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Dott. Michele A. Verdano
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DOTT. MICHELE A. VERDANO
SPECIALISTA IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
LUSSAZIONE ACROMION CLAVEARE
PAZIENTE ____________________________
Dott. Michele A. Verdano
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CHE COS’È LA LUSSAZIONE ACROMION-CLAVEARE ?
La lussazione acromion-claveare (o clavicolare) è una patologia traumatica frequente che si manifesta spesso in seguito ad una caduta sulla spalla e rappresenta il 12% di tutte le lussazioni di spalla. Quando la lesione coinvolge solo la capsula articolare, la lussazione è incompleta, se invece, la sollecitazione traumatica è maggiore, dapprima cedono i legamenti coraco-clavicolari e successivamente il legamento acromion-claveare. I segni clinici sono rappresentati dallo slivellamento della clavicola rispetto all’acromion.
QUALI ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI SONO NECESSARI?
Occorre sottoporsi a una visita specialistica corredata da una radiografia della spalla in Ap, Ascellare e out-let.
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Queste proiezioni radiografiche permettono allo specialista di fare una sicura diagnosi e di classificare la lussazione in 6 categorie in base all’ entità della perdita del rapporto articolare tra acromion e clavicola.
• Tipo I Trauma distorsivo dell'articolazione acromion-claveare
• Tipo II Lesione dei legamenti acromion-clavicolari
• Tipo III Lesione dei legamenti acromion-clavicolari e coraco-clavicolari. (nei bambini manicotto periostale, raramente anche negli adulti) Aumento dello spazio coraco-clavicolare Deltoide e trapezio distaccati
• Tipo IV Lesione dei legamenti acromion-clavicolari e coraco-clavicolari. Lo spazio coraco-clavicolare può apparire normale La clavicola è lussata posteriormente all'interno del muscolo trapezio
• Tipo V Lesione dei legamenti acromion-clavicolari e coraco-clavicolari. Grosso aumento dello spazio coraco-clavicolare Deltoide e trapezio distaccati dalla metà della clavicola distale
• Tipo VI Clavicola lussata inferiormente alla coracoide o all'acromion
L’ ecografia , consente altresì di fare diagnosi, soprattutto nelle lesioni distorsive acute ma rimane un esame operatore-dipendente. La RMN offre informazioni aggiuntive importanti sull’ integrità della cuffia dei rotatori , della capsula articolare e dei legamenti oltre a essere molto utile nello studio delle complicanze di questa patologia e, pertanto, deve essere richiesta a distanza di tempo da eventuali trattamenti.
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LA TERAPIA
COSA FARE IN CASO DI LUSSAZIONE ACUTA?
IMMOBILIZZAZIONE Nelle lussazioni di I-III tipo è opportuno ridurre la lussazione e confezionare un tutore di Kenny Horward, valutare radiograficamente la riduzione ottenuta e mantenere il tutore per tre settimane sottoponendosi a controlli radiografici seriati.
Nelle lussazioni di III-IV tipo, in cui vi è una perdita completa dei rapporti articolari con lesione della capsula e dei legamenti coraco-claveari, può essere indicato l’intervento chirurgico.
QUANDO LA LUSSAZIONE E’ INVETERATA? Una lussazione è inveterata quando:
• Non è stata fatta una diagnosi tempestiva • Il trattamento (conservativo o chirurgico) non è stato efficace nel tempo Generalmente il paziente lamenta dolore a livello della fascia trapezio deltoidea anche a riposo e facile stancabilità nel reggere pesi e elevando le braccia oltre il piano della scapola. In queste situazioni può essere indicato il trattamento chirurgico
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INTERVENTO CHIRURGICO Il trattamento chirurgico della lussazione acromionclavicolare acuta e cronica è controverso. In letteratura sono descritte circa 60 diverse tecniche. In acuto occorre ricostruire, se possibile, i legamenti coraco-claveari per mantenere la riduzione ottenuta.
Nelle lesioni croniche o inveterate, i legamenti non sono più ricostruibili e la loro funzione deve essere vicariata artificiosamente. In questo caso si utilizza un legamento artificiale in polietilene tereftalato o un trapianto tendineo omologo o da cadavere. Il neo-legamento viene fatto passare a cavaliere sulla coracoide e ,attraverso due fori praticati sulla clavicola, viene fissato con viti a interferenza metalliche o riassorbibili.
DOPO IL TRATTAMENTO Il paziente deve osservare un periodo di riposo assoluto e d’immobilizzazione per circa 30 giorni seguendo le specifiche terapie farmacologiche del caso (antibiotico terapia, profilassi antitromboembolica etc.) quindi inizierà il programma riabilitativo a distanza di circa tre settimane dall’intervento. Verrà consigliato un controllo clinico-radiografico a distanza di 40-50 giorni dall’intervento. La perdita di riduzione parziale, non necessariamente sintomatica, di circa 3-5 mm rinvenuta al controllo radiografico non può essere considerata una recidiva o comunque un insuccesso del trattamento chirurgico.
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COMPLICANZE Le complicanze possono essere rappresentate da:
• Infezioni; • formazioni di cheloidi; • perdita parziale o completa di riduzione rispetto all’ immediato
postoperatorio; • Reazione da intolleranza all’impianto sintetico o biologico (da
cadavere); • Mobilizzazione dei mezzi di sintesi, • Osteolisi;
NOTA: La presente guida serve a integrare un approfondito colloquio informativo che il paziente deve avere con l’ ortopedico. (e’ necessario CHIEDERE QUANTO PIU’ POSSIBILE E CHIARIRE OGNI DUBBIO E INCERTEZZA SULL’INTERVENTO!) IMPORTANTE: portare SEMPRE ai controlli tutta la documentazione relativa all’intervento eseguito
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