informatore aias n.2 2014
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Organo Ufficiale
dell’Associazione
professionale
Italiana Ambiente
e Sicurezza
Anno XV - N. 2/2014
AIASInformatore
Obiettivo prevenzione
Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.itExpo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015
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1Informatore AIAS | N.2/2014 |
editoriale
1. Come realizzare il proprio business professio-nale qualificato a livello italiano ed Europeo?
Esiste già il percorso normativo stabilito dall’Unione Europea (UE) e dall’Italia per permettere la libera circolazione nei 28 Paesi dell’UE dei professionisti qualificati tramite il sistema del rilascio del diploma inerente al livello di qualificazione professionale eu-ropea secondo il processo dell’European Qualifica-tion Framework (EQF).
2. Quali ruoli hanno le Associazioni professionali italiane per la realizzazione di tale processo?
Gli obbiettivi dei specifici regolamenti e direttive dell’UE e delle relative leggi italiane (legge n .4/2013 e D.Lgs. n. 13/2013) consistono nella tutela dell’u-tilizzatore del servizio professionale e il riconosci-mento e la valorizzazione del professionista qualifi-cato e delle relative associazioni professionali.Infatti il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) presenta le normative sulla disciplina delle profes-sioni non regolamentate da ordini e collegi, come
mezzi “per tutelare i consumatori, promuovere la co-noscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali”.L’AIAS è già stata inserita nell’apposito elenco del MiSE quale Associazione professionale che rilascia l’attestato di qualità, per le figure professionali indi-viduate tramite le 14 Associazioni Professionali AIAS (APA) aderenti ad AIAS e che pertanto rilascia l’at-testato di qualificazione professionale, verificando la competenza acquisita relativa all’attività professiona-le esercitata in forma autonoma o subordinata, degli iscritti nelle APA, e garantendo anche l’utilizzatore di tali servizi o il datore di lavoro.Il processo di qualificazione professionale AIAS av-viene tramite il processo dell’European Qualification Framework (EQF) che a regime darà la possibilità, ai professionisti qualificati che lo desiderino, di andare liberamente nei 28 Paesi dell’Unione Europea e ave-re a disposizione il mercato dell’UE già composto da 500 milioni di cittadini.L’EXPO 2015 risulta una straordinaria opportunità per valorizzare le professioni degli iscritti alle APA a livello di Unione Europea e a livello internazionale.
3. Qual è la situazione organizzativa e procedura-le in atto in AIAS per le Associazioni Professio-nali AIAS (APA)?3.1 APA che hanno già identificato le figure
professionali del settore:• APA Prevenzione - Professionisti del settore
Prevenzione• APA Formazione - Formatori del settore
Prevenzione• APA Costruzioni - Coordinatori della Sicu-
rezza del comparto Costruzioni• APA Security & Safety - Professionisti dei set-
tori Security & Safety• APA Prevenzioni Incendi - Professionisti del
settore Prevenzione Incendi• APA Organismo di Vigilanza - Professionisti
dell’Organismo di Vigilanza (OdV)3.2 APA che identificheranno le figure profes-
sionali del settore entro fine ottobre 2014• APA Mare - Professionisti dei settori Maritti-
mo e Portuale• APA Ambiente - Professionisti del settore
Ambientale • APA Energia - Professionisti del settore
Energetico e delle Fonti rinnovabili3.3 APA che identificheranno le figure professio-
nali del settore entro fine novembre 2014• APA Agricoltura - Professionisti del settore
Agricolo
Giancarlo Bianchi - Presidente AIAS
Promuovere e realizzare il proprio business etico professionale nei 28 Paesi dell’Unione europea e a livello internazionaleExpo 2015 un’opportunità straordinaria
2 | N. 2/2014 | Informatore AIAS
editoriale a cura di Giancarlo Bianchi
• APA Alimentare - Professionisti del settore Alimentare
• APA Lavori in quota - Professionisti dei Lavori in quota
3.4 APA di prossima costituzione• APA Educazione• APA Protezione Civile• APA Pubblica amministrazione• APA Neve
4. Modalità operative e strumenti AIAS per valo-rizzare sul mercato italiano ed europeo la qua-lificazione ottenuta?
Attraverso l’adesione alle APA e la richiesta di qua-lificazione il socio, tramite l’AIAS, può:
4.1 qualificarsi per specifici profili professio-nali in linea l’elenco della tipologia dei pro-fili professionali a valenza europea gestito dal centro EQF italiano;
4.2 essere inserito nell’apposito elenco AIAS come professionista qualificato
Per ottenere le informazioni relative alle modalità di qualificazione potete consultare il sito istituzionale di AIAS
www.aias-sicurezza.it/
o potete contattarci: AIAS - Via del Vecchio Politecnico n. 7 - 20121 MilanoTel. 02 7600 2015 – Fax 02. 7602 0494Email: qualificazioneaias@networkaias.it
Passione tenace per la prevenzione efficace n
Fonte: Wikipedia
Informatore AIAS | N.2/2014 |
sommario
3
Organo Ufficiale
dell’Associazione
professionale
Italiana Ambiente
e Sicurezza
Anno XV - N. 2/2014
AIASInformatore
Obiettivo prevenzione
Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.itExpo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015
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Comitato Scientifico Giuseppe Bastianutti (AIAS); Giancarlo Bianchi (AIAS); Rolando Dubini (avvocato); Lorenzo Fantini (avvocato); Giovanni Matteazzi (AIAS); Enrico Occhipinti (EPM); Filippo Trifiletti (Accredia); Arnaldo Zaffanella (AIAS ACADEMY); Tiziano Zuccaro (AIAS)
Comitato di Redazione:Mario Alvino; Giuseppe Angelico; Giancarlo Bianchi; Giorgio Carozzi; Luigi Chiechi; Gian Paolo Grassi; Arnaldo Zaffanella
RedazioneMargherita Perone (mperone@networkaias.it)
ProprietàAIAS - Associazione professionale Italiana Ambiente e SicurezzaVia del Vecchio Politecnico 7 - 20121 MilanoTel. 02 76 00 20 15 - Fax 02 76 02 04 94aias@networkaias.it - www.aias-sicurezza.it
EditoreAIAS ACADEMY srlCorso di Porta Nuova 48 -20121 MilanoTel 026596131 Fax 026596508Partita IVA 11534520157info@aiasacademy.it
PubblicitàAIAS ACADEMY srlSimona Monti Tel 026596131 Fax 026596508smonti@aiasacademy.it
Registrazione del Tribunale 346 del 12 giugno 2000
Coordinamento e impaginazione:Jona srl - Paderno Dugnano (MI)
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ANNO XVN. 2/2014
Expo 2015: opportunità professionali per gli associati Milano: 1 maggio – 31 ottobre 2015Creazione di valore, sostenibilità e innovazione socialeAutore foto: Riccardo Pasquetti
Editoriale ............................................................................................................................................................................................... 1Giancarlo Bianchi
DossierLe grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo, sostenibilità e qualità. Un breve profilo storico ............................................................................................................................................................. 6Claudio VenturatoSalute e Sicurezza: Expo 2015 come occasione per rilanciare la cultura della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione ........................................................................ 10Sabatino De Sanctis, Davide ScottiQuale tipo di sostenibilità occorre perseguire? ......................................................................................................... 14Elio Borgonovi I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nella Green Economy ...... 16Biagio Principe, Giusto TamigioValore aggiunto ..................................................................................................................................................................................... 23Giorgio Carozzi EXPO 2015: opportunità per i professionisti AIAS ............................................................................................... 28Rolando Dubini, Luca DozioSoluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile. ........................................... 31Luigi Di MarcoSostenibilità ambientale ed energetica: il modello delle Smart Cities .................................................... 33Patrizio NonnatoLa Fondazione Global Compact Network Italia e le sue recenti attività ............................................ 35Marco FreyUN GLOBAL COMPACT: la più grande iniziativa mondiale in tema di Responsabilità Sociale delle Organizzazioni ................................................................................................................. 38Luigi Di MarcoDalla cultura della sicurezza alla cultura della responsabilità e dello sviluppo sostenibile territorialmente: strategie per l’integrazione tra produzione di cibo e di energia ...................... 40Giuseppe Angelico, Priscila Escobar Rojo
A proposito di Expo 2015...EXPO 2015: Comune e Camera di Commercio insieme per promuovere la manifestazione in città ..................................................................................................................................................................... 45Essere Volontario in EXPO Milano 2015 ....................................................................................................................... 47
GiurisprudenzaA cura di Giorgio Carozzi ................................................................................................................................................................. 49
RedazionaleExpotraining ed ExpoLavoro & sicurezza - edizione 2014. ............................................................................ 55
Contributi dei sociPiccole imprese liberate dal SISTRI ...................................................................................................................................... 61Paolo PiperePosition Paper relativo alla formazione universitaria e professionale nel campo della sicurezza salute ambiente ................................................................................................................... 64Carlo BisioSommersi e malati di disposizioni e burocrazia. Non è questo il futuro per i nostri giovani .............................................................................................................................................................................. 66Arnaldo ZaffanellaDiamo più “sicurezza” al futuro dei giovani! ................................................................................................................... 68Barbara CamiciaRequisiti ambientali e tecnologici dell’Ospedale per qualità dell’aria, condizionamento, controllo dell’inquinamento e della contaminazione interna – Parte II ................................................. 70Bruno Cammarota
Notizie dal NetworkAIASTolta alle Regioni la competenza in materia di sicurezza sul lavoro! ....................................................... 79Sicurtech Village: nuova cultura antincendio è possibile....................................................................................... 80Lettera di plauso per l’iniziativa CIIP nell’ambito del Workers Memorial Day ............................... 81
ComitatoComitato tecnico scientifico (CTS) .................................................................................................................................... 83
Organizzato da: Segreteria operativa:
www.ambientelavoro.itambientelavoro@senaf.it
22•24 ottobre 2014
Bologna
sico
mun
ica
Seguici su:
Bologna, 22-25 ottobre
2014A BOLOGNAin collaborazione con
INGRESSORIDOTTO
14/021 AL-210x297+Social-2rev_ITA 03/09/14 11.49 Pagina 1
5Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
EXPO 2015OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI PER GLI ASSOCIATI
Creazione di valore, sostenibilità e innovazione sociale
6 | N.2/2014 | Informatore AIAS 6
Le grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo, sostenibilità
e qualità. Un breve profilo storico
a cura di Claudio VenturatoConsulente MOG e O.d.V. 231, ex Consigliere parlamentare
Capo Servizio
Secondo la Convenzione sulle Esposizioni internazionali fir-
mata a Parigi nel 1928, la cui ap-plicazione si svolge da allora sotto la sovrintendenza e la vigilanza del B.I.E. (Bureau International des Expositions), le Esposizioni inter-nazionali sono classificate in “ge-nerali” (oggi si usa abitualmente la locuzione Esposizioni Universali) e “speciali”. A quell’epoca infatti, pur in un panorama di rela-zioni internazionali ed economiche fortemente agitato, che di lì a poco sarebbe sfociato nella grande crisi del 1929 e, a distanza di soltanto un decennio, nella seconda guerra mondiale, si avvertì come imprescindibile la necessità di una regolamentazione riconosciuta sul piano internazionale del fenomeno, che stava ormai diventando troppo rilevante per essere lasciato alla specifica impostazione data dai singoli Stati organizzatori. Si pensi ad esempio ai problemi fiscali, oltreché strettamente commerciali, impli-cati da eventi di tali dimensioni e complessità or-ganizzativa e partecipativa come le Esposizioni, e ai disguidi ed ostacoli, davvero insormontabili, in caso di persistente assenza di coordinamento.
Nel 1928 infatti le Esposizioni in-ternazionali avevano ormai alle spalle una lunga storia, a partire secondo alcuni addirittura dal-l’”Exposition publique des produits de l’industrie française” tenutasi a Parigi nel 1798, in pieno periodo rivoluzionario, passando per le grandi Esposizioni di Londra del
1851 e di Parigi del 1889 (quella della Tour Eif-fel, appunto, nel primo centenario della Grande Rivoluzione) fino alla prima Esposizione tenuta a Milano, che risale al 1906, e che vide la parte-cipazione di ben 10 milioni di visitatori (erano stati 6 milioni mezzo secolo prima a Londra). Va osservato, al riguardo, che quello delle Espo-sizioni internazionali è un fenomeno tipico del mondo contemporaneo, da tenere distinto da quello simile ma non identico delle fiere, che affonda le sue radici molto più addietro nel tem-po, presentandosi ben sviluppato in tutta Euro-pa già nel Basso Medioevo. La consapevolezza di questa differenza, ma anche la difficoltà di una precisa distinzione, affiora chiaramente nel “pri-mo voto” del Protocollo allegato alla Conven-zione del 1928 sopra ricordata: “La conferenza
abstract
L’articolo si interroga sul significato della perdurante popolarità di un fenomeno ormai abbastanza antico, come le grandi Espo-sizioni internazionali, che periodicamente impegnano notevoli sforzi ed energie di Governi e sistemi produttivi, ed individua il fattore fondamentale che ha preservato queste manifestazioni dall’obsolescenza nella loro evoluzione storica, che ha portato ad un loro radicale cambiamento di significato e convergenza con l’approccio della Qualità e della Sostenibilità come fattori base di un nuovo tipo di sviluppo.
The article examines the significance of the persistent popularity that enjoys a phenomenon, which appears by now rather old: the big World’s Fairs, that recurrently take up considerable efforts and energies by Governments and productive systems to be organized. It deems the basic factor that has kept these exhibitions from obsolescence to be found in their historical evolution, that has led such Fairs to radically change their meaning and to substantially converge at the Quality and Sustainability approach, as the main factors for a new type of development.
dossier
7Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
è stata chiamata a constatare la difficoltà di di-stinguere nettamente le esposizioni dalle fiere”. Forse però qualche indicazione si può ricavare considerando l’aspetto amministrativistico di queste manifestazioni: sembra infatti che l’orga-nizzazione delle Esposizioni internazionali si col-lochi per definizione, fin dalla loro creazione, al livello degli Stati, mentre le fiere, coerentemen-te con la loro tradizione storica, sono percepite come più connaturate ai poteri territoriali locali, anche quando, come spesso accade, hanno una dimensione internazionale o mondiale di asso-luto rilievo.Un aspetto poco approfondito, ma partico-larmente significativo per un corretto inqua-dramento dell’attuale valenza delle Esposizio-ni internazionali, è costituito da un certo qual parallelismo che esse presentano, nel corso del XX secolo, con il coevo sorgere e svilupparsi del movimento di normalizzazione (o standar-dizzazione) che avrebbe portato nel 1946, nel mondo appena riemerso dalla guerra mondiale, alla creazione dell’ISO e all’indirizzo scientifico e organizzativo volto verso l’affermazione della Qualità nella sfera produttiva. I due fenomeni hanno origini ben diverse e sono sorti con va-lenze probabilmente antitetiche, ma in seguito hanno manifestato una convergenza via via più
spiccata, fino al dominio dei temi legati alla qua-lità nel prossimo evento milanese. A conferma delle curiose corrispondenze tra i due fenomeni, per molto tempo sotterranee, si può ricordare che fu proprio la guerra in corso in quegli anni ad impedire l’effettivo svolgimen-to dell’Esposizione Universale programmata a Roma nel 1942, dove comunque l’evento man-cato rimase immortalato dalla creazione, per l’occasione, dell’EUR, il quartiere di Piacentini annoverato tra i capolavori del razionalismo in architettura. Evidentemente, al di là delle ap-parenze, i due fenomeni erano in realtà acco-munati da un profondo legame con le politiche di pace e di prevenzione – inibizione - supera-mento (sia pure in via soltanto tendenziale) del-la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Il compito di approfondire un po’ meglio queste sotterranee corrispondenze ha a che fare con la fondamentale dicotomia che, nell’epoca in cui viviamo, coinvolge le grandi opzioni che deter-minano e determineranno il futuro dello svi-luppo economico dell’intero pianeta, ed inoltre implica una rielaborazione della stessa nozione, ciò che si intende - o che è ancora possibile intendere, o forse che si dovrà inevitabilmente intendere - come sviluppo economico.
8 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Claudio Venturato
Si tratta della dicotomia tra quantità e qualità, tra uno sviluppo economico essenzialmente quantitativo, come finora in prevalenza è sta-to, e un nuovo tipo di sviluppo, basato su un’a-deguata e crescente attribuzione di valore alla qualità (che si lega al concetto di economia della conoscenza e conseguente valorizzazione economica della conoscenza, delle competenze e delle abilità) e sul contemporaneo sviluppo di tecnologie che consentano di ricondurre la pro-duzione materiale sempre più, e in prospettiva esclusivamente, all’uso di risorse naturali ripro-ducibili, o comunque riciclabili per un elevato numero di volte. Il grande dibattito che attraversa la scienza eco-nomica, ma anche la politica tout court, inne-scato dalla presa di coscienza, per la prima volta nella storia, che esistono limiti quantitativi e di riproducibilità delle risorse naturali non è più una novità, tuttavia sembra che siamo solo agli inizi di questa nuova consapevolezza, che finora non si può dire abbia dato luogo al reperimento di soluzioni acquisibili come definitive, mentre notevolmente divaricati appaiono i punti di vista sulla variabile “tempo disponibile”, a sua volta dipendente da un insieme di variabili di impo-nente complessità.Però appare sin d’ora abbastanza chiaro che l’ingresso a sorpresa del fattore “limitatezza delle risorse”, in precedenza ignora-to o misconosciuto, ha finito per rendere inutilizzabili tutti gli schemi concettuali sullo svi-luppo elaborati nel corso dei due ultimi secoli e ri-chiede ora elaborazioni completamente nuove, basate sul concetto di “sostenibilità”. A que-sto riguardo crescente chiarezza sta assumen-do lo stretto legame che passa tra sostenibili-tà (per quanto polisenso, o comunque soggetta ad evoluzione debba ancora considerarsi questa espressio-ne) e qualità, ciò che ci riporta alla dicotomia dalla quale eravamo partiti.Come si colloca su questo sfondo il fenomeno delle Esposizioni internazionali? E’ esso il sim-bolo, sopravvissuto a se stesso, di un’epoca al tramonto, o è in grado di raccogliere ancora
ed innescare energie intellettuali e creative utili nel nuovo scenario? Credo sia impossibile ne-gare, sul piano storico, che la chiave simbolica dell’Esposizione internazionale, particolarmente nella sua versione Universale, la sottostante vi-sion dello sviluppo, fosse in origine, e sia stata fino a tempi non lontani, di stampo fortemente quantitativo. L’epoca d’oro delle Esposizioni è stata quella in cui le stesse costituivano una tra le principali vetrine di sistemi imperiali composti di metropoli e colonie, in aspra competizione tra loro proprio per il dominio sulle risorse na-turali pro-tempore utilizzabili, in relazione alla tecnologia dell’epoca, per l’aumento continuo, in termini quantitativi, della produzione di beni materiali. In quel periodo le grandi Esposizioni, non per nulla organizzate sotto la cura diretta dei governi centrali, servivano essenzialmente a dimostrare al mondo la potenza produttiva e scientifico-tecnologica di quei sistemi (inten-dendo la scienza e la tecnologia prevalentemen-te come strumenti di rilancio continuo dello svi-luppo quantitativo). La potenza produttiva non era poi che l’altra faccia della potenza militare. Sotto il profilo descritto, si possono dunque considerare le Esposizioni internazionali dell’e-poca come informate ad uno spirito tutt’altro che sinergico con il parallelo movimento che stava elaborando, quasi sotto traccia, una nozio-
ne sempre più allargata di qualità.Se questa è stata la realtà stori-
ca, oggi però si assiste ad una marcata evoluzione del
significato generale di eventi come le Espo-sizioni internazionali. Come si è notato più sopra, se da un lato esse erano legate da un continuum di con-cezione e di interessi con le guerre dell’e-poca, proprio la guer-
ra rese impossibile l’ef-fettuazione dell’Expo di
Roma, dimostrando defi-nitivamente l’incompatibilità
di iniziative di scambio culturale pacifico, come le Esposizioni, con
la guerra. Nel frattempo, il grande sviluppo del movimento della Qualità (serie delle ISO 9000, Total Quality Control, qualità delle orga-nizzazioni e dei processi, concezione statistica
9Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
della qualità, ecc.), e, più di recente, l’emersio-ne, anche e soprattutto a livello istituzionale, del tema della sostenibilità, hanno determinato una convergenza sostanziale. Così si può constatare che il tema della sostenibilità permea da cima a fondo l’impostazione dell’EXPO 2015 di Mi-lano, nelle sue due articolazioni tematiche rela-tive alla nutrizione della popolazione umana e alla disponibilità di energia, che della sostenibilità rappresentano due facce tra le più essenziali e tra loro interconnesse.Altri contributi nel numero 1/2014 e nel pre-sente numero dell’Informatore si sono sofferma-ti sugli specifici standard applicabili sia al profilo dell’alimentazione sia a quello dell’energia, e poi su tutti quelli strumentali al perseguimento degli obiettivi di ottimizzazione in ambedue i campi, primo fra tutti la formazione come driver fonda-mentale di un nuovo tipo di sviluppo.Qui, a conclusione di questa rapida ricostru-zione di taglio storico del sempre più stretto rapporto tra nuova concezione, di tipo quali-tativo, dello sviluppo, e perdurante popolarità del fenomeno delle Esposizioni internazionali, si intende richiamare l’attenzione su un ulteriore aspetto del multiforme fenomeno della qualità. Non a caso questo aspetto è stato portato in
primo piano proprio dalle, abbastanza tortuose, vicende realizzative dell’Expo di Milano: esso è costituito dalla legalità, come ambiente impre-scindibile per l’affermazione nei processi pro-duttivi ed in generale nelle articolazioni del ciclo produttivo, come i consumi e gli investimenti, di un adeguato livello di qualità, tanto più se si rife-risce tale adeguatezza, come appare necessario, a tutti i portatori di interesse coinvolti nel pro-cesso produttivo.A questo proposito, risulta in conclusione im-portante che trovi adeguato spazio, nei dibattiti che costelleranno la manifestazione milanese, l’approfondimento, in un’ottica di confronto internazionale e di scambio di esperienze e so-luzioni, normative e gestionali, dei temi e dei problemi presentati dall’attuazione due fonda-mentali leggi che hanno caratterizzato il primo decennio del corrente secolo in Italia: la legge “anticorruzione” (L. n. 190/2012) e la legge per la prevenzione della criminalità d’impresa (D.Lgs. n. 231/2001), nonché dello stretto rap-porto che passa tra la loro efficace attuazione e la costruzione di un tessuto di competenze e capacità professionali specialistiche. Come è noto, l’AIAS è impegnata in prima linea su que-sto fronte. n
10 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti
Salute e Sicurezza: EXPO 2015 come occasione per rilanciare la cultura
della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione
a cura di Davide ScottiSegretario Generale Fondazione LHS
Quando pensiamo al futuro che vorremmo per noi e per
le persone che ci stanno a cuore, tante immagini si affollano nella nostra mente, a formare quadri diversi, ciascuno con i propri co-lori, le proprie sfumature. C’è chi si vede realizzato nelle aspirazioni lavorative, chi aspira a godersi ap-pieno i momenti in famiglia, chi de-sidera dedicarsi a viaggi, vacanze, relax; e poi c’è chi sogna di avere tutto quanto insieme – se si parla di speranze per il futuro, perché mai lesinare? Ognuno, insomma, ha una sua visione del futuro. Una cosa però, le accomuna tutte: un senso profondo di serenità e be-nessere, fisico e mentale. Perché questo è il presupposto imprescindibile per la realizzazione delle nostre aspirazioni, qualunque esse siano. Se questo è vero, allora, c’è da chie-dersi perché troppo spesso viviamo il presente come se ciò che facciamo oggi non avesse con-seguenze su come vivremo domani.
Ponendosi come occasione di con-fronto e dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulla sfida del nutrimento del pianeta, EXPO 2015 guarda inevitabilmen-te al nostro futuro. Il tema del cibo viene affrontato non soltanto dal punto di vista della malnutrizione, ma anche dell’alimentazione ec-cessiva e disordinata, responsabile dell’insorgere di gravi patologie, le cosiddette ‘malattie non trasmissi-bili’- diabete, cancro, malattie car-diovascolari e malattie respiratorie croniche - che rappresentano una delle principali cause di morte nel mondo. Come sottolinea il piano d’azione globale dell’OMS (Orga-nizzazione Mondiale della Sanità)
per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili nel periodo 2013 - 2020, un’al-ta percentuale di tali malattie si può prevenire attraverso la riduzione dei quattro principali fat-tori di rischio comportamentali ad esse correlati: consumo di tabacco, inattività fisica, consumo
abstract
Tra gli obiettivi di EXPO 2015 - in linea con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” - c’è quello di discutere le possibili solu-zioni per contrastare i danni provocati dall’alimentazione eccessiva e dallo stile di vita disordinato, che provoca sempre più vittime in tutto il mondo. A meno di un anno dall’inizio della manifestazione, Fondazione LHS, da sempre impegnata nel promuovere salute e sicurezza, sente l’urgenza di indicare quella che ritiene sia la via da seguire: sviluppare la cultura della prevenzione affinché uno stile di vita sano e sicuro diventi un approccio spontaneo, adottato fin da giovani nella pratica quotidiana..
In keeping with the theme “Feed the planet, energy for life”, one objective of EXPO 2015 will be to discuss the various options available to counter the damage caused to human health by overeating and leading a disordered lifestyle, both of which are claiming increasingly more victims the world over. With less than a year to go before the big event, the LHS Foundation feels the urgent need to point to what it sees as the right path to follow in this regard: namely, developing a culture of prevention, so that a safe and healthy lifestyle becomes a natural approach to living, one adopted on a practical daily basis from the time we are young.
a cura di Sabatino De SanctisVice Presidente Fondazione LHS
11Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
dannoso di alcol ed errate abitudini alimentari. Sono previsti incontri, dibattiti, convegni, molte-plici occasioni di scambio e approfondimento, con l’obiettivo di sollevare nuove proposte e iniziative e di offrire ai visitatori gli strumenti per cercare le proprie risposte. Perché dunque non approfittare di questa incredibile occasione di vi-sibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione?Stimolare l’attenzione alla prevenzione è un obiettivo che da anni persegue la Fondazione LHS (Leadership in Health and Safety), ente no profit creato da Saipem nel 2011 con la mission di diffondere e valorizzare la cultura della salute e sicurezza sul lavoro e nella vita di ogni giorno. Le attività della Fondazione seguono una meto-dologia ben precisa, chiamata LiHS (Leadership in Health and Safety), elaborata e applicata in-ternamente a Saipem, che negli anni ha ottenuto risultati eccezionali in termini di miglioramento delle perfomance aziendali di sicurezza. Il suc-cesso di questo metodo ha generato grande interesse a livello internazionale e la Fondazione è stata istituita anche per rispondere alla cre-scente richiesta da parte di aziende - non solo dell’industria Oil and Gas - di implementare la LiHS al loro interno. Sono proprio le attività di consulenza e prestazione di servizi alle aziende, insieme alle sovvenzioni del socio fondatore, che consentono alla Fondazione di finanziare tutte le iniziative che, in linea con l’approccio LiHS, mi-rano a promuovere un cambiamento di men-talità in termini di salute e sicurezza,centrato proprio sul riconoscimento della prevenzione come valore irrinunciabile.
La prevenzione, infatti, è un bene essenziale di cui, tuttavia, si tende ancora a sottostimare l’im-portanza, e non solo in campo sanitario. Infatti, perché in Italia si scateni una reazione, o, per lo meno, la presa di coscienza di un problema, sia-mo abituati ad aspettare di trovarci di fronte ad un’emergenza. Assistiamo tutti i giorni ad avveni-menti gravissimi che lo dimostrano: basti pensa-re alla continua striscia di sangue rappresentata delle morti sul lavoro, o ai disastri ambientali che si perpetuano ad un ritmo sempre più incalzan-te e che spesso sono l’esito dell’incuria e della superficialità. Allo stesso modo, anche ognuno di noi tende a pensare alla propria salute o si-curezza solo quando le circostanze esterne lo forzano a farlo e difficilmente ha la lungimiranza di adottare contromisure preventive, modifican-do le abitudini e i comportamenti che, alla lunga, provocano effetti negativi sul proprio benessere.Per invertire questa tendenza, la Fondazione LHS punta a promuovere iniziative di formazio-ne e sensibilizzazione che suscitino emozioni e stimolino la partecipazione diretta delle perso-ne, portando così alla costruzione di un modo nuovo di vivere la salute e la sicurezza. Come? Attraverso codici di comunicazione innovativi e coinvolgenti, che consentano di percepire questi temi non più come noiosi e distanti dalla quoti-dianità, ma come valori preziosi, che riguardano tutti da vicino e su cui possiamo intervenire at-tivamente con le nostre scelte e le nostre azioni – in una parola, attraverso la prevenzione.Innanzi tutto, il ‘cinema’. Fondazione LHS ha infatti prodotto, in collaborazione con Saipem, tre cortometraggi ad alto impatto emotivo, che costituiscono il fulcro attorno a cui ruotano nu-merose iniziative di formazione e campagne di comunicazione . Il film ‘The Safer, The Better’, vin-citore di nume-rosi premi a livel-lo internazionale, racconta in modo intenso e toccante la storia di un incidente sul lavoro. Ancora la sicurezza è l’argomento su cui si concentra ‘What comes first’, con un focus in particolare su come riconoscere e diffonde-re i comportamenti sicuri, da adottare in tutte
Fig. 1 - The Safer, The Better
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dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti
le attività quotidiane. L’argomento della salute, invece, e in particolare l’impor-tanza della preven-zione e dell’adozio-ne di corretti stili di vita, è al centro del film ‘Choose Life’, anch’esso vincitore di importanti rico-noscimenti interna-zionali. Questi film vengono presentati durante i workshop tenuti nelle aziende che implementano la me-todologia LiHS e servono a produrre nei par-tecipanti una reazione emotiva forte, a susci-tare quella sorta di ‘scintilla’ che consente loro di uscire dalla gabbia di abitudini e convenzioni, preparandoli a vedere le cose in modo diverso, più consapevole.Il teatro è un’altra arma formidabile per abbatte-re il muro dell’indifferenza e comunicare il valore della prevenzione in modo estremamente effica-ce: per questo, in collaborazione con l’associazio-
ne teatrale Rossolevante, la Fondazione LHS or-ganizza spettacoli nelle aziende, nelle scuole e in tutte le occasioni di interazione con il pubblico. La rappresentazione ‘Giorni Rubati’ affronta in particolare il tema della sicurezza sul lavoro, por-tando in scena un ex operaio, rimasto invalido a seguito di un incidente sul posto di lavoro. La narrazione scenica ha un potere comunicativo straordinario, perché permette allo spettatore di
rivivere le emozioni e le sensazioni di quel tra-gico episodio insieme al protagonista, toccando-lo nel profondo e rendendolo più consapevole dell’importanza di salvaguardare il dono, spesso dato per scontato, dell’abilità fisica.Prevenire significa anche informare e accrescere la consapevolezza nella cittadinanza. E’ per que-sto che, per tenere costantemente alta l’atten-zione su salute e sicurezza, molte energie sono dedicate alla realizzazione di campagne di sen-sibilizzazione e di iniziative volte a stimolare la creatività delle persone e a favorirne l’intra-prendenza e l’interazione. Tra queste, la manife-stazione ‘Sharing Love for Health and Safety’ si propone di creare occasioni di collaborazione, condivisione e team building orientate ai valori di salute e sicurezza. Particolare successo riscuote il concorso lanciato ogni anno a tutti i dipendenti Saipem in occasione della giornata mondiale del-la salute e la sicurezza sul lavoro, che si celebra il 28 aprile. Per citare solo le competizioni più re-centi, ricordiamo il ‘Flash Mob Contest’ del 2013, un vero e proprio concorso di flash mob, eventi
Fig. 2 - Choose Life
Fig. 3 - Giorni Rubati
Fig. 4 - Safe Selfie Contest
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di gruppo eccezionali che raccontano in maniera originale e divertente la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, e il ‘Safe Selfie Contest’ del 2014, in cui è stato chiesto ai lavoratori di esprimere in un autoscatto la propria interpretazione del concetto di leader in salute e scurezza.Gli sforzi della Fondazione sono rivolti anche al di fuori dell’ambito strettamente azienda-le, nella convinzione che tutta la società debba essere protagonista del cambiamento culturale. A questo proposito, quest’anno la Fondazione ha incentivato la partecipazione di un centina-io di persone, tra dipendenti Saipem ed esterni, alla ‘Milano Relay Marathon’ 2014, sostenendo i costi di iscrizione e diffondendo contempo-raneamente informazioni sui benefici dell’eser-cizio fisico, unito ad un’adeguata alimentazione, sulla nostra salute. A bambini e adolescenti, che sono il nostro futuro, è rivolta poi una speciale attività di sensibilizzazione: l’iniziativa ‘Piccoli Lea-der in Sicurezza’ che, tramite specifici laboratori organizzati nelle scuole, si propone di educare fin dall’infanzia ad una corretta alimentazione e all’adozione di stili di vita sicuri e salutari. Guidati da animatori professionisti, attraverso il gioco, la manualità e la condivisione di riflessioni ed espe-rienze personali, i piccoli studenti individuano i rischi per la salute e per la propria incolumità presenti nel contesto in cui vivono - casa, scuo-la, ambienti sportivi e luoghi di ricreazione – e definiscono le strategie per affrontare situazioni pericolose o dannose per la salute. Di recente, infine, chi scrive ha intrapreso una nuova sfida, quella di parlare di salute e sicurezza ai non addetti ai lavori attraverso la letteratura: da qualche mese, infatti, è in libreria ‘Il libro che ti salva la vita’, edito da Sperling & Kupfer. Il testo si rivolge davvero a tutti e, lungi dall’adottare il
tradizionale punto di vista tecnico e normativo, ci racconta invece una bella storia, in cui l’avventura di un gruppo di colleghi determinati a sviluppare un metodo in grado di porre fine alla piaga de-gli infortuni e delle malattie sul lavoro – il pro-gramma LiHS, appunto - si intreccia alle vicende personali di tanti individui, a segnare un percorso comune, in cui i veri protagonisti sono il coraggio e l’amore per la vita. Il tema della prevenzione è il file rouge di tutto il libro: all’ultima pagina, ciò che resta sono tante emozioni e la convinzione radicata e assoluta che la prevenzione è il vero discrimine tra la vita e la morte. L’attenzione verso uno stile comunicativo più incisivo e partecipativo è senza dubbio tra gli elementi che hanno consentito alla Fondazione LHS di porsi come portavoce e veicolo di un vero e proprio cambiamento culturale. Negli anni, la Fondazione ha visto crescere sempre di più i livelli di attenzione delle persone sulle te-matiche della salute e della sicurezza ed è fiera di aver dato anche solo un piccolo contribuito a risvegliare questa coscienza. Oggi più che mai le persone cominciano ad essere seriamente in-teressate alla qualità della vita e, per salvaguar-darla, sono disposte a fare qualche sforzo in più. Occorre dunque seguire questo trend e punta-re a diffondere ancora di più la cultura del-la prevenzione, utilizzando tutti i mezzi di comu-nicazione attual-mente disponibili per influenzare la mentalità delle persone. Sfrut-tiamo, allora, l ’ e c c e z i o n a l e opportunità che ci è offerta da EXPO 2015: facciamo in modo che l’esposizione universale costituisca una piattaforma per informare, influenzare, sensibi-lizzare sul valore della prevenzione, proprio a partire dal tema dell’alimentazione e degli stili di vita. E’ un’occasione imperdibile per impri-mere la svolta decisiva e, finalmente, mostrare al mondo che l’Italia sa imparare dagli errori e può porsi come traino per creare un futuro migliore. n
Fig. 5 - Milano Relay Marathon 2014
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Quale tipo di sostenibilità occorre perseguire?
a cura di Elio BorgonoviProfessore ordinario di economia
e management delle amministrazioni pubbliche - Università Bocconi,
Vice Presidente ASFOR
Da alcuni anni il tema della so-stenibilità è diventato centrale
nel dibattito accademico e dell’o-pinione pubblica. Tuttavia sotto questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. All’inizio la sostenibilità era pre-valentemente legata agli aspetti dell’inquinamento di corsi d’acqua, falde acquifere, aria, in generale ai temi dell’inquinamento. In seguito è stata considerata una problematica più ampia, quella della sostenibilità per quanto riguarda la disponibilità di risorse, rilanciando un tema che era stato posto a metà degli anni ’60, quando il club di Roma aveva lanciato l’allarme sui limiti delle risorse energetiche di petrolio e gas na-turale, in seguito rivelatesi infondate per la scoperta di nuovi giacimenti consentiti anche da tecnologie più avanzate.Come conse-guenza della crisi apparsa evidente nel 2008, anche se alcuni segna-li premonitori si erano manifestati nel 2007 e alcune
previsioni erano state fatte negli anni precedenti da pochi econo-misti “non conformisti” o “non al-lineati con il pensiero monetarista e della finanza creativa”, il focus è stato spostato sulla sostenibilità di tipo finanziario. Si è così parla-to della sostenibilità di un sistema finanziario globalizzato nel quale un “batter di ali in una borsa (es. diminuzioni improvvise di alcuni
titoli) o in un Paese può diventare un uragano nelle borse di Paesi molto lontani”. In seguito si è parlato di sostenibilità di sistemi economici, soprattutto quelli dei Paesi con economie pro-gredite, nei quali il predominio dell’economia di carta e dell’economia virtuale sull’economia
reale ha ridotto i tassi di sviluppo e in molti casi ha prodotto sviluppo senza occupazio-ne o addirittura con la creazione di disoccupazione. Infine si è parlato della sostenibilità dei debiti sovra-ni, ad esempio dei Paesi dell’Europa meridionale, cui va aggiunta l’Irlanda, e
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abstract
Da alcuni anni il tema della sostenibilità è diventato centrale nel dibattito accademico e dell’opinione pubblica. Tuttavia sotto questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. Il collegamento di tale concetto al tema di EXPO 2015 ri-chiede un ripensamento del modello di economia che non può essere di tipo tecnico-economico, ma riguarda il rinnovamento di valori etici che devono stare alla base e i rapporti economici e sociali.
In the latest years is becoming central among academic teachers and public opinion leaders the discussion on the sustaina-bility. But the term sustainability has different meanings even contrary between them. Therefore when applied to the EXPO 2015 event needs to be referred to a specific economic model involving renewal of ethical values and social and economical conditions.
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della sostenibilità delle politiche di austerity, di cui oggi si chiede il superamento.Queste considerazioni, pur essendo tutte im-portanti, hanno tre limiti significativi.In primo luogo non sono affrontate in modo sistemico tutte le dimensioni della sostenibili-tà. Ad esempio negli anni ’90 e fino allo scop-pio della crisi del 2008 si parlava molto della so-stenibilità messa in discussione dalla società del consumismo che, da un lato, distruggeva risorse non rinnovabili e, dall’altro, creava rifiuti difficili da smaltire, tant’è vero che qualche sociologo, eco-nomista o cultore di altre discipline, proponeva l’approccio di decrescita felice (per tutti si cita Jan-Paul Fitoussi); mentre negli ultimi 6-7 anni la problematica della sostenibilità finan-ziaria di banche, imprese e Stati e la necessità di riprendere una traiettoria di crescita econo-mica hanno posto in om-bra il possibile impatto sia sull’ambiente sia sull’uso o “abuso” di risorse non rinnovabili. In questo periodo vi è stata anche una certa esaltazione del ruolo delle econo-mie emergenti, i bricks Brasile, Russia, Cina, India, Sudafrica e alcuni altri Paesi di Asia, Africa e del Sud Ame-rica, per la verità pochi rispetto ai circa 3,5 miliardi di persone della popolazione mondiale che non sembra toccata da questo sviluppo o che è toccata in mi-sura marginale. Le “ricette” proposte per il rilancio delle eco-nomie a basso tasso di crescita (ad esempio le politiche di immissione di liquidità e quelle di abbassamento di tassi di interesse recentemen-te adottati dalla BCE), di sostegno dei Paesi a rapida crescita economica, di tentativi di avvio dei processi di crescita nei Paesi rimasti arretrati, non sembrano tener conto dell’esigenza di mo-dificare il modello di economia per garantire la sostenibilità. Per collegarsi al tema dell’EXPO si può dire che la previsione di fabbisogni alimen-tari dei Paesi in rapido sviluppo (Cina, India ecc) ha portato a politiche nazionali non coordinate a livello globale che trascura, quando non addirittura peggiora, la risposta alle esigenza di garantire la sufficienza alimentare di Paesi poveri. Questa considerazione introduce il secondo
limite legato alla scarsa considerazione data al problema della sostenibilità collegata agli squilibri economici e sociali. Senza entrare nel merito ideologico relativo agli effetti del siste-ma di mercato e del capitalismo in termini di effetti sulla povertà assoluta o relativa di molte centinaia di migliaia di abitanti della Terra, ap-pare dai dati forniti da tutte le organizzazioni mondiali che negli ultimi quindici/venti anni vi è stata una concentrazione della ricchezza, uno schiacciamento delle classi economiche - sociali intermedie nei Paesi progrediti e la lenta crescita delle classi intermedie nei Paesi in rapido svilup-po. Non è accademico porsi questa domanda:
è sostenibile sul piano economico e sociale un sistema nel quale si accentuano i
divari economici e sociali tra Paesi, all’interno dei Paesi?
La risposta a questa doman-da non può essere di tipo tecnico, ma può venire solo da un confronto e da un rilancio di una riflessione sul modello di economia. Infatti oc-corre passare da una concezione del lavoro come fattore o risorsa
produttiva a una con-cezione di lavoro come
contributo che le varie per-sone danno allo sviluppo uma-
no, economico e sociale. Ciò vuol dire che il lavoro non può essere solo
una condizione per le politiche di sostenibilità, ma deve diventare un obiettivo delle politiche di sostenibilità, a livello di politiche globali, dei singoli Paesi e di strategie e politiche aziendali. Un’altra provocazione che riguarda sempre la sostenibilità consiste nel passare da un’organizza-zione basata sul principio della “persona giusta al posto giusto” al principio di “creare il posto giusto per le persone tenendo conto delle loro attitudini e caratteristiche” il che è reso più facile delle mo-derne tecnologie.In questa prospettiva vanno inserite anche le politiche sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro tema che non può essere affrontato come un problema di applicazione della norma-tiva, di tipo tecnico, ma come una dimensione della politica organizzativa e del lavoro in fab-brica, negli uffici, nelle amministrazioni pubbliche e in altri contesti. n
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I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati
nella Green Economy
L’accezione terminologica di Green Economy è stata al-
largata: inizialmente identificata come una piccola parte dell’e-conomia riferita all’industria am-bientale, in particolare al settore delle energie rinnovabili, corren-temente costituisce uno stru-mento di sviluppo sostenibile basato su economia, società e ambiente, che porta ad un nuovo modello di sviluppo in grado di garantire un migliore e più equo benessere per tutto il genere umano nell’ambito dei limiti del pianeta.In una recente audizione delle commissioni VIII (Ambiente, terri-torio e lavori pubblici) e X (Atti-vità produttive, commercio e tu-rismo) della Camera dei Deputati riunite in seduta congiunta sono stati presentati gli esiti di una in-dagine conoscitiva sulla Green Economy in Italia [1].Dalle prime informazioni risulta che il settore produttivo ed economico che durante l’attuale periodo di crisi ha tenuto più degli altri riportando un incremento è quello dei lavori “verdi”: un numero sempre più ele-
vato di Aziende opera, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, nella produzione di energia elettrica. Il numero di lavoratori dediti alla conduzione e manutenzione di questa nuove tipologie di impian-ti è consistente; in questa fase in cui lo sviluppo delle tecniche di utilizzo delle risorse rinnovabili è ancora foriero di ulteriori sviluppi è necessario che, oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, le condizioni di lavoro siano sane, sicure e dignitose.
I RISCHI EMERGENTI PER I LAVORATORICosa sono i “lavori verdi” ? La definizione utilizzata dal Pro-gramma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP, 2008) indica che i lavori verdi sono: lavori agri-coli, di produzione, ricerca e svilup-po, amministrativi, attività di servizi che contribuiscono sostanzialmente a preservare o a ristabilire la qualità
ambientale. In particolare, ma non esclusivamente, questo include i lavori che aiutano a proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, a ridurre l’energia, i materiali e il consumo idrico attraverso strategie
abstract
La Green Economy porterà, oltre ad una riduzione dello sfruttamento delle risorse terrestri e ad un miglioramento della qua-lità dell’ambiente, all’aumento dei lavoratori impegnati nei lavori verdi. Sarà quindi necessario affrontare i rischi per la salute e la sicurezza emergenti dovuti all’impiego di nuovi materiali e di nuovi processi produttivi.
Green Economy will bring, in addition to a reduction of natural resources and improvement of the environment, also the increase of workers involved in green jobs. It will be necessary to study the emerging risks to the health and safety of workers due to the use of new materials and new production processes.
a cura di Giusto TamigioConsulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP)
INAIL – Direzione Regionale Lombardia
a cura di Biagio Principe Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP)
INAIL – Direzione Regionale Lombardia
dossier
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dossier
altamente efficaci, a decarbonizzare l’economia e a ridurre al minimo o a evitare del tutto la produ-zione di ogni sorta di rifiuti e inquinamento. La Commissione Europea, nel 2012, ha fornito la seguente definizione complementare e non opposta a quella dell’UNEP: tutti i lavori che di-pendono dall’ambiente o sono creati, mutati o ri-definiti (in termini di serie di competenze, metodi di lavoro, profili in ambito verde, ecc.) nel processo
di transizione verso un’economia più verde. La tendenza all’economia “verde” e l’enfasi sull’innovazione rendono imprescindibile la va-lutazione dei rischi nuovi ed emergenti in ma-teria di salute e sicurezza nei posti di lavoro “verdi”, per garantire condizioni lavorative ade-guate, sicure e salubri con l’intento di evitare gli errori del passato.È importante affrontare il problema sin dalla fase di crescita di tutti i settori interessati, poi-ché “nuovi” rischi sono da aggiungere a quelli già presenti nelle attività tradizionali, per affron-tare i quali sono comunque necessarie compe-tenze specifiche; ad esempio, nel caso dell’in-stallazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici, oltre ai rischi dei lavori nel settore delle costruzioni, sono presenti gli aspetti legati al rischio elettrico; alcune resine epossidiche, uti-lizzate nella realizzazione delle turbine eoliche,
possono provocare allergie. Altri esempi di ri-schi emergenti riguardano la sostituzione delle vernici a solvente con le vernici ad acqua; ciò comporta l’aggiunta di fungicidi e l’impiego di idroclorofluorocarburi (HCFC) al posto di clo-rofluorocarburi (CFC) con aumentato rischio di esposizione a sostanze cancerogene.L’integrazione delle misure della sicurezza e salute fin dalla fase di progettazione dei lavori verdi può costituire un metodo efficace per ri-durre le conseguenze a carico dei lavoratori e della società. In Italia iniziano a svilupparsi le prime conside-razioni sulle ulteriori implicazioni circa la salute e la sicurezza dei lavoratori nelle imprese che operano nella Green Economy; in particolare sono avviati studi nell’ambito della produzione di energia elettrica derivante da impianti eolici, fotovoltaici e biomasse e nel trattamento dei rifiuti.L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (EU - OSHA) ha pubblicato gli esi-ti di uno studio di previsione sui rischi nuovi o emergenti dei “lavori verdi” indicando, sulla base di alcuni possibili scenari futuri, quali pos-sono essere i rischi che possono determinarsi per lo svolgimento delle proprie attività [2]. Gli scenari individuati sono dipendenti da nu-merosi fattori contestuali di cambiamento, alcu-ni di essi sono: ambiente, incentivi governativi, opinione pubblica, tecnologia dei combustibili fossili e delle energie rinnovabili, miglioramenti dell’efficienza energetica. I settori industriali ai quali possono essere ri-condotti i lavori verdi sono molto diversificati:• produzione di energia su scala industriale da
fonti rinnovabili (eolico, solare, ecc.); • trasmissione, distribuzione e stoccaggio dell’e-
lettricità ed energia rinnovabile domestica e su piccola scala;
• tecnologie per l’edilizia; • bioenergia e applicazioni energetiche della
biotecnologia; • processi di smaltimento dei rifiuti;• trasporto ecosostenibile, tecnologie e pro-
cessi produttivi ecosostenibili;• nanotecnologie e nanomateriali.Dai fattori di cambiamento e dai settori indu-striali sono state definite tre tematiche: valo-ri ecologici, crescita economica e innovazione delle tecnologie verdi; attribuendo ad essi i va-lori “basso” ed “elevato” sono stati individuati gli scenari possibili.
Fig. 1 - Programma delle Nazioni Unite per l’ambien-te: Green Jobs
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dossier a cura di Biagio Principe e Giusto Tamigio
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Tutti • Le rapide innovazioni tecniche e tecnologiche potrebbero rendere non sempre disponibili le nuove competenze
Energia eolica • Localizzazione degli impianti in ambiti remoti ed ostili con pericolose attività di manutenzione
• Produzione, utilizzazione, manutenzione, dismissione e riciclo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali)
Edilizia verde • Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione• Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi• Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo)• Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allac-
ciamenti elettrici, pericolo di incendio)
Bioenergia • Possibile tossicità di prodotti di scarto (cenere di legno alcalina e contenente metalli pesanti)• Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse• Rischi biologici derivanti da Biocarburanti
Rifiuti • Nuove sostanze (compositi e nanomateriali) presenti nei rifiuti
Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici• Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Produzione Stoccaggio energia/batterie
• Incendio/esplosione, elettrocuzione durante la fase di montaggio, manutenzione e dismissione (caduta dall’alto), di pannelli fotovoltaici
Fig. 2 - Scenario n. 1 “Win-Win” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occu-pational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 3 - Scenario n. 1 “Win-Win” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occu-pational Safety and Health Associated with New
Technologies in Green Jobs by 2020)
Nello scenario in cui i valori delle tematiche, ecologici e crescita economica, sono ELEVATI, vengono individuati, per i settori interessati, i ri-schi emergenti riportati nella Tabella 1.
Tabella 1
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dossier
Nel caso di crescita economica ELEVATA e valori ecologici DEBOLI, lo scenario ipotizza a carico dei lavoratori i possibili rischi emergenti, in alcuni settori produttivi, riportati nella Tabella 2.
Tabella 2
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Tutti • Carenza di personale qualificato a causa del ritmo elevato della innovazione tecnologica
Energia eolica • Affidamento a terzi delle attività di manutenzione• Utilizzo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali) con rischi per la salute e sicurezza
durante la produzione, manutenzione, dismissione e riciclo• Impianti di produzione standardizzati con riduzione della complessità e semplificazione della
manutenzione
Edilizia verde • Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione• Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi• Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo)• Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allaccia-
menti elettrici, pericolo di incendio)
Bioenergia • Possibile tossicità di prodotti di scarto (ad esempio cenere di legno alcalina e contenente me-talli pesanti)
• Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse• Rischi biologici derivanti da Biocarburanti
Rifiuti • L’innovazione tecnologica consente la produzione di nuovi materiali che sono subito dismessi senza conoscere implicazioni per la SSL dei lavoratori
Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici• Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Stoccaggio energia/batterie
• Rischi per la salute e la sicurezza derivanti dalla poca conoscenza dei nuovi tipi d batterie e relative modalità di costruzione ed i materiali usati
Fig. 4 - Scenario n. 2 “Bonus-World” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 5 - Scenario n. 2 “Bonus World” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020)
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dossier a cura di Biagio Principe e Giusto Tamigio
Gli scenari proposti indicano che la diffusione dell’economia e delle lavorazioni verdi com-porterà una serie di trasformazioni sia dei processi industriali sia delle competenze dei lavoratori.L’evoluzione delle tecnologie e la produzio-ne di nuovi prodotti che trovano applicazio-
L’ultimo scenario considerato è quello in cui la crescita economica è DEBOLE mentre i valori ecologici sono ELEVATI; in tale situazione i rischi emergenti, riferiti ai vari settori, potrebbero es-sere quelli indicati nella Tabella 3.
Tabella 3
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Energia eolica • Mantenimento del parco eolico esistente con interventi continui di manutenzione su vecchi impianti
• Rischi fisici per gli operatori durante la manutenzione
Edilizia verde • Numero basso di nuove costruzioni• Adeguamenti di vecchi edifici con esposizione a rischi fisici e chimici
Bioenergia • Elevato impiego di impianti a biomasse con rischio incendio/esplosione ed esposizione a so-stanze chimiche
• Esposizione a rischio biologico
Rifiuti • Esposizione a polvere, allergeni ed altre sostanze per il diffuso uso di biomassa
Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici• Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Fig. 6 - Scenario n. 3 “Deep Green” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 7 - Scenario n. 3 “Deep Green” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020)
ne negli ambiti del fotovoltaico, delle batterie, dei nuovi materiali da costruzioni, nonché dei nuovi materiali (biomateriali e nanomateriali) richiede un monitoraggio lungo l’intero ciclo di vita, per la possibilità di indurre rischi poten-ziali per la salute e la sicurezza. Legati ai processi industriali per la realizzazio-
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dossier
ne di prodotti o l’applicazione di tecnologie verdi, potrebbero esservi rilasci di sostanze dai nuovi materiali difficili da identificare e po-tenzialmente pericolosi lungo tutto il ciclo di vita; per tale motivo la valutazione dei rischi sul luogo di lavoro resta fondamentale per ela-borare un’adeguata prevenzione.La carenza delle competenze dei lavoratori, dovuta al rapido cambiamento e alla competi-tività delle nuove tecnologie con conseguente scarsità di personale qualificato, potrà deter-minare una situazione di sottovalutazione dei rischi lavorativi. In uno scenario di bassa crescita economica, l’impiego di operai scarsamente qualificati co-stretti ad accettare condizioni disagiate in la-vori più difficili e di tipo manuale, ad esempio raccolta e smistamento dei rifiuti, manutenzio-ne o riparazioni svolti con la modalità sosteni-bile per estendere il ciclo di vita dei prodotti, potrebbe essere una situazione in cui i rischi per la salute e la sicurezza potrebbero subire un incremento.Gli scenari proposti rendono evidente la neces-sità di una valutazione sistematica e preventiva delle tecnologie e dei prodotti verdi in fase di sviluppo lungo l’intero ciclo di vita (dalla pro-gettazione, compresa la fabbricazione, il tra-sporto, l’installazione, il funzionamento e la ma-nutenzione, allo smantellamento, al trattamento dei rifiuti e al riutilizzo successivo), attuando il concetto «dalla culla alla culla» anche con rife-rimento alla salute ed alla sicurezza sul lavoro.
LA FORMAZIONE DELLE FIGURE PROFESSIONALI CHE OPERANO NEI LAVORI VERDI La formazione continua e specialistica finaliz-zata alla conoscenza delle caratteristiche dei materiali e delle tecnologie verdi costituisce lo strumento più importante per acquisire i requisiti professionali che rendono sicure le lavorazioni in quest’ambito innovativo.In alcuni settori legati all’utilizzo delle fonti rin-novabili l’attività di formazione è avviata ma molto altro è ancora da fare.Nel settore della produzione di energia elet-trica da impianti fotovoltaici la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha definito lo standard formativo per l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnova-bili (FER) - ai sensi D.Lgs. n. 28/2011 [3]; anche
i Vigili del Fuoco hanno definito delle linee gui-da sulla installazione di tali impianti [4].Le problematiche legate alla salute e sicurez-za sul lavoro nel settore dell’energia eolica, in particolare nei parchi eolici, sono state af-frontate dall’EU-OSHA [5]. Oltre ai pericoli “classici” che gli addetti affrontano all’interno di un parco eolico - rischio elettrico, caduta dall’alto, rischio chimico – vi sono quelli legati a condizioni di lavoro particolari (zone isolate e difficili da raggiungere) e condizioni mete-orologiche estreme sia su terra ferma sia in mare aperto. Nell’ambito del settore dei rifiuti è disponibile materiale divulgativo per la formazione e l’in-formazione sui movimenti ripetuti degli addetti alla raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana [6].L’utilizzo dei nuovi materiali (compositi e na-nomateriali) e le implicazioni sulla salute e sicurezza dei lavoratori sono oggetto di stu-di scientifici in fase di svolgimento: alcuni di questi hanno già fornito dei risultati che sono presentati dall’OSHA [Cfr. e-facts 74 e 72]; al-tri hanno portato a considerazioni iniziali ma molto è ancora da fare [7] [8].
CONCLUSIONI La Green Economy rappresenta un settore ad elevato potenziale in termini di crescita, inno-vazione e soprattutto opportunità di lavoro. I lavori verdi sono un’importante occasione di lavoro anche per i lavoratori giovani, ma, allo scopo di evitare gli errori degli anni passati, è necessario integrare la sicurezza e la salute in tutti i suoi diversi aspetti, dalla progettazione, all’acquisizione delle risorse, dai processi di trasformazione, alla manutenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse. Un aspetto importante da non trascurare è l’a-nalisi del ciclo di vita dei lavori verdi, tenendo conto di tutti gli aspetti e conseguenze del lavo-ro, dalla progettazione, all’acquisizione delle ri-sorse, dai processi di trasformazione, alla manu-tenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse. Altro punto importante è la formazione dei lavoratori; infatti, lo sviluppo delle tecniche e delle tecnologie procede in maniera molto ve-loce, la carenza delle conoscenze su materiali ed attrezzature nonché delle corrette proce-dure da applicare in fase di gestione ordina-ria e di emergenza potrebbe provocare una sottovalutazione dei rischi per la salute e la sicurezza. n
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dossier a cura di Biagio Principe e Giusto Tamigio
BIBLIOGRAFIA
[1] Indagine conoscitiva in materia di Green Economy – Camera dei Deputati Commissioni Riunite VIII e X, 2014 - http://www.camera.it/leg17/203[2] Green Jobs and occupational safety and health: Foresight on new and emerging risks associated with new technologies by 2020 - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013 [3] Conferenza delle Regioni e delle Province autonome 14/078/cr08bis/c9 - Standard formativo per l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (FER), 2014[4] Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici – Ministero dell’Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e la sicurezza tecnica – Edizione 2012[5] Occupational safety and health in the wind energy sector - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013 [6] INAIL – La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana, 2009[7] INAIL – Libro bianco esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – NanOSH Italia, 2011[8] INAIL Settore Ricerca Dipartimento Medicina del Lavoro - A. Valenti - Green Jobs: impatto sulla salute e sicurezza dei lavoratori – 2012
E-Facts e-fact-74 nanomaterials in maintenance work occupational risks and prevention· e-fact-72 tools for the management of nanomaterials in the workplace and prevention measures· e-fact-71 hazard identification checklist occupational safety and health issues associated with green building· e-fact-70 occupational safety and health issues associated with green building· e-fact-69 hazard identification checklist occupational safety and health risks associated with small scale
solar energy applications· e-fact-68 occupational safety and health and small scale solar energy applications
23Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
PREMESSAIl contributo ha lo scopo di “sgom-berare il campo” dai troppo diffusi e superficiali luoghi comuni sulla bontà e validità dell’EXPO 2015 ed in generale sulla situazione odierna del nostro Paese. Il tale contesto “epurato” è faci-le capire come l’azione di AIAS, inseritasi a pieno titolo nel palin-sesto EXPO, sia una chiave di vol-ta determinante per il successo dei progetti di EXPO e delle Aziende, costituita dal “VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICU-REZZA nelle sue varie forme.
Siamo stufi di farci del male da soli: 1) EXPO 2015 non sarà pronta e comunque l’investimento è eccessivo e non avrà ritorno adeguato. Falso. Le vicissitudini anche giudiziarie di questi
mesi offrono molto materiale ai rotocal-chi e mass-media, che vanno a nozze nel descrivere situazioni critiche, ma la pianifi-cazione delle attività essenziali per l’even-to è tale che alla data prevista del 2015 quello che veramente serve per un buon avvio dell’evento sarà stato completato.
Certo, si sarebbe potuto fare di meglio e di più, risparmiando al Paese gli scandali, ma il programma principale è ancora oggi entro i limiti previsti, su quel programma abbiamo già ampiamente superato il nu-mero di adesioni (130) previsto per poter parlare di successo, e le previsioni di visita-tori sono in costante crescita con numeri decisamente positivi.
Il tema dell’EXPO “NUTRIRE IL PIANE-TA, ENERGIA PER LA VITA” offre gran-
Valore aggiunto
dissime opportunità agli opera-tori della sicurezza, non soltanto alimentare, nella quale l’Italia ri-copre una situazione oggettiva e riconosciuta di eccellenza, tanto che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Autority - EFSA) che rappresenta lo strumento predi-sposto dall’Unione europea per la valutazione dei rischi legati agli
alimenti ed alla produzione alimentare, ha sede a Parma.
Sul sito di EXPO Milano 2015 si legge che“promuove una serie di Progetti pro-prio in questi ambiti, con la convinzione che il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita attraversa la vita di tutti, tutti i gior-ni: così il cibo, il gusto, l’alimentazione, la sostenibilità vengono declinati con diverse voci e diverse competenze, per stimolare la curiosità e la voglia di conoscere che da sempre muovono il mondo. Per diffondere consapevolezza”. Progetti in serie, con mille diverse sfumature, e la sicurezza, nelle sue varie forme, ne è il minimo co-mun denominatore.
abstract
Alcune riflessioni e informazioni per EXPO 2015 utili ai professionisti della Sicurezza e dell’Ambiente.
Some information of this paper will help the safety and security professionist to understand better all the different matters of the EXPO event referred to energy for life and food implementation techniques.
a cura di Giorgio CarozziCoord. Settore Normativa,
Indirizzi Legislativi, Tutela Sindacale e Assistenza
Assicurativa di AIAS
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dossier a cura di Giorgio Carozzi
Siamo stufi di farci del male da soli: 2) L’Italia è un Paese in declino, le opportunità diminuiscono, inutile darsi da fare. Falso. Basta leggere i dati pubblicati da EURO-
STAT, che è l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, per trarre delle valutazioni ben diverse. Certo, soffriamo di un pesante debito pubblico, di diseguaglianze sociali, di economia in nero e di quella crimina-le, del ritardo del Sud, di una burocrazia spesso persecutoria e inefficace, di un fisco rapace, ingiusto, eccessivo. La crisi mondiale si è innestata su questi mali, li ha incancreniti. Il vero problema è che la domanda interna si è contratta, un mo-dello di rapporti politici e sindacali e la sua conseguente gestione del welfare è andato in crisi e rimediare non sarà facile. Ma – come sostiene il “Manifesto Oltre la crisi. L’Italia deve fare l’Italia” promos-so da Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Unioncamere e sottoscritto da decine di autorevoli personalità dell’e-conomia nazionale – non è impossibile, basta guardare con occhi nuovi al Paese.
1. L’ITALIA È UNO DEI SOLI CINQUE PAESI AL MONDO CHE VANTA UN SURPLUS MANIFATTURIERO SO-PRA I 100 MLD DI DOLLARI. Con un
surplus commerciale manifat-turiero con l’estero di
113 mld $ nel 2012, si conferma il ruolo
di punta del nostro Pae-se nell’industria mondiale.
Non si può dire lo stesso di altri Paesi come Francia (- 34 mld), Regno Unito (- 99mld), Usa (- 610mld).
2. LE IMPRESE ITALIANE SONO TRA LE PIÙ COMPETITIVE AL MONDO. Su un totale di 5.117 prodotti - il mas-simo livello di disaggregazione statisti-ca del commercio mondiale - nel 2012 l’Italia si è piazzata prima, seconda o terza al mondo per attivo commercia-le con l’estero in ben 935.
3. L’ITALIA È TRA I PAESI AVANZATI CHE, NELLA GLOBALIZZAZIONE, HANNO CONSERVATO MAGGIO-RI QUOTE DI MERCATO MONDIA-
LE. L’Italia ha conservato una quota dell’export mondiale di prodotti mani-fatturieri pari al 71% di quella detenuta nel 1999 (dati 2012), prima che Paesi come la Cina rivoluzionassero il com-mercio globale. Performance non pa-ragonabile a quella tedesca (94%), ma migliore di quelle di Giappone (67%), Francia (61%), Regno Unito (55%).
4. IL MODELLO PRODUTTIVO ITA-LIANO È TRA I PIÙ INNOVATIVI IN CAMPO AMBIENTALE. L’Italia è tra i primi Paesi dell’Unione europea per eco-efficienza del sistema produttivo, con 104 tonnellate di anidride carbo-nica ogni milione di euro prodotto (la Germania ne immette in atmosfera 143, il Regno Unito 130) e 41 di rifiuti (65 la Germania e il Regno Unito, 93 la Francia). Non solo, siamo campioni europei nell’industria del riciclo: a fron-te di un avvio a recupero industriale di 163 milioni di tonnellate di rifiuti su scala europea, nel nostro Paese ne sono stati recuperati 24,1 milioni di tonnellate, il valore assoluto più eleva-to tra tutti i Paesi europei (in Germa-nia 22,4 milioni). Il sistema produttivo italiano, inoltre, è anche quello che gui-da la ‘riconversione verde’ dell’occupa-zione europea: entro la fine del 2014, il 51% delle Pmi italiane avrà almeno un green job, più del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Germania (29%).
5. L’ITALIA È LA META DELL’EUROZO-NA PREFERITA DAI TURISTI EXTRA-EUROPEI. L’Italia è il 1° Paese dell’eu-
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dossier
rozona per numero di pernottamenti di turisti extra-UE, con 54 milioni di notti nel 2012 (+14 milioni rispetto alla Spagna). Siamo il 1° Paese euro-peo per numero di pernottamenti di turisti cinesi (2,5 mln), giapponesi (2,8 mln), coreani del sud (680 mila), brasi-liani (1,8 mln), australiani (2,2 mln), sta-tunitensi (11 mln) e canadesi (2 mln).
6. LA ZAVORRA DEL PIL ITALIANO È IL CROLLO DELLA DOMANDA IN-TERNA, NON CERTO LA COMPE-TITIVITÀ DELL’INDUSTRIA. Dal falli-mento della Lehman Brothers (inizio della crisi mondiale) a novembre 2013, il fatturato manifatturiero italiano per il mercato domestico è crollato (- 15,9%) rispetto a quanto accaduto in Francia e Germania (+ 4,6%, - 0,3% ri-spettivamente). Il fatturato italiano per il mercato estero, invece, è cresciuto (+ 16,5%) di più di quello tedesco (+ 11,6%) e francese (+ 5,9%).
7. LA CRESCITA DEGLI ALTRI PAESI NON È FATTA DI SOLA COMPE-TITIVITÀ, MA ANCHE DI DEBITO. A sostenere le altre economie ha con-tribuito un aumento del debito, sia pubblico che privato, molto maggiore che in Italia: da noi, dal 1995, il debito aggregato (quello pubblico più quello delle aziende e delle famiglie) è cre-sciuto di una quota pari al 61% del PIL, in Spagna del 141%, nel Regno Unito del 93%, in Francia dell’81%.
8. DAGLI INIZI DEGLI ANNI ’90 AD OGGI LA ‘QUOTA DI MERCATO DELL’ITALIA NEL DEBITO PUBBLI-CO TOTALE DELL’EUROZONA È COSTANTEMENTE CALATA. Non siamo il malato d’Europa: la respon-sabilità italiana nel debito pubblico complessivo dell’Eurozona si è ridot-ta in modo importante dagli anni ’90 (28,7% nel 1995) ad oggi (22,1% nel 2013).
9. CONSIDERANDO IL DEBITO AG-GREGATO (STATO, FAMIGLIE, IM-PRESE) L’ITALIA È UNO DEI PAESI MENO INDEBITATI AL MONDO. Se invece del pesante debito pubbli-co guardiamo la situazione debitoria complessiva del Paese (quindi il debito
dello Stato insieme a quello privato) l’Italia - nonostante la crisi stia eroden-do la grande ricchezza privata degli italiani - è più virtuosa (col 261% del PIL) di Stati Uniti (264%), Regno Uni-to (284%), Spagna (305%), Giappone (412%).
10. DAL 1996 AL 2013 L’ITALIA HA PRODOTTO IL PIÙ ALTO AVANZO PRIMARIO STATALE CUMULATO DELLA STORIA MODERNA. Si tratta di 591 miliardi di euro correnti, 220 in più della Germania (371 miliardi). Per non parlare dei disavanzi di Spagna (- 192) Francia (- 311 miliardi) e Regno Unito (- 364 miliardi £).
Sono dati pubblici, ufficiali, di prove-nienza europea. Ed ora si apre per noi una vetrina mondiale, con decine di milioni di visitatori previsti da tutto il mondo, lo sviluppo di aree tematiche e di ricerca ed incontri a ogni livello il che rappresenta una gigantesca op-portunità di lavoro per i servizi turi-stici e commerciali del Paese durante i mesi dell’EXPO, seguiti da un’altret-tanto ampia opportunità di lavoro per le aziende produttrici. E la sicurezza, nelle sue varie forme è elemento co-mune a tutte le attività.
Siamo stufi di farci del male da soli: 3) L’Italia è un Paese ove non si fa ricerca e sviluppo, e dipen-diamo dall’estero per l’innovazione produttiva. Falso. Un solo esempio tra i molti possibili. E
sia chiaro che è solo un esempio. Da “Li-bero” del 22 Maggio (articolo di Claudio Antonelli):
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dossier a cura di Giorgio Carozzi
Si chiama Iter, International Thermonucle-ar Experimental Reactor. Un progetto da circa 18 miliardi di euro, a cui partecipano oltre l’Europa, Cina, Usa, Corea del Sud, In-dia e Russia e che prevede entro il 2020 la costruzione di una centrale a fusione nu-cleare a Cadarache, a due passi da Aix en Provence.
Uno sforzo di ricerca immenso che do-vrebbe creare l’energia del futuro: esattamente quella prodotta dentro il sole e le stelle trami-te la fusione del nucleo, solo in miniatura. Una fonte ine-sauribile, sicura e priva di sostanze inquinanti.
… anche se nel nostro Paese se ne parla poco, stanno già arrivando i be-nefici economici. Ovvero, i ritorni industriali. Qui l’Italia è al primo posto. Dal 2008 a oggi ha già ottenuto un’ottantina di contratti per un controvalore di 700 milioni di euro. Destinati a diventa-re quasi un miliardo nei prossimi mesi. Du-rante la costruzione (fino al 2020), il princi-
pale contributo delle sette agenzie partner sarà di natura «in kind», cioè costituito dalla fornitura diretta dei componenti stessi piut-tosto che dal finanziamento per la loro co-struzione. Ma per la scelta delle aziende appaltatrici non c’è una logica di bandiera.
«L›Europa alla fine del progetto avrà contribuito per oltre 6 miliardi di euro», spiega a Libero Henrik Bindslev, diretto-re di Fusion for Energy, «e la scelta delle aziende si basa esclusivamente su criteri di qualità e di standard tecnologici. L’Italia è effettivamente il Paese con il più elevato ritorno industriale anche perché partecipa a numerose joint venture e ciò, nel suo com-plesso, rende anche possibile la nascita di un network internazionale di eccellenze». (Vedi fig. 1 n.d.r.)
Il nostro apparato produttivo ed indu-striale riesce ad essere il primo della clas-se nelle tecnologie avanzate e di punta, come quelle richieste per ITER, così come è sicuramente primo della classe nella qualità dell’alimentazione e del cibo. Che significa sicurezza, nelle sue varie forme.
Siamo stufi di farci del male da soli: 4) Si perde tempo a far carta inutile, vedi i Sistemi di Gestione, le Certificazioni, i Protocolli cartacei, le Qualifiche professionali: tutte cose che con l’EXPO non c’en-trano nulla. Falso. Verissimo che molte volte mediocri con-
sulenti di dubbia competenza hanno fatto produrre carta inutile e Modelli di
Gestione inefficaci. Verissimo che in molti casi la Sicurezza
con i suoi adempimenti è vissuta come un costo, una specie di tassa da pagare a titolo me-ramente cautelare per evitare sanzioni o condanne, e non come investimento produttivo di valore strategico come in-
vece è nella realtà. Ve-rissimo che, per rima-
nere al campo alimentare, le frodi in commercio sono
all’ordine del giorno, cibi avariati, etichette fasulle, prodotti contraffatti,
e chi più ne ha più ne metta.
Fig. 1 - Modello dell’ITER (Wikipedia)
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dossier
Tutto questo è vero. Ma proprio per questo c’è un disperato bisogno di Modelli Organizzativi di qualità, di Sistemi di Ge-stione utili e produttivi per l’Azienda, di Consu-lenti qualificati che assi-stano il cliente nella logica di ottenere un risultato pagante, e proprio la logi-ca della Sicurezza offre gli strumenti indispensabili per ottenere quei risultati.
L’eccellenza alimentare italiana ha trovato pro-prio nei marchi DOC, DOP, DOCG, ecc. quel “VALORE AGGIUNTO” che mancava per farsi re-almente conoscere fuo-ri dai confini nazionali ed ottenere quei riconoscimenti qualitativi, ma anche eco-nomici, che il mondo ci invidia. La difesa dei marchi è quindi diventata una priori-tà per proseguire nel percorso avviato e permetterci di offrire al mondo globaliz-zato le nostre conoscenze e competenze alimentari, e questo non sarà possibile se non si pone la sicurezza al primo posto nelle priorità.
Sicurezza nelle sue varie forme, pro-prio per creare quel “VALORE AG-GIUNTO” senza il quale si spreca solo tempo e denaro.
Sicurezza nell’apparato produttivo, e noi di AIAS ben sappiamo quanti e quali rischi vi siano nella difficile arte dell’alimentazio-ne a partire dall’inizio, nella coltivazione e nella lavorazione industriale ed artigianale dei prodotti agricoli e zootecnici: ma qui servono Modelli Organizzativi ben pro-gettati e realizzati, e Sistemi di Gestione efficaci.
Sicurezza nei servizi, perché senza com-petenze qualificate l’operatore non può inventarsi il Know-how necessario a orga-nizzarsi per produrre in modo efficace e competitivo e a mantenersi costantemen-te aggiornato in un mondo in continua evoluzione: ma questo comporta neces-sariamente l’intervento degli specialisti di settore, e qui le Qualificazioni e Certifica-
zioni professionali diventano indispensabili per evitare di essere truffati dai soliti “fur-betti del quartierino”.
Sicurezza nella ricerca e sviluppo, oggi elemento essenziale del tema stesso dell’EXPO 2015, nel quadro del mondo globalizzato e fortemente competitivo: ma qui servono Protocolli che possono solo scaturire da M.O.G. adeguati, svilup-pati da soggetti ad elevata competenza e qualificazione, e vedi il punto precedente.
Sicurezza nella distribuzione commer-ciale, se si vuole evitare che il prodotto finito venga mescolato o confuso con i prodotti taroccati, o deteriorato da trat-tamenti indebiti: e qui si parla di sicurezza di filiera, con l’HACCP come linea guida da applicare, laddove possibile, nell’ambito di M.O.G. e SGSSL credibili.
AIAS ed i suoi Associati dispongono di una chiave di volta determinante per il successo dei progetti di EXPO, e delle Aziende, costituita dal “VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICUREZZA nelle sue varie forme. Per fortuna c’é l’EXPO 2015, vi sono molte for-me e modalità per parteciparvi anche diretta-mente, di sicuro vi sarà una importante ricaduta per tutti coloro che sapranno essere puntuali all’appuntamento. n
Noi ci stiamo attrezzando.
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EXPO 2015: opportunità per i professionisti AIAS
“NUTRIRE IL PIANETA, ENER-GIA PER LA VITA” Il tema di
EXPO 2015 è quanto mai attuale per gli specialisti della Sicurezza e Salute sul Lavoro che si riconosco-no nelle Associazioni Professionali di AIAS, ed offre opportunità in-sperate e di grande rilievo per i nostri professionisti della SSL. Bisogna ricordare che in EXPO 2015 la CONFCOMMERCIO, cui la nostra Associazione è iscritta, ha un rilievo ed una presenza prima-ria, ed in quell’ambito AIAS parte-cipa a diversi tavoli di programma. Vi sono inoltre gli eventi relativi all’Anno Internazionale della Preven-zione, di cui il primo si terrà il 28 aprile 2015 con il supporto della CIIP e la collaborazione dell’ILO e dell’ISSA, nell’ambito di EXPO 2015. Ancora AIAS, nell’ambito di ExpoTraining ed in collaborazione, ad ottobre svilupperà una serie di incontri su argomenti collegati al programma di EXPO, con la presentazione delle APA e la qualificazione delle relative professionalità, in
chiave EQF. Altre iniziative segui-ranno.Nell’articolo dell’Informatore AIAS n. 1/2014 a firma di Giorgio Ca-rozzi (Competenze e qualifiche pro-fessionali a fronte dell’Expo 2015 n.d.r.) era stato evidenziato uno spazio particolarmente ampio per le attività professionali specifiche ad alta specializzazione, sia per la sicurezza in agricoltura che per la sicurezza alimentare verso i con-sumatori.Si deve utilizzare l’HACCP (Ha-zard Analysis and Critical Control Points), sistema pensato per ap-plicare l’autocontrollo nell’intera filiera distributiva, quale strumen-to a supporto degli OSA (Organi-smi di Sicurezza Alimentare) per il
raggiungimento degli obbiettivi di un più elevato livello di sicurezza alimentare.Un sistema interamente basato sulla Valutazio-ne dei Rischi, che costituisce il pane quotidiano degli associati di AIAS. Poco fosse, al nostro Pa-ese è chiesto uno standard di eccellenza in ma-teria, visto che l’Autorità europea per la sicurez-za alimentare, (European Food Safety Autority - EFSA) ha sede a Parma. Agricoltura e produzione di alimenti e bevande, il settore della ristorazione e della distribuzione ali-mentare, la corretta cultura dell’alimentazione come presupposto dell’igiene del lavoro, sono argo-menti di grande pregnanza per i professionisti della sicurezza, igiene del lavoro e tutela dell’ambiente.
abstract
Le APA, Associazioni Professionali AIAS, nei programmi di EXPO: occasioni da non perdere.
EXPO 2015 will be of great interest for all the technicians of the professional associations, specially for the ones involved as consultant in food and agricultural safety matter.
a cura di Luca DozioAvvocato in Milano
a cura di Rolando Dubini Avvocato in Milano
dossier
29Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
Le Associazioni Professionali AIAS (APA) pensate per la qualificazione degli specialisti delle Profes-sioni non regolamentate, offrono lo strumento ideale per inserirsi nel quadro della SICUREZZA alimentare con le sue implicazioni in materia di:• Analisi e Valutazione del rischio• Sistemi di gestione• Procedure applicative • Formazione e Informazione• Quant’altro è collegato alla Sicurezza e Salute
sul lavoroQui di seguito una sintetica carrellata sulle APA principalmente interessate ai programmi EXPO 2015, con gli argomenti di pertinenza:
APA Prevenzione Responsabili e Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione
La Valutazione del Rischio applicata ai diversi processi produttivi, da sviluppare anche in chiave di Sicurezza alimentare e quale fattore competitivo.
APA Formazione Formatori di Prevenzione
Trasmissione del sapere e conoscenze applicate alla produzione alimentare e sua distribuzione. La SSL come minimo comun denominatore di ogni attività. Strumenti e mezzi di formazione. L’E-learning per superare le barriere linguistiche e culturali
APA ODV 231 Professionisti Organismo di Vigilanza
Sistemi di Gestione EFFICACEMENTE applicati, per fornire Valore aggiunto all’attività, protezione all’Azienda e garanzia dei prodotti verso i clienti. Ricerca della massima produttività in sicurezza.
APA Energia Professionisti del Settore Energetico e Fonti Rinnovabili
L’Energia pulita e sicura rappresenta il combustibile dello sviluppo.Lo specialista dell’energia sicura da fonti rinnovabili in agricoltura o da sottoprodotto dello scarto alimentare è pienamente nel tema di EXPO.
APA Ambiente Professionisti Protezione Ambientale
Tutela ambientale e attività agricola sono due facce della stessa medaglia, con l’obbiettivo dello sviluppo sostenibile.
AIAS Mare Professionisti Marittimo e Portuale
Il trasporto marittimo affronta rilevanti criticità logistiche e funzionali per la conservazione e la qualità degli alimenti. Senza contare le problematiche dell’alimentazione della “gente di mare”.
APA Sanità Professionisti Sanità
Igiene alimentare e Sanità: due facce della stessa medaglia. Si diceva che “siamo quello che mangiamo”, e di certo la dieta è argomento essenziale.
APA Educazione Professionisti Scuola
Bisogna allevare le giovani generazioni in modo informato e consapevole, per un futuro sostenibile. Occhio al “Progetto Scuola di EXPO Milano 2015”
APA Pubblica Amministrazione Professionisti del settore della Pubblica Amministrazione
La P.A. come fattore di sviluppo della Sicurezza, tramite indirizzo e vigilanza sulle attività. La ricerca di minor burocrazia e maggior pragmatismo con la SSL quale strumento efficace per il raggiungimento degli obbiettivi.
APA Protezione Civile Professionisti Protezione Civile
Per la gestione delle emergenze alimentari per le popolazioni colpite dalle calamità. La logistica e l’organizzazione delle “cucine da campo” quale problema prioritario nelle situazioni di crisi.
30 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Rolando Dubini - Luca Dozio
Da tener presente che la programmazione dell’evento di EXPO si concretizza in tre diverse fasi: 1. Preparazione di EXPO2. Svolgimento dell’Esposizione3. Attività successive.
Nella fase preparatoria vi sono da sviluppare gli argomenti di interesse per la professione, alcuni dei quali abbiamo evidenziato nel riquadro delle singole APA. Servono DTO, Documenti di indi-rizzo, quaderni, ma soprattutto idee da promuo-vere ed evidenziare.
Per chi ha qualcosa da dire le occasioni non mancheranno, durante lo svolgimento dell’Espo-sizione, e l’Associazione potrà offrire buone si-tuazioni di presentazione, senza contare la gran-de folla dei visitatori da tutto il mondo, con la possibilità di contatti continui e proficui. Alla conclusione dell’EXPO gran parte dei giochi saranno conclusi, e ciascuno raccoglierà quel-lo che ha seminato. Gli anni immediatamente successivi all’evento saranno meno produttivi di opportunità, come dimostra l’esperienza di quanti ci hanno preceduto, ma chi avrà avviato programmi di successo potrà cogliere in pieno i frutti del suo lavoro e della sua iniziativa.
La scommessa dell’Associazione, anche attraver-so l’attività delle sue APA, si sviluppa quindi su questi parametri: 1. La Sicurezza e Salute sul Lavoro costituisce
un fatto organizzativo e strutturale di taglio culturale, strettamente collegato ai fattori competitivi per migliorare la produttività, in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi.
2. La SSL si applica all’Impresa, organizzazione che esiste per rispondere ai bisogni della gente (fattore di successo) in chiave competitiva, tenuta quindi ad ottimizzare i fattori produttivi.
3. Nutrizione ed Energia: rappresentano bisogni primari della gente e vanno soddisfatti sia sul piano della qualità che su quello della quantità.
Sulla base di questi presupposti il cerchio si chiu-de, la SSL è strumento indispensabile per l’Im-presa anche al fine del soddisfacimento di quei bisogni primari che costituiscono il tema dell’EX-PO, oltre che la ragion d’essere dell’Azienda.Lo specialista della SSL, nel suo campo specifi-co (vedi le APA di competenza), è il soggetto chiamato a fornire il Know-how indispensabile per progettare e sviluppare il percorso logico ed organizzativo necessario per raggiungere i risul-tati attesi. n
Che sono quelli del tema dell’EXPO 2015
“NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA”
31Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
“Svegliamoci prima che sia trop-po tardi”: questo è il titolo di
un recente studio della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commer-cio e lo Sviluppo (UNCTAD 2013) con il quale vengono esplicitamente ammoniti Governi e società civile sulla necessità urgente di un radicale cambio di paradigma nella produzio-ne agricola, dalla “Green Revolution” a una “intensificazione ecologica”. Ciò implica la trasformazione dell’agricol-tura convenzionale basata sulla mo-nocoltura e su input tecnologici e industriali esterni, verso un “mosaico” di sistemi produttivi sostenibili e rigenerativi che migliorino la capacità produttiva di piccole aziende agricole. Dobbiamo muoverci da un approccio lineare a uno olistico nella gestione agri-cola, che riconosca all’agricoltore non solo il ruolo di produttore di beni agricoli, ma anche di gestore del sistema agro - ecologico e di fornitore di una serie di beni e servizi comuni quali l’acqua, il suolo, il panorama, l’energia, la biodiversità, gli spazi ricre-ativi.1 Lo studio si avvale dei contributi di oltre 50 esperti internazionali. Molti fra questi focalizzano il nesso tra filiera di produzione del cibo come causa
Soluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile
Svegliamoci prima che sia troppo tardi
dei cambiamenti climatici e poten-zialità, non ancora adeguatamente esplorata, della gestione del suolo e dell’incremento della produzione agricola, come potenziale strumento per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.L’industrializzazione dell’agricoltura è basata sull’assunto che la fertilità del suolo può essere mantenuta e accre-sciuta con l’uso di fertilizzanti chimici. In questo modo, durante il ventesimo secolo i suoli coltivati hanno perso
dal 30 al 75 per cento della loro materia organica provocando perdita di fertilità e produttività. Può essere stimato che sono state rilasciate nell’atmo-sfera a causa della distruzione della materia organi-ca contenuta nel suolo almeno 200 - 300 miliardi di tonnellate di CO2. A fronte di questi dati disastrosi, la buona notizia è che, cambiando pratiche agricole, la CO2 emessa nell’atmosfera può essere di nuovo cat-turata2. Le pratiche agricole da adottare già esistono e sono ovviamente tutte quelle che aumentano nel tempo il contenuto di materia organica nel suolo. La World Bank già nel 2012 ha individuato uno strumento di calcolo chiamato SALM (Sustainable
abstract
L’intervento prende le mosse da un recente rapporto dell’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Svi-luppo), ispirandosi allo stesso per individuare quali sono le soluzioni necessarie per assicurarci una futura sicurezza alimentare a fronte dell’evoluzione del fenomeno dei cambiamenti climatici. Gli incentivi previsti dalla Politica Agraria Comune dell’UE possono costituire parte della soluzione, ma non sono sufficienti. E’ necessario un impegno non solo da parte degli attori istituzionali ma anche e soprattutto da parte di reti di produttori e di consumatori informati per la costruzione di un nuovo mercato di prodotti agricoli che possano definirsi con sempre maggiore concretezza “sostenibili”.
The article, inspired by a recent study published by UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), out-lines solutions for a future food security in a changing climate scenario. Incentives provided for by the Common Agriculture Policy of the EU can be part of the solution, but are not enough as such. We need a commitment not only from governmental actors but also and mainly from networks of informed producers and consumers which can build up a new market where agriculture’s goods can be really “sustainable”.
a cura di Luigi Di MarcoArchitetto, pianificatore, paesaggista; Coordinatore del Comitato Tecnico
AIAS “Responsabilità Sociale e Sviluppo Sostenibile”;
Referente AIAS per l’iniziativa dell’ONU “Global Compact”
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dossier a cura di Luigi Di Marco
Agriculture Land Use Management) per il finanziamento di progetti in pa-esi in via di sviluppo, con l’obiettivo duplice di valutare lo stoccaggio nel-la materia organica del suolo dei gas serra promuovendo nel frattempo la produttività agricola e il recupero di terreni in via di desertificazione3. Oltre a impoverire suoli, inquinare l’ambiente e ridurre la biodiversità, i concimi chimici e i pesticidi per l’a-gricoltura generano gas serra anche perché per produrli è necessario bru-ciare energia. Più in generale, nei paesi industrializzati,studi accreditati affer-mano che sono necessarie dalle 10 alle 15 calorie per produrre una sola caloria di cibo4. La ONG GRAIN ha assemblato i dati sulle emissioni di gas serra dirette e indirette per la produ-zione e lo smercio del cibo calcolando che lungo tutta la filiera le stesse ammontano al 44 - 57% (!!!!) del totale5.Dal punto di vista dei piccoli produttori, le soluzioni tecniche che possono incrementare la produttività nel tempo utilizzando risorse locali e riciclo dei nu-trienti, senza dover creare dipendenza dall’acquisto di prodotti industriali a supporto delle produzioni agricole, sono le più convenienti e socialmente au-spicabili per far fronte al problema della povertà dei piccoli produttori agricoli, della sicurezza alimentare e della fame nel mondo6.Di fatto la nuova Politica Agraria Comune dell’UE 2014 - 2020, incentiva in parte il cosiddetto “gree-ning” della produzione agricola e dello sviluppo rura-le, riservandogli quote del 30% del budget program-mato7. Ovviamente, non è con un impegno parziale che si può compiere il cambio di paradigma produt-tivo auspicato dall’UNCTAD; anzi si può dedurre che
la quota non green del budget euro-peo per l’agricoltura resta ancora una forma di supporto pubblico a pratiche agricole che vanno a danno dell’am-biente e della sicurezza alimentare. Olivier De Shutter, Relatore Speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazio-ne in carica fino ad aprile 2014, nel suo contributo allo studio dell’UN-CTAD abbraccia senza indugi l’agro - ecologia come la via maestra risoluti-va8. A fronte del problema alimentare, le soluzioni ambientali e quelle sociali per un più equo accesso alle risor-se, sono dunque più che mai strette e convergenti. Quali sono allora le barriere e gli impedimenti? Lo stesso De Shutter, alla fine del suo mandato, in un’intervista a Le Monde9 dichiara “Credevo alla forza dello Stato, ora credo alla forza della democrazia. Non penso
che occorra attendere passivamente che i Governi agi-scano. Le barriere sono troppe e le pressioni esercitate su loro troppo reali, e gli attori che si oppongono al cambiamento, troppo forti. Penso che la trasformazione dei sistemi alimentari si realizzerà partendo da inizia-tive locali. Ovunque vado nel mondo vedo cittadini che ne hanno abbastanza di essere considerati consumatori o elettori, e vogliono essere dei veri attori del cambia-mento, cercando d’inventare dei modi più responsabili di produrre e consumare”. n
Fig. 1 - Copertina dello studio della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo pubblicato nel 2013
Fig. 2 - Panorama dalla valle dei Templi di Agrigento. Foto di Luigi Di Marco
1 UNCTAD – United Nation Conference on Trade and Develop-ment - Trade and Environment Review 2013 – Wake up before it is too late – Make agriculture truly sustainable now for food security in a changing climate – key messages da retro di copertina
2 Ibid. pag. 213 World Bank 2012 - http://go.worldbank.org/ATOU438OV0 4 UNCTAD cit. pag. 69 e European Environment Agency – late les-
sons from early warning: science, precaution, innovation, pag. 4595 UNCTAD cit. pag. 216 A titolo illustrativo, tra le numerose esperienze già documentate, si
consiglia la visione del video prodotto dalla Gaia Foundation e dal ABN (African Biodiversity Network) sull’esperienza di un villaggio in Kenia: http://vimeo.com/7096771
7 European Commission – Agriculture Policy Perspectives Brief N. 5 december 2013 - Overview of CAP reform 2014 - 2020 pagg. 6 - 7
8 UNCTAD cit. – Commentary VI – Agroecology. A solution to the Crisis of Food Systems and Climate Change pagg. 34 – 38
9 Le Monde 29 avril 2014- Olivier De Shutter “Notre modèle agri-cole mondial est à bout de souffle” – Propos recueillis par Gilles Van Kote - http://www.lemonde.fr/planete/article/2014/04/29/olivier-de-schutter-notre-modele-agricole-est-a-bout-de-souf-fle_4408689_3244.html
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dossier
SFIDE ENERGETICHE
“Energia per la vita di tutti i giorni”, è un’importante sfi-
da che ci viene proposta in ottica di sostenibilità ambientale e per ridefinire il modello energetico che ad oggi ha mostrato limiti e inadeguatezze. Produrre energia ed utilizzarla nello stesso tempo e nello stesso luogo di produzione. Sono oramai in discussione e in fase di realizzazione nuovi modelli di città dove l’intelligenza entra nelle infrastrutture – Smart Cities – e il governo energetico diventa “Smart” compendiando la domanda e le abitudini dei consumatori finali con la disponibilità energetica. I nuovi sistemi si relazionano in modo intelligente e sostenibile mirando all’efficienza energetica in primis e riducendo conseguentemente anche gli impatti sull’ambiente.Una nuova frontiera è rappresentata dalla capa-cità di raggiungere livelli importanti di efficienta-
Sostenibilità ambientale ed energetica: il modello delle Smart Cities
mento energetico nell’ambito del-la vita quotidiana - dalle abitazioni alle strutture adibite alle attività la-vorative - e dalla mobilità verso la quale si stanno sviluppando nuo-ve soluzioni di tipo ibrido ad alta efficienza. Sono ancora molti gli spazi che possiamo aggredire per migliorare le performance ener-getiche e così recuperare “risorse che oggi sono ancora male impie-
gate” come possiamo rilevare e rappresentare di seguito sulla base di evidenze e studi condotti anche dall’ENEA.Questi dati ci dicono in modo chiaro quali si-ano gli ambiti e le potenzialità sulle quali agire e nell’agire inevitabilmente possiamo intravede-re importanti opportunità sia per lo sviluppo delle nuove tecnologie e di nuovi servizi sia per la collettività sia per lo sviluppo e l’affer-mazione delle figure professionali del settore energetico.Il consumatore finale si trova e sempre più si troverà a contatto con nuove tecnologie e ser-vizi che dovranno essere portati sul mercato da figure professionali con qualità e competenze certe e facilmente riconoscibili.In questo contesto l’APA Energia (Associazio-ne Professionale AIAS) si pone come punto di riferimento per quanti intendano qualificare la loro professione in questo settore, sulla base dei requisiti previsti dall’Unione Europea e pie-namente recepiti nell’ordinamento Italiano. E’ il
abstract
Un possibile futuro basato sulla gestione intelligente dell’energia può essere rappresentato dalle Smart Cities dove la gestione dell’energia, produzione ed utilizzo, si integra anche con altri servizi locali. Il sistema integrato rappresenta così un nuovo modello di sviluppo sostenibile sul quale puntare anche per l’efficienza energetica. Si aprono nuove opportunità di lavoro per aziende e professionisti sempre più chiamati a garantire il consumatore finale rispetto alle scelte possibili in un settore, quello dell’energia, dove sono richieste nuove competenze e dove l’innovazione dei prodotti e tecnologie è costante.
Smart City represents a good example of Energy smart use. In fact the contribution of the other local services integrates and implements the total energy efficiency and also the last stakeholder receives the benefit outcome.
a cura di Patrizio NonnatoPresidente Vicario APA Energia,
Esperto in servizi a rete e soluzioni integrate, CEO di ESA ITALIA,
AIMET e ROTAGAS
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dossier a cura di Patrizio Nonnato
caso della nuova figura professionale identificata da APA Energia del “Tecnico per l’energia e la sicurezza” che compendia le competenze ener-getiche con quelle della sicurezza degli impianti e dell’inserimento di questi nell’ambito lavorativo.In questo contesto, fortemente innovativo e di sviluppo tecnologico, si inserisce l’ambito dello sviluppo delle nuove città intelligenti, ma anche l’adeguamento tecnologico di quelle esistenti con la possibilità di inserire, anche senza parti-colari sforzi e costi, una serie di nuove “funzio-ni” con la possibilità di infrastrutturare con una qualità superiore l’esistente, generando nuove opportunità di lavoro e definendo di fatto una nuova filiera produttiva che può offrire impor-tanti sbocchi occupazionali e per le imprese ita-liane.Sono le “Smart Cities” dove grazie a sistemi in-telligenti la domanda dovuta alle abitudini dei consumatori e le necessità degli utenti di un de-terminato sistema locale si interfacciano con i si-stemi di generazione e di “conservazione” e go-verno dell’energia passando ad una concezione
tà quasi come ad individuare delle “ isole ener-geticamente autosufficienti”.Con questa nuova infrastruttura e con i nuovi sistemi si possono integrare, con benefici econo-mici notevoli, anche tutta una serie di utilità rela-tive all’ambiente, alla sicurezza, alla mobilità, allo sviluppo territoriale, commerciale e dei sistemi a rete coinvolgendo anche la gestione integrata delle varie utenze che tutti hanno nelle loro abi-tazioni come l’energia elettrica, il gas metano, il servizio idrico le comunicazioni.Come già detto la possibilità di “stoccare” l’ener-gia, come nel caso dell’accumulo di quella pro-dotta dagli impianti fotovoltaici anche di tipo do-mestico, permetterà di definire bilanci energetici equilibrati e autosostenibili divenendo una risor-sa veramente importante a “chilometro zero”.Tutto questo sta a dimostrare come si sia in pre-senza di un possibile cambiamento con la gene-razione di straordinario valore per la collettività e per il miglioramento degli standard complessivi delle comunità ed in sostanza della sostenibilità energetica ed ambientale. n
Fig. 1 - Ripartizione dei consumi energetici per macro settori e possibilità di efficientamento
Fig. 2 - Sistema locale di tipo innovativo
innovativa di sistemi energetici sempre più con connotazione di tipo locale e distribuita.Città che ottimizzano attraverso vettori comuni le varie risorse e che mirano al contenimento degli sprechi energetici rendendo disponibile ciò che serve quando serve. Soluzioni che sono in parte già disponibili e altamente integrate tra le varie entità presenti siano queste pubbliche o private. Il nuovo modello di “governance energetica” di-venta di tipo locale applicabile così anche nelle piccole comunità o nei quartieri delle grandi cit-
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dossier
Il Global Compact delle Nazio-ni Unite (UNGC) è l’iniziativa
strategica di cittadinanza d’im-presa più ampia al mondo. Nasce nel 2000 su iniziativa dell’allora Segretario Generale Kofi Annan per la volontà di affrontare, in una logica di collaborazione multi - stakeholder, gli aspetti più critici della globalizzazione. Il Global Compact richiede alle aziende e alle organizzazioni che vi aderiscono di integrare nella loro visione strategica, così come nella cultura organizzativa e nelle operazioni quoti-diane di business, Dieci Principi relativi a: diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente
La Fondazione Global Compact Network Italia e le sue recenti attività
e lotta alla corruzione e, più in generale, di farsi promotrici di azioni a supporto dei più gene-rali obiettivi delle Nazioni Unite. È altresì previsto che le aziende (e a partire dal 2015 anche le orga-nizzazioni) che aderiscono all’ini-ziativa informino costantemente i loro stakeholder sulle attività im-
plementate e sui risultati raggiunti in tal senso attraverso la produzione di una COP – Commu-nication on progress.Aderiscono ad oggi al Global Compact delle Nazioni Unite oltre 8.700 aziende e organizza-zioni provenienti da più di 130 paesi nel mondo.Il Global Compact Network Italia (GCNI) na-sce nel 2002 con lo scopo di contribuire allo sviluppo in Italia del UNGC. Opera a tal fine garantendo supporto e coordinamento alle aziende e alle organizzazioni italiane che deci-dono di aderire all’iniziativa. Nel giugno 2013, il GCNI si è costituito nella Fondazione Global Compact Network Italia (Fondazione GCNI) (di cui AIAS è “Fondatore” n.d.r.).Il programma di lavoro della Fondazione si arti-cola in molteplici tipologie di attività:· di promozione, con riferimento alle iniziative
di diffusione del Global Compact, dei Dieci Principi relativi a diritti umani, lavoro, ambien-te e lotta alla corruzione promossi dall’inizia-
abstract
L’articolo, a firma del Presidente della Fondazione Global Compact Network Italia, illustra lo scopo della Fondazione stessa nell’ambito dell’iniziativa mondiale Global Compact delle Nazioni Unite nonché le recenti attività e le prossime iniziative sul territorio.
This article, written by the President of the Global Compact Network Italia Foundation, relates on the scope of the Foundation in the UN Global Compact world initiative, on the Foundation’s recent activities and on its future initiatives on the territory.
a cura di Marco FreyPresidente Fondazione Global
Compact Network Italia
INDICE
9
I 10 PRINcIPI
DIRITTIUMANI
LAVORO
LOTTA ALLAcORRUZIONE
AMBIENTE
PRINCIPIO I: alle imprese è richiesto di promuovere e rispettare i diritti umani universalmente riconosciuti nell’ambito delle rispettive sfere di influenza; e di
PRINCIPIO II: assicurarsi di non essere, seppure indirettamente, complici negli abusi dei diritti umani.
PRINCIPIO III: alle imprese è richiesto di sostenere la libertà di associazione dei lavoratori e riconoscere il diritto alla contrattazione collettiva;
PRINCIPIO Iv: l’eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio;
PRINCIPIO v: l’effettiva eliminazione del lavoro minorile;
PRINCIPIO vI: l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione.
PRINCIPIO vII: alle imprese è richiesto di sostenere un approccio preventivo nei confronti delle sfide ambientali; di
PRINCIPIO vIII: intraprendere iniziative che promuovano una maggiore responsabilità ambientale; e di
PRINCIPIO IX: incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che rispettino l’ambiente.
PRINCIPIO X: le imprese si impegnano a contrastare la corruzione in ogni sua forma, incluse l’estorsione e le tangenti.
PRINCIPI
Fig. 1 - I dieci Principi del Global Compact (Fonte: re-port sulle Attività 2013/Fondazione Global Compact Network Italia)
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dossier a cura di Marco Frey
tiva e dei più ampi obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite;
· di approfondimento dei temi della sostenibilità e dei campi a essi contigui nell’ambito del fra-mework generale proposto dal Global Com-pact (conferenze, workshop, seminari, ecc.);
· di supporto, con cui s’intendono azioni di af-fiancamento e supporto alle aziende e or-ganizzazioni aderenti alla Fondazione nell’im-plementazione dei Dieci Principi del Global Compact sia nel core business che nella sfera di influenza e nel-la rendicontazione delle loro perfor-mance di sostenibi-lità;
· di promozione di partnership multi - stakeholder e di azioni collettive tra i propri Membri e Partecipanti. Sono attivi nell’ambito della Fondazione Gruppi di Lavo-ro tematici che si pongono come obiettivo, non solo la condivisione e la valorizzazione delle esperienze delle aziende e or-ganizzazioni che vi partecipano, ma anche e soprattutto l’individuazione di soluzioni pratiche e innovative per l’attuazione, nella dimensione locale, dei principi e dei meccanismi indivi-duati dal UNGC al livello globale;
· di interlocuzione con gli attori istituzio-nali al fine di promuo-vere la cultura della sostenibilità e di con-tribuire alla creazione di un contesto favo-revole all’implemen-tazione di pratiche di
cittadinanza d’impresa da parte delle aziende e organizzazioni che operano sul territorio na-zionale;· di collegamento con l’Ufficio del Global Compact di New York e con i Network Locali del Global Compact, in particolare con quelli europei, al fine di contribuire alla definizione e all’implementazione delle strategie di crescita e consolidamento del Global Compact delle Na-zioni Unite su scala regionale e internazionale.Nei primi mesi di attività la Fondazione ha ot-
Fig. 2 - AIAS è socio “Fondatore” della GCNI
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dossier
tenuto due primi risultati significativi: la firma di un Protocollo d’Intenti tra la Fondazione GCNI e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e l’avvio della sperimenta-zione della TenP - Sustainable Supply Chain Self-Assessment Platform.Il Protocollo, sottoscritto in data 8 maggio (2014 n.d.r.) a Roma, impegna la Fondazione GCNI e l’AGCM organizzazioni a collaborare per la diffu-sione tra le aziende italiane del Rating di Legalità. Il Rating di Legalità, il cui Regolamento è stato ap-provato dall’AGCM mediante la propria delibera nel novembre 2012, costituisce uno strumento di promozione della legalità e di principi etici al fine di elevare la sicurezza e la concorrenzialità nelle attività economiche, introducendo nell’or-dinamento un sistema di premialità per le im-prese che rispettano la legge e si allineano ai più elevati standard etico/sociali e/o di governan-ce, adeguando la propria organizzazione in tale di-rezione. Sulla base di quanto previsto nel suddetto Protocollo d’Intenti, la Fondazione GCNI si impegna a:· promuovere tra le imprese aderenti l’utiliz-
zo del “Rating” quale strumento nell’ambito delle autonome attività di pre - qualifica e/o qualifica etica dei partner commerciali (ad esempio fornitori e clienti);
· incentivare le aziende aderenti a presentare la domanda all’AGCM per l’ottenimento del “Rating”;
· promuovere attività congiunte con l’AGCM nei confronti delle imprese (e potenzial-mente anche tra queste ed i propri partner commerciali) per agevolare una diffusa co-noscenza del “Rating” e del “Regolamento”, spiegarne i requisiti base per l’accesso ed i relativi benefici, fornire chiarimenti utili a fa-cilitare ed incentivare la presentazione della domanda per l’ottenimento del “Rating”;
· condurre indagini per raccogliere commenti e/o suggerimenti idonei a migliorare l’effica-cia del Regolamento Rating di Legalità, ovve-ro finalizzate ad evidenziarne possibili aree di miglioramento, se richiesto e per quanto di interesse dell’AGCM.
La TenP - Sustainable Supply Chain Self-Asses-
sment Platform è uno strumento creato dalla Fondazione Global Compact Network Italia per sostenere le imprese aderenti nella raccol-ta di informazioni sulle performance di soste-nibilità delle loro aziende fornitrici, con l’obiet-tivo di usarle per identificare sfide e soluzioni comuni per migliorare la sostenibilità all’interno della loro catena di fornitura. La Piattaforma è stata costruita avendo come riferimento i Die-ci Principi del Global Compact delle Nazioni Unite e tenendo in considerazione gli standard e le convenzioni internazionali in materia di so-stenibilità aziendale più rilevanti. Nei prossimi mesi la Fondazione si propone di raggiungere altri importanti obiettivi, in particola-re sul fronte della rendicontazione di sostenibilità. Sarà organizzato a settembre, in collabora-
zione con numero-se organizzazioni attive sul territorio nazionale su temi connessi alla soste-nibilità aziendale, un incontro sulla recente Direttiva europea sulla ren-dicontazione di informazioni non finanziarie e di in-
formazioni in merito alla diversità. La Diret-tiva modifica, di fatto, la normativa vigente in materia di contabilità al fine di accrescere la trasparenza di alcune grandi aziende in Euro-pa su questioni sociali e ambientali e sul tema della diversità e di accrescere la rilevanza, la coerenza e la comparabilità delle informa-zioni non finanziarie pubblicate dalle impre-se, rafforzando e chiarendo i requisiti vigenti. L’incontro di settembre sarà l’occasione per attivare un dibattito atto a fornire elementi di stimolo e di indirizzo da prendere in conside-razione per la stesura della normativa italiana di attuazione della Direttiva. E’ inoltre prevista per la fine del mese di ot-tobre la pubblicazione di documento che at-traverso la condivisione e la valorizzazione delle esperienze possa fornire delle chiavi di lettura utili a suppor tare le aziende nei loro processi di rendicontazione e in par ticolare a facilitarle nell’utilizzo dei più impor tanti fra-mework di rendicontazione esistenti (GRI-G4, Integrated repor ting, Global Compact Advanced Level). n
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Lo scorso gennaio 2014 AIAS ha aderito all’iniziativa ONU
denominata “Global Compact” e al relativo network italiano or-ganizzato dalla Fondazione Global Compact Network Italy. Lanciata nel 2000 dall’allora Se-gretario Generale dell’ONU Kofi Annan, il Global Compact conta ad oggi oltre 10.000 aderenti in 145 diversi Paesi del mondo, tra organizzazioni profit e no - profit.1L’adesione comporta l’impegno per gli aderenti al rispetto dei seguenti Dieci Principi nell’am-bito dei diritti umani, del lavoro, dell’ambiente e della lotta alla corruzione2:Principio I - Alle imprese è ri-chiesto di promuovere e rispet-tare i diritti umani universalmen-te riconosciuti nell’ambito delle rispettive sfere di influenza; e diPrincipio II - assicurarsi di non essere, seppure indirettamente, complici negli abusi dei diritti umani.Principio III - Alle imprese è ri-chiesto di sostenere la libertà di
UN GLOBAL COMPACT: la più grande iniziativa mondiale in tema di Responsabilità Sociale
delle Organizzazioni
associazione dei lavoratori e ri-conoscere il diritto alla contrat-tazione collettiva; Principio IV - l’eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio; Principio V - l’effettiva elimina-zione del lavoro minorile; Principio VI - l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione. Principio VII - Alle imprese è ri-
chiesto di sostenere un approccio preventivo nei confronti delle sfide ambientali; di
Principio VIII- intraprendere iniziative che promuovano una maggiore responsabilità ambien-tale; e diPrincipio IX- incoraggiare lo svi-luppo e la diffusione di tecnolo-gie che rispettino l’ambiente.Principio X - Le imprese si im-pegnano a contrastare la corru-zione in ogni sua forma, incluse l’estorsione e le tangenti.I partecipanti s’impegnano a in-corporare i dieci principi nelle loro strategie e nello sviluppo di
abstract
L’intervento introduce brevemente all’iniziativa dell’ONU denominata “Global Compact”presentandone i dieci principi a cui le organizzazioni aderenti, fra le quali AIAS, s’impegnano a rispettare. Illustra in sintesi le attività del network Italiano ed evi-denzia la coerenza dell’iniziativa nel contesto dello sviluppo sostenibile e della Green Economy.
The article gives a briefly outlook on UN initiative called “Global Compact”, presenting its ten principles with which members organisations, including AIAS, are committed to respect. Outlines the activities of the Italian network and highlight the cohe-rence of the initiative in the context of sustainable development and green economy policies.
a cura di Luigi Di MarcoArchitetto, pianificatore, paesaggista; Coordinatore del Comitato Tecnico
AIAS “Responsabilità Sociale e Sviluppo Sostenibile”;
Referente AIAS per l’iniziativa dell’ONU “Global Compact”
dossier
39Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
tutti i processi e le attività. I risultati devono es-sere pubblicati in un report annuale obbligatorio che illustri i progressi nell’implementazione degli stessi principi nei confronti dei propri stakehol-ders (investitori, consumatori, società civile, isti-tuzioni ecc …)3.Nel network italiano del Global Compact, in cui AIAS è entrata a far parte in qualità di “Fondato-re”, partecipano molte tra le più grandi aziende italiane (l’elenco completo è disponibile al sito: http://www.globalcompactnetwork.org/it/il-network-italiano-ita/i-partecipanti.html).La Fondazione Global Compact Network Italy svolge ruolo di divulgazione, coordinamento e informazione ai membri, organizza l’attività dei gruppi di lavoro su diritti umani, supply chain, anti - corruzione, reporting, ambiente. Lo sviluppo concreto dei principi del Global Compact oltre a essere manifestazione dell’e-redità culturale e sviluppo in termini concreti dei contenuti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, è strumentale allo svi-luppo di un’economia sostenibile coerente con la volontà dichiarata dalle Nazioni Unite a par-tire dalla conferenza di Stoccolma del 1972 e consolidata nel tempo fino all’ultima conferenza sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro nel
2012 (conosciuta anche come RIO+20). Altresì la norma ISO 26000:2010 (guida alla responsa-bilità sociale delle organizzazioni) è strumentale agli stessi obiettivi individuati nei dieci principi del Global Compact, strutturando l’impegno e la capacità delle organizzazioni di contribuire allo sviluppo sostenibile. I suoi contenuti sono perfettamente allineati con il concetto di Green Economy come definito dall’UNEP4, e di conse-guenza supportati nel dibattito nazionale degli stati generali della Green Economy istituiti dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile con i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico5. La partecipazione di AIAS all’iniziativa Global Compact sancisce l’impegno assunto dalla no-stra organizzazione nell’ambito della Responsa-bilità Sociale e dello Sviluppo Sostenibile in am-bito nazionale ed internazionale. n
Fig. 1 - Raccolta del tè a Kericho in Kenya. Foto di Luigi Di Marco
1 http://www.unglobalcompact.org/ParticipantsAndStakeholders/index.htm
2 http://www.globalcompactnetwork.org/it/il-global-compact-ita/ i-dieci-principi/introduzione.html
3 http://www.unglobalcompact.org/COP/index.html4 http://www.unep.org/greeneconomy/aboutgei/whatisgei/
tabid/29784/default.aspx5 http://www.statigenerali.org/
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Dalla cultura della sicurezza alla cultura della responsabilità e dello sviluppo
sostenibile territorialmente: strategie per l’integrazione tra produzione di cibo e di energia
DALLA RESPONSABILITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI ALLA SALUTE E SICUREZZA, ALLA PROTEZIONE AMBIENTALE, ALLO SVILUPPO SOSTENIBILECome un’organizzazione (azienda, impresa, ente, associazione …) può mantenersi e anzi crescere in tempi di crisi e nella competizione globale? La risposta, se analizziamo bene cosa ci sta suc-cedendo intorno, è unica: adottare una visione d’insieme, un’ottica olistica, che non escluda ma integri nella sostenibilità (economica, ambienta-le e sociale) i nostri stakeholder (il personale, i
fornitori, i clienti, ecc.). Capiremo, seguendo la logica che descriveremo qui di seguito, che stia-mo parlando non della sostenibilità del mondo in genere, ma tout-court della sostenibilità delle attività proprie della nostra organizzazione o azienda, o attività in genere, sia essa commercia-le o no profit, per quanto piccola sia, e cioè della sopravvivenza sia della professionalità e cultura delle nostre risorse umane, sia, come derivazio-ne dalla precedente, della nostra azienda o orga-nizzazione in senso lato.Nel 2007 il D.Lgs. n. 123 ha esteso a gravi reati
abstract
Inizialmente si riesamina il percorso legislativo e normativo che ha portato all’attenzione in Italia il tema della responsabilità, sia penale sia sociale, che le organizzazioni hanno per l’impatto dei comportamenti scorretti del proprio personale. Adot-tando invece un comportamento etico e trasparente, ossia capace e disponibile nel rendere conto delle proprie azioni alla comunità e allo Stato, le organizzazioni socialmente responsabili possono contribuire allo sviluppo sostenibile, includendo la salute e il benessere dei lavoratori e della società. La sostenibilità dello sviluppo è poi affrontata attraverso la presentazione di un modello e di esempi che richiedono l’integrazione territoriale locale della produzione alimentare con la produzione elettrica da fonte rinnovabile. L’integrazione multifunzionale è facilitata da un approccio olistico e proattivo che tenda allo sviluppo locale autosostenibile, inteso anche come lo sviluppo delle culture, dei soggetti economici e delle tecniche in grado di attivare sinergicamente affidabilità nelle relazioni esistenti tra gli attori locali, privati e pubblici, cura dei bisogni fondamentali e promozione di ecosviluppo.
At the beginning the legislative itinerary leading Italy to the introduction and progressive application of penal responsibility of organizations is presented; also definition of social responsibility as resulting from the International standard ISO 26000 is described, seeking sustainable development. Then a model and examples are shown aiming at sustainability of food produc-tion through integration with renewable energy production.
a cura di Priscila Escobar RojoHydraulic engineer, Docente del Politecnico di Milano
a cura di Giuseppe Angelico Consultant on Integrated Management Systems, Manager dei Sistemi SSL certificato ICPrev, Segretario Associazione Professionale AIAS Formazione
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contro la salute e sicurezza sul lavoro l’applica-zione del D.Lgs. n. 231/2001 che aveva introdot-to in Italia, con esito piuttosto limitato, la respon-sabilità “amministrativa” degli enti, che in realtà si caratterizza come una responsabilità penale delle organizzazioni (imprese, aziende, enti pub-blici e privati, ecc). Poco dopo il D.Lgs. n. 81/2008 oltre al merito di aver semplificato e compattato molta della precedente legislazione sulla SSL, ha promosso la diffusione di una nuova cultura della SSL attraverso l’invito all’adozione di modelli di organizzazione, gestione e controllo efficienti e efficaci e ha recepito in toto quanto già espresso dal D.Lgs. n. 123/2007 sui gravi reati verso la SSL inclusi nel dettato del D.Lgs. N. 231/2001; inoltre ha incentivato la diffusione di buone pratiche di responsabilità sociale attraverso il finanziamento da parte dell’IANIL di proget-ti che portino alla riduzione dei tassi di infortunio. Infine il D.Lgs. n. 121/2011 ha este-so anche a gravi reati contro l’ambiente l’ambito applicati-vo della responsabilità penale delle organizzazioni. Così si è affermato finalmente il concet-to che le organizzazioni sono responsabili delle conseguenze delle azioni scorrette del loro personale, ove ne traggano be-neficio economico, e il D.Lgs. n. 231/2001 ha avuto effetti im-portanti per il mondo econo-mico italiano, e ne avrà ancor più nel prossimo futuro, sem-plificando la vita delle imprese, con vantaggi in termini di mag-giore efficienza e di trasparen-za dei comportamenti, ossia di capacità e disponibilità di ren-dere conto delle proprie azioni alla comunità e allo Stato. Pa-rallelamente, a livello interna-zionale e italiano la pubblicazione, a fine 2010, della norma UNI ISO 26000, ha chiarito come si può declinare la responsabilità sociale delle or-ganizzazioni verso le comunità tecniche e sociali, locali o globali, a seconda della sfera d’influenza della propria attività sul territorio. Per lo standard UNI ISO 26000 un’organizzazio-ne è socialmente responsabile se attua un com-portamento etico e trasparente che:· contribuisca allo sviluppo sostenibile, inclu-
dendo la salute e il benessere della società;· tenga conto delle aspettative dei portatori
d’interesse, gli stakeholder; · sia in conformità con la legislazione applicabi-
le e coerente con le norme internazionali di comportamento;
· integri i temi della responsabilità sociale in tut-ta l’organizzazione e li metta in pratica nelle relazioni relative alla propria attività (prodotti, servizi e processi) nella propria sfera d’influen-za.
Sette sono le tematiche attraverso le quali, adottando un approccio olistico e proattivo, si può contribuire, attraverso l’impatto delle proprie attività, allo sviluppo sostenibile e al benessere della società, come schematizzato nella figura 1:
· il governo stesso dell’organizzazione (la cosid-detta governance);
· il rispetto dei diritti umani;· i rapporti e le condizioni di lavoro (inclusa la
sicurezza e la salute sul lavoro);· l’ambiente;· le corrette prassi gestionali;· gli aspetti specifici relativi ai consumatori;· il coinvolgimento e lo sviluppo della comunità.L’integrazione dei metodi e principi della qualità
Fig. 1 - Relazioni tra responsabilità sociale delle organizzazioni e sviluppo sostenibile
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dossier a cura di Giuseppe Angelico - Priscila Escobar Rojo
alla gestione operativa garantirà il raggiungimen-to degli obiettivi di miglioramento, di efficienza e di efficacia, che deriveranno dalla strategia di responsabilità e di cultura aziendale aperta all’in-novazione sociale e alle esigenze degli stakehol-der che sarà coerentemente adottata. Tenendo presente che il motto “misurare per migliorare” è la base della qualità, non è fuori luogo far no-tare che lo sviluppo è misurato, ormai da vari anni, attraverso l’Indice di Sviluppo Umano ISU adottato dalle Nazioni Unite. L’Italia è nella fascia dei paesi a sviluppo molto alto, al 25° posto, con valore di indice superiore a quello della media dell’Unione europea (al 35° posto), precedendo il Regno Unito (al 27° posto).Il concetto di sostenibilità dello sviluppo, così come declinato - con specifico riferimento al mosaico di ambiti culturali e territoriali presente in Italia - nell’approccio territorialista di Alberto Magnaghi, Alessandro Giangrande ed altri, è riferibile in par-ticolare non solo alla riproducibilità delle risorse naturali (sostenibilità ambientale in senso stretto), ma anche ai sistemi territoriali e urbani (sostenibi-lità territoriale), oltre che alla coerenza dei sistemi produttivi con la valorizzazione del patrimonio territoriale e con lo sviluppo dell’imprenditorialità locale (sostenibilità economica) e alla crescita di autogoverno delle società locali (sostenibilità so-cio - culturale e politica).
LA STRATEGIA DELL’INTEGRAZIONE TER-RITORIALE TRA LA PRODUZIONE AGRI-COLA E L’UTILIZZAZIONE DI FONTI ENER-GETICHE RINNOVABILIGuardando al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, possiamo prendere a riferimento il Rapporto TER13 dell’UNCTAD (United Nation Conference on Trade and Development - Trade and Environment Review 2013) che ha svilup-pato il tema “Svegliati prima che sia troppo tar-di! Fai agricoltura realmente sostenibile adesso, per la sicurezza del cibo in un clima che cambia” (“Wake up before it is too late – Make agricul-ture truly sustainable now for food security in a changing climate”).Vi si sostiene con forza, come mostra il titolo scelto per il rapporto, che è necessario passa-re da un approccio lineare a uno olistico nello sviluppo e nella gestione dell’agricoltura, a un approccio cioè che rispecchi la multifunzionali-tà dell’agricoltura e riconosca all’agricoltore non solo il ruolo di produttore di cibo, ma anche di gestore di un sistema agro - ecologico che inclu-de una serie di beni e servizi comuni quali l’ac-qua, il suolo, il panorama, l’energia, la biodiversità, gli spazi ricreativi. A livello locale bisogna favorire pertanto un mosaico di sistemi produttivi multi-funzionali sostenibili e rigenerativi che integrino tutte le possibili produzioni utili alla comunità. Un esempio è fornito nel modello di sistema in-
tegrato rappresentato in figura 2, tratto dal Com-mento XIII del Rapporto TER13 suddetto. Mae-Wan Ho dell’Institute of Science in Society di Londra ed altri, in un ar-ticolo del 2008, vi hanno rappresentato con caselle a sfondo grigio il sistema di produzione energetica rinnovabile (che inclu-de la micro produzione idroelettrica tra le fonti energetiche rinnovabi-li previste) e in verde la produzione alimentare, mentre il testo in grigio si riferisce al ciclo di con-servazione dell’acqua. Per quanto riguarda la si-tuazione italiana, iniziamo citando uno studio recen-Fig. 2 - Un sistema integrato per la produzione di cibo e di energia
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dossier
temente predisposto nell’ambito di un progetto finanziato dall’Ue, che fa riferimento al territorio della Provincia di Cremona. Nonostante la mor-fologia pianeggiante della Provincia, lo studio ha confermato la possibilità dello sviluppo di mini e micro impianti idroelettrici così come la loro fattibilità economica utilizzando ruote idrauliche o coclee invece delle tradizionali ruote Kaplan. Infatti nella complessa rete idrografica che ca-ratterizza il territorio, il potenziale idroelettrico è distribuito quasi uniformemente e il suo svilup-po sarebbe possibile sia recuperando la rete dei vecchi mulini sia con interventi sulla rete irrigua.Ciò nonostante si è evidenziato che quasi tutto questo potenziale idroelettrico è caratterizzato da bassi valori di capacità installata nei siti e che la migliore prestazione di ciascun impianto si potrà avere solo in caso di autoconsumo dell’e-nergia prodotta, il che rende meno interessante l’investimento per uno stakeholder che non sia anche utilizzatore diretto. Inoltre vi è la difficol-tà dei possibili conflitti tra le diverse concessio-ni d’uso dell’acqua che sono vecchie e derivate dall’estendersi progressivo della rete irrigua nel corso degli ultimi secoli. In questo contesto ogni possibilità di sviluppo idroelettrico richiede l’in-tegrazione delle esigenze proprie dell’agricoltura negli obiettivi del progetto idroelettrico. Ancora meglio, bisognerebbe che i Consorzi agricoli già esistenti nella regione includessero la produzio-ne idroelettrica nel loro core-business, princi-palmente per autoconsumo. E’ cioè necessario
che gli agricoltori, oggi unici attori nei Consorzi agricoli locali, guardino al territorio su cui opera-no con un approccio più olistico e decidano di ampliare all’energia il loro campo d’intervento o accettino di includere nella loro organizzazione attori che si occupano di energia, coi quali dialo-gare e cooperare per rendere più autosostenibi-le lo sviluppo locale incrementandone la capacità di produrre ricchezza attraverso l’integrazione con la produzione elettrica. In quest’ottica diventa prioritaria l’applicazio-ne del concetto chiave dell’approccio terri-torialista allo sviluppo sostenibile, lo sviluppo locale autosostenibile, inteso anche come lo sviluppo delle culture, dei soggetti economici e delle tecniche in grado di attivare sinergica-mente affidabilità nelle relazioni esistenti tra gli attori locali, privati e pubblici, cura dei bisogni fondamentali e promozione di ecosviluppo. Questo sviluppo localmente autosostenibile si attua attraverso:· la crescita delle società locali (autogoverno);· il rispetto delle differenze e delle specificità
culturali;· l’individuazione di modalità di progettare e co-
struire fondate su nuovi principi (autoproget-tazione, autocostruzione);
· la produzione di ricchezza riferita ai valori ter-ritoriali;
· il raggiungimento di equilibri ecosistemici a scala locale.
Un altro caso, in cui l’integrazione con la produ-
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dossier a cura di Giuseppe Angelico - Priscila Escobar Rojo
zione elettrica è invece già in atto, rimanendo ancora nell’ambito della Lombardia, è quello del Consorzio di Bonifica Muzza Bassa Lodigiana, nel cui comprensorio l’utilizzo delle acque del ca-nale Muzza per impiego extra agricolo è stato attuato inizialmente per uso di refrigerazione in impianto termoelettrico, con esperienze pilota applicate a partire dagli anni ‘70 che si sono pro-gressivamente perfezionate ed ampliate nell’at-tuale uso industriale per il ciclo di refrigerazione di sei grandi gruppi termoelettrici: 2 della cen-trale A2A di Cassano d’Adda (MI) e quattro di quella E.ON di Tavazzano - Montanaso (LO), con potenza complessiva installata in queste centrali pari a circa 2000 MW. La mitigazione delle rigide temperature invernali delle acque dell’Adda, a seguito del passaggio delle portate nei conden-satori termoelettrici delle due centrali, rende le acque del canale Muzza ideali per l’allevamento
ittico. Sono perciò stati realizzati due impianti che prelevano portate finalizzate al mantenimento idrico di vasche per l’allevamento di anguille e storioni. L’acqua fluente, prelevata con specifico canale direttamente dal corpo idrico principale, alimenta a gravità, utilizzando un dislivello natu-rale, l’invaso idrico dell’allevamento e poi viene integralmente restituita più a valle.Da tempo il Consorzio MBL ha elaborato inoltre un piano strategico di uso delle acque anche per la produzione idroelettrica. Ad oggi è stata realizzata solo una prima parte del programma che alla fine permetterà lo sfruttamento diretto delle acque del Muzza in corrispondenza di sei salti: Cassano scaricatore 3, Levata di Paullo, Le-vata Bolenzana, Levata di Quartiano (localizzati sullo stesso Muzza) e Cascate di Montanaso 1 e 2 (ubicati sul canale Belgiardino che ha funzione di scaricatore regolatore). n
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a proposito di expo 2015...
Creare, promuovere e gestire un program-ma coordinato di eventi oltre a un logo
che contraddistingua gli appuntamenti culturali, commerciali e turistici realizzati in città in occa-sione di EXPO 2015. Questo l’obiettivo delle li-nee guida di “EXPO in città”,progetto promossa da una convenzione tra Comune e Camera di Commercio di Milano. “Questa convenzione permetterà a tutti gli ope-ratori interessati a realizzare eventi e appunta-
EXPO Milano 2015: Comune e Camera di Commercio
insieme per promuovere la manifestazione in città
menti durante il periodo di EXPO 2015 di avere un unico interlocutore, facilitando di fatto l’in-contro tra domanda e offerta contribuendo a velocizzare la concessione di spazi e aree pub-bliche”. Così spiega l’assessore al Commercio, Attività produttive e Turismo Franco D’Alfonso che prosegue: “Grazie alla collaborazione con la Triennale di Milano vogliamo dar vita a un logo di “EXPO in città” che permetta a cittadini e turisti una facile identificazione di tutti gli eventi che
andranno a comporre l’offerta culturale, artistica e commerciale della città durante l’intero periodo della manifestazione”. “L’obiettivo di “EXPO in città” è quello di raccor-dare, valorizzare e facili-tare tutte le iniziative che si terranno al di fuori di quelle previste nel sito espositivo dell’Esposizio-ne universale - ha dichia-rato Pier Andrea Cheval-lard, segretario generale della Camera di commer-cio di Milano. - Occorre infatti investire sul mo-dello “fuori salone”per coinvolgere tutta la città nell’evento del 2015 e offrire le maggiori oppor-
abstract
EXPO in Città è un progetto voluto fortemente dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio di Milano con il convinto sostegno di EXPO Milano 2015.
The aim of the “EXPO in città” (EXPO in the city) project is to offer EXPO visitors many events open to their participation.
Comunicato stampa Fonte: www.expoincitta.com
Fig. 1 – Iniziativa Sapori e saperi in biblioteca. Album fotografico del Comune di Milano per EXPO in città
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a proposito di expo 2015...
tunità possibili al sistema delle imprese. Ricordo che secondo una recente ricerca della Camera di commercio, EXPO – dal 2012 al 2020 - porterà un indotto di circa 23 miliardi, di cui 4 nel tu-rismo”.Al centro del provvedimento l’i-deazione e la realizzazione di un logo ad hoc e di una immagine coordinata “EXPO in città” che permetta a turisti, cittadini e city user di identificare, in maniera im-mediata e intuitiva, tutti gli appun-tamenti e gli eventi che prende-ranno vita nelle piazze, nei parchi e in tutti i luoghi pubblici e privati in sintonia con le tematiche di EXPO 2015. Prevista anche la creazione e la condivisione di un calendario uni-co e georeferenziato degli eventi consultabile sia attraverso i siti web già esistenti, come il “Portale del Turismo del Comune di Milano”, ma anche attraverso smart phone, tablet e altre piattafor-
Fig. 2 – Iniziativa Tavolo, arte e cultura. (Annibale Carracci ”Il mangiatore di fagioli”). Album fotografico del Comune di Milano per EXPO in città
me, grazie allo sviluppo di una apposita App, in grado di intercettare il maggior numero di po-tenziali fruitori dell’offerta culturale, turistica e commerciale durante il periodo compreso tra il 1 maggio e il 31 ottobre 2015. La collaborazione tra Comune e Camera di Commercio vede anche la realizzazione di un catalogo on line degli “spazi temporanei dispo-nibili” per la realizzazione di esposizioni, attività e appuntamenti facilitando così l’incontro tra domanda e offerta. Previsto anche un servizio di informazioni sulle modalità di acquisizione di autorizzazioni e permessi per l’uso degli spazi e per la realizzazione delle iniziative e degli eventi da parte dei molteplici attori che vorranno ani-mare il territorio prima e durante EXPO 2015. Con l’obiettivo di facilitare il rapporto tra Am-ministrazione, Camera di Commercio e privati. Il costo complessivo massimo per la realizzazio-ne di tutte le attività previste dalla convenzione è di 400mila euro: 200mila euro a carico dell’Am-ministrazione e 200mila a carico di Camera di Commercio di Milano. La convenzione avrà durata dalla sottoscrizione sino al 31 dicembre 2015. n
Fig. 3 – Iniziativa Latte e linguaggio. Album fotogra-fico del Comune di Milano per EXPO in città
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a proposito di expo 2015...
Essere Volontario in EXPO Milano 2015abstract
EXPO Milano 2015 ha, tra gli altri scopi, quello di attivare diverse opportunità di Partecipazione all’Evento. Per questo il volontariato, nelle sue varie forme, è forse lo strumento più adatto per coinvolgere quanti più cittadini possibile. Ogni singolo cittadino e le Associazioni di Volontariato sono i protagonisti del Programma Volontari ed è per questo che EXPO Milano 2015 intende fin da subito coinvolgere tutte le organizzazioni e dare l’occasione di candidarsi a tutti. La rete dei Centri Servizio per il Volontariato è al nostro fianco in questa avventura.
EXPO Milano 2015 intends to give to all the organizations and private citizens the opportunity to participate and being involved in its voluntary program.
Comunicato stampa Fonte: http://www.expo2015.org/it/progetti/programma-volontari
Il Programma Volontari per EXPO 2015 ha, come scopo principale, quello di permettere a
tutti i cittadini italiani e non, che vorranno es-sere parte di questo grande Evento, di attivar-si nell’accoglienza e supporto per i visitatori e i partecipanti provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo, dando un chiaro ed evi-dente messaggio e immagine di in-tegrazione, univer-salità e solidarietà, trasferendo i valori e i contenuti del Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, attra-verso un’opera di informazione e sensibilizzazione.Ogni Cittadino di-venta così una parte attiva dell’Evento. Parteci-pare ad uno dei più grandi eventi in Italia dell’ul-timo secolo è una esperienza unica e irripetibile e potrà essere resa ancora più unica con il con-tributo di migliaia di giovani e meno giovani che decideranno di partecipare.Decidendo di essere parte del team di Volon-tari per EXPO Milano 2015 anche tu non solo contribuirai al successo della manifestazione ma acquisirai competenze e conoscenze uniche, di-ventando portatore del messaggio di accoglien-za e integrazione dell’Esposizione.Essere Volontario ti permetterà anche di co-struire qualcosa per te. Potrai:· ampliare le tue conoscenze ed esperienze, ren-
dendoti partecipe di un contesto, internazionale, multiculturale e multilingue che sarà un percorso formativo e di crescita;
· costruire un network di relazioni vere basato su entusiasmo, energia, talento, intraprendenza, vo-glia di fare ed esperienze vissute, che potrà es-
serti utile anche nel tuo futuro;· sviluppare nuo-vi ambiti di inte-resse vivendo una esperienza unica e differente dalla vita di tutti i giorni, sco-prendo le tue atti-tudini e i tuoi talenti non esplorati fino a quel momento Per dare risposta a differenti esigen-ze e offrire a tutti
l’opportunità di partecipare, EXPO Milano 2015 ha pensato al Programma Volontari come a un insieme di differenti forme di partecipazione. Ciascuna di questi ha specifici tempi, modalità di attivazione e posti disponibili: vedi http://volunte-er.expo2015.org/it/programmi
I VOLONTARI NEI GRANDI EVENTI INTER-NAZIONALIA Londra 2012 erano in 70.000, a Torino nel 2006 18.000, all’Esposizione di Shanghai nel 2010 si sono attivati in 70.000.I Volontari sono un network incredibile, alcuni di loro hanno dato vita ad associazioni dopo i gran-di eventi – dalla Spagna al Giappone – e ancora
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a proposito di expo 2015...
oggi partecipano girando il mondo e stringendo nuove amicizie.Diventare un Volontario significa entrare a far parte di qualcosa di più grande.
EREDITÀ DEL PROGRAMMA VOLONTARINel pensare al Programma Volontari, EXPO 2015 ha cercato di capire cosa poteva offrire ai cittadini e cosa potevano formare un così gran-de numero di persone.La risposta è arrivata quasi subito: un grande So-cial Network. La sola differenza è che coinvol-gere direttamente le persone rende il network reale, vero. Diventando Volontario stringerai pri-ma amicizia nella realtà, ti scambierai esperienze reali, potrai vedere i sorrisi dal vivo e parlare con persone da tutto il mondo.Amicizia, esperienza e conoscenza, questi sono i valori sui quali poggia il nostro vero social network.E quando tutto finirà? Se i tuoi nuovi amici tor-neranno a casa in altri Paesi, potrai continuare a restare in contatto con loro via internet e magari andarli anche a trovare o perché no fare il Volontario nel loro paese al prossimo Grande Evento!
IL CAPITALE SOCIALEIl Programma Volontari, in tutte le sue forme di
partecipazione, determina uno sviluppo del Ca-pitale Sociale locale e nazionale.Il numero di ore di volontariato, di formazione e il totale delle persone coinvolte permette di accrescere la consapevolezza e i valori dell’aiuto, dell’accoglienza e della solidarietà, rendendo tutti noi portatori di un messaggio universale.E’ un’opportunità unica di partecipazione ad un Evento di portata internazionale nonché la pos-sibilità di vivere attivamente il proprio status di cittadino del mondo. Il Programma lascerà molte altre eredità materiali e immateriali:· costruzione e mantenimento di una Comunità di
Volontari attiva sul territorio che può fornire sup-porto anche per altre iniziative post EXPO 2015;
· costituzione di una collettività virtuale che permetterà di mantenere viva e rendere coesa tale Comunità ol-tre a costituire una base di interazione «a rete» per i prossimi Grandi Eventi ospitati nel nostro Paese e non;
· la creazione nell’ambito del programma Servizio Civile Nazionale e di DoteComune EXPO dei “corridoi” di competenza attraverso cui diffondere l’esperienza EXPO 2015 prima e dopo l’Evento.
DIVENTA VOLONTARIOSelezionare il bando di interesse all’indirizzo: https://expo2015.mua.hrdepartment.com/hr/ats/JobSearch/viewAll?change_user_language=2 n
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giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. III PENALE, SENT. N. 19093 DEL 3 MAGGIO 2013
La possibile confusione sulla provenienza del cibo integra il reato di frode in commercioLa normativa comunitaria, rece-pita dalla legislazione statale, è tesa ad assicurare l’informazione del consumatore prevenendo equivoci sull’origine del prodotto sia con riferi-mento al contenuto dell’etichettatura sia, più in generale, con riferimento alle modalità di pre-sentazione complessive di esso.
IL FATTOIl nucleo operativo provinciale del corpo forestale dello Stato e l’ispettorato del servizio fitosanita-rio regionale, nell’ambito di una verifica, avevano sequestrato nel reparto ortofrutta del supermer-cato (OMISSIS), 65 confezioni sotto vuoto di pi-stacchi sgusciati la cui etichetta recava indicazioni in caratteri grandi “ (OMISSIS) - sfiziosità siciliane - pistacchi sgusciati” e in basso, in caratteri assai più minuti, scarsamente leggibili a occhio nudo, la indicazione “ingredienti: pistacchi sgusc. Mediter-raneo”, ritenendo trattarsi di più di pistacchi di origine extracomunitaria, verosimilmente turca.Il reato ipotizzato è quello di frode in commer-cio di cui all’articolo 515 c.p..Il tribunale del riesame ha confermato il decreto di convalida ritenendo la sussistenza del fumus del reato in relazione alla consegna di una cosa diversa per origine, provenienza, qualità o quan-tità da quella oggetto del contratto.
LA DIFESAAssume al riguardo che l’espressione “sfiziosi-tà siciliane” è riconducibile alla origine siciliana dell’azienda la quale in territorio siciliano confe-
Le Leggi son, ma chi pon mano ad esse?
(Dante Alighieri, Purgatorio, XVI)
a cura di Giorgio Carozzi
Coord. Settore Normativa, Indirizzi Legislativi, Tutela Sindacale e
Assistenza Assicurativa di AIAS
ziona e commercializza prodotti principalmente frutta secca aven-ti origine isolana.Peraltro si fa notare anche che il pistacchio siciliano di maggior pre-gio è quello prodotto in località (OMISSIS) il quale tuttavia, essendo a denominazione di origine pro-tetta, deve essere sempre accom-pagnato dalle indicazioni prescritte per poter indirizzare il consumato-
re verso il prodotto e che, in mancanza di esse, nessuna confondibilità è comunque possibile.
LA SENTENZAPer quanto concerne la necessità di indicare il luogo di origine del prodotto alimentare il De-creto Legislativo n. 109 del 1992, articolo 3, let-tera m), in realtà senza eccezione alcuna, rende obbligatoria l’indicazione del luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa indurre (come nella specie) in errore l’acquiren-te circa l’origine o la provenienza del prodotto.Peraltro al Decreto Legislativo n. 109 del 1992 ha fatto seguito la Legge n. 4 del 2011 recan-te “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”.Questa legge prevede infatti che “1. Al fine di assicurare ai consumatori una comple-ta e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonché al fine di rafforzare la prevenzione e la repressio-ne delle frodi alimentari, è obbligatorio, nei limiti e secondo le procedure di cui al presente articolo, ri-portare nell’etichettatura di tali prodotti, oltre alle indicazioni di cui al Decreto Legislativo 27 gennaio 1992 n. 109, articolo 3, e successive modificazioni, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformità alla normativa dell’Unione Europea, dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia
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giurisprudenza
presenza di organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale. 2. Per i prodotti alimentari non trasformati, l’indica-zione del luogo di origine o di provenienza riguarda il Paese di produzione dei prodotti.3. Per i prodotti alimentari trasformati, l’indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasfor-mazione sostanziale e il luogo di coltivazione e al-levamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nella preparazione o nella produzione dei prodotti”.Il tribunale non si limita al contenuto della eti-chettatura del prodotto in questione ma cor-rettamente valuta per la sussistenza del reato l’insieme degli elementi che concorrono alla presentazione del prodotto.Ed invero, non solo si sofferma sulla confusio-ne che l’etichettatura è in grado di generare per il suo contenuto, logicamente osservando che la dicitura “pistacchi sgusc. Mediterraneo” non consente di risalire al Paese reale di produzio-ne dei pistacchi - verosimilmente la Turchia - ed anzi può avvalorare la “sicilianità” del prodotto, ma rileva e stigmatizza anche la scarsa leggibilità
dell’etichettatura stessa per i caratteri (estrema-mente minuti) utilizzati a fronte della particolare visibilità del logo “sfiziosità siciliane”, osservan-do con motivazione logica e pertinente che il consumatore inevitabilmente è fuorviato da tali elementi nell’individuazione del luogo di origine del prodotto.Il Decreto Legislativo n. 109 del 1992, con cui è stata data attuazione alle direttive 89/395/CEE e
89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la pre-sentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari, all’articolo 2, comma 1 stabiliva in via generale che “L’etichettatura, la presentazione e la pubblici-tà dei prodotti alimentari non devono indurre in er-rore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto e precisamente sulla natura, sulla identità, sulla quali-tà, sulla composizione, sulla quantità, sulla durabili-tà, sul luogo di origine o di provenienza, sul modo di ottenimento o di fabbricazione del prodotto stesso”. Si deve dunque ritenere che l’obbligo di indica-zione del luogo di origine sorge, ogniqualvolta sia possibile una confusione sul punto.Ma oltre a tale aspetto espressamente prevede all’articolo 7 “pratiche leali di informazione” che “I paragrafi 1, 2 e 3 si applicano anche: a) alla pubblici-tà; b) alla presentazione degli alimenti, intendendosi per tale la particolare forma, aspetto o imballaggio, materiale d’imballaggio utilizzato, al modo in cui sono disposti o contesto nel quale sono esposti”.È chiara, quindi, l’indicazione che proviene dalla sede comunitaria di assicurare l’informazione del consumatore prevenendo equivoci sull’origine del prodotto sia con riferimento al contenuto dell’etichettatura sia, più in generale, con riferi-mento alle modalità di presentazione comples-sive di esso.P.Q.M.Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pa-gamento delle spese processuali.
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. III PENALE, SENT. N. 6621 DEL 12 FEBBRAIO 2014
Deteneva formaggi alterati o nocivi: la condanna è senza il beneficio della condizionaleLa detenzione a fini commerciali di sostanze ali-mentari comporta l’obbligo di verifica e manteni-mento delle condizioni igieniche degli alimenti, che devono essere consumabili senza rischi. In assenza di tali cautele, la condanna comporta l’applicazio-ne della pena senza i benefici della condizionale.
IL FATTOIl Tribunale di Mondovì ha condannato (OMISSIS) alla pena, condizionalmente sospesa, di 5.000,00 euro di ammenda, oltre al pagamento delle spese processuali, per il reato di cui alla Legge 283/62, per avere, nella qualità di legale rappresentante del caseificio “(OMISSIS)”, detenuto per la vendita sostanze alimentari insudiciate, invase da parassiti,
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giurisprudenza
in stato di alterazione o comunque nocive (partita di formaggio OMISSIS nel quale era rilevata la pre-senza di enterotossina stafilococcica).Era risultato che, nel corso di un controllo ordi-nario eseguito in via amministrativa dal persona-le della A.S.L. presso il caseificio della “(OMISSIS)” venne trovata una partita di formaggio (OMISSIS) (una forma di formaggio, dalla quale vennero prelevate cinque unità campionarie) risultata a seguito delle analisi effettuate dall’Istituto Zoo-profilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, contaminata da enterotossine stafilococciche.Per l’annullamento dell’impugnata sentenza ha proposto ricorso per Cassazione il difensore dell’imputato, affidando le doglianze a sette spe-cifici motivi di gravame.Con il primo motivo si sostiene che l’imputato svolgesse, all’epoca del controllo effettuato dai vigili sanitari dell’ASL, esclusivamente le funzio-ni di presidente della cooperativa, occupandosi delle sole attività di rappresentanza e delle attivi-tà amministrative senza alcuna ingerenza.Con il secondo motivo assume come errone-amente il Giudice di prime cure abbia ricono-sciuto la penale responsabilità dell’imputato, ritenendo che il prodotto fosse già pronto per la commercializzazione, laddove la normativa Europea in ambito di controlli microbiologici prescrive che la ricerca delle enterotossine sta-filococciche sul formaggio debba essere fatta sui prodotti immessi sul mercato nel loro periodo di conservabilità. In ogni caso, si osserva che, non essendo all’epoca del campionamento termina-ta la stagionatura, ben poteva il prodotto essere ancora sottoposto a verifiche da parte della co-operativa in sede di autocontrollo.Con il terzo motivo si denuncia il vizio di man-canza di motivazione, avendo il primo giudice in-spiegabilmente ritenuto irrilevante il fatto che le cinque aliquote campionarie fossero state pre-levate da un’unica forma di formaggio e non da più forme diverse, come invece implicitamente richiederebbe il regolamento U.E.Con il quarto motivo rileva il ricorrente come le evidenze dibattimentali abbiano invece fatto emer-gere la circostanza che il laboratorio avesse utilizza-to per la sua analisi la “revisione 3”, laddove già era operativa la “revisione 5”, ossia una metodologia analitica migliorativa delle tecniche volte a rendere più precisi e completi i risultati delle analisi.Con il quinto motivo sostiene il ricorrente come il primo giudice avendo condannato l’imputato per il titolo di reato relativo alla detenzione di
sostanze alimentari nocive, abbia ritenuto inte-grata la fattispecie incriminatrice sul rilievo che la presenza non consentita di enterotossine sta-filococciche negli alimenti fosse da reputarsi po-tenzialmente nociva, con ciò incorrendo nel vizio denunciato di erronea interpretazione della nor-ma penale, in quanto la nocività di un alimento non può essere valutata, ad avviso del ricorrente, solo astrattamente o potenzialmente, essendo invece necessario, per l’integrazione della fatti-specie, che l’alimento abbia una reale e concreta idoneità a porre in pericolo la salute pubblica.Con il sesto motivo deduce il ricorrente come la sentenza impugnata, senza individuare gli ele-menti fattuali integranti il comportamento col-poso asseritamente tenuto dall’imputato, abbia fatto discendere il giudizio di colpevolezza sulla base della mera verificazione dell’evento, lad-dove il giudizio di rimproverabilità avrebbe ri-chiesto un aggancio a comportamenti colposi specificamente individuati. Nel caso di specie, la cooperativa era dotata di un idoneo sistema di autocontrollo e dunque era fornita di misure precauzionali volte a prevenire e ad evitare il ri-schio di contaminazione.Con il settimo ed ultimo motivo rileva il ricorren-te come, con la sentenza impugnata, sia stato con-cesso il beneficio della sospensione condizionale della pena che, nel caso di specie, non avrebbe potuto trovare riconoscimento stante l’espresso divieto posto dalla Legge n. 283 del 1986, articolo 6, comma 5 (ora comma 4), ove viene stabilito che in caso di condanna per frode tossica o co-munque dannosa alla salute non si applicano le disposizioni degli articoli 163 e 175 c.p., rientran-do nella nozione di “frode tossica” qualsiasi fatto contravvenzionale previsto nella Legge n. 283 del 1962, articoli 5 e 6, insidioso per se stesso o pro-duttivo di effetti insidiosi, da cui derivi un’attitudi-ne della sostanza a produrre effetti intossicanti o comunque un pericolo di danno per la salute del consumatore da accertarsi in concreto.Oltre che per i suddetti motivi, il ricorrente comunque chiede la revoca della sospensione condizionale della pena, in considerazione della lesione degli interessi e dei diritti che dalla con-cessione a lui deriverebbero, tanto sul rilievo che, essendo intervenuta condanna alla sola pena pe-cuniaria della ammenda, la concessione del be-neficio costituisce per l’imputato motivo ostativo o comunque di significativo ritardo nell’ottenere l’eliminazione della condanna dal casellario giu-diziale.
52 | N.2/2014 | Informatore AIAS
giurisprudenza
LE VALUTAZIONI DELLA CORTE DI CASSAZIONEIl ricorso è fondato sulla base del settimo mo-tivo di impugnazione e va rigettato nel resto.Quanto al primo motivo, la giurisprudenza di questa Corte ha recentemente chiarito che la delega di funzioni nell’esercizio di un’attività di impresa esonera il titolare dalla responsabilità penale connessa alla posizione di garanzia se è conferita per iscritto al delegato, essendo inido-nea l’attribuzione in forma orale.Quanto al secondo motivo il regolamento 2073/2005 U.E., come peraltro modificato dal regolamento 1441/2007 U.E., espressamente richiede che la sicurezza dei prodotti alimentari sia “garantita principalmente da misure di pre-venzione, quali la messa in atto di pratiche cor-rette in materia di igiene e di procedure basate sui principi dell’analisi dei rischi e dei punti critici di controllo...” e che a norma del regolamento (CE) n. 882/2004, relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle nor-me sulla salute e sul benessere degli animali, “gli Stati membri provvedono a che siano eseguiti periodicamente controlli ufficiali, in base ad una valutazione dei rischi e con frequenza appropria-ta; tali controlli devono essere eseguiti in fasi op-portune della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti, per garantire che gli operatori del settore rispettino i criteri stabiliti dal presente regolamento”.Ne consegue come siano imposte agli Stati membri misure di prevenzione adottabili anche nella fase di produzione e di trasformazione del prodotto, oltre naturalmente che nella fase del-la distribuzione, per una maggiore ed anticipata tutela della salute del consumatore.Con il terzo ed il quarto motivo il ricorrente sottopone alla cognizione della Corte di Cas-sazione censure non consentite, sollevando questioni relative alla valutazione del materiale probatorio, il cui apprezzamento rientra nella esclusiva competenza del giudice di merito.Il quinto motivo è parimenti infondato. In pre-senza della riscontrata contaminazione dell’ali-mento, invece, il Tribunale si è correttamente attenuto al principio di diritto secondo il quale la detenzione a scopo di vendita di sostanze alimentari “comunque nocive”, costituisce un reato di pericolo concreto, con la conseguen-za che, affinché una sostanza alimentare possa qualificarsi nociva, è sufficiente la riscontrata
presenza di agenti patogeni, come nella specie le enterotossine stafilococciche, che abbiano l’attitudine a cagionare danni o porre a rischio la salute umana.Anche il sesto motivo è infondato. Il Tribunale, nella valutazione dell’elemento soggettivo, ha spiegato come al produttore incomba l’onere di eseguire tutti i controlli che possano con-durre a verificare ed eliminare eventuali peri-coli per la salute del consumatore senza che, in mancanza, possa invocare a sua discolpa il semplice affidamento sui controlli effettuati a monte o eseguiti dall’autorità.È invece fondato il settimo ed ultimo motivo di gravame con il quale il ricorrente lamen-ta che siano stati concessi i benefici della so-spensione condizionale della pena e della non menzione stante l’espresso divieto posto dalla Legge n. 283 del 1962, ar ticolo 6, ove viene stabilito che in caso di condanna per frode tossica o comunque dannosa alla salute non si applicano le disposizioni degli ar ticoli 163 e 175 c.p..
Questa Corte, come lo stesso ricorrente sot-tolinea, ha precisato che, in tema di tutela pena-le degli alimenti, per “frode tossica o comunque dannosa alla salute” deve intendersi qualsiasi fatto contravvenzionale previsto nella Legge n. 283 del 1962, articoli 5 e 6, insidioso per se stesso o produttivo di effetti insidiosi, da cui derivi un’attitudine della sostanza a produrre effetti intossicanti o comunque un pericolo di danno per la salute del consumatore da accer-tarsi in concreto.P.Q.M.Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limi-tatamente ai concessi benefici della sospensio-ne condizionale della pena e della non menzio-ne della condanna, benefici che elimina.Rigetta il ricorso nel resto.
53Informatore AIAS | N.2/2014 |
giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. V PENALE, SENT. N. 13060 DEL 20 MARZO 2014
La frode alimentare e l’uso del marchio CEIl titolare di una società esercente l’attività di stoc-caggio, confezionamento e stagionatura di for-maggi, è stato condannato per la messa in vendita di prodotti caseari, utilizzando la bollatura sanitaria identificativa di uno stabilimento concorrente e detenendo il relativo marchio contraffatto.Occorre premettere che la bollatura sanitaria, in esecuzione di Regolamenti CE, concerne gli stabilimenti che manipolano prodotti di origine animale, compresi quelli di latte e a base di lat-te, da immettere poi sul mercato, ed attesta la provenienza da impianti riconosciuti idonei per la commercializzazione, nell’ambito comunitario: essa, sotto tale profilo, rappresenta una valida-zione dei requisiti sanitari dell’alimento prodotto.È costituita dall’impronta di un timbro ovale, nel quale sono contenute, tra l’altro, la indicazione del Paese e del numero di riconoscimento del singolo stabilimento nel quale avviene la manipo-lazione dell’alimento di origine animale, nonché la sigla CE; il numero di riconoscimento viene rilasciato dalla competente autorità sanitaria (Regione) e sta ad attestare la conformità dello stabilimento, ai requisiti generali e a quelli speci-fici contenuti negli appositi i Regolamenti (CE). OMISSIS … la ragione di tutela del marchio consi-ste nella capacità di questo di distinguere un pro-dotto dall’altro che, come tale, giustifica il mono-polio di un segno e l’esclusività dell’uso; mentre la funzione del marchio “CE” è quella di tutelare interessi pubblici come la salute e la sicurezza degli utilizzatoci dei prodotti, appartenenti ad una determinata tipologia, assicurando che essi siano conformi a tutte le disposizioni comunita-rie che prevedono il loro utilizzo. La marcatura CE non funge da marchio di qualità o d’origine, ma costituisce un puro marchio amministrativo, che segnala che il prodotto marcato può circola-re liberamente nel mercato unico dell’UE. Se ne inferisce che la sentenza impugnata deve essere annullata, quanto a tale contestazione, senza rin-vio, perché il fatto non sussiste.Peraltro … l’apposizione di una falsa marcatu-ra CE su beni posti in commercio che ne siano privi, se non da luogo, per le ragioni dette, al re-ato di cui all’art. 473 c.p., integra però il reato di frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.), considerato che la fattispecie incriminatrice
di cui all’art. 515 c.p., fa riferimento al marchio come elemento che serve, appunto, ad attestare la conformità del prodotto a normative specifi-che, ed è posta a tutela degli acquirenti dei beni, siano essi consumatori finali oppure commer-cianti intermediari nella catena distributiva.In motivazione, la sentenza appena menzionata pone in evidenza che la marcatura “CE” è stata istituita dalla normativa comunitaria in quanto, con l’apposizione della stessa, il produttore o il suo legale rappresentante dichiara che è stata certificata la conformità del suo prodotto con i requisiti essenziali richiesti dal mercato europeo.OMISSIS … D’altra parte, proprio tale realtà processuale, docu-mentata nel prov-vedimento impu-gnato, fa cadere anche il presuppo-sto per la richiesta di derubricazio-ne, della condot-ta contestata ex art. 517 c.p., nella violazione ammi-nistrativa L. n. 283 del 1962, ex art. 13.Tale norma, concernente la pubblicità inganne-vole, sancisce, invero, il divieto di offrire in ven-dita o propagandare a mezzo della stampa ed in qualsiasi altro modo, sostanze alimentari, adot-tando denominazioni o nomi impropri, frasi pub-blicitarie, marchi o attestati di qualità o genuinità da chiunque rilasciati, nonché “disegni illustrativi tali da sorprendere la buona fede o da indurre in errore gli acquirenti circa la natura, sostanza, qualità o le proprietà nutritive delle sostanze alimentari stesse o vantando particolari azioni medicamentose”.OMISSIS … In conclusione, oltre all’annullamen-to senza rinvio della sentenza impugnata, con riferimento alle imputazioni per i reati di cui agli artt. 473 e 517 c.p., si impone l’annullamento con rinvio per la rideterminazione della pena in ordine alla fattispecie residua. La delimitazione, della condotta penalmente rilevante, ai soli fat-ti di vendita della merce con segni distintivi CE contraffatti, comporta la investitura del giudice del rinvio in ordine all’intero tema della quanti-ficazione del trattamento sanzionatorio per tale reato, trattamento, dunque, includente i profili eventualmente rilevanti ai sensi delle attenuanti evocate nel secondo motivo di ricorso. n
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55Informatore AIAS | N.2/2014 |
redazionale
In vista dell’esposizione universale EXPO 2015, la 4° edizione di ExpoTraining, la Fiera della For-
mazione, cresce e diviene anche ExpoLavoro & Sicurezza, unico collettore a 360° ove è possibi-le “toccare con mano” le novità in tema di for-mazione, sicurezza e lavoro.ExpoTraining e ExpoLavoro & Sicurezza sono la vetrina della vera economia reale del mondo delle risorse umane, retta dall’iniziativa privata di ogni singolo espositore che crede in una moder-na concezione della formazione finalizzata allo svi-luppo delle competenze del singolo e di riflesso del Sistema Paese.L’evento, anche per questa edizione, ha avuto patrocini di primaria importanza che rappre-sentano il mondo del lavoro e dell’impresa; in particolare hanno manifestato un forte sostegno all’iniziativa le principali confederazioni sindacali – CGIL, CISL,UIL, associazioni come Federma-nager, ManagerItalia, ASFOR, AIAS e AIAS ACA-DEMY e le principali istituzioni lombarde tra cui Regione Lombardia, Provincia di Milano e Co-mune di Milano.
La manifestazione si svolgerà dall’1 al 3 Ottobre,
presso Fiera Milano CityPadiglione 4 Gate 5
ad ingresso libero e gratuito (previa registrazione on-line o alla Fiera)
Il visitatore, nei tre giorni di manifestazione avrà così modo di apprezzare una vetrina nazionale che riporterà le più innovative soluzioni legate alla ge-stione delle risorse umane, trovando in unico luogo i maggiori specialisti, nazionali ed internazionali.Le attività della manifestazione sono composte
Expotraining ed ExpoLavoro & Sicurezza edizione 2014
Formazione, Lavoro e Sicurezza protagoniste assolute
dall’area espositiva, dai convegni e workshop, dal matching e dal Gran Prix della Formazione, oltre che dal Forum Internazionale del Lavoro e dal Festival del Linguaggio.
WORKSHOP E CONVEGNINessun’altra manifestazione fieristica organizza una rassegna di appuntamenti con un così alto numero di Convegni e Workshop: nel 2013 si sono registrati oltre 160 Workshop in due gior-ni. Nell’edizione del 2014 sono previsti nelle tre giornate di manifestazione oltre 250 eventi.Il visitatore ha la possibilità di accedere agli in-contri gratuiti, di altissimo livello scientifico e tecnico, per aggiornarsi, stimolare nuove idee e confrontarsi con i protagonisti e opinion leader del mondo del lavoro, delle risorse umane e del-la formazione.Gli argomenti trattati sono suddivisi in aree te-matiche e vanno dalla recente riforma del lavoro, alla sicurezza, alle novità nel settore manageriale, delle vendite, dell’insegnamento delle lingue.
IL GRAN PRIX DELLA FORMAZIONEIl Premio Gran Prix della Formazione è un’ inizia-tiva che si svolge nell’ambito di ExpoTraining. Esso nasce con l’obiettivo di dare un riconoscimento e di valorizzare le imprese che hanno garantito un contributo innovativo a processi, sistemi, metodo-logie, tecnologie e prodotti, favorendo lo sviluppo culturale del sistema formativo italiano.Sponsor del concorso per l’edizione 2014 è Guida Monaci.Il bando è dedicato alle società di formazione,alle imprese, alla pubblica amministrazione ed agli enti che hanno realizzato progetti di qualificazio-ne per le risorse umane.Partecipando al Gran Prix della Formazione 2014 potrete:• dimostrare l’innovatività e originalità dei vostri
progetti formativi;
56 | N.2/2014 | Informatore AIAS
redazionale
• porre l’accento sulla qualità progettuale tecni-co-scientifica che vi contraddistingue.
Potrete dimostrare, sulla base dei risultati ottenuti:• il valore aggiunto prodotto dall’intervento for-
mativo in termini di competenze acquisite; • il rafforzamento delle competenze e della
competitività per le imprese coinvolte.
Inoltre i vincitori del Gran Prix della Formazione avranno il diritto all’uso del logo “Gran Prix Ex-poTraining 2014” per la durata di un anno
I vincitori del 20131° classificato: Società di Incoraggiamento d’Arte e Mestieri2° classificato: Capturator3° classificato: Irsa Servizi e Formazione
Per informazioni:www.expotraining.ittel. 02.80509656e-mail. segreteria@expotraining.itiscrizioni on line: http://www.expotraining.it/expotraining-2014/iscrizioni-fiera.php
61Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
INQUADRAMENTO STORICOIl SISTRI, sistema per il control-lo della tracciabilità dei rifiuti, è stato introdotto nel dicembre del 2009 (decreto ministeriale 17/12/2009) con il duplice scopo di contrastare il traffico illecito e lo smaltimento abusivo dei rifiuti e di semplificare gli adempimenti documentali previsti per le imprese.Fondamentalmente si tratta di un sistema di geolocalizzazione e di tracciamento dei veicoli autorizzati a trasportare rifiuti e di un portale accessibile mediante l’impiego di un dispositivo USB contenente i certificati di firma digitale delle persone abilitate ad agire per conto dei soggetti obbligati.L’operatività del sistema è stata differita molte volte a causa sia di lacune nella definizione del-le procedure normative sia di malfunzionamenti informatici. Attualmente l’obbligo di impiegare il SISTRI non sostituisce quello di predisporre la documentazione informatica o cartacea che
Piccole imprese liberate dal SISTRI
a cura di Paolo Pipere
Esperto di Diritto dell’Ambiente
tradizionalmente ha assicurato la tracciabilità della gestione del rifiuto dal luogo di produzione a quelli di recupero o smaltimento ma, fino al 31 dicembre del 2014, si affianca a questo, raddoppian-do gli oneri amministrativi per i soggetti obbligati.Originariamente l’impiego del
SISTRI era stato previsto, oltre che per tutti gli operatori del settore della gestione dei rifiu-ti speciali (e anche di rifiuti urbani in Campa-nia), per gli enti e le imprese produttori di rifiuti speciali pericolosi e di alcune tipologie di rifiuti speciali non pericolosi (da lavorazioni industriali e artigianali, da trattamento delle acque e da ab-battimento dei fumi). Dal 31 agosto 2013 è sta-ta però disposta una prima modifica dell’ambito di applicazione del sistema per il controllo della tracciabilità e, da quel momento, solo le imprese e gli enti che producono rifiuti speciali pericolosi, oltre a tutte le imprese che gestiscono rifiuti pe-ricolosi, sono tenute ad usare il SISTRI.La limitazione del numero di soggetti obbligati a
operare nel sistema, pur significati-va, non si è però rivelata sufficiente a risolvere le molte difficoltà d’uso del SISTRI sperimentate dal tessuto produttivo italiano, tipicamente co-stituito da imprese di piccola e pic-colissima dimensione.Infatti, anche una ditta individuale era tenuta ad iscriversi e ad usare il SI-STRI se produceva occasionalmente rifiuti speciali pericolosi (per esem-pio oli minerali, lampade al neon o a ridotto consumo energetico, ecc.).
abstract
A quattro anni dall’introduzione del discusso sistema per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi è stato introdotto un limite dimen-sionale per escludere dall’obbligo le imprese che occupano fino a dieci dipendenti.
Four years after its introduction, the controversial system to control the final destination of dangerous waste has been simpli-fied by excluding small firms with less 10 employees from the obligation.
62 | N.2/2014 | Informatore AIAS
contributi dei soci a cura di Paolo Pipere
Con il decreto 24 aprile 2014 si è provveduto a introdurre per i produttori di rifiuti specia-li pericolosi tenuti ad impiegare il SISTRI un limite dimensionale minimo, riferito al nume-ro di dipendenti complessivamente occupati dall’impresa o dall’ente.
In prospettiva è previsto anche il superamen-to dell’uso dei dispositivi USB per accedere al sistema; una scelta che semplificherebbe no-tevolmente l’impiego del SISTRI, soprattutto se fosse accompagnata da una completa revi-sione delle procedure operative dimostratesi inutilmente involute rispetto alle potenzialità offer te dagli strumenti telematici.
IL DECRETO MINISTERIALE DEL 24 APRILE 2014Il decreto ministeriale del 24 aprile 20141 in-dividua dettagliatamente i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi tenuti ad aderire al sistema per la tracciabilità dei rifiuti, introdu-cendo, come sopra detto, una soglia dimen-sionale minima delle imprese e degli enti ob-bligati - dieci dipendenti - in precedenza non prevista.L’intervento diretto a precisare i soggetti ai quali è imposto l’impiego del sistema per il controllo della tracciabilità dei rifiuti si è reso indispensabile a causa della vaghezza delle indicazioni contenute nel decreto - legge 31 agosto 2013 n. 101, indeterminatezza alla qua-
le è stato solo in parte posto rimedio con la norma di conversione (legge 30 ottobre 2013 n. 125).Mancano però, e questa carenza causa ulte-riore incertezza, chiare indicazioni in merito all’applicabilità o meno delle indicazioni relati-
ve al calcolo dei “dipendenti” contenute nelle norme previgenti che disciplinavano il SISTRI. Nessun dubbio, invece, sul fatto che il limite dimensionale sia riferito al personale comples-sivamente dipendente dall’impresa o dall’ente, in analogia a quanto disposto per l’esclusione dall’obbligo di presentazione del Modello Uni-co di Dichiarazione ambientale dei produttori di alcune tipologie di rifiuti non pericolosi, e non a quelli che prestano la loro opera in una specifica unità locale.
DRASTICA RIDUZIONE DEI SOGGETTI OBBLIGATIIl decreto realizza un intervento di semplifi-cazione decisivo, se si considera che la soglia dimensionale minima introdotta consentirà ad oltre il 90 per cento delle imprese italiane di non affrontare le gravose procedure previste da un sistema telematico che non si è ancora riusciti a snellire e a rendere effettivamente funzionale allo scopo di contrastare la gestio-ne illecita dei rifiuti.La nuova norma dispone l’obbligo esclusiva-mente per gli enti e le imprese con più di dieci
63Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
dipendenti, produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi derivanti da:· attività agricole ed agroindustriali;· attività di demolizione, costruzione e scavo;· lavorazioni industriali;· lavorazioni ar tigianali;· attività commerciali; · attività di servizio;· attività sanitarie;· attività di pesca professionale e acquacol-
tura.Esclusi dall’obbligo, indipendentemente dal-la dimensione aziendale e senza che in alcun modo sia stata spiegata la motivazione alla base di questa scelta, i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi derivanti dalla pota-bilizzazione e da altri trattamenti delle acque, dalla depurazione delle acque reflue e dall’ab-battimento di fumi. Esclusione condizionata, invece, per gli impren-ditori agricoli (“enti e imprese di cui all’ar t. 2135 del codice civile”) e per gli enti e alle im-prese che esercitano attività di pesca professio-nale e acquacoltura e sono iscritti alla sezione speciale «imprese agricole» del Registro delle imprese. Questi soggetti, indipendentemente dal numero di dipendenti occupati, non sono tenuti ad utilizzare il SISTRI a condizione che questi soggetti conferiscono i propri rifiuti a “circuiti organizzati di raccolta”. Nessuna esclusione vincolata alla dimensio-ne aziendale, invece, per “gli enti e le imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che effettuano attività di stoccaggio di cui all’art. 183, comma 1, lettera aa), del d.lgs. n. 152 del 2006 [deposito preliminare, D15, o messa in riserva, R13]”. Si tratta, in questo caso, dei soggetti au-torizzati a porre in magazzino, con limiti quan-titativi o temporali che eccedono quelli am-messi per il “deposito temporaneo presso il luogo di produzione” (attività propedeutica a quelle di gestione del rifiuto e pertanto eserci-tabile senza alcuna preventiva autorizzazione) i rifiuti da loro stessi generati.Più precisa, infine, anche l’individuazione dei soggetti tenuti ad utilizzare il SISTRI per i rifiu-ti urbani in Campania. In luogo della formula-zione “i comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della regione Cam-pania” si è introdotta una più puntuale specifi-cazione: “gli enti e le imprese che effettuano la raccolta, il trasporto, il recupero, lo smaltimen-to dei rifiuti urbani nella regione Campania”.
CONTRIBUTI 2014Il decreto ministeriale conferma l’obbligo di versamento del contributo SISTRI per il 2014, differendone il termine di pagamento dal 30 aprile al 30 giugno. n
1 D.M. 24 aprile 2014 - Disciplina delle modalità di applicazione a regime del SISTRI del trasporto intermodale nonché specifica-zione delle categorie di soggetti obbligati ad aderire, ex articolo 188-ter, comma 1 e 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006 - (GU Serie Generale n. 99 del 30-4-2014)
64 | N.2/2014 | Informatore AIAS
contributi dei soci
QUALI PREMESSE AL DOCUMENTOSi ritiene necessaria l’adesione ai principi e alle prassi indicati dalla norma UNI ISO 29990 “Servizi per l’apprendimento relativi all’istruzione e alla formazione non formale” ri-guardante la formazione formale, non formale e informale, al fine di standardizzare le prassi su un livel-lo di qualità e validità italiana e internazionale.Per dare indicazioni in linea con la ISO 29990 e fornire contenuti applicativi dettagliati e ineren-ti ai settori sicurezza, salute ed ambiente e per rendere il docu-mento al passo con la riflessio-ne e il dibattito più avanzato in tema di prevenzione dei rischi, sono state menzionate anche le nuove prospettive nel cam-po del benessere organizzativo e della resilienza, i legami con la responsabilità sociale e la sostenibilità, l’ampio tema della cultura di sicurezza.
LA QUALITÀ NEL PROCESSO DI FORMAZIONELa formazione si realizza attraverso un processo
Position Paper relativo alla formazione universitaria e professionale nel campo
della sicurezza salute ambiente
che prevede fasi di analisi dei bi-sogni di formazione, progettazio-ne didattica, realizzazione delle at-tività formative e valutazione del processo e dei risultati; nel seguito alcune principali caratteristiche di tali fasi:· il bisogno di formazione nella formazione degli adulti si riferisce alle necessità o alle opportunità
che il processo formativo cercherà poi rispet-tivamente di colmare o di realizzare;
· una progettazione didattica di qualità prevede un’esplicitazione degli obiettivi di apprendimento, la presenza di vari metodi didat-tici e di momenti di autovalu-tazione;· i principi dell’andra-gogìa di M. Knowles, cioè dei principi inerenti all’educazione di soggetti adulti, sono un esem-pio di quanto ci si dovrebbe sforzare di realizzare; ad esem-
pio, si tenga conto che l’adulto generalmente apprende meglio se viene proposto un approc-cio «per problemi» e non «per argomenti», e apprende in modo più efficace se le attività for-mative valorizzano la sua esperienza applicativa;
abstract
AIAS ha promosso la stesura di un documento congiunto tra il mondo Universitario e il mondo Professionale, finalizzato a individuare un orientamento condiviso per lo sviluppo della formazione nel campo della sicurezza e salute. Esso contiene indicazioni per la qualità e l’efficacia della formazione, passando attraverso i temi della cultura di sicurezza, del processo di formazione, dell’innovazione e della formazione dei formatori.
AIAS has promoted a document between the Universities world and the Professional world, aiming to share guidelines for the development of training in the field of safety and health. Main points of the document are related to the quality and the effectiveness of training, the safety culture, the overall training process, the innovation and the effectiveness of “train the trainers” courses.
a cura di Carlo Bisio
Formatore e psicologo del lavoro, ergonomo
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contributi dei soci
· si sottolinea l’opportuna alternanza fra diversi me-todi attivi, l’uso di casi di studio, la valorizzazione del contributo del gruppo e delle sue dinamiche;
· la valutazione delle attività formative, in una prospettiva moderna, prevede l’espressione dei punti di vista degli attori coinvolti a diverso titolo, per una costruzione partecipata di giudi-zi valoriali utili alla presa di decisioni;
· occorre coniugare le prassi tradizionali di va-lutazione – gradimento, apprendimento, trasfe-rimento in altri contesti degli apprendimenti, impatti sull’organizzazione – con altre e più moderne chiavi di lettura, fra cui la qualità del processo formativo e della sua organizzazio-ne attraverso specifici indicatori; gli impatti più profondi che la formazione ha sulle storie pro-fessionali, personali, familiari; la valutazione ex ante dei progetti formativi; il ritorno sull’inve-stimento, dimensione di estrema importanza dal punto di vista gestionale, sebbene il suo calcolo comporti una notevole complessità.
E-LEARNING E INNOVAZIONELa formazione in e-learning è un’opportunità che le nuove tecnologie mettono a disposizione e va utilizzata al meglio; accanto agli innumerevoli pun-
ti di forza di tale modalità di for-mazione (fra cui la possibilità di personalizzazione dei tempi di frui-zione, la standar-dizzazione di per-corsi, contenuti e
prove di apprendimento, ecc.), che non vengono qui riepilogati in modo esaustivo, vi sono anche al-cuni rischi che vanno tenuti presenti e arginati fin dalla fase di progettazione. Occorrerà in particolare realizzare esperienze che tengano conto della socializzazione fra i parteci-panti, della rielaborazione di nozioni in corso di ap-prendimento attraverso discussione di casi o altri metodi didattici, l’ergonomia cognitiva di piattafor-me e prodotti, l’attivazione di percorsi blended, ecc.L’innovazione non consiste solo nell’adozione delle nuove tecnologie, essendo ormai presenti modalità innovative in presenza fra le quali:· l’utilizzo di tecniche teatrali;· l’adozione di metodi analogici come i business
games;· l’attenzione verso lo sviluppo di competenze
trasversali e sociali, non tecniche;
· le tecniche di narrazione e autobiografiche;· una gestione efficace dell’alternanza formazio-
ne-lavoro per generare competenze situate.
LA FORMAZIONE DEI PROFESSIONISTI SPECIALISTI TRAMITE IL PROCESSO EUROPEAN QUALIFICATION FRAMEWORK (EQF)Il documento introduce anche l’ottemperanza alla Legge 14/01/2013 n. 4, che coinvolge tutte le professioni non organizzate in ordini o collegi al fine di tutelare i consumatori, promuovere la co-noscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali. Essa prevede, per singola figura professionale, l’individuazione della job de-scription e del job profile con la precisazione delle conoscenze, abilità e competenze necessarie per acquisire la qualificazione professionale.Una volta ottenuta la qualificazione professiona-le secondo il processo EQF, se tale professione è inserita nell’elenco delle figure professionali rico-nosciute dal centro EQF italiano,il professionista può andare a lavorare liberamente nei 28 Paesi dell’Unione Europea.
IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE DEI FORMATORILa formazione dei formatori risulta strategica per la realizzazione di politiche e di azioni formati-ve efficaci; essa dovrebbe riconoscere le diverse componenti della professionalità del formatore: la componente di presidio dei contenuti della for-mazione, la capacità comunicativa, didattica e delle abilità sociali, il presidio del processo formativo, ad esempio saper progettare in modo efficace un percorso formativo o saperne valutare i risultati.
PARTECIPANTI AL GRUPPO DI PROGETTO “POSITION PAPER”I partecipanti al suddetto Gruppo di progetto sono professionisti della formazione di compro-vata esperienza, collaboratori di AIAS e AIAS ACADEMY.Il documento sarà pubblicato sul sito di AIAS (http://www.aias-sicurezza.it); eventuali com-menti e riflessioni potranno essere indirizzati a segreteria@networkaias.it. n
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L’Italia è ormai diventato un Pa-ese dove se non c’è una regola
scritta non si sa cosa fare, non si è capaci di decidere come procede-re; usare il cervello è visto un ri-schio: meglio aspettare la circolare o la disposizione autorevole.C’è da chiedersi come abbiano potuto costruire Brunelleschi e Michelangelo le cupole del Duo-mo di Firenze o di San Pietro …Nessuno si permette più uno stu-dio o una proposta diversa dalle “normali regole consolidate”, pena il rischio di un’autorizzazione negata o qualche blocco dei lavori. Tutto questo porta l’Italia ad accentuare le resistenze e inerzie al cambiamento, vuoi per motivazioni storiche e culturali, vuoi per la diffusa presenza di corpora-zioni e localismi.Sul piano economico tali difficoltà sono tra i fattori che determinano la scarsa competitività del nostro sistema produttivo e altrettanto limitata capacità di innovazione. La crisi economica non ha fatto altro che aggravare una malattia presen-te nel nostro Paese già a partire dagli anni 90: in questo contesto la formazione professionale e per la prevenzione, anziché essere vista e utilizzata come strumento per il cambiamento e ammodernamen-
Sommersi e malati di disposizioni e burocrazia.
Non è questo il futuro per i nostri giovani
to organizzativo, è stata e viene vissuta come un adempimento burocratico che è importate documentare con un “attestato” possibilmente a basso costo e a prescindere dalla qualità del ser-vizio formativo erogato.Partendo da tali premesse ci si do-manda come la formazione pro-fessionale per la tutela della salute, sicurezza e ambiente di lavoro e di vita, possa consentire una inver-
sione di rotta e aiutare a creare le condizioni per riavviare un percorso di cambiamento e di crescita.Va sottolineato che in una società moderna inve-stire in formazione professionale per tutti i profili operativi è la leva per costruire un futuro miglio-re per le nuove generazioni.
A tale scopo occorre, in primo luogo, ridare alla formazione pro-fessionale per la prevenzione, ma in generale alla formazione di qualsiasi tipo, il ruolo di crescita culturale, sviluppo personale non-ché di “elevazione sociale” che già in passato in Italia, alla fine dell’ul-timo conflitto mondiale, abbiamo avuto. Purtroppo una recente in-dagine ha evidenziato che oggi i giovani non ritengono l’istruzione il veicolo più importante per l’af-
abstract
AIAS ACADEMY ha avviato da tempo e continua con successo a sviluppare una costante collaborazione e confronto con ASFOR e le principali Università ed Associazioni specialistiche italiane affinché la formazione sia un vero importante veicolo di innovazione e crescita nell’attuale contesto lavorativo.
Since many years AIAS ACADEMY and ASFOR with major Universities and Italian Associations have been successfully coope-rating to make training and education principal means of innovation and growth in the present working environment.
a cura di Arnaldo ZaffanellaVice Presidente AIAS,
Amministratore Delegato e Direttore Generale
AIAS ACADEMY
contributi dei soci
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contributi dei soci
fermazione economica e sociale e per una vita complessivamente migliore.Dobbiamo far comprendere ai giovani che le Conoscenze, le Capacità e le Competenze che si acquisiscono nei processi formativi, rappresenta-no le condizioni necessarie per il dispiegamento delle loro potenzialità nel mondo del lavoro e nella società a partire dalla responsabilità verso se stessi e gli altri, dal rispetto delle regole condivise e dal miglioramento del proprio benes-sere nell’ambiente di lavoro.È peraltro ormai più che evidente che il sistema produttivo italiano non è in grado di creare nuove opportunità di lavoro se non contando di fare emergere le nuove professionalità a partire dalla tutela dei consumatori, dalla sicurezza dei prodotti d’uso e per l’alimentazione umana e dalla tutela e si-curezza dei servizi di trasporto, energetici e di supporto alla persona.Abbiamo bisogno di avere professionisti in gra-do di supportare le imprese italiane che vanno all’estero, di controllare e se del caso aiutare le imprese straniere che vengono ad investire o a
operare nel nostro Paese, di essere più coscienti delle sfide che i nuovi mercati ci pongono, ma anche attenti, coscienti ed in grado di compren-dere, far fronte e gestire i rischi derivanti dal mercato globale.La formazione professionale per la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente deve es-sere all’altezza delle sfide ed “essere in grado di
accompagnare il sistema imprendito-riale nel necessario processo di cambia-mento. Ciò implica un costante cambia-mento dei contenuti, delle metodologie, degli strumenti, e dei formatori stessi”; in altre parole un effi-cace allineamento alle migliori espe-
rienze europee ed internazionali, a cominciare dalla normazione volontaria riconosciuta a livello mondiale come la UNI ISO 29990.In questo processo cambiamento AIAS ACA-DEMY ha avviato da tempo e continua con suc-cesso a sviluppare una costante collaborazione e confronto con ASFOR e le principali Università ed Associazioni specialistiche italiane perché la formazione sia un vero importante veicolo di in-novazione e crescita. n
va sottolineato che in una società moderna investire in formazione professionale per tutti i profili operativi è la leva per costruire un futuro migliore per le nuove
generazioni
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IL PROBLEMALe statistiche sull’occupazione giovanile mostrano ad oggi dati preoccupanti a proposito della possibilità per i giovani di trovare lavoro. In Italia, infatti, dal 2007 alla fine del 2013 la percentua-le di disoccupazione dei giovani laureati è cresciuta dal 10% al 16%, un aumento, tuttavia che è inferiore rispetto a quello dei di-plomati (dal 13% al 28%) e di chi si ferma alla licenza media (dal 22% al 45%). Inoltre le statistiche evidenziano che la possibilità per un giovane di inserirsi nel mercato del lavoro è anche strettamente connessa al fatto di aver svolto esperienze lavorative pregresse, seppur brevi, durante il percorso di studi.Tali osservazio-ni suggeriscono, dunque, che nel nostro Paese l’esperienza for-mativa, unita-mente all’alternanza scuola - lavoro, facilitano, nel complesso, l’ottenimento di un impiego al termine del percorso di studi.
Diamo più “sicurezza” al futuro dei giovani!Le iniziative di AIAS e AIAS ACADEMY per favorire
l’occupazione delle nuove generazioni
IL PROGETTO DI AIAS E AIAS ACADEMY PER I GIOVANIAlla luce delle considerazioni so-pracitate AIAS e AIAS ACADEMY, anche grazie alla collaborazione delle Aziende Associate, hanno deciso di farsi promotrici di un’im-portante iniziativa pensata ad hoc per i giovani. Il progetto, denomi-nato “Sicurezza nel tuo futuro!”, è finalizzato a facilitare l’occupa-zione delle nuove generazioni mettendo a loro disposizione la partecipazione alle attività forma-tive di eccellenza erogate da AIAS
ACADEMY e la possibilità di intraprendere per-corsi di stage all’interno delle Aziende Associate.Tale progetto, oltre a dare un supporto concre-
to all’incremento dell’employabi-lity di neolau-reati e studen-ti laureandi, si mostra anche in linea con quan-to promosso da sempre dall’As-
sociazione: favorire la diffusione della cultura per la prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita, la protezione dell’ambiente e lo sviluppo della più
abstract
Il futuro lavorativo dei giovani è preoccupante? AIAS e AIAS ACADEMY, con la collaborazione delle Aziende Associate, hanno deciso di promuovere un’importante iniziativa finalizzata ad accrescere l’occupazione giovanile offrendo ai neolaureati la partecipazione alle attività formative di eccellenza erogate da AIAS ACADEMY e la possibilità di intraprendere percorsi di stage all’interno delle Aziende Associate, in Italia e all’Estero. Insieme, per un futuro più “sicuro”.
Is youths’working future worrying? AIAS and AIAS ACADEMY, with the collaboration of Partner Companies, have decided to be promoters of an important venture properly designed to increase the employment of youths, offering to early university graduates the possibility to participate to AIASACADEMY’s high level educational activities and job experiences provided by Partner Companies, in Italy and abroad. Together, to make future “safe”.
a cura di Barbara Camicia
Psicologa delle organizzazioni; membro del comitato 3.1 “Fattori
psicosociali” del CTS AIAS; Responsabile Orientamento
Scolastico - Professionale in ASP – Associazione Italiana Psicologi
contributi dei soci
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contributi dei soci
alta deontologia professionale come strumento fondamentale di affermazione dell’etica nel lavo-ro e nell’economia. Un investimento, dunque, per il futuro di molti ragazzi ma anche per lo sviluppo di una reale cul-tura della salute - sicurezza a livello più sistemico.
DESTINATARI, CARATTERISTICHE ED OP-PORTUNITÀ OFFERTE DAL PROGETTO “SI-CUREZZA NEL TUO FUTURO!”Potranno aderire all’iniziativa tutti i giovani lau-reati e studenti laureandi di età non superiore a 30 anni. Gli studenti laureandi, in maniera parti-colare, all’atto della richiesta di partecipazione al progetto, dovranno aver già presentato doman-da di tesi e non dovranno avere più di due esami
da sostenere per il completamento del proprio per-corso di studi. Tutti i richiedenti non dovranno svolgere alcun tipo di atti-vità lavorativa re-munerata, ad ec-cezione degli stage
retribuiti regolamentati dalla normativa vigente. Le domande di adesione all’iniziativa che perver-ranno saranno valutate da una commissione co-stituita da membri dell’Associazione, dell’ACA-DEMY e delle Aziende associate, al fine di stilare un elenco dei nominativi dei giovani che potran-no usufruire delle attività previste dal progetto.I criteri che guideranno la commissione nella va-lutazione delle richieste saranno:1. la regolarità nel percorso di studi;2. la media delle valutazioni ottenute negli esami
ed il voto di Laurea;3. la coerenza del piano di studi e/o della tesi di
Laurea con almeno una disciplina attinente alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro o alla protezione ambientale.
I giovani selezionati dalla commissione valutatri-ce avranno l’opportunità di partecipare (a quote particolarmente agevolate) ai corsi e semina-ri messi a disposizione da AIAS ACADEMY: la partecipazione a tali attività è offerta sino alla capienza massima stabilita da AIAS ACADEMY per i corsi confermati nelle date previste dal ca-lendario pubblicato sul sito www.aiasacademy.it. Le attività formative offerte da AIAS ACADEMY sono tutte quelle presenti nel relativo catalogo, ad eccezione di: Executive Program AIAS - SDA
Bocconi, Responsabile della funzione manuten-zione AIAS - ANMA, Diploma europeo CFPA di esperto nella prevenzione incendi. La domanda di partecipazione ad un corso dovrà essere inol-trata ad AIAS (e-mail: lmanganiello@networkaias.it) con almeno 30 giorni di anticipo rispetto alla data di inizio dell’at-tività formativa (e comunque non ol-tre il 31 Ottobre 2014), unitamente al certificato degli esami sostenuti con le relative votazioni ed al titolo della tesi di Laurea (già di-scussa o presentata). I giovani valutati dalla commissione con i migliori rendimenti avranno, inoltre, l’opportunità di es-sere proposti alle Aziende Associate per l’effet-tuazione di stage professionalizzanti in linea con il percorso formativo e gli interessi manifestati dal candidato.Infine, AIAS ACADEMY, tramite il proprio Punto International di Londra, potrà supportare i ra-gazzi interessati nella realizzazione di stage pro-fessionali nel Regno Unito, corsi full immersion sull’inglese per la sicurezza sul lavoro, sull’inglese specialistico professionale o sul Business English in generale. In questo caso si tratta di servizi a pagamento, molto utili per dare al proprio curri-culum un’impronta internazionale.
… E NON FINISCE QUI: IN ARRIVO PREMI ALLE MIGLIORI TESI DI LAUREA! Per completare il ventaglio delle iniziative AIAS per i giovani, non poteva mancare un partico-lare riconoscimento agli studenti laureati che, nell’anno 2014, hanno sviluppato le migliori tesi sui temi della salute e sicurezza azienda-le. I contributi più significativi saranno premiati dall’Associazione con la consegna di “voucher” formativi, validi per la partecipazione gratuita ai corsi di eccellenza organizzati dall’ACADEMY. Saranno comunicati prossimamente tutti i det-tagli su questa iniziativa.Una sinergia tra formazione qualificata e significa-tive esperienze professionali sia in Italia che all’e-stero utile, dunque, per promuovere l’occupabilità dei giovani e la cultura della prevenzione nel nostro Paese. AIAS, AIAS ACADEMY ed Aziende Associate insieme, per un futuro più “sicuro”. n
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In questa seconda parte si foca-lizzerà l’attenzione sulla pulizia
dell’aria. Gli standard internazio-nali riguardanti le classi di pulizia dell’aria in sala operatoria, sono rappresentati dalla normativa tecnica Federal Standard 209/E del settembre 1992: “Airborne particulate cleanliness classes in cleanrooms and clean zones”, dalle norme ISO EN 14.644 del mag-gio 2001: “camere bianche ed am-biente associato controllato – Clas-sificazione della pulizia dell’aria” e dall’Annex I of EU guide to GMP “Manifacture of sterile Medicinal Products”– European Commission, Directorate Generale III (1997). In rapporto a tali riferimenti, viene generalmen-te accettata la esigenza di ottenere almeno una
classe M 3,5 del S.I. (F.S. 209/E) o ISO 5 (ISO 14.644 - 1) per sale operatorie in cui si effettuano in-terventi “puliti”, ossia di ortope-dia, trapianti, cardiochirurgia, neu-rochirurgia, chirurgia vascolare e assimilabili per invasività chirurgi-ca, ed almeno una classe M 5,5 del S.I. ( F.S. 209/E) o ISO 7, per interventi di chirurgia generale o assimilabili, in condizioni basali, a sala pronta. La classificazione delle “camere pulite”, conside-rati a parte e con apposite nor-mative i requisiti tecnologici dei locali, si fonda sulla verifica delle
concentrazioni limite, indoor, misurate secondo un definito protocollo tecnico - scientifico, delle particelle aerodisperse di definita granulometria, come nelle tabelle 1 e 2.
contributi dei soci
a cura di Bruno CammarotaEP. Seconda Università degli Studi di
Napoli - ONB(17265/03) Tec. Comp. R. Campania (261/04)
Master/Perfez. Un. in: Acustica CEM - Igiene/Sicurezza/Qualità -RSPPAIAS: Gt. M1Marittimo Portuale e
Gt. Sn. 1 Sanità; Docente Qualificato AIAS ACADEMY
Requisiti ambientali e tecnologici dell’Ospedale per qualità dell’aria,
condizionamento, controllo dell’inquinamento e della contaminazione interna
Seconda parte abstract
L’Ospedale ed in generale la Sanità Pubblica occupano un ruolo essenziale in tutti i Paesi del mondo. Partendo da questo assunto fondamentale l’autore esamina e illustra in dettaglio i requisiti ambientali e tecnologici dell’ambiente Ospedale - che è al tempo stesso servizio per gli utenti e luogo di lavoro - per qualità dell’aria, condizionamento, controllo dell’inquinamento e della contamina-zione interna - Seconda parte : approfondimento sui livelli di pulizia dell’aria (classe di pulizia), indicati o consigliati dalla normativa tecnica internazionale per i Complessi Operatori, locali per Utenti Critici, Degenze e Servizi dell’Ospedale.
Hospital and Public Health in general occupy a vital role in all countries of the world. Starting from this basic assumption the author examines and explains in detail the environmental and technological requirements of the Hospital context - which is a workplace and at the same time provides service for users - as to air quality, air conditioning, pollution control and internal contamination – Se-cond part: in-depth analysis on cleanliness classes of airborne particulate suggested by international technical standards for Hospital services and premises.
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contributi dei soci
Da quanto finora espresso, discendono le due questioni di grande interesse che seguono:1) nelle sale operatorie con immissione a regi-
me turbolento, misto o laminare, per la par-te relativa alla filtrazione dell’aria di rinnovo per immissione ed in relazione ad interventi “puliti”, come descritti, per ottenere la clas-se indicata di pulizia dell’aria di M 3,5 del S.I.(F.S. 209/E) - ISO 5 (EN ISO 14.644–1),
occorrerà valutare il ricorso all’impiego di filtri assoluti tipo H14 o U 15 ULPA descritti, testati con metodi di prova MPPS e particel-le di dimensioni 0,12 e 0,20 μm.
2) Risulta molto utile capire quale migliore clas-se di pulito in sala operatoria è ottenibile in regime turbolento, condizione impiantistica che interessa la grande parte delle strutture ospedaliere del Paese.
Denominazione di classe S.I.
Particelle 0,1μm/m³
Particelle 0,2μm/m³
Particelle 0,3μm/m³
Particelle 0,5μm/m³
Particelle 5 μm/m³
M 1 350 75,7 30,9 10
M 1,5 1.240 265 106 35,3
M 2 3.500 757 309 100
M 2,5 12.400 2.650 1.060 353
M 3 35.000 7.570 3.090 1.000
M 3,5 26.500 10.600 3.530
M 4 75.700 30.900 10.000
M 4,5 35.300 247
M 5 100.000 618
M 5,5 353.000 2.470
M 6 1.000.000 6.180
M 6,5 3.530.000 24.700
M 7 10.000.000 61.800
M 7,5 35.300.000 247.000
Tab. 1 - Federal Standard 209/E/1992. Classi di pulizia dell’aria da particelle aerodisperse in ambienti controllati
Nota
Limite classe 10.000 – M 5,5 – ISO 7. 353.000 particelle/m.c. da 0,5 micron 2.470 particelle/m.c. da 5 micronLimite Classe 100 – M 3,5 – ISO 5. 26.500 particelle/m.c. da 0,2 micron 10.600 particelle/m.c. da 0,3 micron 3.530 particelle/m.c. da 0,5 micron 0 – 29 particelle/m.c. da 5 micron
Tab. 2 - EN ISO 14.644 – 1//2001. Camere bianche ed ambiente associato. Classificazione
Classe ISO Particelle 0,1μm/m³
Particelle 0,2μm/m³
Particelle 0,3μm/m³
Particelle 0,5μm/m³
Particelle 1μm/m³
Particelle 5μm/m³
1 10 2
2 100 24 10 4
3 1.000 237 102 35 8
4 10.000 2.370 1.020 352 83
5 100.000 23.700 10.200 3.520 832 29
6 1.000.000 237.000 102.000 35.200 8.320 293
7 352.000 83.200 2.930
8 3.520.000 832.000 29.300
9 35.200.000 8.320.000 293.000
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contributi dei soci a cura di Bruno Cammarota
Considerati i rapporti strettissimi (non oggetto della presente trattazione) che intercorrono fra classe di pulizia dell’aria in ospedale e in sala ope-ratoria e “infezioni ospedaliere”, problema grave che comporta effetti dannosi per la salute o letali in tutti i sistemi sanitari mondiali, anche nei più evoluti, potrà essere utile orientare risorse nello studio, comprensione e contenimento di tali rischi per lavoratori ed utenti del Sistema Sanitario.
REPARTI DI RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA – SALA TRAVAGLIO E SALA PARTO.Nelle rianimazioni e terapie intensive, ove occor-re rispettare il requisito di 6 volumi ora di ricam-bio dell’aria ambiente, senza ricircolo, l’efficienza di filtrazione richiesta è altissima e rispettivamente della classe 10 – 11 e della classe 11 – 12.In considerazione degli elevati tempi di perma-nenza delle particelle aerodisperse negli ambienti indoor, del loro moto turbolento e della loro ca-pacità di adesione o supporto ai microrganismi anche patogeni, è da ritenersi molto utile preve-dere sempre in aggiunta al sistema di immissione di aria di rinnovo senza ricircolo, un distinto sistema di aspirazione dell’aria ambiente, con immissione in atmosfera. Considerato il normale decadimen-to delle prestazioni impiantistiche e dei filtri in corso di funzionamento, appare proponibile e di grande importanza la loro verifica periodica in termini di livello di contaminazione da particelle aerodisperse in condizioni basali (impianti attivi e
sale libere), per fini di qua-lità e igiene del lavoro, se-condo programmi aziendali autodefiniti. Riteniamo allo scopo adottabili come indi-catori ambientali, le concen-trazioni limite di 1.000.000 di particelle/m³ da 0,5 μm e di 6.180 particelle/m³ da 5μm, corrispondente alla classe M6 del S.I. o analoga ISO 14.644-1, per ambien-ti di rianimazione e terapie intensive; concentrazioni almeno tali o di 353.000 particelle/m³ da 0,5μm e di 2.470 particelle /m³ da 5μm, corrispondente alla classe M 5,5 del S.I. o analoga ISO 14.644 - 1, per locali di sala travaglio e sala parto.
REPARTI DI ISOLAMENTO PER PATOLOGIE INFETTIVE Nei reparti di isolamento per utenti affetti da patologie di tipo infettivo, i riferimenti indicano un numero minimo di 12 ricambi ora dell’aria ambiente senza ricircolo, con filtrazione assolu-ta dell’aria, tipo HEPA, in classe 14, temperatura dell’aria invernale di 20 ± 2 °C, con umidità re-lativa del 35 – 45%; temperatura dell’aria estiva contenuta entro 26°C, con umidità relativa del 50 – 60%, velocità dell’aria di 0,05 – 0,1 m /sec.Sul piano metodologico saranno da considerare i criteri indicati nell’art. 81 del D.Lgs. n. 626/94 (Cfr. Titolo X D.Lgs. 81/08 n.d.r.) per la prevenzio-ne del rischio biologico conseguente alla presenza nell’organismo degli utenti e nei relativi campioni biologici, di agenti di rischio biologico classificati, di gruppo 2,3,4 e richiedenti i rispettivi livelli di contenimento indicati nell’allegato XII del De-creto. In particolare, quando in presenza di uten-ti contaminati da agenti biologici di gruppo 3 e 4, in relazione al trattamento dell’aria ambien-te, occorrerà prevedere l’isolamento dell’area di degenza da qualsiasi altra attività nello stes-so edificio, filtrare l’aria estratta (in presenza di agenti patogeni di gruppo 3) o questa ed anche quella immessa (in presenza di agenti patogeni di gruppo 4) con filtri assoluti tipo HEPA, classe H 14, prevedere una zona filtro e tenere i locali di degenza a pressione negativa rispetto a quella atmosferica.
Fig. 1 - Le unità di trattamento aria delle sale operatorie
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contributi dei soci
Anche per questi casi, soprattutto per la filtrazio-ne dell’aria in uscita e soprattutto per patologie ad etiologia virale, sarà indicato testare gli ultra-filtri H14 con metodo di prova MPPS, particelle di prova da 0,12–0,20 μm, efficienza ≥ 99,995 % o ultrafiltri tipo ULPA U15 con efficienza ≥ 99,9995 %. Anche per questi locali risulta essen-ziale la verifica periodica delle prestazioni impiantistiche e dei filtri secondo protocolli di qualità definibili a livello azien-dale, sulla base degli obbiettivi prefissati e con riferimento alle norme ISO 14.644 – 1 per camere bianche ed ambiente associato.
REPARTI DI DEGENZANelle degenze in genere, i riferimenti indicano almeno due ricambi ora dell’aria am-biente (Circ. n. 13011/74), con filtrazione in classe 6 – 8, ef-ficienza M +A (UNI 10339); nelle degenze pediatriche, tre ricambi ora, nelle maternità
due ricambi ora con filtrazione in classe 10 – 11, efficienza M + A + AS. Si ritiene utile proporre ove possibile, requisiti più che minimi per la de-genza nido, da assimilare alla degenza maternità, per la degenza pediatrica, ove sono riscontrabili patologie comuni dell’età ad etiologia batterica o virale, non tali da richiedere isolamento o non tempestivamente isolate, per le degenze chirur-giche e ortopediche, in ragione della invasività dei relativi trattamenti terapeutici. Il requisito proponibile per buona pratica e fini di qualità, potrebbe essere di quattro ricambi ora dell’aria ambiente senza ricircolo, con filtrazione in classe 10, ove non già 10 – 11.Come per altri casi descritti, si ritiene utile preve-dere per la generalità delle degenze, un sistema di aspirazione dell’aria ambiente, con filtrazione in entrata, ove richiesto anche con immissio-ne forzata, per garantire la necessaria razionale espulsione dell’aria e filtrazione e/o diluizione in atmosfera dell’aria esausta, evitando non solo il suo ricircolo ma la presenza in quote eccedenti, di inquinanti fisici, chimici, microbiologici con traiet-torie di moto turbolento persistente, all’interno dei locali di degenza.
REPARTI DIAGNOSTICINei reparti diagnostici, il requisito minimo indi-cato per il ricambio dell’aria ambiente risulta in numero di sei ricambi ora, senza ricircolo, filtra-zione dell’aria in classe 6–8 ( M + A); possono derivare molti vantaggi dalla previsione di due distinti sistemi di immissione dell’aria di rinnovo (prevalente) e di aspirazione. Negli ambulatori
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contributi dei soci a cura di Bruno Cammarota
sono previsti due ricambi ora con filtrazione in classe 6 – 8.
REPARTI DI DIALISI Per i reparti di dialisi il requisito minimo indica-to, per il ricambio dell’aria ambiente, risulta di sei ricambi ora senza ricircolo, filtrazione dell’aria in classe 10 - 11 (M+A+AS), efficienza minima del 95 – 99,9 %. Ricorrono le considerazioni già svolte sulla previsione di distinti sistemi di immis-sione e di ripresa dell’aria di ricambio. Per tutte queste descritte attività lavorative e assistenziali non risulta possibile esprimere una rigorosa mi-sura della classe di pulizia dell’aria, nella naturale carenza o assenza di tutti quei requisiti tecnici di contorno che sono richiesti per le “camere bianche” ed anche in considerazione degli aspet-ti alberghieri della degenza; tuttavia ricorre la necessità della verifica della efficacia dei filtri e delle relative condizioni di pulizia dell’aria degli ambienti descritti per fini di igiene.Una proponibile risposta a questa esigenza può venire dalla misurazione periodica della qualità dell’aria immessa, in prossimità dei diffusori, valu-tabile in termini di zona pulita (rif. F.S. 209/E – ISO 14.644 – 1). Altra possibile risposta a questa esi-genza può venire dalla misura della concentra-zione ambientale di particelle aerodisperse con i locali in condizioni basali, assenza di utenti ed operatori, con porte e finestre chiuse. In questi casi il conteggio delle particelle aerodisperse, in particolar modo d elle frazioni da 0,5μ e da 5 μm, potranno rappresentare un utile indicatore delle condizioni basali di igiene ambientale e della capacità di depurazione dei filtri. Pur nella de-scritta assenza di requisiti di contorno e tuttavia in presenza di ricambi forzosi dell’aria ambiente con relativa filtrazione, riteniamo adottabile per fini di qualità ed in termini di obbiettivi azienda-li, il riferimento F.S.209/E che, in termini di sole concentrazioni aerodisperse ed entro il valore di M 7,5 del S.I. può per noi efficacemente for-nire una riferibilità metrologica di pulizia dell’aria indoor, per le descritte degenze e diagnostiche. Ricordiamo come tale verifica assuma significato anche ai fini del possibile rischio biologico, con-nesso con l’uso di impianti di condizionamento che possono determinare un aumento della ca-rica biotica aerodispersa (spore funginee, agenti microbici, virus, allergeni). Infine va rappresen-tato come, anche la determinazione della con-centrazione di particelle aerodisperse in definite condizioni ambientali, in assenza di condiziona-
mento e filtrazione dell’aria, pur nei limiti di una misura puntiforme, può tuttavia avere un impor-tante valore indicativo delle ricorrenti condizioni di igiene ambientale, agendo da primo controllo capace di indirizzare altre verifiche ambientali o organizzative.
LABORATORI BIOLOGICINei laboratori biologici che assumiamo per sintesi come modello complesso, a norma del D.Lgs. n. 626/94 (Cfr. Titolo X D.Lgs. 81/08 n.d.r.) e visti i criteri generali espressi per le degenze infettive, il Datore di lavoro deve assicurare le idonee misure di contenimento di secondo li-vello per gli agenti biologici di gruppo 2, di terzo livello per quelli di gruppo 3, di quarto livello per quelli di gruppo 4.In relazione al controllo della qualità dell’aria, ricordiamo il previsto isolamento della zona di lavoro nell’edificio con filtrazione assoluta HEPA sull’aria estratta (livello 3) e sull’aria estratta e immessa (livello 4), il totale isolamento ermeti-co dell’area per la disinfezione, la previsione di una stabile pressione negativa dei locali rispetto a quella atmosferica. Considerato per esempli-ficazione un laboratorio con livello 3 di conte-nimento, oltre al ricorso alla pressione negativa del locale, zona filtro, adozione di cappe a flusso laminare, può assumersi un valore minimo di so-glia di 10 ricambi ora senza ricircolo, filtrazio-ne dell’aria con filtri assoluti tipo HEPA classe H14 o ULPA classe U15, testati con particelle da 0,12 e 0,20 μm. La classe di pulizia di ogni ambiente deve risultare crescente in qualità dal locale spogliatoio al locale decontaminazione e laboratorio, rispettivamente ISO 6, ISO 5, ISO 5 (ISO 14.644 – 1), in condizioni basali. Nel caso descritto le pressioni relative indicate risultano di - 15 Pa nel locale spogliatoio; - 30 Pa nel locale decontaminazione; - 25 Pa nel locale laboratorio. In chiusura ricordo la generale utilità di evitare la captazione dell’aria per il condizionamento, al suolo o addirittura in centrali alloggiate nel sot-tosuolo, preferire sistemi di umidificazione dell’a-ria a temperature elevate, evitare ogni ricircolo dell’aria esausta, recuperando per scambio ter-mico la sua energia, ottimizzare la manutenzione ed i controlli ambientali periodici.
CONCLUDOIl costo umano, sociale e sanitario delle Infezioni Ospedaliere in Europa è molto elevato: il suo contenimento diviene preciso obbiettivo della
75Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
Unione Europea attraverso atti armonizzati tra gli Stati membri.Il controllo fisico e microbiologico secondo standar-dizzazione europea degli impianti di condiziona-mento e ricambio dell’aria ambiente nei locali assistenziali (UNI EN ISO 14.644 – 2001, UNI EN 13098, UNI EN 556 – 1 - 2002), costituisce uno dei possibili interventi in grado di ridurre l’incidenza di infezioni nosocomiali. Anche i ri-schi da agenti fisici hanno grande rilevanza nella possibile induzione di patologie da lavoro, no-socomiali, di comunità. Nondimeno la razionale gestione di impianti tecnologici e fonti di energia attraverso una progettazione evoluta un esperto controllo, esperta manutenzione periodica attenta
al risparmio energetico ma senza tagli lineari, di-mostrano grande rilievo. Questo contributo intende esplorare la possibilità di allineare la finalità primaria della promozione della salute della popolazione attraverso la più ra-zionale ed evoluta gestione dell’Ospedale contri-buendo alla sua sicurezza, sostenibilità, qualità am-bientale, innovazione tecnologica e professionale.Questo potrà a sua volta contribuire a soste-nere l’energia per la vita, a nutrire il pianeta a diffondere e sostenere la necessaria rivoluzio-ne alimentare che tanto serve sia agli individui umani poveri che ricchi che lo popolano, per i generali fini di salute e benessere, di sviluppo economico e commerciale. n
Per documentarsi ed avere informazioni di dettaglio, contattare:ICPrev Srl · Istituto di Certificazione per la Prevenzione
Via del Vecchio Politecnico, 7 · 20121 Milano · Tel. 0276002015 · Fax 0276020494
E-mail: icprev@networkaias.it · www.icprev.it
Certifica le competenze delle figure professionali operanti nei settori della Sicurezza, Salute e Protezione Ambientale nei luoghi di lavoro e di vita.
I processi e gli schemi di certificazione sono conformi alla norma UNI CEI ISO/IEC 17024 relativa agli Organismi di certificazione di persone e sono armonizzati a livello europeo.
L’accreditamento di ICPrev da parte di ACCREDIA* ne garantisce l’indipendenza con la corretta applicazione degli standards Europei.
Schemi ICPrev accreditati:MSSS (Manager dei Sistemi di Sicurezza e Salute) - COORDSPP (Coordinatore per la Sicurezza) ASPP (Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione) - CSP-CSE (Coordinatore nei cantieri) SAFETY AUDITOR e LEAD AUDITOR SAFETY dei Sistemi di Gestione BS OHSAS 18001
Organismodi Certificazione
Professionale Volontaria del Networkaias
PRS N° 067CMembro degli accordi di mutuo riconoscimento EA, IAF e ILACSignatory of EA, IAF and ILAC
Mutual Ricognition Agreements
(*) Ente Italiano di Accreditamento, unico organismo nazionale autorizzato dallo Statoa svolgere attività di accreditamento, riconosciuto dal 22/12/2009e nato dalla fusione di Sinal e Sincert.
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PRS N° 067CMembro degli accordi di mutuo riconoscimento EA, IAF e ILACSignatory of EA, IAF and ILAC
Mutual Ricognition Agreements
(*) Ente Italiano di Accreditamento, unico organismo nazionale autorizzato dallo Statoa svolgere attività di accreditamento, riconosciuto dal 22/12/2009e nato dalla fusione di Sinal e Sincert.
BANDI ACCREDITATI
MSSS - Manager dei Sistemi di Sicurezza e Salute La certificazione MSSS consente anche una doppia iscrizione: al Registro MSSS e al Registro europeo di ENSHPO (European Network of Safety and Health Professional Organizations)COORD SPP - Coordinatore del Servizio di Prevenzione e Protezione
ASPP - Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione
CSP/CSE - Coordinatore di Sicurezza nei Cantieri in fase di Progettazione ed Esecuzione
SAFETY AUDITOR e LEAD AUDITOR SAFETY dei Sistemi di Gestione BS OHSAS 18001
ALTRI BANDI con prospettiva di accreditamento
Membro ODV - Membro dell’Organismo di Vigilanza per le Aree di Sicurezza e Protezione Ambientale DOC - FORM - Docenti e formatori in materia di Sicurezza Salute e Ambiente COAPI - Coordinatore Aziendale di Prevenzione Incendi B-BS - Professionista di Sicurezza basata sul comportamento Behavior Based Safety, su tre livelli: Esperto, Specialista e MasterMTZ - Professionisti per l’area di Manutenzione secondo la norma UNI 11420:2011 con 4 figure professionali
QUAL - CORSI - Qualificazione di iniziative formative in materia di Sicurezza Salute e Ambiente secondo la norma ISO 29990
BANDI IN REVISIONE O IN PROGRAMMAZIONE
AUDITOR QUALITÀ e AMBIENTE - In programmazione
CSGA/RSGA - Consulente/Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale In revisione
MANAGER HSE - In programmazione
MSSS Sanità - Manager di Sicurezza Comparto Sanità In revisione
OPPORTUNITÀ PER I CERTIFICATI
SAFETY AUDITOR (DI TERZA PARTE) - Candidati alla certificazione con ICPrev: un’opportunità come osservatori con la convenzione con il gruppo RINA
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Per maggiori informazioni consulta il sito ICPrev: http://www.icprev.it
OBIETTIVI L’ Executive Program HSE System Manager – Maritime Edition è un progetto innovativo di alta formazione professionale sviluppato in collaborazione con MIB School of Management, finalizzato a supportare aziende e professionisti nell’implementare sempre più elevati livelli di salute e sicurezza attraverso lo sviluppo di figure professionali dedicate sempre più qualificate e con una visione strategica della tematica. Attraverso un approccio operativo e gestionale, in accordo con le linee guida internazionali e basato su casi reali e testimonianze aziendali, il percorso di alta formazione mira a: Accompagnare la funzione HSE nel consolidamento del proprio ruolo strategico nella definizione delle policy aziendali; Potenziare la capacità dei referenti della funzione HSE di gestione integrata del rischio, ampliando le conoscenze degli strumenti di governance tecnica e gestionale per garantire la business continuity; Supportare i Manager HSE nell’implementare e sostenere il cambiamento nella propria realtà aziendale.
DESTINATARI Il corso per MANAGER HSE MARITTIMO PORTUALE si rivolge a professionisti e figure aziendali che hanno già maturato una buona esperienza in ambito dei Servizi di Prevenzione e che intendono promuoversi per ruoli di Manager HSE e/o che intendono approfondire una conoscenza gestionale delle tematiche acquisendo anche una visione manageriale del proprio ruolo.
CERTIFICAZIONE PROFESSIONALE Al termine del corso viene rilasciato un attestato di frequenza che consente di poter accedere al bando di certificazione IcPrev del Manager dei Sistemi di Sicurezza e Salute (MSSS).
CREDITI FORMATIVI Sono previste 32 ore quali crediti formativi per ASPP‐RSPP D. Lgs. 81/2008
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI www.aiasacademy.it
AIAS ACADEMY ‐ Tel. 02.65.96.131 Sede del corso : TRIESTE
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI Quote di partecipazione € 4.000,00 + IVA 22% € 3.200,00 + IVA 22% Socio Aias /Certificato IcPrev
MODALITÀ DI ISCRIZIONE Le iscrizioni avvengono attraverso il sito www.aiasacademy.it Per agevolazioni o condizioni di pagamento particolari contattare il Tutor del corso : Gilberto Crevena – gcrevena@aiasacademy.it Le iscrizioni saranno accettate fino a esaurimento dei posti disponibili. Il corso sarà attivato solo al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. AIAS ACADEMY si riserva la facoltà di annullare le iniziative o modificare il programma, dandone comunicazione entro 5 gg. dalla data prevista; in caso di annullamento o cambiamento della data l’utente potrà utilizzare la quota per la successiva edizione del corso o richiedere la restituzione della quota versata.
RINUNCE O ANNULLAMENTO DEL CORSO In caso di eventuali rinunce, non pervenute per iscritto al tutor gcrevena@aiasacademy.it almeno sette giorni lavorativi prima dell’inizio della manifestazione prescelta, sarà addebitata l’intera quota di iscrizione.
DURATA 120 ore ‐ Orario 8.45/17.45 al mercoledi, giovedi e venerdi
IN COLLABORAZIONE CON
MIB School of Management Trieste e
____________________________________
AIAS ACADEMY Srl Accreditamento Regione Lombardia
n. 0043 del 01/08/2008
EXECUTIVE PROGRAM MANAGER HSE
MARITTIMO PORTUALE (120 ore)
Competenze Manageriali e Strumenti Operativi per la Gestione Strategica della Compliance e Cambiamento
culturale nelle Aziende Marittimo Portuali
TRIESTE, 18 FEBBRAIO / 26 GIUGNO 2015
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OBIETTIVI Secondo quanto previsto dalla L.447/95 e dai suoi decreti attuativi, il corso ha come obiettivo la somministrazione delle basi di conoscenza e la sperimentazione, attraverso esercitazioni pratiche, delle capacità analitiche e progettuali richieste al Tecnico Competente in Acustica Ambientale. Il corso prevede anche elementi specifici di formazione relativa all’ambito industriale e alla valutazione e bonifica del rumore negli ambienti di lavoro, secondo le nuove specifiche introdotte dal D.Lgs. 81/2008. Nel corso, oltre alle nozioni per la corretta programmazione ed esecuzione delle rilevazioni fonometriche e dalla analisi dei dati misurati, verranno somministrate ai partecipanti nozioni per lo svolgimento dei diversi compiti previsti dalle disposizioni di legge in materia di inquinamento acustico, nonché per la pianificazione e gestione di tutte le fasi progettuali e operative per la risoluzione di problemi di acustica ambientale di media complessità scientifica e organizzativa: dalla classificazione acustica del territorio, alla definizione dei piani di risanamento acustico, alla previsione e valutazione del clima acustico e dell’impatto acustico di macchinari e attività rumorose. L’insieme dei temi trattati corrisponde ed amplia la tipologia di competenze previste per la figura istituzionale di “Tecnico competente in acustica ambientale”, come definita dalla Legge 447/95 (Legge quadro sull’inquinamento acustico).
DESTINATARI Il corso è rivolto a chiunque sia in possesso di laurea o diploma di laurea in materie tecniche e scientifiche e anche a diplomati di scuola superiore il cui curriculum scolastico professionale comprenda conoscenze di base e/o significative esperienze lavorative nel campo dell’acustica. In particolare il corso è rivolto a coloro che aspirano a diventare Tecnico Competente in Acustica Ambientale e sono già in possesso del titolo di studio previsto dalla legge.
DURATA 160 ORE ‐ ORARIO 8:45‐17:45 AL GIOVEDI VENERDI E SABATO
ATTESTATI Gli attestati nominali saranno rilasciati a seguito della frequenza completa del corso (sono permesse assenze solo per il 20% del monte ore totale) e a seguito del superamento del test finale di verifica dell’apprendimento.
CREDITI FORMATIVI Sono previste 32 ore quali crediti formativi per ASPP ‐ RSPP D.Lgs. 81/08
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI
www. aiasacademy.itAIAS ACADEMY Srl ‐ Tel. 02.65.96.131 Sede del corso : MILANO
Quote di partecipazione € 3.500,00 + IVA 22% Corso Completo € 2.800,00 + IVA 22% Socio Aias e Certificato IcPrev
MODALITÀ DI ISCRIZIONE Le iscrizioni avvengono attraverso il sito www.aiasacademy.it Per agevolazioni o condizioni di pagamento particolari contattare il Tutor del corso: Gilberto Crevena – gcrevena@aiasacademy.it Le iscrizioni saranno accettate fino a esaurimento dei posti disponibili. Il corso sarà attivato solo al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. AIAS ACADEMY si riserva la facoltà di annullare le iniziative o modificare il programma, dandone comunicazione entro 5 gg. dalla data prevista; in caso di annullamento o cambiamento della data l’utente potrà utilizzare la quota per la successiva edizione del corso o richiedere la restituzione della quota versata.
RINUNCE O ANNULLAMENTO DEL CORSO In caso di eventuali rinunce, non pervenute per iscritto al tutor gcrevena@aiasacademy.it almeno sette giorni lavorativi prima dell’inizio della manifestazione prescelta, sarà addebitata l’intera quota di iscrizione.
IN COLLABORAZIONE CON
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AIAS ACADEMY Srl Accreditamento Regione Lombardia
n. 0043 del 01/08/2008
Progettazione Acustica – La figura del Tecnico competente (160 ore)
FORMAZIONE PER TECNICO COMPETENTE IN ACUSTICA AMBIENTALE ai sensi della L. 447/95
Milano, 12 Febbraio – 15 maggio 2015
79Informatore AIAS | N.2/2014 |
notizie dal networkaiaS
La notizia merita un’edizione straordinaria perché, stando al disegno di legge costituzionale di riforma del Titolo V
della Costituzione, la tutela e sicurezza del lavoro verrebbero tolte dalla competenza concorrente tra lo Stato e le Regioni, per essere attribuite alla esclusiva competenza dello Stato.È l’art. 117 della Costituzione che regola il riparto delle com-petenze tra lo Stato e le Regioni e le suddivide tra quelle esclusive dello Stato, quelle concorrenti Stato - Regioni e, infine, quelle residuali, cioè di competenza esclusiva delle Regioni.Ebbene nel nuovo art. 117 sparirebbero tutte le compe-tenze una volta affidate alla competenza concorrente di Stato e Regioni e, tra queste, anche la tutela e la sicurezza sul lavoro.Via la competenza, via la Conferenza Stato – Regioni, ba-sta con gli Accordi Stato-Regioni originari, interpretativi ed applicativi, comunque sempre interpretati ed applicati da ciascuna regione a modo proprio attraverso la moltiplica-zione delle delibere e degli atti amministrativi, tesi a “rece-pire” a livello regionale quanto definito dalle stesse regioni a livello nazionale in sede di conferenza stato-regioni e poi puntualmente corretto o precisato con l’introduzione di mil-le distinguo con lo scopo di inasprirne l’applicazione o, al contrario, mitigarne la portata, ma pur sempre derogando dalla regola generale, con ciò creando un sistema diverso tra un territorio ed un altro.In Lombardia si è financo stabilita la grammatura della car-ta per gli attestati di avvenuta formazione da rilasciare a chi abbia frequentato i corsi di sicurezza sul lavoro. Non ci credete? Entrate nei siti delle regioni ed andate a vedere tra la miriade di regole emanate a livello regionale su questa materia. Ne troverete delle belle. E allora via anche il super apparato burocratico messo in piedi da alcune regioni, per la riscrittura di quanto già scritto a livello nazionale, via le differenze nell’applicazione della norma tra regione e regione e basta anche con gli ispettori-formatori, super pagati per svolgere attività formativa. Torni-no a fare prevenzione attraverso la vigilanza, e non attraver-so i corsi di formazione. Oppure cambino mestiere.Per la formazione da qualche giorno ci sono i “formatori qualificati”. Usiamoli. …
Tolta alle Regioni la competenza in materia di sicurezza sul lavoro!
Io spero che anche qui, con gli occhi un po’ più addosso, ci si dovrà attenere più puntualmente alla norma evitando la tentazione di derogare. È il numero delle vittime degli infor-tuni in questa terra che richiede maggior impegno e serietà nell’organizzazione e gestione del sistema (provinciale) di prevenzione.
La situazione sopra descritta è talmente evidente in una recentissima “Determinazione della Regione Piemon-te” che AIAS, ANFOS ed altre strutture di formazione hanno presentato ricorso al TAR regionale chiedendo l’annullamento, previa sospensiva, della Delibera Giunta Regionale del 17/06/2013 n. 22-5962 e della Deter-minazione Dirigenziale 01/04/2014 n. 239 avente ad oggetto “aggiornamento delle indicazioni operative per la formazione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al D.Lgs. 81/08 e s.m.i., approvata con DGR n. 22-5962 del 17/06/2013”.Infatti tale determinazione, creando un sistema paralle-lo di riconoscimento dei soggetti formatori rispetto a quelli autorizzati direttamente dalla normativa nazionale allo svolgimento della formazione, limita arbitrariamen-te la possibilità dello svolgimento della formazione dei soggetti qualificati e dei lavoratori, dirigenti e prepo-sti ex art. 37 D.lgs. 81/08 e Accordo Stato-Regioni del 21/102/2011 ai soli soggetti formatori individuati nell’e-lenco dei soggetti formatori regionali cui è possibile accedere solo dimostrando il possesso di requisiti non pertinenti all’attività formativa stessa.Questa paradossale situazione crea una situazione di fat-to per cui un soggetto formatore non inserito nel sud-detto illegittimo elenco regionale si trova nella impossibi-lità di esercitare in Piemonte l’attività formativa in materia di salute e sicurezza del lavoro. Come sottolineato da Mugliari e nel ricorso presentato al TAR, soggiogando a vincoli impropri e incongrui rispet-to alla legge l’esercizio delle attività formative si ha inevi-tabilmente un aggravio dei RISCHI PER I LAVORATORI perché la formazione diventa più difficile ed onerosa da erogare. n
abstract
Dal Blog del Consigliere Nazionale AIAS e Coordinatore AIAS delle province autonome di Trento e Bolzano, Franco Mugliari.
The authority on occupational safety is taken away from Regions! From the blog of Franco Mugliari National AIAS Councilor and Coordinator for the Provinces of Trento and Bolzano.
80 | N.2/2014 | Informatore AIAS
Associazione professionale Italiana Ambiente e SicurezzaPassione tenace per la prevenzione ef f icace
S e d e o p e r a t i v a : V i a d e l V e c c h i o P o l i t e c n i c o , 7 - 2 0 1 2 1 M i l a n o
T e l . 0 2 . 7 6 0 0 . 2 0 1 5 – 0 2 . 7 6 0 2 . 2 4 2 4 – F a x 0 2 . 7 6 0 2 . 0 4 9 4
sito web: www.aias-sicurezza.it ; e-mail: aias@networkaias.it
Comunicato Stampa AIASFonte: SicurtechVillage
Sicurtech Village: nuova cultura antincendio è possibileRoma 18 giugno 2014: grande successo per la terza tappa
Sicurtech Village, la mostra convegno itinerante dedicata ai temi legati alla «cultura della sicurezza antincendio, alle soluzioni e agli aspetti tecnico-normativi», ha lo scopo di far conoscere le più recenti innovazioni in materia. Un tour di approfondimento che, toccando diverse città italiane, riflette su tematiche di cogente attualità ed interesse, grazie al contributo di tecnici, professionisti, addetti antincendio, addetti ai servizi di sicurezza e di prevenzione, consulenti, esponenti degli ordini professionali, aziende, imprenditori, università.
Le Associazioni promotrici dell’iniziativa, tra cui AIAS, svolgono da tempo un’importante funzione di raccordo con le Istituzioni Pubbliche a livello nazionale, europeo e internazionale, contribuendo in maniera sostanziale alla messa a punto di normative e regolamenti in grado di far fronte alla rapida evoluzione del mercato della sicurezza e dell’antincendio.
Roma 18 giugno 2014: grande successo per la terza tappaAnche la tappa di Roma – con i suoi 500 tecnici presenti – ha dimostrato che una nuova cultura antincendio è possibile.
L’Auditorium della Tecnica (Confindustria) ha ospitato la terza tappa del Sicurtech Village riscuotendo grande successo di professionisti esperti del settore. Filo conduttore dei quattro appuntamenti è stato l’acceso dibattito: c’è la voglia di cambiare, di migliorare e proteggere il patrimonio esistente.L’appuntamento di Roma ha fatto emergere nuovamente quanto sia importante collaborare e lavorare insieme per prevenire i rischi. E questo è possibile solo se si vanno a coinvolgere tutte le parti interessate con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la salute.
Ad aprire i lavori della mattina è Luciano Nigro(Presidente EUROFEU, Vicepresidente Commissione Protezione Attiva UNI, Vicepresidente Associazione Italiana Ingegneria Antincendio, Consigliere UMAN, Consulente Marioff Corp.) che ha illustrato la normativa vigente ed il ruolo del professionista antincendio. Ad entrare nel dettaglio sul nuovo progetto di semplificazione per le norme antincendio è Roberto Emmanuele, Funzionario Direttivo Antincendi.
Un brillante quadro sul ruolo delle imprese e delle associazioni professionali italiane è stato fornito, rispettivamente da Natale Mozzanica (Responsabile
formazione tematiche antincendio e Coordinatore Gruppo Impianti e Sottogruppo Manutenzione Impianti UMAN, Membro Commissione Protettiva Attiva UNI) e Tiziano Zuccaro (Presidente Vicario Associazione Professionale AIAS (APA) Prevenzione Incendi, rappresentante nazionale in seno alla CFPA-Europe).La giornata è proseguita con l’approfondimento di alcune tematiche che già dalla mattina hanno suscitato interesse nella platea come, ad esempio, il ruolo dell’asseveratore o l’analisi dei rischio incendio per le aziende ed i professionisti.
81Informatore AIAS | N.2/2014 |
notizie dal networkaiaS
Gentile dottor Rino Pavanello, gentili tutti pre-senti
sono lieto di poterLe far pervenire un mio sa-luto e un incoraggiamento in questo giorno. Parlo come Responsabile della Pastorale So-ciale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Milano e vi porto anche il saluto del Cardinale che mi ha delegato di veni-re tra voi.Il senso della vostra iniziativa, mi pare di capire, vuole essere quello di promuo-vere la prevenzio-ne degli infortuni e delle Malattie Pro-fessionali e la crea-zione - a livello in-ternazionale - di una prevenzione per la sicurezza globale e la cultura della sa-lute che coinvolga tutte le parti inte-ressate (datori di lavoro, lavoratori e loro Organizzazioni, Stati ed Enti, ecc.). Oggi nel mondo le Malattie Professio-nali sono la princi-pale causa di deces-si legati al lavoro.La logica che vi muove è quella che viene ben esplicita-ta dal proverbio se-condo cui: prevenire è meglio che curare. Peraltro il costo della mancata pre-venzione incide sul bilancio degli Stati
Lettera di plauso, a firma di Don Walter Magnoni
Responsabile Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Milano, per l’iniziativa CIIP, nell’ambito del Workers Memorial Day, International Panel su salute, sicurezza e diffusione della
cultura della prevenzione negli ambienti di vita, di studio e di lavoro – Milano 28 aprile 2014
ed anche in maniera rilevante.Inoltre, apprezzo anche la vostra lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. A tal pro-posito mi piace ricordare come l’attenzione a un lavoro che promuovesse la dignità della persona è stata una costante attenzione del Magistero sociale della Chiesa.
82 | N.2/2014 | Informatore AIAS
notizie dal networkaiaS
La prima Enciclica sociale - la Rerum Novarum - firmata da Leone XIII nel lontano 1891, aveva tra i suoi principali obiettivi anche quello di combattere lo sfruttamento di donne e bam-bini, costretti a ritmi di lavoro disumani e sen-za le benché minime tutele.Giovanni Paolo Il nell’Enciclica Laborem Exer-cens del 1981 , in un passaggio significativo in merito al vostro tema affermava: «Bisogna continuare a interrogarsi circa il soggetto del lavoro e le condizioni in cui egli vive. Per rea-lizzare la giustizia sociale nelle varie parti del mondo, nei vari Paesi e nei rapporti tra di loro, sono necessari sempre nuovi movimenti di so-lidarietà degli uomini del lavoro e di solidarietà con gli uomini del lavoro. Tale solidarietà deve essere sempre presente là dove lo richiedono la degradazione sociale del soggetto del lavo-ro, lo sfruttamento dei lavoratori e le crescenti fasce di miseria e addirittura di fame. La Chie-sa è vivamente impegnata in questa causa, per-ché la considera come sua missione, suo ser-vizio, come verifica della sua fedeltà a Cristo, onde essere veramente la “Chiesa dei poveri”. E i “poveri” compaiono sotto diverse specie; compaiono in diversi posti e in diversi mo-menti; compaiono in molti casi come risultato della violazione della dignità del lavoro umano: sia perché vengono limitate le possibilità del lavoro - cioè per la piaga della disoccupazione -, sia perché vengono svalutati il lavoro ed i diritti che da esso scaturiscono, specialmente il diritto al giusto salario, alla sicurezza della per-sona del lavoratore e della sua famiglia» (LE 8).L’attenzione al mondo del lavoro e ai lavorato-ri portò Giovanni Paolo Il a lanciare un appello per “una coalizione mondiale in favore del la-voro decente”.Papa Benedetto XVI riprese queste conside-razioni del suo predecessore e le rilanciò con forza nell’Enciclica Caritas in Veritate. Questo
testo, a partire dalla consapevolezza di un mondo ormai globalizzato, cerca di mettere in guardia dai rischi insiti in certi processi.Afferma Papa Benedetto: «II mercato ha sti-molato forme nuove di competizione tra Stati allo scopo di attirare centri produttivi di im-prese straniere, mediante vari strumenti, tra cui un fisco favorevole e la deregolamentazione del mondo del lavoro. Questi processi hanno comportato la riduzione delle reti di sicurez-za sociale in cambio della ricerca di maggiori vantaggi competitivi nel mercato globale, con grave pericolo per i diritti dei lavoratori, per i diritti fondamentali dell’uomo e per la solida-rietà attuata nelle tradizionali forme dello Stato sociale. I sistemi di sicurezza sociale possono perdere la capacità di assolvere al loro compito, sia nei Paesi emergenti, sia in quelli di antico sviluppo, oltre che nei Paesi poveri» (CV 25).Papa Francesco nel suo continuo denunciare la “cultura dello scarto” e la “globalizzazione dell’indifferenza” mostra la necessità di un’at-tenzione alla persona in tutte le sue forme di vita. Scrive Papa Francesco nell’Evangelii Gau-dium: «Abbiamo dato inizio a una cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta col-pita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”» (EG 53).Il garantire condizioni di lavoro sicure è una via che la Chiesa da sempre segnala ed è per tali ragioni che mi sento d’incoraggiare il vostro impegno.Il Signore Vi benedica e vi doni forza per con-tinuare un’opera atta a far crescere il bene comune. n
83Informatore AIAS | N.2/2014 |
comitato tecnico scientifico (cts)
ELENCO DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO AIAS (CTS)DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI AIAS (APA)
E DEI RELATIVI GRUPPI TECNICI
DIREZIONE
AIAS Presidente – Ing. Giancarlo Bianchi
Coordinatore Operativo CTS – Ing. Mario Alvino (V. Presidente AIAS)
Segreteria tecnica del CTS – Dott. Riccardo Belloni (Segretario Generale AIAS)
AIAS ACADEMY Presidente - Ing. Giancarlo Bianchi
Amm. Delegato e Direttore Generale – Dott. Arnaldo Zaffanella (V. Presidente AIAS)
ICPrev Amm. Unico e Responsabile Certificazione – Ing. Claudio Munforti
RAPPRESENTANTI D’ ISTITUZIONE
VVF: Ing. Antonio Monaco INAIL: Dott. Fabrizio Benedetti UNI: Ing. Ruggero Lensi
LEGENDA
Comitato Tecnico (CT):Raggruppa professionisti di ambiti professionali generici e trasversali alle Associazioni professionali AIAS specialistiche
Gruppo Tecnico( GT):Raggruppa professionisti di ambiti professionali specialistici verticali inseriti in una specifica Associazione professionale AIAS
Gruppo di Lavoro (GdL):Sottogruppo di un comitato o gruppo tecnico avente la funzione di rappresentare figure professionale ad “alta” specializzazione
Gruppo di Progetto (GdP): Gruppi temporanei aggregati ad alta professionalità per realizzare un determinato progetto
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comitato tecnico scientifico (cts)
COMITATO TECNICO SCIENTIFICO AIAS e relativi coordinatori
SETTORE 1: NORMATIVA, INDIRIZZI LEGISLATIVI, TUTELA E ASSISTENZA SINDACALE, ASSISTENZA ASSICURATIVA1.1 Comitato Normativa e Tutela legale Giorgio Carozzi1.2 Comitato Tutela e Assistenza Sindacale Leo Scandora1.3 Comitato Tutela Assicurativa Luigi Chiechi
SETTORE 2: ORGANIZZAZIONE E GESTIONE PER LA PREVENZIONE2.1 Sistemi di gestione Alessandro Foti2.2 Indirizzo e Coordinamento delle APA Giancarlo Bianchi2.3 Analisi del valore e statistiche Alessandro Frolla2.4 Indirizzi metodologici, terminologia e Statistiche Giordano Zappa 2.5 Supporti informatici e internet Riccardo Bianconi2.6 Behavior Based Safety e Fattori comportamentali Fabio Tosolin2.7 Responsabilità sociale e sviluppo sostenibile Luigi Di Marco
SETTORE 3: ERGONOMIA E FATTORE UMANO3.1 Fattori psicosociali Michele Maisetti3.2 Ergonomia Luigi Chiechi
SETTORE 4: COMUNICAZIONE4.1 Comunicazione Luigi Chiechi
ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI AIAS, GRUPPI TECNICI e RELATIVI COORDINATORI
APA PrevenzioneAssociazione professionale Aias Professionisti per la Protezione e Prevenzione
Gruppi tecnici (P)
P1 Attrezzature di lavoro e impianti per la produzione Giovanni AmendoliaP2 Igiene del lavoro Carlo SalaP3 Rischio elettrico Giuseppe BosisioP4 Acustica e vibrazioni Sergio LuzziP5 Rischi nei parchi, giardini e aree verdi attrezzate -P6 Sicurezza del prodotto Giovanni AmendoliaP7 Dispositivi di protezione Boldrini Luca P8 Laboratori di analisi Mario AlvinoP9 Rischi nei strutture ricettive e alberghi Biagio Principe
P10 Aree espositive Mario AlvinoP11 Wellness -P12 Spettacoli aperti al pubblico Riccardo Savarino
P13 Medicina del lavoro Aldo Arcieri
APA FormazioneAssociazione professionale Aias Formatori per la Prevenzione
Gruppi tecnici (F)F1 Formazione Piergiorgio Frasca
APA Costruzioni Associazione professionale Aias Coordinatori della sicurezza comparto Costruzioni
Gruppi tecnici (C)C1 Costruzioni Carlo Pozzi C2 Attività estrattive Simone Donati
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APA Prevenzioni IncendiAssociazione professionale Aias Professionisti Prevenzione Incendi
Gruppi tecnici (I)I1 Prevenzione incendi Tiziano Zuccaro
APA MareAssociazione professionale Aias professionisti Marittimo e Portuale
Gruppi tecnici (M)
M1 Marittimo e portuale Gennaro Esposito
APA EnergiaAssociazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)A2 Energia e fonti rinnovabili Patrizio Nonnato
APA Organismo di VigilanzaAssociazione professionale Aias Professionisti Organismo di Vigilanza
Gruppi tecnici (O)
O1 Organismo di Vigilanza Giorgio Carozzi
APA Ambiente Associazione professionale Aias Professionisti del settore Ambientale ed Energetico
Gruppi tecnici (A)
A1 Protezione ambientale operativaA3 Amianto e Fibre artificiali Vetrose (FAV) Bruno Nello Bellini
APA Security & SafetyAssociazione professionale Aias Professionisti del settore Security & Safety
Gruppi tecnici (S)S1 Security & Gestione del Rischio Gianna DetoniS2 Difesa e Forza di Polizia Umberto Fragassi S3 Enti finanziari e assicurativi Testa Aldo Alberto
APA Lavori in quota Associazione professionale Aias professionisti dei lavori in quota
Gruppi tecnici (C)
C3 Cadute dall’alto Giancarlo Vitali
APA Agro-AlimentareAssociazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)
Aa1 Agroalimnentare Marco Mascherpa
APA AgricolturaAssociazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)
Ag1 Agricoltura Giovanni Matteazzi
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APA Protezione CivileAssociazione professionale Aias Professionisti Protezione Civile
Gruppi tecnici (Cv)
Cv1 Protezione civile Gino BarralCv2 Rischi di incidenti rilevanti Fabio Cortesi
APA SanitàAssociazione professionale Aias Professionisti Sanità
Gruppi tecnici (Sn)
Sn1 Sanità Francesco De BartolomeisSn2 Odontoiatria Rossella Tosetto
APA EducazioneAssociazione professionale Aias Professionisti Educazione Permanente
Gruppi tecnici (E)
E1 Settore scolastico Andrea Moioli E2 Rapporti con studenti Lorenzo Manganiello
APA Pubblica AmministrazioneAssociazione professionale Aias Professionisti Protezione Civile
Gruppi tecnici (Pb)Pb1 Pubblica Amministrazione Riccardo Albertini
APA NeveAssociazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)
N1 Impianti di risalita Franco Mugliari
N2 Piste da sci Franco Mugliari
APA TrasportiAssociazione professionale Aias Professionisti del settore dei Trasporti
Gruppi tecnici (T)
T1 Trasporto su gomma -T2 Trasporto su binari -T3 Trasporto aereo Tiziano CatenaT4 Aeroporti Tiziano Catena
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