giornalino di novembre 2013
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All’interno troverete :
La parola ai Frati Minimi / Minimi in Luce pagg. 2 - 3
Stupore Eucaristico / Papa Francesco news pagg. 4 - 5
Il Gruppo Giovani / Inizia il Catechismo pagg. 6 - 7
Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! pagg. 8 - 11
Angolo del Vangelo pag. 12
… e ora di Avvento pagg. 13 - 14
Proposte Parrocchiali / App. in Parrocchia pagg. 15 - 16
Anno 1 Numero 2 Novembre 2013 usantupatri.giovani@libero.it
Uno dei malfattori disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo Regno».
Gli rispose: «In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso»
Lc 23,42-43
SVEGLIA…
Dio si fa uomo !!!
Con la domenica di Cristo Re
dell’Universo, concludiamo il cam-
mino fatto in quest’anno liturgico
(la celebrazione dell’unico evento di
salvezza nel tempo dell’uomo) e ne
ricominciamo un altro che prende
l’avvio, con il tempo forte detto di
Avvento. Un tempo di allenamento
spirituale, per rinnovare la nostra
vita nella preghiera vigile e
nell’amore vicendevole in prepara-
zione al Natale di nostro Signore
Gesù Cristo. Occorre da subito
preparare il cuore e far posto al
Signore! In questo nuovo anno li-
turgico ci farà compagnia
l’evangelista Matteo, chiamato an-
che Levi, il pubblicano divenuto
discepolo di Gesù, che Egli chiama
al suo seguito distogliendolo dal-
la professione di esattore delle im-
poste per conto dell’Impero Roma-
no. Nella storia del cristianesimo, il
Vangelo di Matteo è stato senz’altro
il Vangelo più popolare, più letto e
commentato e, anche se quello di
Marco è considerato il primo in or-
dine cronologico, l’opera di Matteo
rimane una presenza capitale
Carissimi Lettori,
prima che iniziate a leggere il secondo numero del nostro giornalino parrocchiale ci corre l’obbligo di ringra-
ziavi forse vi chiederete per cosa… Beh!!! per l’affetto e l’incoraggiamento che ci avete dimostrato in questo me-
se. Il successo del primo numero è stato sopra ogni aspettativa, pensate che le 400 copie del giornalino sono finite
in un attimo!!!
Ma tutto non si può fermare al successo del primo numero, infatti siamo andati avanti! Tra le tante cose che hanno
preceduto il secondo numero si è formata la Redazione, che in questa occasione vi presento, i componenti sono:
Gabriella Mantenga, Giuseppe Spitalieri, Francesco Neri, Luca Pipitò, Venere Rigano, Rosario Cirrincione.
In questo numero tante sono le cose che volevamo dirvi ma purtroppo non abbiamo tutto questo spazio…
intanto vi ringraziamo per la vostra collaborazione… mi raccomando, continuate a scriverci e a mandare materia-
le!!! Naturalmente ci scusiamo per gli errori e/o orrori che magari troverete in queste pagine, ma vi promettiamo
che miglioreremo.
Ancora Grazie e Buona Lettura.
Il Responsabile del Gruppo Giovani
Fabrizio Formisano
all’interno della Chiesa, che la pro-
pone spesso nella liturgia e nella
catechesi. Tra i vari motivi che han-
no meritato a Matteo una priorità di
stima rispetto agli altri scritti del
Nuovo Testamento, vi sono certa-
mente le qualità letterarie. Matteo è
uno scriba, anzitutto nel senso che
ha un accesso diretto alle Scritture
ebraiche. È uno che sa scrivere. Il
suo Vangelo è centrato sulla Parola
del Figlio che ci rende figli del Pa-
dre, facendoci fratelli fra di noi.
Matteo è consapevole che il Vange-
lo è anzitutto una persona e una sto-
ria, più che una dottrina. Ecco per-
ché dietro la struttura letteraria che
fa perno su cinque grandi discorsi
(quello della montagna, quello mis-
sionario, il discorso in parabole,
quello ecclesiale e quello escatolo-
gico) è visibile la storia di Gesù,
identica al racconto di Marco: dalla
Galilea alla Giudea, dal battesimo
nel Giordano alla passione/
risurrezione. Matteo unisce sapien-
temente racconto e catechesi, storia
e dottrina per i cristiani convertiti
dal giudaismo e si esprime in ara-
maico, la lingua comune in Palesti-
na ai tempi di Gesù. Il suo intento è
chiaro: Gesù è il Maestro, il nuovo
Mosè superiore all’antico, il profeta
portatore della parola di Dio ultima
e definitiva. In tal modo il giudai-
smo è invitato a superarsi perché la
parola ultima non è quella di Mo-
sè, né la tradizione dei padri, ma la
parola di Gesù. Avremo modo di
conoscere meglio il suo Vangelo
attraverso le letture che la liturgia
ci proporrà in questo nuovo anno
liturgico. A noi spetta la responsa-
bilità di iniziare fin da ora a tradur-
re in vita quotidiana l’incontro per-
sonale e comunitario con questa
Parola che salva e a vivere e agire
concretamente secondo il Vangelo,
con quella giustizia superiore, che
è necessaria per entrare nel regno
dei cieli. Con tanta gioia prendia-
mo insieme la strada della felicità,
camminiamo lungo il cammino
tracciato dalla Parola, che si incar-
nerà nella nostra vita. Cantate,
gioite, invitate alla festa: ecco che
vengono tempi nuovi. Lasciamoci
modellare dallo Spirito che, meglio
delle nostre stesse voci, canta nei
nostri cuori il desiderio del Signo-
re: aspettiamo la sua venuta. Felice
Avvento, felice attesa, eterna pre-
senza d’amore in mezzo a noi.
I Frati Minimi
Pagina 2 Anno 1 Numero 2
Beato Nicola Barrè Rubrica a cura di S. Alessandro Cusimano
Dopo aver conosciuto le beate
Monache minime, questo mese co-
nosciamo un’altra figura minima, il
Beato Nicola Barrè, la cui memoria
liturgica si è celebrata lo scorso 21
ottobre e per la cui vita è stato defi-
nito “un uomo tutto evangelico”.
Primo di cinque figli, nacque
ad Amiens, in Francia, il 21 ottobre
1621 da Luigi Barré e Antonietta
Pellé. Trascorse l'infanzia in fami-
glia e frequentò poi, da esterno, il
collegio vescovile di san Nicola,
risultando alunno modello. Dopo la
formazione di base decise di abbrac-
ciare la vita religiosa, fu così che
conobbe l'Ordine dei Minimi, dal
quale fu attratto soprattutto dalla
spiritualità, dall’ascesi e dal suo a-
postolato incentrato sulla conversio-
ne dei cuori.
Entrò nell’Ordine nell'ottobre
del 1640, all'età di 19 anni, emise la
professione nel gennaio del 1641 e
iniziò gli studi di filosofia e teologia
nel convento di Place Royale a Pari-
gi. Ancora diacono, fu nominato
professore di filosofia e ordinato
sacerdote, nel 1645, gli venne affi-
dato l'insegnamento di teologia e di
mistica.
Provato dalla stanchezza, si
ritirò nel convento della sua città
natale e, dopo due anni, ritornò al
ministero apostolico prefiggendosi
l'istituzione di maestri e maestre del
tutto liberi da altri impegni per l'in-
segnamento popolare gratuito.
Nel 1659 venne mandato al
convento di Rouen, dove continuò il
suo apostolato occupandosi del
Terz'Ordine dei Minimi e dove eser-
citò il suo ministero con la predica-
zione, la confessione e la direzione
spirituale. Predicando le Missioni
parrocchiali conobbe i quartieri peri-
ferici di Rouen prendendo cono-
scenza della miseria umana e spiri-
tuale dei giovani, delle famiglie po-
vere che non potevano frequentare
la scuola e delle ragazze che cresce-
vano senza alcuna formazione.
Di fronte a tale situazione il
Barré fece le sue constatazioni:
«Occorrerebbero dei Maestri, che vi
si impegnassero in perfetto stile cri-
stiano, e non come mercenari, i qua-
li lo vedono come un mestiere inven-
tato per avere il pane. Impegnarsi a
formare tali maestri é un'opera sen-
za dubbio più utile alla Chiesa e più
meritoria che predicare tutta la vita
dalle cattedre più famose delle mi-
gliori città del Reame. Credo che un
sacerdote che avrà la scienza dei
santi si farà maestro di scuola e per
questo si farà canonizzare. Io credo
che se san Paolo e san Dionigi tor-
nassero oggi in Francia prendereb-
bero a cuore la condizione dei mae-
stri di scuola a preferenza di tanti
altri».
Nel 1660 arrivò per lui il mo-
mento di realizzare le sue idee. Due
giovani donne, toccate dalla sua pre-
dicazione, accettarono di partecipare
a una missione e per un anno accol-
sero delle ragazze per istruirle e per
catechizzarle. Il successo di tale o-
pera fu superiore alle attese e, grazie
al sostegno di alcune persone agiate,
vennero aperte diverse scuole. Fu
cosi che alcune donne nubili diven-
nero «Maestre di Carità».
Nel 1666 venne proposto loro
di fare una scelta di vita comune,
l'esperienza fu un successo e le
scuole di carità si moltiplicarono in
tutta la Francia. Ispirandosi alla
scuola francese di spiritualità, pa-
dre Barré pose l'accento sulla con-
templazione e l'imitazione del
Bambino Gesù nella sua umiltà. Da
questa attenzione e da questo mi-
stero nacquero infatti le Maestre
delle Scuole di Carità del Bambino
Gesù che all'inizio erano terziarie
minime. Lentamente, poi, le mae-
stre, per le quali egli scrisse regole
e avvisi per impostare rettamente
l'istruzione, svilupparono la loro
identità e, superate le contingenze
storiche del tempo, si riconobbero
religiose a tutti gli effetti, oggi di-
vise in due rami: le Suore del Bam-
bino Gesù Nicolas Barre e
le Suore del Bambino Gesù - Prov-
videnza di Rouen.
Nel 1675 Padre Barré venne
nominato dai superiori professore
di teologia e confessore a Parigi.
La sua persona fu molto apprezzata
tanto che molte persone assediava-
no il suo confessionale, si stringe-
vano attorno a lui per avere consi-
gli e si interessavano delle sue fon-
dazioni.
Padre Barré fu il primo di
quei grandi educatori ed iniziatori
della scuola cristiana popolare e
gratuita in Francia. Ormai la sua
salute si deteriorava e i1 31 maggio
1686 morì nel convento dei Minimi
di Place Royale a Parigi. La salma,
che fu tumulata nella Chiesa del
convento, andò perduta durante i
tumulti della Rivoluzione Francese.
Il 7 marzo 1999, fu proclamato Be-
ato da Papa Giovanni Paolo II.
Pagina 3 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-
Per una mistagogia della Celebrazione Eucaristica Rubrica a cura di P. Giorgio Terrasi o.m.
Pagina 4 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-
gno di venerazione e lo incensa.
L’altare è segno di Cristo pietra an-
golare sulla quale è poggiata la Chie-
sa.
La Celebrazione eucaristica,
come ogni altra preghiera, inizia col
segno di Croce nel Nome della Tri-
nità Santa e Indivisa che esprime la
professione di fede battesimale di
tutta l’assemblea dei battezzati.
Quando fai il segno della Croce,
fallo bene. Non così affrettato, rat-
trappito, tale che nessuno capisce
cosa debba significare. Deve essere
un segno della Croce giusto, lento,
ampio, consapevole, perché è il se-
gno della totalità ed è il segno della
redenzione. Allora esso abbraccia
tutto l’essere tuo, corpo e anima,
pensieri e volontà, senso e senti-
mento, agire e patire, e tutto diviene
irrobustito, segnato, consacrato nel-
la forza di Cristo. L’Amen
dell’assemblea è la conferma e
l’accettazione da parte di tutto il po-
polo credente. Questo Amen vuol
dire: Sì! Credo che Cristo sta tra noi!
Sono certo!
A questo punto, colui che
presiede la Celebrazione dona il sa-
luto del Signore all’assemblea. La
parola di saluto del celebrante è ac-
compagnata dal gesto delle mani e
delle braccia che si allargano e si
richiudono in segno di accoglienza,
di saluto di pace e insieme offerta del
Signore che la parola di saluto an-
nuncia presente. È il saluto più im-
portante all’interno della celebrazio-
ne, è lo stesso saluto che fa Cristo
Risorto agli apostoli e questi ai fedeli
entrando nella loro case. Con questo
saluto si annunzia la presenza del
Signore in mezzo alla comunità riu-
nita. Dopo il saluto il sacerdote
invita all’atto penitenziale. In esso
invochiamo la misericordia di Dio
su di noi confessando tutta la nostra
povertà e debolezza e confidando
unicamente nella bontà di Dio. Solo
confessandoci peccatori e ricevendo
l’assoluzione possiamo essere degni
di partecipare alla due mense della
celebrazione, quella della Parola e
quella Eucaristica. Non si tratta di
un riposino, ma dell’importante ne-
cessità di fare “deserto” nel nostro
cuore, liberarlo da tutti i pensieri e
problemi che ci assillano quotidia-
namente, per fare spazio a Dio, a
suo Figlio, alla sua Parola, che per
mezzo dello Spirito Santo si fa sen-
tire e opera in noi. Nelle domeniche
e nella solennità si canta il Gloria, o
Grande Dossologia, un “inno anti-
chissimo – della Chiesa d’Oriente –
con il quale la Chiesa glorifica e
supplica Dio Padre, Cristo Agnello
immolato per noi e lo Spirito San-
to” dando alla celebrazione un ca-
rattere gioioso e festivo e sottoline-
ando il clima della festa. Ben 5 ver-
bi esprimono tale lode: lodiamo,
benediciamo, glorifichiamo, ado-
riamo, rendiamo grazie.
Terminato l’inno del Gloria,
il sacerdote invita tutti alla preghie-
ra, segue un tempo brevissimo di
silenzio in cui tutti pregano perso-
nalmente, poi il sacerdote recita a
voce alta la preghiera Colletta che
“raccoglie” idealmente i contenuti
della preghiera di ciascuno di noi
intonandoli al carattere della cele-
brazione e innalzandoli al Padre per
mezzo di Cristo nello Spirito Santo.
Continuiamo cari amici il
nostro percorso attraverso la bellezza
e la comprensione della Liturgia Eu-
caristica iniziando proprio dai RITI
DI INGRESSO. Essi celebrano
l’Incarnazione del Verbo Divino,
l’ingresso del Figlio di Dio, Gesù
Salvatore, nella storia dell’uomo e
l’introduzione dell’umanità nella vita
di Dio. Scopo principale di tali Riti è
che “i fedeli, riuniti insieme, formino
una comunità e si dispongano ad a-
scoltare con fede la Parola di Dio e a
celebrare degnamente l’Eucaristia”.
Si aprono con la processione
introitale aperta dai ministri che pre-
steranno il loro servizio durante la
Celebrazione: accoliti, lettori, mini-
stranti. Tale processione rende evi-
denti all’assemblea due icone della
presenza di Cristo nella Chiesa: attra-
verso la persona del ministro si rende
presente il Cristo, il Signore Risorto,
il buon Pastore in mezzo al suo greg-
ge; attraverso l’Evangeliario, si cele-
bra la venuta del Signore, il Verbo di
Dio che viene ad abitare in mezzo al
suo popolo. Con la nube
dell’incenso, profumo gradito, segno
della preghiera che sale al Signore,
come recita un salmo, il celebrante
onora l’Altare, la Croce e le Icone.
L’assemblea partecipa alla
processione stando ferma al proprio
posto e accogliendo i suoi ministri
con il canto di ingresso, che non è
prerogativa solo del coro, la cui fun-
zione è quella “di dare inizio alla
Celebrazione, favorire l’unione dei
fedeli riuniti, introdurre il loro spirito
nel mistero del tempo liturgico o del-
la festività e accompagnare la pro-
cessione del sacerdote e dei mini-
stri”. Giunti in presbiterio il sacerdo-
te saluta l’altare con un bacio in se-
Pagina 5 -:- U Santu Patri -:-
fratelli? per le giovani mamme
che portavano in grembo i loro
bambini? per questi uomini che
desideravano trovare lavoro per
le proprie famiglie? La globaliz-
zazione dell’indifferenza ci ha
tolto la capacità di piangere”. Riflettiamo su queste parole di
papa Francesco e preghiamo affin-
ché questi fratelli possano trovare
la giusta accoglienza e solidarietà
in tutti i paesi del mondo, scortati
dal Santo Patrono della gente di
mare, San Francesco di Paola, per-
ché in fondo siamo tutti allo stesso
modo figli di Dio. E come ha gri-
dato il papa: “chiediamo al Si-
gnore perdono per la crudeltà
del mondo, per la crudeltà dei
responsabili che restano
nell’anonimato. Perdono per
quelli che hanno preso decisioni
sbagliate a livello globale, crean-
do distruzione e morte”.
Gesù ci ha lasciato detto: “ogni
volta che avete fatto queste cose a
uno solo di questi miei fratelli più
piccoli, lo avete fatto a me”.
Francesco Neri e Luca Pipitò
soggiorno sono considerati clande-
stini e, dunque, riportati nei CIE,
dove vengono trattati come dei cri-
minali. Ma come si può pretendere
che una persona giunta in Italia,
smarrita e senza neanche un po’ di
denaro, possa da sola affrontare un
altro viaggio per tornare al paese da
dove è fuggita, un paese probabil-
mente distrutto da guerre e carestie?
Non bisogna poi dimenticare gli uo-
mini di mare costretti quotidiana-
mente al dramma di non prestare
aiuto a questi fratelli in difficoltà a
causa della legge italiana, che li con-
dannerebbe penalmente e sequestre-
rebbe loro le imbarcazioni grazie
alle quali riescono a guadagnarsi da
vivere pescando. Questa è
l’incoerenza, molto discussa in sede
di parlamento europeo, dell’attuale
l e g g e B o s s i - F i n i
s u l l ’ i m m i g r a z i o n e .
“Caino dov’è tuo fratello? La voce
del suo sangue grida sino a me”.
Questa è la domanda che il papa ha
posto a ciascuno di noi affinché ri-
svegliamo le nostre coscienze e non
giriamo le spalle a questi fratelli che
giungono da lontano per cercare so-
lamente un po’ di pace e serenità, un
posto sicuro e un pizzico della nostra
fortuna. Spesso però sulle nostre co-
ste trovano solo la
morte. “Alla doman-
da ‘chi è responsa-
bile di questo san-
gue?’, ciascuno di
noi risponde: ‘io no,
non sono io, sono
stati altri’. Abbia-
mo perso il senso
della responsabilità
fraterna. Chi di noi
ha pianto per la
morte dei nostri
3 ottobre 2013 Un barcone di immigrati proveniente
dalla Libia si incendia a largo delle
coste lampedusane: morte più di tre-
cento persone. In Italia è lutto nazio-
nale.
11 ottobre 2013 Un altro barcone naufraga nei pressi
delle coste lampedusane: altri morti
in mare.
“Chi è il responsabile di questo
sangue? Chi il responsabile della
morte di questi fratelli?”, parole
pronunciate da papa Francesco du-
rante l’omelia tenutasi l’8 luglio
2013 a Lampedusa. In questa occa-
sione il papa ha portato una cospicua
somma di denaro per dare aiuto agli
immigrati. Dopo la strage il papa
non ha tardato a offrire nuovamente
i propri aiuti ai sopravvissuti, propo-
nendo di ospitare alcuni di questi, in
particolare donne e bambini, in alcu-
ne chiese di Roma. La proposta però
non è stata accolta dallo stato italia-
no. Ogni anno sulle coste italiane
sbarcano migliaia di immigrati. Il
più delle volte questi vengono porta-
ti nei CIE, Centri di Identificazione
ed Espulsione, dove possono rima-
nere per un massimo di diciotto mesi
e se ,al termine prestabilito, non ven-
gono riconosciuti come persone a-
venti diritto di asilo politico, vengo-
no espulsi. Solo il 20% circa di loro
viene rimandato indietro con navi
italiane, mentre al restante 80% vie-
ne imposto di lasciare da solo il
suolo italiano. Se ciò non viene fat-
to, coloro che vengono sorpresi nuo-
vamente in Italia senza permesso di
Lampedusa: per non dimenticare
Pagina 6 Anno 1 Numero 2
fiamma che richiama uno dei mira-
coli compiuti da san Francesco di
Paola in punto
d i m o r t e ,
quando invi-
tando i frati
alla perseve-
ranza quaresi-
male prese nel-
la mani dei
carboni arden-
ti.
Presen-
te sempre è il
tema del mare,
san Francesco
infatti il 27
marzo 1943 è
stato procla-
mato patrono
della gente di
mare da papa
Pio XII.
Sul mantello vediamo poi la
parola Charitas, virtù centrale nella
vita di San Francesco, il quale e-
sortava tutti alla carità, richiaman-
do sempre all’amore fraterno. In
giallo spicca poi la nostra regione
e alcuni ragazzi, simbolo della
dimensione giovanile del gruppo,
guidati dalla croce di Cristo sotto
l’occhio vigile e paterno del santo
di cui il gruppo porta il nome sici-
liano “u Santu Patri”!
Gabriella Mantenga
Sin dai primi incontri del
gruppo giovani si è sentita
l’esigenza di trovare un logo che ci
rappresentasse. Per questo France-
sco Neri, un ragazzo con grandi
abilità di disegnatore, che fa parte
del nostro gruppo, ha dato vita ad
un vero e proprio capolavoro che
ha sintetizzato tutto quello a cui
avevamo pensato.
All’interno di un cerchio
spicca subito la figura di san Fran-
cesco di Paola, incappucciato e con
la lunga barba da eremita. Questi
sono due dei segni caratterizzanti
l’iconografia del Santo di Paola,
ma non sono gli unici. Troviamo
infatti san Francesco intento a te-
nere in una mano il celebre bastone
che lo ha accompagnato durante la
sua miracolosa traversata dello
stretto di Messina e che conservia-
mo in parte nella nostra parrocchia,
nell’altra mano tiene accesa una
IL NOSTRO LOGO !!!
Pagina 7 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-
ricostruendo/costruendo il gruppo
con cui si vivrà il cammino di un
intero anno e per riconoscersi parte
di una comunità più grande, quella
parrocchiale.
Il momento della festa si è
concluso con un momento di pre-
ghiera guidato da Padre Saverio,
con la sua benedizione e con la con-
divisione di vari dolcini.
Ad ogni gruppo è stato dato il
nome di un Santo ed un colore che li
identificherà per l'intero anno, tutto
ciò per far conoscere ai fanciulli la
vita di coloro che hanno testimoniato
la propria fede e ora godono della
visione beata di Dio e ci sono da e-
sempio e testimoni.
Tutte queste novità sono state
molto gradite dai genitori, dai picco-
li e da tutta la comunità parrocchiale
che, in un clima di collaborazione e
di fratellanza, ha visto il coinvolgi-
mento da parte dei genitori nel se-
guire i propri figli nel loro cammino
di fede.
L'inaugurazione dell'anno ca-
techistico è stata coronata dalla Ce-
lebrazione Eucaristica, il 17 novem-
bre, con il mandato ai catechisti, oc-
casione in cui la comunità, sollecita-
ta al senso di responsabilità, soprat-
tutto verso i più giovani, ha ringra-
ziato il Signore
invocando l’aiuto
dello Spirito Santo
su quanti ci impe-
gneremo nella catechesi parroc-
chiale. Durante questa Celebrazio-
ne è stata portata da ogni bambino
e dai catechisti una pietra
all’altare con su scritto il proprio
nome in segno di appartenenza
alla comunità.
Concludiamo ancora con le
parole di papa Francesco che ci
invita a rimanere con Cristo cer-
cando di essere sempre una cosa
sola con Lui, seguendolo, imitan-
dolo nel suo amore e nel suo anda-
re incontro all’uomo per tracciare
strade nuove per l’annuncio del
Vangelo… buon cammino di fede
a tutti!
Le Catechiste
Katty e Annalisa
“Essere catechisti e non lavo-
rare da catechisti” è l'invito fatto a
tutti i catechisti da Papa Francesco ai
partecipanti al Congresso internazio-
nale sulla catechesi il 27 settembre
scorso. Essere catechisti, ricorda Pa-
pa Francesco, significa dare testimo-
nianza della propria fede, essere co-
erenti nella propria vita a questa
fede e avere familiarità con Cristo…
familiarità che deriva dall’averlo
incontrato nel nostro cuore e averlo
conosciuto.
Dopo tale familiarità viene la
testimonianza: “Predicate sempre il
Vangelo – diceva san Francesco ai
suoi frati – e se fosse necessario an-
che con le parole”, ciò per farci capi-
re che la testimonianza è prima data
con la vita e poi con le parole.
Con queste parole, cariche di
responsabilità, noi catechisti voglia-
mo inaugurare questo nuovo anno
catechistico che è sempre un mo-
mento di fermento per tutti: per la
Parrocchia, che si prepara al ritorno
dei giovani e delle famiglie del pro-
prio quartiere e anche per i ragazzi,
desiderosi di incontrare gli amici, i
catechisti e i sacerdoti.
Quest'anno, la nostra Parroc-
chia, ha inaugurato il nuovo anno
catechistico il 14 ottobre con una
grande festa ricca di canti e giochi. È
stata un’opportunità per ritrovarsi,
Pagina 8 Anno 1 Numero 2
Il periodo che ci attende, riconosciuto da noi cri-
stiani come “avvento”, influenza in qualche modo
le nostre consuetudini culinarie. Chi, nei giorni che
seguiranno, rinuncerà ad elargire un invito ai propri
amici-familiari o sarà ben disposto a riceverlo?
Nulla di male nel trascorrere tali festività in compa-
gnia dei propri cari, anzi, sì facendo ci si accosta
alla venuta del Figlio di Dio nella pluralità, anziché
nella solitudine. Tuttavia, in qualità di testimoni
della parola di Dio, non dobbiamo perdere di vista
il fine ultimo del tempo, non lasciandoci travolgere
dal consumismo, il quale, ogni giorno e con ogni
mezzo, cerca di catturarci, come un contro-vangelo.
Perché spendere chissà quale grande cifra per coin-
volgere più persone ad un banchetto augurale? Gli
ingredienti cui si deve forgiare la nostra migliore
ricetta, saranno carità e semplicità, che conferiran-
no alle nostre pietanze una ventata di serenità e li-
bertà dalla schiavitù del ‘tutto e subito’.
Nello scorso numero del giornalino parrocchiale,
un gentile lettore, il sig. “MAUCO47”, ha inoltrato
alla nostra redazione, un menù da cui poter trarre
spunto e che prontamente pubblichiamo di seguito.
Degli ingredienti sopra esposti viene contemplata
solo la semplicità. Per la carità ci stiamo premunen-
do. Voi, intanto, lavorateci su.
Giuseppe Spitalieri
PRIMO
Totale costo presunto €. 2,50
Margherita ca ‘nciova Costi per 4 persone:
n°6 acciughe salate € 0,50
n°1 lattina di concentrato di pomodoro €. 0,50
n°2 spicchi d’aglio e n°1 una cipolla di media grandezza
€. 0,50
n°1 biccherino olio €. 0,50
sale e pepe q.b.
due cucchiai da cucina di zucchero
Kg. 0,500 di pasta, preferibilmente margherite € 0,50
Esecuzione:
Tritare finemente la cipolla metterla in un tegame con l’olio
e lasciarla “ngranciare” a fiamma bassissima, finché non di-
venti trasparente, togliere il tegame dal fuoco e lasciarvi
sciogliere due acciughe salate e sgocciolate, rimettere sul
fuoco e aggiungere circa tre quarti di litro di acqua, portare
ad ebollizione, aggiungere il concentrato di pomodoro e la-
sciare che esso si sciogli lentamente a fiamma molto bassa;
mettere il pepe a secondo dei gusti e portare il sugo a cottura
per circa tre quarti d’ora. Mentre il sugo raggiunge la cottura,
si prepara la “muddica atturrata” e si mette a bollire l’acqua
per la pasta.
Mettere in una padella di alluminio l’aglio e l’olio, fare sof-
friggere prestando attenzione che non bruci, non appena di-
venta leggermente biondo si toglie la padella dal fuoco, si
toglie l’aglio e si lasciano sciogliere le acciughe rimaste;
un'altra padella si mette la mollica e si lascia abbrustolire
mescolando sempre fino alla fine, quando è imbiondita si
aggiunge lo zucchero e l’olio precedentemente insaporito
con le acciughe e l’aglio, si mescola per qualche altro secon-
do, si toglie dal fuoco e si travasa subito in altro contenitore,
altrimenti continua ad abbrustolire e potrebbe bruciare
Detto ciò, intanto l’acqua di cottura della pasta è arrivata ad
ebollizione, ci si cala la pasta la si porta a cottura, si scola, si
condisce con il sugo con l’anciova e poi a tavola ogni com-
mensale aggiunge la “Muddica Atturrata” a piacere.
ANTIPASTO
Totale costo presunto €. 2,20
Bruschette:
Costi per 4 persone
N° 1 pane raffermo (del giorno prima) da
500 gr €. 0,70
N° 4 pomodori maturi €. 0,50
N° 1 spicchio daglio, Qualche foglia di basi-
lico, N°1 bicchiere d’olio €. 1,00
Sale e pepe q.b.
Esecuzione:
Tagliare a fette da 1 cm. Il pane raffermo e
tostarlo, al forno o su piastra di ghisa o su
padella antiaderente. In una ciotola tagliuzza-
re i pomodori in piccoli pezzetti e condirli
con olio, sale e pepe e le foglie spezzetate di
basilico. Condire le fette di pane dopo aver
strofinato con gli spicchi d’aglio.
Pagina 9 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-
L’apostolo riconosce, nella sua
umiltà, di non essere sempre in sintonia
con Dio “Io so infatti che in me, cioè
nella mia carne, non abita il bene; c'è
in me il desiderio del bene, ma non la
capacità di attuarlo; infatti io non com-
pio il bene che voglio, ma il male che
non voglio” (Rm 7.18-19). L’apostolo
della penitenza sa però che non è im-
possibile entrare nella comunione con
Dio Trinità. Occorre cambiare testa (la
cosiddetta metanoia) ed a poco a poco
la propria condotta di vita. La conver-
sione non è un momento unico, ma un
processo continuo non necessariamente
fatto di segni troppo appariscenti “E
quando digiunate, non assumete aria
malinconica come gli ipocriti, che si
sfigurano la faccia per far vedere agli
uomini che digiunano.” (Mt 6,16).
Occorre innanzitutto la conver-
sione del cuore, diventare come bambini
“In verità vi dico: se non vi convertirete
e non diventerete come i bambini, non
entrerete nel regno dei cieli.” (Mt 18,3).
La penitenza è questo continuo
esercitarsi a vivere nell’osservanza dei
comandamenti perché “chi dice di di-
morare in Cristo, deve comportarsi
come Lui si è comportato” (1 Gv
2,6).
La Chiesa fin dal suo nascere
ha indicato delle tecniche penitenziali
che con il loro esercizio favoriscono
la piena comunione con Dio:
l’ascolto meditato e contemplato del-
la parola di Dio, la preghiera, il digiu-
no dagli affanni ed agitazioni in mol-
te cose che ci sembrano necessarie ed
indispensabili ma che ci distraggono
dallo scegliere la parte migliore (Lc
10, 41-42) e soprattutto le opere di
carità che portano nel mondo il buon
profumo di Cristo. Chi non ama, dice
Giovanni nella sua prima lettera, non
ha conosciuto Dio perché Dio è amo-
re. Se Dio ci ha amati anche noi dob-
biamo amarci gli uni gli altri.
La penitenza ci apre quindi alla
carità, il motto del nostro Ordine dei
Minimi che troviamo stampato do-
vunque nelle nostre Chiese, ma che
dovrebbe essere scolpito nel nostro
cuore, il motore di tutta la nostra vita.
Franco Romeo
apostoli della penitenza
Tre termini non accostati per ca-
so. Chi legge sa bene che i Minimi sono
coloro che appartengono all’Ordine,
fondato da San Francesco di Paola, una
famiglia costituita da tre rami indissolu-
bilmente uniti e costituiti da appartenen-
ti a tre stati diversi di vita cristiana:
quello dei frati, quello delle monache di
clausura e quella dei christi fideles laici
o chierici. Una famiglia attratta dal cari-
sma penitenziale del santo fondatore e
che risponde alla chiamata ad essere nel
mondo apostoli della buona notizia “Il
tempo è compiuto e il regno di Dio è
vicino; convertitevi e credete al Vange-
lo” (Mc 1,15). L’apostolo non è un sem-
plice discepolo che ascolta e si compia-
ce della parola del maestro. L’apostolo
è un chiamato per essere inviato. Dice
Paolo “Noi fungiamo da ambasciatori
per Cristo, come se Dio esortasse per
mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome
di Cristo: lasciatevi riconciliare con
Dio” (2 Cor 5,20)
SECONDO
Totale costo presunto €. 7,50
Sarde a beccafico Costi per 4 persone:
1 kg di sarde fresche €. 4,00
1 limone, 100 g di mollica di pane, 2 spicchi d'aglio,
2 scalogni, foglie di alloro e prezzemolo,
2 bustine di passolina e pinoli €. 3,00
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva €. 0,50
Sale q.b.
Esecuzione:
Pulite con cura le sarde eliminando le interiora, la
testa e la lisca centrale, apritele a metà fino alla coda.
Lavatele e asciugatele e disponetele aperte su un pia-
no. Mettete a bagno in una ciotola con poca acqua la
passolina e i pinoli. Pelate gli scalogni, l'aglio. Tra-
scorsi 10 minuti potrete scolare la passolina e pinoli.
A questo punto unite la mollica , la passolina e pino-
li, il prezzemolo tritato, il succo di limone e 2 cuc-
chiai di olio. Distribuite equamente il composto otte-
nuto sulle sarde, quindi arrotolatele lasciando fuori il
codino, Sistemate in una pirofila gli involtini con la
codina in alto ed alternateli con foglie di alloro. Sala-
te e cospargete con un pò di mollica. Irrorate con il
succo di limone e con l'olio. Cuocete in forno a 180º
C per 15 minuti, servite tiepido.
CONTORNO
Patate prezzemolate:
Costo per 4 persone:
Kg 1 di patate , olio prezzemolo €.1,00
Esecuzione:
In una pentola far bollire le patate, quando saran-
no cotte, lasciarle raffreddare pelarle e tagliarle a
pezzi grossolanamente, salarli e condirli con olio
e prezzemolo.
Acqua e vino €. 3,00
TOTALE per 4 persone €. 16,20
(i costi presunti sono riferiti ai supermercati
della piazza di Palermo)
Pagina 10 Anno 1 Numero 2
sentita riflessione spero sia una
prima "pillola" con riferimento
ed in attesa delle altre "pillole"
di Padre Giorgio nella rubrica
"Stupore Eucaristico".
Prima di salutarvi desidero
evidenziare, avuto riguardo
all'articolo a firma "Francesco
Neri", che la scelta della foto é
risultata quanto mai azzeccata
per riassumere, con una sola im-
magine, quanto l'autore ha voluto
dire di Papa Francesco, dei suoi
primi sei mesi di pontificato e
dei suoi gesti e comportamenti
fuori dal protocollo che lo stanno
facendo amare da tutti.
A rileggerci
Sergio F .
il mio Prossimo.
A prescindere che la domeni-
ca rincontro in Chiesa persone che
mi sono diventate care, ho chiara la
sensazione di far parte di un
"popolo di convocati" come ben
dice Padre Giorgio. Di tale grade-
vole sensazione ho pochissime al-
tre occasioni e devo dire che mi
viene sempre più difficile amare il
mio Prossimo in diverse circostan-
ze della quotidianità. La nostra so-
cietà è sempre meno basata sull'A-
more e di questo me ne sento ad-
dosso le conseguenze. Si fa sempre
più strada in me la voglia di isolar-
mi da tutto e da tutti ma ciò non è
possibile per tanti ovvii motivi.
La prima conseguenza è
quindi quella di trovare gravi diffi-
coltà ad amare il mio prossimo ma
la frequentazione, seppur settima-
nale, della Chiesa di S. Francesco
di Paola interviene in mio soccor-
so. Questa mia prima breve ma
Mi chiamo Sergio F. ho 61
anni e la domenica mi piace anda-
re a Messa nella V/s Chiesa anche
se non è la mia Parrocchia.
Non sono giovane, ma rac-
c o g l i e n d o l ' i n v i t o d e l
"vulcanico" Fra' Antonio e del
responsabile del Gruppo Giovani
anch'io voglio mandarVi questo
mio contributo dopo la lettura,
invero tutta d'un fiato, del primo
numero del V/s giornale
Intanto complimenti sinceri per
l'iniziativa e per i contenuti.
Con riferimento alla rubrica
" Stupore Eucaristico " (articolo di
Ottobre) a cura di Padre Giorgio,
che stimo molto mi, sono sentito
sollecitato a rendervi note alcune
mie brevi riflessioni sulla parteci-
pazione alla S. Messa. Quando
sono in Chiesa ed in particolare la
domenica nella Chiesa di S. Fran-
cesco di Paola è uno dei rari mo-
menti in cui mi vien facile amare
L’anno scorso Padre Matteo
(nostro Parroco dal 1989 al 1993)
ci ha lasciato per tornare alla casa
del Padre. Lo vogliamo ricordare
con le parole di Angelica Leto, Pre-
sidente della Fraternità TOM di
Milazzo, nel giorno delle esequie.
“Caro Padre Matteo, nel
giorno del nostro ultimo saluto ter-
reno e della sua ultima chiamata,
la sua testimonianza risuona ancor
più forte nei nostri cuori.
Nonostante i suoi digiuni e
la vita quaresimale si notavano nel
suo volto benevolenza e accoglien-
za, quando con i suoi insegnamenti
e le esortazioni spirituali ci sprona-
va, soprattutto a noi terziari, ad
essere nel mondo testimoni autenti-
ci del Vangelo di Cristo secondo il
carisma di S. Francesco di Paola.
Credo che a noi tutti reste-
rà indelebile il ricordo di un padre
buono che nel suo cantuccio, in
silenzio, aspettava, come il padre
della parabola del figliol prodigo,
quel figlio penitente perché fosse
riaccolto dalla Misericordia di Dio,
per far sì che potesse ritornare alla
dignità di figlio di Dio. Padre Mat-
teo lei sapeva bene che "Per ogni
uomo che si converte c'è festa in
cielo"; ecco perché in tanti accor-
revamo nelle sue braccia consape-
voli di essere davanti ad un sacer-
dote di una profonda spiritualità e
quanti chiedevano consiglio, chi si
rifugiava in lei, rimaneva edificato
perché aveva incontrato un vero
testimone della Carità, un uomo di
Dio.
Adesso che è nella gloria dei
Santi preghi per noi, per quanti
cercano Dio in questo meraviglioso
Santuario, per la sua cara famiglia
religiosa, per i frati e per noi ter-
ziari, affinché corroborati dalla sua
forte esperienza possiamo anche
noi un giorno ”Ricevere dalle Mani
del Signore, la grazia e la gloria
eterna”.
Che Dio lo abbia in Gloria!
Cari lettori, vi offriamo questo spazio per le vostre
offerte e ricerche. Quanti desiderano aver pubblicato
un loro annuncio, possono mandare una mail a:
usantupatri.giovani@libero.it
Pagina 11 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-
OFFRO
Offro collezione di francobolli.
Se interessati lasciare un vo-
stro contatto in Ufficio Par-
rocchiale.
CERCO
Cerchiamo coperte e biciclette in buono
stato per i fratelli extracomunitari.
Consegnare in Ufficio Parrocchiale.
Cerchiamo un corredino per un bimbo che
nascerà a febbraio 2014.
Consegnare in Ufficio Parrocchiale.
Pagina 12 Anno 1 Numero 2
In questo tempo di Avvento, la nostra comunità parrocchiale è invitata a ripensare la dimensione della te-
stimonianza e della carità fraterna attraverso la meditazione del brano evangelico di Matteo 25, 31-46:
31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua glo-
ria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa
le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che
stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla
fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carce-
rato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto
affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto fo-
restiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in car-
cere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto
queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sini-
stra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché
ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero
e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visita-
to. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero
o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta
che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne an-
dranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».
RIFLESSIONE
Siamo nella parte finale del Vangelo di Matteo, all’inizio del discorso escatologico. Con la parabola del
Giudizio Finale, esclusiva di Matteo, l’evangelista spiega concretamente quali siano le opere da compiere
secondo giustizia per poter possedere il Regno: accogliere gli affamati, gli assetati, gli stranieri, i nudi, i
malati e i prigionieri. Emerge una forte esortazione sui temi della vigilanza e della pratica
del comandamento dell’amore, per essere trovati pronti alla venuta del Figlio dell’uomo. Sottolineiamo la
richiesta di chiarimento e la risposta del Giudice dei vv. 39 e 40: coloro che accolsero gli esclusi sono chia-
mati “giusti”. Ciò significa che la giustizia del Regno non si raggiunge osservando norme e prescrizioni,
bensì accogliendo i bisognosi. Ma è curioso che i giusti non sappiano nemmeno loro quando hanno accolto
Gesù bisognoso. E Gesù risponde: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fra-
telli più piccoli, l’avete fatto a me”. Chi sono questi miei fratelli più piccoli? In altri passaggi del Vangelo
di Matteo, le espressioni “miei fratelli” e “più piccoli” indicano i discepoli (cfr. Mt 10,42; 12,48-50;
18,6.10.14; 28,10). Indicano anche i membri più abbandonati della comunità, i disprezzati che non hanno
posto e non sono ben ricevuti . Gesù si identifica con loro. Ma non solo questo. Nel contesto più ampio della
parabola finale, l’espressione “miei fratelli più piccoli” si allarga ed include tutti coloro che non hanno po-
sto nella società. Indica tutti i poveri. Ed i “giusti” e i “benedetti dal Padre mio” sono tutte le persone di tut-
te le nazioni che accolgono l’altro in totale gratuità, indipendentemente dal fatto che siano o no cristiani.
Mi piace concludere questa riflessione con i versetti del Salmo 18:
Gli ordini del Signore sono giusti / fanno gioire il cuore.
I comandi del Signore sono limpidi / danno luce agli occhi.
Buona Lectio e buona vita.
Fr. Antonio M. Porretta o.m.
Pagina 13 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-
Avvento tempo di
riflessione e d’Amore
Di fronte alla quotidianità e
alle nostre innumerevoli preoccu-
pazioni, ogni rapporto d’amore
nelle sue molte espressioni:
nell’amicizia, nel fidanzamento,
nel matrimonio, rischia di
“perdere il suo sapore”. Purtroppo
spesso avviene così anche nel rap-
porto fra gli uomini e Dio. Un
rapporto che ha tante vie per esse-
re vissuto, e come in una grande
famiglia, ogni via o modo ha il
suo momento particolare: il suo
tempo.
C’è il tempo di stare a tu per
tu ed il tempo di stare tutti insie-
me; e poi ci sono i tempi per ri-
flettere, esultare, preoccuparsi e
gioire; e c’è anche il tempo del
quotidiano come dolce pausa tra
una nota e l’altra dell’eterna musi-
ca dell’Amore.
In questo ritmo, rispettoso
dei tempi della persona, l’Amore
divampa. Così la Madre Chiesa ha
dato dei tempi di riflessione, di
attesa, gioia, penitenza e parteci-
pazione al dolore e all’esultanza
pasquale.
L’Avvento, che sta per arri-
vare, è uno di questi Tempi Forti
con i quali la Chiesa ci insegna ad
Amare Dio, relazionandoci con
Lui secondo quelli che sono i rit-
mi della nostra umanità.
L’Avvento, che comincerà l’1 di-
cembre, è il tempo Mariano per
eccellenza e guarda alla Madre di
Dio come maestra del totale ab-
bandono a Dio.
È anche il tempo dell’attesa che ci
porta a riflettere sulla nostra con-
dizione che è simile a quella di
Maria, alla quale l’Angelo affidò,
non solo una promessa, ma un
evento già reale dentro di lei, già
compiuto, ma non ancora matura-
to, ancora in divenire: la nascita
del Salvatore.
Ancora oggi Gesù, venuto
nella storia, è con noi in modo
misterioso tramite lo Spirito Santo
ed i Sacramenti, ma ancora atten-
diamo la Sua seconda venuta, che
sarà si un evento doloroso come il
parto di una donna “che geme e
soffre” ma anche un evento mera-
viglioso: la Resurrezione per
l’umanità intera, la Giustizia,
l’Amore e la piena Comunione
con Dio.
La liturgia ci aiuta a fare
questa riflessione ogni anno per
quattro settimane, ma le note di
questa canzone d’Amore, mai mo-
notona, variano e ci portano da-
vanti al Mistero della Salvezza di
Dio, cambiando le letture e le pre-
ghiere della messa con una modu-
lazione triennale (anno A, B, C).
L’anno liturgico che si apre con il
prossimo Avvento sarà l’anno A.
La Prima Domenica ci in-
trodurrà nel chiaroscuro della
seconda venuta di Gesù come
Giudice a cui chiedere giustizia
(Is 2,1-5) e pace (Sal 121), ricor-
dandoci che il momento della
conversione è ORA, non domani,
non fra un’ora, ma adesso (Rm
13,11-14), perché la venuta “del
Figlio dell’uomo” sarà come una
catastrofe senza preavviso, come
il diluvio.
La Seconda Domenica par-
la del compimento della salvezza
su tutta la creazione ad opera del
Messia, ma quest’anno tale litur-
gia sarà sostituita dalla coinci-
dente solennità dell’Immacolata
Concezione di Maria.
La Terza è la domenica del-
la gioia che ci proietta avanti,
ricordandoci che la speranza del
Regno di Dio annunciata dai
Profeti, come Isaia, e dal Battista
è già realizzata sulla terra e se ne
vedono i primi frutti nella Chie-
sa. Così nel Vangelo Gesù ri-
sponde ai discepoli di Giovanni
chiarendo che il Messia è già tra
loro e che le profezie si sono già
realizzate nell’attesa che si com-
pia il disegno di Dio.
La Quarta domenica avre-
mo finalmente l’annuncio a Giu-
seppe: il bambino che aspetta
Maria, sua moglie, è il compi-
mento della profezia di Isaia, il
Dio con noi, l’Emmanuele.
La Salvezza così ci viene
proposta come vicina e tu, vuoi
accoglierla?
Riccardo Incandela
Pagina 14 Anno 1 Numero 2
Intervista… all’Avvento
GIORNALISTA: Cari bambini e bambine, oggi nella nostra parrocchia di San Francesco di Paola è
venuto a trovarci una persona molto importante, il Signor AVVENTO; lo intervisteremo insieme e ci
faremo spiegare tantissime cose sul suo conto.
Buongiorno Signor Avvento, come sta?
AVVENTO: Buongiorno a tutti voi, grazie per il cortese invito. Sto bene, come ogni anno sono molto
felice di uscire di casa… sa, lo faccio solo una volta all’anno!
G: Come scusi? Lei esce di casa una volta all’anno?
A: Si, ha capito bene. Io faccio parte di una bella famiglia: l’Anno Liturgico. Siamo tanti fratelli: Na-tale, che viene dopo di me, Quaresima, Pasqua e Tempo Ordinario.
G: Bene, ma parliamo di lei. Prima di tutto mi tolga una curiosità, perché è vestito tutto di viola?
A: Vedete cari amici, questo è il colore della Penitenza e dell’Attesa che ci invita alla conversione
nell’ottica della speranza e della fiducia in Dio che vince ogni difficoltà e che dona la vita eterna. Io
uso sempre vestirmi così, tranne l'8 dicembre perché è il giorno della festa dell’Immacolata Conce-
zione, quando si usa il bianco.
G: Ma scusi, quanto dura il suo Tempo?
A: Solo 4 settimane l’anno!
G: Come mai si chiama Avvento? Cosa vuol dire questa parola?
A: Il mio nome deriva dal latino “Adventus”, che significa venuta, arrivo.
G: Venuta, arrivo… ma di chi?
A: Allora devo spiegarvi proprio tutto!!! il mio Tempo serve per prepararsi ad un grande evento: il
Natale, la nascita di Gesù Salvatore del mondo. È un Tempo in cui si attende, in cui ci si prepara. Un
tempo di riflessione, di preghiera e di ascolto, di preparazione, purificazione, ma anche di grande
gioia.
G: Si spieghi meglio…
A: Tutti noi siamo chiamati a "fare pulizia" dentro di noi. Buttare via i peccati, i vizi, le cattive abitu-
dini, le cose superflue… tutto ciò per fare spazio alle cose che contano veramente e per accogliere,
in uno spazio pulito e pronto, Gesù e i nostri fratelli, soprattutto quelli più bisognosi!
G: Capito… Lei prima stava parlando della venuta di Gesù, ma lui non è già nato tanto tempo fa? Per-
ché dovrebbe rinascere anche quest’anno?
A: Questo è proprio il bello del mio lavoro. Io ogni anno esco di casa ad annunciare che Gesù nasce
sempre, nasce di nuovo. Qualsiasi cosa noi facciamo, anche se giriamo le spalle a Gesù, lui è sempre
pronto a rinascere nel nostro cuore se lo vogliamo accogliere! Lui è la luce che ci fa capire dove sta il
bene! Che non ci fa sentire soli! Che ci aiuta a ritrovare la strada giusta quando sbagliamo…
G: A proposito di luce, molto bella questa candela che abbiamo acceso prima, di cosa si tratta?
A: Questa è la Corona d’Avvento, un simbolo che tutti dovrebbero avere nella loro casa. Si accende
una candela ogni domenica quando tutta la famiglia è riunita per indicare che dall’oscurità si arriva
alla luce, la luce di Gesù che entra nella nostra vita e le rende più felice e serena. La corona di Avven-
to annuncia che il Bambino che si attende è il Re che vince le tenebre con la sua luce. I rami sempre
verdi dell’abete o del pino, che ornano la corona, sono i segni della speranza e della vita che non fini-
sce, eterna appunto. Ricordatevi bene che le candele vanno accese una per settimana, al sabato sera
o alla domenica, quando tutta la famiglia è riunita.
G: Immagino che lei, Signor Avvento, sarà richiesto in tante altre parrocchie perciò la ringrazio per
averci dato tante belle notizie e la salutiamo con un caloroso applauso!
A: Grazie a voi dell’accoglienza e mi raccomando, viviamo bene queste settimane per prepararci de-
gnamente alla nascita di Gesù. Scaldiamo il nostro cuore e accogliamo i nostri fratelli in difficoltà.
Aiutiamo la nostra famiglia e ricordiamoci che Gesù è sempre pronto a nascere in ogni cuore pronto
ad accoglierlo e a vivere in pieno la sua parola… buon Avvento e un Santo Natale a tutti!!!!
Venere Rigano
Pagina 15 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-
In questo tempo di preparazione al Natale, desideriamo coinvolgervi in diverse iniziative
Ecco già alcune proposte:
3° Edizione del Concorso a premi “Natale in Famiglia 2013”
Regolamento e scheda di iscrizione scaricabile dal sito parrocchiale o ritirabile presso
l’Ufficio parrocchiale. Tutti i presepi saranno benedetti e le foto esposte in parrocchia.
Dall’ 8 al 25 dicembre è possibile prenotare “Il cuore di Gesù Bambino”, un dolce di pasta di man-
dorle con ripieno di pistacchio confezionato con il Bambin Gesù e un biglietto di auguri. Euro 10.
Anche consegne a domicilio. Iniziativa a sostegno delle opere di carità della comunità religiosa.
Sorteggio del Panettone Missionario con sorpresa di Kg. 5, omaggiato da una nota pasticceria
palermitana. I biglietti per partecipare al sorteggio che avverrà il 25/12 si possono richiedere in
Ufficio Parrocchiale. Euro 1 a biglietto. Iniziativa a sostegno del progetto scuola della nostra mis-
sione di Mokala, nella Rep. Dem. del Congo (www.fratiminimionlus.it).
Il 13 Dicembre, festa di Santa Lucia, alle ore 12.00 sul sagrato della parrocchia, offriremo un
pranzo alle famiglie in difficoltà assistite dalla caritas parrocchiale. Invitiamo più gente possibile
a donare un BuonoPasto o generi alimentari a lunga scadenza per la riuscita dell’opera di carità.
Dopo la messa delle 18.30, tradizionale “CUCCIAXTUTTI”.
16/20 Dicembre: Banco alimentare per le famiglie in difficoltà nei supermercati Prezzemeo-
lo&Vitale e Maddalena-Sigma. I prodotti raccolti, saranno distribuiti dalla Caritas parrocchiale,
sabato 21 dicembre.
Vuoi fare degli auguri speciali per Natale??? Acquista le nostre cartoline missionarie. Permetterai
di far conoscere la nostra missione a più gente possibile e ci aiuterai a portare l’acqua nel nostro
villaggio di Mokala.
Sostengono la nostra Missione le seguenti attività commerciali:
Profumerie Dabbene (P.zza Amendola e via Magliocco), Supermercati Prezzemolo&Vitale, Cartole-ria Perna (via Sperlinga 14), Trinacria Candles (Via XX Settembre 10), Supermercato Sigma -Maddalena (via Dante 92). Troverete una linea dedicata alla nostra missione.
Ad essi giunga il nostro ringraziamento e la nostra preghiera.
Per vivere il precetto dell’amore fraterno, abbiamo legato ogni Domenica del tempo di Avvento
ad un gesto di carità:
I Domenica 1 dicembre: Raccolta di olio e legumi
II Domenica 8 Dicembre: Raccolta di sughi, condimenti e prodotti in scatola
III Domenica 15 Dicembre: Raccolta di latte, pannolini, zucchero, omogeneizzati, cioccolata e caramelle
IV Domenica 22 Dicembre: Raccolta di detergenti per il corpo, per indumenti e per ambienti
Pagina 16 Anno 1 Numero 2
SE HAI SUGGERIMENTI O VUOI INVIARE MATERIALE (ARTICOLI, IMMAGINI, ecc.) PUOI CONTATTARCI A usantupatri.giovani@libero.it
Gruppo Giovani Riunione tutti i Venerdì
alle ore 21.00 Animazione della Messa ogni
Domenica alle ore 10.30 Il Consultorio medico
il Giovedì dalle 10.30 alle 12.30 secondo un calendario che renderemo noto successivamente
Il Centro di Ascolto è attivo ogni Giovedì dalle 16.30 alle 18.30 nel salone san Francesco
Segreteria Ufficio Parrocchiale
Lunedì 9.00/11.00 Martedì e Giovedì ore 17.00/19.00
Orari Sante Messe Feriale: 8.00 - 10.00 - 18.30 Festivo: 8.30 - 10.30 - 12.00
18.30 - 20.00
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