: inerti, additivi, fumi, oli minerali
Farmaceutica: materie prime, prodotti finiti
…
114
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Differenza tra polveri e fibre In igiene industriale si
definisce FIBRA qualsiasi
particella allungata
il cui rapporto di
allungamento (rapporto
Lunghezza / Diametro) sia
superiore a 3
Fibra: L/D>3
D = 4 mm L = 50 mm L/d = 25
D = 12 mm L = 28 mm L/d = 2.3
D = 1 mm L = 60 mm L/d = 60
Immagine acquisita in Microscopia Ottica in Contrasto di Fase a 500 ingrandimenti
Le fibre hanno comportamenti aerodinamici e caratteristiche che le differenziano dalle altre particelle
115
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Interazione tra agenti chimici e uomo • Le possibili via di accesso
degli agenti chimici sono: • L’inalazione con la respirazione;
• L’ingestione con l’alimentazione e la deglutizione;
• L’assorbimento tramite la cute.
116
Poche vie di accesso ma meccanismi diversi
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Tossicologia – tipi di tossicità
• È caratterizzata da un’esposizione di breve durata e da un assorbimento rapido della sostanza;
• La dose può essere unica o assunta in più riprese ma in un arco di tempo non superiore alle 24 ore
Intossicazione acuta
• È caratterizzata da un’esposizione frequente o ripetuta nel corso di un periodo di più giorni o settimane a dosi non capaci di generare un’intossicazione acuta
Intossicazione sub-acuta
• È caratterizzata da esposizioni ripetute nel corso di un lungo periodo. Si distinguono due meccanismi lesivi:
• La sostanza si accumula nell’organismo, dato che la quantità eliminata è inferiore a quella assorbita
• L’intossicazione può comparire per accumulo degli effetti che vengono prodotti da esposizioni ripetute nel tempo, senza che il tossico si accumuli nell’organismo
Intossicazione cronica
117
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
118
Rischi chimici, Nebbie, oli, fumi, polveri,
Etichettatura,
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Classificazione degli agenti chimici • Le sostanze pericolose si classificano attualmente
secondo il D.Lgs. 52/1997, secondo definizioni ben precise che rispondono a test standardizzati.
• Analogamente i preparati si classificano con il D.Lgs. 65/2003.
• Dal 2007 è in vigore il sistema REACH.
• Il produttore che immette la sostanza sul mercato deve effettuare i test e assegnare la classificazione.
119
In questo momento per i prodotti chimici è in vigore una doppia classificazione in via transitoria verso il REACH
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Vecchia classificazione agenti chimici pericolosi
Secondo il vecchio schema (ancora applicabile) sostanze e preparati si classificano in
• Esplosivi
• Comburenti
• Estremamente infiammabili
• Facilmente infiammabili
• Infiammabili
• Corrosivi
• Irritanti
• Molto tossici
• Tossici
• Nocivi
• Sensibilizzanti
• Cancerogeni
• Mutageni
• Tossici per il ciclo riproduttivo
• Pericolosi per l’ambiente
120
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Le frasi di rischio
121
Frasi R • Frasi di rischio R
Frasi S • Consigli di prudenza S
Frasi H • Hazard statement sostituiscono le frasi R (Reach)
Frasi P • Precautionary statement sostituiscono le frasi S (Reach)
• Le frasi di rischio sono giudizi standardizzati su fattori di rischio associabili a una sostanza o un preparato
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“Vecchia” classificazione - Esplosivi
R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
122
• Le sostanze e i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono.
E
Perossidi, gelatine ecc, stoccaggio, manipolazione, piani di emergenza
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“Vecchia” classificazione - Comburenti
R7 Può provocare un incendio.
R8 Può provocare l'accensione di materie combustibili.
R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.
123
• Le sostanze ed i preparati che a un contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica.
O
Attenzione a Frasi S, stoccaggio e piani di emergenza
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
F+
“Vecchia” classificazione - Estremamente infiammabili
R12 Estremamente infiammabile
124
• Le sostanze e preparati liquidi che hanno un punto di infiammabilità inferiore a 0°C e un punto di ebollizione (o, nel caso di un intervallo di ebollizione, il punto iniziale di ebollizione) inferiore od uguale a 35°C.
• Le sostanze e preparati gassosi che a temperatura ed a pressione ambiente si infiammano a contatto con l'aria
Antincendio, sostanze volatili!
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
F+
“Vecchia” classificazione - Facilmente infiammabili
R11 Facilmente infiammabile
R15 A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili
R17 Spontaneamente infiammabile all'aria
125
• Le sostanze e i preparati che, a contatto con l’aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi.
• Le sostanze e i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo il distacco della sorgente di accensione.
• Le sostanze e i preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è compreso tra 0° e 21°C.
• Le sostanze e i preparati che, a contatto con l’acqua o l’aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose.
Antincendio, sostanze volatili!
Docente: Greta Rolfini
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F
“Vecchia” classificazione - Infiammabili
R10 Infiammabile
126
• Le sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è uguale o superiore a 21°C e minore o uguale a 55°C.
Antincendio, non tutte le sostanze sono ugualmente pericolose
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
C
“Vecchia” classificazione - Corrosivi
R34 Provoca ustioni (3 minuti – 4h)
R35 Provoca gravi ustioni (< 3 minuti).
127
• Le sostanze e i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essa un’azione distruttiva.
Aumentano l’assorbimento cutaneo di altri agenti.
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Xi
“Vecchia” classificazione -
Irritanti
R38 Irritante per la pelle
R36 Irritante per gli occhi
R41 Rischio di gravi lesioni oculari
R37 Irritante per le vie respiratorie
128
• Le sostanze e i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle e le mucose può provocare una reazione infiammatoria.
Possono aumentare l’assorbimento cutaneo di altri agenti. Ipersensibilità individuale.
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Effetti a breve e lungo termine. Verificare il tipo di esposizione e gli organi bersaglio
“Vecchia” classificazione - Nocivi • Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione,
ingestione o assorbimento cutaneo possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche
129
R22 Tossico per ingestione
R21 Tossico a contatto con la pelle
R65 Può causare danni polmonari se ingerito
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata
Xn
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Attenzione alle dermatiti comprese tra le malattie del D.M. 13/4/94
“Vecchia” classificazione - Sensibilizzanti • Le sostanze e i preparati che, per inalazione o
assorbimento cutaneo, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce reazioni avverse caratteristiche
130
R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione
R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle
Xi-Xn
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Effetti a breve e lungo termine. Verificare il tipo di esposizione
“Vecchia” classificazione - Tossici • Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione,
ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche
131
R25 Tossico per ingestione
R24 Tossico a contatto con la pelle
R23 Tossico per inalazione
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata
T
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Effetti a breve e lungo termine. Verificare il tipo di esposizione
“Vecchia” classificazione - Molto tossici
• Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche.
132
R28 Molto tossico per ingestione
R27 Molto tossico a contatto con la pelle
R26 Molto tossico per inalazione
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi T+
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Verificare l’interazione con altre sostanze e gli effetti sinergici
“Vecchia” classificazione - Tossici per il ciclo riproduttivo
• Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo possono provocare effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive
• Divisi in 3 categorie
133
R60 Può ridurre la fertilità
R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati
R62 Possibile rischio di ridotta fertilità
R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati
T+
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“Vecchia” classificazione - Mutageni
R46 Può ridurre la fertilità
R68 Possibilità di effetti irreversibili
134
• Le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza.
• Divisi in 3 categorie
Verificare l’interazione con altre sostanze e gli effetti sinergici
T+
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Applicazione del titolo IX, capo II con adempimenti specifici.
Quando possibile verificare i metaboliti. Cercare ulteriori informazioni
“Vecchia” classificazione - Cancerogeni
• Le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza.
• Divisi in 3 categorie
135
R45 Può provocare il cancro
R49 Può provocare il cancro per inalazione
R40 Possibilità di effetti cancerogeni - Prove insufficienti
T+
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
N
Diverse frasi R non comprese nella valutazione dei rischi chimici
“Vecchia” classificazione - Pericolosi per l’ambiente
• Le sostanze e i preparati che, qualora si diffondano nell’ambiente, presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per una o più delle componenti ambientali.
136
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Classificazione REACH e CLP • Regolamento R.E.A.CH.
• Regolamento del Consiglio e del Parlamento Europeo n. 1907/2006 del 18.12.2006
• R.E.A.CH.: Registration, Evaluation, Authorization and Restriction of Chemicals
• regolamenta le sostanze chimiche manipolate e vendute in Europa • è volto a migliorare la protezione della salute umana e dell'ambiente
mantenendo la competitività e rafforzando lo spirito di innovazione dell'industria chimica europea
• Il Regolamento C.L.P. Classification, Labelling and Packaging • Regolamento del Consiglio e del Parlamento Europeo n. 1272/2008 del
16.12.2008. È entrato in vigore il 20/1/2009 • Sostanze pericolose (1 dicembre 2010)
• Miscele pericolose (1 giugno 2015)
137
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Cosa cambia con il CLP • Frasi R Frasi H
• Frasi S Frasi P
• Cambiano i simboli di pericolo sulle etichette
• Cambiano alcune classi di pericolosità e ne sono state aggiunte di nuove
138
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Pericoli fisici
139
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Pericoli fisici
140
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Pericoli per la salute
141
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Pericoli per la salute
142
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Pericoli per la salute
143
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Adozione delle schede di sicurezza
• Inizio degli anni ’80: schede tecniche generiche e disomogenee;
• Anni ’90: schede tecniche con schemi unificati a livello europeo;
• Anni ’90: etichettatura di sostanze e prodotti armonizzata a livello europeo;
• Dal 2007: sistema REACH.
144
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I 16 punti delle schede di sicurezza • 1. Identificazione del preparato e della società che lo produce
• 2. Composizione - Informazioni sugli ingredienti
• 3. Identificazione dei pericoli
• 4. Misure di primo soccorso
• 5. Misure antincendio
• 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale
• 7. Manipolazione e stoccaggio
• 8. Controllo dell’esposizione - Equipaggiamento per la protezione individuale
• 9. Proprietà fisiche e chimiche
• 10. Stabilità e reattività
• 11. Informazioni tossicologiche
• 12. Informazioni ecologiche
• 13. Considerazioni sullo smaltimento
• 14. Informazioni sul trasporto
• 15. Informazioni sulla regolamentazione
• 16. Altre informazioni
145
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Uso corretto delle schede di sicurezza
Come usare le SDS
• procedura acquisti o comunque richiederla sempre nella prima fornitura (esigere gli aggiornamenti)
• stesura della VDR
• stesura di procedure per lo stoccaggio e manipolazione del prodotto
• formazione/informazione
• renderle disponibili ai lavoratori che utilizzano i prodotti chimici
• tenere in considerazione gli effetti delle sostanze nella stesura dei piani di emergenza
146
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
• ALCUNI ESEMPI DI SCHEDE DI SICUREZZA AZIENDALI
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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Secondo voi quanto pesa un carico?
Docente: Greta Rolfini
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Cosa è la movimentazione manuale dei carichi?
Nel D.Lgs. 81/08 “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro” essa viene definita come:
“operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari”.
149
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Quali attività?
• Sollevamento, spostamento e deposizione di un carico (es. scarico di elementi da un nastro e loro collocazione su scaffali);
• trasporto manuale di un carico (es. trasporto di un carico sostenuto a braccia da parte di un addetto);
• operazioni di traino e spinta di un oggetto, con o senza ruote (es. spinta di un carrello);
• operazioni di assistenza presso strutture sanitarie (es. sollevamento e spostamento di pazienti non autosufficienti).
150
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Condizioni ergonomiche sfavorevoli…
Le operazioni di movimentazione manuale dei carichi possono essere più o meno gravose in funzione di:
spazio a disposizione dell’operatore;
postura assunta;
velocità e frequenza di esecuzione dell’operazione;
peso degli oggetti movimentati;
durata dell’operazione;
entità dei periodi di pausa;
fattori ambientali e individuali.
151
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
… se il peso dell’oggetto è ridotto?
Il peso dell’oggetto movimentato non è l’unico fattore di rischio!
Qualora la movimentazione consista nello spostamento di
carichi di peso ridotto effettuato ad alta frequenza, si parla di
movimenti ripetuti degli arti superiori
Essi possono portare allo sviluppo di patologie consistenti
in alterazioni muscolo-tendinee, neurologiche periferiche
e vascolari a carico degli arti superiori.
152
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Quali tipologie di attività?
• lavorazioni caratterizzate da ritmi prestabiliti o con obiettivi di produzione
• lavorazioni a ritmi non prestabiliti ma elevati o caratterizzate da operazioni eseguite con continuità
• lavorazioni ripetitive che implicano il mantenimento di posture incongrue degli arti superiori
Le patologie connesse ai movimenti ripetuti degli
arti superiori si riscontrano prevalentemente
negli addetti alle seguenti tipologie di attività:
153
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Lavorazioni caratterizzate da ritmi prestabiliti
• linee di montaggio
• confezionamento di imballaggi su linea
• trattamento, taglio e confezionamento alimenti su linea
• settore elettronico (microassemblaggio su linea)
• settore meccanico (carico/scarico di manufatti su linee di lavorazione e operazioni con macchine utensili)
• operazioni di scelta su linea (vari settori)
• ………
154
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Lavorazioni a ritmi non prestabiliti ma elevati
• uso ripetuto di attrezzi manuali (martello, pinze, tenaglie, pialle, ecc.)
• attività di cassa in supermercato
• settore tessile (taglio, cucitura e stiratura a mano)
• settore manifatturiero
• attività artistiche (decorazione e incisione a mano)
• rasatura, carteggiatura e tinteggiatura di superfici
• settore agricolo (raccolta, scelta, potatura)
• operazioni di data entry al videoterminale
• ……
155
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente <Nome> - Corso di formazione "Movimentazione manuale dei carichi"
I principali fattori di rischio
durata del
compito
posture
incongrue
forza eccessiva
periodi di
recupero
insufficienti
fattori
organizzativi
individuali e
ambientali
ripetitività
delle azioni
elevata
frequenza
patologie arti
superiori
156
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Introduzione effetti sanitari Le patologie da sovraccarico
biomeccanico correlate al lavoro sono
aumentate negli ultimi anni?
Obiettivi di questa sezione
Definire le malattie professionali
Analizzare le tipologie di patologie da sovraccarico biomeccanico
Studiarne l’incidenza e il trend
157
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Quali possono essere gli effetti della MMC?
Le operazioni di movimentazione manuale dei carichi, così come le attività comportanti l’effettuazione di movimenti ripetuti degli arti superiori, qualora svolte in condizioni ergonomiche sfavorevoli, possono comportare rischio di insorgenza di patologie da sovraccarico biomeccanico, rispettivamente a carico della colonna vertebrale e degli arti superiori.
Patologie da sovraccarico biomeccanico
Patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari (D.Lgs. 81/08).
158
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
La MMC comporta rischio di infortuni?
L’infortunio è un evento lesivo avente causa violenta e intensità concentrata nel tempo.
La MMC s.s. e i movimenti ripetuti degli arti superiori, sebbene abbiano effetti dannosi a lungo termine, possono condurre a infortuni.
La LOMBALGIA ACUTA (colpo della strega), che si manifesta con un dolore acuto, spesso immobilizzante, che si attenua nel giro di alcune ore, è causata da una reazione immediata delle unità muscolo-tendinee della schiena a movimenti incongrui e sforzi eccessivi. Se la causa è lavorativa, deve essere considerata un INFORTUNIO SUL LAVORO
159
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Le patologie lavoro-correlate Gli infortuni sul lavoro e le patologie di origine professionale sono cose
diverse:
• gli infortuni sul lavoro hanno causa violenta e repentina (caduta, esplosione, taglio, ecc.).
• le malattie professionali sono determinate da fattori che agiscono in un intervallo di tempo più o meno lungo.
La loro insorgenza può verificarsi anche molto tempo dopo l’esposizione ai fattori di rischio.
Esse costituiscono un fenomeno sottostimato: spesso non emerge il nesso con l’attività lavorativa e vengono classificate come malattie comuni.
Le patologie da sovraccarico biomeccanico determinate da attività lavorative sono malattie professionali.
160
Docente: Greta Rolfini
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Le principali patologie da sovraccarico biomeccanico
Determinate da operazioni
di movimentazione
manuale dei carichi s.s.
Artrosi
Lombalgie e
lombosciatalgie
Ernia del disco
Determinate da movimenti
ripetuti degli arti superiori
Tenosinoviti (s. di De
Quervain, dito a scatto ecc.)
Neuropatie periferiche
(s. tunnel carpale, s. stretto
toracico ecc.)
Tendiniti (epicondilite,
epitrocleite, t. della cuffia
dei rotatori ecc.)
161
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Individuazione e valutazione dei rischi
Questa attività è un compito non delegabile del Datore di
Lavoro, che si avvale del SPP e del MC, sentito il RLS. Ha inizio
con una accurata analisi delle attività lavorative.
individuazione dei lavoratori
potenzialmente esposti
individuazione dei pericoli
valutazione della magnitudo
dei possibili danni
VALUTAZIONE DEI RISCHI
elaborazione del
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
(art. 17 c. 1 lett. a) D.Lgs. 81/08)
162
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Sollevamento, trasporto e deposizione dei carichi
Alcuni esempi:
• scarico o carico manuale di confezioni su pallets
• collocazione di faldoni su uno scaffale
• carico di mattoni su una carriola
• scarico di sacchi da un mezzo
• ……
Attività caratterizzate da operazioni prevalenti di
prelievo, trasporto e rilascio manuale di un carico di
dimensioni e peso definiti, in cui le altre attività manuali
(sostegno statico, spinta, traino) siano di entità
trascurabile.
163
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Sinergia dei fattori di rischio
• singolarmente (es. peso eccessivo)
• in modo sinergico (es. peso elevato, postura incongrua e frequenza eccessiva…)
L’insorgenza di patologie da sovraccarico
biomeccanico in seguito a operazioni di
movimentazione manuale dei carichi è dovuta a una
serie di fattori di rischio, che possono agire:
è pertanto opportuno indagare su tutti i fattori di
rischio che caratterizzano le attività di
movimentazione
164
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
La MMC può comportare rischio di insorgenza di patologie da
sovraccarico biomeccanico se il carico è troppo pesante
Fattori di rischio - Peso
non viene indicato alcun riferimento
“assoluto”
il vecchio riferimento di 30 kg era fuorviante,
in quanto non teneva conto delle peculiarità
della movimentazione (caratteristiche
geometriche, frequenza, durata ecc.)
D.Lgs. 81/08
165
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
La MMC può comportare rischio di insorgenza di patologie
da sovraccarico biomeccanico se il carico […] deve essere
tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco
Fattori di rischio – Distanza orizzontale
la distanza orizzontale tra il punto di presa (o di
rilascio) dell’oggetto e le anche del lavoratore
deve essere quanto più possibile ridotta
166
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente <Nome> - Corso di formazione "Movimentazione manuale dei carichi"
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
La MMC può comportare rischio di insorgenza di patologie da
sovraccarico biomeccanico se il carico […] deve essere tenuto
o maneggiato con una inclinazione del tronco
Fattori di rischio – Altezza
• se il punto di presa (o di rilascio) dell’oggetto è troppo basso, il lavoratore dovrà assumere una postura dannosa per il tratto lombo-sacrale del rachide.
• se il punto di presa (o di rilascio) dell’oggetto è troppo alto, il lavoratore non riuscirà ad esercitare la forza massima nel compimento dell’azione e opererà in condizioni di equilibrio precario
L’altezza di presa (o di rilascio) dell’oggetto dovrebbe
essere prossima a quella delle mani quando le braccia
sono in posizione di riposo (75-80 cm dal suolo)
167
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Torsione del tronco
La torsione del tronco dovrebbe essere evitata
A parità di peso dell’oggetto, un sollevamento
asimmetrico è molto più rischioso di uno simmetrico
punti di presa e di rilascio situati su lati opposti rispetto al
lavoratore
movimentazione in aree ristrette, dove la torsione del tronco
è necessaria
ritmi lavorativi che impediscono al lavoratore di eseguire
movimenti corretti
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
La MMC può comportare rischio di insorgenza di patologie da
sovraccarico biomeccanico se il carico […] deve essere tenuto
o maneggiato con una torsione del tronco
168
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
• è ingombrante o difficile da afferrare
• è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi
• può, per la sua struttura o consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
La MMC può comportare rischio di insorgenza di patologie
da sovraccarico biomeccanico se il carico …
Fattori di rischio - Caratteristiche del carico
169
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
• è eccessivo
• è compiuto col corpo in posizione instabile
• vengono effettuati movimenti bruschi
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
Lo sforzo fisico può comportare rischio di insorgenza di
patologie da sovraccarico biomeccanico […] se…
Fattori di rischio – Sforzo fisico richiesto
170
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
• lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente
• il pavimento è sconnesso e presenta rischi di inciampo
• il pavimento è scivoloso o instabile
• il pavimento presenta dislivelli che implicano operazioni di movimentazione a livelli diversi
• le condizioni microclimatiche sono inadeguate
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
Le caratteristiche dell’ambiente di lavoro possono
aumentare il rischio di insorgenza di patologie da
sovraccarico biomeccanico […] se…
Caratteristiche dell’ambiente di lavoro
171
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
L’attività può comportare rischio di insorgenza di
patologie da sovraccarico biomeccanico […] se gli sforzi
fisici sono troppo frequenti
Fattori di rischio - Frequenza
alcune attività vengono svolte a un ritmo, imposto da un
processo o da una macchina, che non può essere variato dal
lavoratore
In un lavoro ripetitivo (movimentazione) corrisponde al numero di cicli di sollevamento per unità di tempo
La frequenza delle azioni di movimentazione
deve essere quanto più possibile ridotta
172
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Spostamento verticale
Lo spostamento verticale dell’oggetto deve essere
quanto più possibile contenuto.
La condizione ideale corrisponde a punti di presa e
di rilascio dell’oggetto situati alla stessa altezza
• Impugnare e rilasciare carichi ad altezze diverse comporta continue e pronunciate flessioni ed estensioni del tratto lombo-sacrale del rachide che possono, nel tempo, evolvere in patologie da sovraccarico biomeccanico
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
L’attività può comportare rischio di insorgenza di patologie da
sovraccarico biomeccanico […] se le distanze di sollevamento,
abbassamento e trasporto sono elevate
173
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente <Nome> - Corso di formazione "Movimentazione manuale dei carichi"
Fattori di rischio – Durata e periodi di pausa
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
L’attività può comportare rischio di insorgenza di
patologie da sovraccarico biomeccanico […] se …
• gli sforzi fisici sono troppo prolungati
• i periodi di recupero sono insufficienti
i periodi di recupero possono consistere in pause o fasi di adibizione
ad attività che non comportino significativo impegno del sistema
muscolo-scheletrico
lunga durata del compito di MMC
periodi di recupero frequenti e lunghi
174
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Fattori di rischio – Presa dell’oggetto La qualità della presa esercitata sull’oggetto influenza
la forza necessaria per movimentarlo
• una buona presa riduce la forza necessaria per impugnare l’oggetto e permette di movimentare oggetti più pesanti
• viceversa, una presa sfavorevole rende necessario applicare una forza maggiore per afferrare l’oggetto e fa diminuire il peso accettabile
presa buona
quando le mani aderiscono
facilmente all’oggetto
(oggetti regolari e di
dimensioni contenute)
presa sfavorevole
quando le mani non
aderiscono bene all’oggetto
(oggetti troppo grandi, con
spigoli taglienti o irregolari)
175
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente <Nome> - Corso di formazione "Movimentazione manuale dei carichi"
Fattori individuali di rischio
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
[…] il lavoratore può correre un rischio nei seguenti
casi:
• inidoneità fisica a svolgere il compito, tenuto conto delle differenze di genere e di età
• indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore
• insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze, della formazione o dell’addestramento
176
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio
Allegato XXXIII D.Lgs. 81/08
Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3) sono da
considerarsi tra quelle previste all’art. 168 comma 3
Titolo VI - Art. 168 – Obblighi del datore di lavoro
3 - Le norme tecniche costituiscono criteri di riferimento per le
finalità del presente articolo e dell’Allegato XXXIII, ove
applicabili. Negli altri casi si può fare riferimento alle buone
prassi e alle linee guida
Il D.Lgs. 81/08 fornisce indicazioni precise relativamente alla
valutazione dei rischi da MMC
L’indicazione è quella di riferirsi preferibilmente alle norme della
serie ISO 11228 ma, se non esaustive, di ricorrere ad altre norme
pertinenti, laddove siano applicabili.
177
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Valutazione del rischio – UNI ISO 11228-1
178
Ergonomics – Manual handling: lifting and carrying
permette di valutare il rischio di insorgenza di patologie
lombo-sacrali in seguito allo svolgimento di attività di
sollevamento e abbassamento dei carichi
affronta la valutazione per mezzo di una analisi articolata su
“passi” successivi
valutazione del rischio
ricognizione dei pericoli
identificazione dei pericoli
stima del rischio
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Step 1 – Massa di riferimento La massa dell’oggetto movimentato non deve superare
un valore di riferimento che dipende da:
campo di applicazione (lavorativo / non lavorativo)
età dei soggetti
genere (m, f, m+f) della popolazione considerata
massa < massa di riferimento
step successivo
massa > massa di riferimento
necessità di intervento
179
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Step 2 – Limiti per massa e frequenza Quanto maggiore è la massa dell’oggetto movimentato,
tanto più bassa dovrà essere la frequenza delle
operazioni.
la Norma UNI ISO 11228–1 fornisce un grafico dove sono riportate,
per diverse durate del compito ripetitivo, le coppie di valori di
massa e frequenza che non devono essere superate.
massa e frequenza < limiti
step successivo
massa e frequenza > limiti
necessità di intervento
180
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Step 3 – Peso e peso massimo raccomandato
Il peso dell’oggetto movimentato non deve superare un
valore massimo calcolato (m) in base all’entità dei
seguenti fattori:
peso < m
step successivo
peso > m
necessità di intervento
• massa di riferimento
• altezza dell’oggetto movimentato
• distanza dell’oggetto movimentato dal busto
• spostamento verticale dell’oggetto
• torsione del tronco
• frequenza delle operazioni
• qualità dell’impugnatura
181
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Step 4 – Massa totale giornaliera La massa totale degli oggetti movimentati nel corso del
turno lavorativo non deve superare, in condizioni
ideali, i 10000 Kg.
massa totale < 10000 Kg
step successivo
massa totale > 10000 Kg
necessità di intervento
• distanze considerevoli di trasporto
• condizioni ambientali sfavorevoli
• punti di presa o di rilascio situati sotto le ginocchia o sopra le spalle
la massa totale consentita deve essere inferiore qualora le
condizioni non siano ideali:
182
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Step 5 – Massa totale e distanza di trasporto
Quanto maggiore è la distanza di trasporto, tanto più
bassa dovrà essere la massa complessiva degli oggetti
movimentati.
la Norma UNI ISO 11228 – 1 fornisce una tabella che riporta, per
diverse distanze di trasporto, i valori di massa totale giornaliera
(e quindi le coppie di valori di massa e frequenza) che non devono
essere superati.
massa totale e distanza
minori
dei limiti fissati
attività di movimentazione
accettabile
massa totale e distanza
maggiori
dei limiti fissati
necessità di intervento
183
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente <Nome> - Corso di formazione "Movimentazione manuale dei carichi"
Valutazione del rischio – UNI ISO 11228-1 STEP 3
NEL CASO DI ATTIVITA’ RIPETITIVE E SOLLEVAMENTI OMOGENEI:
• permette di valutare il rischio di insorgenza di patologie lombo-sacrali in seguito allo svolgimento di attività di sollevamento e abbassamento dei carichi
• integra in una sola equazione tutti i fattori di rischio
IR = L / m indice di rischio
peso dell’oggetto
peso massimo raccomandato
INDICE DI RISCHIO E PESO MASSIMO RACCOMANDATO
184
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Peso massimo raccomandato - 1
Il peso massimo raccomandato m si ottiene a partire dal peso massimo
consentito in condizioni ideali (costante di peso), il cui valore si riduce in
funzione dell’entità dei fattori di rischio
IR = L / m
m = mref x (HM x VM x DM x AM x FM x CM)
costante di peso altezza
distanza
orizzontale spostamento
verticale
torsione
frequenza,
durata e pause
qualità della
presa
185
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
186
Valore assunto dall’indice di rischio Sulla base del valore assunto dall’indice, si può determinare
l’entità del rischio
Ciò costituisce la base per eventuali interventi finalizzati
all’eliminazione (o alla riduzione) dei rischi
Se l’indice è di molto inferiore a 1,
il rischio è considerato tollerabile
Se invece l’indice si avvicina a 1, il
rischio è significativo e una frazione
della popolazione lavorativa
potrebbe sviluppare patologie da
sovraccarico biomeccanico
IR < 1
Se l’indice è maggiore di 1, il rischio
è considerato elevato
Sono necessari
interventi urgenti finalizzati alla
riprogettazione del compito
IR ≥ 1
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Un caso particolare… La Norma UNI ISO 11228-1 non è applicabile per la
valutazione del rischio connesso alla movimentazione
manuale dei pazienti in ambito ospedaliero.
In questo caso si può fare riferimento al Technical
Report (ISO/TR 12296:2012 “Manual handling of people
in the healthcare sector”).
187
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
DPI - Cosa sono “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”
188
Art. 74 D.Lgs. 81/08
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
DPI – Quando si adottano?
“1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
189
Art. 75 D.Lgs. 81/08
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Categorie di DPI Cat. Progettazione Protegge da Valutazione funzionalità
I semplice Danni di lieve entità
Possibilità di valutare facilmente la funzionalità
II mediamente complessa
Rischi e lesioni gravi
Complicata valutazione della funzionalità
III complessa Rischi e lesioni gravi, danni permanenti
Difficile valutazione della funzionalità
DPI III categoria e per udito addestramento obbligatorio
190
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
DPI – Sintesi degli obblighi DL (e dirigenti) Adottare DPI a norma e coerenti con i rischi
rilevati (e ridotti);
Aggiornare la dotazione se cambia il rischio;
Mantenere in efficienza;
Garantire l’uso conforme a norme e istruzioni del fabbricante;
Garantire formazione e informazione necessaria (e addestramento dove serve);
Adottare procedure per consegna e riconsegna.
191
Art. 77 D.Lgs. 81/08
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
DPI – Sintesi degli obblighi lavoratori
• Sottoporsi alla formazione e addestramento
• utilizzare i DPI conformemente all’informazione e alla formazione ricevute e all’addestramento
• provvedere alla cura dei DPI messi a loro disposizione;
• Non apportare modifiche ai DPI di propria iniziativa.
• seguire le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI.
• Segnalare al DL o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.
192
Art. 78 D.Lgs. 81/08
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Guanti – norme di riferimento
EN 388 rischi meccanici
EN 388 elettricità statica
EN 511 pericolo da freddo
EN 407 calore o fuoco
EN 421 irraggiamenti ionizzanti
EN 374-2 contaminazione batteriologica
EN 374 pericolo chimico
Guanti per usi alimentari 193
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
Docente: Greta Rolfini
Guanti • Hanno caratteristiche diverse in funzione dei
rischi dai quali devono proteggere
• Proteggono da una serie di azioni tra le quali il taglio di lama, la perforazione, lo strappo, l’abrasione
• Per quanto riguarda il rischio chimico le norme EN di riferimento prevedono degli specifici test di resistenza
194
L’all. VIII riporta uno schema di riferimento
per la scelta dei DPI
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Docente: Greta Rolfini
Indumenti Gli indumenti di protezione da agenti chimici si
dividono in :
A tenuta stagna di gas;
A tenuta non stagna di gas;
A tenuta di liquidi con pressione;
A tenuta di spruzzi;
A tenuta di particelle;
A limitata tenuta di schizzi liquidi
195
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Docente: Greta Rolfini
Maschere tipologie
Polveri
Nebbie
Fumi
Gas
Vapori 196
Docente: Greta Rolfini
CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
DPI udito 1) Inserti auricolari:
premodellati-preformati
malleabili
espandibili
2) Inserti semiauricolari
(archetti)
3) Cuffie
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CORSO FORMAZIONE LAVORATORI
ESEMPI DI DPI IN AMSEF SRL
Guanto duzmor (Fioreria), guanti scudo (Recupero Salme – Vestizione),
Altri esempi vedi valutazione aziendale (link)
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Docente: Greta Rolfini
199
Grazie per l’attenzione
PROGETTAZIONE - AMBIENTE - SICUREZZA - SERVIZI Via Cairoli, 22 44121 - Ferrara (Italy) Tel 0532 247713 (r.a.) Fax 0532 215574 e.mail: formazione@passferrara.it
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