l’italia dall’unità al 1914 - colombo-guagni-lazolla ... · dalla destra alla sinistra...
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L’Italia dall’unità al 1914
Dalla Destra alla Sinistra storiche
I governi Depretis e Crispi
La crisi di fine secolo
L’età giolittiana
I problemi del nuovo stato
• Deficit di bilancio → tasse + confisca dei
beni del clero per metterli all’asta
→ malcontento popolare e inasprimento dei
rapporti col papato
• Distacco tra società civile e classe
dirigente: suffragio censitario e potere
centrale molto forte (ogni provincia è
governata da un prefetto nominato dal
governo)
“Destra” e “Sinistra” storiche
Destra storica
• Dal 1861 al 1876
• Monarchici
• Proprietari terrieri
aristocratici
• Scopo: pareggiare il
bilancio dello stato
Sinistra storica
• Dal 1876
• Repubblicani e
democratici
• Borghesi (avvocati,
imprenditori e
professionisti)
• Scopo: riforme sociali,
anche a costo di
aumentare la spesa
pubblica
Entrambi gli schieramenti erano
lontani dai ceti popolari, perché
contadini e operai non potevano
votare.
Il governo Depretis
• 1876: governo della Sinistra
guidato da Agostino Depretis.
• Riforme:
1) Istruzione obbligatoria e
gratuita dai 6 ai 9 anni (ma
mancano i fondi per costruire
scuole e spesso i figli dei
contadini vengono mandati
nei campi e non a scuola)
Agostino Depretis,
primo ministro dal 1876 al 1887
2) Allargamento del suffragio (dal 2 al 7%)
3) Provvedimenti a favore dei lavoratori:
- riconoscimento delle società di mutuo soccorso
- proibizione del lavoro dei bambini sotto i 9 anni
- assicurazione facoltativa per gli infortuni
Politica interna...
• Gran parte della popolazione resta esclusa dalla
politica (non esistono ancora in Italia i partiti di
massa).
• I parlamentari passano
da uno schieramento
all’altro in base ai
vantaggi personali che
ne ricavano
(trasformismo).
Depretis immaginato come camaleonte
in una caricatura dell’epoca
... e politica estera
• Con la Sinistra, l’Italia si allontana da
Francia e Regno Unito e si allea con
Germania e Austria (1882).
Cause:
speranza di ottenere dall’Austria Trento e
Trieste con accordi pacifici
occupazione francese della Tunisia,
obiettivo coloniale dell’Italia.
Cartolina tedesca di propaganda della Triplice Alle-
anza. Il motto tedesco recita “l’unione fa la forza”.
I ritratti di Umberto I,
Francesco Giuseppe e Guglielmo II.
Le prime colonie italiane
• Anche l’Italia vuole
partecipare all’avventura
coloniale nel Corno
d’Africa
• 1885: occupazione del
porto di Massaua
→ nasce la colonia italiana
di Eritrea
• Fallito tentativo di
espansione in Etiopia:
battaglia di Dogali
(1887).
Francesco Crispi
• Primo ministro1887-1896.
• Garibaldino in gioventù, poi
abbandona le idee
repubblicane e si dichiara
fedele ai Savoia.
• Scopi politici: rafforzare il
potere del governo e
accrescere il ruolo
internazionale dell’Italia.
La politica estera
• Grande ammiratore di
Bismarck → punta al
legame con la Germania
→ rinnova la Triplice
Alleanza con una clausola
vantaggiosa: compensi
territoriali in caso di vittoria
di Austria o Germania.L’incontro tra Crispi e il
successore di Bismarck
La disfatta di Adua
• 1889, trattato di Uccialli con l’Etiopia:
riconosciuto all’Italia il possesso dell’Eritrea.
• Ma un errore di traduzione a danno
dell’Etiopia provoca tensioni.
• Guerra tra Italia
ed Etiopia: disfatta
italiana ad Adua (1896)
→ Crispi si dimette
Il socialismo in Italia
• Il socialismo trova consenso
tra i braccianti agricoli.
• 1882: Andrea Costa è il
primo socialista eletto al
parlamento.
• 1895: Partito Socialista
Italiano (divisioni tra socialisti
moderati e comunisti
rivoluzionari).
Andrea Costa
I cattolici nella società
• 1874, Non Expedit: Pio IX dichiara
inaccettabile che i cattolici partecipino alla
politica del Regno d’Italia.
• I cattolici si impegnano comunque nella
società, soprattutto dopo la Rerum
Novarum→ l’Opera dei Congressi coordina le
attività assistenziali ed educative.
• Accordo coi liberali per arginare i socialisti,
ma l’ingresso dei cattolici in politica si avrà
solo nel Novecento.
La repressione della rivolta
milanese• 1898: rivolta a Milano contro il rincaro del
prezzo del pane (organizzata dai socialisti).
• Antonio di Rudinì, capo del governo dopo
Crispi, manda l’esercito a reprimerla.
• Il generale Bava Beccaris spara sulla folla:
80 morti.
• Sciolti temporaneamente il Partito
Socialista e molte associazioni cattoliche.
La fine del secolo
• 29 luglio 1900: re Umberto I viene ucciso
dall’anarchico Gaetano Bresci, che
voleva vendicare le vittime di Milano.
Inizia l’età giolittiana
• Il nuovo re, Vittorio Emanuele III, nomina
Zanardelli primo ministro. Giovanni Giolitti è
ministro degli interni.
• 1903: Giolitti primo ministro.
• È il primo politico estraneo al Risorgimento
(troppo giovane per aver partecipato).
• Sarà il protagonista della politica italiana
fino al 1914 (età giolittiana).
Crescita dell’industria
• Incremento dell’industria nel “Triangolo
Industriale”:
- meccanica e siderurgica (Breda, Ilva)
- automobilistica (Fiat, Lancia, Alfa)
- chimica (Pirelli)
- macchine da scrivere (Olivetti)
• Molte centrali idroelettriche.
• Crisi dell’industria tessile
Conseguenze
dell’industrializzazione• Spostamento della popolazione dalle
campagne alle città → crescita delle
periferie.
• Nella Pianura Padana: meccanizzazione
dell’agricoltura, concimi e bonifiche.
• Divario Nord-Sud.
• Emigrazione dal Sud verso le Americhe. Gli
emigrati mandano denaro alle loro famiglie
d’origine.
Il governo spregiudicato
di Giolitti• Giolitti cerca di ottenere voti da alcune
categorie sociali concedendo favori
(clientelismo) e attua il trasformismo.
• Diminuisce il centralismo, lasciando ai
comuni la gestione di acqua, gas, luce e
trasporti.
• Non ostacola i prefetti nella repressione
delle agitazioni del Sud Italia.
I rapporti coi socialisti
• Lascia spazio ai socialisti moderati,
permettendo manifestazioni e scioperi al Nord.
• Proibisce il lavoro notturno per donne e
bambini, introduce assicurazioni per invalidità e
vecchiaia.
• Invita Filippo Turati, segretario del PSI, a far
parte della maggioranza di governo.
• Turati rifiuta per non irritare i socialisti
estremisti, ma supporta Giolitti.
I rapporti coi cattolici
• 1913, Patto Gentiloni tra il governo e la
Chiesa.
• I cattolici si impegnano a votare quei
candidati che avessero promesso di
svolgere un’attività politica conforme ai
principi cristiani.
• Fine del Non expedit.
• I cattolici tuttavia sono ancora
insoddisfatti per la “questione romana”.
Il “doppio volto”
di Giolitti
L’immagine,
pubblicata su un
giornale satirico,
vuole esprimere
la politica di
Giolitti, che cerca
di accontentare
tanto le classi
sociali più elevate
quanto gli operai.
L’allargamento del suffragio
• 1912: suffragio (quasi) universale maschile.
• Votano i maschi di almeno 21 anni che
sappiano leggere e scrivere + gli analfabeti di
almeno 30 anni che abbiamo fatto il servizio
militare /dal 7 al 24 per cento).
• Giolitti spera di ottenere il sostegno dei
socialisti e dei cattolici, ma i socialisti
rivoluzionari non lo appoggiano e i cattolici
faticano a fidarsi.
La guerra di Libia
• Giolitti, senza convinzione, cede
all’Associazione Nazionalista Italiana,
che vuole un’espansione coloniale in
Africa.
• 1911-1912: conquista della Libia e del
Dodecaneso, sottratti all’Impero
Ottomano.
• Entusiasmo dei nazionalisti, ma la Libia si
rivela solo uno “scatolone di sabbia”.
La fine del governo
• Tentando di accontentare ogni gruppo, Giolitti
finisce per scontentare tutti.
• 1914: Giolitti si dimette perché non trova una
maggioranza di governo, ma spera che il re lo
riconvochi.
• Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale
viene invece nominato primo ministro il
conservatore Antonio Salandra, considerato
più adatto.
• Finisce così un’età di crescita economica e
sociale per l’Italia.
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