cuneo, 09, 16, 23 marzo 2011 dott.ssa elena danna logopedista elena.danna@aslcn1.it c.a.s.a. centro...
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Cuneo, 09, 16, 23 marzo 2011
Dott.ssa Elena DannaLogopedista
elena.danna@aslcn1.it
C.A.S.A.Centro Autismo e Sindrome di Asperger
S.O.C.N.P.I. - A.S.L. CN1 – sede di Mondovì (CN)
STRATEGIE DI C.A.A. NEI STRATEGIE DI C.A.A. NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO: DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO:
PERCORSI PRATICI PERCORSI PRATICI COSTRUZIONE DI TABELLE COMUNICATIVECOSTRUZIONE DI TABELLE COMUNICATIVE
Che cosa faremo insieme?Che cosa faremo insieme?
Analizzeremo video dal punto di vista comunicativo
Costruiremo sistemi di comunicazione per i bambini visti nei video
Esercitazioni e confronti in riferimento a specifiche attività
Cercherò di rispondere alle vostre richieste
Oggi rivedremo alcuni punti toccati lo scorso anno
AttenzioneAttenzione
Interesse per il viso Interesse per il viso umanoumano
Capacità di alternanza dei Capacità di alternanza dei turniturni
Integrazione di diverse modalità sensorialiIntegrazione di diverse modalità sensoriali
INTERSOGGETTIVITA’INTERSOGGETTIVITA’
Attenzione congiuntaAttenzione congiunta
ImitazioneImitazione
Intenzione congiuntaIntenzione congiunta
Emozione congiuntaEmozione congiunta
Triadici
Distali
Contatto oculare o alternanza dello sguardo
Usati con funzione richiestiva e dichiarativa
Bambini autisticiBambini autistici
LO SVILUPPO GESTUALE NELL’ AUTISMOLO SVILUPPO GESTUALE NELL’ AUTISMO
Principalmente di contatto
Possono prevedere contatto oculare o
alternanza dello sguardo
Talvolta triadici
Usati principalmente con funzione richiestiva
Bambini piccoliBambini piccoli
Aspetti normativi e patologici dello sviluppo comunicativo, con particolare riferimento all’autismo – L. CamaioniAspetti normativi e patologici dello sviluppo comunicativo, con particolare riferimento all’autismo – L. Camaioni
LE ALTERAZIONI DELLO SVILUPPO LE ALTERAZIONI DELLO SVILUPPO COMUNICATIVO NELL’ AUTISMOCOMUNICATIVO NELL’ AUTISMO
Difficoltà a comprendere l’altra persona come “soggetto” con cui condividere le proprie esperienze (e non solo come “agente” che modifica il mondo)
Comunicazione gestuale dichiarativa: richiede un funzionamento mentale rappresentativo e che tenga conto degli stati interni dell’interlocutore (attenzione ed interesse)
Riguardano forme di comunicazione verbale e non verbale
Sviluppo della condivisione segnali comunicativi in modo convenzionale
Sviluppo dell’arbitrarietà dei simboli
Difficoltà a spostare l’attenzione da uno stimolo verbale all’altroDifficoltà ad isolare suoni importanti dal rumore di fondo
Tempi lunghi di identificazione del segnale uditivo verbale rilevante (talvolta quando lo focalizzano è già sfumato) e del messaggio verbale
Elaborazione del segnale verbale come un “tutt’uno”
Difficoltà ad identificare inizio e fine delle parole che compongono il segnale verbale
Compromissione di elaborazione di informazioni transitorie (parola, segno,…)
ELABORAZIONE UDITIVO/VERBALEELABORAZIONE UDITIVO/VERBALE
… è un’ azione condivisa, che ha come risultato quello di modificare l’altro.
Per modificare l’altro bisogna adottare comportamenti che sono segnalisegnali.
… è un’ azione che è sempre presente (sotto varie forme) in tutte le situazioni di interazione.
COMUNICARE …COMUNICARE …
VISIVI: nel nostro mondo contano molto anche le immagini (cartelli indicatori, pubblicità etc.)
VERBALI: siamo abituati a comunicare principalmente attraverso le parole
QUALI?QUALI?
ALTROALTRO
Mimica
Sguardo
Movimento (caratteristiche)
Distanze
Azioni (e i loro modi di farle)
Oggetti (e il modo di usarli)
Voce (caratteristiche)
Contesto
Intenzione
Cultura
Condivisione di significati e segnali
Interpretazione
Feedback
E’ legata alla capacità di interpretare e di accordarsi in base a delle regole:
non sempre l’interpretazione e le regole del bambino autistico seguono le nostre convenzioni, anche quando il bambino è
verbale!
L’EFFICACIA DEL SEGNALE L’EFFICACIA DEL SEGNALE COMUNICATIVOCOMUNICATIVO
Mediare attraverso segnalazioni visive proposte in modo modulato e su misura del bambino può aiutarlo a trovare punti di incontro
con le nostre regole di comunicazione e di interpretazione
“Le abilità visuo – spaziali relativamente forti delle persone con autismo sono un abbinamento naturale per l’utilizzo di simboli visuo – spaziali (…) per la comunicazione” (Schuler e Baldwin, 1981 – Comunicazione non verbale ed autismo infantile)
Sviluppate tramite strumenti (spesso visivi) che:Sviluppate tramite strumenti (spesso visivi) che:
Supportano e amplificano (aumentativa) :
Sostituiscono il verbale (alternativa)
il sistema di comunicazione già esistente
il linguaggio verbale
Insieme di strategie finalizzate a:Comprendere la comunicazione degli altri (input)Comunicare più efficacemente con gli altri (output)
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVAALTERNATIVA
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA E AUTISMOALTERNATIVA E AUTISMO
Elementi base per instaurare la funzione comunicativa attraverso la CAA
Indicazione di sguardo
Pointing
SI’/NO
LE STRATEGIE VISIVE NELL’AUTISMOLE STRATEGIE VISIVE NELL’AUTISMO
Al bambino che non parla
Al bambino che parla
All’ambiente che interagisce con il bambino
Sono rivolteSono rivolte
E’ duraturo (non transitorio)
Rappresenta in modo più realistico il contenuto
Viene elaborato come stimolo “intero”
Permette una migliore comprensione della comunicazione e del contesto
Permette una maggiore prevedibilità
È uno strumento di contenimento dell’ansia
Aiuta a richiamare l’attenzione
VANTAGGI DEL SEGNALE VISIVO VANTAGGI DEL SEGNALE VISIVO
Permette di elaborare concretamente il concetto di tempo, di sequenza, di causa - effetto
Rende più chiaro il messaggio verbale supportandolo
Permettere di comprendere e di accettare i cambiamenti
Supporta il passaggio da un’attività all’altra o da un ambiente all’altro
Permette al soggetto di tornare più volte verso la comunicazione espressa: il segnale resta dove era stato sistemato
VANTAGGI DEL SEGNALE VISIVO VANTAGGI DEL SEGNALE VISIVO
OBIETTIVI PRIMARI DELL’INTERVENTO SULLA COMUNICAZIONE
Migliorare la capacità del bambino di agire in modo condiviso (obiettivo che verrà mantenuto costantemente nel tempo)
Incentivare la comprensione comunicativacomprensione comunicativa, sempre nell’ottica della condivisionecondivisione, senza crearsi aspettative immediate sulla comunicazione in espressione
Un miglioramento della COMPRENSIONECOMPRENSIONE comunicativa, spesso incide positivamente sul comportamento e sull’attenzione
Facilmente riconoscibili
Facilmente comprensibili
Universalmente comprensibili
Hodgdon L.A., Strategie visive per la comunicazione, 1995
I SEGNALI COMUNICATIVI
All’interno della situazione di interazione
In presenza del bambino
Naturalmente accessibili
Fotografia
Disegno stampato
Pittogramma
Parola scritta
Parola orale
LIVELLO DI RAPPRESENTAZIONE DEL SEGNALE VISIVO
…
Oggetto Parte dell’oggetto
del bambino mentre gioca con l’oggetto
dell’oggetto
Disegno disegnato in presenza del bambino
Ideogramma
del luogo
… L.I.S.
Gesto
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
CARATTERISTICHE DEL SEGNALE
Colorato
In bianco e neroOpaco
Lucido
…
Ruvido LiscioMorbido
Duro
IngombrantePratico
TIPOLOGIE DI SEGNALE E DI SISTEMI DI SEGNALI E SIGNIFICATI
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
COME AGISCE IL BAMBINO SUL SEGNALE?
Attraverso l’indicazione
Attraverso la prensione del segnale
Attraverso la prensione del segnale e la consegna dello stesso all’interlocutore
Attraverso l’indicazione e il linguaggio verbale
Attraverso la prensione e il linguaggio verbale
Attraverso lo sguardo rivolto al segnale
Attraverso lo sguardo rivolto al segnale e la parola
Attraverso l’esclusione dei segnali riferiti a ciò che non gli interessa
…
QUINDI…QUINDI…
E’ fondamentale comprendere un maniera approfondita il sistema di comunicazione del bambino autistico per sviluppare abilità comunicative a livelli simbolici e sistemi di simboli
Sistema: repertorio individuale delle modalità comunicative (anche non simboliche) e caratteristiche dei partner comunicativi e degli ambienti
ContestoIntenzione CulturaCondivisioneConvenzionalità
Senza tralasciare…
TAVOLA COMUNICATIVATAVOLA COMUNICATIVA
E’ un sistema di segnali
Proporre una tavola comunicativa significa:
che il bambino abbia “vissuto” in precedenza ogni segnale in rapporto al suo significato, al contesto, all’intenzione
comunicativa (unica o molteplice?)
Che abbia una sufficiente abilità di interazione sperimentata
Che sappia effettuare scelte
Che noi conosciamo bene la sua modalità di approccio al segnale
Proporre solo un segnale alla volta
LA SCELTALA SCELTA
Solo in un secondo momento si possono proporre 2 o più segnali
Spesso è l’adulto che sceglie le attività (modeling)
Impiegare cibi o attività molto motivanti, in un’alternativa di due elementi (una componente molto motivante, un’altra solitamente rifiutata dal bambino)
Alternare la scelta fra noi e il bambino
Rendere responsabile il bambino della scelta fatta
TAVOLE COMUNICATIVETAVOLE COMUNICATIVE
Devono essere costruite su misura
Devono essere sempre a disposizione del bambino
Devono essere sempre aggiornate rispetto alle esperienze del bambino
Devono includere: vocabolario specifico, segnali di uso frequente e quando possibile segnali per “fare
conversazione”
VOCABOLARIOVOCABOLARIO
Talvolta i segnali prescelti rappresentano le uniche “parole” del bambino
Deve essere del bambino
Deve avere i segnali che al bambino interessa usare
Deve includere i segnali che al bambino serve capire
Coinvolge: il bambino, la famiglia, gli insegnanti, gli amici, i terapisti
ed espressioni tipo è mio, dammi, ancora, basta, mi piace, non piace,…
Quando possibile inserire verbi
AGGIORNARLO COSTANTEMENTE (togliere segnali che non vengono più usati)
VOCABOLARIO della TAVOLA E il VOCABOLARIO della TAVOLA E il VOCABOALRIO DEL BAMBINOVOCABOALRIO DEL BAMBINO
Sono differenti:
Le immagini ed i filmati di questa presentazione sono utilizzati esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
TAVOLA COMUNICATIVAQUADERNO/VOCABOLARIO
CONTESTO COMUNICAZIONE BAMBINO
INTERPRETAZIONE COMUNICAZIONE INTERLOCUTORE
SCHEDA MODELLO ANTONIOTTI
SCHEDA DI ANALISI PERFORMATIVI COMPRENSIONE PRODUZIONE
IST. PSICOLOGIA DEL C.N.R. ROMA E IST. PSICOLOGIA – FAC. MEDICINA - UNIVERSITA’ MILANO-
Modifiche: Dott.ssa DANNA ELENA- LOGOPEDISTA A.S.L. CN1– C.A.S.A. – S.O.C.N.P.I. – Mondovì (CN)
MOT
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GES
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ECO
MOT
OGG
GES
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RICHIESTA
Comando
Domanda
Suggerimento
Informazione
Nuova
Di conferma
Attenzione
Richiesta
Indicazione
DICHIARAZIONE
P
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S
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N
T
I
Oggetti
Eventi esterni
Presenti
Non visibili
Rif. soggetto
Descrive propria az.
Espr. desiderio
Espr. possesso
Aff. di sapere
PAS Racconto passato
FUT Racconto futuro
Massime generali
Saluti ed espressioni di cortesia
Esclamazioni
Non classificato
SITUAZIONE (Data:______) R
ENR NOTE
MODALITA' COMUNICATIVE
M V D VIMOT
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GES
IMM
LIS
PAR
FR
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ECO
Ideazione: Dott.ssa Vinai Francesca Modifiche: Dott.ssa Danna Elena
SCHEDA ANALISI COMUNICAZIONE
SITUAZIONE (Data:______) R
ENR NOTE
TIPO DI AIUTO
M V D VIMOT
OGG
GES
IMM
LIS
PAR
FR
SCR
ECO
Ideazione: Dott.ssa Vinai Francesca Modifiche: Dott.ssa Danna Elena
SCHEDA ANALISI COMPITO
Grazie!
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