intervento aeradria intervento in consiglio comunale 02 08-2012 1516
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INTERVENTO DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE
DEL AGOSTO 2012
di Carla Franchini
Presidente, consiglieri tutti,
La Società Aeradria ha deliberato un ulteriore aumento di capitale per un importo di 7 milioni di
Euro.
Ancora una volta quindi si rivolge ai soci per richiedere risorse finanziarie pubbliche per
sostenere le proprie attività.
Sarebbe troppo semplice per noi soffermarci su “l’avevamo detto lo scorso anno”.
Preferiamo invece analizzare l’andamento della gestione societaria sulla scorta dei dati di
bilancio chiuso al 31.12.2011 e delle Relazioni di sindaci e revisori.
Il bilancio si chiude con l’ennesima perdita di esercizio, di importo pari a 2.098.000 euro.
Dall’esame delle relazioni del Collegio Sindacale ed in particolare dalla Relazione della Società di
Revisione è forte il sospetto che la perdita possa essere di dimensioni molto più pronunciate.
E’ sconcertante infatti leggere nei documenti ufficiali degli organi di controllo che “le
operazioni di controllo sulle poste di bilancio (..)sono state rese notevolmente difficoltose dalla
mancata e/o incompleta consegna, in alcuni casi, dei documenti di supporto, peraltro reiteramente
richiesti”.
Non solo. La società di Revisione enumera una serie impressionante di rilievi che la portano a
concludere – come lo scorso anno, peraltro – di non essere in grado di esprimere un giudizio sul
bilancio di esercizio chiuso al 31.12.2011.
Solo alcuni esempi.
Nella voce Crediti verso altri la Società ha contabilizzato l’importo di € 3.505.000 che non
ha trovato riscontro nei saldi dei debitori. In altri termini la Società di Revisione non ha
avuto risposta da parte dei debitori circa il loro debito nei confronti di Aeradria… Forse
erano sorpresi!
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Il bilancio evidenzia un debito commerciale verso un fornitore, per un importo di €
3.253.000 generatosi a fronte di servizi marketing in base ad un accordo che ad oggi non
risulta sottoscritto dalla controparte ed a fronte delle quali non risultano ancora
pervenute alla società le relative fatture. Sul punto la società di revisione chiarisce che
“in assenza del citato contratto, non avendo ottenuto dal fornitore risposta diretta alla
nostra richiesta di conferma dei saldi e non essendo possibile effettuare procedure di
revisione alternative (..)non ci hanno consentito di concludere in merito alla corretta
rilevazione delle suddette poste di bilancio.
Operazioni con la società controllata AIR consistenti in contratti la cui causa è di incerta
interpretazione. Non si sa chi fa che cosa, chi paga, chi riceve servizi. Solo operazioni
contabili.
In altre parole, neanche la Società di Revisione è in grado di interpretare l’operato di Aeradria.
Ora, politicamente, si può anche assumere, entro certi limiti, che la gestione di una società
pubblica operante in particolari settori sia sostenuta entro ragionevoli limiti di perdite
d’esercizio.
Ma ciò imporrebbe, da parte degli amministratori, una assoluta trasparenza sui fatti di gestione
nonché uno spirito di inequivocabile collaborazione e rispetto delle Istituzioni che hanno
previsto la revisione dei bilanci da parte di apposita Società.
E’ di tutta evidenza che le difficoltà di Sindaci e Revisori nel reperire la documentazione per
operare il proprio controllo dimostrino un comportamento antitetico, sconfinante
nell’imbarazzo, volto (forse) a celare – laddove se ne ravvisasse ancora la necessità – la
situazione di grave crisi aziendale in cui versa Aeradria.
Non si può quindi non chiamare in causa la cattiva gestione e le conseguenti responsabilità
degli amministratori.
Ricordiamocelo: usano denari dei cittadini! Che meriterebbero quantomeno rispetto!
Ma sulla questione delle responsabilità degli amministratori ritorneremo.
Il Collegio Sindacale e la Società di Revisione certificano che la Società, allo stato attuale, non è
più in grado onorare gli impegni con il maggior vettore, né quelli, più in generale, con i fornitori,
l’Erario, gli Istituti Previdenziali (non paga i contributi), non riceve credito ecc..
Nella dottrina fallimentare, tale situazione si chiama “stato di insolvenza” dell’imprenditore.
Lo squilibrio patrimoniale e finanziario della Società si è aggravato al punto tale che il Collegio
sindacale ha assegnato alla società il termine del 10 settembre prossimo per porre in essere
tutte le necessarie e concrete misure per scongiurare il verificarsi di una acclarata ed
irreversibile insolvenza.
Come dire: 40 GIORNI DAL DEFAULT !!!
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Domani ne mancheranno 39!
Decorsi i 40 giorni, nella doverosa tutela dei creditori, il Collegio si attiverà portando i libri in
tribunale.
Ma ora la domanda è: chi finanzia Aeradria?
Le fonti di finanziamento, in assoluto, sono due:
1. I terzi (ossia, Banche, soggetti privati… un Paperone?)
2. I soci, cioè i cittadini
Quanto ai terzi – come le banche – c’è da chiedersi come mai le sbandierate trattative con
primari Istituti di credito non giungano mai in porto. Erano già in pista quanto meno l’anno
scorso. Ma non arriva un euro. Né per sostenere la gestione corrente, che – dati alla mano –
non è autosufficiente, né per sostenere asseriti piani di investimento. La ragione è molto
semplice: nessun operatore economico razionale impiegherebbe un solo euro in una società
che è già in stato di insolvenza.
Rimangono solo loro: i soci, cioè i cittadini.
I quali però, oggi, in presenza di comportamenti disinvolti e imbarazzanti degli amministratori –
che sfornano perdite di esercizio a ripetizione - non possono più fare nulla.
Infatti, secondo l’art. 6, comma 19 del DL 78/2010 “ (..)le amministrazioni (..) non possono, salvo
quanto previsto dall'art. 2447 codice civile, effettuare aumenti di capitale, trasferimenti
straordinari, aperture di credito, né rilasciare garanzie a favore delle società partecipate non
quotate che abbiano registrato, per tre esercizi consecutivi, perdite di esercizio “.
Che fare quindi.
Gli amministratori, in un passo della Relazione sulla gestione, precisano: i dati contabili sono
esposti in bilancio – come è normale che sia - nella prospettiva della continuità aziendale. Se
questa condizione non si dovesse verificare, i valori di bilancio potrebbero essere
notevolmente inferiori, esponendo minusvalenze.
Come dire: se non ci concedete l’aumento di capitale il patrimonio della società è carta
straccia!!!
Interpreto il passo suddetto della relazione degli amministratori come un monito (scortese) a
continuare con questa gestione.
Ma non siamo in questa sede per accogliere ricatti.
Mi preme invece richiamare la giurisprudenza che - sulla scia della sentenza della Corte di
Cassazione, Sezioni unite, 13702/2004 - ha acclarato che, in presenza di atti dannosi di cattiva
gestione della società, l’Ente locale socio ha l’obbligo di proporre l’azione sociale di
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responsabilità nei confronti degli amministratori della società ai sensi dell’articolo 2393 c.c.,
sottolineando che tale decisione non è frutto di una scelta discrezionale di volta in volta
rimessa a personali (o collegiali) valutazioni di merito, perché essa risponde a precisi obblighi di
tutela del patrimonio sussistenti in capo all’Ente socio.
Chiediamo pertanto – ai fine dell’applicazione dell’art. 2393 c.c. - che vengano poste in essere
tutte le misure necessarie ad avviare l’azione di responsabilità degli amministratori di Aeradria,
…con immediata e contestuale sostituzione dei medesimi.
Rimini, 2 agosto 2012
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