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Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Ma quali sono i passi fondamentali ed i dati principali da inserire per eseguire un calcolo energetico ?Lo vediamo assieme nelle prossime slide.
Riprendiamo oggi, con l’introdurre i passaggi fondamentali, per eseguire un calcolo energetico.Supponiamo pertanto di avere già eseguito il sopraluogo ed aver ricavato:Le stratigrafie ed i relativi materiali che le compongono;Definito i serramenti per tipologia telaio, vetro, eventuale cassonetto o schermatura;Recuperati i dati del generatore;Recuperati e definito le dimensioni e la tipologia dell’impianto solare-termico;Recuperato e definito le dimensioni e la tipologia dell’impianto fotovoltaico;
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Il primo passo da fare riguarda lacompilazione dei dati generali,in modo particolare la zonatermica.
La Certificazione Energetica
Verificare ed eventualmentemodificare le impostazioni dicalcolo
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Inserire i dati costruzione definire la Classe e le superfici.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
I dati zona termica, definisconoil punto di partenza per ilnostro immobile, particolareattenzione se vi fosse lapresenza di VMC va posta allaparte in basso, dove è presentel’efficienza del recuperatore.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Per poter procedere a questo punto è necessario generare le strutture, stratigrafie, che ci servono.
Stefano Geom. Bertazzo
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Per poter procedere a questo punto è necessario generare le strutture, stratigrafie, che ci servono.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Per poter procedere a questo punto è necessario generare le strutture, stratigrafie, che ci servono.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Nella sezione ponti termici, sonopresenti tutti quelli normati nellaUNI EN ISO 14683 del 2008, pertutti gli altri serve calcolare ilcoefficiente lineareψ con appositiprogrammi di analisi agli elementifiniti.
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La Certificazione Energetica
L’inserimento dei dati viene fatto perstratigrafia ed orientamento,inserendo di volta in volta le misuredella parete, solaio o altra struttura.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Ed eccoci finalmente arrivati al generatore, elemento cruciale che spesso genera problemi ed errori.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Se e solo se, tutti i dati inseriti, sono corretti e nessun errore è stato commesso nella procedura, sigenera finalmente un rapporto di controllo. Nella sezione risultati delle strutture si può osservare se lastruttura inserita risulta verificata.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
A livello normativo devono essere verificati due requisiti:
GLASER
1- l’assenza di condensa interstiziale.
2- l’assenza di condensa superficiale.
Secondo Voi il diagramma di Glaser, li verifica ?Se si, cosa verifica ?
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Glaser, verifica il fenomeno della condensa interstiziale, su una stratigrafia,omogenea di 100 x 100 cm., non è dunque lo strumento indicato per verificarela formazione di condensa superficiale.
Non è possibile pertanto verificare alcun nodo strutturale, ad esempio lapresenza di:
Travi;
Pilastri;
Cordoli;
Aggetti;
Solai (verso esterno);
Finestre.
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Ed eccoci finalmente arrivati all’APE, quelle 5-6paginette, che ci servono perottemperare a qualsiasi trasferimento immobiliare, ad accedere agli incentivifiscali per il recupero e la riduzione energetica. .La funzione dell’APE, però non deve intendersi conclusa, lo studio energeticoserve innanzitutto nella progettazione di nuovi edifici e nel recupero di quelliesistenti. .
Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
IN COSA CONSISTE IL CERTIFICATO ENERGETICO ?
La maggior parte delle persone, tecnici compresi, sono convinte che ilcertificato consista nelle poche pagine che si stampano, in media 5, qualchevolta 6.
.Nella realtà non è così, il certificato energetico è un documento complesso chepuò, si, essere riassunto, per facilità di lettura in 5-6 pagine, ma, si componeanche di numerosi altri elaborati che stampati, formano un fascicolomediamente di circa 70-80 pagine, molto simile ad una L.10/91, dalla qualepoco si discosta.
Gli elaborati che lo compongono sono riassunti nelle seguenti due immagini.
Stefano Geom. Bertazzo
Con l’aumentare dell’efficienza energetica, sono aumentati anche i problemi
legati al ricambio d’aria negli ambienti.
Il comfort può facilmente essere raggiunto se pensiamo alla temperatura, ma il benessere è tutt’altra questione.Sigillare sempre più ermeticamente gli ambienti all’aumentare dell’efficienza energetica ed al risparmio, ha portato al proliferare di muffe e batteri con forte aumento delle patologie legate a questi fenomeni.Fenomeni, che si manifestano essenzialmente per errori progettuali, mancanza di particolari costruttivi e errori esecutivi.Fenomeni dovuti essenzialmente alla presenza di ponti termici non corretti o non risolti a sufficienza.È quindi necessario verificare che vi sia assenza di:- rischio di formazione di muffe, con particolare attenzione ai ponti termici negli edifici di nuova costruzione
Stefano Geom. Bertazzo
COSA E’ UN PONTE TERMICO ?
Viene definito come quella zona locale, limitata, dell'involucro edilizio cherappresenta una densità di flusso termico maggiore rispetto agli elementicostruttivi adiacenti.
Semplicemente, si può dire, che il ponte termico è una zona dell’elementoopaco verticale od orizzontale in cui il passaggio di energia è maggiore epertanto in questa zona si determina un repentino abbassamento odinnalzamento della temperatura superficiale interna. .Possiamo anche dire che un ponte termico è quella zona in cui il flusso migradal caldo verso il freddo, generando nella maggior parte dei casi unabbassamento della temperatura superficiale interna al di sotto della soglia dicondensazione e pertanto in quella zona muffe e batteri troveranno «terreno»fertile per proliferare.
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COSA E’ UN PONTE TERMICO ?
TRE le norme principali, la UNI EN ISO 10211-1 del 1998 e la UNI EN ISO14683 (abaco ponti termici) e la EN ISO 10211:2008 (calcolo flusso termicobidimensionale e tridimensionale).
La UNI EN ISO 10211-1 definisce così il ponte termico: «i ponti termici,generalmente localizzati in corrispondenza delle giunzioni tra gli elementiedilizi o dove la composizione degli stessi elementi edilizi si modifica,producono due effetti:» .
a) una modifica del flusso termico .e
b) una modifica della temperatura interna superficiale. .
Rispetto ai componenti privi di ponti termici.
Stefano Geom. Bertazzo
Il flusso termico, calcolato di base con Glaser, determinava mediantel’interpolazione della linea di temperatura con quella di pressione, la possibileformazione di condensa interstiziale, ma come abbiamo in precedenzaosservato, Glaser è riduttivo perché non considera il contorno o la presenza distratigrafie diverse. Comunque sia è il modo più veloce per capire seall’interno di una stratigrafia omogenea che stiamo creando, si formacondensa interstiziale.
Pertanto, per calcolare il flusso termico, le curve isometriche ed ottenere undiagramma simile ad una termografia dell’elemento da progettare, necessitaeseguire un calcolo agli elementi finiti. .Di certo più complesso di «laser», di certo più preciso e completo. .Oggi i programmi con cui eseguire calcolo agli elementi finiti, sono diversi,alcuni gratuiti, altri a pagamento, alcuni calcolano l’elemento bidimensionalealtri lo calcolano tridimensionale.
Stefano Geom. Bertazzo
Sempre la norma ci dice che si ha ponte termico quando:a) compenetrazione totale o parziale di materiali con conduttività termica diversa nell’involucro edilizio;e/ob) variazione dello spessore della costruzione;e/oc)differenze tra l’area della superficie disperdente sul lato interno e quella del lato esterno, come avviene per esempio in corrispondenza dei giunti tra parete e pavimento o parete e soffitto.
I più comuni nodi costruttivi che normalmente possono dare luogo ad un ponte termico sono elencati nella seguente tabella.
Stefano Geom. Bertazzo
I NODI COSTRUTTIVI
Identificarli e conoscerli, purtroppo non basta. Per conseguire un risparmio energetico qualora non siano risolti, vanno inserite le rispettive dispersioni.Nelle nuove costruzioni non dovrebbero più esistere e pertanto è proprio nella fase progettuale che vi è la necessità di risolverli.
Stefano Geom. Bertazzo
Proviamo ora a disegnare un particolare strutturale
Stefano Geom. Bertazzo
Si disegni il nodo strutturale, schematico di giunzione tra la muratura verticale opaca ed un solaio con innestato un poggiolo a sbalzo, di un fabbricato classico avente circa 10 anni:
parte inferiore: pilastro in cemento armato facente parte di un portico condominiale;solaio: lastra predalles o solaio cavo con parte inferiore in cotto;soletta a sbalzo: in calcestruzzo;muratura verticale: laterizio alveolato.
L’immagine che ci apprestiamo ad osservare rappresenta un classico nodo termico, presente in un immobile con porticato al piano terra, poggiolo a sbalzo e muratura porizzata.
Stefano Geom. Bertazzo
Come avete notato il flusso termico è molto intenso in alcune zone,meno, in altre, ciò significa che le curve isometriche di temperatura,avranno maggiore effetto in alcune posizioni piuttosto che in altre.Quando mi appresto ad utilizzare questo tipo di programmi, adottouna temperatura esterna di -5°C nettamente peggiorativa rispettoalla temperatura media mensile calcolata da Arpa Veneto e di cuimolti programmi tengono conto.
Stefano Geom. Bertazzo
La seguente immagine, assomiglia ad una immagine termografica,invece è solamente la rappresentazione grafica delle temperaturenelle curve isometriche. La parte colorata in giallo, rappresenta lazona in cui si genera condensa all’interno della struttura.
Stefano Geom. Bertazzo
Vi propongo ora altri esempi di strutture classiche, vediamo dicommentarli assieme tentando di capire cosa poteva essere fatto perevitare il problema.
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