deliberazione n° 26/2002/g - portale cdc · il patto per l’appennino centrale da patto...
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Deliberazione n° 26/2002/G
REPUBBLICA ITALIANA
la
Corte dei conti
in
Sezione centrale del controllo
sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato
Collegi I e II in seduta congiunta
nell’adunanza del 14 dicembre 2001
* * *
Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934,
n°1214;
vista la legge 21 marzo 1953 n°161;
vista la legge 14 gennaio 1994 n°20;
visto il decreto legge 23 ottobre 1996 n°543, convertito nella legge 20 dicembre 1996
n°639;
visto l’art.3 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n°286;
visto il regolamento adottato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti con deliberazione
n°14/DEL/2000 del 16 giugno 2000;
vista la deliberazione n°15/2000 della Sezione del controllo in adunanza plenaria, di
approvazione del programma di controllo successivo sulla gestione per l’anno 2000;
vista l’ordinanza n° 6/ORD./2000 del 3 marzo 2000 del Presidente della Corte dei conti,
di nomina dei magistrati istruttori dell’indagine sui Patti territoriali, con riguardo a quelli
attuati, nelle persone dei Consiglieri Alberto Longo (coordinatore) e Sonia Martelli, del Primo
referendario Giuseppe De Rosa e del Referendario dott.Antonio Nenna;
vista la nota del Presidente preposto al Coordinamento del controllo successivo sulla
gestione prot. n°1213/00 del 17 luglio 2000, di nomina a magistrato istruttore dell’indagine
suindicata del cons.Marco Pieroni;
vista la nota prot.1971/01 del 19 novembre 2001 con la quale il magistrato
coordinatore ha trasmesso – per il deferimento alla Sezione – la relazione sugli esiti del
controllo eseguito relativamente alla gestione dei Patti territoriali con riguardo a quelli attuati;
vista l’ordinanza in data 26 novembre 2001, con la quale il Presidente della Sezione
centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha convocato, in adunanza
congiunta, il I e II Collegio della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle
amministrazioni dello Stato per l’esame della relazione sopra citata;
vista la nota del 26 Novembre 2001 prot.844/01/G con la quale il Direttore dell’Ufficio
per l’esecuzione degli adempimenti relativi alle adunanze delle Sezioni centrali di controllo
Stato ha trasmesso, rispettivamente, copia della relazione sopra citata ai Gabinetti del
Ministero delle Attività produttive e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla Direzione
generale per il Coordinamento e gli incentivi alle imprese presso il Ministero delle Attività
produttive e ai Dipartimenti per le politiche di sviluppo e di coesione, e della Ragioneria
generale dello Stato;
uditi il cons. Alberto Longo in qualità di relatore, ed i consiglieri Marco Pieroni e Sonia
Martelli, il Primo Referendario Giuseppe De Rosa e il Referendario dott. Antonio Nenna in
qualità di correlatori;
uditi i rappresentanti delle Amministrazioni, dott. Sappino, Direttore della Direzione
generale coordinamento e incentivi alle imprese presso il Ministero delle Attività produttive, e
dott. Donato del Servizio per la programmazione negoziata nel Ministero dell’Economia e delle
Finanze, il primo dei quali ha fatto pervenire memoria in data 10 dicembre 2001;
ritenuto che la relazione stessa debba essere approvata dalla Sezione del controllo, con
le modifiche emerse nella discussione in Camera di consiglio;
DELIBERA
di approvare, ai sensi dell’art.3 comma 4, legge 14 gennaio 1994 n°20 l’unita relazione con le
modifiche e le integrazioni richieste dal Collegio;
ORDINA
che la presente deliberazione, corredata dalla relazione di cui sopra, sia trasmessa, a cura della
Segreteria della Sezione del controllo successivo sulla gestione delle amministrazioni dello
Stato, alle Presidenze della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, al Gabinetto
del Ministero delle Attività produttive e alla Direzione generale coordinamento e incentivi alle
imprese dello stesso Ministero; al Gabinetto del Ministro dell’Economia e delle Finanze e ai
Dipartimenti per le politiche di sviluppo e di coesione e della Ragioneria generale dello Stato
dello stesso Ministero.
IL PRESIDENTE
Dott. Tullio LAZZARO
f.to T. Lazzaro
IL RELATORE
Cons. Alberto LONGO
f.to A. Longo
I CORRELATORI
Cons. Marco PIERONI
f.to M. Pieroni
Cons. Sonia MARTELLI
f.to S. Martelli
Primo Referendario Giuseppe DE ROSA
f.to G. De Rosa
Referendario Antonio NENNA
f.to A. Nenna
II
RELAZIONE PATTI TERRITORIALI
INDICE
Cap. 1. Motivi e obiettivi dell’indagine pag. 2
1.1. Indagine sui singoli Patti: criteri di scelta del campione e singole
metodologie pag. 2
1.2. Attività ministeriale con particolare riguardo alla scelta delle
società convenzionate per l’istruttoria e l’assistenza ai Patti pag. 8
1.3 Attività ministeriale con riguardo al “Sistema di monitoraggio
degli investimenti pubblici (MIP)” pag. 11
PARTE PRIMA
Patti territoriali di prima generazione
Cap. 2 Il Patto Territoriale della provincia di Benevento pag. 14
2.1 I Soggetti partecipanti pag. 14
2.2. Il Soggetto Responsabile pag. 16
2.3. Ruolo del sistema creditizio pag. 17
2.4 Gli obiettivi del Patto pag. 18
2.5 Valutazione complessiva del Patto: l’impatto socio-
economico.
Effetti pag. 23
2.6. Documentazione acquisita dal Ministero del Tesoro del Bilan-
cio
e della Programmazione economica pag. 26
2.7. Verifiche UVER: considerazioni generali e comparative pag. 29
2.8. Documentazione acquisita dal Soggetto Responsabile pag. 31
2.9. Le relazioni bancarie pag. 38
III
2.10. Le relazioni bancarie, dell’UVER e semestrali del soggetto
responsabile. Comparazioni pag. 40
2.11 Considerazioni conclusive pag. 60
Cap. 3. Il Patto Territoriale della provincia di Brindisi pag. 61
3.1. Documentazione acquisita da MTBPE pag. 61
3.2. Revoche pag. 65
3.3. Documentazione acquisita dal Soggetto Responsabile pag. 67
3.4 Relazioni bancarie: raffronto con verifiche UVER e
relazioni semestrali pag. 72
3.5 Considerazioni conclusive pag. 117
Cap. 4 Il Patto Territoriale della provincia di Enna pag. 119
Cap. 5. Il Patto Territoriale della provincia di Lecce pag. 122
5.1. Premessa pag. 122
5.2. Situazione delle iniziative alla fine del 2000 pag. 122
5.3. Aziende con agevolazioni decadute pag. 123
5.4. Aziende oggetto di particolare monitoraggio pag. 123
5.5. Aziende che hanno completato l’investimento al 31 dicembre
2000 pag. 123
5.6. Avanzamento degli investimenti ed occupazione pag. 124
5.7. Le opere infrastrutturali pag. 125
5.8. Riepilogo risorse finanziarie derivanti da rinunce, revoche ed
economie da utilizzare in sede di rimodulazione
(Delibera CIPE 9 giugno 1999) pag. 125
5.9. Schede relative alla descrizione analitica dello stato di attuazio-
ne
delle iniziative pag. 125
5.10. Considerazioni di sintesi sul Patto di Lecce pag. 125
Cap. 6. Il Patto Territoriale di Miglio D’Oro pag. 127
6.1. Descrizione del Patto pag. 127
6.2. Considerazioni conclusive pag. 134
IV
Cap.7. Il Patto Territoriale della provincia di Nuoro pag. 137
7.1. Descrizione del Patto pag. 137
7.2. Considerazioni finali pag. 142
PARTE SECONDA
Patti territoriali di seconda generazione
Patti Territoriali di seconda generazione pag. 146
Cap. 8. Il Patto Territoriale per Ferrara pag. 148
8.1. Nota introduttiva pag. 148
8.2. I presupposti del Patto per Ferrara pag. 148
8.3. La promozione del Patto per Ferrara pag. 153
8.4. La fase della concertazione pag. 153
8.5. La definizione degli obiettivi e degli interventi pag. 155
8.6. L’individuazione dei progetti infrastrutturali pag. 158
8.7. La fase dell’assistenza tecnica pag. 158
8.8. La presentazione dei progetti imprenditoriali pag. 159
8.9. La fase istruttoria pag. 160
8.10 L’approvazione e la stipulazione del patto. Il ruolo della regione
Emilia-Romagna pag. 168
8.11. L’attuazione del patto: Il Soggetto Responsabile pag. 170
8.12. (segue) – Il monitoraggio degli interventi infrastrutturali pag. 172
8.13. (segue) – Il monitoraggio degli investimenti produttivi pag. 174
8.14. (segue) – La tempistica degli interventi e le problematiche in at-
to pag. 177
8.15. (segue) – Le dinamiche occupazionali pag. 181
8.16. (segue) – L’erogazione delle risorse finanziarie pag. 184
8.17. (segue) – La riutilizzazione delle somme resisi disponibili pag. 189
8.18. (segue) – Le verifiche ministeriali pag. 191
8.19. Considerazioni conclusive pag. 192
Cap. 9. Il Patto Territoriale per l’occupazione “Appennino Cen-
trale” pag. 198
9.1. Nota introduttiva pag. 198
9.2. I presupposti del Patto per l’Appennino Centrale pag. 198
V
9.3. La promozione del Patto per l’Appennino Centrale pag. 211
9.4. La fase della concertazione pag. 212
9.5. Il Patto per l’Appennino Centrale da Patto “Cipe” a Patto
“Comunitario” pag. 213
9.6. Il programma operativo del Patto ed il rispetto della normativa
comunitaria pag. 215
9.7. La definizione degli obiettivi e degli interventi pag. 218
9.8. La fase dell’assistenza tecnica pag. 222
9.9. La definizione dei progetti infrastrutturali pag. 223
9.10. La presentazione dei progetti imprenditoriali pag. 223
9.11. La fase istruttoria pag. 224
9.12. Il finanziamento del Patto e la relativa approvazione pag. 226
9.13. Il quadro di riferimento delle fasi d’attuazione pag. 226
9.14. Il soggetto intermediario locale pag. 227
9.15. Il monitoraggio degli interventi pag. 229
9.16. Le verifiche ministeriali pag. 230
9.17. Considerazioni conclusive pag. 231
Cap. 10. Il Patto Territoriale area sud Basilicata pag. 233
10.1. Caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto pag. 233
10.2. Gli obiettivi del Patto pag. 233
10.3. Le iniziative approvate pag. 234
10.4. Valutazioni pag. 244
Cap. 11. Il Patto Territoriale della provincia di Matera pag. 247
11.1. Le caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto pag. 247
11.2. Gli obiettivi del Patto pag. 248
11.3. Le iniziative approvate pag. 249
11.4. Valutazioni pag. 256
PARTE TERZA
Valutazioni conclusive
Cap. 12. Sintesi delle valutazioni sull’attività ministeriale e sui singoli Patti
pag. 260
12.1.Conclusioni sul supplemento istruttorio concernente l’attività ministeriale pag.260
VI
12.2.1 Patti di Prima Generazione pag. 263
12.2.2. Benevento pag. 265
12.2.3. Brindisi pag. 266
12.2.4. Enna pag. 268
12.2.5. Lecce pag. 269
12.2.6. Miglio D’Oro pag. 269
12.2.7. Nuoro pag. 270
12.3. Patti di seconda generazione e a disciplina comunitaria pag. 273
12.3.1. Ferrara e Appennino Centrale pag. 273
12.3.2. Patto area sud Basilicata e Patto della Provincia di Matera pag. 274
Cap.13.ValutazionicomparativesuiPatti
pag.277
13.1.1Patti di primagenerazione pag.277
13.1.2 Patti di secondagenerazione pag.282
8
Cap. 1. Motivi e obiettivi dell’indagine.
1.1. Indagine sui singoli Patti: criteri di scelta del campione e singole
metodologie.
A seguito della deliberazione n. 15/2000 dell’Adunanza Plenaria della Sezione del
Controllo della Corte dei conti, il Presidente della stessa, con ordinanza n. 6/2000,
ha previsto una indagine di controllo (ai sensi dell’art. 3 comma 4 della legge 14
gennaio 1994, n. 20) sui “Patti Territoriali con riguardo a quelli attuati”.
Come si ricava dall’argomento oggetto dell’indagine selettiva di controllo, la
stessa si pone in rapporto di completamento e conclusione rispetto a quella concer-
nente l’attività dell’amministrazione centrale relativa ai Patti Territoriali, approvata
con deliberazione n°98 del 7 luglio 2000 dall’allora Sezione centrale del controllo1 e
depositata il 19 ottobre dello stesso anno.
Con riguardo alle caratteristiche dell’istituto, si ricorda che l’articolo 2, comma
203, lett. d) della legge n. 662/96 definisce Patto Territoriale l’accordo, promosso
da enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati con i contenuti di cui
alla lettera c)2, relativo all’attuazione di un programma di interventi caratterizzato
da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale.
In virtù di tale norma sono nati i cosiddetti Patti Territoriali di prima generazione,
caratterizzati da un procedimento in cui il ruolo svolto da parte delle amministrazio-
ni centrali dello Stato Ministero del Tesoro Bilancio e Programmazione Economica e
Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (da ora in poi MTBPE
e CDP), è di grande rilevanza non solo sotto il profilo strettamente contributivo fi-
nanziario ma anche sotto il profilo dell’attività di impulso di direttiva, di coordina-
mento e di verifica e infine di referto.
1 Attualmente Sezione Centrale del Controllo successivo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, a seguito delle modifiche apportate all’organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti con de-liberazione delle SS.RR. n°14 del 16 giugno 2000. 2 L’articolo 2, comma 203, lett. c) della legge n. 662/96 definisce l’Accordo di programma quadro, da inten-dersi come “l'accordo con enti locali ed altri soggetti pubblici e privati promosso dagli organismi di cui alla lettera b), in attuazione di una intesa istituzionale di programma per la definizione di un programma esecu-tivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati. L'accordo di programma quadro indica in particolare: 1) le attività e gli interventi da realizzare, con i relativi tempi e modalità di attuazione e con i termini ridotti per gli adempimenti procedimentali; 2) i soggetti responsabili dell'attuazione delle singole at-tività ed interventi; 3) gli eventuali accordi di programma ai sensi dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142; 4) le eventuali conferenze di servizi o convenzioni necessarie per l'attuazione dell'accordo; 5) gli impegni di ciascun soggetto, nonché del soggetto cui competono poteri sostitutivi in caso di inerzie, ritardi o inadempienze; 6) i procedimenti di conciliazione o definizione di conflitti tra i soggetti partecipanti all'ac-cordo; 7) le risorse finanziarie occorrenti per le diverse tipologie di intervento, a valere sugli stanziamenti pubblici o anche reperite tramite finanziamenti privati; 8) le procedure ed i soggetti responsabili per il moni-toraggio e la verifica dei risultati. L'accordo di programma quadro è vincolante per tutti i soggetti che vi par-tecipano. I controlli sugli atti e sulle attività posti in essere in attuazione dell'accordo di programma quadro sono in ogni caso successivi”.
9
Successivamente, con la delibera del Comitato Interministeriale per la Program-
mazione Economica (da ora in poi C.I.P.E.) n.29 del 21 marzo 1997, si è dato inizio
ai c.d. Patti Territoriali di seconda generazione, caratterizzati, invece, da un mag-
gior ruolo, in termini di autonomia propulsiva e gestoria, degli enti locali e dal tra-
sferimento delle funzioni dell’allora M.T.B.P.E., quale autorità centrale
dell’istruttoria della programmazione negoziata, al sistema bancario.
Tutto ciò nel tentativo di assicurare una maggiore velocità, efficacia ed efficienza
negli interventi programmati, attraverso il superamento delle cause dei ritardi e
delle disfunzioni procedurali ed operative lamentate per i Patti di prima generazio-
ne.
Si richiama al riguardo quanto sostenuto dall’Amministrazione centrale del Mini-
stero del Tesoro in occasione della precedente indagine, secondo la quale3:
“…. nel quadro di rielaborazione normativa della programmazione negoziata e
dei Patti Territoriali in particolare, possono essere individuate quattro fasi:
� la prima di sperimentazione, durante la quale, a seguito dell’azione di promo-
zione esercitata dal CNEL, le parti sociali del Mezzogiorno, di concerto con le ammi-
nistrazioni locali e i soggetti imprenditoriali hanno avviato alcuni “laboratori territo-
riali” per la costruzione dei Patti per lo sviluppo;
� la seconda, di recepimento normativo dell’esperienza, durante la quale ha
preso corpo la disciplina che ha rivisitato, sistemizzandolo, tutto il complesso degli
istituti della programmazione negoziata, orientandoli a nuove logiche di rapporto tra
centro e periferia e riconoscendo ai Patti il ruolo di strumento primario per lo svi-
luppo locale;
� la terza, segnata da un processo di adeguamento delle istituzioni centrali
(riorganizzazione dei Ministeri del Tesoro e del Bilancio e della P.E. e attivazione del
Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione) della normativa ai nuovi stru-
menti;
� la quarta, infine, caratterizzata dall’assunzione di provvedimenti tesi a dare
trasparenza al processo di selezione e a superare le difficoltà procedurali ed opera-
tive che ostacolano il loro corretto funzionamento.
� Conseguentemente i 61 Patti, fino ad oggi sottoscritti4, possono distinguersi
in:
- n. 12 Patti Territoriali di prima generazione (approvati nel 1996 e nel 1997
con la vecchia procedura che prevedeva l’istruttoria delle singole iniziative ad
opera del Ministero);
3 Lettera prot. 04/7495/99 del 12 ottobre ’99, pagg. 1 e 2. 4 Vedi nota precedente.
10
- n. 39 Patti di seconda generazione (approvati con la nuova procedura delinea-
ta tra il luglio del 1998 e il febbraio 1999, in relazione con i due bandi rispetti-
vamente del 30/11/98 e del 10/4/99);
- n. 8 “Patti comunitari” per l’occupazione, approvati conformemente ai regola-
menti comunitari, e un Patto denominato “Sangro Aventino” non più ricadente
nell’obiettivo comunitario n. 1, interamente finanziato con risorse nazionali ma
proceduralmente legato alla normativa europea. Va, inoltre, considerato un
ulteriore Patto Territoriale indicato come “Appennino Centrale”5, avente carat-
tere pluriregionale e le cui procedure sono, tuttora, in corso di definizione. An-
che il Patto in questione è interamente finanziato con risorse nazionali”.
Con riguardo all’oggetto della presente relazione, concernente in particolare, ol-
tre all’attività ministeriale, quella dei soggetti responsabili e dei titolari delle singole
iniziative Pattizie, già in occasione della precedente indagine si era rilevato che, a
fronte di una copertura finanziaria, nel triennio 1996/98, assicurata per complessivi
L. 3.828,4 mln alla data del 19 febbraio 19996, l’effettiva utilizzazione delle risorse
era iniziata solo nel corso dell’ultimo anno previsto (1998) con erogazioni limitate, a
quella data, secondo la risposta fornita dall'amministrazione alla data del 4/4/2000,
per i Patti di prima generazione, a L. 68,24 mln.
Per quanto riguarda i Patti di seconda generazione, la situazione percentuale si
presentava ancora peggiore, essendo iniziata l'erogazione nel 1999 e solo per alcuni
di essi.
Il fenomeno delle rinunce era apparso, per i Patti di prima generazione, molto
consistente, il che, se da un lato costituisce un indice del grado di successo delle i-
niziative, da valutare in sede territoriale e nazionale, dall'altro ha posto il problema
dei modi e dei tempi di riutilizzo delle disponibilità rivenienti dalle rinunce medesi-
me.
In ogni caso, dalle elaborazioni dei dati ministeriali aggiornati alla data suindicata
era risultato come la percentuale media dei pagamenti per i Patti di prima genera-
zione fosse ferma al 21,64% e per i Patti di seconda al 7,42%.
Dall’esame di un’istruttoria condotta dall’amministrazione centrale , trasmessa a
mero titolo esemplificativo, era emerso quanto ammesso dalla stessa, e cioè che
era stata seguita una metodologia di tipo “cartolare” consistente nel mero controllo
formale della documentazione trasmessa dal S.R., riservandosi particolare attenzio-
ne al "business plan" ed alla relazione bancaria.
5 Per quanto riguarda l’Appennino centrale si rinvia allo specifico approfondimento nel corpo del testo. 6 Data del deliberazione CIPE con la quale si era effettuata una ricognizione delle risorse destinate, all’epoca, a tale istituto.
11
Per quanto concerne i controlli ministeriali, i rapporti di verifica dell'UVER si pre-
sentavano di particolare interesse per rendersi conto dell'andamento dei Patti, in
quanto costituiscono per l'amministrazione l'unica fonte di controllo diretto della ge-
stione dell'iniziativa.
Le attività di monitoraggio dei Patti e dei relativi dati occupazionali, infatti, pur
provando che l'attività di vigilanza e controllo da parte del MTBPE c'era effettiva-
mente stata, specie dopo l'avvio dell'indagine da parte della Corte dei conti, eviden-
ziavano dati tutt'altro che tranquillizzanti, in quanto denotavano un preoccupante
stallo di talune iniziative comprese nei Patti di prima generazione.
Erano descritti, infatti, casi di cantieri in condizioni di abbandono, come di inizia-
tive ancora non avviate pur con cospicue erogazioni e si riferiva di comunicazioni
all'autorità giudiziaria e alla guardia di finanza, fenomeni che imponevano, come i
dati sopra riferiti, un’indagine sia pure a campione sulla gestione di singoli Patti
Territoriali.
Dal contenuto dei provvedimenti CIPE si ricava che prima del 9 luglio ‘98, data
della deliberazione dell'accelerazione delle attività istruttorie dei dodici Patti Territo-
riali di prima generazione - ma, in realtà, prima del 5 settembre ‘98, data di pubbli-
cazione di quest'ultima deliberazione sulla G.U.- le istruttorie concernenti i dodici
Patti di prima generazione non erano state ancora espletate e ad esse dovevano es-
sere applicate - per le parti compatibili - le procedure previste per i Patti di secon-
da.
Non era risultato peraltro che le modifiche adottate in itinere anche per i Patti di
prima generazione avessero determinato un’accelerazione significativa delle istrut-
torie. Medesima considerazione può farsi per le modalità istruttorie delineate per le
altre due tipologie di Patti Territoriali. I casi di ritardata presentazione delle relazio-
ni dei soggetti responsabili anche per i successivi trentanove, pur ammettendo le
date relativamente recenti della loro approvazione, avevano provocato, quanto me-
no, la mancata conoscenza sistematizzata e non episodica dello stato dei singoli
progetti, la quale avrebbe consentito al Ministero di intervenire in modo più mirato
con i propri organismi di vigilanza, disporre di elementi aggiornati per le attività di
referto e verificare la disponibilità delle risorse non utilizzate per rimodulare quelle
da trasferire.
Ai fini della prima indagine nessun dato complessivo era stato ancora fornito per
il raggiungimento degli obiettivi occupazionali, obiettando l'amministrazione, alla
precisa richiesta in tal senso avanzata dalla Corte, che l'occupazione diretta, conse-
guente agli investimenti, non era ancora definibile perché le iniziative erano ancora
in corso di attuazione.
12
Rientra, quindi, tra gli obiettivi della presente indagine completare l’esame di
quanto operato dall’amministrazione centrale con riguardo ai modi di scelta dei
soggetti esterni, come richiesto dalla stessa Sezione del controllo nell’adunanza del
7 luglio 2000, per poi passare all’analisi ed alle conseguenti valutazioni della mede-
sima attività nei rapporti con i soggetti responsabili ed i titolari delle singole iniziati-
ve alla stregua dei parametri previsti dall’art.3 della legge 14 gennaio 1994 n. 20 e
compiere, con riguardo ad essi, le valutazioni previste nel medesimo articolo.
A tal fine il gruppo di magistrati cui è stata affidata l’indagine con ordinanza pre-
sidenziale n. 6 del 3 marzo 2000, ha elaborato un campione composto in prevalen-
za dei Patti più risalenti nel tempo, e precisamente i Patti di prima generazione di
Benevento, Brindisi, Enna, Lecce, Miglio d’oro e Nuoro, onde esaminare l’istituto
con la maggiore compiutezza compatibile con lo stato di avanzamento dei singoli
Patti sotto il profilo dei risultati raggiunti, delle risorse impiegate, del tempo tra-
scorso rispetto a quello previsto, dell’attuazione delle norme disciplinatrici l’attività
amministrativa.
Per riscontrare poi sotto il profilo gestorio l’effettiva sussistenza delle differenze
evolutive sostenute dall’amministrazione con riguardo ai Patti di seconda genera-
zione rispetto a quelli di prima sono stati esaminati, nell’area meridionale, i Patti di
seconda generazione Area sud della Basilicata ed il Patto Territoriale della provincia
di Matera, e nell’area settentrionale i Patti di Ferrara e dell’Appennino centrale, il
quale ultimo è particolarmente rilevante, in quanto costituisce l’unico Patto Territo-
riale pluriregionale tra quelli approvati dal CIPE e, al tempo stesso, soggetto alle
procedure comunitarie in quanto parte integrante dell’esperienza pilota comunitaria
attivata dalla Commissione europea nel 1997 nell’ambito della proposta “Patti Terri-
toriali per l’occupazione”.
Ai fini istruttori dei singoli Patti sono stati chiesti al MTBPE gli atti e i documenti
dei quali era, o avrebbe dovuto essere, in possesso, costituiti tra l’altro dai decreti
di concessione provvisoria dei contributi, dalle relazioni dei comitati di verifica delle
società di consulenza, dalle relazioni dell’UVER e dalle relazioni semestrali dei Sog-
getti responsabili.
Al riguardo, l’Amministrazione ha rappresentato numerose difficoltà organizzati-
ve (nel fornire copie dei documenti di archivio, per la mole degli stessi, per la diver-
sa dislocazione territoriale degli uffici competenti, per completare la documentazio-
ne più volte richiesta, la diversità dei dati relativi alla medesima iniziativa) per cui,
in considerazione della frammentarietà della documentazione ottenuta dal Ministero
e del tempo trascorso per ottenerla, sono stati svolti accertamenti diretti sia presso
il Ministero stesso che presso le sedi di alcuni S.R. dei Patti.
13
1.2. Attività ministeriale con particolare riguardo alla scelta delle socie-
tà convenzionate per l’istruttoria e l’assistenza ai Patti.
Come già riferito, la Sezione del Controllo, II collegio, nel corso dell’adunanza
del 7 luglio 2000, ha approvato la relazione avente ad oggetto “L’attività
dell’Amministrazione centrale riguardo ai Patti Territoriali”. In quella sede è stata
avvertita l’esigenza di interpellare il Ministero del tesoro, del bilancio e della pro-
grammazione economica al fine di acquisire opportune delucidazioni in merito ad
alcuni momenti gestionali dell’attività svolta dal soppresso Ministero del Bilancio
per dare attuazione alla delibera CIPE del 21 marzo 1997.
In questa ultima, infatti, si prevede (v. punto 2.10.2) che quel Dicastero stipuli
con “soggetti selezionati mediante gara” convenzioni aventi ad oggetto, alcune,
l’istruttoria dei progetti contenuti nei Patti destinatari di finanziamenti da parte del
14
CIPE, altre, l’attività di assistenza ai soggetti promotori ed ai sottoscrittori dei Patti
nell’approntamento degli elementi utili a documentare i requisiti per l’attuazione
del Patto medesimo. Al riguardo, la Sezione ha ritenuto che l’Amministrazione do-
vesse non solo fornire più precisi elementi di conoscenza sulle modalità di svolgi-
mento delle gare tenute per selezionare le società cui sarebbero state affidate le
citate attività di istruttoria e di assistenza, ma anche per rendere palese se le con-
venzioni successivamente stipulate con le società prescelte fossero o meno state
approvate dal competente Direttore Generale.
Il Collegio ha, inoltre, giudicato necessario che l’Amministrazione indicasse i
motivi di diritto sulla cui base aveva modificato talune clausole delle summenzio-
nate convenzioni con il “comunicato” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 lu-
glio 1998 (cfr. pagg. 29 e 30 della deliberazione n. 98/2000).
Il Ministero del Tesoro, interpellato con nota n. 1794 del 17 novembre 2000, ha
dato riscontro alle richieste della Corte con lettera che reca la data del 17 marzo
2001.
Per quanto attiene ai procedimenti di selezione delle società cui era stata affi-
data l’istruttoria e l’assistenza, il Servizio per la programmazione negoziata ha
rappresentato che, nonostante un’approfondita ricerca svolta anche presso il diri-
gente all’epoca Presidente delle due Commissioni, non è stato possibile reperire la
documentazione richiesta. Questa – secondo il predetto Ufficio – potrebbe at-
tualmente essere depositata presso un capannone della Protezione Civile a Castel-
nuovo di Porto, a causa dei lavori di ristrutturazione in atto nel palazzo ove ave-
vano sede gli uffici competenti.
Rebus sic stantibus, non possono in questa sede essere modificate le conside-
razioni svolte nella precedente relazione, lì dove veniva evidenziato come il proce-
dimento seguito per l’aggiudicazione fosse stato diverso da quello previamente
stabilito nel bando (v. p. 24 deliberazione n. 98/2000).
E’ doveroso a questo punto riferire che, nel corso dell’istruttoria, è emerso co-
me le più volte menzionate convenzioni stipulate per l’affidamento dei Servizi di
assistenza tecnica ed amministrativa, siano state oggetto di una procedura di in-
frazione ex art. 226 del Trattato di Roma, da parte della Commissione Europea.
Questa ha, infatti, rilevato che il procedimento seguito presentava “profili di in-
compatibilità con le disposizioni della direttiva n. 92/50 del Consiglio, del 18 giu-
gno 1992”.
Per tali motivi, il Ministero, pur rappresentando in sede di controdeduzioni di-
rette alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea (v. nota n.
0027146 del 10 luglio 2000) che “la scelta della procedura contestata - peraltro
15
discussa a suo tempo con gli Uffici della Commissione - era sembrata quella me-
glio in grado di garantire una selezione delle imprese offerenti secondo criteri di
professionalità e idoneità a svolgere un servizio del tutto peculiare, che non trova
riscontro nella prassi di questa Amministrazione”, ha reso noto di aver preso atto
dei rilievi della Commissione e di aver adottato i provvedimenti necessari per con-
formarsi al citato parere motivato. Con delibera CIPE del 17 marzo 2000 n. 31 era
stata, infatti, “sospesa la concessione dell’autorizzazione ai soggetti promotori di
Patti Territoriali ad avvalersi delle società convenzionate per l’attività di supporto e
assistenza tecnica, prevista dal punto 2.10.1 della propria delibera 21 marzo
1997”.
Tornando ai chiarimenti richiesti da questa Corte con la nota n.1794/2000
del 17 novembre 2000, si rappresenta come, con riferimento ai decreti di appro-
vazione delle convenzioni in argomento, sia stato reso noto che nessuna di quelle
stipulate è stata oggetto di successiva approvazione. Il competente Servizio “ha
preso atto del rilievo formulato dalla Corte ed ha pertanto disposto la sospensione
dei pagamenti dovuti ai soggetti incaricati delle istruttorie, informando della rile-
vata illegittimità il Capo del Dipartimento”. Contestualmente è stato dichiarato
l’intendimento di sottoporre alla medesima Autorità la sottoscrizione dei decreti
approvativi delle convenzioni esistenti.
L’acquisita certezza di tale omissione consente di poter ribadire quanto già so-
stenuto in merito alla mancata efficacia di quei contratti, i quali, peraltro, risultano
già eseguiti.
Del resto non appare in questa sede ultroneo ricordare che l’attribuzione a sog-
getti esterni alla Pubblica Amministrazione della competenza a svolgere
l’istruttoria di progetti di investimenti per iniziative imprenditoriali si rinviene
nell’ordinamento giuridico in sede di attuazione della legge n. 488/92 da parte del
Ministero dell’Industria, il quale – si rammenta - ne aveva disciplinato le modalità
e le procedure con quel decreto 20 ottobre 1995, n. 527, la cui applicazione ai
Patti Territoriali è espressamente richiamata al punto 2.10 della delibera CIPE del
21 marzo 1997. Quel Ministero, peraltro, nel porre in essere i contratti de quibus
ha legittimamente ritenuto che gli stessi dovessero essere approvati con decreto
del Direttore Generale (v. decreto MICA in data 25 marzo 1996).
Per quanto, infine, attiene all’effetto modificativo che il “Comunicato” pubblicato
sulla G.U. del 29 luglio 1998 n.175, dovrebbe aver avuto sulle clausole delle più
volte citate convenzioni, l’Amministrazione ha sottolineato che “nelle norme tran-
sitorie e finali delle convenzioni l’ipotesi di variazione di normative di riferimento è
prevista e ne sono anche disciplinate le eventuali conseguenze”.
16
Al riguardo va evidenziato che è vero che l’art. 13 delle convenzioni in esame
prescrive che, in caso di variazione della normativa di riferimento, il Ministero e le
singole società siano tenute ad adeguarsi alle variazioni intervenute, ma è anche
vero che le modifiche in questione non sembrano essere collegate ad alcuna nor-
ma di legge o di regolamento la cui entrata in vigore, successiva alla stipula delle
convenzioni medesime, possa aver indotto l’Amministrazione a ridisciplinare il
contenuto delle clausole che con quelle disposizioni contrasterebbero. Né sembra
giuridicamente possibile sostenere che il “comunicato” sia esso il provvedimento
normativo intervenuto.
In disparte, infatti, la considerazione che quell’atto non sembra possedere nes-
suno dei requisiti indicati dal terzo comma dell’art. 17 della legge n. 400/88, la cui
presenza è necessaria per configurare un regolamento, si fa presente che, qualora
si seguisse tale tesi, l’atto medesimo non avrebbe alcuna efficacia.
Si ritiene, pertanto, che le precisazioni fornite dall’amministrazione non consen-
tono di modificare le valutazioni espresse nella relazione approvata con la menzio-
nata delibera n. 98/2000.
Sembra opportuno, peraltro, rappresentare che dall’esame di taluni documenti
acquisiti in sede istruttoria è emerso come le società summenzionate abbiano par-
tecipato alla stesura del comunicato e che, pertanto, le stesse sono state, sia pur
non formalmente, consenzienti alle modifiche di quelle convenzioni.
Tanto è emerso dai verbali delle riunioni tenute dai Comitati per la verifica ed il
coordinamento delle attività di assistenza tecnica ed amministrativa, costituiti in
adesione a quanto disposto dalle convenzioni in parola. Quegli organi collegiali, si
rammenta, erano composti da un rappresentante del Ministero, cui spettavano le
funzioni di Presidente, da un rappresentante della società di assistenza e da un
rappresentante dei soggetti promotori del Patto, e avevano il compito di approvare
il programma operativo che la società di assistenza doveva realizzare, di verificar-
ne lo stato di avanzamento e di fornire un parere sulla richiesta di corrispettivo
formulato da quella società. Orbene, nei resoconti delle riunioni tenute da quei
Comitati è dato espressamente atto che il Comunicato de quo è stato “concordato
con le società di assistenza tecnica e con le banche ai fini di una più chiara e tra-
sparente conoscenza delle clausole contenute nelle Convenzioni, cui ha fatto se-
guito la formale trasmissione del Comunicato medesimo alle società convenzionate
per l’assistenza tecnica e per l’istruttoria” e che “nel corso delle riunioni che hanno
portato alla stesura del predetto Comunicato è stata predisposta una specifica
modulistica, sia per quanto concerne l’assistenza tecnica (un modulo), sia per
l’istruttoria bancaria (tre moduli)”.
17
1.3. Attività ministeriale con riguardo al “Sistema di monitoraggio degli
investimenti pubblici (MIP)”.
E’ rilevante, ai fini dell’aggiornamento del quadro dell’attività ministeriale fornito
in occasione della precedente relazione approvata con deliberazione n°98/2000, ri-
ferire che il Direttore del Servizio centrale di segreteria del CIPE, Dipartimento per
le politiche di sviluppo e di coesione, rispondendo alla richiesta della Corte di invio
dei rapporti semestrali del CIPE sul sistema di monitoraggio degli investimenti pub-
blici faceva presente, in data 16 marzo 2001, per il tramite del Servizio centrale
della programmazione negoziata, che la previsione contenuta nel comma 6
dell’art.1 della legge 17 maggio 1999 n. 144, secondo il quale il Sistema sopra cita-
to avrebbe dovuto essere creato con il compito di fornire tempestivamente informa-
zioni sull’attuazione delle politiche di sviluppo, sulla base dell’attività di monitorag-
gio svolta da appositi Nuclei, da istituire presso le amministrazioni centrali, e il CIPE
avrebbe dovuto riferire sui risultati del monitoraggio con un apposito rapporto se-
mestrale al Parlamento non aveva ricevuto attuazione, “data la complessità ed il
tempo occorrenti per consentirne l’attivazione”.
Le attività finalizzate a consentire la definizione del Sistema e della connessa
banca dati presso il CIPE era ancora in corso, come anche l’istituzione dei Nuclei di
valutazione e verifica.
Si univa documentazione relativa a due specifici organismi collegiali creati allo
scopo, costituiti dal “Comitato tecnico paritetico Stato-Regioni per l’avvio dei Nuclei”
e dal “Gruppo di coordinamento per la definizione del Sistema di monitoraggio e del
codice unico di progetto.”
Al riguardo non può non segnalarsi il lasso di tempo trascorso della previsione
normativa senza che ad essa sia stata data pratica attuazione, durante il quale è
mancato uno degli strumenti caratterizzanti i rapporti fra amministrazione centrale
e organismi pubblici territoriali, quali i Soggetti Responsabili del Patto, i quali, a loro
volta, nei casi segnalati dalla stessa amministrazione (cfr. al riguardo quanto emer-
ge dalla delibera n. 98/2000) difettano nel fornire tempestivamente attraverso
le forme di referto loro proprie il quadro aggiornato delle singole iniziative.
Il tutto, in contrasto con un indirizzo legislativo che tende sempre più ad identifi-
care l’amministrazione centrale attraverso le funzioni di indirizzo, coordinamento,
direttiva, vigilanza e controllo in stretto rapporto di interdipendenza fra di loro, co-
me prova il decreto legislativo n. 286 del 1999 di riforma dei controlli interni.7
7 Giova richiamare, sul punto, come particolarmente rilevante la sentenza della Corte costituzionale n°3 14 del 12 luglio 2001, la quale, nel dichiarare non fondate le questioni di illegittimità costituzionale dell’art.1, commi 1 e 2,
18
PATTI TERRITORIALI
DI PRIMA GENERAZIONE
lett.a) e c), 3 e 9 della precitata legge 17 maggio 1999 n°144 – ma, contemporaneamente, illegittime q uelle di cui all’art.1 comma 4 della stessa legge nella parte in cui ricomprende, fra i propri destinatari, la Regione Trentino Alto Adige e le Province autonome di Trento e Bolzano – in quanto dirette “ad enunciare principi di organizzazio-ne, riconducibili alle esigenze della necessaria valutazione tecnico economica delle decisioni concernenti gli in-vestimenti e del monitoraggio su scala nazionale degli stessi, in vista della creazione di un quadro coordinato ed unitario, in raccordo anche con la disciplina dei fondi comunitari e con le relative tecniche di valutazione, monito-raggio e verifica”, ha affermato che le stesse costituiscono norme fondamentali delle riforme economico-sociali le quali, essendo volte a realizzare una complessiva e profonda innovazione normativa in un settore che assume importanza nazionale, sono suscettibili, come tali, di condizionare, per pacifica giurisprudenza della stessa Corte, anche la legislazione esclusiva delle Regioni e delle Province autonome.
19
Cap. 2. Il Patto Territoriale della provincia di Benevento8.
2.1. I Soggetti partecipanti.
Secondo quanto riportato nel documento di presentazione del Patto, redatto a
ottobre del 1997 a cura della S.C.R.L. Patto Territoriale della provincia di Beneven-
to, avente sede presso l’Unione degli Industriali della provincia medesima, l’idea di
dare avvio ad una fase di concertazione fra tutti i soggetti sociali per individuare
un’ipotesi di intervento concreto nella provincia è nata alla fine del 1994.
Con l’emanazione delle disposizioni contenute nei dd.ll. n. 32 dell’ 8 febbraio
1995 e n. 123 del successivo 24 aprile, quest’ultimo prorogato dal D.l. 26.6, n. 244
e convertiti, rispettivamente, nelle leggi n. 104 del 7 aprile e n. 341 in data 8 ago-
sto dello stesso anno, che fra l’altro definivano il campo di attuazione e di interven-
to del Patto Territoriale, fu individuata in tale strumento la possibilità di dar vita ad
una programmazione territoriale costruita dal basso.
Al termine di una serie d’incontri delle parti sociali (organizzazioni imprenditoriali
e sindacati) con la Camera di Commercio, la Provincia, i comuni di Benevento, Airo-
la, Montesarchio, Associazioni datoriali dell’artigianato, del commercio e del mondo
agricolo, cinquantotto imprenditori candidarono i loro progetti alla fase di presele-
zione, che condusse alla sottoscrizione del Patto a dicembre del 1995 presso il
CNEL.
Con esso s’intendeva realizzare un progetto incentrato sul rafforzamento di un
sistema di piccole e medie imprese legate al territorio che, pur operando in settori
diversi, tendesse a un processo integrato tale da produrre il potenziamento dei le-
gami industriali e la nascita di iniziative di supporto dal punto di vista delle infra-
strutture.
Sotto tale aspetto l’area si presentava poco sviluppata e con una struttura eco-
nomica arretrata, condizionata da una forte presenza agricola, dalle caratteristiche
geografiche proprie di un territorio interno con conformazione orografica accidenta-
ta; dalla marginalità nell’ambito del processo di sviluppo campano; dalla perifericità
rispetto ai principali assi viari (autostrada Napoli Salerno Reggio Calabria) ed ai poli
industriali campani (fascia costiera Caserta Napoli e Irpinia).
La dotazione di infrastrutture di trasporto presentava un indice di valore molto
più basso di quello medio campano (76,4% rispetto al 102,2% del livello medio) e
un bassissimo livello di elettrificazione dei trasporti ferroviari, con ricadute negative
sulla domanda di mobilità.
8 A titolo esemplificativo per i Patti di questa generazione si riporta il quadro complessivo progettuale del Patto.
20
Molto lontano era anche l’indice di infrastrutture idriche, anche inferiore al già
basso livello dell’intera regione.
Oltre alla ben collegata area di sviluppo industriale (ASI) di Ponte Valentino esi-
stevano le aree di PIP in contrada Olivola di Benevento e nei comuni di Airola e
Montesarchio.
Si rilevava peraltro che tali ultimi insediamenti si trovavano già nelle zone dalle
caratteristiche demografiche relativamente più sviluppate come popolazione resi-
dente, densità e variazione della medesima, percentuale di laureati e diplomati sulla
popolazione con più di quattordici anni (dati del censimento del 1991). In particola-
re Montesarchio risultava il comune a più elevato indice di ricambio generazionale.
Alla realizzazione del Patto avrebbero dovuto concorrere i privati, le rappresen-
tanze di categoria, le amministrazioni pubbliche sottoindicate:
1. Unione industriali della provincia di Benevento;
2. C.G.I.L.;
3. C.I.S.L.;
4. U.I.L.;
5. C.N.A. e Confartigianato provinciali;
6. Confesercenti e Confcommercio provinciali;
7. Regione Campania;
8. Amministrazione provinciale;
9. Camera di Commercio;
10. Comune di Benevento;
11. Organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Unione agricoltori, Confedera-
zione Italiana Agricoltori);
12. Comune di Montesarchio;
13. Consorzio ASI di Ponte Valentino;
14. Consorzio Fortam;
15. Imprese aderenti all’iniziativa del Patto Territoriale.
I proponenti si erano avvalsi, ai fini della realizzazione del patto, del Banco di
Napoli, della GEPI, del Parco scientifico e tecnologico dell’Università degli studi di
Salerno (Facoltà di Economia e Commercio).
In particolare, il Banco di Napoli avrebbe dovuto certificare gli investimenti indu-
striali previa analisi di tipo tecnico economico e finanziario, nonché del relativo pro-
getto industriale, previo riconoscimento di costi con accordi allora da definire.
21
2.2. Il Soggetto Responsabile.
Soggetto Responsabile (da ora in poi anche S.R.), dal settembre 1997, è un o-
monimo consorzio, (Patto Territoriale della provincia di Benevento S.c.r.l.) scelto ai
fini di una reale rappresentatività degli interessi coinvolti e per la flessibilità che lo
caratterizza, ferma restando la possibilità di attivare forme di servizi funzionali a
tutti gli associati.
Il consorzio era dotato di un capitale sociale di cinquecento mln, al cui versa-
mento hanno contribuito gli enti locali, comuni e provincia nella misura del 60%,
con il 20% ciascuno e gli enti pubblici con il 71%. Il privato che ha fornito il mag-
gior apporto è l’Unione degli industriali e degli artigiani della provincia di Beneven-
to.
Degni di rilievo, tra i compiti del Consorzio, l’individuazione e la verifica di fattibi-
lità tecnica, economica, finanziaria e ambientale dei programmi e dei progetti ela-
borati, il monitoraggio delle iniziative, lo svolgimento di attività istruttoria, di valu-
tazione e selezione dei progetti presentati dai destinatari, di gestione e controllo
dell’impiego delle risorse.
Il Consiglio di amministrazione del consorzio era affiancato da un Comitato tecni-
co operativo e da una segreteria ed il S.R. era integrato da un Comitato territoriale
comprendente anche soggetti non direttamente presenti in esso.
Tra le attività di monitoraggio che il S.R. si prefiggeva di svolgere erano compre-
se:
1. raccolta ed elaborazione della documentazione contabile relativa alle singole
aziende per verificare lo stato d’avanzamento, il rispetto dei programmi e dei
tempi previsti;
2. elaborazione di questionari da distribuire alle aziende per verificare gli even-
tuali problemi e le necessità emergenti nella fase di attuazione degli investimen-
ti;
3. elaborazione di analisi periodiche, così come di indagini sul campo, tendenti
ad evidenziare lo stato di attuazione del Patto e l’imPatto dello stesso sul territo-
rio.
Inizialmente non era previsto che il responsabile del Patto fruisse di una finanza
specifica, per cui si preferiva demandare la fornitura di servizi al BIC, (Business In-
novation Center) per il quale si sarebbe dovuto elaborare un progetto specifico.
Al riguardo è da segnalare che il BIC era considerato come uno dei punti di forza
per l’erogazione dei servizi e degli strumenti operativi ma non risulta successiva-
mente costituito.
22
Il relativo assetto societario avrebbe dovuto essere perfezionato “quanto prima”
definendone, in un progetto allegato, funzioni e modalità operative e d’intervento e
si sarebbe dovuto richiederne il riconoscimento alla C.E. come E.C.BIC.
2.3. Ruolo del sistema creditizio.
Alla luce della carente diffusione del credito, appariva evidente la necessità di
garantire la sostenibilità finanziaria del programma, “tenuto conto del quadro finan-
ziario presentato, e dell’articolazione temporale dell’investimento ed in considera-
zione del fatto che i contributi avrebbero dovuto essere erogati per fasi e i mezzi
propri delle imprese non sarebbero stati necessariamente resi disponibili immedia-
tamente, emergeva la necessità di prospettare un adeguato supporto per consenti-
re la copertura del fabbisogno complessivo”.
Con questa finalità il Banco di Napoli ha aderito al protocollo d’intesa come sog-
getto di supporto al Patto ed ha proceduto ad un esame per verificarne la finanzia-
bilità eventualmente con altri istituti di credito.
Con riguardo al sistema bancario locale, premesso che, sempre secondo lo stes-
so documento9, il sistema produttivo provinciale era caratterizzato dalla piccolissi-
ma dimensione delle imprese, con oltre il 90% delle unità locali manifatturiere con
meno di dieci addetti, e assente la grande industria, con sole otto unità produttive
con più di cento addetti, e nessuna oltre le cinquecento (dati al 1991), il sistema
creditizio era giudicato dai proponenti il Patto come uno tra i “vincoli forti” allo svi-
luppo della provincia, in quanto scarsamente promotore dello sviluppo. Se da un la-
to una ragione comune di ciò si rinviene nella rischiosità degli impieghi superiore al-
la media regionale, dall’altro la piccola dimensione avrebbe comportato per la banca
un aumento dei costi di monitoraggio. Altra causa era la scarsa diffusione, nella re-
gione, dei sistemi consortili di garanzia fidi. Dall’altro lato, ancora, la scarsa dispo-
nibilità degli imprenditori a trasferire i diritti di proprietà, condividendo il controllo
dell’impresa, faceva sì che il credito bancario a breve termine divenisse il quasi e-
sclusivo canale di finanziamento utilizzato dalle imprese10.
9 Confronta pag.16 documento di presentazione del Patto redatto ad ottobre del 1997 a cura del S.R. 10 Sotto il profilo delle fasce di sviluppo cui apparterrebbe l’area beneventana si distingue quella del rurale profondo, che caratterizza quarantasei comuni, da quella delle città medie, cui apparterrebbero soltanto nove comuni, ed una terza categoria, che il S.R. denomina aree in bilico, che si presenta come un’area a metà strada tra un contesto rurale ed una situazione caratterizzata da processi di inurbamento e cenni di industrializzazione, ma contrassegnata da forte disoccupazione. Con tutti i suoi vincoli di sviluppo (carenze infrastrutturali, bassa imprenditorialità, scarsità di servizi alle imprese, assenza delle istituzioni, rarefazione del credito), la provincia di Benevento presenta un relativo equilibrio sociale, caratterizzato da un livello di criminalità tollerabile, con un ecosistema non irrimediabilmente compromesso, ed una convergenza ritro-vata attorno all’ipotesi di sviluppo promossa dal Patto Territoriale.
23
2.4. Gli obiettivi del patto.
La descrizione del Patto nel documento di presentazione, già dalla intestazione
del capitolo: “La gerarchia degli interessi: gli obiettivi del patto” indica che si è scel-
to di perseguirne di più limitati rispetto “ad uno sviluppo integrato in maniera capil-
lare”, causa, secondo il S.R. la diffusione della situazione di depressione.
Il campo d’intervento è, infatti, limitato alla zona occidentale e meridionale della
provincia, dove esistono potenzialità nell’ambito della fascia delle città medie e delle
aree in bilico (descritte in nota precedente).
Gli elementi forniti dalla relazione a giustificazione della scelta operata relativa-
mente a comuni nei quali esistono una densità abitativa e un livello di scolarizza-
zione relativamente elevati, abbondanza di risorse umane ed esistenza di buoni col-
legamenti stradali - tra Benevento e l’area industriale di Caserta Montesarchio- alta
presenza del settore commerciale, indicano che si è perseguito, piuttosto che
l’obiettivo di animazione economica di settori emarginati o in crisi, quello del “raf-
forzamento della base industriale”, puntando sul sistema delle piccole e medie im-
prese nei settori “già presenti nell’area”, cui avrebbero potuto contribuire i piccoli
progetti di infrastrutturazione complementari e funzionali consentiti dal Patto Terri-
toriale, riguardanti “piccoli adeguamenti”per Contrada Olivola, nel comune di Bene-
vento, e per l’area PIP di Montesarchio.
Il progetto del Patto appare pertanto, sin dall’inizio, ispirato a criteri di prudenza,
puntando su imprese e settori economici già presenti nell’area ed in via di relativo
sviluppo.
Come già accennato, la istituzione del centro di produzione di servizi per eccel-
lenza, il BIC, anche se prevista dal patto, non è stata finanziata a carico dello stes-
so, il che ha introdotto un ulteriore elemento di incertezza nelle prospettive di coe-
sione economica innescabili dallo strumento di concertazione.
Questo, infatti, avrebbe dovuto rappresentare un centro di servizi a supporto
particolare delle aziende del Patto e più in generale del territorio provinciale, “con-
tribuendo alla diffusione della cultura imprenditoriale ed al rafforzamento del lega-
me tra il mondo della formazione, della ricerca e della produzione, indispensabile
per la crescita del sistema produttivo”11.
Obiettivo collaterale della creazione delle infrastrutture complementari avrebbe
dovuto essere l’accrescimento dell’”attrattività” dell’area beneventana mediante il
trasferimento e la localizzazione di nuove attività produttive ancora insediate in
ambito urbano, in contesti più consoni.
11 Confronta pp.29 e ss. del documento.
24
La localizzazione delle risorse e delle infrastrutture, e la scelta della tipologia ter-
ritoriale, lasciano quindi intravedere un approccio cauto e limitato rispetto agli o-
biettivi di sviluppo del patto, come illustrati dal S.R.
20
Obiettivo di sviluppo: potenziamento del sistema di industrializzazione leggera finalizzato ad uno sviluppo socioeconomico
Obiettivi a medio lungo e lungo termine
Obiettivi intermedi
Sub obiettivi
Risultati
I. Aumento livello di
industrializzazione
II. Valorizzazione
risorse umane
Realizzazione
del BIC
Diffusione della
cultura di impresa
Aumento del 5% del n° delle imprese
operative
Potenziamento del
mercato formativo
Rafforzamento dei legami tra formazio-
ne, ricerca e produz.ne
Misure per la flessibilità sul
mercato del lavoro
Promozione e accompagnamento alla
nascita di nuove imprese
Aumento occupazionale
del 6%
Aumento del livello di saturazione delle aree industriali
Nuovi progetti comuni di
sviluppo territoriale
Rilocalizzazione sistema produttivo e
decongestionamentosi-stema urbano
Realizzazione di nuovi momenti di concertazione
Realizzazione di Infrastrutture
funzionali
III. Aumento dei
fattori localizzativi
IV. Sviluppo di un sistema permanente
di concertazione
Costituzione del soggetto responsabile e dei gruppi di lavoro
21
Si osservi, al riguardo, che due delle iniziative di maggior impegno comprese nel
Patto sono localizzate a Ponte Valentino, dove già esisteva un’area di sviluppo indu-
striale e ove erano previsti degli ampliamenti di aziende preesistenti.
Secondo quanto avvertito nel documento di presentazione del Patto, quest’ultimo
era destinato a rappresentare un processo di sensibilizzazione e selezione avviato
alla fine del 1995, allorché il protocollo d’intesa fu sottoscritto da trentanove impre-
se, cresciute fino ad oltre cinquanta, corrispondente ad oltre 500 Mld di investimen-
ti.
Tuttavia, nel prosieguo, come avvertito dallo stesso documento, alcune circo-
stanze avrebbero portato alla contrazione forte del numero delle imprese aderenti
alla iniziativa in quanto:
1. alcune aziende hanno rinunciato, avendo, nel frattempo, conseguito i finan-
ziamenti richiesti attraverso la legge 488/92, la cui graduatoria era uscita alla fine
del mese di novembre 1996, quindi ancor prima della presentazione del Patto Terri-
toriale;
2. altre hanno perseguito altre forme di finanziamento, sia per la dimensione e-
levata dello stesso, che mal si conciliava con la filosofia del Patto, sia per
l’eccentricità geografica e settoriale del complessivo programma di investimenti;
3. altre ancora sono state indotte a recedere dalla difficoltà di predisporre dei
progetti idonei a rendere l’iniziativa seriamente e positivamente valutabile;
4. due delle iniziative proposte, infine, non sono state ritenute ammissibili ai fi-
nanziamenti del Patto, ai sensi della deliberazione del CIPE in data 23 aprile 1997.
Al riguardo si osserva che questo progressivo assottigliamento delle iniziative
ammesse, che sembrerebbe negativo rispetto agli auspici, avrebbe potuto, vicever-
sa, essere interpretato come un sintomo della serietà della selezione e della chia-
rezza dei requisiti richiesti, a condizione che la pattuglia delle imprese rimaste a-
vesse consentito di raggiungere gli obiettivi di aumento dell’occupazione e di svi-
luppo della coesione, previsti per la zona prescelta.
Purtroppo, come si avrà modo di chiarire meglio in seguito, ancora non è stato
possibile misurare il raggiungimento o meno degli obiettivi, ma solo lo scostamento
peggiorativo dagli stessi in termini di costi, modi e tempi delle iniziative.
Nelle previsioni, il S.R. era anche riuscito a misurare, in sede previsionale, il gra-
do di interrelazione possibile tra le aziende del Patto e tra di esse ed il territorio,
sotto il profilo della mano d’opera diretta, delle esigenze formative e dei servizi alla
produzione, come risulta dalla unita tabella:
22
Il livello dell’interrelazione possibiletra le aziende del Patto territoriale di Benevento e tra di esse ed il territorio
Agrigel CD Galvacen-ter
Il Chiostro Italbloc
Sud Izzo Pelli
Legno
Design Metalpl
ex MLS Pan
Centro Polinval. Rossana
R. All. Vecchio forno
Grado di innovati-
vità
Legame con il
territorio Agrigel
��� - - - - - - - - - - - - � ��
CD - ��� - - - - - - - - - - - � �
Galvacenter - - ��� - � - - - - - - - - � �
Il Chiostro �� �� �� ��� �� � � � �� �� �� �� �� � ���
Italbloc Sud - - - - ��� - - - - - - - - � �
Izzo Pelli - - - - - ��� - - - - - - - � ��
Legno Design � � � � � � ��� � - � - � � � ��
Metalplex - - � - � - - ��� - - - � - �� �
MLS - - - - - - - - ��� - - - - � ��
Pan - - - - - - - - - ��� � - - �� ��
Centro Poli-val. Rossana
�� � � � � - � � - �� ��� � � �� ��
R. All. - - - - � - - � - - - ��� - � �
Vecchio forno - - - - - - - - - - �� ��� � ��
Manodopera diretta
�� ��� �� ��� ��� ��� �� ��� �� ��� �� �� ��
Esigenze for-mative
�� �� � � ��� �� ��� �� � �� � � �
Servizi alla produzione
�� �� � � �� �� �� �� � �� �� �� ��
Legenda: - irrilevante; � poco significativo; �� abbastanza significativo; ��� molto significativo
23
La realizzazione del complesso degli impianti programmati avrebbe dovuto con-
sentire un investimento complessivo di L. 102,374 mln, con un impegno di finan-
ziamento pubblico pari al 76% ed una oscillazione da un minimo del 73% ad un
massimo dell’81% per azienda.
Per quanto concerne gli investimenti infrastrutturali, non era prevista la copertu-
ra con risorse del Patto di interventi nelle aree interessate dagli altri insediamenti,
poiché le opere infrastrutturali di base erano in corso di realizzazione ad opera di
altri soggetti (Airola, area ASI di Ponte Valentino, Apice). In particolare l’area PIP di
Olivola poteva ospitare fino a cento aziende e all’epoca, dei tre lotti previsti, erano
stati completati sul secondo la rete stradale, la rete fognaria, la rete idrica,
l’impianto di pubblica illuminazione e la rete telefonica, nonché la rete di metaniz-
zazione. Erano ivi allocate nove aziende e ventotto avevano presentato domanda di
insediamento, comprese cinque del Patto. Oltre ai completamenti delle reti sopra
indicate, erano previsti l’impianto di depurazione ed il serbatoio idrico sopra eleva-
to.
Più vasti gli interventi nell’altra area di Montesarchio, ove la capienza era di set-
tantacinque insediamenti, da inquadrare – nota di particolare rilievo per un Patto –
nel PRT dell’ASI ed in interventi più generali previsti per un importo superiore ai
quattordici Mld, destinati ad accrescere l’attrattività della zona e consistenti in viabi-
lità, impianto d’illuminazione, impianto fognario, acquedotto, rete per il metano, re-
te telefonica. Gli interventi potevano essere modulati in relazione alla tipologia delle
aziende che chiedevano d’insediarsi nell’area il che, se da un lato costituisce tipica
espressione di una politica di sviluppo di coesione, dall’altro ne indica il limite, rap-
presentato dalle ripercussioni degli scostamenti e delle modifiche del Patto nel pri-
vato a causa dell’intervento pubblico e viceversa.
2.5. Valutazione complessiva del patto: l’impatto socio-economico; ef-
fetti.
In sede previsionale sono state distinte due fasi: di realizzazione degli investi-
menti e di regime.
Per quanto riguarda la prima fase, denominata fase di cantiere, era previsto un
investimento complessivo pari ad oltre 63 Mld, che doveva avere luogo prevalente-
mente entro il 1998, come secondo anno dell’investimento. L’effetto occupazionale
complessivo avrebbe dovuto elevarsi ad un livello di 336 unità di lavoro, da distri-
buire sui due anni 1997 e 1998.
I redditi di lavoro si sarebbero dovuti collocare su un livello di circa L. 14,5 Mld.
L’impatto si sarebbe dovuto esercitare localmente per il 33,9%, per il 20% nel resto
della Campania e per il 46,1% nel resto dell’Italia o all’estero.
24
Per quanto riguarda la fase a regime, si sarebbe dovuta creare occupazione indi-
retta per 227 posti di lavoro per complessivi L. 5,8 Mld, dei quali il 26,4% si sareb-
be dovuto esplicare localmente, un 28% nel resto della Campania, e, per un ulterio-
re 20%, in Italia e all’estero.
Secondo il S.R. un effetto positivo sarebbe stato in ogni caso costituito dalla na-
scita di un clima cooperativo tra istituzioni pubbliche e altri soggetti, pubblici e pri-
vati, infrangendosi in tal modo il clima di separatezza e di mancanza di trasparenza
che ha accompagnato nel Mezzogiorno l’azione degli operatori nel passato.
Esso sarebbe emblematico del risveglio del territorio, per cui il coordinamento da
parte del S.R. avrebbe dovuto garantire una maggiore efficacia delle politiche di svi-
luppo locale, spesso contrassegnate dall’impossibilità, di fatto, di far lavorare in
maniera sinergica gli attori locali, per cui l’effetto di sicuro impatto avrebbe potuto
essere dato dal “rafforzamento del livello d’integrazione economico-produttiva sca-
turente dal fatto di mettere in contatto imprese operanti in settori diversi ma tra lo-
ro collegabili”12.
Per i progetti infrastrutturali si sarebbe dovuta avere una occupazione di cantiere
pari a circa 190 persone. I benefici stimati dagli interventi sono riassunti dal docu-
mento di presentazione riprodotto nella tabella che segue:
Indicatori significativi Area PIP
Olivola
Area PIP
Montesarchio
Investimento Patto 10,888,8 5.000
Occupati/anno (fase di cantiere) 130 60
Occupati/anno (fase di regime) 7 2
Risparmi di tempo (regime) 1.103.8 569,2
Risparmi di costo (regime) 51,8 34,9
Risparmi costi depurazione (regime) 91,44 _
Economie di agglomerazione (regime) 567 670
TIR economico (%) 12,3 9,8
12 cfr. documento di presentazione p.67.
25
2.6. Documentazione acquisita dal Ministero del Tesoro, del Bilancio e
della programmazione economica.
Relazioni semestrali del S.R..
Dalle relazioni si evince che sono state ammesse 13 iniziative secondo il seguen-
te piano d'investimenti13.
Tab. 3
N. Impresa Settore / Attività Investimento proposto
Onere Stato
Occupati totali
Occupati nuovi
1 Italbloc Sud S.r.l. Fabbr. Strutt. Metall. 2.839,5 2.330,4 25 8
2 C.D. S.r.l. Conf. Art. vestiario 10.431 8.787,5 45 45
3 Il Chiostro Stampa arti grafiche 1.400 1.144,6 15 15
4 M.L.S. s.n.c. Estrazione edilizia 4.550,5 3.665,7 18 16
5 Metalplex S.p.a. Fabb. Mobili metall. 31.984,3 25.491,3 105 35
6 Pan S.r.l. Fabb. Profumi,aromi 7.304 5.950,8 44 44
7 Legno Design S.r.l. Fabb. Mobili 2.397 1.966,6 14 9
8 Compl. Pol. Rossana Prod. Cibi precotti 12.016,6 9.822,7 30 30
9 Vecchio Forno S.r.l. Fabb. Prod. Panetteria 2.949,6 2.429,7 14 14
10 Galvacenter S.r.l. Tratt. E rivest. Metalli 8.987,7 7.223,8 23 23
11 Izzo Pelli S.r.l. Prep. E concia cuoio 6.008,6 4.822 22 11
12 Agri Tel. S.r.l. Colt. Ortaggi, fiori 3.535,7 2.833,4 12 12
13 Russo Alluminio S.r.l. Tratt. E riv. Metallici 6.596,5 5.437,2 17 17
Totali 101.001 81.905,7 384 279
Il piano degli interventi da realizzare nell'ambito di questo Patto riguarda iniziati-
ve imprenditoriali e interventi infrastrutturali per un ammontare complessivo pro-
posto inizialmente di 116.890 mln di lire con un onere a carico dello stato di
97.794 mln e una nuova occupazione prevista di 279 unità su 384 occupati totali.
13 Formula per il calcolo delle quote di agevolazioni. L’esistenza di percentuali di agevolazioni nominali, nell’ambito dei Patti Territoriali, superiori al 65%, di cui 50% ESN e 15% ESL può essere spiegata dal pro-cesso di attualizzazione del contributo e dal fatto che parte della percentuale agevolativa massima conce-dibile è generalmente espressa in ESN-Equivalente Sovvenzione Netta. L’intensità massima degli aiuti è, in questo caso, fissata al netto delle imposte, ossia previa detrazione dei tributi inerenti alla loro erogazio-ne, in particolare dell’imposta sugli utili. Ne deriva una percentuale di agevolazione nominale superiore a quella espressa in ESN, la verifica del rispetto della quale va quindi effettuata, in sostanza, dopo aver de-tratto le imposte dal contributo nominale. Si riporta a titolo esemplificativo una formula di calcolo dell’erogazione da effettuare in tre quote, ripresa dalla Guida alla L. 4/88, che fa vedere come operano i suddetti meccanismi. Formula per il calcolo dell’erogazione da effettuare in tre quote: e3=X*A*qn*Fr3*(ESL+ESN/(1-(1/m)*t*Fap)), dove E=3*e3 ammontare del contributo concedibile; e3 ammon-tare di ciascuna delle 3 quote annuali erogabili; X misura richiesta rispetto alle agevolazioni massime con-cedibili (per i Patti questa è sempre pari a 1, poiché non è premiata la scelta di chiedere di meno); A am-montare degli investimenti attualizzati all’anno dell’avvio della realizzazione del loro programma; q(1+i) coefficiente di attualizzazione; i tasso di attualizzazione vigente all’avvio della realizzazione del program-ma; n numero di anni solari intercorrenti fra la data di avvio e quella della prima disponibilità; Fr3=q2*i/(q3-1) fattore di rateizzazione in tre rate costanti; ESL misura massima delle agevolazioni espressa in equiva-lente sovvenzione lordo; ESN misura massima delle agevolazioni espressa in equivalente sovvenzione netto; t aliquota fiscale; Fap=(qm-1)/(i*qm) fattore di accumulazione di m rate annuali costanti posticipate; m numero medio di esercizi in cui, convenzionalmente, ciascuna delle quote erogate concorre, direttamente o indirettamente, alla formazione del reddito dell’impresa beneficiaria.
26
Secondo quanto relazionato dal S.R., alla data del 31 dicembre 2000, per quanto
riguarda le undici aziende che avevano ricevuto il decreto provvisorio di concessio-
ne, risultava la seguente situazione:
Tab. 4
Imprese
Investimen-to da proget-to esecutivo
Investimento ammesso
Contributo in c/cap. conces-so da decreto
Stato di avan-zamento in-tervento al
31/12/00 (%)
Izzo Pelli S.r.l. 6.290,7 6.008,6 4.805,0 67,9%
Galvacenter S.r.l. 8.987,7 8.987,7 7.046,4 75,8%
Russo Alluminio S.r.l. 6.596,5 6.596,5 5.248,8 67,8%
M.L.S. S.n.c. 4.595,3 4.208,0 3.323,0 29,7%
Legno Design S.r.l. 2.397,0 1.873,5 1.482,6 37,7%
Italbloc Sud S.r.l. 3.069,4 2.864,5 2.216,2 100%
Compl. Pol. Rossana
S.r.l.
12.016,7 12.016,7 9.812,8 100%
C.D. S.r.l. 11.097,1 10.500,0 8.392,5 7,7%
Metalplex S.p.a. 31.984,4 31.984,4 25.168,8 3,0%
Vecchio Forno S.r.l. 2.949,6 2.949,6 2.373,7 0%
Agri. Tel S.n.c. 3.535,7 3.154,5 2.516,0 0%
Totali 93.520,1 91.144,0 72.385,8
Per il progetto Polivalente Rossana vedi pag.28.
Per il rilascio dei decreti di concessione a tutte le imprese che avevano superato
la fase dell'istruttoria ministeriale, ci sono voluti due anni (dal 23.12.1997 al
2.11.1999).Tutte avevano ottenuto la fideiussione bancaria.
Il S.R. nella sua relazione precisa che la data di inizio dei lavori, analogamente a
quanto previsto per le iniziative finanziate direttamente ai sensi della legge n.
488/92, si considera decorrere dalla prima spesa effettuata prevista nell'ambito del
programma, che va da un minimo di due ad un massimo di tre anni.
Per quanto riguarda le opere infrastrutturali, entrambi i comuni (Benevento e
Montesarchio) avevano iniziato i lavori a marzo del 2000.
Il comune di Montesarchio, tuttavia, li aveva sospesi un mese dopo averli iniziati
per redigere una perizia di variante, "resa necessaria per adeguare le opere infra-
strutturali alle esigenze degli insediamenti produttivi già presenti nell'area"per poi
riprenderli a settembre del 2000.
Stando alla motivazione della perizia, si ritiene si potesse sopperire, se non col
progetto di massima, quanto meno con una più oculata redazione del progetto ese-
cutivo, tenuto conto di quanto previsto per i sui contenuti dalla legge n°109 del ’94
e successive modifiche ed integrazioni.
A Benevento al 31/12/00 nella contrada di Olivola per l’impianto di depurazione
era stato speso il 59,5% contro il 70% previsto nel 2000 e la realizzazione del ser-
batoio idrico era pari al 58,5% contro il 100% del previsto.
27
Per quanto riguarda Montesarchio, sulla base dell’ultima relazione disponibile a
marzo 2001 risultava uno stato di avanzamento pari al 10% dei lavori previsti come
da contratto d’appalto ed erano stati spesi 300 milioni contro 2900 previsti. I lavori
non erano proseguiti “a causa delle avverse condizioni atmosferiche”.
Se si considera inoltre di quale tipo di iniziative si tratta, - per Benevento, serba-
toio idrico sopraelevato a servizio delle urbanizzazioni primarie, impianto di depura-
zione a servizio della zona P.I.P., completamento urbanizzazione primaria; per il
comune di Montesarchio, urbanizzazione primaria area P.I.P., primo stralcio Via Be-
nevento - si comprende, da un lato, la rilevanza dell'intervento pubblico per la riu-
scita del patto, dall'altro l'effetto che deriva, anche in termini di proseguibilità delle
iniziative private, da un ritardo protratto oltre l'inizio dei cicli produttivi per le singo-
le iniziative, considerato anche che l’armonizzazione delle iniziative pubbliche con le
private dovrebbe essere la caratteristica fondamentale degli strumenti attuativi del-
le politiche di coesione.
Degna di nota, sotto l’ aspetto dello scostamento previsionale, la circostanza che
il Patto è stato proposto a dicembre del 1995 e che tra i soggetti promotori figura-
vano i due comuni suindicati, i quali hanno iniziato i lavori fra dicembre 1999 e
gennaio del 2000.
********
Dalla relazione del S.R. si ricava che per il complesso polivalente Rossana degli
importi documentati quali stati di avanzamento pari a L. 12.015,6 mln sono state
riconosciute L. 10.336,9 mln a seguito degli accertamenti finali condotti dallo stesso
S.R..
Pertanto di tale diminuzione di spesa riconoscibile dovrà tenersi conto nel la con-
cessione contributiva da provvisoria a definitiva.
Di tale ultimo importo risultano erogate L. 4.906 mln come da tabella 6.
Dall'esame delle singole schede compilate per ogni iniziativa e unite alla relazio-
ne si ricava, a conferma di quanto riferito dal Ministero del Tesoro nel controdedur-
re alla richiesta istruttoria nel corso della precedente indagine, il concentrarsi del-
l'incremento di avanzamento nel corso del 1999, ma anche l’accrescimento ulteriore
dello stesso nel successivo esercizio, come nel caso della Italbloc sud S.r.l. (67%)
della Russo Alluminio S.r.l. (50%) della Legno Design Napoletano S.r.l. (46,4%)
della progetto Metalplex S.p.a (43%).
Nel complesso, quindi, la diversità di decorrenza tra l'inizio dell'attività di spesa e
la capacità d'impegno tra iniziativa ed iniziativa appare marcata. come si conferma
in linea generale, la tendenza all'aumento di quest'ultima nell'ultimo biennio in e-
same (1999-2000).
28
2.7. Verifiche UVER: Considerazioni generali e comparative.
Come già precedentemente accennato, il MTBPE ha inviato due rapporti di verifi-
ca relativi a questo Patto svolti successivamente alla precedente indagine, riguar-
danti rispettivamente l'iniziativa "Russo Alluminio" S.r.l. e l'iniziativa Izzo Pelli S.r.l..
Nella relazione relativa all’iniziativa “Russo Alluminio” si avverte anche che la re-
lazione semestrale del S.R. aggiornata al 31 dicembre del 1999, considera nell'a-
vanzamento le spese effettuate, anche se non ancora pagate, per accordi tra le par-
ti "di differimento parziale del pagamento, mentre l'accertamento considerava solo
le spese già quietanzate".
Il criterio seguito dal responsabile del Patto, che include anche le spese non
quietanzate, ammette implicitamente che un pagamento possa essere effettuato in
una fase diversa da quella della emissione della fattura, il che, per le iniziative sog-
gette al regime pubblicistico, è prassi ammissibile solo con le fatture “in sospeso” o
“differite” che non ammette ipotesi di accordi.
Gli indici di bilancio (risultato netto d'esercizio/mezzi propri, reddito operati-
vo/capitale investito reddito operativo/ricavi netti, ricavi-costo del venduto+costo
del lavoro) non sono sviluppati, venendo meno in tal modo, come già precedente-
mente accennato, in occasione della precedente relazione, il presupposto per una
valutazione di monitoraggio conseguente ad una specifica verifica.
Naturalmente, il fatto che gli indici di bilancio non siano disponibili per una inizia-
tiva completamente nuova è del tutto giustificabile, meno per una iniziativa di am-
pliamento e, meno ancora, per le iniziative che abbiano fruito del lavoro di nuovi
occupati prima che la nuova iniziativa sia terminata.
Il componente l'unità di verifica tiene a precisare al riguardo che "la dinamica oc-
cupazionale durante le fasi di attuazione dell'investimento non è indicativa del rag-
giungimento dell'obiettivo occupazionale fino all'entrata in funzione delle linee pro-
duttive previste dall'investimento".
L'osservazione merita tuttavia una riflessione, nel senso che scopo del controllo
interno di gestione è anche quello di consentire di correggere tempestivamente e-
ventuali scostamenti del cronoprogramma dalla realizzazione e della occupazione
realizzata rispetto a quella prevista alla data di entrata a regime dell'impianto, es-
sendo lo sviluppo coordinato nel tempo l'obiettivo caratterizzante un Patto Territo-
riale, e non la semplice realizzazione dell'impianto.
Inoltre, riscontrare il ripetersi di inconvenienti nella fase realizzatoria per più ini-
ziative comprese nel Patto e di più fenomeni distorsivi nell'ambito di diversi Patti da
parte delle UVER, può indurre il S.R. a svolgere attività correttive ed il MTBPE ad in-
tervenire a livello regolamentare ed organizzativo.
29
La considerazione che l'entrata a regime dell'ampliamento produttivo conseguen-
te all'investimento non si discosti dalla previsione progettuale suscita perplessità, se
si tiene conto della precedente del mancato rispetto del cronoprogramma realizzati-
vo e della mancata rispondenza dei flussi finanziari alle esigenze realizzatorie. La
verifica si conclude con l’affermazione che “non è stato possibile constatare il pieno
raggiungimento degli obiettivi del finanziamento, non essendo ancora completato il
piano finanziario e quello produttivo” che avrebbe dovuto presumibilmente entrare
a regime entro il dicembre dell'anno in corso. Anche per l'altra iniziativa esaminata
dall'UVER, quella della IZZO Pelli S.r.l, una impresa di lavorazione e commercializ-
zazione di pellami bovini, caprini ed ovini vi sono state modificazioni del progetto
originario con varianti strutturali, peraltro non ancora istruite ed approvate da parte
del S.R..
Anche in questo caso si riscontra il ricorrere di una divergenza fra opere fatturate
considerate dal S.R. e dal verificatore UVER, con la differenza che quì è stato il re-
sponsabile del progetto a sottoindicare il fatturato, non ritenendo esporre quello re-
lativo alle varianti progettuali, al contrario del verificatore che mantiene intatto il
criterio di esporre il pagato quietanzato rispetto all'iniziativa.
La verifica del raggiungimento degli obiettivi anche in questo caso è stata rinvia-
ta ai primi mesi del 2001, per cui ogni pronuncia sull'efficacia dell'intervento è dal-
l'UVER rinviata di oltre un anno rispetto alle previsioni di completamento.
2.8. Documentazione acquisita dal S.R..
Nel corso dell’accertamento svolto presso il S.R., oltre ad acquisire gli aggiorna-
menti precedentemente ricordati relativamente allo stato di avanzamento del Patto
forniti con la relazione semestrale relativa al secondo semestre del 2000, redatta in
data 12/03/2001 e spedita al MTBPE con nota del 3 aprile s.a. sono stati posti una
serie di quesiti e acquisita ulteriore documentazione.
Secondo la relazione aggiornata al 31 dicembre 2000 e trasmessa dal Ministero,
presentata dal S.R. del Patto della provincia beneventana in data 12 marzo 2001
ma acquisita direttamente da parte del S.R., la previsione per gli investimenti in
opere infrastrutturali è rimasta invariata, consistendo nella realizzazione dell'urba-
nizzazione primaria dei PIP di Montesarchio (L. 5.000 mln) e della contrada Olivola
di Benevento (L. 10.889 mln) come nella precedente relazione al 31 dicembre
2000.
Per tali infrastrutture, alla stessa data, dalla relazione risultava la seguente si-
tuazione:
Tab. 5
30
Situazione delle opere infrastrutturali
Comune Opere da rea-
lizzare Importo ope-
re Importo ope-re a base d'asta
Importo ag-giudicato
Ditta aggiu-dicataria
Benevento c. da Oli-vola
Serbatoio idrico 1.373.523.924
1.012.067.723
736.026.252 Fucci Costruz. S.r.l.
Benevento c. da Oli-vola
Impianto di de-purazione
5.150.000.000
4.215.538.750
3.255.112.557 G.E.A.
Benevento c. da Oli-vola
Urbanizzazione primaria
4.365.304.070
3.795.916.583
2.242.247.926
Ati La-bit+Pro.Ber
Montesarchio Urbanizzazione primaria
5.000.000.000
3.446.897.835
2.350.163.882
Demarco S.r.l.
Totale aggiudicato 8.583.550.617
Importo Ribasso 3.886.870.275
Totali Stanziamento 15.888.827.9 12.470.420.8 12.470.420.8
A seguito dell’accertamento diretto di cui in seguito, è stata acquisita la richiesta
del Presidente del Consiglio di amministrazione del S.R. in data 29 gennaio 2001,
diretta al Ministero, per la corresponsione di un acconto pari al 40% dell’importo fi-
nanziato, dalla quale risulta che, a quella data, per le opere infrastrutturali a carico
del Comune di Benevento era stata spesa la somma di L. 3.047,80 mln, superiori al
60% dell’anticipazione già concessa, ammontante a complessive L. 4.355,6 mln,
pari a circa il 28% dell’impegno complessivamente previsto per la realizzazione del-
le opere.
Per quanto riguarda le iniziative delle imprese, il S.R. riferisce di ritardi, nell'av-
vio della fase di realizzazione, dovuti prevalentemente ai tempi di emanazione dei
decreti ministeriali di concessione provvisoria del contributo (otto mesi per i primi
tre) ed al rilascio delle polizze fideiussorie per le imprese che avevano fatto ricorso
al sistema dell'anticipazione.
Nell'analizzare le fasi in cui è possibile suddividere la preparazione dell'attuazione
del Patto, il S.R. distingue l'istruttoria dal procedimento per il decreto di concessio-
ne provvisoria, e quest'ultimo dal rilascio della polizza fideiussoria.
Lo stesso S.R. riferisce che, alla data della relazione, c'erano ancora tre iniziative
in fase istruttoria, vale a dire quella di: PAN S.r.l. (profumi ed aromi), IL CHIOSTRO
S.r.l. (stampa di arti grafiche) per i quali è emerso, nel corso dell’accertamento di-
retto svolto il 26 giugno del c.a. che non era stato emesso decreto di concessione
provvisoria e l'AGRI TEL S.n.c. (coltivazione, ortaggi e fiori) per il quale il decreto
stesso era stato emesso a settembre del 2000 e l’anticipazione corrisposta a mag-
gio del 2001.
31
Spiace constatare che si tratta di iniziative che prevedevano il 100% di nuovi oc-
cupati, trattandosi quindi anche di iniziative completamente nuove nel territorio e
alle quali il documento di presentazione sembrava annettere particolare rilevanza.
Comunque, alla data del 31 dicembre 2000 le aziende Pan S.r.l. e il Chiostro non
avevano concluso l’istruttoria e il S.R. aveva avanzato richiesta di rimodulazione dei
fondi residui.
In tale situazione è difficile concludere che la politica di coesione sottesa al Patto
sia stata rispettata e risulti rinsaldata ai fini della principale innovazione caratteristi-
ca dell’istituto, costituita dall’innesco di un circolo di sviluppo economico virtuoso
che produca fenomeni di ulteriore induzione e, in definitiva, di autoalimentazione,
dato lo sgranarsi eccessivo nel tempo dello svolgimento delle iniziative e del ritardo
nella realizzazione delle infrastrutture pubbliche, e riesce difficile credere che non si
ricada nella vecchia logica dell’intervento straordinario, che limitava l’effetto al con-
tributo alla singola impresa indipendentemente da una spinta propulsiva e coordina-
ta degli attori locali e più in generale del mercato indotto.
Che vi sia la tendenza a rivedere in tale direzione l’istituto pattizio, tuttavia, tra-
spare sia dal prolungamento effettivo nel tempo dei termini realizzatori, sia dalla di-
sposizione contenuta nell’ultima legge finanziaria, per cui la misura adottata dal
Consiglio di amministrazione con delibera del 30 06 2000, secondo la quale, per
ogni iniziativa doveva applicarsi un ribasso del 20% sui prezzi di tariffa Regione
Campania, detratti ancora del 5%, non ha avuto attuazione, in seguito all’entrata in
vigore, per questo, come per tutti i Patti Territoriali, dell’art.65 comma 4 della legge
finanziaria 2001, in base al quale dall’elenco dei soggetti tenuti al rispetto della leg-
ge n°109 del 1994, che imponeva l’obbligo della gara per l’affidamento delle opere,
andavano cancellati gli “edifici industriali d’importo superiore al mln di ECU” (gli edi-
fici sotto tale soglia già non avevano tale obbligo).
Con ciò peraltro, a giudizio del rappresentante del S.R. comunicato nel corso
dell’accertamento diretto, si era eliminata una disposizione che, applicata estensi-
vamente nella delibera suindicata per i lavori e le opere sotto e sopra soglia, minac-
ciava di divenire spunto per un potenziale, esteso contenzioso con le ditte ammesse
a contributo che non avevano effettuato le selezioni previste per legge e richiamate
in sede di verifica anche per altri Patti.
Una certa tendenza ad una applicazione piuttosto elastica delle norme si nota
con riguardo all’adempimento all’art.3 comma 3 dei decreti di concessione provviso-
ria, mediante “autodichiarazioni” rese dai soggetti e inviate al MTBPE in data 16 no-
vembre 1999, per quanto attiene l’avvenuto esborso entro trenta giorni dalla sca-
denza dell’anno in cui è stata erogata la prima anticipazione delle spese per inve-
32
stimenti, a fronte delle quali l’anticipazione medesima è stata incassata, e
l’avvenuta immissione della corrispondente quota del 30% di mezzi propri.
Invero, qualora tale esborso non avesse raggiunto almeno 1/3 dell’importo com-
plessivo degli investimenti e quindi non fosse risultato compatibile con
l’anticipazione erogata, il Servizio per la contrattazione programmata avrebbe do-
vuto dedurre la quota parte dell’anticipazione erogata in eccedenza, maggiorata de-
gli interessi semplici, dalla successiva rata annuale in conto capitale, ovvero, richie-
dere la restituzione della quota parte eccedentaria.
L’interpretazione, occorre precisare, non è riferibile tanto ai modi di dimostrazio-
ne dell’avvenuto esborso, dovendo comunque seguire all’autodichiarazione, da par-
te pubblica, uno specifico programma di controllo anche a campione della veridicità
delle dichiarazioni medesime, bensì all’ammissibilità che all’immissione di mezzi
propri pari al 30% dell’investimento realizzato, si ritenesse ottemperato con un ver-
bale di assemblea da cui risultasse l’impegno a versare “in conto futuro aumento di
capitale”, un importo corrispondente a tale percentuale.
Da una blanda interpretazione del rischio dell’imprenditore, sono scaturite con-
seguenze non irrilevanti, ove si consideri che, ultroneamente rispetto alle norme,
molti imprenditori hanno ritenuto di non dover iniziare l’investimento se non ad av-
venuta erogazione dell’anticipazione, ascrivendo la responsabilità del ritardato inizio
dei lavori alla tardiva corresponsione dell’anticipazione e scambiando l’avvenuta
concessione della corrispondente fideiussione bancaria – avente limitate finalità di
recupero dell’anticipazione stessa – come un requisito per la riscossione
dell’anticipo e, al tempo stesso, una condizione sospensiva per l’inizio dei lavori con
il conseguente effetto di moltiplicazione dei ritardi connessi alla anticipazione.
Il meccanismo dei ritardi nei lavori, collegato alla particolare macchinosità del
procedimento istruttorio, nel caso dei Patti di prima generazione, ha comportato un
allungamento dei termini con punte fino a quattro anni oltre alla previsione conte-
nuta nei primi decreti CIPE approvativi dei Patti che prevedevano la conclusione
delle iniziative entro quarantotto mesi dalla pubblicazione del decreto approvativo
del Patto sulla gazzetta ufficiale.
A questo riguardo occorre chiarire che tale termine, in base alle deliberazioni CI-
PE (cfr. da ultimo ed in particolare deliberazione CIPE del 22 giugno 2000) decorre-
va, per tali Patti, dalla data di rilascio del decreto di concessione provvisorio
dell’agevolazione per ciascuna iniziativa imprenditoriale, il quale, peraltro, è oggetto
anche di eventuali proroghe rispetto al cronoprogramma realizzatorio della singola
iniziativa.
Per quanto riguarda le infrastrutture lo stato d’avanzamento alla data del 23
gennaio 2001 aveva consentito al comune di Benevento di inoltrare la richiesta del-
33
la seconda rata di acconto pari al 40% dell’importo di finanziamento, segno che lo
stato di avanzamento dei mandati emessi in favore delle appaltanti era giunto al
60% delle anticipazioni già concesse.
Tuttavia il termine di scadenza delle realizzazioni dei Patti territoriali è stato og-
getto di forme alterne di regolamentazione in più deliberazioni del CIPE oltre a quel-
le approvative dei singoli Patti in esame che prevedevano il termine di quarantotto
mesi dalla data di approvazione del singolo Patto.
La delibera n°31 del 17 marzo 2000, al punto 1, prevedeva che, entro il 30 giu-
gno 2000, dovessero essere definite, e non più riproposte, tutte le istruttorie in cor-
so alla data di adozione della medesima. La stessa delibera prevedeva la revoca
delle iniziative imprenditoriali non avviate entro dodici mesi dalla data della sua
pubblicazione o dalla data in cui fossero divenute definitive le necessarie autorizza-
zioni, ove successive, salva proroga di sei mesi per cause di forza maggiore.
Doveva essere dichiarata la decadenza dalle agevolazioni per tutte le iniziative
per le quali, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione della stessa delibera, non
fossero stati presentati i progetti esecutivi o le integrazioni progettuali richieste.
La successiva delibera in data 22 giugno 2000 sopra citata, per quanto riguarda i
Patti territoriali di prima generazione, prevedeva che il termine di quarantotto mesi
per la realizzazione degli investimenti decorresse dalla data di “rilascio” del decreto
di concessione provvisorio “per ciascuna iniziativa imprenditoriale” .
Sembrava in tal modo risolto il problema interpretativo per quelle istruttorie in-
serite nei Patti territoriali di prima generazione in corso alla data della precedente
delibera n. 31 che potevano incorrere nella decadenza per impossibilità del ri-
spetto dei termini ivi contenuti.
Successivamente il regolamento concernente:”Disciplina per l’erogazione delle
agevolazioni relative ai contratti d’area ed ai patti territoriali” approvato con D.M.
31 luglio 2000, prevedeva, alla lett.e del comma 3 dell’art.12, la revoca
dell’iniziativa qualora la stessa non fosse stata ultimata entro quarantotto mesi dal-
la data d’inizio dell’istruttoria, convenzionalmente identificata con la data di presen-
tazione della richiesta, salvo che il termine stesso non fosse stato prorogato per
una sola volta e per un periodo non superiore a dodici mesi.
Nella stessa lettera si aggiungeva che “Per i patti territoriali approvati con delibe-
razioni CIPE del 18 dicembre 1996, 23 aprile 1997 e 26 giugno 1997 ”(Patti di pri-
ma generazione) il termine decorreva dalla data di rilascio della concessione provvi-
soria se successiva a quella di inizio dell’istruttoria”.
Con ciò il problema delle istruttorie avviate e non concluse e non prorogate, o
non ulteriormente prorogabili, comprese nei Patti territoriali di prima generazione i
cui decreti provvisori di concessione fossero anteriori all’inizio dell’istruttoria era ri-
34
solto in modo più restrittivo rispetto alla delibera del 22 giugno 2000 e con un ritor-
no al criterio previsto dalla precedente deliberazione del 31 marzo14.
La situazione aggiornata alla da più recente delle singole iniziative e delle infra-
strutture è quello risalente all’unito prospetto aggiornato al 26/04/2001 consegnato
all’atto dell’accertamento diretto.
14 Lo stesso S.R. ha reso noto, durante l’accertamento, che era in corso di firma il disciplinare predi-
sposto dal MTBPE volto a regolare, ai sensi del decreto ministeriale del 31 luglio 2000, i compiti gestionali e di responsabilità del Responsabile unico o del S.R.. Dalla sua approvazione doveva derivare la possibili-tà di assegnare, allo stesso Soggetto, un contributo globale unico delle spese ritenute ammissibili nella misura del 100% ai sensi della normativa comunitaria, nella misura di una componente fissa pari a quat-trocento mln e una componente variabile pari all'uno per cento dell’importo agevolato CIPE, comunque non superiore a due Mld.
Lasciando alle eventuali verifiche successive trarre un bilancio da tale ultima innovazione, in ogni caso, l’aver lasciato a lungo nella indeterminatezza il problema delle spese di gestione e incentivazione di un centro che, nella previsione normativa, doveva essere di indirizzo, verifica e coordinamento di un istituto nuovo e complesso sin da quando, con la Deliberazione in data 21 marzo 1997 esso è stato ridisciplinato, da un lato ha costituito un alibi di fronte all’addebito di scarsa efficienza di taluni S.R., dall’altro non ha de-posto per una gestione efficace ed efficiente del sistema pattizio ed ha costituito causa della condizione di precarietà nell’attività organizzativa, sottolineata da molti Soggetti nelle relazioni semestrali i cui effetti si sono ripercossi sull’andamento stesso del singolo Patto.
35
N. AZIENDE Investimento ammesso
Contributo concesso
n. rat.
Data decreto
Data inizio
1998 1999 2000 2001 2002
anticipa-zioni e-rogate
data erogazio-
ne
Spesa sostenuta
al 31/12/20
0 %
1 RUSSO ALLUMINIO S.R.L. 6596,5 5248,4 3 23/12/199
7 01/04/199
8 2300,0 3,296,5 1,000,0 1749,6
09/10/1998
4472,6 67,8
2 IZZO PELLI S.R.L. 6008,6 4805,0 2 23/12/199
7 1998 4535,9 1472,7 2402,5
12/10/1998
4081,1 67,92
3 LEGNO DESIGN S.R.L. 1873,5 1482,6 3 23/12/199
7 1998 621,3 869,6 382,6 494,2
13/10/1998
707,1 37,74
4 GALVACENTER S.R.L. 8987,7 7046,4 2 13/02/199
8 01/01/199
8 4500,0 4487,0 3611,9
09/10/1998
6815,2 75,83
5 MLS SNC 4208,0 3323,0 2 13/02/199
8 01/09/199
7 68,0 2355,0 1785,0 1661,5
12/10/1998
1249,1 29,68
6 COMPLESSO POLIV.ROSSANA *12016,6 9812,8 2 28/07/199
8 04/09/199
7 2093,0 9923,6 4906,0
17/05/1999
12155,0 101,15
7 ITALBLOC SUD S.R.L. 2864,5 2216,2 2 02/11/199
8 01/08/197
7 11,3 934,3 1918,9 1108,0
30/06/1999
2901,6 101,3
8 C.D. S.R.L. 11097,1 8787,5 3 30/12/199
8 01/01/199
9 4000,0 4420,0
2.677,10 2797,5
12/12/2000
852,1 7,68
9 METAL PLEX S.P.A. 31894,3 25168,8 2 18/06/200
0 1998 236,9
13.801,50
17.946,00
12584,4 13/10/200
0 955,7 3,00
10 VECCHIO FORNO S.R.L. 2949,7 2373,70 2 02/11/199
9 1999 1776,4 1173,3 1186,8
10/10/2000
11 AGRITEL S.N.C. 3435,7 2516,0 3 27/09/200
0 01/10/200
0 1900,0 1635,7
TOTALI 91932,2 72780,4 32502,4 34189,5 37,19
OPERE INFRASTRUTTURALI
1 COMUNE DI BENEVENTO 10889,0 10889,0 2 01/07/199
9 01/01/200
0 4355,6 1470,0 13,50
2 COMUNE DI MONTESARCHIO 5000,0 5000,0 2 01/07/199
9 01/01/200
0 500,0 0,0
TOTALI 15889,0 15889,0 4855,6 1470,0 13,50
AZIENDE NON DECRETATE
12 PAN PROFUMI ED AROMI S.R.L. 7304,0 5950,8
13 STAMPA E GRAFICA IL CHIO-STRO
1400,0 1144,6
TOTALE 8704,0 7095,4
36
*Tale importo dovrà essere modificato a seguito della riduzione della spesa ammissibile derivante dagli accertamenti finali del soggetto respon-
sabile (vedi par. 2.6).
37
2.9 Le relazioni bancarie.
Già in occasione della precedente indagine15 si era sottolineata l’importanza delle
relazioni bancarie unite alla documentazione presentata per l’ammissibilità delle ini-
ziative comprese nel Patto, non senza rilevare la distinzione fra ruolo di ausilio tec-
nico delle Banche e funzione valutativa del MTBPE, inerente la validità del Patto nel
suo complesso, oltre che delle singole iniziative.
In quella occasione era emerso, infatti, come l’amministrazione si fosse limitata
a seguire “una logica di tipo “cartolare” consistente nel mero controllo formale della
documentazione trasmessa dal S.R., riservandosi particolare attenzione al Business
Plan ed alla Relazione bancaria.Di tali atti era stata verificata la regolarità formale e
sostanziale, con l’intesa che l’assegnazione di contributo aveva carattere di provvi-
sorietà fino alla verifica finale e al saldo definitivo”.
Anche per questo motivo, riferendosi l’indagine innanzi tutto ai Patti più antichi,
è sembrato opportuno, nel procedere ad un esame più all’interno di essi, addentrar-
si nell’analisi delle relazioni bancarie, riscontrando, in pari tempo, attraverso la do-
cumentazione fornita dal S.R., lo stato dell’iniziativa in rapporto alle previsioni con-
tenute nelle stesse.
Esaminandone la struttura16, si è riscontrato che essa contiene, o avrebbe dovu-
to contenere, ulteriori e non secondari elementi di valutazione per la riuscita
dell’iniziativa17.
Che ciò fosse necessario per l’inserimento dell’iniziativa stessa in un piano di svi-
luppo coeso, non solo è intuitivo, ma si ricava dalle stesse Deliberazioni del CIPE le
quali, accanto ad un’istruttoria sulla solidità patrimoniale dei proponenti l’iniziativa,
richiedevano un’analisi delle prospettive di mercato.
Quest’ultima, a sua volta, costituiva uno degli elementi del “Business Plan”, arti-
colato sui seguenti aspetti:
1. Analisi delle prospettive di mercato;
2. piano annuale degli investimenti;
3. volumi produttivi dall’anno d’avvio in produzione a quello a regime;
4. volume delle vendite;
5. capacità produttiva a regime;
15 Cfr.deliberazione n°98/2000; pagg.13 e ss. 16 Il MTBPE ha trasmesso uno schema di relazione e, a titolo esemplificativo, una relazione bancaria con-dotta per una iniziativa compresa nel Patto Territoriale di Lecce. 17 Secondo quanto riferito dal Ministero, l’esame istruttorio condotto dal medesimo seguiva il percorso cri-tico di seguito delineato: - verifica della presenza/assenza della regolarità formale di tutta la documentazione; - verifica della presenza/assenza della valutazione della rilevanza dei bilanci degli ultimi due esercizi;
38
6. stati patrimoniali, conti economici e piani finanziari di fabbisogni e copertu-
re;
7. occupazione nuova e/o mantenuta.
Sulla base di quanto riferito dal MTBPE, tali elementi sono stati assunti princi-
palmente ai fini della determinazione delle spese ammissibili. Tuttavia, integrati
con i dati rivenienti dalle relazioni bancarie, avrebbero dovuto costituire presuppo-
sto per il monitoraggio dell’iniziativa, onde evitare il fenomeno di abbandoni o ridi-
mensionamenti e, più in generale di rimodulazioni del Patto, frequentemente verifi-
catisi nel prosieguo.
La relazione bancaria, inoltre, sempre secondo le prescrizioni ministeriali, avreb-
be dovuto contenere risposte ai seguenti punti:
• validità tecnico economica dell’iniziativa, con particolare riguardo alla sua
redditività, alle prospettive di mercato ed agli effetti occupazionali;
• validità del piano finanziario articolato annualmente, per la copertura dei
fabbisogni derivanti dalla realizzazione dell’iniziativa e della sua gestione;
• affidabilità morale, tecnica imprenditoriale e patrimoniale del soggetto bene-
ficiario, anche nell’ottica generale dell’eventuale gruppo cui appartiene;
• disponibilità di mezzi propri del soggetto beneficiario in misura non inferiore
al 30% dell’investimento proposto;
• dichiarazione esplicita sulla validità tecnico-economica, la redditività e la co-
pertura finanziaria dell’investimento.
In particolare, per la verifica di attendibilità delle prospettive di mercato, l’analisi
tecnico-economica e di redditività, la pianificazione finanziaria e il rispetto del vin-
colo del 30% di mezzi propri, il Ministero fa riferimento pressoché esclusivo alla re-
lazione bancaria e, per la parte non coperta dal contributo o da mezzi propri, alla
delibera di finanziamento bancario.
Inquadrate in linea generale caratteristiche e funzioni delle relazioni bancarie, è
possibile analizzarne l’applicazione, e riscontrarne la fondatezza in rapporto agli an-
damenti successivi e alle relative verifiche, soprattutto per quelle iniziative che, nel
corso della realizzazione del Patto, hanno costituito oggetto di rinunce o revoche di
finanziamento o, in ogni modo, modifiche e/o scostamenti rilevanti rispetto alle va-
lutazioni delle Banche.
- verifica della rispondenza con l’oggetto e le finalità dell’iniziativa della documentazione riguardante il
suolo o l’immobile, degli elaborati progettuali e degli altri documenti (computo metrico, capitolato, elen-co macchinari, layout, ecc.) e atti relativi al progetto esecutivo (concessione edilizia, varianti, ecc.);
39
2.10 Le relazioni bancarie dell’UVER e semestrali del S.R. Comparazio-
ni.
ITALBLOC SUD
Azienda specializzata nella costruzione di prefabbricati ed altre strutture metalli-
che, con un capitale di L. 500 mln (nel 1997) la cui attività si svolge nell’indotto del
gruppo FIAT, ma anche di altri grossi gruppi industriali (Magneti Marelli, Pirelli,
ecc.). Il piano espansivo in tutto il territorio nazionale l’aveva spinta a creare una
struttura produttiva decentrata nel centro-sud. Inizialmente, la localizzazione prov-
visoria era stata stabilita in un capannone in fitto presso San Salvatore Telesino.
L’inadeguatezza delle strutture sia dal punto di vista operativo che normativo,
che comportava un esteso ricorso a lavorazioni esterne, aveva motivato l’impresa a
progettare la realizzazione di un nuovo stabilimento nell’area PIP di Benevento.
La relazione riferiva che, all’epoca della proposta, l’iniziativa presentava maggio-
ri possibilità di espansione nel comparto automobilistico, che stava vivendo un mo-
mento di espansione grazie ai provvedimenti legislativi incentivanti. La ditta stava
cercando di diversificare il prodotto ampliando la clientele e puntando sulla qualità.
Era previsto il raggiungimento della produzione a regime nella misura massima
nell’anno 1999 e, nello stesso anno, l’incremento occupazionale di otto unità fermo
restando il numero totale di venticinque addetti rispetto ai dieci del 1996.
I macchinari usati nella sede provvisoria erano composti da materiale obsoleto
accanto ad altro più nuovo ed adeguato, che avrebbe dovuto essere trasferito nel
nuovo stabilimento.
La Banca riteneva tecnicamente ammissibile un investimento di L. 2.864,5 mln
contro una previsione dell’impresa di L. 3.069,4 mln (prevalenza maggiore di mac-
chinari), ma si adeguava alla determinazione provvisoria nel contributo pari a L.
2.839,5 mln.
Per quanto riguarda la quota di mezzi propri del 30% vi erano state due delibe-
razioni di aumento del capitale sociale: una in data 2.9.97 a L. 550 mln, di cui ver-
sati i 3/10 in data 16/9/97; l’altra a quest’ultima data per un “futuro” aumento di
capitale pari a L. 562 mln.
Al riguardo, la relazione medesima avvertiva che la disponibilità di mezzi propri
non era stata ancora dimostrata, almeno fino ad ottobre del 1997, ma tale apporto
appariva ragionevole ed in linea con le potenzialità dell’azionista di riferimento.
La data di avvio a realizzazione del nuovo programma era prevista ricadere
nell’Agosto 1997, la data di ultimazione al 1998 e la data di entrata a regime nel
1999.
40
Dalla relazione del S.R. si rileva invece che l’entrata a regime, prevista per il
1999 era slittata al 2000. La data del decreto provvisorio di concessione risaliva alla
fine del 1998 e la prima rata era stata concessa il 30/6/99, ciò nonostante lo stato
di avanzamento dell’intervento fosse pervenuto, a tale data, al 100%.
Sempre secondo la relazione semestrale del S.R., redatta il 12 marzo di
quest’anno, il ritardo, nell’avvio della realizzazione, sarebbe stato determinato da
problemi di ordine tecnico amministrativo connessi al rilascio del decreto di conces-
sione provvisoria “come del resto è avvenuto per tutti i progetti di Patto Territoriale
approvati”18
Inoltre, per tutte le imprese, sarebbe stato necessario attendere l’esito per la ul-
teriore istruttoria svolta dal Banco di Napoli per la corresponsione
dell’anticipazione.19
Fasi non sempre coincidenti tra loro e con riflessi, oltre che sui tempi di realizza-
zione effettiva, anche sulla possibilità che iniziative, dapprima inserite nel Patto,
giungessero a termine.
IL CHIOSTRO S.n.c.
E’ una delle iniziative che, alla data dell’ultima relazione del S.R., non aveva an-
cora ottenuto il decreto di concessione provvisoria del contributo.
Nella relazione bancaria si sottolineava la situazione pregressa, caratterizzata da
modestia degli spazi e delle dotazioni disponibili per la Società, che esercitava la
sua attività nel settore della tipografia ed editoria, ma che intendeva esercitare,
nella nuova sede dello stabilimento, attività produttiva nel campo della legatoria e
dell’allestimento di agende, calendari, album e simili.
I dati relativi agli esercizi precedenti non risultano illustrati nella relazione “per-
ché poco significativi per l’esiguità dei risultati conseguiti”. Le fonti di copertura e-
rano, in ogni caso, giudicate congrue e idonee ad una copertura dei fabbisogni ade-
guata e tempestiva. La Banca peraltro, riferiva, nelle sue conclusioni, che la dispo-
nibilità di mezzi propri non era stata dimostrata, ed alla dichiarata disponibilità ad
aumentare il capitale sociale non aveva ancora fatto seguito la relativa delibera.
Nel prevedere un aumento di occupazione da una a tredici unità rispetto alla uni-
ca unità in servizio nel 1996 la Banca giudicava il progetto “correttamente dimen-
18 Il soggetto responsabile si riferisce, evidentemente, ai soli Patti di prima generazione, in quanto il decre-to relativo ai Patti di seconda è rilasciato per il complesso delle iniziative. 19 In sostanza, stando ai documenti presentati dal S.R. ed in particolare al documento di presentazione, la stessa Banca avrebbe talvolta svolto due istruttorie, con esiti non sempre coincidenti: la prima per l’analisi tecnico economica degli investimenti industriali e del progetto industriale; la seconda per il rilascio della polizza fideiussoria ai fini della corresponsione dell’anticipazione.
41
sionato” e indicava come tempo utile per la realizzazione il periodo dal 1997 al
2000.
A fronte di tali conclusioni stavano le riserve formulate nella relazione relativa-
mente all’analisi del prodotto ed alle prospettive di mercato e destinazione della
produzione.
Il mercato di riferimento era stato caratterizzato, infatti, già dal 1996, da un so-
stanziale ristagno dell’attività produttiva (-1,4%) ma da un fatturato stabile. De-
crementi particolarmente significativi si riscontravano nei settori editoriale e degli
stampati pubblicitari. La tendenza appariva confermata dall’esame specifico
dell’industria cartotecnica, dove ad un incremento delle produzioni corrispondeva
una diminuzione del fatturato.
La relazione, concludendo l’esame di tale aspetto, nell’affermare che il settore
cui si rivolgeva l’iniziativa non sembrava presentare, a breve, prospettive di intenso
sviluppo, indicava il vero punto di forza nella situazione locale, ponendosi essa co-
me solo riferimento, per la tipologia di servizi, nelle province di Benevento ed Avel-
lino e, in parte, di Campobasso.
Tale previsione risultava peraltro smentita dalle circostanze riferite dal S.R., nella
sua più recente relazione semestrale, secondo la quale la Società non era riuscita a
superare positivamente l’istruttoria, e non aveva ottenuto in tempo utile il Decreto
di concessione provvisoria del contributo20, per cui lo stesso S.R. aveva fatto richie-
sta di rimodulazione del finanziamento destinato in sede revisionale a tale iniziativa.
MLS S.N.C.
Iniziativa operante nel settore della lavorazione degli inerti fluviali, diretta
all’ampliamento di un impianto di estrazione già esistente, attraverso la realizzazio-
ne di un nuovo impianto e la diversificazione produttiva mediante nuove linee. La
scelta di ampliare la gamma delle produzioni industriali e le vie commerciali era di-
retta a limitare i rischi connessi con le dinamiche evolutive del primigenio mercato
di sbocco.
Per quanto riguarda le prospettive di mercato, il settore era stato caratterizzato,
negli ultimi anni, da una bassa dinamica, con qualche segno di ripresa nel 1996 per
quanto riguardava il settore delle opere pubbliche. L’impresa presentava un positivo
volume di affari nell’ultimo triennio ed era previsto un incremento del fatturato.
La relazione aveva valutato con stime prudenziali il regime produttivo raggiun-
gibile al termine del periodo previsto (2000), sia per il settore degli inerti che per la
nuova linea produttiva diretta alla pavimentazione, per l’inadeguatezza degli im-
42
pianti e per le possibilità di mercato, con un incremento del personale pari a quat-
tordici unità, raggiungibile sempre a fine del 2000, più realisticamente ritenuto dalla
Banca limitato a sei nuove unità.
Essa si era espressa altresì per un ridimensionamento dell’area proposta per le
produzioni e i depositi (capannone di 1000 mq.), anche in considerazione del fatto
che buona parte delle materie prime e dei prodotti finiti era idonea ad uno stoccag-
gio all’aperto. Non si riteneva, inoltre, necessaria l’abitazione del custode, non es-
sendo tale figura prevista nell’organico aziendale, né effettivamente necessaria.
Come data di avvio della realizzazione era previsto settembre 1997 e, come data
di entrata a regime il 2000, per un totale di L. 4.550,5 mln dei quali L. 3.665,7 mln
a carico dello Stato e 16 nuovi occupati rispetto al totale.
La copertura finanziaria risultava complessivamente adeguata, sia per la compo-
nente dovuta agli investimenti che per quanto concerne le necessità di circolante.
In particolare, per i mezzi propri, era prevista un’anticipazione di L. 500 mln ne-
cessaria per compensare la sfasatura temporale evidenziatasi nell’ultimo anno di
realizzazione dell’investimento tra il sostentamento delle spese e l’incasso della ter-
za tranche di contributo secondo la tempistica sopra citata. Ad essa si sarebbe fatto
fronte con la vendita di un terreno, consentendo il rientro di questa anticipazione
con il saldo dell’ultima rata contributiva.
Alla data del 12 novembre 1997, la disponibilità di mezzi propri non era stata an-
cora dimostrata, ancorché risultasse in favore dei promotori “una significativa pos-
sidenza patrimoniale”. Gli apporti necessari erano all’epoca previsti in una “delibe-
razione informale” esibita per L. 1.374,9 mln.
A distanza di tre anni, dalla relazione del S.R. relativa all’ultimo periodo (II se-
mestre 2000) si ricava che lo stato di avanzamento dell’intervento era pari al
29,7% considerando il 2000 ultimo anno per le richieste di pagamento previste dal
progetto esecutivo. A fronte di una previsione che indicava l’1,6% nel 1997, il 56%
d nel 1998, il 42,4% nel 1999, stava la percentuale derivante dagli stati di avanza-
mento pari all’1,6% nel 1997, il 5,8% nel 1998, il 4,6 % nel 1999 ed il 17,6% nel
2000. Una percentuale di investimenti crescente, ma largamente inferiore alle pre-
visioni ed in un periodo di tempo che supera di anni le previsioni stesse, rendendo
quindi impossibile verificare il raggiungimento degli obiettivi alla scadenza prevista.
METALPLEX S.R.L.
L’impresa opera in due distinti settori di attività, meccanico ed elettronico, me-
diante la costruzione di armadi con serrature ad alta sicurezza per armi o valori e
20 In base alla Deliberazione del CIPE in data 4 agosto 2000, entro il 30 novembre 2000;
43
con prodotti innovativi come il “caddy fone”21 ed i distributori automatici. L’iniziativa
era di ampliamento con la realizzazione di un nuovo capannone e l’acquisto di nuovi
macchinari. Per l’elettronica, l’ampliamento era imperniato sulla realizzazione di un
impianto di diffusione al silicio per la realizzazione di circuiti integrati ASIC22 che
consentissero di fronteggiare la concorrenza proveniente dall’Estremo Oriente.
Secondo l’analisi del prodotto, delle prospettive di mercato e della destinazione
della produzione, il mercato in cui operava l’impresa nel 1997 presentava sufficien-
ti margini di crescita della domanda, ed in particolare era previsto un incremento
delle spese della P.A. per la pubblica sicurezza, settore in cui la Metalplex era a-
zienda leader. Per quanto riguarda la produzione di ASIC, l’azienda aveva in corso
accordi commerciali con l’Alenia per l’interesse di quest’ultima ad affidare
all’esterno un intero ciclo di produzione della propria linea elettronica.
Nel giudizio conclusivo, la Banca riteneva affidabili i promotori, in quanto intesta-
tari di beni immobili di valore, e valido e molto avanzato il progetto tecnico e tecno-
logico. Il piano degli investimenti appariva pertinente all’attività svolta ed idoneo al
raggiungimento dei risultati produttivi preventivati.
Il livello occupazionale avrebbe dovuto essere incrementato di 34,6 unità, dalle
70,4 del 1997 alle 105 previste a regime nel 2003.
Per quanto riguardava l’apporto di mezzi propri, il soggetto beneficiario risultava
in grado di raggiungere il 30% dell’investimento previsto attraverso il ricorso alle
riserve patrimoniali aziendali libere.
Il programma degli investimenti inizialmente avrebbe dovuto svilupparsi negli
anni 1998 e 1999, rispettivamente per L. 7.467 mln e per L. 24.517,4 mln per un
totale di L.31.984,4 mln, e la produzione avrebbe dovuto entrare a regime per il 31
dicembre 2002. Con una successiva puntualizzazione bancaria, il programma subiva
un lieve slittamento, prevedendosi l’inizio ad aprile del ‘98 ed una diversa distribu-
zione degli investimenti con L. 10.662 mln nel 1998, L. 15.000 nel 1999 e L.
6.322,4 nel 2000.
Nella puntualizzazione si riferiva altresì della necessità di un ricorso
all’indebitamento bancario, non previsto dalla Società, necessario per la copertura
del fabbisogno in termini di capitale d’esercizio incrementale stimato per effetto
dell’investimento, pur segnalando che la Società era adeguatamente affidata dal si-
stema bancario.
Per quanto riguarda l’apporto di mezzi propri da investire nel progetto, agli inizi
del 1998 era stato deliberato l’utilizzo della disponibilità aziendale temporaneamen-
21 Cabina telefonica; 22 Application Specific Integrated Circuit;
44
te depositata presso la Banca di Roma per L. 4.300 MLD, al fine di far fronte alle
necessità urgenti connesse all’inizio dei lavori relativi all’iniziativa e, contemporane-
amente, si autorizzava l’amministratore a rendere disponibili le riserve facoltative
accumulate al 31 dicembre 1996, limitatamente a quella parte costituente vera li-
quidità aziendale.
Era previsto, infine, un aumento del capitale sociale peraltro, alla data della pun-
tualizzazione della banca, (28 aprile 1998) non ancora deliberato.
La banca concludeva che dalla documentazione esibita emergeva “un quadro di
confortante disponibilità di mezzi propri potenzialmente utilizzabili”.
Dai dati desumibili dalla relazione semestrale del S.R. risultava che il decreto di
concessione provvisoria era stato emanato il 31 maggio 1999, ben oltre l’inizio pre-
visto dell’attività, ed il contributo in conto anticipazione corrisposto il 13 ottobre
2000, a distanza di tre anni dall’invio del progetto esecutivo, era stato quantificato
da parte dell’impresa peraltro nella misura di L. 12.584,4 mln.
Rispetto a quest’ultimo e rispetto ad un programma di pagamenti annuali che
doveva concludersi nel 2000 per L. 31.984,4 mln, alla fine di quest’ultimo anno ri-
sultavano realizzati investimenti complessivi pari a L. 955,7 mln, corrispondenti al
3% del previsto.
Nella relazione semestrale del S.R. non c’é spiegazione del fenomeno, ed in par-
ticolare dell’enorme differenza tra somme incassate a titolo contributivo e somme
investite e delle vistose differenze fra tempi previsti e tempi effettivi
dell’investimento. Mancano esiti di una qualsiasi attività di monitoraggio.
PAN S.R.L.
Dalle relazioni semestrali del S.R. si evince che l’iniziativa avrebbe potuto avere
una forte riuscita per il prodotto non ancora sviluppato nella provincia di Benevento,
(produzione di noccioline) ma che il Ministero non aveva, alla data dell’ultima rela-
zione, ancora emesso alcun decreto concessivo del contributo.
Ciò appare conseguente alla relazione bancaria, peraltro dimostratasi alquanto
benevola sulle valutazioni d’idoneità contributiva dell’iniziativa.
Con riguardo al giudizio tecnico conclusivo sulla rispondenza del progetto alle fi-
nalità, l’istituto bancario dichiarava, infatti, di “accettare acriticamente, così come
denunciato” l’intero ammontare per la spesa presentata dall’impresa, per mancanza
di dati metrici e di costo specifici relativi alle opere murarie, agli impianti ed alle at-
trezzature occorrenti, ad esclusione della linea di produzione.
La Banca, a fronte di tali carenze, si era limitata ad affermare che gli importi e-
sposti a consuntivo (?!) avrebbero dovuto essere verificati “in base alle opere effet-
tivamente realizzate ed alle spese sostenute e documentate”. Subito dopo tale af-
45
fermazione la Banca denunciava peraltro l’assenza di relazione geologica e geotec-
nica, della Concessione edilizia, della relazione sull’impianto antinquinamento. Piut-
tosto cauta appariva l’affermazione finale contenuta nelle conclusioni, secondo la
quale il programma esaminato mostrava caratteristiche di mero progetto di massi-
ma, per cui un giudizio “più compiuto” avrebbe potuto essere formulato solo a se-
guito di circostanziati elementi chiarificatori dei punti più qualificanti del progetto
(iniziativa, mercato, redditività economica, occupazione e costo impianti).
LEGNO DESIGN NAPOLITANO S.R.L.
La ditta svolge la sua attività nella produzione di infissi interni ed esterni, in le-
gno e metallo, e di mobili di legno, ed intende trasferire la produzione ubicata in Ai-
rola in un nuovo stabilimento a Montesarchio. Essa si rivolge ad una clientela di pic-
coli imprenditori edili e di privati.
Dalla puntualizzazione della Banca in merito alla relazione sulla validità e fattibili-
tà dell’iniziativa e sul relativo piano finanziario si desumeva che, a seguito di dichia-
razione della Società in data 18 dicembre 1997, la realizzazione dell’iniziativa ave-
va subito uno slittamento, per cui la spesa prevista slittava da L. 678 mln nel 1997,
L 1.094 mln nel 1998, L. 440 mln nel 1999 - per un totale di L. 2.212 mln - a L.
772 mln nel 1998, L. 1000 mln nel 1999 e L. 440 mln nel 2000, per un totale dello
stesso importo.
Fermo restando l’incremento occupazionale di nove addetti a regime, l’iniziativa
avrebbe dovuto occupare quindici unità. Nella relazione si soggiungeva, a conferma,
che a libro matricola al 21.3.1997 risultavano sei unità lavorative.
Stando alle conclusioni della prima relazione in data 1 ottobre 1997, la spesa ri-
conoscibile era ridotta da L. 3.397 mln a L. 2.212 mln ed il contributo spese ridotto
da L. 1966,6 a L. 1.747,1 mln.
Nella successiva puntualizzazione i dati produttivi dell’azienda erano confermati,
ma quale anno d’esercizio a regime era assunto il 2002, modificandosi in tal modo
la previsione dell’azienda di raggiungere le condizioni finali nel 2000 “in modo da
dare più tempo all’azienda di raggiungere i risultati proposti”.
Anche in tal caso, come in non pochi precedenti, la disponibilità della quota di
mezzi propri non era stata dimostrata. Tuttavia, secondo l’istituto creditizio, che pe-
raltro lasciava trasparire qualche incertezza sul punto, i promotori avrebbero potuto
essere in grado di assicurare un adeguato impegno per coprire la quota di capitale a
loro carico, che sembrava in linea con le loro reali possibilità. In ogni modo,
l’impegno di apporto di mezzi propri era assunto nella forma dell’aumento di capita-
le sociale con delibera assembleare del 4 settembre 1997.
46
Dai dati desumibili dalla relazione semestrale risulta che il progetto esecutivo era
stato trasmesso il 28 ottobre 1997 e l’iniziativa avviata il 4 febbraio 1999, dopo che
era stato emesso decreto provvisorio di concessione in data 23 dicembre 1997. Es-
sa era quindi iniziata oggettivamente in ritardo anche rispetto allo stesso decreto
concessorio e all’anticipazione di L. 494,5 mln, se si tiene conto che era stata corri-
sposta il 15 ottobre 1998, quindi cinque mesi prima della prima fattura pagata e
quietanzata, e con una esposizione a tutto il 1999 di L. 211,6 mln rispetto allo stato
di avanzamento raggiunto in questo ultimo anno (L. 706,1 mln). Inoltre, fino alla
data della relazione (marzo 2001), non si erano sostanzialmente più avuti ulteriori
avanzamenti (se si esclude L. 1 mln nel 2000) tanto che, nella stessa ultima rela-
zione tale fenomeno era oggetto di apposita segnalazione.
VECCHIO FORNO S.R.L.
Il programma riguardava la costruzione di uno stabilimento per la produzione di
pane di qualità, da ubicare nell’area P. I. P. di Montesarchio, in provincia di Bene-
vento, con un mercato prevalente nei “fast food”.
L’investimento riconosciuto era pari a L.2.949,6 mln, ma con una misura contri-
butiva ed una ripartizione temporale diverse da quelle inizialmente previste, per cui
si imponeva un ricorso temporaneo al credito bancario a breve.
Il contributo doveva passare da L. 2.429 mln a L. 2.267,5 mln e, per quanto ri-
guarda la ripartizione temporale, inizialmente, per il 1997, a fronte di investimenti
pari a L. 775,8 mln, era previsto un contributo per L. 1.133,7 ed un apporto di
L. 440 mln in conto aumento capitale sociale e nel 1998, a fronte di un investimen-
to per L. 2.173,8 mln un contributo ed un apporto in mezzi propri di importo pari al
precedente esercizio.
Nella puntualizzazione bancaria in data 27.8.1998 si riconosceva uno slittamento
di un anno nella realizzazione dell’iniziativa, per cui la ripartizione dell’investimento
risultava pari a L. 1.776,4 nel 1998 e a L. 1.173,3 mln nel 1999. Valutando il fabbi-
sogno in L. 3.403,9 mln (onere investimento più capitale di esercizio per L. 454,2
mln) le fonti di copertura erano indicate, oltre che nel contributo per L. 2.330 mln,
in L. 900 mln come mezzi propri e in L. 200 mln come debiti a breve.
Quale anno di esercizio era confermato il 2000, in quanto il tempo proposto ap-
pariva adeguato per raggiungere i risultati previsti.
Per quanto riguarda l’affidabilità e la disponibilità di mezzi propri, la relazione
bancaria affermava la sussistenza di entrambe, ma subordinava l’erogazione della
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prima tranche di contributo all’effettivo versamento della somma di L. 650 mln in
conto aumento capitale sociale.
Nonostante tali confortanti premesse, dalla relazione del S.R. relativa al secondo
semestre del 2000 il decreto di provvisoria concessione contributiva risultava emes-
so in data 2.11.1999 e, a fronte del pur cospicuo contributo in conto anticipazione
concesso nella misura di L. 1.186,8 mln, non risultava iniziato alcun lavoro, né cer-
tificato alcuno stato di avanzamento. Dallo stesso S.R. risulta emessa e pagata po-
lizza fideiussoria di copertura dell’anticipazione. Si rileva trattarsi del terzo nuovo
impianto compreso nel Patto che non ha consentito il raggiungimento di nuovi oc-
cupati nell’impresa.
IZZO PELLI S.R.L.
Azienda specializzata nella produzione di pellami conciati. Secondo il più recente
documento bancario il mercato nazionale del 2000 era stato caratterizzato da un
andamento positivo, con un incremento dell’export del 41% ed un fatturato di
12.200 Mld (il 40% in più rispetto al 1999).
Nel 2001 si erano manifestate preoccupazioni a seguito di una contrazione dei
consumi determinato da vari fattori, tra i quali la crisi economica in atto negli Stati
Uniti d’America, il fenomeno della “mucca pazza” con riduzione delle disponibilità di
materia prima. In ogni modo la Banca giudicava le prospettive di mercato nel com-
plesso “sufficientemente positive”.
L’ammontare dell’investimento ritenuto ammissibile dalla Banca risultava pari a
L. 6.876 mln, ed il contributo in conto capitale concedibile pari a L. 4.805 mln, per
una spesa risultata infine ammissibile di L. 6008,6 mln. La società aveva un pro-
gramma di ampliamento di quello originario, quest’ultimo pure aggiornato successi-
vamente, ma la sua realizzazione era subordinata all’ottenimento di risorse aggiun-
tive a valere sul Patto stesso o su altre leggi agevolative. Questa ipotesi, a parte i
problemi di variante del progetto che aveva rappresentato nei rapporti con
l’amministrazione, non sembrava avere evocato nel S.R. il dubbio che fosse contra-
ria alla normativa vigente.
L’ultimazione del programma, in ogni caso, era prevista per il dicembre di
quest’anno e l’entrata a regime per il 31 dicembre del 2003.
Il volume della produzione, nel 1997, ammontava a L. 3.214,6 mln ed era previ-
sta, per l’anno 2004, una produzione pari a L. 27.764 mln.
La relazione avverte, però che tale ultimo dato si riferiva a previsioni relative al
programma ampliato, comprensivo di una maggiore dotazione di macchinario, pe-
48
raltro corrispondente alle dimensioni dell’impianto. Sempre secondo la banca, oc-
correva, al riguardo, una valutazione più attenta del mercato di riferimento, e per
poter esprimere un giudizio motivato occorreva tener conto di clienti, territorio e
dimensione. Occorreva, in sintesi, un’accurata analisi delle potenzialità dell’impresa
in rapporto al mercato, che è uno degli aspetti della valutazione bancaria e del bu-
siness plan.
Sotto tale profilo gli stati patrimoniali, i conti economici ed i piani finanziari, non-
ché i fabbisogni e i mezzi di copertura appaiono tutti superati sia dal punto di vista
temporale che economico, tenuto conto dell’incertezza programmatica e
dell’indeterminatezza del contributo rispetto alle due ipotesi in campo.
Stessa constatazione deve farsi con riguardo al numero degli occupati possibili,
che poteva aumentare dai ventisette previsti fino ai trenta dipendenti del program-
ma più esteso ma che, all’epoca della relazione, era fermo ad undici. Era comunque
confermata dalla Banca la validità tecnico economica dela iniziativa, con le sole mo-
difiche apportate alle opere murarie. Anche il piano finanziario di copertura finanzia-
ria della spesa appariva alla banca ben strutturato, e affidabile la famiglia che ge-
stiva l’attività imprenditoriale.
La copertura finanziaria della spesa appariva congrua, compatibile e tempestiva,
a patto di fare ricorso temporaneo al credito bancario.
RELAZIONE DELL’UVER
Riguardo alla circostanza che la maggiore consistenza della nuova costruzione
potesse giustificare l’introduzione di indici di proporzionalità del contributo, e quindi
delle spese ammissibili, il verificatore, in data 23.02.2000 si era dichiarato in disac-
cordo. Rinviava in ogni modo la valutazione dell’eventuale richiesta di rimodulazio-
ne al S.R. del patto, il quale, a sua volta rinviava all’istruttoria da parte dell’Istituto
bancario.
Quest’ultimo, a sua volta ancora, rilevava che “un puntuale giudizio
sull’opportunità di realizzare un programma più esteso era subordinato ad un ag-
giornamento della verifica del mercato di riferimento dell’azienda sulla base di nuovi
elementi non ancora disponibili”.
RELAZIONE SEMESTRALE DEL S.R..
Il contributo era stato concesso il 23/12/97 ed era stata erogata una anticipazio-
ne in data 12/10/98. Al 31 dicembre ’00, l’investimento era stato realizzato al
67,9%, ed era presumibile il rispetto dei tempi previsti per la realizzazione. Perma-
49
neva all’epoca della relazione, marzo 2001, l’incertezza sui limiti di essa, e sulla
perseguibilità del programma esteso in rapporto ai mezzi contributivi.
Il Presidente della società S.R. del Patto, in data 13 giugno 2001 aveva inviato il
proprio parere favorevole alle variazioni apportate dall’azienda, in quanto, non mo-
dificando gli aspetti produttivi già esistenti, in futuro avrebbero dovuto favorire uno
sviluppo complessivo della produzione e del suo indotto.
Allo stato, non si ha notizia dell’esito ministeriale dato alla proposta di variante,
peraltro già in corso di attuazione.
RUSSO ALLUMINIO
L’impresa si occupava, prima del completamento dell’iniziativa, di commercializ-
zazione al dettaglio e all’ingrosso di profilati in alluminio ed accessori di tutti i ma-
nufatti in alluminio, nonché di macchine ed attrezzature per la lavorazione dei pro-
dotti.
Il mercato dei profilati si distingueva in due principali aree di affari: per l’edilizia
e per altri usi. Quest’ultima attività si era affermata nel corso dell’anno precedente
all’avvio dell’iniziativa. Vi erano aziende già potenziali clienti dell’impresa e nella
provincia non risultavano concorrenti.
La distribuzione temporale dell’investimento risultava essere la seguente: data
inizio: 1/4/98 per L. 2.300 mln; impegno 1999: L. 3.296,6 mln; 2000 (termine rea-
lizzazione): L. 1.000 mln per un totale di L. 6.596 mln.
La data di entrata a regime era prevista per il 31 dicembre 2001.
Per quanto riguarda il volume delle vendite, l’attività commerciale non aveva da-
to luogo a tassi di redditività molto soddisfacenti, “e ciò poteva avere indotto i soci
a progettare la nuova attività industriale al fine di migliorare i propri margini di pro-
fitto”.
Per quanto riguarda il volume della produzione, il fatturato previsto a regime sa-
rebbe risultato pari a L. 4.237,2 mln, in linea con i valori medi di mercato per il
trattamento ed il rivestimento dei metalli, nonché delle lavorazioni.
Lo stato patrimoniale ipotizzato dal richiedente risultava pari a L. 9.084,2 mln,
rettificato dalla Banca in misura pari a L. 8.718 mln. Anche il conto economico era
rettificato da un utile di L. 556,8 mln a L. 362 mln. La banca, nel riconoscere al
passivo investimenti per l’importo sopra citato, indicava fonti di copertura per un
totale di L. 9.969 mln, aumentando del doppio i prestiti da richiedere.
Gli occupati sarebbero dovuti aumentare dai sei addetti alla semplice commercia-
lizzazione ai ventitré occupati addetti alla manifattura e alla commercializzazione.
Era ribadita la validità tecnica dell’investimento e la corrispondenza del progetto alle
finalità produttive dell’impresa. Il piano finanziario appariva ben strutturato e tem-
50
pestivo. La Russo Alluminio era giudicata pienamente affidabile dall’Istituto bancario
del quale era cliente. L’oggetto sociale, aggiungeva la Banca, doveva comunque es-
sere ampliato al trattamento, alla verniciatura e al rivestimento dei metalli in conto
terzi, in quanto attività giustificative delle agevolazioni in questione.
RELAZIONE DELL’UVER
Alla data della visita risultava realizzato il 67,5 % del progetto, la cui esecuzione
era stata avviata il 28/4/98 ed avrebbe dovuto comunque essere ultimata entro il
31/12/2000. Era stato accertato il versamento di L. 1.900 mln che peraltro erano
stati effettuati in precedenza e patrimonializzati con del.ne dell’11/12/1997.
La realizzazione aveva subito ritardi a causa della resistenza dell’occupante il sito
destinato ad area dello stabilimento a liberarlo. Inoltre, dopo l’approvazione del
progetto l’imprenditore aveva voluto accorpare in un unico capannone anche gli
spazi destinati ad uffici e servizi, per cui la variante aveva determinato il rallenta-
mento della dinamica realizzatoria. Le opere edili erano state realizzate al 95% ma
mancava circa il 30% dei macchinari. L’entrata a regime avrebbe dovuto avvenire,
stando così la situazione, presumibilmente entro il 2001.
AGRI.TEL
Nella relazione istruttoria bancaria in data 3.10.97 risultava che l’iniziativa Agri-
tel riguardava un impianto per la produzione di ortofrutticoli in serra con ciclo tec-
nologico accelerato mediante coltura idroponica, e si completa con impianto di con-
fezionamento dei prodotti agricoli. L’iniziativa era classificabile con il codice ISTAT
91-01.12 (coltivazione ortaggi).
Si prevedeva la costruzione di un nuovo impianto dotato di serra per effettuare
due fasi di lavorazione:
1) coltivazione idroponica di ortaggi
2) confezionamento del prodotto, pronto per la commercializzazione, da effet-
tuarsi in capannone dotato di macchinari e impiantistica a corredo.
Tale iniziativa non era stata ritenuta ammissibile dal Ministero del Bilancio in
quanto non riferibile ad alcuna iniziativa agevolata.
Con successiva relazione di puntualizzazione per l’ammissibilità dell’iniziativa al
Patto in data 24.8.98 l’Agri.tel segnalava che la medesima poteva rientrare nei se-
guenti quadri normativi:
• L. 488/92 per le caratteristiche industriali del ciclo;
• L. 44/86 per la composizione societaria;
51
• Misura 4.4.2 impianti di valorizzazione delle produzioni agricole e forestali
del P.O.P. Campania, sottoprogramma agricoltura.
Escluse le prime due ipotesi normative, la banca titolare dell’istruttoria riteneva
che l’iniziativa dell’Agri.tel avesse i requisiti previsti dalla misura 4.4.2 del P.O.P.
Campania allegando a corredo idonea documentazione.
Il Ministero del Bilancio, nonostante le puntualizzazioni fornite, non aveva ritenu-
to che l’iniziativa Agri.tel fosse ammissibile alle agevolazioni del Patto, in quanto
non rispondente ai requisiti normativi fissati dalla UE per il comparto.
Con istruttoria del 21.7.2000, si presentava un progetto di investimenti che so-
stituiva quello oggetto di iniziale domanda di agevolazione, riguardante la costru-
zione di uno stabilimento industriale destinato alle coltivazioni miste di ortaggi e
specialità orticole in serra, rientrante con caratteri prevalenti nella classificazione
ISTAT 01.12. -ramo agricoltura- e per il confezionamento finale, rientrante nella
classificazione ISTAT 15.33.
Dopo tale variazione l’iniziativa Agri.tel riguardava la costruzione di uno stabili-
mento industriale per la produzione di marmellate, confetture e conserve di frutta e
ortaggi in aceto e olio, da realizzare nella medesima area. Il costo dell’iniziativa
che, nella prima relazione bancaria era stato dichiarato congruo in L. 3.684,6. mln
restava invariato.
La ditta non chiedeva le agevolazioni sull’intero importo, ma solo su L. 3.535,7
mln restando a suo carico la differenza di L. 148,9 mln. Il calcolo della agevolazione
massima spettante, fatto tenendo conto della delibera CIPE del 23.04.97 (compor-
tante un onere massimo per lo Stato di L. 2.833,4 mln) e della verifica del contribu-
to massimo concedibile in relazione alle disposizioni sui Patti Territoriali, era deter-
minato in L. 2.743,3 mln (3.535,7–2.743,3=792,4). Il capitale minimo da investire
nell’iniziativa ammontava a L. 1.060,71 mln, (30% di L. 3.535,7 mln).
L’iniziativa prevedeva un incremento occupazionale pari a dodici unità lavorative,
ed i tempi di realizzazione dell’iniziativa, inizialmente previsti dal 1.9.97 al
1.1.2001, erano, nella successiva rimodulazione, slittati al 2000/2002.
Il decreto provvisorio di concessione, in data 27/09/2000, riconosceva
all’iniziativa Agri.tel un investimento ammissibile di L. 3.154,5 mln con un onere per
lo Stato di L. 2.516,0 mln (79,7%di 3.154,5).
Relazione semestrale del S.R.
Al 12.03.2001 l’iniziativa non era ancora decollata.
52
C.D. s.r.l.
Il progetto riguardava la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale per la
produzione di jeans con annessa lavanderia industriale. Le ragioni dell’iniziativa ri-
siedevano nella particolare preparazione professionale dei soci e nel desiderio di at-
tivarsi in un settore ritenuto suscettibile di ulteriore sviluppo. I tempi di realizzazio-
ne del programma coprivano un arco temporale che si estendeva dal 1997 al
1.1.2000, anno di entrata a regime. A fronte di una spesa dichiarata di L. 11.097,1
mln è stata considerata ammissibile alle agevolazioni una spesa complessiva di L.
10.500,0 mln l’incremento occupazionale è di n.45 nuove unità lavorative.
Al 09.09.97, il programma di investimento non era stato ancora avviato.
Con dichiarazione sostitutiva di atto notorio, resa in pari data, la società aveva
precisato che la data di avvio dell’investimento avrebbe dovuto presumibilmente
coincidere con l’emissione del decreto di concessione del contributo in c/capitale.
Si era ritenuto, pertanto di dover far slittare di un anno l’avvio dei lavori. Per
queste ragioni la data di avvio di realizzazione del programma slittava al 1998 con
entrata a regime prevista per il 01.01.2002.
L’iniziativa della C.D.srl , proposta da operatori impegnati da molti anni nel set-
tore tessile e dell’abbigliamento, appariva valida sotto gli aspetti tecnico-economici,
commerciali e reddituali.
I promotori, conosciuti in ambito bancario come operatori affidabili, sembravano
in grado di far fronte agli impegni da assumere nel corso della realizzazione del
programma. Nel decreto provvisorio di concessione del contributo, in data
30.12.98, si riconosceva ammissibile per l’iniziativa C.D. s.r.l un importo pari a L.
10.500,0 mln con un onere per lo Stato di L. 8.392,5 mln (80% di L. 10.500 mln) in
tre rate di L. 2.797,5 mln (l’importo approvato dal CIPE era di L. 10.431,0 mln one-
re per lo Stato L. 8.787,5 mln).
Relazione semestrale del S.R..
In base a quest’ultima risultava che la prima anticipazione era stata riscossa il
12.12.2000 ad oltre due anni dall’avvio previsto per la realizzazione.
Al 31.12.2000 l’investimento realizzato era pari al 7,7%. Mancano enti di moni-
toraggio.
COMPLESSO POLIVALENTE ROSSANA
Il progetto riguardava la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale per la
produzione di sughi e piatti pronti sterilizzati e surgelati, da fornire a mense azienda-
li, universitarie e scolastiche ed a piccole e grandi comunità. I promotori
53
dell’iniziativa erano da molti anni imprenditori in vari settori sia in Italia che
all’estero, con grande competenza e professionalità.
Attualmente l’attività è invece rivolta a due settori industriali:
• quello dei fitofarmaci, con uno stabilimento di produzione in Benevento, di
recente costruzione ed all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.
• quello alimentare, con uno stabilimento industriale per la lavorazione della
carne, anch’esso all’avanguardia tecnologicamente e per quanto riguarda gli
aspetti igienico-sanitari.
I presupposti dell’iniziativa erano legati alla constatazione che nella provincia di
Benevento, a fronte di una crescente richiesta di cibi precotti da parte di mense a-
ziendali, comunità, ospedali,etc., non vi erano aziende industriali operanti nel setto-
re.
In base alla relazione bancaria la spesa prevista ammontava a L 12.016,7 mln.
L’incremento occupazionale previsto doveva ammontare a 30 unità lavorative. I la-
vori dovevano iniziare il 05.09.97 e concludersi entro il 31.12.98.
In base al D.P.C. il contributo concesso ammontava a L.9.812,8 mln.pari
all’81,7% dell’investimento, ripartito in due rate di L. 4.906,4 mln.
Nella seconda relazione istruttoria del 26.01.98 era articolato differentemente il
dettaglio del capitolo di spesa “Opere murarie e assimilate” fermo restando
l’ammontare complessivo della spesa.
Inoltre –con dichiarazione sostitutiva di atto notorio in data 19.12.97.-la società
precisava che il programma di investimento era stato avviato in data 04.09.97 con
il sostenimento delle spese di acconto sull’acquisto del terreno, allegando fattura in
pari data. (ciò sembrerebbe contrastare con quanto sostenuto nella relazione del
S.R. dove il primo titolo di spesa è del 17.07.97). Si riconfermava inoltre, il giudizio
positivo sul progetto precisando che i proprietari erano impegnati nelle seguenti ini-
ziative:
• Carni Sannite Srl -realizzazione di un complesso industriale per la macella-
zione e lavorazione di carni bovine e suine,e per questa iniziativa la società
ha goduto dei benefici della L. 64/86.
• Immobiliare Dodici Stelle Srl –realizzazione di un complesso industriale per
la produzione di fitofarmaci, tale iniziativa è stata ammessa ai contributi del-
la L. 488/92.
Infine a completamento del profilo imprenditoriale dei proponenti si segnalava
che una dei proponenti era proprietaria di un terreno edificabile in Benevento, per il
quale aveva richiesto la concessione edilizia per la realizzazione di una struttura ri-
54
cettiva (residence con 108 posti letto ), con annesso ristorante, palestra e super-
mercato.
Con l’iniziativa in questione i soci intendevano rafforzare la penetrazione nel set-
tore alimentare sfruttando le sinergie di Gruppo.
Relazione semestrale del S.R..
Si sottolinea il diverso dato del primo titolo di spesa, e la data di riscossione della
prima rata al 17.05.99.a quasi un anno dal D.P.C.
La data di effettiva ultimazione della realizzazione era il 06.04.00.
Lo stato di avanzamento del progetto corrispondeva al 100%
Come già riferito nelle pagine precednti, degli importi documentati quali stati di
avanzamento erano state riconosciute, su L.12.015,6, L.10.336,9 mln.
GALVACENTER S.r.l.
Con tale iniziativa s’intendeva costruire un nuovo stabilimento nella zona A.S.I.
di Ponte Valentino per il trattamento, la verniciatura ed il rivestimento dei metalli
c/terzi, in particolare di zincatura a caldo di materiali ferrosi.
L’impresa era totalmente partecipata dall’I.ME.VA s.p.a., un’azienda di medie
dimensioni con un fatturato di L.18.439 mln al 1996 ed un attivo di L.24.347,4 mln
nello stesso esercizio e 94 dipendenti. La controllante era stata fondata nel 1968 ed
era specializzata nella costruzione di barriere stradali di sicurezza, condotte portanti
di lamiera ed altri prodotti in carpenteria metallica, collocandosi fra le prime del set-
tore in Campania.23
La proprietaria del capitale aveva come obiettivo la delocalizzazione dell’attuale
impianto situato al centro di Benevento, per le esigenze produttive dell’I.ME.VA, 2/3
delle quali sarebbero state trasferite alla GALVACENTER.
La banca segnalava la buona consistenza patrimoniale della Società controllante
e, nell’ultimo bilancio, un elevato valore delle disponibilità liquide, rappresentate da
consistenze di c/c bancarie. Per contro, si segnalava un tempo medio d’incasso dei
crediti non breve e bassi tassi di redditività.
Nelle analisi del prodotto e delle prospettive di mercato e destinazione della pro-
duzione si ricordava che la zincatura a caldo era un procedimento per la protezione
della corrosione dei materiali ferrosi con le più varie applicazioni nell’industria e a-
spettative di commesse dalle amministrazioni di servizi pubblici industriali, come
FF.SS., ENEL, ANAS, TELECOM.
23 Tuttavia i dati degli ultimi due bilanci evidenziavano una diminuzione dell’attivo patrimoniale, del fat-turato e degli ammortamenti, nonché del cash-flow, a fronte di un aumento delle spese del personale e dell’utile netto.
55
Si attendeva lo sviluppo del settore della carpenteria e principalmente dei guard-
rails per effetto degli investimenti sulla A3 (SA-RC).
Si prevedeva a regime (nel 2002) una produzione massima di 23,936 tonnellate
al giorno per 220 giorni ed un fabbisogno di centoquindici unità produttive, con au-
mento netto di ventuno unità lavorative.
Il fatturato medio per addetto era sostanzialmente in linea con il valore medio
del settore.
L’ultimazione del nuovo programma per la realizzazione dell’impianto era previ-
sta al 31/12/99 e la data d’entrata a regime al 31/12/2001, per un totale di
L.8.987,6 mln d’investimento, ripartito in L.2.631,9 mln. nel 1998 e L.6.355,7 nel
1999.
Il suolo non era ammissibile a contributo, perché già di proprietà della control-
lante. Esso sarebbe stato trasferito alla Galvacenter dopo l’approvazione del frazio-
namento.
Il costo delle opere murarie, degli impianti e dei macchinari produttivi appariva
congruo rispetto alla consistenza ed alla tecnologia degli stessi.
Per quanto riguardava la copertura finanziaria, si riteneva che l’impresa potesse
sostenere l’aumento del capitale sociale ad almeno il 30% dell’investimento previ-
sto.
Gli indici di redditività a regime (ROI, ROE e ROS), in mancanza di raffronti col
passato apparivano tutti positivi.
Il rapporto fra fabbisogno e fonti di copertura a cinque anni, sulla base dei dati
rettificati, dava uno sbilancio di L.4.331 mln a favore delle fonti di copertura
(L.13.319 mln su L.8967,6 mln).
In definitiva, alla Banca, il programma d’investimento si presentava valido sotto
gli aspetti tecnico-economici, commerciali e reddituali, il piano finanziario appariva
corretto e rispondente alla specifica normativa di riferimento, il soggetto beneficia-
rio affidabile e la situazione finanziaria dei proponenti solida, in modo da sostenere
gli impegni in merito alla copertura finanziaria tramite mezzi propri nella misura
prevista dalla legge. Questo alla data del 1 ottobre 1997.
Successivamente era presentata dalla Banca una relazione sulle modifiche al
progetto originario comprensiva delle osservazioni relative a due varianti presentate
dalla Società nel 1999 e nel 2000, le prime riguardanti le opere murarie ed assimi-
late, i macchinari, gli impianti e le attrezzature e l’ultima una diversa collocazione
dei fabbricati l’ottimizzazione dell’impiantisca e della movimentazione interna.
56
La banca concludeva che le modifiche apportate dalla Galvacenter S.r.l. al pro-
getto originariamente approvato apparivano tecnicamente valide ed economica-
mente convincenti.
Ma c’è da constatare che, a parità di obiettivi, esse si traducevano in un ulteriore
aggravio di costi. Le varianti al progetto, infatti, comportavano un aumento di spe-
sa per un totale di L.10.884,9 mln, di cui.10.684,9 mln. ammissibili alle agevolazio-
ni, con un incremento di L.1.697,2 mln. rispetto alle previsioni d’istruttoria. Le va-
rianti riguardavano anche il suolo aziendale, ammissibile limitatamente alle siste-
mazione esterne per L.28,6 mln, in quanto il suolo aziendale era di proprietà della
controllante.
E’ da rilevare che, nonostante fosse in corso l’autorizzazione per tali varianti, la
Banca riferiva che alla data del sopralluogo il complesso era quasi ultimato per
quanto concerneva le opere murarie, le finiture e gli impianti nei fabbricati a desti-
nazione civile ed anche la maggior parte degli impianti produttivi.
La previsione era per l’entrata in funzione, a collaudi ultimati, entro la fine del
2001, con uno scostamento di due anni rispetto alla originaria in data 1 ottobre
1997.
Relazione semestrale.
Riguardo alle varianti il S.R., nella relazione relativa al 31 dicembre del 2000,
non confermava come ammissibili le proposte della Banca, facendo presente che,
così come richiesto dal MTBPE il progetto era stato trasmesso all’Istituto bancario
presso il quale era tuttora in corso la relativa istruttoria24 e che, per parte sua, era-
no confermate le osservazioni riportate nella precedente relazione relativa a al I
semestre del 2000, trasmessa il 30/10/2000, secondo le quali, descritte le varianti
del 99 e attestato che esse non modificavano sostanzialmente gli obiettivi produtti-
vi, economici ed occupazionali indicati in sede di domanda originaria, l’importo co-
municato per L.9.641,1 milioni complessivi (di allora) nella seconda relazione era
stato rettificato il L.8.950,3 mln a seguito di un riscontro di errori materiali.
L’importo ritenuto ammissibile a tale data scendeva quindi a L.8.577,7 mln., di po-
co inferiore al dato relativo a quello ammesso a decreto provvisorio di concessione,
ammontante a L.8.987,7 mln, che era tenuto fermo nell’ultima relazione disponibi-
le, ma che, a sua volta, è decisamente inferiore all’importo ritenuto congruo e am-
missibile dall’istituto bancario, di L.10.684,9 il quale, allo stato dei dati forniti dal
Ministero e dal S.R., non può ancora ritenersi autorizzato.
57
Rispetto alla data d’inizio effettivo della realizzazione pertanto, la stessa era per-
venuta, alla fine del 2000, a spendere L. 6.815,2 mln pari al 75,8% del totale auto-
rizzato di L. 8.987,7 mln ma era ancora lontana da quello proposto come ammissi-
bile dall’Istituto bancario, pari a L. 10.684,9 mln, con una percentuale effettiva pari
al 64,12%.
2.11 Considerazioni conclusive.
In conclusione i fenomeni più rilevanti di scostamento sono costituiti:
1. dal pressoché generalizzato eccessivo decorso del tempo dell’avvio delle ini-
ziative rispetto alle previsioni, tanto da comprometterne, in alcuni casi, lo
stesso inizio per il mutamento del contesto produttivo e di mercato;
2. dalla diffusa indeterminatezza e genericità delle attestazioni sul possesso dei
mezzi propri da parte degli imprenditori, spesso rinviata nel tempo come ac-
certamento dell’effettivo versamento;
3. da analisi di mercato talvolta decisamente negative rispetto a iniziative poi
ammesse a confrontarsi con esso, pur con nessuna esperienza nel settore
dove operare, nel presupposto di un presunta e non dimostrata diversità del-
la situazione locale;
4. per contro, da differenze fra analisi positive e situazioni realizzatorie mode-
stissime, inesplicabili in assenza di dati rivenienti da controlli interni e referti
specifici;
5. da ritardi talvolta di anni fra data dell’invio del progetto esecutivo e appro-
vazione contributiva da parte del MTBPE;
6. dal richiamo inesatto alla possibilità che l’iniziativa potesse reperire risorse a
carico di altre leggi agevolative dell’investimento;
7. dalla circostanza, riscontrata anche in altre situazioni pattizie, dell’avere i
controlli interni riguardato le situazioni produttive più avanzate, e non anche
quelle che rappresentavano maggiori difficoltà;
8. dal mancato chiarimento della funzione dell’anticipazione che, in ogni caso,
non costituisce sospensiva per l’avvio della realizzazione;
10. dalla tardiva corresponsione della stessa nei casi in cui vi era maggior ri-
schio d’impresa da parte dei proponenti le iniziative;
24 La relazione semestrale del S.R. è stata trasmessa al MTBPE ad aprile del 2001, la perizia di variante della Banca non è datata ma è sicuramente successiva al 1/3/2001, data indicata per il sopralluogo dell’istituto bancario medesimo.
58
11. dai casi di iniziative del tutto nuove non decollate entro i termini previsti o
affatto decollate;
12.dal deludente esito, allo stato delle realizzazioni, del tentativo di creare un
clima sinergico fra apparati pubblici e privati e fra imprese operanti in setto-
ri diversi e fra di loro collegati.
13. dai ritardi delle variazioni progettuali comportanti un aggravio contributivo
derivanti dalle differenti interpretazioni sulla competenza a decidere da par-
te dei diversi organi competenti.
Cap. 3. Il Patto Territoriale della provincia di Brindisi.
3.1. Documentazione acquisita dal MTBPE.
Secondo i dati più aggiornati forniti dal S.R., alla data del 19/07/01, le aziende
ammesse a finanziamento a carico delle risorse previste per il Patto erano 42, per
investimenti complessivi pari a L.108.921 mln., con un onere per lo Stato pari a
L.72.076 mln. ed un incremento delle unità occupazionali pari a n. 573 unità lavo-
rative.
Alla fine del 1998 avevano rinunciato 9 aziende, con una diminuzione dell'inve-
stimento pari a L.-16.585 mln.(15,22% in meno) dell'onere a carico dello stato pari
a L. 11.092,4 mln.(15,38%) ed un numero inferiore di occupati pari a -106 uni-
tà (18,49% in meno).
Erano stati emessi 24 decreti provvisori di concessione per investimenti totali pa-
ri a L. 63.014 mln ed un onere dello stato pari al 57,85% ed un incremento occupa-
zionale pari a 319 unità (57,67%).
Sempre alla stessa data erano state erogate anticipazioni a favore di dieci azien-
de, per un importo complessivo pari a L.5.365 mln.
Come opera infrastrutturale era prevista l'urbanizzazione primaria del comparto
centrale sud dell'agglomerato industriale di Brindisi, con un investimento pari a L
.4.160 mln ed un onere corrispondente da parte dello Stato.
Nella relazione concernente lo stato di avanzamento del Patto al 30 giugno 1999
– pervenuta al MTBPE il successivo 6 ottobre - otto imprese, le cui iniziative preve-
devano investimenti pari a L.16.502 mln. ed una previsione di incremento occupa-
zionale di 105 unità lavorative, risultavano rinunciatarie25.
Altre tre imprese non avevano risposto alle richieste del S.R,. per cui quest'ulti-
mo le aveva considerate “sostanzialmente”rinunciatarie, inviando copia delle comu-
nicazioni al Ministero del bilancio. Risultano ancora 24 decreti provvisori di conces-
59
sione di contributo ed erano di prossima emanazione, secondo una comunicazione
dei responsabili nel corso di una riunione convocata dal Ministero del Bilancio al 21
giugno precedente, altri 4 decreti.
Nel primo semestre 1999 risultavano ammesse a contributo 23 aziende per un
investimento pari a complessivi L. 57.420 mln (semestre prec..46.278) con un con-
tributo riconosciuto pari a L.38.014,5 mln ( semestre prec.L.30.830,3.) per un tota-
le di L.18.663 mln (semestre prec.5.356,5). Le anticipazioni erano state accreditate
a 21 delle 23 aziende che ne avevano fatto richiesta, per un importo complessivo
pari a L.17.757 mln.
Per le opere infrastrutturali era stato emesso in data 21 giugno 1999 decreto
provvisorio di concessione per 4.160 mln e, con comunicazione in data 30 settem-
bre 1999, era stata avanzata richiesta di erogazione dell’anticipazione di L.416 mln,
pari al 10% del contributo finanziario concesso, in quanto il Consorzio beneficiario
aveva proceduto ad indire la gara d’appalto per la realizzazione dell’opera.
Dai dati riepilogativi a giugno 1999 (comunicati a settembre s.a.) emergeva che
su un totale di investimenti di aziende private ammessi per L.57.420 mln ne erano
stati effettuati a dicembre del 1998 per L.7.816 mln, pari al 13,6%, saliti a
L.12.305 mln al 30 giugno successivo, pari al 21,43%, con un incremento del
7,83%.
Dietro il valore percentuale finanziario sussistono situazioni assai diversificate.
A fronte di anticipi incassati nel periodo maggio-giugno 1999 vi erano cinque im-
prese che non presentavano alcuno stato di avanzamento. Per due di esse, secondo
il S.R., la stessa anticipazione era stata corrisposta in ritardo.
Tuttavia, vi erano imprese che, nello stesso periodo, avevano avviato i lavori an-
che in attesa dell’anticipo e altre ancora che presentavano due fasi per stati di a-
vanzamento, pur avendo ottenuto solo l’anticipo. Quattro investimenti erano com-
pletati, dei quali uno allo stato finale in attesa di sopralluogo.
Esaminando gli stati di avanzamento secondo il parametro delle categorie di la-
vori, quelle che soffrivano i maggiori ritardi erano le infrastrutture specifiche (cabi-
ne di trasformazione e di decompressione metano, pozzi e convogliamento acqua e
allacciamenti esterni) e gli impianti antinquinamento (residui liquidi e gassosi). I la-
vori con scostamento relativamente minore rispetto alla previsione erano quelli re-
lativi al suolo aziendale (-49% rispetto alle previsioni) seguiti dalle opere murarie (-
77,5%) ivi compresi i basamenti (-47%) e dalle recinzioni (-76,3%), dagli oneri di
progettazione (-80,7%) dagli oneri di urbanizzazione (–57,2%) dalla sistemazione
25 La diminuzione di una impresa rispetto al numero delle precedenti dichiarate rinunciatarie, dipende dal computo di una di esse fa quelle, considerate aggiuntive rispetto alle stesse, che non avevano dato riscon-
60
del suolo (-88,6%) e dall’impiantistica (-93,6%), fino a giungere alle infrastrutture
sopra citate, completamente non realizzate alla data del 30 6 99.
Ferma restando la riserva in ordine alla variabilità delle situazioni relative a sin-
gole iniziative a quella data, resta il fatto che nel complesso il Patto si trovava,
all’epoca, in una situazione meramente iniziale e con una nutrita schiera di iniziative
(undici su quarantadue) che non erano affatto decollate ed erano o erano conside-
rate rinunciatarie.
Per una iniziativa si era riscontrata la situazione di potenziale doppia contribuzio-
ne, (per i Patti presso il MTBPE e presso il MICA ai sensi della legge 488/92) che ha
costituito la motivazione di origine dell’indagine sui Patti Territoriali.
Nella relazione relativa al II semestre 2000 si avvertiva che questa era stata im-
postata in modo difforme rispetto alle precedenti “al fine di evidenziare in modo più
chiaro i dati e le informazioni relativi allo stato di avanzamento dei programmi di
investimento previsti dalle ditte ammesse al Patto Territoriale di Brindisi”.
Nel quadro sintetico del Patto si riassume che, a fronte di 42 investimenti previsti
erano stati emessi 29 decreti di concessione provvisoria e, a fronte di un contributo
deliberato di L. 72.076,1 mln su L. 108,921 mln di investimenti erano stati decreta-
te 29 concessioni contributive - poi ridottisi a 28 per un annullamento - per L.
67.390 mln.
A fronte di una occupazione prevista per 573 unità, quella possibile in base alle
concessioni contributive era, allora, di 336.
Le anticipazioni sul contributo erano pari, a quella data, a L.20.398,4 mln oltre
all’anticipazione erogata al SISRI per il progetto delle infrastrutture, che non grava
sul contributo specifico per le stesse, bensì su quello alle imprese.
Ancora una iniziativa era in fase di istruttoria per L.13.906 mln.
Le rinunce erano pari a 12, per un importo di investimenti pari a L.25.298 mln.,
un decremento di nuova occupazione pari a 161 unità e un importo di contributi pa-
ri a L.16.824,8 mln.
La ditta Cantieri Navali, oltre a problemi di ordine urbanistico, non aveva ottenu-
to l’integrazione istruttoria da parte del proprio istituto bancario.
In tali condizioni il Ministero, invece di procedere alla revoca aveva chiesto
all’imprenditore di rinunciare e, ottenendo in cambio il rifiuto, aveva ritenuto la
stessa “rinunciataria d’ufficio”.
I progetti completati con inoltro della richiesta della seconda tranche di eroga-
zione erano cinque, ma per due di questi si era avviato il procedimento di revoca da
parte del Ministero, essendo una di esse, pur al termine della realizzazione, destina-
tro ai solleciti del soggetto responsabile ed erano da questi ritenute "sostanzialmente" rinunciatarie
61
taria di altra forma di contributo pubblico e l’altra sotto inchiesta della Guardia di
Finanza per una forma di realizzazione non consentita dalla tipologia contributiva.
In tutto, dopo oltre tre anni dall’inizio delle attività del Patto, erano state com-
pletate tre iniziative sulle quarantadue originariamente ammesse e si era consegui-
to un aumento occupazionale, tramite le stesse, di tredici unità rispetto alle cinque-
centosettantatrè inizialmente previste.
La relazione aggiunge testualmente:
“E’ definitivamente accertato che i tempi di realizzazione dei singoli programmi
non rispetteranno la pianificazione temporale originaria”.
Essa ribadisce che una delle cause dei ritardi è da ricercarsi nei tempi
dell’emissione di decreti e nell’erogazione delle anticipazioni a favore delle imprese
beneficiarie nel periodo inverno 1998-primavera 1999.
Ma, contemporaneamente, ammette e denuncia che “generalmente le imprese
stanno realizzando i loro ritardi per motivi quasi sempre legati a carenza di liquidità,
ad indisponibilità contingente e in alcuni casi strutturale dei mezzi propri da immet-
tere nella percentuale minima.(…) Numerosi programmi d’investimento, fin dalla lo-
ro originaria impostazione erano sovradimensionati sia rispetto alle capacità mana-
geriali dei proponenti sia alla loro consistenza patrimoniale e finanziaria, oltre che
alle effettive opportunità di mercato che i settori economici “bersaglio” presentava-
no”.
62
3.2. Revoche.
La situazione aggiornata delle revoche e dei provvedimenti di avvio delle stesse
è stata trasmessa dal Ministero dopo la seconda richiesta del magistrato istruttore.
Essa risulta dal prospetto che segue, aggiornato a giugno del 2001.
Tab.
1
Data notizia Nome impresa Data
provvedimento
Tipo
provvedimento
Motivo
provvedimento
Comun.S.R.
Del 7.7.2000
ARETA S.r.l. 6 febbraio 2001 Comunicazione avvio
Mero rinnovo parti macchinari
Visita UVER
Del 12.7.2000
TCT26 6 febbraio 2001 Comunicazione avvio
Mancata riconversione attività produttive
Visita UVER
Del 12.7.2000
Martellini France-sco27
6 febbraio2001 Comunicazione avvio
Insufficienti capacità imprenditoriali
Segnalazione S.R. del 7.7.2000
Monna De’ Lizia 6 febbraio 2001 Comunicazione avvio
Fruizione di doppia contr.ne per medesi-ma iniziativa (L.488/92)
Relazione del S.R. del 5/9/2000
TI.GI CALZE 21 maggio 2001 Decreto revoca Fruizione di doppia contr.ne per medesi-ma iniziativa (L.488/92)
Visita UVER del 12/7/2000
CHIRICO Luigi 21 maggio 2001 Decreto revoca Non effettuata alcuna spesa
Lettera curatore del 15/12/2000
F.lli NITTI 7 febbraio 2001 Decreto revoca Dichiarazione fallimen-to
La situazione sopra esposta dimostra:
1. che per il procedimento di solo avvio della revoca sono occorsi almeno otto
mesi, che influiranno senz’altro sulla rimodulazione rassegnazione delle risor-
se;
2. che il dubbio della Sezione del controllo in sede di controllo preventivo, sulla
possibilità che potessero esistere situazioni di doppia contribuzione, si è in
questo caso rivelato fondato, anche attraverso indagini parallele disposte dalla
magistratura ordinaria e svolte dalla Guardia di Finanza;
3. che il filtro dell’istruttoria, in alcuni dei casi suindicati, preesistendo la situa-
zione impeditiva sopra citata, si era rivelato insufficiente;
4. che lo spazio di discrezionalità esercitato dal Ministero nell’annunciare revo-
che, poi sospese o ritirate non è indifferente, come pure la resistenza dimo-
strata dalle imprese oggetto del provvedimento.
26 con nota del 25 5 01 è stata concessa all’iniziativa una proroga di sei mesi nell’ambito dei 48 previsti. 27 Con nota del 25 5 01 è stato chiesto di inviare le evidenze contabili delle spese e dell’immissione di mezzi propri entro 30gg. pena l’emissione del decreto di revoca.
63
Lo dimostrano le comunicazioni inviate nel primo semestre del c.a. dal Servizio
per la programmazione negoziata, ai titolari di iniziative quali MONNA DE’LIZIA,
T.C.T., MARTELLINI FRANCESCO, cui sono seguiti dei provvedimenti di sospensiva
della procedura di revoca o delle controdeduzioni attraverso memorie difensive (A-
RETA s.r.l. e MONNA DE’LIZIA) che hanno comportato il protrarsi dell’esito
dell’iniziativa.
Allo stato è stato trasmesso il decreto di revoca della concessione provvisoria so-
lo per le iniziative fratelli NITTI e TI.GI. calze; (DD.MM. del 7.2.2001 e del
21.5.2001).
Per l’impresa CHIRICO è stata acquisita copia della trasmissione del rapporto
dell’UVER all’autorità giudiziaria (nota del 6.2.01).
Il Ministero infine, dopo la seconda richiesta avanzata a tal fine per raffrontare le
date di emissione e stabilire i termini di conclusione delle singole iniziative, ed in
definitiva del Patto Territoriale, nel trasmettere copie dei decreti provvisori di con-
cessione del contributo, aveva espresso il seguente giudizio sul Patto, riportato su
di un documento redatto per uso interno ma espressamente fatto pervenire al con-
trollo28:
“La situazione del Patto si presentava estremamente critica sotto il profilo
dell’andamento degli investimenti agevolati in esso inclusi e delle probabilità di suc-
cesso del Patto nel suo complesso.
Alla data odierna, 25/06/01, risultano rinunciatarie o decadute n° 14 imprese,
sulle 42 incluse nella delibera CIPE, per una quota di investimenti di L. 41.254, pari
al 38% del totale risultante dalla delibera CIPE.
Per tre imprese erano stati emessi decreti di revoca per una quota di investimen-
ti pari a L. 2.464 mln e per altre sei erano stati avviati gli stessi procedimenti per
una quota di L. 17.220,30 mln. pari al 15,81% del totale. Altre cinque imprese, per
una ulteriore quota di L. 8.293,9 mln. pari al 7,61% erano a rischio (per ritardi ma-
turati ovvero vicende legate al mercato di riferimento o altre cause di ritardo nella
realizzazione).
Dodici imprese, per una quota di investimenti di L. 38.316 mln, (35,18% del to-
tale) erano in ritardo sui tempi di realizzazione.
Due imprese avevano concluso l’investimento, per una quota di investimenti di
L. 1.176,9 mln. Pari all’1,08% del totale.
28 Appunto in data 25.06.2001, del Dirigente Ufficio VI del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione, Servizio per la programmazione negoziata, unito alla nota n. 0027352 del 2.7.01 diretta al Ma-gistrato istruttore della Corte dei conti.
64
Il documento conclude che solo il 36,26% degli investimenti previsti presentava
alla fine di giugno del 2001, ragionevoli probabilità di concludersi con successo, an-
che includendo in tale categoria le imprese in ritardo.
Sul piano occupazionale questo si traduceva in una percentuale di occupati pos-
sibili sui 573 previsti pari al 28,1% degli stessi”.
3.3. Documentazione acquisita dal S.R..
Nel corso dell’accertamento diretto svolto presso la sede della “società consortile
pacchetto localizzativo di Brindisi, era stata richiesta l’acquisizione della seguente
documentazione:
1. copia del Patto Territoriale con i relativi allegati;
2. copia dell’avvio dei procedimenti di revoca;
3. copia delle relazioni bancarie relative all’istruttoria;
4. copia del progetto di massima e della relazione per la realizzazione delle infra-
strutture da parte del Consorzio SISRI;
5. per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei lavori infrastrutturali specifici
e per gli impianti antinquinamento, onde avere contezza dello stato dei lavori
e delle competenze nello svolgimento degli stessi da parte del Consorzio SI-
SRI era stata richiesta copia del contratto di appalto per il progetto delle in-
frastrutture e del Centro direzionale del comparto centrale sud
dell’agglomerato industriale di Brindisi secondo stralcio.
Dal telefax trasmesso dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale e dei Servizi Reali
alle Imprese (SISRI) di Brindisi, in data 25.5.01, risulta che, alla data del 3.5.01, lo
stato di avanzamento relativo alla realizzazione delle infrastrutture al Comparto Sud
dell’agglomerato industriale di Brindisi, rispetto ad un totale di L. 3.075 mln per la-
vori a base d’asta, aveva raggiunto, sulla base dei certificati, L. 1.992,6 mln e il to-
tale dei lavori avrebbe dovuto terminare il 31.8.01.
Di tutta la documentazione richiesta era stato chiesto l’inoltro tramite posta cele-
re.
Per quanto riguarda la situazione della società ARETA erano acquisite le contro-
deduzioni avverso il provvedimento del 6/2/2001 n° 5394, relativo all’avvio del pro-
cedimento di revoca.
Era stato altresì richiesto l’invio dell’ultima relazione relativa al primo semestre
2001.
Era confermata la segnalazione di parecchie situazioni di pagamenti per cassa,
ma il S.R. dichiarava di non ritenere che tale prassi potesse essere influente ai fini
65
della rendicontazione, che era effettuata solo per i pagamenti regolarmente quie-
tanzati.
E’ stato altresì consegnato il prospetto aggiornato alla data del 25 giugno 2001
che dimostra come, a quella data, su un totale di L.113.081,8 mln. di investimenti
ammessi sono stati deliberati L. 76.236,1 mln per investimenti pari al 67,4%, di cui
decretati L. 71.550 mln.pari al 63,27% ed erogati L.48.689 mln.pari al 43,05%.
Le rinunce avevano comportato una minore contribuzione pari a L. 16.824,8 mln
(14,8% del contributo), ed un minore investimento per L. 25.298,1 mln. pari al
22,37% dello stesso, le revoche una diminuzione degli investimenti per L. 2.502,5
pari al loro 2,2% ed una diminuzione del contributo pari a L. 1.646,7 corrisponden-
te al 2,16%di quest’ultimo.
Era stata fornita altresì documentazione della modifica di settore produttivo da
parte della COGIT, che aveva portato all’emanazione di un nuovo decreto di con-
cessione provvisoria da parte del MTBPE in data 26 febbraio 2001 in novazione a
quello precedente , e degli esposti presentati e le memorie difensive presentati da
taluni titolari di iniziative per le quali era in corso o era stato emanato decreto di
revoca.
Da ultimo era stata acquisita copia della nota con la quale il S.R. chiedeva che
fosse avviato l’iter necessario per l’assegnazione dei fondi residui a seguito di un
nuovo tavolo di concertazione per il settore turismo, quale attività economica cui
destinare i fondi disponibili per L. 18.750 mln per nuove iniziative e L. 9.155,9 mln
per nuove infrastrutture. La nota reca la data del 21 giugno 2001.
Il Presidente del Pacchetto Localizzativo di Brindisi, espressamente interrogato
sul patto, ha dichiarato di ritenere positiva, nonostante le diverse defezioni,
l’esperienza, considerato che si trattava della prima esperienza nel settore per il
territorio, nella quale alcuni partecipanti hanno sopravvalutato le proprie potenziali-
tà.
Puntando sulla rimodulazione dei fondi residui per la seconda fase concertativa
sull’attività turistica si poteva, infatti, ottenere una riutilizzazione dei fondi in tempo
utile.
A questo punto non si può non condividere il giudizio pessimistico espresso, sia
pure informalmente, dall’amministrazione ministeriale, per lo meno dal punto di vi-
sta della possibilità di ottenere uno sviluppo coeso entro tempi compatibili con le
previsioni, considerato che, ad oltre quattro anni dall’inizio, neppure la metà delle
risorse dell’attività Pattizia risulta utilmente impiegata.
Oltre tutto, la rimodulazione dei fondi non riesce ad evitare il problema di fon-
do, costituito dalla scarsa capacità delle attività istruttorie di attirare iniziative vali-
66
de, e dalla caratteristica, per tale fase dei Patti, di esaurire lo slancio concertativo in
tante piccole vicende che, trascinandosi nel tempo, finiscono per essere sempre si-
mili più a quelle vissute in occasione dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno
che all’ipotizzato, innovativo modello di sviluppo.
Dietro specifica sollecitazione del magistrato istruttore è stato infine acquisito
il prospetto illustrativo dello Stato del Patto al 19/7/2001 di seguito riportato (vedi
all.).
67
IMPORTI IN MILIONI DI LIRE PATTO TERRITORIALE DI BRINDISI
approvato con deliberazione C.I.P.E. del 23.04.1997
PROGETTO PATTO TERRI-TORIALE DE-LIBERATO
DECRETO PROVVISIORIO RATE DI PAGAMENTO
1^rata 2^rata 3^rata 4^rata n
.
Società’ Investi-
mento
Conti-
buto
n. data Investi-
mento
Contri-
buto Importo Richie-
sta Incas-sata
Impor-to
Richie-sta
Incas-sata
Impor-to
Richie-sta
Incas-sata
Importo Richie-sta
Incas-sata
2.379, 1.563, 84 22/06/ 2.373,5 1.563,2 781,60 26/01/9 24/06/9 625,28
2 C.M.I. 680,0 462,2 841 03/06/ 679,4 231,10 231,10 08/07/9 21/12/9 184,90
3 S.Marco sub. 79,2 56,2 rinunciato in data 26/04/2000
4 Tekna 578,6 396,3 rinunciato in data 31/03/1998
5 Santoro Cosimo 1.174, 777,7 83 03/06/ 1.173,1 775,0 387,50 17/07/9 04/12/9 310,00 24/04/0 77,50
6 D’Amico F. 403,9 281,3 83 13/10/ 390,0 266,4 133,20 11/11/9 04/05/9 106,60 31/10/0 16/03/0 26,60 21/03/0
7 Winsol 1.540, 1.065, 85 22/06/ 1.540,0 1.065,9 532,95 18/12/9 24/05/9 426,38 106,59
8 Cogit 6.500, 4.373, 87 28/07/ 6.483,1 4.371,0 2.185,5 07/10/9 04/05/9 1.748,4 437,10
9 Scanduizzi 5.802, 3.848, 87 28/07/ rinunciato in data
1 Saponaro 406,2 280,2 rinunciato in data 19/09/1997
1 Sacim 2.868, 1.870, 74 13/02/ 2.868,0 1.870,4 935,20 09/06/9 Nov. 98 748,10 187,10
1 G. S. E. 5.043, 3.419, rinunciato in data 23/11/1998 25/08/9
1 Edilmas 1.724, 1.163, 84 03/06/ 1.706,3 1.157,2 578,60 22/09/9 21/12/9 462,90 115,70
1 F.lli Nitti 293,0 200,0 85 22/06/ 270,3 185,2 92,60 04/05/9 74,08 18,52
1 M. Spartaco 900,0 605,1 rinunciato in data 23/09/1997
1 Cant. Nav. Danese 3.272, 2.113, 96 30/12/ 3.228,0 2.063,4 687,80 23/02/9 24/06/9 687,80 481,50 206,3
1 Icem 484,0 330,0 84 03/06/ 484,0 330,0 165,00 08/07/9 21/12/9 132,00 10/01/0 31/03/0 33,00
1 Ri. Be. 1.493, 1.001, 85 22/06/ 1.468,3 988,6 494,30 17/11/9 15/12/9 395,44 98,86
1 I. C. M. 8.235, 5.474, 87 28/07/ 8.235,0 5.474,2 2.737,1 28/10/9 21/05/9 2.189,9 547,20
2 Areta ( 3.955, 2.658, 74 06/03/ 3.955,0 2.658,5 1.329,2 25/06/9 28/10/9 1.063,4 28/07/0 265,85
2 Camassa S. 1.431, 943,7 rinunciato in data 03/02/1998
2 Chirico Luigi 506,3 325,0 87 22/07/ 498,7 325,0 162,50 04/02/9 11/06/9 130,00 32,50
2 TI. GI. Calze 1.703, 1.121, 84 03/06/ 1.687,4 1.121,7 560,80 15/09/9 Dic. 98 448,70 112,20
2 Hotel Sorgente 1.200, 816,7 20 03/11/ 1.200,0 816,7 408,35 28/07/0 07/12/0 326,68 81,67
2 Potenza (Hotel Ro- 1.065, 720,5 20 03/11/ 1.065,3 705,8 352,90 22/02/0 23/08/0 828,32 70,58
2 Camping Lamaforca 2.304, 1.523, 22 24/03/ 2.304,0 1.523,7 761,85 06/06/0 16/10/0 609,48 152,37
2 Nettuno Parking 4.779, 3.044, 22 24/03/ 4.779,9 3.044,8 1.522,4 05/03/0 1.217,9 304,48
2 Hotel Incanto 620,0 423,8 20 15/12/ 620,0 423,8 211,90 18/04/0 10/10/0 169,52 42,38
2 Arseni Davide 831,5 578,5 87 28/07/ 786,9 552,6 276,30 25/08/9 22/12/9 221,04 16/10/0 55,26
3 A. G. Scavi 2.018, 1.324, rinunciato in data 26/04/2000
3 Cant. Nav. Brindisi 2.050, 1.400, non decretabile 0,0
68
3 PPE 5.140, 3.375, rinunciato in data 15/06/1998 PATTO TERRITORIALE DI BRINDISI
approvato con deliberazione C.I.P.E. del 23.04.1997
PROGETTO PATTO TER-
RITORIALE DECRETO PROVVISIORIO RATE DI PAGAMENTO
1^ rata 2^ rata 3^ rata 4^ rata n. Società’ Inve-
sti-mento
Contri-
buto n. data Inve-
sti-mento
Contri-
buto impor-to
richie-sta
incas-sata
impor-to
richie-sta
incas-sata
impor-to
richie-sta
incas-sata
impor-to
richie-sta
incas-sata
3 Polyman 2.557, 1.712, rinunciato in data 19/09/1997
3 De Giorgi Ag. 891,8 559,9 rinunciato in data 26/04/2000
3 T.C.T. (*) 1.810, 1.229, 876 28/07/ 1.780, 1.220,4 610,20 11/11/9 04/05/9 488,20 122,00
3 Mertellini F 5.040, 3.243, 850 28/08/ 5.042, 3.232,6 1.818,3 12/02/9 11/06/9 1.293,0 323,28
3 Monna De’ Lizia 1.155, 785,4 848 22/05/ 1.138, 785,4 392,70 29/07/9 28/12/9 314,16 17/12/9 78,54
3 Revisud 1.500, 1.000, 839 03/06/ 1.482, 1.000,0 500,00 09/06/9 15/10/9 400,00 100,00
3 Giano Plastica 8.920, 5.721, 825 24/06/ 8.920, 5.721,5 2.860,8 18/11/9 06/05/9 2.288,6 572,10
4 Vinicola Lomazzi 1.230, 824,1 877 26/07/ 1.230, 824,1 412,10 22/09/9 14/12/9 329,60 82,40
4 B. & C. Project 450,0 303,6 rinunciato in data 22/09/1997
4 Consorzio Fasano ( 13.906 9.155, non decretabile 0,0
Totale 108.92 72.076 67.390 44.529, 21.920, 21.920, 20.398, 17.674, 2.147,2 459,64 4.727,7 26,60 206,30
Cons.- SISRI Brin- 4.160, 4.160, 108 21/08/ 4.180, 4.180,0 418,00 30/09/9 20/12/9 1.248,0 10/01/0 28/03/0 1.884,0 832
Totale generale 113.08 76.236 71.550 48.689, 22.338, 22.338, 20.814, 18.922, 3.395,2 1.707,6 8.391,7 28,80 1.038,3
Totale rinunce 25.29 16.82
Totale revoche 6.457, 4.305
Cons. Fasano 13.908 9.155,
Cant. Nav. Brindisi 2.050, 1.400,
Totale 15.956 10.558
69
3.4 Relazioni Bancarie: raffronto con verifiche UVER e relazioni seme-
strali.
Dell’importanza delle relazioni bancarie e del business plan, e delle possibili
comparazioni fra le previsioni in esse contenute e le risultanze rivenienti dalle rela-
zioni dell’UVER, nonché dalla più recente del S.R. del Patto, (dicembre 2000), si è
già riferito in occasione dell’esame svolto relativamente al Patto territoriale della
Provincia di Benevento.
Nel richiamare le considerazioni svolte all’inizio di quel paragrafo, si passa quindi
direttamente all’esame delle relazioni bancarie relative a singole iniziative del Patto
territoriale di Brindisi, ed ai raffronti con le risultanze degli organi di controllo inter-
no, ove trasmesse, e con quanto riferito nella relazione relativa all’ultimo semestre
del 2000 da parte del S.R..
ARTIGEL
Il programma d’investimenti era finalizzato alla costruzione di uno stabilimento
industriale tecnicamente organizzato per la produzione di prodotti alimentari surge-
lati. In particolare l'azienda doveva produrre "panzerotti, rustici e salatini" surgelati.
Il piano annuale degli investimenti prevedeva L.48 mln. nel 1997, L.1.351 mln.
nel 1998, L.980 mln. nel 1999 ed il termine dell’iniziativa nel 2000.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti apparivano i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini
di redditività e sia di autofinanziamento;
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Il piano finanziario era sufficientemente organico ed equilibrato. Il progetto pre-
vedeva l'intervento di mezzi propri da parte dei soci in misura tale da garantire, u-
nitamente all'agevolazione richiesta, la copertura dell'investimento.Il ricorso all'in-
debitamento a breve era destinato esclusivamente a far fronte ai fabbisogni deri-
vanti dalle necessità di capitale d'esercizio e non avrebbe dovuto determinare squi-
librio finanziario dell'impresa;
Occupazione nuova o mantenuta.
L'Artigel aveva tre dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa. Era
prevista l'assunzione di ulteriori ventuno unità, sì da portare la forza lavoro a venti-
quattro dipendenti, le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Il progetto dell'impresa evidenziava l'acquisto di macchinari aventi un elevato
grado tecnologico, tale da mettere l'azienda in condizioni di operare con la massima
70
tecnologia. Si evidenziava uno sforzo dell'azienda ad organizzare la produzione in
modo razionale al fine di arrivare agli scopi prefissati. I programmi dell'azienda pre-
vedevano la produzione di prodotti surgelati già di largo consumo. La strategia a-
ziendale avrebbe dovuto portare ad affrontare sia il mercato provinciale sia quello
regionale e/o nazionale nel momento in cui si fosse pervenuti al programmato au-
mento della capacità produttiva.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'intera compagine societaria dell'Artigel operava nel settore della produzione di
prodotti surgelati da numerosi anni ed aveva acquisito la necessaria esperienza
tecnica e imprenditoriale. L’intero management aziendale era dotato delle necessa-
rie esperienze tecniche ed affidabilità tecniche.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Gli aumenti del capitale sociale erano già versati o erano da versare nell'arco
temporale di realizzazione del programma di investimenti. L’ammontare dei mezzi
propri era di L.720 mln, quindi congruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa
sui Patti territoriali (30%).
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Il piano finanziario risultava adeguatamente strutturato alle necessità dell'inve-
stimento. Rispetto al programma d’investimento stesso erano stati versati L,144 so-
lo nel 2001
Dall'esame del Business Plan e delle prospettive di mercato delle previsioni pro-
duttive e di reddito, si riteneva di poter esprimere un parere positivo sull'iniziativa
in programma tenuto conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei soggetti
proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER
Alla data della visita dei verificatori UVER (1/07/2000), lo stato dell’avanzamento
fisico delle opere murarie era superiore all’avanzamento finanziario, che era del
21,37% sul progetto, la cui esecuzione era stata avviata il 20/12/1997 ed avrebbe
dovuto essere ultimata entro il 31/12/2000, ed entrare a regime entro il 2001 per
difficoltà finanziarie dell’impresa.
Non erano state apportate variazioni del progetto se non marginali modifiche alla
suddivisione interna dell’opificio.
Alla data del 30/6/99 il contributo statale versato era di L.781,6 mln., i mezzi
propri effettivamente versati L.255,4 mln.. La forza lavoro presente in azienda
nell’anno precedente l’avvio dell’investimento (1996) dichiarata nel business plan
71
non aveva trovato riscontro nel libro matricola. Il passaggio dagli attuali due dipen-
denti ai ventiquattro previsti sembrava irrealizzabile.
Non si avevano sinergie con altre aziende del Patto né con altre aziende
dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
Relazione semestrale.
La società prevedeva di ultimare i lavori entro il 2001. Considerato, però che non
aveva effettuato alcun pagamento e non aveva ricevuto alcuna anticipazione, non si
riteneva potesse ultimare i suoi impegni. La situazione degli occupati non faceva
che aumentare le incertezze. Si riteneva che il programma finanziato fosse ecce-
dente le precedenti e le attuali capacità di penetrazione sul mercato dell’impresa, di
managerialità, patrimoniali e finanziarie dei soci.
Tale situazione era certamente sussistente già al momento della presentazione
della domanda.
Si proponeva al Ministero di avviare le procedure per la revoca.
CANTIERI NAVALI DANESI
Analisi delle prospettive di mercato.
I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di imbarcazioni fra le più
presenti sul mercato locale e nazionale.
Piano annuale degli investimenti.
Il piano prevedeva L. 24 mln. nel 1998; L.1.576 mln. nel 1999; L.1672,2 mln.
nel 2000.
La data termine iniziativa in base al decreto di concessione provvisoria era il
31/12/2000;
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti i risultati previsti a regime in termini di redditività di autofinanzia-
mento;
Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.
La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto risultava valida ed adegua-
ta all'iniziativa;
Occupazione nuova o mantenuta.
L'impresa denunziava otto dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'inizia-
tiva. Era prevista l'assunzione di ulteriori ventuno unità sì da portare la forza lavoro
a ventinove dipendenti le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
72
Si era nel settore delle produzioni di imbarcazioni. I programmi dell'azienda pre-
vedevano la produzione di una fascia di imbarcazioni fra le più presenti sul mercato
locale e nazionale. La strategia aziendale portava ad affrontare il mercato provincia-
le e regionale soprattutto grazie alle particolari politiche di prezzo che l'azienda sa-
rebbe stata in grado di praticare.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Il capitale proprio investito nell'iniziativa appariva congruo rispetto a quanto sta-
bilito dalla normativa sui Patti.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Dall'esame del Business Plan rassegnato, delle prospettive di mercato nonché
delle previsioni produttive e reddituali in esso evidenziate, si riteneva di poter e-
sprimere un parere positivo sull'iniziativa in programma tenuto conto dell'affidabilità
imprenditoriale e tecnica dei soggetti proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
Non c’erano state variazioni sul progetto originario. Alla data della verifica UVER
(14/2/2000) lo stato d’avanzamento era dell’ 8% sul progetto. Il piano degli inve-
stimenti era stato rimodulato a seguito dello spostamento al 1/10/98 dell’avvio del
programma. Della nuova programmazione era stata data comunicazione al Ministe-
ro con nota n.1974 del 30/11/98 del Responsabile del Patto. L’avvio era previsto
per il 1/10/98 e la data di ultimazione al 31/12/2000. I tempi, a dire dei verificatori,
non erano stati rispettati per il ritardo nella erogazione dell’anticipo del contributo
per cui il progetto non si poteva realizzare nei termini. L’imprenditore non aveva
ancora reso disponibili le risorse proprie nella quantità prevista, non essendo stato
avviato il programma di costruzione dell’edificio. La variazione occupazionale regi-
strata nel 1998 e mantenuta nel 1999 era indicativa dell’orientamento espansivo
dell’impresa, pur non essendo direttamente collegabile all’investimento. Le sinergie
con altre aziende del Patto erano medie, così come con le altre aziende dell’ambito
territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
Relazione semestrale
Il programma degli investimenti era in forte ritardo. Si aveva l'impressione che il
programma originario fosse stato sovradimensionato sia per quanto atteneva le
spese da sostenere sia per le prospettive di mercato, oltre che per le reali disponi-
bilità economiche. Si proponeva pertanto la revoca del contributo.
73
CHIRICO L.
Analisi delle prospettive di mercato.
L’impresa risultava avere fatturati molto bassi. Tuttavia, nel corso dell'ultimo e-
sercizio precedente la richiesta, l'azienda aveva avviato la commercializzazione in
proprio della produzione di calze con conseguente incremento del fatturato. La tra-
sformazione in corso dell'azienda, che riguardava il passaggio dall'attuale attività
commerciale ad attività di produzione diretta, non permetteva di confrontare in
maniera omogenea i dati relativi agli ultimi due esercizi.
Piano annuale degli investimenti.
Si prevedeva l’investimento di L.7,6 mln. nel 1997, L.446,4 mln. nel 1998 e L
.52,3 mln. nel periodo 1999. Il termine della realizzazione era previsto nel 2000.
Capacità produttive a regime.
Il business plan risultava redatto in maniera sufficientemente organica e funzio-
nale per rappresentare il progetto dell'impresa. Le simulazioni compiute sulla base
dei dati forniti risultavano essere sostanzialmente in linea con quanto formulato nel
business plan analitico.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Il piano finanziario era organico ed equilibrato. Il progetto prevedeva l'intervento
dei mezzi propri da parte dei soci in misura tale da garantire, unitamente all'agevo-
lazione richiesta, la copertura dell'investimento. Il ricorso all'indebitamento a breve
era destinato esclusivamente a far fronte al fabbisogno derivante dalle necessità di
capitale d'esercizio.
Occupazione nuova o mantenuta.
Era previsto l'impiego di almeno sei nuovi addetti a regime, da aggiungere ai tre
già esistenti a libro paga.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Il titolare dell'attività risultava essere soggetto di provate capacità tecnico-
imprenditoriali, già operante nel settore da anni.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
Il giudizio in merito all'affidabilità morale e patrimoniale del promotore era posi-
tivo.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Sia dal punto di vista tecnico che economico si poteva dare un giudizio positivo,
derivato da una buona considerazione delle possibili offerte sul mercato. Le previ-
sioni sui possibili volumi d'affari erano confortate anche dai contatti già allacciati
con le ditte che si rifornivano dall’impresa Chirico.
74
RELAZIONE DELL’UVER.
Il progetto relativo all’investimento era stato approvato per la ristrutturazione
dell’opificio e l’acquisto di macchinari per la lavorazione delle tende e dei teloni e
produzione di calzetteria a maglia. Non c’erano variazioni sul progetto iniziale. Alla
data della visita UVER (6/4/2000) lo stato d’avanzamento era dello 0%. La data di
avvio era stata prevista per il 3/1/1997; la data di ultimazione nel 2000; l’entrata a
regime nel 2001. In sede istruttoria erano stati stralciati dall’importo dei macchinari
per L.7,6 mln., relativi ad una fattura antecedente alla data dell’investimento, di-
chiarata con atto notorio del 23/3/1997. Non risultavano immessi mezzi propri. Non
essendo, l’iniziativa, ancora stata avviata non vi potevano essere nuovi occupati. La
rata di anticipazione era stata versata ma non risultava alcun investimento.
L’opificio era stato trovato chiuso e l’impresa si era trasferita in altra sede non
identificabile.
La situazione appariva grave in quanto, stante l’erogazione della prima rata, non
era stato effettuato alcun investimento.
Relazione semestrale
A fronte di un investimento ammissibile di L.498,7 mln29 risultava, alla fine del
2000 e sin dal 1997, anno in cui era previsto, come da atto notorio su indicato,
l’inizio dell’attività realizzatoria, uno stato di avanzamento pari a zero. Era stata e-
rogata anticipazione l’11/06/1999, nella misura di L.162,5 mln. Non era stato pos-
sibile verificare l’immissione di mezzi propri, in quanto l’impresa non aveva reso di-
sponibile la documentazione che le era stata più volte richiesta con note
dell’11/04/00, 20/06/00, 01/09/00.
Nel commentare sinteticamente lo stato del programma, il S.R. faceva presente
che, in data 6/02/01, era stato avviato il procedimento di revoca dell’agevolazione
con comunicazione del Ministero. Il giudizio finale era di irrealizzabilità del pro-
gramma.
C.M.I.
Analisi delle prospettive di mercato.
La C.M.I. intendeva realizzare l'investimento per il quale erano richieste le age-
volazioni finanziarie previste dal Patto, al fine di produrre serramenti in alluminio.
La domanda degli infissi era strettamente legata all'andamento dell'attività produt-
29 Rispetto al totale proposto di L.506,3 mln. vi era stata una riduzione di L.7,6 mln relative ad una fattura del 9/12/96 emessa antecedentemente all’inizio dell’investimento, dichiarato al 3/01/97;
75
tiva residenziale, sia privata che pubblica. I dati ricavati dall'ISTAT evidenziavano
che, negli ultimi anni, c'era stata una notevole crescita di tale attività, destinata ad
un utilizzo diverso da quello abitativo, ed in particolare ad uso vacanza.Gli incre-
menti più significativi derivavano dalle regioni, e in special modo dalla Puglia e poi-
ché la C.M.I operava prevalentemente nell'ambito provinciale e regionale, avrebbe
dovuto avere un buon incremento.
Piano annuale degli investimenti.
Il piano annuale degli investimenti prevedeva L. 65,8 mln. nel 1997, L. 555,3
mln. nel 1998 e L. 59,2 mln. nel 1999. Il termine dell’iniziativa era previsto per il
2001.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti apparivano i risultati per l'esercizio a regime sia nei termini di red-
ditività e sia di autofinanziamento
Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.
Il giudizio che si poteva esprimere era positivo, atteso che ogni esercizio genera-
va disponibilità nette che potevano essere utilizzate per far fronte anche al pro-
grammato investimento. Tenuto conto dei mezzi finanziari già immessi e delle di-
sponibilità immobiliari dei soci (rilevate dalla documentazione fiscale e della situa-
zione patrimoniale consegnata alla banca) e degli utili che la CMI sicuramente a-
vrebbe prodotto e reinvestito, sussisteva la reale consistenza dei mezzi propri ne-
cessari per raggiungere il 30% dell'investimento programmato.
Occupazione nuova o mantenuta.
La CMI nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa aveva quattro dipendenti
Era prevista l'assunzione di ulteriori dieci unità, in modo da portare la forza lavoro
a quattordici dipendenti le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.
Validità tecnico economica dell’iniziativa.
Dall'esame del ciclo produttivo si evidenziava lo sforzo da parte dell’impresa di
raggiungere lo scopo. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di infissi
e facciate in alluminio sia per l'edilizia privata che pubblica. Il mercato regionale era
abbastanza attivo, atteso che in tutte le province della regione vi erano dati signifi-
cativi di crescita nel settore edilizio (in particolar modo in case destinate a soggiorni
di vacanza). Interessanti ed articolate potevano definirsi le strategie aziendali.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
La CMI operava nel settore della produzione di infissi da numerosi anni ed aveva
acquisito la necessaria esperienza tecnica e imprenditoriale. L'intero management
aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affidabilità tecniche. Si trattava
di nominativi dalla elevata affidabilità morale e imprenditoriale. La situazione finan-
76
ziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed adeguata
all’iniziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Il totale di mezzi propri previsti da destinare alla realizzazione dell'investimento
ammontava a L.224 mln. Il capitale proprio investito nell'iniziativa appariva congruo
rispetto a quanto stabilito dalla normativa sui Patti poiché era del 32,9%.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Il piano finanziario era adeguatamente strutturato alle necessità dell'investimen-
to. Dalle prospettive di mercato delle previsioni produttive e reddituali evidenziate
nel Business Plan si riteneva di poter esprimere un parere favorevole sull'iniziativa
in programma tenuto conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
L’investimento era finalizzato all’adeguamento del capannone alle norme antin-
fortunistiche ed alle esigenze lavorative ed acquisto di nuovi macchinari. Alla data
della visita UVER (26/6/2000) lo stato d’avanzamento era del 34,6% sul progetto
aggiornato.
Questo aveva subito variazioni a livello di costi, perché le spese sostenute per
l’adeguamento del capannone risultavano superiori a quelle previste dal progetto
originario. Si prevedeva un lieve aumento dei costi per l’acquisto dei macchinari.
L’iniziativa era stata avviata il 24/1/1997 e doveva essere ultimata entro il
31/12/2000 ed entrare a regime il 1/1/2001. Questo non era stato possibile per un
ritardo nell’avvio degli investimenti, a seguito di ritardata emissione del D.P.C. ed
inerzia attuativa del soggetto beneficiario.Per quanto riguarda l’apporto di mezzi
propri, il soggetto beneficiario a fronte, di un’immissione prevista di L. 224 milioni
ne aveva versati solo 92 e, per far fronte ai propri impegni finanziari, l’impresa a-
veva fatto ampio ricorso al credito a breve garantito da fideiussioni personali, il che
poteva essere indice di una non adeguata disponibilità economica del soggetto be-
neficiario. La crescita dell’azienda aveva portato l’occupazione a 14,5 unità, avendo
già l’impresa assunto 10.5 nuove unità a fronte di un incremento previsto a regime
di 10 unità e quindi già superiore al previsto.
Le sinergie con altre aziende del Patto erano scarse, così come con le altre a-
ziende dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere indu-
striali.
Relazione Semestrale.
77
L’impresa aveva inserito spese non previste che interessavano il capitolo opere
murarie, concernenti migliorie apportate al capannone industriale. Era stata richie-
sta in data 12 settembre 2000, una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori
con esplicito riferimento ai lavori non previsti. Alla data della relazione non era an-
cora pervenuta alcuna risposta.
Si evinceva un ritardo nella realizzazione del programma di investimenti. Nel se-
condo semestre del 2000 l’impresa non aveva sostenuto spese in conto program-
ma. Il S.R. si riservava di verificare lo stato di avanzamento al 30/6/2001, per pro-
porre al Ministero l'eventuale avvio del procedimento di revoca.
COGIT
Analisi delle prospettive di mercato.
Il mercato nautico era sempre stato limitato ad una fascia di utenti molto ristret-
ta. L’impresa intendeva però utilizzare il Patto per piccole imbarcazioni del tipo pe-
dalò, catamarani ecc.per stabilimenti balneari. Al fine di far conoscere il prodotto la
COGIT aveva individuato una strategia commerciale tesa a far conoscere mediante
inserzioni il proprio prodotto. Inoltre, con la distribuzione nei grossi centri commer-
ciali e negli ipermercati, così come nei relativi negozi di nautica e del tempo libero,
la COGIT intendeva aggredire la consistente fascia degli utilizzatori privati.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti erano i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di
redditività sia di autofinanziamento.
Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.
In base ai documenti contabili esposti dall’impresa e tenuto conto dei mezzi fi-
nanziari già immessi, delle disponibilità anche immobiliari dei soci e degli utili che la
COGIT sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si poteva ragionevolmente con-
cordare ed approvare il piano finanziario di copertura degli investimenti esposto
dall'azienda.
Occupazione nuova o mantenuta.
La COGIT prevedeva l'assunzione di venti unità le cui mansioni erano ben detta-
gliate nel Business Plan. Naturalmente si trattava di nuove unità lavorative da adi-
bire esclusivamente alla Divisione Nautica che aveva generato l'investimento in
programma.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
78
Il progetto di impresa evidenziava l'acquisto di macchinari aventi un buon grado
tecnologico. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di catamarani.
L'intero mercato nazionale era abbastanza attivo ed orientato verso queste piccole
imbarcazioni in virtù della loro estrema maneggevolezza e del loro limitato costo.
Non risultava esserci, in zona, concorrenza produttiva adeguatamente organizzata.
Interessanti ed articolate potevano definirsi le strategie aziendali.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
La COGIT aveva operato fino ad allora con notevole profitto nel campo delle co-
struzioni edili e meccaniche.
L'intero management aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affida-
bilità tecniche, che sarebbero state utilizzate anche per la nuova iniziativa anche se
supportate da ulteriore personale, con notevole esperienza nello specifico nuovo
settore. Si trattava di nominativi dalla elevate affidabilità morali ed imprenditoriali.
La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto risultava assai valida ed ade-
guata all'iniziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
L’ammontare dei mezzi propri preesistenti era pari a L.280 mln, l’ammontare
della parte nuova di mezzi propri pari a L.1.700 mln. Il rapporto percentuale mezzi
propri attualizzati/totali investimenti attualizzati era: 1839,0/5.850.2= 31,4%.
Quindi il capitale proprio era congruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa sui
Patti Territoriali.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Il piano finanziario risultava adeguatamente strutturato alle necessità dell'inve-
stimento.
Sulla base dell'esame del Business Plan rassegnato e, quindi, delle prospettive di
mercato, delle previsioni produttive e reddituali in esso evidenziate e della validità
tecnica complessiva, si esprimeva parere positivo sull'iniziativa in programma, te-
nuto conto anche dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei soggetti proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
Alla data dell’ultima relazione UVER (6/7/2000) risultava realizzato il 22% del
progetto; l’avanzamento fisico risultava del 40% circa, la cui esecuzione era stata
avviata nel 1997, la data di ultimazione dell’investimento era prevista per il
31/12/1999, la data di entrata a regime per il 1/1/2001. L’iniziativa era nata per
produrre imbarcazioni da diporto tipo catamarani, anche se l’impresa svolgeva atti-
vità nel campo delle costruzioni edili. Vi erano state delle variazioni nella distribu-
79
zione dei locali ad uso ufficio. Il nuovo progetto aveva altresì previsto una variazio-
ne dei macchinari da acquistare, in linea con diversa produzione prevista nel campo
dello stampaggio dei prodotti di plastica. L’aggiornamento dei tempi di svolgimento
del piano era condizionato alla rapida approvazione del piano stesso da parte degli
organi competenti. Non era stato rispettato il cronoprogramma realizzativo per la
variazione degli obiettivi e della struttura del piano, con modifica delle opere civili e
conseguente assetto dei macchinari previsti. Per quanto riguarda la disponibilità dei
mezzi propri la società aveva aumentato il capitale sociale, portandolo dagli origina-
ri L.1.200 milioni a L.4.000 milioni di cui L.3.500 interamente versati. Il dato occu-
pazionale era riscontrabile solo dopo la conclusione dell’investimento.
Non si rinvenivano sinergie con altre aziende del Patto né con altre aziende
dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
Relazione semestrale.
Con l’immissione nella società di un nuovo socio, leader nello stampaggio del
materiale plastico, si aveva come riferimento un mercato composto di più segmen-
ti, che poteva consentire di rendere molto più flessibile la struttura tecnico produtti-
va, che beneficiava di tecnologie più avanzate.
Infatti, in data 1/3/2000 era stata inviata agli uffici del Ministero la rimodulazio-
ne del programma di investimenti derivante da una più realistica e contingente de-
finizione del programma originario degli investimenti, che nel loro volume comples-
sivo non subivano variazioni. Gli uffici del Ministero avevano comunicato “informal-
mente” l’avvenuto accoglimento della rimodulazione del programma e
dell’emissione del relativo decreto di modifica del precedente.
Il programma degli investimenti era in fase avanzata di realizzazione e l’impresa
prevedeva di completare entro il primo semestre del 2001.
EDILMAS
Il progetto riguardava la costruzione di un capannone e relativi uffici e l’acquisto
di macchinari per la produzione ed il commercio di manufatti in cemento e materiali
per l’edilizia nella zona industriale di Mesagne
Analisi delle prospettive di mercato.
I timidi segnali di ripresa che il mercato dell’edilizia aveva mostrato, ed in parti-
colare il risveglio della richiesta di lavori di ristrutturazione, incoraggiati dai possibili
incentivi riguardanti tali interventi, abbinati alle possibilità offerte nelle zone limitro-
fe per la costruzione di abitazioni per la villeggiatura, rendevano credibili le prospet-
tive di mercato indicate dalla EDILMAS srl.
80
Atteso l'elevato peso dei manufatti che si andava a produrre, e tenuto conto del-
la relativa povertà dei medesimi, non era ipotizzabile un mercato che andasse oltre
a quello locale, al limite con proiezioni provinciali, per manufatti particolarmente
ricchi.
Il piano annuale degli investimenti.
Prevedeva nel 1997 L. 66.4 mln.; nel 1998 L. 1.427.7 mln; nel 1999 L. 229.9
mln; nel 2000 L. 0.
Capacità produttive a regime.
Dall'esame dei preventivi e dei computi metrici era emersa una sostanziale ed
equilibrata congruità delle spese prospettate riguardo ai programmi di produzione.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Il business plan risultava redatto in maniera organica e funzionale e rappresen-
tava compiutamente il progetto dell'impresa.
Sostanzialmente attendibili apparivano anche le previsioni economico-finanziarie
formulate.
Si rilevava comunque che l'azienda aveva ipotizzato costi limitati derivanti da
oneri finanziari, in quanto per la copertura dell'investimento non era previsto il ri-
corso al sistema bancario, se non per far fronte alle necessità di capitale d'esercizio.
Occupazione nuova o mantenuta.
Il progetto prevedeva l'incremento delle maestranze occupate, pari a nove unità,
per portare l'occupazione globale a dodici unità. Le precedenti tre unità non svolge-
vano mansioni collegate al progetto in parola per cui esse non potevano considerar-
si relative alla costruenda unità produttiva.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Il progetto si riteneva valido sia dal punto di vista tecnico, economico, finanziario
che imprenditoriale.
Per quel che riguardava gli impianti generali la previsione era “forse” ottimistica.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'intera compagine societaria della Edilmas operava nel settore della distribuzio-
ne di materiali per l'edilizia da numerosi anni ed aveva quindi acquisito la necessa-
ria esperienza tecnica e imprenditoriale.
La ditta era operativa solo sul piano commerciale e non possedeva strutture pro-
prie, ma operava in un magazzino con annesso punto vendita.
Il management aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affidabilità
tecniche. La situazione patrimoniale relativa all'ultimo bilancio era tipica di un'a-
zienda scarsamente immobilizzata. Dal punto di vista reddituale il fatturato 1996
pari a L. 897 mln. aveva generato un risultato operativo di circa L. 64 mln con un
81
utile netto di circa L. 8 mln ed ammortamenti per L. 15 mln. La situazione fi-
nanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed adeguata all'i-
niziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
La disponibilità di mezzi propri da parte del soggetto beneficiario risultava essere
non inferiore al 30% dell'investimento proposto, dell'ammontare di L. 1.724 mln.
In data 9/9/97 l’assemblea dei soci aveva deliberato la sottoscrizione del versa-
mento della somma di L. 535 mln in conto futuro aumento del Capitale sociale, a
fronte degli investimenti previsti.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Il piano finanziario risultava essere organico ed equilibrato.
Il progetto prevedeva l'intervento di mezzi propri da parte dei soci in misura su-
periore al 30% dell'investimento che garantivano, unitamente all'agevolazione ri-
chiesta, la totale copertura dell'investimento programmato; il ricorso all'indebita-
mento a breve era destinato esclusivamente a far fronte ai fabbisogni derivanti da
necessità di capitale d'esercizio e non determinava pertanto alcuno squilibrio nel-
l'assetto finanziario dell'impresa.
RELAZIONE UVER.
Non c’era stata nessuna variazione rispetto al progetto originario.
Alla data del 16/02/2000, di verifica della UVER, lo stato di avanzamento era del
57% sul progetto. Erano state completate le opere murarie e gli impianti infrastrut-
turali.
L’acquisto dei macchinari era stato realizzato parzialmente, a causa di un furto
dei macchinari mobili (carrello e sollevatore).
La realizzazione era stata avviata il 15/12/1997 e si prevedeva l’ultimazione, ini-
zialmente prevista per il 31/12/1999, aggiornata al 30/04/2000. La data di entrata
a regime era prevista per il 01/01/2001.
Il cronoprogramma non era stato rispettato a causa del furto con conseguenti
tempi di rifinanziamento dell’acquisto dei macchinari rubati, mediante disponibilità
proprie dell’imprenditore aggiuntive al programma.
I mezzi propri effettivamente versati alla data della visita erano di L.924 mln, dei
quali 389 nel 2000.
Il piano prevedeva l’incremento occupazionale solo a regime, essendo collegato
alla nuova produzione.
82
Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, così come con le altre
aziende dell’ambito territoriale del Patto.
L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
Non erano state ammesse a contributo le spese riguardanti i mezzi rubati, in
quanto non realizzavano gli effetti previsti ed erano imputabili alla scelta
dell’imprenditore di non aver provveduto alla loro copertura assicurativa.
La verifica non aveva potuto constatare il pieno raggiungimento degli obiettivi
del finanziamento, non essendo stato ancora completato il piano finanziario e quello
produttivo.
Relazione semestrale.
Lo stato di avanzamento del programma nel periodo luglio/dicembre 2000 pre-
sentava un importo modesto delle spese ed il loro totale alla data del 31/12/00
rappresentava - ancora - solo il 57,5% del totale programmato.
Permanevano le osservazioni fatte dalla relazione al SAL del 30/6/00 che erano
le seguenti: il programma era stato realizzato relativamente alle opere murarie ed a
parte delle attrezzature produttive, ma non sarebbe stato interamente completato,
come confermato dall’impresa perché alcune spese per attrezzature non potevano
essere dalla stessa sostenute per carenza di mezzi finanziari.Le opere murarie rea-
lizzate erano tutte destinate ad uffici deposito di materiale edilizio e show-room,
mentre le attività produttive erano svolte all'esterno dell'immobile. Tale situazione
non era stata specificata nell'ambito del Business Plan facente parte integrante del-
la domanda di finanziamento, pertanto si poteva constatare che la costruzione del-
l'immobile aveva finalità legate più all'attività commerciale che a quella industriale.
Ciò era espressamente rilevato perché in contrasto con le finalità del Patto che
prevedeva, fra le stesse, il finanziamento di investimenti destinati alla produzione
manifatturiera.
Questo era riferito al 31/12/2000, quando la fruizione degli impianti era prevista
nella precedente relazione UVER ad aprile del 2000.
GIANO PLASTICA
Analisi delle prospettive di mercato.
Il progetto riguardava un nuovo insediamento atto a produrre fusti, doghe, brac-
cioli, piedi ed accessori per divani. Il mercato del monouso era in costante aumen-
to. I fusti in propilene presentavano vantaggi di tipo ecologico in ordine al mancato
utilizzo del legname di trasporto, e di tipo logistico per la minore esigenza di spazio
83
per falena all'interno degli stabilimenti.; erano emerse delle variazioni riguardo al
programma; comunque gli investimenti erano in fase di ultimazione.
Il piano annuale degli investimenti prevedeva per il 1997 L. 1.633 mln; ; per il
1998 L. 4.383 mln ; per il 1999 L. 2.904 mln.
Come data termine dell’iniziativa dal decreto di concessione provvisoria era pre-
visto il 31/12/1999.
Capacità produttive a regime.
Considerato che, al momento, non esisteva alcuna iniziativa similare, lo sbocco
operativo avrebbe dovuto determinare per l'azienda una posizione di monopolio con
gli intuibili vantaggi economici.
Stato patrimoniale economico, fabbisogno e mezzi di copertura.
I mezzi propri nel 1997 rappresentavano il 41% degli impieghi. La redditività o-
perativa e quella globale erano al di sopra della media del settore. I soci disponeva-
no di un patrimonio sufficiente ad assicurare il completamento dei versamenti di
capitale sociale entro le scadenze previste.
Occupazione nuova o mantenuta.
L'incremento occupazionale previsto dalla realizzazione della nuova produttività
era compatibile e congruo in relazione al progetto. Si precisa che i ventotto occupati
riferiti nell'anno precedente erano relativi allo stabilimento di Bari.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
L'azienda si era imposta di standardizzare la produzione dei fusti per salotti. Le
strategie di mercato erano indirizzate a soddisfare la richiesta crescente di prodotti
monouso e a divulgare la conoscenza dei fusti da salotto presso salottifici leaders
nella qualità e nella innovazione tecnologica.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'esperienza e l'affidabilità tecnica del management erano senz'altro di alto profi-
lo ed affidabili.
Erano in corso gli approfondimenti di rito per la verifica dell'esistenza di carichi
pendenti e di eventuali procedimenti concorsuali. La situazione finanziaria e patri-
moniale era equilibrata.
Copertura del 30% di mezzi propri.
In considerazione del valore del capitale proprio preesistente, si poteva dire con-
gruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa sui Patti territoriali.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Il piano finanziario dell’impresa presentava elementi di criticità nella copertura
dell'attivo immobilizzato negli ultimi anni di realizzazione. L'azienda però avrebbe
84
potuto eventualmente ricorrere ad adeguate fonti finanziarie per coprire gli sfasa-
menti temporali nella realizzazione dell'investimento.
RELAZIONE DELL’UVER.
C’era stata variazione rispetto al progetto originario per quanto riguardava le
spese per l’acquisto dei macchinari che avrebbe dovuto essere verificata in sede di
rendicontazione finale.
Alla data della verifica UVER (28/6/2000), lo stato di avanzamento era del
94,8% sul progetto ammesso. La realizzazione era stata avviata il 1/10/1997 e si
prevedeva l’ultimazione il 31/12/1999, successivamente aggiornato al 30/9/2000.
L’entrata a regime era prevista per il 1/1/2001.
Il cronoprogramma realizzatorio non avrebbe potuto essere rispettato per il ri-
tardo nell’emissione del decreto e nell’erogazione dell’anticipazione. I mezzi propri
effettivamente versati alla data del 6/5/99 erano di L 1.825,2 mln. Risultavano as-
sunti dai libri di matricola quattro operai.
Le sinergie con altre aziende del Patto erano alte, così come con le altre aziende
dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
Relazione semestrale.
Il contributo assegnato era pari a L. 5.721,5 mln dei quali erano stati erogati an-
ticipatamente L. 2.860,8 mln in data 6/5/99. Al 31/12/00 erano stati spesi L.
7.399,7 mln rispetto alla spesa totale da decreto pari a L. 8.920 mln.
Rispetto alle trenta unità in più previste ne erano state assunte diciotto.
Per quanto riguardava i mezzi propri al 7/10/00 dalle scritture contabili era stata
rilevata un’immissione pari a L. 2.032,0 mln.
Tuttavia – notava il S.R. nella relazione – alcuni apporti non erano avvenuti tra-
mite versamenti diretti, bensì tramite “inusuali scritture per compensazione, delle
quali andava verificata con attenzione la validità”
Erano emerse delle variazioni riguardo al programma. Si era provveduto a ri-
chiedere una relazione contenente le motivazioni che avevano determinato gli sco-
stamenti;
Non risultava se la relazione era pervenuta, comunque gli investimenti erano in
fase di ultimazione.
HOTEL ROSA
Analisi delle prospettive di mercato.
85
L'attività, sia alberghiera che di ristorazione, aveva avuto un costante sviluppo
fino alla metà degli anni settanta quando, in seguito alla crescita del turismo nelle
zone collinari e marittime nei dintorni di Fasano, era iniziata una graduale riduzione
delle presenze nel centro della città, con conseguenze negative per l'attività dell'Ho-
tel Rosa che si era visto costretto a chiudere la sala ristorazioni e quella dei ricevi-
menti.
In seguito all'apertura del complesso faunistico dello Zoosafari si era verificato
un aumento dell’ afflusso di visitatori, con un'inversione di tendenza, ed un incre-
mento della richiesta di pernottamenti proprio nel centro della cittadina. Su tale scia
era stato studiato il programma di ristrutturazione in esame.
Piano annuale degli investimenti.
Esso prevedeva nel 1997 L. 135,7 mln; nel 1998 L. 47 mln; nel 1999 L. 512,20
mln; nel 2000 L. 546,2 mln.Come termine dell’iniziativa dal decreto concessione
provvisoria era previsto il 31/12/2000.
Capacità produttive a regime.
L'azienda appariva in grado di rispettare il programma e l'imprenditore si dimo-
strava motivato.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Gli ultimi due bilanci, chiusi al 31/12/95 e al 31/12/96, evidenziavano un volume
di attività piuttosto ridotto, seppur in lieve crescita. Gli ultimi dati ufficiali esposti
erano di entità modesta e non risultava alcun tipo di indebitamento nei confronti del
sistema bancario. Era comunque sottolineato che i bilanci non fornivano un'imma-
gine esaustiva circa la situazione economico-finanziaria dell'azienda, in quanto deri-
vavano da una contabilità semplificata e quindi poco analitica.
Occupazione nuova o mantenuta.
Il personale impiegato al momento della presentazione della domanda di contri-
buto era pari a zero, infatti il titolare gestiva l'iniziativa personalmente, coadiuvato
da alcuni collaboratori esterni. Si prevedeva a regime un incremento occupazionale
di sei unità.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Era prevista la ristrutturazione dell'Hotel. La motivazione dell'investimento era
rappresentata dal fatto che l'Hotel Rosa risultava essere l'unica struttura ricettiva
presente nell'abitato della cittadina di Fasano. Negli ultimi anni era aumentata la
presenza di turisti e di operatori economici ma questi, per mancanza di strutture ri-
cettive, erano stati costretti a cercare alberghi decentrati presso i Comuni più vicini.
Tale realtà, come detto, aveva convinto il promotore a rilanciare il proprio albergo,
realizzando il programma di ristrutturazione immobiliare e di rilancio dell'attività.
86
Le previsioni di fatturato apparivano ottimistiche, ma l’Istituto bancario riteneva
che, anche in presenza di un mancato raggiungimento dei volumi di ricavo eviden-
ziati per l’anno 2000, il collocamento del punto di pareggio su livelli molto bassi, a-
vrebbe assicurato comunque esiti reddituali adeguati.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L’impresa, affidata dallo stesso Istituto referente, era referenziata in relazione al-
l'affidabilità morale, commerciale e imprenditoriale.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Dai dati sulla valutazione del patrimonio del promotore, derivanti da informazioni
assunte tramite le filiali territorialmente competenti e dai documenti presentati in
sede istruttoria, l’imprenditore risultava essere in grado di concorrere al sostegno
finanziario del progetto, mediante capitali per un importo superiore al 30% dell'in-
vestimento in programma.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
L'azienda appariva in grado di rispettare il programma proposto e l'imprenditore
si dimostrava motivato. Il piano finanziario prospettico appariva adeguato e preve-
deva l'immissione di mezzi propri per oltre il 30% dell'investimento.
RELAZIONE UVER.
L’intervento prevedeva l’ammodernamento dell’albergo esistente, in particolare
un nuovo arredo delle stanze, la realizzazione di un ascensore, il ripristino della sala
ristorante con rifacimento delle annesse cucine, la creazione di locali tecnici.
Non c’erano state variazioni rispetto al progetto originario.
Alla data della verifica UVER del 27/06/2000 lo stato di avanzamento era del
7,4% sul progetto ammesso.
La realizzazione era stata avviata il 15/09/1997 e si prevedeva l’ultimazione il
31/12/2000, aggiornata al 31/12/2001. L’entrata a regime era prevista per il
31/12/2001.
Il cronoprogramma realizzativo non sarebbe stato rispettato per il ritardo
nell’erogazione dell’anticipazione; sussistevano incertezze dell’imprenditore sulla
realizzazione dell’intervento.
Si faceva presente che la domanda di anticipazione, presentata a febbraio, era
ancora in attesa di erogazione.
Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, così come con le altre
aziende dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non è inserita in filiere indu-
striali.
87
Si faceva presente che all’atto della visita le opere risultavano sospese,
l’imprenditore aveva infatti dichiarato che all’atto della partecipazione al Patto non
conosceva il meccanismo di erogazione dei contributi e il fatto che l’ultima tranche
degli stessi sarebbe stata erogata a conclusione dei lavori lo aveva indotto ad una
“pausa di riflessione” sulla propria capacità finanziaria di anticipare le somme occor-
renti per la chiusura dell’intervento.
Il titolare dell’albergo si era dichiarato intenzionato a riprendere i lavori non ap-
pena gli fosse stata accreditata l’anticipazione.
La possibilità, a detta del verificatore, che potesse essere erogata la seconda ra-
ta anche con fatture non saldate previa fideiussione bancaria, induceva a ritenere
possibile il completamento dell’intervento.
Relazione semestrale.
Il programma degli investimenti, a dire del S.R., era stato rallentato dal ritardato
incasso dell'anticipazione, avvenuto il 23/08/00 nella misura di L.352,9 mln contro
uno stato di avanzamento dell’investimento di L. 293,3 mln a tutto il 2000.
Il titolare sembrava intenzionato ad ultimare in tempi brevi il programma degli
investimenti.
MARTELLINI FRANCESCO
Analisi delle prospettive di mercato.
Il settore era quello delle acque minerali, e l'azienda era tesa ad affrontare sia il
mercato provinciale che quello regionale, soprattutto grazie alle politiche di prezzo.
Il progetto di impresa evidenziava, oltre che la realizzazione dell'opificio, l'acquisto
di macchinari aventi un elevato grado tecnologico, tale da mettere l'azienda in con-
dizioni di operare con il massimo della tecnologia e dell'automazione esistente.
Il piano annuale degli investimenti prevedeva nel 1997 L. 300 mln; nel 1998 L.
1.340 mln e nel 1999 L. 3.402,5 mln;
La data prevista come termine iniziativa dal decreto concessione provvisoria era
il 30/06/2001.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-
tà che di autofinanziamento.
Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.
Il giudizio che si poteva esprimere dai bilanci d'esercizio e dalle scritture contabili
era senz'altro positivo, atteso che ogni esercizio generava disponibilità nette che
potevano essere utilizzate per far fronte anche al programmato investimento.
88
Occupazione nuova o mantenuta.
Era prevista l'assunzione di nove unità, sì da portare la forza lavoro a venticin-
que dipendenti, le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di confezioni di largo con-
sumo, di grande utilizzo da parte sia dei privati che delle grandi organizzazioni
commerciali. La strategia aziendale era tesa ad affrontare sia il mercato provinciale
che quello regionale, soprattutto grazie alle particolari politiche di prezzo che l'a-
zienda era in grado di praticare.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
Il titolare dell'iniziativa era efficacemente supportato da collaboratori familiari ed
era noto per capacità e esperienza. L'intero management aziendale appariva dotato
delle necessarie esperienze ed affidabilità tecniche. L'imprenditore godeva di affida-
bilità morale. La situazione patrimoniale e finanziaria del soggetto richiedente risul-
tava valida ed adeguata all'iniziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Al fine di accertare la disponibilità di mezzi propri pari al 30% dell'investimento,
la banca aveva acquisito una perizia di stima di immobili in proprietà valutati com-
plessivamente in L. 1.881 mln.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Dall'esame del Business Plan, delle previsioni produttive e reddituali nonché delle
prospettive di mercato, si riteneva di poter esprimere un parere positivo sull'inizia-
tiva in programma tenuto anche conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei
soggetti proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
Il progetto prevedeva la realizzazione delle opere di captazione e presa dalla
sorgente delle acque minerali. C’era stata variazione rispetto al progetto originario
relativo al costo di opere murarie la cui valutazione originaria risultava sottostimata
ed un lieve aumento della spesa per macchinari attribuibile a lievitazione costi. Alla
data della verifica UVER (22/6/2000), l’avanzamento dell’investimento era del
36,3% sul progetto ammesso. La data di avvio era prevista per il 3/2/1997; la data
di ultimazione il 30/6/2001 e l’entrata a regime nel 2000. Non si era rispettato il
cronoprogramma dei tempi per lentezza esecutiva. Per quanto riguarda la disponibi-
lità di mezzi propri non era stata presentata sufficiente documentazione probatoria
89
dei versamenti effettuati. Non si erano riscontrati occupati in quanto lo stabilimento
era ancora in fase di realizzazione.
Le sinergie con altre aziende erano nulle così come con altre aziende dell’ambito
del Patto.
Relazione semestrale.
Al 31 dicembre 2000 risultavano investiti L. 1.991,8 mln contro una previsione
del termine dell’impiego del finanziamento fissata al dicembre del 1999. Era stata
corrisposta, l’11/06/1999, un’anticipazione di L. 1.616,3 mln.
I prospetti delle attività e delle passività erano giudicati “poco attendibi-
li”.Ripresentati dall’impresa, non erano risultati facilmente verificabili per il regime
di contabilità semplificata.
Secondo il commento sullo stato del programma, il titolare stava compiendo e-
normi sforzi per cercare di portare a termine lo stesso. Dalle informazioni acquisite,
si rilevava che egli non sembrava disporre delle risorse finanziarie necessarie per
ultimare l'investimento ed aveva incontrato difficoltà ad ottenere finanziamenti da-
gli istituti di credito. L'imprenditore aveva contattato una banca e sembra che la
stessa gli stesse concedendo un mutuo con il quale poter ultimare l'investimento.
Permaneva da parte del S.R. il giudizio già espresso nel semestre precedente, circa
l’inadeguatezza manageriale, patrimoniale e finanziaria del titolare rispetto agli o-
biettivi indicati. Il 6/2/01 il Ministero aveva inviato la comunicazione di avvio del
procedimento di revoca del decreto provvisorio di concessione.
MONNA DE' LIZIA
Analisi delle prospettive di mercato.
Il progetto consisteva nella realizzazione di un nuovo stabilimento per la produ-
zione di pasta fresca. Il ciclo di lavorazione, evolutosi nel corso del tempo, presen-
tava caratteristiche tecnologiche d'avanguardia, che consentivano alla società di
conseguire standard di qualità elevata a prezzi piuttosto contenuti. Pertanto, con il
programma stabilito non erano previste innovazioni di rilievo e si puntava ad accre-
scere la capacità di produzione al fine di soddisfare le crescenti richieste.;
Piano annuale degli investimenti.
Il piano prevedeva, nel 1996, un investimento di L. 40 mln; L. 890 mln nel
1997; L. 251 mln nel 1998; Come data termine dell’iniziativa nel decreto conces-
sione provvisoria era previsto il 29/01/1999;
Capacità produttive a regime.
90
La previsione di incremento del valore della produzione fino a L. 3 Mld nel 1997
per giungere successivamente fino a L. 3,8 Mld, trovava fondamento nella presenza
di capacità produttiva inutilizzata e nell'acquisto di nuovi macchinari.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Il contributo statale sommato ai mezzi propri che sarebbero stati immessi dai so-
ci assicurava la completa copertura finanziaria dell'investimento. Inoltre si prevede-
vano flussi di cassa netti positivi anche negli esercizi in cui si sarebbe dovuto realiz-
zare il programma (97/98). Non era previsto il ricorso a finanziamenti a M/L termi-
ne. L'equilibrio finanziario e la solidità patrimoniale nonché la sua redditività assicu-
ravano alla società un agevole accesso al credito bancario.
Occupazione nuova o mantenuta.
Il programma di investimento implicava l'occupazione di venti unità, con un in-
cremento pari a dieci unità.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Il mercato della pasta fresca era in forte aumento, e negli anni successivi si pre-
vedeva una conferma di tale trend sulla base dei seguenti elementi: evoluzione del
gusto di prodotti tipici regionali; affermazione all'estero della dieta mediterranea;
ottimo rapporto prezzo/valore nutritivo.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
I nominativi a cui faceva capo la società richiedente risultavano essere operatori
corretti e sul cui conto non si ravvisavano elementi negativi ad eccezione di un ille-
cito amministrativo sul quale era stata pronunziata sentenza di assoluzione.
Copertura del 30% di mezzi propri.
L'assemblea straordinaria del 23/12/97 della Società richiedente aveva delibera-
to l'aumento del capitale sociale e l'utilizzo della sovvenzione dei soci. Si riteneva
pertanto di poter assumere l'importo preventivato di L. 364,5 mln quale ammontare
dei mezzi propri utilizzabili esclusivamente per la realizzazione dell'investimento.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
La validità si appoggiava su di un reale bisogno di potenziamento della capacità
produttiva, atteso che, al momento, la Società non riusciva a soddisfare pienamen-
te le richieste avanzate dalla propria clientela; il mercato di riferimento era in cre-
scita; la società adeguatamente patrimonializzata ed equilibrata finanziariamente; il
programma trovava adeguata e coerente copertura finanziaria; la percentuale dei
mezzi propri superiore al 30%; l'ultimazione dell'investimento era previsto per il
31/12/2001.
91
RELAZIONE UVER.
Il progetto prevedeva la ristrutturazione e l’adeguamento dell’immobile e
l’acquisto di macchinari ad integrazione del precedente assetto industriale.
Non c’era stata alcuna variazione rispetto al progetto originario.
Alla data della verifica UVER del 03/02/2000, lo stato di avanzamento era del
100% sul progetto ammesso.
La realizzazione era stata avviata l’08/01/1997 con previsione di ultimazione nel
marzo 1998, aggiornata al 29/01/99 (effettiva) e l’entrata a regime era prevista per
il 30/04/1999.
Il cronoprogramma realizzativo era stato rispettato.
I mezzi propri effettivamente versati alla data del 28/12/1998 ammontavano a L.
410 mln.
Dai libri matricola risultavano assunti sedici nuovi occupati con un incremento di
sei unità rispetto alla previsione.
L’iniziativa non risultava inserita in filiere industriali.
Dal rapporto di verifica risultava che erano stati raggiunti gli obiettivi del finan-
ziamento e la regolarità e conformità, risultante dalla documentazione, delle spese
effettuate rispetto al programma di investimento.
Relazione semestrale.
Con la comunicazione del 17/12/99 inviata dal S.R. al Ministero, si era attestato
l'avvenuto esborso delle spese per investimenti per L. 1.164 mln, pari al 102% del
totale investimento ammesso da decreto. In data 7/7/00 lo stesso Soggetto aveva
comunicato al Ministero che, in seguito alla segnalazione della Guardia di Finanza,
era stato accertato che l’impresa aveva presentato domanda di agevolazione ex L.
488/92 e che avrebbe ottenuto altra agevolazione pubblica per il medesimo pro-
gramma di investimento, contravvenendo a quanto previsto dall'art.5 del decreto
provvisorio di concessione. Con la comunicazione del Ministero del 6/2/01 inviata
alla impresa, si era dato avvio al procedimento di revoca dell'agevolazione ex
D.P.C. 22/6/98 ed ai sensi dell'art. 7 della L. 7/8/90 n.241.
NITTI
Analisi delle prospettive di mercato.
Il programma di investimenti era finalizzato all'ampliamento del proprio stabili-
mento industriale tecnicamente organizzato per la produzione e la trasformazione
del marmo. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di manufatti di
largo consumo, soprattutto nel settore dell'edilizia privata.;
92
Il piano annuale degli investimenti prevedeva nel 1997 L. 0 mln; nel 1998 L. 44
mln; nel 1999 L. 93 mln; nel 2000 n.d..
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-
tà e sia di autofinanziamento.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Il giudizio era favorevole, compresa la preventivata necessità di capitale di eser-
cizio, atteso che ogni esercizio generava disponibilità nette che potevano essere uti-
lizzate per far fronte anche al programmato investimento.
Occupazione nuova o mantenuta.
La società Nitti denunziava cinque dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio
dell'iniziativa. Era prevista l'assunzione di ulteriori 3 unità sì da portare la forza la-
voro a otto dipendenti.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Il progetto evidenziava oltre che all'acquisto dell'opificio, anche all'acquisto di
nuovi macchinari ad un elevato grado tecnologico. La strategia aziendale era tesa
ad affrontare sia il mercato provinciale che quello regionale, grazie al programmato
aumento della capacità produttiva.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
Si trattava di nominativi di alta esperienza ed affidabilità tecnica, morale ed im-
prenditoriale. La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente era
valida ed adeguata all'iniziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Tenuto conto dell'importo limitato dell'investimento, delle disponibilità immobilia-
ri anche dei soci, si poteva concordare con il piano finanziario esposto dall'azienda e
sulla capacità dei soci ad immettere mezzi propri, pari almeno al 30% dell'iniziativa.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Dall'esame nel Business Plan delle previsioni produttive e reddituali e delle pro-
spettive di mercato si riteneva esprimere un parere positivo sull'iniziativa in pro-
gramma, tenuto conto anche dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei soggetti
proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
Il progetto prevedeva la ristrutturazione del capannone esistente e l’acquisto di
tre macchinari. Non c’era stata nessuna variazione sul progetto iniziale. Alla data
della verifica UVER (6/7/2000) lo stato d’avanzamento era dello 0% sul progetto.
Dal carteggio acquisito presso il Servizio della programmazione negoziata non era
93
stato possibile all’UVER accertare le voci ed i relativi importi non ritenuti ammissibili
in sede di istruttoria della domanda di finanziamento. L’avvio di realizzazione era
previsto per il 1/12/97 la data di ultimazione non determinata, la data di entrata a
regime non determinata. Quindi non si era rispettato il cronoprogramma in quanto
non era stato possibile acquisire notizie di merito. Non si potevano evidenziare ne-
anche i mezzi propri né l’occupazione.
La relazione bancaria,ad avviso del verificatore, non evidenziava che successi-
vamente al periodo dell’iniziativa il mercato delle seconde case aveva subito una
segnata flessione.
Relazione semestrale.
La società aveva ricevuto in data 4 maggio 1999 un’anticipazione pari a L. 92,6
mln, su di un contributo pari a L. 185 mln ed un investimento ammesso pari a L.
270,3 mln.
In data 12/12/00 la società che aveva assunto la responsabilità del Patto, aveva
ricevuto comunicazione del fallimento della Nitti.
In data 15/2/01 il Ministero aveva comunicato l'avvenuta emissione del decreto
di revoca.
REVISUD
Analisi delle prospettive di mercato.
Il settore della subfornitura meccanica in cui operava Revisud, aveva registrato
nell'ultimo decennio significativi segnali di recessione a fronte della congiuntura
sfavorevole che aveva investito la grande industria in tutto il territorio nazionale. La
crisi sembrava essere superata e la Revisud, attraverso un ottimale rapporto quali-
tà/prezzo, aveva potuto beneficiare dei segnali di ripresa come era possibile rileva-
re dal costante incremento del fatturato degli ultimi anni.
Il piano annuale degli investimenti prevedeva nel 1997 L. 50 mln e nel 1998
L. 40 mln per un totale di L. 1.482,7 mln.
Data termine iniziativa da decreto era il 19/12/1999.
Capacità produttive a regime.
Presenta notevoli potenzialità di incremento della propria capacità produttiva
specialmente nel campo della meccanica di precisione connessa all'attività di manu-
tenzione, ma anche rivolta ad un mercato non solo su commessa.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
94
Sulla base dei conti economici e degli stati patrimoniali di previsione era indicato
un saggio interno di rendimento del programma di investimenti pari al 26,18%
Occupazione nuova o mantenuta.
In termini di incremento occupazionale si prevedeva, a regime, l'assunzione di
cinque unità in aggiunta alle quarantuno già esistenti nel 1997.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Sulla base dei conti economici e a seguito dell'entrata in funzione di un nuovo
reparto Enichem all'avvio della centrale ENEL, l'iniziativa si poteva considerare vali-
da.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'esperienza tecnica ed imprenditoriale maturata nel corso degli anni e l'affidabi-
lità morale del management aziendale offrivano condizioni adeguate al programma
di investimenti proposto.
Copertura del 30% di mezzi propri.
In base ai bilanci presentati l’impresa in base al valore del proprio capitale non
aveva bisogno di fare ricorso a strumenti per il ripristino dell'equilibrio finanziario.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Sulla base dei dati e delle notizie contenuti nel business plan e nella scheda pro-
getto imprenditoriale, ed in considerazione della sperimentata relazione tra la socie-
tà ed il nostro istituto, si riteneva di poter esprimere un giudizio positivo
sull’iniziativa.
RELAZIONE DELL’UVER.
L’investimento riguardava l’ampliamento di opifici per la costruzione, manuten-
zione e revisione di apparecchiature meccaniche di precisione.
C’era stata una notevole variazione del progetto per l’acquisto di un terreno limi-
trofo e non più per la costruzione di opere murarie. Alla data della verifica UVER
(27/1/200l) lo stato d’avanzamento era del 15,6% sul progetto. La data di avvio
della realizzazione era previsto per il 28/12/1997; la data di ultimazione il
19/12/1999 e l’entrata a regime il 1/1/2000. Non erano stati rispettati i tempi. I
mezzi propri effettivamente versati ammontavano a L. 495 mln. Per quanto riguar-
da l’utilizzo dell’anticipazione si sottolineava che, a distanza di circa 15 mesi
dall’erogazione della stessa, l’impresa aveva finora utilizzato, secondo la documen-
tazione esaminata, appena L. 232 mln, per cui, anche su questo aspetto, si poneva
l’esigenza di sollecitare quest’ultima alla conclusione di tutte le iniziative di compe-
95
tenza finalizzate all’impiego di dette risorse, unitamente al versamento della corre-
lata quota di mezzi propri.
Relazione semestrale.
Nel 1998 era stata erogata una anticipazione di L. 500 mln, a fronte della quale
c’era stato un avanzamento, al 31/12/00, di L. 485 mln.
Si evidenziava un notevole ritardo nella realizzazione dell'investimento. Le anno-
tazioni da fare erano relative alla situazione finanziaria dell’impresa, fortemente
squilibrata, sussistente già dal tempo della presentazione della domanda, e che era
caratterizzata da una elevata situazione debitoria, sproporzionata rispetto
all’andamento gestionale ed operativo. Le difficoltà relative alla realizzazione dell'i-
niziativa erano legate a natura finanziaria. Il fatturato annuo era poco più di un ter-
zo del totale dei debiti esistenti, che non erano legati a spese per investimenti. Sus-
sistendo tale situazione, il relatore aveva difficoltà a ritenere fattibile il programma
dell’impresa, secondo gli originari impegni.
Si proponeva al Ministero l’avvio della procedura di revoca.
RI BE
Analisi delle prospettive di mercato.
Il programma degli investimenti era finalizzato alla costruzione di uno stabili-
mento industriale tecnicamente organizzato per la produzione e la riproduzione di
cassette audio e video. Il progetto contemplava una produzione di largo consumo
sia da parte dei privati che da parte di organizzazioni commerciali.
Piano annuale degli investimenti.
Il piano annuale degli investimenti prevedeva L. 37 mln. nel 1997, L. 1.115,30
mln nel 1998, L. 316 mln nel 1999 e il termine della realizzazione nel 2001.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti apparivano i risultati previsti per l'esercizio a regime, sia in termini
di redditività che di autofinanziamento.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Sulla scorta dei documenti esibiti dall’impresa riguardo ai bilanci d'esercizio, te-
nuto conto anche delle disponibilità immobiliari personali, dell'autofinanziamento
complessivo che RIBE sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si poteva ragio-
nevolmente concordare con il piano finanziario di copertura esposto dall'azienda e
sulla capacità di immettere mezzi propri, pari ad almeno il 30%.
Occupazione nuova o mantenuta.
96
Nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa l'impresa denunziava tre dipenden-
ti. Era prevista l'assunzione di ulteriori sei unità, sì da portare la forza lavoro a nove
dipendenti le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Il progetto dell'impresa evidenziava, oltre alla realizzazione dell'opificio, l'acqui-
sto di macchinari altamente tecnologici che dovevano consentire all'azienda di ope-
rare con il massimo dell'automazione. I programmi prevedevano la produzione di
largo consumo, molto richiesta sia dai privati che dalle grandi organizzazioni com-
merciali. La strategia aziendale era tesa ad affrontare sia il mercato provinciale che
quello nazionale, soprattutto grazie alle particolari politiche di prezzo che l'azienda
sarebbe stata in grado di praticare.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'imprenditore operava nel settore della produzione e riproduzione di cassette
audio e video da numerosi anni ed aveva acquisito la necessaria esperienza. L'inte-
ro management aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affidabilità tec-
niche. Si trattava di nominativi dalla elevata affidabilità morale ed imprenditoriale.
La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed
adeguata all'iniziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Non occorreva che l’impresa facesse ricorso a strumenti per il ripristino dell'equi-
librio finanziario; esisteva documentazione relativa agli impegni di incremento dei
mezzi propri. In base al totale di tali mezzi da destinare alla realizzazione dell'inve-
stimento ed alle spese facenti parte del programma di investimento, si poteva con-
cludere che il capitale proprio era congruo rispetto a quanto previsto dalla normati-
va del Patto.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Il piano finanziario risulta adeguatamente strutturato alle necessità dell'investi-
mento. Dall'esame del Business Plan rassegnato, delle previsioni produttive in esso
evidenziate, nonché delle prospettive di mercato, si riteneva di poter esprimere un
parere positivo sull'iniziativa in programma, tenuto conto dell'affidabilità imprendi-
toriale e tecnica dei soggetti proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
Il progetto era previsto per la costruzione di un capannone e relativi uffici, ac-
quisto di macchinari per la produzione. Non c’era stata nessuna variazione rispetto
al progetto originario. Alla data della verifica UVER (16.2.2000), lo stato
97
d’avanzamento era del 3,1% sul progetto. L’iniziativa era stata avviata il
1/11/1997, e doveva essere ultimata il 31/12/98. Secondo la UVER non si erano
potuti rispettare i tempi per la mancata anticipazione, avvenuta soltanto il
15/12/1999. L’avvio delle attività del piano di investimento era ancora in fase pre-
liminare. L’impresa avrebbe dovuto effettuare il versamento di mezzi propri quando
si fossero rese attuali le esigenze finanziarie. L’impresa prevedeva di ultimare
l’iniziativa entro settembre 2000, in modo da rispettare il termine di avvio a regime
previsto per il 1/1/2001. I livelli occupazionali previsti non erano attualmente ri-
spettati, in quanto il livello produttivo non aveva ancora determinato l’espansione
occupazionale.
Non risultava che l’impresa avesse sinergie con altre ditte del Patto né con altre
aziende dell’ambito del Patto stesso. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
Relazione semestrale.
L’impresa stava procedendo, anche se con qualche ritardo, nella realizzazione del
programma degli investimenti. e rispondeva con prontezza alle richieste nell'ambito
delle attività di monitoraggio e controllo. Aveva assunto nel 2000 una unità lavora-
tiva in più. Aveva utilizzato pienamente la quota di contributo incassata a fronte
degli investimenti realizzati. Secondo il S.R. vi era una differenza di L. 24,7 mln fra
l’importo finanziato dal CIPE (L. 1.493 mln) e quello indicato nel progetto esecutivo
(L. 1.468,3 mln) a sfavore del primo.
SACIM
Analisi delle prospettive di mercato.
Era evidente come nel settore in cui si andava ad operare, costituito dalle co-
struzioni metalmeccaniche, sezione caldarerie, con specializzazioni nella produzione
di silos, serbatoi in acciaio, scambiatori di calore, esistevano notevolissime oppor-
tunità di successo per i potenziali entranti.
Dall'analisi svolta dall'azienda, le opportunità di mercato risultavano interessanti
in quanto le aree erano assolutamente non presediate dalla concorrenza.
Piano annuale degli investimento.
Era previsto l’investimento di L. 1.406 mln nel 1997, di L. 1.312 mln. nel 1998,
di L. 1.150 mln nel 1999 e il 2000 come termine dell’iniziativa.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti i risultati previsti a regime sia in termini di redditività e sia di auto-
finanziamento.
Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.
98
Dai bilanci degli esercizi precedenti l'investimento si poteva esprimere un giudi-
zio favorevole, poiché risultavano mezzi finanziari già immessi, disponibilità dei soci
e degli utili che la SACIM sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito.
Occupazione nuova o mantenuta.
La Sacim nell'esercizio precedente l'avvio aveva dieci dipendenti. Era prevista
l'assunzione di ulteriori ventuno unità in modo da portare la forza lavoro a trentuno
dipendenti.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'intera compagine della società lavorava da numerosi anni nel settore. L'intero
management era dotato di notevoli esperienze ed affidabilità morali e tecniche. La
situazione finanziaria e patrimoniale del Soggetto richiedente risulta valida ed ade-
guata all'iniziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
In base all'ammontare dei mezzi propri si poteva concludere che il capitale pro-
prio investito nell'iniziativa era congruo a quanto stabilito dalla normativa del Patto.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Dall'esame del business-plan e dalle prospettive di mercato, delle previsioni pro-
duttive e reddituali in esso evidenziate, si riteneva di poter esprimere un parere po-
sitivo sull'iniziativa in programma, tenuto conto dell'affidabilità imprenditoriale e
tecnica dei soggetti proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
Erano state apportate variazioni legate a nuove tecnologie introdotte nello speci-
fico settore produttivo. Alla data della visita UVER (19/9/99) lo stato
d’avanzamento era del 72% sul progetto. Sull’avanzamento accertato per L. 2.056
mln, erano stati effettuati pagamenti per L. 1.996 mln30. L’avvio della realizzazione
era previsto dal 12/2/1997 e la data di ultimazione il 31/12/99. Si prevedeva la
realizzazione nei termini. Il contributo statale versato alla data del novembre 98
era di L. 935,2 mln; i mezzi propri di L. 540 mln. Il progetto risultava quasi ultimato
e aveva portato anche nuova occupazione per sette unità, rispetto a quella prevista
dal business plan stimata in tre unità.Le sinergie con altre aziende del Patto erano
basse; con altre aziende dell’ambito territoriale del Patto alte. L’iniziativa era inseri-
ta in filiere industriali.
99
Relazione semestrale.
Il progetto imprenditoriale era pressoché ultimato, tuttavia i dati della relazione
divergevano da quelli dell’UVER per quanto riguardava lo stato di avanzamento, in-
fatti, nella relazione si indicavano come spesi al 31 dicembre’00 L. 1.771,9 mln. Al
riguardo il S.R,. nel commento relativo alle variazioni di spesa proposte, riferiva che
nel corso dei diversi sopralluoghi, la ditta aveva informato il S.R. che il programma
originario avrebbe subito un ridimensionamento che avrebbe interessato, partico-
larmente, l’acquisto di macchinari ed attrezzature che la ditta preferiva acquistare
usati e, pertanto, non ammissibili a contributo.
Le motivazioni alla base di tale decisione avrebbero dovuto essere comunicate in
tempi brevi: dopo circa nove mesi dall’ultimo sopralluogo, non erano state fornite
comunicazioni sul programma finale.
Si rileva, per memoria, che il S.R. ha inviato al Ministero del Bilancio in data
28.5.99 una comunicazione con la quale veniva chiesto quale procedura seguire in
presenza di fatture di fornitori di materiale edile, utilizzato dalle ditte incaricate dei
lavori di costruzione, direttamente ricevute dalla ditta, a cui non è stato dato nes-
sun riscontro.
Si constata che il fenomeno non è stato rilevato dall’UVER e non risulta alcun re-
ferto ministeriale.
Vi era stato un aumento di dodici unità lavorative nel periodo dal 1998 al 2000.
SANTORO COSIMO
Il progetto da realizzare prevedeva la costruzione di una nuova struttura pro-
duttiva, consistente in un laboratorio. Inoltre era prevista la realizzazione di una
palazzina uffici separata ove ospitare anche l’alloggio del custode e la guardiana.
Analisi delle prospettive di mercato.
Il notevole interesse con il quale sono considerate le attività produttive legate al-
l'ulivo è molto elevato. La produzione di olio nel nostro Paese subisce delle varia-
zioni annuali. La struttura dell'industria olearia nazionale è caratterizzata da frantoi
capillarmente diffusi sul territorio delle regioni produttrici.
I punti di produzione erano frazionati e le più moderne industrie andavano a
sopperire a quelle più antiquate.
30 occorre probabilmente interpretare che taluni fornitori attendevano ancora il pagamento. Riguardo alla differenza fra fatturazioni e pagamenti si rinvia a quanto precisato in via generale dal S.R. circa la prassi
100
Per quanto attiene le politiche di prezzo, l'azienda intendeva consolidare il suo
posizionamento nell'area della qualità a fronte di un prezzo sicuramente competiti-
vo.
Piano annuale degli investimenti.
Tale piano prevedeva L. 120 mln nel 1997, L. 554 mln nel 1998 e L. 500,9 mln
nel 1999. Come termine della realizzazione era previsto il 2000.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti i risultati per l'esercizio a regime sia in termini di redditività sia di
autofinanziamento.
Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.
I costi risultavano in linea con quelli di mercato e con quanto indicato nel Prezza-
rio Architetti. Le spese tecniche risultavano contenute nei limiti previsti dal Tariffa-
rio degli Ingegneri. Tenuto conto delle disponibilità anche immobiliari del titolare e
dell'autofinanziamento dell’impresa, si poteva concordare con il piano finanziario di
copertura degli investimenti esposto.
Occupazione nuova o mantenuta.
L'impresa denunziava tre dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziati-
va. Era prevista l'assunzione di ulteriori dodici unità, sì da portare la forza lavoro a
quindici dipendenti, le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'imprenditore operava nel settore della produzione e nella manutenzione di
macchine ed attrezzature per i frantoi oleari, ed aveva acquistato la necessaria e-
sperienza tecnica e imprenditoriale. L'intero management aziendale appariva dotato
di elevate affidabilità tecniche. Si trattava di nominativi dalla riconosciuta moralità.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Il capitale proprio nell'iniziativa appariva congruo rispetto a quanto stabilito dalla
normativa sui Patti.(37,03%).
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Il piano finanziario risultava adeguatamente strutturato alle necessità dell'inve-
stimento. Dall'esame del Business Plan e delle prospettive di mercato, delle previ-
sioni produttive e reddituali in esso evidenziate, si riteneva dare un giudizio favore-
vole sull'iniziativa, tenuto anche conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei
soggetti proponenti.
irregolare dei pagamenti per cassa.
101
RELAZIONE DELL’UVER.
C’era stata una variazione relativa ad un lieve aumento del costo di realizzazione
delle opere civili. Alla data della visita UVER, effettuata in data 27/6/2000, lo stato
d’avanzamento era del 69,6%.
La data di avvio era prevista per 15/7/1997, la data di ultimazione
dell’investimento per il 31/12/1999, successivamente aggiornata al 31/8/2000, e
l’entrata a regime per l’1/1/2001.
Non erano stati rispettati i tempi per il ritardo nell’avvio della realizzazione.
I mezzi propri, alla data del 4/12/98, erano stati versati in misura pari a L. 243,9
mln.
Quelli previsti ammontavano a L. 215 mln. Il contributo statale era stato versato
in data 4/12/98, nella misura di L. 387,5 mln. Per quanto riguardava i dati occupa-
zionali, pur non essendo ancora entrato in produzione il nuovo stabilimento, nel
1999 erano state assunte cinque nuove unità che lavoravano nella vecchia sede.
Non risultavano sinergie con altre aziende del Patto né con altre aziende
dell’ambito territoriale. L’iniziativa era inserita in filiere industriali.
Relazione semestrale.
A fronte di un investimento complessivo ammissibile, risultante dal decreto di
concessione pari a L. 1.173,1 mln31, la società, a tutto il 2000, aveva sostenuto
spese pari al 74,78% dello stesso. Esso, quindi, doveva proseguire nel 2001. Al 31
dicembre 2000, rispetto al totale di investimenti per L. 1.175,6 mln, era riferito, in-
fatti, uno stato di avanzamento pari a L. 877,3 mln ed una occupazione pari a 9 u-
nità rispetto alle 12 previste. Era stata corrisposta anticipazione per L. 387,5 mln in
data 4/12/98. Per quanto riguardava i mezzi propri l’impresa aveva versato al
31/12/00 L. 430,9 mln. sotto forma di aumento del patrimonio netto.
Inoltre l’impresa intendeva chiedere il pagamento della seconda rata stipulando
polizza fideiussoria, in quanto i documenti fiscali giustificativi degli investimenti non
risultavano del tutto saldati. Infatti risultava una differenza fra fatturato totale pari
a L. 1.224 mln e spese sostenute al 31/12/00 pari a L. 877,3 mln, di L. 346,7
mln.
E’ appena il caso di sottolineare quanto il fenomeno assuma una rilevanza, sotto
il profilo della regolarità fiscale, maggiore di quella denunciata dal S.R dei “paga-
menti per cassa”, solo parzialmente mitigata dal fatto che tale differenza non risulta
esposta come spesa sostenuta, ai fini dell’avanzamento dell’investimento.
31 Il progetto aveva subito una riduzione di L.2,5 mln. rispetto al progetto esecutivo per ricondurre la voce suolo entro i limiti del 10% dell’importo ammesso;
102
T.C.T.
Il programma di investimento era finalizzato a migliorare il ciclo di produzione di
manufatti prefabbricati in cemento a struttura monolitica autoportante. Le cabine
elettriche pre-fabbricate,venivano fornite complete di apparecchiature elettromec-
caniche, ad eccezione dei trasformatori ed una nuova linea di produzione di pozzetti
in cemento armato.
Analisi delle prospettive di mercato.
Considerato che nell'area del Mezzogiorno non risultava esserci concorrenza pro-
duttiva adeguatamente organizzata, e le cabine elettriche non erano in genere do-
tate di misure di sicurezza, si presumeva che la produzione di nuove cabine presen-
tasse elevati requisiti tecnici avesse un regime particolarmente elevato.
L’evoluzione del mercato era giudicata positivamente in quanto la TCT aveva stipu-
lato un contratto con la Telecom che le assicurava il completo ed integrale assorbi-
mento per la produzione del successivo triennio.
Piano annuale degli investimenti.
Erano previsti nel 1997 L. 432,8 mln, nel 1998 L. 1.000 mln e nel 1999 L. 377,2
mln.
Come data termine iniziativa il decreto di concessione provvisoria prevedeva il
31/12/1999.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-
tà che di auto finanziamento.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Tenuto conto dei mezzi finanziari già immessi, delle disponibilità anche immobi-
liari dei soci e degli utili che la TCT sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si
poteva approvare il piano finanziario di copertura degli investimenti esposto dall'a-
zienda.
Occupazione nuova o mantenuta.
La T.C.T. nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa denunciava dodici dipen-
denti. Era prevista l'assunzione di ulteriori otto unità, sì da portare la forza lavoro a
venti dipendenti.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
103
L'evoluzione del mercato era ritenuta positiva, atteso che la normativa in tema di
infortunistica imponeva la necessità di cabine elettriche a norma di legge e che la
produzione di pozzetti ben si inseriva nel programma di cablatura dell'intero territo-
rio nazionale con la posa in opera in fibre ottiche.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'intera compagine societaria vantava una lunga esperienza tecnica e imprendi-
toriale, come pure il management aziendale era composto da persone serie ed e-
sperte nello specifico settore. Trattasi di nominativi dalle indiscutibili doti morali. La
situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed a-
deguata all'iniziativa proposta.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Tenuto conto dei mezzi finanziari già immessi delle disponibilità anche immobilia-
ri dei soci e degli utili che la TCT sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si po-
teva ragionevolmente concordare con la capacità dei soci di far fronte all'immissio-
ne dei mezzi propri per almeno il 30% dell'investimento programmato.Il totale dei
mezzi propri da destinare al finanziamento ammontava, infatti, a L. 726,2 mln.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
Esaminata la documentazione prodotta dalla impresa e valutato attentamente il
Business Plan si poteva affermare che il piano finanziario risultava adeguatamente
strutturato alle necessità dell'investimento.
RELAZIONE DELL’UVER.
Il progetto prevede l’ampliamento del capannone esistente, il potenziamento del-
la centrale di betonaggio, il potenziamento della linea produzione “cabine elettriche”
e la realizzazione di una nuova linea di produzione “tombini” prefabbricati.
Alla data della verifica UVER del 26/06/2000 lo stato di avanzamento era del
24,3% sul progetto esecutivo.
La realizzazione era stata avviata il 03/03/1997 con previsione di ultimazione al
31/12/1999 ( data non di aggiornamento); l’importo dell’investimento ammesso era
pari a L. 1.780 mln.
L’importo totale dell’investimento ammontava a L. 1.810,2 mln.
I mezzi propri effettivamente versati alla data del 04/05/1999 ammontavano a
L. 144 mln (versato 30% di quanto realizzato).
Erano state assunte tre nuove unità che prestavano servizio sulla preesistente li-
nea di lavorazione.
104
Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, così come con le altre
aziende dell’ambito territoriale del Patto.
L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
Il piano di investimento sopra descritto scaturiva dall’acquisizione da parte della
T.C.T di una grossa commessa TELECOM S.p.A. nell’ambito della realizzazione del
“PROGETTO SOCRATE” di cablaggio in fibre ottiche, di seguito abbandonato dalla
stessa.
Per tale motivo il S.R. di Patto aveva più volte richiesto alla T.C.T. una rimodula-
zione del programma di investimento senza ottenere risposta.
In occasione della visita ispettiva il Presidente della Società aveva affermato che
non si era ancora in grado di formulare programmi precisi e risultava realizzato un
investimento pari a L. 440,9 mln. Da quanto rendicontato era sottratta la spesa di
L. 13,1 mln per la realizzazione dell’impianto antintrusione, ritenuta erroneamente
ammissibile dal responsabile del Patto. Alcune delle spese sostenute fino ad allora
(ad es. macchina formatrice dei tombini, il cui utilizzo futuro appariva improbabile o
minimo) avrebbero potuto, in fase di rimodulazione del programma, non essere più
ritenute agevolabili.
Da quanto sopra esposto emergevano le seguenti problematiche:
- l’investimento non poteva essere realizzato secondo il progetto originario e
doveva, comunque, essere mutato il prodotto finale;
- la T.C.T non era ancora in grado di formulare una rimodulazione del pro-
gramma e, conseguentemente, una data di conclusione dello stesso;
- gran parte della spesa documentata avrebbe potuto essere stralciata;
- come evidenziato dal fatturato del 1999 anche la linea di produzione della
cabine prefabbricate sembrava avere problemi di sbocchi di mercato.
Dal rapporto di verifica emergevano motivati dubbi sulla positiva conclusione
dell’intervento.
La data della verifica UVER risaliva al 26/06/2000. L’idea della diversificazione
produttiva nasceva dall’acquisizione di una grossa commessa Telecom, nell’ambito
del cablaggio delle fibre ottiche. A parte la perplessità derivante dal finanziamento
di un programma d’investimento per una sola commessa, l’abbandono del progetto
Socrate da parte della Telecom S.p.a., a giudizio del S.R., rendeva inutile il proget-
to come presentato.
Il programma degli investimenti prevedeva la realizzazione di un edificio di com-
plessivi mq. 1050, e l’acquisto di quindici macchine operatrici elettroniche.
Non erano intervenute variazioni al progetto originario.
105
La realizzazione risultava avviata in data 10/01/1998, la data di ultimazione
dell’intervento non era disponibile, ed era prevista una data di entrata a regime nel
2001.
La stessa linea di produzione delle cabine prefabbricate sembrava avere problemi
di sbocchi di mercato.
Relazione semestrale.
Nel corso dell'anno 2000 la Società aveva rallentato la realizzazione del pro-
gramma degli investimenti. Era stata sollecitata ripetutamente a comunicare le sue
decisioni circa la rimodulazione del progetto, il cui stato di avanzamento era sostan-
zialmente fermo al 30/06/2000.
Il programma era stato realizzato in misura nettamente modesta, causa la previ-
sione di sviluppo di una attività unicamente nell’ambito del programma di utilizza-
zione di fibre ottiche nella telefonia.
Il programma era stato inserito fra quelli del Patto nonostante le evidenti, nega-
tive prospettive di sviluppo delle fibre ottiche.
Il Ministero, con comunicazione in data 6/02/01, aveva dato avvio al procedi-
mento di revoca dell’agevolazione.
TI.GI. CALZE S.a.s.
Analisi delle prospettive di mercato.
Le indagini di mercato, così come riportate nel business plan redatto dall’azienda
enucleavano un mercato in buona crescita ed in grado di assorbire la produzione
prevista a regime.
Il Piano annuale degli investimenti.
Nel 1997 L. 0 mln; nel 1998 L. 1.280 mln; nel 1999 L. 423,6 mln; nel 2000 L. 0
mln.
Capacità produttive a regime.
Per quanto riguarda la capacità produttiva degli impianti dall'esercizio di avvio a
quello a regime e dei relativi tempi di completamento degli investimenti, consente il
raggiungimento del massimo livello di redditività la capacità produttiva degli im-
pianti in fase d’avvio e quella a regime, già nel 2000 avrebbero dovuto consentire il
massimo livello di redditività, cioè con un anno di anticipo rispetto all'esercizio a re-
gime.
Stato patrimoniale c/economico fabbisogno e mezzi di copertura.
Il piano finanziario di copertura risultava valido nel suo insieme.
106
Occupazione nuova o mantenuta.
L'azienda prevedeva di occupare a regime venticinque dipendenti con un incre-
mento di diciassette unità rispetto all'esercizio precedente l'avvio della realizzazione
dell'iniziativa.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
L'azienda produceva e continuava a produrre calze sportive e per il tempo libero.
L'investimento in programma prevedeva l'acquisto di macchinari ad elevata tec-
nologia che consentivano alla stessa di pervenire ad un prodotto finito con econo-
mie di risorse.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
L'azienda, in virtù dell'attività sin qui svolta, aveva maturato l'affidabilità e la
competenza tecnica richiesta dall'iniziativa. Si intravedeva la capacità dell'azienda
di far fronte agli impegni assunti. Sotto il profilo economico reddituale si riscontra-
va che la crescita del fatturato registrata negli esercizi 1995/1996 non aveva de-
terminato risultati d'esercizio proporzionati al capitale investito. Le previsioni for-
mulate per l'esercizio 1997 e seguenti sottolineavano una corretta crescita della ca-
pacità reddituale.
Copertura del 30% di mezzi propri.
Il piano finanziario di copertura risultava valido nel suo insieme. L'aumento di
capitale sociale, limitatamente alla tranche di 70/mln del 1999, come desunto dalla
specifica scheda del business plan, era stato anticipato all'anno 1998.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
La ditta risultava dotata di una sufficiente esperienza e della capacità tecnica ri-
chiesta. Aveva formulato previsioni in ordine alla crescita reddituale che si riteneva-
no valide; aveva validità sul piano finanziario; prometteva un incremento occupa-
zionale di 17 unità; quindi la banca esprimeva una valutazione positiva sulla validità
e fattibilità dell'iniziativa.
RELAZIONE DELL’UVER.
Il cronoprogramma non era stato rispettato in quanto i lavori di realizzazione
dell’edificio erano stati sospesi.
Nel corso della visita non era stato possibile visionare i libri matricola.
Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, basse risultavano quelle
con altre aziende dell’ambito territoriale del Patto.
L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.
107
Durante la visita la rappresentante della Società, attesa l’indisponibilità della do-
cumentazione necessaria alla stesura del rapporto dell’UVER presso la sede operati-
va, si era impegnata a far recapitare quanto richiesto.
A distanza di oltre 40 giorni, nulla era pervenuto, malgrado numerosi solleciti,
pertanto il rapporto non conteneva tutte le informazioni previste.
Il cantiere era risultato in totale stato di abbandono, quanto realizzato non sem-
brava corrispondere in termini finanziari a quanto indicato dal Responsabile di Patto
nella relazione al 30/06/1999.
In via informale l’imprenditrice aveva evidenziato difficoltà nei rapporti con la so-
cietà appaltatrice, culminati con la rescissione del contratto d’appalto.
L’unità segnalava l’esigenza di un monitoraggio particolare sull’iniziativa, al fine
di adottare tempestivamente ogni iniziativa che si rendesse necessaria per la tutela
del pubblico erario.
Relazione semestrale.
Gli investimenti ammessi ammontavano a L. 1.687,4 mln con inizio al 10/01/98
ed una occupazione finale di diciassette unità. L’anticipazione era stata corrisposta
a dicembre del 1998 per L. 560,8 mln contro uno stato di avanzamento di L. 578,2
mln al 31/12/00.
La ditta aveva informato il S.R. che intendeva acquistare dei macchinari già usati
perché il programma avrebbe subito un ridimensionamento, pur non essendo questi
ultimi ammissibili a contributo.
Nel corso del 2000 la Società aveva rallentato la realizzazione del programma ed
era stata ripetutamente invitata, senza esito, a comunicare le sue decisioni circa il
completamento del programma.
VINICOLA LOMAZZI
Analisi delle prospettive di mercato.
Il mercato del settore vinicolo italiano aveva registrato una rapida trasformazio-
ne della struttura produttiva a causa dell'ingresso di un gran numero di imprese di
piccole dimensioni ed all'incremento della presenza di imprese del centro sud
dell’Italia. Da un’offerta caratterizzata dalla predominanza di grandi aziende si era
giunti, pertanto, ad una decentrata e frammentata che aveva consentito l'espansio-
ne e la crescita di piccole aziende come la Soc. Lomazzi.
Piano annuale degli investimenti.
108
Era previsto un investimento complessivo di L. 1.230 mln., di cui L. 213,5 mln.
nel 1997, L. 1.016,5 mln. nel 1998. Il decreto di provvisoria concessione prevedeva
il termine dell’iniziativa nel 2000.
Capacità produttive a regime.
Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-
tà che di autofinanziamento.
Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.
In base ai bilanci d'esercizio presentati dall’impresa e tenuto conto delle disponi-
bilità immobiliari e finanziarie dei soci e dell'autofinanziamento complessivo che la
società sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, sussisteva ad avviso della Ban-
ca, la reale consistenza dei mezzi propri necessari per raggiungere il 30% dell'inve-
stimento programmato.
Occupazione nuova o mantenuta.
L’impresa evidenziava dieci dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'inizia-
tiva. Era prevista l'assunzione di ulteriori sei unità sì da portare la forza lavoro a
sedici dipendenti.
Validità tecnico economica dell'iniziativa.
Il progetto era relativo ad un’opera di ammodernamento. Si era nel settore della
vinificazione delle uve. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di vini
speciali e spumanti. Il mercato dei vini speciali e degli spumanti rappresentava in
Italia il 52% della produzione. Anche in tale settore, mentre sino ad allora l'offerta
di questi prodotti era effettuata prevalentemente da grandi aziende, la produzione
si andava decentrando verso le piccole e medie imprese.
Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.
La Lomazzi Vinicola operava nel settore da numerosi anni, quindi aveva acquisito
la dovuta esperienza .L'intero management aziendale era dotato delle necessarie
esperienze ed affidabilità tecniche. Si trattava di nominativi dalla elevata affidabilità
morale e imprenditoriale. La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto ri-
chiedente risultava valida ed adeguata all'iniziativa.
Copertura del 30% di mezzi propri.
In base al totale di mezzi propri da apportare all'investimento, all'aumento di ca-
pitale sociale si poteva concludere che il capitale proprio investito nell'iniziativa fos-
se congruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa del Patto.
Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività
e della copertura finanziaria dell'investimento.
109
Il piano finanziario risulta adeguatamente strutturato alle necessità dell'investi-
mento, Dall'esame della documentazione relativa alle prospettive di mercato ed alle
prospettive reddituali si poteva esprimere un giudizio positivo sull'iniziativa in pro-
gramma, tenuto conto dell'affidabilità morale, imprenditoriale e tecnica dei soggetti
proponenti.
RELAZIONE DELL’UVER.
Il progetto iniziale era partito per la ristrutturazione degli edifici aziendali e ac-
quisto macchinari. La società aveva modificato sia il progetto delle opere murarie
che quello relativo all’acquisto dei macchinari. Detta variazione era stata notificata
al S.R..
Alla data della verifica UVER (6/7/2000) lo stato d’avanzamento era del 16% sul
progetto, considerato che la data dell’avvio della realizzazione era al 29/12/1997 e
la data di ultimazione prevista nel 1998, così come la data di entrata a regime era
prevista per il 15/12/1998. Non si erano potuti mantenere questi tempi, in quanto
l’impresa era stata trasformata in Azienda Agricola Vitivinicola Lomazzi. Di questa
trasformazione il Servizio per la Programmazione Negoziata aveva preso atto con
decreto dirigenziale n. 1097 dell’1/7/1999.
In attesa che intervenisse tale provvedimento, che impediva l’erogazione delle
quote di contributo, l’Azienda aveva ritenuto, in via prudenziale, di rallentare
l’investimento. L’immissione di mezzi propri si presentava formalmente aderente al-
le prescrizioni della vigente normativa ma, nella sostanza dei successivi esercizi, la
situazione avrebbe potuto essere diversa. La società, negli ultimi due anni, aveva
infatti chiuso i propri bilanci in passivo, ricorrendo all’utilizzo dei versamenti in
c/futuro aumento di capitale per il loro ripianamento.Tali versamenti avrebbero do-
vuto, in effetti, essere vincolati alla realizzazione dell’investimento, quanto meno
per la durata dello stesso. Il raggiungimento dei livelli occupazionali previsti si pre-
sentava di difficile realizzabilità. La trasformazione da società in
nome collettivo in società a responsabilità limitata aveva portato anche a modifiche
sul piano dell’attività produttiva che, all’atto della visita, era limitata alla lavorazio-
ne delle uve acquistate da impresa collegata, e alla commercializzazione del prodot-
to. Conseguentemente la forza lavoro stagionale precedentemente impegnata nei
periodi antecedenti e successivi alla vendemmia era in carico a quest’ultima. Le uni-
tà lavorative presenti in azienda erano quattro, a fronte delle dieci indicate nel bu-
siness plan nell’anno antecedente l’avvio dell’investimento; era da sottolineare che
delle dieci unità ben otto erano riferite a lavoratori stagionali.
110
Anche in questo caso secondo l’istituto bancario, l’iniziativa non aveva sinergie
con altre aziende del Patto né con altre aziende dell’ambito territoriale. L’iniziativa
non era inserita in filiere industriali.
Relazione semestrale.
Alla data del 31/12/00 lo stato di avanzamento del programma ammontava a
L. 267 mln contro una previsione che voleva il programma terminato nel 1998 con
un investimento di L. 1.016,3 mln. Il numero di occupati era di quattro unità contro
le tre esistenti nel 1997. Il S.R. denunciava che nel progetto esecutivo la situazione
iniziale dichiarata era pari a dieci unità, ma inclusi i braccianti agricoli. In realtà il
numero effettivo dei dipendenti era di tre addetti.
Si evinceva un consistente ritardo nella realizzazione del programma di investi-
menti, dovuto principalmente alla circostanza che l’impresa aveva variato il pro-
gramma a seguito di innovazioni tecniche e legislative che avevano fatto ritenere
opportuno modificare la lavorazione, acquistando macchinari diversi da quelli previ-
sti inizialmente.
111
3.5 Considerazioni conclusive.
Diversi punti delle relazioni bancarie appaiono ripetitivi, come nel caso
dell’affidabilità tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.Quasi tutte le previsioni in
esse contenute risultano smentite dal seguito avuto dalle iniziative. Appare evidente
la volontà degli Istituti creditizi di non ostacolare l’ammissibilità delle iniziative, lad-
dove, in luogo di una mera perplessità sulla fattibilità, sarebbe occorso un giudizio
più esplicito.
Sulla base del raffronto fra tali documenti e le relazioni degli organi di monito-
raggio e dei Soggetti responsabili, pressoché generalizzato è lo scostamento tempo-
rale e il mancato rispetto del cronoprogramma realizzatorio. Troppo frequente ap-
pare anche quello relativo alle reali condizioni economiche e patrimoniali del richie-
dente il contributo.
Frequenti risultano anche le modifiche progettuali, non escluse quelle profonde,
rispetto a quello originario. Non mancano inoltre accenni critici degli organi di moni-
toraggio rispetto all’azione ministeriale, con particolare riferimento alla ritardata
corresponsione dell’anticipazione. Ricorrenti, da parte del S.R., sono gli accenti cri-
tici nei confronti dell’istruttoria bancaria, che non avrebbe svolto in misura adegua-
ta la funzione di filtro delle migliori iniziative a scapito della riuscita delle stesse e,
in definitiva, del Patto territoriale come formula di innesco di un circolo produttivo
virtuoso.
Frequentissimi risultano altresì i casi di revoca del decreto provvisorio di conces-
sione del contributo.
Quasi completamente assenti le sinergie all’interno del Patto fra le singole inizia-
tive e le possibilità d’inserimento delle stesse in filiere industriali locali. Ricorrenti le
divergenze fra versamenti di mezzi propri previsti e versamenti effettivi. Non man-
cano ipotesi di irregolarità contabili nella dimostrazione del possesso di tali mezzi, il
cui accertamento doveva essere particolarmente accurato nell’istruttoria bancaria,
dimostratasi più severa nel caso in cui gli imprenditori si sono rivolti al credito per
situazioni emerse successivamente all’ammissione al Patto territoriale.
Perdurante, anche nei giudizi formulati dall’UVER, è la prassi di considerare la
corresponsione della anticipazione come condizione sospensiva dell’inizio delle atti-
vità realizzatorie fino al punto di compromettere le stesse nei casi di ritardi partico-
larmente rilevanti. Emerge il prolungarsi di tali fenomeni nei casi in cui si consente
il pagamento della seconda rata del contributo anche in assenza di fatture idonee al
raggiungimento della percentuale di avanzamento prescritta nel decreto di conces-
sione provvisoria del contributo, ma in presenza di fideiussione bancaria.
112
Le ipotesi che hanno dato origine ad indagini da parte delle magistrature sia di
controllo che ordinaria, e cioè la contemporanea fruizione di diverse forme di inter-
vento statale, in particolare fra contributi per iniziative comprese nei Patti Territo-
riali e iniziative finanziate ai sensi della L. 488/92, hanno ricevuto delle conferme,
sia pure limitate e fronteggiate in tempo utile, almeno nei casi denunciati.
Riscontrati altresì dei casi in cui, a fronte di una positiva relazione bancaria lo
stato di avanzamento a distanza di anni si è rivelato pari allo zero pur in presenza
di contributi corrisposti in fase di anticipazione.
Inesplicabili appaiono i casi in cui, a fronte di un inadempimento pressoché tota-
le da parte dell’impresa non risulta ancora emanato il decreto di revoca della con-
cessione contributiva.
Infine, non risulta verificabile in misura generalizzata, tranne poche eccezioni,
l’efficacia dell’intervento per assenza totale o quasi di occupati a causa del ritardo
realizzatorio, soprattutto nelle ipotesi di nuove sedi o variazioni di linee produttive.
113
Cap. 4. Il Patto Territoriale della provincia di Enna.
Il Patto è stato approvato con delibera Cipe del 18 dicembre 1996.
Risultano, originariamente, ammesse 22 iniziative imprenditoriali, per un am-
montare di L. 117,983 Mld e un onere a carico dello Stato di L. 97,044 Mld.
Il Patto non prevede la realizzazione di opere infrastrutturali.
L’occupazione prevista era di 492 unità, di cui 404 nuove assunzioni.
Il Patto, a seguito della rinuncia di due ditte (Belco Avia e Caseificio S.Giorgio),
comporta, ora, investimenti per L. 100,7 Mld, di cui L. 79,4 Mld a carico dello Stato,
con un’occupazione prevista a regime di 455 unità, di cui 362 nuovi occupati.
Alla data del 31 dicembre 2000, risultano investimenti per L. 76,6 Mld, pari al
75% di quelli complessivamente previsti; l’incremento occupazionale è di 51 nuove
unità sulle 362 previste, con un indice del 14%.
La tabella che segue mostra la situazione delle iniziative aggiornata alla fine del
2000.
120
Importi in mln di lire Tab. 1
Azienda Tipologia di in-tervento
Importo investi-mento agevolabile
Onere Stato Occupati ag-giuntivi Previsti
Data avvio Erogazioni al 31.12.00
Investimenti effettuati
Occupati ag-giuntivi 31.12.00
Immissione mezzi propri
Agriplast Ampliamento 1.739,20 1.491,80 14 27.12.97 1.342,60 2.115,46 4 600,00
Cerere srl Costr.nuov.imp. 42.796,30 33.912,10 90 2.4.98 16.956,10 33.007,06 0 13.00,00
Cesit srl Costr.nuov.imp 14.000,00 10.997,20 28 6.2.98 9.897,40 12.915,99 3 2.540,00
Cloting station Costr.nuov.imp 2.153,00 1.697,80 12 15.9.98 848,9 1.293,26 4 300,00
Coim edil Costr.nuov.imp 564,6 460 8 1.9.98 230 417,00 3 187,00
Cons col diretti Costr.nuov.imp 202 154,2 3 77,1 0
Cosil srl Costr.nuov.imp 11.049,90 8.756,80 55 15.7.98 4.382,90 5.810,98 0 1.945,00
Damen moda Costr.nuov.imp 3.562,60 2.814,40 52 1.9.98 1.407,20 1.935,99 0 940,48
For.ma srl Ampliamento 2.200 1.702,50 23 28.12.98 851,25 277,21 6 45,00
Gesal srl Ristrutturazione 1.685 1.324,60 28 28.11.97 1.195,14 1.685,10 6 506,00
Ica srl Ampliamento 3.294,70 2.678,10 15 15.4.99 1.359,05 2.767,16 0 1.000,00
Cavalca.re Costr.nuov.imp 1.701,10 1.341,20 4 25.1.99 670 1.358,30 0 286,00
K2serv. Costr.nuov.imp 298,7 240,6 18 5.8.00 120,3 289,60 1 58,10
Dolciaria Costr.nuov.imp 500 406,4 7 21.7.98 365,7 500,23 154,75
Milla Ristrutturazione 1.000 789,2 14 20.10.97 394,6 1.187,53 4 310,00
Mulinello Ampliamento 7.000 5.314,10 20 28.2.98 2.657,10 6.338,00 5 2.004,42
Se.bo srl Ampliamento 523,5 432,4 10 12.9.97 389,2 575,26 6 157,05
Selene Ristrutturazione 1.300 874,6 10 14.11.99 437,3 465,13 0 30,00
Solomaglie Costr.nuov.imp 4.738,90 3.749,20 38 15.9.98 1.874,60 3.350,16 5 500,00
Tecnosys Ampliamento 400 315 6 28.2.98 157,5 404,10 4 120,00
Totale 100.709,50 79.452,20 362 45.614,54 76.693,52 51 24.683,80
121
Allo stato, risultano avere ultimato i lavori le seguenti aziende: Gesal, Agriplast,
Se.Bo., la Dolciaria, Cesit e Tecnosys; tutte le aziende che hanno ultimato i lavori
entreranno a regime alla fine del 2001.
E’ da segnalare che il Consorzio Tutela Pesco Leonfortese non ha ancora avviato
l’investimento in quanto sono sorte problematiche all’interno del Consorzio mede-
simo, solo ora in fase di risoluzione.
A seguito di rinunzia di Belco Avia e Caseificio San Giorgio, ammesse preceden-
temente a finanziamento, attraverso la rimodulazione delle risorse residue, verran-
no finanziate altre cinque imprese.
Il S.R. del Patto Territoriale di Enna ha posto in evidenza che, a causa di proble-
matiche emerse in sede di acquisizione di dati, è stato costituito un apposito Ufficio
di coordinamento tecnico del Patto mentre il S.R., per parte sua, ha continuato a
trattenere i rapporti con il Ministero e le aziende.
Il S.R. del Patto ha, inoltre, rappresentato che sono emerse problematiche con il
Ministero in ordine all’esigenza di uniformare il metodo di verifica delle singole ini-
ziative imprenditoriali.
122
Cap. 5. Il Patto Territoriale della provincia di Lecce.
5.1. Premessa.
Il Patto Territoriale di Lecce è stato approvato con delibera Cipe del 23 aprile
1997. Esso prevedeva, originariamente, l’ammissione al Patto stesso di 87 iniziative
imprenditoriali e la realizzazione di cinque opere infrastrutturali, relative alla viabili-
tà.
I settori maggiormente coinvolti dalle iniziative imprenditoriali erano quelli
dell’abbigliamento, dell’alimentazione e delle calzature, con prevalenza di parteci-
pazione da parte di piccole imprese: dal documento definitivo del Patto, si evince
che, per poco meno della metà delle iniziative, si trattava di nuovi impianti, am-
pliamenti e di pochi ammodernamenti; erano previsti investimenti produttivi delle
imprese del Centro-nord.
Gli investimenti complessivi ammontavano a L. 152,093,9 Mld (di cui 118.036,3
per quelli relativi alle iniziative e 34.057,6 per le opere infrastrutturali), con un o-
nere a carico dello Stato pari a L. 100 Mld, di cui L. 76,191 Mld per contributi alle
87 aziende ammesse e L. 23,808 Mld per le opere infrastrutturali.
Risultanze della Relazione semestrale 31 dicembre 2000 presentata dal Presiden-
te del Centro integrato per lo Sviluppo dell’imprenditorialità.
Dalla relazione semestrale 31 dicembre 2000 presentata dal Presidente del Cen-
tro integrato per lo Sviluppo dell’imprenditorialità, risulta quanto segue.
5.2. Situazione delle iniziative alla fine del 2000.
Al termine dell’esercizio 2000, 64 risultano le ditte destinatarie dei contributi del-
lo Stato, per un importo complessivo di L. 54.900 mln, e un investimento comples-
sivo di L. 85.530,9 mln. A seguito dei sette decreti di decadenza e di un decreto di
revoca, il numero delle decreti “attivi” riguarda 56 imprese, che, a fronte di inve-
stimenti per L. 77.678,8 mln, prevedono, a carico dello Stato L. 50.044,3
mln.
Soltanto per due iniziative risultano concessi contributi superiori ai tre miliardi; si
tratta della società Sud gas (L. 3.050 mln) e la Dol.mi (con L. 4.061 mln).
La nuova occupazione prevista attraverso l’attivazione del Patto è pari a 1.184
unità.
Soltanto in quattro casi si superano 50 unità di nuovi occupati.
Delle predette 56 ditte, 53 hanno ottenuto l’accredito della prima rata, pari a
complessive L. 21.579,9 mln su un contributo previsto di L. 46.358,8 mln. Per
quanto riguarda l’azienda Foot Look S.r.l. risulta evidenziato che la realizzazione
123
dell’investimento presenta problematiche che necessitano di apposita verifica da
parte del Ministero.
Le aziende che hanno richiesto la rata per stato di avanzamento sono 27.
Di tali ditte una ha richiesto la prima rata per stato di avanzamento (L. 291
mln); cinque hanno richiesto la seconda rata intermedia per stato di avanzamento
(L. 1.396,9 mln); venti aziende hanno richiesto la seconda rata finale per stato di
avanzamento (L. 5.498,3 mln); una ha richiesto la terza rata finale per stato di
avanzamento (L. 190,3 mln).
5.3. Aziende con agevolazioni decadute.
Alla data del 31 dicembre 2000, alle 19 aziende che avevano già rinunciato alle
agevolazioni a valere sulle risorse del Patto, si sono aggiunte 7 aziende per le quali
il Ministero ha sancito la decadenza delle agevolazioni.
5.4. Aziende oggetto di particolare monitoraggio.
Tre sono le ditte che presentano, alla fine del 2000, situazioni problematiche, in
relazione alle quali il Ministero del tesoro procederà ad un costante monitoraggio. Si
tratta delle seguenti ditte: Mediterranea Confezioni srl e Filabel srl, che presentano
ritardi nella realizzazione degli interventi programmati; Bermon srl, per la quale è
stato dichiarato fallimento con sentenza del Tribunale di Lecce.
5.5. Aziende che hanno completato l’investimento al 31 dicembre 2000.
Alla data del 31 dicembre 2000, ventiquattro sono le ditte che hanno completato
l’investimento.
Di tali ditte, una ha concluso in data 31 dicembre 1998, sette nel corso del 1999
e le restanti nel 2000.
A fronte di un investimento ammissibile pari a L. 26.081,4 mln, è stato concesso
un contributo pari a L. 16.509,2 mln.
L’investimento più cospicuo in termini finanziari è quello della Blueprint con
L. 3.159 mln, di cui L. 2.142,4 mln concessi. Si tratta di un’iniziativa di ampliamen-
to attraverso la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica articolato su due livelli.
Per quanto riguarda l’occupazione, risulta che a fronte di una occupazione pro-
grammata di 375 unità, gli occupati effettivi sono stati pari a 280 unità (-25,3% ri-
spetto al previsto).
Anche con riferimento all’occupazione realizzata, l’iniziativa Blueprint risulta, tra
quelle concluse, quella che, in termini assoluti, presenta il valore più elevato, pari a
51 unità occupate.
124
L’iniziativa che mostra l’indicatore più elevato “contributo concesso per nuovi oc-
cupati” è quella portata a termine dalla società Milda con un valore di L. 20,8 mln
per occupato, a fronte di una media di L. 58,9 mln per occupato.
Soltanto in un caso (iniziativa Cuisine) risulta, per l’occupazione, un dato miglio-
re rispetto a quello programmato, con 41 nuove unità occupate, a fronte di una oc-
cupazione programmata di 19 unità.
Va, inoltre, evidenziato che per alcune iniziative, l’obiettivo occupazione non è
stato conseguito. E’ il caso della ditta Gio.mas. che prevedeva 23 occupati e quello
della ditta Darf plast, che prevedeva 4 nuove unità.
Vi sono poi alcuni casi in cui l’occupazione realizzata è ben inferiore a quella pro-
grammata. E’ il caso della ditta Fileur con 5 nuovi occupati su 14 programmati, la
ditta Sartorie mediterranea, con 17 occupati su 31, la ditta Barbetta con 6 occupati
su 40 e la ditta Coopas, con 3 occupati su 22 programmati.
5.6. Avanzamento degli investimenti ed occupazione.
Sulle 57 aziende con decreto ancora attivo, 56 hanno fornito dati sullo stato di
avanzamento; la Società Bermon S.r.l. non ha fornito elementi; per tale ditta risulta
essere stato dichiarato fallimento con sentenza dell’11 dicembre 2000; per questa
iniziativa, con nota del 6 febbraio 2001, il Dipartimento per le politiche di sviluppo e
coesione ha comunicato l’avvio del procedimento di revoca dell’agevolazione ex de-
creto provvisorio di concessione n. 863 del 24 luglio 1998, ai sensi dell’art. 7 della
legge n. 241/1990.
In relazione alle citate 56 aziende, ivi incluse quelle che hanno completato
l’investimento, a fronte di un investimento di L. 76.244,6 mln, sono stati realizzati
investimenti pari a L. 58.882,3 mln. A fronte delle 1.001 nuove unità programmate,
ne risultano occupate 500.
Le economie conseguite in sede di attuazione sono state pari a L. 4.224 mln.
5.7. Le opere infrastrutturali.
Alla data del 31 dicembre 2000, la situazione realizzativa delle opere infrastrut-
turali previste dal Patto è la seguente.
Tab. 1
Tipologia di intervento
Investimenti (in mln)
Costo per lo Stato (in mln)
Importo tota-le erogato (in mln)
% su contributo
Sistemazione S.P. 68 Casarano-Taviano 6.300,0 6.050,6 2.420,2 40
Tangenziale ovest Maglie 7.700,0 7.700,0 3.080,0 40
Progetto viabilità Trifase-Specchia-Miggiano 6.557,6 6.557,6 5.246,0 80
125
Completamento area Castrano 3.500,0 3.500,0 2.800,0 80
Impianto di smaltimento di rifiuti industriali 10.000,0 - - -
34.057,6 23.808,2 13.546,3 56,89
5.8. Riepilogo risorse finanziarie derivanti da rinunce revoche ed eco-
nomie da utilizzare in sede di rimodulazione (Delibera Cipe 9 giu-
gno 1999).
Le risorse finanziarie disponibili a seguito di rinunce, revoche ed economie da
utilizzare in sede di rimodulazione risultano pari, a fine 2000, a L. 23.907,5 mln.
Di tali risorse, L. 4.224 mln derivano da economie conseguite in sede di attua-
zione; L. 10.375,1 mln da rinunce; L. 8.914,1 mln da economie per decadenze; L.
394,3 mln da revoche.
5.9. Schede relative alla descrizione analitica dello stato di attuazione
delle iniziative.
A fronte delle 56 iniziative relative al Patto di Lecce, il Dipartimento per le politi-
che di sviluppo e coesione – Unità di verifica degli investimenti pubblici ha inviato
alla Corte 19 esiti delle visite effettuate in loco.
5.10. Considerazioni di sintesi sul Patto di Lecce.
Rispetto alla previsione di partenza, a seguito di rinunce, revoche ed economie
da utilizzare in sede di rimodulazione, le iniziative ancora attive sono 56 sulle 87 o-
riginarie.
L’indicatore delle erogazioni sull’importo ammesso risulta elevato (pari al
77,2%). Il risultato è ancora più soddisfacente se si considera che i Patti di prima
generazione mostrano, mediamente, un indicatore pari al 38% di risorse erogate su
quelle ammesse con decreto di concessione sulla base dei dati forniti al Parlamento.
In relazione all’occupazione realizzata a fronte di quella aggiuntiva attesa, il ri-
sultato è pari al 49,9% di nuove unità occupate rispetto a quelle previste. Il dato
non supera quindi la metà dell’obiettivo prefissato. Al riguardo, occorre osservare
che se è ben vero che le iniziative concluse, rispetto a quelle ancora attive sono pari
al 42,8%, e che, quindi, non è ancora possibile avanzare valutazioni conclusive in
ordine al raggiungimento degli obiettivi occupazionali, è anche vero che i documenti
forniti dall’Amministrazione omettono di dare il dovuto risalto al rispetto, da parte
delle singole aziende, del cosiddetto “business plan”, che è, in pratica, il documento
di pianificazione temporale delle singole iniziative con riferimento al conseguimento
126
dell’obiettivo occupazione, tenuto conto del progressivo avanzamento dello stato di
realizzazione delle iniziative medesime.
Cap. 6. Il Patto Territoriale di Miglio d’oro.
6.1. Descrizione del Patto.
Il Patto Territoriale di Miglio d’oro approvato dal CIPE in data 26 giugno 1997
prevedeva la realizzazione entro quarantotto mesi dalla pubblicazione della delibera
nella Gazzetta Ufficiale (e cioè entro il 13 ottobre 2001) di “un articolato piano di
investimenti per iniziative imprenditoriali ed interventi infrastrutturali, per un am-
montare complessivo di L. 122.922 mln (recte L. 121.689 mln), con un onere a ca-
rico dello Stato di L. 75.618 mln (recte L. 75.617,9 mln) e con un’occupazione a re-
gime di n. 661 addetti, di cui n. 581 nuovi occupati”. Il relativo piano generale, che
contemplava n.30 progetti imprenditoriali ed una opera infrastrutturale era così ar-
ticolato:
127
Opere infrastrutturali
N. S o ci e tà A tt i vi tà
In ve s t i m e n to pro pos to ( i n m i l i o n i
d i l i re )
O n e re de l l o S ta to
( i n m i l i on i di l i re )
N u m e ro o ccu pa t i
to ta l i
N u m e ro n u o vi
occu pa t i
1 Co m et a P roduzio n i m ult im ediali 8 6 5 ,0 5 96 ,7 39 1 5
2 Fo rt ex P roduzio n e bian cheria p erson ale 7 2 0 ,0 4 91 ,7 2 2 2 2
3 Drago P roduzio n e f it o co sm et ici 1 3 7 ,0 9 31 ,2 2 6 2 4
4 Sabbiam ica St abilim en t o balneare 1 .70 1 ,0 1 .1 17 ,2 3 0 3 0
5 T ro isi An t o n ella Inset t ar io 5 7 2 ,0 3 90 ,7 1 5 1 5
6 Co op erat iv a M asan iello P roduzio n e e co m m erc io f io ri 5.50 6 ,0 3 .6 88 ,0 3 9 3 1
7 Bagn o A rt uro Due St abilim en t o balneare 3 .70 0 ,0 1 .9 45 ,1 8 8
8 L a P o rt a de l P arco Ost ello ed alt re at t razio n i t ur ist ich e 7 .97 0 ,0 5 .5 11 ,5 2 2 2 2
9 CA.D I.P A . A lbergo 1 6 .19 7 ,0 1 1 .0 50 ,5 4 8 4 8
10 M at ro ne Vin cen zo A llev am en t o st ruzz i 4 7 3 ,0 3 23 ,0 9 9
11 M edit erranea P h it o cosm et ica P roduzio n e f it o co sm et ici 5 9 5 ,0 4 12 ,4 1 5 1 5
12 Cam p in g la Co llina Cam p eggio 5 .81 0 ,0 3 .8 66 ,4 1 8 1 8
13 Villa D 'Am o re A t t rezzat ure e serv izi al t urism o 1 .41 3,0 9 65 ,8 4 4
14 Oasi Verde P arco at t rezzat o 8 5 0 ,0 5 83 ,8 9 9
15 Casa della M usica e della cult ura Nap o let an a In t rat ten im en t o e spet t aco lo 2 4 5 ,0 1 67 ,3 8 2
16 Calà - Villa Bruno Rist o raz io ne 4 7 0 ,0 3 21 ,0 8 8
17 Bo rgo Bo rbo n ico del Gran at ello A lbergo 2 .54 0 ,0 1 .7 36 ,6 1 4 1 4
18 Regn o dei Bo rbon e P roduzio n e CD 2 5 0 ,0 1 70 ,9 1 5 1 5
19 P egaso Selezio n e e co m m . abit i usat i 2 9 .19 3 ,0 1 8 .8 59 ,9 12 0 12 0
20 Asso ciazion e Cit t à Im m agine Serv izi t ur ist ic i 7 6 ,0 51 ,9 4 4
21 Gast ro n om ia 2 00 0 P roduzio n e cibi p reco t t i 1 .93 2 ,0 1 .3 33 ,0 1 6 1 6
22 Cisia Serv izi m o n it o raggio am bien t ale 4 6 5 ,0 3 30 ,1 2 0 1 3
23 Cam p an ia Fo rn it ure P roduz. m acch in e indust r ia li e alim en t are 1 .11 0 ,0 7 48 ,7 6 4
24 L ia Gr izzio t t is P roduzio n e abbigliam en t o 4 .00 0 ,0 2 .7 30,5 3 0 1 1
25 I .T .S. Serv izi t elem at ici 2 .43 3 ,0 1 .6 84 ,3 4 1 3 4
26 P o ly - P ro ject Serv izio m on it o raggio am bien t ale 7 3 0 ,0 6 04 ,1 7 6
27 Acque M in erali San Ciro Inbo t t igliam en t o acqua m in erale 6 .06 1 ,0 4 .0 69 ,9 1 4 1 0
28 CI.CA .M . Sv ilupp o so f t ware 2 .02 0 ,0 1 .3 78 ,8 2 2 2 2
29 In fo rm azio ne Co m m un icazion e E dit o r ia 1 .58 0 ,0 1 .0 78 ,5 2 0 2 0
30 Co nn ect P roduzio n e m ult im edia le 2 .07 5 ,0 1 .4 78 ,4 1 2 1 2
TO TALE R IP O RTA TO N ELLA D ELIB ER A C IP E 1 0 2 .9 2 2 ,0 6 8 .6 18 ,0 66 1 58 1
TO TALE RIS CONTRATO 1 0 1 .6 8 9 ,0 6 8 .6 1 7 ,9 6 6 1 5 8 1
Proge tti inpre nditoriali ammiss ibili
Proponente Opera Invest imento Onere dello Stato
Comune di Ercolano Acquisizione area ex Kerasav 20.000,0 7.000,0
Tab. 1
128
Il Servizio per la Contrattazione programmata del Ministero del Bilancio e della
Programmazione economica il 16 ottobre 1997 ha comunicato le prescrizioni per la
presentazione dei progetti esecutivi al S.R., che è “il Miglio d’oro S.c.p.a.”. Il Mini-
stero ha ciò provveduto e il 9 gennaio 1998 ha trasmesso, insieme ai citati progetti,
le relazioni delle banche prescelte dai soggetti beneficiari ed il testo del Patto stipu-
lato.
In data 13 febbraio 1998, nelle more del completamento dell’esame dei progetti
esecutivi delle iniziative comprese nel Patto, il Ministero del Bilancio ha emanato il
decreto generale provvisorio di concessione delle risorse assegnate dal CIPE, for-
nendo anche un preciso grado di riferimento procedurale per la corretta attuazione
del Patto medesimo.
A seguito dell’istruttoria -che ha avuto tempi diversi per ciascuno degli interven-
ti- sono state approvate 8 iniziative (Acqua minerale S. Ciro S.r.l. il 13 ottobre
1998; Campania Forniture S.r.l., Conisco, Poly Project s.a.s e I.T.S., il 26 maggio
1999; CA.DI.PA. S.r.l. il 27 luglio di quell’anno; Borgo Borbonico e CISIA S.r.l. il 10
maggio 2000).
Al contrario, sedici ditte inserite nell’elenco contenuto nella delibera CIPE del 26
giugno 1997 hanno, nel frattempo, rinunciato allo status di beneficiario adducendo
motivazioni di tipo diverso.Trattasi delle iniziative: Trosi Antonella,Cooperativa Ma-
saniello, La porta del Parco, Matrone Vincenzo, Villa d’amore, Oasi verde, Galà Villa
Bruno, Fortex, Lia Griziottis, Associazione Città Immagine, Regno dei Borbone, Co-
meta, Camping la Collina, CI.CA.M., Casa della musica e della cultura napoletana e
Petaso.
Da alcune schede prodotte dal S.R., allegate alla relazione semestrale, emerge,
infatti, che sei ditte non sono riuscite a trovare l’immobile o l’area in cui localizzare
l’iniziativa, per due l’investimento è risultato incompatibile con il Piano Paesistico,
altre due invece hanno lamentato che i tempi dell’istruttoria sono risultati troppo
lunghi rispetto alle esigenze del proponente l’iniziativa, ecc..
Per quanto attiene alle restanti 6 iniziative ancora in attesa di decreto di conces-
sione, dalla documentazione in possesso della Corte è possibile evincere come per
quattro di esse (e cioè le iniziative CONNECT, Drago, Gastronomia 2000 e Mediter-
ranea Phitocosmetica) si attende il completamento dell’intervento infrastrutturale,
in quanto le medesime dovranno ubicarsi proprio nell’area che ne è oggetto (area
ex Kerasav). Con riferimento alle altre, invece, si nota che una (Sabbiamica) è in
attesa di concessione comunale; mentre un’altra (Bagno Arturo 2) ha, di recente,
ricevuto quel provvedimento e, pertanto, a breve dovrebbe essere emanato il de-
creto provvisorio di concessione.
129
Il quadro economico conseguente alle rinunce è rappresentato dalla Società “Il
Miglio d’oro” in un prospetto che, che reca la data del 24 gennaio 2001.
Da esso emerge che le iniziative imprenditoriali e l’iniziativa infrastrutturale de-
cretate comportano globalmente un onere per lo Stato di L. 26.898,0 mln. Il mede-
simo prospetto evidenzia, inoltre, come l’importo residuo (L. 48.728,0 mln) sia sta-
to decurtato del 20% “previsto dalla lettera di autorizzazione”32 e che, pertanto, la
somma che resta è pari a L. 38.976,0 mln. Di questi, L. 16.401 mln sono stati og-
getto di rimodulazione, rimanendo così ancora da impiegare L. 22.575,0 mln.
Il S.R. ha, al riguardo, comunicato che l’8 agosto 2000 è stato emanato un ban-
do pubblico, con scadenza il successivo 27 ottobre, al quale hanno partecipato 12
progetti imprenditoriali. L’esame di questi è stato effettuato dalla Europrogetti e Fi-
nanza S.p.a., la quale ha redatto una graduatoria che, alla data del 15 giugno
2001, non risulta pubblicata.
Per quanto attiene le iniziative avviate, l’organo di controllo ha reputato oppor-
tuno interpellare il S.R., cui è stata diretta la nota n. 541/VAR/2001 del 7 giugno
2001, con la quale è stata richiesta una serie di notizie relative a ciascuna delle ini-
ziative in questione, nonché valutazioni sulla rispondenza di quanto realizzato ri-
spetto ai programmi e su eventuali inadempimenti delle imprese agli obblighi pre-
visti nei singoli decreti di concessione. Tale richiesta è stata da quel Soggetto tra-
smessa alle ditte interessate, le cui risposte sono state a loro volta inviate – prive
di qualsiasi annotazione – a questa Corte.
I dati ricevuti (riportati nel prospetto di seguito allegato) evidenziano come nes-
suna delle iniziative abbia a tutt’oggi ricevuto la seconda erogazione (anche se dagli
atti trasmessi risulta che una abbia prodotto apposita istanza in tal senso il 31
maggio u.s.), anzi va sottolineato come la metà di esse abbia percepito la prima
quota solo nel corso di quest’anno. Quasi tutte le imprese, poi, dichiarano una per-
centuale di investimento molto bassa (ad eccezione della POLY PROJECT che ha at-
tivato il 62,7% dell’investimento) e prevedono che lo stesso possa essere ultimato
in epoca successiva a quella prevista nel decreto di approvazione, con ciò, ovvia-
mente, posticipando anche la realizzazione a regime dei nuovi occupati, il cui nume-
32 Nel corso dell’istruttoria è stato accertato che trattasi dell’accantonamento previsto nel punto 3 della de-libera CIPE n. 31/2000, ai sensi della quale “una quota non superiore al 20% delle risorse destinate dallo Stato al finanziamento delle iniziative comprese in Patti Territoriali o in Patti d’area, che si rendessero di-sponibili in seguito a provvedimenti di rideterminazione del finanziamento successivi alla data della pre-sente delibera, può essere utilizzata per corrispondere ai Soggetti responsabili dei Patti Territoriali e ai responsabili unici dei contratti d’area le somme per lo svolgimento del compito di cui all’art.2 comma 203 e seguenti della legge 23 dicembre 1996, n.662, come modificato dall’art. 43, comma 2, della legge 17 mag-gio 1999, n.144”.
130
ro ad oggi è abbastanza scarso (37 unità + 5 free lance e cioè collaboratori occa-
sionali).
Del resto, che le iniziative avviate si muovessero con lentezza era emerso dai
verbali relativi alle ispezioni effettuate dall’UVER.
Le medesime hanno riguardato il 27 luglio 1999 le società “Acqua Minerale San
Ciro ”e “I.T.S. Information Tecnology Services S.r.l.”, ed il 24 febbraio 2000 la so-
cietà “Campania Forniture”. In particolare per le prime due ditte, l’Unità di verifica
dà atto, oltre che di taluni problemi operativi insorti nella fase iniziale
dell’investimento, delle difficoltà che le medesime hanno incontrato nell’acquisizione
della fideiussione necessaria per ottenere l’anticipazione della prima rata del contri-
buto, al quale entrambe le imprese subordinavano l’avvio dell’investimento mede-
simo.
Per quanto, invece, riguarda la terza ispezione, il relativo verbale denuncia che:
“la verifica non ha potuto constatare il pieno raggiungimento degli obbiettivi del fi-
nanziamento, non essendo stato ancora completato il piano finanziario e quello
produttivo che entrerà a regime presumibilmente entro il dicembre dell’anno in cor-
so” (2000).
Deve comunque darsi atto che dall’esame di ulteriori atti acquisiti nel corso
dell’istruttoria è emerso che le problematiche evidenziate sono state superate. In-
fatti, le prime due ditte hanno ricevuto l’anticipazione rispettivamente il 26 gennaio
2001 l’Acqua minerale San Ciro e il 26 novembre 1999, l’I.T.S., e la Campania For-
niture S.p.a. ha prodotto istanza per ricevere la seconda quota.
Con riferimento all’unica iniziativa infrastrutturale, si rende noto che con decreto
n.998 del 18 febbraio 1999 è stato concesso in via provvisoria al Comune di Portici
“il finanziamento di L. 7 Mld per l’acquisizione dell’ area ex Kerasav, comprensivo di
ogni altro onere accessorio (spese tecniche e generali, IVA e imprevisti)”. Il connes-
so disciplinare prevede che le erogazioni devono essere effettuate dal Servizio per
la contrattazione programmata con le modalità qui di seguito indicate, le quali – ac-
cettate dal Ministero – sono state proposte dal S.R. a modifica di quelle previamen-
te stabilite nella delibera del CIPE, in quanto il Comune di Portici aveva già provve-
duto al saldo completo del costo dell’acquisizione e si trovava “in una preoccupante
situazione finanziaria”.
In particolare, l’art. 2.1 di quel disciplinare prevede che “il servizio erogherà il
finanziamento alle seguenti condizioni e con le seguenti modalità:
a) un’anticipazione pari al 30% del finanziamento alla ricezione del provvedi-
mento di accettazione del presente disciplinare e del connesso decreto di
concessione in via provvisoria, adottato dal competente organo dell’Ente;
131
b) un’ulteriore anticipazione del 50% del finanziamento all’atto della presenta-
zione della seguente documentazione da parte dell’Ente;
• atto di impegno da stipularsi tra l’Ente e le Aziende afferenti il Patto in
cui siano individuati i relativi spazi di insediamento, nonché le modalità di
ripartizione delle spese di ristrutturazione tra le parti contraenti;
• piano finanziario di copertura delle spese di ristrutturazione del comples-
so approvato con delibera degli Organi Competenti per rendere fruibile
l’area alle aziende del Patto;
• delibera di approvazione del progetto esecutivo di recupero dell’area e
degli immobili destinati alle finalità del Patto;
• piano temporale di attivazione delle opere di ristrutturazione;
• pareri, approvazioni e nulla-osta resi dalle Competenti Autorità relativa-
mente all’intervento di recupero del complesso;
c) la rata di saldo sarà erogata all’atto dell’emanazione del decreto di conces-
sione definitiva, da emanarsi previa presentazione da parte dell’Ente della
delibera di approvazione del bando di gara di appalto dei lavori del citato in-
tervento di recupero del complesso.”
La constatazione che tali modalità operative siano diverse da quelle previste da
altri Patti Territoriali - relativamente ai quali si è potuto verificare che l’intervento
infrastrutturale consiste nella realizzazione di un’opera pubblica - nonché la lettura
del disposto dell’art. 7 della delibera CIPE di approvazione del Patto in esame che,
nel disciplinare il procedimento relativo alle opere infrastrutturale richiama testual-
mente disposizioni della legge quadro in materia di lavori pubblici, hanno indotto la
scrivente a chiedere chiarimenti al riguardo al Ministero del Tesoro e al S.R..
L’amministrazione centrale non ha fornito alcun riscontro alla richiesta di
quest’organo di controllo, mentre la società “il Miglio d’oro” ha, a tal fine, interpella-
to il Comune di Portici il quale con nota n.4637 del 3 luglio 2000 ha rappresentato
quanto segue: “in virtù dell’art. 2 del disciplinare allegato al decreto, è stata eroga-
ta dal Servizio ministeriale una anticipazione del 30% dell’importo finanziato, pari a
L. 2.1 Mld, peraltro in contrasto con la deliberazione CIPE del 26/06/97.
Questa Amministrazione, a tutt’oggi, non ha approvato alcun progetto definitivo
di recupero e riqualificazione dell’area, effettuando lo “studio di fattibilità” per
l’intervento da realizzare, approvato con atto di Giunta Comunale n.380 in data 22
aprile 1998, nel quale è stata prevista la spesa tra L. 22 Mld e L. 30 Mld, secondo
due ipotesi progettuali”.
Pertanto, considerato che l’anticipazione era dal Ministero dovuta alla ricezione
del provvedimento di accettazione del disciplinare e del connesso decreto di conces-
132
sione in via provvisoria, sembra verosimile ritenere che per l’intervento in questione
nulla sia stato ancora realizzato.
Deve, inoltre, evidenziarsi che il mancato riscontro da parte del Ministero del Te-
soro alla richiesta di chiarimenti formulata da quest’organo di controllo non consen-
te neanche di conoscere quale sia l’intendimento dell’Amministrazione centrale di
fronte alla situazione rappresentata.
133
6.2. Considerazioni conclusive.
In conclusione, sulla base delle relazioni semestrali depositate dal S.R. presso il
Ministero del Tesoro, nonché dell’ulteriore documentazione acquisita da
quest’organo di controllo direttamente da quella Società, è emerso che il Patto Ter-
ritoriale di Miglio d’oro si trova in uno stato di attuazione che è ben lontano dal cor-
rispondere alla realizzazione del piano generale degli investimenti contemplati dalla
delibera del CIPE, i quali, secondo quanto in quella sede previsto, avrebbero dovu-
to, ad oggi, essere stati completati.
E’, infatti, risultato che più della metà (e cioè 16) delle imprese indicate in quel
provvedimento ha rinunciato allo status di beneficiario, mentre sei di quelle rimaste
sono ancora in attesa del decreto di concessione provvisorio.
Per quanto riguarda, invece, le otto iniziative avviate, è stato messo in luce
come le medesime hanno ricevuto solo la prima rata (quattro di esse nei primi mesi
dell’anno in corso) e che una sola ditta ha fatto richiesta della seconda quota.
In tutto sono stati versati contributi per L.10.065 mln (L. 7.965,25 mln per le i-
niziative imprenditoriali e L.3 Mld per l’intervento infrastrutturale), pari al 25,22%
di quanto previsto quale onere dello Stato per le medesime iniziative.
Del resto, anche i dati relativi agli investimenti e all’occupazione evidenziano un
basso livello di avanzamento del Patto: dalle dichiarazioni rese dalle ditte e comuni-
cate, tramite il S.R., a questo organo di controllo, si evince che l’investimento me-
dio è attualmente pari al 29,81% di quello programmato e che il numero degli oc-
cupati realizzati è di 37 unità a fronte delle 145 che le stessa imprese, una volta a
regime, devono raggiungere. Va, inoltre, rilevato, che quasi tutte le ditte dichiarano
di non essere in grado di rispettare il cronoprogramma previsto.
Ora, pur tenendo conto che a seguito della delibera CIPE n.69 del 21 giugno
2000, il termine per la realizzazione degli investimenti è di 48 mesi decorrenti dalla
data di rilascio del decreto provvisorio di concessione, è verosimile credere che la
lentezza con cui è stato avviato l’investimento determinerà un ritardo nella creazio-
ne della nuova occupazione (e conseguentemente dello sviluppo della zona), so-
prattutto in considerazione del fatto che per talune iniziative l’occupazione medesi-
ma potrà determinarsi solo successivamente alla realizzazione dell’intervento (trat-
tasi di alberghi).
E’, inoltre, risultato che l’intervento infrastrutturale si trova ancora in uno stadio
iniziale, non solo perché non è stato approvato alcun progetto definitivo di recupero
e di riqualificazione dell’area, ma anche perché il Comune, pur avendo incamerato
la prima rata a titolo di anticipazione pari al 30%, non ha ancora prodotto la docu-
mentazione richiesta dal disciplinare. Sarebbe stato opportuno,pertanto,che il Mini-
134
stero del Tesoro- il quale, si rammenta, non ha fornito alcun chiarimento alla richie-
sta rivoltagli al riguardo da questa Corte- avesse esperito indagini tendenti ad ac-
certare la realtà della situazione ed adottato i conseguenti provvedimenti.
1
35
%
%
%
%
%
%
%
%
Media %
%
Investi-mento
realizzato
9,2
31,3
100
0,3
10
25
62,7
29,813
MEZZI
PROPRI (In mi-lioni
di lire)
170,00
1.510,40
382,50
20,00
114,00
NP
NP
105,00
D
I C H I A R A T 4
0
10
0
4 1+5 free lance 18
0
37+ 5
free lance
OCCUPA-TI
NUOVI P
R E V I S T I
10
48
4
14
9
20
34
6
145
TOTALE EROGA-
ZIONI (In milioni di
lire)
1.966,00
3.422,60
374,35
750,70
123,60
539,00
543,80
245,70
7.965,75
IMPORTO
(In milioni di lire)
2^ QUOTA
DATA
IM-PORTO (In mi-lioni di lire)
1.966,00
3.422,60
374,35
750,70
123,60
539,00
543,80
245,70
7.965,75
EROGAZIONI
1^ QUOTA
DA-TA
26/01/01
20/03/00 14/12/99 18/04/01 10/03/01 03/04/00 26/11/99 20/02/01
ONERE STA-TO (In
milio-ni di lire)
3.932,0
10.267,8
748,7
1.501,4
246,8
1.078,5
1.631,4
491,4
19.898
INVE-STIMEN-
TO AMMES-
SO (In mi-
lioni di li-re)
6.023,5
15.502,1
1.135,5
2.248,7
360,1
1.580,0
2.433,0
730,4
30.013,3
DATA DE-
CRETO CON-CES-SIONE
13/10/98
27/07/99 26/05/99 10/05/00 10/05/00 26/05/99 26/05/99 26/05/99
ACQUA MINERA-
LE S. CIRO CA.DI.P
A. CAM-PANIA FORNI-TURE Borgo Borbo-CISIA S.r.l
CONI-SCO
I.T.S. POLY PRO-JECT
PATTO TERRITORIALE DI MIGLIO D’ORO (situazione al 15/06/2001) (1)
PROGETTI IMPRENDITORIALI
INIZIATIVA
1
2
3
4
5
6
7
8 TOTALE
INIZIATI-VE
(In milioni di lire)
TOTALE DA
EROGARE (In mi-4.900,0
TOTALE EROGATO (In mi-lioni di 2.100,0
Onere Stato
(In mi-lioni di 7.000,0
Investi-mento
Ammesso 20.000,
0
Data de-creto
conces-18/02/
99
OPERE INFRASTRUTTURALI (1)
Soggetto propo-nente COMU-
NE PORTI-
CI
(1) fonte dei dati: Ministero del Tesoro e Soggetto responsabile
136
Cap.7. Il Patto Territoriale della provincia di Nuoro.
7.1. Descrizione del Patto.
Il Patto Territoriale di Nuoro approvato dal CIPE in data 23 aprile 1997 prevede
la realizzazione entro quarantotto mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
della delibera del CIPE (e cioè entro il 31 luglio 2001) di “un articolato piano di in-
vestimenti per iniziative imprenditoriali ed interventi infrastrutturali, per un am-
montare complessivo di L. 53.858,1 mln, con un onere a carico dello Stato di L.
44.371,1 mln e con un’occupazione a regime di n.308 addetti, di cui n.198 nuovi
occupati”. Il relativo piano generale, che contemplava 16 progetti imprenditoriali ed
un’opera infrastrutturale, era così distinto:
N. S o ci e tà A t t i vi tà
In ve s ti m e n to pro pos to ( i n m i l i o n i
di l i re )
O n e re de l l o S ta to
( i n m i l i o n i di l i re )
Nu m e ro occu pa ti
to ta l i
Nu m e ro n u ovi
occu pa t i
1 Agro fo rn it ure Lav . P ro d. Cerealico li p er alim . An im . 1 .7 80 ,00 1 .5 07 ,00 12 1 2
2 M arro n co lo r P ro d. Idrop it t ure e r ivest im en t i 2 .9 91 ,00 2 .4 55 ,00 2 9 6
3 Bassu e Bo i P ro d. uo v a da con sum o 2 .9 04 ,00 2 .4 59 ,00 1 1 9
4 Cen t ral sugh ero Racco lt a e lavo razion e sugh ero 3 .2 60 ,00 2 .7 15 ,00 1 5 1 5
5 Caffè Dev o t o T o rrefazio n e caffè 2 .2 16 ,00 1 .7 61 ,00 2 4 1 6
6 Fum u Giusep p e Carpen t eria p er im p ian t ist ica gen . 2 .6 86 ,00 2 .1 77 ,00 1 3 8
7 Im p . Edil. Deledda-M o rit t u P ro d.carp en t eria m et allica 6 50 ,00 5 50 ,00 9 5
8 Salum if ic io M urru A . P ro duzio ne di salum i 1 .8 00 ,00 1 .488 ,00 1 3 8
9 Euro graf ica P ro duzio ne t ip o -lit igraf iche 2 .2 00 ,00 1 .6 83 ,00 2 1 9
1 0 Nuov a T essit . M o m p ian o P ro duzio ne di t essut i in lana 8 00 ,00 6 77 ,00 4 8 5
1 1 Sarda Em if lex P ro d. t ubi m et allic i, com pensat o ri 18 .265 ,00 14 .6 39 ,00 4 7 4 7
1 2 Cro m o t ec Sy st em Lavo raz. acciai ret t if icat i - crom ati 8 .6 00 ,00 7 .1 20 ,00 3 9 3 9
1 3 T o rt uo v o P ro duz.di p ast a r ip ien a surgelat a 1 .5 12 ,00 1 .2 80 ,00 1 3 7
1 4 Eco edil P ro d. m anuf. legn o m ineralizzat o 1 .4 76 ,00 1 .2 27 ,00 5 5
1 5 Fadda Carn i P ro duzio ne p ro sciut t i e in saccat i 7 83 ,00 6 63 ,00 4 4
1 6 Silfo P ro d. fo rm aggi sp alm abili e t radiz. 9 50 ,00 8 04 ,00 5 3
TO TALE RIPO RTATO NELLA DELIB ERA C IPE 52 .8 73 ,00 43 .3 86 ,00 3 0 8 1 9 8
TOTALE RIS CONTRATO 52 .873 ,00 43 .205 ,00 308 198
Proge tti inpre nditoriali ammiss ibili
Ope re infras trutturali
Comune di S ilanus
Completamento infras trutture primarie
In ve s ti m e n ti ( i n m i l i o n i di l i re )
C o s to pe r l o S ta to ( i n m i l i o n i di l i re )
985 ,10 985 ,10
Progetti imprenditoriali ammissibili Tab. 4
Progetti imprenditoriali ammissibili Tab. 4
137
Il Servizio per la Contrattazione programmata del Ministero del Bilancio e della
Programmazione Economica nel giorno successivo alla pubblicazione sulla G.U. ha
comunicato le prescrizioni per la presentazione dei progetti esecutivi al S.R. del
Patto, che è la Società consortile Patto Territoriale della provincia di Nuoro S.r.l..
Questa ha trasmesso il 28 ottobre dello stesso anno il testo del Patto stipulato in-
sieme ai citati progetti e alle relazioni delle banche prescelte dai soggetti beneficia-
ri.
Nelle more del completamento dell’esame delle singole iniziative, il Ministero del
Bilancio in data 27 febbraio 1998 ha emanato il decreto generale provvisorio di
concessione delle risorse assegnate dal CIPE, con il quale è stato fornito anche un
preciso grado di riferimento procedurale per la corretta attuazione del Patto in e-
same.
Al termine dell’istruttoria -che ha avuto tempi diversi per ciascuno degli inter-
venti- sono state approvate 11 iniziative (sei in data 31 luglio 1998, due il succes-
sivo 24 novembre, una il 30 dello stesso mese, un’altra in data 11 maggio 2000 e
l’ultima il 19 settembre di quell’anno).
Le restanti cinque ditte (Caffè Devoto, Salumificio Murru A., Nuova Tessiture
Mompiano, Sarda Emiflex e Cromotec System) hanno rinunciato allo status di bene-
ficiario del Patto Territoriale, come emerge dalla relazione del S.R. depositata il 2
giugno 1999. A seguito di tali rinunce si sono resi disponibili L. 25.685 mln, dei
quali L. 20.278,4 mln sono stati oggetto di un piano di rimodulazione pre-
sentato dalla Società consortile ed approvato dal Ministero del Tesoro con decreto
del 22 dicembre 2000.
Dalle premesse di quel decreto risulta che l’unica iniziativa giudicata ammissibile
dall’istituto che ha svolto l’istruttoria è quella prodotta dalla “FIL.Ma.R.”, impresa
che, nel corso del 1999, ha già dato inizio ai lavori di costruzione di uno stabilimen-
to e, per la quale è stato deciso di dover “tutelare il legittimo affidamento ingenera-
to nell’imprenditore, consentendo pertanto, che l’eleggibilità della spesa decorra dal
momento della presentazione per l’istruttoria delle iniziative selezionate” dal S.R.
del Patto.
Pertanto, ad oggi, le ditte beneficiarie sono 12, comportano un onere per lo Sta-
to di L. 36.930,1 mln e dovranno realizzare 161 nuovi occupati. Con riferimento
all’unico intervento infrastrutturale compreso nel Patto, quel Dicastero ha reso noto
che con decreto n.2019 del 27 luglio 1999 è stato concesso in via provvisoria al
Comune di Silanus il finanziamento di L. 985,1 mln, per il completamento delle in-
frastrutture primarie da realizzarsi entro il 30 luglio 2001.
138
Per quanto riguarda lo stato delle erogazioni, dai documenti trasmessi a questa
Corte dal Ministero del Tesoro si evince che alla data del 31 maggio 2001 sono stati
globalmente versati contributi per L. 10.144,3 mln, di cui L. 394 mln in favore
dell’intervento infrastrutturale, e L. 9.750,3 mln in favore di 10 imprese. Va rileva-
to che quattro di esse (Agroforniture, Deledda e Morittu, Eurografica e Marroncolor)
hanno ricevuto due rate, mentre sei (Central Sughero, Ecoedil, Fadda carni, Fumu
Giuseppe, Tortuovo, Bassu e Boi e Fil.Mar) hanno beneficiato solo della prima, a ti-
tolo di anticipazione. Peraltro,le prime cinque delle ditte da ultimo indicate, non
hanno prodotto -in adesione a quanto prescritto dall’art.3 del decreto generale
provvisorio di concessione- la dichiarazione attestante “l’avvenuto esborso delle
spese per investimenti a fronte delle quali è stata erogata l’anticipazione e
l’avvenuta immissione della corrispondente quota del 30% di mezzi propri”, e per-
tanto il competente Servizio della Programmazione negoziata ha ad esse, di recen-
te, comunicato l’avvio del procedimento di revoca del finanziamento.
Dalla documentazione ricevuta dall’Amministrazione centrale è, inoltre, emerso
che il Ministero ha provveduto, tramite l’UVER, ad effettuare due verifiche. Le me-
desime, tenutesi entrambe il 23 febbraio 2000, hanno riguardato le iniziative EU-
ROGRAFICA e MARRONCOLOR. I relativi verbali evidenziano la presenza di talune
difficoltà operative che, peraltro -come risulta da ulteriori atti acquisiti da questa
Corte- appaiono oggi superate. Infatti, con riferimento alla prima, l’UVER palesa
che: “la relazione bancaria predisposta dal Banco di Sardegna prevede l’immissione
di mezzi propri con le modalità e gli importi sopra riportati. In sede di verifica è
stato, tuttavia, acquisito un verbale dell’assemblea ordinaria nella quale è previsto
un conferimento dei soci in c/capitale per L. 660 mln da versarsi quanto a L. 330
mln entro il 31.12.99. Tale impegno non risulta essere stato rispettato ed in sede di
visita l’amministratore unico ha comunicato che con l’approvazione del bilancio
1999 si sarebbe dato adempimento all’obbligo di immissione dei mezzi propri previ-
sti. Tale assicurazione potrà essere verificata in sede di richiesta della 2^ rata del
contributo previsto”.
Per quanto attiene, invece, alla MARRONCOLOR l’ispezione ha evidenziato che
l’impresa ha versato L. 450 mln (a fronte dei 525 previsti nella relazione effettuata
dalla Banca di Sardegna ed assunta come base per l’istruttoria del Servizio della
programmazione negoziata), in quanto la medesima reputa eccessiva
un’immissione di mezzi propri pari al 35% dell’investimento.
In ambedue le fattispecie descritte, gli atti allegati alla richiesta di erogazione al-
la seconda quota dimostrano che le Società si sono adeguate ai rilievi formulati
dall’Unità di verifica.
139
Per ultimo, dalla documentazione trasmessa dal Ministero del tesoro è emerso
come quel Dicastero ha più volte richiamato il S.R. ad essere più solerte e puntuale
nel presentare la dovuta relazione semestrale, tenuto conto che dal 17 aprile 2000
tale adempimento non è stato rispettato.
L’ultimo sollecito reca la data del 4 aprile 2001. A questo ha fatto immediata-
mente seguito la risposta di quel S.R., il quale ha rappresentato che “l’attività ad
esso assegnata viene svolta con enormi difficoltà, stante la mancanza di risorse
umane ed economiche a cui la Società ha sopperito, in questi cinque anni, con il
contributo volontaristico degli amministrativi e di alcuni collaboratori in prestito, re-
sisi disponibili da parte di componenti l’assetto societario”.
Tale situazione ha indotto quest’organo di controllo a rivolgersi direttamente a
quella Società consortile (con nota n. 489/Var/2001 del 31 maggio 2001), onde
conoscere l’attuale stato di attuazione del Patto. In esito a tale istanza, quel S.R.
ha fornito le notizie richieste trasmettendo il successivo 21 giugno apposita relazio-
ne, della quale appare necessario, in questa sede, evidenziare quanto segue:
- il comune di Silanus ha ricevuto nel corso del 2001 la terza rata pari a L.394
mln. I relativi lavori sono stati completati e l’amministrazione locale è attualmente
in attesa dell’emanazione del decreto definitivo di concessione e dell’erogazione del
saldo residuo da parte del Ministero;
- una delle società che ha ricevuto due quote (l’Eurografica) ha completamente
realizzato l’investimento, ma deve ancora ricevere il saldo dell’erogazione che è su-
bordinato alla verifica sulla documentazione finale di spesa da parte
dell’Amministrazione centrale;
- con riferimento alle altre tre iniziative destinatarie della seconda quota (Agro-
forniture, Marroncolor e Deledda &Morittu), è illustrato lo stato degli interventi ed è
rappresentato che le prime due ditte stanno predisponendo la documentazione ne-
cessaria per ricevere il saldo;
- relativamente alle ditte destinatarie di avviso di revoca del finanziamento si
precisa che due di esse (Central Sughero ed Ecoedil) sono impegnate “nella predi-
sposizione di memorie scritte e di documenti pertinenti l’oggetto del procedimen-
to.” Per quanto attiene alle altre tre, sono evidenziate le difficoltà operative da loro
incontrate, difficoltà che in un caso (Fadda) sono state tali da determinare
l’interruzione dei lavori e la sottoposizione in data 11 giugno 2001 al Ministero di
una richiesta di autorizzazione alla variante progettuale. Per le restanti due (Fumu
Giuseppe e Tortuovo) invece il ritardo nella realizzazione del programma non do-
vrebbe impedire il completamento dell’investimento nell’anno in corso. Di tali diffi-
140
coltà è stata data, peraltro, notizia al Ministero rispettivamente con note n.132 del
15 giugno 2001 e n.135 del successivo 18 giugno;
- la FILMAR ha ricevuto dalla Cassa Depositi e Prestiti l’erogazione della prima
quota a titolo di anticipazione.
Nella relazione de qua è, inoltre, fornita una descrizione dei singoli interventi ef-
fettuati da ciascuna delle ditte ed è riportato il numero degli occupati già realizzati.
Ad essa ha fatto seguito un’ulteriore relazione (trasmessa il 3 luglio c.a.) con la
quale sono stati comunicati anche i dati relativi all’importo dei lavori eseguiti, ed
alla percentuale dello stato di avanzamento delle spese sostenute in rapporto sia
all’importo complessivo dell’investimento ammissibile che a quello dell’investimento
approvato.
Sulla base degli elementi ricevuti dal Ministero e dal S.R. è stata elaborata la ta-
bella riassuntiva, posta al termine della presente relazione, dalla quale risultano i
dati più significativi emersi nel corso dell’istruttoria svolta da questa Corte.
141
7.2. Considerazioni finali.
Conclusivamente, può rilevarsi come l’esame svolto alla metà del 2001 sul Patto
Territoriale di Nuoro abbia messo in luce una situazione articolata e multiforme.
Deve, infatti, darsi atto che, per quanto attiene all’unico intervento infrastrutturale,
l’opera appare realizzata e il contributo erogato è pari all’80% del finanziamento,
mentre per quanto riguarda le iniziative imprenditoriali i dati emersi evidenziano
che un terzo (5 su 16) delle iniziative approvate dalla succitata delibera CIPE ha ri-
nunciato allo status di beneficiario del Patto; per quanto, invece, riguarda le 11 ri-
maste, alle quali va aggiunta quella ammessa a seguito della rimodulazione appro-
vata il 22 dicembre 2000, si deve, in primis, sottolineare come i relativi decreti di
concessione sono stati emanati in un lungo arco di tempo (i primi il 31 luglio 1998,
l’ultimo il 19 settembre 2000), determinandosi, così, uno sfasamento nei tempi di
attuazione del Patto, il cui termine – a seguito della delibera CIPE n.69 del 21 giu-
gno 2000 – non è più unico per tutte le iniziative, bensì differente a seconda della
data di approvazione di ognuna di esse.
Composito è apparso anche lo stato delle erogazioni, relativamente alle quali è
risultato che il totale dei contributi versati dal Ministero ammonta a L. 17.297,7
mln corrispondenti al 45,62% dell’onere a carico dello Stato globalmente previsto
per le iniziative avviate. E’, inoltre, emerso che, a tutt’oggi, nessun intervento ha
percepito il saldo finale, che quattro ditte hanno ricevuto la seconda quota, otto so-
lo la prima a titolo di anticipazione, e che cinque di queste sono state destinatarie
della comunicazione di avvio del procedimento di revoca del finanziamento, in
quanto non hanno ancora attestato l’immissione percentuale dei mezzi propri.
Relativamente, poi, allo stato di attuazione dei singoli progetti imprenditoriali, la
società consortile – a seguito di apposita richiesta di quest’organo di controllo- ha,
con nota del 5 giugno 2001, reso noto che tre ditte presentano uno stato di avan-
zamento delle spese sostenute in rapporto all’importo complessivo
dell’investimento ammissibile pari o superiore al 100% che quasi tutte le altre si
trovano in uno stato di avanzata attuazione. Solo una ditta (la Fadda carni s.n.c.)
non ha eseguito alcun lavoro. Nessuna notizia è, invece, fornita in merito
all’iniziativa aggiunta a seguito della rimodulazione (la Fil.mar.), in quanto la me-
desima non ha ancora prodotto alcuno stato di avanzamento.
E’, infine, emerso che il numero dei nuovi occupati è di 59 unità a fronte dei 161
previsti dalla delibera CIPE per le medesime iniziative (pari al 36,64%).
Sulla base di quanto illustrato può sostenersi che, se pur quanto finora realizzato
non corrisponde a quanto previsto dal piano generale approvato dal CIPE (che - si
rammenta - avrebbe dovuto essere già portato a compimento), tuttavia sembra
142
che il progetto in quella sede approvato sia riuscito in qualche modo a decollare.
Del resto, anche la rimodulazione approvata alla fine del 2000 sembra costituire un
chiaro sintomo della volontà locale di non disperdere quelle energie che avevano
trovato forma nel Patto approvato nel 1997.
Appare, pertanto, verosimile ritenere che, nonostante le problematiche ancora in
atto (di cui le difficoltà denunciate dal S.R. costituiscono senza dubbio un sintomo),
gli attori del Patto Territoriale di Nuoro si trovino ancora nelle condizioni di poter
realizzare quello sviluppo locale che costituisce l’obiettivo specifico e primario
dell’istituto qui in esame.
143
Tab. 5
(1)
PROGETTI IMPRENDITORIALI
Investimento realizzato con
rifermento all'investimento
ammesso
OCCUPATI NUOVI
PREVISTI
DICHIARATI
DATA DECRETO CONCESSIONE
TOTALE EROGAZIONI
(In milioni di lire)
1^ QUOTA 2^ QUOTA
INIZIATIVAINVESTIMENTO
AMMESSO (In milioni di lire)
ONERE STATO
(In milioni di lire)
PATTO TERRITORIALE DI NUORO (situazione al 21/06/2001)
E R O G A Z I O N I
DATAIMPORTO (In milioni
di lire)DATA
IMPORTO (In milioni
di lire)
1 AGRO FORNITURE 1.722,7 1.356,2 14/09/1999 678,1 05/12/2000 542,5 1.220,6 12 2 89 %
2 BASSU e BOI 2.904,0 2.459,0 19/09/2000 1.229,5 1.229,5 9 2 44,65 %
3 CENTRAL SUGHERO 3.253,8 2.550,6 01/07/1999 1.275,3 1.275,3 15 1 127 %
4 DELEDDA e MORITTU 641,5 507,6 14/04/1999 253,8 05/12/2000 203,0 456,8 5 6 62,72 %
5 ECOEDIL 1.476,0 1.158,8 08/06/1999 579,4 579,4 5 124 %
6 EUROGRAFICA 2.200,0 1.683,0 14/04/1999 841,5 16/10/2000 673,2 1.514,7 9 24 100 %
7 FADDA CARNI 783,0 606,8 06/09/1999 303,4 303,4 4 0 %
8 FUMU GIUSEPPE 2.556,0 2.018,1 01/07/1999 672,7 672,7 8 61,94 %
9 MARRONCOLOR 2.991,0 2.344,8 14/04/1999 1.172,4 22/11/2000 937,9 2.110,3 6 22 80,84 %
10 SILFO 950,0 804,0 IN CORSO 0,0 3 2 75,87 %
11 TORTUOVO 1.512,0 1.162,8 14/04/1999 387,6 387,6 7 29,22 %
12 FILMAR 31.814,4 20.278,4 25/05/2001 6.759,4 6.759,4 78 NP %
52.804,4 36.930,1 14.153,1 2.356,6 16.509,7 161 59 66,27media %
Investimento realizzato con
rifermento all'investimento
ammesso
TOTALE INIZIATIVE (In milioni di lire)
PREVISTI
DICHIARATI
31/07/1998
11/05/2000
24/11/1998
31/07/1998
31/07/1998
DATA DECRETO CONCESSIONE
19/09/2000
31/07/1998
22/12/2000
31/07/1998
24/11/1998
30/11/1998
31/07/1998
TOTALE EROGAZIONI
(In milioni di lire)
1^ QUOTA 2^ QUOTA
INIZIATIVAINVESTIMENTO
AMMESSO (In milioni di lire)
ONERE STATO
(In milioni di lire)
Soggetto proponenteData decreto concessione
Investimento ammesso (In milioni di lire)
Onere Stato (In milioni di
lire)
TOTALE EROGATO
(In milioni di lire)
TOTALE DA
EROGARE (In milioni di
lire)
COMUNE SILANUS 27/07/1999 985,1 985,1 788 197,1
OPERE INFRASTRUTTURALI
(1) fonte dei dati: Ministero del Tesoro e Soggetto responsabile.
Tab. 6
145
Patti Territoriali di seconda generazione. Premessa
Con tale espressione, il MTBPE suole riferirsi ai 39 Patti approvati con le nuove
procedure, in base alle deliberazioni del CIPE in date 9 luglio 1998 n. 70 e 19 feb-
braio 1999 n. 10. Con la prima, l’importo complessivo di 1500 Mld è stato riservato
ai Patti alla data della delibera stessa oggetto di apposita comunicazione al Ministe-
ro del Tesoro relativa alla favorevole conclusione dell’istruttoria bancaria, in altre
parole a quei Patti la cui istruttoria, pur essendo ancora in corso, fosse conclusa con
comunicazione al MTBPE entro il 30 novembre 1998. Essi sarebbero stati inseriti,
entro il 15 dicembre 1998, in apposita graduatoria formata secondo la metodologia
prevista nell’allegato sub uno alla delibera medesima, diretta a premiare i Patti con
le iniziative più efficaci nella creazione di nuova occupazione e più efficienti con la
massima integrazione con le infrastrutture. Il CIPE avrebbe dovuto dettare, entro il
successivo 30 dicembre, i criteri per il trattamento dei Patti non finanziati.
Con delibera CIPE del 19 febbraio 1999 n. 10, poiché alla data del 9 luglio 1998
un solo Patto Territoriale aveva concluso positivamente l’istruttoria bancaria e per-
tanto, al netto del finanziamento di tale Patto, residuava l’importo di L.1.400,2 Mld
per la graduatoria prevista dalla delibera n. 70/98, tenuto conto che nella graduato-
ria conclusasi a gennaio 1999 erano stati utilmente inseriti ventitré Patti Territoriali,
per un importo complessivo di L. 1.414,8 Mld, si decideva di incrementare la som-
ma di L. 14,6 Mld e la somma di L. 1.500 Mld destinata ai Patti che alla data della
delibera n° 70/98 avessero già concluso positivamente l’istruttoria bancaria ovvero
che alla data del 30 novembre 1998 avessero comunicato al Ministero del Tesoro,
del Bilancio e della programmazione economica l’avvenuta conclusione
dell’istruttoria bancaria.
Tra i preindicati Patti rientrano il Patto Territoriale di Ferrara, il Patto dell’Area
Sud della Basilicata ed il Patto di Matera, oggetto del seguito della presente indagi-
ne.
Il Patto Territoriale dell’Appennino centrale è stato prescelto e inserito nel cam-
pione esaminato per la duplice circostanza di essere oggetto dell’applicazione delle
norme comunitarie, pur non essendo direttamente finanziato dalla CE, e di essere il
primo esempio di Patto Territoriale multiregionale.
A tali Patti, come ricordato nella deliberazione della Sezione centrale del controllo
n. 98 del 19 ottobre 2000, si applicano integralmente le nuove procedure delineate
in base alla legge n. 662 del 96 ed alla deliberazione CIPE del 21 marzo 1997, in
particolare per quanto attiene: lo sviluppo Patti da parte anche dei Soggetti privati
e delle rappresentanze locali di categoria; il contenuto delle proposte e l’ordine di
146
preferenza delle iniziative da dichiarare nella proposta; la previsione e la disciplina
dell’assistenza tecnica dei suoi obiettivi e dei casi in cui non si fosse di essa fruito;
le modalità ed i termini dell’istruttoria da parte dei soggetti convenzionati; i pre-
supposti per procedere all’approvazione del Patto da parte del MTBPE; i Soggetti
sottoscrittori; i compiti del S.R. cui, a seguito della modifica introdotta dalla legge
n°144 del 17 maggio 1999, sono direttamente erogate le risorse sulla base dello
stato di avanzamento delle iniziative perché provveda al pagamento in favore dei
soggetti beneficiari.
147
Cap. 8. Il Patto Territoriale per Ferrara.
8.1. Nota introduttiva.
L’indagine è rivolta a verificare le modalità, i tempi di svolgimento e i risultati
conseguiti nell’attuazione di singoli Patti Territoriali, ancorché in taluni casi ancora
in itinere. L’iniziativa consegue al controllo sull’attività dell’Amministrazione centrale
- relativa all’implementazione dello specifico strumento di programmazione nego-
ziata - che recentemente ha trovato esito nella deliberazione n. 98/2000 del 19 ot-
tobre 2000 della Sezione centrale del controllo.
La sostanziale continuità della tematica riguardata da entrambe le indagini, per-
tanto, ha indotto ad articolare l’odierna disamina prendendo avvio dalle risultanze
del controllo già definito, al fine di favorire il confronto tra quanto osservato nei
confronti del MTBPE e quanto emergente dalla verifica sull’attuazione dello specifico
Patto.
Sulla base di quanto appena esposto, dunque, per la disamina complessiva del
quadro normativo di riferimento si rinvia al primo capitolo della relazione approvata
dalla precitata deliberazione n. 98/2000 nonché, per l’individuazione della disciplina
dei Patti c.d. di seconda generazione, tra cui va annoverato il Patto all’esame, alle
allegate e conclusive schede. La trattazione che segue fornisce in ogni caso riscon-
tro delle novità successivamente intervenute.
8.2. I presupposti del Patto per Ferrara.
L’area oggetto del Patto è classificabile “zona depressa” ai sensi dell’art. 1 del
decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32 (Disposizioni urgenti per accelerare la conces-
sione delle agevolazioni alle attività gestite dalla soppressa Agenzia per la promo-
zione e lo sviluppo del Mezzogiorno, per la sistemazione del relativo personale,
nonché per l’avvio dell’intervento ordinario nelle aree depresse del territorio nazio-
nale) come convertito dalla legge 7 aprile 1995, n. 10433, e comprende nel suo am-
bito 14 Comuni34.
33 Art. 1, cit.: “Ai fini dell’attuazione della politica di intervento nelle aree depresse del territorio nazionale e, in particolare dell’applicazione dell’art. 3, comma 1, della legge 19 dicembre 1992, n. 488, di conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, e dell’art. 3 del decreto legislativo 3 aprile 1993, n. 96 e successive modificazioni ed integrazioni, si intende: a) per “aree depresse” quelle in-dividuate o che saranno individuate dalla Commissione delle Comunità europee come ammissibili agli in-terventi dei fondi strutturali, obiettivi 1, 2 e 5b, quelle eleggibili sulla base di analoghe caratteristiche e quelle rientranti nelle fattispecie dell’art. 92, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma, previo accordo con la Commissione; …”. 34 Sette Comuni sono oggetto del DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (Obiettivo 5b) per il periodo 1994-1999: Berra, Codigoro, Comacchio (escluso il suo centro storico), Goro, Lagosanto, Mesola e Ostel-lato. Tre Comuni sono riguardati da DOC.U.P. (Obiettivo 2): Ferrara (parte), Copparo (parte) e Ro Ferrare-se. Gli ultimi due risultano solo recentemente inseriti nel documento per il periodo 1997-1999 nel quale, si annota, viene specificamente in rilievo il Patto Territoriale per la sub-area di Ferrara (in fase di concerta-zione), nel quadro dell’azione congiunta delle politiche economiche sociali e regionali (cfr. altresì l’art. 2 della Decisione (CE) 97/703 della Commissione europea d’approvazione del DOC.U.P. medesimo, in
148
Le specificità dell’area sono le seguenti35:
A. Le caratteristiche geografiche possono suddividersi sulla base di cinque tipo-
logie aventi influenza sull’assetto produttivo e sulla struttura settoriale e d’impresa:
1. zone dotate di buona infrastruttura primaria con giacitura superiore allo zero al-
timetrico (sussistenti alle operazioni di bonifica meccanica del territorio), costituite
dai Comuni di Ferrara e Copparo; 2. zone rivierasche al Po in cui l’insediamento
umano è direttamente determinato dalla presenza del fiume con infrastruttura pri-
maria più concentrata in corrispondenza di ponti e giacitura ancora prevalentemen-
te superiore allo zero altimetrico, costituite dai Comuni di Ro, Berra e buona parte
del Comune di Mesola; 3. zone costiere in cui l’economia d’acqua ha determinato
forme d’insediamento e d’infrastrutturazione primaria “debole”, costituite dai Co-
muni di Goro, Comacchio, Mesola (parte), Codigoro (parte) e Lagosanto; 4. zone
residuali non subsidenti con infrastrutturazione molto modesta, costituita dai Co-
muni di Codigoro, Massafiscaglia, Migliaro, Migliarino; 5. zone con presenza di va-
stissimi bacini di bonifica recente, vere e proprie conche fortemente subsidenti e
pressoché prive di insediamenti residenziali stabili, costituite dai Comuni di Jolanda
di Savoia e Ostellato (parte).
B. La popolazione provinciale si caratterizza per un progressivo decremento e
per rilevanti cambiamenti lungo tre fondamentali direttrici: 1. aumento considere-
vole della popolazione anziana correlato ad una diminuzione della popolazione in-
fantile; 2. aumento del numero delle famiglie (frammentazione verso la famiglia
mononucleare); 3. profonda modificazione della destinazione della popolazione atti-
G.U.C.E. 12 novembre 1997, n. L 308). Nelle aree dei tre Comuni - poiché coperte da deroga ex art. 92, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma istitutivo della Comunità economica europea (ora art. 87, lett. c), secondo la nuova numerazione prevista dal Trattato di Amsterdam) - risultano altresì ammissibili age-volazioni per le Grandi imprese. Sulla base di detti presupposti le medesime aree sono oggetto anche de-gli interventi ex legge n. 488 del 19 dicembre 1992, di conversione con modificazioni del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415 recante modifiche alla legge 1° marzo 1986, n. 64, in tema di disciplina organica dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno e norme per l’agevolazione delle attività produttive. I Comuni di Massafiscaglia, Migliarino, Migliaro e Jolanda di Savoia costituiscono aree “eleggibili sulla ba-se di analoghe caratteristiche”, a mente del precitato decreto-legge n. 32 del 1995, in quanto oggetto delle misure straordinarie di politica attiva di lavoro intese a sostenere i livelli occupazionali ai sensi dell’art. 1 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148 (Interventi urgenti a sostegno dell’occupazione), convertito dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, e del correlato decreto del Ministero del lavoro da adottarsi sulla base delle intese raggiunte con la Commissione delle Comunità europee (D.M. 14 marzo 1995, d’Individuazione delle aree che presentano rilevante squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, in G.U. 15 giugno 1995, n. 138). Tutti i summenzionati Comuni risultano compresi nell’ambito dello specifico “Programma speciale d’area Basso Ferrarese” - istituto di programmazione negoziata disciplinato dalla legge della Regione Emilia-Romagna 19 agosto 1996. n. 30 (in B.U.R. 23 agosto 1996, n. 96) - approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 9 dicembre 1999, n. 478 (in B.U.R. 29 dicembre 1999, n. 150). Detto Programma, sulla base di interventi per complessivi 36,6 Mld di lire, ha come espressa finalità quella di “consolidare ed attivare meccanismi di sviluppo sostenibile, in collegamento con il sistema economico territoriale della Re-gione Emilia-Romagna, con particolare attenzione alla costituzione di nuova occupazione stabile con l’obiettivo di creare almeno 2.000 nuovi posti di lavoro in cinque anni.” (art. 1, Programma cit.). 35 La sintesi di cui nel testo trova fondamentale riferimento nella Relazione del soggetto promotore al sog-getto istruttore del Patto, prevista dal punto 1.9 del Comunicato del Ministero del Tesoro rivolto ad assicu-
149
va per settori d’attività, con il sensibile decremento dell’impiego in agricoltura cui fa
riscontro un forte incremento nel settore terziario.
C. Il mercato del lavoro è connotato da elevata disoccupazione e da riduzione di
posti stabili e qualificati, con conseguente incremento del precariato, del lavoro
part-time e del lavoro “irregolare” principalmente nelle piccole imprese. I dati ripor-
tati nel documento di Patto, aggiornati al terzo trimestre 1997, indicano un tasso di
disoccupazione, fortemente condizionato dalla situazione del settore agricolo, pari al
16,72% In ogni caso, il tasso di disoccupazione nei settori extra-agricoli è pari al
12,26%, e risulta comunque superiore a quello nazionale medio di riferimento.
Accanto al problema occupazionale viene registrata nell’area un trend negativo del-
la dinamica impreditoriale in quanto dal 1998 le imprese iscritte nell’apposito regi-
stro risultano d’entità inferiore a quelle cancellate. Il dato esprime dunque la diffi-
coltà a generare nuove energie imprenditoriali, presumibilmente per: 1. sottocapi-
talizzazione delle imprese (in particolare quelle di piccola dimensione); 2. debole
inserimento nella filiera produttiva; 3. scarsa diffusione di cultura imprenditoriale.
D. I principali settori produttivi sono i seguenti:
1. Agricoltura e agroindustria. L’agricoltura rappresenta un’importante componente
considerato che la produzione della provincia assume un posto di primo piano nel
panorama regionale36. Nonostante l’importanza del sistema agricolo, modestissimo
è tuttavia il peso dell’industria agroalimentare nella quale si registrano inoltre con-
trazioni d’attività nei settori della trasformazione delle carni, della lavorazione e
conservazione della frutta e di ortaggi, della lavorazione delle granaglie e dei pro-
dotti amidacei. Il sistema risulta costituito prevalentemente da microimprese aventi
meno di nove addetti.
2. Pesca e itticoltura. La pesca in mare ha vissuto diverse fasi e l’attuale appare ca-
ratterizzata da un orientamento sul prodotto di buona qualità destinato al consumo
fresco. E’ invece praticamente scomparso il pescato d’acqua dolce - fatta eccezione
per la pur critica situazione della vallicultura - a causa delle disastrate condizioni
rare trasparenza e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica e di istruttoria dei Patti Territoriali e contratti d’area (in G.U. 29 luglio 1998, n. 175). 36 Si annota che il Patto all’esame non contempla interventi a sostegno dell’agricoltura poiché l’avvio delle relative procedure è precedente all’emanazione della Deliberazione CIPE 11 novembre 1998 (Estensione degli strumenti previsti dalla programmazione negoziata all’agricoltura e alla pesca. Attuazione dell’art. 10 del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173 – Delib. n. 127/98 in G.U. 7 gennaio 1999, n. 4), apportante modificazioni alla Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 (Disciplina della programmazione negoziata - in G.U. 8 maggio 1997, n. 105). Con decisione della Commissione europea SG (99) D/7230 del 6 settembre 1999 sono state ritenute compatibili con il Trattato CE le misure relative all’estensione della programma-zione negoziata al settore agricolo e della pesca Il Patto contempla invece un intervento nel settore dei servizi afferenti alla “movimentazione ed il magazzi-naggio dei terminals e dei container, nonché il confezionamento, l’imballaggio, il reimballaggio, la pesatura e la campionatura delle merci, alimentari e non”, ricompreso dalla stessa Delib. n 127/98, a dispetto del titolo, tra quelli agevolabili con lo specifico strumento di programmazione negoziata. Sul punto si rinvia agli ulteriori approfondimenti svolti di seguito nel testo.
150
ambientali dei nostri fiumi. Pur tra non poche difficoltà - anche di tecnologie pro-
duttive - alcune produzioni di nicchia (storione, gambero) sembrano tentare nuove
vie commerciali e potranno forse costituire un punto di partenza per tentativi di ri-
presa di un comparto che, in ogni caso, appare comunque marginale nell’economia
provinciale. Di una certa importanza è invece la molluschicultura. Il volume d’affari
complessivo del settore è stimato in oltre 90 Mld, di cui oltre 50 per l’allevamento di
molluschi e per la produzione dei due stabilimenti di trasformazione in Goro e Ostel-
lato37.
3. Industria manifatturiera. I più importanti settori dell’area sono il chimico-
plastico, il meccanico e il tessile-abbigliamento.
3a. Il settore chimico. Per l’economia provinciale questo settore ha sempre avuto
una funzione trainante, pur riemergendo oggi la dicotomia tra ruolo e continuità
della chimica pubblica e prospettive della chimica privata. Tuttavia, la presenza di
un grande stabilimento petrolchimico, ormai contrassegnato da un forte assetto so-
cietario e multinazionale, non ha prodotto in passato un “indotto” se non nel settore
della cantieristica, che ne ha seguito le successive riorganizzazioni, subendo, a par-
tire dagli anni settanta, un forte ridimensionamento. Le motivazioni dell’incapacità
di diffondere nuove imprese sono state molteplici: dalla rigidità del ciclo legato al
craking dell’etilene, alle economie di scala realizzate in passato attraverso la chimi-
ca di base. Partendo dal presupposto che il lavoro in un contesto organizzativo for-
temente innovato e di tecnologia avanzata rappresenta comunque una formazione
all’impresa, si è sperimentato in passato l’uso di contratti a termine di durata an-
nuale per giovani diplomati e laureati, con un supporto formativo esterno, ed un in-
serimento lavorativo a rotazione su tutte le posizioni di lavoro previste. Al termine
di questa esperienza si profilano, per la creazione di nuove imprese, diverse ipotesi
che necessitano comunque di verifiche, in particolare con il Centro Ricerche di Mon-
tell S.p.a. e con i giovani coinvolti nel processo formativo.
3.b. Il settore meccanico. Il settore è il primo della provincia per addetti e annove-
ra alcune importanti imprese. Tuttavia, se nella zona di Cento ciò ha determinato lo
sviluppo di un distretto industriale riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna (indi-
ce di industrializzazione del 53,57%), il medesimo effetto non si è determinato in
altre zone. Nell’area interessata dal Patto, relativa al Basso Ferrarese, si è riscon-
trata l’esistenza di due tipologie di imprese. Una prima, minoritaria, notevolmente
sensibile ai temi dell’innovazione, sia di processo sia di prodotto, che può essere
definita “industriale”. Una seconda, non specializzata e finalizzata alla realizzazione
37 Cfr. quanto richiamato nella prima parte della precedente nota.
151
di prodotti diversificati per conto terzi - spesso carpenterie medio-pesanti e lavora-
zioni di tornitura - definibile “artigianale”38.
3c. Il settore tessile. Il settore è il secondo nella provincia per numero di addetti,
con punte significative nel Basso Ferrarese dovute alla presenza di imprese conto-
terziste operanti in prevalenza per il modenese, il Veneto, il Piemonte e la Lombar-
dia. La struttura impreditoriale è di piccola dimensione e, nel corso del tempo, ha
contribuito alla nascita di piccole imprese subfornitrici senza tuttavia comportare un
rafforzamento della medesima. Inoltre, anche la “subfornitura” tessile del ferrarese
non si sottrae alla congiuntura critica ed alla stagnazione che interessa il settore a
livello nazionale, con aggravanti in più derivanti dalla sottocapitalizzazione delle im-
prese, dall’elevato costo del lavoro, dalla scarsa flessibilità prevista nei contratti di
lavoro, dalla diversificazione della committenza.
4. Il turismo. Il turismo emiliano-romagnolo non appare aver pienamente superato
la dura crisi della fine degli anni ottanta che, senza comprometterne la posizione di
leadership a livello nazionale, ha tuttavia messo allo scoperto diversi punti di debo-
lezza. I problemi del settore si presentano come questioni non settoriali e le temati-
che sono quelle dell’utilizzo non distruttivo dell’ambiente, dell’ammodernamento
d’un sistema imprenditoriale basato su piccole unità produttive in grado di reggere
la sfida del turismo dei grandi operatori e delle grandi strutture, oltretutto in uno
scenario che rende più accesa la competizione con le altre aree economiche regio-
nali.
8.3. La promozione del Patto per Ferrara.
Il soggetto promotore è la Provincia di Ferrara che ha colto l’opportunità offerta
dalla normativa sui Patti Territoriali per reperire risorse aggiuntive39, da destinare
allo sviluppo di reddito e di occupazione di zone depresse od equiparabili, puntando
sull’incentivazione di interventi in grado, nelle aspettative, di favorire la creazione di
sistemi produttivi locali nella sostanziale considerazione che l’assetto economico e
produttivo dell’area del Patto risulta perlopiù caratterizzato da “episodi imprendito-
riali” non riconducibili ad alcun sistema di rete locale in grado di sostenere, nel
tempo, sviluppo ed occupazione40.
38 Lo schema viene definito applicabile sommariamente all’intera area del Patto. Su detta base, come si vedrà, tra le linee d’azione del Patto risultano la qualificazione della sub-fornitura ed il sostegno alla crea-zione di un indotto. 39 Rispetto i finanziamenti correlati ai documenti di programmazione richiamati supra, nota 31. 40 Nella relazione conclusiva dell’istruttoria sui progetti del Patto si da atto che il soggetto promotore: “non risulta in dissesto finanziario ai sensi dell’art. 45 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 e suc-
152
8.4. La fase della concertazione.
La concertazione tra le parti sociali costituisce uno dei requisiti per l’attivazione
del Patto Territoriale. La concertazione va certificata con la stipulazione d’uno speci-
fico protocollo d’intesa (punto 2.10.1. lettera a) della Deliberazione CIPE 21 marzo
1997).
Il protocollo d’intesa del Patto per Ferrara è stato siglato il 23 dicembre 1997.
Non risultano tra i firmatari i seguenti enti41: Regione Emilia-Romagna42, Comune di
Migliarino, Associazione commercianti di Ferrara e l’A.G.C.I. regionale. Il protocollo
in particolare impegna:
La Provincia a semplificare gli adempimenti burocratici che attengono ai progetti
e a collaborare col S.R. per dare la più ampia informazione e promozione alle finali-
tà ed ai contenuti del Patto, nonché a predisporre e/o rafforzare strumenti tecni-
co/organizzativi in grado di fornire informazioni e assistenza nell’ambito delle pro-
cedure attivate. Ulteriori obblighi, in tema di coordinamento e programmazione
d’interventi di sostegno, formazione professionale e tutela della condizioni ambien-
tali, discendono inoltre sia dalla normativa nazionale che regionale.
I Comuni sia a snellire e semplificare le procedure amministrative di loro compe-
tenza per il rilascio delle concessioni edilizie per nuovi insediamenti produttivi, sia a
precedere ad una progressiva omogeneizzazione delle procedure medesime e degli
iter burocratici e di controllo in genere. In particolare s’impegnano a rispettare i
termini previsti e, ove possibile, ridurli ulteriormente ed a ottimizzare la comunica-
zione tra i diversi enti competenti al rilancio di pareri e autorizzazioni anche attra-
verso l’uso di strumenti tra cui la Conferenza dei servizi. L’impegno prevede altresì
l’adozione di una medesima procedura da concertarsi con tutti gli organismi compe-
tenti in materia e sottoscrittori del protocollo d’intesa.
Le Associazioni di categoria imprenditoriali e cooperative, operanti nei settori
dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato, del commercio e servizi a promuove-
re iniziative finalizzate allo sviluppo dell’area, a stimolare attivamente e assistere da
un punto di vista tecnico, con i propri servizi e le proprie strutture, gli associati nel-
cessive integrazioni e modificazioni, né è stato oggetto di provvedimenti ai sensi del disposto dell’art. 15 bis della legge n. 55 del 1990”. 41 Nonostante indicati tra i sottoscrittori nella Relazione del soggetto istruttore del 30 novembre 1998. 42 L’impegno che avrebbe assunto la Regione Emilia-Romagna, risultante dal menzionato protocollo, sa-rebbe stato il seguente: “partecipare attivamente alla realizzazione delle diverse azioni del Patto, a favorire l’integrazione tra le azioni e i programmi regionali ordinari e straordinari di finanziamento nonché a pro-muovere il coordinamento con i propri strumenti di programmazione concertata, segnatamente il Progetto speciale d’area interessante i Comuni del Basso Ferrarese. A questo proposito la Regione si impegna a sostenere tramite lo strumento del Progetto speciale d’area le iniziative promosse da istituzioni di Migliaro, Migliarino, Massafiscaglia e Jolanda di Savoia, Comuni inclusi nel Patto Territoriale ma non direttamente
153
la realizzazione di nuovi investimenti. Specifico impegno riguarda la formazione e
qualificazione professionale, in base al quale le associazioni garantiscono interventi
in favore di lavoratori già occupati e non, nonché per gli imprenditori.
Le Organizzazioni sindacali a concertare strumenti utili a realizzare un ambiente
favorevole a nuove iniziative imprenditoriali ed al rilancio degli investimenti.
Gli Istituti di credito a partecipare al programma mettendo a disposizione risorse
finanziarie a condizioni migliori rispetto quelle applicate in operazioni con i Consorzi
fidi regionali. Ulteriore impegno è quello dell’assistenza alle imprese nella fase
d’implementazione del Patto.
I Consorzi di garanzia fidi ad assicurare il supporto alle imprese nella gestione fi-
nanziaria attraverso strutture regionali (Artigiancredit, Cooperfidi e Finindustria) già
individuate dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Unione Europea quali soggetti at-
tuatori delle misure di sostengo alle PMI (piccole e medie imprese) previste dal
DOC.U.P. (Documento unico di programmazione alla base dell’intervento finanziato
con i Fondi strutturali comunitari) della Regione Emilia-Romagna per il periodo
1997-1999 (obiettivo 2), per alcune zone della provincia di Ferrara. In particolare
l’impegno è quello di pervenire a convenzioni ad hoc per supportare efficacemente i
progetti d’investimento delle imprese che li hanno dichiarati, per operazioni di fi-
nanziamento a medio termine (48, 60, 84 mesi). Inoltre, poiché il finanziamento di
progetti, piuttosto che di imprese, presenta profili di rischio superiori e sconta la
diffidenza del mondo del credito, i Consorzi si rendono disponibili a considerare la
possibilità dell’istituzione di un Fondo rischi sulla cui base i Consorzi fidi regionali
potrebbero aumentare i limiti di garanzia normalmente concessi (tra il 30 e il 50 %
del finanziamento) sino a percentuali sicuramente interessanti per le piccole e me-
die imprese (70 – 80% del finanziamento). In detto modo si consentirebbe la pos-
sibilità di finanziamento non solo in relazione alla consistenza patrimoniale delle im-
prese, e si otterrebbe altresì l’apertura di spazi di contrattazione dei tassi
d’interesse di convenienza per l’intero settore imprenditoriale.
La Camera di commercio ad assicurare i necessari supporti e gli strumenti cono-
scitivi, informativi ed operativi di cui dispone, nonché ad attivare servizi alle impre-
se per l’innovazione, la qualificazione delle risorse umane, l’informazione e la pro-
mozione del territorio. Quale compito istituzionale, s’impegna inoltre a favorire
l’accesso e l’acquisizione dei dati statistici e delle notizie utili a gestire i processi di
sviluppo territoriale e a valutare gli effetti del Patto Territoriale rispetto agli obiettivi
prefissati e i risultati via via conseguiti.
beneficiari delle relative risorse poiché non compresi nell’ambito territoriale soggetto all’intervento finanzia-to con i Fondi strutturali comunitari.”
154
L’ARPA (Agenzia regionale per l’ambiente), l’Azienda Unità sanitaria locale di Fer-
rara e il locale Comando dei Vigili del Fuoco ad attivarsi per snellire le procedure di
loro competenza per assicurare alle imprese il conseguimento in tempi certi e brevi
delle necessarie autorizzazioni legate all’apertura di nuovi insediamenti produttivi
e/o di ampliamenti e ristrutturazioni d’insediamenti esistenti, altresì garantendo la
necessaria assistenza tecnica alle imprese nella fase di redazione dei progetti.
8.5. La definizione degli obiettivi e degli interventi.
La normativa concernente i Patti Territoriali, vigente nella fase d’avvio del Patto
per Ferrara, prevedeva la concessione di finanziamenti per l’attuazione di un pro-
gramma di interventi nei settori dell’industria, agroindustria, servizi, turismo ed in
quello dell’apparato infrastrutturale, tra loro integrati. E’ inoltre previsto che il Patto
debba essere caratterizzato da obiettivi di promozione dello sviluppo locale in ambi-
to subregionale compatibili con uno sviluppo ecosostenibile (punto 2.1 della Delibe-
razione CIPE 21 marzo 1997)43.
Obiettivo prioritario del Patto per Ferrara è quindi l’attrazione di imprese in grado
di produrre effetti rilevanti sulle economie locali da un punto di vista produttivo
(creazione di indotto, valorizzazione della qualificata sub-fornitura esistente) e da
un punto di vista occupazionale.
Al fine del conseguimento di detto obiettivo il Patto definisce i seguenti assi
d’intervento corredati da specifiche azioni.
Asse 1. Miglioramento dell’ambiente esterno alle imprese sotto il profilo delle
dotazioni infrastrutturali e delle prestazioni (interventi sulle infrastrutture per mobi-
lità, interventi sul mercato del credito, snellimento delle procedure burocratiche) e
politiche di attrazione e degli investimenti produttivi (attrazione di investimenti pro-
duttivi per il potenziamento dei poli industriali e occupazionali);
43 Si richiama che la Deliberazione CIPE 21 marzo 1997, fondamentalmente disciplinante l’istituto del Pat-to Territoriale e degli ulteriori strumenti di programmazione negoziata, è stata assoggettata al vaglio della Commissione Europea poiché recante “aiuti concessi dallo Stato”, materia specificamente riguardata dal Trattato di Roma istitutivo della Comunità economica europea. Nel merito le Autorità italiane chiarirono che attraverso gli istituti del Patto Territoriale e del Contratto d’area vengono erogati aiuti conformi a strumenti vigenti già notificati ed approvati dalla Commissione (il regime di aiuto introdotto dalla legge n. 488 del 1992, approvato dalla Commissione con decisione comunicata con lettera del 30 giugno 1997 SG.97/D/4949, e gli aiuti alla ricerca e innovazione approvati con decisione comunicata con lettera del 17 novembre 1997 SG 97.D/9536). La Commissione Europea, con nota 13 marzo 1998, ha quindi constatato che i menzionati istituti non costituiscono un regime nuovo rispetto quelli già notificati ed approvati e, con-seguentemente, ha affermato che la disciplina prevista per i Patti Territoriali (e i Contratti d’area) costitui-sce solo una diversa modalità amministrativa del regime di aiuto già autorizzato per la legge n. 488 del 1992. Ciò posto, si chiarisce inoltre che taluni settori d’intervento, richiamati dalla Deliberazione 21 marzo 1997, sono soggetti a divieti e limitazioni derivanti dalla normativa comunitaria (agricoltura, pesca e i setto-ri c.d. “sensibili” della siderurgia, della cantieristica navale, delle fibre sintetiche e dell’industria automobili-stica). Nessuno di questi viene in rilievo nell’ambito del Patto per Ferrara.
155
Asse 2. Rafforzamento del potenziale e delle eccellenze presenti sul territorio (fi-
liere agroalimentari, piccola impresa tessile e meccanica, grande impresa e territo-
rio, servizi per la qualificazione e lo sviluppo competitivo);
Asse 3. Qualificazione del potenziale turistico dell’area (progetto Volano e diver-
sificazione dell’offerta costiera).
I contenuti delle azioni sono i seguenti:
Asse 1 – infrastrutture. Il problema principale viene individuato nella chiusura
delle reti viarie esistenti, frammentate oppure non più adeguate, a completamento
delle reti principali di connessione infrastrutturale e a sostegno della domanda turi-
stica differenziata.
Asse 1 – finanza. La promozione dello sviluppo e degli investimenti abbisogna di
interventi per favorire l’accesso al credito alle piccole e medie imprese locali e
dell’individuazione di nuovi strumenti finanziari per gli investimenti produttivi (ad
es. fondo di rotazione e project financing, ecc.). Le iniziative individuate trovano ri-
scontro nei protocolli d’intesa firmati tra gli Istituti di credito maggiormente rappre-
sentati a livello locale ed il Consorzio regionale fidi.
Asse 1 – snellimento delle procedure. La tematica del miglioramento dell’azione
della P.A. e degli organismi coinvolti nelle procedure del Patto trova un iniziale ri-
scontro nei protocolli d’intesa stipulati nell’ambito del Patto medesimo.
Asse 1 – attrazione investimenti produttivi. Il territorio interessato dal Patto pre-
senta nel suo complesso aree utilizzabili per nuovi insediamenti produttivi con con-
dizioni di contorno favorevoli ai nuovi insediamenti. Si prevede al riguardo d’agire
con molteplici azioni che vanno dalla creazione delle condizioni infrastrutturali di
base, alla dotazione dei siti con i necessari standard, alla messa in campo di servizi
di accompagnamento alla localizzazione di nuove imprese, fino alla realizzazione di
iniziative di marketing territoriale e di semplificazione delle procedure per
l’insediamento.
Asse 2 – filiere agroalimentari. Vengono registrate a livello locale necessità di
potenziare alcuni passaggi della catena, principalmente per ciò che riguarda la tra-
sformazione (innovazione del livello tecnologico degli impianti), la conservazione e
la commercializzazione.
Asse 2 – piccola impresa tessile e meccanica. Il settore è interessato da inter-
venti anche strutturali (ad es. la creazione di una Borsa della sub-fornitura,
l’attivazione di corsi di formazione, la territorializzazione dei servizi per le imprese)
in corso di realizzazione ed in parte finanziati con risorse messe a disposizione del
DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (Obiettivo 2). Nell’ambito del Patto vengo-
156
no considerate le proposte di progetti imprenditoriali finalizzate a favorire investi-
menti per l’ampliamento e/o l’ammodernamento degli impianti.
Asse 2 – grande impresa e territorio. Il disegno è quello di favorire la nascita e lo
sviluppo di realtà imprenditoriali collegate alle attività produttive delle grandi azien-
de, ubicate nel polo chimico di Ferrara e nel polo della meccanica che gravita attor-
no alla Berco S.p.a. di Copparo44.
Asse 2 – servizi per la qualificazione e lo sviluppo competitivo. Di fondamentale
importanza è il tema dei servizi alle imprese che s’intende affrontare con
l’attivazione di una gamma d’iniziative di animazione economica attraverso
l’estensione all’area del Patto di azioni già progettate o implementate nell’ambito di
Comuni compresi nel DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (obiettivo 2)45.
Asse 3 – progetto Volano. Gli interventi intendono cogliere la complessità del
mercato turistico in espansione – contrazione – differenziazione.
Asse 3 – diversificazione dell’offerta costiera. L’azione sulla costa viene conside-
rata determinante sia perché il balneare risulta ancora di gran lunga la maggior
componente dell’offerta turistica ferrarese, sia perché proprio sulla costa sono evi-
denti i limiti di uno sviluppo turistico non mirato, in cui il fattore sviluppo è stato
sempre identificato con la crescita fisica degli insediamenti turistici e con il conse-
guente elevato consumo della risorsa primaria Territorio, senza la quale anche
l’attività economica non può sopravvivere.
8.6. L’individuazione dei progetti infrastrutturali.
La definizione dei progetti per infrastrutture è stata effettuata dalla Provincia di
Ferrara con Deliberazione di Consiglio 10 giugno 1998, n. 65/25358, approvante il
programma degli interventi finalizzati alla realizzazione del Patto Territoriale ed i re-
lativi progetti preliminari, questi ultimi per quanto di competenza
dell’Amministrazione medesima.
8.7. La fase dell’assistenza tecnica.
La disponibilità di progetti d’investimento per iniziative imprenditoriali nei diversi
settori e la complessiva integrazione di tutte le iniziative contenute nel Patto - tale
da rendere coerenti gli interventi con gli obiettivi individuati - costituisce il secondo
44 La realizzazione di un incubatore a Copparo, in collaborazione con la Berco si colloca in questo filone sperimentale. Inoltre, una specifica azione per la creazione di nuove imprese coinvolge la Montell S.p.a. nell’ambito della Misura 1.6 del DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (obiettivo 2). 45 I Comuni già interessati dalla Misura 2.2, sottomisura A, del DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (Obiettivo 2) sono quelli di Ferrara, Copparo e Ro. I relativi obiettivi risultano articolati in un Programma operativo redatto dalla S.I.PRO. S.p.a. che della misura stessa è soggetto attuatore.
157
requisito per l’attivazione del Patto stesso46. Per agevolare la predisposizione dei
progetti, è previsto che i soggetti promotori del Patto ed il S.R. possano chiedere
agli uffici del MTBPE assistenza nell’approntamento di elementi utili a documentare i
requisiti dei progetti medesimi, fornibile anche attraverso apposite convenzioni con
società di servizi47.
Nell’ambito del Patto per Ferrara non vi è stato il ricorso a società di servizi con-
venzionate col MTBPE. Della circostanza viene fatta menzione nella nota del 10 lu-
glio 1998 della Provincia di Ferrara al soggetto istruttore, di richiesta d’avvio
dell’istruttoria sui progetti. Si annota, al riguardo, che nell’ambito del protocollo
d’intesa è stato ricorrente l’impegno formulato nel senso di garantire la necessaria
assistenza alle imprese nell’elaborazione dei progetti (in termini la Provincia, le As-
sociazioni di categoria, i Consorzi di garanzia fidi, l’ARPA, l’Azienda Usl, ed i Vigili
del Fuoco).
In conseguenza, si sono determinati un minor aggravio procedurale e di spesa.
Si consideri infatti che all’attivazione dell’opzione normativamente prevista, a tacere
del risparmio sui compensi, si ricollega automaticamente la nomina d’un Comitato
di verifica e coordinamento al quale sono attribuiti compiti di valutazione del pro-
gramma operativo predisposto dalla società d’assistenza, e di monitoraggio sul rela-
tivo stato d’avanzamento “almeno ogni 15 giorni”48.
Ciò nonostante l’esito dell’istruttoria, come si vedrà, ingenera talune perplessità
sulle modalità di gestione di detta fase del Patto49.
8.8. La presentazione dei progetti imprenditoriali.
46 Punto 2.10.1, comma 1, lettera b) della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997. 47 Punto 2.10.1, comma 2, della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997. La normativa di riferimento, la proce-dura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni sti-pulate con le singole società sono state oggetto di puntuale ricognizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: ”L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). Particolare censu-ra è riferita al fatto che “la stipula delle convenzioni non è stata da sola sufficiente ad assicurare trasparen-za e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza e di istruttoria di Patti in quanto nel-la seduta del 9 luglio 1998 il CIPE ha demandato al MTBPE la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di apposito comunicato per ottenere quei risultati che si sono appena indicati”. Censure sono mosse inoltre al “Comunicato rivolto ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità ed ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica ed istruttoria dei Patti Territoriali”, pubblicato in G.U. del 29 luglio 1998. Al riguardo si osserva che “L’atto non reca né data né firma. La sua lettura evidenzia che lo stesso è in parte identico alle convenzioni esaminate, in parte modificativo di quelle. Rilevando che non è chiara la natura giuridica di tale atto può in ogni caso affermarsi che lo stesso quale “COMUNICATO” non appare idoneo a modifi-care unilateralmente le clausole contrattuali contenute nelle convenzioni per l’assistenza...” (Relazione, cit., p. 23 e ss.). Si omette l’indicazione delle modifiche in argomento poiché non rilevanti nell’ambito del Patto per Ferrara. Cfr. infra nel testo. (48) Comunicato MBTPE, parte I, punti 1.4, commi 3 e 4, 1.6, 1.7, 1.8. Al riguardo si richiamano le censure formulate nella Delib. n. 98/2000 di questa Corte per la quale: 1) il Comunicato MTBPE non aveva tra le sue finalità la disciplina di attività di controllo; 2) l’istituzione di ulteriori organi di controllo, oltre che esulare dagli obiettivi del Comunicato medesimo, si pone in contrasto sia con la legislazione vigente sia con le stesse premesse del Comunicato stesso. 49 Vedi infra, p. 16
158
La fase dell’acquisizione dei progetti ai fini dell’accesso per le imprese ai benefici
articolati dal Patto non risulta espressamente disciplinata dalle specifiche disposi-
zioni concernenti i Patti Territoriali.
Il Patto per Ferrara si caratterizza nel merito per la mancanza di un bando di
concorso. Il S.R. ha al riguardo chiarito che l’iniziativa è parsa in origine di bassa
spinta agli investimenti e di scarsa attrazione di risorse. Le motivazioni addotte
consistono nei tempi non brevi previsti per l’erogazione complessiva dei benefici.
Quanto alle specifiche procedure di manifestazione d’interesse attivate, il S.R. ha
chiarito che: “Relativamente alla pubblicità data all’iniziativa di Patto, si fa presente
che fu scelta la strada del coinvolgimento sin dall’inizio di tutte le categorie econo-
miche provinciali, dei sindacati, degli istituti di credito operanti nel territorio (tutti)
oltre che di tutti i consorzi di garanzia regionali, tra l’altro usando come canale
d’informazione anche le linee già avviate per il Programma speciale d’area Basso
Ferrarese (sostenuto su base di legge regionale) che comprendevano anche iniziati-
ve di marketing territoriale verso l’intorno interregionale di riferimento per Ferrara.
Dopo la sottoscrizione del primo protocollo d’intesa tra Enti locali (Provincia + 14
Comuni) nel dicembre 1996, si è costituito un tavolo permanente per la concerta-
zione con tutti i soggetti sopra indicati che ha operato a partire dall’ 8 gennaio 1997
- e che ancora oggi è attivo sul Patto - con almeno 11 riunioni plenarie e con nume-
rosi incontri su temi specifici. La pubblicità data all’iniziativa in questo modo portò
alla raccolta di numerosissime intenzioni di progetto da parte di imprese, che di-
vennero (al dicembre 1997) 145 candidature formali (di cui 28 nei servizi e 7 nel
turismo) per un investimento previsto di 936 Mld ed una nuova occupazione stimata
in 1.334 unità. La documentazione di questo percorso è disponibile presso
l’Amministrazione provinciale di Ferrara che ha promosso il Tavolo della concerta-
zione”50.
8.9. La fase istruttoria.
L’istruttoria sui progetti raccolti è stata effettuata dalla società Europroget-
ti&Finanza S.p.a., convenzionata col MTBPE ai sensi del punto 2.10.1, comma 1,
lett. b) della Deliberazione CIPE 21 marzo 199751 e l’individuazione della medesima
50 Nota e-mail del Soggetto responsabile del 23 maggio 2001. 51 Sulla base della convenzione, stipulata il 16 dicembre 1997, la Società ha assunto la responsabilità del corretto e puntuale espletamento del servizio d’istruttoria e di tutti gli adempimenti connessi, ed in partico-lare: a) della completezza e idoneità degli elementi e documenti acquisiti nel corso dell’istruttoria; b) dell’esito istruttorio, anche in riferimento - in sede di verifica della documentazione di spesa - alle even-tuali condizioni e prescrizioni poste a carico dei soggetti titolari dell’investimento, nonché in ordine all’obbligo di notifica da parte del Ministero del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica alla Commissione europea delle iniziative soggette a tale adempimento; c) della tempestiva notifica di tutti gli elementi che possono determinare la eventuale revoca, parziale o totale, dei finanziamenti, di cui sia
159
- istituto di medio credito della Cassa di risparmio di Ferrara (una delle tre banche
socie del S.R. del Patto), già soggetto istruttore di altra procedura di sostegno per
le attività economico produttive della provincia (ex legge n. 488 del 1992) - è stata
effettuata con Deliberazione della Giunta provinciale di Ferrara 3 febbraio 1998, n.
41/503052.
L’istruttoria è stata formalmente avviata il 13 luglio 1998 (data della comunica-
zione d’avvio al MTBPE), a seguito della richiesta del 10 luglio 1998
dell’Amministrazione provinciale di Ferrara, ed ha registrato una sospensione di 60
giorni - dal 6 agosto 1998 al 5 ottobre 1998 - per richieste di completamento della
documentazione concernenti i cinquantotto progetti53.
Risultano avviate in istruttoria domande per n. 58 progetti, pari ad un ammonta-
re di 56 Mld di richieste di sovvenzioni statali. I criteri sostanziali54 applicati nella
selezione dei progetti sono quelli previsti dalla Deliberazione 21 marzo 1997.
Detti criteri sono stati specificati ed in parte integrati dalle prescrizioni del più
volte richiamato Comunicato MTBPE (punto 2.1)55.
Dei richiamati parametri la Relazione conclusiva dell’istruttoria fornisce puntuale
riscontro. Quanto alla rispondenza dei progetti ai criteri normativamente posti viene
venuta a conoscenza; d) della pertinenza e congruità delle spese ammissibili sostenute dai soggetti bene-ficiari dei finanziamenti e ritenuti ammissibili. Cfr. inoltre la seguente nota. 52 La normativa di riferimento, la procedura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni stipulate con le singole società sono state oggetto di puntuale rico-gnizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: “L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). Si richiama, come già svolto in precedente nota, che una particolare censura si è riferita al fatto che “la stipula delle convenzioni non è stata da sola sufficiente ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza e di istruttoria di Patti in quanto nella seduta del 9 luglio 1998 il CIPE ha demandato al MTBPE la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di ap-posito comunicato per ottenere quei risultati che si sono appena indicati”. Ulteriore e sostanziale censura, inoltre, è formulata con riferimento al “Comunicato rivolto ad assicurare trasparenza e pubblicità alle moda-lità ed ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica ed istruttoria dei Patti Territoriali”, pubblicato in G.U. del 29 luglio 1998 (in seguito Comunicato MTBPE). Al riguardo si osserva che “L’atto non reca né data né firma. La sua lettura evidenzia che lo stesso è in parte identico alle convenzioni esaminate, in par-te modificativo di quelle. Rilevando che non è chiara la natura giuridica di tale atto può in ogni caso affer-marsi che lo stesso quale “COMUNICATO” non appare idoneo a modificare unilateralmente le clausole contrattuali contenute nelle convenzioni…”. Le specifiche censure rivolte dalla Delib. n. 98/2000, cit., al Comunicato MTBPE sono richiamate nel testo in riferimento alla disamina delle singole fasi riguardate dal documento medesimo. 53 La Delib. 98/2000 della Corte dei conti rileva che il punto 2.3, secondo periodo, del Comunicato MTBPE prevedente la sospensione per una sola volta del termine di 90 giorni, si pone in contrasto con l’art. 5, comma 3, della convenzione MTBPE- Società privata disponente che il termine richiamato possa essere interrotto una sola volta. 54 Quelli di forma relativi alla regolarità e completezza delle domande sono stati definiti al punto 2.1. del Comunicato MTBPE. La Delib. 98/2000 della Corte dei conti rileva che detto “punto” amplia il numero degli atti che devono essere presentati unitamente alla richiesta di istruttoria, la cui contemporanea presenza è necessaria a che si apra tale fase, ciò in modifica dell’art. 2.1.1. della convenzione stipulata tra MTBPE e Società privata. 55 In particolare, il Comunicato MTBPE specifica quali spese per beni acquistati tramite locazione finanzia-ria sono ammesse alle agevolazioni (punto 2.A del Comunicato, cit.).
160
tuttavia svolto rinvio alle risultanze istruttorie ai medesimi allegati56. Per quanto
concerne taluni dei parametri di valenza complessiva sopra richiamati si rileva che:
- la coerenza e l’integrazione tra le iniziative del Patto è affermata sulla base di
diagrammi dei quali non è dato conoscere il fondamento, considerato che gli Assi
d’intervento ivi schematizzati non trovano confronto con le linee d’intervento (Assi,
Interventi e Azioni) definite nel Patto per Ferrara;
- la valutazione della coerenza del Patto col più complessivo sistema di pro-
grammazione risulterebbe “estrapolata” sulla base della ricostruzione del menziona-
to sistema “esterno” attraverso diagrammi, di larga massima, concernenti le linee
d’intervento della programmazione regionale in atto (in relazione alla quale non è
dato conoscere quali siano i documenti di riferimento), e della programmazione co-
munitaria (“desunta” dal documento “Agenda 2000”). Detta metodologia non con-
sente di apprezzare i limiti intrinseci alle programmazioni medesime e, pertanto, di
poter sostanzialmente valutare la coerenza in argomento se non in termini mera-
mente terminologici. A sostegno di quanto esposto si rinvia alla disamina delle me-
todologie adottate nell’ambito di altri Patti57.
Il procedimento istruttorio si è concluso il 30 novembre 199858 - entro il termine
prescritto di 90 giorni, non computandosi dunque la sospensione - con
l’ammissione di 35 iniziative produttive (presentate da 34 imprese59) e di 3 progetti
infrastrutturali.
A monte delle ammissioni si sono registrate tre rinunce in corso di procedura
mentre all’esito della medesima sono state ritenute non ammissibili alle agevolazio-
ne 20 iniziative imprenditoriali.
Il giudizio di non ammissibilità importa, per il Patto all’esame, la non rilevanza
nel caso concreto della questione afferente i compensi spettanti al soggetto istrutto-
re correlati alla negativa valutazione di singoli progetti60.
56 Non sono state acquisite, nell’ambito del presente controllo, le risultanze delle singole istruttorie sui pro-getti. Queste risultano agli atti della Società Europrogetti & Finanza S.p.a. . 57 Si veda ad esempio, sul punto, la relazione istruttoria concernente il Patto per l’Appennino Centrale. 58 Data di comunicazione dell’avvenuto compimento della procedura al MTBPE. La conclusione dell’istruttoria alla predetta data avrebbe consentito, ai sensi della Deliberazione CIPE 9 luglio 1998, n. 70/98 (Riparto risorse di cui all’art. 1, comma 1, della legge 30 giugno 1998,n.208, in G.U., 22 agosto 1998, n. 195), l’inserimento del Patto in apposita graduatoria da predisporsi entro il 15 dicembre 1998 ai fini dell’assegnazione delle risorse stanziate dalla legge n. 208 del 1998 (1.500 Mld), precitata. In seguito, tuttavia, il termine per la formazione della graduatoria è stato prorogato al 31 gennaio 1999 dalla delibera-zione CIPE 22 dicembre 1998, n. 139. Tutti i 23 Patti utilmente collocati in graduatoria venivano finanziati con somme individuate - e per la quota parte non ancora attribuita per l’effetto assegnata al Ministero del Tesoro - con Deliberazione CIPE 19 febbraio 1999, n. 10/99 (in G.U. 3 aprile 1999, n. 78). 59 Due i progetti presentati dalla Reynolds Wheels S.p.a. ammessi al Patto. 60 Cfr. Sezione controllo CdC, delib. n. 98 del 2000 (Relazione, cit., p. 27), nella quale si rileva la mancan-za di una netta linea di demarcazione tra l’ipotesi in cui l’istruttoria su una singola iniziativa si concluda ne-gativamente (compenso per l’istruttore fisso intero e 50% variabile) e quella in cui sulla stessa sia stato espresso un giudizio di non ammissibilità (compenso solo fisso intero).
161
La motivazione delle singole esclusioni è stata comunicata dall’istruttore al S.R.
del Patto, su richiesta di questo, in data 16 febbraio 1999 e, quindi, presumibilmen-
te, solo successivamente a tale data le imprese non ammesse hanno avuto contez-
za delle ragioni dell’esito negativo61.
In particolare l’esclusione di 15 dei 20 progetti poggia sulla constatazione di ca-
renze, anche diffuse, di dati e documentazione necessarie alla valutazione tecnico,
economica e finanziaria dei programmi d’investimento ed ingenera pertanto dubbi,
nel caso dello specifico Patto, sulla correttezza della scelta del mancato ricorso al
supporto finalizzato alla predisposizione dei progetti, normativamente previsto.
I dati concernenti i progetti ammessi, imprenditoriali e infrastrutturali, sono con-
tenuti nelle seguenti tabelle (TAB da 1 a 4).
61 Nella lettera del soggetto istruttore, con richiamo alla legge n. 241 del 1990, viene tuttavia affermata la disponibilità ad accordare l’accesso alla documentazione relativa “a chiunque ne abbia interesse, previa richiesta al Ministero e relativo assenso”.
164
Iniziative produttive ammissibili- (fase istruttoria) - Iniziative produttive ammissibili Tab. 1
N. Nome progetto Investimento
totale (mln di lire)
Investimento agevolabile (mln di lire)
Onere per lo Stato (mln di lire)
Mezzi propri (mln di lire)
Tempi di rea-lizza-zione (n.
mesi)
% mezzi propri
Occupazione complessiva (n. occupa-
ti)
Occupazione aggiuntiva a
regime (n. occupa-
ti)
Investimento totale per
occupato ag-giuntivo a regime
(mln di lire)
Redditività economica
Intervento in-frastrutturale funzionalmente
connesso
Settore (ISTAT 91)
1 BBF srl 365 365 31,00 200 9 55% 104 5 73 151,00% P/60 25.24
2 BUI E BALESTRA snc 435 295 46,00 112 25 38% 13 4 74 54,00% 28.52
3 C.M.G. srl 1.800 964 230,20 600 18 62% 148 14 69 120,63% 29.56.1
4 C.R. ASSEMBLAGGI snc
759 659 111,81 260 16 39% 18 18 37 18,21% 29.71
5 CAINS MOORE srl 1.588 1.238 341,67 636 34 51% 24 3 413 13,78% P/60 17.72
6 COOPSER scral 4.930 2.579 375,13 1.000 30 39% 101 37 70 20,63% 63.1
7 CROMITAL spa 480 480 81,00 300 7 63% 11 2 240 121,00% P/60 24.01
8 F.B. INFISSI srl 488 239 40,00 130 37 54% 10 10 24 102,00% 25.23
9 F.lli ZUCCHINI srl 2.321 2.038 410,80 700 20 34% 74 4 510 30,17% P/60 24.66.4
10 FR.AN. 997 890 257,12 360 18 40% 7 7 127 21,35% P/60 28.11
11 G.M. STAMPI snc 282 282 87,44 86 22 30% 14 2 141 167,19% P/60 25.24
12 G.R.B. spa 7.040 6.940 2.102,06 2.082 19 30% 19 19 365 23,08% P/60 28.75.3
13 GOMMARIA snc 1.077 900 245,56 319 29 35% 17 4 225 144,55% P/60 34.30
14 IDROMEC DI R.A. 553 531 162,00 170 13 32% 11 2 266 8,00% P/60 28.52
15 JEAN KLEBERT spa 2.880 2.556 570,56 886 23 35% 48 11 232 68,07% P/60 24.52
16 LCM ELETTR. Snc 1.610 948 276,60 483 23 51% 18 6 158 18,93% P/60 30.10.1
17 MANFREDINI sas 1.416 1.216 333,72 425 16 35% 30 3 405 765,00% 26.61
18 MY LADY spa 500 303 91,65 362 13 119% 55 8 38 183,82% P/60 18.22.1
19 PLANT SERVICE srl 450 340 92,00 175 19 51% 15 5 68 34,00% P/60 28.11
20 PROTEC srl 883 613 52,16 500 15 82% 43 12 51 109.05% 25.22
21 RAGGI OLIVIERO 180 115 19,00 60 12 52% 5 2 58 22,00% 28.52
22 REYNOLDS WHEELS spa
7.592 7.313 1.144,16 2.655 23 36% 336 0 27,02% P/60 34.3
23 SEL OPTICAL srl 1.102 1.102 85,62 330 33 30% 170 9 122 7,62% 33.40.4
24 SIDERPOL INGEGNE-RIA srl
2.030 2.000 573,24 750 37 38% 15 6 333 14,00% P/60 29.56
25 SIES srl 4.095 2.415 321,60 1.230 41 51% 11 9 268 21,15% 63.1
26 SINTEXCAL 7.910 5.095 1.145,96 3.000 50 59% 6 2 2.548 3,43% P/60 23.20.4
27 SIRIO OFF. MECCA-NICHE
1.500 1.500 245,34 450 21 30% 70 40 38 20,20% P/60 28.52
28 SOC. MONTERASTEL-LI snc
24.000 13.307 3.515,40 4.000 26 30% 64 53 251 9,05% 55.11
29 STRIKE GROUP 10.580 9.702 1.420,89 2.900 48 30% 60 60 162 12,36% P/60 29.24.3
30 TAHITI srl 1.975 1.975 312,96 800 36 41% 29 9 219 29,97% 55,2
165
31 TETHYS srl 2.483 2.443 395,70 750 20 31% 21 21 116 10,23% 36,40
32 VOLTA & VERZELLA TORN.
2.917 2.726 821,00 960 30 35% 23 6 454 11,80% P/60 29.14.1
33 VORTEX HYDRA 1.510 1.450 336,50 617 19 43% 61 3 483 32,62% 29.56.3
34 VORTEX SYSTEM srl 2.963 2.859 599,58 900 22 31% 66 12 238 72,44% 29.56.2
TOTALE AZIENDE 101.691 78.378 16.875 29.188 24 45% 1.718 408 192 71,72% 46.147
Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.
Patto Territoriale per Ferrara
(Fase istruttoria)
Iniziative infrastrutturali
Principali elementi istruttori, di validità e coerenza delle infrastrutture agevolabili
Tab. 2
Relazioni funzionali dirette
N. Progetto Investimento
totale (mln lire)
Onere per lo Stato
(mln lire)
Occupazione aggiuntiva a
regime (n. occupati)
Equilibrio eco-nomico di ge-stione - Van primi 20 anni
Iniziative produttive
Investimenti corrispondenti
(mln lire)
P/41/59 Ampliamento Porto Turistico di Goro
7.500 7.500
P/41/52 1.975
P/41/60 Tangenziale Est - Interconnessione con Copparo
28.308,4 16.908,4
P/41/4/8/12/15/ 18/20/21/22/24/ 27/31/37/41/44/ 46/47/51/56
52.119
P/41/61 Raccordo 1.308,2 1.308,2
Totale infrastrutture 37.116,6 25.716,6 - - - 54.094
Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.
166
Patto Territoriale per Ferrara
(Fase istruttoria)
Sintesi dei risultati
Iniziative produttive Tab. 3
Investimento totale (mln di lire)
Investimento agevolabile (mln di lire)
Onere per lo Stato (mln di lire)
Mezzi propri (mln di lire)
Tempi di rea-lizzazione (n. mesi)
% mezzi propri
Occupazione complessiva (n. occupati)
Occupazione ag-giuntiva a regime
(n. occupati)
Investimento agevola-bile per occupato ag-giuntivo a regime
(mln di lire)
101.691 78.378 16.875 29.188 27 45% 1.718 408 192
Iniziative infrastrutturali
Investimento totale (mln di lire)
Onere per lo Stato (mln di lire)
Occupazione aggiunti-va a regime (n. occupati)
37.116,6 25.716,6
indice medio di profitto = E E = 0,7172
indice medio di attivazione = S S = 5,206
indice di relazione funzionale = F F = 1,05 R = 0,59
Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.
167
Tab. 4
Patto Territoriale per Ferrara
(Fase istruttoria)
Piano finanziario degli oneri per lo stato
(mln di lire)
N. NOME PROGETTO 1999 2000 2001 2002 2003 TOTALE
1 BBF srl 15,50 15,50 31,00
2 BUI E BALESTRA snc 15,30 15,30 15,30 45,90
3 C.M.G. srl 115,10 115,10 230,20
4 C.R. ASSEMBLAGGI snc 37,27 37,27 37,27 111,81
5 CAINS MOORE srl 113,89 113,89 113,89 341,67
6 COOPSER scral 125,04 125,04 125,04 375,12
7 CROMITAL spa 40,50 40,50 81,00
8 F.B. INFISSIsrl 20,00 20,00 40,00
9 F.lli ZUCCHINI srl 205,40 205,40 410,80
10 FR.AN. 128,56 128,56 257,12
11 G.M. STAMPI snc 43,72 43,72 87,44
12 G.R.B. spa 1.051,03 1.051,03 2.102,06
13 GOMMARIA snc 122,78 122,78 245,56
14 IDROMEC DI R.A. 81,00 81,00 162,00
15 JEAN KLEBERT spa 285,28 285,28 570,56
16 LCM ELETTR. Snc 92,20 92,20 92,20 276,60
17 MANFREDINI sas 166,86 166,86 333,72
18 MY LADY spa 30,55 30,55 30,55 91,65
19 PLANT SERVICE srl 46,00 46,00 92,00
20 PROTEC srl 26,08 26,08 52,16
21 RAGGI OLIVIERO 9,50 9,50 19,00
22 REYNOLDS WHEELS spa 572,08 572,08 1.144,16
23 SEL OPTICAL srl 28,54 28,54 28,54 85,62
24 SIDERPOL INGEGNERIA srl 191,08 191,08 191,08 573,24
25 SIES srl 107,20 107,20 107,20 321,60
26 SINTEXCAL 286,49 286,49 286,49 286,49 1.145,96
27 SIRIO OFF. MECCANICHE 122,67 122,67 245,34
28 SOC. MONTERASTELLI snc 0,00 878,85 878,85 878,85 878,85 3.515,40
29 STRIKE GROUP 0,00 473,63 473,63 473,63 1.420,89
30 TAHITI srl 156,48 156,48 312,96
31 TETHYS srl 197,85 197,85 395,70
32 VOLTA & VERZELLA 410,50 410,50 821,00
33 VORTEX HYDRA 112,17 112,17 112,17 336,51
34 VORTEX SYSTEM srl 299,79 299,79 599,58
Totale aziende 5.256 6.494 2.607 1.639 879 16.875
1 PORTO TURISTICO – GORO 1.875,00 1.875,00 1.875,00 1.875,00 7.500,00
2 TANGENZIALE - EST FERRARA 4.227,00 4.227,00 4.227,00 4.227,00 16.908,00
3 RACCORDO – CODIGORO 327,00 327,00 327,00 327,00 1.308,00
Totale infrastrutture 6.429 6.429 6.429 6.429 25.716
Totale aziende e infrastrutture 11.685 12.923 9.036 8.068 879 42.591
Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.
168
8.10. L’approvazione e la stipulazione del patto. Il ruolo della regione
Emilia- Romagna.
Ai sensi del punto 2.10.1 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997: “Il Ministero
del bilancio e della programmazione economica (oggi MTBPE) verifica la validità
complessiva del Patto e accerta la disponibilità delle risorse occorrenti a valere sulle
specifiche somme destinate dal CIPE. Il medesimo Ministero approva, con decreto
da emanarsi entro 45 giorni, il Patto da stipulare62.
Il Patto per Ferrara è stato approvato, per un importo complessivo di finanzia-
menti pari a L. 42.591.600.00063, con Decreto n. 995 del 29 gennaio 1999 del Di-
rettore generale del Servizio per la programmazione negoziata del Dipartimento per
le politiche di sviluppo e coesione del MTBPE ed ha quindi trovato utile collocazione
nella graduatoria predisposta per l’ammissione dei Patti Territoriali ai finanziamenti
assentiti64.
Nel provvedimento d’approvazione si da contestualmente atto della verifica di
validità complessiva del Patto “sulla base dell’istruttoria effettuata dalla società
convenzionata, nonché delle risultanze positive dell’istruttoria stessa”65, si menzio-
na il parere della Regione Emilia-Romagna di cui alla “nota 29 gennaio 1999”66 e si
prescrivono adempimenti burocratici in capo al S.R.67 68.
62 Il termine di 45 giorni, in mancanza d’espressa diversa indicazione, deve considerarsi decorrente dalla data di comunicazione, al MTBPE, della conclusione dell’istruttoria. 63 L’importo è pari al totale degli oneri per lo Stato definiti in sede istruttoria sia per le iniziative produttive (lire 16.875.000.000), sia per le infrastrutture (lire 25.716.600.000). 64 Circa la procedura di finanziamento si veda quanto esposto nella precedente nota 27. La graduatoria per l’ammissione ai finanziamenti dei 23 Patti Territoriali già approvati, tra i quali quello per Ferrara si col-locava al 12° posto, è stata approvata con Decreto n. 996 sempre del 29 gennaio 1999. 65 Fornendo il Ministero riscontro dell’avvenuta “valutazione”, apparirebbe conseguentemente circoscritta alla specifica vicenda concernente gli originari 12 Patti Territoriali - c.d. di prima generazione - la proble-matica della mancata verifica sulla “validità complessiva del patto” oggetto di censura nell’ambito della De-liberazione n. 98/2000, cit., di questa Corte (punto 2.2., p. 17). 66 Il formale parere della Regione - da acquisirsi sulla base del punto 2.10.1 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 - risulta tuttavia emanato il 1° febbra io 1999 (Deliberazione di Giunta 91/99 del 1° febbr aio 1999), sulla base della richiesta prot. 4/0492/99 in data 27 gennaio 1999 del Direttore generale del Servi-zio per la programmazione negoziata del MTBPE. Nel merito la Giunta ha deliberato “di ritenere piena-mente coerenti con gli obiettivi della programmazione regionale i contenuti del documento “Patto Territoria-le per Ferrara – obiettivi, strategie e interventi (luglio 1998)”.” 67 Questo è tenuto a richiedere la documentazione finale istruttoria direttamente alla società convenzionata prescelta, responsabile dell’espletamento del servizio relativo all’attività di istruttoria e di verifica del Patto Territoriale e di tutti gli adempimenti connessi, anche ai fini della trasmissione della stessa documentazio-ne finale istruttoria alla Cassa Depositi e Prestiti, ai sensi del decreto del Ministero del Tesoro del 4 agosto 1997. Inoltre il soggetto responsabile deve curare la presentazione alla Cassa DD.PP. dei documenti che la società convenzionata ha indicato nella documentazione istruttoria finale come necessari sotto il profilo tecnico ai fini della erogazione delle agevolazioni. 68 In merito all’individuazione del soggetto responsabile del Patto per Ferrara si rinvia al paragrafo concer-nente l’attuazione del Patto (infra, nel testo).
169
La stipulazione del Patto per Ferrara è avvenuta il 24 marzo 199969. Tutti i 14
Comuni dell’area e la Provincia di Ferrara risultano firmatari del documento. Con
protocolli integrativi di pari data, inoltre:
1. L’Amministrazione provinciale di Ferrara, i Comuni coinvolti, l’ARPA, l’Azienda
USL e i Vigili del Fuoco hanno definito adempimenti ed atti da adottarsi col ricorso
alla Conferenza dei servizi, nonché i termini dei procedimenti connessi. 2. Gli Istitu-
ti di credito e il Consorzio regionale fidi dell’Industria (Fidindustria) hanno stipulato
la convenzione per la concessione sia di finanziamenti a tasso di favore sia l’offerta
di servizi d’assistenza e consulenza alle imprese. 3. L’Unione industriali,
l’Associazione piccoli imprenditori e le Organizzazioni sindacali hanno disciplinato
procedure di regolazione delle relazioni sindacali nei nuovi insediamenti produttivi
previsti dal Patto.
La Provincia di Ferrara, inoltre, con atto unilaterale sempre del 24 marzo 1999,
si è impegnata alla realizzazione di due progetti: il Progetto “Kit delle opportunità
per investire a Ferrara: strumenti utili all’insediamento produttivo” ed il Progetto
“Rete unitaria della Pubblica amministrazione anche in funzione dell’attivazione de-
gli Sportelli Unici per le Imprese”70.
Tra le imprese già ammesse al Patto dall’istruttoria: la C.M.G. non ha stipulato il
Patto rinunciando in partenza ad effettuare l’investimento per l’indisponibilità
dell’immobile in cui intendeva ricollocarsi; inoltre, la F.B. infissi ha manifestato
l’intenzione di avvalersi, per l’investimento proposto, del contributo recato da altra
fonte normativa (legge n. 488 del 1992).
Va infine rilevato che la Regione Emilia-Romagna non risulta tra i soggetti sotto-
scrittori del Patto ed in conseguenza non troverebbe applicazione nei suoi confronti
la specifica disposizione secondo cui: “Il Patto può essere, inoltre, sottoscritto dalla
Regione…. La Regione, pertanto, inserisce il Patto tra le azioni e le iniziative attuati-
ve dei programmi regionali, compresi quelli di rilevanza comunitaria”71.
In disparte quanto appena accennato - ed a prescindere dalle modalità di formu-
lazione del parere dal laconico, sia pur conferente, contenuto sopra richiamato - il
ruolo svolto dalla Regione Emilia Romagna, nella complessiva materia della pro-
grammazione degli interventi sul territorio, non appariva supportato, all’epoca, da
69 Secondo il disposto del punto 2.10.2 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 “Il Patto Territoriale è sti-pulato entro 60 giorni dall’emanazione del decreto di cui al punto 2.10.1 (il decreto ministeriale d’approvazione)”. 70 I Progetti, che diventano pertanto parte integrante del Patto Territoriale per Ferrara, sono per intero fi-nanziati dalla Provincia e dalla Regione Emilia-Romagna. Il secondo, in particolare, si pone la finalità di costituire un supporto ideale ed integrativo dei servizi e delle opportunità offerte non solo dal Patto, ma anche dagli altri strumenti di promozione allo sviluppo locale (L.R. n. 30 del 1996, LEADER II, Fondi UE Ob. 2 e Ob. 5b). 71 Punto 2.4 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997.
170
adeguate previsioni legislative. In effetti, solo con la legge regionale 24 marzo
2000, n. 20 è stato individuato lo strumento di raccordo dell’insieme dei piani e
programmi che interessano il territorio72.
Detta esigenza, non precedentemente assicurata, dunque, da strumenti di valen-
za generale della Regione Emilia-Romagna, è tuttavia la ratio di specifiche disposi-
zioni concernenti singole iniziative d’intervento73.
Per l’area riguardata anche dal Patto di Ferrara, va comunque rilevato che una
funzione di raccordo tecnico degli interventi effettuati sul territorio, anche sotto il
profilo programmatorio, appare svolta dalla S.I.PRO. S.p.a. che, come di successivo
chiarimento, riveste da tempo il ruolo di soggetto attuatore di più strumenti di so-
stegno.
8.11. L’attuazione del patto: Il S.R..
Il responsabile dell’attuazione del Patto per Ferrara, ai sensi del punto 2.5 della
Direttiva CIPE 21 marzo 1997, è stato individuato dai soggetti promotori del Patto
nella Società Interventi Produttivi per la promozione ed il coordinamento di inter-
venti ed iniziative per favorire l’infrastrutturazione di aree attrezzate e la localizza-
zione di nuovi insediamenti produttivi (S.I.PRO. S.p.a., di seguito “SIPRO” nel te-
sto). La società è stata costituita nel 1975, dai Comuni dell’area del Basso Ferrarese
d’intesa con la Provincia ed il Comune di Ferrara, per la promozione, progettazione,
esecuzione e gestione tecnico amministrativa di progetti complessi attinenti allo svi-
luppo locale74.
SIPRO, che ha capitale interamente versato pari a lire 7.018.800.000, in origine
aveva come finalità l’urbanizzazione e la vendita di aree industriali attrezzate. Al ri-
guardo ha operato nel Comune di Ostellato (area di S. Giovanni), dove risultano in-
sediate ormai oltre 20 imprese, per poi estendere l’attività d’urbanizzazione anche
72 Legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 (Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio, in B.U.R. 2 marzo 2000, n. 11 - S.O.), art. 23 (Piano territoriale regionale): “1. Il Piano territoriale regionale (PTR) è lo strumento di programmazione con il quale la Regione definisce gli obiettivi per assicurare lo sviluppo e la coesione sociale, accrescere la competitività del sistema territoriale regionale, garantire la riproducibilità, la qualificazione e la valorizzazione delle risorse sociali ed ambientali. 2. Il PTR è predisposto in coerenza con le strategie europee e nazionali di sviluppo del territorio. 3. Il PTR definisce indirizzi e direttive alla pianificazione di settore, ai Piani territoriali di coordinamento provinciali (PTCP) e agli strumenti della programmazione negoziata, per assicurare la r ealizzazione degli obiettivi di cui ai commi 1 e 2. 4. Il PTR può contenere prescrizioni, espresse attraverso una rappresentazione grafica atta a individua-re puntualmente gli ambiti interessati, che prevalgono sulle diverse previsioni contenute negli strumenti provinciali e comunali di pianificazione territoriale e urbanistica vigenti e adottati.”. 73 Quale, ad esempio, per i Patti Territoriali, non solo dalla previsione del parere regionale di cui si è sopra argomentato, ma in senso più sostanziale il punto 2.6 della Deliberazione CIPE 23 marzo 1997 che richie-de, nell’ambito dell’esplicitazione dei contenuti del Patto, anche l’indicazione dello “specifico e primario o-biettivo di sviluppo locale cui è finalizzato ed il suo raccordo con le linee generali della programmazione regionale eventualmente anche agricola”. Nel merito della tematica si veda tuttavia quanto rilevato circa il ruolo svolto dal soggetto istruttore del Patto per Ferrara.
171
in altri Comuni del ferrarese, in particolare nel capoluogo. Nell’area interessata dal
Patto, la società ha inoltre avviato la costituzione di un incubatore per piccole im-
prese nel Comune di Berra.
Con l’inclusione di Ferrara, Ro e Copparo nelle zone ex obiettivo 2 d’intervento
dei Fondi strutturali comunitari, SIPRO è stato individuato soggetto attuatore di due
delle tre misure dell’asse Ferrara del previgente DOC.U.P. (Documento unico di
programmazione, obiettivi 2 e 5b) dell’Emilia-Romagna. E’ inoltre soggetto attuato-
re del Programma speciale d’area “Basso Ferrarese”75.
Recentemente, la società ha approvato un nuovo statuto e partecipa, in qualità
di organo tecnico, alla definizione del DOC.U.P. (nuovo obiettivo 2) della Regione
Emilia-Romagna - nell’ambito dell’iniziativa comunitaria denominata Agenda 2000,
programma di regolamentazione degli aiuti strutturali per il periodo 2000-2006 -
nonché all’attività di concertazione riguardante l’implementazione di un nuovo Patto
Territoriale, agricolo, per Ferrara.
Numerosi sono i compiti assegnati al S.R. del Patto76. Tra questi assume partico-
lare rilievo la predisposizione della relazioni semestrali sullo stato d’attuazione del
Patto Territoriale, nelle quali devono evidenziarsi i risultati e le azioni di verifica e
monitoraggio effettuate. Sempre nelle relazioni vanno altresì indicati i progetti non
attivabili o non completabili e va conseguentemente dichiarata la disponibilità delle
risorse non utilizzate derivanti dalle specifiche somme destinate dal CIPE ai Patti
Territoriali77.
SIPRO, per l’effetto, ha presentato le prescritte relazione78. La successiva disa-
mina si basa fondamentalmente sulle risultanze di queste79.
74 Partecipano alla società, inoltre, la Banca nazionale del lavoro, la Cassa di risparmio di Ferrara, la Cas-sa di risparmio di Cento e l’Ente regionale per la valorizzazione economica del territorio (ERVET). 75 In tema di Programma speciale d’area cfr., supra, nota 31. 76 “Per il perseguimento delle finalità del Patto il soggetto responsabile provvede tra l’altro a: rappresentare in modo unitario gli interessi dei soggetti sottoscrittori; attivare risorse finanziarie per consentire l’anticipazione e/o il cofinanziamento di eventuali contributi statali, regionali e comunitari, ivi compresa la promozione del ricorso alle sovvenzioni globali; attivare le risorse tecniche ed organizzative necessarie alla realizzazione del patto; assicurare il monitoraggio e la verifica dei risultati; verificare il rispetto degli impegni e degli obblighi dei soggetti sottoscrittori ed assumere le iniziative ritenute necessarie in caso di inadempimenti o ritardi; verificare e garantire la coerenza di nuove iniziative con l’obiettivo di sviluppo loca-le a cui è finalizzato il patto; promuovere la convocazione, ove necessario di conferenze di servizi, assu-mere ogni altra iniziativa utile alla realizzazione del patto…” (punto 2.5 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997). 77 Punto 2.5, ultimo comma, Deliberazione CIPE, cit. . 78 Le relazioni afferiscono al secondo semestre 1999 nonché al primo ed al secondo semestre 2000. 79 Chiarisce SIPRO nelle relazioni semestrali che la rilevazione dei dati di monitoraggio viene effettuata attraverso questionari compilati dalle imprese a firma del legale rappresentante. La valutazione degli in-crementi occupazionali è di norma rilevata dalle imprese come dato puntuale al momento della rilevazione. A partire dalla rilevazione del 30 giugno 2000, le imprese che hanno sostenuto importi di spesa superiori a quelle ammesse - e che nella precedente rilevazione risultavano con uno stato d’avanzamento lavori su-periore al 100 % - nell’impossibilità di procedere ad una corretta identificazione delle medesime le hanno indicate con percentuale pari a 100 e contraddistinte da apposito asterisco (cfr., in particolare, la Relazione relativa al primo semestre 2000).
172
8.12. (segue). - Il monitoraggio degli interventi infrastrutturali.
Premesso che il Patto prevede la messa in esercizio delle infrastrutture per la da-
ta del giugno 2004, la situazione dei 3 progetti in argomento viene di seguito rap-
presentata per singolo intervento.
1. Porto turistico di Goro. L’intervento, dall’ammontare complessivo pari a lire
7.500.000.000, consiste nell’ampliamento dagli attuale 120 a 500 posti barca della
parte turistica del porto regionale di Goro, in attuazione del programma provinciale
per la nautica da diporto (avviato già dal 1986 con fondi regionali e degli Enti locali)
e nel rispetto dei dimensionamenti di capienza dati dal Piano regionale della portua-
lità turistica. Le opere prevedono la realizzazione di servizi a terra, di reti tecnologi-
che di servizio all’impianto, di un impianto autonomo di depurazione dei reflui, di
dragaggi e posa di scogliere per la delimitazione del nuovo bacino nonché la collo-
cazione di pontili galleggianti per l’ormeggio dei natanti da diporto. La fase di pro-
gettazione esecutiva dell’infrastruttura è stata rallentata da richieste
d’adeguamento progettuale su talune particolari situazioni80 avanzate dalle Autorità
competenti nell’ambito della Conferenza dei servizi del 18 novembre 1999 e conse-
guente individuazione di una nuova localizzazione per il porto (all’esterno
dell’attuale difesa a mare).
Il 28 marzo 2000 SIPRO ha comunicato al MTBPE la necessità di variare la loca-
lizzazione dell’infrastruttura. A seguito di chiarimenti intervenuti tra MTBPE, Provin-
cia di Ferrara e SIPRO, su indicazione ministeriale si è deciso di dover procedere ad
una nuova istruttoria a cura di Europrogetti&Finanza S.p.a.81, attualmente in corso
di svolgimento. Su espressa richiesta istruttoria, il S.R. ha rappresentato che “E’ e-
vidente che in questo caso il ritardo accumulato è tale da rendere difficile la conclu-
sione dell’opera tassativamente entro i termini previsti per la conclusione del Patto.
Va tuttavia rilevato che:
- il ritardo non intralcia iniziative private che insistano sull’infrastruttura (le i-
potesi di nuove imprese impegnate nella gestione delle attività legate alla gestione
della struttura ed alla nautica da diporto erano evidentemente subordinate alla rea-
lizzazione dell’infrastruttura stessa;
- la riapertura delle procedura per la rimodulazione delle risorse nel settore
privato consentirebbe l’incentivazione di queste nuove attività, qualora appunto fos-
se possibile prorogare i termini per la realizzazione dell’infrastruttura”82.
80 Presenza di un’area ex discarica da bonificare, modifica del livello di banchinamento sul medio mare, inadeguatezza del depuratore comunale al recepimento degli scarichi del porto, esigenza di miglioramento dell’impatto visivo verso il lato prospicente il Bosco della Mesola. 81 La relativa delibera provinciale è stata approvata in data 29 dicembre 2000. 82 File allegato ad e-mail al magistrato istruttore del 20 aprile 2001.
173
La conclusione dell’intervento, prevista in sede di Patto, risulta fissata al primo
trimestre 2002.
2. Tangenziale Est di Ferrara. L’intervento, dall’ammontare complessivo pari a li-
re 28.308.400.000, consiste nella realizzazione di un itinerario stradale tangenziale
alla città di Ferrara, dalla Superstrada Ferrara-Mare sino alla intersezione con la
strada provinciale per Copparo, principalmente attraverso l’adeguamento di tracciati
viari comunali o provinciali esistenti. L’ente gestore del progetto, la Provincia di Fer-
rara, ha operato per la progettazione e la realizzazione dell’opera d’intesa con il
Comune di Ferrara, soggetto beneficiario, fin dal marzo 1988. Il Comune, inoltre, è
cofinanziatore dell’opera83.
La fase progettuale è stata ritardata dall’esigenza d’una variazione del tracciato
originariamente previsto, per motivi tecnici ed economici. Il progetto esecutivo è
stato approvato dall’Amministrazione provinciale l’ 11 luglio 2000. Il bando di gara
è stato pubblicato il 14 luglio 2000. Per recuperare il ritardo, la realizzazione è stata
ridotta a 600 giorni contro i 900 originariamente previsti. I lavori, che avrebbero
dovuto avviarsi nel mese di luglio 1999, risultano affidati con verbale
d’aggiudicazione dell’ 11 dicembre 2000. Nell’ambito delle relazioni del S.R. viene
chiarito che nei documenti di Patto è sempre stata correttamente indicata
l’originaria fase delle attività84, ma erroneamente riportato il termine di conclusione
del cantiere (terzo trimestre 2001 anziché terzo trimestre 2002)85.
3. Raccordo stradale in Comune di Codigoro, tra la strada statale 309 “Romea” e
aree produttive in località di Ponte Quaiotto. L’intervento, dall’ammontare comples-
sivo pari a lire 1.308.200.000, consiste nella realizzazione di uno svincolo sulla sta-
tale Romea e di una breve tratta per collegare un’area di nuovo insediamento per
una grande impresa industriale (Conserve Italia S.p.a.) e costituisce parte di un più
complessivo intervento d’urbanizzazione e di sistemazione tecnologica finanziato
con fondi regionali e locali per un importo di lire 2.800.000.000.
Il Comune di Codigoro ha approvato, nel dicembre 1999, il progetto esecutivo
dell’opera che è stato quindi appaltato. Il ritardo, sostanzialmente di un semestre
rispetto alla previsione dell’istruttoria, è stato determinato dalla connessione fun-
zionale dei due interventi d’urbanizzazione. La consegna dei lavori è stata delibera-
ta dalla Giunta comunale il 1° marzo 2000 e si prevede che questi saranno ultimati
nel maggio 2001, a fronte del termine del marzo 2000 previsto dal Patto.
83 Nel bilancio pluriennale 2000-2002 del Comune di Ferrara si è prevista l’assunzione d’un mutuo - da contrarsi con la Cassa Depositi e Presiti - per complessivi 11.400.000.000 corrispondenti alla quota di co-finanziamento a carico dell’Ente. 84 900 giorni per le opere e 90 per i collaudi e la messa in esercizio. 85 Cfr. la relazione relativa al secondo semestre 1999.
174
8.13. (segue). - Il monitoraggio degli investimenti produttivi.
Dei 32 progetti imprenditoriali risultanti alla stipulazione del Patto, 29 sono quelli
che hanno avuto effettivo avvio a seguito delle seguenti rinunce:
1. Vortex Hydra ha realizzato l’investimento avvalendosi del contributo recato
da altra fonte normativa (legge n. 488 del 1992);
2. S.I.E.S. ha rinunciato all’investimento previsto nel settore della logistica per
dar vita ad una nuova società che costruirà un’officina meccanica;
3. My Lady ha rinunciato all’investimento per difficoltà nel settore
dell’abbigliamento essenzialmente determinate dalla concorrenza sui costi di produ-
zione di altri paesi dell’est europeo.
Al 31 dicembre 2000 risultano altresì due ulteriori defezioni (G.M. stampi per
fallimento e Raggi Oliviero per difficoltà proprie). Le menzionate imprese non
hanno goduto di erogazioni di somme.
La seguente TAB 5 riepiloga la situazione complessiva monitorata alla data del
31 dicembre 2000. In questa vengono comprese anche le aziende rinunciatarie sia
prima che dopo la stipulazione del Patto (cfr. il dato di colonna 13).
175
Patto Territoriale per Ferrara - Monitoraggio investimenti produttivi al 31.12.200 Tab. 5
(Mln di lire Monit. Al 30.06.00 Monit. Al 31.12.00
Denomina-
zione
e ragione
sociale
Comune
Tipologia
intervento
Tipologia
intervento
Trasferi-
mento
Settore d'in-
tervento
Importo in-
vestimento
agevolazio-
ne
Onere Stato
Numero oc-
cupati totale
a regime
Occupati
aggiuntivi
Data avvio
investimen-
to effettiva
Annualità-
previste di
durata del-
l'investi-
mento
rinunce
form
alizzate
1° quota
erogazioni
AV/AN
Erogazioni
Investimenti
effettuati
Occupati
aggiuntivi
Erogazioni
Investimenti
effettuati
Occupati
aggiuntivi
1 2 3 4 5 6 7 8 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
1 4-BBF srl
OSTEL-LATO 2 0 M/8 365 31,00 109 5 dic-98 2 AV 15,49 344,0 -19,0 15,5 356,0 -18,0
2 5-BUI E BALESTRA snc
OSTEL-LATO 2 0 M/10 295 45,80 13 4 27/01/00 3 AN 15,30 283,4 5,0 15,3 295,0 * 10,0
3 6-C.M.G. SI
4 7-C.R. ASSEMBLAG-GI snc
OSTEL-LATO 1 0 M/11 659 111,81 18 18 23/12/97 3 AV 37,27 654,0 25,0 37,3 659,0 * 20,0
5 8-CAINS MOORE srl FERRARA 1 1 M/2 1.238 341,67 24 3 18/02/98 AV 113,89 1.238,0 4,6 227,7 1.238,0
6 11-COOPSER scral FERRARA 2 0 S 2.579 375,12 101 37 lug-97 AN 125,03 2.433,5 40,0 250,0 2579,0 * 42,0
7 12-CROMITAL spa
OSTEL-LATO 2 0 M/7 480 81,00 13 2 giu-98 AV 40,49 480,0 1,0 40,5 480,0 * 2,0
8 14-F.B. INFISSI SI
9 15-F.lli ZUCCHINI srl FERRARA 2 0 M/7 2.038 410,80 67 4 30/06/98 3 AN 222,0 1,0 205,4 435,6 1,0
10 18-FR.AN. FERRARA 1 0 M/10 890 257,12 7 7 02/05/98 2 AN 128,55 890,0 6,0 128,6 890,0 * 4,0
11 20-G.M. STAMPI snc SI
12 21-G.R.B. spa
OSTEL-LATO 1 0 M/10 6.940 2.102,70 19 19 29/06/98 2 2.313,0 11,0 0,0 2.477,0 11,0
13 22-GOMMARIA snc FERRARA 1 1 M/10 900 245,56 17,0 4 18/06/97 2 342,5 3,0 0,0 361,5 4,0
14 23-IDROMEC DI R.A.
COPPA-RO 2 0 M/10 531 162,00 10,6 2,0 apr-99 2 188,2 2,9 0,0 54,4 0,4
15 24-JEAN KLEBERT spa FERRARA 2 0 M/7 2.556 570,56 48,0 11,0 04/09/99 AV 285,20 2.556,0 16,0 285,2 2.405,0 27,0
16 27-LCM ELETTR. Snc
COPPA-RO 2 1 M/12 948 276,60 18 6 10/10/98 3 AV 624,4 3,0 92,1 904,1 3,0
17 29-MANFREDINI sas FERRARA 2 0 M/9 1.216 333,72 30 3 22/02/99 2 432,0 2,0 0,0 897,0 -1,0
18 31-MY LADY spa SI
19 37-PLANT SERVICE srl FERRARA 4 0 M/10 340 92,00 15 5 16/03/98 2 AV 45,90 192,0 0,0 46,0 192,2 0,0
20 39-PROTEC srl
OSTEL-LATO 2 0 M/8 613 52,16 43 12 06/10/97 2 AV 26,07 613,0 10,0 26,0 405,7 12,0
21 40-RAGGI OLIVIERO SI
22 41/42-REYNOLDS WHEELS spa FERRARA 3 0 M/10 7.313 1.144,16 336 0 31/03/98 2 AV 572,07 7.313,0 45,0 572,1 7313,0 * 0,0
23 43-SEL OPTICAL srl
CODI-GORO 3 0 M/12 1.102 85,62 170 9 16/04/98 3 240,5 -25,0 0,0 285,0 17,0
24 44-SIDERPOL INGE-GNERIA srl FERRARA 2 0 M/9 2.000 573,24 18 6 24/11/00 3 45,0 3,0 0,0 77,0 6,0
25 45-SIES srl SI
26 46-SINTEXCAL FERRARA 1 1 M/6 5.095 1.145,96 6 2 giu-98 4 AV 2.097,0 0,0 121,8 2.191,1 0,0
176
27 47-SIRIO OFF. MEC-CANICHE
OSTEL-LATO 2 0 M/10 1.500 245,00 70 40 31/12/99 2 74,2 26,0 0,0 74,2 38,0
28 49-SOC. MONTERA-STELLI snc
COMAC-CHIO 1 0 T 13.307 3.515,40 63,6 53 4 0,0 0,0 0,0 61,2 0,0
29 51-STRIKE GROUP
OSTEL-LATO 1 0 M/11 9.702 1.420,89 60 60 01/07/98 3 808,0 16,0 0,0 1.467,0 13,0
30 52-TAHITI srl
COMAC-CHIO 2 0 T 1.975 313,00 29 9 31/03/97 2 1.255,2 7,0 0,0 1.763,7 -20,0
31 53-TETHYS srl
OSTEL-LATO 1 0 M/14 2.443 395,70 21 21 apr-98 2 AN 1.024,9 0,0 197,8 1.246,9 3,0
32 56-VOLTA & VERZEL-LA snc FERRARA 2 0 M/10 2.726 821,00 23 6 mag-98 2 AV 410,40 1.451,0 2,0 410,0 1.781,0 -3,0
33 57-VORTEX HYDRA SI
34 58-VORTEX SYSTEM srl
COPPA-RO 1 0 M/11 2.859 599,58 66 12 lug-97 2 AN 299,78 2.139,0 15,0 299,8 2859,0 * 15,0
Totali 72.610,00 15.749,
17 1.415,2
0 360,00 2.115,44 2.971,10 33.748,60 186,40
LEGENDA DI TAB. 5
Rinunce
Inoltrato richiesta verifica finale di spesa
Colonna 3
CODICE TIPOLOGIA INTERVENTO
1 COSTRUZIONE DI NUOVO IMPIANTO
2 AMPLIAMENTO
3 AMMODERNAMENTO
4 RISTRUTTURAZIONE
5 RICONVERSIONE
6 RIATTIVAZIONE
Colonna 4
CODICE TRASFERIMENTO
1 SI
2 NO
Colonna 5 Classificazione attività di tabella: S (servizi) T (turismo), M/1 (manifatturiero: alimentari, bevande, tabacco); M/2 (manifat-turiero: tessile e abbigliamento); M/3 (manifatturiero: cuoio, pelle e similari); M/4 (manifatturiero: legno e prodotti in le-gno); M/5 (manifatturiero: carta, stampa, editoria); M/6 (coke, petrolio,combustibili nucleari ); M/7 (manifatturiero: chimi-ca e fibre sintetiche e artificiali); M/8 (manifatturiero: gomme e materie plastiche); M/9 (manifatturiero: minerali non metal-liferi); M/10 (manifatturiero: metallo e prodotti in metallo); M/11 (manifatturiero: macchine e aparecchi meccanici); M/12 (manifatturiero: macchine elettriche, apparecchiature elettriche ed ottiche); M/13 (manifatturiero: mezzi di trasporto); M/14 (manifatturiero: altre industrie manifatturiere).
177
Colonna 19
Si considera come 100/100 la spesa ritenuta ammissibile, anche se le a-ziende hanno dichiarato una spesa sostenuta ad essa superiore.
*
Colonna 20
Rettifica dati. Alla luce del monitoraggio al 31.12.2000 si registrano alcuni errori d'interpretazione dei dati oggetto del monitoraggio precedente, in quanto le spese riportate includevano per intero il leasing e non unica-mente le rate quietanziate.
-
FONTE: Relazione S.I.PRO su richiesta istruttoria - Impostazione tabella modificata dal controllo.
La situazione per singolo Comune è rappresentata nelle seguenti cinque tabelle:
178
8.14. (segue) - La tempistica degli interventi e le problematiche in atto.
Premesso che per le spese ammissibili ad agevolazione il termine conclusivo è
quello di 48 mesi dalla data di inizio dell’istruttoria del Patto Territoriale86, la situa-
zione concernente l’evoluzione nel tempo dei progetti privati, alla data del 31 di-
cembre 2000 trova rappresentazione nella seguente Tab. 6.
Tab .
6
n. Impresa Avvio
previsto
Avvio
effettivo
Termine previsto
Termine
effettivo
A regime prevista
A regime effettiva
1 B.B.F. apr 1998 dic 1998 dic 1998 dic 1998
2 Bui e Balestra. ott 1998 27.01.2000 ott 2000 ott 2000
3 C.R. Assemblaggi dic 1997 23.12.1997 mar 1999 mar 1999
4 Cains Moore feb 1998 18.2.1998 dic 2000 giu 2000 gen 2001 giu 2000
5 Coopser lug 1997 lug 1997 dic 1999 mag 2000 dic 2000 mag
2000 6 Cromital mar 1998 giu 1998 ott 1998 set 2000 ott 2000 set 2000
7 F.lli Zucchini mag 1998 30.06.1998 dic 1999 dic 2000
8 FR.AN. mag 1998 02.05.1998 nov 1999 dic 2000
9 G.R.B. apr 1998 29.06.1998 nov 1999 dic 1999
10 Gommaria lug 1997 18.06.1997 nov 1999 nov 2000
11 Idromec mag 1998 apr 1999 giu 1999 giu 1999
12 Jean Klebert lug 1997 set 1997 giu 1999 gen 1999
13 L.C.M. mag 1998 10.10.1998 mar 2000 giu 2000
14 Manfredini set 1998 22.02.1999 dic 1999 giu 2000
15 Plant Service mar 1998 16.03.1998 ott 1999 gen 2000
16 Protec ott 1997 06.10.1997 dic 1998 apr 1998 gen 1999 apr 1998
17 Reynolds Wheels feb 1998 31.03.1998 dic 1999 dic 1999
18 SEL Optical feb 1998 16.04.1998 dic 2000 gen 2000
19 Siderpol mar 1998 mar 2000 mar 2001 mar 2003
20 Sintexcal nov 1997 giu 1998 dic 2001 gen 2002
21 Sirio apr 1998 31.12.1999 dic 1999 gen 2000
22 Monterastelli gen 1999 non avviato
23 Strike Group lug 1998 01.07.1998 giu 2002 dic 2002
24 Tahiti gen 1997 31.03.1997 giu 2000 giu 2001
25 Tethys apr 1998 apr 1998 nov 1999 dic 1999
26 Volta & Verzella mag 1998 mag 1998 dic 2000 gen 2001
27 Vortex Systems lug 1997 lug 1997 giu 1999 lug 2000 gen 2000 lug 2000
Fonte: dati acquisiti dal S.R. con richiesta istruttoria
86 Comunicato MTBPE, cit., punto 2.4, lettera A).
179
Dei 27 progetti, pertanto, solo 5 risultano ultimati. Tuttavia, lo stato
d’avanzamento degli investimenti ammessi ad agevolazione (spese ammissibili), al
31 dicembre 2000, fornisce un riscontro alquanto diverso, come testimoniato dalla
successiva Tab 7.
Tab. 7
n. Impresa % avanz.to spese
ammissibili al 31.12.99
% avanz.to spese
ammissibili al 30.06.00
% avanz.to spese
ammissibili al 31.12.00
1 B.B.F. 90,4 94,2 97,5
2 Bui e Balestra. 30 100 100
3 C.R. Assemblaggi 109 99,2 100
4 Cains Moore 104,81 100 100
5 Coopser 126,91 94,3 100
6 Cromital 125,21 100 100
7 F.lli Zucchini 12,4 10,9 21,3
8 FR.AN. 51,9 100 100
9 G.R.B. 127,31 33,3 35,7
10 Gommaria 30,3 38 40,1
11 Idromec 10,8 35,41 10,2
12 Jean Klebert 102,31 1001 94,12
13 L.C.M. 49 65,8 95,3
14 Manfredini 0 35,5 73,7
15 Plant Service 56,2 56,4 56,5
16 Protec 100 100 66,13
17 Reynolds Wheels 68,4 100 100
18 SEL Optical 16,4 21,8 25,84
19 Siderpol 0 2,2 3,8
20 Sintexcal 19,7 41,1 43
21 Sirio 2,8 4,9 4,9
22 Monterastelli 0 0 0,4
23 Strike Group 5,6 8,3 15,1
24 Tahiti 10,3 63,5 89,3
25 Tethys 31,3 42 51
26 Volta & Verzella 16,5 53,2 65,3
27 Vortex Systems 71,3 74,8 100
Fonte: elaborazione del controllo sulla base degli elementi acquisiti dal soggetto re-
sponsabile.
(1) Erronea inclusione dell’intero importo spese leasing; (2) Nonostante la percentuale non sia pari a 100, nella Relazione del secondo semestre 2000 s’indica regolarmente concluso l’investimento agevolabile;
180
(3) La Protec, produttrice di film di plastica, ha realizzato l’impianto previsto avendo tuttavia sostenuto spese per il 66,1 % di quelle ammissibili ad agevolazione, per la presenza significativa di un leasing sul totale dell’investimento, il cui importo è stato erroneamente considerato nella cifra d’avanzamento nell’ambito dei precedenti monito-raggi; (4) La SEL Optical, produttrice di occhiali da sole, ha considerevolmente modificato il progetto originariamente candidato acquistando solo uno dei macchinari previsti nel medesimo. Ciò avrebbe determinato, dal punto di vista degli indicatori, il raggiungimen-to degli obiettivi stabiliti nel programma d’investimento.
181
Quanto agli investimenti ammessi ad agevolazione, dunque, 11 risultano attuati
(Bui e Balestra, C.R. assemblaggi, Cains Moore, Coopeser, Cromital, FR.AN., Jean
Klebert, Protec, Reynolds Wheels, SEL e Vortex Systems). Degli ulteriori 16 che a-
vrebbero dovuto essere definiti, taluni da tempo, per 13 di questi le motivazioni de-
gli indugi vengono giustificate come segue87.
La L.C.M. ha subito un ritardo nella realizzazione dell’investimento che a portato,
nel giugno 1999, alla presentazione d’una istanza di proroga.
La F.lli Zucchini ha avviato con considerevole ritardo l’investimento - amplia-
mento dell’immobile e acquisizione di macchinari da destinare anche alla produzio-
ne di una nuova linea di sigillanti - per difficoltà sopraggiunte nel processo di indu-
strializzazione del nuovo prodotto. Per questo già dal dicembre 1999 ha avanzato
un’istanza di proroga.
La G.R.B. ha in atto un nuovo insediamento. Il ritardo è stato determinato dalla
scelta di modificare il piano finanziario del progetto, con inversione dell’equilibrio tra
le spese sostenute direttamente e le spese in locazione finanziaria. Ciò ha compor-
tato un carteggio con il soggetto istruttore per verificare la possibilità di ricalcolo del
contributo. Quindi, a seguito d’una verifica intercorsa col MTBPE, si è stabilito di
provvedere ad una nuova istruttoria, attualmente in corso.
La Idromec è in ritardo nella realizzazione del progetto in quanto ha privilegiato
un diverso investimento. Di questo l’impresa ha dato comunicazione nel gennaio
2000 al S.R.. Nel monitoraggio di giugno 2000 l’impresa ha erroneamente indicato
il dato relativo all’intero importo di un leasing.
La Plant Service ha mostrato nei monitoraggi una battuta d’arresto che è stata
motivata con l’affermazione della difficoltà a reperire commesse.
La Manfredini ha scontato un ritardo nell’ampliamento dell’immobile a seguito
di perizie suppletive necessarie alla concessione edilizia (relativa ad un impianto di
betonaggio), a seguito del quale il S.R. è intervenuto sollecitando, con esito favore-
vole, la competente Amministrazione comunale.
La Tethys ha subito un rallentamento nella realizzazione del nuovo impianto per
la produzione di articoli in fibre rinforzate ed in carbonio a causa dell’errata esecu-
zione del pavimento industriale del capannone oggetto dell’agevolazione, come do-
cumentato dall’istanza di proroga del 1° agosto 1999.
87 Seguono le specificazioni riguardanti 13 imprese. Di Monterastrelli si è già detto supra nel testo. Per B.B.F. non sono chiarite, nelle relazioni del soggetto responsabile, le motivazioni del ritardo dell’investimento agevolabile - che, in ragione dell’elevata percentuale conseguita da tempo nella realiz-zazione del progetto, sembra considerato praticamente concluso - mentre per Strike group le medesime non adducono rilievi, limitandosi a constatare che “Il programma d’investimento si snoda in un arco tempo-rale molto lungo..” (cfr. sul punto la precedente tabella).
182
La Volta&Verzella risente, nell’ampliamento della torneria meccanica, d’un co-
spicuo ritardo nella consegna dell’acciaio con il quale doveva essere interamente
costruito l’opificio nel quale andranno posizionati i macchinari già ordinati. Detta si-
tuazione è stata comunicata, nel novembre 2000, unitamente ad un’istanza di pro-
roga, al S.R..
La Gommaria registra un ritardo nella costruzione del nuovo impianto nel quale
trasferire ed ampliare l’attività di produzione di ruote ed assali. Il ritardo è stato
causato dall’attività volta alla produzione concomitante al trasloco ed alla riorganiz-
zazione del magazzino sito nel primo capannone di proprietà della società.
La Siderpol , produttrice di impianti di depurazione delle acque, nel nuovo stabi-
limento oggetto del progetto avrebbe dovuto assemblare e rifinire macchinari pro-
dotti da una joint venture con un'impresa turca, ma il terremoto in Turchia del 1999
ha fatto tramontare l’accordo. La Società ha tuttavia confermato l’intenzione di rea-
lizzare l’investimento procedendo all’acquisto del terreno, attraverso un leasing, e
sta provvedendo per la costruzione dell’immobile.
La Sintexcal, produttrice di conglomerati bituminosi, ha registrato difficoltà di
avvio per complicazioni insorte nel frazionamento del lotto di terreno su cui si collo-
ca il nuovo immobile.
La Sirio, nel monitoraggio del 1999, ha argomentato il peculiare ritardo con la
scelta di altri investimenti ritenuti prioritari non inclusi nel programma
d’investimento oggetto del Patto. In effetti la crescita dell’occupazione, illustrata di
seguito nel testo, confermerebbe l’espansione dell’attività dell’impresa.
La Tahiti, che ha puntato sull’ampliamento della propria attività di campeggio, in
relazione al contenzioso insorto col Comune di Comacchio - nel merito della desti-
nazione d’uso d’una parte del terreno su cui insiste la struttura turistica campeggio
- sconta un certo ritardo nell’investimento. Alla vigilia della stagione turistica 2000,
per potenziare la propria capacità ricettiva ha comunque investito nell’acquisto di
case mobili - installabili senza concessione - così superando l’ammontare delle spe-
se indicate nella sede istruttoria. La situazione, prospettata al soggetto istruttore, è
stata ritenuta non conforme al progetto approvato. L’impresa ha presentato
un’istanza di proroga.
Alla data del 31 dicembre 2000, pertanto, l’avanzamento del Patto rispetto al to-
tale dell’investimento agevolato, al netto delle rinunce, risulta pari al 46,48%.
8.15. (segue) - Le dinamiche occupazionali.
Sul versante occupazionale la situazione rappresentata nella precedente Tab 5
induce a riflessioni non tutte positive. All’obiettivo preventivato in fase di stipulazio-
183
ne del Patto (previsione di 384 nuovi occupati), fa da riscontro il risultato di sole
193 nuove assunzioni conseguite al 31 dicembre 2000 (50,26% del risultato atte-
so).
La situazione trova specifico riepilogo nelle seguenti Tab 8 e Tab 9.
TAB. 8
N. Impresa 1Aggiun. previste
2Unità a regime
3Aggiun. effettive
4Var. aggiun.
5% Var aggiun.
61 BBF 5 109 * -18 -23 -3602 Bui e Balestra 4 13 10 6 2503 CMG R 148 R R R4 CR assemblaggi 18 18 20 2 111,115 Cains moore 3 24,4 6,6 3,6 2206 Coopser 37 101 42 5 113,517 Cromital 2 13 * 2 0 1008 FB infissi R 10 R R R9 F.lli Zucchini 4 67 * 1 -3 25
10 FR.AN. 7 7 4 -3 57,1411 GM stampi 2 14 R R R12 GRB 19 19 11 -8 57,8913 Gommaria 4 17 4 0 10014 Idromec 2 11 0,4 -1,6 2015 Jean Klebert 11 48 27 16 245,4516 LCM 6 18 3 -3 5017 Manfredini 3 30 -1 -4 -33,3318 My Lady 8 55 R R R19 Plant Service 5 15 0 -5 020 Protec 12 43 12 0 10021 Raggi 2 5 R R R22 Reynolds 0 336 0 0 023 SEL OPTICAL 9 170 17 8 188,8924 Siderpol 6 18 * 6 0 10025 SIES 9 11 R R R26 Sintexcal 2 6 0 -2 027 Sirio 40 70 38 -2 9528 Monterastelli 53 64 0 -53 029 Strike 60 60 13 -47 21,6730 Tahiti 9 29 -20 -29 -222,2231 Tethys 21 21 3 -18 14,2932 Volta e Verzella 6 23 -3 -9 -5033 Vortex Hydra 3 61 R R R34 Vortex Systems 12 66 15 3 125
TOTALE 384 1.720,40 193 -167 50,26FONTE: Elaborazione del controllo sulla base degli elementi acquisiti dal soggetto responsabile
* Dati corretti e giustificati da SIPRO, su richiesta del controllo, rispetto quelli risultanti dall'istruttoria bancaria
Stato dell'occupazione aggiuntiva realizzata al 31 dicembre 2000Patto territoriale per Ferrara
184
Tab. 9
Patto Territoriale per Ferrara
Stato dell'occupazione aggiuntiva dei 26 progetti non oggetto di rinunce
N. Impresa
1
Unità regi-me 2
Agg. previste 3
Agg. effettive 4
variazione 5
% su obiettivo 6
1Bui e Balestra 13 4 10 6 250
2CR assemblaggi 18 18 20 2 111,11
3Cains moore 24,4 3 6,6 3,6 220
4Coopser 101 37 42 5 113,51
5Cromital 13 2 2 0 100
6FR.AN. 7 7 4 -3 57,14
7Jean Klebert 48 11 27 16 245,45
8Protec 43 12 12 0 100
9Reynolds 336 0 0 0 0
10SEL OPTICAL 170 9 17 8 188,89
11Vortex Systems 66 12 15 3 125
Sub tot. 839,4 115 155,6 40,6 135,30
12BBF 109 5 -18 -23 -360
13F.lli Zucchini 67 4 1 -3 25
14GRB 19 19 11 -8 57,89
15Idromec 11 2 0,4 -1,6 20
16LCM 18 6 3 -3 50
17Manfredini 30 3 -1 -4 -33,33
18Plant Service 15 5 0 -5 0
19Tethys 21 21 3 -18 14,29
20Volta & Verzella 23 6 -3 -9 -50
21Sirio 23 40 38 -2 95
Sub tot. 336 111 34,4 -76,6 30,99
22Gommaria 17 4 4 0 100
23Siderpol 18 6 6 0 100
24Sintexcal 6 2 0 -2 0
25Strike 60 60 13 -47 21,67
26Tahiti 29 9 -20 -29 -222,22
Sub tot. 130 81 3 -78 3,70
Totale 1305,4 307 193 -114 62,87
Fonte: elaborazione del controllo sulla base dei dati di monitoraggio.
Alla luce dei dati sopra riportati appare evidente che ad incidere pesantemente in
negativo sull’obiettivo occupazionale del Patto per Ferrara sono le rinunce determi-
natesi dopo l’approvazione del Patto medesimo. Al riguardo appaiono estremamen-
te mirate le valutazioni espresse da SIPRO, secondo cui “Il relativamente alto tasso
di “mortalità” dei progetti privati non può essere semplicemente spiegabile col ri-
185
corso ad altre fonti di finanziamento. E poiché tuttavia, se si eccettua il caso di un
fallimento, non possiamo dire che le imprese del Patto siano attualmente interessa-
te da una situazione congiunturale negativa, tale da bloccare investimenti e assun-
zioni, le cause di questo andamento sono probabilmente da ricercare nella bassa
quota di contribuzione prevista per le aree Obiettivo 2 e 5b, e per la rigidità del
meccanismo di realizzazione del programma. Questo non significa ipotizzare una
rimodulazione costante delle scelte delle singole imprese: non c’è dubbio tuttavia
che, dal momento di apertura dell’istruttoria a quello della realizzazione effettiva dei
programmi, molte condizioni, a partire da quelle creditizie, si siano modificate”88..
Analizzando il dato occupazionale in relazione allo stato d’avanzamento degli in-
vestimenti ammessi ad agevolazione, inoltre, si rileva quanto segue89.
Relativamente agli 11 investimenti definiti al 31 dicembre 2000, la maggiore oc-
cupazione realizzata ammonta a 155,6 unità rispetto al dato atteso di 115 unità
(135,3% del risultato atteso), con una differenza positiva di 40,6 addetti (cfr. la
precedente Tab. 9).
Per ulteriori 10 investimenti, la maggiore occupazione attesa di 111 unità si è
tradotta in 76,6 nuovi addetti (31% del risultato atteso)90.
La situazione per i 5 investimenti la cui ultimazione non è ancora intervenuta, ri-
spetto il previsto, è di una maggiore occupazione attesa pari a 81 unità mentre il
risultato effettivo è di sole 3 unità aggiuntive (3,7% del risultato atteso), con una
differenza negativa di 78 unità91.
Pervenendo, dunque, alla valutazione dei soli 26 progetti attualmente “validi”
all’interno del Patto - sommandosi alle 7 rinunce quella recentissima della Montera-
stelli - a fronte d’un incremento atteso di 307 addetti (rispetto le 384 alla stipula
del Patto), si registra attualmente un risultato pari a 193 unità aggiuntive (62,87%
del risultato atteso).
Nel merito vanno sottolineate la positiva correlazione tra i progetti già definiti
(quota parte agevolabile) ed i risultati occupazionali ottenuti - trovante speculare
conferma dalla correlazione, di segno negativo, che caratterizza gli investimenti
ammessi ad agevolazione ancora in corso - ed il poco soddisfacente, pur non defi-
nitivo, livello del dato percentuale complessivo.
88 Relazione sul monitoraggio relativo al secondo semestre 1999. 89 Non significativo è parso il riscontro sul dato dei progetti complessivi, in ragione del fatto che solo 5 di questi risultano conclusi. 90 Sul dato influisce pesantemente il differenziale, pari a 50 unità, tra risultati realizzati allo stato attuale e quelli attesi, di tre sole imprese: BBF (- 23) Tethys (- 18), Volta &Verzella (- 9). 91 Sul dato influisce pesantemente il differenziale pari a 76 unità tra i risultati realizzati allo stato attuale e quelli attesi, di due sole imprese: Strike (- 47) e di Tahiti (- 29).
186
Particolare menzione meritano, infine, le vicende di FR.AN.92 e di Manfredini93.
L’andamento negativo del dato occupazionale registrato è stato argomentato addu-
cendo difficoltà di reperimento di mano d’opera.
8.16. (segue). - L’erogazione delle risorse finanziarie.
L’erogazione delle somme destinate all’attuazione dei Patti Territoriali è discipli-
nata dal decreto 4 agosto 1997 del Ministero del Tesoro il quale stabilisce, in termi-
ni abbastanza analoghi per le iniziative imprenditoriali e per gli interventi infrastrut-
turali, che l’importo delle agevolazioni è reso disponibile dalla Cassa Depositi e Pre-
stiti “in quote annuali di pari importo correlate ai tempi previsti di realizzazione de-
gli investimenti”, sulla base di richieste d’erogazione formulate dai soggetti benefi-
ciari (per anticipazione, stato d’avanzamento lavori ovvero rendicontazione finale di
spesa)94.
In fase d’avvio del Patto per Ferrara si è determinato un sensibile ritardo
nell’erogazione delle risorse. La prima relazione predisposta di SIPRO motiva al ri-
guardo: “L’avvio delle iniziative che dovevano mettere S.R. e Imprese in condizione
d’accedere alle erogazioni è stato rallentato da alcuni elementi d’incertezza, che si
sono manifestati su più versanti. La stessa acquisizione delle relazioni complete
dell’istruttoria delle singole imprese, indispensabile per valutare la congruità della
documentazione necessaria alle richieste d’erogazione, richiesta a partire da gen-
naio (1999), è stata effettuata presso il Soggetto istruttore solo nel mese di maggio
(1999). Com’è noto la modulistica definitiva per le richieste è stata disponibile solo
a fine giugno (1999), ed è stata distribuita alle imprese anche su dischetto o e-
mail; già a partire dal 28 aprile tuttavia era stata inviata alle imprese una sorta di
“bozza” intestata alla Cassa depositi e Prestiti, che specificava la documentazione
da allegare alla richiesta, perché le imprese iniziassero a predisporla. Dal mese di
agosto(1999) si sono inoltrate alla Cassa le prime richieste di erogazio-
ne/anticipazione”95.
92 Occupati aggiuntivi pari a 4 rispetto i 7 previsti, con un calo di 2 unità nel confronto col monitoraggio al 30 giugno 2000. L’impresa opera nel settore delle lavorazioni meccaniche e carpenteria metallica. 93 Occupati aggiuntivi pari a –1 rispetto i 3 previsti, con un calo di 2 unità nel confronto col monitoraggio al 30 giugno 2000. L’impresa opera nel settore della produzione di prodotti in calcestruzzo per edilizia. 94 Cfr, il Decreto cit, in G.U. 5 settembre 1997, n. 207. Si segnala che con Decreto del MTBPE 31 luglio 2000, n. 320 (in S.O. alla G.U. 7 novembre 2000, n. 260), la materia è stata completamente innovata tra-sferendosi la competenza del pagamento delle somme dalla Cassa Depositi e Prestiti ai soggetti respon-sabili dei singoli Patti Territoriali. I compiti gestionali del soggetto responsabile devono trovare definizione in un disciplinare da sottoscriversi col MTBPE (art. 2, D.M. n. 320 del 2000, cit.). 95 Relazione sul monitoraggio relativo al secondo semestre 1999.
187
La situazione delle erogazioni costituisce l’oggetto delle due seguenti tabelle di
sintesi. Nella TAB 10 viene riassunta la situazione al 31 dicembre 2000 delle eroga-
zioni riguardanti le infrastrutture.
188
Patto Territoriale per Ferrara – Stato delle erogazioni per annualità previ-
ste al 31.12.2000.
Tab. 10 (mln di li-
re)
Onere Stato Annualità 1999
prevista
Erogazioni su
annualità
1999
Annualità 2000
prevista
Erogazioni
annualità
2000
Porto Goro 7.500 1.875 0 1.875 0
Tangenziale Est 16.908 4.227 0 4.227 0
Raccordo Romea 1.308 327 0 327 425,07
Totale 25.716 6.429 0 6.429 425,07
Fonte: elaborazione del controllo sulla base degli elementi acquisiti dal S.R..
I dati della precedente tabella non abbisognano di particolari commenti in quanto
rappresentano la conseguenza, sotto il profilo finanziario, dei ritardi sopra illustrati
nella realizzazione delle opere.
La successiva TAB 11 fornisce sintetico riscontro, sempre al 31 dicembre 2000,
delle erogazioni disposte in favore delle imprese del Patto, ordinate per le annualità
di riferimento 1999 e 2000. Il dato complessivo è quello di erogazioni pari al
29,39% di quanto programmato al netto delle rinunce.
189
Patto Territoriale per Ferrara - INVESTIMENTI PRIVATI - Stato delle erogazioni al 31 dicembre 2000 TAB. 11 (mln di lire)
N. Impresa Onere Stato Annualità 99 pre-
vista Erogazioni su annuali-
tà 99 Annualità 00 pre-
vista Erogazioni su annuali-
tà 00 NOTE
1 BBF 31,00 15,50 15,50 15,5 0,00
2 Bui e Balestra 45,90 15,30 15,30 15,3 0,00
3 CMG RITIRATO
4 CR assemblaggi 111,81 37,27 37,27 37,27 0,00 In attesa doc. per richiesta saldo
5 Cains moore 341,67 113,89 113,89 113,89 113,89 In attesa doc. per richiesta saldo
6 Coopser 375,12 125,04 125,04 125,04 125,04 Formulata rich. saldo il 20.11.00
7 Cromital 81,00 40,50 40,50 40,5 0,00 Formulata rich. saldo il 17.11.00
8 FB infissi RITIRATO
9 F.lli Zucchini 410,80 205,40 0,00 205,4 205,40
10 FR.AN. 257,12 128,56 128,56 128,56 0,00
11 GM stampi RITIRATO
12 GRB 2.102,06 1.051,03 0,00 1051,03 0,00
13 Gommaria 245,56 122,78 0,00 122,78 0,00
14 Idromec 162,00 81,00 0,00 81 0,00
15 Jean Klebert 570,56 285,28 285,28 285,28 0,00 Formulata rich. saldo il 14.12.00
16 LCM 276,60 92,20 0,00 92,2 92,20
17 Manfredini 333,72 166,86 0,00 166,86 0,00 In attesa doc. per richiesta saldo
18 My Lady RITIRATO
19 Plant Service 92,00 46,00 0,00 46 46,00
20 Protec 52,16 26,08 26,08 26,08 0,00 In attesa doc. per richiesta saldo
21 Raggi RITIRATO
22 Reynolds 1.144,16 572,08 0,00 572,08 572,10
23 SEL 85,62 28,54 0,00 28,54 0,00
24 Siderpol 573,24 191,08 0,00 191,08 0,00
25 SIES RITIRATO
26 Sintexcal 1.145,96 286,49 0,00 286,49 121,85
27 Sirio 245,34 122,67 0,00 122,67 0,00
28 Monterastelli RITIRATO
29 Strike 1.420,89 0,00 0,00 473,63 0,00
30 Tahiti 312,96 156,48 0,00 156,48 0,00
31 Tethys 395,70 197,85 0,00 197,85 197,85
32 Volta e Vergella 821,00 410,50 0,00 410,5 410,50
33 Vortex Hydra RITIRATO
34 Vortex Systems 599,58 299,79 299,79 299,79 0,00
Totale 12.233,53 4.818,17 1.087,21 5.292 1.884,83 % = 2.972,04:10.019,97x100=29,39 Fonte: dati prodotti dal Soggetto istruttore a seguito di richiesta istruttoria
190
Per quanto riguarda le iniziative imprenditoriali, oltre alle problematiche d’avvio
della procedura accennate ad inizio paragrafo - comuni ad entrambe le tipologie
d’intervento - SIPRO segnala, nel medesimo documento, due ulteriori aspetti sicu-
ramente incidenti sul basso livello delle erogazioni documentato nella tabella che
precede.
Per il S.R.: “… appare limitativo l’intervallo di 12 mesi tra l’erogazione di una rata
e l’altra (ci sono imprese che hanno già concluso l’investimento e non possono ac-
cedere al saldo prima dell’autunno); il secondo è che l’intero trattamento del
leasing nel Patto dovrebbe essere modificato sulla scorta di altre leggi
d’incentivazione. La questione è tanto più rilevante se perdura l’indicazione di non
poter accedere a protocolli aggiuntivi o a Patti tematici finché non sia stato erogato
il 50% della prima quota di contributi (orientamento assolutamente condivisibile, se
il processo di erogazione viene posto nelle condizioni di maggior speditezza possibi-
le).”
Inoltre, sempre il medesimo ha evidenziato che: “Permane un problema già se-
gnalato al Soggetto istruttore, ed emerso anche in sede d’ispezione ministeriale nel
mese di febbraio 2000, che determina incertezza nelle imprese: la difficoltà di iden-
tificare correttamente l’ammissibilità delle spese sulla scorta della scheda allegata
alle relazioni istruttorie, che solo in alcuni casi hanno un grado sufficiente di artico-
lazione. La preoccupazione di produrre una rendicontazione conclusiva degli inve-
stimenti non corretta ha in sostanza determinato una sorta di “attesa” che fa slitta-
re la formalizzazione della conclusione degli investimenti”96.
Come desumibile dalle annotazioni della precedente tabella, risultano inviate od
in fase d’invio al soggetto istruttore le richieste di saldo relative alle seguenti im-
prese: C.R. assemblaggi, Cains Moore, Coopser, Cromital, Jean Klebert, Manfredini
e Protec.
Recentemente, risultano deliberate dal CIPE ulteriori indicazioni in ordine alla
problematica delle spese ammissibili per l’acquisizione di beni in locazione finanzia-
ria ed alla possibilità dell’erogazione, a richiesta del beneficiario, del saldo anticipa-
to del contributo a valere sui canoni di locazione finanziaria97.
8.17. (segue). - La riutilizzazione delle somme resisi disponibili.
96 Relazione sul monitoraggio relativo al primo semestre 2000. 97 Delib. 69/2000 del 22 giugno 2000 (in G.U. 22 agosto 2000, n. 195), punto 3.1. La Deliberazione chiari-sce che le disposizioni si applicano anche alle iniziative già fruenti della concessione dell’agevolazione, nonché a quelle istruite o in corso d’istruttoria.
191
A seguito delle rinunce determinatesi, la situazione dei correlati fondi riutilizzabili
nell’ambito del Patto per Ferrara è quella riassunta nella seguente TAB 12.
Tab. 12
Patto Territoriale per Ferrara
Risorse disponibili per la rimodulazione
(situazione al 18 aprile 2001)
(mln di lire)
Impresa Ammontare del contributo Modalità
CMG 230,20 Lettera di rinuncia del 24.3.99 non ha stipu-lato il Patto
FB INFISSI 40,00 Lettera di rinuncia del 23.3.99 non ha stipu-lato il Patto
MY LADY 91,65 Lettera di rinuncia del 14.12.99
RAGGI OLIVIERO 19,00 Lettera di rinuncia del 22.3.2000
SIES 321,60 Lettera di rinuncia del 27.12.99
SOC. MONTERASTELLI 3515,40 Lettera di rinuncia del 6.4.2001
VORTEX HYDRA 336,50 Lettera di rinuncia del 23.12.99
GM STAMPI 87,44 Impresa fallita, documentazione in via di ac-quisizione
Totale 4641,79
Fonte: Dati formulati dal S.R. a seguito di richiesta istruttoria
Trovano pertanto ulteriore riscontro le considerazioni svolte all’esito della prece-
dente indagine, sull’Amministrazione centrale, in cui si sottolineava la rilevanza del-
la consistenza del fenomeno delle rinunce che: “se da un lato costituisce un indice
del grado di successo delle iniziative, da valutare in sede territoriale e nazionale,
dall’altro pone il problema dei modi e dei tempi di riutilizzo delle disponibilità rinve-
nienti dalle rinunce medesime”98.
Va al riguardo richiamato che autorizzazioni al riutilizzo - delle somme resesi di-
sponibili all’interno dei singoli Patti, in favore dei soggetti responsabili - sono state
inizialmente disposte solo per i Patti c.d. di prima generazione e quelli riguardati
98 Delib. n. 98/2000, cit., Relazione, p. 47.
192
dal bando di finanziamento scadente il 31 maggio 199999. In seguito, la fattispecie
è stata estesa anche agli ulteriori Patti con Deliberazione CIPE 22 giugno 2000, nel
merito attribuente al Servizio del MTBPE l’onere dell’emanazione di specifiche istru-
zioni100.
Quanto alle modalità ed ai tempi di riutilizzo delle somme si è dunque appurato
che, per il Patto per Ferrara, è in fase d’attivazione una specifica richiesta, diretta al
MTBPE, con la quale sarà posto il problema della definizione delle relative procedu-
re, tematica sulla quale il S.R. già si esprimeva, nel gennaio 2000, nei seguenti
termini: “Vale la pena infine di sottolineare il problema dell’utilizzo delle risorse non
impegnate per le rinunce di alcune imprese: ammontano per il Patto di Ferrara a
circa 1.020 mln e sono destinate ad aumentare ragionevolmente a breve di un altro
centinaio di mln. Parrebbe ragionevole estendere a tutti i Patti la possibilità di ria-
prire i termini dell’adesione mediante bando, e di avviare all’istruttoria i progetti se-
lezionati: dalle associazioni delle imprese e anche da imprese singole ci viene spes-
so una richiesta di informazioni ed una pressione in tal senso”101.
In risposta ad una richiesta istruttoria integrativa, formulata nel corso della ste-
sura della presente relazione, SIPRO ha segnalato d’aver trasmesso una richiesta di
nulla osta ministeriale ai fini della rimodulazione delle risorse disponibili102. Nel me-
rito il S.R., nel chiedere al MTBPE indicazioni sulla competenza dei costi della nuova
istruttoria, ha ivi specificato che:
- la selezione dei progetti da avviare in istruttoria avverrà tramite un bando a-
deguatamente pubblicizzato, la cui elaborazione è in corso a cura di un gruppo tec-
nico designato dal Tavolo di Concertazione;
- il bando evidenzierà i vincoli di coerenza con gli obiettivi del Patto, raccordan-
doli altresì agli strumenti di programmazione economica regionali e comunitari at-
tualmente operanti sul territorio;
99 Cfr. le Deliberazioni CIPE 9 giugno 1999 (Patti Territoriali approvati dal CIPE: integrazione modalità at-tuative - Del. 78/99 in G.U. 6 agosto 1999, n. 183) e 9 giugno 1999 (Assegnazione di risorse per il finan-ziamento di nuovi Patti Territoriali - Del. 77/99 in G.U. 5 agosto 1999, n. 182). 100 “1.4. Rimodulazione delle risorse per Patti Territori ali e contratti d’area . Il punto 1 della propria de-libera n.77 del 9 giugno 1999 (Gazzetta ufficiale 20 luglio 1999, n. 183) si applica anche ai Patti Territoriali approvati ai sensi della propria delibera n. 29 del 21 marzo 1997 ed ai contratti d’area. Le risorse derivanti dal riutilizzo previsto dal punto 1 della medesima delibera possono essere destinate, fermo restando quan-to previsto al punto 3, primo capoverso della propria delibera 17 marzo 2000, n. 31, sulla base di istruzioni impartite dal servizio della programmazione negoziata, al finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali o di nuovi interventi infrastrutturali, selezionati dai soggetti sottoscrittori in coerenza con gli obiettivi del Patto Territoriale o del contratto d’area, cui si applicano le procedure di cui alla delibera 21 marzo 1997, n. 29 (Gazzetta ufficiale 8 maggio 1997, n. 105). Alle iniziative e agli interventi così selezionati le agevolazioni saranno concesse nei limiti e in conformità al regime di aiuto vigente al momento dell’approvazione della rimodulazione delle risorse.” (Delib. n. 69/2000. cit., in G.U. 22 agosto 2000, n. 195). 101 Relazione sul monitoraggio relativo al secondo semestre 1999. 102 Nota e-mail del 23 maggio 2001 e telefax del 25 maggio 2001.
193
- i progetti selezionati saranno sottoposti ad istruttoria da Europrogetti & Finan-
za S.p.a., Soggetto istruttore del Patto Territoriale per Ferrara.
8.18. (segue). - Le verifiche ministeriali.
Al MTBPE spetta il compito della vigilanza sull’attuazione dei Patti poggiante es-
senzialmente, ma non necessariamente, sulle relazioni del soggetto istruttore e del
S.R.103. Ed in effetti, al mero impulso ministeriale104, sembrerebbero ricollegarsi le
visite ispettive demandate all’Unità di verifica degli investimenti pubblici (UVER), ef-
fettuate il 15 e il 16 febbraio 2000, presso le sedi delle imprese Jean Klebert S.p.a.,
Cains Moore S.r.l. e Coopser S.c.a.r.l. .
Le verifiche hanno avuto per oggetto il riscontro sia dei presupposti per
l’ammissione al beneficio delle imprese, sia lo stato d’attuazione degli investimenti
programmati. Com’è dato desumere da quanto sopra illustrato, le imprese prescelte
sono tra quelle che meno hanno accusato problematiche di rilievo nello svolgimento
degli investimenti. Le conclusioni, in effetti, risultano positive anche in via prospet-
tica105. La relazione sull’impresa Coopser, comunque, segnala al MTBPE che il relati-
vo investimento riguarda un’attività di servizi - agevolabili nell’ambito dell’istituto
del Patto Territoriale solo a seguito dell’integrazione apportata alla Deliberazione
CIPE 21 marzo 1997 dalla successiva Delib. n. 127 dell’ 11 novembre 1998 - in ri-
ferimento alla quale non risultano adottate specifiche decisioni da parte della Com-
missione europea106.
Recentemente, si registra, è stato altresì disposto che: “Gli accertamenti
sull’avvenuta realizzazione del programma degli investimenti agevolati nell’ambito
degli strumenti di programmazione negoziata sono eseguiti dal Dipartimento per le
politiche di sviluppo e coesione”107.
103 Le relazioni del soggetto istruttore sono quelle afferenti la certificazione finale della spesa o quelle ana-loghe, da rendersi su apposita richiesta del MTBPE, sulla base delle relazioni sullo stato d’attuazione del Patto Territoriale, predisposte dal soggetto responsabile (Punto 2.9 del Comunicato MTBPE). Ciò non ini-bisce, tuttavia, il diretto intervento del Ministero o sulla base delle segnalazioni svolte nelle relazioni del soggetto responsabile ovvero anche in assenza di specifiche segnalazioni. Quest’ultima osservazione consente di ritenere superabili per le fattispecie regolate dal punto 2.9 del Comunicato MTBPE, le censure al medesimo formulate per aver illegittimamente regolato ipotesi di controllo (Delib. n. 98/2000, cit., di que-sta Corte). 104 Le visite sono state disposte con telegramma del Capo Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coe-sione del MTBPE del 9 febbraio 2000. 105 I relativi verbali sono stati acquisiti all’esito d’una richiesta istruttoria formulata nei confronti del MTBPE. 106 Diversamente da quanto avvenuto per l’agricoltura e la pesca. Le attività in parola concernono segna-tamente la “movimentazione ed immagazzinaggio dei terminals e dei containers, nonché il confezionamen-to, l’imballaggio, il reimballaggio, la pesatura e la campionatura delle merci, alimentari e non” (Delib. n. 127/98, cit.) 107 Inoltre, “I relativi oneri sono a carico dei soggetti beneficiari delle agevolazioni, costituiscono spese ammissibili nei limiti del contributo massimo concedibile e sono regolati al momento della liquidazione dell’importo finale.” (Delib. CIPE 69/2000, cit.).
194
8.19. Considerazioni conclusive.
Come illustrato, estremamente ampi appaiono i contenuti del Patto Territoriale
per Ferrara, aspetto questo del resto in linea con il dettato della disciplina di riferi-
mento, in ragione della valenza “negoziale” della procedura coinvolgente una plura-
lità di soggetti, tendente in definitiva a determinare complessivi presupposti per lo
sviluppo delle aree riguardate dagli interventi oggetto di programmazione. In detto
ambito, dunque, è possibile individuare un articolato ventaglio di obiettivi ed impe-
gni la cui attuazione risulta quantificabile e qualitativamente valutabile. Nella pre-
sente indagine l’attenzione si è incentrata su taluni di detti parametri, oggetto per-
tanto delle successive considerazioni.
Il coordinamento degli interventi di sviluppo locale. In apertura di relazione si è
sinteticamente illustrato che l’area interessata dal Patto per Ferrara è interessata da
più iniziative finalizzate allo sviluppo locale, finanziate con risorse: comunitarie, na-
zionali, regionali e locali. Ciò imporrebbe innanzitutto, ad avviso del controllo, il ne-
cessario coordinamento delle diverse programmazioni che, lungi dal limitarsi a me
re verifiche di compatibilità e coerenza delle diverse linee d’intervento, deve dimo-
strarsi in grado d’assicurare l’effettivo raccordo funzionale dei diversi interventi gio-
coforza interagenti sul territorio. Nell’ambito dell’indagine, si è accertato che detto
raccordo si è sostanzialmente determinato per l’azione svolta da S.I.PRO. S.p.a. –
Soggetto Responsabile del Patto per Ferrara nonché Soggetto attuatore di ulteriori
iniziative di sostegno - partecipante, in qualità di organo tecnico, alla fase “ascen-
dente” di definizione degli obiettivi delle diverse programmazioni interessanti il ter-
ritorio della provincia di Ferrara. Un definitivo e più funzionale assetto, si ritiene,
potrà discendere dall’applicazione della recentissima legge regionale 24 marzo
2000, n. 20 individuante, nel Piano territoriale regionale, lo strumento di definizione
degli indirizzi e delle direttive concernenti la pianificazione di settore, i piani territo-
riali di coordinamento provinciale e gli strumenti della programmazione negoziata.
L’obiettivo prioritario del Patto. Il Patto per Ferrara, come visto, si è posto quale
scopo prioritario quello dell’attrazione di imprese in grado di produrre effetti rile-
vanti sulle economie locali, sia dal punto di vista produttivo che occupazionale. Al
riguardo, la verifica del conseguimento o meno di detto obiettivo può desumersi, in
via immediata, dall’avvio di nuove iniziative produttive oltreché, in via mediata, da
successive osservazioni sulla localizzazione di nuove realtà produttive nell’area del
Patto stesso. Sotto il primo profilo non può non rilevarsi lo scarso successo
dell’iniziativa, in termini d’adesione di imprese, aspetto giustificato e documentato
dal Soggetto Responsabile con la constatazione della “bassa spinta agli investimen-
ti” in ragione della rigida, non breve, tempistica d’erogazione dei contributi. Non
195
sembrerebbe casuale, pertanto, la circostanza che taluni imprenditori hanno prefe-
rito rinunciare ai benefici recati dal Patto optando per il più collaudato regime della
legge n. 488 del 1992. Quanto al secondo aspetto, invece, al momento non risulta
possibile formulare valutazioni sia perché gli effetti indotti potranno apprezzarsi solo
con la realizzazione di tutti gli interventi programmati - e tra questi, in particolare,
delle due infrastrutture di collegamento stradale - sia perché comunque occorrerà
scindere gli effetti del Patto da quelli correlati agli ulteriori interventi, in fase
d’attuazione, sul medesimo ambito territoriale. Al riguardo un positivo riscontro, in
termini di corretta impostazione delle linee d’intervento, è comunque rilevabile sulla
scorta del nuovo DOC.U.P. Obiettivo 2, considerante nell’ambito del processo di fe-
ed-back finalizzato alla definizione della nuova programmazione, anche le iniziative
del Patto Territoriale. Si ritiene peraltro, sulla base di quanto già argomentato al
punto che precede, che valutazioni sugli effetti in itinere (anche) del Patto per Fer-
rara dovranno costituire uno dei necessari presupposti per la definizione del Piano
territoriale regionale.
Il rapporto grande impresa e territorio. All’obiettivo prioritario, sopra richiamato,
appare ricollegarsi uno dei più significativi interventi programmati nel Patto - quello
individuato dall’Asse 2 “Grande impresa e territorio” - che non ha tuttavia sortito
effetti per la mancata adesione di imprese. Ad una specifica richiesta istruttoria sul
punto, il S.R. ha argomentato: “Quando ci interroghiamo sull’efficacia del Patto ad
aggredire il problema, ed analizziamo quello che non ha funzionato, dobbiamo an-
che chiederci se il Patto sia, di per sé, lo strumento adeguato per intervenire su
questo nodo”.
Le considerazioni nel merito formulate, di seguito riportate, giustificherebbero gli
sforzi prodotti nella predetta direzione: “In conclusione: il Patto ci ha consentito
qualche passo in avanti sul problema del rapporto tra le grandi imprese presenti ed
il territorio ferrarese, magari indiretto ma significativo (.....). E’ chiaro che c’è anco-
ra molta strada da percorrere, ma il fatto che quegli obiettivi del Patto restino
nell’agenda degli enti locali ferraresi e di S.I.PRO … documenta perlomeno la corret-
tezza dell’analisi del 1998 e la volontà di conseguire su quel versante risultati tan-
gibili.”. Pertanto, il disegno di favorire la nascita e lo sviluppo di realtà imprendito-
riali collegate alle attività produttive delle grandi imprese - ubicate nel polo chimico
di Ferrara e nel polo della meccanica di Copparo - risulterebbe obiettivo ancora at-
tuale ed in fase di perseguimento.
Il ruolo degli Enti locali. Una verifica, dal positivo e sintomatico esito, ha tratto
spunto dalle vicende concernenti le società Monterastelli e Tahiti. In relazione a ri-
tardi nello svolgimento degli interventi programmati, per “contenziosi” afferenti il
196
rilascio di concessioni edilizie da parte del Comune di Comacchio, il controllo ha ipo-
tizzato la mancata attuazione di impegni finalizzati a favorire lo svolgimento
d’adempimenti amministrativi connessi alla realizzazione degli investimenti produt-
tivi, assunti con la stipulazione del Patto. Nel merito, il Soggetto Responsabile ha
utilmente chiarito che: “Relativamente agli impegni assunti dal Comune di Comac-
chio - come da altri soggetti pubblici - non rileviamo ritardi od omissioni che abbia-
no portato alla mancata realizzazione di essi. La non semplice situazione di modifica
del PRG comunale per consentire la attuazione dell’intervento “Monterastelli” è sta-
ta sbloccata dalla possibilità di attivare varianti specifiche attraverso le procedure
offerte - per i progetti d’impresa - dalla istituzione degli Sportelli Unici; possibilità
che il Comune ha tempestivamente utilizzato partecipando attivamente alla costru-
zione della rete provinciale degli Sportelli sia applicando al progetto in questione
(primo in questo nella provincia e tra i primi nell’intera regione) le procedure
dell’art. 10 del D.l.vo n. 114 (n.d.r.: decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 re-
cante la “Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell’art.
4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59”). L’impresa “Tahity” è in possesso
della concessione edilizia e completerà l’investimento entro il giugno 2002. Debita
comunicazione sta per essere inviata al MTBPE”.
L’assistenza tecnica alle imprese.Nell’ambito del Patto per Ferrara, come visto,
non si è determinato il ricorso, per “assistenza tecnica”, a società di servizi conven-
zionate col MTBPE. Nell’ambito del protocollo d’intesa, in effetti, ricorrente è stato
l’impegno di garantire, da parte di più soggetti, la necessaria assistenza alle impre-
se nell’elaborazione dei progetti (in termini: la Provincia, le Associazioni di catego-
ria, i Consorzi di garanzia fidi, l’ARPA, l’Azienda Usl, ed i Vigili del Fuoco). Ciò ha pe-
raltro determinato minori aggravi procedurali e di spesa, nonché consentito il supe-
ramento in radice delle questioni di legittimità correlate ai sottostanti risvolti proce-
durali. Tuttavia, l’istruttoria bancaria ha negato l’ammissibilità ai benefici di 20 pro-
getti produttivi, e per 15 di questi la motivazione si è basata sulla constatazione di
carenze, anche diffuse, di dati e documentazione necessarie alla valutazione tecni-
co, economica e finanziaria dei singoli programmi d’investimento. Sia pure con va-
lutazione ex-post, si osserva dunque, apparirebbe potersi affermare che il ricorso
all’assistenza tecnica - normativamente prevista dalla disciplina dei Patti Territoriali,
peraltro non obbligatoria - avrebbe potuto contenere l’entità del fenomeno in paro-
la.
L’istruttoria bancaria.Nello specifico paragrafo si è rilevato che positive valuta-
zioni del Soggetto istruttore - in riferimento ai parametri della coerenza “interna”
del Patto, e dell’integrazione delle singole iniziative tra loro - non risultano esplici-
197
tate con chiara metodologia nella relativa relazione finale. Analoga osservazione si è
svolta per le positive valutazioni dell’istruttoria bancaria circa l’affermata coerenza
del Patto col sistema di programmazione “esterno”. Negativi risvolti, al riguardo,
sembrerebbero trovare sintesi nella vicenda “Monterastelli”. Quanto di successiva
illustrazione discende dalla disamina del fascicolo concernente la relativa istruttoria
bancaria. L’acquisizione del medesimo, si chiarisce, è avvenuta nell’ambito di ap-
profondimenti attivati su talune situazioni ritenute “patologiche”.
Risulta che l’investimento complessivo proposto dalla Monterastelli ammontava a
lire 24 Mld, con una richiesta di agevolazioni per lire 3,1517 Mld a valere sulla fi-
nanza del Patto. La società, operante nel settore dei servizi di ristorazione - titolare
d’un complesso turistico ricettivo di capienza complessiva pari a 7.000 posti, com-
posto da vari locali da ballo interni ed esterni, punti bar a servizio della struttura ed
un ristorante - proponeva per il finanziamento pubblico un progetto turistico con-
cernente la creazione, nel Comune di Comacchio, d’un complesso polifunzionale
comprensivo di varie strutture definite “sinergiche”, tra le quali: albergo (n. 224
camere o posti letto), centro congressi e business, fitness e polo sportivo compren-
sivo di piscina olimpionica e camping. Nella relazione del Soggetto istruttore si leg-
ge al punto X) (“Coerenza con le finalità del Patto”) che: “L’intervento punta al mi-
glioramento del servizio ricettivo sul territorio, sia dal punto di vista qualitativo che
quantitativo, e all’incremento del livello occupazionale, in coerenza con gli obiettivi
di Patto”. Tuttavia, gli obiettivi di Patto espressamente prevedono (Asse 3 – diversi-
ficazione dell’offerta costiera) azioni di riorganizzazione dell’offerta turistica, nel cui
ambito è dato riscontrare un chiaro giudizio di disvalore nei confronti della crescita
fisica degli insediamenti turistici, poiché determinanti un elevato consumo della ri-
sorsa primaria Territorio, considerato che senza detta risorsa “anche l’attività eco-
nomica non può sopravvivere”. Perplessità ingenerano dunque le conclusioni del
soggetto istruttore che, si ritiene, a riscontro delle richiamate indicazioni program-
matiche, avrebbe quantomeno dovuto più adeguatamente motivare il proprio favo-
revole giudizio sul punto.
L’attuazione delle iniziative infrastrutturali e degli investimenti produttivi. Come ri-
levato sensibili sono i ritardi nella realizzazione dei tre progetti di opere pubbliche,
fondamentalmente determinati da indugi concernenti la fase progettuale, problema-
tica questa comune a molti Patti ed esponenziale, pertanto, di carenze proprie degli
Enti locali di valenza strutturale. Per quanto riguarda le iniziative produttive, inoltre,
non poche sono le difficoltà registratesi nell’avanzamento degli investimenti. Ciò
nonostante, ancora lontane appaiono le scadenze temporali previste per il comple-
tamento delle iniziative del Patto (giugno 2004 per le infrastrutture e luglio 2002
198
per gli investimenti produttivi) e gli sviluppi ulteriori potrebbero consentire la defini-
zione degli interventi entro i termini, eventualmente anche col conseguimento degli
obiettivi occupazionali.
Più preoccupante appare invece il dato delle rinunce, cui fa da riscontro la pro-
blematica della riassegnazione delle risorse da riutilizzarsi. Al riguardo, poco tempe-
stiva apparirebbe la predisposizione della normativa di riferimento - la Deliberazio-
ne CIPE 22 giugno 2000, n. 69/2000 - e delle conseguenti iniziative ministeriali
d’attuazione.
L’erogazione delle risorse. Si è sopra illustrato che ritardi nell’erogazione delle risor-
se sono attribuibili non solo ad indugi connessi con l’avanzamento degli investimenti
ma, altresì, a problematiche relative alla rendicontazione delle spese ammissibili al
finanziamento statale, talune sostanziate anche nelle relazioni semestrali del Sog-
getto Responsabile del Patto per Ferrara. Deve comunque prendersi atto della re-
cente pubblicazione del Decreto ministeriale 31 luglio 2000, n. 320 (Regolamento
concernente la “Disciplina per l’erogazione delle agevolazioni relative ai contratti
d’area e ai Patti Territoriali”; in Suppl. Ord. alla G.U. 7 novembre 2000 n. 260), del
quale tuttavia non è ancora dato conoscere i relativi tempi d’attuazione.
Le verifiche ministeriali.Risulta ancora non chiarito, anche all’esito del contradditto-
rio svoltosi con le Amministrazioni centrali interessate, nell’ambito dell’adunanza
della Sezione centrale di controllo, il reale contributo dei controlli ministeriali – se-
gnatamente delle verifiche ispettive demandate all’Unità di verifica degli investi-
menti pubblici (UVER) – alla corretta applicazione dell’istituo. Si richiama, per quan-
to di rilievo nella presente relazione, che le ispezioni effettuate nel ferrarese, il 15 e
il 16 febbraio 2002, hanno riguardato tre imprese che meno appaiono aver accusa-
to problematiche nell’attuazione dei progetti. Cains Moore e Coopser, infatti, figura-
no tra le cinque società regolarmente realizzanti i complessivi investimenti pro-
grammati, mentre la Klebert, nel monitoraggio del Soggetto Responsabile al 31 di-
cembre 2000, compare nrl novero delle imprese concludenti la quota parte
d’investimento agevolabile.
199
Cap. 9. Il Patto Territoriale per l’occupazione“Appennino-
Centrale”.
9.1. Nota introduttiva.
L’indagine è rivolta a verificare le modalità, i tempi di svolgimento e i risultati
conseguiti nell’attuazione di singoli Patti Territoriali, ancorché in taluni casi ancora
in itinere. L’iniziativa consegue al controllo sull’attività dell’Amministrazione centrale
- relativa all’implementazione dello specifico strumento di programmazione nego-
ziata - che recentemente ha trovato esito nella deliberazione n. 98/2000 del 19 ot-
tobre 2000 della Sezione centrale del controllo.
La sostanziale continuità della tematica riguardata da entrambe le indagini, per-
tanto, ha indotto ad articolare l’odierna disamina prendendo avvio dalle risultanze
del controllo già definito al fine di favorire il confronto tra quanto osservato nei con-
fronti del Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica (nel prosie-
guo MTBPE) e quanto emergente dalla verifica sull’attuazione dello specifico Patto.
Sulla base di quanto appena esposto, dunque, per la disamina complessiva del
quadro normativo di riferimento si rinvia al primo capitolo della relazione approvata
dalla precitata deliberazione n. 98/2000 nonché, per l’individuazione della disciplina
dei Patti c.d. di seconda generazione, tra cui va annoverato il Patto all’esame, alle
allegate e conclusive schede. La trattazione che segue fornisce in ogni caso riscon-
tro delle novità successivamente intervenute.
9.2. I presupposti del Patto per l’Appennino centrale.
L’area oggetto del Patto è classificabile “zona depressa” ai sensi dell’art. 1 del
decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32 (Disposizioni urgenti per accelerare la conces-
sione delle agevolazioni alle attività gestite dalla soppressa Agenzia per la promo-
zione e lo sviluppo del Mezzogiorno, per la sistemazione del relativo personale,
nonché per l’avvio dell’intervento ordinario nelle aree depresse del territorio nazio-
nale) come convertito dalla legge 7 aprile 1995, n. 104108, e comprende nel suo
ambito 89 Comuni di quattro diverse Regioni.
Di questi, i seguenti 6 Comuni, tutti della provincia di Forlì – Cesena, non rien-
trano nell’Obiettivo 5b dei Fondi strutturali europei: Davadola, Modigliana, Borghi,
Civitella di Romagna, Meldola e Predappio.
108 Art. 1, cit.: “Ai fini dell’attuazione della politica di intervento nelle aree depresse del territorio nazionale e, in particolare dell’applicazione dell’art. 3, comma 1, della legge 19 dicembre 1992, n. 488, di conversio-ne in legge, con modificazioni del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, e dell’art. 3 del decreto legislativo 3 aprile 1993, n. 96 e successive modificazioni ed integrazioni, si intende: a) per “aree depresse” quelle individuate o che saranno individuate dalla Commissione delle Comunità europee come ammissibili agli interventi dei fondi strutturali, obiettivi 1, 2 e 5b, quelle eleggibili sulla base di analoghe caratteristiche e
200
La complessiva situazione è riepilogata dalla successiva tabella.
quelle rientranti nelle fattispecie dell’art. 92, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma, previo accordo con la Commissione; …”.
201
Tab. 1
Elenco dei comuni distribuiti per circoscrizioni amministrative per zone individuate ai sensi dell’art. 92.3.c del trattato di Roma e per
zone svantaggiate ai sensi della dir. 75/273/ce e successive modifiche ed integrazioni.
Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b
Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di
Roma
Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-
difiche ed integr.
(Dec. 251/89 e 252/89)
1 Acqualagna 4014 Marche PS Del Catria e del Nerone si si no
2 Anghiari 5877 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)
3 Apecchio 2209 Marche PS Del Catria e del Nerone si no si (tot)
4 Auditore 1369 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
5 Badia Tedalda 1302 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)
6 Bagno di Romagna 6219 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)
7 Belforte all'Isauro 691 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
8 Bibbiena 11240 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
9 Borghi 1930 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate no no no
10 Borgo Pace 673 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si (tot)
11 Cagli 9262 Marche PS Del Catria e del Nerone si si si (tot)
12 Cantiano 2612 Marche PS Del Catria e del Nerone si no si (tot)
13 Capolona 4642 Toscana AR Del Casentino si no si (parz)
14 Caprese Michelangelo 1636 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)
15 Carpegna 1569 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
16 Castel Focognano 3337 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b
Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di
Roma
Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-
difiche ed integr.
(Dec. 251/89 e 252/89)
17 Castel San Niccolo' 2795 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
18 Casteldelci 554 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)
19 Chitignano 884 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
202
20 Chiusi della Verna 2243 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
21 Citerna 3052 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no
22 Citta' di Castello 38316 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no
23 Civitella di Romagna 3781 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese no no si (tot)
24 Costacciaro 1298 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)
25 Dovadola 1534 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta no no si (tot)
26 Fermignano 7120 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si no
27 Fossato di Vico 2402 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)
28 Frontino 369 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
29 Galeata 2246 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese si no si (tot)
30 Gualdo Tadino 14514 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)
31 Gubbio 31276 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)
32 Lisciano Niccone 669 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no
33 Lunano 1151 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
34 Macerata Feltria 2024 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
35 Maiolo 813 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)
Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b
Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di
Roma
Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-
difiche ed integr.
(Dec. 251/89 e 252/89)
36 Meldola 9101 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese no no si (parz)
37 Mercatello sul Metauro 1495 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si (tot)
38 Mercatino Conca 1020 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
39 Mercato Saraceno 6123 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)
40 Modigliana 4758 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta no no si (tot)
41 Monte Cerignone 697 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
42 Monte S. Maria Tiberina 1234 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no
43 Montecalvo in Foglia 2319 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si(parz)
44 Montecopiolo 1235 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
203
45 Montegrimano 1126 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
46 Montemignaio 530 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
47 Monterchi 1879 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)
48 Montone 1562 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no
49 Novafeltria 6655 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (parz)
50 Ortignano Raggiolo 842 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
51 Peglio 699 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si si
52 Pennabilli 3122 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)
53 Petriano 2356 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si (tot)
54 Piandimeleto 1877 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b
Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di
Roma
Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-
difiche ed integr.
(Dec. 251/89 e 252/89)
55 Pietralunga 2411 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si si (tot)
56 Pietrarubbia 684 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
57 Pieve Santo Stefano 3334 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)
58 Piobbico 2001 Marche PS Del Catria e del Nerone si no si (tot)
59 Poppi 5657 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
60 Portico e San Benedetto 906 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta si no si (tot)
61 Pratovecchio 3053 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
62 Predappio 5946 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese no no si (parz)
63 Premilcuore 897 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese si no si (tot)
64 Rocca San Casciano 2121 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta si no si (tot)
65 Roncofreddo 2582 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)
66 San Giustino 10117 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no
67 San Leo 2649 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)
68 Sansepolcro 15616 Toscana AR Valtiberina Toscana si no no
69 Santa Sofia 4216 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese si no si (tot)
204
70 Sant'Agata Feltria 2347 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)
71 Sant'Angelo in Vado 3818 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si si (tot)
72 Sarsina 3861 Emilia Romagna FO Dell'Appennino Cesenate si no si (tot)
73 Sassocorvaro 3466 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b
Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di
Roma
Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-
difiche ed integr.
(Dec. 251/89 e 252/89)
74 Sassofeltrio 1206 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
75 Scheggia e Pascelupo 1552 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)
76 Sestino 1477 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)
77 Sigillo 2388 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)
78 Sogliano al Rubicone 2893 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)
79 Stia 2951 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
80 Sabbiano 4981 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
81 Talamello 949 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (parz)
82 Talla 1201 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)
83 Tavolato 819 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)
84 Tredozio 1385 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta si no si (tot)
85 Umbertine 14957 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no
86 Urbania 6572 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si no
87 Urbino 15148 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si
88 Valfabbrica 3486 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)
89 Verghereto 2186 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate Si no si (tot)
(Fonte: elaborazione P.T.O. su dati ISTAT 1996)
205
Le specificità dell’area sono le seguenti:109
A. Il territorio interessato dal Patto riguarda 11 Comunità Montane confinanti con
le Regioni Toscana, Emilia Romagna, Marche ed Umbria; 4 Provincie -Pesaro e Ur-
bino, Arezzo, Perugia, Forlì-Cesena; 89 Comuni di cui 83 rientranti nell’Obiettivo 5b
dei fondi strutturali e ricadenti nei benefici dell’articolo 92/3 del Trattato di Roma.
L’area è considerata nel suo complesso, dalle programmazioni regionali, come un
insieme di zone svantaggiate per quanto riguarda le condizioni materiali di vita, le
possibilità di occupazione e le infrastrutture per la vita sociale. I territori del Patto
sono infatti caratterizzati da un basso livello di crescita del reddito, dal permanere
di una notevole importanza del settore agricolo rispetto all’industria, all’artigianato
(anche se nel territorio è presente una rete diffusa di aziende artigiane e di piccole
e medie imprese) e al terziario e da un rilevante processo di declino demografico
che genera diffusi fenomeni di desertificazione del territorio caratterizzato in preva-
lenza da territori montani e collinari (oltre l’80% secondo la classificazione ISTAT).
Il solo dato montano è pari al 53%.
B. Dal punto di vista territoriale, si registra una carenza nella rete infrastruttura-
le hard con problemi di collegamento viario e ferroviario (soprattutto in senso oriz-
zontale).
1. L’infrastruttura viaria è costituita da un reticolo di percorsi statali e provinciali
il cui tracciato è fortemente vincolato alle caratteristiche morfologiche dell’area. I-
noltre, a renderla inadeguata alle necessità di comunicazione interne ed esterne del
territorio sono le condizioni stesse della viabilità ordinaria che, non essendo stata
ristrutturata negli ultimi anni, risultano pessime; queste disfunzioni incidono sul
tessuto produttivo con un elevato costo dei trasporti. Gli assi viari principali (le Sta-
tali, come la 71, la 3, la 257, la 3 bis, la 76, la 67, la 310, o la 73 bis) e di scorri-
mento veloce (come l’asse nord-sud della Ravenna-Orte - E 45) sono l’unico vero
collegamento per molti comuni dell’area. A parte la E 45, mancano dei collegamenti
fluidi con la costiera adriatica, riminese in primo luogo, che consentirebbero alle zo-
ne interne di catturare una parte del flusso turistico romagnolo. Per quanto concer-
ne gli assi viari trasversali risalta il mancato completamento della superstrada E 78,
S.G.C. Fano – Grosseto, importante sistema di collegamento dell’Alto Marche con le
regioni centrali in grado di permettere un rapido inserimento del traffico regionale
sulle arterie nazionali ed europee110.
109 La sintesi di cui nel testo trova fondamentale riferimento nel Programma operativo del Patto per l’Appennino centrale, approvato, con osservazioni, dalla Commissione europea con Decisione n. 10583 del 21 dicembre 1999, nell’ambito delle valutazioni di competenza sul regime degli aiuti di Stato, in riferi-mento alla specifica misura relativa al settore agricolo (cfr. infra, p. 11). 110 A tal fine si ritiene strategico predisporre una valutazione trasportistico – economica e territoriale degli effetti di tale infrastruttura nell’area vasta del Patto. Risulterebbero inoltre strategici lo sviluppo e
206
2. La rete ferroviaria si presenta nel complesso ancora più carente, soprattutto
mancano linee ferroviarie che consentano di sfondare a Nord nella direttrice Roma-
Venezia, e di creare direttrici trasversali capaci di svolgere il compito di snodo per il
centro Italia e di collegamento con le linee Europee di alta velocità (nodo di Arez-
zo), nonché di riutilizzare le tratte di terzo livello in esercizio (Perugia – Umbertide
– Sansepolcro; Stia – Arezzo; Sinalunga – Arezzo) o di riproporre come attuali linee
diverse (Urbino - Fano; Fabriano – Pergola – Cagli – Fano), per questo si è svilup-
pata una rete di autolinee molto diffusa che mette in relazione tra loro i centri prin-
cipali e da questi, con percorsi secondari, i centri minori.
C. Sotto il profilo sociale e demografico i principali problemi, relativi allo spopo-
lamento, all’invecchiamento della popolazione e all’erosione delle strutture e dei
servizi del welfare, si presentano strettamente interconnessi. Il fenomeno di spopo-
lamento che si registra in molti comuni dell’area (la densità abitativa, con 53,2 abi-
tanti per Kmq si colloca molto al di sotto della media nazionale pari a 190,7), per la
maggior parte montani, porta con sé non solo rilevanti e costosi rischi ambientali,
ma anche problemi sociali. L’esodo da questi territori oggi si può dire arrestato, ma
le conseguenze dei processi migratori passati, che hanno allontanato soprattutto i
più giovani (accentuando così l’abbassamento del tasso di natalità dell’area) e i più
intraprendenti verso luoghi che potevano offrire possibilità lavorative e di vita
(quantità e qualità dei servizi offerti) più idonee alle loro capacità ed aspirazioni, si
manifestano ancora in livelli demografici progressivamente decrescenti e nella ten-
denza all’invecchiamento della popolazione (forte è la presenza percentuale delle
classi di età superiori ai 55 anni). Allo spopolamento inoltre, si associa normalmente
la progressiva erosione delle strutture e dei servizi del welfare, nell’area giudicati
carenti sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, soprattutto nei settori della
sanità e dei servizi sociali111.
D. Per quanto riguarda la situazione occupazionale, nelle condizioni di debolezza
del sistema economico s’inquadra la diffusa presenza di disoccupazione giovanile, in
special modo donne, diplomati e laureati che, anche a causa della “cultura del posto
fisso” e della scarsa propensione (dei giovani stessi e delle famiglie che potrebbero
sostenerli economicamente) a rischiare in attività imprenditoriali dagli esiti incerti,
non trovano lavoro in ambito locale.
l’ammodernamento di linee intervallive capaci spesso di congiungere poli di vasto interesse produttivo e anche in aree esterne a quella del Patto (Programma, cit.) 111 Si afferma, nel Programma operativo, che la marginalità caratterizzante questi territori è nata dalla loro estraneità al modello di crescita della produzione, dei consumi e dei servizi proprio delle realtà urbane. Tuttavia ciò sarebbe andato a vantaggio della qualità del territorio, consentendo la conservazione di valori ambientali e culturali propri e irripetibili che in certo modo fa da contrappeso alle condizioni sfavorevoli
207
Questa situazione, con un mercato del lavoro in cui la domanda è rivolta verso
l’apprendista o il lavoratore con contratto di formazione, dove l’età del laureato è
già fattore discriminante, fa inoltre registrare una carenza di manodopera specializ-
zata, sia di tipo tradizionale che innovativo. Comunque le competenze professionali
dell’area non mancano di qualità, anche se si individua un gap tra la preparazione
delle risorse professionali e le esigenze dei moderni sistemi di produzione, superabi-
le attraverso una collaborazione tra scuole e imprenditori (rapporto sinergico scuo-
la-lavoro).
Le attività del settore secondario comunque, creano più occupazione che non nella
media nazionale (44% contro 35%) mentre una situazione rovesciata si ha per il settore
terziario (45% contro 57%) indice quest’ultimo, insieme ad un peso del settore primario
molto maggiore rispetto a quello della media nazionale (oltre l’11% contro 8%) il carat-
tere che conferma spiccatamente rurale dell’area vasta del Patto.
Quanto rappresentato ai precedenti punti C e D trova sintesi nelle seguenti tabelle:
Tabella di sintesi: Area d’intervento del P.T.O ex Ob. 5b. Tab.
2
n. Comuni
Popolazione Superficie (in Kmq)
Densità Reddito (in mln)
Red. pro capite (in mln)
Provincia di Pesaro 36 96.690 1.801,31 53,7 888.602 9,190
Provincia di Forlì 12 35.635 1.180,18 30,2 354.604 9,951
Provincia di Arezzo 20 75.477 1.499,51 50,3 815.401 10,803
Provincia di Perugia 15 129.234 1.899,42 68,0 1.259.121 9,743
Totale 83 337.036 6.380,42 52,8 3.317.728 9,844
Popolazione attiva e tasso disoccupazione Tab. 3
Regione
Area del Patto Marche Umbria Toscana Emilia Romagna
Agricoltura 16.276 3.489 5.536 2.613 4.638 Popolazione attiva (Fonte ISTAT ’91)
Industria 64.636 16.317 22.261 14.858 11.200
aumentando la qualità della vita, legata anche ad una intensa socialità basata sui valori ancora saldi della solidarietà sociale, favorita da legami di parentela estesa, e su ritmi di vita non convulsi (Programma, cit.).
208
Servizi 65.912 17.904 23.046 13.771 11.191
TOTALE 154.890 37.710 50.843 31.242 27.029
Disoccupati 15.684 4.159 6.264 2.853 2.408
In cerca di prima occupa-zione
7.762 2.046 3.428 1.266 1.022
Tasso di di-soccupazione (Fonte ISTAT ‘91)
Tasso di disoccupazione 10.3 % 11% 12.3% 9.1% 8.9%
(Fonte: elaborazione P.T.O. su dati ISTAT 1996).
E. I principali settori produttivi sono i seguenti:
1. Agricoltura. L’analisi dell’economia locale evidenzia un settore agricolo, so-
prattutto nelle aree di alta collina e montagna, che può essere definito marginale
rispetto alle condizioni di competitività richieste da un mercato tradizionale ormai
saturo e sempre più aperto (tanto che viene definito “globale”), in considerazione
anche della revisione delle politiche comunitarie. Si tratta infatti di un sistema agri-
colo basato soprattutto su colture estensive, ma con dimensioni aziendali inadegua-
te che non consentono il raggiungimento di condizioni di efficienza tecnico-
economica. Tuttavia, la presenza di produzioni agro-zootecniche tipiche offre un
punto di partenza importante per il recupero del settore agricolo attraverso una
maggiore qualificazione di tali produzioni, anche sotto l’aspetto della compatibilità
ambientale, che consenta una presenza più incisiva nei mercati nazionali e interna-
zionali di questi prodotti.
2. Industria e artigianato. Una delle peculiarità positive dello sviluppo industriale ed
artigianale dell’area vasta del Patto Territoriale dell’Appennino Centrale è data dalla
molteplicità dei distretti a specializzazione produttiva che hanno trovato radicamento
nel territorio. I principali poli produttivi riguardano il comparto del mobile, del tessile-
abbigliamento, della grafica e cartotecnica, metalmeccanico, della ceramica e del ce-
mento. Il settore industriale però, anche in settori di consolidata tradizione e di
maggiore concorrenzialità, mostra evidenti segni di crisi, con casi di vera e propria
deindustrializzazione e con conseguente calo dell’occupazione che proseguirà in fu-
turo anche a seguito del blocco del turnover. Nel territorio la situazione è aggravata
dal fatto che molte piccole aziende (soprattutto nel settore tessile) hanno lavorato e
lavorano come façoniste risentendo quindi della crisi che ha investito le grandi a-
ziende committenti.
La dipendenza dall’esterno (dai mercati di esportazione del prodotto), legata
all’assenza di competenze commerciali nel settore dell’artigianato e della piccola
impresa, alla scarsa capacità di integrazione tra le imprese, alle difficoltà
nell’attuare il passaggio generazionale (a causa di un inadeguato livello manageriale
esterno al nucleo familiare dell’imprenditore) e alle difficoltà di accesso
209
all’innovazione tecnologica e organizzativa, carenze non compensate da adeguati
servizi alle imprese, rende il tessuto produttivo estremamente vulnerabile ed espo-
sto a rischi.
Lo sviluppo e consolidamento del tessuto della piccola e media impresa e
dell’impresa artigiana diffusa è anch’esso da realizzare attraverso una maggiore qualifi-
cazione della produzione ottenuta con innovazioni di prodotto e di processo puntando
inoltre al riconoscimento (individuazione) di questa qualità e tipicità (qualità-marchio-
immagine-professionalità) da parte del mercato. La rimozione del maggiore ostacolo a
questo processo, rappresentato dalla mancanza di capitali d’investimento delle aziende
(sottocapitalizzazione) implica necessariamente un maggiore coordinamento (coopera-
zione) fra le stesse.
3. Turismo. Un settore strategico per l’economia locale è senz’altro quello del tu-
rismo, infatti, fra i maggiori punti di forza dell’area si possono inquadrare, oltre al
già citato patrimonio ambientale (aree protette, luoghi ancora intatti dal punto di
vista ambientale), sia il patrimonio culturale, legato ai villaggi, ai piccoli borghi, sia
il grande patrimonio d’arte, storico, architettonico, religioso. La valorizzazione turi-
stica di queste peculiari risorse del territorio attraverso l’offerta di un prodotto turi-
stico locale (tipico) che funga da elemento di penetrazione del mercato nazionale ed
internazionale, rappresenta un importante strumento di rivitalizzazione sociale, cul-
turale ed economica anche indiretta, perché crea le condizioni per attrarre ulteriori
investimenti anche in altri campi di attività economica.
4. Commercio. Il settore commerciale infine, si trova in una situazione di stasi.
La rete distributiva è totalmente spiazzata perché costruita sul modello degli anni
‘80, ossia su un tipo di distribuzione generica e di vicinato, mentre la costruzione
dell’asse viario verticale (la E45) ha consentito la localizzazione di grandi centri di
distribuzione che hanno eroso completamente il flusso degli acquirenti nei piccoli
centri. Nelle nuove condizioni sembra essere entrata in crisi la tradizionale strategia
che vedeva i giovani che rimanevano all’interno dell’area, mettersi in proprio nel
settore del commercio contando anche sul sostegno finanziario della famiglia.
F. Per ciò che riguarda i servizi alle persone, quelli di tipo pubblico evidenziano
numerosi deficit quali-quantitativi, mentre dal lato privato sono presenti soprattutto
servizi di consumo (commerciali di massa). Sul fronte dei servizi alle imprese, inve-
ce, mancano servizi appropriati che consentano alle stesse di affrontare le nuove
esigenze di competitività dei mercati.
G. Sotto il profilo ambientale, quella appenninica è un’area di grande pregio ambien-
tale e naturalistico; il territorio locale ha conservato altissimi valori ambientali (bellez-
za, tranquillità, autenticità di cibi genuini, ecc.) da salvaguardare e valorizzare attra-
210
verso uno sviluppo del territorio che non stravolga gli attuali equilibri dell’ambiente ru-
rale ma ne consenta il mantenimento e il miglioramento al fine sia di contenere la ten-
denza all’abbandono, innescando nuovi processi di residenzialità con azione frenante
nei confronti dell’emigrazione, sia di sfruttare commercialmente tali valori ambientali
attraverso l’avvio di attività produttive (turismo rurale, gestione dello spazio rurale,
ecc.) che consentano, attraverso la fornitura di servizi di qualità, una migliore fruizione
di questi “beni” definibili in una maggiore qualità della vita112.
Le risorse ambientali più significative dell’area comprendono la catena appenni-
nica con i piani carsici in essa compresi, le dorsali appenniniche e i sistemi idrogra-
fici costituiti dall’Arno, Tevere, Chiascio, Metauro, Savio, Foglia, Conca, Marecchia e
dai loro affluenti. Il complesso di queste risorse è però caratterizzato, più che da ri-
sorse naturali particolari e di eccezionale rarità, dalla dotazione di una notevolissi-
ma qualità ambientale diffusa. L’elevato valore ambientale dell’area è confermato
dalla presenza di numerosi parchi naturali localizzati al suo interno (a cui si affian-
cano altre aree protette quali Riserve Naturali e Aree Floristiche)113. Non va infine
dimenticato che, nel complesso, l’Appennino centrale, specialmente il settore tosco-
emiliano, è forse quello che conserva ancora, anche nei riguardi del territorio nazio-
nale, la maggiore estensione di boschi.
9.3. La promozione del Patto per l’Appennino centrale.
Il soggetto promotore è la Comunità Montana “Valtiberina Toscana” che, ha svol-
to una dinamica azione d’implementazione delle nuove procedure sin dal marzo
1996. Nell’ambito di un’assemblea pubblica in San Sepolcro (AR), ove ha sede la
menzionata Comunità montana, alla presenza dei presidenti delle Comunità monta-
ne dell’area di confine fra le regioni Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, dei
Comuni, delle Camere di commercio, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e
delle associazioni imprenditoriali e di categoria, viene redatto e sottoscritto un ver-
bale nel quale s’indica una prima perimetrazione dell’area del Patto e gli obiettivi da
perseguire rivolgendo formale richiesta al CNEL di “accompagnamento” della con-
certazione locale114.
112 In questo quadro, si afferma, le aree protette dovrebbero rappresentare delle opportunità per la tutela e la valorizzazione ambientale, in un territorio vivo e ricco di specificità naturali, storiche e culturali (Pro-gramma, cit.). 113 Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna; il Parco regionale Umbro del Monte Cucco; il Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello/Monte Carpegna; le aree protette e riser-ve naturali dell’Alpe della Luna Nerone, della gola del Furlo e del Monte Catria; l’area Wilderness vallone dei Mandrioli. 114 Procedura prevista dalla Deliberazione CIPE del 10 maggio 1995. Il CNEL, sulla base di quanto dispo-sto nella menzionata deliberazione e della successiva del 12 luglio 1996, ha in seguito individuato un per-corso “per tappe successive” che può sintetizzarsi nelle seguenti fasi: 1. avvio alla procedura e individua-zione del motore locale; 2. attivazione del tavolo di concertazione; 3. sottoscrizione del primo documento
211
Nel merito dei sistemi di conduzione e rapporti tra tecnici e politici, sin dalla co-
stituzione, l’organizzazione del Patto prevede:
- la Cabina di regia o Comitato Politico del Patto, un organismo sufficientemente
ristretto - in rappresentanza delle Comunità Montane, dei Comuni, delle Province,
delle Regioni e delle forze sociali - che svolge funzioni di indirizzo. La convocazione
periodica della Cabina di regia consente la discussione e la valutazione dei risultati
conseguiti ed il confronto con il Comitato tecnico;
- il Comitato tecnico, organo operativo del Patto, composto da esperti, da rap-
presentanti tecnici degli Enti pubblici e delle rappresentanze di categoria, con com-
piti di assistenza al Piano di Azione nonché di animazione e diffusione nonché di
monitoraggio dei risultati. L’assistenza consiste nella partecipazione all’elaborazione
di progetti specifici, tra cui lo stesso programma operativo del Patto Territoriale. Il
Comitato funge da raccordo con il mondo dell’impresa e quello del lavoro e contri-
buisce al dialogo continuo tra settore pubblico e quello privato;
- l’Assemblea del Patto, con la presenza oltre che delle Province, delle Comunità
Montane, delle Regioni, anche di tutti i Comuni. L’Assemblea ha il compito di garan-
tire che vi sia una rispondenza tra gli obiettivi, i contenuti, i programmi e le azioni
che vengono effettivamente intraprese, tenendo presenti anche gli interessi genera-
li dei territori di cui gli enti locali sono espressione;
- il Coordinatore istituzionale del Patto, con compiti di rappresentanza politica e
di responsabile del Patto in seno alla Commissione europea, al Ministero e alle Re-
gioni;
- il Coordinatore tecnico del Patto, con compiti di coordinamento del Comitato dei
tecnici e di relatore nelle riunioni politiche del Patto nonché come referente tecnico
sia nei confronti del partenariato locale che della Commissione europea, del Ministe-
ro, delle Regioni, del BAT;
- il S.I.L., Soggetto intermediario locale, società appositamente costituita dal
partenariato locale per l’implementazione del Piano di azione del Patto.
9.4. La fase della concertazione.
Il 13 gennaio 1997, presso il CNEL, secondo la disciplina previgente, è stato si-
glato il “Documento di concertazione locale”, primo atto formale di avvio del Patto
per l’Appennino centrale, da parte di 11 Comunità montane, 4 Province, oltre le
Camere di commercio e le Associazioni delle categorie produttive e sindacali115.
di concertazione locale; 4. progettazione definitiva del Patto Territoriale; 5. sottoscrizione del Protocollo d’intesa finale (Cfr. CNEL, La normativa sui Patti Territoriali. Analisi comparata, Roma, 1996). 115 In ordine a quanto esposto si richiama che l’avvio delle procedure concernenti il Patto per l’Appennino centrale si colloca temporalmente in un momento precedente la “riforma” di cui, in particolare, alla Delibe-
212
Al Documento hanno fatto seguito i seguenti Protocolli d’intesa:
- Protocollo tra gli enti pubblici aderenti al Patto Territoriale dell’Appennino cen-
trale per lo snellimento delle procedure e per la trasparenza nell’attuazione delle
opere pubbliche, ai sensi delle leggi n. 241 del 1990 (procedimento amministrativo)
e n. 15 del 1968 (autocertificazione)116;
- Protocollo del 9 dicembre 1997 di corrette e positive relazioni industriali per
l’Area “Alto Tevere Umbro”117;
- Protocollo del dicembre 1997 d’intenti con le Banche e i Consorzi fidi operanti
nelle province di Arezzo, Perugia, Forlì-Cesena, Pesaro-Urbino per il sostegno al
Patto Territoriale118;
Ulteriori protocolli d’intesa, come si vedrà, sono stati predisposti e sottoscritti in
momenti successivi.
9.5. Il Patto per l’Appennino centrale da Patto “Cipe” a Patto “Comuni-
tario”.
A seguito delle conclusioni del Consiglio Europeo di Firenze (giugno 1996), la
Commissione Europea attivava una procedura per definire un’esperienza pilota
d’intervento finalizzata al contrasto alla disoccupazione che, dopo estese consulta-
zioni tra i Governi degli Stati membri, dava origine alla proposta “Patti Territoriali
razione CIPE 21 marzo 1997, riconducente nell’ambito delle competenze del MTBPE, tra le altre, l’illustrata fase procedurale Inoltre, per quanto di successiva rappresentazione, talune fasi d’attuazione del Patto risultano disciplinate in conformità con le disposizioni comunitarie in tema d’attuazione degli interven-ti finanziati con i Fondi strutturali comunitari, ex Obiettivo 1. 116 Sottoscritto in sedi separate, tra i mesi di dicembre 1997 e gennaio 1998, dai seguenti Enti: Comunità Montana Valtiberina Toscana (AR) e i Comuni di Valtiberina, Badia Tebalda, Sansepolcro, Sestino, Capre-se Michelangelo, Anchiari, Pieve S. Stefano e Montevarchi; Comunità Montana del Catria e Nerone (PS) e i Comuni di Cagli, Piobbico, Apecchio, Acqualagna, Cantiano; Comunità Montana Alto e Medio Metauro-Urbania (PS) e i Comuni di Peglio, Urbania, Fermignano, Montecalvo, Mercatello sul Metauro, Urbino, Pe-triano, Sant’Angelo in Vado, Corgo Pace; Comunità Montana Casentino (AR) e i Comuni di Bibbiena, Ca-stel Focognano, Castel Niccolò, Chitigano, Chiusi della Verna, Capolona, Montemigaio, Orignano Raggia-lo, Poppi, Pratovecchio, Stia, sabbiano, Talla; Comunità Montana Appennino Cesenate (FO) e i Comuni di Borghi, Sogliano al Rubicone, Mercato Saraceno, Verghetto, Roncofreddo, Sarsina, Bagno di Romagna; Comunità Montana Alto Chiasco (PG) e i Comuni di Gubbio, Gualdo Tadino, Fossato di Vico, Sigillo, Co-stacciaro, Valfabbrica; Comunità Montana Alto Tevere Umbria (PG); Comunità Montana Alta Valmarecchia (PS) e i Comuni di Casteldelei, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, S. Agata Feltria, Talamello; Co-munità Montana Acqua Cheta (FO) e i Comuni di Portico S. Benedetto, Tredozio, Rocca San Casciano, Modigliana; Comunità Montana Appennino Forlivese (FO) e i Comuni di Galeata, Premilcuore, Meldola, Civitella di Romagna, Sana Sofia, Predappio; Comunità Montana del Montefeltro (PS) e i Comuni di Sas-soferrato, Mercatino Conca, Frontino, Belforte all’Isauro, Pian di Meleto, Lunano, Montecopiolo, Monte Gri-mano, Tavoletto, Sassocorvaro, Auditore, Macerata Feltria, Monte Cerignone, Carpegna; Comunità Mon-tana Alto Tevere Umbro (PG) e i Comuni di Citerna, Città di Castello, Lisciano Niccone, Monte S. M. Tibe-rina, Montone, Pietralunga, San Giustino; Umbertide. Inoltre, anche la Provincia di Forlì-Cesena, la Pro-vincia di Arezzo, La Provincia di Perugia e la Provincia di Pesaro. 117 Firmatari, presso la Sede della Comunità Montana “Alto Tevere Umbro” l’Associazione industriali, l’Associazione piccole e medie industrie, la Lega delle cooperative, la Confartigianato, la Confesercenti, la Confcommercio, le Organizzazioni sindacali C.G.I.L., C.I.S.L. e U.I.L. 118 Firmatari, presso la Sede della Comunità Montana “Alto Tevere Umbro” l’Associazione industriali, l’Associazione piccole e medie industrie, la Lega delle cooperative, la Confartigianato, la Confesercenti, la Confcommercio, le Organizzazioni sindacali C.G.I.L., C.I.S.L. e U.I.L.
213
per l’occupazione” destinati a rafforzare l’efficacia dei fondi strutturali in materia di
occupazione ai livelli regionali e locale119.
Al livello nazionale, dunque, con contestuale interruzione del percorso “CIPE”,
dieci iniziative sono state proposte per l’inserimento nel progetto pilota comunita-
rio: tra queste l’Appennino Centrale120.
In detto contesto il Patto per l’Appennino centrale ha ottenuto un contributo fi-
nanziario da parte della Comunità europea per l’attuazione d’un programma
d’assistenza tecnica per la preparazione, accompagnamento e diffusione dei risultati
del Patto medesimo. In particolare, la Commissione ha chiarito che “l’accettazione
.... del Piano di azioni dettagliato previsto a favore dell’occupazione, condizionerà il
riconoscimento comunitario del Patto Territoriale e la sua partecipazione alla rete
europea di scambio di esperienze”121.
Un Piano di azioni del Patto per l’Appennino centrale è stato presentato al MTBPE
e alla Commissione europea nel gennaio 1998. Il documento, di valenza “strategi-
ca” non operativa, ha individuato un articolato ventaglio d’iniziative che, in seguito,
si è ritenuto di dover procrastinare, in parte, ed inserire in ulteriori, diverse, inizia-
tive122.
Nell’agosto 1998 è stato quindi sottoposto alla Commissione europea il “Pro-
gramma operativo Multiregionale - Sviluppo locale / Patti Territoriali – Obiettivo 1”,
sulla base di Sottoprogrammi concernenti i nove Patti delle aree Obiettivo 1. In ra-
gione della relativa ubicazione territoriale, il Patto per l’Appennino centrale ha se-
guito il differenziato iter di successiva illustrazione.
Con Deliberazione del 22 dicembre 1998, il CIPE ha dato atto che il Patto per
l’Appennino centrale è parte integrante dell’esperienza pilota comunitaria per il ri-
lancio dell’occupazione, e che pertanto il medesimo è soggetto alle procedure co-
119 Iniziativa locale, compartecipazione, innovazione ed integrazione sono i concetti alla base dei Patti co-munitari. Finalità specifiche associate all’iniziativa sono la conoscenza delle cause della disoccupazione al livello locale nonché la definizione di risposte e strategie mirate (cfr. Guida dei Patti per l’occupazione, Commissione europea, 1997). Il documento precitato chiarisce che i Patti non costituiscono un nuovo pro-gramma di iniziativa comunitaria. Essi quindi non mettono in discussione le procedure esistenti in materia di attuazione degli interventi strutturali e in particolare il ruolo dei comitati di sorveglianza dei programmi, ma servono a rafforzare e completare il lavoro dei comitati promuovendo la cooperazione con un maggior numero di patner. Non sono previste al riguardo risorse finanziarie comunitarie aggiuntive rispetto quelle di cui dispongono gli Stati membri nel quadro dell’attuazione dei programmi di iniziativa nazionale o comuni-taria relativi ai Fondi strutturali (Guida, cit., p. 21). 120 Le ulteriori sono: Agro Nocerino Sarnese; Alto Belice Corleonese; Calatino sud Simeto; Catania sud; Matese; Area nord-est provincia di Napoli; Nord Barese Ofantino; Oristano; Sangro Aventino. 121 Note SG(97)D/6665 del 5 agosto 1997 e SG(97)D/7737 del 19 settembre 1997 della Commissione Eu-ropea. Il contributo è pari all’ 80 % dei costi totali ammissibili nel limite di 200 mila ECU. 122 La Commissione europea ha espresso parere favorevole sul Piano d’azione con nota 09431170XVIC3/LP D(98) del 16 settembre 1999.
214
munitarie, “in quanto compatibili con quelle nazionali”. Il relativo finanziamento è
stato tuttavia posto, per l’intero, a carico del bilancio dello Stato123.
Il Programma operativo del Patto, individuante le specifiche misure ed azioni
dell’intervento nell’ambito locale, è stato predisposto sulla base dei contenuti del
Piano d’azione e presentato, il 23 luglio 1999, alla Commissione europea per le va-
lutazioni in tema di aiuti di Stato.
La Commissione si è espressa unicamente nel merito d’una parte del primo asse
d’intervento, quello relativo alla valorizzazione delle risorse agricole, ritenendo le
ulteriori azioni rientranti nel campo d’applicazione del regime “de minimis” ovvero
della legge n. 488 del 1992124 125.
9.6. Il programma operativo del Patto ed il rispetto della normativa
comunitaria.
La forma d’intervento scelta dal Ministero del tesoro, bilancio e programmazione
economica è dunque quella del Programma Operativo - in analogia a quanto svolto
con i 9 Patti di cui alle aree ex Obiettivo 1 - documento che rappresenta un insie-
me organico di procedure ed azioni pluriennali sostenute attraverso contributi a
fondo perduto erogati dallo Stato.
Nel merito delle procedure, detto Programma prevede che alla certificazione del-
la spesa, ai meccanismi relativi agli impegni e ai pagamenti comunitari, alla dichia-
razione di spesa e domanda di pagamento nonché al controllo finanziario si applica-
no le disposizioni previste per gli interventi ex aree Obiettivo 1, ai sensi del punto
6.2 del correlato QCS (Quadro Comunitario di Sostegno).
Estremamente dettagliati, pertanto, risultano i contenuti sul rispetto delle politi-
che comunitarie.
Quanto ai criteri generali d’attuazione del Programma operativo, il riferimento è
rivolto alle schede esplicative “Spese ammissibili ai Fondi strutturali”, di cui alla de-
123 La Deliberazione CIPE è la n. 151/98 (in G.U. 1° apr ile 1999, n. 76). Il finanziamento accordato, pari a 100 Mld, trova successiva conferma nella Deliberazione CIPE 19 febbraio 1999, n. 10/99 (in G.U. 3 aprile 1999, n. 78). L’assegnazione definitiva è avvenuta con Deliberazione CIPE del 21 dicembre 1999, che ha impegnato i fondi a favore del S.I.L. al fine di consentire l’emissione del decreto di approvazione del Patto da parte del Servizio per la programmazione negoziata del MTBPE. 124 Ciò ai sensi dell’art. 88, paragrafo 3 del Trattato di Roma, come successivamente modificato dal Tratta-to di Amsterdam (già art. 93). La decisione della Commissione europea è stata comunicata con lettera n. SG (99) D/8425 del 25 ottobre 1999. 125 Il “de minimis” sfugge all’obbligo di comunicazione alla Commissione europea, concernendo aiuti di piccolo importo in materie non oggetto di regolamentazione comunitaria per specifici settori, e limite in e-rogazioni, nel triennio, non superiori alla soglia di 100.000 euro a favore di ogni singola impresa. Detta so-glia di 100.000 euro comprende qualsiasi aiuto statale, regionale o comunitario concesso a titolo di “de minimis”. Gli aiuti “de minimis” sono, per altro, cumulabili con aiuti concessi a titolo di regimi autorizzati dal-la Commissione (Comunicazione della Commissione sul “de minimis”, in GUCE nella serie C68 del 6 mar-zo 1996). Il regime di aiuto introdotto dalla legge n. 488 del 1992 è stato invece autorizzato dalla Commis-sione europea con decisione comunicata allo Stato italiano con lettera del 30 giugno 1997 SG.97/D/4949.
215
cisione CE 23.4.97 SEM 2000, per quanto non espressamente indicato nelle schede
tecniche delle Misure del Patto126 127.
Viene inoltre identificato nel S.I.L. il soggetto preposto a determinare, nel quadro
delle prescrizioni della UE (cfr. scheda n°7 SEM 2000), le condizioni di ammissibilità
dei cofinanziamenti in natura da parte dei soggetti beneficiari qualora le stesse fos-
sero previste all’interno delle Misure.
Quanto all’informazione e pubblicità, si prevede che, in applicazione della Diretti-
va 94/342/CE del 31.05.1994, il Soggetto intermediario locale è responsabile delle
azioni di sensibilizzazione, informazione e pubblicità, di cui alla specifica Misura 6,
oggetto di cofinanziamento comunitario.
Quanto alle regole della concorrenza, si afferma che:
• Per ciascuna Misura contenente schemi di aiuto finanziario è previsto il ricor-
so alla procedura abbreviata di notifica alla competente Direzione generale della
Commissione europea, salvo specifiche condizioni.
• I massimali di intensità indicati nelle schede tecniche per Misura comprendo-
no tutti gli aiuti nazionali, regionali ed eventualmente locali cumulati.
• Atteso che gli ambiti territoriali sui quali interviene il programma, relativa-
mente ai settori extra-agricoli, afferiscono a due tipologie di aree - in deroga o me-
no all’articolo 92.3c del Trattato di Roma, correlandosi a ciò intensità diverse di aiuti
- in ciascuna scheda di Misura viene indicato il massimale di finanziamento per area
consentito.
• Per talune Misure o frazioni di esse incluse nel programma, è previsto il ricor-
so esclusivo agli aiuti “de minimis”128.
• Relativamente alla definizione di PMI (piccole e medie imprese) si fa riferi-
mento alla disciplina comunitaria degli aiuti di Stato alle piccole e medie imprese
pubblicata sulla GUCE n. C 213 del 23 luglio 1996 recepita con decreto 18 settem-
bre 1997 del Minindustria. Le imprese artigiane sono definite dalla legge quadro
sull’artigianato (legge 8 agosto 1985, n. 443 e successive modificazioni).
• La vigilanza sul rispetto delle regole della concorrenza, ivi incluso il controllo
sul rispetto del divieto di cumulo di sovvenzione per la stessa iniziativa, è assicurata
dal MTBPE, atteso che comunque il S.I.L. dovrà garantire il massimo rispetto di tali
regole nel rapporto con i destinatari finali degli incentivi.
126 Al riguardo si precisa, in particolare, che sono considerati “beneficiari finali” ai fini degli adempimenti per la rendicontazione delle misure e/o azioni comportanti regimi di aiuto (cfr. scheda n°1 SEM 2000), il Soggetto intermediario locale (S.I.L.) responsabile dell’attuazione del programma, mentre per le risorse finanziarie destinate dal S.I.L. a soggetti pubblici gli stessi saranno beneficiari finali e a tale titolo dovranno provvedere alla rendicontazione (Programma, cit.). 127 Per le schede del Programma operativo si rinvia in Appendice, Allegato A. 128 Misure: 1.4; 3.1; 3.2; 3.3; 4.1; 4.3.1.; 4.3.2; 4.4 (Cfr. l’Appendice, Allegato A, cit.).
216
Relativamente alle azioni e sub-azioni previste nei sottoprogrammi si fa quindi
presente che il regime di aiuto non riguarda i c.d. settori sensibili, e che gli even-
tuali aiuti saranno concessi nel rispetto delle seguenti condizioni:
• Settori della pesca, carbone, siderurgia, costruzione navale: nessun aiuto sa-
rà accordato senza previa notifica alla Commissione.
• Settore dei trasporti: gli aiuti escludono i mezzi di trasporto e non sarà con-
cessa maggiorazione regionale alle PMI.
• Settore automobilistico: sarà effettuata la notifica del progetto di aiuto nei
casi in cui sia superata la soglia d’incentivo prevista dalle specifiche disposizioni.
• Settore fibre sintetiche: sarà effettuata la notifica nel caso in cui l’aiuto non
sia dato a titolo di “de minimis”.
• Settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti
di cui all’allegato II del Trattato di Roma: salvo le azioni specifiche previste nei sot-
toprogrammi nessun aiuto sarà accordato alla produzione agricola senza previa no-
tifica alla Commissione. Per quanto riguarda la trasformazione e commercializzazio-
ne dei prodotti di cui all’allegato II gli aiuti saranno concessi nel rispetto dei criteri e
dei limiti settoriali fissati dalla Decisione della Commissione n. 173 del 22.3.94, e
successive modificazioni e integrazioni, attuativa del punto 3.b degli orientamenti
per gli aiuti di stato relativi e sarà fornito un rapporto annuo dettagliato sugli inve-
stimenti realizzati.
Viene precisato inoltre che:
a) Gli aiuti saranno concessi a condizione del mantenimento della destinazione
degli investimenti incentivati ai progetti imprenditoriali per almeno 5 anni come di-
sposto al punto 4.10 degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regio-
nale (GUCE C74 del 10.3.1998).
b) Saranno applicate le disposizioni previste dalla disciplina multisettoriale degli
aiuti regionali destinati ai grandi progetti d’investimento (GUCE C74 del 10.3.1998).
c) Sarà rispettata la nozione di investimento iniziale contenuta al punto 4.4 de-
gli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale (GUCE C74 del
10.3.1998).
d) Sarà rispettata la nozione di investimento iniziale contenuta al punto 4.2 ter-
zo paragrafo degli orientamenti sopra richiamati, per cui le domande di incentivo,
presentate anche in via preliminare sotto forma di richieste e/o manifestazioni d'in-
teresse, precedano le spese relative al progetto d’investimento;
e) Sarà rispettata la condizione per cui almeno il 25% del finanziamento del
progetto provenga dall’imprenditore in conformità al punto 4.2 e della nota 20 degli
orientamenti sopra richiamati.
217
9.7. La definizione degli obiettivi e degli interventi.
Nell’ambito del Programma operativo, sono quindi definiti gli obiettivi e le linee
degli interventi specifici del Patto per l’Appennino Centrale129.
Al riguardo, la strategia indicata consiste nel mettere in atto un’azione che con-
segua il duplice obiettivo di preservare e nello stesso tempo rilanciare il territorio,
cercando di conciliare la valorizzazione delle specificità della cultura e dell’ambiente
economico e naturale con la modernizzazione delle strutture produttive e
dell’offerta di servizi sociali, al fine di attivare un sensibile aumento delle opportuni-
tà di reddito e un consistente miglioramento della qualità della vita delle popolazioni
coinvolte che rendano attraente risiedere in queste aree130.
Vengono quindi tracciate le coordinate generali del programma (“Assi prioritari”),
cui ricondurre le misure finalizzate al perseguimento di obiettivi specifici. Rispetto a
questi, sono quindi identificate le possibilità di intervento, i vincoli, i criteri e gli
strumenti programmatici e finanziari da attivare.
I sei assi prioritari, definiti in coerenza con le strategie dei Programmi Regionali
di Sviluppo, dei DOCUP Regionali e dei Programmi dei Leader II, sono i seguenti:
A. Valorizzazione delle risorse agricole. L’area vasta del Patto ha nel proprio am-
biente naturale uno dei principali elementi di attrazione, la conservazione e la valo-
rizzazione “morbida” di questo fattore rappresenta quindi una scelta obbligata per il
programma del Patto Territoriale. Poiché le attività agricole rivestono una funzione
essenziale per la conservazione dell’ambiente e la difesa dal dissesto idrogeologico,
l’obiettivo prioritario è quello di frenare l’esodo delle popolazioni e l’abbandono delle
attività agricole e zootecniche in particolare modo nelle zone di alta collina e mon-
tagna maggiormente interessate dal fenomeno dello spopolamento. La strategia da
perseguire è quindi, per il settore agricolo in particolare, quella di individuare nuove
opportunità di reddito e di occupazione attraverso la qualificazione e la diversifica-
zione dell’attività agricola anche attraverso l’integrazione col settore turistico e con
129 Per la visione della sintesi delle relative schede si rinvia all’Appendice, Allegato A. 130 “L’obiettivo di uno sviluppo integrato del territorio deve trovare corrispondenza nello strumento messo in atto per il suo raggiungimento, il Patto Territoriale va quindi concretato in un Programma di Sviluppo o pia-no d’Azione, punto d’arrivo di un processo negoziato di programmazione “dal basso” che, partendo dall’individuazione dei punti di debolezza e di forza del territorio, individua strategie operative capaci di modificare la situazione di partenza facendo leva sui punti di forza. Tale programma va a costituire lo sce-nario di riferimento che orienta le azioni sul territorio dell’Appennino Centrale. Infatti, il concetto di integra-zione esige che il piano d’azione non consista in un mero elenco o in una sommatoria di interventi, ma
218
la tutela e valorizzazione del patrimonio forestale. In generale occorre migliorare le
condizioni di vita delle popolazioni, principalmente attraverso l’adeguamento delle
infrastrutture e l’offerta dei servizi.
B. Valorizzazione turistica delle risorse ambientali e culturali. L’attenzione ai pro-
blemi ambientali non coinvolge comunque il solo settore agricolo. Nell’ottica di uno
sviluppo compatibile rientrano nell’asse dell’ambiente interventi per le zone protet-
te, per l’arredo urbano e industriale e per la ricerca e sviluppo legata alla tutela e
alla valorizzazione ambientale. Gli altri assi rispondono invece al miglioramento del-
le condizioni di vita attraverso interventi orientati alla creazione di nuove possibilità
di produzione di reddito (e di occupazione), anche favorendo la possibilità di svilup-
po di nuove tecnologie produttive e di nuove tecniche di organizzazione della pro-
duzione di beni e servizi, nonché sostenendo la nascita di nuovi servizi per le fami-
glie e le imprese. Al centro di queste iniziative si pongono quali elementi peculiari,
capaci di offrire un plusvalore alle azioni intraprese, le risorse umane locali, con la
loro cultura, le tradizioni, le attività, le esperienze e i saperi locali.
C. Sostegno al sistema dell’economia locale. Per quanto riguarda in particolare il
settore della piccola e media impresa, occorre incrementare il basso livello di com-
petitività del sistema e aumentare il peso delle produzioni ad alto valore aggiunto
attraverso l’innalzamento qualitativo del settore, anche promuovendo il ricorso ai
servizi specializzati tramite la riduzione del loro costo per le imprese.
D. Miglioramento della qualità della vita. In un territorio in cui la realtà storico-
culturale e ambientale costituisce una delle risorse principali di sviluppo sostenere ini-
ziative finalizzate alla promozione e valorizzazione turistica può contribuire al decollo
economico del territorio, occorre puntare soprattutto alla destagionalizzazione della
domanda e soprattutto ad una valorizzazione ed ammodernamento dell’apparato ricet-
tivo. Il Patto promuove inoltre interventi di servizi di pubblico interesse che interven-
gono sulla qualità della vita quotidiana delle popolazioni ed anche a favore delle im-
prese. Per ciò che concerne i servizi, cercare di rimediare almeno in parte alla grave
carenza di servizi sociali offre inoltre l’opportunità di sostenere un settore con ampi
margini di sviluppo soprattutto dal punto di vista occupazionale.
E. Infrastrutture. Gli interventi infrastrutturali riguardano opere quali strade, ac-
quedotti, opere di urbanizzazione a sostegno degli insediamenti produttivi, delle a-
ree fieristiche e mercatali, degli autoporti e delle avio-superfici di terzo livello, e per
la creazione dei presupposti necessari per la nascita di nuove imprese.
piuttosto in un complesso di azioni integrate in un piano coerente con obiettivi espliciti in termini di crea-zione occupazionale, finalità principale del Patto (“per l’occupazione”)”. (Programma, cit.).
219
F. Attuazione del P.T.O. L’ultimo asse mira a promuovere un ambiente favorevo-
le al partenariato e all’implementazione del Programma operativo, elemento crucia-
le per il successo del Patto stesso soprattutto data la grande densità e complessità
dell’agire amministrativo, unita alla ricchezza del tessuto associativo (e degli inte-
ressi che rappresenta) che caratterizza l’area del Patto Territoriale dell’Appennino
Centrale.
La sintesi degli interventi previsti è l’oggetto delle successive tabelle:
221
Tab. 4 Quadro finanziario generale (in Mld di lire) Mis. Descrizione Costo totale Fondi pubblici Fondi privati % sul totale
1 Valorizzazione risorse agricole 26,100 14,800 11,300 8,6%
2 Valor. Turistica risorse ambien-tali e culturali
76,030
20,800 55,230 25,0%
3 Sostegno al sistema dell'eco-nomia locale
133,73 23,100 110,63 43,9%
4 Miglioramento della qualità del-la vita
23,653 9,300 14,353 7,8%
5 Infrastrutture 42,857 30,000 12,857 14,0%
6 Attuazione del P.T.O. 2,000 2,000 0,000 0,7%
Totale 304,370 100,000 204,370 100,0
Fonte: Programma operativo Patto per l’Appennino centrale
222
Tab. 5
Articolazione del programma operativo e risultati previsti in termini di occupa-zione
Misure Obiettivo generale Obiettivo specifico Modalita' attuazione
ImPatto occupaz. previsto
1. Valorizzazio-ne risorse agri-cole
Favorire la permanen-za delle popolazioni nei territori agricoli
Integrazione del reddi-to dell’imprenditore agricolo
Bandi pubblici
156
2. Valorizzazio-ne turistica del-le risorse am-bientali e cultu-rali
Sviluppo delle poten-zialità economiche del settore turistico legato all’ambito culturale ed ambientale
Recupero e valorizza-zione delle risorse ambientali e storico culturali a fini turistici; creazione di ricettività diffusa
Bandi pubblici.rif. L. n.488 del 19/12/1992 e succ. modificazioni Comunicato Ministero T.B. e P.E.
del 29/07/98
313
3. Sostegno al sistema dell’economia locale
Incentivazione dell’economia locale
Creare nuova occupa-zione integrando i pic-coli centri con il conte-sto economico del ter-ritorio circostante
Bandi pubblici. rif. L. n.488 del 19/12/1992 e succ. modificazioni Comu-nicato Ministero T.B. e P.E. del 29/07/98
1373
4. Miglioramen-to della qualità della vita
Miglioramento della qualità della vita delle persone portatrici di handicap od in perico-lo di non autosuffi-cienza
Assistenza domiciliare, creazione di centri di riabilitazione e vacan-za, creazione di im-prese rivolte al sociale
Bandi pubblici. rif. secon-do art. 1 bis L. 19.07.93 n. 236 e L. n.488 del 19/12/1992 e succ. modi-ficazioni. Comunicato Mi-nistero T.B. e P.E. del 29/07/98
70
5. Infrastruttu-re
Realizzazione infra-strutture
Dotare delle infra-strutture essenziali i centri minori ed i bor-ghi rurali
Mediante appalti pubblici
rif. Comunicato Ministero T.B. e P.E. del 29/07/98
257
6. Attuazione del PTO
Realizzazione delle azioni previste dal programma operativo
Creazione di una struttura opera-tiva e gestionale.
6
Fonte: Programma operativo Patto per l’Appennino centrale..
223
9.8. La fase dell’assistenza tecnica.
L’ “assistenza tecnica”, nell’ambito del Patto per l’Appennino centrale, si differen-
zia rispetto quella preveduta nella specifica disciplina “CIPE”131.
In effetti, la disponibilità di progetti è devoluta, dalle specifiche normative sopra
richiamate, a bandi di gara nel cui ambito è prevista l’ammissibilità di iniziative da
documentarsi sulla base di schemi predisposti dalla stazione appaltante.
Una fase d’assistenza tecnica, comunque presente nel Patto per l’Appennino cen-
trale, è quella già menzionata, oggetto di cofinanziamento comunitario, relativa -
oltre che alla predisposizione del Programma operativo - ad una serie d’iniziative
concernenti lo studio e la valutazione dei processi del sistema Patto Territoriale, con
particolare riferimento alla percezione degli attori.
Si riportano di seguito le analisi di sintesi di maggior rilievo, tratte dal relativo
Rapporto Finale reso alla Commissione Europea132:
“Analisi delle criticità. L’analisi ha rilevato una chiara convergenza tra le aree di
maggiore criticità del programma di implementazione, così come percepite dagli at-
tori e le zone che possono similmente essere definite di criticità sulla base
dell’analisi di corrispondenza tra obiettivi iniziali e fasi successive
dell’implementazione. In estrema sintesi, le criticità riscontrate fanno riferimento
alla fase attuale del processo di costituzione del sistema territoriale che,trattandosi
di fase intermedia, difficilmente riesce ad esprimere il valore aggiunto derivante
dalla concertazione e dalla programmazione sull’area vasta. Tale difficoltà trova ri-
scontro anche alla complessità amministrativa del territorio del Patto.”
“Analisi dei risultati. In questa parte dello studio/ricerca sono stati analizzati i
primi risultati dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo del Patto.
- Il Patto viene percepito non solo come un meccanismo distributivo e redistribu-
tivo di risorse, ma come una sorta di polita locale “costitutiva”, dove i diversi attori
in gioco provvedono congiuntamente a reinterpretare e modificare le regole del gio-
co e al tempo stesso ne costituiscono di nuove.
- Il Patto viene percepito come un processo di apprendimento istituzionale in cui
i ruoli, gli ambiti di legittimazione e le funzioni dei soggetti coinvolti si modificano.
La costruzione di una rete di relazioni, di conoscenze e di scambi fra tutti gli attori
pubblici privati coinvolti è un risultato visibile nelle iniziative programmatiche scatu-
rite in seguito all’implementazione del programma operativo.
131 Punto 2.10.1, comma 2, della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997. La normativa di riferimento, la pro-cedura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni stipulate con le singole società sono state oggetto di puntuale ricognizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: ”L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). 132 Dossier rif. SG(97)D/7737.
224
- La metodologia del Patto viene percepita come meccanismo di governance del
territorio.
- L’occupazione viene percepita quale risultato dello sviluppo del tessuto istitu-
zionale economico e sociale di un territorio e obiettivo di medio lungo termine133.
Rispetto il Budget approvato pari a 250.000 Euro, di cui 200.000 finanziati a
gravare sul FESR, la spesa effettuata è risultata ammontare a 243.995 Euro.
9.9. La definizione dei progetti infrastrutturali.
Gli interventi infrastrutturali sono stati oggetto di concertazione, all’esito della
definizione dei progetti da parte delle Amministrazioni competenti.
9.10. La presentazione dei progetti imprenditoriali.
Il 30 luglio 1999 il S.I.L. ha emanato bandi di gara per l’acquisizione di progetti
privati - nel rispetto dei contenuti del programma operativo e delle procedure stabi-
lite dal P.O.M. Obiettivo 1 e dalla Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 – per gli Assi
da 1 a 4 (Valorizzazione delle risorse agricole, Valorizzazione turistica delle risorse
ambientali e culturali, Sostegno al sistema dell’economia locale, Miglioramento della
qualità della vita).
Il termine di presentazione delle domande ha trovato scadenza il 20 settembre
1999.
Come si è già accennato, per la predisposizione dei moduli per la richiesta di a-
gevolazioni di progetti imprenditoriali si è fatto esplicito ed esclusivo riferimento ai
modelli e a quanto previsto dalla legge 28 dicembre 1996, n. 662 e dal Comunicato
MTBPE pubblicato in Gazzetta ufficiale 29 settembre 1999.
9.11. La fase istruttoria.
L’istruttoria sui progetti raccolti, pubblici e privati, è stata effettuata dalla società
Mediocredito dell’Umbria S.p.a., convenzionata col MTBPE ai sensi del punto 2.10.1,
comma 1, lett. b) della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997134.
133 Rapporto finale, precit. . 134 La normativa di riferimento, la procedura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni stipulate con le singole società sono state oggetto di puntuale rico-gnizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: “L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). Si richiama, come già accennato nell’ambito di una precedente nota, che una particolare censura si è riferita al fatto che “la stipula delle convenzioni non è stata da sola sufficiente ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza e di istruttoria di Patti in quanto nella seduta del 9 luglio 1998 il CIPE ha demandato al MTBPE la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di apposito comunicato per ottenere quei risultati che si sono appena indicati”. Ulteriore
225
I rapporti tra il Mediocredito dell’Umbria S.p.a. e il S.I.L. sono stati regolati con
apposita convenzione stipulata il 23 settembre 1999, disciplinante modalità e pre-
stazioni con riferimento a quanto previsto nel Programma operativo del Patto e nel-
la Deliberazione CIPE 70/98 del 9 luglio 1998, i cui contenuti sono stati mutuati dal
modello di convenzione adottato dagli altri “Patti europei”135.
Alla scadenza dei bandi, il Consiglio di Amministrazione del S.I.L. ha definito
l’elenco dei progetti pervenuti - iniziative imprenditoriali n. 596 domande per 472
Mld; iniziative infrastrutture n. 201 domande per 168 Mld - quindi trasmessi alla
Banca concessionaria.
L’istruttoria è stata formalmente avviata il 1° ottobre 1999 (data della comunica-
zione d’avvio al MTBPE). I criteri sostanziali136 applicati nell’istruttoria sono stati
quelli previsti dalla Deliberazione 21 marzo 1997, secondo i quali va valutata:
1. la conformità degli interventi agli obiettivi di promozione dello sviluppo locale
in ambito subregionale e la compatibilità con uno sviluppo ecosostenibile (punto
2.1);
2. il raccordo delle iniziative del Patto con le linee generali della programmazione
regionale (punto 2.6);
3. la stretta funzionalità alle finalità ed agli obiettivi del Patto gli investimenti in
infrastrutture. Inoltre, il relativo onere complessivo a carico delle specifiche risorse
assegnate non deve superare il 30% dell’importo del Patto medesimo (punto 2.9,
lett. c);
4. la quota dei mezzi propri delle iniziative imprenditoriali che non può essere in-
feriore al 30% del relativo investimento (punto 2.9, lett. d) );
5. la coerenza complessiva di tutte le iniziative comprese nel Patto (punto 2.10,
lett. b);
e sostanziale censura, inoltre, è formulata con riferimento al “Comunicato rivolto ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità ed ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica ed istruttoria dei Patti Territo-riali”, pubblicato in G.U. del 29 luglio 1998 (in seguito Comunicato MTBPE). Al riguardo si osserva che “L’atto non reca né data né firma. La sua lettura evidenzia che lo stesso è in parte identico alle convenzio-ni esaminate, in parte modificativo di quelle. Rilevando che non è chiara la natura giuridica di tale atto può in ogni caso affermarsi che lo stesso quale “COMUNICATO” non appare idoneo a modificare unilateral-mente le clausole contrattuali contenute nelle convenzioni…”. Le specifiche censure rivolte dalla Delib. n. 98/2000, cit., al Comunicato MTBPE sono richiamate nel testo in riferimento alla disamina delle singole fasi riguardate dal documento medesimo. 135 “Il costo di tale istruttoria, in analogia agli altri Patti europei, è stato sostenuto all’interno della misura 6 del programma operativo” (Nota sintetica del Patto Territoriale per l’occupazione dell’Appennino centrale del 15 febbraio 2001, acquisita in risposta alla prima richiesta istruttoria del controllo). 136 Quelli di forma relativi alla regolarità e completezza delle domande sono stati definiti al punto 2.1. del Comunicato MTBPE. La Delib. 98/2000 della Corte dei conti rileva che detto “punto” amplia il numero degli atti che devono essere presentati unitamente alla richiesta di istruttoria, la cui contemporanea presenza è necessaria a che si apra tale fase, ciò in modifica dell’art. 2.1.1. della convenzione stipulata tra MTBPE e Società privata.
226
6. per le iniziative imprenditoriali, la rispondenza ai criteri di valutazione econo-
mica, patrimoniale, finanziaria ed occupazionale disciplinati dalla legge 19 dicembre
1992, n. 488 e successive modificazioni e integrazioni (punto 2.10, lett. b) )137;
Detti criteri sono stati specificati ed in parte integrati dalle prescrizioni del più
volte richiamato Comunicato MTBPE (punto 2.1)138.
Dei menzionati parametri la Relazione conclusiva dell’istruttoria fornisce puntuale
riscontro, anche sulla base delle dettagliate informazioni contenute nell’ambito del
Programma operativo del Patto.
L’istruttoria si è conclusa il 20 novembre 1999. Gli investimenti ammissibili sono
risultati pari a 399 Mld, di cui: per progetti imprenditoriali privati 346 Mld (417 ini-
ziative)139 e per infrastrutture 53 Mld (78 iniziative)140.
Il giudizio di non ammissibilità importa, per il Patto all’esame, la non rilevanza
nel caso concreto della questione afferente i compensi spettanti al soggetto istrutto-
re correlati alla negativa valutazione di singoli progetti141.
Considerata la mole dei dati afferenti ai menzionati progetti, per una la comples-
siva considerazione dei medesimi, sotto le diverse prospettive, si rinvia alle specifi-
che elaborazioni del soggetto istruttore che costituiscono allegati alla presente rela-
zione.
9.12. Il finanziamento del Patto e la relativa approvazione.
In data 30 novembre 1999 il S.I.L. ha trasmesso al MTBPE la relazione finale
sull’istruttoria. Con deliberazione CIPE 21 dicembre 1999 è stata disposta
l’assegnazione, in via definitiva, del finanziamento di L. 100 Mld a valere sulle risor-
se accantonate con deliberazione n. 151/98.
Con la deliberazione del dicembre 1999 sono stati altresì disposti l’approvazione
del Patto da parte del competente Servizio del MTBPE, nonché il termine per il com-
pletamento degli interventi previsti (il 31 dicembre 2003).
137 La normativa tecnica applicabile all’istruttoria del Patto per l’Appennino Centrale è quella di cui al De-creto Ministero Industria 20 ottobre 1995, n. 527 (Modalità e procedure per la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle attività produttive nelle aree depresse del Paese) come modificato dal D.M. 31 luglio 1997, n. 319 (testo coordinato in G.U. 22 settembre 1997, n. 221). Successivamente le ri-chiamate disposizioni sono state ulteriormente modificate col D.M. 9 marzo 2000, n. 133 (in G.U. 25 mag-gio 2000, n. 120). 138 In particolare, il Comunicato MTBPE specifica quali spese per beni acquistati tramite locazione finan-ziaria sono ammesse alle agevolazioni (punto 2.A del Comunicato, cit.). Sul punto è quindi intervenuta la Deliberazione CIPE 22 giugno 2000, n. 69/200, punto 3.1 (in G.U. 22 agosto 2000, n. 195). 139 Rispetto alle originarie 596 domande si sono determinati: 21 rinunce e 158 giudizi di non ammissibilità. 140 Rispetto agli originari 201 progetti si sono determinate 123 rinunce. 141 Cfr. Sezione controllo CdC, delib. n. 98 del 2000 (Relazione, cit., p. 27), nella quale si rileva la mancan-za di una netta linea di demarcazione tra l’ipotesi in cui l’istruttoria su una singola iniziativa si concluda ne-gativamente (compenso per l’istruttore fisso intero e 50% variabile) e quella in cui sulla stessa sia stato espresso un giudizio di non ammissibilità (compenso solo fisso intero).
227
Ai sensi del punto 2.10.1 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997: “Il Ministero
del bilancio e della programmazione economica (oggi MTBPE) verifica la validità
complessiva del Patto e accerta la disponibilità delle risorse occorrenti a valere sulle
specifiche somme destinate dal CIPE. Il medesimo Ministero approva, con decreto
da emanarsi entro 45 giorni, il Patto da stipulare”142.
Il Patto per L’Appennino centrale è stato approvato con Decreto n. 2094 del 23
dicembre 1999 dal Direttore generale del Servizio per la programmazione negoziata
del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del MTBPE, previa acquisi-
zione dei pareri, delle Regioni interessate, di conformità degli interventi previsti alle
programmazioni regionali.
9.13. Il quadro di riferimento delle fasi d’attuazione.
La comunicazione delle ammissioni alle agevolazioni del Patto Territoriale a tutti i
beneficiari è avvenuta nel mese di gennaio 2000.
In seguito all’avviso favorevole sul Programma operativo da parte dell’Unione
Europea, il MTBPE, predisposte le iniziative ed i provvedimenti necessari per utiliz-
zare i finanziamenti nazionali entro i termini di esecuzione del programma, ha forni-
to a tutti i S.I.L. le disposizioni di attuazione e le procedure di erogazione e rendi-
contazione dei contributi (giugno 2000).
Relativamente ai successivi adempimenti, sono state dunque attivate:
- la fase d’erogazione dei finanziamenti, in base alla quale il S.I.L. è tenuto a tra-
smettere alla Cassa Depositi e Prestiti l’elenco degli interventi ammessi a seguito
della istruttoria bancaria nonché delle graduatorie e/o determinazioni assunte dal
relativo Consiglio di amministrazione, con l’indicazione delle risorse pubbliche oc-
correnti per ciascuno degli interventi a valere sulle specifiche somme destinate dal
CIPE al programma, secondo le modalità previste dalla normativa vigente, affinché
la medesima disponga in favore dei soggetti indicati nel predetto elenco
l’erogazione degli importi dovuti secondo modalità stabilite con decreto del Ministro
del Tesoro da adottare secondo le norme e le disposizioni vigenti.
- la fase di monitoraggio, in riferimento alla quale il Consiglio di Amministrazione
del S.I.L. ha il compito di produrre semestralmente al MTBPE - Dipartimento per le
politiche sviluppo e coesione - e alla Commissione Europea, D.G. XVI, una relazio-
ne illustrativa sullo stato di attuazione e sull’avanzamento del Programma operati-
vo.
142 Il termine di 45 giorni, in mancanza d’espressa diversa indicazione, deve considerarsi decorrente dalla data di comunicazione, al MTBPE, della conclusione dell’istruttoria.
228
9.14. Il Soggetto intermediario locale.
In analogia agli altri Patti “comunitari”, è stata costituita, nell’ambito del parte-
nariato locale del Patto per l’Appennino Centrale, una Società Consortile rappresen-
tativa degli interessi diffusi emersi a seguito delle attività di concertazione. A tale
organismo, denominato Soggetto Intermediario Locale (S.I.L.), sono attributi dalla
normativa statale e comunitaria i seguenti compiti:
a. attuazione del Programma operativo del Patto;
b. coordinamento e mobilitazione del partenariato e diffusione dei risultati del
Programma presso la popolazione locale;
c. controllo amministrativo presso i beneficiari finali, pubblici e privati, e verifica
permanente della corretta applicazione della normative comunitarie, nazionali e re-
gionali;
d. cura del monitoraggio finanziario fisico e procedurale in ordine alle funzioni
proprie attraverso la redazione di relazioni semestrali;
e. accertamento della conformità degli interventi attuati nell’ambito del Pro-
gramma alle indicazioni e raccomandazioni per la protezione dell’ambiente;
f. responsabilità delle azioni di sensibilizzazione, informazione e pubblicità del co-
finanziamento comunitario;
g. rendicontazione finale del Programma.
Tra questi, particolare rilievo assume la predisposizione della relazioni semestrali
sullo stato d’attuazione del Patto Territoriale, nelle quali devono evidenziarsi i risul-
tati e le azioni di verifica e monitoraggio effettuate. Sempre nelle relazioni vanno
altresì indicati i progetti non attivabili o non completabili e va conseguentemente
dichiarata la disponibilità delle risorse non utilizzate derivanti dalle specifiche som-
me destinate dal CIPE ai Patti Territoriali143.
Quanto all’attuazione degli interventi si chiarisce che, secondo il Programma ope-
rativo, questi sono assunti dal beneficiario, sia pubblico sia privato, il quale, titolare
del progetto, è il destinatario degli incentivi. Il S.I.L. è comunque chiamato a gesti-
re direttamente gli interventi previsti dalla apposita misura 6, mentre l’eventuale
gestione diretta di ulteriori iniziative è contemplata nell’ambito del Programma ope-
rativo medesimo.
Sono state al riguardo definite due categorie d’interventi, in funzione delle speci-
fiche tipologie e del soggetto beneficiario:
Interventi attuati direttamente dal S.I.L.: che possono riguardare iniziative
d’animazione e supporto per lo sviluppo dell’area e il funzionamento delle attività
143 Cfr. il punto 2.5, ultimo comma, della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997.
229
dello stesso S.I.L. Per queste è previsto il coinvolgimento del partenariato, nella de-
finizione dell’intervento, nel rispetto di quanto previsto dallo Statuto.
Iniziative imprenditoriali o collettive e interventi infrastrutturali: che possono ri-
guardare le iniziative proposte da operatori pubblici e privati nei diversi settori.
Per iniziative collettive: sono da intendersi gli interventi nel settore della cultura,
delle risorse architettoniche, archeologiche, storico-archivistiche e ambientali, pro-
mozione, ricerca e sperimentazione, servizi alle persone e ambientali, valorizzazio-
ne delle risorse umane e miglioramento dell’ambiente di vita del territorio.
Per gli interventi effettuati direttamente, l’attività del S.I.L. consiste nella indivi-
duazione, progettazione, approvazione e realizzazione dei singoli interventi
nell’ambito delle azioni previste dal Programma. Nell’ipotesi, il S.I.L. opera sia con
propri addetti ovvero mediante collaboratori esterni nel rispetto delle normative vi-
genti (D.L. 17 marzo 1995 n. 157 Attuazione della direttiva 92/50/CE in materia di
appalti pubblici di servizi - D.L. 24 luglio 1992 n. 358 - Attuazione delle direttive
77/62/CEE, 80/767/CEE e 88/295/CEE in materia di appalti pubblici di forniture).
Per i progetti d’importo inferiore a 200.000 ECU, inoltre, il S.I.L. affida gli incari-
chi, di consulenza e fornitura di servizi e le forniture di beni e materiali, adottando i
necessari provvedimenti per assicurare idonea pubblicità ed informazione in merito
ai potenziali interessati. E’ altresì previsto l’affidamento a trattativa privata, o tra-
mite incarico diretto, qualora ne ricorrano le condizioni.
Negli altri casi, l'attuazione di progetti - effettuati da privati o Enti locali, al fine
di promuovere lo sviluppo complessivo dell'area e della collettività - si basa sui se-
guenti elementi:
- l’attivazione di avvisi pubblici (= pari opportunità) e la definizione di criteri og-
gettivi di selezione (= trasparenza);
- l'indicazione dei requisiti dei potenziali beneficiari delle singole azioni in base a
quanto previsto nel programma;
- un rapporto continuo S.I.L. e beneficiari/destinatari del programma.
Quindi, per gli interventi effettuati da altri soggetti locali, l’attività del S.I.L. con-
siste nella individuazione dei criteri di selezione e valutazione dei singoli interventi
nell’ambito delle azioni/misure previste dal programma mentre l’istruttoria progetti,
la valutazione di solvibilità dei beneficiari finali, l’accertamento di regolare esecuzio-
ne degli interventi. La rendicontazione e la gestione degli incentivi contributivi spet-
ta all’Istituto bancario al quale è affidato, con apposita convenzione, il ruolo di re-
sponsabile finanziario del Patto144.
144 Al fine di garantire la fattibilità concreta degli interventi possono anche essere introdotti: 1) parametri di spesa massima o ulteriori vincoli di natura tecnica, economica o finanziaria; 2) i criteri di riferimento per la
230
9.15. Il monitoraggio degli interventi.
L’unico monitoraggio effettuato si riferisce al secondo semestre 2000. La Rela-
zione, inviata per conoscenza a questa Corte dei conti, fornisce i seguenti elementi
valutativi.
“Alla data del 31 dicembre 2000 non si registrano progetti conclusi. Risulta per-
tanto difficile quantificare l’impatto occupazionale e quello sull’ambiente dei singoli
interventi che vengono valutati a conclusione dei programmi d’investimento. (...).
Le uniche criticità emerse in questa prima fase di gestione del programma riguar-
dano gli adempimenti burocratici previsti dalle disposizioni di attuazione emanate
dal MTBPE. La complessità di tali disposizioni ha comportato un’intensa attività di
animazione da parte del S.I.L. e ritardi nella presentazione della documentazione e
della rendicontazione degli interventi da parte dei soggetti beneficiari.(...)”145.
Le relative tabelle - unitamente alla situazione sia delle erogazioni effettuate al
31 dicembre 2000, sia delle rinunce intercorse - costituiscono allegati alla presente
relazione.
Complessivamente, i dati acquisiti non rivestono ancora significativo rilievo, non
solo perché il termine di completamento dei progetti è fissato al 31 dicembre 2003,
ma più fondamentalmente perché, come riferito, non si è registrata la conclusione
di alcun intervento.
Le somme ordinate al 31 dicembre 2000, per otto iniziative (quattro pubbliche e
quattro private), ammontano a L. 860.370.000. Un mandato pari a L. 77.530.000 è
stato annullato a seguito di una rinuncia formalizzata successivamente alla data del
31 dicembre 2000.
Risultano 20 le rinunce di privati determinatesi alla 31 dicembre 2000. Al riguar-
do s’annota che, per il Patto all’esame, nessun problema di riutilizzazione delle
somme disponibili per rinuncia sembrerebbe potersi determinare, nella considera-
zione della validità “a scorrimento” della graduatoria stilata all’esito dell’istruttoria
bancaria.
9.16. Le verifiche ministeriali.
definizione della congruità delle spese previste. Il S.I.L. deve fare riferimento a prezziari correnti e/o, qua-lora non già definiti, a criteri basati su analisi di mercato (Programma operativo, cit.). 145 Relazione, cit. .
231
Al MTBPE spetta il compito della vigilanza sull’attuazione dei Patti che poggia es-
senzialmente, ma non necessariamente, sulle relazioni del soggetto istruttore e del
S.R.146.
Prevede, inoltre, lo specifico Programma operativo che il MTBPE individua al suo
interno una specifica Unità operativa composta da personale impiegato nei vari ser-
vizi, ed eventualmente di altri ministeri, e di esperti indipendenti esterni. Tale Unità
operativa ha il compito di:
- vigilare, da un punto di vista generale, sulla corretta attuazione del Programma
ai fini del conseguimento degli obiettivi fissati;
- deliberare sulle eventuali proposte di variazioni e adeguamenti del Programma
Operativo, nonché le eventuali misure necessarie per accelerare l’applicazione del
programma in caso di ritardo, emerse dai risultati periodici forniti dagli indicatori di
sorveglianza e dalle valutazioni intermedie;
- esprimere il proprio accordo in merito alle relazioni semestrali di esecuzione;
- promuovere eventuali sinergie con le altre forme d’intervento, previste ed in
esecuzione, comunitarie, nazionali e regionali.
Alle riunioni periodiche delle predetta unità locale saranno invitati a partecipare i
rappresentanti del S.I.L. e se richiesto i rappresentanti della Commissione.
Ciò posto, non risultano allo stato effettuati controlli diretti, da parte del Ministe-
ro, sul Patto per l’Appennino centrale.
9.17. Considerazioni conclusive.
Nella constatazione che il Patto risulta solo recentemente avviato non appare
possibile esprimere considerazioni definitive. Al riguardo si è chiesto al Soggetto in-
termediario locale di formulare valutazioni d’insieme circa il rispetto, alla data at-
tuale, della tempistica prevista per la realizzazione degli investimenti produttivi e
degli interventi infrastrutturali, nonché previsioni in ordine alla realizzazione dei
medesimi.
La risposta è stata la seguente: “Alla data attuale (1° giugno 2001) e dai dati di
monitoraggio in nostro possesso, non si evidenziano particolari difficoltà circa il ri-
spetto della tempistica prevista per la realizzazione degli investimenti produttivi e di
146 Le relazioni del soggetto istruttore sono quelle afferenti la certificazione finale della spesa o quelle ana-loghe, da rendersi su apposita richiesta del MTBPE, sulla base delle relazioni sullo stato d’attuazione del Patto Territoriale, predisposte dal soggetto responsabile (Punto 2.9 del Comunicato MTBPE). Ciò non ini-bisce, tuttavia, il diretto intervento del Ministero o sulla base delle segnalazioni svolte nelle relazioni del soggetto responsabile ovvero anche in assenza di specifiche segnalazioni. Quest’ultima osservazione consente di ritenere superabili per le fattispecie regolate dal punto 2.9 del Comunicato MTBPE, le censure al medesimo formulate per aver illegittimamente regolato ipotesi di controllo (Delib. n. 98/2000, cit., di que-sta Corte).
232
quelli infrastrutturali nonché in relazione alle previsioni per la realizzazione dei me-
desimi stabiliti in sede di istruttoria e concessione delle agevolazioni”.
Si è inoltre chiesto, con medesima istruttoria integrativa, di rappresentare even-
tuali casi in relazione ai quali potrebbe ipotizzarsi la mancata attuazione di impegni
assunti da soggetti coinvolti nel Patto, finalizzati a favorire sia gli investimenti pro-
duttivi sia la realizzazione delle infrastrutture.
Anche sul punto il riscontro del S.I.L. è stato rassicurante: “Dai dati in nostro
possesso non emergono elementi critici tali da ipotizzare la mancata attuazione de-
gli impegni assunti da parte dei soggetti coinvolti nel Patto Territoriale
dell’Appennino Centrale nell’ambito dei protocolli stipulati, atti a favorire la realizza-
zione degli investimenti pubblici e privati”.
Un’annotazione riguarda comunque la specifica disciplina del Patto, per i riflessi
delle normative comunitarie sullo strumento medesimo, che apparirebbe aver favo-
rito l’impostazione delle procedure e la definizione degli obiettivi e delle conseguenti
misure. Il riferimento è ovviamente all’approfondito lavoro di preparazione ed im-
plementazione del Patto sfociante, tra l’altro, in un analitico e “concreto” Program-
ma operativo.
Una nota non positiva, invece, sembrerebbe ricollegarsi all’attività del MTBPE il
quale solo nel giugno 2000 avrebbe fornito ai Patti “comunitari” le disposizioni di at-
tuazione e le procedure di erogazione e rendicontazione dei contributi, a distanza di
tempo dunque dalla messa a disposizione delle risorse in favore dei Soggetti inter-
mediari locali (dicembre 1999).
Quanto ai risvolti evolutivi accennati nel peculiare paragrafo dedicato all’ “assi-
stenza tecnica”, si segnala sia che nel corso dell’anno 2000 il partenariato ha pro-
mosso, in coerenza con quanto previsto nel Piano di azione, un progetto di Patto
Territoriale specializzato nel settore agricolo (c.d. Patto Verde dell’Appennino Cen-
trale), sia che attualmente sarebbe in fase di studio l’implementazione di un ulterio-
re, innovativo, progetto concernente la realizzazione di un Patto “sociale” per
l’Appennino Centrale.
233
Cap. 10 Il Patto Territoriale area sud Basilicata
10.1. Caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto147.
Il Patto nasce nella seconda metà del 1995 allo scopo di promuovere lo sviluppo
di un’area limitata della Basilicata.
L’area, che si estende su oltre 1570 kmq, registra (al 1° gennaio 1995) oltre
80.000 abitanti; comprende n.30 comuni, quasi tutti promotori del Patto e sotto-
scrittori del relativo protocollo d’intesa del 2 giugno 1997.
Il reddito medio annuo dell’area si attesta intorno a lire 8.580.000 per abitante;
il tasso di disoccupazione ha un valore medio pari al 30,99%, mentre il tasso della
forza lavoro rappresenta mediamente il 41% della popolazione.
Il settore agricolo assorbe oltre il 22% degli occupati, ma contribuisce a svilup-
pare solo il 13-14% del valore aggiunto dell’area.
Gli altri settori con maggior occupazione sono: quello delle costruzioni (con il
22% di occupati) e quello della Pubblica Amministrazione (che con il 25% degli oc-
cupati è il settore che assorbe in assoluto più lavoro nell’area); il terziario (esclusa
la P.A.) che assorbe circa il 21% degli occupati ed il manifatturiero che assorbe il
7,97%, sempre degli occupati dell’area.
La composizione territoriale dell’area è caratterizzata dalla presenza di numerosi
comuni di piccole dimensioni, con densità abitativa bassa; la conformazione morfo-
logica della zona è montuosa. Buona parte del territorio del Patto ricade nell’ambito
del Parco Nazionale del Pollino, pertanto è sottoposto ai conseguenti vincoli ambien-
tali.
10.2. Gli obiettivi del Patto
Gli indirizzi di fondo che il Patto si propone di perseguire sono:
a) allargamento del ventaglio produttivo e innovazione tecnologica;
b) il miglioramento della qualità della vita.
Gli obiettivi da raggiungere sono stati individuati nei seguenti punti:
• Ampliamento e rafforzamento della base produttiva ed occupazionale.
• Riduzione dell’economia sommersa.
• Riduzione del divario con il resto della Regione.
• Apporto positivo all’economia ed allo sviluppo socio-economico regionale in
modo da ridurre il ritardo di sviluppo della Basilicata rispetto alle aree geografiche
limitrofe ed alle aree più sviluppate.
147 I dati riportati in questo paragrafo e nel successivo sono tratti dal testo della proposta esecutiva appro-vata del Patto.
234
La logica di sviluppo si snoda su diverse idee essenziali: potenziamento agricol-
tura biologica - miglioramenti fondiari - produzione e lavorazione prodotti agricoli
tipici locali - allevamenti ittici - apicoltura - potenziamento attività ricettive e servizi
(camping ed aree attrezzate) - agriturismo ed attività collegate - offerte di pacchet-
ti turistici integrati - ecoturismo - recupero aree degradate e centri storici.
10.3. Le iniziative approvate.
L’Amministrazione Provinciale di Potenza ha individuato, ai sensi del punto
2.10.1 della delibera CIPE n.29 del 21.3.1997, il Banco di Napoli S.p.a. quale sog-
getto istruttore convenzionato con il MTBPE.
Le iniziative produttive che hanno ottenuto il parere positivo di ammissibilità in
sede di istruttoria sono solo 23 (di cui 18 per il settore manifatturiero/agro-
industriale e 5 per il settore turismo) su 112 progetti presentati.
Altri 62 progetti hanno conseguito parere negativo, mentre 27 progetti sono stati
dichiarati non istruibili per incompletezza della documentazione.
Gli investimenti complessivi previsti nelle domande di contributo sono pari a lire
27.357.900.000, di questi sono stati giudicati ammissibili a contributo pubblico in-
vestimenti per lire 25.764.000.000.
La durata media prevista dei programmi di investimento è di 16 mesi, con reddi-
tività economica media dei progetti (ROI148 a regime) pari al 21,5%.
Con decreto del direttore del Servizio per la Programmazione Negoziata del Di-
partimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione del Ministero del Tesoro, Bilan-
cio e P.E., in data 24.07.1998, è stato costituito il Comitato di verifica e coordina-
mento delle attività di assistenza tecnica ed amministrativa.
Il Patto è stato approvato dal Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E. – Dipartimento
per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negoziata, con
determinazione del direttore generale n.988 del 29 gennaio 1999, ai fini
dell’inserimento nell’apposita graduatoria di cui al punto 1.2 della deliberazione CI-
PE del 9 luglio 1998 (concernente i Patti Territoriali finanziabili in relazione alle ri-
sorse disponibili in attuazione del punto 2.10.1 della deliberazione CIPE 21 marzo
1997).
Il D.M. di approvazione del Patto è stato notificato il 17 marzo 1999, mentre la
sottoscrizione è avvenuta il 14 maggio 1999, rispettando il termine previsto di ses-
santa giorni dalla stessa notifica.
148 Return on Investment: è formato dal rapporto tra reddito operativo e capitale investito; evidenzia la capacità di impiegare efficacemente le risorse a disposizione e misura la redditività operativa del capitale investito. Appartiene alla famiglia degli indici di equilibrio economico.
235
E’ stato concesso un contributo in conto capitale a carico dello Stato pari a
L. 16.830.900.000 (corrispondente al 65,33% degli investimenti previsti ritenuti
ammissibili), mentre i mezzi propri ammontano a L. 9.433.000.000 (pari ad una
media del 36,61% dell’investimento ammissibile previsto).
Al riguardo, occorre precisare che l’ammontare dei mezzi propri apportato per
ciascuna iniziativa non può essere inferiore al 30% dell’investimento ammissibile
previsto per la stessa, ma, ovviamente, può anche essere (e nella maggior parte
dei casi, è) superiore.
Inoltre sono previste, per talune iniziative, altre e ulteriori fonti di copertura (per
il dettaglio si rinvia alla tabella 1) che, comunica il soggetto istruttore149, sono costi-
tuite da “fonti interne aziendali” o da finanziamenti a medio o a lungo termine.
L’incremento occupazionale previsto è pari a 126,6 unità, con rapporto investi-
mento/occupazione aggiuntiva = L. 203.507.109 e rapporto contributo/occupazione
aggiuntiva = L. 132.945.497.
Non sono previsti interventi infrastrutturali a valere sulle risorse assegnate dal
CIPE .
Le Amministrazioni sottoscrittrici del Patto sono: Regione Basilicata, Provincia di
Potenza, C.C.I.A.A. di Potenza, Agenzia Regionale per l’impiego, Centro Enea, Co-
munità montane del Lagonegrese, dell’Alto Sinni e della Val Sarmento, Ente Parco
Pollino, Comuni di Calvera, Carbone, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore,
Castelsaraceno, Castronuovo di S. Andrea, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia,
Fardella, Francavilla in Sinni, Grumento Nova, Lagonegro, Latronico, Lauria, Mara-
tea, Moliterno, Nemoli, Noepoli, Rivello, Rotonda, San Costantino Albanese, San Pa-
olo Albanese, San Severino Lucano, Sarconi, Senise, Teana, Terranova del Polli-
no, Trecchina, Viggianello.
Altri soggetti hanno sottoscritto il Patto: istituti bancari (Banco di Napoli, Monte
dei Paschi di Siena, Banca Mediterranea, Banca Popolare del Sinni, Banca di Credito
Cooperativo del Pollino, Banca Nazionale del Lavoro, ArtigianCassa Basilicata); as-
sociazioni (CGIL, CISL, UIL, CIA, CNA, Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura,
Confesercenti, Confcommercio, Associazione Industriali, Confcooperative, API, Lega
Regionale delle Cooperative).
In qualità di S.R. del Patto è stata costituita la Società per lo Sviluppo Economico
dell’Area Sud Basilicata S.p.a., in linea con le prescrizioni dettate dal CIPE con deli-
berazione del 21 marzo 1997 (punto 2.5).
Lo stato di attuazione del Patto risulta abbastanza critico, con segnali di maggio-
re vitalità registratisi negli ultimi mesi dell’anno 2000.
236
Infatti, nella relazione semestrale sullo stato di attuazione del Patto relativa al 1°
semestre 2000 (peraltro molto scarna), presentata, ai sensi del punto 2.5 della de-
libera CIPE n.29 del 21.3.1997, dal S.R. al MTBPE, non era segnalato ancora alcun
incremento occupazionale e l’importo delle anticipazioni erogate, per le 9 iniziative
avviate a quella data sul totale delle 23 previste, era basso (pari a L.
3.116.651.000 in favore di 10 iniziative).
L’importo dichiarato dei lavori eseguiti ammontava a L. 1.907.200.409.
In data 15.11.2000, il consiglio di amministrazione della società S.R. del Patto ha
esaminato le richieste di anticipazione presentate per altre due iniziative, per un
importo pari a L. 189.100.000.
I dati al 31 dicembre 2000, come appena detto, mostrano alcuni timidi segnali di
miglioramento.
Innanzi tutto, per la prima volta, si comunica la presenza di occupati aggiuntivi
(19,5 sui 126,6 previsti a regime).
I contributi erogati (a favore di 12 iniziative) ammontano a L. 3.305.751.000,
mentre i lavori che si dichiarano eseguiti (per le 13 iniziative su 23 che risultano
avviate) sono pari a L. 4.032.734.142 (corrispondenti al 14,74% dell’investimento
previsto).
E’ da rilevare, quale nota estremamente negativa, che due iniziative (ditte:
Soc.Coop. Il Samaritano a r.l. e Falabella Egidio & C. S.r.l.), pur avendo percepito,
rispettivamente in data 8.3.2000 e in data 20.6.2000, l’anticipazione (L.
220.497.500 e L. 299.997.500, pari al 50% del contributo statale previsto), non
hanno dichiarato, al 31.12.2000, alcun importo per lavori eseguiti.
Nel primo caso (ditta Soc.Coop. Il Samaritano a r.l.), il programma prevedeva la
ristrutturazione e l’ammodernamento di una struttura alberghiera e di ristorazione
già esistente nel Parco Nazionale del Pollino.
I lavori non sono iniziati, si legge nella relazione al 31.12.2000, “a causa della
mancanza di energia elettrica e di una strada appropriata per raggiungere la località
“la Catusa” (allocazione investimento) a causa di contenzioso tra Ente Parco del Pol-
lino e Enel.”
Al riguardo, il S.R. ha comunicato di aver anche chiesto, in data 30.10.2000, alla
Soc. Coop. Il Samaritano “di iniziare i lavori anche utilizzando energia alternativa
(gruppi elettrogeni)”.
L’investimento totale previsto ammontava a L. 941.000.000, di cui era stato
considerato ammissibile a contributo pubblico un investimento di L. 882.000.000.
149 Si veda la nota del Banco di Napoli del 20.6.2001.
237
L’onere a carico dello Stato era stabilito in L. 441.000.000, pari al 50%
dell’investimento ammissibile.
Il S.R. ha informato150 la Corte di aver, in seguito alla delibera151 del Comune di
San Giorgio Lucano n.42 dell’11/04/2001, “provveduto a revocare il finanziamento
concesso alla suddetta società richiedendo la restituzione delle somme erogate a ti-
tolo di anticipazione più gli interessi legali maturati”.
Infatti, in data 24 maggio 2001, il S.R. ha comunicato152 al beneficiario di aver
preso “atto del venir meno dei requisiti di ammissibilità e finanziabilità del progetto”
in conseguenza dell’avvenuta rescissione da parte del comune di S. Giorgio Lucano
del contratto di affidamento della gestione della colonia montana Catusa alla Socie-
tà Cooperativa Il Samaritano ed ha avanzato la richiesta di restituzione di cui sopra
s’è detto, poiché “l’immobile della suddetta colonia montana costituisce elemento
essenziale del progetto ammesso a finanziamento nel Patto Area Sud Basilicata”.
Inoltre in pari data, il S.R. ha chiesto153, al riguardo, al M.B.T.E. “indicazioni sulle
azioni che la scrivente può o deve intraprendere, sulle modalità operative per la re-
stituzione delle somme ed il riaccredito a codesto Ministero, o di essere ragguaglia-
ta sugli organismi competenti per gli adempimenti necessari”154.
150 Si veda la nota del 16.06.2001 in risposta alla nota istruttoria della Corte dei conti n.488 del 7.06.2001. 151 Delibera inviata dal soggetto responsabile alla Corte dei conti quale allegato alla sopra citata nota del 16.06.2001. 152 Con nota inviata dal soggetto responsabile alla Corte dei conti quale allegato alla sopra citata nota del 16.06.2001. 153 Con nota inviata dal soggetto responsabile alla Corte dei conti quale allegato alla sopra citata nota del 16.06.2001. 154 Come riferito nel testo, la citata delibera comunale dispone la risoluzione per inadempimento del con-tratto di affidamento della gestione della struttura comunale adibita a colonia montana sita in località Catu-sa di Terranova di Pollino (PZ). Si legge in tale delibera che, in ottemperanza ad una convenzione stipula-ta in data 1.12.1998, la Soc.Coop. Il Samaritano si era impegnata per detta struttura “a mantenere come prioritaria la destinazione d’uso di Colonia Montana ed a svolgere attività promozionale nel settore” con l’obiettivo di incrementare l’afflusso turistico diretto verso la struttura comunale e creare alcune possibilità occupazionali per la conduzione della struttura stessa. Invece, “nonostante i numerosi solleciti verbali per l’avvio della gestione, con nota prot.3366 del 4/7/2000 è stato ulteriormente lamentato il completo abban-dono della struttura con conseguente pericolo di atti vandalici e pertanto si chiedeva alla più volte citata Cooperativa l’adozione di misure idonee di sorveglianza ed il rispetto degli impegni contrattuali assunti”. Si lamenta, poi, “l’assenza degli arredi e delle attrezzature ed il mancato pagamento delle rate semestrali re-lative all’anno 2000 per un importo complessivo di £.12.000.000” (a tal proposito si ricorda che la Soc.Coop. Il Samaritano ha percepito, in data 8.3.2000, una anticipazione di lire 220.497.500, pari al 50% del contributo statale previsto per la realizzazione dell’iniziativa inserita nel Patto). Si evince sempre dalla lettura della delibera che, dopo altri solleciti e richieste di incontri, il comune ha diffidato, in data 28.09.2000, la Soc.Coop. Il Samaritano “a provvedere agli adempimenti contrattuali e precisamente ad avviare la gestione della struttura ed a pagare le due rate semestrali relative all’anno 2000, ENTRO E NON OLTRE 15 GIORNI dalla ricezione della comunicazione”. Ciò nonostante, ancora in data 13.12.2000, è stata tenuta presso l’albergo-ristorante “La Catusa”, una riunione operativa, convocata dal sindaco del comune di S.Giorgio Lucano, alla quale il Presidente della Soc.Coop. non ha partecipato, comunicando per iscritto l’impossibilità a partecipare a causa di un impegno precedentemente preso, ribadendo che il mancato avvio dei lavori era dovuto all’assenza di condizioni strutturali quali energia elettrica e viabilità e chiedendo, pertanto, l’autorizzazione al rinvio dell’inizio dei lavori al momento in cui tali condizioni fossero state assicurate. La delibera in questione, al riguardo, osserva che la Soc. Il Samaritano è subentrata nel contratto di gestione della Colonia Montana al precedente affidatario in virtù di una delibera comunale del 26.11.1998, allorché “le condizioni strutturali di viabilità ed elettrificazione presentavano le identiche pro-
238
Come detto, i lavori non sono iniziati, “a causa della mancanza di energia elettri-
ca e di una strada appropriata per raggiungere la località “la Catusa” (allocazione
investimento) a causa di contenzioso tra Ente Parco del Pollino e Enel”.
Il soggetto istruttore (Banco di Napoli) ha comunicato155 al riguardo, su precisa
richiesta della Corte, di non aver conosciuto tali circostanze prima della conclusione
della relazione istruttoria (30.11.1998) e che le stesse non risultano dalla documen-
tazione presentata dall’azienda richiedente (domanda di contributo con relativa
scheda tecnica, Business Plan, relazione descrittiva delle caratteristiche tecnico-
progettuali degli investimenti da realizzare).
Peraltro, l’Istituto bancario rileva che, nella scheda tecnica, l’azienda indicava
“quali atti necessari all’avvio della realizzazione dell’opera unicamente la concessio-
ne edilizia e la licenza per l’esercizio dell’attività alberghiera-ristorativa”.
Dal fatto che la stessa ditta beneficiaria abbia indicato, nella scheda tecnica, di
poter realizzare l’opera nel periodo tra l’1.1.1999 ed il 31.12.2000 e che l’istruttoria
bancaria si sia conclusa, come detto, in data 30.11.1998, il soggetto istruttore de-
sume che “risulta evidente che la stessa azienda non ha previsto particolari difficol-
tà per un celere avvio a realizzazione dell’opera”.
Il soggetto istruttore, inoltre, ha comunicato di essere venuto a conoscenza delle
circostanze impeditive dell’avvio dei lavori solo in data 7.3.2001, a seguito della
comunicazione del S.R. con la quale quest’ultimo esprimeva al MTBPE il proprio pa-
rere favorevole alla concessione di una proroga di sei mesi per l’inizio dei lavori.
Occorre a questo punto sottolineare che, ancora in data 7.3.2001 (e dopo tutte
le vicende che sono state del tutto brevemente riassunte prima nel testo ed in no-
ta), il S.R. esprimeva pareri favorevoli alla concessione di una proroga per l’inizio
dei lavori.
Nel secondo caso (ditta Falabella Egidio & C. S.r.l.), l’investimento totale previsto
ammonta a L. 933.800.000, di cui è stato considerato ammissibile a contributo
pubblico un investimento di L. 830.000.000.
L’onere a carico dello Stato è di L. 600.000.000, pari al 72,29% dell’investimento
ammissibile.
In ordine alle cause del mancato avvio dell’iniziativa, il S.R. ha comunicato che
“L’imprenditore ha realizzato un capannone di 2000 mq. non compreso nel progetto
blematiche in cui versano attualmente ed era quindi ben consapevole delle eventuali difficoltà che si sa-rebbero in seguito riscontrate”. Dopo un’ultima diffida, in data 3.04.2001, e considerato che la convenzione sopra citata prevede il carattere essenziale di tutte le clausole e che la violazione anche di una soltanto di esse comporta l’immediata risoluzione del contratto e, tra l’altro, il conseguente rilascio della struttura, la delibera dispone, come detto, la risoluzione del contratto “per gravi inadempienze contrattuali quali man-cato avvio della gestione, mancata sorveglianza della struttura, mancato pagamento di canoni semestrali già maturati”.
239
del patto. Appena completata la struttura acquisterà le attrezzature comprese nel
progetto approvato. Ha chiesto una variazione al progetto approvato, in istruttoria
al Banco di Napoli”.
Il Soggetto istruttore ha comunicato156, al riguardo, di aver favorevolmente esa-
minato tale richiesta e che “la variazione progettuale si sostanzia nella rinuncia
all’acquisto di uno dei due torni originariamente previsti e nell’inserimento, nel pro-
gramma di investimento, di opere murarie relative alla realizzazione di un piccolo
fabbricato servizi e di un muro di sostegno in cemento armato, oltre alle spese di
progettazione e suolo”.
Oltre alle due appena citate, altre 8 iniziative risultano ancora non avviate al
31.12.2000, per vari motivi che vanno dai soliti problemi burocratici denunciati dal
S.R. (mancato rilascio delle concessioni edilizie, anche per motivi di vincolo ambien-
tale, nonché ritardi vari) ad alcune rinunce di fatto (non riscontrandosi più segnali
di interesse da parte dei soggetti coinvolti verso le iniziative economiche progetta-
te).
Alcuni problemi sono di difficile soluzione, in quanto richiedono interventi risolu-
tivi probabilmente incompatibili con i tempi di attuazione del Patto Territoriale.
Ciò si verifica, ad es., nei casi in cui sono necessarie varianti urbanistiche (per la
localizzazione di alcune iniziative) di competenza della regione Basilicata oppure
sussiste un contenzioso tra il Demanio ed un’impresa (poiché l’iniziativa dovrebbe
sorgere su un alveo di fiume di proprietà del Demanio).
Infatti, per 6 iniziative è stata richiesta o è stata manifestata l’intenzione di chie-
dere una proroga per l’inizio delle attività.
Per 3 iniziative (oltre, quale quarta iniziativa, quella della Soc. Coop. Il Samari-
tano, di cui s’è ampiamente trattato e per la quale, prima della revoca, era stata
avanzata richiesta di proroga), invece, il S.R. ritiene inevitabile la revoca poiché le
“Imprese titolari delle agevolazioni….non hanno attivato l’investimento né si sono
dimostrati interessati nonostante i solleciti inviati”.
Delle tredici iniziative formalmente avviatesi al 31.12.2000, ben cinque dichiara-
no di aver speso meno di L. 100.000.000 e, di esse, due hanno speso meno della
metà dei contributi pubblici fino ad ora percepiti.
Di seguito è riportata una tabella (tabella 1) con i dati più significativi, attual-
mente disponibili, relativi alle singole iniziative approvate.
155 Si veda la nota del 12.6.2001 del Banco di Napoli. 156 Si veda la già citata nota del 12.6.2001 del Banco di Napoli.
240
Si precisa al riguardo che il soggetto istruttore ha comunicato157 (vedi tab. 2)
che il fabbisogno totale delle singole iniziative è costituito dalla somma della “spesa
accertata” (cioè della spesa ritenuta congrua in sede istruttoria) e del capitale
d’esercizio richiesto per la normale gestione dell’attività158.
Ciò in quanto l’art.3, punto 5 della Convenzione tra il MTBPE ed il soggetto istrut-
tore ha previsto, tra l’altro, che l’accertamento della validità finanziaria delle attività
imprenditoriali affidato a quest’ultimo dovesse fare riferimento al piano finanziario
per la copertura non solo dei fabbisogni derivanti dalla realizzazione degli investi-
menti (“Spesa accertata”) ma anche di quelli derivanti dalla normale gestione (“Ca-
pitale d’esercizio”).
Pertanto, “eventuali fonti eccedenti rispetto agli impieghi in termini di capitali fis-
si (colonna “Spesa accertata”159) sono state ipoteticamente destinate alla copertura
dei fabbisogni scaturenti dalla gestione corrente, stimati, in sede istruttoria sulla
base dei giorni di rotazione e dilazione tipici dei rispettivi settori di appartenenza”.
A precisazione di quanto comunicato, il soggetto istruttore ha trasmesso una ta-
bella, che si riporta di seguito (tabella 2), che indica, a differenza della tabella 1,
anche la “spesa accertata” (cioè, come già detto, la spesa per la realizzazione degli
investimenti ritenuta congrua in sede istruttoria) e che, inoltre, include, tra le “altre
fonti”, anche le risorse destinate alla copertura del “fabbisogno in termini di capitale
d’esercizio scaturente dalla gestione corrente” ed “essenzialmente consistenti in de-
biti a breve termine”160.
157 Si veda la nota del 3.7.2001 del Banco di Napoli. 158 Per tale motivo, nella tabella 1, la somma degli importi, per ciascuna iniziativa, delle colonne 6 (onere Stato), 8 (mezzi propri) e 10 (altre fonti) spesso superano non solo l’importo della colonna 5 (investimento ammissibile previsto), ma anche quello della colonna 4 (che rappresenta l’investimento totale previsto nel-la domanda di contributo). 159 Si veda la tabella 2 fornita dal soggetto istruttore in allegato alla sopra citata nota del 3.7.2001. 160 Per questo motivo non c’è coincidenza tra le somme indicate nelle colonne “altre fonti” delle tabelle 1 e 2.
241
Patto Territoriale “Area sud Basilicata”
Tab. 1
Situazione al 31.12.2000
Denominazione e Investimento Investimento Altre Contributi Speso Occ.ne prevista Occupati
Ragione sociale Comune totale ammissibile 6/5 8/5 fonti erogati al 31/12/00 al 31/12/00 12/4 aggiuntivi totale aggiuntivi
iniziative programmate previsto
previsto
Onere stato
%
Mezzi pro-pri
% a lire %
a regime nr.
al 31.12.00
n.r. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
1 Art. Legno di Carloma-gno A.
Lauria 670.000.000 670.000.000 469.000.000
70,00% 201.000.000
30,00% 234.497.500 168.870.000 25,20% 2 9 1,0
2 L.A.P. Soc. Coop a.r.l. Latronico 1.520.000.000 1.480.000.00
0 1.262.200.
000 85,28% 550.000.00
0 37,16% 420.730.830 811.011.189 53,36% 7,5 15 4,5
3 Limongi Michele Maratea 1.958.000.000 1.896.000.00
0 1.540.200.
000 81,23% 800.000.00
0 42,19% 200.000.
000 769.997.500 921.599.953 47,07% 8 8 0,0
4 Laurigomme Srl Lauria 1.750.000.000 1.350.000.00
0 1.000.000.
000 74,07% 550.000.00
0 40,74% 333.330.830 513.280.000 29,33% 7 21 0,0
5 Soc Coop. Il Samarita-no arl
Potenza 941.000.000 882.000.000 441.000.000
50,00% 300.000.000
34,01% 300.000.000
220.497.500 R 0 0,00% 7 7 0,0
6 R.G.S.di Palazzo Snc Senise 551.000.000 515.000.000 388.000.000
75,34% 277.000.000
53,79% 193.997.500 421.770.000 76,55% 2 8 1,0
7 Cirigliano Paolo Noepoli 342.100.000 312.000.000 259.000.000
83,01% 176.000.000
56,41% 129.497.500 59.100.000 17,28% 2 2 0,0
8 Egidio Abitante di Mar-ziale M
Francavilla 934.000.000 934.000.000 650.000.000
69,59% 350.000.000
37,47% 216.664.170 230.000.000 24,63% 5 10 7,0
9 Falabella Egidio & C. Srl
Latronico 933.800.000 830.000.000 600.000.000
72,29% 344.000.000
41,45% 600.000.000
299.997.500 P 0 0,00% 3,5 12 0,0
10 Martino Eduardo Rivello 1.015.000.000
832.000.000 595.000.000
71,51% 255.000.000
30,65% 166.400.000
297.497.500 558.034.000 54,98% 5 5 0,0
11 Caucci Domenica Trecchina 520.000.000 517.000.000 359.100.000
69,46% 213.000.000
41,20% 119.664.170 50.000.000 9,62% 3 4 0,0
12 Agrello Giacomo Castelluccio 265.000.000 235.000.000 208.200.000
88,60% 100.000.000
42,55% 69.378.500 79.000.000 29,81% 1 1 0,0
13 Castelluccio Raffaele Senise 1.048.000.000 1.048.000.00
0 759.500.00
0 72,47% 351.000.00
0 33,49% 0 44.800.000 4,27% 3 3 0,0
14 Tipografia Zaccara Snc Lagonegro 1.840.000.000 1.840.000.00
0 1.200.000.
000 65,22% 700.000.00
0 38,04% 0 114.569.000 6,23% 4 7 0,0
15 Valzoo Srl Cersosimo 1.690.000.000 1.690.000.00
0 1.209.800.
000 71,59% 507.000.00
0 30,00% 0 60.700.000 3,59% 6 6 6,0
16 Propato Egidio Viggianello 470.000.000 406.000.000 282.400.000
69,56% 141.000.000
34,73% 100.000.000
0 P 0 0,00% 4 4 0,0
17 Artigian Pietre Srl Rotonda 1.000.000.000
990.000.000 770.000.000
77,78% 396.000.000
40,00% 110.000.000
0 P 0 0,00% 1 3 0,0
18 Coop Valle Frida arl S. Severino 1.765.000.000 1.600.000.00
0 800.000.00
0 50,00% 484.000.00
0 30,25% 650.000.
000 0 P 0 0,00% 8,9 15 0,0
19 Hotel La Tana di Saler-no A.
Maratea 3.334.000.000 3.165.000.00
0 1.582.500.
000 50,00% 1.060.000.
000 33,49% 720.000.
000 0 P 0 0,00% 12 17 0,0
20 A.L.I.TUR Srl Maratea 3.659.000.000 3.420.000.00
0 1.710.000.
000 50,00% 1.200.000.
000 35,09% 800.000.
000 0 P 0 0,00% 14,7 17 0,0
21 Amorosi Vincenzo Francavilla 220.000.000 220.000.000 195.000.000
88,64% 105.000.000
47,73% 0 R 0 0,00% 2 3 0,0
22 Fulco Pietro Nemoli 550.000.000 550.000.000 408.000.000
74,18% 175.000.000
31,82% 0 R 0 0,00% 15 15 0,0
23 Titan Di Bentivoglio Snc
Agromonte 382.000.000 382.000.000 142.000.000
37,17% 198.000.000
51,83% 100.000.000
0 R 0 0,00% 3 3 0,0
TOTALE
27.357.900.000
25.764.000.000
16.830.900.000
65,33% 9.433.000.000
36,61% 3.746.400.000
3.305.751.000
4.032.734.142
14,74%
126,6 195 19,5
Fonte: elaborazione della Corte dei conti su dati forniti dal S.R. e dal Soggetto Istruttore.
P = Richiesta di PROROGA
242
R = Richiesta di REVOCA a: la colonna "altre fonti" comprende fonti interne aziendali oppure finanziamenti (mutui).
243
Codice Denominazione sociale
Spesa accertata
(Lm) (a)
Spesa ammissibi-le (Lm)
Capitale d'eserci-zio (Lm)
(b)
Totale fabbisogno
(a+b)
Onere dello Sta-
to (Lm) (c)
Mezzi propri
(d)
Fin.ti a m/l
termine (e)
Altre fonti
(f)
Totale fonti di
copertura (c+d+e+f
)
PZ 030 Fulco Pietro 550,0 550,0 121,5 671,5 408,0 175,0 150,0 733,00
PZ 001 Azienda Agricola Castellaccio Raffaele
1.048,0 1.048,0 222,0 1.270,0 759,5 351,0 160,0 1.270,50
PZ 010 Cirigliano Paolanto-nio
342,1 312,0 25,0 367,1 259,0 176,0 435,00
PZ 032 Caocci Domenico 520,0 517,0 133,0 653,0 359,1 213,0 80,9 653,00
PZ 107 Valzoo Srl 1.690,0 1.690,0 219,0 1.909,0 1.209,8 507,0 193,0 1.909,80
PZ 091 Centro Spesa da Gi-no di Propato Egidio
470,0 406,0 75,7 545,7 282,4 141,0 100,0 22,7 545,70
PZ 086 ART-LEGNO di Car-lomagno Antonio
670,0 670,0 34,0 704,0 459,0 201,0 50,0 720,00
PZ 093 Egidio Abitante Le-gnami di Marziale Maria Teresa
934,0 934,0 83,8 1.017,8 650,0 350,0 50,0 1.050,00
PZ 012 Martin o Edoardo 1.015,0 832,0 545,4 1.560,4 595,0 255,0 250,0 466,4 1.566,40
PZ 011 Laurigomme Srl 1.750,0 1.350,0 771,0 2.521,0 1.000,0 550,0 1.024,5 2.574,50
PZ 017 R.G.S. di Palazzo G. & F.lli Snc
551,0 515,0 174,0 725,0 388,0 277,0 60,0 725,00
PZ 008 L.A.P. S.c.r.l. 1.520,0 1.480,0 287,0 1.807,0 1.262,0 550,0 1.812,20
PZ 016 Artigian Pietre Srl 1.000,0 990,0 193,4 1.193,4 770,0 396,0 110,0 1.276,00
PZ 028 Titan di Bentivoglio Rocco e Nigro Do-
menico Snc
382,0 382,0 0,0 382,0 142,0 198,0 100,0 440,00
PZ 087 Falabella Egidio & C. Srl
933,8 830,0 329,3 1.263,1 600,0 344,0 319,1 1.263,10
PZ 079 Agrello Giacomo 265,0 235,0 40,0 305,0 208,2 100,0 308,20
244
PZ 102 Amorosi Vincenzo Franco
220,0 220,0 48,1 268,1 195,0 105,0 300,00
PZ 025 Tipografia Cav. Dott. G.C. Zaccaro di Erminia Fusco &
figlio Snc
1.840,0 1.840,0 202,0 2.042,0 1.200,0 700,0 160,0 2.060,00
PZ 031 Coop. Di solidarietà "Il samaritano" Srl
941,0 882,0 70,0 1.011,0 441,0 300,0 270,0 1.011,00
PZ 043 A.L.I.T.U.R. Srl 3.659,0 3.420,0 334,5 3.993,5 1.710,0 1.200,0 700,0 390,0 4.000,00
PZ 044 Hotel "La Tana" di Salerno Aldo
3.334,0 3.165,0 165,7 3.499,7 1.582,5 1.060,0 600,0 260,0 3.502,50
PZ 049 Limongi Michele 1.958,0 1.896,0 24,0 1.982,0 1.540,2 800,0 200,0 2.540,20
PZ 055 Coop. Valle Frida Srl 1.765,0 1.600,0 124,5 1.889,5 800,0 484,0 450,0 200,0 1.934,00
Totali e valori medi 27.357,9 25.764,0 4.222,9 31.580,8 16.830,9 9.433,0 2.510,0 3.856,6
32.630,50
10.4. Valutazioni.
Il S.R. non è stato, fino ad ora, in grado di attuare un monitoraggio effettivo delle iniziative e di approntare azioni dirette ad individuare e, se
possibile, rimuovere gli ostacoli all’avvio delle stesse.
In tal senso è anche la valutazione del MTBPE – Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negozia-
ta161 che ha, tra l’altro, invitato il S.R. ad individuare le iniziative non più attivabili ed a rimodulare il Patto con le risorse resesi disponibili per
nuove iniziative.
Inoltre il direttore generale del Servizio per la Programmazione Negoziata ha giudicato, con nota n.44041 del 20.11.2000162, inviata al S.R.
e, per conoscenza, all’Unità di verifica degli investimenti pubblici (UVER), non soddisfacenti le relazioni semestrali sullo stato di attuazione del
Patto fino a quel momento trasmesse dal S.R..
Infatti, si legge nella nota sopra citata, tali relazioni che, ai sensi del punto 2.5 della delibera CIPE n.29 del 21.3.1997, devono evidenziare i
risultati e le azioni di verifica e monitoraggio svolte, i progetti non attivabili o non completabili e la conseguente disponibilità delle risorse non
utilizzate, ove derivanti dalle specifiche somme destinate dal CIPE ai Patti Territoriali, “si limitano a riportare il quadro generale delle iniziative
161 Si veda la nota n.38560 del 11.10.2000.
245
ammesse al finanziamento in base alle relazioni istruttorie conclusive della Banca convenzionata. A rappresentazione dello stato di avanzamen-
to al 30 giugno 2000 sono indicate le dieci ditte per le quali è stata erogata l’anticipazione senza però fornire alcun elemento per quanto con-
cerne lo sviluppo reale dell’investimento attivato da ciascuna di esse alla data di riferimento, rappresentativo del loro effettivo stato di attuazio-
ne”.
La nota richiamata, quindi, data “l’evidente incompletezza dei dati forniti rispetto alle previsioni del Patto”, prosegue con un invito al S.R. a
provvedere “a dare corso a tutte le verifiche del caso, e ad assumere, in caso di riscontro di perdurante inerzia o di comportamenti palesemente
omissivi da parte dei soggetti beneficiari, tutte le iniziative ritenute necessarie per la tutela del Patto e, soprattutto, delle risorse pubbliche”.
Infine, con la nota in questione, il direttore generale del predetto Servizio chiede all’UVER di voler “valutare l’opportunità di prevedere,
nell’ambito del proprio programma operativo già avviato per tutti i Patti Territoriali, anche la verifica in loco sulle iniziative del Patto in argo-
mento”.
Sono state richieste notizie da parte della Corte circa l’effettivo svolgimento delle verifiche di cui sopra e circa gli esiti delle stesse.
Il MTBPE ha riferito, al riguardo, con nota n.16429 del 17.4.2001, che tali verifiche non sono state ancora effettuate.
Come già detto, solo con la relazione al 31.12.2000, il S.R. mostra un certo miglioramento nella capacità di acquisizione dei dati fisici e fi-
nanziari relativi alle iniziative ricomprese nel patto.
I solleciti del MTBPE nonché la consapevolezza dell’assoggettamento a controllo sulla gestione da parte della Corte dei conti, con la ricezione
delle varie richieste istruttorie, sembrano aver prodotto, di fatto, uno stimolo ad una maggiore operosità ed all’assunzione di decisioni, quali la
richiesta di alcune revoche (in numero di quattro, allo stato attuale), probabilmente assunte in ritardo (come ad. es. nel caso della Soc. Coop. Il
Samaritano).
In ordine alle annunciate richieste di proroghe (riguardanti, attualmente, dopo la revoca relativa alla iniziativa della Soc. Coop. Il Samarita-
no, 6 delle 10 iniziative non avviate), occorre ricordare che la deliberazione CIPE n.69 del 22.6.2000 ha disposto che “il Ministero del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica provvede alla revoca delle iniziative che non siano state avviate entro sedici mesi dalla trasmissione
alla Cassa depositi e prestiti dell’elenco degli interventi di ciascun Patto prevista al punto 2.11 della delibera 21 marzo 1997 n.29”.
La suddetta trasmissione, per quanto riguarda il Patto dell’Area Sud Basilicata, risulta essere intervenuta in data 7.9.1999, pertanto il termi-
ne dei 16 mesi di cui sopra è scaduto il giorno 7.1.2001.
162 Allegata alla nota n.46137 del 4.12.2000 del direttore generale del Servizio per la Programmazione Negoziata indirizzata alla Corte dei conti.
246
Agli atti della Corte risultano, allo stato, n.6 richieste di proroga (una delle quali, però, riguardava l’iniziativa, ora revocata, della Soc. Coop,
Il Samaritano) trasmesse tutte in data 22.2.2001 (e, quindi, tra l’altro, oltre la scadenza del termine) dal S.R. al MTBPE.
Di una 7^ iniziativa non ancora avviata al 31.12.2000 (ditta Falabella Egidio & C. S.r.l.), di cui pure era stata annunciata una richiesta di
proroga, nulla risulta in proposito.
Il S.R. ha solo comunicato l’avvenuto avvio dei lavori, che risultano, al 20.4.2001, pari a L. 328.000.000, mentre, come detto, il Soggetto i-
struttore ha riferito di aver esaminato favorevolmente una richiesta di variante di tale progetto.
247
Cap. 11. Il Patto Territoriale della provincia di Matera.
11.1. Le caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto163.
Il Patto nasce nel luglio 1995 su iniziativa della Provincia di Matera, allo scopo di promuovere un modello di sviluppo economico basato sulla
concertazione delle parti sociali, delle istituzioni e delle imprese.
L’area geografica oggetto dell’intervento può essere suddivisa in quattro macro-aree:
1) il comune di Matera ed i comuni limitrofi all’area urbana (Montescaglioso, Miglionico, Pomarico);
2) la parte centro-occidentale della Provincia tra il comune di Matera e Melfi;
3) la fascia Jonica-Metapontina;
4) la zona interna e la fascia basentana, territorio di collegamento con il versante Potentino.
Dall’analisi dei dati del Censimento ISTAT 1991, emerge che nella Provincia di Matera opera circa il 33% delle unità locali164 della Basilicata.
Le quattro aree suddette presentano diversa propensione all’imprenditorialità: così la prima area (39% delle unità locali materane) e l’area
della fascia Jonica-Metapontina (36%) racchiudono il 75% delle unità locali della provincia.
Il materano presenta un numero molto elevato di attività nel campo del commercio, settore ad elevata polverizzazione (a fronte del 42,3% di
unità locali sul totale vi è solo il 20% di addetti sul totale).
I settori delle costruzioni (13% delle unità locali) e dei servizi (12%) hanno un numero di unità locali superiore a quello dell’industria mani-
fatturiera nel suo complesso (1253 unità locali, pari al 10% del totale).
Ben 2153 unità della provincia (17%) fanno capo al settore pubblico.
Tale distribuzione settoriale non presenta difformità significative rispetto a quella della Basilicata nel suo complesso.
Dall’analisi della distribuzione degli addetti nei vari macro settori emerge una buona capacità di assorbimento di manodopera del settore
manifatturiero (19% degli addetti totali, contro il 16,6% a livello regionale) a differenza del settore commercio e servizi; l’apparato statale oc-
cupa il 32% degli addetti della provincia (il dato a livello regionale è il 33%).
163 I dati riportati in questo paragrafo sono tratti dal testo approvato del Patto. 164 Unità locale: luogo variamente denominato (stabilimento, laboratorio, negozio, officina, ristorante, albergo, bar, ufficio, agenzia, magazzino, studio professionale, abitazione, ecc.) in cui si realizza la produzione di beni o nel quale si svolge o si organizza la prestazione di servizi destinabili o non destinabili alla vendita. L’unità locale è topograficamente individuata in un’unica località (provincia, comune, sezione di censimento), nella quale lavorano o alla quale fanno riferimento una o più persone, eventualmente a tempo parziale, per conto di una stessa impresa.
248
11.2. Gli obiettivi del Patto165.
Gli indirizzi di fondo che il Patto si propone di perseguire, in una logica di sviluppo, sono:
a) consolidamento, ampliamento ed innovazione del sistema produttivo esistente, nonché creazione di nuove imprese, possibilmente
all’avanguardia sul piano tecnologico, operanti in un contesto competitivo e con forti ricadute occupazionali;
b) armonizzazione degli interventi nei vari settori considerati.
Gli obiettivi da raggiungere sono stati individuati nei seguenti punti:
• Ampliamento della base produttiva.
• Riduzione della disoccupazione.
• Emersione del lavoro sommerso.
• Miglioramento qualitativo e quantitativo della ricettività turistica.
• Sviluppo e razionalizzazione di settori tipici.
• Miglioramento delle condizioni ambientali.
Per il raggiungimento di tali obiettivi le linee strategiche del Patto sono state indirizzate prevalentemente nel comparto manifatturiero ed a-
gro-industriale, assecondando in tal modo la vocazione principale del territorio, con un’attenzione non trascurabile agli interventi di potenzia-
mento dell’offerta turistica e dei servizi.
Il tutto dovrebbe essere realizzato in coerenza con il Piano Regionale di Sviluppo ed il Piano Provinciale di Sviluppo (anche se, per la verità, il
P.R.S. 1998-2000 è stato approvato solo in data 8.2.2000, mentre il P.P.S. risulta essere ancora in corso di definizione), nonché con l’Intesa i-
stituzionale di programma Governo-Regione per il Quadro di sostegno comunitario 2000-2006, al fine di costruire il “Sistema Basilicata”.
11.3. Le iniziative approvate.
Anche l’Amministrazione Provinciale di Matera ha individuato, ai sensi del punto 2.10.1 della delibera CIPE n.29 del 21.3.1997, il Banco di
Napoli S.p.a. quale soggetto istruttore convenzionato con il MTBPE.
165 I dati riportati in questo paragrafo sono tratti dal testo approvato del Patto.
249
Le iniziative che hanno ottenuto il parere positivo di ammissibilità in sede d’istruttoria sono 18 (di cui 6 per il settore manifatturiero vario, 6
per il settore alimentare, 2 per il settore turismo-attività culturali, 2 per il settore ecologia riciclaggio e 2 per il settore servizi) su 31 progetti
presentati.
Gli investimenti complessivi previsti nelle domande di contributo sono pari a L. 61.185.900.000, di questi sono stati giudicati ammis-
sibili a contributo pubblico investimenti pari a L. 51.102.600.000.
L’onere a carico dello Stato è di L. 32.071.900.000 (corrispondente a circa il 63% degli investimenti previsti ritenuti ammissibili), mentre i
mezzi propri ammontano a L. 21.218.900.000166 (pari ad una media del 41,52% dell’investimento ammissibile previsto).
Come già riferito, l’ammontare dei mezzi propri apportato per ciascuna iniziativa non può essere inferiore al 30% dell’investimento ammissi-
bile previsto per la stessa.
Inoltre, anche in questo caso, sono previste per talune iniziative, altre e ulteriori fonti di copertura (riportate in dettaglio nella tabella 3) che,
come s’è già rappresentato, il soggetto istruttore ha comunicato167 essere costituite da “fonti interne aziendali” o da finanziamenti a medio o a
lungo termine.
L’incremento occupazionale previsto è pari a 224 unità, con rapporto investimento/occupazione aggiuntiva =L. 228.136.607 e rapporto con-
tributo/occupazione aggiuntiva = L. 140.622.410.
Non sono previsti interventi infrastrutturali a valere sulle risorse assegnate dal CIPE.
Non è stato istituito il Comitato di verifica e coordinamento delle attività di assistenza tecnica ed amministrativa, poiché per questo Patto non
è stata richiesta l’autorizzazione ad avvalersi dell’assistenza tecnica.
Il Patto è stato approvato dal MTBPE – Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negoziata, con de-
terminazione del Direttore Generale n. 980 del 29 gennaio 1999, ai fini dell’inserimento nell’apposita graduatoria di cui al punto 1.2 della deli-
berazione CIPE del 9 luglio 1998 (concernente i Patti Territoriali di seconda generazione, finanziabili in relazione alle risorse disponibili in attua-
zione del punto 2.10.1 della deliberazione CIPE 21 marzo 1997).
La sottoscrizione del Patto è avvenuta il 25 maggio 1999.
166 Questo importo deve considerarsi, però, ridotto di lire 400.000.000. Infatti il soggetto responsabile ha comunicato che l’ammontare dei mezzi propri previsti per una iniziativa (NPM Immobiliare S.r.l.), è stato rideterminato (con una riduzione appunto di lire 400.000.000) dal Banco di Napoli “in conseguenza della riduzione a congruità dell’investimento assentito”. 167 Si veda la già citata nota del Banco di Napoli del 20.6.2001.
250
Le Amministrazioni sottoscrittrici del Patto sono: Provincia di Matera, C.C.I.A.A. di Matera, Comunità montane della Collina Materana, del
Medio Basento e del Basso Sinni, Comuni di Matera, Accettura, Aliano, Bernalda, Calciano, Cirigliano, Colobraro, Craco, Ferrandina, Garaguso,
Gorgoglione, Grassano, Grottole, Irsina, Miglionico, Montalbano Jonico, Nova Siri, Oliveto Lucano, Pisticci, Pomarico, Rotondella, San Giorgio
Lucano, San Mauro Forte, Scanzano Jonico, Stigliano, Tursi, Valsinni.
Altri soggetti hanno sottoscritto il Patto: istituti bancari (Banco di Napoli, Banca Nazionale del Lavoro, Banca di Roma, Banca Popolare di Pu-
glia e Basilicata, Banca Popolare del Materano, Monte dei Paschi di Siena, Banca Mediterranea, Artigiancassa Basilicata, CARIME); associazioni
(CGIL, CISL, UIL, API, Unione Industriali-Matera, Legacoop, Concooperative, Unasco, Agrobios Metapontum); Consorzio per lo Sviluppo Indu-
striale della Provincia di Matera; ENEA.
In qualità di S.R. del Patto, i sottoscrittori hanno provveduto ad individuare la “Svi.Mat” S.p.a., peraltro ancora in corso di costituzione, per
essere in linea con le prescrizioni dettate dal CIPE con la deliberazione del 21 marzo 1997 (punto 2.5).
Tuttavia, nelle more della costituenda società, la Provincia di Matera ha assunto funzioni di coordinamento al fine di supportare le attività
consequenziali.
Occorre puntualizzare che, comunque, tale esercizio di funzioni di coordinamento non esime dal considerare la Provincia di Matera (come an-
che la stessa conferma nella nota del 20.11.2000, prot. n. 18763) a tutti gli effetti S.R., come anche precisato nella nota dirigenziale
22.6.2000, prot. n. 24901 del MTBPE – Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negoziata.
Tra le ragioni del ritardo nella costituzione della “Svi.Mat” S.p.a. v’è anche il mancato versamento da parte di taluni dei sottoscrittori
dell’importo dei tre decimi168 delle prenotate azioni del capitale sociale, versamento necessario per la costituzione della citata società come
S.R..
Tale circostanza potrebbe, forse, essere interpretata anche come manifestazione, di fatto, di una non eccessiva fiducia, da parte di taluni
sottoscrittori, nell’idea guida del Patto o nella sua realizzabilità.
La stessa Provincia sta verificando la coerenza tra il piano originario di investimenti e gli investimenti effettuati, al fine di rilevare eventuali
scostamenti, da cui far originare una rimodulazione degli stessi.
Infatti, delle 18 iniziative approvate, quelle formalmente non ancora avviate al 23.10.2000 erano 5, mentre per le 13 iniziative dichiarate av-
viate l’investimento effettuato era complessivamente pari al 11,77%.
168 Vedasi l’art. 2329 C.C. e la nota del 26.5.2000, prot. n. 12080 della Provincia di Matera.
251
Di queste 13 iniziative, però, ben 4 erano ancora ferme allo 0,0% di investimento effettuato, mentre per altre 3 l’avanzamento delle spese
era pari, rispettivamente, allo 0,09%, al 2,98% ed al 5,94%.
L’importo totale degli investimenti eseguiti a quella data ammontava a L. 5.971.000.000, con un ben scarso incremento (L.
888.400.000) rispetto al dato del 30.6.2000.
La stessa occupazione aggiuntiva, sempre al 23.10.2000, era pari a n. 1 unità (su una occupazione aggiuntiva prevista a regime di 224 uni-
tà); le erogazioni relative al contributo pubblico previsto erano, alla medesima data, pari a L. 3.238.100.000 (con un incremento, rispetto al da-
to del 30.6.2000, di L. 647.000.000).
Lo stato di attuazione è, quindi, negativo.
Un certo miglioramento si coglie, tuttavia, dall’esame dei dati forniti per l’ultimo bimestre dell’anno.
Al 31.12.2000, infatti, l’ammontare degli investimenti realizzati risulta quasi raddoppiato ed è pari a L. 10.256.282.843 (che corrisponde al
16,76% dell’investimento totale previsto).
I contributi pubblici erogati ammontano a L. 5.566.906.670.
Non sono state richieste proroghe.
Le iniziative ancora ferme sono 4 (risultano, però, formalizzate, allo stato, due sole rinunce, mentre negli altri due casi il S.R. ha chiesto, in
data 27.11.2000, ai titolari di produrre atto di formale rinuncia all’iniziativa).
L’altra iniziativa che al 23.10.2000 risultava non avviata, presenta ora una spesa estremamente ridotta (L. 24.122.000, pari al 1,11%
dell’investimento previsto).
Occorre ancora sottolineare che vi sono altre 6 iniziative con spese sostenute, al 31.12.2000, inferiori al 10% dell’investimento totale previ-
sto e che, tra di esse, 3 iniziative presentano percentuali di realizzazione bassissime (pari allo 0,17%, al 1,39% ed al 3,75%).
Il dato più negativo è, però, quello degli occupati.
Infatti, l’occupazione aggiuntiva è ancora ferma ad una sola unità.
Le cause dei ritardi nelle realizzazioni sono varie e possono essere identificate nella caduta di interesse di alcune imprese (risultano, però,
formalizzate, come detto, solo due rinunce) o in problemi di tipo burocratico (ad es.: lungaggini e ritardi nel rilascio di pareri di vario tipo e di
concessioni edilizie), esterni alle imprese oppure interni alle stesse (relative, ad es., a modifiche di assetti societari o a ritardi nella presentazio-
ne di documenti).
252
Più avanti è riportata una tabella (tabella 3) con i dati più significativi, al 31.12.2000, attualmente disponibili, relativi alle singole iniziative
approvate.
Anche in questo caso il soggetto istruttore ha comunicato169 che il fabbisogno totale delle singole iniziative è costituito dalla somma della
“spesa accertata” (cioè della spesa ritenuta congrua in sede istruttoria) e del capitale d’esercizio richiesto per la normale gestione
dell’attività170.
Si rinvia a quanto già esposto al riguardo nella parte dedicata al Patto Territoriale “Area Sud Basilicata”, anche a spiegazione delle differenze
riscontrabili tra i dati riportati in tabella 3 e quelli della tabella 4 (trasmessa dal soggetto istruttore).
Occorre, inoltre, precisare che, per talune iniziative, gli importi dei mezzi propri, ricavati dalla relazione istruttoria conclusiva, sono stati cor-
retti, in tabella 3, a seguito di una precisazione che è stata richiesta dalla Corte al Banco di Napoli171.
Infatti, nel caso della Pragma Consult S.r.l, in tale relazione era riportato, quale quota di mezzi propri a carico della richiedente, l’importo di
L. 19.600.000 (pari al 23,96% dell’investimento ammissibile previsto, e, quindi, inferiore al 30% che è, come già detto, il minimo richiesto),
importo che, però, ha segnalato il soggetto istruttore, faceva “riferimento esclusivamente ai mezzi freschi da apportare da parte dei soci”.
Pertanto in sede istruttoria, “allo scopo di raggiungere il limite del 30% previsto dalla normativa – pari a L. 24,5 mln172- è stato previsto il
reinvestimento degli utili conseguiti nel 1997, limitatamente a L. 4,9 mln”.
Analogamente, nel caso dell’iniziativa Dimonte Rocca, nella relazione istruttoria conclusiva era stato indicato solo l’importo di L. 200.000.000
(pari al 14,36% dell’investimento ammissibile previsto) che faceva, anche in questo caso, “riferimento esclusivamente ai mezzi freschi da ap-
portare da parte del titolare”.
Quindi, in sede istruttoria, “allo scopo di raggiungere il limite del 30% previsto dalla normativa – pari a L. 417,9 mln - è stato previsto il
reinvestimento di risorse interne all’azienda, ammontanti a L. 407 mln al 31/12/97”.
Infine, nel caso dell’iniziativa Allione Alimentare Ionica S.p.a., il soggetto istruttore ha comunicato che, sempre nella relazione istruttoria
conclusiva, “è stato erroneamente indicato l’importo di L. 1.655 mln quale quota di mezzi propri a carico del richiedente”. Invece, nel piano fi-
169 Si veda la nota del 3.7.2001 del Banco di Napoli. 170 Per tale motivo, nella tabella 3, la somma degli importi, per ciascuna iniziativa, delle colonne 6 (onere Stato), 8 (mezzi propri) e 10 (altre fonti) spesso superano non solo l’importo della colonna 5 (investimento ammissibile previsto), ma anche quello della colonna 4 (che rappresenta l’investimento totale previsto nella domanda di contributo). 171 Si veda la nota del 18.6.2001 del Banco di Napoli, in risposta alla nota istruttoria n.525 del 15.06.2001. 172 Importo che, per arrotondamento, è stato riportato in tabella in lire 24.600.000, su successiva segnalazione del soggetto istruttore.
253
nanziario di copertura della spesa, presentato in sede istruttoria, “è stato previsto un apporto di mezzi propri per L. 2.700 mln, importo corri-
spondente al 32,2% della spesa agevolabile”.
Patto Territoriale della provincia di Matera Tab. 3
Situazione al 31.12.2000
Denominazione e Investi-mento
Investi-mento
Altre Contri-buti Speso
Occupazione prevista Occupati
ragione sociale Comune totale ammissibile
6/5 8/5 fonti
erogati al
al 31/12/00 12/4
aggiun-tivi totale aggiuntivi
Prog.
Inziative programma-te
previsto
previsto
Onere stato
%
Mezzi propri
% c lire %
a regime nr
al 31/12/00
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
Confezione e maglieria Lucana
1
di Scardillo Antonia Maria Bernalda 630.000.000 630.000.000 346.000.000
54,92% 190.000.000
30,16% 94.000.000 R 0,00% 7 14 0
2 I Pastai di Matera di Pe-tronella S.& C.
Matera 2.163.500.000 2.163.500.00
0 1.514.000
.000 69,98% 650.000.
000 30,04% 24.122.00
0 1,11% 8 8 0
3 CERERE S.r.l. Matera 13.541.000.000
12.056.100.000
a 9.105.600.000
75,53% 4.062.000.000
33,69% 4.266.547.500
7.739.727.622
57,16% 18 44 1
4 Sapori Mediterranei S.a.s.
Cirigliano 200.000.000 200.000.000 110.000.000
55,00% 80.000.000
40,00% 61.000.000 54.997.5
00 202.115.5
82 101,06% 1 1 0
5 SALCAS S.r.l. Stigliano 1.380.300.000 1.126.100.00
0 790.200.0
00 70,17% 425.000.
000 37,74% 270.000.0
00 93.585.00
0 6,78% 6 6 0
6 Eurosilvia di A. D'Ales-sandro & C. Snc
Colobraro 4.000.000.000 3.594.400.00
0 2.504.100
.000 69,67% 1.200.00
0.000 33,39% 400.000.0
00 150.000.0
00 3,75% 14 14 0
7 Cunicoop Valle del Bra-dano S.C. r.l.
Irsina 725.500.000 593.600.000 427.700.000
72,05% 270.000.000
45,49% R 0,00% 11 11 0
8 PROMIGE Soc. Coop. A.r.l.
Miglionico 963.000.000 828.400.000 567.400.000
68,49% 300.000.000
36,21% 283.700.000
650.000.000
67,50% 9 10 0
9 Parco Scient. BASEN-TECH S.p.A.
Matera 288.000.000 125.400.000 96.600.000
77,03% 86.400.000
68,90% 82.700.000
28,72% 1 1 0
10 PRAGMA CONSULT S.r.l. Matera 81.800.000 81.800.000 57.200.000
69,93% 24.600.000
30,07% 9.624.000 11,77% 2 7 0
11 Il Quadrifoglio di Popia V. & C. S.n.c.
Tursi 2.000.000.000 1.488.200.00
0 1.027.000
.000 69,01% 650.000.
000 43,68% 350.000.0
00 154.319.0
00 7,72% 8 8 0
12 Stigliano Antonio (Ditta individuale)
Rotondel-la
1.915.000.000 1.774.000.00
0 1.294.000
.000 72,94% 575.000.
000 32,41% 150.000.0
00 646.997.
500 610.487.5
50 31,88% 5 20 0
13 Allione Alimentare Ioni-ca S.p.A.
Poliporo 8.525.000.000 8.395.000.00
0 4.325.000
.000 51,52% 2.700.00
0.000 32,16% 4.000.000
.000 R 0,00% 53 73 0
14 NPM IMMOBILIARE S.r.l. Matera 18.000.000.000
13.708.000.000
6.854.000.000
50,00% b 7.400.000.000
53,98% 30.400.000
0,17% 54 54 0
15 Dimonte Rocca (Impre-sa individuale)
Bernalda 1.428.000.000 1.393.000.00
0 944.000.0
00 67,77% 417.900.
000 30,00% 262.000.0
00 314.664.
170 383.680.3
16 26,87% 5 7 0
16 B.N.G. S.a.s. di Iulia Berardino
Ferrandi-na
2.953.000.000
950.000.000 731.900.000
77,04% 1.464.000.000
154,11%
1.000.000.000
R 0,00% 15 15 0
17 G.E.O.S. S.r.l. Stigliano 1.097.500.000
744.100.000 522.600.000
70,23% 330.000.000
44,35% 350.000.000
15.300.000
1,39% 4 4 0
18 PUBLIDEA di Silvestri Antonio
Poliporo 1.294.300.000 1.251.000.00
0 854.600.0
00 68,31% 394.000.
000 31,49% 110.000.0
00 110.221.7
73 8,52% 3 9 0
TOTALE 61.185.900.000
51.102.600.000
32.071.900.000
62,76% 21.218.900.000
41,52%
7.047.000.000
5.566.906.670
10.256.282.843
16,76% 224 306 1
Fonte: elaborazione della Corte dei conti su dati forniti dal S.R. e dal Soggetto Istruttore.
254
a: l'importo della colonna 6 è stato rideterminato in L. 8.533.120.000 dal Banco di Napoli S.p.A. su richiesta del Ministero del Te-soro, in sede di istanza di erogazione del saldo della 1^ quota del contributo a titolo di anticipazione.
b: l'importo della colonna 7 è stato rideterminato in L. 7.000.000.000 dal Banco di Napoli S.p.A. a seguito della riduzione a con-gruità dell'investimento assentito.
c: la colonna "altre fonti" comprende fonti interne aziendali oppure finanziamenti (mutui). R: RINUNCIA o RISCHIO di REVOCA
255
Matera (codice MT 1.000)
Tab. 4
Denominazione
sociale
Spesa
accerta-
ta
(L.m.)
(a)
Spesa
ammisi-
bile
(L.m)
Capitale
di eser-
cizio
(Lm)
(b)
Totale
fabbiso-
gno
(L.m.)
(a+b)
Onere
dello Sta-
to
(L.m.)
(c)
Mezzi
propri
(d)
Finanzia-
menti a
me-
dio/lungo
termine
(e)
Altre
fonti
(f)
Totale
fonti di
copertura
(c+d+e+f
))
Confezioni e maglieria
lucana 630,0 630,0 0,0 630.0 346,0 190,0 94,0 630,0
MT
003
Pastai di Matera 2163,5 2163,5 264,0 2427,5 1514,0 650,0 0,0 263,.5 2427,5
MT
004
Cerere S.r.l. 12951,9 12056,1 979,3 13930,0 9105,6 4062,0 0,0 800,0 13964,6
MT
006
Sapori Mediterranei
S.a.s. 200,0 200,0 50,8 250,8 110,0 80,0 0,0 61,0 251,0
MT
007
SALCAS S.r.l. 1256,1 1126,1 223,4 790,2 790,2 425,0 0,0 270,0 1.485,2
MT
008
EUROSILVA di Adalgi-
sa D’Alessandro & C.
S.n.c.
3948,6 3594,4 1312,8 5261,4 2504,1 1200,0 400,0 200,0 5.304,1
MT
013
CUNICOOP Valle del
Bradano Soc. Coop. a 593,6 593,6 367,6 961,2 427,7 270,0 0,0 270,0 967,7
MT
015
PROMIGE S. Coop. a
R.L. 828,4 828,4 56,7 885,1 567,4 300,0 0,0 17,7 885,1
MT
022
Parco scientifico e tec-
nologico di Basilicata-
Basentach S.p.a.
125,4 125,4 12,7 138,1 96,6 86,4 0,0 - 183,0
MT
023
Pragma Consult S.r.l. 81,8 81,8 0,0 81,8 57,2 24,6 0,0 - 81,8
MT
027
Il Quadrifoglio S.n.c. 2000,0 1488,2 92,9 2092,9 1027,0 650,0 200,0 215,9 2.092,9
MT
030
Stigliano Antonio 1915,0 1774,0 774,3 2659,3 1294,0 575,0 0,0 850,0 2.719,0
MT
035
Allione Alimenatare
Ionica S.p.a. 8525,0 8395,0 8663,7 17188,7 4325,0 2700,0 0,0 10.163,
7
17.188,7
MT
037
NPM Immobiliare S.r.l. 13708,0 13708,0 120,0 13828,0 6854,0 7400,0 0,0 - 14.254,0
MT
040
Dimonte Rocca 1398,0 1393,0 170,8 1568,8 944,0 517,9 626,0 - 1623,9
MT
053
BNG S.a.s. di Iula Be-
rardino 2919,8 850,0 384,5 3.304,3 731,9 1464,0 0,0 1.108,4 3.304,3
MT
062
Geos S.r.l. 1097,5 744,1 190,9 1288,4 522,6 330,0 350,0 85,8 288,4
MT
070
Publidea di Silvestri
Antonio 1251,0 1251,0 107,3 1358,3 854,6 394,0 0,0 110,0 1.358,6
Totale 55593,
6
51.102,
6
13.741,
7
69.334.
4
32.071,9 21.218,
9
1.306,0 15.416,
0
70.012,8
256
11.4. Valutazioni.
Come illustrato in precedenza, lo stato di attuazione è sostanzialmente negativo.
La mancata costituzione del S.R. pone seri inconvenienti.
Infatti, nella relazione semestrale al 30.6.2000, la Provincia di Matera (che, co-
me detto, svolge temporaneamente tale ruolo) ha dichiarato che i ritardi negli a-
dempimenti iniziali di monitoraggio e verifica degli investimenti avviati (tanto che la
prima relazione semestrale sullo stato di realizzazione delle iniziative del Patto al
31.12.1999 è stata trasmessa solo in data 14.4.2000) sono stati determinati da
“difficoltà operative collegabili sinteticamente:
- alle difficoltà incontrate nella costituzione del S.R.;
- alla fisiologica pausa amministrativa conseguente alle elezioni amministrative
del giugno ’99, che sono coincise con la stipula del Patto e l’avvio delle attività di
gestione, per il comprensibile impatto politico istituzionale di tale strumentazione;
occorre inoltre evidenziare che una recente inaspettata crisi politica ha determinato
un momento di stasi amministrativa;
- per la novità applicativa della strumentazione e per la sua costante modifica-
zione normativa che ha prodotto incertezze di ruoli, compiti ed efficacia, tradottisi
da parte dei beneficiari in una sorta di diffidenza rispetto alla effettiva disponibilità
delle risorse finanziarie e di interlocuzione operativa”.
In disparte ogni considerazione circa le affermazioni del S.R. del Patto dirette ad
identificare, tra le cause dei propri ritardi negli adempimenti inerenti al monitorag-
gio ed alla verifica degli investimenti, la “fisiologica pausa amministrativa conse-
guente alle elezioni amministrative del giugno ‘99” e la “recente inaspettata crisi
politica” che ha determinato “un momento di stasi amministrativa”, occorre, per la
verità, sottolineare che la Provincia di Matera ha comunicato di aver chiesto, più
volte, al Servizio competente del Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E., ausilio per
superare le difficoltà incontrate, lamentando, però, al riguardo, l’assenza di risposte
adeguate a tali richieste173.
L’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (UVER) ha svolto una “visita sopral-
luogo”, nei giorni 11 e 12 luglio 2000, presso il S.R. del Patto, proprio “al fine di ac-
quisire i primi elementi sulle difficoltà di avvio delle iniziative relative al Patto stes-
so”.
173 Vedasi nota del 20.11.2000, prot. n. 18763 della Provincia di Matera.
257
Tale verifica, si evince dalla nota del 31.7.2000 n.30506174, indirizzata al Servizio
per la Programmazione Negoziata, con la quale l’UVER relaziona sugli esiti della
stessa, sembra però essersi limitata al mero esame della relazione semestrale al
30.6.2000, già predisposta dal S.R. ed, all’epoca, di imminente trasmissione al Ser-
vizio suddetto.
Da tale esame, secondo l’UVER, “sono emerse alcune indicazioni
sull’accelerazione nella realizzazione degli interventi”.
Si ritiene di riportare integralmente le osservazioni dell’UVER al riguardo:
“In particolare, mentre alla fine del secondo semestre 1999 delle 18 iniziative
previste dal Patto solo 4 risultavano avviate, per di più con stati di avanzamento
modesti, al 30.06.2000 gli interventi avviati erano 6, due dei quali con avanzamenti
significativi (34% e 48,3%).
Delle restanti 12 imprese, 5 sono in attesa di ricevere le necessarie autorizzazio-
ni (in particolare licenze edilizie) per l’apertura dei cantieri, mentre 7 non hanno
ancora inviato la documentazione richiesta né hanno formalizzata o, comunque,
manifestata alcuna volontà di rinuncia.
In sintesi si può, quindi, affermare che, allo stato, risultano avviate il 33,3% del-
le iniziative; dato, questo, di poco inferiore alla media (36%) degli interventi avvia-
ti, nei Patti di seconda generazione, come riportato nella relazione al Parlamento
redatta dall’UVER nel maggio c.a.
Nel merito si fa riserva di ulteriori approfondimenti, che saranno effettuati
nell’ambito di un apposito programma di verifiche da realizzare nel corso del cor-
rente anno”.
A quanto consta alla Corte, gli ulteriori approfondimenti cui sopra è fatto cenno
sono consistiti in due verifiche effettuate in loco per accertare lo stato di attuazione
di due delle 18 iniziative del Patto.
Si tratta della iniziativa “Cerere S.r.l.” (verifica svoltasi il 24.10.2000) e della ini-
ziativa “Stigliano Antonio” (verifica svoltasi il 25.10.2000).
In ordine alla prima iniziativa, la verifica ha evidenziato un ritardo di un anno
nella data di avvio dei lavori (dal 1.2.1999 al 14.3.2000), giustificato dall’impresa
beneficiaria con la ritardata approvazione del Patto, avvenuta il 26.4.1999.
La tempistica degli interventi è stata rideterminata, passando da 48 a 23 mesi.
L’impresa beneficiaria ed il direttore dei lavori hanno dichiarato all’UVER che
“l’iniziale ritardo, dovuto ai tempi registrati per il rilascio della concessione edili-
zia….sarà recuperato entro pochi mesi; probabilmente l’intervento sarà a regime
174 Allegata alla nota n.46137 del 4.12.2000 del direttore generale del Servizio per la Programmazione Negoziata inviata alla Corte dei conti.
258
entro la data originariamente prevista; tale recupero dei tempi sarà possibile anche
per la notevole esperienza, nel settore degli interventi per molini, dell’impresa inca-
ricata della realizzazione dei lavori”.
Per quanto riguarda, invece, l’iniziativa “Stigliano Antonio”, il rapporto di verifica
dell’UVER ha evidenziato, anche in questo caso, un ritardo di oltre un anno nella da-
ta di avvio dei lavori (dal 1.1.1999 al 15.5.2000), giustificato dall’impresa beneficia-
ria con “il consistente tempo richiesto per il rilascio della concessione edilizia”.
Anche questa volta, l’impresa beneficiaria ed il direttore dei lavori hanno dichia-
rato all’UVER che “l’iniziale ritardo, dovuto ai tempi registrati per il rilascio della
concessione edilizia….sarà recuperato entro pochi mesi; probabilmente l’intervento
sarà terminato entro la data originariamente prevista”.
Si legge ancora nel rapporto:
-“in occasione della verifica, si è potuto costatare lo spiccato “spirito imprendito-
riale” del titolare dell’impresa e l’elevata soddisfazione nei riguardi dello strumento
dell’intervento “Patti Territoriali”; sempre durante la verifica l’Impresa Beneficiaria
ha assicurato:
� la disponibilità di assumere alcune (3/4) delle nuove unità di personale previ-
ste (5) già durante l’anno 2001;
� che il contributo ottenuto non è stato sostitutivo rispetto alle previsioni di in-
vestimento imprenditoriali, ma a regime sarà aggiuntivo per quelle che sono
le potenzialità di sviluppo dell’impresa”.
260
Cap. 12. Sintesi delle valutazioni sull’attività ministeriale e sul-lo stato dei singoli Patti
12.1.1 Conclusioni sul supplemento istruttorio concernente l’attività
ministeriale
Come inizialmente ricordato, e come richiesto dalla Sezione centrale del control-
lo, rientra tra gli obiettivi della presente indagine completare l’esame della prece-
dente, approvata con deliberazione n°98/2000, in merito a quanto operato
dall’amministrazione centrale con particolare riguardo ai modi di scelta dei soggetti
esterni, per poi compiere analisi e valutazioni conseguenti all’attività ministeriale
nei rapporti con i soggetti responsabili e con singole iniziative.
Per quanto concerne gli approfondimenti compiuti con riguardo all’attività mini-
steriale nei modi di scelta con i soggetti esterni, si riassume quanto segue.
Alla richiesta della Sezione di acquisire delucidazioni in merito ad alcuni momenti
gestionali dell’attività svolta dal soppresso MTBPE, per dare attuazione alla delibera
CIPE del 21 marzo 1997 ed in particolare, di fornire più precisi elementi di cono-
scenza sulle modalità di svolgimento delle gare tenute per selezionare le società cui
sarebbero state affidate le attività di istruttoria e di assistenza, sulla intercorsa ap-
provazione delle convenzioni da parte del competente direttore generale, nonché di
rendere esplicite le motivazioni di ordine giuridico per cui l’ammministrazione aves-
se modificato tali convenzioni con un “comunicato”175. L’amministrazione dello stes-
so ha evidenziato, per quanto riguarda i chiarimenti circa le modalità di svolgimento
delle gare, una scarsa efficacia ed efficienza collaborativa, adducendo motivi di or-
dine logistico-organizzativo che, oltre a indurre il Controllo a ribadire il precedente
giudizio di difformità da quanto previsto nel bando e dalle norme concernenti
l’approvazione dei contratti, non possono non comportare una conclusione negativa
anche in ordine all’attività svolta dall’amministrazione centrale per questo profilo.
E’ inoltre da riferire che le citate convenzioni concernenti l’assistenza sono state
oggetto di procedura d’infrazione delle norme comunitarie che ha portato il CIPE a
sospendere l’autorizzazione ai soggetti responsabili ad avvalersi delle società con-
venzionate. E’ stata altresì disposta la sospensione dei pagamenti alle stesse, in at-
tesa che venissero sottoscritti i relativi decreti approvativi, il che porta a dover e-
stendere la valutazione negativa altresì all’efficacia degli atti posti in essere
dall’amministrazione nel periodo oggetto del richiesto approfondimento istruttorio.
Tale conclusione risulta avvalorata dalla comparazione con la gestione svolta dal
Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato nello stesso periodo, il
175 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 1998 n°175
261
quale legittimamente ha ritenuto che le convenzioni con i soggetti incaricati
dell’istruttoria di progetti d’investimenti per iniziative imprenditoriali in attuazione
della legge n°488/92 dovessero essere approvate dal Direttore Generale.
Per quanto riguarda, infine, il valore di normativa di riferimento del “comunica-
to”, mentre non si appalesa la natura dello stesso in quanto suscettibile di compor-
tare la disciplina delle conseguenze nelle convenzioni, in assenza dei requisiti per
qualificarlo, quanto meno, come norma regolamentare, si è riscontrato che le socie-
tà convenzionate hanno partecipato alla sua elaborazione nell’ambito delle riunioni
dei Comitati per la verifica ed il coordinamento delle attività di assistenza tecnica ed
amministrativa, sottoscrivendo dei moduli ad esso relativi, per cui non si può disco-
noscere il valore convenzionale dello stesso.
Per quanto riguarda gli altri aspetti della gestione centrale, particolarmente cen-
surabile sotto il profilo dei tempi, appare la mancata attuazione, alla data
dell’istruttoria, (primi mesi del 2001), del sistema di monitoraggio degli investimen-
ti pubblici, la cui creazione è finalizzata all’acquisizione d’informazioni
sull’attuazione delle politiche di sviluppo sulla base dell’attività di monitoraggio
svolta da appositi Nuclei, la cui regolamentazione appare ispirata, come affermato
dalla Corte costituzionale176, “ad enunciare principi di organizzazione riconducibili
alle esigenze della necessaria valutazione tecnico-economica delle decisioni concer-
nenti gli investimenti e del monitoraggio su scala nazionale degli stessi, in vista del-
la creazione di un quadro coordinato ed unitario, in raccordo anche con la disciplina
dei fondi comunitari e con le relative tecniche di programmazione, valutazione, mo-
nitoraggio e verifica”.
E’ da augurarsi che proprio dall’attività normativa e amministrativa conseguente
alla citata sentenza, che peraltro ha dichiarato illegittima la procedura stabilita
all’art.1 comma 4 della legge 17 maggio 1999 n°144 per l’approvazione del
D.P.C.M. con il quale dovevano essere indicate le caratteristiche organizzative co-
muni di tali nuclei, derivino i presupposti per una compiuta attuazione del sistema
dei controlli..
176 Sent. C.C. n°314 del 12 luglio 2001, dep.il 27 lug lio 2001;
263
2.1. Patti di prima generazione.
Per quanto concerne il secondo aspetto da approfondire, con riguardo alle analisi
e alle valutazioni conseguenti agli effetti dell’attività ministeriale nei rapporti con i
soggetti responsabili ed i titolari delle singole iniziative, dall’insieme delle indagini
descritte in precedenza nelle varie ipotesi poste a campione, si ricava che il dato
occupazionale per le iniziative non è disponibile che in pochi sporadici casi, in quan-
to gran parte delle stesse è ancora in corso e non è pervenuta alla fase di sviluppo
comportante assunzioni.
Nei pochi casi in cui esso è disponibile è risultato, con poche eccezioni (Lecce),
estremamente basso e non significativo per la valutazione dell’insieme del Patto,
poiché nessuno di questi risulta completato.
Il dato occupazionale in itinere è significativo nei frequenti casi in cui vi sono
degli scostamenti dal “business plan” peraltro indicato in sintesi solo nelle relazioni
dell’UVER, e dal cronoprogramma, ove riportato nelle relazioni del Soggetto respon-
sabile, e, nella maggioranza dei casi dove è stato possibile riscontrarlo, in grave ri-
tardo rispetto alle scadenze fissate nel piano medesimo.
A monte, specie prima della emanazione del d.m. 31 luglio 2000, concernente la
disciplina dell’erogazione delle agevolazioni relative ai contratti d’area ed ai Patti
territoriali, come risulta dalle relazioni dei soggetti responsabili, sta un quadro nor-
mativo complesso, scoordinato, inadeguato e in continua modificazione, che ha de-
terminato un forte rallentamento nel cammino delle intese locali, producendo incer-
tezze e disorientamento tra i soggetti protagonisti della concertazione , specie in
ordine agli interventi in corso d’attuazione, come nelle rimodulazioni a seguito delle
consistenti rinunce, e delle riconversioni della linea di sviluppo a seguito mutamenti
d’iniziative.
Le relazioni periodiche dei Soggetti responsabili appaiono basare i loro riscontri
su parametri eccessivamente generici ed astratti, come nel costo per unità occupa-
ta, che non può essere rapportato a indicatori semplicemente finanziari, ma deve
essere raffrontato con i parametri ISTAT relativi al settore produttivo e agli altri in-
dicatori relativi alla singola impresa, quali l’ubicazione, l’hinterland produttivo, la
mobilità esterna ed interna, ecc. che forniscono un dato ponderato.
Fermo restando che il giudizio non può ancora essere formulato relativamente al
termine delle iniziative, in generale si riscontra un grave ritardo per l’attuazione di
gran parte dei Patti di prima generazione, ed un elevatissimo tasso di mortalità per
le iniziative in esso proposte. Il termine di quarantotto mesi fissato nei decreti ap-
provativi dei Patti, la cui decorrenza è stata poi normativamente modificata, che i-
264
nizialmente per i Patti di prima generazione doveva scadere entro il corrente anno,
per alcune iniziative ha comportato uno slittamento di anni.
Tra le ragioni degli insuccessi dei singoli Patti, per quanto riguarda le iniziative
imprenditoriali in essi comprese, secondo quanto emerge dal campione esaminato,
si individuano: l’insufficienza dell’attività istruttoria a filtrare iniziative economica-
mente valide, segnalandosi in particolare, rispetto alle istruttorie bancarie,
l’eccessivo, pressoché generalizzato, decorso del tempo dell’avvio delle iniziative ri-
spetto alle previsioni; la diffusa indeterminatezza e genericità delle attestazioni sul
possesso dei mezzi propri; analisi di mercato talvolta decisamente negative rispetto
ad iniziative poi ammesse; divergenze fra istruttorie positive e situazioni realizzato-
rie modestissime inesplicabili in assenza di dati rivenienti da controlli interni e refer-
ti specifici; il richiamo improprio di alcune relazioni bancarie alla possibilità che
l’iniziativa potesse reperire risorse a carico di altre leggi agevolative
dell’investimento, la tardiva corresponsione delle stesse nei casi di maggiore rischio
d’impresa dei proponenti le iniziative; il coincidere in alcuni Patti di iniziative del
tutto nuove con quelle non decollate entro i termini previsti, o affatto decollate; il
deludente esito, allo stato delle realizzazioni, del tentativo di creare sinergie fra ini-
ziative pubbliche e private e fra imprese operanti in settori diversi e fra di loro col-
legati; il rilevante numero di rinunce; il numero di revoche in aumento rispetto ai
termini di realizzazione dei Patti; la conferma, sia pure in misura ridotta, del motivo
che inizialmente aveva indotto la Corte ad avviare la presente indagine, costituito
dall’eventualità che talune iniziative avessero chiesto doppia contribuzione, da parte
del MTBPE per i Patti Territoriali e da parte del MICA ai sensi della legge n. 488/92;
l’assenza di strumenti sistematici di valutazione continua sull’andamento dello
strumento pattizio; l’adozione, nei casi episodici di verifiche, di parametri di misura-
zione meramente finanziari, e la mancata utilizzazione di parametri a valenza più
propriamente economica, pur previsti dalle norme; la sottovalutazione di fenomeni
distorsivi nel territorio, quali la localizzazione delle aziende in rapporto agli sbocchi
produttivi e, per contro, l’adozione della rimodulazione quale unico strumento di ri-
medio alle cadute interne delle iniziative, senza indagare preventivamente sulla ca-
pacità di catturare le più valide proponibili per il tipo di interventi attuabili nella zo-
na; la carenza di reazione con verifiche e riconversioni produttive o con revoche che
consentissero prontamente di liberare risorse, di fronte agli scostamenti più rilevan-
ti rispetto ai programmi realizzatori e la sottovalutazione del coinvolgimento del ca-
pitale privato, che dovrebbe, semmai, essere aumentato.
In definitiva, la progressiva perdita di rilevanza metodologica della concertazio-
ne, limitata ad una funzione meramente iniziale della stessa sulle iniziative proposte
265
e la progressiva perdita di memoria, all’interno di ogni Patto, del significato ultimo
dello stesso, consistente nella politica di coesione fra privato e pubblico nelle varie
fasi dello sviluppo.
Connesso alla mancata sintesi tra le due componenti, se non concausa del feno-
meno, con rare eccezioni, quello del mancato o tardivo decollo delle infrastrutture.
L’aspetto delle sfasature temporali fra iniziative private e interventi pubblici pro-
grammati, in senso sfavorevole all’intervento pubblico, il quale avrebbe dovuto co-
stituire il punto di forza e di attacco di questo innovativo strumento delle politiche
di coesione, è quello che merita maggiore attenzione per il futuro ai fini della riusci-
ta del modello, cui devono essere applicate, da un canto, per quanto concerne il
pubblico, le più accurate forme di studi di fattibilità e dall’altro, per quanto concerne
il privato, le massime forme di semplificazione nei rapporti col pubblico (es. sportel-
lo unico per le imprese).
Devono peraltro denunciarsi sul fronte privato, alcune croniche carenze delle ini-
ziative che si sono affacciate all’ingresso nel Patto, costituite dalla scarsa valutazio-
ne e propensione al rischio d’impresa, dalla scarsa disponibilità ad immettere mezzi
propri e dalla generalizzata opposizione ad anticiparli, dalla fragilità del disegno
progettuale e dalle frequenti modifiche intercorse allo stesso nel corso della realiz-
zazione.
Tali considerazioni risultano avvalorate dalle conclusioni istruttorie relative ai
singoli patti che sono di seguito sintetizzate.
12.2.2. Benevento.
Alla data del 26 aprile 2001, per le iniziative comprese nel Patto, lo stato di a-
vanzamento dell’intervento secondo quanto dichiarato dal S.R. ammontava al
37,19% dell’investimento totale, considerando che due iniziative presentavano un
avanzamento pari al 100% e altre due un avanzamento pari allo 0% della spesa so-
stenuta. Per la realizzazione delle infrastrutture alla fine del 2000 si era provveduto
all’aggiudicazione dell’appalto.
Nel complesso, la diversità di decorrenza dell'inizio dell'attività di spesa prevista
rispetto a quella effettiva appare marcata, come anche la differenza fra le capacità
d'impegno tra singole iniziative; si conferma, in linea generale, la tendenza all'au-
mento di quest'ultima nell'ultimo biennio.
Il S.R. segnala il fenomeno dei pagamenti per cassa come irregolare, in contra-
sto con le direttive emanate in materia di contribuzioni pubbliche.
Frequentemente l’UVER avverte che "la dinamica occupazionale durante le fasi di
attuazione dell'investimento non è indicativa del raggiungimento dell'obiettivo oc-
266
cupazionale fino all'entrata in funzione delle linee produttive previste dall'investi-
mento",
Peraltro, si consideri che scopo di ogni attività di “report”sarebbe anche quello di
consentire di correggere tempestivamente eventuali scostamenti del cronopro-
gramma dalla realizzazione e della occupazione realizzata rispetto a quella prevista
alla data di entrata a regime dell'impianto, essendo lo sviluppo coordinato nel tem-
po l'obiettivo caratterizzante un Patto Territoriale, e non la semplice realizzazione
dell'impianto.
Molti imprenditori hanno ritenuto di non dover iniziare l’investimento se non ad
avvenuta erogazione della anticipazione, scambiando l’avvenuta concessione della
corrispondente fideiussione bancaria – avente, evidentemente, limitate finalità di
recupero dell’anticipazione stessa – come un requisito per la riscossione
dell’anticipo e, al tempo stesso, una condizione sospensiva per l’inizio dei lavori,
con il conseguente effetto di moltiplicazione dei ritardi.
Dalla relazione relativa all’ultimo semestre del 2000, inviata ad aprile 2001, il
numero degli occupati non è risultato definibile. Alla fine del successivo gli occupati
aggiuntivi dichiarati erano 35.
12.2.3. Brindisi.
Secondo i dati riportati nell’analisi che precede, alla data del 19/07/01, su un to-
tale di L.113.081,8 mln di investimenti ammessi, comprensivi di L.4.160 mln eroga-
te al Consorzio SISRI di Brindisi, erano stati deliberati dal CIPE L.76.236,2 mln.,
pari al 67,41%, di cui oggetto del decreto di provvisoria concessione contributiva
L.71.550 mln, pari al 63,27% ed erogati L.48.689,3 mln., pari al 43,05%.
Le rinunce hanno comportato una minore contribuzione pari a L.16.824,8 mln
(23,51% del contributo e al 14,87% dell’investimento), ed un minore investimento
per L.25.298,1 mln, pari al 22,37% dello stesso, le revoche una diminuzione degli
investimenti per L.6.457,5 mln, pari al loro 5,71% ed una diminuzione del contribu-
to pari a L.4.305,2 mln, corrispondente al 5,64% di quest’ultimo. I decreti di revo-
ca, lungi dal porre termine a situazioni di crisi e di ritardo piuttosto frequenti, non
hanno mancato di produrre con riguardo alle iniziative interessate, una situazione di
incertezza, caratterizzata da sospensioni delle revoche medesime e da un fitto con-
tenzioso, con effetti sulla possibilità di recupero delle risorse revocate ai fini della
riassegnazione delle risorse allo stesso Patto.
In ogni modo, secondo gli organi responsabili, puntando sulla rimodulazione dei
fondi residui per la seconda fase concertativa sull’attività turistica si sarebbe potuto
ottenere una positiva riutilizzazione dei fondi. La rimodulazione, in ogni caso, non è
267
riuscita ad evitare il problema della scarsa capacità del Patto di attirare iniziative
valide, e dalla caratteristica, per tale fase, di esaurire lo slancio concertativo in tan-
te piccole vicende trascinatesi nel tempo.
Diversi punti delle relazioni bancarie appaiono ripetitivi, come nel caso
dell’affidabilità tecnica, imprenditoriale e patrimoniale. Appare evidente la volontà
degli Istituti creditizi di non pregiudicare l’ammissibilità delle iniziative, laddove, in
luogo di una mera perplessità sulla loro fattibilità sarebbe occorso un giudizio più
esplicito.
Sulla base del raffronto fra tali documenti e le relazioni degli organi di monito-
raggio e dei S.R., pressoché generalizzato è il mancato rispetto del cronoprogram-
ma.
Troppo frequente appare anche quello relativo alle reali condizioni economiche e
patrimoniali del richiedente il contributo.
Frequenti anche le modifiche progettuali, non escluse quelle profonde, rispetto a
quello originario. Non mancano accenni critici di tali organi di monitoraggio e re-
sponsabili rispetto all’azione ministeriale, in particolare con riguardo alla ritardata
corresponsione dell’anticipazione. Ricorrenti, anche, da parte del S.R., gli accenti
critici nei confronti dell’istruttoria bancaria, che non avrebbe svolto in misura ade-
guata la funzione di filtro delle migliori iniziative.
Frequentissimi i casi di revoca del decreto provvisorio di concessione del contri-
buto.
Quasi completamente assenti le sinergie fra le singole iniziative e le possibilità
d’inserimento delle stesse in filiere industriali locali. Ricorrenti le divergenze fra ver-
samenti di mezzi propri previsti e versamenti effettivi. Non mancano episodi di ir-
regolarità contabili nella dimostrazione del possesso di tali mezzi, segnalate dagli
Istituti bancari e dagli organi di monitoraggio.
Purtroppo, le ipotesi che hanno dato origine alle indagini in materia di Patti Terri-
toriali da parte delle magistrature sia di controllo che ordinaria, e cioè la contempo-
ranea fruizione di diverse forme di intervento statale hanno ricevuto conferme, sia
pure limitate e fronteggiate in tempo utile, almeno nei casi denunciati.
Riscontrati altresì dei casi in cui, lo stato di avanzamento, a distanza di anni, si è
rivelato pari allo zero, pur in presenza di contributi corrisposti in fase di anticipazio-
ne.
Inesplicabili i casi in cui, a fronte di un inadempimento pressoché totale da parte
dell’impresa, e ad anticipazione di fondi cospicui non risulta ancora emanato il de-
creto di revoca del precedente di provvisoria contribuzione.
268
Non verificabile in modo generalizzato, tranne poche eccezioni, l’efficacia
dell’intervento, per assenza totale o quasi di occupati a causa del ritardo realizzato-
rio, soprattutto nelle ipotesi di nuove sedi o variazioni di linee produttive.
12.2.4. Enna.
Il dato relativo agli investimenti effettuati rispetto a quelli agevolabili è relativa-
mente soddisfacente (75%), mentre quello occupazionale si presenta, allo stato,
non elevato (14%).
In ogni modo, se si considera che la maggior parte delle iniziative sono state av-
viate negli anni 97/98, non può non osservarsi che l’attuazione del Patto, quanto
meno sul piano occupazionale, non può considerarsi particolarmente incisiva.
Peraltro, va tenuto conto che per poco più della metà degli interventi è prevista
l’entrata a regime nel corso 2001. In nove casi su venti, però, le schede di monito-
raggio, trasmesse dal S.R. “Centro Sicilia Servizi”, non indicano i dati relativi alla
“ultimazione/entrata in funzione/entrata a regime” degli interventi.
A ciò va aggiunto che i dati forniti omettono dal prendere in considerazione, per
le singole iniziative, i cosiddetti “cronoprogrammi”. Tali elementi, invece, rivestono
una rilevanza essenziale per valutare lo stato di raggiungimento degli obiettivi pro-
grammati rispetto alla programmazione effettuata, anche in relazione agli annun-
ciati ritorni occupazionali.
12.2.5. Lecce.
Rispetto alla previsione di partenza, a seguito di rinunce, revoche ed economie
da utilizzare in sede di rimodulazione, le iniziative ancora attive sono 56177 sulle 87
originarie.
L’indicatore delle erogazioni sull’importo ammesso risulta elevato (pari al
77,2%). Il risultato è ancora più soddisfacente se si considera che i Patti di prima
generazione mostrano, mediamente, un indicatore pari al 38% di risorse erogate su
quelle ammesse con decreto di concessione.
In relazione all’occupazione realizzata a fronte di quella aggiuntiva attesa, il ri-
sultato è pari al 49,9% di nuove unità occupate rispetto a quelle previste. Il dato
non supera quindi la metà dell’obiettivo prefissato. Al riguardo, occorre osservare
che se è ben vero che le iniziative concluse, rispetto a quelle ancora attive sono pari
269
al 42,8%, e che, quindi, non è ancora possibile avanzare valutazioni conclusive in
ordine al raggiungimento degli obiettivi occupazionali, è anche vero che i documenti
forniti dall’Amministrazione omettono di dare il dovuto risalto al rispetto, da parte
delle singole aziende, del cosiddetto “business plan”, che, è in pratica, il documento
di pianificazione temporale delle singole iniziative con riferimento al conseguimento
dell’obiettivo occupazione, tenuto conto del progressivo avanzamento dello stato di
realizzazione delle iniziative medesime.
12.2.6. Miglio D’Oro.
Il Patto Territoriale di Miglio d’oro si trova in uno stato di attuazione che è ben
lontano dal corrispondere alla realizzazione del piano generale degli investimenti
previsti dalla delibera del CIPE, i quali, secondo quanto in quella sede previsto, a-
vrebbero dovuto, ad oggi, essere stati completati.
E’ infatti risultato che l’intervento infrastrutturale si trova ancora in uno stadio i-
niziale, non essendo stato ancora approvato alcun progetto definitivo di recupero e
di riqualificazione dell’area, e che più della metà delle imprese indicate dalla delibe-
ra CIPE più volte menzionata ha rinunciato allo status di beneficiario, mentre sei di
quelle sono ancora in attesa del decreto di concessione.
Per quanto riguarda, invece, le iniziative avviate, è stato messo in luce come le
medesime abbiano ricevuto solo la prima rata (quattro di esse nei primi mesi
dell’anno in corso), e che una sola ditta ha fatto richiesta della seconda quota.
In tutto sono stati versati contributi per L.10.065 mln (L.7.965,25 mln per le ini-
ziative imprenditoriali e L.3.000 mln per l’intervento infrastrutturale), pari al
25,22% di quanto previsto quale onere dello Stato per le medesime iniziative.
Del resto, anche i dati relativi agli investimenti e all’occupazione evidenziano un
basso livello di avanzamento da parte del patto. Infatti dalle dichiarazioni rese dalle
ditte e comunicate, tramite il S.R., a questo organo di controllo, si evince che
l’investimento medio è attualmente pari al 29,81% di quello programmato e che il
numero degli occupati realizzati è di 37 unità a fronte delle 145 che le stesse im-
prese, una volta a regime, devono raggiungere. Va, inoltre, rilevato, che quasi tutte
le imprese dichiarano di non essere in grado di rispettare il cronoprogramma previ-
sto. Ora, pur tenendo conto che a seguito della delibera CIPE n.69 del 21 giugno
2000, il termine per la realizzazione degli investimenti è di 48 mesi decorrenti dalla
data di rilascio del decreto provvisorio di concessione, è verosimile credere che la
lentezza con cui è stato avviato l’investimento determinerà un ritardo nella creazio-
ne della nuova occupazione (e conseguentemente dello sviluppo della zona), so-
177 le iniziative che avevano ottenuto il decreto di provvisoria concessione erano 57;
270
prattutto in considerazione del fatto che per talune iniziative l’occupazione medesi-
ma potrà determinarsi solo successivamente alla realizzazione dell’intervento (trat-
tasi di alberghi).
Deve, peraltro, rappresentarsi che il S.R. ha avviato un procedimento di rimodu-
lazione di L. 16.401 mln, relativamente al quale è dato atto che è stato già effettua-
to l’esame di 12 progetti ed è in corso di pubblicazione la graduatoria.
L’avvio di tale rimodulazione consente di ritenere come ancora esista quella coe-
sione sociale che era riuscita a rendere possibile l’approvazione del Patto Territoria-
le in esame e, conseguentemente, sembra lecito sperare che – anche se con moda-
lità diverse da quelle previste in origine – possa in un prossimo futuro determinarsi
quello sviluppo locale che ad oggi non appare realizzato.
12.2.7. Nuoro.
Può rilevarsi come l’esame svolto sul Patto Territoriale di Nuoro abbia messo in
luce una situazione articolata e multiforme. Deve, infatti, darsi atto che per quanto
attiene all’unico intervento infrastrutturale, l’opera appare realizzata e il contributo
erogato è pari all’80% del finanziamento, mentre per quanto riguarda le iniziative
imprenditoriali i dati emersi evidenziano che un terzo (5 su 16) delle iniziative ap-
provate dalla succitata delibera CIPE abbia rinunciato allo status di beneficiario del
Patto; per quanto, invece, riguarda le 11 rimaste, alle quali va aggiunta quella am-
messa a seguito della rimodulazione approvata il 22 dicembre 2000, va, in primis,
sottolineato come i relativi decreti di concessione sono stati emanati in un lungo ar-
co di tempo (i primi il 31 luglio 1998, l’ultimo il 19 settembre 2000), determinando-
si, così, uno sfasamento nei tempi di attuazione del Patto, il cui termine – a seguito
della delibera CIPE n.69 del 21 giugno 2000 – non è più unico per tutte le iniziative,
bensì differente a seconda della data di approvazione di ognuna di esse.
Composito è apparso anche lo stato delle erogazioni, relativamente alle quali è
risultato che il totale dei contributi versati dal Ministero ammonta a L.17.297,7 mln
corrispondenti al 45,62% dell’onere a carico dello Stato globalmente previsto per le
iniziative avviate. E’, inoltre, emerso come nessun intervento ha ancora percepito il
saldo finale e che quattro ditte hanno ricevuto la seconda quota, mentre cinque di
quelle che avevano ricevuto solo la prima rata a titolo di anticipazione sono state
destinatarie della comunicazione di avvio del procedimento di revoca del finanzia-
mento, in quanto non hanno ancora attestato l’immissione percentuale dei mezzi
propri.
Per quanto, poi, riguarda lo stato di attuazione dei singoli progetti imprenditoria-
li, la società consortile – a seguito di apposita richiesta di quest’organo di controllo-
271
ha reso noto che tre ditte hanno completamente realizzato l’investimento ammesso
dal decreto provvisorio di concessione (due di queste hanno investito mezzi propri
in misura maggiore del previsto), mentre quasi tutte le altre si trovano in uno stato
di avanzata attuazione; solo una ditta non ha eseguito alcun lavoro. Nessuna noti-
zia è emersa, invece, in merito all’iniziativa aggiunta a seguito della rimodulazione,
in quanto non ha ancora prodotto alcuno stato di avanzamento.
E’, infine, emerso che il numero dei nuovi occupati è di 59 unità a fronte dei 161
previsti dalla delibera CIPE per le medesime iniziative (pari al 36,64%).
Pur se quanto fin’ora realizzato non corrisponde a quanto previsto dal piano ge-
nerale approvato dal CIPE (che - si rammenta - avrebbe dovuto essere già portato
a compimento), tuttavia può ritenersi che il progetto sia riuscito a decollare.
Del resto, anche la rimodulazione approvata alla fine del 2000 sembra costituire
un chiaro sintomo della volontà locale di non disperdere quelle energie che avevano
trovato forma nel Patto approvato nel 1997.
Appare, pertanto, verosimile ritenere che, nonostante le problematiche ancora in
atto (di cui le difficoltà denunciate dal Soggetto responsabile costituiscono senza
dubbio un sintomo), gli attori del Patto Territoriale di Nuoro si trovino ancora nelle
condizioni di poter realizzare quello sviluppo locale che costituisce l’obiettivo specifi-
co e primario dell’istituto qui in esame.
272
12.3. Patti di seconda generazione e a disciplina comunitaria.
12.3.1 Ferrara e Appennino Centrale
Nel rinviare, per le considerazioni conclusive sui singoli Patti a quanto già prece-
dentemente accennato, (vedi paragrafi precedenti) alla luce di quanto sin qui riferi-
to sui due Patti, quello per Ferrara e per l’Appennino centrale, appare possibile
svolgere alcune considerazioni nel merito della valenza dell’istituto all’esame.
Parrebbe, innanzitutto, di potersi affermare che il “Patto Territoriale” non indivi-
dui, in realtà, una tipologia standard d’intervento, se non per taluni specifici profili.
Fondamentalmente, ciò che sembra maggiormente caratterizzare detto strumen-
to è la concertazione degli obiettivi d’intervento tra i diversi attori - pubblici e priva-
ti - dello sviluppo locale, negoziazione che di per sé non sembra tuttavia rappresen-
tare una garanzia di sicuro successo dell’istituto.
A fronte dell’importanza del coinvolgimento degli attori primari dello sviluppo lo-
cale - in quanto fondamentali interpreti delle relative potenzialità - una diversa ca-
pacità d’incidenza del medesimo apparirebbe, in effetti, associarsi a variabili ester-
ne, in particolare quelle indotte dal modello ordinamentale e dalle relazioni socio-
economiche nel quale il singolo Patto risulta inserito, con importanti riflessi sulle
possibili evoluzioni, in concreto, dello strumento.
Tra questi fattori possono individuarsi, ad esempio, la sussistenza o meno di un
“sistema” di programmazione degli interventi di sostegno e sviluppo dell’economia
nonché contingenze locali, tra cui segnatamente le condizioni dei mercati che inte-
ressano, com’è noto, ambiti territoriali e settori produttivi anche in via differenziata.
Inoltre, un ulteriore aspetto emergente dalle istruttorie è la constatazione che il
“Patto Territoriale” può atteggiarsi a contenitore di interventi gravanti su concorren-
ti fonti di finanziamento, risultando quindi soggetto a diverse procedure sia autoriz-
zatorie sia d’attuazione.
Al riguardo il Patto può pertanto conoscere importanti limiti, positivi o negativi,
concernenti le procedure connesse nonché i tempi di realizzazione. Vengono parti-
colarmente in rilievo, nel merito, le normative comunitarie e nazionali nonché le
correlate dinamiche amministrative e finanziarie.
A dette conclusioni si perviene agevolmente all’esito dei controlli effettuati su un
Patto “CIPE” (quello di Ferrara), e su un Patto solo per quota parte “nazionale”
(quello dell’Appennino Centrale), oltretutto dai differenziati contesti di riferimento
(il secondo è di valenza “multiregionale”).
Si osserva ulteriormente sul tema che, nell’ambito del medesimo Patto, scelte
strategiche possono consistere, ad esempio, nell’ampliamento ovvero nella riduzio-
ne delle misure e delle azioni attivabili, anche al fine della predeterminazione delle
273
più utili discipline di riferimento. Non sembra infatti un caso che interventi compresi
nel Piano d’azione del Patto Territoriale per l’occupazione dell’Appennino Centrale,
siano stati quindi devoluti a successive iniziative di “Patto”.
Quanto ai contenuti infine, estremamente differenziate appaiono le situazioni di-
saminate, frutto evidente di oggettive e soggettive valutazioni. Si consideri, ad e-
sempio, che il Patto per Ferrara concerne, come visto, poche grandi infrastrutture
ed interventi in favore, sostanzialmente, di un numero limitato di grandi, medie e
piccole industrie meccaniche e tessili, mentre il Patto per l’Appennino centrale si ca-
ratterizza per diffuse piccole infrastrutture ed interventi di sostegno a numerose
piccole realtà produttive nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo.
In definitiva il Patto Territoriale, per quanto potuto rilevare, apparirebbe rappre-
sentare un articolato ma al tempo stesso duttile strumento d’intervento, nel quale i
relativi caratteri di fondo - complessità d’implementazione (negoziazione, definizio-
ne degli obiettivi e finanziamento) e gestione degli interventi (procedure
d’attuazione ed erogazione dei finanziamenti) - sembrano rappresentare i presup-
posti di un esito favorevole ovvero, parimenti, di un possibile fallimento del mede-
simo, da intendersi questi tuttavia non tanto, o non solo, in relazione alla capacità
di portare a compimento un insieme predefinito di progetti, bensì in termini
d’importante anche se non esclusivo contributo, ad una dinamica di sviluppo locale
nel medio periodo, da apportarsi sulla base di una concreta e mirata attività
d’animazione economica delle aree depresse.
12.3.2 Patto Area sud Basilicata e Patto della Provincia di Matera.
In conclusione, si può osservare che l’esperienza dei Patti Territoriali in corso di
attuazione in Basilicata sembra in qualche modo contraddire lo spirito e le motiva-
zioni che hanno condotto alla previsione dei Patti di seconda generazione, ossia la
volontà e la capacità degli enti locali di saper fare meglio degli organi centrali in
merito alle questioni inerenti materie socio-economiche di ambito locale (in sintonia
con la tendenza ad un’organizzazione Federale dello Stato) nonché l’esigenza di e-
liminare tutti quegli ostacoli e strozzature burocratiche che hanno determinato il so-
stanziale fallimento dei Patti di prima generazione.
Inoltre, l’assegnazione del compito di svolgere l’istruttoria a soggetti convenzio-
nati con il MTBPE (e non più direttamente allo stesso Ministero) pare aver attenuato
di molto la possibilità per quest’ultimo di acquisire e trasmettere informazioni preci-
se sui singoli Patti.
274
In tal senso l’esternalizzazione delle funzioni istruttorie178, svolte all’interno della
P.A., dovrebbe forse essere ridefinita, al fine di superare il citato inconveniente.
Così come non molto efficace pare il sistema di verifica dell’attuazione degli inve-
stimenti programmati realizzato per mezzo dell’Unità di Verifica degli Investimenti
Pubblici (UVER), e ciò anche per la mancanza, in genere, d’indicazioni dettagliate da
parte del Dipartimento sui contenuti delle verifiche da realizzare.
Tant’è che lo stesso Dipartimento ammette la necessità di rivedere il sistema on-
de renderlo maggiormente efficace179.
Attualmente le suddette verifiche si svolgono sulla base di una direttiva del Capo
del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione del 2.3.1999 e del suc-
cessivo protocollo di intesa del 16.6.1999 tra il direttore del Servizio per la Pro-
grammazione Negoziata, il responsabile dell’UVER e quello del Sistema informativo
per gli investimenti territoriali (SINIT).
Da ultimo occorrerà attendere per verificare l’impatto che la delibera CIPE del
22.6.2000 (in G.U. n.195 del 22.8.00) ed il decreto 31.7.2000, n. 320 (Regolamen-
to concernente: “Disciplina per l’erogazione delle agevolazioni relative ai contratti
d’area e ai Patti Territoriali”) avranno sui due Patti Territoriali in esame.
Occorre, infine, segnalare quale dato indubbiamente positivo il fatto (ed i cui e-
lementi sintomatici sono stati riportati nel testo) che l’assoggettamento al controllo
sulla gestione dei due Patti Territoriali attuati in Basilicata, avvenuto almeno par-
zialmente “in itinere”, pare aver contribuito a produrre, negli ultimi mesi dell’anno
2000 e nei primi mesi dell’anno 2001, una certa accelerazione nella capacità
d’avanzamento degli investimenti, nonché un maggiore impegno, attenzione e in-
traprendenza nei soggetti responsabili (che, comunque, hanno probabilmente adot-
tato con ritardo iniziative in ordine alle revoche e/o rinunce ed alle richieste di pro-
roga dei progetti non avviati o in difficoltà).
178 Come già detto, sia per il Patto dell’Area Sud Basilicata che per il Patto della Provincia di Matera la funzione istruttoria è stata svolta dal Banco di Napoli. 179 Vedasi la già citata nota del 4.12.2000, prot. n. 46137 del Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E..
275
Cap. 13. Valutazioni comparative sui Patti.
13.1.1. Patti di prima generazione
Dalla data di pubblicazione della delibera CIPE approvativa del Patto alla data del
decreto generale di concessione provvisoria del contributo complessivo, di emana-
zione ministeriale, sono trascorsi da un minimo di circa quattro mesi ad un massi-
mo di otto..
Da quest’ultimo decreto alle date dei singoli decreti approvativi dei contributi alle
singole iniziative imprenditoriali sono trascorsi da una media minima di cinque mesi
(Enna), ad un massimo di dodici mesi e mezzo (Miglio d’oro). Va tuttavia avvertito
che in diversi Patti (v. per es. Benevento) la media è innalzata da considerevoli ri-
tardi nell’emanazione di una ristretta minoranza di decreti rispetto al complesso
delle iniziative.
Per effetto della emanazione dei singoli decreti di provvisoria concessione del
contributo, il limite massimo normativamente previsto per la realizzazione di tutti
gli investimenti compresi in ciascun patto, per questo tipo di contrattazione nego-
ziata, è slittato mediamente, ai sensi del punto 3 della delibera CIPE N°69/2000 del
22 giugno 2000180, rispetto al termine massimo fissato dallo stesso CIPE alla data
di pubblicazione della delibera di approvazione del Patto, da un minimo di otto mesi
(Lecce) ad un massimo di ventuno mesi (Miglio d’Oro). La maggior parte dei Patti
esaminati si attesta intorno ad un rinvio del completamento di tutte le iniziative, per
effetto di tale disposizione, compreso tra i 16 e i 18 mesi (Benevento, Brindisi, Nuo-
ro).
Il dato non sarebbe particolarmente rilevante, in quanto relativo ai soli rapporti
fra delibere CIPE e conseguente attività ministeriale, se non fosse ricollegabile ad
un’altra constatazione.
Il tempo medio di realizzazione previsto per le singole iniziative andava da un
minimo di circa dieci mesi di Enna ad un massimo di trentadue di Benevento. La
maggioranza delle previsioni per il compimento delle realizzazioni si attesta intorno
ai due anni. E’il caso di Brindisi, Enna, Miglio d’Oro e Nuoro. Lecce si colloca tra le
previsioni di realizzazione più veloci con 12,8 mesi previsti.
180 il termine di 48 mesi per la realizzazione degli investimenti per i Patti territoriali approvati con proprie delibere 18 dicembre 1996 (GU n°126 del 2 giugno 19 97), 23 aprile 1997 (GU n°177 del 31 luglio 1997), 26 giugno 1997 (GU n°240 del 14 ottobre 1997 e n°27 4 del 24 novembre 1997) decorre dalla data di rila-scio del decreto di concessione provvisorio dell’agevolazione per ciascuna iniziativa imprenditoriale
276
Le iniziative che presentavano stati di avanzamento alla fine del 2000 erano 11
su 13 a Benevento, 28 su 42 a Brindisi, 20 su 22 a Enna, 56 su 87 a Lecce, 8 su 30
per il Miglio d’Oro, 12 su 16 per Nuoro.
Le iniziative completate, alla data del periodo di riferimento dell’indagine181 era-
no inferiori alle previsioni.
Il livello massimo di realizzazione era stato raggiunto da Lecce, con 24 iniziative
concluse su 57 che, alla data dell’ultima relazione semestrale, avrebbero dovuto
completare l’investimento, con uno scostamento per difetto pari a dodici mesi ri-
spetto al business planning per quelle da completare, e uno scostamento medio di
nove mesi rispetto alla data prevista per quelle concluse; seguivano Enna, con uno
scostamento per difetto per le iniziative in corso di 12 mesi rispetto al business
planning e con uno scostamento di 20 mesi rispetto al termine per le iniziative con-
cluse, 6 su 20; Benevento 2 su 8, Miglio d’Oro 1 su 4, Brindisi 3 su 12, e Nuoro 1 su
9.
In termini finanziari alla fine del periodo vi erano percentuali di investimenti ef-
fettuati da un massimo del 68,84% di Lecce al 29,81% per Miglio d’Oro.
Di fronte a simili dati si ha ragione di ritenere che lo scostamento del termine ef-
fettivo delle iniziative rispetto a quello originariamente previsto sarà ben maggiore
di quello determinato dal corso dell’istruttoria ministeriale.
L’investimento complessivamente ammesso per le singole iniziative rispetto alle
previsioni, era diminuito per tutti i Patti, con scostamenti anche severi ( -38,13 %
Brindisi, -31,15 % Lecce, -23,84 % a Enna). Per la maggioranza delle somme non
spese, per non perdere il relativo contributo assegnato, era in corso una proposta di
rimodulazione delle risorse da parte delle Società di gestione dei singoli Patti.
Nello stesso periodo l’onere previsto a carico dello Stato, pur diminuito in valori
assoluti per tutti i Patti, era sostanzialmente rimasto immutato in percentuale, o
con modeste variazioni, per Benevento, Miglio d’Oro, mentre aveva subito più sen-
sibili variazioni in meno per Enna (-21,4%), Nuoro (-12,12%) Lecce ( –9%).
Alle maggiori decurtazioni contributive erano seguite le più consistenti richieste
di riassegnazione per rimodulazione degli obiettivi, da un massimo di oltre 20 mld
per Nuoro, seguito da Brindisi per 18,7 mld, da Enna con 17,59% mld fino ad un
minimo di 4,2 mld. per Lecce.
Generalizzate diminuzioni si erano verificate anche nelle previsioni per
l’occupazione aggiuntiva prevista, con i più consistenti ridimensionamenti per il pat-
to del Miglio d’Oro (da 581 a 145 unità pari al 24,95% del previsto), Brindisi (da
181 fine 2000 primi mesi del 2001, per spingersi, in alcuni casi (Benevento, Brindisi, Miglio d’Oro, Nuoro) e per alcuni dati all’intero I semestre del 2001;
277
573 a 336 occupati con il 58,63%), Enna (da 492 a 362 occupati con il 73,57%),
Benevento (da 384 a 279 con il 72,65%), minori diminuzioni si erano verficate a
Lecce (con l’84,54% da 1184 a 1001 unità).
Il più alto numero di rinunce e revoche di iniziative rispetto al previsto si è avuto
per Brindisi (21 su 42), comprensivo d’investimenti che avevano raggiunto il 100%
del finanziamento contributivo (revoca per accertata doppia contribuzione) anche se
ciò appare fenomeno eccezionale rispetto al complesso del campione.
Sensibile anche il numero di iniziative rinunciatarie nel Patto di Lecce, 19 su 57,
ove però il numero di occupati previsti sopra citato appare ancora relativamente e-
levato.
Per quanto riguarda il numero degli occupati raggiunto, al 31 dicembre 2000,
ovvero alla più recente data indicata nell’ultima relazione trasmessa del Soggetto
responsabile nel Patto di Brindisi, risultavano realizzate 13 nuove unità occupazio-
nali rispetto a 3 iniziative completate, 51 unità presso 12 iniziative, di cui 6 comple-
tate nel Patto di Enna, 37 rispetto a 5 iniziative di cui una completata nel Patto del
Miglio d’Oro, 59 rispetto a 7 di cui una completata nel Patto di Nuoro.
Il Patto territoriale di Lecce esprime il più elevato numero di occupati raggiunti
alla data dell’ultima relazione del Soggetto responsabile: 500 rispetto a 46 iniziative
che avevano creato occupazione aggiuntiva, di cui 24 completate; dato che costitui-
sce peraltro un’ulteriore eccezione nel complesso dei Patti esaminati.
Accanto a casi di iniziative completate al 31/12/2000 o alla data più avanzata in-
dicata dal S.R. in cui è stato raggiunto un numero di occupati inferiore al previsto,
verificatisi a Enna e Lecce (30 unità in meno nel primo e 95 nel secondo) vi è quello
del Miglio d’Oro e di Nuoro, in cui il numero di occupati, peraltro per un caso cia-
scuno, è stato superiore al previsto.
Presso il Patto territoriale di Brindisi l’unica iniziativa che aveva realizzato più oc-
cupati del previsto era oggetto di procedimento di revoca per doppia contribuzione
(a carico dei fondi della L. 488/92 e sui Patti territoriali).
Anche a Lecce, accanto al fenomeno di un minor numero di occupati, per quattro
imprese si è verificato il fenomeno opposto, con 30 occupati aggiuntivi in più rispet-
to a quelli previsti.
Il dato occupazionale per gli altri Patti risulta, in generale, modestissimo e non
significativo ai fini di una valutazione conclusiva sulla gestione, perché gran parte
delle iniziative sono ancora in corso, ed in ritardo rispetto al business plan, come
precedentemente già rilevato.
278
Per un Patto (Benevento) il dato a fine 2000 non era ancora rilevabile, ma nel I
semestre 2001 aveva raggiunto, secondo le dichiarazioni del S.R., 35 unità aggiun-
tive.
Il dato sopra citato, delle iniziative completate risulta inferiore, ed in alcuni casi
sensibilmente, a quelle che avevano ricevuto anticipazioni: 10 a Benevento, 24 a
Brindisi, di cui ben 7 oggetto di procedimento di revoca, 20 a Enna, 53 a Lecce, 8
per il Miglio d’Oro, 8 a Nuoro.
Il numero di iniziative che avevano ricevuto nello stesso periodo (fine 2000 –
primi mesi del 2001) rate contributive per stati di avanzamento dopo l’anticipazione
si assottiglia progressivamente man mano che si procede nel tipo di erogazione:
nessuna nei Patti di Benevento e del Miglio d’Oro, 3 a Brindisi, 5 a Enna, 4 a Nuoro.
Sempre in testa il Patto territoriale di Lecce con 27 iniziative. Quest’ultimo è anche
l’unico, con 11 iniziative, per le quali risulta avvenuto il pagamento del saldo.
Le iniziative che, secondo le relazioni del S.R. disponibili non avevano ancora
creato occupazione aggiuntiva, erano concentrate in massima parte nel Patto terri-
toriale di Brindisi, (18 su 21 rimaste) seguito da Nuoro (5 su 12 ) Enna (8 su 20),
Miglio d’Oro (3 su 8) e, in posizione maggiormente distanziata Lecce (10 su 42 ri-
maste)182.
Per quanto riguarda i settori di attività, soffermandosi sulle iniziative attive nello
stesso periodo (fine 2000 primo semestre 2001) quello maggiormente prescelto ri-
sulta essere l’industria.
Particolare rilevanza è stata data al settore dell’abbigliamento nel Patto territo-
riale di Lecce (22 iniziative) mentre nel Patto territoriale di Benevento prevale il set-
tore industriale. I settori sono destinati a subire peraltro rilevanti modifiche (caso di
Brindisi) nelle proposte di rimodulazione, con le conseguenti considerazioni
sull’efficacia delle previsioni di sviluppo nella fase progettuale e di accertamento
della validità.
Per quanto riguarda la distribuzione della tipologia, prevale tra le iniziative dei
Patti di tale generazione la costruzione di nuovi impianti, ad eccezione del Patto ter-
ritoriale di Lecce, in cui emergono sia pure di poco, gli ampliamenti, a testimonian-
za della scelta di un’area pattizia in cui sono state coinvolte strutture produttive e-
sistenti. La maggiore percentuale di nuovi impianti si registra a Brindisi.
Spiace constatare che in generale per la categoria di nuovi impianti contempora-
neamente si evidenzia anche il maggior scostamento di iniziative completate rispet-
to a quelle che, alla data dell’istruttoria avrebbero dovuto concludere
l’investimento.
279
Sul Patto di Lecce si sono concentrati in massima parte i controlli interni del
MTBPE con 19 visite dell’UVER, seguiti dai monitoraggi effettuati sui Patti territoriali
di Brindisi, con 18, Enna, con 5 visite, Miglio d’Oro con 3 e ultimo Nuoro con 2.
Diverso il rapporto intercorrente fra verifiche e revoche nei singoli Patti, per cui,
accanto al caso di Brindisi, ove a 18 controlli sono seguite ben 7 revoche del contri-
buto, sta quello di Enna ove alle 5 visite non è seguito alcun provvedimento, come
nel caso del Miglio d’Oro e di Nuoro.
Si è già rilevato, nell’illustrazione dell’indagine, come non si sia riuscito a ricava-
re il criterio in base al quale tali controlli sono svolti, essendovi, accanto ai casi in
cui sono state monitorate iniziative con problemi, altri nei quali sembra si sia pro-
ceduto in modo opposto.
Passando agli indicatori finanziari (valore medio investimento per singola iniziati-
va in corso, valore medio contributo per iniziativa, stessi valori per singolo occupa-
to) si premette che nessuna comparazione trasversale è effettuabile tra Patti, atte-
se le diverse caratteristiche intrinseche, i fattori ambientali, geoeconomici, e anche
l’occasione dei soggetti incontratisi nell’ambito della programmazione con i privati in
quanto richiedono indagini di approfondimento a livello regionale e la fissazione di
standard che tengano conto delle varie esternalità dopo effettuate le singole indagi-
ni.
Fermo restando pertanto, l’obiettivo della presente, di proseguire l’indagine pre-
cedente sull’amministrazione centrale e seguirne gli effetti su un campione di Patti,
interessa rilevare come, in rapporto ad ogni singola iniziativa, il valore medio del
contributo oscilli fra il 60 ed il 70% dell’investimento intrapreso nella stessa, con
punte minime ad Enna (59,47%) e massime a Nuoro (69,9%) La maggioranza dei
Patti si attesta intorno al 66%. Facendo lo stesso rapporto tra investimento previsto
per ogni singolo occupato aggiuntivo e contributo previsto per lo stesso, si ottengo-
no dei valori pressoché omogenei ai precedenti.
Per quanto riguarda le iniziative infrastrutturali, in tre casi il contributo è pari al
100% dell’investimento (Benevento, Brindisi e Nuoro) e del 35% per il Patto del Mi-
glio d’Oro. In alcuni Patti (Enna) non erano previsti investimenti infrastrutturali.
Per quanto riguarda lo stato di avanzamento delle stesse, premesso che nella
maggioranza dei Patti (Benevento, Brindisi, Miglio d’Oro e Nuoro) la concessione del
contributo è avvenuta nel primo semestre del 1999, esso si presentava assai diver-
sificato, a seconda dell’amministrazione pubblica locale partecipante al Patto.
182 Per Benevento, il dato non si evince dalla Relazione semestrale.
280
Per esempio nel Patto territoriale di Benevento la spesa per le infrastrutture nella
contrada di Olivola più avanzata che non per quelle situate nel comune di Monte-
sarchio.
Per il Patto territoriale del Miglio d’Oro, nonostante alla data del 3 luglio 2001 il
S.R. avesse comunicato che per l’intervento infrastrutturale era stato erogato il
30% del contributo (L.2.100 mln su L.7.000 mln.), il decreto di concessione provvi-
soria non prevedeva termini realizzatori e alla data dell’indagine istruttoria ancora
nulla era stato fatto.
Per converso a Nuoro mentre il decreto di concessione provvisoria prevedeva che
l’intervento infrastrutturale avrebbe dovuto essere realizzato entro il 30 luglio 2001,
il S.R. ha dichiarato che l’amministrazione comunale aveva completato i lavori il 21
giugno 2001 ed era in attesa del pagamento del saldo.
Giova ribadire l’importanza fondamentale dell’intervento pubblico per questo par-
ticolare strumento di programmazione negoziata, risiedendo il successo delle politi-
che di coesione proprio nell’armonizzazione del pubblico con il privato sin dal coor-
dinamento attuativo fra infrastrutture e iniziative industriali.
13.1.2. Patti di seconda generazione
Ciò che balza subito evidente rispetto ai precedenti Patti è l’abbreviazione dei
tempi dell’istruttoria ministeriale.
Dalla data dell’inizio dell’attività istruttoria all’approvazione intercorrono pochi
mesi, che vanno da un massimo di sei per il Patto di Ferrara ad un minimo di circa
due per i Patti della Basilicata.
Profondamente diversificate e non comparabili fra di loro le misure degli investi-
menti che per il Patto pluriregionale dell’Appennino centrale superano i trecento mi-
liardi.
Gli scostamenti dell’investimento ammesso alla data dell’ultima relazione, si veri-
ficano, ma in misura percentualmente inferiore rispetto ai Patti di prima generazio-
ne, oscillando da una riduzione dell’8,71% del Patto di Ferrara, ad una pari allo 0%
per il Patto dell’area Sud della Basilicata.
Limitato per tutti lo stato di avanzamento alla stessa data, con proporzioni da un
terzo ad un quinto dell’investimento.
Già presenti ipotesi, sia pure minime, di rimodulazione nei Patti del nord e del
centro.
Ciò che balza evidente è il divario dell’onere previsto a carico dello Stato nelle
zone situate nell’area geografica settentrionale rispetto a quelle collocate nella Basi-
281
licata. A Ferrara il contributo è pari al 16,59%; nell’Appennino centrale è del
21,58% nella Basilicata lo stesso contributo non scende sotto il 62%. Poiché gli in-
terventi si svolgono in aree depresse del Paese, oltre alla regolamentazione comu-
nitaria che consente di fruire nelle zone ex-obiettivo 1 di un più elevato livello di
contribuzione pubblica, è deducibile un diverso approccio alla concertazione e al ri-
schio dell’investimento da parte degli attori e del credito nelle zone nell’area centro-
nord.
Modestissime le variazioni intercorse all’onere statale previsto nel corso del tem-
po.
Molto maggiori quelli subiti dalle previsioni degli occupati del Patto di Matera, che
si ridimensionano del 38% a causa del venir meno di due iniziative e per essere in
corso per altre due il procedimento di revoca.
Il maggiore ridimensionamento, per quanto riguarda le iniziative che presenta-
vano all’epoca, stati di avanzamento, si riscontra nel Patto territoriale dell’area sud
della Basilicata: 13 iniziative, pari al 56,5% su 23, seguito dal Patto di Ferrara con
26 su 34 pari al 76,4%183.
Per quanto riguarda le iniziative oggetto di rinuncia, il dato è mediamente infe-
riore a quello dei Patti di I generazione, ma esso deve scontare il più recente avvio
(1999) rispetto agli stessi.
Meno significativo il dato dell’Appennino centrale (20 rinunce ammesse su 385),
considerata la particolare dimensione e situazione temporale di questo programma.
Di particolare rilevanza la distribuzione tipologica delle iniziative rispetto alle ca-
tegorie previste dal punto 2.1. della deliberazione CIPE del 21/3/97, come integrato
dalla deliberazione CIPE dell’11/11/98: nei Patti territoriali del nord e del centro
prevalgono di gran lunga gli ampliamenti sui nuovi impianti, nel sud è prevalente la
realizzazione di un nuovo impianto, il che, se da un lato costituisce la misura del li-
vello d’industrializzazione delle aree interessate, dall’altro è un segno delle aspetta-
tive di riscatto delle aree depresse del meridione verso questo nuovo strumento di
sviluppo, assolutamente da non sottovalutare.
Nel Patto territoriale dell’Appennino centrale, infatti, vi sono 61 ristrutturazioni,
60 nuovi impianti, 211 ampliamenti più 33 con ristrutturazioni di cui 1 con trasferi-
mento. 46 i trasferimenti compresi nelle voci già considerate.
Nei Patti territoriali nella Basilicata prevalgono i nuovi impianti: 12 nell’area sud
della Basilicata e 11 a Matera; 2 per ogni patto i trasferimenti; maggiori nell’area
sud della Basilicata gli ampliamenti: 9 contro 4 del Patto di Matera.
183 Delle 27 iniziative rimaste, in quanto non rinunciatarie, una non presentava stati di avanzamento.
282
Per quanto riguarda il settore manifatturiero anche per la seconda generazione
prevale largamente l’industriale. Presente in tutti, ma in piccola percentuale, il set-
tore turistico e solo nell’Appennino centrale l’agricoltura.Nel Patto di Matera il setto-
re alimentarecorrisponde al 42,87% delle iniziative che presentano stati di avanza-
mento.
Per quanto riguarda i controlli interni, anche in questi casi vi sono state ( limita-
te) verifiche condotte dall’UVER, ed anche in questi casi non si è ricavato un criterio
di selezione delle iniziative da monitorare.In un caso si è riscontrato che appaiono
monitorate le iniziative con una situazione relativamente migliore ma, come si è
constatato anche nei Patti della generazione precedente, ciò non appare una regola
generale.
Rispetto ai cronoprogrammi in ciascun Patto i ritardi sono generalizzati e diffusi,
(con l’eccezione dell’Appennino centrale che era ancora statu nascenti).
Il dato appare ancora più preoccupante se si considera che le iniziative+ che
hanno goduto dell’anticipazione vanno da un minimo dello 0,77% (Appennino cen-
trale) ad un massimo del 70% (Patto territoriale per Ferrara). Solo in un Patto si è
avuto il pagamento di rate successive (Ferrara) ed in nessun caso il pagamento del
saldo.
Per contro, le iniziative che hanno completato l’investimento sono riscontrabili
solo a Ferrara, 5, con una percentuale del 18% del totale rispetto alle 24 che, se-
condo il loro cronoprogramma, avrebbero dovuto completare l’investimento al
31.12.2000. Alla stessa data nessuna iniziativa aveva completato l’investimento nei
Patti della Basilicata, pur essendo previsto che lo completassero 23 iniziative per
l’Area sud della Basilicata e 14 per Matera.
Nei casi dei Patti che hanno i ritardi maggiori si riscontrano percentuali di eroga-
zioni anche superiori (19% Patto area sud della Basilicata e 17,87% Patto di Mate-
ra).
Tendenza di relazione inversa (percentuali contributive maggiori nei Patti che
avevano il minor numero iniziative concluse) si riscontra circa il dato che concerne
le iniziative che non avevano creato alcuna occupazione, mentre per Ferrara si ripe-
te il caso di iniziative non completate che pure avevano iniziato a suscitare occupa-
zione (19 su 24).
Dove si riscontra una gradita sorpresa, del resto verificatasi anche in talune ini-
ziative dei Patti territoriali di prima generazione, è nel Patto territoriale di Ferrara:
esistono scostamenti positivi rispetto al previsto di unità lavorative aggiuntive pari
al 17,57%.
283
Per quanto riguarda le infrastrutture, queste sono presenti solo nei Patti monito-
rati dell’area centro-nord, con percentuali contributive elevate: 69% dello stanzia-
mento per le stesse a Ferrara e 55,34% nell’Appennino centrale.
Modeste le erogazioni, che però conseguono a date molto recenti dei correlativi
provvedimenti concessivi. Rilevanti i ritardi, come nell’unico caso disponibile di Fer-
rara, ove la sede del Porto di Goro era da riubicare e ove le opere stradali presenta-
vano ritardi anche di un anno e cinque mesi.
*******
Se quindi non si può esprimere una definitiva valutazione sui risultati conseguiti
dall’istituto pattizio, perché i casi posti a campione erano, all’epoca dell’indagine,
ben lontani dalle conclusioni, dagli indicatori adoperati nei Patti di seconda genera-
zione rispetto a quelli di prima si possono peraltro ricavare elementi di migliora-
mento. Tuttavia non si possono non richiamare, per entrambi i modelli, i numero-
sissimi scostamenti, sia nei rapporti fra risorse erogate e risultati conseguiti, sia in
quelli fra risultati previsti e risultati conseguiti. Ciò comporta il rinvio della definitiva
valutazione complessivamente negativa che inevitabilmente si trae dai riscontri ef-
fettuati, stante l’incompletezza dei parametri adoperabili in questa fase (legittimità,
regolarità ed efficienza) rispetto a quello dell’efficacia complessiva il quale, seppure
si appalesa nettamente negativo valutando i risultati raggiunti nel tempo, potrà es-
sere compiutamente definito solo a procedimenti terminati.
Si può, in ogni caso, sin da ora affermare che è possibile scindere lo strumento
concertativo da quello adoperato per lo sviluppo, stante il carattere metodologico
del primo e il fondamento di esso nella capacità d’iniziativa degli attori locali privati
e pubblici.
Per una selezione più rigorosa e responsabile di essi giova richiamare le forme
adoperate per l’assistenza nei fondi comunitari, espressamente evocata
nell’interpretazione della Corte costituzionale contenuta nella sentenza n° 314 del
1999 della legge n° 144/99.
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