fse 09c - acque

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Depurazione acqua

autore: Riccardo Rificiautore: Riccardo Rifici 22

Una premessa storico - culturale: Una premessa storico - culturale: Limiti allo scarico e obiettivi di qualitàLimiti allo scarico e obiettivi di qualità

Il dibattito sui limiti: dal 1976 alla direttiva quadro della UE Il dibattito sui limiti: dal 1976 alla direttiva quadro della UE (attenzione allo scarico o al corpo idrico e agli altri recettori?)(attenzione allo scarico o al corpo idrico e agli altri recettori?)Le norme europee: dalla 76/464 alla 91/271;Le norme europee: dalla 76/464 alla 91/271;I tre “pezzi” mai integrati (difesa del suolo, tutela delle acque, I tre “pezzi” mai integrati (difesa del suolo, tutela delle acque, gestione dei servizi idrici).gestione dei servizi idrici).Qualità e quantità Qualità e quantità Concentrazioni; Massa per unità di prodotto; Massa nell’unità di Concentrazioni; Massa per unità di prodotto; Massa nell’unità di tempotempoApproccio combinato (concentrazioni, BAT, limiti in massa)Approccio combinato (concentrazioni, BAT, limiti in massa)

Stima delle risorse idriche disponibili

296 Mld di mc di Precipitazioni

40 Mld di mc di Acque superficiali regolamentate

12 Mld di mc di acque sotterranee

52 Mld di mc di risorse rinnovabili utilizzabili

Fonte: Ministero dell’Ambiente – Relazione sullo stato dell’ambiente 2001

Intensità di utilizzo delle risorse

Area geografic

a

Disponibilità

Prelievi rispetto alle disponibilità

Mld di mc %

Nord 34 78

Centro 8 52

Sud - Isole

10 96

Italia 52 78

Fonte: Ministero dell’Ambiente – Relazione sullo stato dell’ambiente 2001

Indice di situazione di

scarsità

Prelievi di acque dolci pro capitemc/ab anno

Civili 140

Irrigui 355

Industriali 141

Energia 79

Totale 715

Fonte: Ministero dell’Ambiente – Relazione sullo stato dell’ambiente 2001

Prelievi di acque dolci pro capitemc/ab anno

Prelievi di acqua dolce pro capite (mc/ab anno)

Civili20%

Irrigui49%

Industriali20%

Energia11%

Fonte: Ministero dell’Ambiente – Relazione sullo stato dell’ambiente 2001

RIPARTIZIONE

Difesa del suoloTutela delle acque

Gestione delle risorse idriche

DEFINIZIONIACQUE REFLUE

TIPOLOGIA SCARICHI

DomesticheIndustriali

Urbane

sul suolosul sottosuolo e

in acque sotterraneein acque superficiali

in rete fognaria

FINALITA’ e STRUMENTI

AUTORIZZAZIONE

CompetenzaForma

Sanzioni connesseRilascio Rinnovo

Nuova autorizzazione

DEFINIZIONE diSCARICO

DIVIETO DI DILUIZIONE

PIANIFICAZIONE

PIANI DI GESTIONE

PIANI DI TUTELAPRINCIPALI SANZIONI

superamentovalori-limite

scariconon autorizzato

inosservanza autocontrolli Violazione

comunicazionetrasmissione

datiinosservanza prescrizioni

PARTE III dlgs 152/2006

Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione

Tutela delle acque dall'inquinamento

Gestione delle risorse idriche

Finalità art. 73, comma 1, dlgs 152/2006

lett. a

prevenzione e riduzione dell’inquinamento e risanamento dei corpi idrici inquinati

lett. b)

miglioramento dello stato delle acque e salvaguardia delle acque destinate a

particolari usi;

Finalità art. 73, comma 1, dlgs 152/2006

lett. c)perseguire usi sostenibili e durevoli delle

risorse idriche, con priorità per quelle potabili

lett. d)mantenimento della capacità naturale di

autodepurazione dei corpi idrici, nonchè della capacità di sostenere comunità

animali e vegetali ampie e ben diversificate

Finalità art. 73, comma 1, dlgs 152/2006

lett. e)mitigare gli effetti delle inondazioni e della

siccità

lett. f)impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli

ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente

dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico

Strumenti art. 73, comma 2, dlgs 152/2006

• l'individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici;

• la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi;

• il rispetto dei valori limite agli scarichi, nonché la definizione di valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore;

Continua…

Obiettivi di qualità

Obiettivo di qualità ambientale:è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di

autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate

Obiettivo di qualità per specifica destinazione:

individua lo stato dei corpi idrici idoneo a una particolare utilizzazione da parte dell'uomo,

alla vita dei pesci e dei molluschi

Strumenti art. 73, comma 2, dlgs 152/2006

d) adeguamento dei sistemi di fognatura, collegamento e depurazione degli scarichi idrici, nell'ambito del servizio idrico integrato;

e) individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento nelle zone vulnerabili e nelle aree sensibili;

f) individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche

Continua…

Strumenti art. 73, comma 2, dlgs 152/2006

g) l'adozione di misure per la graduale riduzione degliscarichi, delle emissioni e di ogni altra fonte diinquinamento diffuso contenente sostanze pericoloseo per la graduale eliminazione degli stessi allorchécontenenti sostanze pericolose prioritarie,;

h) l'adozione delle misure volte al controllo degliscarichi e delle emissioni nelle acque superficiali

Evoluzione normativa scarichi

La legge n. 319/1976 (c.d. legge Merli)

Il d.lgs. n. 152/1999

Il d.lgs. “correttivo” n. 258/2000

Il d.lgs. n. 152/2006

Evoluzione normativa scarichi

legge n. 319/1976 = classificazione basata sulla provenienza degli scarichi:

- scarichi da «insediamenti civili»- scarichi da «insediamenti produttivi»

d.lgs. n. 152/1999 = classificazione fondata sulla tipologia degli scarichi, confermata dal d.lgs. 152/06:

- «acque reflue domestiche»- «acque reflue industriali»

Acque reflue

ACQUE REFLUE DOMESTICHE

ACQUE REFLUE INDUSTRIALI

ACQUE REFLUE URBANE

Acque reflue domestiche

«acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche »

Art. 74, comma 1, lett. g, d.lgs. 152/2006

Acque reflue industriali

qualsiasi tipo di acque reflue provenienti da edifici od

installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni,

differenti qualitativamente dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche

di dilavamento

Art. 74, comma 1, lett. h, d.lgs. 152/2006

Domestiche v. Industriali

Criterio distintivo: caratteristiche qualitative delle acque

Compresi nella disciplina relativa alle acque industriali tutti quei reflui derivanti da attività non attinenti strettamente alla presenza umanaes. strutture che svolgono attività di servizi (lavanderie, autolavaggi, officina: riscontrate sostanze non derivanti dal metabolismo umano)

Acque meteoriche di dilavamento

“…intendendosi per tali anche quelle venute in contatto con sostanze o

materiali, anche inquinanti, non connessi con le attività esercitate

nello stabilimento”

Art. 74, comma 1, lett. h, d.lgs. 152/2006

Acque meteoriche di dilavamentoart. 113 d.lgs. 152/2006

• E’ affidato alle E’ affidato alle RegioniRegioni previo parere del Min. ambienteprevio parere del Min. ambiente, , al fine di prevenire eventuali rischi idraulici ed al fine di prevenire eventuali rischi idraulici ed ambientali, disciplinare le forme di ambientali, disciplinare le forme di controllocontrollo relative relative agli scarichi di acque meteoriche provenienti da reti agli scarichi di acque meteoriche provenienti da reti fognarie separatefognarie separate

• Le Regioni stabiliscono altresì i casi in cui le Le Regioni stabiliscono altresì i casi in cui le immissioni di acque meteoriche possono essere immissioni di acque meteoriche possono essere sottoposte a prescrizioni particolari o ad sottoposte a prescrizioni particolari o ad autorizzazioneautorizzazione, se non a trattamenti in impianti di , se non a trattamenti in impianti di depurazione nei casi in cui vi sia il rischio di depurazione nei casi in cui vi sia il rischio di dilavamento di sostanze pericolosedilavamento di sostanze pericolose

• E’ in ogni caso E’ in ogni caso vietato lo scaricovietato lo scarico sul suolo e nelle sul suolo e nelle acque sotterranee (eccezione per acque meteoriche di acque sotterranee (eccezione per acque meteoriche di dilavamento convogliate in reti separate, però oggetto dilavamento convogliate in reti separate, però oggetto controllo)controllo)

Le acque reflue urbane

acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue

industriali, e/o di quelle meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie,

anche separate, e provenienti da agglomerato

Art. 74, comma 1, lett. i, d.lgs. 152/2006

Le acque reflue assimilate alle domestiche (I)

• imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno ed alla silvicoltura (anche eventualmente con attività complementari)

• imprese dedite all’allevamento di bestiame (anche eventualmente con attività complementari) …

Art. 74, comma 1, lett. h, d.lgs. 152/2006

Continua…

Le acque reflue assimilate alle domestiche (II)

c) provenienti da imprese dedite alle attività di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dall'attività di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilità;

Art. 101, comma 7, d.lgs. 152/2006

Continua…

Le acque reflue assimilate alle domestiche (III)

• provenienti da impianti di acqua coltura e di piscicoltura

• aventi caratteristiche qualitative equivalenti a quelle domestiche e indicate dalla normativa regionale;

• provenienti da attività termali

Art. 101, comma 7, d.lgs. 152/2006

Continua…

Lo scarico com’era prima…

Scarico: «qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque reflue liquide, semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione (esclusi i rilasci di dighe)

Art. 2, comma 1, lett. bb, d.lgs n. 152/1999

Lo scarico com’era prima…

Necessario collegamento tra la fonte e il corpo ricettore:

Il collegamento si spezza con il prodursi di un evento che comporta una vera e propria interruzione tra il momento di produzione originaria dello scarico e la sua immissione nel corpo ricettore

non è scarico l’immissione in vasche (stoccaggio)

Lo scarico

«qualsiasi immissione [diretta tramite condotta]

di acque reflue [liquide, semiliquide e comunque convogliabili] nelle acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria,

indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo

trattamento di depurazione

Art. 74, comma 1, lett. ff, d.lgs. 152/2006

Le autorizzazioni allo scarico(art. 124, d.lgs. 152/2006)

Tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati

L’autorizzazione è valida 4 anni Salvo diversa disciplina regionale, la

domanda di autorizzazione è presentata alla provincia ovvero all’Autorità d’ambito se lo scarico è in pubblica fognatura.

Domanda completa

L’autorizzazione - Sanzioni

Sanzione amministrativa: Chiunque apre o comunque effettui scarichi

di acque reflue domestiche o di reti fognarie, servite o meno da impianti pubblici di depurazione, senza l'autorizzazione

continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata

Art. 133, comma 2, d.lgs. 152/2006

L’autorizzazione - Sanzioni

Sanzione penale: chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi

di acque reflue industriali, senza autorizzazione continui ad effettuare o mantenere detti scarichi

dopo che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata

Pena più severa se sostanze pericolose comprese nelle famiglie e nei gruppi di sostanze indicate nelle tabelle 5 e 3/A dell'Allegato 5

Art. 137, commi 1 e 2, d.lgs. 152/2006

Forma dell’autorizzazione

l'autorizzazione allo scarico è caratterizzata dalla tipicità delle forme, sicché non è ammesso alcun equipollente e neppure il c.d. permesso di agibilità o abitabilità, relativo a differenti presupposti e diverse finalità

Cass. pen., sez. III, 20 gennaio 2004, n. 985

Rilascio dell’autorizzazione

L’obbligo (sanzionato) è incentrato sul possesso dell’autorizzazione, non sulla presentazione.

L'autorità competente provvede entro sessanta giorni dalla ricezione della domanda. Qualora detta Autorità fosse inadempiente nei termini sopra indicati, l’autorizzazione si intende temporaneamente concessa per i successivi sessanta giorni, salvo revoca.

SILENZIO-ASSENSO TEMPORANEO. Utilità?

Rinnovo dell’autorizzazioneArt. 124, comma 8, d.lgs. 152/2006

Il rinnovo va chiesto un anno prima della scadenza della vecchia autorizzazione

Lo scarico, nelle more del procedimento autorizzativo, può essere temporaneamente mantenuto, salvo si tratti di scarico di sostanze pericolose (nel qual caso il rinnovo deve essere concesso in modo espresso entro e non oltre sei mesi dalla data di scadenza; trascorso inutilmente tale termine, lo scarico dovrà cessare immediatamente)

Nuova autorizzazione (I) Art. 124, comma 8, d.lgs. 152/2006

Per insediamenti, edifici o stabilimenti la cui attività sia trasferita in altro luogo, ovvero per quelli soggetti a diversa destinazione d'uso, ad ampliamento o a ristrutturazione da cui derivi uno scarico avente caratteristiche qualitativamente e/o quantitativamente diverse da quelle dello scarico preesistente, deve essere richiesta una nuova autorizzazione allo scarico, ove quest'ultimo ne risulti soggetto.

Nuova autorizzazione (II) Art. 124, comma 8, d.lgs. 152/2006

Nelle ipotesi in cui lo scarico non abbia caratteristiche qualitative o quantitative diverse, deve essere data comunicazione all'autorità competente, la quale, verificata la compatibilità dello scarico con il corpo recettore, adotta i provvedimenti che si rendano eventualmente necessari.

Tipologie di scarichi

• scarichi di acque termali (introdotto dal d.lgs. 152/2006)

• scarichi sul suolo• scarichi sul sottosuolo e nelle acque

sotterranee• scarichi in acque superficiali• scarichi di acque reflue urbane in corpi idrici

superficiali ricadenti in zone sensibili• scarichi in rete fognaria• scarichi di sostanze pericolose

Scarichi sul suolo(art. 103 d.lgs. 152/2006)

• DIVIETO, salvo deroghe previste dalla normativa

Es. insediamenti isolati (che scaricano a.r.d.); scarichi di a.r.u. e a.r.i. per i quali sia accertata l'impossibilità tecnica o l'eccessiva onerosità a recapitare in corpi idrici superficiali; ecc…

• NECESSARIO CONVOGLIAMENTO o DESTINAZIONE AL RIUTILIZZO degli scarichi esistenti (per i quali non è possibile applicare il regime in deroga al divieto)

Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee(art. 104 d.lgs. 152/2006)

• DIVIETO, però possibilità di autorizzazione in deroga

Es. gli scarichi nella stessa falda delle acque utilizzate per il lavaggio e la lavorazione degli inerti

• NECESSARIO CONVOGLIAMENTO o DESTINAZIONE AL RICICLO, RIUTILIZZO O UTILIZZAZIONE AGRONOMICA degli scarichi esistenti

• Norme specifiche per lo scarico a mare

Scarichi in acque superficiali (art. 105 d.lgs. 159/2006)

ACQUE REFLUE ACQUE REFLUE

INDUSTRIALI URBANE

Scarichi in acque superficiali (art. 105 d.lgs. 159/2006)

• Gli scarichi di acque reflue industriali in acque superficiali devono rispettare i valori-limite di emissione fissati dalla normativa, in funzione del perseguimento degli obiettivi di qualità

Scarichi in acque superficiali (art. 105 d.lgs. 159/2006)

Gli scarichi di acque reflue urbane

• sottoposti a TRATTAMENTO in conformità con le indicazioni dell'Allegato 5 alla parte III del decreto

• rispettare i valori-limite di emissione

Particolari disposizioni per: zone alta montagna zone a forte fluttuazione stagionale

Scarichi in rete fognaria (art. 107, d.lgs. 152/2006)

ACQUE DOMESTICHE ACQUE INDUSTRIALI

sempre ammessi purché osservino i regolamenti emanati dal soggetto gestore del servizio idrico integrato ed approvati dall'Autorità d'ambito competente

AUTORIZZAZIONE sottoposti alle norme tecniche, alle prescrizioni regolamentari e ai valori-limite adottati dall'Autorità d'ambito competente in base alle caratteristiche dell'impianto

Scarichi in rete fognaria di A.R.I (art. 107, d.lgs. 152/2006)

• comunque rispettati valori-limite di emissione di cui alla tabella 3/A dell'Allegato 5 e, limitatamente ai parametri di cui alla nota 2 della Tabella 5 del medesimo Allegato 5, alla Tabella 3

Scarichi di sostanze pericolose (art. 108, d.lgs .152/2006)

Stabilimenti:• nei quali si svolgono attività che comportano la

produzione, la trasformazione o l’utilizzazione delle sostanze fissate dalle Tabelle 3/A e 5 dell’allegato 5

• nei cui scarichi viene accertata la presenza di tali sostanze (in determinate quantità o concentrazioni)

• Possono essere stabiliti valori limite più restrittivi (da chi rilascia l’autorizzazione)

Scarichi di sostanze pericolose (art. 131, d.lgs .152/2006)

• Ai titolari può essere imposta: l’installazione di strumenti di controllo

in automatico le modalità di gestione degli stessi e di

conservazione dei relativi risultati (a disposizione tre anni)

AUTOCONTROLLO

I limiti di emissione

Allegato 5 (parte III del d.lgs. 152/2006)

- tabella 1: impianti di acque reflue urbane- tabella 2: impianti di acque reflue urbane

recapitanti in aree sensibili- tabella 3: scarichi in acque superficiali e in rete

fognaria- tabella 3/A: limiti per unità di prodotto riferiti a

specifici cicli produttivi- tabella 4: scarichi di acque reflue urbane e

industriali su suolo- tabella 5: sostanze non derogabili da parte di

Regione e gestore della rete fognaria

Novità introdotta dal T.U.

• L’autorizzazione può in ogni caso stabilire specifiche deroghe ai suddetti limiti e idonee prescrizioni per i periodi di avviamento e di arresto e per l’eventualità di guasti nonché per gli ulteriori periodi transitori necessari per il ritorno alle condizioni di regime

Art. 101, co. 1, d.lgs. 152/2006

Divieto di diluizione

• I valori limite di emissione non possono essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo

Pretrattamenti e diluizione

• Divieto di carattere “assoluto” i inderogabile• comprese nel divieto tutte le acque che “non

partecipino in modo essenziale e diretto al ciclo produttivo,ma accompagnano, invece, la produzione in via accessoria e complementare”

anche le acque di lavaggio e di raffreddamento

Pianificazione

piani di gestione del distretto idrografico

piani di tutela delle acque

previo rilevamento delle caratteristiche del bacino idrografico ed analisi dell'impatto esercitato dall'attività antropica

Piani di tutela delle acqueArt. 121, d.lgs. 152/2006

CONTENUTO:• i risultati dell'attività conoscitiva;

• l'individuazione degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione;

• l'elenco dei corpi idrici a specifica destinazione e delle aree richiedenti specifiche misure di prevenzione e di risanamento;

• le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico;

Piani di tutela delle acque

CONTENUTO:

• l'indicazione della cadenza temporale degli interventi e delle relative priorità;

• il programma di verifica dell'efficacia degli interventi previsti;

• gli interventi di bonifica dei corpi idrici;

• l'analisi economica e (lett. i) le risorse finanziarie previste

Principali sanzioniArtt. 133, 134, 137, d.lgs. 152/2006

superamento dei valori limite di emissione apertura o effettuazione di scarichi non

autorizzati inosservanza prescrizioni dell’autorizzazione violazione delle prescrizioni concernenti

l'installazione e la manutenzione dei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi, e riguardanti l'installazione e la gestione dei controlli in automatico

violazione di obblighi di comunicazione, trasmissione o conservazione dati/risultati analisi

autore: Riccardo Rificiautore: Riccardo Rifici 5757

La nuova impostazione nata con il dlgs La nuova impostazione nata con il dlgs 152/2006 e della direttiva UE 2000/60152/2006 e della direttiva UE 2000/60

Una visione ambientale e non solo sanitariaUna visione ambientale e non solo sanitaria

La qualità del corpo idrico come riferimentoLa qualità del corpo idrico come riferimento

L’integrazione quali/quantitativaL’integrazione quali/quantitativa

autore: Riccardo Rificiautore: Riccardo Rifici 5858

Temi della direttiva 2000/60 Temi della direttiva 2000/60 CECE

La tutela: La tutela: tema cardine della direttivatema cardine della direttiva. Ma relativo soprattutto . Ma relativo soprattutto alla tutela qualitativa, con scarsa attenzione al problema delle alla tutela qualitativa, con scarsa attenzione al problema delle acque sotterranee e al problema della tutela quantitativaacque sotterranee e al problema della tutela quantitativa

Gli aspetti della gestione delle acque, affrontati senza norme Gli aspetti della gestione delle acque, affrontati senza norme dirette, ma con importanti legami con il tema più ampio del dirette, ma con importanti legami con il tema più ampio del governo delle acque.governo delle acque.

autore: Riccardo Rificiautore: Riccardo Rifici 5959

Due direttive figlieDue direttive figlie

La direttiva 2006/118/CE protezione acque sotterranee La direttiva 2006/118/CE protezione acque sotterranee che integra la 2000/60 con elementi tecnici il tema degli che integra la 2000/60 con elementi tecnici il tema degli obiettivi di qualità (caratterizzazione del buono stato obiettivi di qualità (caratterizzazione del buono stato chimico)chimico)

La direttiva 2007/60/CE sulla valutazione e gestione dei La direttiva 2007/60/CE sulla valutazione e gestione dei rischi delle alluvioni che si allaccia alla 2000/60 per gli rischi delle alluvioni che si allaccia alla 2000/60 per gli elementi di pianificazione e gestione dei bacini elementi di pianificazione e gestione dei bacini idrografici, per gli aspetti relativi alle alluvioniidrografici, per gli aspetti relativi alle alluvioni

autore: Riccardo Rificiautore: Riccardo Rifici 6060

I punti cardine della direttiva I punti cardine della direttiva europeaeuropea

Gli scopiGli scopiproteggere gli ecosistemi acquatici, impedire un ulteriore proteggere gli ecosistemi acquatici, impedire un ulteriore peggioramento e raggiungere un obiettivo di qualità; peggioramento e raggiungere un obiettivo di qualità; Garantire un utilizzo idrico sostenibileGarantire un utilizzo idrico sostenibileEliminare le sostanze pericolose (arrivare a concentrazioni, negli Eliminare le sostanze pericolose (arrivare a concentrazioni, negli ecosistemi, vicine a quelle naturali);ecosistemi, vicine a quelle naturali);Mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità Mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità Garantire una fornitura d’acqua sufficiente e di buona qualitàGarantire una fornitura d’acqua sufficiente e di buona qualitàArrivare ad un “buono stato di qualità” per tutti i corpi idrici entro Arrivare ad un “buono stato di qualità” per tutti i corpi idrici entro il 2015.il 2015.

autore: Riccardo Rificiautore: Riccardo Rifici 6161

Il distretto idrograficoIl distretto idrografico

Individuazione dei bacini idrografici e loro Individuazione dei bacini idrografici e loro assegnazione a “distretti: idrografici”. Individuazione a assegnazione a “distretti: idrografici”. Individuazione a livello del distretto delle “autorità competenti” per livello del distretto delle “autorità competenti” per l’applicazione della direttival’applicazione della direttiva

Le acque costiere e le acque sotterranee devono Le acque costiere e le acque sotterranee devono essere assegnate ad un bacinoessere assegnate ad un bacino

Piani di gestione a livello di distretto Piani di gestione a livello di distretto

autore: Riccardo Rificiautore: Riccardo Rifici 6262

Le indicazioni principali della direttivaLe indicazioni principali della direttiva

Analisi conoscitiva della situazione del distretto (art.5) e Analisi conoscitiva della situazione del distretto (art.5) e

monitoraggio della qualità (art.8) monitoraggio della qualità (art.8)

Registro delle aree protette (art.6)Registro delle aree protette (art.6)

Individuazione delle acque usate a scopo potabile (art 7)Individuazione delle acque usate a scopo potabile (art 7)

Recupero dei costi (art.9)Recupero dei costi (art.9)

Approccio combinato (art. 10)Approccio combinato (art. 10)

Programma di misure (art.11)Programma di misure (art.11)

Piani di gestione dei bacini (art.13)Piani di gestione dei bacini (art.13)

Strategie (art. 16 e 17)Strategie (art. 16 e 17)

Definizioni

Parametri di qualità dell'acqua

Acque per uso industriale

Acque di scarico

Gas disciolti

Caratteristiche chimiche

Raccolta: Fognatura ideale

Linee acque

TRATTAMENTI PRELIMINARI:- pre-aerazione;- grigliatura;- dissabbiatura;TRATTAMENTI SECONDARI:- trattamento biologico;- sedimentazione secondaria.

Linee acque

TRATTAMENTI TERZIARI:- disinfezione;- affinamentoTRATTAMENTI PRIMARI:- sedimentazione primaria

Trattamenti

Impianto di depurazione

Impianto di depurazione per acque reflue urbane: si intendono gli

impianti che trattano liquami prodotti da attività domestiche, assimilabili

alle domestiche, industriali (produzione di beni o servizi) o liquami

urbani che sono costituiti da una miscela delle acque di scarico prima

citate.

Gli impianti di depurazione sono costituiti da un’insieme di vasche o

manufatti, entro cui avvengono i vari processi di rimozione delle

sostanze inquinanti.

Lo scopo di un impianto di depurazione è quello di rimuovere le sostanze

inquinanti presenti nei liquami urbani, nel rispetto dei limiti imposti allo

scarico dalla normativa vigente.

Linea acque

E' incaricata della rimozione degli inquinanti dalla fase liquida con produzione nella maggior parte dei casi di sedimenti ad elevato contenuto di umidità, costituiti dalla componente già presente in forma sedimentabile nello scarico, o resa sedimentabile a seguito di trasformazioni di natura chimico-fisica, chimica o biologica.

Grigliatura

Equalizzazione

Decantazione

Chiarifloculazione

Flottazione

Impianto biologico

Trattamenti biologici

Esempio di imp. biologico

Digestione anaerobica

Tipi di impianti biologici

Linea fanghi

trattamento dei sedimenti prodotti nella linea acque onde renderli compatibili con lo smaltimento finale.

Comprende una fase di stabilizzazione, quando sia presente una componente putrescibile, seguita da una disidratazione per ridurre l’umidità.

Linea fanghi

ISPESSIMENTO• STABILIZZAZIONE (DIGESTIONE)• SMALTIMENTO• DISIDRATAZIONE

Concentrazione

Stabilizzazione

Disidratazione

Carico idraulico e carico organico

Carico idraulico: quantità liquida di acque di rifiuto da trattare. Si

distingue il carico idraulico specifico (generalmente 250 l/ab. x g)

Carico Organico: quantità di sostanze organiche da trattare

(misurata in BOD). Si distingue il carico organico specifico

(generalmente circa 85 gr BOD/ab. x g)

Potenzialità impianti

Trattamento dei materiali di scarto

La depurazione domestica

Esempi di fossa Ihmof

Fitodepurazione

Fitofdepurazione

Vantaggi per il terreno

Stabilizzazione del terreno: il vetiver

Subirrigazione

Il decreto legislativo 152 del 2006, testo unico sulle acque vieta qualsiasi scarico di reflui sulla superficie del suolo, di conseguenza è necessario interrare le tubazioni creando un sistema per la subirrigazione. Questa tecnica di depurazione si basa sull’immissione del liquame direttamente sotto la superficie del terreno dove questo viene assorbito e gradualmente degradato biologicamente.

Potabilizzazione

Disinfezione - Ozono

Disinfezione - UV

Disinfezione - cloro

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