ft. ugo cavina
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Ruolo delle stimolazioni
propriocettive nel progetto riabilitativo
ORGANIZZAZIONE DEL MOVIMENTO VOLONTARIO
LA COORDINAZIONE
Per Meinel coordinazione è "la sintesi di tutti i processi parziali dell'atto motorio rispetto all'obbiettivo e allo
scopo che si deve raggiungere eseguendo il movimento"
K.MEINEL Teoria del movimento ed. S.S.S. Roma
Oppure secondo Berstein "la coordinazione è
l'organizzazione della controllabilità dell'apparato motorio"
ATTOMOTORIO
Processi percettivi
Processimotori
Inputsensoriale
Processi sensorialilegati allo stimolo
in entrata
Identificazione edelaborazione dello stimolo
Scelta della risposta damettere in atto
Caricamento e perfezionamentodel programma motorio
di risposta
Esecuzione della rispostaRisposta motoria
Fee
db
ack
di c
on
tro
llo
LE COSTANTI CHE GUIDANO IL MOVIMENTO SONO :
il senso
il significato del compito motorio
l'anticipazione del risultato che si vuole ottenere.
Saranno esse a determinare il programma motorio
Berstein introduce così il concetto di immagine o rappresentazione del
risultato.
Concetto che le attuali conoscenze permettono di ampliare in quello
di…
immagine motoria
IMMAGINE MOTORIA
“L’immagine motoria è la simulazione mentale di un movimento in assenza di macroscopica
attivazione muscolare” Jeannerod 1995
“L’immagine motoria è la simulazione mentale di un movimento in assenza di macroscopica
attivazione muscolare” Jeannerod 1995
Definizione :
O più generalmente … “è una rappresentazioneastratta della sequenza di un’azione”
Potremmo anche dire che per eseguire un movimento in maniera fluida ed armoniosa, è necessaria una
corretta sequenza temporale nell’attivazione dei vari muscoli interessati.
Soltanto quando la sequenza di attivazione ed inibizione degli impulsi inviati ai muscoli agonisti e antagonisti è perfettamente sincronizzata si può
parlare di controllo motorio nella sua forma più completa ed evoluta.
CONTROLLO MOTORIO IPOTIZZATO
SECONDO DUE MODELLI :
TEORIA DEL CONTROLLO PERIFERICO(controllo motorio a circuito chiuso)
TEORIA DEL CONTROLO CENTRALE(controllo motorio a circuito aperto)
In generale si può affermare che il sistema a circuito chiuso sembra essere la
spiegazione più idonea per movimenti complessi e di lunga durata, mentre
l’ipotesi di una modalità di controllo a circuito aperto è la più plausibile per
l’esecuzione di movimenti veloci
IL PROCESSO DI SOLUZIONE
La natura reale del processo d'esercitazione, necessario per riuscire a controllare una
nuova abilità motoria, consiste nella graduale ricerca delle soluzioni motorie
ottimali del compito delle quali ci si deve impadronire.
Perciò un esercizio riabilitativo impostato correttamente NON
consiste nel ripetere ogni volta i “mezzi", ma bisogna attivare il
“processo di soluzione del compito motorio”, con mezzi che vengono cambiati e perfezionati volta
per volta
Da queste considerazioni potremo dire che un corretto esercizio riabilitativo atto a
riprogammare un gesto motorio, dovrà avere la caratteristica particolare di “ripetizione senza ripetizione”, e un insegnamento motorio, che ignorasse questo principio,
rappresenterebbe solo una ripetizione puramente meccanica
… e una considerazione importante sulle
possibilità di affinamento della coordinazione...
IL GRADO DI CORRETTEZZA OBBIETTIVA
Il presupposto decisivo per la riuscita o il fallimento dell'azione da eseguire è il
grado di correttezza ( fedeltà ) obiettiva dell'informazione
Il movimento, è sempre il risultato di un’azione coordinata dalla contrazione muscolare e
dal feed-back di ritorno realizzato dalle strutture sensitive
al fine di eseguire un gesto finalizzato, coordinato ed
efficace
Il movimento, è sempre il risultato di un’azione coordinata dalla contrazione muscolare e
dal feed-back di ritorno realizzato dalle strutture sensitive
al fine di eseguire un gesto finalizzato, coordinato ed
efficace
Il successo o l'insuccesso di ogni attività motoria diretta alla soluzione di un problema di movimento porta ad un
perfezionamento progressivo del gesto motorio grazie ad un esame incrociato dei dati di questa sintesi sensoriale in tutte le
sue componenti.
Per comprendere quanti e quanto raffinati e affinabili siano gli strumenti
che abbiamo a disposizione per strutturarci e ristrutturarci attraverso
il movimento, adattandoci alle problematiche dell'ambiente o
adattando l'ambiente alle nostre esigenze, è necessario conoscere questi strumenti o analizzatori.
Canale visivo = vedereCanale uditivo = sentireCanale propriocettivo = toccare/sentire il corpoCanale cinestesico = muoversi
I CANALI DI PERCEZIONEQualcuno percepisce il mondo principalmente tramite la vista, altri attraverso l'udito e altri ancora tramite il tatto. La realtà viene di solito percepita dal canale predominante che, nella cultura occidentale, è la vista seguita dall'udito
Propriocettività è un termine introdotto da Sherrington per
descrivere gli ingressi sensoriali che originano, nel corso di
movimenti guidati da particolari strutture:
i propriocettori
Propriocettività è un termine introdotto da Sherrington per
descrivere gli ingressi sensoriali che originano, nel corso di
movimenti guidati da particolari strutture:
i propriocettori
La loro funzione principale è di fornire informazioni di retroazione sui movimenti propri
dell'organismo, in altre parole di segnalare, istante per istante, quali siano i movimenti che
l'organismo stesso sta compiendo
La sensibilità propriocettiva riguarda l’insieme d’informazioni sulla
posizione ed il movimento del corpo
La sensibilità propriocettiva riguarda l’insieme d’informazioni sulla
posizione ed il movimento del corpo
le informazioni sulla posizione caratterizzano la
sensibilità propriocettiva vera e propria
quelle sul movimento
caratterizzano invece un tipo particolare di
sensibilità propriocettiva denominata sensibilità
cinestesica
Quando si subisce un trauma possono insorgere non solo lesioni fisiche ma l'organismo può perdere e/o
diminuire la sua capacità di valutare bene le informazioni che arrivano dall'esterno e i recettori
inviano al sistema nervoso centrale sensazioni di qualità inferiore e qualitativamente distorte
Quando si subisce un trauma possono insorgere non solo lesioni fisiche ma l'organismo può perdere e/o
diminuire la sua capacità di valutare bene le informazioni che arrivano dall'esterno e i recettori
inviano al sistema nervoso centrale sensazioni di qualità inferiore e qualitativamente distorte
Ripristinare tale capacità tramite
l'esercizio propriocettivo
consente non solo di completare il ripristino
globale della funzionalità dell'arto,
ma anche di limitare il rischio di recidive
Ripristinare tale capacità tramite
l'esercizio propriocettivo
consente non solo di completare il ripristino
globale della funzionalità dell'arto,
ma anche di limitare il rischio di recidive
I sistemi su cui convergono le informazioni sensitive hanno compiti
differenti:
• la corteccia cerebrale ha come scopo una elaborazione propriocettiva cosciente
• il midollo spinale fornisce una risposta riflessa
• il cervelletto è deputato al controllo degli automatismi motori.
Si parla di sensibilità incosciente se le informazioni non giungono alla corteccia
cerebrale, ma a centri sottostanti, e quindi gli stimoli vengono percepiti in modo vago o
apparentemente non vengono percepiti, e ad essi non si potranno dare risposte volontarie.
Si parla di sensibilità incosciente se le informazioni non giungono alla corteccia
cerebrale, ma a centri sottostanti, e quindi gli stimoli vengono percepiti in modo vago o
apparentemente non vengono percepiti, e ad essi non si potranno dare risposte volontarie.
La sensibilità si definisce cosciente se le informazioni, giunte alla corteccia cerebrale, vengono decodificate e valutate in modo da poterci mettere in relazione con la sorgente
della stimolazione
La sensibilità si definisce cosciente se le informazioni, giunte alla corteccia cerebrale, vengono decodificate e valutate in modo da poterci mettere in relazione con la sorgente
della stimolazione
E’ in gran parte sulla base delle informazioni sensitive coscienti
confrontate con la memoria e l’esperienza,
che si elaborano importanti strategie
motorie.
Quando si solleva un corpo, la presa della mano varia
dipendentemente dalla forma e dalla consistenza…
Forza di Presa Successivamente entra in azione la
Forza di Sollevamento, ed una volta entrate in azione entrambe variano in sincronia
mantenendo un rapporto costante.
Quando si solleva un corpo, la presa della mano varia
dipendentemente dalla forma e dalla consistenza…
Forza di Presa Successivamente entra in azione la
Forza di Sollevamento, ed una volta entrate in azione entrambe variano in sincronia
mantenendo un rapporto costante.
Questo rapporto rimane invariato durante tutto l’arco di movimento, aggiustando in
continuazione la sincronia di attivazione dei vari muscoli interessati.
PER ESEMPIO…
Il differente comportamento della forza di presa durante questo tipo di movimenti
suggerisce una considerazione importante…
gli stessi muscoli possono mettere in atto differenti progetti motori
adattandosi alle informazioni sensitive in arrivo
Il differente comportamento della forza di presa durante questo tipo di movimenti
suggerisce una considerazione importante…
gli stessi muscoli possono mettere in atto differenti progetti motori
adattandosi alle informazioni sensitive in arrivo
Il solo controllo motorio, privato della guida sensitiva, porterebbe ad un movimento non solo inutile, ma
disarticolato e completamente privo di significato !
ESERCIZI PROPRIOCETTIVI IN RIABILITAZIONE…?
ESERCIZI PROPRIOCETTIVI IN RIABILITAZIONE…?
L’obiettivo che perseguiamo dando stimoli propriocettivi, è la riorganizzazione
dell’atteggiamento umano nei confronti degli stimoli esterni afferenti, si cercherà così di creare di nuovo un corretto rapporto fra il
corpo e l’ambiente che lo circonda in base ai diversi obiettivi da raggiungere
Il soggetto deve formulare un’ipotesi percettiva, eseguire il movimento, e successivamente effettuare il confronto tra quanto ipotizzato e quello effettivamente
percepito. Tale confronto fa capire al soggetto le differenze statico-
dinamiche tra l’ipotesi teorica e l’esecuzione pratica dell’esercizio con
lo scopo di ricostruire una capacità cognitiva finalizzata alle esigenze della propria vita quotidiana o della propria
specialità sportiva.
Per mettere in pratica tutto questo in riabilitazione dovremo agire di volta in volta su stadi diversi
di apprendimento delle abilità motorie che cerchiamo di ripristinare :
•Fase cognitiva•Fase associativa
•Fase di automazione
FASE COGNITIVAIl modo più diretto per insegnare una data attività
motoria, è quello di dare una dimostrazione pratica
dell’attività stessa, cioè mimare il movimentoIn questa prima fase di apprendimento
motorio, sono ancora necessariel’impiego di risorse “attentive” molto alte,le
quali dovranno isolare e memorizzare i “sub-movimenti”singolarmente
Mimando il movimento richiesto, si attivaun processo di “imitazione” il quale favoriscel’apprendimento delle azioni e, di conseguenza,
l’acquisizione del modo in cui svolgerle
Intesa in questi termini, l’imitazione prevedealcune specifiche fasi :• osservare qualcuno che compie un movimento• individuare un piano per agire• implementare e specificare il piano usando i propri mezzi• eseguire l’atto motorio
FASE ASSOCIATIVA
I singoli movimenti appresi nella fase precedente, si fondono in un unico insieme
fluidificando ed armonizzando il movimento nel suo complesso
FASE DI AUTOMAZIONE
Sono definiti “movimenti chiusi”, tutti quei movimenti messi in atto all’interno di un ambiente stabile dove tutte le
varianti sono predicibili
Si hanno “movimenti aperti” quando il contesto ambientale presenta fattori che possono cambiare
continuamente facendo così risultare l’ambiente turbolento e non predicibile
Il passaggio da movimento “aperto” a “chiuso” rappresenta in pratica il processo
di automazione
• Il soggetto deve essere collaborativo • Eseguire 2 sedute al giorno da 20 minuti• Tono muscolare sufficiente• Recupero completo del ROM • Proseguire almeno 3 settimane dopo la guarigione dal trauma con la stessa frequenza• Bisogna poi continuare con sedute di mantenimento a frequenza bisettimanale
Le linee guida per una corretta rieducazione propriocettiva
sono :
La durata abbastanza lunga e la ripetitività giornaliera
dell’allenamento sono date dal fatto che si sta lavorando sul sistema nervoso, e quindi, c’è bisogno di ritrovare una logica perduta nel
trauma e ripristinare schemi motori fisiologici al posto di quelli instaurati
successivamente al trauma
RIABILITAZIONE PROPRIOCETTIVA DELL’ARTO INFERIORE
RIABILITAZIONE PROPRIOCETTIVA DELL’ARTO INFERIORE
L'equilibrio mantenuto nella postura eretta è un tipico ed importante esempio di come tutti i meccanismi di controllo
( propriocettivi e non ) sono coinvolti.
L´equilibrio interessa tutti gli sport e tutte le azioni della vita comune nella sua espressione di "mantenimento della postura ed é una capacità che va sviluppata dalla nascita e continuamente stimolata perchè tende ad involvere con l´età.
L´equilibrio si manifesta in forme diverse:
statico, ovvero la capacità di mantenere una data posizione su base riflessa
dinamico, ossia la capacità di mantenere una determinata posizione con il corpo in movimento, sfruttando il grado di sviluppo dello schema corporeo e della strutturazione temporo-spaziale
“Per equilibrio s´intende quella capacità coordinativa speciale, per mezzo della
quale é possibile svolgere compiti motori su superfici d´appoggio limitate o sotto la spinta di forze esterne che ne disturbano l
´esecuzione”
L´equilibrio é un´espressione complessa delle capacità coordinative, in cui rientrano più fattori, l
´informazione visiva, tattile ecc. dando vita a reazioni che sono a cavallo tra le riflesse e le
automatiche, per sviluppare le quali sarà opportuno
esercitarsi a compiere attività in situazioni poco agevoli
In seguito ad un trauma, la lesione di alcune fibre capsulari e tendinee, l'insorgenza di edema delle strutture
e gli stimoli dolorosi alterano il sistema di controllo e modulazione della risposta motoria, aumentando i rischi
di recidive a carico dell'articolazione colpita.
Per imparare a conoscere come agiscono i meccanismi propriocettivi, è
necessario "ascoltare" quello che è trasmesso, sensorialmente, dal piede, che è la regione del nostro corpo in grado di fornire il maggior numero d'informazioni propriocettive derivanti dai recettori situati nella parte anteriore del tallone, sotto la testa dei metatarsi, sotto l'alluce e nei muscoli
lombricali del piede.
Il piede è un complesso sistema in equilibrio; la
sua struttura ad archi, conferisce al sistema
stesso un continuo stato di "allarme" che può essere
percepito prestando attenzione a quello che
trasmette il piede in appoggio, quando si
assume la posizione eretta, con un arto sollevato e
piegato.
Il piede è un complesso sistema in equilibrio; la
sua struttura ad archi, conferisce al sistema
stesso un continuo stato di "allarme" che può essere
percepito prestando attenzione a quello che
trasmette il piede in appoggio, quando si
assume la posizione eretta, con un arto sollevato e
piegato.
QUALI ESERCIZI PROPRIOCETTIVI PROPORRE IN
RIABILITAZIONE
QUALI ESERCIZI PROPRIOCETTIVI PROPORRE IN
RIABILITAZIONE
Tutte le esercitazioni per la rieducazione hanno come "base" il piede e devono essere proposte evitando di indossare le scarpe, ciò affinché le sensazioni propriocettive non siano "distorte" dalla calzatura.
Tutte le esercitazioni per la rieducazione hanno come "base" il piede e devono essere proposte evitando di indossare le scarpe, ciò affinché le sensazioni propriocettive non siano "distorte" dalla calzatura.
ANCHE LA POSIZIONE DEL BUSTO E’ IMPORTANTE…
ANCHE LA POSIZIONE DEL BUSTO E’ IMPORTANTE…
SEMIPASSO ANTERIORE
SEMIPASSO POSTERIORE
tronco inclinato in avanti in linea con la gamba posteriore
tronco perpendicolare al piede d’appoggio che corrisponderà all’arto da rieducare.
Per riassumere un esempio di esercizi
proposti:
Per riassumere un esempio di esercizi
proposti:
PRIMASETTIMANA
1° 2°
flesso estensioni della caviglia da seduti su tavoletta a due appoggi
3° 4°
flesso estensioni della caviglia in piedi con appoggio bi podalico su tavoletta a 2 appoggi
5° 7°
flesso estensioni della caviglia in piedi con appoggio monopodalico su tavoletta a 2 appoggi
SECONDASETTIMANA
1° 2°
Lateralizzazione della caviglia da seduti su tavoletta a due appoggi
3° 4°
Lateralizzazione della caviglia in piedi con appoggio bi podalico su tavoletta a 2 appoggi
5° 7°
Lateralizzazione della caviglia in piedi con appoggio monopodalico su tavoletta a 2 appoggi
TERZASETTIMANA
Stessi esercizi delle settimane 1 e 2 aggiungendo le rotazioni. Eseguiti in appoggio monopodalico su tavoletta a 2 appoggi a ritmo esecutivo variabile.
"L'equilibrio dipende più dalla capacità individuale di recuperarlo quando lo si è perso, piuttosto che dall'abilità a non
perderlo"
"L'equilibrio dipende più dalla capacità individuale di recuperarlo quando lo si è perso, piuttosto che dall'abilità a non
perderlo"
sarà inoltre importante variare il più possibile gli stimoli
stessi cambiando i parametri del movimento
(asse, “R.O.M." e velocità)
STAZIONE ERETTA CON DOPPIO APPOGGIORitti, in doppio appoggio sull'attrezzo, mantenere una posizione d'equilibrio
CON DOPPIO APPOGGIO ED INTERFERENZE DESTABILIZZANTI
CON DOPPIO APPOGGIO ED INTERFERENZE DESTABILIZZANTI
CON SINGOLO APPOGGIORitti, in appoggio sull'attrezzo con un solo arto, mantenere una posizione d'equilibrio
LANCIO AL MURORitti sull'attrezzo, lanciare un pallone contro il muro (o ad un compagno) e riprenderlo al volo
DEAMBULAZIONE TRA ATTREZZIDa ritti, in appoggio su un attrezzo, camminare passando da un attrezzo all'altro
DEAMBULAZIONE CON DOPPIO PALLEGGIODa ritti, in appoggio su un attrezzo, un pallone in ogni mano, camminare come sopra palleggiando contemporaneamente con ambedue i palloni
SALTO SU ATTREZZODa ritti, in appoggio al suolo,
saltare su un attrezzo
CIRCUITI A DIFFICOLTA’ VARIABILI
Da ritti, in appoggio su un attrezzo, passare da un attrezzo all’altro in
equilibrio
PREVENZIONEPREVENZIONE
Lo scopo delle esercitazioni preventive deve essere quello di rendere più rapido
ed automatico il controllo della muscolatura in considerazione del fatto
che durante il movimento si possono sviluppare azioni imprevedibili e talvolta
violente.
RACHIDE LOMBARERACHIDE LOMBARE
Le alterazioni a carico della colonna vertebrale (tratto cervicale, dorsale, e lombo sacrale)
rappresentano, sotto il profilo sociale (assenze per malattia, cure, invalidità), uno dei principali
problemi sanitari e possono interessare fino all’80% della popolazione
GLI OBIETTIVI DELLA RIABILITAZIONE NELLA LOMBALGIA:
- Trattare il dolore con mezzi che riducano il riposo al letto e la dipendenza dai farmaci.
- Migliorare la funzionalità vertebrale e rieducare la postura.- Insegnare una corretta ergonomia vertebrale nella vita
quotidiana e nel lavoro.- Insegnare al paziente l'autogestione delle manifestazioni a carattere cronico ed infondere fiducia nelle proprie capacità
fisiche.- Ritorno veloce alle normali attività lavorative e domestiche.
GLI OBIETTIVI DELLA RIABILITAZIONE NELLA LOMBALGIA:
- Trattare il dolore con mezzi che riducano il riposo al letto e la dipendenza dai farmaci.
- Migliorare la funzionalità vertebrale e rieducare la postura.- Insegnare una corretta ergonomia vertebrale nella vita
quotidiana e nel lavoro.- Insegnare al paziente l'autogestione delle manifestazioni a carattere cronico ed infondere fiducia nelle proprie capacità
fisiche.- Ritorno veloce alle normali attività lavorative e domestiche.
Tecniche posturali statiche volte alla coscientizzazione di un corretto
assetto del bacino e dei segmenti rachidei
Un approccio di tipo dinamico-funzionale, ha portato a considerare nuovi metodi per la
valutazione, il ripristino e l’allenamento della stabilità funzionale del sistema
colonna-bacino.
PRIMASETTIMANA
1° 2°Esercizi di mobilità
generale del rachide con svincolo dei cingoli
3° 4°Inserire esercizi che coinvolgano anche
contrazioni eccentriche dei muscoli paravertebrali
5° 7° Retro ed ante pulsione del bacino
SECONDASETTIMANA
1° 2°
Coscientizzazione della catena muscolare posteriore ( R.P.G.)
3° 4°
Riequilibrio della dinamica del bacino in semicarico da seduti su palla “Bobath”
5° 7°
Stesso esercizio di 3°-4° variando il carico sugli arti inferiori fino ad arrivare ad eseguire l’esercizio con gli arti inferiori completamente sollevati dal suolo
TERZASETTIMANA
Continuare gli esercizi precedenti inserendo l’esecuzione di percorsi controllati attraverso la pedana stabilometrica.
ANCHE NELLA FASE SUCCESSIVA DI “MANTENIMENTO” SI POSSONO E
DEVONO AVERE STIMOLAZIONI CHE CONTINUANO A MIGLIORARE IL
CONTROLLO DINAMICO
ARTO SUPERIOREARTO SUPERIORE
LA SPALLA HA CARATTERISTICHE UNICHE
ESERCIZI PROPRIOCETTIVIESERCIZI PROPRIOCETTIVI
PRIMASETTIMANA
1°2°
Anteposizione passiva della spalla con raggiungimento di obiettivi
prefissati e conseguente riconoscimento spaziale ad occhi
chiusi. Stessa modalità per l’abduzione
3°4°Con le stesse modalità di esecuzione inserire anche le intra ed extra rotazioni
5°7°Mantenimento attivo isometrico
delle posizioni raggiunte passivamente e riconosciute
SECONDASETTIMANA
1° 7°
Raggiungimento degli obiettivi con contrazioni volontarie e controllo dei
muscoli scapolari per evitare compensi
TERZASETTIMANA
1° 7°
Stessi esercizi delle settimane 1e 2 aggiungendo percorsi misti da eseguire sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi sempre con la consegna del controllo dei muscoli scapolari. Importante variare ad ogni seduta successiva tipo di percorso e velocità di esecuzione.
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