la famiglia - unich.itseconda delle aspettative, delle attese individuali, familiari e sociali che...
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LA FAMIGLIA
Paola Cerratti
FAMIGLIA = sistema emozionale plurigenerazionale
• CAMBIAMENTO
• Trasformarsi in relazione ai diversi bisogni evolutivi dei
singoli componenti.
• STABILITÀ
• Conservare il senso della propria identità e continuità nel
tempo
Paola Cerratti
IL CAMBIAMENTO
• Livello individuale: ciascun membro della famiglia evolve, cresce e si trasforma nel tempo, per cui ogni famiglia deve adattarsi e assecondare le trasformazioni relative allo sviluppo dei suoi diversi componenti.
• Livello interpersonale: le relazioni tra i membri si evolvono. Es. figlio adolescente
• Livello gruppale: trasformazioni nella composizione. Es. nascita o adozione di un figlio, accoglimento in casa di un anziano, uscita di casa di un figlio o separazione dei coniugi.
• Livello sociale: trasformazioni che avvengono nel contesto sociale o culturale di riferimento. Es. guerre, disoccupazione
Paola Cerratti
Il modello del ciclo di vita individuale
• Gli studiosi si sono soffermati sulle modificazioni che assume il
processo di costruzione di identità nel corso del ciclo di vita, le
fasi critiche e gli obiettivi da raggiungere per superarle in
maniera adeguata (vs sintomi psicopatologici).
• Erickson
• Guidano: l’identità si esprime come un tentativo di integrazione
coerente tra la storia passata, lo stile di vita passata, lo stile di
vita e l’immagine attuale del Sé.
• Il mantenimento del senso di identità personale è legato a un
continuo processo conoscitivo grazie al quale le perturbazioni
provenienti dall’interazioni con il mondo esterno sono
trasformate in informazioni utili a raggiungere livelli più
complessi e integrati di identità personale.
Paola Cerratti
Famiglia e identità
• La famiglia è un contesto che orienta in senso cognitivo le
azioni dei suoi componenti: i comportamenti assumono
significato in rapporto alla situazione e alle circostanze
specifiche e che privi di contesto i comportamenti non
hanno alcun significato.
Paola Cerratti
Famiglia e identità
• La famiglia contribuisce a costruire un senso di identità
nei suoi membri, attraverso l’esperienza di appartenenza
e della differenziazione.
• Il senso di appartenenza si forma attraverso la
sperimentazione e l’acquisizione di modelli di relazione
che si ripetono in quella determinata famiglia.
• Il senso di differenziazione e di individualità si forma con
la partecipazione di ciascun membro della famiglia sia ai
diversi sottosistemi, che a gruppi extrafamiliari.
Paola Cerratti
Il modello sistemico-relazionale del ciclo di
vita della famiglia Concetto di trigenerazionalità:
• Integrazione tra ciclo di vita individuale e ciclo di vita della famiglia.
• In ogni fase del ciclo vitale sono i membri di almeno 3 generazioni che, per affrontare specifici compiti evolutivi, devono cambiare le proprie reciproche relazioni.
La famiglia come sistema aperto
L’intensità dei legami e dell’interdipendenza tra i membri della famiglia cambiano durante l’intero ciclo di vita, oscillando tra momenti di maggiore e minore coesione.
Paola Cerratti
La famiglia come sistema aperto 1. Totalità
Ogni parte del sistema, e quindi ogni membro della famiglia, è in rapporto tale
con le altri parti/membri che lo costituiscono che qualunque cambiamento in
una parte provoca un cambiamento in tutte le parti/membri e in tutto il sistema
famiglia. Il corollario della totalità, ovvero la non sommatività, chiarisce che la
famiglia rappresenta un sistema interpersonale diverso dalla somma delle sue
parti.
2. Retroazione
Può essere positiva o negativa. La retroazione negativa caratterizza
l'omeostasi (stato stazionario) del sistema e gioca un ruolo imporrante nel far
raggiungere e mantenere la stabilità del sistema. La retroazione positiva indica
la tendenza del sistema interpersonale a cambiare, ovvero ricalibrare le
relazioni secondo diverse modalità.
3. Equifinalità
ln un sistema aperto i risultati (da intendersi come modificazioni dello stato
dopo un certo periodo di tempo), ad esempio Ie condizioni attuali della famiglia,
non sono determinate tanto dalle condizioni iniziali. quanto dalla natura dei
processo o dai parametri del sistema.
Paola Cerratti
Il modello di ciclo di vita di Carter e
McGoldrick • In ogni fase del ciclo di vita familiare almeno tre o quattro
generazioni di trovano a dover cambiare simultaneamente e ad adattarsi alle transizioni del ciclo di vita attraverso confronti con aspettative e bisogni diversi tra loro.
• Lo sviluppo procede su due assi: • Verticale: storia trigenerazionale
• Orizzontale: storia individuale
• Generazione 1: si avvicina alla vecchiaia
• Generazione 2: nido vuoto
• Generazione 3: formazione della vita di coppia
• Generazione 4: processo di crescita
Paola Cerratti
Il modello di ciclo di vita di Carter e
McGoldrick • I sintomi nascono laddove si intrecciano problematiche
derivanti dalla storia trigenerazionale (asse verticale) con
quelle che si possono incontrare durante il proprio ciclo di
vita (asse orizzontale)
Paola Cerratti
La teoria dello stress familiare
• Presuppone lo studio dei processi di funzionamento
familiare e l’analisi delle strategie di adattamento per far
fronte a eventi stressanti.
Paola Cerratti
SVILUPPO
EVENTO
CRITICO
lo sviluppo sarebbe scandito in
eventi critici che innescano processi
trasformativi necessari al passaggio
da una fase all’altra del ciclo di vita.
DISCONTINUITÀ
La posizione attuale
• Le diverse fasi del ciclo di vita sono composte al loro
interno da microtransizioni che caratterizzano la vita
quotidiana e possono preparare o ostacolare la capacità
di affrontare con successo gli eventi critici che si
presentano nei diversi momenti evolutivi.
• MICROTRANSIZIONI: cambiamenti che si verificano
giorno dopo giorno e che permettono di acquisire abilità e
competenze in maniera graduale. CONTINUITÀ
• EVENTI CRITICI: DISCONTINUITÀ
Paola Cerratti
Gli eventi critici
• Ciascun evento non è critico in sé, ma assume un peso a
seconda delle aspettative, delle attese individuali, familiari
e sociali che lo anticipano.
• Il significato che viene attribuito ad un particolar evento
critico concorre a determinare il tipo e l’intensità della
difficoltà da esso suscitato.
• L’evoluzione della famiglia è legata alle modalità con cui
affronta lo squilibrio prodotto da ciascun elemento critico.
Paola Cerratti
Dinamica dell’evento critico
• Ogni evento critico innesca processi che si articolano in
diversi momenti:
Paola Cerratti
transizione
Crisi o rottura
riorganizzazione destrutturazione
Compiti di sviluppo innescati
dall’evento critico:
• Rinegoziazione dei ruoli e
delle funzioni
• Riorganizzazione delle
relazioni
Tipologia di eventi critici
normativo
Sono attesi in un ciclo di vita
Matrimonio
Nascita di un figlio
Crescita
paranormativo
Inattesi e meno frequenti
Malattie
Crisi economiche
Morti prematura
Paola Cerratti
Eventi critici normativi
Paola Cerratti
Esempi di eventi critici
Le microtransizioni
• Lo sviluppo è un processo continuo fatto da microtransizioni in cui oscillano
vecchie e nuove modalità comportamentali, relazionali e rinegoziazioni di
ruoli e regole.
• Nelle microtransizioni coesistono vecchie e nuove
modalità comportamentali, connesse a livelli di sviluppo
precedenti e successivi, e possiamo assistere a diversi
esiti (Fruggeri, 1997).
Paola Cerratti
sostegno
autonomia
Esiti non funzionali
• Continuano a ripetersi comportamenti che favoriscono il
mantenimento di queste modalità relazionali a un livello di
sviluppo precedente alla transizione e che diventano
inadeguati.
Paola Cerratti
• Vengono favoriti i comportamenti che si trovano a livello
superiore della transizione.
Paola Cerratti
Compiti di sviluppo e comportamento
sintomatico • Le risorse della famiglia riguardano il suo stile di
funzionamento e in particolare il modo in cui essa
gestisce e integra i bisogni di unità e stabilità con quelli di
crescita, trasformazione e autonomia.
• Il SINTOMO può essere visto come la difficoltà a superare
uno stadio del ciclo di vita della famiglia e allo stesso
tempo come un tentativo di provocare un cambiamento, o
meglio, una richiesta di cambiamento.
Paola Cerratti
Compiti di sviluppo e comportamento
sintomatico • Un comportamento sintomatico di un individuo può essere
spiegato come una «crisi di crescita» della famiglia, in cui
si correlano in modo contrastante i bisogni evolutivi dei
singoli individui con le problematiche derivanti dalla storia
trigenerazionale.
• Lo scopo dell’intervento psicologico consisterà in questo
caso, nell’aiutare l’individuo e la famiglia a ristrutturarsi e
riorganizzarsi in modo tale che possano essere assolti i
compiti di sviluppo propri di quella fase.
Paola Cerratti
I compiti di sviluppo della famiglia
La struttura familiare
• Le ripetizioni di determinate interazioni tra i vari membri della famiglia crea dei modelli di interazione e scambio.
Questi modelli regolano il comportamento dei membri di una famiglia attraverso 2 livelli che riguardano:
• Le regole condivise rispetto all’organizzazione familiare.
• Le aspettative reciproche dei singoli componenti della famiglia
• Attraverso questi meccanismi guidati dai modelli, il sistema familiare tende a mantenere una specifica identità e a opporre resistenza al cambiamento.
Paola Cerratti
È l’invisibile insieme di richieste funzionali che determina i
modi in cui i componenti della famiglia interagiscono (Minuchin, 1974)
FLESSIBILITÀ = funzionalità
Sottosistemi familiari
• I sottosistemi valorizzano le relazioni diadiche e che sono
delineati tra loro da CONFINI, cioè da regole che
definiscono chi e come partecipa ad un determinato
sistema.
• I confini svolgono la funzione di differenziare i sottosistemi
rispetto a funzioni e ruoli, in quanto indicano sia la
distanza/vicinanza interpersonale che la gerarchia dei
ruoli da un punto di vista generazionale
Paola Cerratti
Coniugale Genitoriale Fratelli
I confini tra sottosistemi
Paola Cerratti
Rigidi Chiari Diffusi
Famiglie
disimpegnate Famiglie
funzionali
Famiglie
invischiate
La famiglia funzionale con confini chiari
• I confini sono definiti in modo tale da permettere ai
membri del sottosistema sia di esercitare le proprie
funzioni senza interferenze, sia id entrare in contatto l’uno
con l’altro. Le informazioni che passano tra i diversi
sottosistemi sono adeguate per quantità e pertinenza
rispetto alla relazione e alla fase del ciclo di vita.
Paola Cerratti
La famiglia disimpegnata con confini rigidi
• I sottosistemi sono eccessivamente separati tra di loro, la
comunicazione è difficile sia come passaggio di
informazioni che come scambio emotivo.
• Il senso di appartenenza familiare è molto labile, tanto
che mancano le possibilità di chiedere aiuto quando
necessario.
• Se un membro della famiglia incontra problemi in una
fase del suo ciclo di vita e non trova sostegno e conforto
negli altri, può addirittura manifestare o amplificare un
sintomo perché la sua sofferenza sia notata.
Paola Cerratti
La famiglia invischiata con confini diffusi
• I confini tra i sottosistemi sono labili e diffusi, se non
inesistenti e la differenziazione tra essi scompare.
• Tutti sanno tutto e tutti sono in diritto di «aiutare» tutti.
• Un’emozione di un singolo è vissuta dall’intero sistema
familiare.
• Il senso di appartenenza può essere eccessivamente
forte tanto da ostacolare la differenziazione e la presa di
autonomia dei vari membri.
• L’invischiamento e il disimpegno non sono di per sé
disfunzionali:
• In alcuni momenti di vita una maggiore coesione tra i
membri può essere necessaria per lo sviluppo della
famiglia (es. nascita di un figlio), così come in alcuni
momenti è più funzionale una rigidità dei confini.
• La diffusione e la rigidità diventano inadeguate quando si
cronicizzano e non evolvono in relazione alle diverse
esigenze trasformative dei membri della famiglia.
Paola Cerratti
Il modello circonflesso di Olson
• Analizza il funzionamento della famiglia così come viene
percepito dai suoi membri attraverso 3 dimensioni:
• La COESIONE: indica la lontananza o vicinanza dal punto
di vista psicologico, cognitivo e affettivo, e si evidenzia
attraverso il legame emotivo tra i membri.
• L’ADATTABILITÀ : indica la capacità di cambiare la
struttura familiare in base agli eventi che si verificano nel
corso del ciclo di vita.
• La COMUNICAZIONE: intesa sia come modalità che i
membri della famiglia utilizzano per esprimere i loro
bisogni e sentimenti, sia come elemento che facilita il
movimento dinamico della famiglia.
Paola Cerratti
Paola Cerratti
Le famiglie funzionali secondo il modello di Olson
• Riescono a mantenere una coesione interna e a fornire
una sensazione adeguata di sicurezza, sia a permettere
la differenziazione dei vari membri come persone
«separate».
• Hanno una flessibilità tale da poter affrontare i
cambiamenti.
• La comunicazione è basata sulla fiducia sia in se stessi
che negli altri membri e facilita il riadattamento di fronte ai
cambiamenti.
Paola Cerratti
Le famiglie disfunzionali secondo il modello di Olson
• Alta adattabilità - caotiche.
• Hanno difficoltà a organizzarsi in maniera adeguata e a stabilire regole precise per il loro funzionamento soprattutto di fronte ad eventi critici.
• Bassa adattabilità – rigide.
• Le regole sono vissute come «intoccabili», date dall’alto, che non possono essere discusse.
• Il cambiamento non appare possibile, neanche quando se ne vede l’esigenza.
• La comunicazione appare costretta in schemi strutturati che rendono difficile uno scambio basato sulla reciprocità e sull’empatia.
Paola Cerratti
Le famiglie difunzionali secondo il modello di Olson
• Bassa coesione - disimpegnate.
• I componenti appaiono distanti e differenziati tra loro e mostrano una scarsa attitudine alla condivisione delle emozioni e degli affetti.
• Di fronte alla difficoltà, i membri non procedono secondo una strategia comune, ma mettono in atto strategie autonome anche diverse tra loro.
• Alta coesione – invischiate.
• C’è una scarsa differenziazione tra i membri e un’eccessiva responsività reciproca.
• I componenti appaiono incastrati in relazioni fortemente condizionanti.
Paola Cerratti
IL CICLO DI VITA La famiglia
Paola Cerratti
LA FORMAZIONE DELLA
COPPIA Il ciclo di vita
Paola Cerratti
La formazione della coppia
• La coppia «è un animale a quattro zampe» (Cancrini e
Harrison, 1991):
• Lui
• Lei
• Il modello di coppia e le aspettative di Lui
• Il modello di coppia e le aspettative di Lei
• Ciascun partner propone inconsapevolmente all’altro, ma
anche a se stesso, un’immagine ideale di sé; il partner
sarà più o meno attratto da questa immagine, nella
misura in cui questa corrisponde alla soluzione di antichi
bisogni profondi.
Paola Cerratti
La formazione della coppia
«Ci innamoriamo sempre dell’immagine che l’altro ci
rimanda di noi, e dell’immagine che a lui
rimandiamo. Da questo incrocio e scambio reciproco di
immagini scaturisce quella che chiamiamo relazione»
Cancrini
Paola Cerratti
• Il processo di formazione di identità di coppia è strettamente legato a quello individuale di costruzione di una propria identità e di svincolo dalla famiglia di origine.
• Soltanto se sono stati compiuti questi movimenti di uscita e differenziazione del giovane adulto dalla famiglia di origine il legame che unisce la coppia può evolvere dall’innamoramento (tu sei perfetto per me, sei tutto quello che ho potuto desiderare, realizzerai tutti i miei desideri) e passare all’amore (ti accetto per quello che sei, non per come ti vorrei) e a un rapporto fondato sulla condivisione e sull’empatia e che, allo stesso tempo, consenta l’espressione della propria individualità.
• Ci sono continui movimenti di assimilazione e accomodamento.
Paola Cerratti
Fattori che ostacolano l’adattamento alla
vita di coppia • La coppia si sposa prima dei 20 anni e dopo i 40 anni.
• I due partner dipendono dalle proprie famiglie di origine dal punto di vista economico, relazionale, affettivo ed emotivo.
• La coppia va a convivere con una delle due famiglie d’origine.
• La coppia si incontra e si sposa in corrispondenza di un lutto significativo.
• La coppia si sposa col parere contrario di una o di entrambe le famiglie d’origine.
• I due partner provengono da famiglie separate.
• I due partner provengono da famiglie molto diverse sul paino culturale, religioso, economico, politico.
Paola Cerratti
Sfide per la costruzione di un’identità di
coppia • Organizzazione della vita quotidiana
• Gestione del bilancio familiare
• Regolazione delle distanze con famiglie d’origine
• Equilibrio di potere tra coniugi
• Litigare
• Metacomunicare
Paola Cerratti
Il conflitto
• Evitamento del conflitto
• Argomenti e contenuti di cui non si può parlare rimangono
non elaborati e non elaborabili.
• Il risentimento e il disaccordo che ne derivano possono
essere espressi soltanto, indirettamente, attraverso
diverse manifestazioni di disagio.
• Superamento del conflitto attraverso la
metacomunicazione.
Paola Cerratti
DALLA COPPIA ALLA
FAMIGLIA Il ciclo di vita
Paola Cerratti
Dalla coppia alla famiglia
Perché si desidera un figlio?
• Per riempire un vuoto personale
Coppia fusionale
• Per aderire a stereotipi sociali
Coppia rigida disimpegnata
• Il figlio può diventare una dimostrazione delle proprie
capacità sia come genitore sia come persona.
Paola Cerratti
• Se il matrimonio è causato da una gravidanza…
• Può essere più difficile raggiungere un equilibrio perché è
stata «saltata» la fase della formazione dell’identità di
coppia. Ciò significa che si troveranno a dover affrontare
contemporaneamente due eventi critici: il matrimonio e la
nascita del figlio.
Paola Cerratti
Compiti di sviluppo
1. Ridefinizione della relazione coniugale
2. Costruzione di ruoli e funzioni genitoriali
3. Rinegoziazione dei ruoli e delle posizioni
nei confronti della propria famiglia
d’origine.
Compiti di sviluppo: rinegoziazione dei ruoli e delle
posizioni nei confronti della propria famiglia d’origine.
• La nascita di un bambino provoca un maggior
coinvolgimento delle famiglie d’origine.
• I neogenitori «salgono» di una generazione.
• Quando i neogenitori non riescono a compiere questo
passaggio si presentano difficoltà quali:
• Conflitti sulle regole.
• Conflitti sugli impegni e sulle responsabilità genitoriali.
• Incapacità di esercitare l’autorità e porre regole
• Scarsa definizione dei confini generazionali.
Paola Cerratti
Compiti di sviluppo: ridefinire la relazione coniugale.
• Sentirsi uniti da un compito comune aumenta la coesione
familiare.
• Aumentano le tensioni e i motivi di conflitti.
• La donna può attraversare un momento depressio nei
mesi successivi al parto.
Compiti di sviluppo: ridefinire la relazione coniugale.
• Sentirsi uniti da un compito comune aumenta la coesione
familiare.
• Aumentano le tensioni e i motivi di conflitti.
• La donna può attraversare un momento depressione nei
mesi successivi al parto.
• È necessario che la coppia crei dei confini chiari tra quella
che è la relazione di coppia e quella che sarà la relazione
genitoriale.
Compiti di sviluppo: ridefinire la relazione coniugale.
Ridefinizione dei propri spazi e funzioni
Nascita del bambino
Relazione basata su empatia e intimità
Differenziazione e svincolo dai propri genitori
Sono stati assolti con successo i compiti delle fasi precedenti
Compiti di sviluppo: costruzione di ruoli e funzioni
genitoriali.
• I genitori devono arrivare a negoziare il tipo di
atteggiamento educativo che si avrà con il figlio.
• COERENZA EDUCATIVA
• Un atteggiamento educativo non condiviso:
• crea nel bambino la convinzione che le regole non hanno
valore e possono essere trasgredite;
• Scredita l’immagine del genitore stesso in quanto autorità.
Stili educativi dei genitori
Paola Cerratti
LA FAMIGLIA CON
BAMBINI Il ciclo di vita
Paola Cerratti
La famiglia con bambini
sostegno
autonomia
Paola Cerratti
La famiglia con bambini
• Altre variabili in gioco…
• Caratteristiche individuali del bambino
• Dinamiche familiari
• Modalità comunicative della famiglia
• Posizione nella fratria
Paola Cerratti
A seconda della posizione nell’ordine di genitura il
bambino sperimenta una differente organizzazione
relazionale nella stessa famiglia
Eventi critici: l’entrata a scuola
• La scuola
• È un regolatore esterno dello sviluppo: la scuola ha una
funzione nella scansione temporale e nel succedersi delle età,
definisce le competenze e «ritualizza» la crescita.
• È un’area di passaggio tra la famiglia e la società: il bambino
può trovare soddisfatti contemporaneamente i bisogni di
protezione e di indipendenza.
• Nel gruppo classe il bambino trova soddisfatte le sue esigenze
di accettazione, di competenza e coinvolgimento e sviluppa
capacità di negoziare e di distinguere i diversi ruoli.
• Attenzione ai significati che la scuola attribuisce alla scuola, al
rapporto dei genitori stessi con la scuola e gli insegnanti.
Paola Cerratti
LE FAMIGLIE
SEPARATE Il ciclo di vita
Paola Cerratti
Le famiglie separate
La separazione e il divorzio sono eventi
attesi e quindi normativi, cui la famiglia
può andate incontro nel corso dello
sviluppo o eventi paranormativi?
Paola Cerratti
Le fasi della separazione secondo Kaslow
• Kaslow mette in relazione le emozioni con i
comportamenti agiti dagli ex partner nelle diverse fasi del
processo separativo.
1. Fase dell’alienazione (precedente la separazione)
2. Conflittuale/legale (separazione)
3. Riequilibratrice (dopo la separazione)
Paola Cerratti
Fase dell’alienazione
• Coincide con la decisione, cioè il riconoscimento di
incompatibilità profonde e insanabili che coinvolgono
l’intera relazione.
Fase conflittuale
• Coincide con la fase legale, la presa di contatto con gli
avvocati e il sistema giudiziario. Si ufficializza la decisione
di separarsi.
Fase riequilibratrice
• Consiste nella riorganizzazione familiare. Il vero e proprio
«divorzio psichico» si raggiunge quando ognuno dei due
riacquista la capacità progettuale rispetto al proprio futuro
attraverso adeguate scelte affettive e relazionali.
Separazione e ciclo di vita
• Il processo di separazione si configura diversamente in
relazione alla fase del ciclo di vita in cui avviene.
• Ci sono alcune fasi del ciclo di vita in cui è più probabile la
separazione coniugale:
• Nella fase di formazione della coppia.
• Nella fase della nascita del primo figlio.
• Nella fase dell’adolescenza dei figli.
Perché?
Formazione della coppia e separazione
• Il matrimonio è fatto di unione e separazione in quanto separare significa rendere indipendente e quindi riconoscere le differenze.
• Solo con un buon livello di identità personale è possibile trasformare le differenze in informazioni significative e utili all’organizzazione di un sistema relazionale più complesso, altrimenti si rischia il conflitto permanente o la fusione simbiotica delle coppie disfunzionali. (Withaker, 1988)
• La coppia deve passare dalla fase dell’illusione a quella di disillusione per ascoltare e accettare l’altro come un individuo diverso da sé.
Formazione della coppia e separazione
• La coppia deve passare dalla fase dell’illusione a quella di
disillusione per ascoltare e accettare l’altro come un
individuo diverso da sé.
• Le coppie che non riesco in questo hanno separazioni
caratterizzate da un conflitto aspro e duraturo e dalla
incapacità dei coniugi di rompere un legame ormai
«disperante».
Nascita del primo figlio e separazione
• E se i coniugi non hanno completato il loro svincolo dalle
famiglie d’origine?
• Queste coppie si basano spesso su una relazione
fusionale
• C’è l’aspettativa della condivisione totale e spontanea da
parte dell’altro nella relazione di coppia con l’effetto di
evitare di prendere coscienza l’uno dell’latro in quanto
persona distinta, diversa, autonoma, differenziata,
separata.
Nascita del primo figlio e separazione
• Anche il bambino viene inglobato in questa dinamica
fusionale.
• Il figlio può essere amato solo dopo che è stato
«fusionalmente» fatto proprio dai genitori.
• Sono frequenti dinamiche di triangolazione e
invischiamento, cioè dinamiche relazionali che derivano
dalla diffusione dei confini intergenerazionali.
• In questi casi si può arrivare all’allontanamento fisico ed
emotivo del partner per il nuovo rapporto simbiotico con il
bambino.
Nascita del primo figlio e separazione
• Gli ex partner tornano nella famiglia d’origine.
• In alcuni casi la famiglia d’origine diventa il vero sostituto del
partner sia per il genitore affidatario che per in non affidatario,
per cui sono i nonni ad esercitare la funzione di accudimento
del minore insieme al proprio figlio.
• Famiglia separata a relazione chiasmatica
• Il bambino è il simbolo dell’unione indissolubile tra le due
famiglie, ma anche l’elemento scatenante il conflitto.
• Ciascuna famiglia reclama l’appartenenza del bambino al
proprio «clan».
• Il bambino non riesce a integrare in un’unica rappresentazione
le sue radici, la sua storia, a discapito della costruzione del suo
senso di identità e della percezione della sua continuità.
Adolescenza e separazione
• I genitori impegnati emotivamente a far fronte alla propria
separazione, sono meno sensibili e disponibili a far fronte
ai bisogni evolutivi dei figli.
• Le famiglie con adolescenti dovrebbero presentare una
maggiore demarcazione dei confini per permettere i
processi di svincolo tra genitori e figli, ma in caso di
separazione i confini possono diventare confusi e
impedire lo svincolo.
Percorsi possibili della famiglia separata
• La famiglia collaborante
• La famiglia monogenitoriale
• La famiglia conflittuale
La famiglia collaborante
• COALIZIONE PARENTALE: i genitori biologici e quelli
acquisiti, nel rispetto delle separazioni e dei confini dei
singoli nuclei familiari, definiscono una relazione
collaborativa orientata al compito di crescere i figli.
• I minori possono accedere ad entrambi i genitori e
possono contare anche sui genitori acquisiti come figure
di riferimento e sostegno.
La famiglia monogenitoriale
• C’è il rischio che uno dei figli (di solito quello più
disponibile) rimanga coinvolto in una relazione
eccessivamente invischiata con la madre assumendo dei
ruoli che non gli competono e che sono disfunzionali.
• Eterno bambino
• Partner
• Parental Child
• Emancipazione precoce
Ruoli tipici del minore nella famiglia
monogenitoriale
La famiglia conflittuale
• Genitorialità «parallele»: i genitori in disaccordo sui
rispettivi stili educativi agiscono ciascuno per conto suo.
• Agiti del conflitto:
• La madre (affidataria) agisce il conflitto limitando il diritto
di visita del padre, che per simmetria cerca di non
rispettare gli impegni economici.
• I minori sono utilizzati coma arma di ricatto dalla madre
per avere soldi, il padre concede soldi in funzione del
rapporto quantitativo e qualitativo con il figlio.
Le triadi rigide (Minuchin, 1974)
• LA COALIZIONE
• È l’unione tra due persone a danni di un terzo.
• Uno dei genitori si allea con il figlio contro l’altro genitore.
• I confini intergenerazionali sono tipicamente diffusi.
• Non esiste un rapporto autentico tra coloro che l’hanno
formata
Le triadi rigide (Minuchin, 1974)
• LA TRIANGOLAZIONE
• È una coalizione instabile in cui ciascun genitore desidera
che il figlio parteggi per lui contro l’altro.
• Quando il figlio si schiera con uno dei genitori l’altro lo
percepisce come un tradimento.
• Il figlio rimane come paralizzato o diventa incongruo.
Le triadi rigide (Minuchin, 1974)
• LA DEVIAZIONE
• Due persone in conflitto tra loro spostano il conflitto sul
terzo.
• Nelle famiglie in cui il conflitto non è esplicitato i genitori
diventano rigidi sul loro modello educativo producendo nel
figlio delle condotte devianti.
Fattori di rischio e di protezione per figli
separati • Le conseguenze della separazione sui bambini non
dipende dalla separazione in sé, ma dalla conflittualità
coniugale.
• FATTORI PROTETTIVI E FATTORI DI RISCHIO
• Agiscono sui processi evolutivi riducendo o potenziando
le diverse competenze sottese all’adattamento.
• Secondo la concezione iterazionista, il rischio non è una
condizione oggettiva, ma deriva dallo squilibrio tra i fattori
protettivi e quelli di rischio.
• I fattori di stress amplificano la vulnerabilità, quelli
protettivi agiscono riducendo l’effetto.
Fattori protettivi
• Le relazioni che il bambino instaura con i suoi genitori
• I fratelli.
• Famiglia d’origine.
• Il nuovo partner.
• Disponibilità dei genitori a fornire spiegazioni ai figli.
• I coetanei e gli insegnanti.
Il bambino protagonista attivo
• I bambini reagiscono al conflitto genitoriale nella misura in
cui esso sembra minacciare le relazioni familiari e la
propria sicurezza emotiva. Un bambino emotivamente
insicuro può percepire il conflitto come più pericoloso
rispetto a un bambino fiducioso nella disponibilità
psicologica dei genitori, e quindi metterà in atto strategie
di coping meno adattive.
Il bambino protagonista attivo
• Il figlio agisce spesso le sue gelosie o le sue vendette,
nascondendo qualche parte della verità, comportandosi in
modo ricattatorio con l’uno e/o l’altro genitore, per
ottenere giocattoli o altri vantaggi secondari.
• Collude con i modelli relazionali proposti dai genitori, o
perché non vede altre soluzioni o perché lo reputa il male
minore, di fronte al timore di restare solo e di essere
abbandonato da entrambi i genitori.
Tipi di difficoltà presenti nei bambini nelle
differenti fasi di sviluppo
LA FAMIGLIA
DELL’ADOLESCENTE Il ciclo di vita
Paola Cerratti
La famiglia dell’adolescente
• La famiglia dell’adolescente è messa di fronte al compito
di conciliare la spinta coesiva all’unione e alla stabilità del
sistema familiare con l’altrettanto forte tendenza all’uscita
e all’autonomia da parte del figlio.
• Gli adolescenti introducono nella famiglia nuove idee,
nuovi valori, mettono in discussione le figure genitoriali, si
muovono in modo sempre più autonomo nell’ambiente
sociale.
Separazione - individuazione
• Il principale compito di sviluppo consiste nel realizzare il
processo di separazione tra adolescente e genitori e
costruire una propria identità separata (individuazione).
• Se genitori e figli falliscono in questo compito uno dei
rischi maggiori è rappresentato dall’incapacità
dell’adolescente di sviluppare un’identità adulta ben
definita, a favore di un’identità «diffusa», caratterizzata da
estrema confusione delle regole e dei modelli di
identificazione avuti fino a quel momento della propria
vita.
Non ci si può separare se prima non si è appartenuti.
Separazione - individuazione
• Se la famiglia ha raggiunto un buon livello di differenziazione al
suo interno, per cui i diversi sottosistemi presentano confini
chiari e flessibili, queste trasformazioni saranno affrontate
senza particolari difficoltà e l’adolescente potrà assumere il
proprio posto nella storia familiare.
• Nel caso in cui i confini della famiglia sono diffusi, e non vi è la
giusta differenziazione fra i sottosistemi, il processo di svincolo
potrà essere impedito dalle forti spinte centripete della famiglia.
• Nel caso in cui i confini sono rigidi, e non vi è condivisione e
partecipazione emotiva tra i diversi membri della famiglia,
l’adolescente potrà trovarsi senza alcun sostegno nei momenti
di bisogno, sviluppare una bassa autostima e una forte
insicurezza.
• Le famiglie caratterizzate da eccessiva rigidità e
disimpegno affettivo o da caoticità ed eccessivo
invischiamento, non permettono ai membri giovani di
sperimentare sia l’appartenenza al sistema familiare che
l’indipendenza da esso, dando origine a forme di disagio
e insoddisfazione.
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