jazz nights at casalini’s garden: assegnato a rovigo il ... · (batteria), che hanno presentato...
Post on 17-Feb-2019
213 Views
Preview:
TRANSCRIPT
GIOVEDI’ 21 LUGLIO 2016
Jazz nights at Casalini’s garden: assegnato a Rovigo il Premio “Marco Tamburini” 2016 III Edizione “Jazz nights at Casalini’s garden – Memorial Marco Tamburini”
Un premio per ricordare Marco Tamburini, l’artista e docente bolognese tragicamente
scomparso lo scorso anno, al quale la città di Rovigo si sente particolarmente legata. Tamburini
insegnava tromba ed era l’animatore del Dipartimento Jazz del Conservatorio rodigino. A
questa persona speciale, che voleva bene ai giovani e che amava trasmettere la sua passione
in maniera instancabile, su iniziativa di RovigoBanca e del Conservatorio di Musica “Francesco
Venezze, è stato dedicato lo speciale riconoscimento assegnato domenica 17 luglio nel corso di
una straordinaria serata dedicata ai giovani talenti del jazz, tutti under 30.
L’evento, secondo appuntamento del festival “Jazz nights at casalini’s garden”, si è svolto con
l’esibizione degli otto candidati selezionati. A salire sul palco del giardino di palazzo Casalini,
nell’ordine: Ivan Elefante – 20 anni di San Giorgio a Cremano (Napoli) – che alla tromba ha
eseguito “Giochi di luci”; Marcello Abate – 26 anni di Mantova – con la chitarra ha
presentato “Aerei di carta”; Danilo Tarso – 24 anni di Taranto – al pianoforte ha proposto
“Rifugi”; Giovanni Perin – 29 anni di Padova – ha eseguito al vibrafono “Eduard”; Emanuele
Di Teodoro – 23 anni di Villa Vomano (Teramo) – si è cimentato in “Nebbie” con il
contrabbasso; Michele Tino – 25 anni di Calenzano (Firenze) – ha interpretato “Aerei di carta”
al sax contralto; Giovanni Agosti – 25 anni di Sesto San Giovanni (Milano) ha suonato al
pianoforte il brano “Giochi di luci”; Francesco Zampini – 23 anni di Prato – si è esibito alla
chitarra con “Fast line”.
I finalisti sono stati accompagnati da una ritmica composta da tre insegnanti del Conservatorio
“Venezze”, quelli che Marco amava definire i suoi “Stefani custodi”: Stefano Onorati al
pianoforte, Stefano Senni al contrabbasso e Stefano Paolini alla batteria.
La giuria, formata da Claudio Donà (insegnante di Storia del Jazz e Direttore dell’etichetta
discografica Caligola Records), Marcello Tonolo (pianista e insegnante presso il Conservatorio
di Padova) e Fabio Petretti (sassofonista ed insegnante presso il Conservatorio Venezze di
Rovigo).
Presidente della giuria, uno dei colleghi di strumento più vicini negli ultimi anni a Tamburini,
Fabrizio Bosso, trombettista di fama internazionale con collaborazioni varie in campo jazz e
pop. Bosso, dopo aver deliziato il pubblico con un suo intervento musicale, ha reso partecipi i
presenti di un suo breve ricordo dell’amico Marco.
Al termine delle performances dei solisti, in attesa che la giuria si riunisse per discutere e
decretare il nome del vincitore, la scena è stata occupata da Gaetano Santoro e dal suo
gruppo, composto da Federico Rubin (piano), Marcello Benati (basso), Benedetto Frizziero
(batteria), che hanno presentato una loro suite originale.
Considerata l’alta qualità dei finalisti, la giuria ha determinato con grande difficoltà le prime tre
posizioni di questa prima edizione del premio. A vincere il concorso è stato Giovanni Perin, il
quale ha avuto l’onore di ricevere l’ambito riconoscimento direttamente dalle mani della moglie
di Marco Tamburini. Alle spalle del vibrafonista padovano, con analoghe capacità artistiche, si
sono classificati, al secondo posto, il pianista Giovanni Agosti, mentre a conseguire la terza
posizione è stato il sassofonista toscano Michele Tino. I tre giovani trionfatori si sono
particolarmente distinti per la maturità artistica e lo spiccato feeling jazz.
“Se ho vinto il Premio Marco Tamburini – ha dichiarato il vincitore, Giovanni Perin – è proprio
grazie a lui, alla sua positività travolgente e al suo modo solare di affrontare le sfide del
quotidiano, che mi mettevano una carica pazzesca ogni volta che lo incontravo. È stata una
serata molto emozionante, triste ma viva e la vittoria è una gioia densa e particolare. Con me
c’erano bravissimi musicisti che hanno dimostrato che il giovane jazz italiano non ha nulla da
invidiare a quello d’oltralpe. È stato bellissimo suonare davanti ad un pubblico attento, formato
da giovani musicisti, ex compagni di conservatorio colleghi e appassionati, un segno
importante di come la musica jazz non stia, come dicono in molti, morendo ma anzi vada alla
grandissima!”.
Il pubblico presente, nel complesso, ha potuto godere della straordinaria intensità musicale
creata dagli otto finalisti, tutti incredibilmente preparati, per una finale di assoluto livello.
top related