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L'IVA nelle transazioni intragruppo e verso esterni: cessione di beni e
prestazioni di servizio UE ed ExtraUE
Brescia, 28 gennaio 2016 Dott. Alberto Perani
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Transfer price e valore in dogana
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Transfer price
La determinazione del prezzo pattuito nelle transazioni finanziarie internazionali tra società appartenenti allo stesso gruppo oppure collegate tra loro rappresenta un aspetto delicato sotto due aspetti
Imposte dirette Imposizione doganale
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Transfer price
• Imposte dirette
• Imposizione doganale
Tale prezzo non deve essere aumentato al solo fine di spostare imponibile in un paese dove le imposte sul reddito sono inferiori a quelle previste in Italia
Tale prezzo non deve essere diminuito con il solo scopo di versare meno imposte di confine all’atto delle operazioni di importazione
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WCO (World Customs Organization)
Guide to customs valuation and transfer pricing pubblicata il 26.06.2015
• Definizione del rapporto tra transfer pricing e valorizzazione delle merci in dogana, con pieno rilievo delle politiche di transfer price ai fini dell’applicazione della fiscalità di confine;
• Problematiche dei transfer Price adjustments;
• Due strumenti da attivare in un momento antecedente alle operazioni
doganali:
Rettifica delle bolletta doganale
interpello
dichiarazione incompleta
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Agenzia delle dogane
Circolare 16/D del 06.11.2015
• Accettabilità dei prezzi di trasferimento ai fini
doganali, per verificare quando è tecnicamente possibile concludere che un legame tre le parti non ha avuto influenza sul prezzo;
• Impatto doganale degli aggiustamenti dei prezzi operati retroattivamente (TP adjustments)
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Circolare 16/D/2015 Valore in dogana
Art. 29 CDC (Codice Doganale Comunitario)
Il valore in dogana delle merci è l’importo della transazione indicato in fattura, cioè il prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci, previo aggiustamento degli elementi da addizionare o da escludere ai sensi degli art. 32 e 33 CDC.
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Circolare 16/d/2015 Valore in dogana
A condizione che.. Art. 29 paragrafo 1 lett. d)
«..Compratore e venditore non siano legati o se lo sono , il valore di transazione sia accettabile ai fini doganali a norma del paragrafo 2..»
«…il fatto che il compratore e il venditore siano legati non costituisce di per sé motivo sufficiente per considerare inaccettabile detto valore. Se necessario, le circostanze proprie della vendita sono esaminate e il valore di transazione ammesso, purchè tali legami non abbiano influito sul prezzo.»
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Circolare 16/D/2015 Valore in dogana
Art. 30 CDC Metodi alternativi di determinazione del valore
a) Il valore di transazione di merci identiche; b) Il valore di transazione delle merci similari; c) Il valore c.d. «dedotto»; d) Il valore calcolato. Art. 31 CDC
c.d. ultimo ricorso «fall back method»
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Circolare 16/D/2015 Valore in dogana
• Metodo «first sale rule»
Metodo utilizzato in caso di più vendite successive realizzate prima della valutazione in Dogana.
Vantaggio nella valorizzazione dei trasferimenti infra-gruppo
Esportatore-Società madre Extra-Ue può far dichiarare alle sue società figlie europee non già il prezzo di trasferimento da lei applicato (depurato dei costi preventivamente stimati e degli utili redistribuiti alle società figlie) bensì il prezzo applicatole dai suoi terzi fornitori al netto dei propri margini di utile.
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Circolare 16/D/2015 Valore in dogana
• Metodo «first sale rule»
Due condizioni (da sostenersi con elementi di prova da parte dell’importatore)
1) Il trasporto della merce deve essere effettuato a cura del terzo fornitore direttamente verso la Ue;
2) Le caratteristiche produttive delle merci devono essere tali da poter inequivocabilmente accertare la loro destinazione al consumo esclusivamente nel mercato Ue.
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Valore in dogana
• Metodi tradizionali OCSE di determinazione del prezzo di trasferimento infragruppo possono essere accettati, con un diverso grado di affidabilità, anche dalle dogane:
1. Il CUP Comparable Uncontrolled Price (metodo del confronto di prezzo);
2. Il RPM Resale Price Method (metodo del prezzo di rivendita); 3. Il CPM Cost Plus Method (metodo del costo maggiorato); 4. Il TNMM Transactional Net Margin Method (metodo del margine
netto transazionale); 5. Il PSM Profit Split Method (metodo della ripartizione dell’utile).
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Valore in dogana
Accettabilità del prezzo di trasferimento infragruppo (art. 29 CDC)
L’operatore ha l’onere di documentare in dogana la propria policy di transfer pricing
• Documentazione prevista dall’art. 26 del DL 78/2010; • Masterfile provv. Agenzia delle Entrate 29.09.2010
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Circolare 16/D/2015 Valore in dogana: prezzi all’esportazione
La dichiarazione incompleta Consente all’operatore economico di presentare il DAU (Documento amministrativo Unico) con dati ridotti o privo di alcuni documenti la cui presentazione è di regola necessaria per consentire l’applicazione delle disposizioni che disciplinano il regime doganale .
Integrazione della documentazione entro 1 o 4 mesi
L’autorità doganale quando si tratta di comunicare indicazioni o documenti mancanti in materia di valore, può ove indispensabile stabilire un termine più lungo o prorogare il termine già stabilito.
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Circolare 16/D/2015 Valore in dogana: prezzi all’importazione
• Forfetizzazione degli importi alla base del valore doganale (ex art. 156 bis DAC)
• Richiesta di ruling preventivi che consentono alle dogane di validare i processi di fissazione dei prezzi intercompany
Valorizzazione a forfait di alcuni elementi da aggiungere o sottrarre al valore di transazione.
Formulario allegato alla circolare 16/D/2015
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Circolare 16/D/2015 L’istanza
• La richiesta di decisione presentata all’ufficio deve necessariamente contenere:
1) la precisa descrizione delle merci oggetto del ruling, con relativo riferimento di nomenclatura combinata che verrà utilizzato nelle bolle doganali;
2) Lo schema riepilogativo del gruppo societario che presenta l’istanza , con i relativi flussi di movimentazione merce che vengono posti in essere;
3) Con riferimento alle merci movimentate, i contratti di fornitura in vigore, sia per le operazioni intercompany sia con soggetti indipendenti;
4) Master file o documentazione nazionale, integrate con una presentazione del gruppo recante elementi di interesse ai fini del valore doganale
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Circolare 16/D/2015 L’istanza
• La concessione del ruling da parte dell’autorità doganale è resa entro 120 giorni dalla data di accettazione della domanda;
• L’ufficio delle dogane una volta ricevuta la domanda ha 30giorni di tempo per effettuare una valutazione della completezza e dell’accettabilità della richiesta
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La revisione dell’accertamento Art. 78 CDC
Dopo aver concesso lo svincolo delle merci, l’autorità doganale può procedere alla revisione della dichiarazione d’ufficio o su richiesta del dichiarante entro 3 anni
Quando dalla revisione risulta che le disposizioni che disciplinano il regime doganale considerato sono state applicate in base ad elementi inesatti o incompleti, l’autorità doganale adotta i provvedimenti necessari per regolarizzare la situazione.
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Circolare 16/D/2015 TP Adjustments
Negato il ricorso alla revisione dell’accertamento
Gestione continua dell’autorizzazione rilasciata ai sensi dell’art. 156 bis DAC
Provvedimento elastico , in continuo divenire, in grado di modificare e monitorare i valori doganali in raccordo con quelli di transfer pricing.
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La stabile organizzazione
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Stabile organizzazione ai fini IVA Art. 11 Regolamento UE 282/2011
Esiste la stabile organizzazione solamente laddove vi sia la presenza di una sede diversa dalla sede dell’attività economica che sia caratterizzata da un grado sufficiente di permanenza e da una struttura idonea in termini di mezzi umani e tecnici atti a consentire di: ricevere e utilizzare i servizi che le sono resi (c.d. S.O. passiva); fornire i servizi di cui assicura la prestazione (c.d. S.O. attiva).
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Stabile organizzazione ai fini IVA
L’esistenza di un numero di partita Iva non costituisce da sola una prova sufficiente dell’esistenza, in uno Stato membro, di una S.O. di un soggetto passivo che abbia la sede principale della propria attività economica in uno Stato membro diverso.
Per i professionisti si parla più propriamente di «base fissa».
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Stabile organizzazione ai fini delle imposte dirette (differenze)
Stabile organizzazione ai fini delle imposte dirette: art. 162 comma 1 TUIR (coincide con art. 5 del Modello OCSE)
Per S.O. ai fini delle imposte dirette si intende una sede fissa d’affari per mezzo della quale un’impresa residente in uno Stato esercita, in tutto o in parte, la sua attività in un altro Paese. Per la S.O. è necessaria la presenza di tre requisiti: • Esistenza di una sede d’affari; • Fissità spaziale e temporale delle sede; • Svolgimento dell’attività d’impresa attraverso tale base fissa.
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Stabile organizzazione ai fini delle imposte dirette (differenze)
Differenza tra definizione di S.O. ai fini delle imposte dirette e ai fini IVA:
RISORSE UMANE E MATERIALI
S.O. ai fini imposte dirette S.O. ai fini Iva
Il requisito personale non è necessario per avere una S.O., se non indispensabile per il tipo di attività esercitata nella sede d’affari.
In ambito Iva la S.O. presuppone l’impiego di risorse umane e materiali, non essendo sufficiente la mera presenza di impianti e macchinari sul territorio di uno Stato.
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Stabile organizzazione quale debitore d’imposta
NORMATIVA PRIMA DEL 2010 NORMATIVA POST 2010
La presenza in Italia di una S.O. di un soggetto estero comportava una sorta di attrazione
«Vat package» e articolo 192-bis della direttiva 2006/112/CE La forza di attrazione della S.O. è stata molto mitigata
Per le operazioni poste in essere dal soggetto estero, territorialmente rilevanti in Italia, la S.O. era debitrice d’imposta anche se non interveniva nell’operazione.
La S.O. è debitore dell’Iva solo se «partecipa» all’effettuazione dell’operazione. Se la S.O. non partecipa all’operazione e l’acquirente è un soggetto passivo stabilito in Italia, quest’ultimo sarà quindi tenuto ad assolvere l’Iva tramite il reverse charge.
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Stabile organizzazione Working paper n. 791/2014 della Commissione Europea
Quesiti posti dall’Amministrazione finanziaria italiana Risposte della Commissione Europea
Applicabilità della nozione di S.O. ai fini IVA alle regole territoriali relative alle cessioni di beni
• Il luogo della cessioni di beni è identificato avendo riguardo alla localizzazione geografica degli stessi (luogo di partenza e luogo di arrivo).
• La nozione di S.O. ai fini Iva è del tutto ininfluente sull’identificazione della territorialità delle cessioni di beni.
Qualificazione della S.O. quale debitore d’imposta • La S.O. deve intervenire nella cessione di beni o prestazione di servizi.
• La S.O. deve essere caratterizzata da un grado sufficiente di permanenza e una struttura idonea in termini di mezzi umani e tecnici.
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Stabile organizzazione quale debitore d’imposta
Working paper n° 857 del 6 maggio 2015 della Commissione Europea Quesito Amministrazione Chiarimenti in merito all’applicazione Finanziaria Italiana dell’art. 192 bis direttiva IVA: viene chiesto se un soggetto si consideri stabilito in uno Stato membro qualora partecipi per mezzo della propria S.O. a una cessione di beni, sia domestica che intracomunitaria.
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Stabile organizzazione quale debitore d’imposta
Working paper n° 857 del 6 maggio 2015 della Commissione Europea
L’art. 192-bis della direttiva non rileva nel caso di invio di beni in Italia da un Paese dell’UE direttamente ad un soggetto passivo nazionale, anche nel caso in cui il fornitore operi in Italia per mezzo di una S.O.. L’eventuale coinvolgimento della S.O. italiana di un soggetto estero, pur non limitato ad attività di supporto amministrativo, non ha rilevanza ai fini della territorialità dell’operazione.
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Stabile organizzazione quale debitore d’imposta
Working paper n° 857 del 6 maggio 2015 della Commissione Europea
Un soggetto passivo si considera stabilito e debitore d’imposta se rispetta i seguenti requisiti:
Requisiti:
Requisito dell’esistenza – S.O. ai sensi dell’art. 11 reg. 282/2011
Requisito della consistenza – S.O. deve avere un grado sufficiente di permanenza e una struttura idonea in termini di mezzi umani e tecnici atti a consentirle di effettuare l’operazione alla quale partecipa (art. 53 par. 1 reg 282/2011)
Requisito della partecipazione – la S.O. deve essere intervenuta nell’operazione (art. 53 par. 2 reg. 282/2011)
Requisito della partecipazione qualificata – le risorse umane e tecniche della S.O. devono essere utilizzate per fini inerenti al compimento della transazione alla quale partecipa (art. 53 par. 2. reg. 282/2011). Non si deve trattare di un mero supporto amministrativo (art. 53 par. 3 reg. 282/2011).
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Stabile organizzazione quale debitore d’imposta
Risposta dell’Agenzia delle Entrate all’interpello n° 954-643/2015 (non pubblicato)
• «la nozione si S.O. non ha rilevanza sul luogo di tassazione delle
cessioni di beni»; • «l’articolo 192-bis della Direttiva IVA non rileva nel caso di invio
di beni in Italia da un Paese dell’UE direttamente ad un cliente soggetto passivo nazionale, anche nel caso in cui il fornitore non residente operi in Italia con una S.O.»;
• perché si possa ritenere che la S.O. participi ad un’operazione, il coinvolgimento di tale S.O. deve riguardare «una parte essenziale» dell’operazione di cessione di beni o prestazione di servizi in questione.
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L’Iva nei passaggi tra casa madre e stabile organizzazione
Prestazioni di servizi • Sentenza Corte di giustizia CEE, causa C-210/04: la S.O. è una mera dislocazione territoriale dello stesso soggetto e quindi non svolge attività economica indipendente
• Ris. 81/E del 16/06/2006: le prestazioni di servizi rese dalla casa madre alla S.O. o viceversa, sono in entrambi i casi fuori dal campo di applicazione dell’IVA. • Ris. 327/E del 30/07/2008 L’attività svolta dalla S.O. è comunque di natura commerciale
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L’Iva nei passaggi tra casa madre e stabile organizzazione
Scambi di beni
• Artt. 38 comma 3 lett. b) e 41 comma 2 lett. c) DL 331/1993 (recepiscono l’art. 21 e l’art. 17 direttiva 2006/112/CE) la movimentazione dei beni da un Paese membro all’altro, (salvo alcune ipotesi di sospensione d’imposta previste dagli art. 38 comma 5 e 41 comma 3) anche in assenza di vendita, dà luogo ad una operazione intracomunitaria sia dal lato attivo (Paese di partenza) sia dal lato passivo (Paese di arrivo), dove va assolta la relativa imposta. • Circ. Assonime n. 29 del 28 marzo 2002 anche tra casa madre e S.O. vengono effettuate operazioni rilevanti ai fini IVA per le quali non assume rilievo l’intrasoggettività, come lo spostamento di beni dal territorio di un altro Stato membro intercorso tra unità operative
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Adempimenti della stabile organizzazione
• La presenza di S.O. ai fini Iva in Italia fa acquisire, con la presentazione della dichiarazione di inizio attività secondo le regole ordinarie, lo status di soggetto passivo IVA stabilito in Italia (Ris. AE 24/11/2011 n° 108/E; Ris. AE 30/07/2008 n° 327/E).
• La soggettività passiva sussiste tuttavia limitatamente alle operazioni rese o ricevute dalla S.O. stessa, che assumono quindi natura di operazioni interne. Di conseguenza, le operazioni diverse, cioè quelle rese direttamente dalla casa madre senza l’intervento della S.O. esistente in Italia sono considerate effettuate da soggetti non residenti.
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Adempimenti della stabile organizzazione
Operazioni poste in essere dalla S.O. in Italia (con soggetti terzi, diversi dalla casa madre)
Operazioni poste in essere dalla casa madre (con S.O. in Italia)
• Debitore dell’imposta è la S.O. • Acquisti effettuati dalla casa madre: gli adempimenti sono osservati dalla S.O.
• Cessioni e prestazioni effettuate nei confronti di soggettivi privati o non residenti: gli adempimenti sono osservati dalla S.O.
• Cessioni e prestazioni effettuate nei confronti di soggetti passiva IVA: gli adempimenti sono osservati da questi ultimi, attraverso il reverse charge.
• La S.O. ha gli stessi obblighi e diritti previsti per le imprese italiane
• La S.O. ha un numero di P. Iva assegnato dalla Agenzia delle Entrate
• Nel caso degli acquisti e delle cessioni effettuate verso privati o soggetti non residenti, le fatture devono transitare nella contabilità della S.O. e devono essere numerate distintamente rispetto a quelle relative alle operazioni della S.O.; vanno registrate in apposito registro o sezionale e riportate in un distinto modulo della dichiarazione Iva annuale
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Adempimenti della stabile organizzazione
Costituzione di S.O. da parte di un soggetto già identificato:
– La P.Iva del rappresentante fiscale o dell’identificazione diretta deve essere chiusa e se vi fosse un credito, la S.O. può detrarselo.
– Il passaggio alla S.O. è assimilato, a livello dichiarativo, ad un’operazione di trasformazione societaria (Ris. AE 24/11/2011 n° 108/E).
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Il rimborso Iva del soggetto non residente con stabile organizzazione
Normativa ante DL 135/2009 Normativa attuale
Era sempre necessario procedere al rimborso Iva diretto al soggetto estero anche in presenza di una S.O. in Italia del soggetto estero stesso. Apertura procedura di infrazione da parte dell’UE nei confronti dell’Italia e quindi la norma è stata rivista.
La presenza di S.O. in Italia di un soggetto Ue impedisce il rimborso diretto alla casa madre (art. 38bis2 Dpr 633/72) a prescindere dal fatto che l’acquisto (che ha comportato un addebito di Iva in Italia) sia riferibile alla S.O. oppure direttamente alla casa madre nell’altro Paese membro. La Faq 40 dell’Agenzia delle Entrate specifica che la richiesta deve avvenire in base alle regole dell’art. 38bis Dpr 633/72 e quindi rispetto delle condizioni previste per gli operatori nazionali.
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Il rimborso Iva del soggetto non residente con stabile organizzazione
La norma interna non è in linea: con la previsione dell’art. 3 della Direttiva 2008/9: il rimborso diretto al soggetto passivo estero non dovrebbe avvenire solo se nel Paese del rimborso, il soggetto Ue è dotato di una S.O. che effettua operazioni commerciali. con la sentenza nella causa C-244/08 che indica il recupero d’imposta tramite la S.O. quale modalità aggiuntiva rispetto al rimborso diretto e non l’unica per ottenere la restituzione del tributo.
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Territorialità dell’Iva
(art. 7 e seguenti D.P.R. 633/72)
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Territorio e definizioni Art. 7 lett. a) DPR 633/72
Territorio dello Stato (o Stato)
Territorio della Repubblica Italiana
Esclusioni: Livigno, Campione d’Italia e acque italiane del Lago di Lugano.
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Territorio e definizioni Art. 7 lett. b) DPR 633/72
Territorio della Comunità
Territorio corrispondente al campo di applicazione del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Esclusioni: - il Monte Athos per la Grecia; - l'isola di Helgoland ed il territorio di Busingen per la Germania; - i Dipartimenti d'Oltre Mare (Dom) ed i Territori d'Oltre Mare (Tom) per la Francia; - Ceuta, Melilla e le Isole Canarie per la Spagna; - le Isole Aland per la Finlandia; - le isole Faroer e la Groenlandia per la Danimarca; - le Antille per l'Olanda; - le isole del Canale (Jersey, Guernsey, Brechou, Great Sark, Hern, Jethou e Lihou); - Gibiliterra; - le zone nord-orientali della Repubblica di Cipro, sulle quali il Governo della Repubblica di Cipro non esercita alcun controllo
effettivo (C.M. 5 agosto 2004, n. 39/E) (all. a, all. b)
Vi è da segnalare la presenza di due territori che, solamente ai fini Iva, sono da considerarsi Unione europea, ossia: - il Principato di Monaco, compreso nel territorio della Francia; - l'Isola di Man, compresa nel territorio dell'Inghilterra o dell'Irlanda del Nord; - le zone di Akrotiri e Dhekelia, comprese nel territorio di Cipro, ma sottoposte alla sovranità del Regno Unito. 40 www.coapassociati.it
Soggetto passivo Art. 7 lett. d) DPR 633/72
Per «soggetto passivo stabilito nel territorio dello Stato» si intende:
• un soggetto passivo
domiciliato nel territorio dello Stato
o ivi residente che non abbia stabilito il domicilio all’estero
• una stabile organizzazione nel territorio dello Stato di un soggetto domiciliato e residente all’estero, limitatamente alle operazioni da essa rese o ricevute.
• Per i soggetti diversi dalle persone fisiche (società, enti, organismi pubblici e privati, ecc.) si considera:
domicilio il luogo in cui si trova la sede legale;
residenza quello in cui si trova la sede effettiva
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Territorialità cessione di beni
Art. 7-bis DPR 633/72
«Le cessioni di beni.. si considerano effettuate nel territorio dello Stato se hanno per oggetto beni immobili ovvero beni nazionali, comunitari
o vincolati al regime della temporanea importazione esistenti nel territorio dello stesso
ovvero beni mobili spediti da altro Stato membro installati, montati o assiemati nel territorio dello Stato dal fornitore o per suo conto»
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Territorialità cessione di beni Sono beni :
• nazionali quelli prodotti in Italia ;
• nazionalizzati quelli importati definitivamente (cioè con pagamento dell'Iva e dei dazi) in Italia;
• comunitari quelli prodotti in altro Stato Ue o in esso importati definitivamente da Paese Extra-Ue;
• in regime di temporanea importazione quelli provenienti da Stato Extra-Ue temporaneamente introdotti in Italia per essere lavorati e successivamente inviati fuori Ue.
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Territorialità cessione di beni
Cessione di beni allo «stato estero»
territorialmente rilevanti nel territorio dello Stato
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Beni in transito o depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale (art. 21 co. 6 lett. a) DPR 633/72)
Beni in temporanea importazione (art. 7-bis, co. 1 DPR 633/72)
Se vengono ceduti a soggetti iva di altri Paesi Ue la cessione non assume natura intracomunitaria
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Territorialità prestazioni di servizi
Art.7-ter DPR 633/72
Prestazioni di servizi «generiche»
B2B B2C
Paese del committente Paese del prestatore
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Territorialità prestazioni di servizi
Status di soggetto passivo (art. 7-ter, co. 2 DPR 633/72)
• Gli esercenti attività di impresa, arti o professione;
• Gli Enti, le associazioni e le altre organizzazioni, di cui all’art. 4, co.4 DPR 633/72, anche quando agiscono al di fuori dell’attività commerciale o agricola;
• Gli enti, le associazioni e le altre organizzazioni, non soggetti passivi, identificati ai fini Iva.
Persone fisiche si considerano soggetti passivi limitatamente alle prestazioni di servizi ricevute nello svolgimento dell’attività di impresa o di arte e professione
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Corte di giustizia europea Sentenza 06.03.2014 causa C-606/12 e C-607/12: vincolo Iva sulle lavorazioni IntraUe • Chi spedisce un bene in un altro Stato Ue per una lavorazione o perché formi
oggetto di perizia, deve farlo rientrare nel Paese membro di partenza. In assenza di reinvio allo stato di partenza è necessaria l’identificazione nel Paese in cui è stata eseguita la prestazione.
• L’obbligo vige se al termine delle lavorazione il bene resta nel Paese Ue di lavorazione
il bene è spedito in un altro Stato comunitario o fuori dalla Ue.
Art. 13 Legge n. 115/2015 pubblicata sulla G.U. 3.08.2015 n. 178, in vigore dal 18.08.2015 ha modificato l’art. 38 co. 5 DL 331/93 uniformando così la normativa
nazionale a quella comunitaria 47 www.coapassociati.it
Territorialità prestazioni di servizi
Deroghe ai servizi generici
• Art. 7- quater
• Art. 7-quinquies
• Art. 7-sexies
• Art. 7-septies
DEROGHE ASSOLUTE
DEROGHE B2C
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Territorialità prestazioni di servizi Art. 7-quater – Deroghe assolute
Lett. a) Servizi relativi ad immobili
Lett. b) Servizi di trasporto passeggeri
Lett. c) Servizi di ristorazione e catering
Lett. d) Servizi di ristorazione e catering resi a bordo di navi, aerei o treni
Lett. e) Servizi di noleggio a breve termine di mezzi di trasporto
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Territorialità prestazioni di servizi Art. 7-quater – Deroghe assolute
Servizi relativi a immobili (perizie, prestazioni di agenzia, la fornitura di alloggio nel settore alberghiero, le concessioni di diritti di utilizzazione di beni immobili e le prestazioni inerenti alla
preparazione ed all’esecuzione dei lavori immobiliari)
Resi a:
• Soggetto passivo
• Non soggetto passivo Iva
(art. 7-quater lett. a))
Criterio luogo dove è situato l’immobile
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Territorialità prestazioni di servizi
Art. 7-quater – Deroghe assolute
Servizi di trasporto passeggeri
Resi a:
• Soggetto passivo;
• Non soggetto passivo Iva
(art. 7-quater lett. b))
Criterio proporzione a distanza percorsa nel territorio dello Stato
(Circolare Ade n. 37/E 29.07.2011)
Trasporto marittimo internazionale: 5% di ogni singolo trasporto
Trasporto aereo internazionale: 38% dell’intero tragitto del singolo volo
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Territorialità prestazioni di servizi Art. 7-quater – Deroghe assolute
Servizi di ristorazione/catering (art. 7-quater lett. c)) Resi a: • soggetto passivo • non soggetto passivo
Criterio luogo di esecuzione del servizio
Servizi di ristorazione/catering resi a bordo di navi, aerei, treni in un trasporto intracomunitario (art. 7-quater lett. d)) Resi a: • soggetto passivo • non soggetto passivo
Criterio luogo di partenza del trasporto
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Territorialità prestazioni di servizi Art. 7-quater – Deroghe assolute
Servizi di locazione, leasing, noleggio, a breve termine di un mezzo di trasporto (art. 7-quater lett. e)) Resi a: • Soggetto passivo • Non soggetto passivo Iva
• Criterio luogo di messa a disposizione del mezzo
• Criterio luogo di utilizzo
SOGGETTI a IVA se:
messi a disposizione in Italia e utilizzati nella Ue
messi a disposizione in extra Ue e utilizzati in Italia
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Territorialità prestazioni di servizi Art. 7-quinques – Deroghe assolute
Attività culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ricreative e simili, ivi comprese fiere ed esposizioni: • servizi organizzatori di tali
attività; • servizi accessori.
B2C: criterio luogo materiale esecuzione
B2B: criterio del committente
Servizi per accesso a manifestazioni artistiche culturali, sportive, scientifiche, educative, ricreative, simile e servizi accessori
B2B/B2C Criterio luogo materiale
esecuzione
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Territorialità prestazioni di servizi Art. 7-sexies – Deroghe relative
Disposizioni speciali relative a talune prestazioni di servizi rese a committenti NON soggetti passivi
lett. a) Intermediazioni Se è in Italia luogo dell’operazione intermediata
lett. b) Trasporti non comunitari di beni In proporzione alla distanza percorsa
lett. c) Trasporti comunitari di beni Se è in Italia il luogo di partenza del bene
lett. d) Lavorazione di beni, prestazioni accessorie ai trasporti, ecc.
Se eseguite in Italia
lett. e) Noleggio non a breve di mezzi di trasporto (non imbarcazioni)
Se committente è domiciliato in Italia o ivi residente senza domicilio all’estero, se l’utilizzo è in Italia
lett. f) Servizi prestati tramite mezzi elettronici e-commerce diretto
Dal 01.01.2015 se resi a soggetti stabiliti in Italia
lett. g) Servizi di telecomunicazione e di teleradiodiffusione
Dal 01.01.2015 se resi a soggetti stabiliti in Italia
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Territorialità prestazioni di servizi Art. 7-septies – Deroghe relative
Servizi fuori campo Iva se resi a NON soggetti passivi Stabiliti in Extra Ue
lett. a) Licenze, diritti d’autore, ecc..
lett. b) Pubblicità
lett. c) Consulenza tecnica o legale e elaborazione dati
lett. d) Prestazioni bancarie/assicurative. Ecc.
lett. e) Messa a disposizione del personale
lett. f) Locazione/noleggio di beni diversi dai mezzi di trasporto
lett. g) Accesso a sistemi di gas o energia elettrica
lett. h) Telecomunicazione e teleradiodiffusione (la presente lettera è stata soppressa dall’art. 1 D.Lgs. N.42 del 31.03.2015 con decorrenza 03.05.2015. Dal 01.01.2015 FCI
se rese a soggetto Ue o soggetto passivo extra-Ue)
lett. i) Servizi prestati per via elettronica (la presente lettera è stata soppressa dall’art. 1 D.Lgs. N.42 del 31.03.2015 con decorrenza 03.05.2015. Dal 01.01.2015 FCI
se rese a soggetto Ue o soggetto passivo extra-Ue)
lett. l) Servizi inerenti l’obbligo di esercizio o meno delle predette attività
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Commercio elettronico diretto: disciplina Iva dal 2015
Novità in merito alla territorialità Iva dei servizi elettronici (commercio elettronico diretto, servizi di teleradiodiffusione e telecomunicazione) resi nei confronti di privati domiciliati in
Italia o ivi residenti.
L’assoggettamento ad Iva si ha nel luogo di stabilimento del committente, a prescindere da quello di residenza del
prestatore soggetto passivo Ue / extra-Ue (DLgs 42/2015 pubblicato sulla G.U. 18 aprile 2015)
Equiparazione tra i rapporti B2B e quelli B2C
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Commercio elettronico diretto: disciplina Iva dal 2015
Fatturazione:
Art. 1 del D.Lgs n.42/2015
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Modifica dell’art. 22 DPR 633/72 Aggiunto co. 6-ter
Prevede l’esonero dall’obbligo di fatturazione per i servizi relativi al commercio elettronico diretto resi a privati (salvo se
espressamente richiesta)
NOTA BENE: Esonero anche dall’obbligo di certificazione dei corrispettivi (D.M. del 27.10.2015 pubblicato sulla G.U. n.263 del 11.11.2015).
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Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
Il «Mini sportello unico» ovvero «Mini one stop shop», è una semplificazione composta da due regimi speciali, applicabili: • dai soggetti passivi; • per assolvere l’Iva sui servizi di telecomunicazione,
teleradiodiffusione ed elettronici resi a privati.
soggetti Ue (Regime Ue) E’ utilizzabile dai soggetti extra-Ue (Regime non Ue)
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Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
Regime Ue
Il soggetto passivo è un’impresa che ha fissato la propria attività economica, ovvero la propria sede sociale, ovvero ove detiene una stabile organizzazione in uno Stato Ue (che sarà lo Stato di identificazione). Nel caso di un soggetto passivo con più stabili organizzazioni, vi è la facoltà di scelta dello Stato di identificazione ove sussista una delle sue stabili organizzazioni.
Regime non Ue
Il soggetto passivo è un’impresa che non ha fissato la sede della propria attività economica, né dispone di una stabile organizzazione in Ue, e che non è registrata, né tenuta a essere identificata ai fini Iva nell’Ue. E’ necessario il numero di identificazione, che viene rilasciato dallo Stato membro di identificazione scelto liberamente, anche tra gli Stati membri dove vengono resi i servizi.
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Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
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Gli operatori che intendono avvalersi del MOSS devono presentare apposita richiesta di attribuzione del numero di identificazione
ALLEGATO B provvedimento n.
56191 del 23.4.2015
ALLEGATO A provvedimento n.
56191 del 23.4.2015
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Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
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Modalità di registrazione Moss
REGIME SOGGETTI MODALITA’
“Regime UE” - soggetti passivi domiciliati nel territorio dello Stato o ivi
residenti che non abbiano stabilito il domicilio all’estero,
identificati ai fini Iva in Italia,
- soggetti passivi domiciliati o residenti fuori dall’Unione
Europea che dispongono di una Stabile organizzazione nel
territorio dello Stato.
Utilizzano le funzionalità rese disponibili tramite i servizi telematici
dell’Agenzia delle Entrate, previo inserimento delle proprie
credenziali personali.
“Regime Non
UE”
- soggetti passivi domiciliati o residenti fuori dall’Ue non
stabiliti né identificati in alcuno Stato UE che scelgono di
identificarsi in Italia.
Compilano un modulo on line disponibile sul sito dell’Agenzia delle
Entrate, nella sezione a libero accesso redatta in lingua inglese.
L’Agenzia, per il tramite del Centro Operativo di Venezia, effettuate
le necessarie verifiche, comunica al richiedente al fine di completare
la registrazione il numero di Partita Iva attribuito e le credenziali di
accesso ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
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Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
Ai sensi dell’art. 2 comma 3, regolamento n. 967/2012, i soggetti possono registrarsi al MOSS dall’1.10.2014, fermo restando l’effettiva applicabilità dei regimi dal 01.01.2015. I regimi sono facoltativi.
Se un soggetto passivo sceglie di avvalersi del MOSS, deve applicarlo in tutti gli Stati UE.
L’applicazione dei regimi non è facoltativa in funzione dello Stato Ue.
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Effetti della registrazione Gli effetti della registrazione decorrono dal primo giorno del trimestre civile seguente quello in cui il soggetto passivo comunica nello Stato membro di identificazione l’intenzione di iniziare ad avvalersi del regime. Esempio: Un soggetto comunica allo Stato membro di identificazione l’intenzione di iniziare ad utilizzare il regime dal 15 febbraio 2015 un soggetto passivo potrà avvalersi del Moss per le prestazioni effettuate dal 01 aprile 2016.
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Effetti della registrazione
Nel caso in cui siano già state poste in essere operazioni rilevanti ai fini del MOSS è possibile retrodatare l’iscrizione al giorno in cui si è effettuata la prima operazione, purché se ne dia comunicazione allo Stato membro di identificazione entro il decimo giorno del mese successivo a quello della data della prima operazione. (“Guida al mini sportello unico per l’iva” redatta dalla Commissione Europea il 23.10.2013).
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Cause di esclusione dal regime c.d. Moss
I soggetti registrati al Moss sono esclusi dal regime speciale se (art. 74-quinquies, co. 5 DPR 633/72): comunicano di non fornire più servizi digitali (almeno 15 giorni prima
della fine del trimestre che precede quello in cui il soggetto passivo intende cessare di avvalersi del regime speciale);
si può presumere che le loro attività di fornitura di servizi digitali siano cessate;
non soddisfano più i requisiti necessari per avvalersi del regime speciale; persistono a non osservare le disposizioni relative al regime speciale.
L’amministrazione finanziaria emette provvedimento motivato di esclusione dal regime speciale, avverso il quale è ammesso ricorso.
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Cause di esclusione dal regime c.d. Moss
Si presume che le attività del soggetto passivo coperte dal regime speciale siano cessate se il soggetto passivo non ha prestato alcun servizio nell’ambito del regime speciale per 8 trimestri civili consecutivi.
(“Guida al mini sportello unico per l’iva” redatta dalla Commissione Europea il 23.10.2013)
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Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
Aderendo al Moss, il fornitore soggetto passivo può assolvere gli obblighi IVA in uno solo Stato Ue (tramite un portale web), evitando l’identificazione in ogni Stato Ue di consumo dei servizi. L’operatore deve registrarsi al Moss in uno Stato Ue di identificazione e: • trasmette telematicamente le dichiarazioni IVA trimestrali (anche
a Zero), entro il 20 del mese successivo al trimestre, relative ai servizi resi a privati in Ue;
• versa l’IVA dovuta allo Stato di identificazione, che provvede alla trasmissione delle dichiarazioni trimestrali e della relativa IVA incassata ai rispettivi Stati Ue di competenza, tramite una rete di comunicazione sicura.
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La dichiarazione trimestrale (art. 74-quinquies, co. 6 e 74-sexies co.4 DPR 633/72)
Contenuto:
• il numero di identificazione; • l’ammontare delle prestazioni di servizi digitali effettuate nel trimestre di riferimento, distinte
per ciascuno Stato membro di domicilio o di residenza dei clienti, suddivise per aliquote e al netto dell’Iva;
• le aliquote applicate in relazione allo Stato membro di domicilio o di residenza dei clienti; • l’ammontare dell’iva suddiviso per aliquote, spettante a ciascuno Stato membro di domicilio
o di residenza dei clienti; • per i soggetti che dispongono di stabili organizzazioni in altri Paesi membri:
- l’ammontare dei servizi digitali resi tramite una stabile organizzazione in ciascuno Stato membro, diverso da quello in cui quest’ultima è localizzata e in cui i clienti hanno il domicilio o la residenza;
- il numero individuale di identificazione Iva o il numero di registrazione fiscale della stabile organizzazione stessa.
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La dichiarazione trimestrale regime UE Qualora un soggetto passivo abbia una sede in uno Stato membro, tutti i servizi di telecomunicazione, teleradiodiffusione o elettronici prestati da tale soggetto passivo a privati in quello Stato membro vengono dichiarati nelle dichiarazioni iva nazionali di tale sede e non nell’ambito del Moss. Ciò vale sia per le prestazioni effettuate dalle sedi del soggetto passivo al di fuori dello Stato membro sia al suo interno. Non si applica invece agli Sati membri in cui il soggetto passivo è registrato ai fini dell’Iva, ma non ha una stabile organizzazione. Esempio: Il soggetto passivo A ha la sede sociale nel Regno Unito e stabili organizzazioni in Francia e Belgio. La sede sociale presta servizi di telecomunicazione a privati in Francia e in Germania. La stabile organizzazione in Belgio fornisce servizi di telecomunicazione a privati in Francia e Germania. Il soggetto passivo A dichiara le prestazioni effettuate in Germania tramite la dichiarazione Iva per il Moss nel Regno Unito, ma deve dichiarare altresì quelle fornite in Francia nella dichiarazione Iva nazionale della stabile organizzazione francese. (“Guida al mini sportello unico per l’Iva” redatta dalla Commissione Europea il 23.10.2013).
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Versamento dell’Iva nel regime Moss
art. 74-quinquies, co. 9DPR 633/72
I soggetti entro il 20 del mese successivo al trimestre di riferimento, vale a dire entro il termine di presentazione della dichiarazione effettuano il versamento dell’imposta dovuta in base alla dichiarazione stessa
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Versamento dell’Iva nel regime Moss
Trimestre Periodo Scadenza
1° Dal 1° gennaio al 31 marzo 20 aprile
2° Dal 1° aprile al 30 giugno 20 luglio
3° Dal 1° luglio al 30 settembre 20 ottobre
4° Dal 1° ottobre al 31 dicembre 20 gennaio
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• Il versamento del tributo deve essere riferito ad una determinata dichiarazione. Pertanto nella causale del pagamento va sempre indicato il numero di riferimento unico della dichiarazione a cui si riferisce.
• Non è possibile effettuare il pagamento con modello F24 nonché utilizzare eventuali crediti d’imposta in compensazione (art. 1 co. 1 D.M. 20.04.2015)
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Versamento dell’Iva nel regime Moss
Modalità di versamento:
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Operatori Modalità
UE - Avviene con addebito diretto (richiesto direttamente dal soggetto tramite
il portale Moss) su conto corrente bancario o postale aperto presso un
intermediario della riscossione convenzionato con l’Agenzia delle Entrate.
- Nella richiesta di addebito inviata telematicamente all’Agenzia delle
Entrate tramite il portale MOSS l’operatore deve indicare il codice IBAN del
conto sul quale deve essere effettuato l’addebito e il numero di
riferimento unico della dichiarazione a cui si riferisce il versamento.
NON UE - Bonifico in Euro su un conto corrente apposito aperto presso la banca
d’Italia nel caso in cui l’operatore non dispone di un conto corrente aperto
presso un istituto convenzionato con l’Agenzia delle Entrate.
- Il bonifico deve essere intestato all’Agenzia delle Entrate e nella causale del
bonifico deve essere indicato il numero di riferimento unico della
dichiarazione a cui si riferisce il versamento. www.coapassociati.it
Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
Le dichiarazioni dovranno essere compilate in Euro, benché gli Stati membri di identificazione che non hanno adottato l’Euro possono richiedere la loro valuta nazionale, ma poi andranno convertite in Euro al momento delle trasmissione agli Stati membri. Lo stato membro di identificazione trattiene: • Dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2016, il 30% dei pagamenti
dell’IVA da trasferire agli Stati membri di consumo; • Dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2018, la percentuale sarà il 15% • Dal 1° gennaio 2019 scenderà allo 0%.
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Detrazione e rimborso dell’Iva versata nel regime speciale Moss
artt. 2 e 4 del D.Lgs. n. 42/2015
per i soggetti passivi iscritti al Moss è vietata la detrazione dell’Iva assolta sugli acquisti di beni e servizi relativi ai servizi digitali posti in essere, mentre è possibile ottenere il rimborso dell’imposta pagata nei vari paesi membri.
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Controlli e sanzioni regime Moss
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ARTICOLO NORMATIVA CONTENUTO
art. 54-ter
DPR
633/72
CONTROLLI AUTOMATIZZATI SUI
SOGGETTI PASSIVI IDENTIFICATI
IN ITALIA AI SENSI DELL’ ART. 74-
QUINQUIES (soggetti residenti o
domiciliati al di fuori del territorio
dell’ UE) O DELL’ART. 74-SEXIES
(soggetti residenti o domiciliati
nel territorio italiano) DPR 633/72
Entro il decimo giorno successivo alla scadenza del
termine per la presentazione della dichiarazione
trimestrale o per il versamento dell’imposta
risultante dalla dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate
verifica l’avvenuta presentazione della dichiarazione
e la tempestività dei versamenti. Nel caso rilevi delle
incongruenze è tenuta ad inoltrare al contribuente un
sollecito. Nel caso di persistente inosservanza
l’Agenzia delle Entrate notifica al soggetto passivo
inadempiente un provvedimento motivato di
esclusione dal regime. Il contribuente può presentare
ricorso avverso al suddetto provvedimento.
Controlli:
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Controlli e sanzioni regime Moss art. 54-quater
DPR 633/72
ATTIVITA’ DI LIQUIDAZIONE
DELL’IVA DOVUTA SUI SERVIZI DI
TELECOMUNICAZIONE,
TELERADIODIFFUSIONE ED
ELETTRONICI resi da soggetti
Extra-UE identificati in Italia o da
soggetti identificati in altro Stato
Ue
L’Agenzia delle Entrate avvalendosi di procedure automatizzate effettua la liquidazione dell’iva dovuta
in base alle dichiarazioni trimestrali presentate dai soggetti aderenti al regime speciale.
L’Amministrazione Finanziaria in base ai dati desunti dalle dichiarazioni trimestrali presentante
provvede a correggere gli errori materiali e di calcolo commessi dai contribuenti nella determinazione
dell’imposta.
Qualora dai controlli automatizzati emerga un risultato diverso da quello riportato nella dichiarazione,
l’Agenzia delle Entrate invia al contribuente, entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello
di presentazione della dichiarazione, una comunicazione contenente l’intimazione ad adempiere.
Il contribuente deve provvedere al pagamento (entro 60 giorni dal ricevimento dell’intimazione ad
adempiere) dell’imposta dovuta e non versata, unitamente alla sanzione amministrativa di cui all’art.
13 del D.Lgs. n.471/1997.
art. 54-quinquies
DPR 633/72
ACCERTAMENTO IN RETTIFICA O
INDUTTIVO DELL’IMPOSTA
DOVUTA dai soggetti passivi non
residenti né domiciliati in Italia
per i servizi di telecomunicazione,
teleradiodiffusione ed elettronici
resi a committenti non soggetti
passivi localizzati in Italia
L’Agenzia delle Entrate, con apposito avviso di accertamento procede alla rettifica delle dichiarazioni
trimestrali presentate, nei rispettivi stati di identificazione dai soggetti passivi aderenti al regime speciale
Moss. A quest’ultimi l’Agenzia delle Entrate comunica inoltre la mancata presentazione della
dichiarazione trimestrale che deve essere sanata entro 30 giorni. Trascorso tale termine l’Agenzia delle
Entrate provvede a determinare l’imposta dovuta per le medesime prestazioni emanando un apposito
avviso di accertamento induttivo.
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Controlli e sanzioni regime Moss Violazione Sanzione
Omessa o tardiva presentazione della
dichiarazione trimestrale
(art. 5 co. 1 D.Lgs. n. 471/97)
Dal 120% al 240% dell’imposta dovuta in Italia
(con un minimo di 258 euro)
Dichiarazione trimestrale da cui risulti
un’imposta inferiore a quella dovuta
(art. 5 co. 1 D.Lgs. n. 471/97)
Dal 100% al 200% della maggiore imposta
dovuta in Italia
Richiesta di registrazione per il regime speciale
MOSS presentata con dati incompleti o inesatti,
anche relativamente all’indirizzo di posta
elettronica e all’ Url del sito web, tali da non
consentire l’individuazione del contribuente o
dei luoghi ove è esercitata l’attività.
(art. 5 co. 6 D.Lgs. n. 471/97)
Da 516 a 2.065 euro
Violazioni relative al contenuto della
dichiarazione trimestrale. (art. 8 D.Lgs. n. 471/97)
Da 258 a 2.065 euro
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Sanzioni:
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Mini Sportello Unico (c.d. Moss)
Criticità operative: • Conoscenza e interazione con differenti legislazioni e procedure
nazionali. • Onerosi adempimenti documentali per dichiarazioni e
fatturazione. • Analisi di cash flow. • Consapevolezza di eventuali aumenti di aliquota o di eventuali
aliquote ridotte applicate ai servizi in esame.
Futuri sviluppi: Possibilità in futuro di estendere il Moss anche alle vendite a distanza, nonché alle transazioni di modesto valore
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