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Istituto Statale Superiore “G.B. Rubini” Romano di Lombardia (BG)
Classe 2ª O.T. Anno Scolastico 2014/15
L’agricoltura di ieri e di oggi tra
Le erbe, le piante e i frutti dimenticati
lungo il percorso dei Santi
Itinerario didattico-scientifico del progetto “Dalla scuola al territorio” Unità formativa classe 2a OT
Presentazione Collaboratori
Curiosità botaniche e non solo Asperti Tommaso
Itinerario (disegno) Bettani Martina
Hammani Najwa
Il paese dei frutti dimenticati lettera al Sindaco
Forlani Greta
Lucini Chiara
Busetti Laura
Ricetta della marmellata, ricette con le erbe
Sghayer Sanaa
Rkhiss Bouchra
Elenco dei frutti, erbe, alberi e arbusti
Ndiaye Amy Ololulo
Thiao Diarra
Demaj Mergesa
Itinerario al computer Esisti Gabriele
Maccarani Marco
Abira
Ndiaye Sonia
Interviste Ingravallo Martina
Sorrentino Sara
Saidi Siham
Collaborazioni esterne Le famiglie Aglioni
dell’azienda Bandiera, Il sig. Lamera e la sua azienda, l’alunna Pedretti Silvia della 3a AFM
Isaia Conti e le guardie ecologiche del parco Serio
Il gruppo sportivo per Romano con i sigg. Masotti e Colombo
Il dott. Bonfanti e il consorzio del parco Serio
Fotografie e impaginazione grafica
Fabio Giurdanella
Preparazione Ufc e revisione dei testi
Maria Poliseno
proff. Parisi, Paternò
Vivandieri Sig.ra P.Patelli e DSGA sig. F. Murro
Coordinatori
proff. M. Poliseno e G. Nava
Da tempo il nostro Istituto programma
attività parallele alle classiche lezioni
frontali: esercitazioni in laboratorio e sul
campo, itinerari didattici, visite a impian-
ti, partecipazione a eventi, raccolta diffe-
renziata in Istituto. Da alcuni anni le at-
tività sono state raccolte in unico progetto
denominato “Dalla scuola al territorio”,
di anno in anno rivisto e integrato. Gli
obiettivi sono ovviamente legati ai conte-
nuti delle scienze integrate e ampliati a
temi attuali come lo sviluppo sostenibile
e la conoscenza del territorio. In relazione
alle innovazioni didattiche e alla riforma
le attività sono diventate un’ottima risor-
sa per programmare unità formative co-
muni e progetti dell’alternanza scuola-
lavoro.
Quest’anno, in occasione di Expo 2015,
alle attività classiche del percorso, detto
“dei Santi”, abbiamo aggiunto altri spunti
e le seguenti pagine ne raccontano il “dia-
rio” .
Il presente lavoro è diventata Unità For-
mativa della classe 2ª Op. Turistico.
Introduzione Il percorso dei Santi da diversi anni fa parte delle attività dell’Istituto, esso ci permette di fare una
passeggiata senza usare mezzi, di conoscere il nostro territorio e approfondire diverse tematiche ol-
tre a quelle ambientali ad esempio quelle storiche e architettoniche, tematiche utili per predisporre
unità formative comuni. Nel primo opuscolo dedicato al percorso, avevamo presentato i principali
punti di interesse dell’itinerario, nelle attività dello scorso anno abbiamo aggiunto le visite alle
strutture interne delle due chiesette e al lago di cava detto Nettuno, quest’anno in occasione di
EXPO abbiamo dedicato due mesi di lavoro, da ottobre a novembre 2014, per affrontare la tematica
delle erbe, dei frutti, delle piante, partendo dall’area verde del nostro Istituto per arrivare a quella
dell’orto botanico del Consorzio Parco Serio, dove erbe, frutti e piante la “fanno da padrone”.
L’orto botanico è stato infatti chiamato il “Giardino dei frutti dimenticati” e dedicato al compianto
sindaco di Romano di Lombardia Giuseppe Longhi. Le attività si sono concentrate, oltre alle osser-
vazioni botaniche, sulla raccolta delle mele in quanto nell’orto sono collocate le piante di un certo
interesse destinate all’abbattimento ed in particolare alcuni meli di varietà diversa. Alla conclusione
delle attività, con l’aiuto delle guardie e dei volontari del Gruppo Sportivo per Romano, abbiamo
preparato una marmellata con i frutti raccolti e che ha fornito il dessert per il nostro “menù nella
storia” secondo il palinsesto del video presentato al concorso per Expo. Durante il percorso inoltre
siamo stati ospitati in due aziende per conoscere, anche se in modo limitato e superficiale,
l’agricoltura di oggi. Il tutto è descritto dagli alunni nel presente opuscolo che non vuole essere un
manuale botanico, (basta cercare su Internet per trovare tutto), ma un semplice diario dell’attività di
venticinque alunni.
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Il prologo: l’area verde della scuola
L’area verde della scuola è quello che rimane del giardino di una villa ottocentesca, e in attesa che
qualche alunno particolarmente ispirato si prodighi nelle ricerche storiche, riporto alcuni concetti
presentati agli alunni nelle esercitazioni svoltesi sul campo.
Flora, piante autoctone piante alloctone, distinzione tra le piante dioiche e monoiche.
Ci siamo limitati, per ora, a distinguere le erbe, le rampicanti, gli arbusti e gli alberi. Parecchi anni
fa era stato eseguito in particolare monitoraggio delle specie presenti, quest’anno abbiamo osservato
le specie più importanti: il filare di aceri campestri all’ingresso con le samare, il noce e i suoi frutti,
la grande quercia, i frassini, il fico, i ciliegi, altri alberi da frutto e i bagolari. Rimane da citare la
presenza di un orto che attende un progetto di ripristino, ostacolato dalla mancanza di approvvigio-
namento idrico e infine che per le dimensioni, l’area può essere considerata come “bosco” e merite-
vole di essere salvaguardata.
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La prima uscita: le aziende e l’orto botanico: 7 Km Siamo partiti da scuola alle 8.30 per recarci alla “cascina” Ban-
diera, dove abbiamo intervistato il sig. Eraldo Aglioni che ci ha
spiegato come funziona la sua azienda agricola e quali animali
vengono allevati; ci ha mostrato i tori, i maiali e i cani da caccia.
Dopo poco la sig.ra Aglioni ci ha accompagnati in casa e ci ha
presentato il padre signor Angelo, che si è gentilmente fatto inter-
vistare raccontandoci un po’ della sua vita nella fattoria. La tappa
successiva è stata all’azienda Lamera, dove abbiamo conosciuto il
signor Giuseppe Lamera, di 81 anni, che ci ha parlato della sua
vita nella cascina e ha offerto latte fresco per lo spuntino. In ca-
scina si allevano mucche da latte. Abbiamo proseguito il nostro
viaggio diretti all’Orto Botanico, dove ci hanno accolto i signori
Colombo e Conti che hanno mostrato le piante dell’Orto che rias-
sumono in un breve spazio la flora del Parco e riconosciuto e de-
scritto qua e là i “frutti e le erbe dimenticate” presenti. Particolare
è l’area dedicata al recupero di alberi di un certo interesse che non
avrebbero fatto una buona fine se il Parco e il gruppo di volontari
non si fossero prodigati a ripiantarle nell’Orto. Durante l’uscita
abbiamo raccolto diversi kg di mele, il “piatto forte” dell’Orto e
altri frutti che alcune compagne hanno elencato e descritto.
1°Tappa: L’azienda Bandiera dei sigg. Aglioni
Durante questa prima tappa abbiamo avuto modo
di conoscere e approfondire la storia e il lavoro
che svolge il sig. Antonio Aglioni, di 91 anni, in-
sieme alla sua famiglia da diverse generazioni os-
sia quello di agricoltore e allevatore. La famiglia
ha sempre coltivato mais, allevato maiali e ora to-
ri da carne e se, allora c'era un sostanziale guada-
gno e dei costi molto inferiori a quelli dei giorni
nostri ora le cose sono cambiate. Infatti, se per
esempio una trincia usata per lavorare costava
all'incirca 220 mln di vecchie lire a oggi costa sui
600 mln, circa 300.000 euro, inoltre il prezzo del
mais è calato quasi alla metà, dunque è un vero
sacrificio economico oltre alla fatica comportata
da questo lavoro così pesante.
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2° Tappa:
Cascina di San Rocco di Sotto del sig. Giuseppe Lamera. Nato nel 1933, il sig. Lamera lavora da
sempre e prima di andare a scuola era suo dovere mungere le mucche al fine di mettere in commer-
cio il latte, egli ci dice che ora ha un valore di 30 cent/l! Oggi il sig. Lamera alleva anche tori e col-
tiva granoturco che raccoglie due volte l'anno, inoltre pianta e raccoglie il verghetto, alimento per
gli animali e l’erba medica e non dimentichiamo le erbe di primavera come papaveri e piarette .
3°Tappa:
L'orto botanico, ossia una piccola area in cui
in piccolo spazio si possono ritrovare tutte
le piante presenti nel Parco e in cui vengono
raccolte anche tutte quelle piante, erbe e al-
beri definiti “dimenticati” . Qui abbiamo
avuto modo di conoscere il Isaia, guardia
onoraria del parco del Serio e il sig. Gio-
vanni anch'egli guardia e organizzatore delle
manifestazioni in particolare di quelle eno-
gastronomiche del “Gruppo Sportivo per
Romano”. In questo incontro ci è stata per-
messa la raccolta di mele selvatiche al fine
di confezionare una marmellata.
Successivamente siamo arrivati all'argomento più importante
cioè i frutti dimenticati che inoltre abbiamo avuto modo di vede-
re ossia: le mele selvatiche, le nespole, gelsi, che daranno i frutti
a giugno, l’azzeruolo, viburno, nocciolo, sambuco, uva spina,
prugnoli. Oltre ai frutti dimenticati ci sono anche le erbe in cui
possiamo ricordare: il timo, la cicoria, l'erba limoncina, la parie-
taria e il farinaccio infine abbiamo potuto osservare altri arbusti:
il ginepro con le sue bacche, il corniolo, il crespino, la fusaggine
e fra le piante che sono state salvate c’è addirittura un banano.
Lasciamo alle nostre compagne l’impegno di elencare tutte o quasi le piante viste…
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Relazione per: agricoltura oggi
Pedretti Silvia, Alunna di 3AFM
Le colture principali attualmente sono: mais, loietto, triticale, sorgo, erba medica, frumento, panico.
Il Mais è la coltura di riferimento per le produzioni zootecniche e per il biogas. Il trinciato di mais
rappresenta la componente energetica prevalente tanto nelle razioni alimentari dei bovini che in
quella dei digestori… Si divide per la prima semina in ambienti fertili e irrigui, per la seconda se-
mina dopo Triticale o Loietto in ambienti fertili e irrigui, per la prima semina in ambienti di media
fertilità e per la prima semina con raccolte anticipate. Si semina nel periodo tra marzo e maggio
(tempo permettendo).
il Loietto è una coltura invernale da fienagione, la radice si espande nel terreno e raggiunge
un’altezza di 50 centimetri. Si semina nel periodo tra ottobre e novembre e si raccoglie ad aprile o
maggio sotto forma di “fieno maggengo”.
Il triticale è un prodotto che garantisce elevate performance e la capacità di superare stagioni a volte
molto rigide. Si semina nel periodo tra ottobre e novembre e lo si raccoglie a maggio e si utilizza
sotto forma di insilato.
Il sorgo si divide per fienagione, per granella e per biomasse. Si semina a maggio e si raccoglie a
agosto settembre sotto forma di insilato o fieno.
L’erba medica è un prodotto esclusivamente per fienagione, si semina tra settembre e marzo e si ta-
glia per il fieno secco da fine maggio a metà agosto.
Il Frumento è un prodotto invernale, si semina tra ottobre e novembre, lo si raccoglie a maggio sotto
forma di insilato o a giugno come granella.
Il Panico è un prodotto per fienagione, si semina tra settembre e marzo e lo si raccoglie come fieno
secco a fine maggio.
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La seconda uscita, km 5: la marmellata
In occasione di Expo ai nostri docenti è venuta la brillante
idea di coinvolgerci nelle preparazione di cibi con ricette
legate alla “cucina dimenticata” utilizzando erbe, frutti e
altri materiali … dimenticati. Avevamo la possibilità di cu-
cinare piatti caldi da consumarsi subito: riso, pasta, tartine,
uova e frittelle e altri tipi di pasti. Purtroppo la normativa
non è chiara per la preparazione dei cibi nell’ambito scola-
stico, perciò ci siamo limitati a preparare la marmellata di
“mele dimenticate”.
Siamo partiti da scuola alle 8.30, questa volta per recarci
all’Orto ma questa volta abbiamo cambiato percorso, prendendo una via più breve. Il materiale è
stato trasportato dal sig. Conti, Guardia ecologica onoraria che già ci aveva ospitato la volta scorsa
all’orto. Il tempo non ci assiste: pioggia! Arriviamo all’Orto Botanico alle 9.40. Il sig. Masotti,
nonché vigile in Romano e volontario del gruppo sportivo per Romano con l’infaticabile Giovanni
Colombo ci hanno assistito nella preparazione della marmellata
Questa preparazione è stata
fatta nella serra dell’orto bo-
tanico, dove precedentemen-
te avevamo raccolto le mele
anche se queste in realtà non
sono state utilizzate poiché
sono state mangiate TUTTE
dai professori! Per questo
motivo la sig.ra Patrizia col-
laboratrice scolastica nonché
nostra affezionata “zia” si è
impegnata nell’acquisto del-
le mele e degli altri ingre-
dienti gentilmente offerti
dall’Istituto.
La preparazione per la marmellata è iniziata tagliando le mele in piccoli spicchi. Nonostante la pre-
senza di uno sbucciatore meccanico non siamo riusciti ad utilizzarlo in quanto le mele si rompeva-
no. Messi gli spicchi nel pentolone con dell’acqua e con succo di limone in modo che la mela non
perdesse il suo colore chiaro.
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Abbiamo aggiunto 10 kg di zucchero, una piccola quantità di: chiodi di garofano, cannella e vani-
glia ed infine le bucce dei limoni rimasti. Un grosso fornello gas ci ha permesso di riscaldare per 3
ore. Ci siamo alternati a rimestare. Un’ora prima della fine della ricetta con un frullatore ad immer-
sione abbiamo amalgamato gli ingredienti. Ultima fase abbiamo versato il contenuto negli appositi
vasetti, sigillati e capovolti in modo da far uscire l’aria e creare il vuoto. Non abbiamo eseguito la
sterilizzazione in quanto la marmellata sarebbe stata consumata subito….
Il risultato che ci siamo portati a casa una marmellata di mele davvero buona.
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Le piante del percorso Abbiamo utilizzato un elenco predisposto da altri alunni per verificare con quelle censite da par-
tendo dal nostro giardino, lungo i percorsi e presenti all’orto botanico
Quercia Farnia – Quercus robur
Olmo – Ulmus minor
Pioppo nero – Populus nigra
Pioppo bianco – Populus alba
Acero campestre – Acer campestre
Pioppo tremolo – Populus tremula
Rovarella - Quercus Pubescens
Acero riccio – Acer platanoides
Ibridi americani (pioppi) – Populus canadensis
Salice bianco – Salix alba
Ontano nero – Alnus glutinosa
Sanguinello- Cornus sanguinea
Bianco spino – Crataegus monogyna
Sambuca- Sanbucus nigra
Salici arbustivi – Salix triandra (S. fragilis S. purpurea S. cinerea)
Indaco bastardo – Amorpha fruticosa
Noccioli – Corylus avellana
Ligustri - Ligustrum vulgare
Fussaggn – Eonimus europaeus
Spina cervini - Rhamnus catharticus
Pruni - Prunus spinosa
Cerneoli - Cornus mas
Viburni - Viburnum apulus e V.lantana
Elegno - Salix eleagnos
Caprifoglio peloso – Lonicea xylusteum
Ontano bianco – Alnus incana
Ginestrella - Gemista tinctoria
Ailanto - Ailanthus altissima
Gelso da carta – Broussonetia papyrifera
Caprifoglio giapponese – Lonicera japonica
Acero americano - Acer negundo
Buddleja - Buddleja davidii
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I frutti dimenticati o quasi
Ci siamo divertiti ad elencare i frutti che trovavamo in terra durante le nostre uscite partendo
dall’area verde del nostro istituto e in particolare nell’area destinata alle piante recuperate.
1. La noce è presente con un esemplare nel nostro istituto e
diversi lungo il percorso, ma nessuno più sembra racco-
glierle a parte quel morto di fame del nostro prof…
2. La ghianda. E’ commestibile, ma la mangiano i maiali e al-
tre bestiole; rare nel percorso, mentre un’enorme esemplare
è presente nell’area dell’istituto
3. Melograno il cui frutto ci è stato offerto da un professore
ormai in pensione, dalla pianta che cresce nel suo giardi-
no, adiacente al nostro Istituto
4. Il frutto del Bagolaro o spaccasassi diversi esemplari in Istituto e lungo il percorso. Noi non
sapevamo che i frutti sono commestibili.
5. Fitolacca, pare anche essa commestibile ma è più nota per l’inchiostro che si può ricavare
dai suoi frutti
6. Ligustro: le bacche sicuramente sono commestibili
7. Bacche del Biancospino: non ne sappiamo nulla
8. Melo cotogno presente con diversi esemplari nel reparto “accoglienza piante” all’Orto bota-
nico
9. Pero
10. Ciliegio: ovviamente solo la pianta….
11. Uva
12. Cachi
13. Nocciolo
14. Melo da fiore
15. Castagno
16. Albicocco
17. Pesco
18. Giuggiolo
19. Gelso i frutti arrivano a maggio
20. Zuccherini
21. Azzeruolo i frutti rossi sono in copertina tipico dell’area meridionale
22. Prugnolo :mangiabili a maturazione completa per il momento molto aspri
23. Mele di diverse qualità
24. Banano c’è anche un banano
25. Topinambur visibili i grandi fiori .E’ la Patata americana (portata degli Austriaci nel 700)
niente frutti di interesse ma si usa il tubero, stiamo aspettando che il compagno Esisti, come
da promesse, lo porti a scuola ….
Altri frutti suggeriti da Franco amico del prof esperto conoscitore delle colline bergamasche e delle
piante
Corbezzoli: tipico arbusto dell’area mediterranea si rinvengono alcuni esemplari nei nostri giardini
per scopi ornamentali, i frutti del Sambuco ottime esche , la nespola germanica, il lampone, il lam-
pone nano, le more di rovo, l’alchechengi un erbacea che fa dei bellissimi frutti a forma di lam-
pioncino arancione con al centro una prelibata ciliegina , il corniolo, la rosa canina dai frutti ricchi
di vitamina C commestibili d’inverno dopo le gelate, il pero corvino, l’uva spina, i ribes, i mirtilli,
le fragoline di bosco…. altri negli elenchi delle guardie ecologiche
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Alcune curiosità botaniche, ma non troppo
Le noci
Pa e nus, maià de spus! Quasi non le riconoscevamo ma sono noci quelle belle lustrate che trovia-
mo al supermercato, ma al naturale scure e ricoperte dal mallo.
Il mallo nero è la parte che ricopre la noce contiene un olio nero che sporca le mani e contiene an-
che una sostanza chimica chiamata juglone che non fa più crescere le altre piante.
Le noci fanno bene al cuore, anticolesterolo, fanno bene all’uomo perché sono vaso-dilatatori, fanno
bene per combattere il diabete, fanno bene alla pelle, sono dietetiche, sono anti -tumorali, conten-
gono arginina e vitamina B.
In laboratorio abbiamo estratto da esse un colorante scuro chiamato mordente utilizzato per colora-
re i legni chiari.
La noce è una angiosperma. Le noci costano fino a 7 euro al kilogrammo.
Topinambur
E’ chiamato anche patata o rapa americana. Il fiore si muove seguendo il sole come i girasoli. Il suo
organo di sopravvivenza è il tubero sotterraneo (patata). Può arrivare fino a un massimo di tre metri
di altezza. Il tubero è commestibile. In Italia è presente in tutte le regioni tranne in Sardegna. E’ pre-
feribile raccogliere la patata in autunno-inverno quando la pianta si secca, preferibilmente un attimo
prima di consumarlo. E’ utilizzato in farmacia contro il diabete, è diuretico, facilita la digestione e
rafforza l’organismo. Un alunno della classe aveva promesso che avrebbe portato un tubero lo stia-
mo ancora aspettando…
Samara La sàmara è un frutto secco, espanso a formare un'ala membranosa, atta a sfruttare la forza del ven-
to per una più ampia diffusione del seme contenuto. Tipica quella dell’acero
Biancospino
Ci sono diversi esemplari nel giardino della scuola è un arbusto o un piccolo albero molto ramifica-
to e dotato di spine. I frutti sono ovali, rossi a maturazione e con un nocciolo che contiene il seme.
L’albero delle farfalle, Buddleja davidii
Lo rivedremo fiorito nella primavera è un arbusto caducifoglio a rami arcuati dai fiori profumati che
attirano numerose farfalle.
Il gelso di via Dosso Pagano
Nel percorso che abbiamo affrontato accompagnati dai professori” abbiamo individuato una pianta
di gelso in via Dosso Pagano.
Il gelso è un albero da frutto secolare appartenente al genere Morus e alla famiglia delle Moraceae.
E’ diffuso in Asia, Europa e Nordamerica, ma le sue origini si riferiscono alla Cina orientale e cen-
trale e all’Iran. Il suo nome botanico completo è Morus celsa e comprende due varietà: il gelso
bianco (Morus alba L.) e il gelso nero (Morus nigra L.). Il primo, con frutti bianchi, venne introdot-
to in Europa con il baco da seta che si cibava delle sue foglie. Con l’introduzione delle fibre sinteti-
che però anche la produzione di gelso bianco andò via via scomparendo. Il gelso nero, con frutti di
colore omonimo o violaceo, è stato introdotto in Europa a partire dal Cinquecento. Isaia ci ha detto
che i frutti che maturano a maggio sono molto buoni ma bisogna non mangiare quelli esposti al so-
le, pare che causino effetti non desiderati nel nostro intestino.
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Le ricette del corso di “cucina economica”
Abbiamo digitalizzato le ricette proposte nel corso organizzato nell’Orto Botanico l’anno scorso
Risotto con parietaria
Ingredienti: Cime di parietaria
erba cipollina
cipolla
riso
burro
sale
grana padano
brodo.
Preparazione: Lavate accuratamente la parietaria, preparate un risotto come d’uso, dopo aver roso-
lato la cipolla nel burro e aver tostato il riso qualche istante, aggiungete la parietaria,
rosolate ancora istante poi aggiungete piano piano il brodo, continuate la cottura ag-
giungendo il brodo, mantecate con un po’ di grana padano.
Salsa verde di tarassaco e piantaggine
Ingredienti: 50g di foglie giovani di tarassaco o piantaggine
Qualche foglia di basilico
20-30g di olio di oliva
20g di mandorle pestate
20g di grano padano
100g di ricotta
Pepe nero e sale
Preparazione: Passare tutto al mortaio, pestare a lungo il tarassaco e il basilico con le Mandorle,
aggiungere la ricotta e il grana, il sale, il pepe, l’olio, mescolare accuratamente.
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Vellutata di acetosa e melissa al basilico
Ingredienti per 4 persone: 150 g di acetosa
100 g di melissa
10 g di foglie di basilico
100 g di grana padano
1 cipolla
1carota
1 costa di sedano
1 patata
1 zucchina
olio extravergine di oliva
Sale
2 dadi vegetali
La piantaggine
Preparazione: Sbucciare la cipolla e tritarla grossolanamente, raschiate la carota, lavatela e tagliatela a tronchetti,
mondate la costa di sedano e la zucchina, lavatele e tagliatele a pezzettini, lavate l’acetosa, la melis-
sa e il basilico, pelate la patata e tagliatela a pezzettini. Scaldate in una casseruola 2 cucchiai di olio,
fatevi appassire la cipolla, la carota, e il sedano a fiamma bassa per 5 minuti, mescolando spesso,
unite la patata, la zucchina l’acetosa, la melissa e lasciate insaporire per 3 o 4 minuti, poi salate e
versate abbondante acqua; portare ad ebollizione, regolate la fiamma e lasciate cuocere per 15 mi-
nuti.
Spezzettate con le mani il basilico e quando la zuppa sarà pronta, spegnete la fiamma, unite il basi-
lici spezzettato,2 cucchiai di olio e frullate con il frullatore a immersione. Distribuite la vellutata nei
piatti singoli, completare con formaggio di grana padano e qualche crostino di pane.
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Altre curiosità lungo il percorso
Le nostre attività si sono svolte lungo una parte del percorso dei Santi, lungo questo spiccano le due
chiesette che hanno suggerito il nome all’itinerario S. Giuseppe e S. Rocco, di quest’ultima abbia-
mo descritto storia e architettura nel primo opuscolo, della prima stiamo aspettando che qualcuno,
leggi alunno e nostro compagno, si prenda la briga di descriverne la storia. La chiesetta è la più an-
tica di Romano, di questa abbiamo comunque un libretto donatoci dalla moglie del compianto si-
gnor Cecco Pandolfi che si era prodigato al suo restauro.
La chiesetta di S. Giuseppe
Inoltre da citare, prima del suo definitivo crollo, la colonia elioterapica Igea, anch’essa descritta nel-
la precedente pubblicazione. Un altro piccolo edificio che ci ha incuriosito all’inizio del percorso è
la cappella Dosso Pagano situata lungo l’omonima via, indicata da un cartello. Ma che storia ha?
perché questo nome? Sicuramente difficile da fotografare tanto è nascosta tra gli edifici. Un piccolo
cancello ne chiude il vialetto di accesso…
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Chiesa di S. Rocco
Eccone un breve riassunto (rubato alla rete). Costruita nel XX sec. in memoria di tutti i morti dovuti
alla famosa guerra di Cortenuova ( la battaglia di Cortenuova fu uno degli scontri più cruenti del
XIII secolo verificatosi il 27 e 28 novembre 1237 tra le forze dell'imperatore Federico II e quelle
della Lega Lombarda. L'alleanza guelfa fu sconfitta e gli imperiali catturarono molti prigionieri, an-
che se questo non pose fine alla loro ribellione. Si contarono alcune migliaia di morti e circa 5.000
prigionieri per l'esercito della Lega Lombarda. I soli milanesi persero 2.500 soldati. In questa zona
dove sorge la chiesetta hanno trovato sepoltura i morti non cristiani, l’ammasso di cadaveri di sicuro
ha creato una collinetta da cui il nome Dosso Pagano.
Il laghetto Nettuno
Nel percorso sono da ricordare i ricordi del “ tiro a nazionale , ormai scomparso, descritto nel li-
bro della Carminati, architetto pratico della storia di Romano; ora vi sorge l’azienda Serio Prefab-
bricati ... ci sarebbero altri spunti di ricerca: gli edifici della ex fabbrica Montecatini, il vicino fon-
tanile da cui sgorga ancora acqua, la cascina Gasparina con la sua comunità e la sua azienda agrico-
la, il nucleo abitato del Pascolo con l’omonimo fontanile, un recente maneggio di cavalli, la vecchia
cascina Lamera, la cascina Marina, il parco Serio con il fiume , con le recenti opere di riqualifica-
zione, le strutture ormai vetuste della lavorazioni degli inerti, il laghetto Nettuno… Queste sono sta-
te meta delle uscite legate all’accoglienza delle classi prime nel percorso dell’accoglienza e
dell’Unità formativa comune della attuale 1OT.
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Il paese dei frutti dimenticati
Nel nostro ricercare su internet ci siamo accorte che esiste un paese, il paese di Casola Valsenio
(Ravenna) in Emilia Romagna che si occupa della cura e della salvaguardia di alberi da frutto di va-
rietà ormai abbandonate o uscite di produzione.
I frutti dimenticati sono caratteristici della stagione autunnale: giuggiole, nespole, mele cotogne,
nocciole, melagrane e uva spina. Molti di questi frutti rappresentano anche una preziosa scorta per
l’inverno.
E’ possibile visitare la festa a tema nei giorni 11–12 e 18-19 Ottobre dove ci sono tante specialità a
base di questi frutti e dov’è possibile assaggiare anche il Migliaccio, un antico piatto tipico prepara-
to con mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane raffermo, canditi, riso, sangue di
maiale.
L’azzeruolo
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La lettera al sindaco
Spett.le
Dott. Sebastian Nicoli
Comune di Romano di Lombardia
Romano di Lombardia, 12 Dicembre 2014
Egregio Signor Sindaco
La nostra classe 2° OT, indirizzo Operatore Turistico, dell’Istituto d’Istruzione Superiore
G.B Rubini di Romano, partecipa quest’anno ai progetti EXPO ed è stata organizzata un’unità for-
mativa comune su diverse uscite come la visita della cascina Lamera, cascina Bandiera e visita
all’Orto Botanico.
Durante il tragitto abbiamo riscontrato delle difficoltà nel percorrere la strada, perché non è
consona al passaggio pedonale. Le chiediamo di provvedere la risolvere la problematica posizio-
nando un passaggio pedonale nella zona da noi percorsa (EXIDE, GASPARINA, ORTO
BOTANICO).
Cordiali saluti.
La classe 2° OT
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