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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA
BENINCASAPiano di gestione
Management plan
MA
NA
GEM
ENT PLA
N
PIANO DI GESTIONE
Management Plan
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA
BENINCASAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI
SUOR ORSOLA BENINCASA
© Università degli Studi Suor Orsola Benincasa 2016Tutti i diritti sono riservati
isbn 978-88-96055-67-0
Editorial team
Ideazione e coordinamento Concept and coordinationLucio d’Alessandro Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa Rector of Suor Orsola Benincasa University
Progettazione e modello di gestione Design and management modelLuisa Bocciero
Credits
Realizzazione modelli vettoriali e 3D Vector models and 3DLeopoldo Repola Alfredo Cerrato
Ricerca iconografica Image researchLoredana De Simone Daniela Signoretti Germana Pecoraro
Raccolta dati statistici e relazione sociologica Statistics collection and sociological reportStefania Ferraro Giampaolo di Costanzo Anna D’Ascenzio
Editing italiano Editor (Italian text)Giuseppina Della Sala
Traduzione testo in inglese English translationAdrian Bedford
Immagini originali Original imagesPeppe Avallone (pp. 110, 111, 112-113, 120, 121) Luca Manunza (pp. 82, 83, 84, 85, 88, 89, 97-97, 99, 100-101,
102, 103, 104-105, 106, 107, 109, 122, 123, 127, 128, 129, 130, 131, 133, 147, 149, 151, 174, 175, 211, 213, 215, 217,
228, 233) Beppe Raso (pp. 10-11, 18-19) Flavia Soprani (pp. 6, 12, 13, 24-25, 26, 27, 34, 35, 52-53, 58, 59, 60-61,
78-79, 81, 86, 87, 90, 91, 135, 136, 137, 138, 139, 141, 144, 145, 170, 171, 176, 177, 181, 183, 185, 187, 188-189, 190,
191, 192-193, 194, 203, 204, 205, 209, 218-219, 220, 221, 242, 243, 254-255, 258, 259, 260, 261)
Realizzazione ProductionImago s.a.s.
Progetto grafico e impaginazione Graphics and layoutSergio Prozzillo Flavia Soprani
Si ringraziano per la collaborazione alla redazione dei testi del cap. 2Thanks go to the following for their part in the drafting of chapter 2Paola Zappa Claudio Annadele Aprile Barbara Jatta Francesco Bissoli Concetta Restaino Tiziana Calvano Maria Teresa Bonanni Alessia Avallone Vincenzo Capuano
Si ringraziano per la collaborazione alla redazione dei testi del cap. 4 Thanks go to the following for their part in the drafting of chapter 4Giovanni Coppola Massimo Del Giudice Carmela Pacelli Pasquale Rossi
Si ringraziano inoltre per la collaborazione e il sostegno alla raccolta dati Thanks also go to the following for their help and support in data collection il Presidente dell'Ente Morale President of the Charitable Trust Prof. Piero Craveri il Presidente della Fondazione Pagliara President of the Fondazione Pagliara Prof. Ortensio Zecchino
Premessa 9 Premise 1. 13 Introduzione e obiettivi del Piano Introduction and objectives of the Plan 1.1 Introduzione Introduction 15 1.2 Obiettivi del Piano di gestione Goals of the Management Plan 17 1.3 I Princìpi informatori del PDG The inspiring principles of the MP 21 1.3.1 Le parole-chiave Keywords 21 1.4 Gli assi di intervento e la struttura del PDG Axes of Intervention: MP structure 23 1.4.1 I principi Unesco Unesco principles 23 2. 27 Il Progetto di conoscenza. Studi e ricerche Fact-finding study and research project 2.1 Analisi e conoscenza del territorio Study and knowledge of the area 29 2.1.1 Ubicazione Location 29 2.1.2 Accessibilità Accessibility 31 2.1.3 Gli attrattori Attractors 33 2.2 Analisi di contesto. La città in dati Context analysis: the city in figures 37 2.2.1 Contesto sociale The social context 37 2.2.2 Contesto economico The economic context 43 2.2.3 Attività economiche e produttive Economic and production activities 49 2.3 Tessuto urbano The urban fabric 55 2.3.1 Edifici Buildings 55 2.3.2 Abitazioni Dwellings 57 2.4 Per una contestualizzazione Towards contextualisation 61 2.4.1 Qualità della vita Quality of life 61 2.4.2 Quantità e qualità dei flussi turistici Quantity and quality of tourism 71 2.5 La storia History 81 2.5.1 Suor Orsola e il ‘Libero Eremo Benincasa’ 81 Suor Orsola and the ‘Libero Eremo Benincasa’ 2.5.2 Il ‘Suor Orsola Benincasa’ dall’Unità alla nascita del magistero 87 ‘Suor Orsola Benincasa’ from Unification to the birth of the Teaching College
INDICE CONTENTS
2.6 Il patrimonio architettonico The architectural heritage 99 2.7 Il Patrimonio museale e il suo stato di conservazione 115 The Museum Heritage and its state of conservation 2.8 L’uso del Patrimonio e la gestione attuale 123 The use of the Heritage and current governance 2.8.1 Fondi artistici e librari The art and library collections 125 2.8.2 Musei Museums 135 3. 171 Analisi del valore del sito Analysis of the value of the site 3.1 Gli elementi oggetto di valutazione The elements to be assessed 173 3.1.1 La classificazione del bene The classification of the property 173 3.1.2 La storia History 173 3.1.3 La proprietà Ownership 175 3.1.4 Lo stato di conservazione The state of conservation 175 3.1.5 L’integrità Integrity 177 3.1.6 L’autenticità Authenticity 177 3.1.7 L’accessibilità Accessibility 179 3.1.8 La minaccia Threats 179 3.1.9 Le opportunità Opportunities 187 4. 191 Criticità e problem solving Criticality and problem solving 4.1 Sostenibilità ambientale Environmental sustainability 193 4.2 Sostenibilità economica Economic sustainability 195 4.3 Accessibilità Accessibility 197 4.3.1 Analisi dello stato dei luoghi per persone con diverse abilità 197 Analysis of the current state for people with disabilities 4.3.2 Rilevazioni ingresso via Suor Orsola 10 199 Survey at the 10, Via Suor Orsola entrance 4.4 La conservazione del Patrimonio architettonico 205 The conservation of the architectural Heritage 4.5 La conservazione e il restauro dei manufatti 211 The conservation and restoration of artefacts 4.6 Le risposte alle criticità Responses to the critical issues 213 4.6.1 L'accessibilità Accessibility 213 4.6.2 Il patrimonio architettonico The Architectural Heritage 215 4.6.3 Ipotesi di intervento di restauro The restoration plan 217 4.6.4 Interventi necessari al restauro artistico 217 Interventions required for artistic restoration 4.6.5 Ipotesi di intervento di rifunzionalizzazione del Cortile del Cuoco 217 Possible restoration to working order of the Cook's Courtyard 4.6.6 Il patrimonio museale The museum’s heritage 219 4.6.7 La catalogazione Cataloguing 219 5. 221 Il progetto di valorizzazione integrata The project of integrated enhancement 5.1 Le azioni programmate Planned actions 223 5.1.1 L'offerta museale The museum 227 5.2 La struttura di gestione The governance structure 235 5.3 Il fabbisogno di personale Personnel requirements 239 5.4 Le strategie economiche Economic strategies 241 5.5 Le progettualità in corso Current projects 255 6. 261 Team di progetto e riferimenti tecnici Project team and technical officers
8 9
I Piani di gestione dei beni e dei siti di rilevanza culturale
devono essere redatti mirando a un duplice obiettivo: garantire un
elevato livello di protezione dei beni eccellenti e promuovere l’inte-
grazione con i programmi strategici regionali, nazionali ed europei
finalizzati alla promozione del territorio.
Immaginare le linee di uno sviluppo possibile e organizzarle
in un sistema che riunisca le ragioni della tutela, della condivisio-
ne, della trasformazione sostenibile e della trasmissione ai posteri di
un’eredità complessa e affascinante: è questa la fase cruciale di un
processo di presa di coscienza – essenziale nella logica Unesco – sul
legato morale della custodia e dell’uso consapevole del patrimonio.
Processo che, già operante da molti anni entro le mura della cittadella
seicentesca che ospita l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa,
appare ora maturo per essere inserito nella cornice della Convenzione
per il Patrimonio mondiale Unesco, con l’obiettivo di valorizzare
appieno le potenzialità di un Complesso monumentale unico nel suo
genere. Unisob è infatti un bene culturale eccellente, già riconosciuto
dalla vigente legislazione nazionale come di Interesse Particolarmen-
te Importante, ma è anche luogo nel quale si formano le più alte
competenze specifiche relative al ciclo integrato della tutela e della
valorizzazione, attraverso i Corsi di laurea in Scienze dei beni culturali
(uno dei più antichi del Paese), la Scuola di Restauro, attivissima nella
conservazione del patrimonio interno e di quello cittadino, nonché
i Corsi di Scienze dell’Educazione e Scienze della Comunicazione,
che hanno declinazione specifica legata al patrimonio culturale, e di
Giurisprudenza, dove trova spazio la riflessione sulla legislazione di tu-
tela in ambito nazionale e internazionale. Si vuol pertanto evidenziare,
Management Plans for Cultural Heritage and sites of cultural
importance must be drawn up with two aims in sight i.e., to ensure
a high level of protection for excellent sites, and to promote the
integration, through strategic programmes at regional, national and
European level, with a view to promoting the territory.
To imagine the direction of possible development and
organise it into a system that can bring together such aspects as
protection, sharing, sustainable transformation and handing down to
posterity a complex and fascinating legacy: this is the crucial stage
of a process of awareness – essential to Unesco logic – regarding
the moral legacy of care and the informed use of heritage. This is a
process that has been under way for many years within the walls of
the seventeenth-century citadel which hosts Suor Orsola Benincasa
University, and now looks ready for inclusion in the framework of
the Unesco World Heritage Convention, with the aim of exploiting
the full potential of a unique monumental Complex. Unisob is an
excellent heritage site, already recognised under current national
legislation as being of Particularly Important Interest, but it is
also a place for training in the highest specific skills relating to an
integrated cycle of conservation and valorisation, with its degree
courses in Cultural Heritage (one of the oldest in the country), the
School of Restoration, very active in the conservation of internal and
urban heritage, as well as courses in Education and Communication
Studies, focusing in particular on cultural heritage. There is also Law
Department, with a particular emphasis on legislation concerning
conservation at national and international levels. As this Management
Plan will show in greater detail, I wish then to highlight the non-
PREMESSA PREMISE
10 11
static but highly practical nature of the project, which will adopt
actions and solutions that can also be implemented in other contexts.
In a scenario with a wealth of history, art and culture, but
also in need of resources for its care and preservation, Suor Orsola
Benincasa University, which is already part of the Unesco World
Heritage in the context of the ‘Historic Centre of Naples Site’, aspires
to take on a new role in the belief that his Monumental Complex
can become a Great Attraction, and thus a valuable resource for the
development of a greater, and more aware, cultural tourism.
come illustrerà nel dettaglio questo Piano di gestione, il carattere non
statico, ma laboratoriale del progetto, che potrà sperimentare azioni e
soluzioni esportabili anche ad altri contesti.
In uno scenario straordinariamente ricco di storia, di arte e di
cultura, ma assai bisognoso di risorse per la sua cura e la sua preserva-
zione, l’Università Suor Orsola Benincasa, che già partecipa alla World
Heritage Unesco nel contesto del ‘Sito Centro Storico di Napoli’, in-
tende assumere un ruolo nuovo, nella convinzione che il suo Com-
plesso Monumentale possa affermarsi come un Grande Attrattore, e
dunque come risorsa preziosa per lo sviluppo di un turismo culturale
sempre più avvertito e consapevole.
Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista dalla Terrazza della Torre della Comunicazione.Suor Orsola Citadel, 17th century, view from the Communication Tower terrace.
I Introduzione
e obiettivi del PianoIntroduction
and objectives of the Plan
14 15
Il Centro Storico di Napoli è uno dei più antichi, complessi e
affascinanti d’Europa, forse del mondo: la città, nei secoli, ha vissuto in-
numerevoli vite, ma sapendo conservare la memoria di ciascuna di esse.
Nel dedalo dei vicoli del Centro Storico, ancora oggi è possibile cogliere
l’intreccio tra fasi costruttive e urbanistiche diverse, il passaggio di diverse
dominazioni e il peso delle religioni, il tutto in un brulicare di vita, di
tradizioni e di valori che fanno di questo luogo la traccia vivente di un
patrimonio dell’umanità. Proprio in virtù di queste sue straordinarie ca-
ratteristiche, il Centro Storico di Napoli è inserito nella World Heritage
List fin dal 1995 (The Historic Centre of Naples n. 726 Italy C (ii) (iv)) 1,
ha subito, negli anni, alcune modifiche dell’estensione della Red Zone
e della relativa Buffer Zone 2 e visto sottolineare la necessità di prestare
la massima attenzione alla conservazione e alla valorizzazione del tessuto
urbano nella sua complessità e stratificazione storica.
The historic centre of Naples is certainly one of the most ancient,
complex and fascinating in Europe and, perhaps, in the world. The city has
lived thousands of lives over the centuries, but it has preserved the memory
of each one of them. It is still possible to see in the labyrinth of narrow
streets that run through the Old Town the interconnections between the
different phases of construction and urban planning, the influence of the
various dominations and the weight of religion, all in a teeming bustle
of life, traditions and values that mark this site as a living human heritage.
And it is precisely because of these extraordinary characteristics that the
historic centre of Naples has featured on the Unesco World Heritage List
since 1995 (The Historic Centre of Naples n. 726 Italy C (ii) (iv)) 1. Over
the years, it has seen modifications to the areas covered by the Red Zone
and its Buffer Zone 2, and it has shown just how important it is to pay the
utmost attention to the conservation and valorisation of the urban fabric,
with all its complex historical stratification.
i.1Introduzione i.1Introduction
1 «The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond» (testo originale della Declaratoria della XIX Commissione del Comitato per il Patrimonio Mondiale, “Convention
1“The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond” (Original text of the 19th Commission of the World Heritage Committee,
“Convention Concerning The Protection Of The
Concerning The Protection Of The World Cultural And Natural Heritage”, Berlino, 4-9 dicembre 1995, p. 46). Il sito è iscritto in base all’art. 1 della Convenzione Unesco per il World Heritage del 1972 come “Gruppo di Edifici”, ed è iscritto nella WHL in base ai Criteri II e IV della medesima, come aggiornati nella stesura del 2005: «II. To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or
World Cultural And Natural Heritage”, Berlin, 4th-9th December 1995, p. 46). The site was inscribed under art. 1 of the 1972 Unesco World Heritage Convention as a “Group of Buildings”, and is inscribed on the WHL on the basis of Criteria II and IV of the same article, as updated in the 2005 version: II. To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or landscape design; IV.
landscape design»; «IV. To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history». 2Committee Decisions 35 com 8b.56, 2011. Cultural Properties – Examination of minor boundary modifications – Historic Centre of Naples (Italy) The World Heritage Committee, 1. Having examined Documents whc-11/35.com/8b. Add and whc-11/35.com/inf.8b1. Add,2. Approves the proposed
To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history”. 2Committee Decisions 35 com 8b.56, 2011. Cultural Properties – Examination of minor boundary modifications – Historic Centre of Naples (Italy) The World Heritage Committee, 1. Having examined Documents whc-11/35.com/8b. Add and whc-11/35.com/inf.8b1. Add,2. Approves the proposed minor modification to the
minor modification to the boundary of the ‘Historic Centre of Naples, Italy’;3. Approves the proposed buffer zone for the
‘Historic Centre of Naples, Italy’;4. Expresses concern for the recurrent danger, despite the considerable efforts by the State Party, of giving priority to prestigious built structures and areas to the detriment of modest and fragile urban fabric, the intangible heritage, and traditional economic activities and recommends that the State Party should allocate part of the funding collected to restoring the balance.
boundary of the ‘Historic Centre of Naples, Italy’;3. Approves the proposed buffer zone for the
‘Historic Centre of Naples, Italy’;4. Expresses concern for the recurrent danger, despite the considerable efforts by the State Party, of giving priority to prestigious built structures and areas to the detriment of modest and fragile urban fabric, the intangible heritage, and traditional economic activities and recommends that the State Party should allocate part of the funding collected to restoring the balance.
I. Introduzione e obiettivi del Piano
I. Introduction and objectives of the Plan
16 17
In questo contesto, il Complesso Monumentale Unisob si con-
figura come un tassello importante del tessuto urbano del Centro sto-
rico di Napoli, un attore di tutela e valorizzazione dell’eredità collettiva,
con un ruolo sempre più importante nel processo di vitalizzazione del
territorio e della città. La sua storia secolare è infatti segnata dall’ope-
rare a vantaggio del territorio con il quale si rapporta da sempre e che
considera questa istituzione culturale una vera e propria risorsa. Il pre-
sente Piano di Gestione intende far conoscere l’esperienza per molti
versi unica costituita dall’Unisob nell’ambito del sito Unesco ‘Centro
Storico di Napoli’, ponendo a regime i processi di tutela, valorizza-
zione e comunicazione, migliorandoli e adeguandoli integralmente
alla logica del World Heritage, nella consapevolezza che il legato delle
generazioni passate debba essere rispettato e il patrimonio trasmesso –
integro e vivo – a quelle future.In particolare, il presente PdG intende
perseguire i seguenti obiettivi:
1.Realizzare il censimento e l’analisi completa dello stato dei
luoghi e del patrimonio.
2. Analizzare i punti di forza, di debolezza e le opportunità
(swot Analysis) della gestione attuale, definendo strategie e azioni di
miglioramento.
3.Presentare il proprio programma di conservazione, valoriz-
zazione e comunicazione del patrimonio, attraverso le progettualità at-
tuate, quelle in corso di attuazione e quelle in fase di progettazione, allo
scopo di porre in sicurezza un patrimonio minacciato dalle problema-
tiche del degrado urbano e dalla carenza di mezzi economici.
4.Proporre un sistema gestionale integrato e sostenibile, nella lo-
gica del World Heritage Unesco, che preveda, in aggiunta alle numerose
In this context, the Unisob Monumental Complex emerges
as an important part of the urban fabric of the historical centre of
Naples, a living protagonist in the protection and valorisation of the
common heritage, playing an increasingly important role in the process
of bringing the area and the city back to life. Its long history shows how
it has always striven to benefit the people with whom it has constantly
interacted and who have always seen this cultural institution as a real
asset. This Management Plan aims to raise awareness of the living
experience that Unisob represents within the ‘Historical Centre of
Naples’ Unesco world Heritage Site, bringing up to date and improving
its protection, valorisation and communication plans, drawing them
fully into line with the spirit of World Heritage in the knowledge that
the legacy of past generations must be respected and the same heritage
handed down – intact and alive – to future generations. In particular,
this Management Plan aims to achieve the following goals:
1. To carry out a full inventory and a comprehensive analysis
of the state of the premises and the heritage.
2. To analyse the strengths, weaknesses and opportunities
(swot Analysis) of the current governance, drawing up strategies and
devising measures to bring about improvements.
3. To present its programme of conservation, promotion
and communication regarding the heritage through past, present
and future projects in order to safeguard a heritage threatened by
problems associated with urban decay and lack of financial resources.
4. To propose a sustainable and integrated governance system
in line with Unesco World Heritage logic, involving, along with
the many cultural activities of the University, the opening of the
i.2 Obiettivi del Piano di Gestione i.2 Goals of the Management Plan
I. Introduzione e obiettivi del Piano
I. Introduction and objectives of the Plan
18 19
attività culturali dell’Università, l’apertura al pubblico dell’intero percor-
so storico-monumentale del Complesso e delle sue collezioni museali, in
un unico Museo Universitario. In tal modo, si intende mettere a sistema
una risorsa culturale ed economica per la tutela e la valorizzazione del
Complesso Monumentale e dell’area cittadina di riferimento.
5. Integrare la conservazione e la valorizzazione del Comples-
so Monumentale nel Piano di Gestione complessivo del sito Unesco
Centro Storico di Napoli, migliorandone la visibilità e la fruibilità di-
retta e indiretta, in particolar modo attraverso la cooperazione e la
concertazione con il Comune di Napoli e con gli altri membri della
cabina di regia del PdG Unesco.
entire historical-monumental complex and its museum collections
to the public in a single University Museum. In so doing, we intend
to create a cultural and economic resource for the protection and
valorisation of the Unisob Monumental Complex, as well as the
surrounding area of the city.
5. To integrate the conservation and valorisation of the
Monumental Complex within the overall Development Plan for the
‘Historic Centre of Naples’ Unesco World Heritage Site, improving
its visibility and its direct and indirect usability, especially through
cooperation and consultation with the Town Hall and the other
members of the Unesco Management Plan ‘Control Room’.
I. Introduzione e obiettivi del Piano
Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII-XVIII, vista del Chiostro Maggiore.Suor Orsola Citadel, 17th to 18th centuries, view of the great cloister.
I. Introduction and objectives of the Plan
20 21
1.3.1Le parole-chiave
Il Piano di Gestione del Complesso Monumentale Unisob
scaturisce dalla riflessione sulla logica della Valorizzazione Integrata
Unesco e dallo studio delle Linee-Guida per la redazione dei Piani
di Gestione dei siti Unesco (Paestum 2004). In quest’ottica, si sono
individuate le seguenti parole-chiave, atte a introdurre il quadro com-
plessivo delle azioni programmate:
1.3.1Keywords
The Unisob Monumental Complex Management Plan springs
from reflection on the Unesco Integrated Valorisation logic and a
study of the Guidelines for the drafting of Unesco Sites Management
Plans (Paestum 2005-6). With this in mind, the following key words
have been identified to introduce the overall framework of the
planned actions:
i.3 I principi informatori del PdG i.3 The inspiring principles of the Management Plan
involve, distribute and offer opportunities to those who live the Heritage
CONDIVIDERE
SHARE
(RAC)CONTARE
TELL
descrivere, segnalare, localizzare il Patrimonio
COMUNICARE
COMMUNICATE describe, report, localise the Heritage
restaurare, abitare, studiare il Patrimonio
CONSERVARE
PRESERVE restore, live, investigate
coinvolgere, distribuire, offrire opportunità a chi abita e vive il Patrimonio
leggere e narrare il Patrimonio, i suoi spazi e i suoi uomini
read and narrate the Heritage, its spaces and its people
VALORIZZAZIONEINTEGRATA
INTEGRATEDVALORISATION
UNESCO
I. Introduzione e obiettivi del Piano
I. Introduction and objectives of the Plan
22 23
Il percorso muove dai fondamenti sotto elencati, scaturiti dallo
studio delle normative, dalle Dichiarazioni Unesco e dalle Linee-Gui-
da per i PdG del WHL, per proporre poi un’analisi approfondita di stra-
tegie e azioni: esso è immaginato come un flusso costante di riflessione,
azione e controllo, che non si esaurisce nel momento in cui si pone
in piena efficienza il Bene, ma che si ripropone in ogni fase della vita
e della programmazione periodica, generando soluzioni esportabili ad
altri casi d’uso.
1.4.1I principi Unesco
Al fine di delineare un processo virtuoso e duraturo nel tempo,
si sono individuati i seguenti principi informatori, in osservanza dei
quali l’intero Piano è strutturato.
The direction starts from the foundations listed below,
that result from the study of the Unesco Norms, Statements and
Guidelines for the WHL Management Plan, before moving on to
a detailed analysis during the subsequent development of strategies
and actions: it is envisaged as a steady stream of reflection, action and
control, which will not come to an end when the Heritage is fully
operational, but will carry on through every stage of life and periodic
planning, generating solutions exportable to other cases.
1.4.1Unesco principles
In order to start a virtuous and forward-looking process, the
following guiding principles have been identified, which run through
the entire plan structure.
i.4 Gli assi di intervento e la struttura del PdG
i.4 Axes of Intervention: the structure of the MP
FONDAMENTI
FOUNDATIONS
AZIONI
ACTIONS
RICONOSCIMENTO E ANALISI
RECOGNITION AND ANALYSIS
IMPLEMENTAZIONEE MONITORAGGIO
IMPLEMENTATION AND MONITORING
STRATEGIE
STRATEGIES
TUTELA FUNZIONALE (ATTIVA, VITALE, LUNGIMIRANTE)FUNCTIONAL PROTECTION (ACTIVE, LIVING, LOOKING FORWARD)
1
SVILUPPO (TURISTICO, CULTURALE, CITTADINO)DEVELOPMENT (TOURISM, CULTURAL, URBAN)
6
INNOVAZIONE (STRUMENTALE, COMUNICATIVA, PROGETTUALE)INNOVATION (INSTRUMENTAL, COMMUNICATIVE, PROJECT)
3 TRADIZIONE (STORIA, IMMAGINE, EREDITÀ)TRADITION (HISTORY, IMAGE, HERITAGE)
4
INTEGRAZIONE (FUNZIONALE, TECNOLOGICA, TERRITORIALE)INTEGRATION (FUNCTIONAL, TECHNOLOGICAL, TERRITORIAL)
5
SOSTENIBILITÀ(ECONOMICA, AMBIENTALE, SOCIALE)SUSTAINABILITY (ECONOMIC, ENVIRONMENTAL, SOCIAL)
2
I. Introduzione e obiettivi del Piano
I. Introduction and objectives of the Plan
24 25
La novità dell’approccio risiede dunque nel proposito di mi-
surarsi sull’attuazione simultanea di tutti i principi proposti, realizzan-
do l’intero percorso di valorizzazione integrata e sperimentandone
le interconnessioni, le premialità gestionali e le criticità in itinere: in
estrema sintesi, si intende creare una dinamica laboratoriale applicata
allo “use-case” Unisob, orientata non solo alla performanza, ma anche
alla misurazione costante di risultati e alla programmazione globale
(cioè in termini di conservazione, utilizzo, valorizzazione e ricadute
socio-economiche e culturali) del bene. Unisob è un caso d’uso unico
nel suo genere, in quanto è in grado di produrre strategie e metodolo-
gie d’intervento e promozione e nel contempo attrarre partners locali,
nazionali e internazionali per la realizzazione dello scopo ultimo di
rendere vivo il patrimonio e conservarlo intatto per le future genera-
zioni.
The novelty of this approach lies, therefore, in the aim
to meet the challenge of the simultaneous implementation of all
the proposed principles, bringing to fruition the entire integrated
valorisation path and experimenting with interconnections,
excellence in governance, and on-going critical issues. In a word, the
aim is to create an experimental and productive dynamic applied to
the Unisob “use-case”, not only looking to Performance, but also
to the constant monitoring of results and the overall plan (namely
in terms of preservation, use, development and cultural and socio-
economic effects) for the heritage. Unisob is a rare use-case of its kind,
as it has the means to produce strategies and methods of intervention
and promotion, and at the same time to attract local, national and
international partners to realise its ultimate goal of ensuring that the
heritage remains alive, intact and meaningful for future generations.
I. Introduzione e obiettivi del Piano
Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista dalla terrazza della Torre della Comunicazione.Suor Orsola Citadel, 17th century, view from the Communication Tower terrace.
I. Introduction and objectives of the Plan
II Il Progetto di conoscenza
Studi e Ricerche Fact-finding
study and research project
28 29
1i.1.1Ubicazione: coordinate geografiche del sito
Lat. 40.84043.
Long. 14.24227.
Il Complesso Monumentale Unisob si trova nel settore Occi-
dentale del Centro Storico, a ridosso del Colle di Sant’Elmo, in mas-
sima parte nel quartiere di Montecalvario: in realtà la presenza del
Complesso è avvertibile in tutto il Centro Storico, in quanto alcune
proprietà, come la Cappella Pignatelli e il Palazzetto di Via Chiaia, si
trovano rispettivamente nell’area dei Decumani (quartiere S. Lorenzo)
e di San Ferdinando. Pertanto, messa a sistema, la rappresentatività del
Complesso Monumentale può essere un volano per la promozione cul-
turale del territorio.
Il Complesso ricade, in tutta la sua estensione, nell’attuale pe-
rimetrazione del Vincolo Unesco [ tavv. 1,2 ]: esso è costituito da una
serie di edifici storici, tutti risalenti alla parabola architettonica che
va dal Rinascimento al Barocco (fine XVI-XVIII secolo), tra i quali
spicca la spettacolare Cittadella di Suor Orsola, sito monastico risalente
al 1581, posto alle pendici del Colle di Sant’Elmo, in posizione panora-
mica sul Golfo di Napoli. La Cittadella, perfettamente conservata nella
sua superficie storica, ospita al suo interno due Chiese (la cosiddetta
Sala degli Angeli e la Chiesa dell’Immacolata, detta Chiesa Superiore),
un Chiostro Maiolicato e cinque diverse collezioni museali di gran-
de pregio. Al nucleo centrale, si aggiungono i complessi monastici di
Santa Caterina da Siena, anch’essa di grande fascino, con il Chiostro
e la Galeria affrescata, di Santa Lucia al Monte, dei Vincenziani di San
Nicola da Tolentino e di parte del complesso di Trinità delle Monache,
nonché l’ex convento di Vico Paradiso, oggi residenza universitaria, e
1i.1.1Location: the geographical coordinates of the site
Lat. 40.84043.
Long. 14.24227.
The Unisob Monumental Complex lies in the western part of
the historic city centre, on St. Elmo’s Hill, and most of the area comes
within the Montecalvario area of the city. In reality, the presence of
the Complex can be felt throughout the historic centre as some of
the buildings, such as the Pignatelli Chapel and the Palazzetto of Via
Chiaia are to be found in the Decumano (San Lorenzo) and Riviera
(Chiaia) areas respectively. Thus, integrated into this context, the
representative power of the Complex would constitute an effective
contribution to the cultural promotion of the area.
The whole of the Monumental Complex lies within the Unesco
designated area consisting of a number of historical buildings, all dating
back to the Renaissance and Baroque periods (late XVI-XVIII centuries),
including the spectacular Suor Orsola Citadel, a monastic site constructed
in 1581, situated on the slopes of St. Elmo’s Hill, with a breathtaking view
across the Bay of Naples. The Citadel, whose architectural structure is
perfectly preserved, also contains two churches (the so-called ‘Sala degli
Angeli’ and the church of the ‘Immacolata’, known as the Upper Church),
as well as a Cloister tiled with majolica, and five precious museum
collections. In addition to this core, the Complex houses the monastery
of St. Catherine of Siena – also of great interest, with its cloister and
frescoed Galleria, and that of Santa Lucia al Monte, once home to the
Vincentian Fathers of San Nicola da Tolentino and part of the Trinità
delle Monache complex, as well as the former convent in Vico Paradiso,
now a university residence, and the fifteenth-century Pignatelli Chapel
ii.1Analisi e conoscenza del territorio
ii.1Study and knowledge of the area
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
30 31
la quattrocentesca Cappella Pignatelli al seggio di Nido, capolavoro di
arte rinascimentale, acquisita con lascito testamentario della famiglia
omonima. La particolarità del Complesso Monumentale Unisob ri-
siede soprattutto nel suo aver conservato la traccia di un’importante
fase urbanistica della città di Napoli, quella che vide, a partire dalla
seconda metà del secolo XVI, durante il Viceregno spagnolo, la città
afflitta da una grave crisi edilizia, accentuata dal disordine urbanistico
figlio dell’inarrestabile incremento demografico. A tale crisi si aggiunse,
favorito dalla protezione spagnola, un forte incremento della presenza
di comunità religiose, che occuparono con insediamenti conventuali le
poche aree verdi rimaste. La costruzione di questa vera e propria selva
di edifici, circondati da alte mura, modificò profondamente il panora-
ma cittadino, caratterizzando in questo modo soprattutto la collina di
Sant’Elmo, coronata dal Forte omonimo e dalla Certosa di San Martino.
1i.1.2Il territorio e la viabilità. Accessibilità
Il complesso è ben collegato all’area del Centro Storico ed è
raggiungibile con i mezzi pubblici dalla Stazione Centrale (Metropo-
in the Seggio di Nido, a masterpiece of Renaissance art, which was
acquired by bequest of the Pignatelli family. The special feature of the
Unisob Complex is primarily that it reflects an important stage in the
urban planning of the city of Naples under the late sixteenth-century
rule of the Spanish viceroys, when it underwent a serious building crisis,
exacerbated by the urban disorder arising from continuous population
growth. Under Spanish patronage, the city also saw a dramatic increase
in the number of religious communities, whose convent buildings would
occupy the few remaining green areas. The construction of this veritable
forest of high-walled buildings profoundly changed the landscape of the
city, especially St. Elmo’s Hill, with its fortress of the same name and the
San Martino charterhouse.
1i.1.2Road connections to and from the area.
Accessibility
The complex is well connected to the historic city centre and
can be reached by public transport from the central station (metro,
funicular railway and bus [ tav. 3 ]), the airport (bus and funicular)
II. Fact-finding, study and research project
Tav. 1 La perimetrazione del sito Unesco – Centro Storico di Napoli e l’ubicazione del Complesso Monumentale Unisob.The perimeter of the Unesco site – Historic Centre of Naples and the location of the Unisob MonumentalComplex.
Tav. 2 I siti Unisob nella Red Zone Unesco: 1. Cappella Pignatelli2. Monastero della Trinità delle Monache3. Monastero di Santa Lucia al Monte4. La Cittadella di Suor Orsola5. Monastero di Santa Caterina6. Palazzetto di Via ChiaiaUnisob sites in The Red Zone Unesco:
1. Cappella Pignatelli2. Monastery of Trinità delle Monache3. Monastery of Santa Lucia al Monte
4. Suor Orsola Citadel5. Monastery of Santa Caterina6. Via Chiaia building
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Area of World Heritage Site (January 2011)
Unisob Site
Buffer zone (January 2011)
Historic center of Naples project Area (2012)
32 33
litana e Funicolare oppure Autobus [ tav. 3 ]), dall’Aeroporto (Autobus
e Funicolare) e dalla Stazione Marittima (Autobus e Funicolare), ma è
raggiungibile anche a piedi attraverso diversi e suggestivi itinerari di ri-
salita dall’asse Via Toledo, Piazza del Plebiscito [ tavv. 3,4 ], collocandosi
in una rete di sentieri che conducono al Colle e al Forte di Sant’Elmo
e alla Certosa di San Martino. Pertanto la sua valorizzazione si presta
alla captazione di svariate tipologie di flusso turistico, dall’incoming più
tradizionale a quello regionale e interregionale, da quello crocieristico
a quello ambientale e sportivo.
1i.1.3Gli attrattori
L’area di sedime di Unisob contiene alcuni tra i più strategi-
ci attrattori turistico-culturali dell’area Unesco ed è essa stessa una
possibile base di partenza per la visita al Centro Storico. Gli itinerari
principali si sviluppano nel seguente modo:
1. Direzione Sud Est: Piazza del Plebiscito, Maschio Angioino;
2. Direzione Nord Est: Museo Archeologico Nazionale, Mon-
tesanto, Spaccanapoli, area dei Decumani;
II. Fact-finding, study and research project
and the harbour (bus and funicular), but can also be reached on foot
from a number of interesting routes leading up from the main street,
Via Toledo, and Piazza del Plebiscito [ tav. 4 ], being located along a
network of pathways leading to St. Elmo’s Hill and fortress and the
neighbouring San Martino charterhouse. Development of the site
would thus constitute an attraction for various types of tourist influx,
from the more traditional to the regional and interregional, from
cruise ships to environmental and sports tourists.
1i.1.3Attractors
The area of the city where Unisob lies contains some of the
most strategic tourist and cultural attractions within the Unesco Red
Zone and is in itself a possible starting point for a visit to the Old
Town. The main routes proceed as follows.
1. To the south-east: Piazza del Plebiscito, the Maschio
Angioino Castle
2. To the north-east: the National Archaeological Museum,
Montesanto, Spaccanapoli and the Decumani
Tav. 3 Accessibilità del sito.Accessibility.
Tav. 4 Accessibilità. Itinerari pedonali.Accessibility. Pedestrian Routes.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
34 35
3. Direzione Sud, Sud Ovest: Lungomare (Castel dell’Ovo,
Mergellina), Posillipo;
4. Direzione Nord: Castel Sant’Elmo, Certosa di S. Martino.
Di queste aree, dalle terrazze della Cittadella si gode una vista
molto ampia e dettagliata, che costituisce di per sé un potenziale punto
di partenza per una visita di gran parte dei luoghi e per l’elaborazione
di una filosofia di approccio al patrimonio basata sulla riscoperta del
tessuto urbano. Inoltre, all’interno della Cittadella medesima, si pos-
sono trovare esempi e contesti di ambiente, arte e cultura utili per la
definizione di percorsi tematici di fruizione in chiave Unesco.
3. To the south/south-west: the waterfront (Castel dell’Ovo,
Mergellina), Posillipo
4. To the north: Castel Sant’Elmo, the San Martino
Charterhouse. The terraces of the Citadel offer a very detailed and
broad view of these areas and are a potential starting point for a later
visit to most of the places and to develop a philosophy of approach
to heritage based on rediscovery of the urban fabric. In addition,
the citadel itself offers valuable environmental, artistic and cultural
examples for designing thematic routes to be enjoyed within a
Unesco perspective.
II. Fact-finding, study and research project
POSILLIPOLUNGOMARE / MERGELLINA
VIA TASSO /VIA A. FALCONE
> VOMERO
COLLE SANT’ELMO COLLINA DI CAPODIMONTE
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
36 37
ii.2Analisi di contesto. La città in dati
ii.2Context Analysis. The city in figures
II. Fact-finding, study and research project
1i.2.1Contesto sociale
Popolazione *
Napoli, composta da 30 quartieri storici raggruppati ammini-
strativamente in 10 municipalità, con 962.003 abitanti e con una den-
sità abitativa pari a 8.203ab/km2 (istat), risulta la prima realtà urbana
del Mezzogiorno, la terza città italiana. La città fin dall’inizio degli anni
Settanta riduce la sua popolazione: -21,6%. Solo nel decennio 2001-
2011, il capoluogo campano ha perso 42.497 abitanti (-4,2%). Dal 1995
parte del suo centro storico – tra i più grandi e densamente abitati
d’Europa – è patrimonio Unesco.
È proprio in questa area che insiste l’Università Suor Orsola
Benincasa (Unisob). In particolare, la cittadella storica – che, oltre la
Facoltà di Scienze della Formazione, ospita i luoghi storici e quelli
più recenti della didattica e della ricerca, i musei e le collezioni
d’arte –, il complesso di Santa Lucia al Monte – sede della Facoltà
di Giurisprudenza – e la residenza per gli studenti sono a monte
del quartiere di Montecalvario (Municipalità 2); il complesso di
Santa Caterina, con la Facoltà di Lettere, è al limite di tre quartieri:
San Ferdinando, Chiaia (Municipalità 1) e Montecalvario; infine, il
Palazzetto di Via Chiaia e la Cappella Pignatelli – nuove apertu-
re dell’Università alla città – sono nel pieno del centro storico. Il
primo nel quartiere di Chiaia, la seconda – vera e propria porta di
accesso al sito Unesco di Napoli – è all’incrocio di quattro quar-
tieri: Pendino, Porto, San Giuseppe (Municipalità 2) e San Lorenzo
(Municipalità 4).
L’area in cui è presente l’Unisob – con i suoi 154.823abitanti
(circa un sesto dell’intera popolazione della città) e una densità pari
1i.2.1The social context
The population *
Naples, consisting of 30 historical districts grouped
administratively into 10 municipalities, with 962,003 inhabitants and a
population density of 8,203/km2 (istat), is the largest city in the South
of Italy, and the third largest city in the country. The population has
fallen since the early seventies: -21.6%. From 2001 to 2011 alone, the
capital of the Campania Region lost 42,497 inhabitants (-4.2%). Since
1995, part of its historical centre – one of the largest and most densely
populated in Europe – has been a Unesco heritage site.
And it is precisely in this area that Suor Orsola Benincasa
University (Unisob) is situated. In particular, the historic citadel –
which, in addition to the faculty of education, is home to the historic
sites and the more recent teaching and research areas, along with
the museums and art collections, the Santa Lucia al Monte complex
(housing the law faculty), and its student accommodation – is located
in the area above the Montecalvario district (municipal area 2).
Then, there is the Santa Caterina complex, home to the arts faculty,
bridging three neighbourhoods: San Ferdinando, Chiaia (municipal
area 1), and Montecalvario. Lastly, the Palazzetto of Via Chiaia and
the Pignatelli Chapel – which the University will soon be opening to
the public – are in the heart of the historic city centre. The first is in
the Chiaia district, while the second – the real gateway to the Naples
Unesco site – is at the intersection of four districts: Pendino, Porto,
San Giuseppe (municipal area 2) and San Lorenzo (municipal area 4).
The area where Unisob is located – with its 154,823
inhabitants (about one sixth of the entire population of the city) and
* I dati utilizzati fanno riferimento al Censimento della popolazione e delle abitazioni del 2011 e sono stati estratti dal datawarehouse del sito istat. La parziale disponibilità dei dati censuari ha reso necessario l’utilizzo di dati riferiti al Censimento 2001. In particolare, l’uso di tali dati è stato indispensabile per l’analisi dei singoli quartieri. In questo caso sono stati elaborati i dati istat disaggregati per quartiere disponibili nell’area Statistica del sito del Comune di Napoli.
* The data used refer to the 2011 population and housing census and have been extracted from the data warehouse of the istat website. The only partial availability of census data means that it has been necessary to use data for the 2001 Census. Specifically, these data were needed to analyse the individual neighbourhoods. In this case, the disaggregated istat data were processed for each neighbourhood and these figures are available in the Statistics section of the City of Naples website.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
38 39
a 21.208 ab/km2 – tra il 2001 e il 2011 ha perso abitanti: -1.470. Non
mancano, però, differenze tra i quartieri.
Mentre Chiaia e San Ferdinando insieme con i quartieri San
Giuseppe e San Lorenzo fanno registrare un segno negativo (rispetti-
vamente -7,9%, -1,1%, -7,9% e -2,4%), i restanti quartieri – tutti nella
Municipalità 2 – crescono. Montecalvario aumenta quasi di un punto
percentuale la sua popolazione, mentre Pendino e Porto crescono con
tassi più elevati (rispettivamente +7,8% e +5,5%).
A incidere sulla composizione della popolazione vi è una forte
presenza di stranieri. Più di 7 abitanti su 100 in questa parte della città
lo sono: il dato percentuale (7,3%) stacca nettamente il valore comunale
(3,3%) e supera anche il dato nazionale (6,8%). L’area Unisob nel suo
complesso ospita oltre un terzo degli stranieri residenti nel comune di
Napoli. I quartieri con maggior percentuale di popolazione straniera
sono San Lorenzo (9,1%), Pendino (8,4%) e Montecalvario (8,3%).
Dai dati del censimento della popolazione e delle abitazioni
2011, Napoli risulta demograficamente più giovane rispetto al Paese
nel suo complesso. Se si presta attenzione alla struttura anagrafica
della città, infatti, l’indice di vecchiaia è decisamente al di sotto della
media nazionale (114,4% contro 148,7%). Il 15,7% della popolazione
è composta da under 15 (14% dato nazionale); più bassa invece la per-
centuale di popolazione con 65 e più anni: 17,9%. Il dato nazionale si
attesta al 20,8%.
II. Fact-finding, study and research project
a density of 21,208/km2 – underwent a drop in population of 1,470
inhabitants between 2001 and 2011. There are, however, significant
differences between the neighbourhoods.
While Chiaia and San Ferdinando, like the district of San
Giuseppe and San Lorenzo, have shown a negative trend (-7.9%,
-1.1%, -7.9% and -2.4% respectively), the remaining districts – all in
municipal area 2 – have shown an increase. Montecalvario has seen its
population grow by almost one percentage point, while Pendino and
Porto and have shown a sharper rise (+7.8% and +5.5% respectively).
The significant presence of non-Italians in the area has had a
noticeable effect on the composition of the population in these areas. More
than 7 inhabitants out of 100 in this part of town come from abroad: the
percentage (7.3%) is much higher than the municipal statistics (3.3%), and
is also higher than the national average (6.8%). The Unisob area as a whole
is home to over a third of the non-Italian residents in the municipality
of Naples. The districts with the highest percentage of foreigners are San
Lorenzo (9.1%), Pendino (8.4%) and Montecalvario (8.3%).
The data from the Population and Housing Census 2011 show
that Naples is demographically younger than the country as a whole. The
elderly population index is well below the national average (114.4% as
against 148.7%). 15.7% of the population is under 15 years of age (national
average = 14%); the percentage of the population aged 65 years and over,
however, is lower: 17.9%. The national figure stands at 20.8%.
Tab. 1 Popolazione residente (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident Population (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
Tab. 2 Popolazione residente non italiana (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident non-Italian population (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
2011 2001
ITALY 59.433.744 56.995.744
NAPLES 962.003 1.004.500
UNISOB AREA 154.823 156.293
Chiaia 38.474 41.779
Montecalvario 22.943 22.719
Pendino 16.846 15.625
Porto 4.900 4.646
San Ferdinando 18.405 18.615
San Giuseppe 5.188 5.643
San Lorenzo 48.067 49.275
2011
ITALY 4.027.627
NAPLES 31.496
UNISOB AREA 11.286
Chiaia 2.036
Montecalvario 1.910
Pendino 1.415
Porto 266
San Ferdinando 1.077
San Giuseppe 201
San Lorenzo 4.381
40 41
The area where Suor Orsola Benincasa University is located
has slightly more elderly people than the city average, but there
are clear internal differences. If the San Ferdinando and Chiaia
neighbourhoods are less demographically youthful (170.5% and
163.8%), Pendino and Montecalvario have the lowest percentages of
elderly people (98% and 102.5%).
Education
According to the 2011 census, the population with university
degrees in relation to the total population (resident population
aged 6 years and over) is 12.5%. The figure exceeds the national
percentage, which stands at 10.8%. In the period from 2001 to 2011,
the city showed a net increase in the population with a high level of
education (senior school qualifications and university degrees): +15%.
In 2001, the census for Naples showed 9.8 graduates per
100 inhabitants (resident population aged 6 and over). Taking into
consideration all university degrees, the percentage rises to 10.4% of
the population.
The 7 districts constituting the area where Unisob has its
premises have a much higher percentage of graduates: 15.1%. Except for
San Lorenzo and Pendino (7.1% and 6.6% respectively), all the districts
show higher percentages than the municipal average, with significant
peaks for the Chiaia and San Giuseppe districts (28% and 22.3%).
In 2011, the students making up the Neapolitan population
aged 15 years or above numbered 67,116, i.e., 8.3%. The figure remained
constant compared with 2001. As for the single districts, the student
figures per 100 inhabitants (15 years and above) show that Chiaia, San
Giuseppe, Porto and Montecalvario are higher than the city as a whole,
while San Fernando, San Lorenzo and Pendino are lower.
L’area in cui è presente l’Università Suor Orsola Benincasa ap-
pare leggermente sopra la media cittadina per l’indice di vecchiaia, ma
al suo interno non mancano nette differenze. Se San Ferdinando e
Chiaia risultano i quartieri demograficamente meno giovani (170,5% e
163,8%), Pendino e Montecalvario sono quelli con indice di vecchiaia
più basso (98% e 102,5%).
Istruzione
Al censimento 2011 la popolazione con titoli universitari sul
totale degli abitanti (popolazione residente di 6 anni e più) è del 12,5%.
Il dato cittadino supera la percentuale nazionale, che si attesta invece al
10,8%. Nel decennio intercensuario 2001 / 2011, la città mostra un netto
aumento della popolazione con un elevato grado di istruzione (laurea
e diplomi universitari): +15%.
Nel 2001 a Napoli il dato censuario si fermava a 9,8 laureati ogni
100 abitanti (popolazione residente di 6 anni e più). Se si considerano
tutti i titoli universitari, la percentuale sale al 10,4% della popolazione.
I 7 quartieri presi in esame come territorio in cui sono presenti
le sedi dell’Unisob registrano una percentuale di laureati ben più alta:
15,1%. Eccezion fatta per San Lorenzo e Pendino (rispettivamente 7,1%
e 6,6%), tutti i quartieri si presentano al di sopra del dato comunale;
significativi picchi si registrano a Chiaia e San Giuseppe (28% e 22,3%).
Al 2011, tra la popolazione napoletana di 15 e più anni, gli stu-
denti sono 67.116, pari al 8,3%. Il dato rimane costante rispetto al 2001.
Per i singoli quartieri, l’indicatore studenti per 100 abitanti (di 15 anni
e più) mostra come Chiaia, San Giuseppe, Porto e Montecalvario han-
no un valore superiore a quello cittadino, mentre San Ferdinando, San
Lorenzo e Pendino si pongono al di sotto [ tab. 4 ].
II. Fact-finding, study and research project
Tab. 3 Popolazione residente di 6 anni e più secondo il conseguimento scolastico (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident population aged 6 and over according to educational achievement (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
NAPLES ITALY
Illiterate 13.375 595.684
Literate but without qualifications 72.101 4.320.820
Elementary school qualification 183.266 11.282.895
Middle school or vocational qualifications 279.965 16.706.880
Secondary school diploma 240.396 16.950.936
Old system tertiary diplomas and AFAM diplomas 3.413 206.409
University degrees 112.915 6.064.549
TOTAL 905.431 56.128.173
1i.2.2The economic context
Professional status
According to the 2011 Census data, the unemployment rate
stood at 27.8%, which is well above the national average (11.4%).
The unemployment rate falls sharply among those with medium to
high qualifications. The city of Naples seems closer to the national
figure. In this case, in fact, the unemployment rate is little more than
3 percentage points higher than the national average (10.6% and 7.2%
respectively).
Among the active young people between the ages of 15 and 24,
the unemployment rate is 67.5% (national percentage: 34.7%) [ tab. 6 ].
From the 2011 census, data on the number of employees per
economic activity clearly indicated the city’s orientation towards the
tertiary sector. The economic activity employing the greatest number
of people is services: 210,423 workers (81.6%). The number of people
employed in agriculture, forestry and fishing (2.7%) is extremely
marginal, while the number of people employed in industry has been
in constant decline over recent decades, with people working in
industry in 2011 amounting to 15.7%.
In 2001, only 2.5% were engaged in agriculture. A higher
proportion of employees were recorded as working in industry
(22.6%). Around 3 out of 4 were engaged in public and private
tertiary activities (74.9%) [ tab. 8 ].
1i.2.2Contesto economico
Condizione professionale
Dai dati del Censimento 2011 il tasso di disoccupazione risulta
pari al 27,8%, ben oltre il dato nazionale (11,4%) [ tab. 5 ]. Il tasso di
disoccupazione cala in modo netto tra coloro che posseggono titoli di
studio medio-alti, di livello universitario. La città di Napoli pare riav-
vicinarsi al dato nazionale. In questo caso, infatti, il tasso di disoccupa-
zione è poco più di 3 punti percentuale superiore a quello nazionale
(rispettivamente 10,6% e 7,2%).
Tra i giovani attivi compresi tra i 15 e i 24 anni, la percentuale di disoc-
cupati è del 67,5%: trenta punti oltre la percentuale nazionale (34,7%) [ tab. 6 ].
Al censimento 2011 i dati relativi al numero di occupati per at-
tività economica attestano il carattere volto al terziario della città [ tab.
7 ]. L’attività economica con maggiore percentuale di occupati risulta
essere quella dei servizi: 210.423 occupati (81,6%). Marginale il numero
di occupati nell’agricoltura, nella silvicultura e nella pesca (2,7%), men-
tre il numero di occupati nell’industria è in costante decrescita negli
ultimi decenni: al 2011 gli impiegati nell’industria per 100 occupati
sono 15,7.
Nel 2001 solo il 2,5% era impegnato nell’agricoltura. Una quo-
ta più consistente di occupati si registra nell’industria (22,6%). Circa 3
occupati su 4 erano invece impegnati in attività terziarie, pubbliche e
private (74,9%) [ tab. 8 ].
42 43
II. Fact-finding, study and research project
Tab. 4 Popolazione residente di 6 anni e più secondo il conseguimento scolastico (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident population aged 6 and over by educational achievement (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.
Tab. 5 Studenti di 15 anni e più (2011, 2001). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011, 2001.Students aged 15 and over (2011, 2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011, 2001.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
2001
University degree
University diploma
University post-grad.
diploma
Uppersecondary
school
Middleschool
qualification
Elementaryschool
qualification
No qualification
TOTAL
Naples 91.858 6.338 3.206 229.444 274.688 228.386 106.391 940.311
UNISOB area 22.395 993 703 34.971 39.930 33.651 16.052 148.695
Chiaia 11.064 434 237 12.164 7.675 5.126 2.873 39.573
Montecalvario 2.617 108 101 4.670 6.195 5.264 2.293 21.248
Pendino 952 70 32 2.485 8.672 1.922 388 14.521
Porto 637 23 33 1.090 1.188 1.024 411 4.406
S. Ferdinando 2.669 105 94 3.921 4.723 3.915 2.039 17.466
S. Giuseppe 1.194 55 43 1.602 1.240 805 382 5.366
S. Lorenzo 3.262 198 163 9.039 14.593 13.116 5.744 46.115
Students Residents population≥ 15 years
Students per 100 residents≥ 15 years
2011
Italy 3.736.398 51.107.701 7,3
Naples 67.116 811.061 8,3
2001
Naples 70.277 832.669 8,4
UNISOB area 11.299 133.042 8,5
Chiaia 3.957 36.027 11
Montecalvario 1.591 18.748 8,5
Pendino 856 12.830 6,7
Porto 363 4.020 9
S. Ferdinando 1.260 15.731 8
S. Giuseppe 468 4.891 9,6
S. Lorenzo 2.804 40.795 6,9
44 45
II. Fact-finding, study and research project
Tutti i quartieri mostrano la medesima tendenza allo sviluppo
dell’economia dei servizi che caratterizza la città, ma non mancano al-
cune differenze. Sulla base dei dati 2001, è possibile analizzare nel detta-
glio i quartieri dell’area in cui è inserita l’Unisob. Mentre Pendino, San
Lorenzo e Montecalvario hanno percentuali di occupati in agricoltura
e nell’industria uguali o più alte della media cittadina, San Ferdinando,
Porto, Chiaia e San Giuseppe registrano una percentuale di impiegati
nei servizi superiore al dato comunale [ tab. 9 ].
Per quanto riguarda le professioni, nel 2011 la città di Napoli,
in linea con il dato italiano, vede circa otto occupati su dieci in posi-
zione dipendente o parasubordinata (77,9%), mentre solo poco più di
un occupato su dieci (in percentuale: 10,7%, valore superiore al dato
nazionale: 8,9%) è imprenditore o libero professionista [ tab. 10 ].
Nel loro insieme, i quartieri presi in esame mostrano una percen-
tuale di imprenditori e liberi professionisti superiore alla media cittadina
All districts show a tendency to develop the service economy,
which is typical of the city, but there are some differences. From the
2001 data, it is possible to analyse in detail the areas where Unisob
is located. While Pendino, San Lorenzo and Montecalvario have
percentages of the population employed in agriculture and industry
equal to or higher than the city average, San Fernando, Porto, Chiaia
and San Giuseppe show a higher percentage of employees in services
than in the city as a whole [ tab. 9 ].
As for the professions, in 2011, in line with the Italian statistics,
the city of Naples has approximately eight out of ten employees
working as dependents or semi-dependents (77.9%), while only
slightly more than one in ten (10.7%, which is above the national
average of 8.9%) owns a business or works freelance [ tab. 10 ].
Taken together, the districts of interest show a higher
percentage of entrepreneurs and freelancers than the city average and
a smaller number of dependent workers per 100 employees than the
Tab. 6 Popolazione residente di 15 anni e più per condizione professionale (2011). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Population aged 15 and over according to occupational status (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
Tab. 7 Popolazione residente tra i 15 e i 24 anni per condizione professionale (2011). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Resident population aged between 15 and 24 years according to occupational status (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
Tab. 9 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per settore di attività (2001). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working Population aged 15 and over per business segment (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.
Tab. 8 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per settore di attività (2011). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Working Population aged 15 and over per business segment (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
ITALY NAPLES
2011
Labour force 25.985.295 357.121
Employed 23.017.840 257.982
Job seekers 2.967.455 99.139
Non-labour force 25.122.406 453.940
Students 3.736.398 67.116
Home 5.822.982 157.516
Recipients of one or more pensions from previous employment or income from capital 12.677.333 143.077
Other 2.885.693 86.231Residents population ≥ 15 years 51.107.701 811.061
Agriculture, forestry and fishing
Industry Services TOTAL
2011
ITALY 1.276.894 6.230.412 15.510.534 23.017.840
NAPLES 7.050 40.509 210.423 257.982
Agriculture, forestry and fishing
Industry Services TOTAL
2001
NAPLES 5.987 55.209 182.583 243.779
UNISOB area 1.031 8.124 31.965 41.120
Chiaia 246 2.416 11.490 14.152
Montecalvario 148 1.130 3.716 4.994
Pendino 110 736 2.319 3.165
Porto 23 189 1.036 1.248
S. Ferdinando 116 942 4.114 5.172
S. Giuseppe 33 256 1.532 1.821
S. Lorenzo 355 2.455 7.758 10.568
ITALY NAPLES
2011
Labour force 1.995.516 36.853
Employed 1.302.232 11.990
Job seekers 693.284 24.863
Non-labour force 3.926.298 81.852
Students 3.287.075 57.457
Home 205.696 9.668
Recipients of one or more pensions from previous employment or income from capital 13.748 620
Other 419.779 14.107
Population 15-24 years 5.921.814 118.705
national figure (15.2% and 68% compared with 9.9% and 74.6% for
entire municipality).
The 2001 data for the working population per district show
Chiaia as the one with the highest percentage of people working as
entrepreneurs and freelancers (24.7%) 1, while Pendino, Montecalvario
and San Lorenzo have the lowest percentages (8.9%, 8.8% and 7%),
below the city average (9.9%). The latter, along with San Ferdinando,
have higher percentages of self-employed workers than the city
average: Pendino returns 18.6%, San Lorenzo 16%, Montecalvario
15.6% and San Ferdinando 13.8%.
All the districts have lower overall percentages of dependent
or otherwise subordinate workers compared with the city average.
e un numero di dipendenti per 100 occupati inferiore al dato cittadino
(15,2% e 68% rispetto al 9,9% e 74,6% dell’intero comune) [ tab. 12 ].
In particolare, i dati 2001 relativi alla popolazione occupata dei
singoli quartieri registrano Chiaia come il quartiere con la percentuale
di imprenditori o liberi professionisti più alta (24,7%) 1, mentre Pen-
dino, Montecalvario e San Lorenzo hanno le percentuali più basse (ri-
spettivamente 8,9%, 8,8% e 7%): al di sotto della media cittadina (9,9%).
Questi ultimi, insieme con San Ferdinando, hanno percentuali relative
a lavoratori in proprio più alte del dato cittadino: Pendino registra il
18,6%, San Lorenzo il 16%, Montecalvario il 15,6% e San Ferdinando il
13,8%.
Tutti i quartieri, infine, si pongono al di sotto del valore del
comune nel suo complesso per quel che riguarda gli occupati come
dipendenti o in altra posizione subordinata [ tab. 11, 12 ].
46 47
II. Fact-finding, study and research project
Tab. 10 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per settore di attività (valori percentuali) (2001). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working Population aged 15 and over per business segment (Percentages) (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.
Tab. 11 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per posizione nella professione (2011). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Working population aged 15 and over according to professional role (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
Tab. 13 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per posizione nella professione (valori percentuali) (2001). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working population aged 15 and over according to professional role (percentages) (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.
Tab. 12 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per posizione nella professione (2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working population aged 15 and over according to professional role (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.
1Chiaia è anche il quartiere in cui in valori assoluti (3.489) risiedono più imprenditori e liberi professionisti, pari al 14,4% degli imprenditori e liberi professionisti della città.
1Chiaia is also the district where, in absolute terms, the greatest number of entrepreneurs and professionals reside (3,489), amounting to 14.4% of those in the city.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Agriculture Industry Services
2001
NAPLES 2,5 22,6 74,9
UNISOB area 2,5 19,8 77,7
Chiaia 1,7 17,1 81,2
Montecalvario 3 22,6 74,4
Pendino 3,5 23,3 73,3
Porto 1,8 15,1 83
S. Ferdinando 1,8 14,1 84,1
S. Giuseppe 2,2 18,2 79,5
S. Lorenzo 3,4 23,2 73,4
Entrepreneurs and
freelancers
Self-employed workers
Family workers
Members of a cooperative
Dependents Semi-dependents
TOTAL
2011
ITALY 2.050.616 2.629.799 393.645 166.127 16.983.340 794.314 23.017.840
NAPLES 27.554 24.248 3.715 1.546 190.186 10.733 257.982
Entrepreneurs and
freelancers
Self-employed workers
Family workers
Cooperativepartners
Dependent or otherwise subor-dinate workers
TOTAL
2001
NAPLES 24.231 32.587 3.015 1.989 181.957 243.779
UNISOB area 6.239 5.801 557 568 27.955 41.120
Chiaia 3.489 1.649 102 192 8.720 14.152
Montecalvario 437 780 118 52 3.607 4.994
Pendino 281 589 58 32 2.205 3.165
Porto 157 158 17 5 911 1.248
S. Ferdinando 804 712 85 110 3.461 5.172
S. Giuseppe 333 225 17 18 1.228 1.821
S. Lorenzo 738 1.688 160 159 7.823 10.568
Entrepreneur or freelance per 100 workers
Self-employed per 100 workers
Member of a cooperative per
100 workers
Family worker per 100 workers
Dependent or otherwise subordinate
worker per 100 workers
2001
NAPLES 9,9 13,4 1,2 0,8 74,6
UNISOB area 15,2 14,1 1,3 1,4 68
Chiaia 24,7 11,7 0,7 1,4 61,6
Montecalvario 8,8 15,6 2,4 1 72,2
Pendino 8,9 18,6 1,8 1 69,7
Porto 12,6 12,7 1,4 0,4 73
S. Ferdinando 15,5 13,8 1,6 2,1 66,9
S. Giuseppe 18,3 12,4 0,9 1 67,4
S. Lorenzo 7 16 1,5 1,5 74
48 49
1i.2.3Attività economiche e produttive
Al censimento del 2011 la città di Napoli registra un numero di
unità locali per 1.000 abitanti pari a 77,4: 10 punti sotto il dato nazio-
nale. È utile indagare i singoli quartieri, anche se con dati che possono
evincersi dal Censimento dell’Industria e dei Servizi 2001. L’area più
prossima all’Unisob presenta un valore ben più alto di quello comunale
(rispettivamente 151,7 e 69). Tra i sette quartieri, Chiaia in valori assoluti
è quello con numero più alto di unità locali totali (7.161), mentre sono
San Giuseppe e Porto ad avere una maggiore “densità” di unità locali
per 1.000 abitanti [ tab. 13, 14 ]. È visibile in modo netto una minor
concentrazione di unità nei quartieri di Montecalvario e San Lorenzo
(82,4 e 52,9).
Il numero di addetti per unità locali mostra una dimensione
delle attività economiche e produttive relativamente modesto. Nel 2011
il numero medio degli addetti per singola unità locale è di 4,3 e mostra
una riduzione rispetto al 2001 (4,7).
Se si indagano nel dettaglio i singoli quartieri, è possibile notare
come, al 2001, unità locali con maggior numero medio di addetti sono
presenti nei quartieri di Porto (7,3), San Giuseppe (6,4) e San Ferdinan-
do (6) [ tab. 16 ].
A confermare un tessuto economico basato su piccole e medie
unità locali è il dato relativo alla ripartizione delle unità locali per classi
di addetti [ tab. 17 ]: il 90% delle unità locali del 2011 in città ha5 o
II. Fact-finding, study and research project
1i.2.3Economic and production activities
The 2011 census shows the city of Naples as having 77.4
commercial units per 1,000 inhabitants. It is useful to investigate the
individual districts, albeit consulting only the 2001 Census of Industry and
Services. The area closest to Unisob has figures far higher than the city
average (151.7 and 69 respectively). Of the seven districts, in absolute values,
Chiaia has the highest total number of units (7,161), but in terms of the
number of local units per 1,000 inhabitants, San Giuseppe and Porto have
a higher “density” of units. There is clearly a lower concentration of units
in the districts of Montecalvario and San Lorenzo (82.4 and 52.9).
The number of employees per local unit shows a relatively
modest degree of commercial and production activities. In 2011, the
average number of employees per local unit was 4.3 and showed a
reduction compared with 2001 (4.7).
Considering the individual districts, it emerges that in 2001,
the local units with the highest number of employees were in Porto
(7.3), San Giuseppe (6.4) and San Fernando (6).
Confirmation of the existence of an economy based on small
and medium-sized local units comes from the distribution of local units
per class of employees: 90% of the local units in the city in 2011 had 5
or fewer employees, and the majority had fewer than 3. Only 1% of the
local units had more than 50 employees (749 in absolute terms), and
these were chiefly public institutions (more than 8 out of 10).
Tab. 14 Unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Local units (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.
Tab. 15 Indicatori unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Local unit indicators (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Local units: businesses Local units: public institutions
Local units: non-profit institutions
Local units:TOTAL
2011
ITALY 4.775.856 95.611 347.602 5.219.069
NAPLES 70.630 1.145 2.714 74.489
2001
NAPLES 65.558 1.194 2.522 69.274
UNISOB area 22.352 347 1.008 23.707
Chiaia 6.847 59 255 7.161
Montecalvario 1.132 21 49 1.202
Pendino 2.724 29 87 2.840
Porto 1.928 52 100 2.080
S. Ferdinando 3.277 56 152 3.485
S. Giuseppe 2.655 60 166 2.881
S. Lorenzo 3.789 70 199 4.058
Local units: enterprises per 100 inhabitants
Local units: public institutions per 100
inhabitants
Local units: non-profit institutions per 100
inhabitants
Local units per 100 inhabitants
2011
ITALY 80,4 1,6 5,8 87,8
NAPLES 73,4 1,2 2,8 77,4
2001
NAPLES 65,3 1,2 2,5 69
UNISOB area 143 2,2 6,4 151,7
Chiaia 163,9 1,4 6,10 171,4
Montecalvario 49,8 0,9 2,16 52,9
Pendino 174,3 1,9 5,57 181,8
Porto 415 11,2 21,52 447,7
S. Ferdinando 176 3 8,17 187,2
S. Giuseppe 471,2 10,6 29,46 511,4
S. Lorenzo 76,8 1,4 4,04 82,4
50 51
meno addetti, tra queste gran parte ne ha meno di 3. A superare i 50
addetti è solo l’1% delle unità locali complessive (749 in valore assoluto),
costituite soprattutto da istituzioni pubbliche (oltre 8 su 10).
Come per il numero di occupati, anche per le unità locali il set-
tore economico principale risulta il terziario (88,8% sul totale delle unità
locali). La progressiva deindustrializzazione a partire dagli anni Settanta,
la dismissione dei principali poli industriali cittadini (a Est e a Ovest del
centro storico) e il continuo slittamento delle attività manifatturiere (an-
che tradizionali) al di fuori dei confini della città, si confermano anche
nel 2011. Le unità locali dell’industria si riducono ulteriormente rappre-
sentando poco più dell’11% delle unità locali totali [ tab. 18 ].
Dai dati del 2001, anche tra i sette quartieri dell’area in cui sono
presenti le strutture dell’Unisob le attività dei servizi rappresentano il
settore principale (87,9%) [ tab. 19 ].
Se si analizzano le unità locali dei servizi, è possibile notare che
il commercio al dettaglio e all’ingrosso costituisce oltre un terzo delle
unità locali. Soprattutto per i quartieri del centro storico è da sottoli-
neare il carattere diffuso e di vicinato della rete commerciale, costituita
In terms of the number of employees and local units, the main
economic sector is the service sector (88.8% of the total local units).
Gradual de-industrialisation from the early seventies onwards, the
closure of the main industrial centres in the city (to the east and west
of the historic city centre) and the constant shift of manufacturing
activities (including the traditional ones) outside the city limits, were
confirmed in 2011. Local industrial units have diminished even more,
and represent just over 11% of the total local units. Based on 2001
data, services constitute the main sector (87.9%) including the seven
districts in the area where Unisob has its premises.
Analysing the local units given over to services, it is
evident that retail and wholesale make up over a third of the local
units. Especially for the districts in the historic town centre, it is
important to note the widespread neighbourhood-level nature
of the commercial network, consisting mostly of small shops and
operators in neighbourhood markets (istat 2013). However, a
II. Fact-finding, study and research project
Tab. 16 Addetti in unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Workers in local units (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.
Tab. 18 Unità locali per classe di addetti e attività economica nel Comune di Napoli – Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011. Fonte: elaborazione su dati ISTAT.Local units by number of employees and business activity in the City of Naples – Census of Industry and Services 2011. Source: produced from ISTAT data.
Tab. 19 Unità locali per attività economica (2011). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011.Local units per business activity (2011). Based on data from ISTAT
– Census of Industry and Services 2011.
Tab. 17 Numero medio addetti in unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Average number of employees per local unit (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Employees per local unit businesses
Employees per public institution
Employees per local unit non-profit
institutions
Employees local unit: TOTAL
2011
ITALY 16.424.086 2.842.053 680.811 19.946.950
NAPLES 235.269 78.048 5.292 318.609
2001
NAPLES 221.111 100.314 6.691 328.116
UNISOB area 77.158 33.301 2.220 112.679
Chiaia 20.870 3.552 519 24.941
Montecalvario 2.242 1.342 311 3.895
Pendino 6.438 2.826 127 9.391
Porto 8.921 6.184 167 15.272
S. Ferdinando 15.630 4.932 326 20.888
S. Giuseppe 12.847 5.284 348 18.479
S. Lorenzo 10.210 9.181 422 19.813
Average number of employees per local
unit: businesses
Average number of employees per public
institution
Average number of employees per local unit
non-profit institution
Average number of employees: TOTAL
local units
2011
ITALY 3,4 29,7 2 3,8
NAPLES 3,3 68,1 1,9 4,3
2001
NAPLES 3,4 84,0 2,7 4,7
UNISOB area 3,5 96 2,2 4,8
Chiaia 3,0 60,2 2,0 3,5
Montecalvario 2,0 63,9 6,3 3,2
Pendino 2,4 97,4 1,5 3,3
Porto 4,6 118,9 1,7 7,3
S. Ferdinando 4,8 88,1 2,1 6,0
S. Giuseppe 4,8 88,1 2,1 6,4
S. Lorenzo 2,7 131,2 2,1 4,9
≤ 5employees
6-15workers
16 to 49employees
50 to 99employees
100 to 199employees
≥ 200employees
TOTAL
2011
Agriculture 24 4 - - - - 28
Industry 6.914 1.053 297 55 16 17 8.352
Services 60.468 3.687 1.293 337 172 152 66.109
TOTAL 67.406 4.744 1.590 392 188 169 74.489
Local units: agriculture, forestry
and fishing
Local units: industry
Local units: services
Local units: TOTAL
2011
ITALY 26.607 1.101.224 4.091.238 5.219.069
NAPLES 28 8.352 66.109 74.489
53
principalmente da piccoli negozi e operatori di mercati di quartiere
(istat 2013). Tuttavia, non mancano le chiusure di attività decennali
(botteghe artigiane, cinema e librerie) e la loro sostituzione con nuovi
negozi (bar, ristoranti e punti street food, negozi monomarca e super-
mercati, piccole rivendite di oggettistica e bigiotteria).
Poco più di un’unità su quattro rientra tra le attività profes-
sionali, scientifiche e tecniche, mentre le attività legate al turismo
quali alloggio e ristorazione rappresentano il 5,7% delle unità locali
dei servizi [ tab. 20]. Infine, anche nel settore dei servizi è ben visibile
il carattere che contraddistingue l’economia cittadina: la dimensione
piccola – in alcuni casi piccolissima – delle attività economiche e
produttive [ tab. 21].
number of longstanding businesses (workshops, cinemas and
bookshops) have closed down to be replaced by new shops (bars,
restaurants and street food points, flagship stores and supermarkets,
and small gift and jewellery shops).
Just over one in four is involved in professional, scientific
and technical activities, while tourism-related businesses such as
accommodation and catering account for 5.7% of the services.
Lastly, the service sector also shares the characteristic that marks the
city’s economy, i.e., the small – sometimes extremely small – size of
economic and production activities.
II. Fact-finding, study and research project
Tab. 20 Unità locali per attività economica (2001). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2001.Local units per business activity (2001). Based on data from ISTAT
– Census of Industry and Services 2001.
Tab. 22 Unità locali dei servizi per classe di addetti nel Comune di Napoli (2011). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011.Local service units by class of employees in the Municipality of Naples (2011). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011
Tab. 21 Unità locali dei servizi per classi ATECO 2007 nel Comune di Napoli (valori assoluti e percentuali) (2011). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011.Local service units by ATECO 2007 category in the Municipality of Naples (absolute values and percentages) (2011). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Local units:agriculture and
fishing
Local units:industry
Local units:services
Local units:TOTAL
2001
NAPLES 43 9.296 59.935 69.274
UNISOB area 18 2.859 20.830 23.707
Chiaia 7 892 6.262 7.161
Montecalvario - 175 1.027 1.202
Pendino 3 318 2.519 2.840
Porto 1 246 1.833 2.080
S. Ferdinando 2 460 3.023 3.485
S. Giuseppe 4 328 2.549 2.881
S. Lorenzo 1 440 3.617 4.058
≤ 5employees
6-15workers
16 to 49employees
50 to 99employees
100 to 199employees
≥ 200employees
TOTAL
2011
Services 60.468 3.687 1.293 337 172 152 66.109
Local units:absolute values
Local units:%
Serv
ices
201
1
Trade 23.943 36,2
Transport and warehouse 2.273 3,4
Accommodation and food 3.737 5,7
Information and communication 1.774 2,7
Financial and insurance activities 2.325 3,5
Real estate activities 2.722 4,1
Professional, scientific and technical activities 14.191 21,5
Rental, travel agencies, business support services 2.735 4,1
Public administration and defence, compulsory social security 323 0,5
Education 1.272 1,9
Health and social care 5.001 1,9
Arts, sport, entertainment and recreation 2.214 3,3
Other service activities 3.599 5,4
TOTAL 66.109 100
54 55
ii.3Tessuto urbano ii.3The urban fabric
II. Fact-finding, study and research project
1i.3.1Edifici
Nel complesso e denso tessuto urbano napoletano, nel 2011
vengono censiti 50.392 edifici e complessi di edifici, di questi l’80,9%
sono per uso abitativo mentre gli edifici e i complessi di edifici per uso
produttivo, commerciale, turistico/ricettivo e altri servizi sono l’11,7%.
Dai dati del Censimento 2001 la percentuale degli edifici re-
sidenziali sul totale degli edifici nel comune di Napoli risultava ben
più alta: 88,2%. Il valore percentuale degli edifici utilizzati per alberghi,
uffici, commercio e industria, comunicazione e trasporti è del 4,2% .
Valori che si discostano – seppur di poco – dal valore comunale
si registrano nell’area Unisob dove crescono gli edifici per uso abitativo
e si riducono quelli per altri usi: rispettivamente 90,1% e 2,9%. Più nel
dettaglio Montecalvario e San Lorenzo hanno la percentuale di edifici
per uso abitativo più alta (rispettivamente 94,8% e 91,7%) e quella di
edifici per altri usi più bassa (0,5% e 1,2%). Pendino, San Giuseppe e
Porto mostrano percentuali di edifici per altri usi più alte del resto dei
quartieri presi in esame: 6,5%, 5,4% e 4,2% [ tab. 23 ].
La città di Napoli, inoltre, detiene un’elevata parte di edifici per
uso abitativo antecedente il 1919. Oltre un edificio su quattro del suo
patrimonio edilizio residenziale complessivo è stato costruito prima
del 1919 (8.765 edifici, 25,6% sul totale). Va detto che «solo il 28,4% di
essi risulta in ottimo o buono stato» 1. Tra il 1946 e il 1971 si registra
una forte crescita degli immobili. Questa è legata, in una prima fase, alla
ricostruzione del dopoguerra e, successivamente, al particolare sviluppo
economico della città che trova nell’industria delle costruzioni uno dei
suoi settori più vitali. In questi anni la crescita demografica si salda con
una massiccia edificazione, che in molti casi assume i tratti della specu-
1i.3.1Buildings
Within the complex and dense urban fabric of the city of
Naples, the 2011 survey recorded 50,392 buildings and building
complexes, of which 80.9% were for residential use while the
buildings and building complexes used in the production, trade,
tourism/hospitality and other services amounted to 11.7%.
The data from the 2001 census gave a much higher total
number of residential buildings in the Municipality of Naples,
standing at 88.2%. The buildings used for hotels, offices, trade and
industry, communications and transport totalled 4.2%.
Results deviating – albeit slightly – from the municipal figures
were recorded in the Unisob area, where buildings for residential use
are on the increase and those for other uses are decreasing: 90.1% and
2.9% respectively. In greater detail: Montecalvario and San Lorenzo
have the highest percentage of buildings for residential use (94.8%
and 91.7% respectively) and the least number of buildings put to other
uses (0.5% and 1.2%). Pendino, San Giuseppe and Porto show higher
percentages of buildings put to other uses than the rest of the districts
surveyed: 6.5%, 5.4% and 4.2%.
The city of Naples also has a high portion of buildings for
residential use dating from before 1919. More than one in four of all
its residential buildings was built before 1919 (8,765 buildings, 25.6%
of the total). It must be said that “only 28.4% of them are in excellent
or good condition” 1. From 1946 to 1971 there was a sharp increase
in real estate. This was initially related to post-war reconstruction and,
subsequently, the city’s peculiar economic development which saw
the construction industry as one of its most vital sectors. In recent
1 istat, Urbes – Il benessere equo e sostenibile nelle città, 2013, p. 105.
1 istat, Urbes – Il benessere equo e sostenibile nelle città, 2013, p. 105.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
lazione edilizia. Gli edifici realizzati dal 1946 al 1971, censiti nel 2001,
rappresentano il 34,9% del totale degli immobili. La percentuale degli
edifici realizzati nel ventennio seguente (1972-1991) è del 23,1%. Infine,
il patrimonio edilizio complessivo mostra solo una esigua parte di edi-
fici realizzati dopo il 1991: 459 nuove edificazioni, pari all’1,3%.
Ancora più evidente nell’area urbana in cui è presente l’Unisob
l’esiguo numero di edifici realizzati dal 1972 in poi: 22 edifici [ tab. 23 ].
1i.3.2Abitazioni
Le abitazioni censite nel 2001 sull’intero territorio comunale
sono 362.213. Di queste 340.411 (93,2%) risultavano occupate, mentre
21.802 (6%) vuote. Nell’area dell’Unisob – area che al pari del resto del
centro storico e della città risente di una profonda e duratura questione
abitativa – la percentuale di abitazioni vuote sale di tre punti percen-
tuali (9%) rispetto al dato comunale. Va detto che i quartieri in cui ha
sede l’Unisob mostrano ancora una volta una estrema eterogeneità. San
Giuseppe, Porto, Pendino e San Ferdinando (16,5%, 11,9%, 11,2% e
10,1%) fanno registrare percentuali di abitazioni vuote ben più alte dei
dati dell’area di riferimento e del resto della città. I primi tre sono an-
che i quartieri in cui vi sono più edifici e complessi di edifici destinati
a usi non residenziali ma di tipo produttivo, commerciale, direzionale/
terziario, turistico/ricettivo e per altri servizi. I quartieri con percen-
tuali di abitazioni non occupate più basse sono San Lorenzo (7,9%) e
years, population growth has been coupled with extensive building,
which in many cases has taken on the characteristics of unregulated
construction. Buildings constructed between 1946 and 1971, recorded
in the 2001 census, make up 34.9% of the total real estate. The
percentage of buildings constructed in the following twenty years
(1972-1991) amounts to 23.1%. Lastly, buildings constructed after 1991
make up a very small proportion of the overall building work: 459
new buildings, equalling 1.3%.
The lack of building work in the Unisob urban area from
1972 onwards is particularly striking: 22 buildings.
1i.3.2Dwellings
According to the 2001 survey, there were 362,213 homes in the
city. Of these, 340,411 (93.2%) were occupied, while 21,802 (6%) were
empty. In the Unisob area – that like the rest of the historic centre and
the city in general suffers from a profound and lasting housing issue
– the percentage of vacant dwellings is three percentage points (9%)
higher than for the city as a whole. It must be said that the districts
in which Unisob is located again show a high degree of diversity. San
Giuseppe, Porto, Pendino and San Ferdinando (16.5%, 11.9%, 11.2%
and 10.1%) have much higher percentages of vacant dwellings than the
districts of interest here and the rest of the city. The first three are also
districts with more buildings and complexes of buildings for non-resi-
56 57
II. Fact-finding, study and research project
Tab. 23 Edifici e tipologia di utilizzo (2001, 2011). Elaborazione su dati ISTAT
– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001, 2011.Buildings and type of use (2001, 2011). Based on data from ISTAT – Census of Population and Housing 2001, 2011.
[ For the 2011 census: building use for production, commercial, office/service sector, tourism/hospitality services. For the 2011 census: production, commercial, office/service sector, tourism/hospitality services ]
[ Per il censimento 2011: uso produttivo, commerciale, direzionale/terziario, turistico/ricettivo, servizi. Per il censimento 2001: Edifici e complessi di edifici (utilizzati) per alberghi, uffici, commercio e industria, comunicazione e trasporti ]
Tab. 24 Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione (2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Buildings for residential use by period of construction (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Buildings and building complexes (TOTAL)
Buildings for residential use
Buildings and building complexes for other
uses
2011
ITALY 14.515.795 12.187.698 874.817
NAPLES 50.392 40.755 5.89020
01
NAPLES 38.768 34.206 1.644
UNISOB area 6.532 5.886 188
Chiaia 1.651 1.480 61
Montecalvario 1.057 1.002 5
Pendino 878 743 57
Porto 309 262 13
S. Ferdinando 735 678 19
S. Giuseppe 270 224 12
S. Lorenzo 1.632 1.497 21
Prior to 1919
From 1919 to 1945
From 1946 to 1961
From 1962 to 1971
From 1972 to 1981
From 1982 to 1991
After 1991
TOTAL
2001
NAPLES 8.765 5.141 6.827 5.103 4.282 3.629 459 34.206
UNISOB area 3.944 1.176 529 215 14 4 4 5.886
Chiaia 663 345 315 145 9 - 3 1.480
Montecalvario 744 176 64 17 1 - - 1.002
Pendino 558 144 27 11 2 - 1 743
Porto 149 96 9 6 - 2 - 262
S. Ferdinando 592 50 31 5 - - - 678
S. Giuseppe 173 20 29 2 - - - 224
S. Lorenzo 1.065 345 54 29 2 2 - 1.497
58 59
dential use. These are put to use for production, commercial, office/
services, tourism/hospitality and other services. The districts with the
lowest percentage of unoccupied dwellings are San Lorenzo (7.9%) and
Montecalvario (6%), the only district – one of the seven in the Unisob
area – to reach the municipal level.
Montecalvario (6%), unico quartiere – tra i sette dell’area Unisob – ad
attestarsi sul dato comunale [ tab. 25 ].
II. Fact-finding, study and research project
Tab. 26 Numero di abitazioni (2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Number of dwellings (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.
Tab. 25 Numero di abitazioni occupate da persone residenti (2011). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Number of dwellings occupied by residents (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.
Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista del Vesuvio dalla Terrazza della Chiesa Superiore.Suor Orsola Citadel, 17th C. View of Vesuvius from the terrace of the Upper Church.
Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista del Golfo di Napoli da una delle terrazze.Suor Orsola Citadel, 17th C. View of the Bay of Naples from one of the terraces.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Dwellings occupied by residents
2011
ITALY 24.135.177
NAPLES 347.470
Dwellings occupied by residents
Dwellings occupied by non-residents
Vacant dwellings TOTAL
2001
NAPLES 336.286 4.125 21.802 362.213
UNISOB area 58.046 1.424 5.916 65.386
Chiaia 16.366 339 1.668 18.373
Montecalvario 7.959 118 515 8.592
Pendino 5.449 127 701 6.277
Porto 1.776 103 253 2.132
S. Ferdinando 6.832 205 789 7.826
S. Giuseppe 2.155 132 451 2.738
S. Lorenzo 17.509 400 1.539 19.448
61
ii.4Per una contestualizzazione ii.4Towards contextualisation
1i.4.1Qualità della vita nel contesto socio-economico
di riferimento
Come si evince dai dati, le aree della città più prossime a Unisob
sono caratterizzate da una estrema eterogeneità di territorio e popolazione.
In particolare, Chiaia e San Ferdinando (Municipalità 1) si
estendono verso il golfo e costituiscono aree di alto benessere. Di con-
tro, San Lorenzo (Municipalità 4) e Montecalvario (Municipalità 2)
sono situate nel centro della città e sono definite aree di disagio so-
cio-economico e abitativo, insieme ai quartieri di San Giuseppe, Pen-
dino e Mercato 1.
1i.4.1Quality of life in the socio-economic
context of interest
As may be seen from the data, the areas of the city closest to
Unisob are highly diversified in terms of territory and population.
In particular, Chiaia and San Ferdinando (municipal area 1)
extend towards the Bay of Naples, and represent areas with a high
standard of living. In contrast, San Lorenzo (municipal area 4) and
Montecalvario (municipal area 2) are located in the city centre and
are considered to be disadvantaged areas in socio-economic terms, as
are the San Giuseppe, Pendino, and Mercato areas 1.
II. Fact-finding, study and research project
1Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio-sanitari, 2013.
1Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio-sanitari, 2013.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
La città storica dalla terrazza delle Scuole.A City wiew from the School Terrace.
62 63
La Municipalità 2 (Montecalvario, Mercato, San Giuseppe, Porto,
Pendino e Avvocata) e la Municipalità 4 (San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale
e Zona Industriale) sono caratterizzate da una sostanziale equivalenza tra la
popolazione con età superiore ai 65 e quella inferiore ai 15 anni. Tale dato,
combinato con un’analoga equivalenza tra i quozienti generici di natalità
e di mortalità, determina una crescita zero della popolazione di queste aree
ed è indicativo di un tessuto sociale che si rinnova molto lentamente. La
Municipalità 1 (San Ferdinando, Chiaia e Posillipo), seppur caratterizza-
ta da migliori condizioni socio-economiche, presenta un elevato tasso di
invecchiamento della popolazione, che incrociato con il dato relativo alla
più bassa percentuale di donne in età fertile, determina una percentuale di
incremento naturale della popolazione estremamente negativa; specular-
mente il tasso di mortalità risulta tra i più alti. In questa area della città in-
siste soprattutto l’esigenza di servizi sociali, assistenziali e sanitari per utenti
della terza età, la cui offerta pubblica risulta abbastanza soddisfacente 2 e
comunque integrata dal ricorso ai professionisti della care economy, in gran
parte migranti 3. L’elevata domanda di assistenza socio-sanitaria privata è
supportata e agevolata dall’entità del reddito familiare che, soprattutto a
Chiaia, risulta mediamente più alto rispetto al resto della città.
In relazione al rapporto tra il numero di abitanti e l’estensione
delle aree di residenza, si tenga conto che in alcuni quartieri della città,
tra cui San Lorenzo, Montecalvario, e Avvocata, «si toccano indici di
densità abitativa tra i più elevati al mondo, evidenziando livelli di pres-
sione demografica a elevato rischio (anche sanitario) e forti sperequa-
zioni nella distribuzione di ricchezza» 4.
Nello specifico, i quartieri di San Lorenzo e Montecalvario,
che ricadono nell’area del centro storico, sono caratterizzati da una
composizione sociale il cui disagio è determinato soprattutto dagli alti
livelli di disoccupazione di lungo periodo, di sottoccupazione, di lavoro
nero o precario. Si tratta, pertanto, di aree della città con redditi molto
bassi e irregolari. Un dato positivo è relativo all’incremento di lavoro
autonomo da parte degli immigrati, che – a seguito della loro elevata
presenza in queste aree della città – hanno sviluppato numerose attività
commerciali (soprattutto negozi di generi alimentari).
La cronica assenza di servizi sociali e assistenziali che caratteriz-
za queste aree della città investe le famiglie di eccessivi “compiti di cura”
(data la numerosità del nucleo e la presenza di figli minori, persone
anziane o disabili) 5. Complessivamente le Municipalità 2 e 4 presen-
tano il 68% dei nuclei cittadini costretti all’autogestione delle esigenze
II. Fact-finding, study and research project
Municipal area 2 (Montecalvario, Mercato, San Giuseppe,
Porto, Pendino and Avvocata) and municipal area 4 (San Lorenzo,
Vicaria, Poggioreale and the Industrial Zone) have substantially
the same number of people aged over 65 and under 15 years of
age. This, combined with a similar equivalence between the crude
birth and death rates, means there is zero population growth in
those areas, and is indicative of a social fabric that is very slow to
renew. Municipal area 1 (San Ferdinando, Chiaia and Posillipo),
while having better socio-economic conditions, has a markedly
aging population, which, coupled with the relatively low percentage
of women of childbearing age, means that there is an extremely
low natural population growth, while the mortality rate is among
the highest. This area of the city especially requires the presence
of social services and health and social care for the elderly. Public
provision, which is reasonably satisfactory 2, is supplemented by
recourse to care economy professionals, mostly migrants 3. The
strong demand for private social and health care is supported and
facilitated by family income, which, especially in Chiaia, tends to be
generally higher than in the rest of the city.
Concerning the relationship between the number of
inhabitants and the territory covered by the residential areas, it
should be noted that some districts of the city, including San Lorenzo,
Montecalvario, and Avvocata, have “among the highest levels of
population density in the world, with high risk demographic (and
health) pressure levels and great inequalities in the distribution of
wealth” 4.
Specifically, the districts of San Lorenzo and Montecalvario, in
the historical centre, are characterised by a social make up that largely
reflects high levels of long-term unemployment, underemployment,
unregistered employment, or temporary work. This is, therefore, a
part of the city with very low and highly irregular incomes. There is
a positive trend in self-employment among immigrants, who – being
numerous in these areas of the city – have set up various commercial
activities (especially grocery stores).
The chronic lack of social services and welfare that characterises
these areas of the city burden families with excessive “duties of care”
(considering the numerous family members and the presence of young
children, the elderly and/or disabled) 5. Overall, municipal areas 2 and
4 see 68% of the family units forced to take care of their own social
2 Ibidem. 3Si veda Näre L. (2012), Moral Economies of Reproductive Labour. An Ethnography of Migrant Domestic and Care Labour in Naples, Italy, Research Institute Swedish School of Social Science University, Helsinki; Spanò A., Zaccaria A.M. (2003), Il mercato delle collaborazioni domestiche a Napoli: il caso delle Ucraine e delle Polacche, in La Rosa M., Zanfrini I., Percorsi migratori tra reti etniche, istituzioni e mercato del lavoro, Franco Angeli, Milano, pp. 193-224. 4Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, luglio 2011, p. 3. 5Si veda Amaturo E. (a cura di) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Napoli.
2 Ibidem. 3See Näre L. (2012), Moral Economies of Reproductive Labour. An Ethnography of Migrant Domestic and Care Labour in Naples, Italy, Research Institute Swedish School of Social Science University, Helsinki; Spanò A., Zaccaria A.M. (2003), Il mercato delle collaborazioni domestiche a Napoli: il caso delle Ucraine e delle Polacche in La Rosa M., Zanfrini I., Percorsi migratori tra reti etniche, istituzioni e mercato del lavoro, Franco Angeli, Milan, pp. 193-224. 4Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, luglio 2011, p. 3. 5See Amaturo E. (eds) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Naples.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
64 65
sociali e assistenziali 6. Pertanto, in questi spazi napoletani si sopperisce
alla carenza di servizi pubblici con il modello culturale delle solidarietà
familiari e parentali 7. In relazione a ciò si tenga conto, per esempio,
della situazione degli asili nido: nella Municipalità 2 esistono solo 7 asili
nido, nella Municipalità 4 ne esistono solo 3; tutti hanno capacità di
accoglienza estremamente limitate se rapportate al numero dei nuclei
famigliari con figli a carico e sono distribuiti in maniera disomogenea
rispetto all’articolazione dei singoli quartieri 8.
Inoltre, negli spazi delle Municipalità 2 e 4, e con particolare ri-
lievo a Montecalvario, persiste il fenomeno del familismo forzato 9, cioè
una situazione di sovraccarico familiare determinata dal basso livello di
reddito pro-capite che costringe a forme di coabitazione forzata. Detto
in altri termini, il nucleo familiare tende a estendersi – accogliendo,
per esempio, anche i figli sposati – per esigenze economiche. A ciò si
aggiunga il fatto che queste aree presentano una fortissima emergenza
abitativa dovuta a migliaia di sfratti pendenti 10.
Caratteristica non solo architettonica ma sociale degli spazi
della Municipalità 2 e 4 è la persistenza dei cosiddetti “bassi” 11. Sono
abitazioni, oggi occupate anche da migranti, da sempre annoverate tra
i simboli della città di Napoli e sottoposte a letture contrastanti, spes-
so stereotipate. Da una parte c’è chi considera i bassi quali spazi della
struttura sociale della città da cui «scaturisce soprattutto un reciproco
comprendersi tra benestanti e poverelli, sicché il giudizio degli uni ver-
so gli altri è sempre favorevole e comprensivo» 12. Dall’altra, per la stessa
ragione di coesistenza di plebe e borghesia, sono stati definiti luoghi
di «promiscuità psicosociale di Napoli» 13. Al di là delle definizioni, i
bassi oggi sono – da un punto di vista sociologico – spazi di resistenza
popolare in aree della città sottoposte a progetti di riqualificazione
del tessuto urbano, nei quali persistono modalità relazionali osmotiche
certamente non proprie delle metropoli globalizzate, ma tipiche della
porosità di Napoli, così come Walter Benjamin la intendeva 14.
A incidere fortemente sullo stile di vita degli abitanti delle Mu-
nicipalità 2 e 4 è anche l’assenza quasi totale di luoghi pubblici di
aggregazione (come piazze e parchi) e la scarsissima presenza di verde
pubblico. Montecalvario, per esempio, ha circa 1800 m2 di verde pub-
blico ed è secondo solo a Vicaria, che ne ha 1400.
Anche l’area di Chiaia non si caratterizza per l’alta presenza di
spazi pubblici di aggregazione, tuttavia sopperisce a tale mancanza con
un’alta presenza di “aree verdi” private 15.
II. Fact-finding, study and research project
and care needs 6. Therefore, in these circumstances, Neapolitans make
up for the lack of public services by relying on a cultural model based
on family solidarity and kinship 7. A telling example is the question
of nursery schools. There are only seven in the second municipal area,
while in the fourth municipality there are only three.
None of them has anything like the space required to serve
the number of households with dependent children, and they are
distributed very unevenly in relation to the layout of the individual
districts 8.
In addition, in municipal areas 2 and 4, and especially
Montecalvario, there still exists the phenomenon of forced familism 9,
i.e. an excessive reliance on the family caused by the low per capita
income that obliges them to adopt forms of forced cohabitation. In
other words, the family unit tends to extend – also including the
married children, for example – for economic reasons. Added to this
is the fact that these areas are marked by a severe housing crisis due to
thousands of pending evictions 10.
A feature which is not only an architectural but also a social
phenomenon in municipal areas 2 and 4 is the persistence of the so-
called “bassi” 11. These homes, now also often occupied by migrants,
have long been regarded as a symbol of good and ill in the city of
Naples, and they have been the subject of conflicting, but in any
case stereotyped, interpretations. On the one hand, there are those
who consider the bassi to be part of the social structure of the city
from which “a form of mutual understanding between the rich and
poor flows, so that the opinion they have of one another is always
supportive and understanding” 12.
On the other, for the same reason, i.e., the coexistence of
the lower classes and the bourgeoisie, they are defined as points
of “Neapolitan psychosocial promiscuity in Naples” 13. Whatever
the definition, the bassi today – from a sociological point of view
– are spaces of popular resistance in areas of the city subject to
redevelopment projects relating to the urban fabric, where osmotic
relationships persist in a way which certainly does not pertain to a
globalised metropolis, but are typical of the porosity of Naples, as
Walter Benjamin understood it 14.
Another element that has a strong impact on the lifestyle of
the inhabitants of municipal areas 2 and 4 is the almost total absence
of public places of aggregation (such as squares and parks) and the
6Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 7Amaturo E. (a cura di) (2004), op. cit. 8Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 9Gambardella D., Morlicchio E. (a cura di) (2005), Familismo forzato. Scambi di risorse e coabitazione nelle famiglie povere a Napoli, Carocci, Roma. 10 Ibidem. 11Celotto C. (2012),’O vascio, breve storia dei “bassi” napoletani, Intra Moenia, Napoli. 12Luongo G., Oliva A. (1958), Napoli come è, Feltrinelli, Milano, p. 151. 13Galasso G. (1978), Intervista sulla storia di Napoli, a cura di P. Allum, Laterza, Bari-Roma, p. 42. 14Benjamin W. (2000), Napoli, L’ancora del Mediterraneo, Napoli. 15Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, Anno 2012.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
6Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 7Amaturo E. (ed) (2004), op. cit. 8Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 9Gambardella D., Morlicchio E. (a cura di) (2005), Familismo forzato. Scambi di risorse e coabitazione nelle famiglie povere a Napoli, Carocci, Rome. 10 Ibidem. 11Celotto C. (2012),‘O vascio, breve storia dei “bassi” napoletani, Intra Moenia, Naples. 12Luongo G., Oliva A. (1958), Napoli come è, Feltrinelli, Milan, p. 151. 13Galasso G. (1978), Intervista sulla storia di Napoli, ed P. Allum, Laterza, Bari-Rome, p. 42. 14Benjamin W. (2000), Napoli, L’ancora del Mediterraneo, Naples.
66 67
Il basso reddito pro-capite degli abitanti di San Lorenzo e
Montecalvario incide profondamente sulla definizione degli stili di vita,
determinandone la quantità e la qualità dei consumi. In queste aree
risultano quasi del tutto compresse le spese voluttuarie o comunque
non essenziali per la sopravvivenza; mentre il consumo di beni di prima
necessità – pur non essendo diminuito in termini quantitativi – risulta
significativamente caratterizzato dall’acquisto di prodotti presso i di-
scount o comunque limitato rispetto al consumo di alimenti più pregiati
e costosi 16. Naturalmente ciò incide fortemente sulla qualità di vita e
conseguentemente sulla salute.
La tipologia di consumi dei giovani residenti nelle aree oggetto
di studio non differisce dal dato nazionale 17, pur risultando, nel 2012, no-
tevolmente ridotta in termini quantitativi 18. I giovani del centro storico
di Napoli (e quindi anche quelli di San Lorenzo e di Montecalvario)
sono condizionati dal forte tasso di disoccupazione e dal notevole ritardo
nell’accesso al mondo del lavoro, che li costringe a una condizione di
dipendenza prolungata dal nucleo familiare; tuttavia eccellono nella pro-
duzione di nuovi e significativi contenuti nei linguaggi della creatività,
delle culture urbane e delle sottoculture giovanili locali 19.
Nelle Municipalità 2 e 4 si rilevano molte attività d’associa-
zionismo socio-culturale, i cui interventi, però, sono prevalentemente
finalizzati alla lotta al crimine e alla devianza e non a garantire alla po-
polazione un adeguato numero di servizi integrativi di tipo socio-assi-
stenziale 20. Si tenga conto, tra l’altro, che a Montecalvario si concentra
la più alta percentuale di senza fissa dimora presente nella città 21. Le
associazioni del Terzo Settore, di concerto con gli orientamenti delle
politiche sociali comunali, attivano prevalentemente politiche di for-
mazione, inserimento lavorativo e mobilità geografica; in particolare
sono stati attivati percorsi di formazione in materia turistica (attività
condotte attraverso la misura por regionale 3.8) e percorsi di autoim-
prenditorialità rivolti a donne disagiate. Inoltre, sono stati implementati
progetti per la creazione di “cantieri territoriali”, di agenzie locali di
sviluppo territoriale e cittadino (“Napoli opportunità”).
Sempre in relazione alla Municipalità 2 e 4 – e in particolare
all’area di Forcella (zona tra Pendino e San Lorenzo) e dei Quartieri
Spagnoli (che si estendono tra Montecalvario e Avvocata) – si è soliti
sostenere che trattasi di aree della città in cui «risulta particolarmente
difficile muoversi liberamente e autonomamente, a causa delle diverse
barriere e ostacoli all’autonomia, ma anche a causa del senso di insi-
II. Fact-finding, study and research project
severe shortage of public green areas. Montecalvario, for example, has
barely 1800 m2 of public green space and is second only to Vicaria,
which has 1400.
The Chiaia area also lacks public spaces for aggregation, but
compensates for this lack with its high levels of private “green areas” 15.
The low per capita income of the residents of San Lorenzo
and Montecalvario has a strong influence on their lifestyle,
determining the quantity and quality of consumption. In these areas,
expenditure on luxuries or other goods not essential for survival
is almost non-existent, while the consumption of essential goods
– while not diminished in quantity – is significantly characterised
by the purchase of products at discount stores and in any case the
consumption of good quality or expensive food is limited 16. This
naturally has a major impact on quality of life and therefore on health.
This type of consumption by young people living in the areas
relating to this study is no different from the national 17 average, despite
being much reduced in quantitative terms in 2012 18. The youth of
the historic centre of Naples (and hence those of San Lorenzo and
Montecalvario) are particularly affected by high unemployment rates
and the significant delay in access to the labour market, which forces
them into a state of prolonged dependence on the family unit; however,
they excel in the production of significant new content in terms of
creativity, culture and local urban subcultures 19.
Municipal areas 2 and 4 host many social and cultural
associations, whose activities, however, mainly aim to fight crime and
deviance and not to guarantee the population a sufficient number of
supplementary services such as social welfare 20. It should be taken
into account, among other things, that Montecalvario has the highest
percentage of homelessness in the city 21. Third Sector associations
working along the municipal social policy guidelines mainly aim
to set up training policies, employment and geographic mobility.
Specifically, they run training courses in tourism related areas (as
part of the regional por 3.8 project) and self-employment courses for
disadvantaged women. In addition, projects have been set up for the
creation of “local sites”, local area and urban development agencies
(“Napoli opportunità” i.e., “Naples opportunity”).
Also in relation to municipal areas 2 and 4 – and in particular
to Forcella (the area between Pendino and San Lorenzo) and the
Spanish Quarter (which extends from Montecalvario to Avvocata) –
16Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, Ci vuole una terra per vedere il mare, gennaio 2014. 17Savonardo L. (a cura di) (2007), Figli dell’incertezza. I giovani a Napoli e provincia, Carocci, Roma. 18Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 19Savonardo L. (a cura di) (2007), op. cit. 20Parziale F. (2011), La Città stratificata. Riflessioni a margine di un’indagine ecologica sulle 10 municipalità di Napoli, in «Accenti, Quadrimestrale telematico di Scienze Politiche e Sociali». 21Sistema di gestione – Parte B. Approfondimenti Centro storico di Napoli. Patrimonio Mondiale Unesco, gennaio 2011.
15Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, Anno 2012. 16Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, Ci vuole una terra per vedere il mare, January 2014. 17Savonardo L. (ed) (2007), Figli dell’incertezza. I giovani a Napoli e provincia, Carocci, Rome. 18Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 19Savonardo L. (ed) (2007), op. cit. 20Parziale F. (2011), La Città stratificata. Riflessioni a margine di un’indagine ecologica sulle 10 municipalità di Napoli, in «Accenti, Quadrimestrale telematico di Scienze Politiche e Sociali». 21Sistema di gestione – Parte B. Approfondimenti Centro storico di Napoli. Patrimonio Mondiale Unesco, January 2011.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
68 69
curezza diffuso tra i cittadini» 22. A partire da tali premesse, rispetto alla
sicurezza urbana, al miglioramento della qualità della vita e alla ridu-
zione del rischio socioeconomico, sono state intraprese quasi esclusiva-
mente iniziative direttamente mirate a perseguire il principio di legalità
(soprattutto lotta al racket e all’usura) ed è stato approvato «il progetto
esecutivo per l’integrazione di tutte le telecamere esistenti sul territo-
rio del Comune di Napoli nell’ambito del piano di videosorveglianza
delle principali arterie viarie ai fini della sicurezza urbana» 23.
In sintesi, le aree della Municipalità 2 e 4 sono spesso soggette
ad azioni politiche di “ripulitura della città” e costituiscono uno dei
punti nevralgici delle politiche sicuritarie.
In queste zone, «miscuglio di incuria e bellezza» 24, le trasfor-
mazioni degli ultimi decenni hanno creato un vero e proprio guado
di identità, che non consente di riconoscersi né nel sistema urbano né
nell’ibrido progetto culturale di rilancio del centro storico 25. Nel con-
tempo, il territorio esprime un potenziale vitalismo, non smarrendo del
tutto la sua identità ed esprimendo una crescente domanda di servizi di
qualità alla pubblica amministrazione 26.
Il fatto che in queste aree della città il disagio socio-economico
non possa essere letto solo in termini di devianza e crimine è com-
provato dagli indicatori sanitari, che attribuiscono alla Municipalità 4
una delle percentuali cittadine più elevate per morti da tumore e alla
Municipalità 2 una percentuale di morti per malattie cardiovascolari
significativamente alta 27.
Particolarmente allarmanti sono anche i dati relativi alle malat-
tie infettive (in particolare la tubercolosi) nelle aree del centro storico,
la cui diffusione è impropriamente imputata all’alto indice di depriva-
zione e alla presenza di determinati gruppi a rischio, tra cui gli immi-
grati extracomunitari, gli ex detenuti e i senza fissa dimora 28.
Pertanto, il progressivo peggioramento della qualità della vita
che negli ultimi anni ha caratterizzato la città di Napoli non riguarda
solo le aree periferiche, ma investe in modo significativo i quartieri
del centro storico, in particolare San Lorenzo, Montecalvario, Mercato,
Pendino e Avvocata; zone in cui anche l’aspettativa di vita alla nascita e
la speranza di vita a 65 anni sono tra le più basse d’Italia 29.
Tali dati non possono prescindere dal fatto che l’area metro-
politana di Napoli presenta un elevato inquinamento da polveri fini
(quattro volte superiore al valore limite giornaliero previsto dalla nor-
mativa vigente 30), uno scarso monitoraggio della qualità dell’aria e una
II. Fact-finding, study and research project
it is customary to argue that these are areas of the city where “it is
particularly difficult to act freely and independently because of the
different barriers and obstacles to independence, but also because of
the widespread sense of insecurity among the citizens” 22. Starting
from this view, with regard to urban safety, improvement of quality
of life and the reduction of socio-economic risk, the vast majority of
initiatives have aimed directly at developing the rule of law (especially
the fight against racketeering and usury) and a plan has been
approved for “an executive project for the integration of all existing
cctv cameras in the Municipality of Naples in a surveillance plan for
the main thoroughfares in order to improve urban security” 23.
In essence, municipal areas 2 and 4 are often subject to
political action aiming to “clean up the city” and are one of the focal
points of security policy.
In these areas, the “mixture of neglect and beauty” 24 and
changes over recent decades have created a real identity crisis, which
means that citizens do not see themselves within the urban system or
in the general hybrid cultural project to revitalise the historic centre 25.
At the same time, the territory has potential vitality, and has not
completely lost its identity. It expresses a growing demand for quality
services from the public administration 26.
The fact that socio-economic hardship in these areas
of the city is not only visible in terms of deviance and crime is
unfortunately corroborated by the health indicators, with municipal
area 4 having one of the city’s highest rates of cancer deaths
while municipal area 2 has a particularly high rate of deaths from
cardiovascular disease 27.
The figures for infectious diseases (including tuberculosis) in
the historic centre area are particularly worrying, and their spread is
improperly attributed to the high deprivation index and the presence
of certain risk groups, including non-EU immigrants, ex-prisoners
and the homeless 28.
Therefore, the gradual deterioration of the quality of life
that has characterised the city of Naples in recent years is not only
something that touches the peripheral areas, but seriously affects
neighbourhoods within the historic centre, especially San Lorenzo,
Montecalvario, Mercato, Pendino and Avvocata; areas where the life
expectancy at birth and survival to 65 years of age are among the
lowest in Italy 29.
22 Ivi, p. 98. 23 Ibidem. Si precisa che a Napoli gli interventi di sicurezza vengono implementati soprattutto rispetto ai seguenti reati: furti (che ammontano a 32.542 su 102.045 in Campania e 1.460.205 in Italia); estorsioni (che ammontano a 208 su 1.070 in Campania e 6.099 in Italia); associazioni per delinquere (che ammontano a 42 su 116 in Campania e 906 in Italia). I dati si riferiscono al 2011. Si veda anche Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 24Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 20. 25Parziale F. (2011), op. cit. 26 Ibidem. 27Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio sanitari, 2013. 28 Ibid. 29See Näre L. (2012), op. cit. 30Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, July 2011, p. 3.
22 Ivi, p. 98. 23 Ibidem. Security measures in Naples specifically focus on the following offenses: theft (amounting to 32,542 out of 102,045 in Campania and 1,460,205 in Italy), extortion (amounting to 208 out of 1,070 in Campania and 6,099 in Italy); criminal organisations (which amount to 42 out of 116 in Campania and 906 in Italy).The data refer to 2011. See also Comune di Napoli, Serzivio Studi Demografici e Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 24Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 20. 25Parziale F. (2011), op. cit. 26 Ibidem. 27Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio sanitari, 2013. 28 Ibid. 29See Näre L. (2012), op. cit.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
70 71
bassa diffusione della raccolta differenziata (10 kg/abitante contro una
media nazionale di 52 kg/abitante) 31. Risultano poco efficienti anche
le attività di prevenzione secondaria e gli screening sanitari 32.
Tuttavia, in relazione ai moderni progetti di città intelligente,
l’osservatorio Between 33 ha elaborato lo Smart City Index, che misura
il livello di smartness delle città italiane e nel 2013 Napoli è decima su
quindici province metropolitane e cinquantesima nel ranking nazionale
(con un punteggio di 62,4). In particolare, Napoli è seconda solo a Mi-
lano per quanto concerne la diffusione della banda larga e ha raggiunto
ottimi risultati per i servizi di smart mobility, per l’efficienza energetica,
le risorse naturali e lo smart government. Le difficoltà che registra la città
riguardano proprio la smart education e la smart health. Il dato interes-
sante dello studio Between è il fatto che se normalmente le aree urbane
in cui la qualità della vita è più alta sono anche quelle più innovative,
Napoli fa eccezione poiché, pur essendo una città a bassissima vivibilità,
possiede un livello di smartness tale da poter essere utilizzato per riscat-
tarsi da una condizione socio-economica, infrastrutturale e culturale
sfavorevole 34.
1i.4.2Quantità e qualità dei flussi turistici a Napoli
In termini di percezione, nel 2009 Venezia e Roma si classifi-
cano ai primi posti tra le città italiane più note all’estero e più visitate
dai turisti stranieri; in relazione a tali variabili Napoli si colloca a metà
classifica. In particolare, il 51,1% dei turisti stranieri conosce la città e il
37,2% l’ha visitata, il 59,1% vorrebbe ritornavi 35.
Più in generale, nel 2010 l’Europa ha registrato il più basso tasso di
crescita di arrivi turistici internazionali 36. Relativamente all’Italia, sempre
nel 2010, si registra un dato generale per gli arrivi invariato rispetto al 2009
(+0,5%), con una flessione di turisti italiani (-2,6%) e un aumento di stra-
nieri (+4,6%). Il 2011 è invece ricordato come l’anno del turismo straniero
in Italia, con aumenti di presenze del 5,3% rispetto al 2010.
Dati del 2011 attribuiscono alla Campania il 5% dei flussi tu-
ristici nazionali: Napoli ne assorbe la metà e con Salerno copre il 90%
dei flussi turistici in ingresso 37.
Anche a Napoli si registra un rilancio del turismo nel 2010
e nel 2011, e un aumento del 9% delle presenze alberghiere, dopo il
netto calo che si era registrato nel periodo 2008-2009 anche a causa
della risonanza mediatica dell’emergenza rifiuti 38. In particolare a Na-
poli, nel periodo 2006-2008, le imprese turistiche si sono praticamente
II. Fact-finding, study and research project
These data cannot ignore the fact that the metropolitan area
of Naples has levels of pollution four times higher than the legal
daily limit value 30, and poor monitoring of air quality and very
little recycling (10 kg per capita against a national average of 52 kg
per inhabitant) 31. There is also inefficient secondary prevention and
health screening 32.
However, for modern smart city projects, the Between 33
observatory has developed the Smart City Index, which measures the
level of smartness of Italian cities, and in 2013, Naples was tenth out
of fifteen provinces and fiftieth in the national ranking (with a score
of 62.4). In particular, Naples is second only to Milan for broadband
provision and has gained excellent results in smart mobility services,
energy efficiency, natural resources and smart government. The
difficulties found in the city relate to smart education and smart
health. The interesting information from the Between study is that
while the urban areas where the quality of life is normally the highest
are also the most innovative, Naples is an exception because despite
being a city with a very low living standard, it possesses a level
of smartness that can be used to redeem it from socio-economic,
infrastructural and cultural disadvantage 34.
1i.4.2Quantity and quality of tourism in Naples
In terms of city awareness, in 2009 Venice and Rome were the
best-known Italian cities abroad, and the most popular with foreign
tourists. Naples was classified mid way. In detail, 51.1% of tourists knew
the city and 37.2% had visited it, with 59.1% wishing to return 35.
In more general terms, figures for 2010 show Europe having
the smallest increase in international tourism 36. In Italy, again in 2010,
the influx remained the same as in 2009 (+0,5%), with a fall in Italian
tourists (-2,6%) and an increase in foreign visitors (+4,6%). The year
2011 is considered the year of foreign tourism in Italy, showing a rise
of 5.3% on 2010.
Data from 2011 show that the Campania region received
5% of Italian tourists, half of which came to Naples while Salerno
received 90% of incoming tourists 37.
Naples too witnessed a rise in tourist influx during 2010,
reaching a 9% growth in hotel occupancy in 2011, after the plunge of
2008-2009 due to media coverage of the refuse crisis 38. In the period
from 2006 to 2008, tourism-related business practically halved, falling
31See Amaturo E. (eds) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Naples. 32Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 33Amaturo E. (eds) (2004), op. cit. 34Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 35Marra E., Guala C., Ercole E. (2010), L’immagine dell’Italia da parte dei turisti stranieri: francesi, tedeschi e britannici, Carocci, Roma. 36Confindustria aica, Unisob, (2011), I bilanci delle compagnie alberghiere: indici e confronti, Napoli. 37Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 38Si veda Public Utilities, Servizi pubblici locali in Italia e riflessioni sul ciclo dei rifiuti, op. cit.; Petrillo Ant. (2008), Topografie sociali. Territorio, popolazione e rifiuti: il caso della Campania, Elio Sellino Editore, Avellino; Id. (a cura di) (2009), Biopolitica di un rifiuto. Le rivolte antidiscarica a Napoli e in Campania, Ombre Corte, Verona 2009.
30Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, July 2011, p. 3. 31See Amaturo E. (eds) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Naples. 32Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 33Amaturo E. (eds) (2004), op. cit. 34Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 35Marra E., Guala C., Ercole E. (2010), L’immagine dell’Italia da parte dei turisti stranieri: francesi, tedeschi e britannici, Carocci, Rome. 36Confindustria aica, Unisob, (2011), I bilanci delle compagnie alberghiere: indici e confronti, Naples. 37Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 38See Public Utilities, Servizi pubblici locali in Italia e riflessioni sul ciclo dei rifiuti, op. cit.; Petrillo Ant. (2008), Topografie sociali. Territorio, popolazione e rifiuti: il caso della Campania, Elio Sellino Editore, Avellino; Id. (ed) (2009), Biopolitica di un rifiuto. Le rivolte antidiscarica a Napoli e in Campania, Ombre Corte, Verona 2009.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
72 73
dimezzate, passando da 866 nel 2006 a 434 nel 2008. Si noti anche che
nel 2008 il numero di imprese cessate è quasi pari al doppio di quelle
nate 39. Inoltre, nel 2009 Napoli ha registrato il più basso tasso di turisti-
cità (rapporto tra il numero di abitanti e il numero di turisti), pari a 1,86
turisti per abitante, rispetto ai 30,39 turisti per abitante registrato da Ve-
nezia nello stesso anno 40. Ancora nel 2011 il 78,8% degli imprenditori
napoletani concordava sul fatto che la “questione rifiuti” danneggiasse
l’immagine turistica della città e il 32,2% degli stessi imprenditori so-
steneva che tale questione avesse avuto conseguenze sulla vendita di
prodotti con marchio d’origine 41.
Complessivamente, tra il 1998 e il 2012 la provincia di Napoli
registra un aumento di presenze pari al 6,1%. Pur essendo un risultato
positivo, è inferiore alla media nazionale e presenta un notevole scarto
rispetto alle altre province italiane che precedono Napoli nella gradua-
toria (in ordine crescente: Firenze, Milano, Roma, Venezia) e che hanno
registrato un aumento di presenze superiore al 40% 42. Inoltre, nel 2012
la provincia di Napoli risulta sesta a livello nazionale per incidenza di
turisti stranieri (46,6%) 43.
Nonostante il buon andamento dei flussi turistici, si deve rile-
vare che a Napoli non si è registrato un aumento dei ricavi nei settori
economici di riferimento, a causa della riduzione dei prezzi al consumo
dovuta alla crisi economica. In particolare, nel settore alberghiero la fles-
sione del “reddito medio per camera occupata” ha caratterizzato tutto il
2011, con «punte particolarmente preoccupanti soprattutto nei mesi di
luglio (-23,6% rispetto a luglio 2010) e agosto (-40,6% rispetto ad agosto
2010)» 44.
L’offerta ricettiva della città di Napoli è molto alta e in crescita.
In particolare, nel 2012 la città partenopea ha un numero di posti letto
per chilometro quadrato più alto di Milano, Roma e Firenze. Seguendo
il trend nazionale, Napoli ha registrato – dal 1998 al 2012 – un aumento
di posti letto pari a +32% 45.
Negli ultimi dieci anni l’offerta ricettiva si è molto diversificata;
«un tempo i campeggi e i villaggi coprivano l’88% della disponibilità di
posti letto extra-alberghieri» 46, poi, nel 2012, è notevolmente aumen-
tata la disponibilità di posti nelle case per ferie, negli agriturismi e so-
prattutto nei bed&breakfast, presenti prevalentemente nel centro storico.
Per quanto concerne la tipologia di flussi turistici, a Napoli la
maggior parte dei turisti arriva in quanto transita verso altre città, in
particolare verso Roma, o è diretta verso limitrofi: soprattutto Pompei,
II. Fact-finding, study and research project
39 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, Il turismo e le attività collegate, gennaio 2011. 40 Ibidem. 41Osservatorio Economico della Campania (2011), L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 42Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 43 Ibidem. 44Confindustria aica, Unisob, op. cit., p. 58. 45Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 46 Ivi, p. 170.
39 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, Il turismo e le attività collegate, January 2011. 40 Ibidem. 41Osservatorio Economico della Campania (2011), L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 42Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 43 Ibidem. 44Confindustria aica, Unisob, op. cit., p. 58. 45Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 46 Ivi, p. 170. 47Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 48 Ibidem.
from 866 in 2006 to 434 in 2008. In 2008, the number of businesses
closing down was almost double those starting up 39. In 2009, Napoli
had the lowest tourist rate (resident-tourist ratio), amounting to 1.86
tourists per inhabitant, compared with 30.39 tourists in Venice in the
same year 40. In 2011, 78.8% of Neapolitan entrepreneurs agreed that
the “refuse crisis” had damaged the image of the city, and 32.2% of the
same entrepreneurs stated that it also affected sales of local produce 41.
Overall, between 1998 and 2012, the Province of Naples saw
an increase of 6.1%. Although this is a positive result, it is below the
national average, and there is a huge gap compared with other Italian
provinces above Naples on the list (in increasing order: Florence,
Milan, Rome, Venice), which have recorded increases of over 40% 42.
Furthermore, in 2012, the Province of Naples was the sixth biggest
attractor of foreign tourists (46.6%) 43 .
Despite the increasing influx of tourists, Naples did not
demonstrate an increase in income from tourism-related activities
and this was because of a drop in prices due to the economic crisis.
In 2011 the drop in “average income per occupied room” in the hotel
sector was particularly worrying, “especially in the months of July
(-23,6% on July 2010) and August (-40,6% on 2010)” 44.
The hospitality supply in the city of Naples is very high
and is growing. In 2012, Naples had more beds available per square
kilometre than Milan, Rome or Florence. In line with the national
trend, from 1998 to 2012, Naples saw a 32% increase in beds
available 45.
Over the last ten years, the hospitality market has diversified
remarkably, “at one time, campsites and holiday villages made up
88% of the accommodation not provided by hotels” 46 then, in 2012,
the number of beds available in holiday homes, farm holidays and
especially in bed and breakfasts, mainly in the historic city centre,
increased sharply.
As for the types of tourists coming to Naples, the majority
are in transit towards other cities, such as Rome, or are heading
for outlying areas such as Pompeii, Sorrento, Capri, Ischia, and
the Amalfi Coast 47. Thus, people tend to stay only a short time in
Naples (averaging two days), and bring little advantage to the local
economy 48.
A result of this is that the port of Naples has a constant
increase in passenger traffic flow. The number of tourists arriving on
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
74 75
Sorrento, Capri, Ischia, costiera amalfitana 47. Di conseguenza, la per-
manenza a Napoli è molto limitata nel tempo (2 giorni di permanenza
media) e apporta scarsi vantaggi all’economia cittadina 48.
Di converso, il porto di Napoli registra un costante incremento
del traffico di passeggeri. Rilevante è la quota di crocieristi pari, nel
2008, a 2,3 milioni, cioè circa il 26% di tutti i passeggeri imbarcati e
sbarcati dal porto di Napoli 49. Anche il flusso turistico legato alla di-
portistica è particolarmente significativo: nel 2011 la domanda di posti
barca a Napoli supera le 5.000 unità e attualmente sono disponibili
2.500 posti, in gran parte occupati da non residenti 50.
Nella città di Napoli prevale un turismo di tipo culturale ed
enogastronomico 51. Questo spiega il fatto che il 7% delle imprese
under 35 nate nel 2011 riguardi il settore della ristorazione 52 e che
dal 1951 al 2011 la quota di valore aggiunto del terziario sia passata da
53% a 84% 53.
In termini di attrattività, Napoli risente molto dello scarso in-
vestimento comunale in “cultura e turismo”. In particolare, nel 2011 «si
colloca all’ultimo posto fra le città metropolitane con appena 16,3 euro
di investimento per abitante, circa un nono di quanto alloca il comu-
ne di Firenze, primo in classifica con 142 euro per abitante» 54. Anche
nel 2012, seguita solo da Palermo e Reggio Calabria, Napoli (con 44
spettacoli ogni 1.000 abitanti) si colloca nella parte bassa della classifica
degli investimenti culturali nelle città italiane. Dato altrettanto significa-
tivo è il fatto che nel 2012 gli spettacoli più diffusi in città siano quelli
cinematografici, seguiti dalle manifestazioni sportive (che continuano a
costituire la voce più redditizia). Tra queste vi sono anche le due edizioni
della Coppa America (2012 e 2013), rispetto alle quali sono state pro-
dotte letture contrastanti in relazione ai flussi turistici e ai conseguenti
guadagni economici che tali eventi hanno prodotto 55. Vero è che, data la
scarsa articolazione dell’offerta culturale cittadina, «si corre il rischio che
il disegno di riqualificazione alla base del grande evento, non essendo
autentico, non possedendo cioè una sua propria valenza culturale, non
riscuota il consenso né dei residenti, né dei turisti» 56.
Ritornando agli spettacoli offerti dalla città, al terzo posto vi
sono le attività teatrali, che comunque registrano un notevole calo ne-
gli ingressi 57.
Per quanto riguarda i musei, il 2012 si è chiuso con un calo del
-2,8%, mentre il 2013 ha registrato un +3,5% 58. Il Museo Archeologico
Nazionale, nel 2012, si colloca al quindicesimo posto tra i trenta musei
II. Fact-finding, study and research project
47Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 48 Ibidem. 49 Ibidem. 50 Ibidem. 51 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, op. cit. 52Camera di commercio di Napoli, Bollettino Statistico della Camera di commercio di Napoli, op. cit. 53Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, La stratificazione sociale nel contesto territoriale della città di Napoli, i quaderni del censimento 3, 2011. 54Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 173. 55Si veda Clemente M., Giovene di Girasole E. e Oppido S. (2012), Grandi e piccoli eventi nelle città di mare per mutamenti urbani sostenibili. I casi di Lorient e Valencia, in «Territorio della ricerca su insediamenti e ambiente», Università degli Studi di Napoli Federico II, n. 9. 56Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 46. 57 Ibidem. 58 Ibidem.
49 Ibidem. 50 Ibidem. 51 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, op. cit. 52Camera di commercio di Napoli, Bollettino Statistico della Camera di commercio di Napoli, op. cit. 53Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, La stratificazione sociale nel contesto territoriale della città di Napoli, i quaderni del censimento 3, 2011. 54Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 173. 55See Clemente M., Giovene di Girasole E. e Oppido S. (2012), Grandi e piccoli eventi nelle città di mare per mutamenti urbani sostenibili. I casi di Lorient e Valencia, in «Territorio della ricerca su insediamenti e ambiente», Università degli Studi di Napoli Federico II, n. 9. 56Primo Rapporto «Giorgio Rota» in Napoli, op. cit., p. 46. 57 Ibidem. 58 Ibidem. 59 Ibidem.
cruise ships is significant. In 2008, they numbered 2.3 million, with
around 28% of the passengers coming and going from the port of
Naples 49. The number of tourists connected to sporting activities
is also particularly significant: in 2011, the demand for berths in
port was over 5 thousand, and currently 2,500 are available, mainly
occupied by non-residents 50.
Tourism associated with food and wine is very important in
Naples 51. This explains the fact that 7% of under-35 firms set up in
2011 are involved in the restaurant sector 52 and that from 1951 to 2011,
the added value share from the third sector rose from 53% to 84% 53.
In terms of attractions, Naples suffers due to the lack of
investment in culture and tourism by the city authorities. In
particular, in 2011, Naples was “at the bottom of the metropolitan
cities, investing 16.3 million euros per inhabitant, around a ninth
of that allocated by Florence, which is at the top, investing 142
euros per inhabitant” 54. Also in 2012, next only to Palermo and
Reggio Calabria, Naples (with 44 performances for every thousand
inhabitants) was at the bottom of the list for cultural investment in
Italian cities. Another equally significant statistic shows that in 2012,
the most common cultural activity was the cinema, followed by sports
events (which continue to provide the highest revenue). In terms of
how they are perceived abroad, in 2009 Venice and Rome were the
most famous Italian cities and also the most visited by foreign tourists;
in relation to these variables Naples is situated mid-way 55. In the
light of the lack of cultural activities throughout the city, “there is
the risk that any redevelopment project behind a big event, not being
authentic (insofar as it does not have a cultural value of its own) is
not appreciated by residents or tourists” 56.
Returning to the issue of entertainment available in the city,
third place goes to the theatre, which nevertheless shows a significant
decrease in attendance 57.
As for museums, 2012 ended with a drop of 2.8%, against an
increase of 3.5% in 2013 58. In 2012, the National Archaeological Museum
ranked fifteenth among the thirty museums and archaeological sites.
Paradoxically, for the province of Naples, the value added by the cultural
sector at the close of 2011 was half that produced in Milan and makes up
just 4.2% of the entire economy of the province 59.
Closely connected to the tourist influx is the trade fair sector,
which ranks Naples in fifth place among the more efficient cities in
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
76 77
II. Fact-finding, study and research project
e siti archeologici statali. Paradossalmente, nella provincia di Napoli il
valore aggiunto prodotto dal settore cultura a fine 2011 è la metà di
quello prodotto nel milanese e pesa solo il 4,2% sull’intera economia
provinciale 59.
Fortemente connessa al calcolo dei flussi turistici è l’attività fie-
ristica, che vede Napoli al quinto posto tra le città italiane più efficienti,
mentre molto scarso è il settore congressuale. Si tenga conto, però, che
tra le città italiane solo Roma è presente nella classifica europea delle
città efficienti in questo settore e si colloca al quindicesimo posto.
In relazione alle aree di interesse più prossime a Unisob, i flussi
turistici transitano nel quartiere San Lorenzo in visita soprattutto al
Museo Archeologico Nazionale (che nel 2012 ha registrato 303.549
presenze) 60. Nello stesso quartiere ha grande rilevanza turistica via San
Gregorio Armeno, la via dei pastori, caratteristica per le molteplici bot-
teghe in cui vengono realizzati i pastori napoletani. In questo spazio
della città il transito dei turisti coesiste con la presenza (e il conseguen-
te flusso di gente) di due tra le più importanti strutture sanitarie site nel
cuore della città: il Policlinico e l’Ospedale degli Incurabili.
Nel cuore della città particolarmente elevate risultano le visite
alla Cappella Sansevero (che nel 2012 ne registra 152.596 61) e di gran-
de attrazione turistica sono anche la basilica di San Lorenzo Maggiore,
Castel Capuano, la chiesa di San Giovanni a Carbonara, la chiesa di
Santa Caterina a Formiello e il duomo di Santa Maria Assunta. Discre-
to anche il numero di visitatori al Museo di San Martino (con 95.576
presenze nel 2012) 62 e in misura minore al Museo Nazionale della
Ceramica Duca di Martina (12.440 presenze nel 2012) 63.
Nella municipalità 2 si trova, invece, il Borgo degli Orefici, uno
storico rione di Napoli che ricade nel quartiere Pendino e che è meta di
numerosi turisti dello shopping. Tuttavia, va precisato che il processo di
globalizzazione non ha risparmiato neanche il centro storico di Napoli, nel
quale negli ultimi anni si registra la progressiva chiusura di numerose realtà
commerciali (botteghe, librerie, antichi negozi, attività tradizionali ecc.).
Di grande attrazione turistica sono Castel Sant’Elmo (con
104.324 presenze nel 2012 64) e Castel dell’Ovo (a ingresso gratuito), che
risultano tra le mete preferite dai crocieristi, insieme a Palazzo Reale nel
quartiere San Ferdinando (che nel 2012 ha registrato 120.136 presenze) 65.
A Chiaia, per quanto in misura minore rispetto alle altre risorse
artistiche e culturali presenti in città, i turisti visitano la Tomba di Vir-
gilio (con ingresso gratuito e 13.520 presenze nel 2012 66) e il Museo
59 Ibidem. 60Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 61 Ibidem. 62 Ibidem. 63 Ibidem. 64 Ibidem. 65 Ibidem. 66 Ibidem.
60Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 61 Ibidem. 62 Ibidem. 63 Ibidem. 64 Ibidem. 65 Ibidem. 66 Ibidem. 67 Ibidem.
Italy in this area, while very little is done in the field of conferences
and congresses. It should however be borne in mind that Rome is the
only Italian city classified as efficient on the European scale in this
area, and it ranks fifteenth.
In relation to the areas of interest in the vicinity of Unisob,
the flow of tourists is through the San Lorenzo district in order to
visit, in particular, the National Archaeological Museum (which
registered 303,549 admissions in 2012) 60. Also of great importance
for tourists in this part of the city is Via San Gregorio Armeno, with
its many workshops where the figures for Neapolitan nativity scenes
are made. This is where the city’s transit of tourists coexists with the
presence (and the consequent flow of people) to and from two of the
most important health care sites in the heart of the city, the Teaching
Hospital (Policlinico) and the Ospedale degli Incurabili.
Other popular sites in the heart of the city are the Cappella
Sansevero (with 152,596 visitors in 2012) 61 and the major tourist
attractions of the Basilica of San Lorenzo Maggiore, Castel Capuano,
the church of San Giovanni a Carbonara, the church of Santa Caterina
in Formiello, and the Cathedral of Santa Maria Assunta. A fair number
of visitors also went to the Museum of San Martino (with 95,576
admissions in 2012) 62 and to a lesser extent the “Duca di Martina”
National Museum of Ceramics (12,440 admissions in 2012) 63.
In municipal area 2, however, the Goldsmiths’ Quarter in the
historic Pendino district is a popular shopping area for tourists. It
should be noted, however, that the process of globalisation has not
spared even the historic centre of Naples, where a lot of businesses
have been closing down over the last few years (smaller shops,
bookstores, antique shops, traditional activities, etc.).
Major tourist attractions include Castel Sant’Elmo (with
104,324 admissions in 2012) 64 and the Castel dell’Ovo (free admission),
which are among the favourite destinations of cruise passengers,
together with the Royal Palace in the San Fernando district (with
120,136 admissions in 2012) 65.
In the Chiaia area, although to a lesser extent than the other
artistic and cultural resources in the city, tourists visit Virgil’s Tomb
(free admission and 13,520 visitors in 2012) 66 and the Diego Aragona
Pignatelli Cortes Museum (11,131 admissions in 2012) 67. Also in
Chiaia, shopping-oriented tourists tend to stop off at the various
historic bespoke tailors’ in the area.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
79
Of the city’s museums, the Capodimonte Museum has
registered a steady decline in the number of visitors, dropping from
132,393 in 2008 to 97,713 in 2012 68. There are still, however, a very high
number of visitors to the Capodimonte Park, (with free admission and
much frequented by local people) numbering 916,328 visitors in 2012 69.
The two museums of Contemporary Art: madre (Museo
d’Arte Contemporanea Donna Regina) and pan (Palazzo delle Arti
Napoli) suffer from a paucity of admissions.
Diego Aragona Pignatelli Cortes (11.131 presenze nel 2012 67). Inoltre,
sempre a Chiaia i turisti dello shopping fanno tappa presso gli storici
negozi di sartoria di alta qualità.
Tra i musei della città, il Museo di Capodimonte registra un
costante calo di visitatori, che dai 132.393 del 2008 sono scesi a 97.713
nel 2012 68. Resta, invece, molto elevato il numero di visitatori del Par-
co di Capodimonte (a ingresso gratuito e molto frequentato anche dai
napoletani) che nel 2012 ha registrato 916.328 presenze 69.
In termini di presenze a Napoli soffrono i due musei d’arte
contemporanea: madre (Museo d’Arte Contemporanea Donna Regi-
na) e il pan (Palazzo delle Arti di Napoli).
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
68 Ibidem. 69 Ibidem.
67 Ibidem. 68 Ibidem. 69 Ibidem.
Il Giardino del Claustro.The Cloister Garden.
80 81
ii.5La storia ii.5History
1i.5.1Suor Orsola and the ‘Libero Eremo Benincasa’
Orsola Benincasa, born in Naples between 1547 and 1550 1,
was the youngest daughter of Girolamo, a middle-class provincial
(from Cetara, a small village on the Amalfi Coast), who moved to the
city with his wife and six children to work on the extension of the
city walls as part of a project by the Viceroy, Pedro de Toledo. Like
many women of her time and social status, she did not receive any
real cultural or spiritual education, but her religious vocation soon
became all too evident, leading her to become a so-called bizzoca,
or ‘house-nun’, living according to monastic rules and vows while
remaining within the family.
Soon, her devotion transformed into prophetic and visionary
ecstasy, a fairly common phenomenon in female devotional spheres in
the first half of the sixteenth century, and the fame of her prophecies
quickly spread throughout the area, so much so that the Archbishop of
Naples authorised the entire family to retire to a small country house
on the slopes of Sant’Elmo’s hill where they became the centre of a
small, secular and informal religious community. The popularity of
the mystic continued to grow more and more, so that even the rich
Spanish Abbot Gregorio Navarro moved to live near the community,
authorising, on the suggestion of Orsola, the construction of the
Church of the Immacolate Conception, today the heart of the Citadel.
In 1582, Orsola claimed to have prophetic messages to make known to
the Pope (by way of her family connection with the most important
Italian mystic, Caterina Benincasa, later to become St. Catherine of
Siena). She was thus taken to Rome, where, during her audience
with Pope Gregory XIII, she fell into a trance three times. But the
II. Fact-finding, study and research project
1i.5.1Suor Orsola e il ‘Libero Eremo Benincasa’
Orsola Benincasa nacque a Napoli tra il 1547 e il 1550 1, ultima
figlia di Girolamo, appartenente al ceto medio provinciale (proveniva da
Cetara, piccolo borgo marinaro della Costiera Amalfitana), trasferitosi
in città con la moglie e sei figli per prender parte all’ampliamento delle
mura cittadine voluto dal Vicerè Pedro de Toledo. Come molte donne
della sua condizione, non ricevette una vera e propria formazione cul-
turale né spirituale, ma fu subito evidente la sua vocazione religiosa, che
la portò a divenire ‘bizzoca’, o ‘monaca di casa’, cioè a decidere di vivere
secondo voti e regole monastiche pur restando in famiglia.
Ben presto, la devozione si trasformò in estasi profetica e visio-
naria, evento non raro nel mondo devozionale femminile della prima
metà del Cinquecento, e la fama delle sue profezie si diffuse rapida-
mente sul territorio, al punto che l’Arcivescovo di Napoli autorizzò
l’intera famiglia a ritirarsi in una piccola casa di campagna sulle pendici
del monte Sant’Elmo e a divenire il centro di una piccola comunità
religiosa laica e informale. La popolarità della mistica crebbe sempre
di più, tanto che il ricco abate spagnolo Gregorio Navarro si trasferì a
vivere nei pressi della comunità, iniziando, su indicazione di Orsola, la
costruzione della Chiesa dell’Immacolata, oggi cuore della Cittadella.
Era il 1582 quando la santa donna affermò di avere messaggi profetici
da comunicare al Pontefice (tra l’altro la sua famiglia vantava legami
di parentela con la più grande mistica italiana, Caterina Benincasa, di-
venuta Santa Caterina da Siena). Fu condotta quindi a Roma, dove
durante l’udienza accordatale da papa Gregorio XIII cadde in estasi
per tre volte. Ma il clima religioso della Chiesa della Controriforma
post-tridentina non consentiva più la crescita di figure carismatiche
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
1See f.m. maggio, Compendioso ragguaglio della vita di Orsola, Naples, 1669.
1Vedi f.m. maggio, Compendioso ragguaglio della vita di Orsola, Napoli, 1669.
religious environment of the Church in post-Tridentine Counter-
Reformation times no longer allowed charismatic secular figures to
set themselves up, especially if independent of its direct control. So
Orsola was held in Rome for seven months, during which time she
was subject to observation and assessment of her religious inspiration by
an inquisitor, Filippo Neri (later Saint Philip Neri). Although he never
made an unequivocal pronouncement on the authenticity of Orsola’s
experiences, he eventually released her with expressions of admiration
and effective approval. Nevertheless, her physical and spiritual trials
irreparably undermined Orsola’s health.
Back in Naples, she was allowed to return to her daily life
only on condition that she be subject to constant monitoring by the
Oratorians and, later, the Theatines. The Libero Eremo Benincasa
became a semi-religious institutional Congregation, which was
later transformed into a cloistered monastery, far removed from the
original idea of the Neapolitan mystic, but it suited, and was aligned
with, the policy of the sixteenth-century Church Triumphant.
The main feature arising from the documentary sources on
the life of the Community after the return of Orsola to Naples is
the extraordinary link between the presence of the mystic and the
population growth in this area of the city, which, squeezed in between
the ancient Angevin walls and the Charterhouse on Sant’Elmo’s
Hill, became fully urbanised with significant contributions to the
construction of the Monastic Citadel by nobles and commoners alike.
When the Oratorians, who owned the Citadel area thanks to a legacy
from Abbot Navarro, decided to sell the property, Suor Orsola obtained
the money to buy it from Lucrezia Pignatelli, Duchessa di Sant’Agata,
favouring an increase in the local population and building work that
would continue also after her death on October 20, 1618. The signs
of ongoing dialogue and an almost addictive relationship between the
nun and her city emerge from some significant facts documented in
archive sources and hagiographic literature. It was handed down, for
example, that in the latter years of her life she was subjected to periodic
exposure to popular veneration, despite serious illness, and her desire
to retreat into pure contemplation was becoming stronger by the
day. On 24 September 1618, shortly before her death, Orsola received
a visit from the Elect Nobles of the City Districts (the powerful
“Concilio dei Nobili Napoletani”), during which they conferred upon
her the title of Patroness of Naples, entering into a sort of contract
82 83
II. Fact-finding, study and research project
laiche e indipendenti dalla sua gestione. Per questo motivo Orsola fu
trattenuta a Roma per ben sette mesi, durante i quali fu sottoposta a
osservazione e valutazione della sua ispirazione religiosa dal grande
Inquisitore Filippo Neri (poi San Filippo Neri), che, pur non pronun-
ciandosi definitivamente sull’autenticità della sua vocazione, alla fine
la licenziò con espressioni di sostanziale ammirazione e approvazione:
tuttavia le prove fisiche e spirituali cui fu sottoposta minarono irrime-
diabilmente la sua salute. Tornata a Napoli, le fu concesso di tornare alla
vita di sempre solo a patto di sottoporsi al costante controllo degli Ora-
toriani prima e dei Teatini poi; inoltre il Libero Eremo dei Benincasa
venne trasformato in una Congregazione semireligiosa istituzionaliz-
zata, alla quale fu in seguito affiancato un monastero di rigida clausura,
alieno dall’ispirazione originaria dell’estatica napoletana, ma integrato
e allineato alla politica della Chiesa trionfante del ’600.
L’elemento caratterizzante, che emerge dalle fonti documen-
tarie sulla vita della comunità negli anni che seguirono il ritorno di
Orsola a Napoli, è quello di uno straordinario legame tra la presenza
della mistica e il popolamento di quest’area della città, la quale, stretta
tra il circuito delle antiche mura angioine e la Certosa di Sant’Elmo,
divenne a tutti gli effetti urbana; notevoli furono i contributi che nobili
e popolani diedero alla costruzione della Cittadella Monastica. Quando
i Padri Oratoriani, proprietari dell’area per lascito dell’Abate Navar-
ro, decisero di vendere la proprietà, Suor Orsola ottenne da Lucrezia
Pignatelli Duchessa di Sant’Agata il denaro per acquistarla, avviando
un processo di incremento demografico e urbanistico-architettonico
AnonimoOrsola detta le regole della Congregazioneprima metà del XVII sec. Olio su tela, cm 256 x 156Anon.Orsola dictates the rules of the Congregationearly 17th C. Oil on canvas, 256 x 156 cm
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
84 85
II. Fact-finding, study and research project
che durò ben oltre la sua morte, avvenuta il 20 ottobre del 1618. Se-
gni del rapporto di continuo dialogo e quasi dipendenza che venne
a instaurarsi tra la Madre e la sua città possono essere sinteticamente
rappresentati da alcuni fatti, documentati dalle fonti d’archivio e dalla
letteratura agiografica. Si tramanda, ad esempio, che nell’ultima fase
della sua vita ella fu sottoposta a una pratica di esposizione periodica
alla venerazione popolare, sebbene la malattia la consumasse e il desi-
derio di ritirarsi nella pura contemplazione fosse in lei sempre più forte.
Il 24 settembre del 1618, poco prima della sua morte, Orsola ricevet-
te la visita degli Eletti dei Seggi cittadini (l’autorevole “Consiglio dei
Nobili napoletani”), durante la quale essi le consegnarono la nomina di
Patrona della Città, stipulando una sorta di contratto, nel quale si pre-
vedeva il completamento della costruzione della Cittadella in cambio
della protezione post-mortem; infine si narra che, durante i suoi funerali,
la salma, esposta nella Chiesa dell’Immacolata, fu letteralmente presa
d’assalto dalla popolazione per giorni e giorni, perché nessuno voleva
privarsi dell’onore di toccare fisicamente il corpo santo.
La statua dell’Immacolata, conservata nella Chiesa del convento,
negli anni successivi alla morte di Suor Orsola fu richiesta alle mona-
che a furor di popolo, per essere portata in processione fino al centro
della città in occasione di eventi catastrofici, come terremoti, eruzioni
del Vesuvio o epidemie.
Tuttavia il processo di canonizzazione, avviato poco dopo la
dipartita di Suor Orsola e incardinato sui nuovi binari predisposti da
papa Urbano VIII, si arenò ben presto: formalmente è ancora in corso
ed è fermo al 1786, quando furono proclamate le Virtù eroiche e Suor
Orsola fu dichiarata Venerabile. Probabilmente l’eccessiva popolarità
della mistica e il suo carattere sostanzialmente laico sconsigliarono di
proseguire nell’enfasi della sua esperienza terrena.
Anche la fabbrica del Complesso monastico ne risentì: dopo il
subentro dei Teatini nel controllo dei lavori nel 1633 le donazioni de-
crebbero sensibilmente, fino a quando, all’infuriare della Peste del 1656,
la collettività si convinse (anche per le rivelazioni della nipote di Suor
Orsola, Caterina Palmieri, anch’essa dotata di propensioni mistiche)
che il flagello derivasse proprio dall’inadempimento delle promesse
fatte alla Madre dagli Eletti nel 1618, tanto che per anni si assistette ad
una folla dolorante e pentita recarsi a portare denaro, pietre e ogni tipo
di offerte per accelerare il compimento dell’opera e ottenere la fine
dell’epidemia!
to complete the construction of the Citadel in exchange for future
patronage and defence of the city after her death. Finally, it is said that
during her funeral, the body, on view in the Church of the Immaculate
Conception, was literally beset by the people for days on end, because
no-one wanted to be deprived of the honour of physically touching
the remains of the holy nun.
In the years following Suor Orsola’s death, the statue of
the Immaculate Conception housed in the Convent Church was
frequently carried in procession to the centre of the city on the
occasion of catastrophic events such as earthquakes, eruptions of
Mount Vesuvius, or epidemics.
However, the process of canonisation, which began shortly
after her death and followed a new procedure crafted by Pope Urban
VIII, soon ran aground: formally it is still in progress and has been
on hold since 1786, when her Heroic Virtues were proclaimed and
Suor Orsola was declared Venerable. Probably the excessive popularity
of the Mystic and her basically secular character went against the
continued emphasis on her earthly experience.
Building works on the monastic complex also suffered. After
the maintenance of the convent buildings was taken over by the
Theatines in 1633, donations declined significantly until, during an
outbreak of plague in 1656, the community was convinced (also
by the revelations of the niece of Suor Orsola, Caterina Palmieri,
Chiesa Superiore, ambienti della casa di Suor Orsola Benincasa.Upper Church, room in Suor Orsola Benincasa's house.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
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II. Fact-finding, study and research project
Finalmente il Monastero fu terminato e nel 1669 le prime do-
dici monache e la loro priora Maddalena Orsini (proveniente dal famo-
so convento di Trinità delle Monache) fecero il loro ingresso in Clau-
sura: la Comunità informale di Oblate diveniva Comunità Religiosa di
Monache Teatine.
1i.5.2Il ‘Suor Orsola Benincasa’ dall’Unità alla nascita
del magistero
Nei successivi due secoli di attività, il Convento continuò ad ave-
re un ruolo importante nello sviluppo della comunità locale: osservanti
delle Regole lasciate da Suor Orsola, le monache divennero un punto
di riferimento per l’educazione delle fanciulle e la protezione morale e
religiosa della comunità locale, tanto che il convento fu risparmiato dalla
soppressione dei Monasteri, voluta nel 1807 da una legge durante l’oc-
cupazione francese.
La storia post-unitaria del Suor Orsola è da mettere in relazione
con i cambiamenti intercorsi tra ’800 e ’900 nell’organizzazione e ge-
stione politico-amministrativa dello Stato italiano e può essere ripartita
essenzialmente in due momenti: il primo va dall’Unità alla fine degli
anni ’80 ed è connesso con la legislazione sulle Opere pie, allora appena
sottratte alla giurisdizione della Chiesa.
Il destino della cittadella monastica di Suor Orsola mutò infatti
drasticamente circa tre secoli dopo la sua fondazione, quando con l’Unità
d’Italia il Pio Luogo Suor Orsola Benincasa fu riconosciuto dal nuovo
Stato come Opera pia “a carattere laicale”, acquisendo la denominazione
di “Ritiro di Suor Orsola Benincasa”. In tal modo riuscì a salvare le sue
proprietà sfuggendo alla legge Rattazzi, che aveva soppresso le Opere pie
e gli ordini religiosi e disposto l’incameramento statale dei loro beni.
Il 13 settembre 1862 l’amministrazione delle oblate fu sostituita
da un Governo laico, costituito da tre membri nominati dal Consiglio
generale degli Ospizi. Di lì a poco i governatori saranno nominati dal
Consiglio comunale: la legge Rattazzi, in nome dell’esigenza di decen-
tramento amministrativo, affidava la gestione dei luoghi pii alle ammini-
strazioni comunali, di concerto col Ministero degli Interni (la Prefettura),
che aveva le competenze sulla beneficenza, pubblica ed ecclesiastica, e sui
problemi relativi al culto.
Anche per rafforzare questo riconoscimento di laicità – messo in
forse da una causa giudiziaria con la Cassa Ecclesiastica (l’ente statale isti-
tuito per gestire i beni ecclesiastici passati al demanio) – venne fondata una
who was also inclined to mystical leanings), that the plague derived
precisely from the unkept promises of 1618 by the Elect Nobles, so
much so that for many years a contrite crowd was seen to bring
money, stone and all kinds of offerings to expedite the completion of
the work and bring an end to the epidemic!
At last, the monastery was finished, and in 1669 the first
twelve nuns and their prioress, Maddalena Orsini (from the famous
Neapolitan Monastery of Trinità delle Monache) made their entrance
into the Cloister. The informal Oblate Community became the
Religious Community of Theatine Nuns.
1i.5.2 ‘Suor Orsola Benincasa’ from Unification to the
birth of the Teaching College
In the following two centuries of activity, the convent
continued to play an important role in the development of the local
community: the nuns, under the Rule left by Suor Orsola, became a
point of reference for female education and the moral and religious
protection of the local community, so much so that it was spared the
effects of the Law of Suppression of the monasteries, issued in 1807
under French occupation.
The history of Suor Orsola’s in Post-unification Italy needs
to be seen in the light of the changes taking place between the
nineteenth and twentieth centuries in the organisation and political
administration of the Italian State and can essentially be divided into
two phases. The first is from Unity to the late 80’s and is connected
with the legislation on Charitable Organisations which had just been
removed from the jurisdiction of the Church.
Around three centuries after its founding, the destiny of
the monastic citadel of Suor Orsola changed drastically: with the
Unification of Italy, the Suor Orsola Benincasa Convent was recognised
by the new State as a secular Centre for Good Works going under
the name of the “Retreat of Suor Orsola Benincasa”. In this way it
Chiesa Superiore: lapide che ricorda il luogo della morte di Suor Orsola Benincasa.Upper Church. Plaque commemorating the place where Suor Orsola Benincasa died.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Dalla Rampa Storica verso la Chiesa Superiore.From the Historic Ramp to the Upper Church.
88 89
II. Fact-finding, study and research project
scuola gratuita per fanciulle bisognose di “civili natali”. Fu inaugurata il 10
luglio 1864, grazie soprattutto all’impegno di Emilio Beneventani, che res-
se il Governo laico di Suor Orsola per oltre vent’anni, sino alla sua morte
nel 1887. Aperta con 32 fanciulle, la scuola alla fine degli anni ’70 ospitava
circa 500 allieve: era formata da una classe materna, dalle cinque classi
elementari e da un corso magistrale di tre classi (dette allora “normali”).
Dal 1871 si insegnarono lingua francese e computisteria, declamazione e
canto corale, nel 1878 fu istituito un corso di telegrafia. Tra gli insegnanti
vi furono insigni e noti rappresentanti della cultura napoletana del tempo:
i letterati Emmanuele Rocco, Giacinto de’ Pamphilis e Federico Polidoro,
il pittore Domenico Russo, allievo di Domenico Morelli. Negli anni ’80
le domande di iscrizione erano “migliaia”. Dalla “Statistica dell’istruzione
elementare per l’anno scolastico 1885-86” della Camera dei Deputati risul-
ta che la scuola di Suor Orsola era l’unica in città, oltre a quella pubblica,
che avesse un corso preparatorio completo di due anni (il biennio delle
“preparatorie” fu introdotto obbligatoriamente nel 1883 come propedeuti-
co al triennio delle magistrali). Inoltre, tra le scuole normali (le magistrali)
non governative, contava il maggior numero di iscritti.
Con la morte improvvisa di Emilio Beneventani (1887) ha inizio
al Suor Orsola un periodo di sconvolgimento: si mira a sottrarre l’isti-
tuzione alla giurisdizione municipale e alle pastoie della politica locale.
A tale scopo verrà in soccorso la legge Crispi del 17 luglio 1890 sulla
riforma delle Opere pie. La nuova normativa rinnovò radicalmente le di-
sposizioni precedenti caratterizzandosi per un accentuato interventismo
statale ed espresse inoltre un rinnovato ed esplicito tentativo di sottrarre
gli Enti di beneficenza all’influenza della Chiesa cattolica (fu perciò tac-
ciata di anticlericalismo e definita “legge massonica”).
managed to save its property and escaped the effects of the Rattazzi
Law, which had suppressed charities and religious orders, and ordered
the confiscation of their property. On 13 September 1862, the
administration of the Oblates was placed under secular management,
made up of three members appointed by the General Council of the
Hospices. Shortly thereafter, the governors would be appointed by
the city council. The Rattazzi law, given the need for administrative
decentralisation, entrusted the management of charitable institutions
to the municipalities, in consultation with the Ministry of the Interior
(the Prefecture), which controlled the management of the public and
ecclesiastical Charities, and matters related to worship. Another move to
strengthen this recognition of secularism was the foundation of a free
school for poor girls of “civil birth”. It opened on July 10, 1864, largely
thanks to the efforts of Emilio Beneventani, who ran the secular Suor
Orsola’s for over twenty years until his death in 1887. When it opened
it had 32 girls, and by the late 1870’s, the school housed about 500
students ranging from the nursery class, and five elementary classes to
a course of three senior classes (then referred to as “normal”). From
1871 courses included French and bookkeeping, declamation and choral
singing, with the introduction in 1878 of a course in telegraphy (very
modern for the time). Among the teaching staff there were prominent
and well-known representatives of the Neapolitan culture of the day:
the literati Emmanuele Rocco, Giacinto de’ Pamphilis, and Federico
Polidoro, as well as the painter Domenico Russo, a pupil of Domenico
Morelli. In the 80’s, applications for registration reached “thousands”.
From the “Statistica dell’istruzione elementare per l’anno scolastico
1885-86”, published by the Chamber of Deputies, it emerges that Suor
Orsola’s was the only Private School in Naples to offer a full two-
year preparatory course (the two “preparatory” years were introduced
in 1883 as a mandatory prerequisite for the three-year teaching
qualification). Moreover, of the non-governmental ‘Scuole Normali’
(the teaching colleges), it had the largest number of pupils.
With the sudden death of Emilio Beneventani (1887) Suor
Orsola’s entered troubled times: there was an attempt to subtract
the institution from municipal jurisdiction and the shackles of local
politics. To this end, the Crispi Law of 17 July 1890 on the reform of
charities proved most useful. The new legislation radically changed
the previous rules and was characterised by weighty government
intervention and an attempt to wrench the charitable organisations
Ventaglio dipinto su seta, dalla Collezione Pagliara, sec. XVIII, dettaglio.Painted fan on silk. Pagliara collection, 18th C, detail.
Ventaglio dipinto su seta, dalla Collezione Pagliara, sec. XVIII. Painted fan on silk. Pagliara collection, 18th C.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
90 91
II. Fact-finding, study and research project
L’Opera pia Suor Orsola Benincasa utilizzerà un suo dispositivo (la
“trasformazione”) per passare dal controllo locale al controllo del Governo
centrale (l’Ente morale sarà alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione).
Il 1890 vide risorgere la leggenda tra le mura dell’Eremo, con il
quotidiano “Roma” che racconta della visita delle autorità prefettizie e
giudiziarie nei locali dell’Eremo. Si narra di “sepolte vive” e dello strap-
po di un velo: storie che porteranno Matilde Serao undici anni dopo a
scrivere il romanzo L’anima semplice di Suor Giovanna della Croce.
Adelaide del Balzo Pignatelli
Nel 1891 giunse al Suor Orsola, in qualità di ispettrice onoraria,
Adelaide del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli, che in seguito
divenne Governatrice unica. Era stata la dama di corte della regina
Margherita di Savoia e si era dedicata con passione alle opere di bene-
ficenza e allo studio della pedagogia. Era figlia di Francesco del Balzo
e di Paolina, una delle tre sorelle Capece Minutolo, donne di raffinata
cultura, letterate e musiciste di talento, componenti di quella élite fem-
minile napoletana che animava i salotti aristocratici del tempo.
Dotata di un’accurata preparazione classica (padroneggiava il gre-
co e il latino) ed educata all’amore per le arti, Adelaide non abbandonò
mai i suoi interessi, nemmeno dopo il matrimonio con il dotto umanista
Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, ultimo di una delle più illustri
famiglie partenopee, che poteva vantare patrioti e martiri nella rivolu-
zione napoletana del 1799. La sua attività sociale era iniziata in occasione
del colera del 1884, quando istituì un asilo d’infanzia per seicento orfani.
L’ideale della Principessa era quello di un’educazione “virile” delle don-
ne, che le conducesse alla piena emancipazione intellettuale.
Alle allieve venivano insegnate, seguendo un percorso innova-
tivo, discipline non solo umanistiche, ma anche scientifiche, artistiche
e tecniche, che le preparassero a un consapevole inserimento nella so-
cietà contemporanea. Nel 1896 per suo merito vide la luce la prima
scuola per infermiere professionali in Italia, la Croce azzurra; nel 1898
avviò la Scuola di educazione domestica e nel 1900 promosse la Pro-In-
fantia, istituzione filantropica e pedagogica per minori abbandonati. Il
away from the influence of the Catholic Church (as such it was
accused of anti-clericalism and nicknamed “the Masonic law”).
The Suor Orsola Benincasa Charitable Organisation would use
one of its clauses (“the transformation”) to move from local control to
the control of the central government (as a non-profit organisation, it
would come under the control of the Ministry of Education).
1890 saw the rise of legends, with the Roma newspaper talking
about the visit of the authorities to the Hermitage. It tells stories
of nuns “buried alive” and of the ‘veil rent asunder’: stories that led
the writer Matilde Serao, eleven years later, to write the novel ‘The
simple soul of Sister Joan of the Cross’ (‘L’anima semplice di Suor
Giovanna della Croce’).
Adelaide del Balzo Pignatelli
In 1891, Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli
came to Suor Orsola’s as Honorary Inspector, later becoming sole
Governor. She had been Lady in Waiting to Queen Margherita of
Savoia, and she passionately dedicated her life to works of charity
and to the study of pedagogy. She was the daughter of Francesco del
Balzo and Paolina, one of the three Capece Minutolo sisters, cultured
women, literate and talented musicians, members of that Neapolitan
female elite that brightened the aristocratic salons of the time. With
a thorough classical education behind her (she was highly proficient
in Greek and Latin) and having been brought up with a love of the
arts, Adelaide never abandoned her interests, not even after marriage
to the learned humanist Francesco Pignatelli, Prince of Strangoli, the
youngest son of one of the most distinguished Neapolitan families,
who could boast patriots and martyrs in the Neapolitan revolution
of 1799. Her first social work was during the cholera epidemic of
1884, when she founded a kindergarten for six-hundred orphans. Her
idea of education was to educate young women in a ‘manly’ way, that
would lead to full intellectual emancipation. The pupils studied not
only humanistic disciplines, but, applying an experimental approach,
also scientific, artistic and technical subjects, that would prepare the
young women for conscious inclusion in contemporary society. In
1896, thanks to the Princess, the first school for Professional Nurses
opened in Italy, the Blue Cross. In 1898 she started the School of
Domestic Education and in 1900 she promoted Pro-Infantia, an
educational and philanthropic institution for abandoned children. Her
Rampa Storica, lapidi commemorative.Historic Ramp, commemorative plaques.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
La Principessa di Strongoli con la direttrice amministrativa Antonietta Pagliara e le allieve negli anni Venti.The Princess of Strongoli with the administrative director Antonietta Pagliara and the students in the Twenties.
92 93
suo progetto educativo aveva lo scopo di fare evolvere l’educazione
femminile in modo moderno, seguendo le allieve dall’infanzia alla for-
mazione superiore. Nel 1894 le scuole elementari dell’Istituto ottene-
vano il pareggiamento con quelle statali e l’anno successivo iniziarono
i corsi del Magistero che, con il R.D. del 15 maggio 1901, fu il primo
in Italia a essere pareggiato come università. La Pignatelli lavorò in-
cessantemente all’elaborazione di un avanzato metodo educativo, con
il sostegno della pedagogista Maria Antonietta Pagliara, prima donna
in Italia ad assumere nel 1932 la carica di Rettore. Una scuola, dunque,
voluta da donne per le donne e che oggi copre l’intero iter scolastico,
dalla scuola materna all’Università.
Dal 1990 l’Istituto, oggi Libera Università, è aperto anche agli
uomini, consolidando la propria identità nella presenza simultanea di
una pluralità di esperienze didattiche e in una fervente attività di pro-
mozione culturale.
Maria Antonietta Pagliara
Accanto alla principessa Pignatelli lavorò Maria Antonietta Pa-
gliara, una pedagogista che si dedicò con passione al suo ruolo di diret-
trice arrivando a donare all’Istituto, nel 1947, la raffinata collezione del
fratello Rocco: un inestimabile patrimonio di quadri, stampe, oggetti
d’arte e documenti che testimoniano uno spaccato importante della
vita culturale italiana di fine Ottocento e che è stato riunito nell’Ar-
chivio e nella Fondazione a lui intitolata. La Pagliara, pedagogista, go-
vernatrice e amministratrice dell’Istituto, fu la prima donna in Italia a
dirigere un istituto superiore femminile e collaborò alla creazione della
prima Università femminile italiana. Nel 1892 fu nominata direttrice
delle scuole e fu direttrice dell’intero Istituto dal 1901 al 1948. Donò
all’Istituto la collezione di quadri, oggetti d’arte e mobili che oggi va
sotto il nome di Raccolta d’arte Pagliara, perché servisse da supporto
all’insegnamento di Storia dell’Arte Medioevale e Moderna.
Altre illustri figure d’intellettuali legate all’istituzione culturale
Il Progetto educativo del ‘Suor Orsola Benincasa’ si configurò fin
dall’inizio come un progetto di eccellenza e di promozione della mobili-
tà sociale: l’autonomia ottenuta dal riconoscimento pubblico dell’Istituto
consentì di avviare un sistema di incarichi annuali che portò nel corpo
docente del Magistero i migliori studiosi delle università napoletane e
dei licei cittadini, oltre agli esponenti di prestigiose istituzioni culturali.
II. Fact-finding, study and research project
educational project, aiming to transform the education of women in
a modern way, followed students from childhood through to higher
education. In 1894, the elementary schools of the Institute obtained
recognition equal to that of the State Schools, and the following year,
the teaching college courses began, and, thanks to a Royal Decree of
May 15, 1901, it was the first in Italy to be recognised as equivalent to
a University. Pignatelli worked unceasingly to develop an advanced
method of education, with the support of the educationalist Maria
Antonietta Pagliara, the first woman in Italy to be granted the position
of Rector, in 1932. Thus, it was a school thought up by women for
women, and today it offers the whole educational range from nursery
school to university.
Since 1990, the Institute, today the Libera Università, is also open
to males, consolidating its identity in the simultaneous presence of a
number of learning experiences and the promotion of a thriving culture.
Maria Antonietta Pagliara
Princess Adelaide was flanked by Maria Antonietta Pagliara,
an educationalist who devoted herself passionately to her role as
Director, and ultimately donated the fine art collection belonging
to her brother Rocco to the Institute in 1947. It consisted of a
very rich heritage of paintings, prints, objets d’art and important
documents that testify to a cross-section of Italian cultural life in the
late nineteenth century and which has been brought together in the
Archives and in the Foundation that bears his name. Maria Antonietta
Pagliara, educator, governor and administrator of the Institute, was the
first woman in Italy to direct an institution of higher education for
women, and contributed to the creation of the first Italian women’s
University. In 1892, she was appointed Director of schools and was
Director of the whole Institute from 1901 to 1948. Moreover, she
donated to the Institute a collection of paintings, objets d'art and
furniture which now goes under the name of the “Raccolta d’arte
Pagliara” in order to support the teaching of the History of Mediaeval
and Modern Art.
Other renowned intellectuals associated with the cultural institution
From its inception, the Suor Orsola Benincasa educational
project was one of excellence and promotion of social mobility:
the autonomy gained with the public recognition of the Institute
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Lezione di disegno decorativo.Lesson of decorative design.
Anni Trenta, laboratorio di plastica.Thirties, the Plastic laboratory .
94 95
Nell’organico dei docenti nel primo ventennio di attività figurano infat-
ti i nomi dell’italianista Nicola Zingarelli, dello storico dell’arte Adolfo
Venturi, dello storico Giuseppe De Blasiis, del vulcanologo e geologo
Giuseppe Mercalli, di Marussia Bakunin Ogliarolo (insegnò Chimica) e
del filosofo Giovanni Gentile (insegnò Pedagogia generale al Magistero
a partire dal 1902). Si ricordano inoltre, tra i tanti, gli interventi didattici
del filosofo Nicola Abbagnano e dello storico Ernesto Pontieri.
Alla fine della guerra entrò nel Consiglio di Amministrazione Be-
nedetto Croce, allora già membro del Consiglio direttivo dei Reali Edu-
candati di Napoli, di cui era stato Regio Commissario e Presidente.
Il filosofo fu attivo nelle scelte di indirizzo dell’Istituto fino alla
morte, nel 1952, e la sua famiglia continuò a interessarsi del progetto
educativo prima attraverso la presenza della moglie (fino al 1964) e poi
fino ai giorni nostri: infatti, l’Ente Morale, dal quale dipende l’intera
complessa struttura che è oggi il Suor Orsola, è stato presieduto dalla
figlia minore, Silvia, fino alla sua scomparsa nel 2011. Proprio al Suor
Orsola è stato istituito, l’8 marzo 1998, il Centro Adelaide Pignatelli
per gli studi storico-religiosi sulle donne, ideato dalla storica e teologa
Adriana Valerio e promosso dal professore Francesco De Sanctis, allora
Rettore, allo scopo di approfondire quegli studi storico-religiosi poco
valorizzati nel pur vasto panorama degli attuali Women’s studies. Il Cen-
tro, il primo nel suo genere in Italia, attraverso il reperimento di fonti
giuridiche, letterarie, iconografiche, e tramite l’analisi della scrittura e
dei linguaggi femminili, ha l’obiettivo di promuovere ricerche e ini-
ziative culturali finalizzate alla creazione di una più vasta conoscenza
del patrimonio femminile, privilegiando l’area meridionale e medi-
terranea, nella quale Napoli occupa un posto preminente. Pertanto si
può affermare che l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa ri-
veste un ruolo di estremo interesse e significato nel panorama europeo
dell’evoluzione e della disseminazione delle pari opportunità culturali,
promuovendo da circa 150 anni la formazione femminile e rivestendo
l’indiscusso ruolo di Istituzione-pilota nel settore.
II. Fact-finding, study and research project
enabled it to run a system of annual appointments which brought
the best scholars of the Neapolitan Universities and high schools, in
addition to representatives of prestigious cultural institutions, to the
Institute. Teaching staff in the first two decades of activity included
such names as the Italianist Nicola Zingarelli, art historian Adolfo
Venturi, historian Giuseppe De Blasiis, the geologist and volcanologist
Giuseppe Mercalli, Marussia Bakunin Ogliarolo (teaching Chemistry)
and philosopher Giovanni Gentile (teaching General pedagogy at
the Magisterium from 1902). Also of note, among others, were the
educational interventions of philosopher Nicola Abbagnano and
historian Ernesto Pontieri.
At the end of World War I, Benedetto Croce entered the
Board of Directors, being already a member of the Royal Governing
Council for Boarding Schools in Naples, of which he would become
Royal Commissioner and President.
The philosopher was active in all the main programmes of the
Institute until his death in 1952, and his family continued to take an
interest in the educational project through the involvement of his wife
until 1964 and up to recent times: in fact, the non-profit organisation,
upon which the whole complex structure that is Suor Orsola’s today
depends, was presided over by their youngest daughter, Silvia, until
her death in 2011. Moreover, in 1998, the ‘Adelaide Pignatelli’ Centre
was set up for religious-historical Women’s Studies, founded by the
historian and theologian Adriana Valerio and promoted by the then
Rector, Prof. Francesco De Sanctis, in order to pursue the historical
and religious studies so undervalued even in the vast panorama of
women's studies today. The Centre, the first of its kind in Italy, studies
legal, literary and iconographic sources, analysing the writing and
language of women, and aims to promote research and cultural
initiatives for creating more extensive knowledge of women’s heritage,
focusing on the southern and Mediterranean Area, where Naples
occupies a prominent place. We can therefore say that Suor Orsola
Benincasa University plays a role of great interest and significance in
the European landscape of the development and spread of cultural
equality, by promoting the education of women for the last 150 years,
in the undisputed role of pilot institution in this field.
Nelle pagine seguentiFollowing pagesChiesa superiore, sec. XVII-XVIII, vista del Coro dall'altare Maggiore. Upper Church, 17th-18th C. View of the choir from the high altar.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
96 97
Titoletto correnteTitoletto corrente
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ii.6Il patrimonio architettonico ii.6The architectural heritage
The structure of the monastic citadel, surrounded by ancient
walls dating back to the sixteenth century, covers an area of 33,000
square metres, and includes seven buildings. The old doorway to the
complex was through the Historical Main Entrance, that gave access
to the Ancient Ramp, dating back to the seventeenth century, leading
the faithful to the church of the Immaculate Conception, as well as
the convent of the oblates.
The Sala degli Angeli (Hall of the Angels)
Now used as a conference hall, the Sala degli Angeli was the
ancient church of the enclosed convent. Construction began in 1667
by order of Charles II of Habsburg and his viceroy Pietro Antonio
Aragona, who financed the construction works. Finished in 1668, the
chapel is in a severe style and is rectangular in shape, following the
preaching hall model.
The altar is decorated with Bardiglio marble engraved with
naturalistic motifs and recalls the traditional form of the banners of
the Processions that regularly used to set off from the church of the
Immaculate Conception.
Like the altar of the Upper church, there is a cona niche, which
houses a wooden statue of the Virgin, dating from the mid-eighteenth
century. The five large paintings decorating the walls constitute a near
homogeneous group, of the same date as the building itself. They are
the work of Andrea Malinconico, depicting St. Joseph and the Infant Jesus
and the Trinity with St. Philip Neri, St. Anne, St. Joachim, and the Virgin as
a child by Santillo Sannino together with a later Guardian Angel signed
by Salvatore Mollo, and the Immaculate Conception, by Andrea Vaccaro.
II. Fact-finding, study and research project
La struttura della cittadella monastica, circondata da antiche
mura risalenti al Cinquecento, si estende su un’area di 33.000 mq, e
comprende sette corpi di fabbrica. L’antico accesso al complesso avve-
niva tramite il portone storico che dava sull’antica rampa seicentesca
che accompagnava i fedeli alla chiesa dell’Immacolata, e conduceva
altresì all’ala del romitorio del convento delle oblate.
Sala degli Angeli
Oggi adibita a sala conferenze, la Sala degli Angeli era l’antica
chiesa del monastero di clausura. La sua costruzione inizia nel 1667 per
volere di Carlo II d’Asburgo e del suo viceré Pietro Antonio d’Aragona
che ne finanziano i lavori. La struttura, finita di costruire nel 1668, pre-
senta un’architettura severa e un impianto rettangolare sul modello delle
aule di predicazione.
L’altare maggiore è di marmo bardiglio decorato ad incisione
con motivi naturalistici e ricorda le forme degli stendardi legati alla
tradizione delle processioni che muovevano regolarmente dalla chiesa
dell’Immacolata.
Come sull’altare della chiesa superiore, anche qui si trova una
cona a nicchia nella quale è conservata una statua lignea della Vergine
databile alla metà del Settecento. Le cinque grandi tele che decorano le
pareti costituiscono un insieme pressoché omogeneo contemporaneo
all’edificazione. Si tratta dei dipinti di Andrea Malinconico raffiguranti
San Giuseppe e il bambino Gesù e La Trinità con san Filippo Neri, Sant’An-
na, san Gioacchino e la Vergine bambina di Santillo Sannino, il più tardo
Angelo Custode firmato da Salvatore Mollo, e l’Immacolata di Andrea
Vaccaro.
stato di conservazioneLa struttura è ben conservata, ma necessitano di interventi di restauro l’Altare, la Cappella affrescata, il pavimento maiolicato, il coro ligneo e gli stucchi.L’intervento è parzialmente finanziato da un progetto regionale. La statua della Vergine è in restauro presso il Laboratorio manufatti lignei interno all’Unisob. Sono da restaurare anche le lapidi esterne.
state of conservationThe property is well preserved, but the altar, chapel frescoes, tiled floor, wooden choir stalls and stuccoes are in need of restoration. The project is partially funded through a regional project. The statue of the Virgin is being restored at the Unisob laboratory for the restoration of wooden artefacts. The outside plaques are also to be restored.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Sala degli Angeli, capitello.Hall of Angels, capital.
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Il coro, affacciato sulla chiesa dalla quale era un tempo separato
da una pesante grata lignea di cui restano oggi solo la balaustra e i due
grandi crocifissi centrali, conserva un semplice arredo ligneo che poggia
su di un bellissimo pavimento maiolicato realizzato da Ignazio Chianese
nel 1764. Sul lato destro si accede a una piccola cappella, detta Peniten-
ziale, interamente affrescata alla fine del Seicento da Nicola Russo, allievo
di Luca Giordano, anch’essa arricchita da un pavimento firmato da Leo-
nardo Chianese.
Esternamente, numerose lapidi ricordano la fondazione e la co-
struzione del Romitorio.
II. Fact-finding, study and research project
The choir, which overlooks the church from which it was
once separated by a heavy wooden grate of which today only the
rail and the two large central crucifixes remain, has simple wooden
furniture, resting on a beautiful tiled floor made by Ignazio Chianese
in 1764. On the right side, there is a small chapel, known as the
Penitential, totally frescoed in the late seventeenth century by Nicola
Russo, a pupil of Luca Giordano, and enriched with a floor by
Leonardo Chianese.
Externally, numerous plaques commemorate the founding and
building of the Hermitage.
Sala degli Angeli, sec. XVII, vista dell'Altare in marmo bardiglio. Sala degli Angeli, 17th C., view of the altar in Bardiglio marble.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
102 103
Chiesa dell’Immacolata
La chiesa maggiore è situata alla fine della ripida rampa che si
inerpica verso la collina di Sant’Elmo dall’antico portone di accesso alla
cittadella monastica. La facciata, originariamente priva di decorazione
esterna, è stata completata nel secolo XVIII dal portico a tre arcate che
sorregge il coro e si affaccia su di un sagrato dal quale si gode una in-
cantevole vista del golfo e della città. La pianta è rettangolare a navata
unica priva di transetto, completata da diverse cappelle laterali. La deco-
razione attuale è quella riferibile alla ristrutturazione settecentesca affi-
data all’architetto Rocco Doyno di Venosa e presenta pareti rivestite da
marmi e stucchi e la volta a botte arricchita da un ovale affrescato nel
1734 da Michele Foschini, allievo di Francesco Solimena, che rappresenta
l’Assunzione della Vergine. L’affresco del coro che raffigura l’Immacolata
Concezione al cospetto della Trinità è invece firmato da Pietro Bardelli-
no nel 1767. L’altare maggiore di marmi policromi fu realizzato nel 1743:
nella cona centrale si trova la statua lignea dell’Immacolata donata ad
Orsola dall’abate Gregorio Navarro nel 1582 insieme a quelle di S. Pietro
e S. Gregorio delle nicchie laterali. L’immagine della Madonna venerata
in questa chiesa portata in processione in città in occasione delle princi-
pali festività religiose, oltre che in funzione taumaturgica per contrastare
II. Fact-finding, study and research project
state of conservationThe frescoes, the Chapel of the Crucifix, choir, external plaques, and all the rooms of the former house of the Venerable Mother need to be rearranged and restored. Structural measures have been partially implemented, and the works financed with regional project funding will involve the churchyard and the outer walls, and two precious pink marble columns for reuse. Three paintings on canvas, the marble passage, two marble slabs, the altar rail, the high altar and the holy water stoups have been restored by the Unisob School of Restoration, while the statue of the Immaculate Conception and a large wooden panel are currently being restored. The lighting system also requires reworking.
stato di conservazioneGli affreschi della volta, la Cappella del Crocifisso, il Coro, le lapidi esterne e tutti gli ambienti della Casa della Madre Venerabile. Interventi strutturali sono stati parzialmente realizzati e lavori finanziati con progetto regionale interesseranno il Sagrato e le mura esterne, nonché due pregevoli colonne di marmo rosa di reimpiego. Tre dipinti su tela, il comunichino marmoreo, due lapidi marmoree, la balaustra, l’altare e le acquasantiere sono stati restaurati da parte della Scuola di Restauro Unisob mentre la Statua dell’Immacolata e una grande tavola lignea sono in corso di restauro. Necessario sarebbe anche un ripensamento dell’impianto di illuminazione.
The Church of the Immaculate Conception
The Main Church (or Upper Church) is located at the end
of the steep ramp that climbs up to St. Elmo’s hill from the Historical
Main Entrance to the monastic citadel. The façade, originally devoid
of external decoration, was completed in the eighteenth century by
the Portico with three archways that support the choir, and overlooks
a courtyard which offers an enchanting view of the Gulf of Naples and
the City. The plan is rectangular, with a single nave and no transept,
completed by several side chapels. The current decoration is related
to the eighteenth-century restoration entrusted to architect Rocco
Doyno by Venosa, and displays the walls covered with marbles and
stuccoes, and the barrel vault enriched by an oval painted in 1734 by
Michele Foschini, a pupil of Francesco Solimena, which represents the
Assumption of the Virgin. The fresco in the choir, which depicts the
Immaculate Conception in the presence of the Trinity was signed by
Pietro Bardellino in 1767. The Main Altar, in polychrome marble, was
built in 1743: in the central cona is the wooden statue of the Immaculate
Conception, donated to Orsola by Abbot Gregorio Navarro in 1582
along with those of St. Peter and St. Gregory in the side niches. The
image of Our Lady, venerated in this church, and which was carried in
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
104 105
Titoletto correnteTitoletto corrente
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i flagelli divini, e presenta un’anomalia iconografica in quanto l’Imma-
colata reca il bambino in braccio, particolare che riprende una tradizione
iconografica e devozionale di origine iberica.
Meritano particolare attenzione il seicentesco altare di S. Nicola
e una bella decorazione floreale, posti nella terza cappella a destra, la cui
volta è decorata da un ciclo di affreschi attribuito alla bottega di Belisario
Corenzio, e il comunichino marmoreo che risale alla prima metà del
Cinquecento e mette in comunicazione la Cappella del Crocifisso con la
stanza di Orsola.
Nella stessa cappella è stata recentemente ricollocata a pare-
te la lastra marmorea della sepoltura della nipote di Orsola, Martia
Palmieri, raffigurata in abiti monacali accanto al marito morganatico,
Venturello Fasano. Particolare interessante è la cupola ellittica che si
erge sull’altare.
Cripta della Chiesa dell’Immacolata con il sepolcro di Orsola
Si tratta di un vano interrato completamente spoglio nel quale
è collocata a vista la cassa di legno originale dove è conservato il corpo
della mistica insieme ad un’altra, più tarda, destinata ad accogliere le reli-
quie che attendevano l’autorizzazione del culto legata al successo dell’iter
di canonizzazione che avrebbe consentito di allestire un sepolcro degno
di una santa. L’ambiente si trova sotto la Cappella del Crocifisso, a cavallo
tra la chiesa e la stanza della casa di Orsola, affacciata sull’altare maggiore,
dalla quale la mistica era solita seguire le celebrazioni.
L’accesso, originariamente previsto ai piedi dei pochi gradini che
portano alla cappella superiore, era stato murato ed è stato recentemente
ripristinato nell’ambito di un intervento di restauro filologico che ha
riportato la cripta al suo impianto originale.
Unico segno della presenza della tomba di Orsola è la lapide
dell’altare maggiore che ricorda la ricognizione effettuata nel 1753 nel
corso della quale il corpo fu trovato in perfetto stato di conservazione. La
tomba è oggi visitata almeno due volte all’anno dalle Monache Teatine
provenienti dal sud America e dalla Sicilia, per lasciare un segno della
forte devozione nei confronti della loro Madre fondatrice.
Altro importante ambiente è costituito dal Cimitero delle mo-
nache, un misterioso vano che ospita un sito di deposizione primaria
(inumazione) e secondaria (ossario).
II. Fact-finding, study and research project
stato di conservazioneIl cimitero delle monache e la Cripta di Orsola, così come tutti gli ambienti della Casa della Madre Venerabile, sono strutturalmente ben conservati, ma necessitano di adeguamento funzionale e riallestimento.
state of conservationThe nuns’ cemetery and Orsola’s Crypt, like all the rooms in the House of the Venerable Mother are structurally well preserved, but are in need of functional adaptation and rearrangement.
procession through the city during the major religious feasts, as well
as to ward off calamities, in fact presents an iconographic anomaly as
the Immaculate carries the Infant in her arms, which incorporates a
particular Iberian iconographic and devotional tradition.
Very remarkable is the seventeenth-century altar in scagliola
and mother-of-pearl with an image of St. Nicholas and beautiful floral
decoration, situated in the third chapel on the right, which has a vault
decorated with a cycle of frescoes attributed to the workshop of Belisario
Corenzio and a marble passageway dating back to the first half of the
sixteenth century connecting the Crucifix Chapel to Orsola’s former cell.
Recently relocated on a wall of the same chapel, is the marble
tombstone of Orsola’s niece, Martia Palmieri, dressed as a nun with
her morganatic husband, Venturello Fasano. Of particular interest is the
elliptical Dome above the High Altar.
The Crypt of the Church of the Immaculate Conception
and Orsola’s tomb
The crypt is an underground room containing the original
wooden coffer in which the body of the mystic lies. There is a second
one to host her relics, pending the supposed authorisation of her cult
once the canonisation process had reached its successful completion, thus
enabling the erection of a tomb worthy of a saint. The area is beneath
the Chapel of the Crucifix, midway between the church and Orsola’s
former bedroom, from which she used to follow the religious services.
The entrance, originally meant to be at the foot of the steps
leading to the upper chapel, having been walled up, was recently
restored as part of a historical restoration programme which has
brought the crypt back to its original layout.
The only sign of the presence of the tomb of Orsola is the
plaque on the main altar, recalling the investigation carried out in 1753,
in which the body was found in perfect condition. It is visited at least
twice a year by Theatine Nuns from South America and Sicily as a sign
of their devotion to the Mother Foundress.
Another important area is the Nuns’ Cemetery, a mysterious
compartment that houses a site of primary (burial) and secondary
(ossuary) deposition.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
In questa pagina This pageChiesa Superiore, sec. XVII-XVIII, particolari del Coro e degli affreschi trompe-l'oeil. Upper Church, XVII-XVIII C., details of choir and trompe-l'oeil frescoes.
Nelle pagine seguenti Following pagesChiesa Superiore, sec. XVII-XVIII, l'Altare Maggiore visto dalla Grata del Coro; le mura tufacee viste dal Giardino del Chiostro Maggiore; particolare del Canneto del Giardino del Chiostro Maggiore.Upper Church, XVII-XVIII C., the High Altar seen from the grille of the choir. Stone walls seen from the gardens of the great cloister. Details of the cane thicket.
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Chiostro, Claustro, Fornace e Sala Villani
Il cuore della sezione della cittadella monastica dedicata alla clau-
sura racchiude tutti i tratti distintivi di questi mondi separati che il Con-
cilio di Trento aveva fissato per la vita delle monache “morte al mondo”.
Dal possente muro di cinta, che si innalza per 20 metri e si interra per 15
(secondo i dettami della Controriforma) e impedisce la vista dall’esterno,
agli ambienti ampi e severi che si affacciano su un magnifico giardino
che doveva servire ad allietare la contemplazione del divino e che scan-
diva la vita delle spose di Cristo.
Chiostro
Nel corso del Settecento i vialetti del giardino vennero imprezio-
siti da due edicole maiolicate collocate alla fine di uno dei bracci centrali
dei camminamenti. Quella più antica ospitava un crocifisso ed è comple-
tata nella parte superiore da un Lazzaro con piaghe visibili che ricordano
la peste. Di fronte si trova la più tarda immagine de La Samaritana di gran-
de suggestione artistica. Nel punto di incrocio dei due vialetti principali
del giardino si trovano quattro pannelli con immagini devozionali, tra i
quali spicca quello raffigurante Suor Orsola e l’Immacolata 1.
Claustro
Nel luminoso corridoio di quello che oramai viene indicato
come il Claustro si affacciano i balconi delle celle delle religiose sotto
i quali si aprono le porte delle cappelle private che erano loro riservate.
Quest’ala del convento venne progettata da Cosimo Fanzago. Il corri-
doio è adornato da tredici busti, posti su mensole, realizzati dalla scuola
delle plastiche attiva presso l’Istituto, tra Ottocento e Novecento.
Fornace
In fondo al corridoio del Claustro si trovano le antiche cucine
(delle quali resta qualche traccia nei lavandini maiolicati) che furono tra-
sformate alla fine dell’Ottocento per ospitare i forni dei laboratori per
la produzione delle terrecotte della scuola delle plastiche realizzate dalle
allieve. Ambiente oggi denominato Fornace.
Sala Rossa (Sala Villani)
Accanto agli ambienti di servizio, preceduto da un bel lavatoio in
marmo del secolo XVII, si apre l’ambiente dell’antico refettorio. In que-
sto locale venne collocata la sala conferenze e di rappresentanza dell’Isti-
II. Fact-finding, study and research project
1Tutte le decorazioni maiolicate sono state restaurate dal Laboratorio diretto dalla professoressa Annadele Aprile e gli approfondimenti sui suddetti lavori sono contenuti nei Quaderni della ricerca Scientifica Unisob, Napoli 2008.
1All the majolica decorations were restored at the laboratory under the direction of Prof. AnnadeleAprile. Details are available in the Quaderni della ricerca Scientifica Unisob, Naples, 2008.
Cloister, Claustrum, Furnace Room and Villani Lecture Hall
The heart of the Monastic Citadel dedicated to the cloistered
life contains all the hallmarks of the separate worlds that the Council
of Trent prescribed for the life of nuns, who were to be “dead to
the world”. From the sturdy outer wall, which rises 20 metres and
has foundations going down 15 metres (according to the dictates of
the Counter Reformation) preventing visibility from outside, to the
spacious, but austere areas overlooking a magnificent garden designed
to foster contemplation of the Divine, and regulate the life of the
brides of Christ living there.
Cloister
During the eighteenth century the walkways of the garden
were adorned with two majolica ediculae located at the ends of the
central walkways. The older of the two housed a crucifix and is
surmounted by a Lazarus with visibile wounds recalling the plague.
Opposite is the later image of the Samaritan Woman, which is of great
artistic interest. Where the two major paths of the garden cross, there
are four panels with devotional images including one depicting Suor
Orsola and the Immaculate Conception 1.
Claustrum
The brightly lit corridor of what is now referred to as the
Claustrum is overlooked by the balconies of the nuns’ cells beneath
which open the doors of the private chapels reserved for their use. This
wing of the convent was designed by Cosimo Fanzago. The hall is
adorned with thirteen busts, placed on shelves, made at the school of
plastic arts at the Institute over the nineteenth and twentieth centuries.
Furnace Room
At the end of the Claustrum are the old kitchens of which a few
traces remain in the majolica sinks. The kitchens were transformed at
the end of the XIX century to house the pottery kilns of the School of
Plastic Arts.
Red Room (Sala Villani)
Alongside the service areas, preceded by a beautiful XVII
century marble washbasin, is the former refectory. It was transformed
into a conference and reception room for the Institute, known as the
stato di conservazioneGli ambienti e il giardino son ben conservati e mantenuti. La Fornace ospita il Laboratorio di Restauro dei dipinti della Scuola di Restauro Unisob, attrezzato anche per visite programmate.
stato di conservazioneLe maioliche del Chiostro sono state restaurate a cura della Scuola di restauro.
state of conservationThe interiors and the gardens are well kept and maintained. The Furnace room hosts the Painting Restoration Laboratory of the Unisob School of Restoration, with facilities for organised visits.
state of conservationThe majolicas of the Cloister have been restored by the School of restoration.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
110 111
tuto, denominata Sala Rossa dal colore della tappezzeria di broccato delle
pareti, arredata con stalli lignei neorinascimentali e oggi ristrutturata se-
condo un disegno moderno, attualmente chiamata Sala Villani, ambiente
restaurato dopo il terremoto dell’80 da Gae Aulenti 2.
Il Museo storico dell’Istituto Suor Orsola Benincasa
È un piccolo spazio espositivo nato dalla volontà di rendere fru-
ibili le collezioni d’arte conservate dall’Ente Morale e di dare anche un
contributo al lavoro di studio e di ricerca connesso alla conservazio-
ne dei beni culturali, una delle principali vocazioni dell’Università degli
Studi che ad esso si affianca. Gli oggetti messi in mostra provengono in
massima parte dagli arredi della cittadella monastica fondata alla fine del
Cinquecento da Suor Orsola Benincasa e in parte dal lascito della gover-
natrice Adelaide del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli, animatrice
della trasformazione del monastero in un moderno istituto laico di cul-
tura alla fine dell’Ottocento. Gli oggetti sono stati scelti all’interno delle
ampie collezioni dell’Ente con l’intento di ricostruire un percorso sto-
rico in grado di restituire l’immagine della vita e della produzione arti-
stica della capitale del Regno di Napoli nel corso dell’età moderna. Una
scelta che costituisce solo una delle strade percorribili in una dinamica
di rotazioni nell’ambito di aree tematiche e storiche diverse, capaci di
alternarsi all’interno di un Museo inteso come strumento di conoscenza
e di formazione in continuo aggiornamento.
Gli ambienti espositivi inglobano parte dell’antico parlatorio del
monastero di clausura, con la suggestiva Ruota degli Esposti, ed ospitano
importanti opere, restaurate dai laboratori attivi presso l’Università degli
Studi Suor Orsola Benincasa 3.
II. Fact-finding, study and research project
2aa.vv., L’Istituto Suor Orsola Benincasa. Un secolo di cultura a Napoli, 1895-1995, Fausto Fiorentino editore, Napoli, 1995. v. fiorelli, Una santa della città, Editoriale Scientifica, Napoli, 2001. 3Vedi catalogo Museo Storico Universitario, Palombi&Partner, Roma, 2004 e file pdf.
2aa.vv., L’Istituto Suor Orsola Benincasa. Un secolo di cultura a Napoli, 1895-1995, Fausto Fiorentino editore, Naples, 1995. v. fiorelli, Una santa della città, Editoriale Scientifica, Naples, 2001. 3See catalogue Museo Storico Universitario, Palombi&Partner, Rome, 2004, and pdf files.
Red Room on account of the colour of the brocaded tapestry on
the walls, decorated with neo-Renaissance stalls in wood and now
renovated to a modern design by the architect Gae Aulenti after the
earthquake of 1980. Today it is named Sala Villani.
The Historical Museum of the Suor Orsola Benincasa Institute
The museum is a small exhibition space to make the
Institute’s art collections accessible at last, and also to make a
contribution to study and research into the conservation of cultural
heritage, one of Unisob’s main vocations. Almost all the exhibits
come from the monastic citadel founded in the late sixteenth century
by Suor Orsola Benincasa, and in part from the legacy of Governor
Adelaide Del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, the mastermind
behind the transformation of the monastery into a modern secular
cultural institute at the end of the nineteenth century. The articles
were selected from the Institute’s extensive collections, with the
intention of reconstructing a tour through history able to provide
an image of the life and artistic production of the capital of the
Kingdom of Naples throughout the Modern Age. This is just one
possible choice within the variety of topical and historical areas,
which can be represented in a museum conceived as a continually
updated source of knowledge and a place of education.
The exhibition areas incorporate part of the old parlour of
the enclosure, with its striking Ruota degli Esposti (where new-born
babies were anonymously abandoned to the care of the nuns), and
host some important works of art, restored at the laboratories at Suor
Orsola Benincasa University 3.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Museo Storico artistico, sec. XVII-XVIII, arredi e paramenti sacri.Museo Storico artistico, vista delle sale espositive.Art history Museum, XVII-XVIII C., sacred vestments and decorations. Art history Museum, view of exhibition rooms.
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Titoletto correnteTitoletto corrente
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II. Fact-finding, study and research project
ii.7Il Patrimonio museale e il suo stato di conservazione
ii.7The Museum Heritage and its state of conservation
Below is a small inventory of the most significant items
included in the Unisob Museum Heritage: where necessary, critical
notes have been included on their state of preservation. The
information is taken from the inventory of June 2014, and some items
have subsequently been sent for restoration.
Historic Art Museum
1.Anonymous, Orsola with her nieces, foundresses of the Congregation, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 209x156cm 2. Anonymous, Orsola dictates the rules of the Congregation, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 256x156cm 3. Anonymous, Orsola recalls her journey to Rome, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 256x156cm 4. Atelier of Andrea Malinconico, Portrait of Orsola Benincasa with lily and the Crucifix, late seventeenth century, oil on canvas, 120,5x98cm 5. Anonymous, Portrait of Orsola Benincasa, first quarter of the seventeenth century, oil on canvas, 65x49,5cm 6. Andrea Malinconico (attr.), St. Clare, 1667, oil on canvas, 153x127cm 7. Andrea Malinconico (attr.), St. Jerome, 1667, oil on canvas, 164x132cm 8. Anonymous, Orsola Benincasa intercedes for the city of Naples, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 183x155cm 9. V. Azzerboniinc, F. Mannelli, Suor Orsola, Immaculate Conception and view of Naples, c. 1795, etching and engraving on hardened copper, 203x145mm 10. Anonymous, Immaculate Conception, Orsola and San Gaetano over the city of Naples, early nineteenth century, burin on hardened copper, 174x116mm 11. Teodoro D’Errico, Portrait of Orsola Benincasa, first quarter of seventeenth century, oil on copper, 21,4x28,1cm 12. Giovanni Battista Sintes, Altar of the Church of the Immaculate Conception, 1733, etching and engraving on hardened copper, 413x325mm 13. Anonymous, True Effigy of Orsola Benincasa, first half of the seventeenth century, burin on hardened copper, 134x105mm 14. William Morghen, Ecce homo, mid-eighteenth century, burin on hardened copper, 395x275mm
Si fornisce a seguire un piccolo inventario dei materiali più si-
gnificativi inclusi nel Patrimonio Museale Unisob: laddove necessario,
sono state inserite note critiche sullo stato di conservazione. I riferimenti
sono allo stato di fatto dell’inventariazione (giugno 2014); alcuni mate-
riali sono stati successivamente inseriti in programmi di restauro.
Museo Storico Artistico
1.Anonimo, Orsola con le nipoti fondatrici della Congregazione, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 209x156
2. Anonimo, Orsola detta le regole della Congregazione, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 256x156
3. Anonimo, Orsola rievoca il viaggio a Roma, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 256x156
4. Bottega di Andrea Malinconico, Ritratto di Orsola Benincasa con giglio e crocifisso, fine del XVII sec., olio su tela, cm 120,5x98
5. Anonimo, Ritratto di Orsola Benincasa, primo quarto del XVII sec., olio su tela, cm 65x49,5
6. Andrea Malinconico (attr.), S. Chiara, 1667, olio su tela, cm 153x127
7. Andrea Malinconico (attr.), S. Girolamo, 1667, olio su tela, cm 164x132
8. Anonimo, Orsola Benincasa intercede per la città di Napoli, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 183x155
9. V. Azzerboniinc, F. Mannelli, dis. Suor Orsola, Immacolata Concezione e veduta di Napoli, 1795 ca., acquaforte e bulino su rame incrudito, mm 203x145
10. Anonimo, Immacolata, Orsola e San Gaetano sulla città di Napoli, inizi XIX sec., bulino su rame incrudito, mm 174x116
11. Teodoro D’Errico, Ritratto di Orsola Benincasa, primo quarto XVII sec., olio su rame, cm 21,4x28,1
12. Giovanni Battista Sintes, Altare della chiesa dell’Immacolata, 1733, acqua-forte e bulino su rame incrudito, mm 413x325
13. Anonimo, Vera effige di Orsola Benincasa, prima metà XVII sec., bulino su rame incrudito, mm 134x105
14. Guglielmo Morghen, Ecce homo, metà XVIII sec., bulino su rame incrudito, mm 395x275
stato di conservazioneGli ambienti museali sono relativamente recenti e dotati di una buona illuminazione ma non sono climatizzati, condizione fondamentale per una ottimale conservazione.
state of conservationThe museum has recently been equipped with good lighting, but the air quality cannot as yet be regulated, a feature which is fundamental for optimal conservation.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
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15. Anonimo, L’educazione della Vergine, metà del XVII sec., olio su tela, cm 140x180
16. Anonimo, crocifisso ligneo policromo, XVII sec., legno intagliato, dipinto a olio e dorato, cm 173x145
17. Paolo Emilio Passaro, Adelaide del Balzo Pignatelli, principessa di Strongoli, 1931, olio su tela, cm 155x182
18. Vincenzo Gemito, Ritratto di Adelaide del Balzo Pignatelli, Principessa di Strongoli, luglio 1918, matita su carta, cm 33x33
19. Pietro Scoppetta, La principessa Adelaide del Balzo Pignatelli nel suo studio, 1909, pastello su cartoncino, cm 78x104
20. Francesco Jerace (attr.), Ritratto di Adelaide del Balzo Pignatelli, Principessa di Strongoli, 1902, bronzo, ø cm 50
21. Pietro Scoppetta, Ritratto di Adelaide del Balzo Pignatelli, Principessa di Strongoli, inizio XX sec., pastello su cartoncino, cm 58x74
22. Pianeta e stola, XIX sec., seta con ricami policromi 23. L. Orfeo, ostensorio, argento dorato, h cm 71, ø raggiera cm 27; base cm 21x16; punzoni: L. Orfeo 24. Anonimo argentiere, croce d’altare, XVIII sec., metallo argentato, cm 160x52
25. Artigiani reali (attr.), console, 1755 ca., legno intagliato e dorato a mecca, cm 91x110x45
26. Artigianato napoletano, scarabattolo, seconda metà del XVII sec., legno dipinto impiallicciato in tartaruga e radica, cm 112x83x38; contiene due ampolle in cristallo nelle quali sono conservate le autentiche reliquie di Suor Orsola e San Filippo Neri 27. Anonimo, piano di tavolo, inizi XVIII sec., marmi policromi e pietre dure, cm 58x105x4,5
28. Anonimo argentiere napoletano, Pisside, argento dorato, h cm 30; ø base cm 10,5; ø coppa cm 13,5; punzoni: croce N/8, RC 29. Anonimo argentiere napoletano, Parato di cartegloria, argento, elem. centrale h cm 55,5, l cm 48; laterali h cm 39, l cm 29; punzoni: testina di Partenope con il 5, GB 30. Vincenzo Caruso, calice, argento dorato, h cm 33; ø base cm 15; ø coppa cm 9; punzoni: croce N/8, V. Caruso 31. Anonimo argentiere napoletano, coppia di candelabri a giardinetto, argento, cm 42,1x63; punzoni: testina di Partenope N/8, SG 32. Pianeta e stola, XVIII sec., seta damascata con ricamo in seta e fili d’argento 33. Anonimo, Croce con i simboli della passione, XVIII sec., olio su tavola, cm 280x266
34. Anonimo argentiere, Coppia di giare con palme, palme: ottone argentato, cm 96x40; giare: ottone, cm 40x28
35. Anonimo, La ruota conventuale, XVII sec., tamburo in legno di quercia e castagno, ruotante su cardini, h cm 102; ø cm 101
36. Giacomo Colombo, Cristo morto, firmato e datato 1698 o 1699, legno scolpito e dipinto cm 62x208x82
37. Giacomo Farelli, Cristo Portacroce, 1675-1685, olio su tela, cm 101 x 76 38. Michele Foschini (attr.), porta dipinta, 1740 ca. 39. Onofrio Palumbo (attr.), S. Apollonia, 1640-1660, olio su tela, cm 100 x 75. 40. Giuseppe Marullo, Liberazione di S. Pietro, firmato e datato: ioseph marullus neapolitanus f. 1664, olio su tela, cm 190x521
II. Fact-finding, study and research project
15. Anonymous, Education of the Virgin, mid-seventeenth century, oil on canvas, 140x180cm 16. Anonymous, polychrome wooden Crucifix, seventeenth century, gilded wood, carved and oil-painted, 173x145cm 17. Paolo Emilio Passaro, Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, 1931, oil on canvas, 155x182cm 18. Vincenzo Gemito, Portrait of Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, July 1918, pencil on paper, 33x33cm 19. Pietro Scoppetta, Princess Adelaide del Balzo Pignatelli in her study, 1909, pastel on card, 78x104cm 20. Francesco Jerace (attr.), Portrait of Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, 1902, bronze, ø 50cm 21. Pietro Scoppetta, Portrait of Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, early XX century., pastel on card, 58x74cm 22. Chasuble and stole, XIX century, silk with polychrome embroidery 23. L. Orpheus, monstrance, silver gilt, h 71cm, ø rays 27cm; base cm 21x
16; marked: L. Orpheus 24. Anonymous silversmith, altar cross, XVIII century, silvered metal, 160
x52cm 25. Royal crafstmen (attr.), console, c. 1755, wood, carved and gilded, 91x
110x45cm 26. Neapolitan craftsman, display cabinet, mid-seventeenth century, painted wood veneered in tortoise and walnut 112 x 83 x 38 cm; contains two glass vials in which are preserved authentic relics of Suor Orsola and St. Philip Neri 27. Anonymous, table-top, early eighteenth century, polychrome marbles and semiprecious stones, 58x105x4,5cm 28. Anonymous Neapolitan silversmith, pyx, silver gilt, h 30cm; ø base 10,5cm; ø cup 13,5cm; marked: cross N/8, RC 29. Anonymous, set of altar cards, Neapolitan silverwork, Central card in silver frame h 55.5 cm, w 48 cm; sides h 39 cm, w 29 cm; marked: head of Parthenope 30. Vincenzo Caruso, chalice, silver gilt, h 33; ø base cm 15cm; ø cup 9
cm; marked: cross N/8, V. Caruso 31. Anonymous Neapolitan silverwork, Pair of candlesticks ‘a giardinetto’, silver, 42,1x63cm; marked: N/8, SG 32. Chasuble and stole, XVIII c., embroidered damask silk, with silver thread 33. Anonymous, Cross with symbols of Passion, XVIII century, oil on canvas, 280x266cm 34. Anonymous silverwork, Pair of jars with palms, palms: silver plated, 96x
40cm; jars: brass, 40x28cm 35. Anonymous, convent wheel, XVII c., wooden oak and chestnut drum, rotating on hinges, h cm 102; ø 101cm 36. Giacomo Colombo, Dead Christ, signed and dated 1698 or 1699, wood carved and painted, 62x208x82cm 37. Giacomo Farelli, Christ carrying the cross, 1675-1685, oil on canvas, 101 x 76 cm 38. Michele Foschini (attr.), painted door, c. 1740
39. Onofrio Palumbo (attr.), Saint Apollonia, 1640-1660, oil on canvas, 100 x 75 cm 40. Giuseppe Marullo, Liberation of St. Peter, signed and dated: ioseph marullus neapolitanus f. 1664, oil on canvas, 190x521 cm
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
118 119
41. Scultore Napoletano, Santa Teresa, seconda metà del XVII sec., legno scolpito e dipinto, cm 90,5x63x45
42. Girolamo Imparato, Immacolata Concezione, 1595-1605 ca., tempera su tavola, cm 163x114
43. Scultore napoletano, Crocifisso, inizio XVII sec., legno scolpito e dipinto, cm 173x102
44. Paolo De Matteis (attr.), Madonna Addolorata, primo quarto XVIII sec., olio su tela, cm 110x100
45. Lorenzo De Caro, Madonna Addolorata, 1760 ca., olio su tela, cm 76,5x
63
46. Caterina De Julianis (attr.), S. Sebastiano, primo quarto XVIII sec., cera policroma modellata, legno, sughero, cm 27 x 21 x 7 47. Jusepe de Ribera e bottega (attr.), Cristo sulla via del Calvario, firmato e datato: jusepede ribera f. 1632, olio su tela, cm 155 x 194 48. Domenico Antonio Vaccaro (attr.), S. Francesco di Paola attraversa lo stretto di Messina, 1730-35 ca., olio su tela, cm 85x70
49. Michele Foschini (attr.), Porta dipinta, 1740 ca. 50. Artigianato napoletano, reliquario a mobile, primo quarto del XIX sec., legno dipinto, legno intagliato e dorato a mecca, cm 185x160x50
51. Anonimo, Dio Padre tra gli angeli, ultimo quarto del XVI sec., tempera su tavola, cm 110x253
52. Anonimo, crocifisso ligneo policromo, XVII sec., legno intagliato, dipinto a olio e dorato, cm 173 x 145 53. Croce d’altare, XVII secolo, metallo argentato, cm 160x52
54. Casule. Due casule sono esposte nelle teche: una è in tessuto di seta damascata color porpora con ricami in seta e fili d’argento (XVIII sec.), l’altra è in seta bianca con ricami policromi (XIX sec.)
Ente Morale
1.Le collezioni scientifico-didattiche: inventari pubblicati nel volume Prima della Plastica, Elio Sellino Editore, Avellino, 2001. Gli strumenti scientifici utilizzati per la didattica sono risalenti al XIX sec. 2.Collezione di monete e medaglie: si tratta di ca. 200 pezzi tra cui alcune greco-sicane, altre risalenti all’Impero Romano, Repubblica Romana, Repubblica Campana etc. Inoltre vi sono anche dei calchi per monete antichi e moderni. Da inventariare e restaurare. 3.Collezione di madreperle, pietre dure e cammei: la collezione è composta da ca. 80 pezzi da restaurare ed inventariare. 4.Collezione di strumenti musicali: trattasi di circa 50 pezzi di cui diversi importanti e rari, da inventariare e restaurare. 5.Raccolta di calchi in gesso: risalenti tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Il numero è imprecisato vista la copiosa consistenza. I pezzi sono da inventariare e restaurare. 6. Collezione di arredi e suppellettili: l’immenso patrimonio costituito da arredi e suppellettili di ogni genere è distribuito nei vari locali dell’Istituto perché costituisce l’arredo di tutti gli ambienti utilizzati. 7. Nei depositi, distribuiti in almeno dieci grandi locali, è conservata una consistente parte di essi che necessita di un urgente inventario e restauro. Inoltre in questi ambienti si conservano anche ca. 200 cornici dorate tra il XVII e XIX sec., alcuni preziosi elementi decorativi della chiesa quali fiori realizzati in filo
II. Fact-finding, study and research project
41. Neapolitan sculptor, Saint Teresa, second half of XVII cent., wood carved and painted, 90,5x63x45cm 42. Girolamo Imparato, Immaculate Conception, 1595-1605, tempera on canvas, 163x114cm 43. Neapolitan sculptor, Crucifix, early seventeenth century, wood carved and painted, 173x102cm 44. Paolo De Matteis (attr.), Our Lady of Sorrows, first quarter of the eighteenth century, oil on canvas, 110x100cm 45. Lorenzo De Caro, Our Lady of Sorrows, c. 1760, oil on canvas, 76,5x63cm 46. Caterina De Julianis (attr.), Saint Sebastian, first quarter eighteenth century, modelled polychrome wax, wood, cork, 27 x 21 x 7 cm 47. Jusepe de Ribera and school (attr.), Christ on the road to the Calvary, signed and dated: jusepe de ribera f. 1632, oil on canvas, 155 x 194 cm 48. Domenico Antonio Vaccaro (attr.), St. Francis of Paola crosses the Straits of Messina, c. 1730-35, oil on canvas, 85x70cm 49. Michele Foschini (attr.), painted door, 1740
50. Neapolitan craft, Reliquary cabinet, first quarter of nineteenth century, painted wood, carved wood and gilded, 185x160x50cm 51. Anonymous, God the Father among angels, last quarter of the sixteenth century, tempera on wood, 110x253cm 52. Anonymous, wooden polychrome crucifix, seventeenth century, wood, oil-painted, carved and gilded, 173 x 145 cm 53. Altar Cross, seventeenth century, silver finish, 160x52cm 54. Chasubles. Two chasubles are exhibited in glass cases: one is in purple damask silk embroidered with silk and silver thread (XVIII c.) and the other is in white silk with polychrome embroidery (XIX c.).
The Institution’s collections
1.The scientific-educational collections were published in a volume, ‘Prima della Plastica’, published by Elio Sellino Editore, Avellino, 2001. All the scientific instruments used for teaching date back to the nineteenth century. 2.Collection of coins and medals: this numbers around 200 pieces including several Græco-Sicilian coins, some dating back to the Roman Empire, the Roman Republic, the Campania Republic etc. In addition, there are also casts for ancient and modern coins. To be inventoried and restored. 3.Collection of mother of pearl, precious stones and cameos. The collection consists of approximately 80 pieces to be inventoried and restored. 4.Collection of musical instruments: these are approximately 50 pieces, some of which are rare and of great importance. 5.Collection of plaster casts dating from the second half of the nineteenth century and the first half of the twentieth. The exact number of pieces in this large collection is unknown. They are all to be inventoried and restored. 6. Collection of furniture and ornaments. This wealth of heritage consists of furniture and ornaments of all kinds, of varying degrees of importance, distributed throughout the various parts of the Institute. 7. There are at least ten large rooms where a substantial part of them is kept in storage. There is urgent need of inventory and restoration. These storage areas also house around 200 gilded picture frames dating from the seventeenth to the nineteenth centuries. There are some precious eighteenth-century decorative elements from the church, such as flowers made of wire and beads (about 15
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
121
metallico e perline (ca. 15 pezzi) del XVIII sec. e ca. 20 tra candelieri e candelabri, che per il pessimo stato di conservazione necessitano anch’essi di un’urgente inventariazione e restauro. 8. Nei depositi sono conservati, altresì, circa 3500 oggetti di varia tipologia: ricami, metalli, vetri, porcellane, argenti, ventagli, ecc. La documentazione dovrebbe essere digitalizzata. 9. Sono altresì da inventariare gli arredi e le suppellettili provenienti dalle due chiese: paramenti, calici, ed altri arredi sacri di cui fanno parte numerosi scarabattoli contenenti statue di santi, manichini vestiti del XVIII sec. (ca. 20) e numerosi pregevoli crocifissi di grandi e piccole dimensioni del XVII e XVIII sec.che versano in cattive condizioni. 10. Sono, inoltre, da inventariare e restaurare i confessionali e gli arredi lignei provenienti dalle due chiese, oltre a numerosi oggetti che facevano parte degli antichi arredi scolastici, carte geografiche, foto etc. 11. Un piccolo ma importante nucleo di grande pregio è costituto da ca. 20 tavolette incerate e decorate con fili colorati in seta, oro ed argento, risalenti al XVII e XIX sec. raffiguranti immagini sacre. La collezione è stata pubblicata negli Annali dell’Istituto, anni 1997-1998 a cura di A. Aprile e V. Fiorelli e nel catalogo della Mostra tenutasi presso il nostro Ateneo, Il filo della devozione, a cura dell’Istituto Sob, Napoli 1997. 12. Collezione di circa 100 pezzi di pentolame in rame del XIX sec. Da inventariare e restaurare. 13. Raccolta di dipinti dal XVI sec. ai giorni nostri (in parte restaurati, in numero di circa 250), comprese le sculture lignee e metalli preziosi. Molti di questi manufatti, oltre a essere correttamente restaurati secondo le più moderne tecniche di conservazione, sono studiati in tesi di laurea e dottorato anche sotto l’aspetto storico, artistico e diagnostico fornendo un panorama oltremodo interessante della temperie artistica che li ha generati e raccolti. Molti di essi sono conservati nel Museo Storico Artistico dell’Istituto, mentre per altri dipinti e sculture e metalli sono già stati programmati interventi mirati alla conservazione presso i laboratori dell’Università.
II. Fact-finding, study and research project
pieces) plus around 20 candlesticks and candelabra. Due to their poor state of conservation, they also need urgent inventory and restoration. 8. The depositories also house numerous boxes containing 3,500 objects of various types: embroidery, metal, glass, porcelain, silver, fans, etc. The documentation needs to be transferred onto file. 9. Also in need of inventory are the furniture and furnishings from the two churches i.e., vestments, chalices and other sacred vessels, including numerous display cases containing statues of saints and approximately 20 eighteenth-century dressed mannequins. There are numerous valuable crucifixes of different sizes from the seventeenth and eighteenth centuries in poor condition. 10. Also to be inventoried and restored are the confessionals and wooden furniture from the two churches, as well as numerous objects that were part of the old school furniture, maps, photographs etc. 11. A small but important group of great value is made up of around 20 waxed tablets, decorated with coloured thread in silk, gold and silver, dating from the seventeenth to the nineteenth centuries depicting sacred images. The collection was published in the Annals of the Institute, 1997-1998 by A. Aprile and V. Fiorelli and in the catalogue of the exhibition, Il filo della devozione, by the Istituto Sob, Naples 1997. 12. Collection of about 100 pieces of nineteenth-century copper cookware. To be inventoried and restored. 13. The collection of sixteenth-century paintings deserves a special mention. Today, with the continuing new donations and acquisitions, about 250 have been restored, including wooden sculptures and precious metals, by the laboratories of the University, which are the pride of the university’s Degree Course in Conservation and Restoration. Many of these artefacts, as well as being properly restored according to the most modern techniques of conservation (often being the subject of MA dissertations) are also studied from the historical, artistic and diagnostic points of view, providing an extremely interesting panorama of the artistic climate that generated and collected them. Many of them are kept in the Museo Storico Artistico of the Institute, while other paintings, sculptures and metal work are due to be restored at the University laboratories.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Jusepe de Ribera e bottega (attr.) Cristo sulla via del Calvario 1632Olio su tela, cm 155 x 194Jusepe de Ribera and school (attr.)Christ on the road to the Calvary 1632Oil on canvas, 155 x 194 cm
122 123
II. Fact-finding, study and research project
ii.8L’uso del Patrimonio e la gestione attuale
ii.8The use of the Heritage and current governance
The Unisob Monumental Complex is currently managed
by three ownership bodies: Suor Orsola Benincasa University, the
Istituto Suor Orsola Benincasa Trust, and the Adelaide and Maria
Antonietta Pagliara Foundation. The Trust and the Foundation are
non-profit cultural institutions with legal personality, and they own
and manage the museum sites and collections, which are run by the
University (related to them by Statute) personnel and funds, so we
can speak of Unified and Integrated Management.
The complex is used for university lectures and the educational,
scientific and cultural activities of the university, but there are also areas
reserved to the museum collections, open to the public.
The management plan that follows, inspired by the guidelines
for Unesco Management Plan Preparation (Paestum 2004), aims
to open and make available the whole Heritage, opening it up to
activities of economic significance for purposes of conservation and
valorisation. It also seeks to create an integrated development and
revival plan for the Naples Unesco World Heritage Site, in synergy
Attualmente, il Complesso Monumentale Unisob è gestito at-
traverso la sinergia dei tre Enti proprietari: l’Università degli Studi Suor
Orsola Benincasa, l’Ente Morale Istituto Suor Orsola Benincasa e la
Fondazione Adelaide e Maria Antonietta Pagliara. Ente Morale e Fon-
dazione sono Istituzioni Culturali senza fini di lucro e con personalità
giuridica, e detengono la proprietà di luoghi e collezioni museali, che
tuttavia vengono gestiti e tutelati con personale e fondi dell’Università,
a loro legata per Statuto. Si può dunque parlare di Gestione Unitaria e
Integrata.
Il Complesso è adibito a sede dei corsi e delle attività didatti-
che e scientifico-culturali dell’Università, ma vi sono spazi dedicati alla
fruizione delle collezioni museali, che sono aperti al pubblico.
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
Rettorato, Sala degli AffreschiXVI sec., particolare con la collezione di Autografi.Rector's offices, Sala degli Affreschi, XVI C., detail with the autograph collection.
Bernardo Cavallino (Napoli 1616-1656)Ester e AssueroOlio su tela, cm 97,5 x 70,5Museo PagliaraBernardo Cavallino(Naples 1616-1656)Esther and AhasuerusOil on canvas, 97.5 x 70.5 cmPagliara Museum
124 125
II. Fact-finding, study and research project
L’ipotesi gestionale che si riporta a seguire, ispirata alle Linee-Gui-
da per la Redazione dei Piani di Gestione Unesco (Paestum 2004), inten-
de affrontare il problema della totale messa in disponibilità del Patrimonio
e della sua apertura ad attività di rilevanza economica a scopo di conser-
vazione e valorizzazione. Inoltre, esso si propone di realizzare, in sinergia
con gli altri Attori della Cabina di Regia del Sito Unesco di Napoli, un
percorso integrato di valorizzazione e rilancio del Sito Unesco, puntando
non solo sul richiamo turistico-culturale e sullo sviluppo del ‘tessuto urbano’,
ma anche sulle capacità di ricerca e innovazione che istituzioni culturali
come Unesco possono mettere al servizio dell’intera comunità.
2.8.1 Fondi artistici e librari
Biblioteca Storica dell’Istituto Suor Orsola Benincasa Ente Morale
Il patrimonio della Biblioteca dell’Istituto Suor Orsola Benin-
casa si è costituito tra il XVII e il XX secolo, nel lungo arco di tempo
compreso tra le origini della Cittadella monastica e gli sviluppi nove-
centeschi del Magistero. La nascita della Biblioteca risale all’anno 1895;
al primo nucleo di opere di carattere pedagogico-didattico, si sono
aggiunte nel corso del tempo diverse collezioni librarie frutto di lasciti
e donazioni da parte di personalità che in varia misura hanno segnato
la vita dell’Istituto: la Governatrice dell’Istituto Adelaide del Balzo Pi-
gnatelli principessa di Strongoli, la Direttrice Maria Antonietta Pagliara,
il musicologo e collezionista Rocco Pagliara, lo storico dell’arte Sergio
Ortolani. La Biblioteca ha ereditato inoltre il patrimonio librario su-
perstite della Cittadella monastica di Suor Orsola, testimonianza della
storia più antica dell’Ente, e si è ulteriormente arricchita attraverso più
recenti donazioni che hanno contribuito a costituirne la fisionomia
attuale: i fondi intestati ai nomi di Cecilia Motzo Dentice d’Accadìa,
Alfonso Tesauro e Giuseppe Santonastaso.
La Biblioteca si caratterizza dunque per la presenza di raccolte
storiche e di antica tradizione. Il suo patrimonio è valutabile intorno
ai 22.000 volumi, edizioni prevalentemente ottocentesche, accanto alle
quali figurano diverse cinquecentine e numerose seicentine e settecen-
tine; comprende inoltre un’importante collezione di periodici italiani e
stranieri dell’Ottocento e di inizio Novecento e una sezione di opuscoli.
Nel corso degli anni si è venuta configurando inoltre la struttura di un
Archivio formato da corrispondenza e carte diverse, fotografie, autografi
di artisti, ex libris, biglietti da visita, ritagli da libri e riviste, una serie di
immaginette devozionali, una raccolta di stampe litografiche.
with the other stakeholders in its management, focusing not only on
cultural tourism and the development of the urban fabric, but also on
the research and innovation capability that cultural institutions such
as Unisob can put to the service of the community as a whole.
2.8.1 The art and library collections
The Historical Library of the Istituto Suor Orsola Benincasa
Charitable Trust
The library of the Istituto Suor Orsola Benincasa was formed
between the seventeenth and twentieth centuries, in the long years
between the foundation of the monastic complex and the opening
of the teaching college. The library dates back to 1895, beginning
with the first collection of pedagogical works, to which library
collections were added over time, enriched by bequests and donations
from personalities coming into contact with the Institute, such as
the Governor, Princess Adelaide Del Balzo Pignatelli of Strongoli,
Director Maria Antonietta Pagliara, musicologist and collector
Rocco Pagliara, and art historian Sergio Ortolani. The Library has
also inherited the surviving collection of the Suor Orsola monastic
complex, bearing witness to the early history of the institution, and
has been further enriched by the latest donations that have given
the library its current form, namely those of Cecilia Motzo Dentice
d'Accadia, Alfonso Tesauro, and Giuseppe Santonastaso.
The library thus contains a number of historical and ancient
collections. Its heritage is estimated at around 22,000 volumes, mostly
nineteenth-century editions, plus various sixteenth and seventeenth-
century editions and many eighteenth-century volumes. It also
includes an important collection of Italian and foreign periodicals
from the nineteenth and early twentieth centuries and a section
of brochures. An archive of correspondence and various papers,
photographs, artists’ autographs, bookplates, visiting cards, clippings
from books and magazines, a series of devotional holy pictures, and a
collection of lithographic prints have been built up over the years.
The monastic library
The monastic library is made up of the surviving books
from the libraries of the old Congregation and the Hermitage of the
Immaculate Conception (the two religious bodies housed within
the monastery) and includes liturgical texts, theological works, lives
stato di conservazioneI cataloghi della Biblioteca Monastica e della Biblioteca Rocco Pagliara sono stati realizzati su database informatizzati (Access), redatti secondo le Regole Italiane di Catalogazione per autori. Il catalogo della Biblioteca della Principessa di Strongoli è stato realizzato con Winisis. Il fondo Ortolani è stato catalogato con Easycat ed è online. Sicché, a eccezione del catalogo del fondo Ortolani, l’intero patrimonio librario non è ancora consultabile in rete e va catalogato online (circa 20.000 volumi). Per quanto concerne lo stato di conservazione dei libri, diverse migliaia di essi (l’intero fondo Ortolani e varie sezioni dei diversi fondi, per un totale di oltre 4.000 volumi) presentano danni alla legatura o sono mutili della copertina, più raramente mostrano danni alla carta. Si renderebbero dunque necessari interventi di rilegatura e in alcuni casi interventi conservativi più consistenti. La raccolta delle piccole stampe, gli opuscoli e parte delle riviste andrebbero sistemati in appositi contenitori e armadi per garantirne una migliore conservazione. Gli antichi armadi di legno in cui parte dei fondi sono conservati, richiedono
state of conservationThe catalogues of the monastic and Rocco Pagliara libraries are in the form of a computerised database (Access), prepared in accordance with the Italian Rules of Cataloging by author. The catalogue of the Princess of Strongoli Library was produced using Winsis, while the Ortolani collection was catalogued using EasyCat software and is available online. So, apart from the Ortolani catalogue, the book collection is not yet available on the Internet and needs to be catalogued online (about 20,000 volumes). Regarding the state of conservation of the books, several thousand of them (the entire Ortolani collection and various sections of the various funds, totalling over 4,000 volumes) have damaged binding or are missing their covers, but the paper is less frequently in poor condition. Some binding is called for, and in some cases more substantial conservation work would be required. The collection of small printed matter, brochures and some of the magazines need to be placed in appropriate containers and cabinets to ensure better conservation. The ancient wooden cabinets where part of the collections are kept
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
126 127
Biblioteca monastica
È costituita dai libri superstiti delle librerie dell’antica Congre-
gazione e dell’Eremo dell’Immacolata Concezione (i due enti religiosi
che furono attivi nella Cittadella) e comprende testi liturgici, opere
teologiche, agiografie e testi di letteratura monastica. Consta di 893 vo-
lumi a stampa (edizioni dal XVI al XX secolo) di cui 11 cinquecentine,
216 edizioni del Seicento, 444 edizioni del Settecento; comprende inol-
tre circa 600 opuscoli, 40 quaderni manoscritti e una serie di manifesti
e stampati [ catalogo informatizzato offline ].
Biblioteca della Principessa di Strongoli
Comprende pubblicazioni dell’Ottocento e dei primi del No-
vecento e una raccolta di edizioni antiche. Di carattere prevalente-
mente umanistico, consta di opere di letteratura classica, letteratura
italiana, letterature straniere, storia, filosofia, archeologia, arte, teologia,
geografia e una sezione di testi di divulgazione scientifica. Il fondo
consiste di 2667 titoli di cui fanno parte: 88 cinquecentine (in parte
provenienti dalla biblioteca di Rocco Pagliara), 164 seicentine, 490
settecentine [ catalogo informatizzato offline ].
Biblioteca Rocco Pagliara
Nel 1922 la biblioteca privata di Rocco Pagliara venne donata
dalle sorelle Maria Antonietta e Adele Pagliara al nascente Istituto Na-
zionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma. Pervenuta a Palazzo
Venezia la collezione venne smembrata e fusa nelle varie sezioni in cui
si articolava la biblioteca. L’operazione fu condotta secondo un princi-
pio di specializzazione che suggerì al contempo la restituzione di quei
testi giudicati estranei al campo scientifico dell’Istituto. Il più consistente
episodio di restituzione, la cui vicenda ebbe termine nel 1937, riguarda
il fondo di Letteratura straniera che costituisce la parte rilevante della
raccolta libraria di Rocco Pagliara conservata in Istituto. Essa comprende
oltre 6000 titoli (in gran parte edizioni del XIX secolo), una raccolta di
libri di antiquariato tra i quali figurano 65 cinquecentine (conservate
nella Biblioteca della Principessa) e una serie di riviste dell’Ottocento
italiane e straniere [ catalogo informatizzato offline ].
Biblioteca Sergio Ortolani
È costituita dalla biblioteca privata dell’eminente storico dell’ar-
te che gli eredi, eseguendo le sue volontà, hanno donato all’Istituto nel
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
II. Fact-finding, study and research project
interventi di restauro e la sostituzione delle vecchie serrature mal funzionanti. Gli oltre 6.000 libri della biblioteca Santonastaso, conservati entro colli in un ambiente di deposito, necessitano di armadi dove essere adeguatamente ordinati.
of saints and monastic literature. It consists of 893 printed volumes
(published between the sixteenth and the twentieth centuries) of
which there are 11 sixteenth-century texts, 216 seventeenth-century
editions, and 444 from the eighteenth century. It also includes about
600 pamphlets, 40 hand-written notebooks and a series of posters and
reproductions [ offline digital catalogue ].
The Princess of Strongoli Library
The Princess of Strongoli Library includes publications from
the nineteenth and early twentieth centuries and a collection of ancient
editions. It is a mainly humanistic collection, consisting of Greek and
Latin classical literature, Italian and foreign literature, history, philosophy,
archaeology, art, theology, and geography. It also has a section for
scientific texts. The collection consists of 2,667 titles which include 88
sixteenth-century texts (partly from the Rocco Pagliara collection), 164
seventeenth-century texts, and 490 eighteenth-century texts [ offline
digital catalogue ].
The Rocco Pagliara Library
The private library belonging to Rocco Pagliara was donated
to the National Institute of Archaeology and History of Art in Rome
by his sisters Maria Antonietta and Adele in 1922. The collection
was housed at Palazzo Venezia, but was broken up and distributed
throughout the various sections of the library. This operation was
carried out according to a principle of specialisation which led to
the return of the texts judged of no interest to the scientific field of
the Institute. The most significant act of restitution, completed in
1937, concerned foreign literature, making up the bulk of the Rocco
Pagliara collection. It includes over 6,000 titles (mostly nineteenth-
century editions), a collection of antique volumes including 65
sixteenth-century texts (now housed in the Princess’s Library) and a
series of nineteenth-century Italian and foreign magazines [ offline
digital catalogue ].
The Sergio Ortolani Library
The Ortolani Library consists of the eminent art historian’s
private collection, and was donated in 1949 by Ortolani’s heirs in the
execution of his will. It includes over 2,000 volumes, mostly editions
dating back to the first half of the twentieth century. They comprise
require restoration and the old and damaged locks need to be replaced. The over 6,000 books from the Santonastaso library preserved in a deposit need cabinets where they can be arranged properly.
128 129
1949. Comprende oltre 2000 volumi, in prevalenza edizioni della prima
metà del Novecento, opere di storia e di critica d’arte, cataloghi d’ar-
te, una preziosa raccolta di cataloghi di vendite all’asta ed esposizioni
temporanee d’arte in Italia e all’estero. Nel fondo sono presenti inoltre
testi di letteratura classica, storia, filosofia, storia e critica della filosofia
e della letteratura, letteratura straniera in lingua originale e una piccola
serie di libri d’antiquariato [ catalogo informatizzato offline ].
Periodici
Pubblicazioni italiane e straniere dell’Ottocento e dei primi
del Novecento tra cui figurano le seguenti testate: «Revue des deux
mondes», «Revue Britannique», «Nuova Antologia», «die Illustrir-
te Zeitung», «Journal pour tous», «L’illustration», «L’art de la mode»,
«The ladie’s field» [ da catalogare ].
Librerie verdi
Fondo di antiquariato costituito prevalentemente da libri prove-
nienti dalla biblioteca di Rocco Pagliara, accanto a volumi appartenuti
presumibilmente alle librerie della Principessa di Strongoli. La raccolta
comprende oltre 700 volumi in piccolo formato, edizioni rare e rarissime
di Sette e Ottocento, vestite con legature ornate e di pregio, ed ha un ca-
rattere prevalente di biblioteca di letterature straniere, in lingua originale
o tradotte in lingua francese [ da catalogare ].
Biblioteca Giuseppe Santonastaso
Oltre 6000 volumi editi nel XX secolo, di argomento prevalen-
temente storico e filosofico [ da catalogare ].
Biblioteca Cecilia Motzo Dentice d’Accadìa
Raccolta di opere di carattere pedagogico [ catalogo a schede ].
Gli opuscoli
In cartelle miscellanee e sciolti [ da catalogare ].
Rocco Pagliara
800 volumi della Biblioteca Rocco Pagliara non catalogati: dop-
pioni, esemplari incompleti, incerti o senza segnatura [ da catalogare ].
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
works of history and art criticism, art catalogues, and a precious
collection of art, auction and exhibition catalogues from Italy and
abroad. The collection also includes texts of classical literature, history,
philosophy, history and criticism of philosophy and literature, foreign
literature in the original language, and a small number of antiquarian
books [ offline digital catalogue ].
Periodicals
Nineteenth and early twentieth-century Italian and foreign
publications include the following publications: Revue Des Deux
Mondes, Revue Britannique, Nuova Antologia, Die Illustrierte Zeitung,
Journal Pour Tous, L'illustration, L’art De La Mode, The Ladies’ Field
[ to be catalogued ].
The “Green Libraries”
An antiques collection primarily consisting of books from
the library of Rocco Pagliara, alongside volumes presumed to have
belonged to the libraries of the Princess of Strongoli. The collection
includes over seven hundred volumes in small format, including rare
and extremely rare editions from the eighteenth and nineteenth
centuries, with ornate and valuable binding, made up mostly of foreign
literature in the original language or translated into French [ to be
catalogued ].
The Giuseppe Santonastaso Library
The library has over six thousand books on mainly historical and
philosophical themes published in the twentieth century [ to be catalogued ].
The Cecilia Motzo Dentice d’Accadia Library
Collection of pedagogical works [ card file ].
Opuscules
In miscellaneous folders and loose papers [ to be catalogued ].
Rocco Pagliara
Eight hundred uncatalogued volumes from the Rocco Pagliara
Library: duplication, incomplete specimens, uncertain or missing
signatures [ to be catalogued ].
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II. Fact-finding, study and research project
Magistero Antico
Fondo composito in cui sono presenti libri pedagogici del Ma-
gistero Antico e di Maria Antonietta Pagliara, volumi provenienti dalle
librerie private della Principessa, di Rocco Pagliara e di Gino Pierleoni.
Ne fanno parte una serie di opuscoli, una sezione geografica, fascicoli
e documenti [ da catalogare ].
Cataloghi d’arte
Fondo di cataloghi di gallerie e vendite all’asta [ inventariato, da
catalogare ].
La raccolta delle Piccole stampe
È formata da fotografie, autografi di artisti, una serie di imma-
ginette devozionali, collezioni di ex libris, biglietti da visita, ritagli da
libri e riviste, una raccolta di stampe (litografie) [ inventariata ].
Archivio fotografico
L’Istituto Suor Orsola Benincasa custodisce ancora oggi tutti i
manufatti storico-artistici e documentali che si sono sedimentati nella
cittadella monastica sin dalla sua fondazione. Tra questi si conservano
alcune raccolte fotografiche di diversa origine e tempi di composizio-
ne. Nel complesso si tratta di circa 10.500 immagini (fotografie, ritratti,
cartoline fotografiche, lastre negative su vetro, diapositive). Suddivise
in raccolte diverse, esse testimoniano le differenti attività svolte all’in-
terno dell’Istituto dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai giorni
nostri, ma anche i molteplici interessi e i legami dei protagonisti della
sua storia con l’ambiente culturale napoletano, italiano ed europeo.
Tale corpus fotografico si pone nella sua complessità come un insieme
di grande valore storico-artistico e documentario che testimonia le
innovazioni in campo didattico e tecnologico, i cambiamenti del gusto
e del costume e la funzione innovativa svolta dall’Istituto durante i 150
anni della sua storia.
Fondo antico
Il fondo si compone di circa 4000 immagini e dispone di un
inventario cartaceo di consistenza risalente agli anni 2000. Si tratta di
fotografie, ritratti, cartoline fotografiche, lastre negative su vetro e dia-
positive che coprono un arco temporale che va dal 1850 al 1950 circa e
che sono suddivise in:
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
The old teaching college
This is a composite collection housing pedagogical books from
the old teaching college and the Maria Antonietta Pagliara library. The
volumes come from the private libraries of the Princess, Rocco Pagliara
and Gino Pierleoni. They include a series of opuscules and a geography
section, as well as various files and documents [ to be catalogued ].
Art catalogues
Collection of catalogues from galleries and auction sales
[ inventoried, to be catalogued ].
The smaller prints collection
This collection consists of photographs, autographs of artists, a
series of holy pictures, collections of bookplates, visiting cards, clippings
from books and magazines, and a collection of prints (lithographs)
[ inventoried ].
The Suor Orsola Benincasa Institute Photographic Archive
The Suor Orsola Benincasa Institute still houses all the
historical and artistic works and documents accumulated in the
monastic complex since its foundation. Among these are some
photographic collections of various provenances and periods. Overall,
these amount to approximately 10,500 images (photographs, portraits,
photo post-cards, glass negative plates slides). They are divided into
different collections, and testify to the different activities carried out
at the Institute from the second half of the nineteenth century to the
present day, as well as the various interests and relationships of the
protagonists in its history with the Neapolitan, Italian and European
cultural environments. This complex photographic collection
is of great historical, artistic and documentary value, illustrating
pedagogical and technological innovations, and changes in taste and
behaviour as well as the innovative role played by the Institute during
its 150-year history.
The old collection
The collection consists of around 4,000 images inventoried
in the early twenty-first century. It consists of photographs, portraits,
photographic post-cards and glasss negative plates covering a time span
ranging from 1850 to 1950 divided into:
132 133
– Ritratti: si tratta per lo più di immagini che ritraggono per-
sonalità pubbliche o appartenenti agli ambienti culturali dei decenni
a cavallo tra XIX e XX secolo che furono in relazione con Adelai-
de del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli e Maria Antonietta e
Rocco Pagliara, come testimoniano le dediche autografate a margine.
Numerosi sono i ritratti di musicisti, compositori, cantanti, attori che
documentano i rapporti del collezionista napoletano con l’ambiente
musicale e letterario italiano ed europeo e che offrono un interessante
spaccato della cultura musicale tra Otto e Novecento.
– Paesaggi: tra i numerosi panorami, molti dei quali tedeschi, si
conservano immagini di edifici monumentali e delle residenze reali di
Casa Savoia (Monza, Gressonay, Roma) oltre alle vedute dei possedi-
menti della famiglia Pignatelli in Calabria (Cetara).
– Oggetti d’arte: si tratta di immagini di manufatti artistici di
diversa natura, dagli arredi a quadri, stampe, porcellane, vetri, cerami-
che, strumenti musicali conservati nell’Istituto o che componevano le
collezioni di Rocco Pagliara. Vi sono poi riproduzioni di opere d’arte
e monumenti utilizzati a fini didattici durante le attività formative.
– Suor Orsola: molte sono le immagini della sede storica dell’I-
stituto relative ai diversi ambienti del complesso e che documentano le
attività didattiche svolte nelle scuole (lezioni, attività laboratoriali, eser-
citazioni ginniche, saggi, prime comunioni, ecc.) e attività istituzionali
(visite ufficiali, conferenze, mostre, ecc.).
Fondo archivio antico
Comprende 35 lastre in gelatina al bromuro d’argento e circa
200 ritratti di personalità italiane e straniere vissute tra fine ’800 e pri-
mo ventennio del ’900.
Fondo scuole
Circa 450 fotografie a colori che testimoniano l’attività scolastica
(foto di gruppo, saggi, recite e manifestazioni varie) negli anni ’70-’90.
Fondo archivio generale
I sezione: dispone di un inventario analitico e raccoglie circa
800 immagini, fotografie originali e riproduzioni, nonché diapositive.
Si tratta di materiale edito o inedito pervenuto in Archivio in tempi e
circostanze diversi a seguito della pubblicazione di volumi sulla storia
dell’Istituto o di cataloghi delle collezioni museali (Mostra di incisioni di
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
– Portraits: these are mostly images portraying public or
cultural figures from the decades spanning the nineteenth and
twentieth centuries, related to Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess
of Strongoli and Maria Antonietta and Rocco Pagliara, as may be seen
from the autographed dedications in the margins. There are numerous
portraits of musicians, composers, singers, and actors documenting the
relationship of the Neapolitan collector with Italian and European
musical and literary environments, and they offer an interesting insight
into the musical culture of the nineteenth and twentieth centuries.
– Landscapes: among the various views, many of which are
German, are images of monumental buildings and the royal residences
of the House of Savoy (Monza, Gressonay, Rome) as well as views of
the property of the Pignatelli family in Calabria (Cetara).
– Objets d’art: these are images of artefacts of various kinds
housed at the Institute, from furniture to paintings, prints, porcelain,
glass, ceramics, musical instruments and those making up the Rocco
Pagliara collections. There are also reproductions of art works and
monuments, used for educational purposes during teaching.
– Suor Orsola’s: there are many images of the historical
site of the Institute showing the different areas within the complex,
documenting the educational activities carried out in the schools (classes,
laboratory activities, gymnastic exercises, plays, first communions, etc.)
and institutional activities (official visits, conferences, exhibitions, etc.).
The ancient archive collection
This includes 35 sheets of gelatin silver bromide and about 200
portraits of Italian and foreign figures who lived between the end of
the nineteenth century and the first two decades of the twentieth.
The schools collection
About 450 colour photographs capturing school activities
(groups, shows, plays and miscellaneous events) from the 70s to the 90s.
General archives collection
Section I: this contains an analytical inventory and includes
about 800 images, original photographs and reproductions, as well as
slides. It consists of published and unpublished material coming to the
Archive at different times and in different circumstances, following the
publication of books on the history of the Institute or catalogues of
Teodoro D'Errico (Dirck Hendricksz)Ritratto di Orsola Benincasaprimo quarto XVII sec.Olio su rame, cm 21,4 x 28,1Teodoro D'Errico (Dirck Hendricksz)Portrait of Orsola Benincasafirst quarter XVII sec.Oil on copper, 21.4 x 28.1 cm
134 135
G.B. Piranesi della Raccolta d’arte della Fondazione Pagliara, catalogo della
mostra, Napoli, 1978; Mostra di vedute di Napoli nella collezione di stampe
della raccolta d’arte Pagliara, Catalogo della mostra a cura di Anna Capu-
ti, Napoli, F. Giannini & Figli, 1981; M. Iodice, Suor Orsola. Cittadella
monastica nella Napoli del Seicento, Napoli, Mazzotta, 1987; La provincia
di Napoli, un luogo, una storia. L’Istituto Suor Orsola Benincasa a Napoli,
Napoli, 1990; L’Istituto Suor Orsola un secolo di cultura a Napoli, Napo-
li, Fausto Fiorentino Editore, 1995). Le immagini ritraggono ambienti,
attività delle Scuole e del Magistero, beni artistici delle collezioni mu-
seali, attività culturali, cerimonie e visite ufficiali, nonché riproduzioni
fotografiche di libri e di documenti dell’Archivio Antico.
II sezione: denominata “Attività culturali”, è di recente acquisi-
zione (2013) e comprende le fotografie (circa 5000) relative alle attivi-
tà culturali (conferenze, incontri seminariali, corsi di perfezionamento,
mostre, concerti, conferimento lauree honoris causa, inaugurazione anni
accademici...) organizzate negli anni 1990-2011 presso la sede dell’Isti-
tuto, anche in convenzione con l’Università degli Studi Suor Orsola
Benincasa o in collaborazione con altre prestigiose istituzioni culturali
non solo napoletane. La raccolta dunque documenta l’impegno edu-
cativo, culturale, scientifico dell’Istituto che, fedele alla sua vocazione
originaria di promozione pedagogica e culturale, si è affermato negli
anni come un’autentica “officina del sapere” (secondo la definizione di
Eugenio Garin) in un continuo dibattito e confronto con l’ambiente
culturale nazionale e internazionale.
2.8.2 Musei
Museo del giocattolo
Il Museo del Giocattolo di Napoli è un Museo dedicato alla me-
moria del bambino zingaro Ernst Lossa, vittima della campagna di euge-
netica nazista. Costituito in gran parte dalla Collezione Capuano (che ha
di recente incorporato parte della Collezione Cattaneo della Volta di San
Nicandro), si compone di oltre 1350 pezzi, al momento non tutti esposti
al pubblico per motivi di spazio, ed è in fase di riallestimento.
A tale nucleo centrale andrà aggiunta, una volta completata la cata-
logazione, la Collezione Salvatore, di proprietà dell’Università, costituita da
giochi elettronici e da tavolo. Attualmente, i giocattoli sono sinteticamente
esposti seguendo una schematica prima ripartizione non omogenea:
1.Bambole
2. Pupazzi e personaggi
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
museum collections (Exhibition of engravings by G.B. Piranesi from the
Pagliara Foundation Art Collection, exhibition catalogue, Naples, 1978;
Exhibition of views of Naples in the Prints Collection of the Pagliara Art
Collection, catalogue by Anna Caputi, Naples, F. Giannini & Sons, 1981;
M. Iodice, Suor Orsola. Cittadella monastica nella Napoli del Seicento, Napoli,
Mazzotta, 1987; La provincia di Napoli, Un luogo, una storia. L’Istituto
Suor Orsola Benincasa a Napoli, Napoli, 1990; L’Istituto Suor Orsola un
secolo di cultura a Napoli, Naples, Fausto Fiorentino Editore, 1995). The
photographs show the places, the activities in the schools and the
teaching college, the artistic heritage of museum collections, cultural
activities, ceremonies and official visits, in addition to photographic
reproductions of the books and documents in the Old Archive.
Section II: This section, “Cultural activities” is a recent
acquisition (2013) and includes around 5,000 photographs relating to
cultural activities (conferences, seminars, courses, exhibitions, concerts,
the conferral of honorary degrees, the opening of academic years...)
organised between 1990-2011 at the Institute, also in agreement with
Suor Orsola Benincasa University, or in collaboration with other
prestigious cultural institutions also outside Naples. The collection thus
documents the educational, cultural and scientific commitment of the
Institute which, in compliance with its original vocation of promoting
educational and cultural activities has established itself over the years
as a true “factory of knowledge” (in the words of Eugenio Garin) in
continuous exchange with the national cultural and international context.
2.8.2 Museums
The Toy Museum
The Naples Toy Museum is a museum dedicated to the
memory of the gipsy child Ernst Lossa, victim of the Nazi eugenics
campaign. Constituted largely by the Capuano Collection (which
has recently incorporated part of the Cattaneo della Volta di San
Nicandro Collection), it consists of more than 1,350 pieces, not all of
which are on show due to lack of space.
This core will be supplemented by the Salvatore Collection
consisting of board and electronic games belonging to Unisob once
it has been catalogued. Currently, the toys are exhibited following a
preliminary heterogeneous distribution:
1. Dolls
2. Puppets and figures
136 137
3. Giochi di legno e teatrini
4. Giochi da tavolo
5.Giocattoli militari e soldatini
6.Giocattoli di latta
Ai giocattoli dovrà aggiungersi un piccolo fondo di libri dedi-
cati alla Storia del Giocattolo, al collezionismo dei giocattoli, alle teorie
del gioco e del giocattolo: circa 100 volumi.
Il pubblico del museo Il nuovo Museo del giocattolo dovrà con-
ciliare diverse esigenze collegate ai differenti target di utenza, divisi in
tre grandi categorie:
1. Studiosi, collezionisti, insegnanti di scuole superiori: si tratta
di una utenza esperta, attenta ai dettagli e vicina alla materia per sen-
sibilità e formazione, rispetto alla quale diventa importante il rigore
scientifico dell’informazione e l’accessibilità ai dati di studio.
2. Turisti, studenti universitari, genitori, accompagnatori adulti,
insegnanti di scuole elementari: si tratta di un’utenza coinvolta più emo-
tivamente che culturalmente, sebbene vadano fatte le debite distinzioni (è
immediatamente evidente, ad esempio, che i turisti provenienti dal centro
Europa rappresentino una fascia mediamente più colta e interessata, con
una buona cultura del gioco): questo pubblico pone attenzione al medium,
in quanto, essendo alla ricerca di emozioni, sarà maggiormente colpito
dalla musealizzazione che dall’oggetto stesso.
3. Bambini: tra i principali destinatari del Museo, rappresentano
l’utenza forse più esigente e problematica per le diverse modalità di frui-
zione: orizzontale, incentrata sulle attività (visita guidata, visita interattiva,
laboratori creativi, attività ludica, ecc.), oppure verticale, differenziata per
fasce d’età, livelli culturali e ed eventuali problematiche personali, legate
alla salute o a qualunque tipo di disagio o motivazione. Trasversalmente a
tali categorie si vanno ad aggiungere le varie disabilità, rispetto alle qua-
li diventa fondamentale la rimozione delle barriere architettoniche e la
costruzione di visite dedicate, anche in collaborazione con il Servizio di
Ateneo per le Attività di studenti con Disabilità.
Le attività Sulla base dei modelli proposti nei maggiori mu-
sei europei di questo tipo, il Museo del giocattolo dovrebbe proporsi
come uno spazio fruibile a vari livelli.
1. Arte: il Museo del giocattolo è prima di tutto un luogo di
interpretazione e fruizione di prodotti artigianali e artistici di qualità, di
grande valore sotto il profilo storico-artistico, capaci di suscitare profon-
de emozioni. La dimensione dell’infanzia, sebbene talora idealizzata, fa
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
3. Wooden toys and theatres
4. Board games
5. Military toys and soldiers
6.Tin toys
To the toys will be added a small collection of books dedicated
to the history of toys, toy collecting, and the theory of play and toys:
there are about 100 volumes.
Museum visitors The new Toy Museum will reconcile various
requirements related to different targets, divided into three broad
categories:
1. Scholars, collectors, high school teachers: these are expert
users, attentive to detail having a close relationship with this subject
matter in terms of sensitivity and training. They expect scientific rigour
and access to study data.
2. Tourists, college students, parents, adult guides, elementary
school teachers: these are more superficial and distracted, involved more
emotionally than culturally, although distinctions need to be made (for
example, tourists from central Europe are on average a more educated and
interested target, with a high level of play culture): this audience, in search of
emotional stimulation, requires attention to the medium, and will be more
impressed by the way the museum is set up than by the items themselves.
3. Children: these are among the main targets of the Museum,
but represent perhaps the most demanding and problematic group in
terms of the different modalities of use: horizontal, focused on activities
(guided tours, interactive visits, creative workshops, recreational
activities, etc.), or vertical, differentiated by age, cultural level and
possible personal problems perhaps health-related or connected with
well-being or motivation. To all these categories various disabilities
must be added, so it is essential to remove architectural barriers and to
organise dedicated visits, collaborating with the university’s Students
with Disabilities Office.
The activities In line with the models offered by the major
European museums of this kind, the Toy Museum aims to be a
polyfunctional space.
1. Art: before all else, the Toy Museum is a place where one
can interpret and use items of great historical and artistic value
and thus focus on the outstanding artistry and craftsmanship of the
products and appreciate their strong emotional impact. The dimension
of childhood, although sometimes idealised, finds its reference point
138 139
capo ad un’esperienza che accomuna tutti e alla quale è difficile sottrarsi
sul piano emotivo. Sarà necessario assecondare questo aspetto fondante
nel ripensarne l’allestimento e nel dotarlo degli strumenti di fruizione.
In particolare poi, uno dei motivi ispiratori e denominatore comune
del giocattolo, della storia e dell’infanzia, è la Memoria. A partire dalla
dedica ad Ernest Lossa, infatti, il tema della memoria, non intesa solo
come semplice celebrazione, colloca il Museo del giocattolo di Napoli
tra i luoghi di narrazione di storie collettive e individuali a sostegno di
diritti storicamente negati. Lossa, Croce, Handler, Scavini, Collodi, Mar-
tin, Luisa Spagnoli, Callois, Cardini, solo per citare alcuni nomi: la Storia
del Giocattolo è – anche al di là dell’aneddotica – storia di storie, di idee,
di passioni, di umanità. Al fine di divulgare questo patrimonio morale, è
auspicabile la stampa, in tempi rapidi, di una nuova edizione del catalogo
da distribuire, unitamente a gadgets di ogni genere (pins, borse, magneti,
matite, ecc.), presso un bookshop e nei principali circuiti di vendita di libri
d’arte (Gestione e Marketing saranno sviluppati nel contesto del Piano
di Gestione Integrata del Museo Universitario Unisob).
2. Didattica: i modelli presenti all’interno del Museo rappre-
sentano uno spaccato completo dei più significativi giocattoli antichi e
vintage (dall’epoca romana ai primi anni ’70) sotto i seguenti profili:
a. tipologie
b. materiali
c. marche
d. meccanismi
L’esposizione rappresenta uno strumento didattico unico e sto-
ricamente, logicamente e funzionalmente connesso all’insegnamento di
Storia del Giocattolo. L’allestimento dovrà quindi tenere conto di questa
vocazione didattica di livello universitario, anche attraverso la realizzazione
di una vera e propria aula, attrezzata per l’insegnamento e le conferenze.
3. Ricerca: parimenti connessa all’area sub. 2 è l’area della ri-
cerca. La dimensione ludica, vista sotto il profilo storico, sociologico,
economico, antropologico è un’area ancora poco battuta dalla ricerca
scientifica, soprattutto in Italia. In particolare, per gli aspetti che riguar-
dano il giocattolo, la sua storia, il significato, la funzione, le fabbriche;
ancora di più se si considera la produzione italiana. Sarà utile mettere
a disposizione di studenti e ricercatori la piccola biblioteca di testi sul
tema del gioco e del giocattolo, allestendo un’area di lettura e consul-
tazione, attrezzata anche per l’accesso via internet al sito del Museo e
ad eventuali supporti informatici.
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
in a common and emotionally lasting experience, so any rethinking
of the exhibition will need to respond to this fundamental aspect,
implementing appropriate tools to enhance its enjoyment. Mostly, the
major link between toys, history and childhood is memory. In fact, the
theme of memory, starting from the museum’s dedication to Ernest
Lossa, is conceived not only as a mere celebration, but places the Toy
Museum of Naples among those places that tell a story able to draw
attention to historically denied human rights: Lossa, Croce, Handler,
Scavini, Collodi, Martin, Luisa Spagnoli, Callois, Cardini, just to name
a few. The History of the Toy is – going beyond the anecdotal level – a
history of stories, ideas, passions and humanity. To give substance to
this moral heritage, and display it to its best advantage, a new edition of
the Museum catalogue will be produced along with a range of gadgets
(badges, bags, magnets, pencils, etc.), which will go on sale at the
Museum Bookshop (the management and marketing will be organised
in the context of the Integrated Management Plan of the Unisob
University Museum).
2. Education: the items on display in the museum present a
complete cross-section of the most significant historical and vintage
toys (from Roman times to the early ’70s) grouped as follows:
a. types
b. materials
c. brands
d. mechanisms
The exhibition is thus a unique educational tool, associated
historically, logically and functionally with the university ‘History of
Toys’ course. The organisation of the new Toy Museum must therefore
take into account this university role, with a fully equipped classroom,
suitable for teaching and conferences.
3. Research: The dimension of ludic activities, seen from a
historical, sociological, economic, and anthropological prospective,
has barely been addressed by scientific research, especially in Italy,
and in particular, there is a lack of interest in matters relating to toys,
their history and significance or their role and production; even
more so in terms of Italian manufacture. It will be useful to make
the small library of books on the theme of play and toys available
to students and researchers, setting up an area for reading and
consultation, with Internet access to the museum website and any
other techonological support.
140 141
4. Ludoteca: specie per i più piccoli il Museo del giocattolo è
per definizione il luogo del gioco. L’efficacia della visita guidata è forte-
mente collegata alla possibilità di esprimersi giocando, in modo creativo,
formativo, ma anche attraverso il gioco libero. Si dovrà andare incontro
pertanto all’esigenza dei più piccoli di imparare manipolando oggetti e
materiali, per cui sarà necessario disporre di forme di interazione ludica
alla portata sia fisica che psicologica dei più piccoli. Sarà da incrementare
la produzione di App dedicate, da realizzare con il Centro di Ricerca
Scienza Nuova. L’attività ricreativa e ludica potrà col tempo andare oltre
la visita del Museo, con la realizzazione di uno spazio attrezzato per i
giochi nell’adiacente giardino, che potrà offrire momenti di relax e gioco
ai bambini e alle loro famiglie.
5. Mostre: in linea con una idea avanzata di museo, accanto alla
valorizzazione della collezione il Museo dovrà proporsi come spazio a
disposizione di mostre provenienti dall’esterno. Sarà necessario dotarsi,
presumibilmente nel lungo corridoio, di una struttura espositiva che
permetta di accogliere alcune mostre temporanee (altre importanti col-
lezioni di giocattoli, mostre su temi affini. Es: l’editoria per l’infanzia).
6. Eventi: dibattiti, presentazioni di libri e cataloghi, convegni,
eventi commemorativi (la giornata del Bambino, la giornata della Me-
moria, la giornata dei Nonni, le feste Natalizie). Il Museo del giocat-
tolo potrà offrire infiniti spunti per la realizzazione di eventi, collegati
a molte tematiche direttamente o indirettamente connesse al gioco,
al giocattolo, all’infanzia. In particolare, sarebbe interessante offrire al
Museo del giocattolo occasioni di presentazione e utilizzo di nuovi
giochi e giocattoli in collaborazione con le grandi case di produzione
e distribuzione, creando eventualmente appuntamenti fissi di gioco da
tavola, elettronico o di collaudo (sul modello di quanto già sperimen-
tato con successo in Ludicampania). Importantissimo sarebbe promuo-
vere all’interno del Museo una mostra scambio di giocattoli antichi
sul modello di quanto già in essere da tempo nelle grandi città italiane
(Novegro a Milano, Bambole a Cremona, Barbie a Calenzano, ecc.).
7. Turismo: in un’ottica di riqualificazione di tutto il territorio e in
vista del riconoscimento dell’Unesco, diventa imprescindibile valorizzare
l’intera area museale al fine di renderla un polo di attrazione turistica. Il
Museo del Giocattolo potrà essere volano di interesse ed elemento trainan-
te di grande forza, a patto di renderlo effettivamente disponibile e fruibile:
la riorganizzazione degli spazi non potrà ottenere da sola questo effetto.
Sarà necessario perciò il prolungamento degli orari di apertura attuali sia
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
4. Games room: the Toy Museum is a playground by definition,
especially for the very young. We have often had occasion to note that
the effectiveness of the visit is closely linked to the chance the children
have to express themselves by playing in a creative, educational, but also
free way. It is therefore very important for the Museum to meet the
needs of children by allowing them to learn by handling objects and
materials, so games that come within the physical and psychological
capabilities of even the youngest children will have to be provided. It
will naturally be important to increase the whole range of dedicated
Apps available.
The recreational and play activities may eventually go beyond a
visit to the Museum, with the creation of a playground in the museum
garden, which will provide a relaxation and play area for children and
their families.
5. Exhibitions: in line with our advanced idea of what a
museum should be, as well as using the collection to its best advantage,
the museum should also act as a space available for temporary
exhibitions. An exhibition facility will be needed to host some
temporary exhibitions (and other important collections of toys or
exhibitions on related topics, such as publishing for children).
6. Events: debates, book presentations, conferences,
commemorative events (the day of the Child, Memorial Day,
Grandparents’ Day, the Christmas holidays). The Toy Museum will
offer endless ideas for putting on events linked to any number of
themes directly or indirectly related to play, toys or childhood. In
particular, it might be interesting to hold presentations of new games
or toys at the museum, in close contact with large toy companies
and distributors, setting up regular meetings for board and electronic
games or for testing them out (along similar lines as the successful
Ludicampania experience). It would be very important to promote
here at the Museum an exhibition/exchange of antique toys like the
ones that have already been taking place for some time in many large
Italian cities (Novegro in Milan, Cremona Dolls, Barbie Calenzano
(Florence), etc.).
7. Tourism: in order to redevelop the whole territory and
with a view to Unesco recognition, it is essential to make the best
possible use of the entire museum area in order for it to become a
tourist attraction. We have often seen how the Toy Museum can be
a big attractor and a powerful spearhead if it is made available and
142 143
giornalieri che fine settimanali con inclusione (almeno) del sabato e una
gestione decisamente più professionale delle visite organizzate e non. Sarà
indispensabile, tra l’altro, incrementare tutti gli strumenti elettronici e car-
tacei necessari alla guida delle visite, nonché garantire una comoda gestio-
ne degli aspetti logistici per il raggiungimento del sito (attraverso eventuale
navetta dalla stazione e/o dal porto, aree di parcheggio, segnaletica esterna
ed interna) e di promozione attraverso una strutturata campagna pubbli-
citaria, convenzioni con compagnie di trasporti navali e ferroviari, agenzie
turistiche, siti web dedicati.
Antico Laboratorio storico-scientifico Adelaide Del Balzo Pignatelli
L’antico laboratorio storico scientifico ‘Adelaide Del Balzo Pigna-
telli Principessa di Strongoli’, collocato al piano delle scienze dell’Istituto
Suor Orsola Benincasa, è nato alla fine del 1800 per istruire le allieve dei
Corsi Magistrali, Professionali e Tecnici delle Scuole, del Magistero Su-
periore e del Magistero Industriale. Esso contiene una ricca collezione
di reperti zoologici, anatomici, malacologici, modelli di botanica, biologia,
anatomia, quadri didattici, foto per stereoscopi, un’ampia raccolta di roc-
ce e di minerali, nonché un centinaio di fossili e vetreria scientifica con
cui poter ricomporre apparecchi antichi, utili per esperimenti di chimica.
La collezione di apparecchi di fisica, in massima parte funzionanti perché
recentemente restaurati, è perfettamente fruibile. Conservata nei vecchi
armadi ottocenteschi, è collocata negli affascinanti locali originari con l’al-
lestimento tipico dei grandi laboratori ottocenteschi. Il primo apparecchio
introdotto, un tellurio, risale al 1860 circa.
Alcuni reperti zoologici, paleontologici, apparecchi di fisica (so-
prattutto apparecchi di misura e di acustica), la vetreria e qualche mobile
contenitore necessitano di restauro, così come occorre una ricataloga-
zione dei campioni paleontologici e malacologici anche alla luce della
moderna sistematica. Sono indispensabili, inoltre, lavori manutentivi di
routine ed alcuni contenitori nuovi per i reperti geomineralogici, onde
migliorarne lo stato espositivo. Complessivamente il laboratorio com-
prende circa 3800 reperti, la maggior parte dei quali è in discreto stato di
conservazione.
Fondazione Pagliara
Le collezioni d’arte della Fondazione Pagliara costituiscono oggi
il nucleo più importante e rappresentativo del patrimonio storico-artisti-
co, culturale e istituzionale, dell’Università Suor Orsola Benincasa.
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
accessible, but it is not enough just to reorganise the exhibition space.
It will therefore be necessary to extend opening hours to include (at
least) Saturdays, and to have a much more professional management
of guided visits and visiting in general. It will also be necessary to
produce and increase all the hard and digital facilities visitors may
need, and to ensure transport to and from the museum (possible
shuttle to/from the station and/or the port, parking areas, road
signs) and to set up forms of promotion by means of an organised
advertising campaign, agreements with ship and rail companies, travel/
tourism agencies, and dedicated websites.
The Old Adelaide Del Balzo Pignatelli History and Science Room
The old “Adelaide Del Balzo Princess Pignatelli Strongoli”
history and science room, situated on the Sciences floor of the Suor
Orsola Benincasa Institute, was founded in 1800 for the students of
the Education, Professional, and Technical Courses and the Higher
level and Industrial Education courses. It contains a rich collection of
zoological, anatomical, and malacological exhibits, as well as models
used in botany, biology, and anatomy. There are also educational
panels and stereoscope photographs, plus a large collection of rocks
and minerals, as well as hundreds of fossils and scientific glassware
which can be used to reconstruct ancient equipment for chemistry
experiments. The collection of physics devices – almost all of which
are functioning, following recent restoration, is extremely interesting
and perfectly usable. It is kept in nineteenth-century cabinets in
the original location, preserving the typical layout of the great
nineteenth-century laboratories. The oldest device, a tellurium, dates
back to about 1860.
Some zoological, paleontological, and physics devices (especially
for measuring and acoustic tests), glassware and some cabinets are in
need of restoration, and the paleontological and malacological collection
require recataloguing. In addition, routine maintenance works and some
new containers (boxes) are needed for the geomineralogical items, in
order to display them better. Overall, the workshop includes about 3,800
artefacts, most of which are in fairly good condition.
The Pagliara Foundation
The art collections of the Pagliara Foundation now form the
most important and representative core of the historical, artistic, cultural
144 145
Donate nel 1947 dalla pedagogista e direttrice dell’allora Istituto
Universitario di Magistero, Maria Antonietta Pagliara, le collezioni fanno
corpo con la Fondazione istituita in quell’anno, che porta il nome della
stessa Pagliara e della sorella Adelaide, le quali vollero legare al Suor Or-
sola parte del fondo ereditato dal fratello Rocco ai principi del secolo.
Scopo della donazione fu inizialmente la volontà di integrare l’opera cul-
turale ed educativa dell’Istituto, fornendo agli allievi la possibilità di per-
fezionare gli studi storico-artistici a contatto diretto con le opere d’arte.
Nel tempo, tuttavia, la valorizzazione, la catalogazione e la conoscenza più
approfondita delle collezioni, hanno enormemente allargato le possibilità
di fruizione di questo prezioso materiale, in una dinamica sia interna alle
esigenze dei corsi universitari – dunque di conservazione, tutela, restauro
– sia rivolta all’esterno, mediante la realizzazione di mostre, convegni, pub-
blicazioni, concerti. Al compimento di tale svolta, tuttora in atto, hanno
certo contribuito il Corso di Laurea, istituito nel 1991 dall’ Istituto uni-
versitario, di Storia e Conservazione dei Beni Culturali (uno dei primi in
Italia) e quelli, più recenti, di Restauro, di Turismo per i Beni Culturali,
di Scienze della comunicazione. Sicché si può affermare che dall’ottica
bifronte del «conservare per conoscere» e del «conoscere per conservare»,
richiamata giustamente, nel 1994, da Ferdinando Bologna ricordando il
favorevole contesto nel quale presero avvio sia l’insegnamento delle di-
scipline storico artistiche nel Magistero, sia la prima sistemazione museale
delle raccolte d’arte, si è passati ad una prospettiva policentrica, scaturi-
ta dalla disponibilità di opere finalmente restaurate e catalogate, come
dall’ampliarsi delle conoscenze su un terreno sempre più interdisciplinare.
L’origine delle collezioni è nella multiforme personalità di
Rocco Pagliara (nato a Baronissi nel 1855, morto a Napoli nel 1914),
musicologo e bibliofilo, poeta, critico d’arte, giornalista, che dal 1889 fu
bibliotecario e poi anche direttore amministrativo del Conservatorio
di San Pietro a Maiella. Solo di recente gli studi hanno messo in luce
la dimensione europea degli interessi culturali del Pagliara, che fu in
contatto con eminenti intellettuali a Napoli e all’estero, contribuendo,
fra l’altro, a far conoscere in Italia la produzione musicale contempora-
nea tedesca e francese. Per tali aspetti, si rinvia agli studi di Maria Teresa
Penta, Rocco Pagliara e la cultura a Napoli fra Ottocento e Novecento, in
L’Europa a Napoli. Rocco Pagliara 1856-1914, mostra e catalogo a cura di
Maria Teresa Penta, Napoli 2003, Francesco Bissoli, La biblioteca musicale
della Fondazione Pagliara, Lucca 2007, Paola Villani, La seduzione dell’arte.
Pagliara, Di Giacomo, Pica: i carteggi, Napoli 2010. Nell’espletamento del-
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
and institutional heritage of Suor Orsola Benincasa University.
Donated in 1947 by Maria Antonietta Pagliara, educationalist
and director of the former University Institute of Education, the
collections come from the Foundation established in that year, named
after Maria Antonietta Pagliara herself and her sister Adelaide, who
wanted to bind to Suor Orsola’s a part of the collection inherited
from their brother Rocco in the early twentieth century. The purpose
of the donation was initially the desire to bring together the cultural
and educational work of the institute, giving students the opportunity
to further their studies of art and history by coming directly into
contact with artistic masterpieces. With time, however, use, cataloging
and greater knowledge of the collections have greatly increased the
possibility of exploiting them for university lectures, and thus for
conservation, protection, and restoration – and outside the university,
there have been exhibitions, conferences, concerts and publications.
A contribution to this ongoing outreach has most definitely come
from the History and Cultural Heritage Degree established in 1991
(one of the first in Italy) at the University, and the more recent
ones in Restoration and Tourism for Cultural Heritage, Media and
Communication. Thus, it may be said that from the dual perspective of
“preserving to understand” and “understanding to preserve” rightly set
out in 1994 by Ferdinando Bologna, recalling the favourable context
in which both historical and artistic subjects began to be taught at
the Teaching College, and the earliest exhibitions of the museum’s art
collections, we have moved towards a polycentric perspective, triggered
by the availability of works that had finally been restored and catalogued,
and the implementation of a broader, interdisciplinary approach.
The collections began with that of the musicologist and
eclectic bibliophile, poet, art critic and journalist Rocco Pagliara
(Baronissi, Salerno 1855 – Naples 1914). He was librarian and later
managing director of the San Pietro a Maiella Conservatoire from
1889. Only recently have studies highlighted the European dimension
of Pagliara’s cultural interests which brought him into contact with
eminent intellectuals in Naples and abroad, also contributing to the
dissemination and teaching of contemporary French and German
music in Italy. In carrying out his various activities, Pagliara showed
a keen and voracious interest in all forms of art, bringing together
paintings, sculptures, drawings, miniatures, prints, books, texts and music
manuscripts, ceramics, porcelain, stained glass, clocks and collectibles,
146 147
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
le sue diverse attività, il Pagliara manifestò un interesse appassionato e
onnivoro per ogni forma di arte, radunando dipinti, sculture, disegni,
miniature, stampe, libri, testi e manoscritti musicali, ceramiche, porcel-
lane, vetrate, orologi e oggetti rari, arredi lignei, tessuti, paramenti sacri,
argenti, strumenti musicali, costumi teatrali. Quasi inseguendo un ide-
ale di Gesamtkunstwerk, in una pluralità di linguaggi e di accrescimenti
continui della raccolta, destinata a coincidere con la vita stessa del col-
lezionista. Il tutto andò accumulandosi, tra gli ultimi decenni del XIX
secolo e gli inizi del successsivo, nella Villa Belvedere al Vomero, già di
proprietà dei marchesi Acquaviva Medici.
Alla morte del Pagliara, le sorelle Adelaide e Maria Antonietta
fecero trasferire una parte cospicua delle collezioni presso l’Istituto
Universitario Suor Orsola Benincasa. Risale al 18 luglio 1920 il più
antico inventario degli oggetti depositati; esso comprendeva 229 quadri,
185 mobili, 133 cristalli, 206 porcellane, 177 argenti, 171 oggetti diversi;
pervennero inoltre, per intero, al Suor Orsola, la raccolta di stampe, am-
montante a 15.000 pezzi, quella dei bozzetti teatrali, la biblioteca musi-
cale, gli strumenti musicali; i libri furono donati nel 1922 alla biblioteca
dell’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma (cfr. Biblioteca
Rocco Pagliara. Un caleidoscopio napoletano di fine Ottocento, Roma 2002).
Il Museo, inaugurato nel 1952, è attualmente ubicato nella sede
storica dell’Università Suor Orsola Benincasa, in una serie di celle
dell’antico convento di monache prospicienti il chiostro grande dell’e-
dificio seicentesco. La sistemazione e la valorizzazione della raccolta
museale hanno avuto, sin dalle origini, un percorso parallelo a quello
dell’insegnamento delle discipline storico-artistiche nell’Istituto uni-
versitario. A Sergio Ortolani, che tenne la cattedra di storia medievale
e moderna dal 1939 al 1949, si devono l’ideazione, l’allestimento e gran
parte dei criteri attributivi con i quali le opere sono, a tutt’oggi, esposte.
Valerio Mariani, che ebbe l’incarico di insegnamento dal 1949 al 1969,
proseguì la sistemazione dei dipinti e di una parte scelta dei mobili e
degli oggetti della raccolta, che venne aperta nel marzo 1952. Mario
Rotili, che subentrò a Mariani nel 1969, proseguendo l’attività di revi-
sione e riorganizzazione museale intrapresa dal suo maestro, completò
la schedatura e l’apprezzamento economico degli oggetti esposti nel
Museo Pagliara. L’inventario redatto dal Rotili nel 1972, conservato
fra le carte dell’archivio Pagliara, fu pubblicato quasi integralmente nel
1985, nel volume sulla raccolta d’arte a cura di Anna Caputi e Maria
Teresa Penta.
wooden furniture, fabrics, tapestries, silver, musical instruments, and
theatrical costumes. He almost seemed to be chasing an ideal of
Gesamtkunstwerk, in a plurality of languages, continuously enlarging his
life-long collection. It was all accumulated, from the last decades of the
19th century to the early 20th, at Villa Belvedere in Posillipo, formerly the
property of the Marquis Acquaviva Medici.
Upon Pagliara’s death, his sisters Adelaide and Maria Antoinetta
had much of the collections transferred to Suor Orsola Benincasa
University. The oldest inventory dates back to July 18, 1920; it included
229 paintings, 185 pieces of furniture, 133 items of crystal, 206 of
porcelain, 177 of silver, and 171 miscellaneous objects. Suor Orsola’s
also received the entire print collection, amounting to around 15,000
pieces, plus theatre sketches, the music library, and a number of musical
instruments. The books were donated to the library of the Rome
Institute of Archaeology and History in 1922.
The museum, which opened in 1952, is currently located in
the historical site of Suor Orsola Benincasa University, in a series of
cells belonging to the old convent overlooking the large seventeenth-
century cloister. The organisation and use of the museum collection
have always run parallel to history of art teaching at the university.
Sergio Ortolani, who held the chair of Mediaeval and Modern history
from 1939 to 1949, was responsible for the idea, the construction, and
much of the information accompanying the exhibits on show today.
Valerio Mariani, who taught from 1949 to 1969, continued the work
of sorting the paintings and a selected part of the furniture and objects
of the collection, which opened to the public in March 1952. Mario
Rotili, who took over from Mariani in 1969, continued the review and
reorganisation of the museum undertaken by his mentor, completing
the filing and economic evaluation of the items. The inventory drawn
up by Rotili in 1972, preserved among the papers of the Pagliara
archive, was published almost without change in 1985, in a volume on
the art collection by Anna Caputi and Maria Teresa Penta.
The original exhibition, unchanged from 1952 to 1992,
included 155 paintings, furniture, ceramics, porcelain and decorative
items, divided over sixteen rooms, organised in such a way that it
stood, so to speak, midway between the history of art and social
history, leading visitors along a path that not only examined the
knowledge of artistic production from the sixteenth to the nineteenth
century, but also changing tastes over that period. Starting from the
Domenico Theotocopuli‘Il Greco’ (Candia 1541 – Toledo 1614)Stimmate di San Francesco c. 1570Olio su tavola, cm 28,5 x 20Doménikos Theotokópoulos
‘El Greco’(Candia 1541 – Toledo 1614)Stigmata of St. Francisc. 1570Oil on panel, 28.5 x 20 cm
first two rooms, dedicated to the sixteenth century, visitors could
follow a historical route leading up to the close of the nineteenth
century. The last three rooms housed the Cabinet of Drawings and
Prints and a room dedicated to music, with sheet music and musical
instruments. After the restoration of the Institute buildings in the
early nineties, the museum was reduced to eleven rooms, and sixty
paintings were put into storage, where they are still located, together
with other works from the collection. This rearrangement meant
that several pieces of fine furniture, lamps, textiles, and miscellaneous
items were also excluded.
The interest of the part of the collection currently displayed
lies mainly in its variety, reflecting a decadent taste which found
its fullest expression in Rocco Pagliara’s Villa Belvedere. Despite
the early removal of bulky furniture and works of art, the gallery
still retains some true gems; among these are certainly worthy of
mention the sixteenth-century Stigmata of St. Francis by Dominikos
Theotokopoulos (“El Greco”), signed and dated around 1570, and
a Madonna and Child by Scipione Pulzone, as well as a fragment
of an altarpiece with Paul III, Charles V and dignitaries, and several
northern paintings on wood. Representing the seventeenth century
are ‘Esther and Ahasuerus’ by Bernardo Cavallino, and ‘Vanity
and Wisdom’ formerly attributed to Angelo Caroselli and then
reattributed by Ferdinando Bologna to Antiveduto Grammatica,
‘David Victorious’ by the author of the ‘Annunciation to the
Shepherds’, a ‘Battle’ by Aniello Falcone, a ‘Resting Farmer’ of the
‘bambocciante’ Michiel Sweerts, a ‘Virgin, Holy Child and Dominican
Saints by Luca Giordano, a preparatory sketch for the altarpiece in
the church of the Rosariello alle Pigne, and a ‘Bacchanal’ by Giacomo
del Po. Of particularly high quality are the paintings on display in
the room devoted to Still Life, a genre little studied in Southern art
historiography, but greatly appreciated by collectors; among them
stands out an unusual ‘Still Life with Music and Musical instruments’
attributed to the circle of Evaristo Baschenis, two paintings by
Francesco Fieravino (“Il Maltese”), a ‘Still life with Carpets and
Navigational Instruments’ and a ‘Still Life with Carpets and Musical
Instruments’; two paintings of Roses by Mario Nuzzi (Mario de’
Fiori), ‘Carnations’, attributed to Giovan Battista Ruoppolo, and
two paintings of flowers and fruit by Gaspare Lopez. The collection
includes two important paintings from the eighteenth century, a
148 149
Nell’allestimento originario, rimasto invariato dal 1952 al 1992,
figuravano 155 dipinti, mobili, ceramiche, porcellane e oggetti d’arredo,
divisi in sedici sale, secondo un criterio che intendeva porsi a metà stra-
da fra la storia dell’arte e la storia del costume, proponendo al visitatore
un percorso che guardasse non solo alla conoscenza della produzione
artistica dal XVI al XIX secolo, ma evidenziasse le modificazioni del
gusto. Dalle prime due sale, dedicate al Cinquecento, si delineava un
itinerario storico che giungeva fino alla fine dell’Ottocento; negli ulti-
mi tre ambienti erano ubicati il Gabinetto dei disegni e delle stampe e
una sala dedicata alla musica, con spartiti e strumenti musicali. Dopo il
restauro, nei primi anni Novanta, delle strutture dell’Istituto, il percor-
so museale fu ridotto a 11 sale, 60 dipinti furono spostati nei depositi,
dove si trovano tuttora insieme ad altre opere della collezione. Nel ri-
allestimento rimasero esclusi anche diversi mobili di pregio, lampadari,
tessuti, oggetti vari.
L’interesse della collezione, nella parte già musealizzata, risiede
soprattutto nella sua varietà, specchio di un gusto decadente, che aveva
trovato la sua espressione più compiuta nella Villa Belvedere di Rocco
Pagliara. Nonostante le precoci alienazioni di opere e arredi ingombran-
ti, la pinacoteca conserva tuttora veri e propri gioielli; tra questi vanno
senz’altro segnalati, per il Cinquecento, la tavoletta con le Stimmate di
San Francesco di Domenico Theotocopoulos, detto il Greco, firmata e
databile verso il 1570, una Madonna con Bambino di Scipione Pulzone, il
frammento di pala con Paolo III, Carlo V e dignitari, diverse tavole di
ambito nordico; per il Seicento, Ester e Assuero di Bernardo Cavallino, Va-
nità e saggezza già attribuita ad Angelo Caroselli e restituita ad Antiveduto
Grammatica da Ferdinando Bologna, David vincitore del Maestro degli
Annunci ai pastori, una Battaglia di Aniello Falcone, Contadino in riposo del
bambocciante Michiel Sweerts, una Madonna con Bambino e santi dome-
nicani di Luca Giordano, bozzetto preparatorio per la pala nella chiesa
del Rosariello alle pigne, un Baccanale di Giacomo del Po. Di notevole
qualità sono i dipinti che illustrano la sala dedicata alla natura morta, un
genere poco indagato nella storiografia artistica meridionale, ma molto
apprezzato dal collezionismo; tra questi, emergono una singolare Natu-
ra morta con spartiti e strumenti musicali attribuita alla cerchia di Evaristo
Baschenis, due dipinti di Francesco Fieravino detto il Maltese, rispet-
tivamente una Natura morta con tappeti e strumenti di navigazione e una
Natura morta con tappeti e strumenti musicali, due tele raffiguranti rose di
Mario Nuzzi detto Mario de’ fiori; Garofani attribuito a Giovan Battista
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
J.B. Camille CorotPaesaggio Olio su tela, cm 24 x 19,5J.B. Camille CorotLandscape Oil on canvas, 24 x 19.5 cm
150 151
Ruoppolo, due quadri di fiori e frutta di Gaspare Lopez. Per il Settecen-
to vanno ricordati due importanti dipinti di Giuseppe Bonito, il Ritratto
del musicista Niccolò Jommelli e San Giuseppe e Gesù bambino, un bozzetto
di Francesco De Mura con Cristo che dà la comunione a un Santo, due
splendidi ritratti di Principini della famiglia di Carlo III di Borbone, di-
verse Rovine di Leonardo Coccorante, un Autoritratto del pittore Paolo de
Majo, e ritratti di letterati, giureconsulti e musicisti ancora anonimi.
L’Ottocento è il secolo maggiormente rappresentato, soprat-
tutto nel primitivo allestimento della collezione, e con ulteriori appro-
fondimenti degli studi storico-artistici e incrementi espositivi potrebbe
riservare non poche sorprese. Nella prima metà del secolo si collocano
due formidabili ritratti virili, attribuiti rispettivamente a Jacques Louis
David e Gaetano Forte e una serie di ritratti femminili di mano ignota,
tra i quali un Ritratto di dama in bianco; nelle sale XIII e XIV, ora chiuse,
la produzione napoletana era rappresentata da dipinti, acquerelli, pastel-
li di Giacinto Gigante, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Eduardo
Dalbono, Vincenzo Caprile, Pietro Scoppetta, Achille Vianelli.
Il fondo dei disegni e gouaches, già sistemato nella XV saletta
nell’originario percorso museale, è attualmente conservato nel Gabi-
netto dei disegni e delle stampe, al piano superiore del chiostro grande.
Ordinato in cartelle all’interno di un grande armadio del XIX secolo, il
fondo consta di oltre 500 fogli, comprendendo 120 disegni antichi (inv.
205-322), disegni dell’Ottocento (inv. 1-204; 323-403), disegni e cari-
cature di Pietro Scoppetta mescolati ad altri fogli coevi (inv. 418-541),
gouaches (inv. 332-364). Il nucleo antico contiene esemplari prege-
voli del cavalier d’Arpino, Aniello Falcone, Luca Giordano, Francesco
Solimena, Pierre Jacques Volaire, Leonardo Olivieri, Fedele Fischetti,
Salvator Rosa e molti ancora di mano ignota. Nei disegni la scuola
napoletana dell’ Ottocento è ampiamente rappresentata da Giocchino
Toma, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Vincenzo Migliaro, Vin-
cenzo Volpe, Gonsalvo Carelli, Salvatore Cammarano, Achille Vianelli,
Filippo Palizzi, Francesco Netti, Saverio Altamura, Vincenzo Jerace, Pa-
olo Vetri, Edoardo Dalbono, Pietro Scoppetta.
La raccolta d’arte del Museo, ereditata dalla generosa donazione
Pagliara e allestita con la competenza e l’impegno di illustri studiosi – da
Sergio Ortolani a Ferdinando Bologna – va certamente riportata alle di-
mensioni originarie, aggiornata secondo quanto emerso negli anni dagli
studi, incrementata soprattutto nelle sezioni dedicate al Cinquecento e
all’Ottocento mediante il prelevamento di opere dai depositi. Andrebbe-
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
portrait of the musician Niccolò Jommelli and ‘St. Joseph and the
Infant Jesus’ by Giuseppe Bonito, a sketch by Francesco De Mura
with ‘Christ giving Holy Communion to a Saint’, two beautiful
portraits of ‘Little Princes of the family of Charles III of Borbone’,
various ‘Ruins’ by Leonardo Coccorante, a self-portrait of the painter
Paolo de Majo, and portraits of still anonymous writers, lawyers and
musicians.
The nineteenth is the best represented century, especially in the
collection as it was originally laid out, and with further art-historical
studies and extended exhibition spaces, it may well hold further
surprises. There are two remarkable nineteenth-century male portraits
attributed to Jacques Louis David and Gaetano Forte respectively, and
a series of female portraits by unknown hand, including a portrait of a
lady in white. Rooms XIII and XIV, now closed, contained examples
of Neapolitan work including paintings, watercolours, and pastels
by Giacinto Gigante, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Eduardo
Dalbono, Vincenzo Caprile, Pietro Scoppetta, and Achille Vianelli.
The Collection of Drawings and Gouaches, originally in room
XV, is currently preserved in the Drawings and Prints room on the
upper floor of the cloister. Filed in folders in a large nineteenth-century
cabinet, the collection consists of over 500 sheets, including 120 ancient
drawings (inv. 205-322), nineteenth-century drawings (inv. 1-204;
323-403), drawings and caricatures by Pietro Scoppetta mixed in with
other works of the period (inv. 418-541), and gouaches (inv. 332-364).
The original core collection contains valuable examples by Cavalier
d’Arpino, Aniello Falcone, Luca Giordano, Francesco Solimena, Pierre
Jacques Volaire, Leonardo Olivieri, Fedele Fischetti, Salvator Rosa
and many still unknown artists. The nineteenth-century Neapolitan
school of drawing is widely represented by Gioacchino Toma,
Domenico Morelli, Antonio Mancini, Vincenzo Migliaro, Vincenzo
Volpe, Gonsalvo Carelli, Salvatore Cammarano, Achille Vianelli, Filippo
Palizzi, Francesco Netti, Saverio Altamura, Vincenzo Jerace, Paolo Vetri,
Edoardo Dalbono, and Pietro Scoppetta.
The Museum art collection, inherited from the generous
Pagliara donation and set out with the skill and commitment of
distinguished scholars – from Sergio Ortolani to Ferdinando Bologna
– certainly needs to be restored to its original size by bringing works
back out of storage. It also needs to be updated in the light of the
findings of many years of research, especially the sixteenth to the
Francesco Solimena (Canale di Serino, 1657 – Napoli 1747)La Madonna con Bambino e santi domenicaniFrancesco Solimena (Canale di Serino, 1657 – Napoli 1747)Virgin, Holy Child and Dominican Saints
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II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
ro aggiunte almeno altre due sezioni dedicate alle arti grafiche (disegni e
incisioni) e ripristinata e ampliata l’esposizione dedicata alla musica, nella
quale potrebbero trovare collocazione anche gli strumenti musicali.
L’esposizione potrebbe includere parti dedicate ai tessuti, ai boz-
zetti e ai costumi teatrali e infine ai documenti, ai libri, alle fotografie
della famiglia Pagliara. Si riporta di seguito l’inventario più ampio della
raccolta d’arte pubblicato nel 1985, riportando nelle note aggiornamenti
relativi agli spostamenti delle opere ed eventuali variazioni attributive.
Inventario Caputi – Penta, 1985
saletta i La sala era arredata da due tavoli in noce dipinto in nero della metà del sec. XVII, un cassettone in noce del sec. XVI, un cassone in forma di madia, due seggioloni Luigi XIII, una cassapanca in noce della fine del secolo XVI, ceramiche del XVII secolo, un lume in ferro e vetro. 1. Miniatore napoletano (prima metà del sec. XVIII), Adorazione dei pastori, miniatura su pergamena, cm 18 x 21
2. Madonnero meridionale (arte bizantina della fine del sec. XV), Madonna col Bambino, olio su tavola, cm 50 x 40
3. Manierista napoletano (sec. XVI), Entrata di Cristo a Gerusalemme, olio su tela, cm 24 x 62,5
4. Miniatore napoletano (metà del sec. XVIII), Circoncisione, miniatura su pergamena, cm 15,5 x 21
5. Ignoto napoletano (metà del sec. XVI), Paolo III, Carlo V e dignitari, olio su tavola, cm 64,5 x 60. Frammento di pala d’altare 6. Domenico Theotocopuli, detto Il Greco (Candia 1541– Toledo 1614), Stimmate di San Francesco, (c. 1570), olio su tavola, cm 28,5 x 20, firmato in greco a sin., in basso 7. Scipione Pulzone (Gaeta 1550 – Roma 1598), Madonna col Bambino, olio su tela, cm 63,5 x 51
8. Ignoto emiliano (inizi del sec. XVIII), Testa di Cristo, olio su rame, cm 24 x 19
9. Manierista napoletano (prima metà del sec. XVI), Madonna col Bambino e San Giovannino, olio su tavola, cm 45 x 36
10. Alessandro Turchi detto l’Orbetto (Verona 1581 – Roma 1648), Cristo sorretto da un angelo. olio su rame, cm 22 x 17,5
11. Gerolamo Imparato, Fuga in Egitto 1, olio su tela, cm 84 x 77. 12. Ignoto napoletano (fine del sec. XVI), Copia dalla Madonna d’Alba di Raffaello 2, olio su tela, cm 93
13. Miniatore napoletano (prima metà del sec. XVII), Adorazione dei magi 3, miniatura su pergamena, cm 33,5x26
14. Manierista napoletano, San Francesco abbraccia la croce 4, olio su tela, cm 102 x 76
15. Ignoto tedesco (sec. XVI), Hans Sachs, cm 17
saletta ii Parte di coro ligneo in noce dipinto, tavolo fratino in legno di noce, tre sedie in legno impagliate e sagomate, un leggio del sec. XVII, una porta in legno del sec. XVI, due stipiti decorativi in legno intagliato e dorato, un piatto in ceramica con al centro un satiro, una stoffa di broccato azzurro, un lume in vetro a prisma con bacchettature in ferro.
nineteenth-century sections. At least two more sections dedicated to
the graphic arts (drawings and engravings) need to be added, while
the displays devoted to music need to be restored and expanded with
the possible addition of some musical instruments. There could also be
parts dedicated to fabrics, sketches and theatre costumes, and, last but
not least, the documents, books, and photographs of the Pagliara family.
The following is a more extensive inventory of the art
collection published in 1985, with notes on the movement of the
exhibits and possible variations in attribution.
Caputi – Penta Inventory, 1985
room i The room housed two black-painted walnut tables dating from the mid seventeenth century, a sixteenth-century walnut credence, a chest in the form of a cupboard, two high Louis XIII chairs, a walnut chest from the late sixteenth century, seventeenth century ceramics, and a chandelier in iron and glass. 1. Neapolitan Miniaturist (first half of 18th C.), Adoration of the Shepherds, miniature on parchment, 18 x 21 cm 2. Southern Italian ‘Madonnero’ (Byzantine art of the late 15th C.), Madonna and Child, oil on wood, 50 x 40 cm 3. Neapolitan mannerist (16th C.), Entry of Christ into Jerusalem, oil on canvas, 24 x 62.5 cm 4. Neapolitan miniaturist (mid 18th C.), Circumcision, miniature on parchment, 15.5 x 21 cm 5. Unknown Neapolitan (mid 16th C.), Paul III, Charles V and dignitaries, oil on panel, 64.5 x 60 cm. Fragment of altarpiece 6. Doménikos Theotokópoulos (“El Greco”; Candia 1541 – Toledo 1614), Stigmata of St. Francis, c. 1570, oil on panel, 28.5 x 20 cm. Signed in Greek, bottom left 7. Scipione Pulzone (Gaeta 1550 – Rome 1598), Madonna and Child, oil on canvas, 63.5 x 51 cm 8. Unknown Emilian (early 18th C.), Head of Christ, oil on copper, 24 x 19 cm 9. Neapolitan mannerist (first half of 16th C.), Madonna and Child with St. John, oil on wood, 45 x 36 cm 10. Alessandro Turchi (“l’Orbetto”; 1581 Verona – Rome 1648), Christ supported by an angel, oil on copper, 22 x 17.5 cm 11. Gerolamo Imparato, Flight to Egypt 1, oil on canvas, 84 x 77 cm 12. Unknown Neapolitan (late 16th C.), Copy of ‘Madonna d’Alba by Raffaello’ 2, oil on canvas, 93 cm 13. Neapolitan miniaturist (early 17th C.), Adoration of the Magi 3, miniature on parchment, 33.5 x 26 cm 14. Neapolitan mannerist, St. Francis embraces the cross 4, oil on canvas, 102 x 76 cm 15. Unknown German (16th C.), Hans Sachs, 17 cm
room ii Part of painted walnut wooden choirstalls, refectory table in walnut, three straw-bottomed wooden chairs, a seventeenth-century lectern, a sixteenth-century wooden
1 Il dipinto si trova attualmente nei depositi, ed è attribuito a Luca Giordano. 2Depositi. 3Depositi. 4 Il dipinto è ora nella seconda sala. Le opere mancanti nella I sala sono sostituite da una Sacra famiglia con San Giovannino attribuita a Francesco Fracanzano e da un tondo in rame raffigurante Tobiolo e l’angelo attribuito a Claude Lorrain giovane da Maria Teresa Penta (1993).
1The painting, bearing an attribution to Luca Giordano is currently in storage. 2 In storage. 3 In storage. 4The painting is currently in the second room. The works missing from room i have been replaced by a ‘Holy Family with St John’ attributed to Francesco Fracanzano, and a copper tondo showing ‘Tobias and the Angel’ attributed to Claude Lorrain the Younger by Maria Teresa Penta (1993).
154 155
16. Seguace di Andrea da Salerno (metà del sec. XVI), Eterno Padre, olio su tavola, cm 88 x 119,5
17. Maestro provinciale (fine del sec. XVI), San Giorgio e il drago, bassorilievo in legno, cm 40 x 63
18. Andreas Gampecurt (fine sec. XVI – inizi sec. XVII), Madonna col Bambino e San Giovannino, (1601), olio su tela, cm 62 x 75,5
19. Manierista napoletano (sec. XVI), Gesù riposi nel tuo cuore, olio su tela, cm 66,5 x 82
saletta iii Due credenzoni in noce Luigi XIV, cassettone Luigi XIV, seggiolone con braccioli sagomati, tavolo rustico Luigi XIV, ceramiche, busto di San Gennaro in legno policromo, lume di tipo olandese in ottone brunito. 20. Angelo Caroselli (Roma 1585 – 1652), Vanità e saggezza, olio su tela, cm 98 x 125 5
21. Affine a Giulio Cesare Amidano (prima metà del sec. XVII), Madonna col Bambino, olio su tela, cm 45 x 61,5
22. Cerchia di Bernardo Cavallino (metà del sec. XVII), Lotta di Giacobbe con l’angelo, olio su tela, cm 152 x 205
23. Pieter van Laer, detto il Bamboccio (Haarlem 1592 – 1645), Contadino in riposo, olio su tela, cm 40,5x 51 6
24. Ignoto olandese (sec. XVII), Testa di uomo, olio su tela, 18,5x 24,5
25. Cerchia di Evaristo Baschenis (sec. XVII), Carte musicali e strumenti, olio su tela, 62,5 x 75 7
26. Salvator Rosa (Napoli 1615 – Roma 1673), Testa di uomo con turbante, olio su tela, 45,5 x 32,5 8
27. Ignoto napoletano (inizi del sec. XVIII), Paesaggio, olio su tela, cm 56,5 x 42,5 9
28. Maniera del Fracanzano (seconda metà del secx. XVII), Le fanciulle festeggiano Davide vincitore, olio su tela, cm 113,5 x 139,5 10
29. Aniello Falcone (Napoli 1607 – 1656), Scena di battaglia, olio su tela, cm 73 x 69 11
30. Ignoto provinciale napoletano (sec. XVII), San Gennaro, scultura in legno, cm 30 x 42
saletta iv Due consolles in stile barocco in legno intagliato e dorato, cassettone in noce sec. XVII, due sedie in legno stile S. Anna, cassapanca in stile rinascimentale, due leggii in legno scolpito e dorato, ceramiche, lume in ferro e vetro, due volumi con testi musicali, stoffa di broccato in seta verde, lume in ferro e vetro. 31. Maniera di Lorenzo Vaccaro 12 (sec. XVII), S. Cecilia e angeli, olio su tela, cm 98,5x 72
32. Scuola napoletana sec. XVII, Giudizio di Paride, olio su tela, cm 60 x 47
33. Ignoto napoletano (inizi del sec. XVII), Cristo flagellato, olio su tela, cm 48,5 x 62,5 13
34. Bernardo Cavallino (Napoli 1616 – 1656), Ester e Assuero, olio su tela, cm 97,5 x 70,5
35. Cerchia di Bernardo Cavallino (metà del sec. XVII), Annunciazione, olio su tela, cm 31,5 x 41,5 14
36. Ignoto giordanesco (sec. XVII), Venere e Adone, olio su tela, cm 60 x 50 15
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
door, two decorative carved gilt wooden doorposts, a ceramic plate with a central satyr, a blue brocade cloth, a prism lamp with iron rods. 16. Follower of Andrea da Salerno, (mid 16th C.), God the Father, oil on panel, 88 x 119.5cm 17. Provincial Master (late 16th C.), St. George and the Dragon, bas-relief in wood, 40 x 63 cm 18. Andreas Gampecurt (late 16th – early 17th centuries), Madonna with Child and St. John, 1601, oil on canvas, 62 x 75.5 cm 19. Neapolitan mannerist (16th C.), ‘May Jesus rest in your Heart’, oil on canvas, 66.5 x 82 cm
room iii Two Louis XIV-style walnut credenzoni, Louis XIV dresser, high chair with molded armrests, rustic Louis XIV table, ceramics, bust of Saint Januarius in polychrome wood, Dutch-style lamp in burnished brass. 20. Angelo Caroselli (Rome 1585 – 1652), Vanity and wisdom, oil on canvas, 98 x 125 cm 5
21. Style of Giulio Cesare Amidano (first half of sixteenth century), Madonna and Child, oil on canvas, 45 x 61.5 cm 22. Circle of Bernardo Cavallino (mid 17th C.), Jacob fighting with the Angel, oil on canvas, 152 x 205 cm 23. Pieter van Laer, (‘Bamboccio’; Haarlem 1592 – 1645), Resting Farmer, oil on canvas, 40.5 x 51 cm 6
24. Unknown Dutch (17th C.), Head of a Man, oil on canvas, 18.5 x 24.5 25. Circle of Evaristo Baschenis (17th century), Musical instruments and music, oil on canvas, 62.5 x 75cm 7
26. Salvator Rosa (Naples 1615 – Rome 1673), Head of a man with turban, oil on canvas, 45.5 x 32.5cm 8
27. Unknown Neapolitan (early 18th century), Landscape, oil on canvas, 56.5 x 42.5 cm 9
28. After the manner of Fracanzano (second half of seventeenth century), Girls Celebrate the Victorious David, oil on canvas, 113.5 x 139.5 cm 10
29. Aniello Falcone (Naples 1607 – 1656), Battle scene, oil on canvas, 73 x 69 cm 11
30. Unknown provincial Neapolitan artist (17th century), Saint Januarius, wooden sculpture, 30 x 42 cm
room iv Two baroque wooden carved and gilded consoles, 17th C., walnut dresser, two St. Anne-style wooden chairs, renaissance-style chest, two lecterns in carved, gilded wood, ceramics, light in iron and glass, two volumes of music, green silk brocade, light in iron and glass. 31. After the manner of Lorenzo Vaccaro 12 (17th C.), St. Cecilia and Angels, oil on canvas, 98.5 x 72 cm 32. 17th century Neapolitan School, Judgment of Paris, oil on canvas, 60 x 47 cm 33. Unknown Neapolitan (early 17th century), Christ scourged, oil on canvas, 48.5 x 62.5 cm 13
34. Bernardo Cavallino (Naples 1616 – 1656), Esther and Ahasuerus, oil on canvas, 97.5x 70.5cm
5Attribuito ad Antiveduto Grammatica da Ferdinando Bologna. 6Attribuito a Michiels Sweerts. 7Depositi. 8Depositi. 9Depositi. Le opere mancanti nella Sala iii sono sostituite da un Sant’Antonio da Padova (erroneamente citato come San Francesco nella didascalia del Museo) di Flamino Torri e da un’Annunciazione di ignoto. 10Attribuito al Maestro degli Annunci ai pastori da Ferdinando Bologna (1952). 11Depositi. 12Ora giustamente Andrea Vaccaro. 13Catalogato come cerchia di Francesco Solimena.
5Atrributed to Antiveduto Grammatica by Ferdinando Bologna. 6Attibuted to Michiel Sweerts. 7 In storage. 8 In storage. 9 In storage. The works missing from Room III have been replaced by a Saint Anthony of Padua (erroneously labelled as Saint Francis in the museum) by Flamino Torri, and an anonymous Annunciation. 10Attributed to the Maestro of the Annunciation to the Shepherds by Ferdinando Bologna (1952). 11 In storage. 12Now correctly attributed to Andrea Vaccaro. 13Catalogued as belonging to the circle of Francesco Solimena.
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37. Maniera di Bernardo Cavallino (sec. XVII), Rosmunda, olio su tela, cm 117 x 115
38. Ignoto napoletano (sec. XVII), Ritratto di Maria Mancini, olio su tela, cm60,5 x 73,5 16
39. Ignoto napoletano (sec. XVII), Ritratto di musicista (1677), olio su tela, cm 94 x 117
40. Luca Giordano (Napoli 1634 – 1705), S. Caterina d’Alessandria, olio su tela, cm 60 x 88 17
saletta v Cassettone in radica di noce, Luigi XIV, cassettone in noce, Luigi XIV, 4 sedioloni ricoperti in velluto, ceramiche del sec. XVII, lume dorato a sei luci. 41. Ignoto napoletano (fine del sec. XVII), Scimmia e fiori, olio su tela, cm 49 x 73 18
42. Scuola di Giordano (fine del sec. XVII), Bambino con frutta, olio su tela, cm 70,5 x 53
43. Francesco Fieravino, detto il Maltese (Malta, attivo a Roma 1650-
80), Natura morta di tappeti e strumenti di navigazione, olio su tela, cm 133 x 95
44. Gasperino Lopez (Napoli c. 1750), Vaso di fiori e paesaggio, olio su tela, cm 73 x 70
45. Mario Nuzzi, detto Mario de’ Fiori (Roma 1603 – 1673), Piccolo vaso di rose, olio su tela, cm 34 x 46
46. Mario Nuzzi, detto Mario de’ Fiori, Rose, olio su tela, cm 47 x 61
47. Cerchia di Giovanni Battista Ruoppolo (sec. XVII), Garofani, olio su tela, cm 32,5 x 44,5 19
48. Gasperino Lopez (?), Fiori e frutta, olio su tela, cm 74 x 38
49. Francesco Fieravino, detto il Maltese, Natura morta di tappeti e strumenti musicali, olio su tela, cm 42 x 97
50. Gasperino Lopez (?), Fiori e frutta, olio su tela, cm 74 x 38
saletta vi Consolle in legno dorato e intagliato con piano in marmo verde, specchiera rococò con scena di baccanale, due comodini in radica di noce, cassettone in radica di noce, calatoia in radica di noce intarsiata, calatoia con specchio in legno d’ebano, tavolino da sacrestia con simboli della Passione, due poltroncine in noce intagliata, Luigi XV, foderate in damasco rosso, due calici in vetro di Murano, lume ad otto candele in legno dorato. 51. Cerchia di Leonardo Coccorante (sec. XVIII), Rovine, olio su tavola, cm 24,5
52. Cerchia di Leonardo Coccorante (sec. XVIII), Rovine, olio su tavola, cm 24,5
53. Agnese La Corcia (sec. XVIII), Ritratto del cavalier Tagliafanti, olio su tela, cm 72 x 98,5
54. Giacomo del Po (Roma 1652 – Napoli 1726), Baccanale, olio su tela, cm 101 x 63,5
55. Imitatore di Nicolas Poussin (fine del sec. XVII), Ninfe e amorini, olio su tela, cm 34 x 26
56. Paolo De Majo (Marcianise – Napoli 1784), Autoritratto, olio su tela, cm 73 x 93
57. Ignoto meridionale, Presepe, monocromo su lavagna, cm 48 x 44,5
58. Francesco Solimena (Canale di Serino 1657 – Napoli 1747), La Carità e la Fede, olio su tela, cm 31 x 41 20
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
35. Circle of Bernardo Cavallino (mid 17th century), Annunciation, oil on canvas, 31.5x 41.5 cm 14
36. Anonymous after Giordano (17th C.), Venus and Adonis, oil on canvas, 60 x 50 cm 15
37. After the manner of Bernardo Cavallino (17th century), Rosamund, oil on canvas, 117 x 115 cm 38. Unknown Neapolitan (17th C.), Portrait of Maria Mancini, oil on canvas, 60.5 x 73.5 cm 16
39. Unknown Neapolitan (17th C.), Portrait of musician (1677), oil on canvas, 94 x 117 cm 40. Luca Giordano (Naples 1634 – 1705), St. Catherine of Alexandria, oil on canvas, 60 x 88 cm 17
room v Louis XIV chest of drawers in walnut root, Louis XIV chest of drawers in walnut, 4 high chairs with velvet upholstery, 18th C. gilded six-branch chandelier. 41. Unknown Neapolitan (late 17th century), Monkey and flowers, oil on canvas, 49 x 73 cm 18
42. School of Luca Giordano (late 18th C.), Child with fruit, oil on canvas, 70.5 x 53 cm 43. Francesco Fieravino (“il Maltese”; Malta, active in Rome 1650-80), Still life of carpets and navigational instruments, oil on canvas, 133 x 95 cm 44. Gasperino Lopez (Naples c. 1750), Vase of flowers and landscape, oil on canvas, 73 x 70 cm 45. Mario Nuzzi (“Mario de’ Fiori”; Rome 1603 – 1673), Small vase of roses, oil on canvas, 34 x 46 cm 46. Mario Nuzzi (“Mario de’ Fiori”), Roses, oil on canvas, 47 x 61 cm 47. Circle of Giovanni Battista Ruoppolo (17th C.), Carnations, oil on canvas, 32.5 x 44.5 cm 19
48. Gasperino Lopez (?), Flowers and fruit, oil on canvas, 74 x 38 cm 49. Francesco Fieravino (“il Maltese”), Still life of carpets and musical instruments, oil on canvas, 42 x 97 cm 50. Gasperino Lopez (?), Flowers and fruit, oil on canvas, 74 x 38 cm
room vi Console in carved, gilded wood with green marble top, rococo mirror with bacchanalian scene, two bedside tables in walnut, walnut dresser, walnut inlaid drop front, drop front with ebony mirror, sacristy table with symbols of the Passion, two carved walnut Louis XV seats lined with red damask, two Murano glasses, eight-branch chandelier in gilded wood. 51. Circle of Leonardo Coccorante (18th C.), Ruins, oil on panel, 24.5 cm 52. Circle of Leonardo Coccorante (18th C.), Ruins, oil on panel, 24.5cm 53. Agnese La Corcia (18th C.), Portrait of Cavalier Tagliafanti, oil on canvas, 72 x 98.5 cm 54. Giacomo del Po (1652 Rome – Naples 1726), Bacchanal, oil on canvas, 101 x 63.5 cm 55. Impersonator of Nicolas Poussin (late 17th C.), Nymphs and Amorini, oil on canvas, 34 x 26 cm 56. Paolo De Majo (Marcianise – Napoli 1784), Self-portrait, oil on canvas, 73 x 93 cm 57. Unknown southern artist, Nativity, monochrome on slate, 48 x
14Già nella Sala iii. 15Depositi. 16Depositi. 17Depositi. Restaurata. 18Affine ad Aniello Ascione. 19Manca anche nella schedatura dei depositi.
14Formerly in Room iii. 15 In storage. 16 In storage. 17 In storage. Restored. 18 In the style of Aniello Ascione. 19Also missing from the storage records.
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II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
59. Luca Giordano, Madonna con Bambino e santi domenicani, olio su tela, cm 47 x 53
60. Luca Giordano, Adorazione dei pastori, olio su tela, cm 71,5 x 73 21
61. Francesco Solimena, Allegoria della Giustizia, olio su tavola (tela?), cm 31 x 75 22
saletta vii Vetrina e specchiera di gusto rococò, due consolles in legno intagliato e dorato, due appliques in bronzo dorato, altarino in legno decorato a finto marmo, due leggii rococò, due messali del XVIII sec. 62. Ignoto napoletano (sec. XVIII), Festa popolare di Carnevale (anta di spinetta), olio su tavola, cm 161 x 42
63. Ignoto napoletano (sec. XVIII), Ritratto di giureconsulto, olio su tela, cm 73,5 x 97
64. Francesco De Mura (copia da?), Ritratto di Antonio Genovesi, olio su tela, cm 76,5 x 95 23
65. Leonardo Coccorante (Napoli 1680 – 1750), Rovine, olio su tela, cm 46,5 x 35,5
66. Leonardo Coccorante, Rovine, olio su tela, cm 44,5 x 37,5
67. Leonardo Coccorante, Rovine, olio su tela, cm46,5 x 35,5
68. Domenico Viola, Sacrificio di Abramo, olio su tela, cm 60 x 47 24
69. Ignoto napoletano, Sacra famiglia, olio su tela, cm 76,5 x 94,5
70. Seguace di Francesco Solimena (metà del sec. XVIII), Scena biblica di sacrificio, olio su tela, cm 94,5 x 73 25
saletta viii Vetrinetta rococò dorata, seggiolone tipo Savonarola in legno laccato bianco, due sgabelli, due tavolinetti laccati in oro e bleu, tavolino con piano in vetro, vasi in ceramica di Capodimonte, lampadario in vetro di Murano a sei luci. 71. Ignoto napoletano (sec. XVIII), Fiori e frutta, olio su tela, cm 21,5 x 31 26
72. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII), Principino della famiglia di Carlo III di Borbone, olio su tela, cm 73,5x 100,5 27
73. Maniera di Rosalba Carriera (seconda metà del sec. XVIII), Ritratto di donna, olio su tela, cm 25,5 x 34
74. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII), Ritratto di donna, olio su tela, cm 61,5 x 74,5
75. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII),Carlo di Borbone, olio su tela, cm 69 x 72
76. Maniera di Jean Honoré Fragonard (sec. XVIII), Fiori, olio su tela, cm 19 x 14
77. Orazio Solimena (Napoli, sec. XVIII), Ritratto femminile, olio su tela, cm 71,5 x 98
78. Maniera di Jean Honoré Fragonard, Fiori, olio su tela, cm 19x14 28
79. Ignoto napoletano (fine del sec. XVIII), Ritratto di uomo, olio su tela, cm 77 x 99
80. Francesco De Mura, Cristo dà la Comunione a un Santo, olio su tela, cm 73 x 122,5 29
81. Ignoto napoletano (fine del sec. XVIII), Ritratto d’uomo, olio su tela, cm 66,5 x 91,5
44.5 cm
58. Francesco Solimena (Serino canal 1657 – Naples 1747), Charity and Faith, oil on canvas, 31 x 41 cm 20
59. Luca Giordano, Madonna and Child with Dominican Saints, oil on canvas, 47 x 53 cm 60. Luca Giordano, Adoration of the Shepherds, oil on canvas, 71.5 x 73 cm 21
61. Francesco Solimena, Allegory of Justice, oil on panel (canvas?), 31 x 75 cm 22
room vii Showcase and rococo mirror, two console tables in carved, gilded wood, two gilded bronze sconces, small wooden altar decorated with faux marble decorations, two rococo lecterns, two eighteenth-century missals. 62. Unknown Neapolitan (18th C.), People’s Carnival party (spinet panel), oil on canvas, 161 x 42 cm. 63. Unknown Neapolitan (18th C.), Portrait of jurist, oil on canvas, 73.5 x 97 cm 64. Francesco De Mura (copy?), Portrait of Antonio Genovesi, oil on canvas, 76.5 x 95 cm 23
65. Leonardo Coccorante (Naples 1680 – 1750), Ruins, oil on canvas, 46.5 x 35.5 cm 66. Leonardo Coccorante, Ruins, oil on canvas, 44.5 x 37.5 cm 67. Leonardo Coccorante, Ruins, oil on canvas, 46.5 x 35.5 cm 68. Domenico Viola, Sacrifice of Abraham, oil on canvas, 60 x 47 cm 24
69. Unknown Neapolitan, Holy Family, oil on canvas, 76.5 x 94.5 cm 70. After Francesco Solimena (mid 18th C.), Biblical sacrifice scene, oil on canvas, 94.5 x 73 cm 25
room viii Gilded rococo-style showcase, Savonarola chair in white lacquered wood, two stools, two small tables lacquered in gold and blue, glass-topped occasional table, ceramic Capodimonte vases, murano six-candle glass chandelier. 71. Unknown Neapolitan (18th C.), Flowers and fruit, oil on canvas, 21.5 x 31 cm 26
72. Unknown Neapolitan (mid 18th C.), Little Prince from the family of Charles III of Bourbon, oil on canvas, 73.5 x 100.5 cm 27
73. After the manner of Rosalba Carriera (second half of 18th C.), Portrait of a woman, oil on canvas, 25.5 x 34 cm 74. Unknown Neapolitan (mid 18th C.), Portrait of a woman, oil on canvas, 61.5 x 74.5 cm 75. Unknown Neapolitan (mid 18th cent.), Charles of Bourbon, oil on canvas, 69 x 72 cm 76. After the manner of Jean Honoré Fragonard (18th C.), Flowers, oil on canvas, 19 x 14 cm 77. Orazio Solimena (Naples, 18th C.), Female portrait, oil on canvas, 71.5 x 98 cm 78. After the manner of Jean Honoré Fragonard, Flowers, oil on canvas, 19 x 14 cm 28
79. Unknown Neapolitan (late 18th C.), Portrait of a man, oil on canvas, 77 x 99 cm 80. Francesco De Mura, Christ gives Holy Communion to a Saint, oil on canvas, 73 x 122.5 cm 29
20Attualmente attribuito alla scuola, si trova nei depositi. 21Ora attribuito alla bottega di Luca Giordano. 22Depositi. Le due tele già attribuite a Solimena sono attualmente sostituite da una Madonna con Bambino di Sisto Badalocchio. 23Attribuito attualmente a bottega del De Mura. 24Manca. Nell’esposizione odierna è sostituito dalla tela attribuita a Orazio Solimena già nella Sala viii 25Attribuito a Giovan Battista Rossi, Noè all’uscita dell’arca. 26Depositi. 27Attualmente in restauro. È stato spostato in questo ambiente il ritratto di N. Jommelli del Bonito già nella Sala ix e aggiunto il ritratto di una monaca domenicana pure attribuito a Bonito e già riferito a De Mura. 28Le due piccole tele con Fiori sono ora genericamente classificate come “maniera francese”.
20Currently attributed to the school. In storage. 21Now attributed to the atelier of Luca Giordano. 22The two canvases formerly attributed to Solimena have currently been replaced by a Madonna and Child by Sisto Badalocchio. 23Currently attributed to the atelier of De Mura. 24Missing. In today’s layout, it has been replaced by a canvas attributed to Orazio Solimena in Room viii. 25Noah leaving the ark. Attributed to Giovan Battista Rossi. 26 In storage. 27Currently undergoing restoration work. Bonito’s portrait of N. Jommelli was transferred here from Room ix and the Portrait of a Domenican Nun, also attributed to Bonito and formerly to De Mura has been added. 28The two small canvases with flowers are now loosely classified as “French style”.
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saletta ix Panchetta Luigi XVI laccata in bianco, due consolles ad angolo Luigi XVI, una specchiera rettangolare con cornice laccata in bianco, due mezzi tondi Luigi XVI laccati in bianco, due poltroncine con bracciolo, tre sedie Luigi XVI con spalliera, due divanetti foderati di seta a strisce verde, due vasi di ceramica, una panchetta Luigi XVI rettangolare foderata in seta rosa, due orologi impero, un tavolo tondo Luigi XVI, specchio figurato ovale, lume in cristallo di Boemia con otto luci. 82. Giuseppe Bonito (Castellammare di Stabia 1707 – Napoli 1789), Ritratto di Niccolò Jommelli, olio su tela, cm68,5 x 86,5 30
83. Francesco De Mura, La Prudenza, olio su tela, cm 35,5 x 47 31
84. Scuola di Francesco De Mura (sec. XVIII), Tobiolo, cm 33 x 44
85. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII), Principino della famiglia di Carlo III di Borbone, olio su tela, cm 76 x 102 32
86. Ignoto provinciale meridionale (fine del sec. XVIII), La lezione di musica, olio su tela, cm 60 x 61 33
87. Giuseppe Bonito, San Giuseppe e Gesù Bambino, olio su tela, cm 82 x 93,5
88. Giacinto Diano, Tobia e l’angelo, olio su tela, cm 61 x 74,5 34
saletta x Secretaire stile impero in legno di rosa, tavolino a consolle francese, secretaire francese Luigi XVI in legno di ciliegio, spinetta in legno di ciliegio, divanetto Luigi XVI in legno con decorazioni in oro, tre poltroncine impero, una consolle impero, un tavolo tondo in legno di ciliegio stile impero, lume in cristallo di Boemia a otto luci, orologio impero in bronzo dorato, orologio a forma di cetra in ebano, colonna impero in mogano con guarnizioni in oro, grifone in legno scolpito, ceramica neoclassica raffigurante Venere. 89. Ignoto napoletano (sec. XIX), Veduta con albero e paesaggio fluviale, tempera, cm 26,5 x 41,7
90.Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritratto di Ferdinando I, olio su tela, cm 48 x 61,5
91. Ignoto napoletano (sec. XIX), Veduta con albero e paesaggio fluviale, tempera, cm 26,5 x 41
92. Ignoto napoletano (sec. XIX, da Angelica Kauffmann), La famiglia di Ferdinando I, olio su tela, cm 69 x 42 35
93. Luigi Bernero (sec. XIX), Ritrattino di fanciulla, pastello su carta, cm 19 x 26,5
94. Jacques Louis David, Ritratto di uomo, olio su tela, cm 48 x 58
95. Scuola di Jaques Louis David (sec. XIX), Studio per ritratto femminile, olio su tela, cm 30,5 x 38
96. Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritratto di giovane, olio su tela, cm 46 x 56,5
97. Angelica Kauffmann, Ritratto di donna, olio su tela, cm 44 x 59 36
98. Gaetano Forte (attr.), Ritratto d’uomo, olio su tela, cm 48 x 61
saletta xi Due comoncini con intarsi decorativi, due tavolinetti a muro, consolle impero tonda, due poltroncine e un divano secondo impero in mogano, tavolo tondo secondo impero, specchio primo Ottocento, Venere in marmo, ceramiche di Capodimonte, specchio tondo da tavolo, Lampadario in cristallo a gocce, otto luci. 96. Seguace di Jaques-Louis David (sec. XIX), Ritratto di donna, olio su tela, cm 59,5 x 72,5 37
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
29 Attribuito a Francesco Celebrano. 30 Cfr. supra, nota 23. 31 Ora attribuito a Pietro Bardellino. 32 Attribuito a Francesco Liani, ritratto dell’infante Filippo Pasquale di Borbone. 33 Depositi. 34 Depositi. Le opere già in questa sala sono sostituite da un San Pietro Penitente di Giacomo Cestaro e un Ritratto di prelato di mano ignota, (attribuito a scuola di Bonito nelle schede) in cattive condizioni di conservazione. 35 Depositi. 36 Ritratto di Maria Carolina.
29 Attributed to Francesco Celebrano. 30 Cf. note 23 above. 31 Now attributed to Pietro Bardellino. 32 Attributed to Francesco Liani, portrait of the Infante Filippo Pasquale di Borbone. 33 In storage. 34 In storage (?). The pieces formerly in this room have been replaced by a Penitent Saint Peter by Giacomo Cestaro and an anonymous Portrait of a Prelate (attributed to the Bonito school in the files) in poor condition. 35 In storage. 36 Portrait of Maria Carolina.
81. Unknown Neapolitan (late 18th C.), Portrait of a Man, oil on canvas, 66.5 x 91.5 cm room ix White lacquered Louis XVI bench, two Louis XVI corner console tables, a rectangular mirror with white lacquered frame, two white lacquered Louis XVI mezzi-tondi, two seats with armrest, three Louis XVI chairs with seatback, two small sofas lined with striped green silk, two ceramic pots, a rectangular Louis XVI bench with a pink silk lining, two empire clocks, a round Louis XVI table, an oval mirror with figures, eight-branch Bohemian crystal chandelier. 82. Giuseppe Bonito (Castellammare di Stabia 1707 – Naples 1789), Portrait of Jommelli, oil on canvas, 68.5 x 86.5 cm 30
83. Francesco De Mura, Prudence, oil on canvas, 35.5 x 47 cm 31
84. School of Francesco De Mura (18th C.), Tobias, 33 x 44 cm 85. Unknown Neapolitan (18th C.), Little Prince of the family of Charles III of Bourbon, oil on canvas, 76 x 102 cm 32
86. Unknown Southern provincial artist (late 18th C.), The Music Lesson, oil on canvas, 60 x 61 cm 33
87. Giuseppe Bonito, St. Joseph and the Infant Jesus, oil on canvas, 82 x 93.5 cm 88. Giacinto Diano, Tobias and the Angel, oil on canvas, 61 x 74.5 cm 34
room x Empire Style rosewood writing desk, French coffee table, console, shaped French Louis XVI writing table in cherry wood, spinet in cherry wood, wooden Louis XVI settee with gold decorations, three Empire seats, an Empire console table, an Empire round table in cherry wood, Bohemian crystal chandelier with eight candles, Empire lyre-shaped ormolu clock in ebony, mahogany Empire column with gold trimmings, carved wooden griffin, neo-classical ceramic depicting Venus. 89. Unknown Neapolitan (19th C.), View with tree and river landscape, tempera, 26.5 x 41.7 cm 90. Unknown Neapolitan (early 19th C.), Portrait of Ferdinand I, oil on canvas, 48 x 61.5 cm 91. Unknown Neapolitan (19th C.), View with tree and river landscape, tempera, 26.5 x 41 cm 92. Unknown Neapolitan (19th C., from Angelica Kauffmann), The family of Ferdinand I, oil on canvas, 69 x 42 cm 35
93. Luigi Bernero (19th C.), Small portrait of young girl, pastel on paper, 19 x 26.5 cm 94. Jacques Louis David, Portrait of a man, oil on canvas, 48 x 58 cm 95. School of Jacques Louis David (19th C.), Study for a female portrait, oil on canvas, 30.5 x 38 cm 96. Unknown Neapolitan (early 19th C.), Portrait of a young man, oil on canvas, 46 x 56.5 cm 97. Angelica Kauffmann, Portrait of a woman, oil on canvas, 44 x 59 cm 36
98. Gaetano Forte (attr.), Portrait of a Man, oil on canvas, 48 x 61 cm
room xi Two comoncini with decorative marquetry, two small wall tables, round Empire console table, two seats and a mahogany Second Empire settee, round table, early nineteenth-century mirror, marble Venus, Capodimonte porcelain, round table mirror, crystal chandelier, with eight candle holders.
162 163
97. Ignoto toscano, Ritratto di donna, olio su tela, cm 95,5x 122
98. Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritratto della famiglia Maldarelli, olio su tela, cm 87,5 x 106,5; monogramma GR 99. Ignoto piemontese (c. 1820), Ritratto di dama, olio su tela, cm 66 x 77
100. Ignoto napoletano (c. 1840), Ritratto di dama, olio su tela, cm 49 x 63
101. Pietro Antonio Lucchini (metà del sec. XIX), Ritratto di donna in bianco 102. Cerchia di Francois-Xavier Fabre (sec. XIX), Ritratto di dama, olio su tela, cm 63 x 75,5 38
saletta xii 39
Grande vetrina secondo Ottocento sorretta da due sfingi, vetrinetta metà Ottocento, due poltroncine Luigi Filippo con braccioli a forma di leone, divano Luigi Filippo con spalliera foderata in damasco, tavolino quadrato in mogano metà Ottocento, vaso con piatto e coperchio di argento impero, due sgabelli dorati, lampadario in bronzo e cristallo con gocce pendenti. 103. Ignoto (sec. XIX), Ritratto di Emilia La Grua (1863), olio su tela, cm 12 x 12,5
104. Joshua Reynolds, Giorgio IV e i suoi ammiragli 105. Ignoto (sec. XIX), Ritratto di Giuditta Pasta (1832), olio su rame, cm 15 x 19
106. Ignoto francese (prima metà del sec. XIX), Ritratto di A. De Musset (?), olio su tela, 71,5 x 86
107. J.B. Camille Corot, Paesaggio, olio su tela, cm 24 x 19,5
108. Ignoto inglese (inizi del sec. XIX), Ritratto femminile, olio su tela, cm 68 x 88
109. Ignoto lombardo (c. 1848), Ritratto di dama, olio su tela, cm 18,5 x 24
110. Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritrattino di sottufficiale napoleonico, olio su tela, cm 17,5x 21
111. Gaetano Cusati, Vaso con fiori, olio su tela, cm 53 x 67
112. Thomas Lawrence, Ritratto di Giorgio IV di Galles, olio su tela, cm 65,5 x 74,5
113. Giuseppe Navarra, Vaso con fiori, olio su tela, cm50,5x 63,5
saletta xiii Mobile inglese del sec. XIX. 114. Antonio Mancini, Ritratto di giovanetto, olio su tela, cm 33 x 39,5
115. Vincenzo Caprile, Acquaiola, acquerello e pastello su carta, cm 26 x 36
116. Giuseppe de Sanctis, Ritratto di donna, olio su carta, cm 25 x 35
117. Vincenzo Caprile, Acquaiola, acquerello e pastello su carta, cm 25 x 45 118. Pietro Scoppetta, Veduta di Napoli, acquerello su carta, cm 25 x 16
119. Domenico Morelli, Ritratto di giovane donna, olio su tela, cm 40,5 x 32,5
120. Attilio Pratella, Strada di paese, olio su tela, cm 46 x 29
121. Domenico Morelli, Ritratto di signora, olio su tela, cm 50,5 x 63,5
122. Federico Rossano, Paesaggio, olio su tela, cm 46 x 55,5
123. Vincenzo Caprile, Ritratto di Rocco Pagliara, olio su tela, cm 48 x 59,5
124. Francesco Duranti, Monaco nello studio, olio su tela, cm 53,5 x 71
125. Edoardo Monteforte, Case di campagna, olio su tela, cm 66 x 44
126. Eduardo Dalbono, Studio di paese, pastello su carta, cm 38 x 27
127. Pietro Scoppetta, Ricordo di Londra, olio su tela, cm 33 x 25,5
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
37 Manca. Sono state inserite invece due nature morte con fiori, attribuite rispettivamente a Giuseppe Navarra e Gaetano Cusati, e un piccolo paesaggio attribuito a Camille Corot (ora privo di cornice). 38 Depositi. 39 Le opere già in questa sala, ad eccezione delle nature morte di Navarra e Cusati e del Paesaggio attribuito al Corot, sono conservate nei depositi, insieme a tutto quanto si trovava nella saletta successiva.
37 Missing. Replaced by two floral still lifes, attributed to Giuseppe Navarra and Gaetano Cusati, formerly in room XII and a small Landscape attributed to Camille Corot (now without frame) also from Room xiii. 38 In storage. 39 The works formerly in this room, except the still lifes by Navarra and Cusate and the landscape attributed to Corot, are in storage, along with everything that was in the next room.
96. After Jacques-Louis David (19th C.), Portrait of a woman, oil on canvas, 59.5 x 72.5 cm 37
97. Unknown Tuscan, Portrait of woman, oil on canvas, 95.5 x 122 cm 98. Unknown Neapolitan (19th C.), Portrait of the Maldarelli Family, oil on canvas, 87.5 x 106.5 cm; monogram GR 99. Unknown Piedmontese (c.1820), Portrait of a Lady, oil on canvas, 66 x 77 cm 100. Unknown Neapolitan (c. 1840), Portrait of a Lady, oil on canvas, 49 x 63 cm 101. Pietro Antonio Lucchini (mid 19th century), Portrait of a Woman in White 102. Circle of Francois-Xavier Fabre (19th C.), Portrait of a Lady, oil on canvas, 63 x 75.5 cm 38
room xii 39
Large late-nineteenth century showcase supported by two sphinxes, mid-nineteenth century cabinet, two Louis Philippe armchairs with lion-shaped arms, Louis Philippe sofa with damask-lined back, square mid-nineteenth century coffee table in mahogany, empire vase with silver cover and plate, two gilt stools, bronze and crystal chandeliers with drops and pendants. 103. Unknown (19th C.), Portrait of Emilia La Grua (1863), oil on canvas, 12 x 12.5 cm 104. Joshua Reynolds, George IV and his Admirals 105. Unknown (19th C.), Portrait of Giuditta Pasta (1832), oil on copper, 15 x 19 cm 106. Unknown French (early 19th C.), Portrait of A. De Musset (?), oil on canvas, 71.5 x 86 107. J.B. Camille Corot, Landscape, oil on canvas, 24 x 19.5 cm 108. Unknown English (early 19th C.), Female portrait, oil on canvas, 68 x 88 cm 109. Unknown Lombard artist (c. 1848), Portrait of a Lady, oil on canvas, 18.5 x 24 cm 110. Unknown Neapolitan (early 19th C.), Small portrait of Napoleonic non-commissioned officer, oil on canvas, 17.5 x 21 cm 111. Gaetano Cusati, Vase with flowers, oil on canvas, 53 x 67 cm 112. Thomas Lawrence, Portrait of George IV of Wales, oil on canvas, 65.5 x 74.5 cm 113. Giuseppe Navarra, Vase with flowers, oil on canvas, 50.5 x 63.5 cm
room xiii Mobile English nineteenth-century furniture. 114. Antonio Mancini, Portrait of a young man, oil on canvas, 33 x 39.5 cm 115. Vincenzo Caprile, Acquaiola, watercolour and pastel on paper, 26 x 36 cm 116. Giuseppe de Sanctis, Portrait of a woman, oil on paper, 25 x 35 cm 117. Vincenzo Caprile, Acquaiola, watercolour and pastel on paper, 25 x 45 cm 118. Pietro Scoppetta, View of Naples, watercolour on paper, 25 x 16 cm 119. Domenico Morelli, Portrait of a young woman, oil on canvas, 40.5 x 32.5 cm 120. Attilio Pratella, Country Road, oil on canvas, 46 x 29 cm 121. Domenico Morelli, Portrait of a Lady, oil on canvas, 50.5 x 63.5 cm 122. Federico Rossano, Landscape, oil on canvas, 46 x 55.5 cm 123. Vincenzo Caprile, Portrait of Rocco Pagliara, oil on canvas, 48 x 59.5 cm 124. Francesco Duranti, Monk in the study, oil on canvas, 53.5 x 71 cm 125. Edoardo Monteforte, Homesteads, oil on canvas, 66 x 44 cm
164 165
128. Attilio Pratella, Veduta di paese con ruscello, olio su tavola, cm 35,5 x 22
129. Giuseppe Casciaro, Veduta di Napoli verso Posillipo, acquerello su carta, cm 25 x 16
130. Giuseppe Casciaro, Casa con arco, acquerello su carta, cm 18 x 32
131. Giuseppe Casciaro, Pino sul mare, acquerello su carta, cm 25 x 16
132. Giuseppe Casciaro, Bosco, acquerello su carta, cm 21 x 26
133. Giuseppe Casciaro, Paesaggio di mare, acquerello su carta, cm 28 x 27
134. Giuseppe Casciaro, Paesaggio con alberi, acquerello su carta, cm 15 x 20
135. Enrico Rossi, Fanciulla che legge, olio su tela, cm 40 x 32,5
136. Francesco Lojacono, Carro di fieno, olio su tela, cm 38 x 17,5
137. Federico Rossano, Paesaggio con alberi, olio su tela, cm 16 x 28
138. Federico Rossano, Paesaggio di campagna, olio su tela, cm 15 x 20
139. Federico Rossano, Cacciatore, olio su tela, cm 14,5x 28
140. Federico Rossano, Pecore al pascolo, pastello su carta, cm 26 x 17
141. Federico Rossano, Pascolo al tramonto, olio su tavola, cm 23 x 12
142. Federico Rossano,Veduta di paese, olio su tavola, cm 25 x 16
143. Gaetano Esposito, Ritratto di suora, olio su tavola, cm 79 x 94
144. Paolo Vetri, Rose e libro, olio su tela, cm 56 x 39
145. Ignoto napoletano (sec. XIX), Trentaremi, acquerello su carta, cm 22 x 16
146. Achille Vianelli, Cattedrale di Amalfi, acquerello su carta, cm 19 x 14 147. Simone Campanile, Paesaggio con lago, acquerello su carta, cm 28 x 20
148. Giacinto Gigante, Contadinelli in una strada di campagna (1872), acquerello su carta, cm 19 x 27
149. Giacinto Gigante, Paesaggio con contadini (1833), acquerello su carta, cm 28 x 20
150. Gioacchino Toma, Ritratto di bambino morto, olio su tela, cm 8 x 12
151. Consalvo Carelli, Piazza Vittoria, olio su tela, cm 64,5 x 51,5
sculture esposte nel corridoio 152. Raffaele Belliazzi (1835–1917), Ritratto di giovane donna: Adelaide Pagliara (sul retro “A R. Pagliara R. Belliazzi”), 1881, terracotta, Inv. 34
153. Luigi De Luca (1857–1938), Testa di Mercurio, bronzo, 25 x 24, Inv. 313
154. Achille D’Orsi (1845–1929), Portatore di pani, firmato: A. D’Orsi 1880, gesso, 38,5x 18,2
155. Achille D’Orsi (1845–1929), Mendicante seduto, gesso, 51 x 42, (A Rocco Pagliara/Achille D’Orsi) Inv. 379
156. Tommaso Solari (1820–1897), Ritratto di Giuseppe Martucci, terracotta, 46 x 46
157. Vincenzo Gemito (1852–1929), Acquaiolo, bronzo, 57 x 20, firmato, Inv. 310
158. Vincenzo Gemito (1852–1929), Testa di filosofo, 1883, 25 x 30, (sul collo V. Gemito) 159. Vincenzo Gemito (1852–1929), Testa di bambino, 1909, bronzo dorato, 26 x 22, (sul retro V. Gemito) Inv. 331
160. Francesco Jerace (1854–1937), Busto di donna con collana, gesso patinato, 49 x 30, firmato: Jerace, Inv. 337
161. Francesco Jerace (1854–1937), Ritratto di Rocco Pagliara, terracotta, 40 x 40, firmato, Inv. 327
162. Nicola Renda (1815-1892), Ritratto di giovane donna, marmo scolpito
II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
126. Eduardo Dalbono, Town Study, pastel on paper, 38 x 27 cm 127. Pietro Scoppetta, Memory of London, oil on canvas, 33 x 25.5 cm 128. Attilio Pratella, Town study with stream, oil on panel, 35.5 x 22 cm 129. Giuseppe Casciaro, View of Naples towards Posillipo, watercolour on paper, 25 x 16 cm 130. Giuseppe Casciaro, House with arch, watercolour on paper, 18 x 32 cm 131. Giuseppe Casciaro, Pine overlooking the sea, watercolour on paper, 25 x 16 cm 132. Giuseppe Casciaro, Bosco, watercolour on paper, 21 x 26 cm 133. Giuseppe Casciaro, Seascape, watercolour on paper, 28 x 27 cm 134. Giuseppe Casciaro, Landscape with trees, watercolour on paper, 15 x 20 cm 135. Enrico Rossi, Girl reading, oil on canvas, 40 x 32.5 cm 136. Francesco Lojacono, Hay wain, oil on canvas, 38 x 17.5 cm 137. Federico Rossano, Landscape with trees, oil on canvas, 16 x 28 cm 138. Federico Rossano, Country landscape, oil on canvas, 15 x 20 cm 139. Federico Rossano, Hunter, oil on canvas, 14.5 x 28 cm 140. Federico Rossano, Sheep grazing, pastel on paper, 26 x 17 cm 141. Federico Rossano, Pastures at sunset, oil on panel, 23 x 12 cm 142. Federico Rossano, View of the country, oil on panel, 25 x 16 cm 143. Gaetano Esposito, Portrait of a nun, oil on panel, 79 x 94 cm 144. Paolo Vetri, Roses and book, oil on canvas, 56 x 39 cm 145. Unknown Neapolitan (19th C.), Trentaremi, watercolour on paper, 22 x 16 cm 146. Achille Vianelli, Amalfi Cathedral, watercolour on paper, 19 x 14 cm 147. Simone Campanile, Landscape with lake, watercolour on paper, 28 x 20 cm 148. Giacinto Gigante, Peasant children in a country road (1872), watercolour on paper, 19 x 27 cm 149. Giacinto Gigante, Landscape with peasants (1833), watercolour on paper, 28 x 20 cm 150. Gioacchino Toma, Portrait of a dead child, oil on canvas, 12 x 8 cm 151. Consalvo Carelli, Piazza Vittoria, oil on canvas, 64.5 x 51.5 cm
sculptures in the hallway of the museum 152. Raffaele Belliazzi (1835 – 1917), Portrait of a young woman: Adelaide Pagliara (on rear “To R. Pagliara R. Belliazzi”), 1881, terracotta, Inv. 34 153. Luigi De Luca (1857 – 1938), Head of Mercury, bronze, 25 x 24, Inv. 313 154. Achille D’Orsi (1845 – 1929), Bread carrier, signed: A. D’Orsi 1880, chalk, 38.5 x 18.2 155. Achille D’Orsi (1845 – 1929), Beggar sitting, plaster, 51 x 42, (A. Rocco Pagliara/Achille D’Orsi) Inv. 379 156. Tommaso Solari (1820 – 1897), Portrait of Giuseppe Martucci, terracotta, 46 x 46 157. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Water seller, bronze, 57 x 20, signed, Inv. 310 158. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Head of Philosopher, 1883, 25 x 30, (on neck ‘V. Gemito’) 159. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Head of Child, 1909, gilded bronze, 26 x 22 (on rear ‘V. Gemito’) Inv. 331 160. Francesco Jerace (1854 – 1937), Bust of woman with necklace, patinate on plaster, 49 x 30, signed: Jerace, Inv. 337 161. Francesco Jerace (1854 – 1937), Portrait of Rocco Pagliara, terracotta, 40 x 40, signed, Inv. 327
166 167
163. Raffaele Belliazzi (1835-1917), Testa di vecchio, 1881, terracotta, 24,5 x 15, (sul retro “A R. Pagliara. R. Belliazzi”) 164. Saverio Sortini (1860-1925), Busto di Rocco Pagliara, 1890-95, sul davanti: “All’amico Rocco Pagliara aff. S. Sortini”, 1890/95, gesso, 50 x 50, depositi 165. Filippo Cifariello (1864/5-1936), Busto di giovane, firmato e datato 1882, terracotta, 52 x 40
166. Achille D’Orsi (1845-1929), Testa di giovane, firmato, terracotta, 26 x 20
167. Vincenzo Gemito (1852-1929), Pompeo, bronzo, 48 x 30
168. Vincenzo Gemito (1852-1929), Il pittore Meissonier, bronzo, 60 x 25, datato 1879
169. Giuseppe Pettinati, Ritratto di giovane donna, terracotta 170. G.T.B. Amendola (1848-1887), Assunzione di Maria, cera 171. Ignoto, Testa di bambino
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Itinerari archeologici a Napoli e dintorni: incisioni della Fondazione Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, con fotografie di Mimmo Jodice, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1983
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II. Fact-finding, study and research project
II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche
162. Nicola Renda (1815 – 1892), Portrait of a young woman, carved marble 163. Raffaele Belliazzi (1835 – 1917), Head of an old man, 1881, terracotta, 24.5 x 15 (on rear: “To R. Pagliara. R. Belliazzi”) 164. Saverio Sortini (1860 – 1925), Bust of Rocco Pagliara, 1890/95, on the front: “To my friend Rocco Pagliara aff. S. Sortini”, 1890/95, on the front:
“To my friend Rocco Pagliara aff. S. Sortini”, chalk, 50 x 50. Storage 165. Filippo Cifariello (1864-5 – 1936), Bust of a young man, signed and dated 1882, terracotta, 52 x 40 166. Achille D’Orsi (1845 – 1929), Head of a young man, signed, terracotta, 26 x 20 167. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Pompey, bronze, 48 x 30 168. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), The painter Meissonier, bronze, 60 x 25, dated 1879 169. Giuseppe Pettinati, Portrait of a young woman, terracotta 170. G.T.B. Amendola (1848 – 1887), Assumption of Mary, wax 171. Unknown, Head of a child
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19? Istituto Suor Orsola Benincasa, La Raccolta d’Arte della Fondazione Adelaide e Maria Antonietta Pagliara, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, (date to be established)
IiI Analisi del valore
del sito analysis of the value
of the site
172 173
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
1ii.1.1La classificazione del bene
Complesso di edifici di notevole valore architettonico stori-
co-artistico con implicazioni nella conservazione del Patrimonio Im-
materiale (Cultura Europea e Storia Locale) e del Cultural Landscape 1.
Esso risponde pienamente alle caratteristiche descritte nei criteri II e
IV della Convenzione per il Patrimonio Mondiale Unesco 2, in quanto
tipico dell’architettura monastica europea del XVI secolo, ma eccezio-
nale nella posizione rispetto al tessuto urbanistico del Centro Storico e
peculiare per l’uso degli spazi e dei materiali architettonici. Nella valu-
tazione d’interesse, deve essere particolramente considerata la posizione
del Bene, inserito nella Red Zone del Vincolo Unesco, ma soprattutto
posto in una collocazione-chiave per la percezione visiva dell’intera
città e per la comprensione dello sviluppo urbanistico, storico e cul-
turale della stessa. L’utilizzo di gran parte del Bene come Università
aggiunge ulteriore interesse al sito, in quanto lo rende paradigmatico
della complessa stratificazione ed erede della grande tradizione cultu-
rale della città, legando la sua funzione all’opera di importanti studiosi,
attivi non solo localmente, ma nell’intero scenario europeo.
1ii.1.2La storia
Il Complesso Monumentale riassume in sé capitoli fondamen-
tali di almeno sei secoli di storia della città, testimoniando sia dello svi-
luppo urbanistico del centro storico di Napoli a partire dal XVI secolo,
sia di alcune importanti esperienze culturali e formative di valore uni-
versale (diritto allo studio e cultura di genere), sviluppatesi tra il XIX
e il XX secolo, con il contributo di eminenti personalità scientifiche
1ii.1.1The classification of the property
A complex of buildings of significant artistic and historical
architectural value, with implications for Intangible Heritage
Conservation (European Culture and Local History) and the
Cultural Landscape 1. It fully meets the characteristics described in
the Unesco World Heritage Convention 2 (criteria II and IV), as
typical of sixteenth-century European monastic architecture, but
it is exceptional in terms of its relationship with the urban fabric
of the historic city centre, and is unusual in the use of space and
architectural materials characterising it. In the assessment in question,
it is important to consider the location of the property, i.e. within the
Red Zone of the Unesco WHL, but above all, it is in a key position
to give a visual perception of the historical and cultural development
of the city as a whole. The use of the greater part of the Property as
a university adds further interest to the site, as it makes it the perfect
illustration of a complex stratification and it thus becomes heir to
the great cultural tradition of the city, binding it functionally to the
work of famous scholars, active not only locally, but within the whole
European cultural scene.
1ii.1.2History
The Monumental Complex epitomises the main features
of at least six centuries of the city's history, as a witness to both the
urban development of the historic core of Naples from the sixteenth
century onwards, and a number of important cultural and educational
experiences of universal value (the right to education and gender
iii.1Gli elementi oggetto di valutazione
iii.1The elements to be assessed
1 «L’Unesco chiama paesaggio culturale vivente o evolutivo un paesaggio che conserva un ruolo sociale attivo nella società contemporanea strettamente associato ad un modo di vita tradizionale e nel quale il processo evolutivo continua. Paesaggio culturale associativo è definito un paesaggio che giustifica la sua iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale per la forza di fusione dei fenomeni religiosi, artistici o culturali, con l’elemento naturale piuttosto che per delle tracce culturali tangibili che possono essere insignificanti o anche inesistenti. Il Sito è luogo attivo di produzione di cultura contemporanea», Linee-guida per la redazione dei Piani di Gestione, Commissione Italiana Unesco, Paestum 2004. 2 « (ii) To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or landscape design; (iv) To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history».
1“Unesco defines as ‘living cultural or evolutionary landscape’ those territories that have an active social role in contemporary society, and are closely associated with a traditional way of life where the evolutionary process is ongoing. An ‘associative cultural landscape’ is one that justifies its inclusion in the World Heritage List by virtue of the close interconnection of religious, artistic or cultural links with the natural element rather than tangible cultural elements that may be insignificant or even non-existent. The Site is a place active in the production of contemporary culture”, Guidelines for the preparation of management plans, Italian Unesco Commission, Paestum 2004. 2 “(ii) To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or landscape design; (iv) To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history”.
174 175
ampiamente riconosciute. In particolar modo, la Cittadella Unisob rap-
presenta una sintesi delle caratteristiche architettoniche dell’intera città
(architettura del tufo, ipogea e fuori terra, architettura religiosa, arte
del Barocco napoletano, vedute panoramiche, arte dei giardini ecc.) e
come tale essa può fungere da luogo ideale per un primo approccio
globale alla visita e alla conoscenza della medesima. L’utilizzo cultura-
le continuo del luogo fin dalla sua creazione e la modernità della sua
formula conservativa e d’uso, ne fanno un monumento di alto valore
simbolico e funzionale al rilancio del progetto di patrimonializzazione
del centro storico di Napoli.
1ii.1.3La proprietà
La proprietà degli immobili è dell’Ente Morale Suor Orsola
Benincasa, la gestione degli immobili in fitto o in comodato d’uso è
dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, la proprietà delle
Collezioni Museali è ripartita tra Ente Morale, Fondazione Pagliara
e Fondazione Museo del Giocattolo. Tali enti intendono creare una
sinergia gestionale rivolta alla realizzazione di Buone Pratiche di Va-
lorizzazione Integrata e contribuire alla formazione sul campo di pro-
fessionalità aggiornate e propositive, qualificate per sostenere la fase di
rilancio. La valorizzazione Unesco del sito faciliterebbe moltissimo
tale processo, garantendo quella visibilità atta ad attrarre partners e a
intercettare flussi turistici che ne garantirebbero la sopravvivenza e la
performanza culturale, facilitando inoltre la sperimentazione di model-
li gestionali completi, da utilizzare al servizio del rilancio del comples-
sivo vincolo Unesco del Centro Storico di Napoli.
1ii.1.4Lo stato di conservazione
Buono nel complesso, ma bisognoso di manutenzione,valoriz-
zazione e tutela di lungo periodo; in particolare, la presenza del Corso
di Laurea in Restauro e Conservazione dei Beni Culturali costituisce
un’opportunità rilevante da valorizzare in funzione della conservazio-
ne medesima. Alcuni complessi, come quello di Trinità delle Monache,
sono ancora in corso di restauro così come la Cappella Pignatelli, men-
tre gli altri necessitano di lavori di completamento dei restauri pregressi
e di adeguamento ai requisiti di sicurezza previsti per le aree museali.
Diversa la situazione del patrimonio museale, documentale e biblio-
tecario, che presenta, pur nell’accettabilità delle condizioni, numerose
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
culture), as they evolved over the nineteenth and twentieth centuries,
with contributions from widely recognised and eminent scientists.
In particular, the Cittadella Unisob represents a synthesis of the
architectural features of the entire city (architecture in tuff, both under
and above ground, religious architecture, the art of the Neapolitan
Baroque, panoramic views, landscape gardening etc.) and as such it
can serve as the ideal place for an initial general approach to visiting
and getting to know the city itself. The continued use of the location
for cultural activities since its creation, and the modernity of its use
and preservation formula make it a landmark of great symbolic value
and give it a role in the revival of the capitalisation project for Naples’
historic centre.
1ii.1.3Ownership
The property is owned by the Ente Morale Suor Orsola
Benincasa, a registered charity, while Suor Orsola Benincasa University
is responsible for the management of the rented real estate and loan-
for-use agreements. Ownership of the Museum Collections is divided
between the Fondazione Pagliara, a registered charity, and the Toy
Museum Foundation. These organisations aim to create a synergistic
management, focusing on the creation of Good Practice for Integrated
Valorisation and to contribute to the on-site training of updated and
pro-active professionals, qualified to support the recovery phase. Unesco
valorisation of the site would greatly facilitate this process, ensuring the
visibility needed to attract partners and to capture flows of tourism that
would guarantee survival and cultural performance, and would facilitate
the testing of complete management tools that could be used for the
overall revival of the Historic Centre of Naples Unesco Site.
1ii.1.4The state of conservation
Mostly good, but in need of maintenance, valorisation and
long-term safeguards. In particular, the existence of degree courses in
the Restoration and Preservation of Cultural Heritage is a significant
opportunity to be exploited in terms of preservation itself. Some
complexes, such as Trinità delle Monache and the Cappella Pignatelli,
are still under restoration, while others need work to complete the
previous restoration and to adapt them to the safety requirements
of the museum areas. The situation is different in the case of the
Cappella Pignatelli, particolari delle decorazioni marmoree.The Pignatelli Chapel, details of marble decorations.
176 177
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
criticità, a fronteggiare le quali è rivolto il progetto di valorizzazione.
Il contesto economico attuale rende sempre più difficile assicurare, in
piena autonomia, la sopravvivenza e l’adeguata socializzazione del pa-
trimonio, mentre la sua emersione sullo scenario cittadino e la sua
apertura al pubblico ne renderebbe più semplice la tutela.
1ii.1.5L’integrità
Sostanzialmente rispettata dalla funzione culturale cui il com-
plesso è adibito. I restauri degli anni passati, grazie alla proficua colla-
borazione tra Proprietà e Mibact, hanno filologicamente conservato
la fruibilità delle diverse fasi architettoniche dei vari edifici e tutte le
strutture di pregio, senza modificare in alcun modo i luoghi, che sono
stati adattati alla nuova funzione nel rispetto della loro storia. Le rare
modifiche apportate si qualificano come interventi di alta architettura
e sono parte della storia dell’uso consapevole e virtuoso di questo com-
plesso architettonico. Il sito possiede il pregio di conservare ancora ampi
spazi utilizzabili per attività di fruizione unicamente turistico-culturale
e presenta la possibilità di creare percorsi di visita paralleli rispetto agli
ambienti universitari. Dunque mediante la sua conservazione e valoriz-
zazione si potrebbe ottenere il doppio risultato di un uso consapevole
e sostenibile di un bene culturale di pregio e della realizzazione di un
attrattore-laboratorio al servizio della città.
1ii.1.6L’autenticità
Gli edifici che compongono il Complesso Monumentale Uni-
sob hanno conservato la forma architettonica che essi avevano all’atto
dell’acquisizione e, nel complesso, non vi sono state modifiche sostan-
ziali dello stato dei luoghi e delle interazioni con il territorio e l’am-
biente, come dimostrano le piante storiche e la tipica collocazione della
Cittadella e degli altri complessi nel paesaggio urbano. Le operazioni
pianificate di ripristino dei luoghi in funzione dell’accessibilità non
prevedono alterazioni ulteriori e contribuscono alla percezione di un
uso consapevole e sostenibile del Patrimonio. Inoltre la consistenza del
patrimonio di beni mobili e la disponibilità di ampia documentazio-
ne relativa allo stato dei luoghi (documenti d’archivio, mappe storiche,
immagini fotografiche, iconografie artistiche ecc.) e al loro sviluppo,
corrisponde alla definizione di Autenticità inclusa nella carta di Nara 3,
a sua volta ispirata alla Carta di Venezia sulla Conservazione del Patri-
3 Cfr. Icomos, Nara Document on Authenticity. Experts meeting, 1-6 November 1994, Conference on Authenticity in Relation to the World Heritage Convention.
museum, library, and archives, which, despite their acceptable state,
still have many critical issues, which the valorisation project would
solve. The current economic difficulties make it increasingly difficult
to ensure independent survival and full accessibility to the property,
while its emergence on the city scene, and its opening to the public
would make it easier to protect.
1ii.1.5Integrity
Integrity is substantially respected thanks to the cultural role
of the property. The restoration work of the past years, thanks to the
fruitful collaboration between the owners and the Ministry for Cultural
Heritage, has maintained, in a spirit of authenticity, the usability of the
different architectural phases in the various buildings and structures of
value without any alteration to the premises, which have been adapted
to their new function while respecting their history to the utmost.
The few modifications carried out are works of high architecture, and
make up part of the history of the virtuous and conscious use of this
architectural complex. The site still preserves many areas that could
be used exclusively for tourism and cultural purposes, and allows the
possibility of creating routes running parallel to the university areas.
Its preservation and valorisation could lead to the two-fold result of
a conscious and sustainable use of a valuable cultural asset and the
creation of an attractor laboratory at the service the city.
1ii.1.6Authenticity
The buildings forming the Unisob Monumental Complex
have preserved the architectural form they had when first acquired
and, overall, they have undergone no substantial changes in terms of
the state of the premises or their interaction with the territory and the
environment as may be seen from historical maps, the typical location
of the Citadel and the complexes within the urban landscape. The
work planned to adapt the premises in view of greater accessibility will
not cause further alterations and will contribute to a better perception
of the property and its conscious and sustainable use. Furthermore,
the importance of the moveable assets and the availability of
extensive documentation relating to the condition and development
of the premises (archive documents, historical maps, photographs,
artistic iconography, etc.) meets the definition included in the Nara
178 179
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
monio, del 1964. Tale elemento è garantito dalla presenza di strutture
di ricerca permanenti afferenti alla Facoltà di Lettere e Conservazione
dei Beni Culturali e in particolare dall’attività di Docenti, Ricercatori
e Studenti del Corso di Laurea Magistrale in Restauro, unica nell’Ita-
lia Meridionale peninsulare e uniformata alle tecniche e agli indirizzi
di ricerca del Mibact e degli istituti internazionali di tutela (Iccrom,
Icomos etc.).
1ii.1.7L’accessibilità
Il sito è pubblicamente frequentato, ma non vi è ancora possi-
bilità di fruibilità regolare dell’intero patrimonio custodito, per motivi
di gestione e sicurezza. L’accesso ai diversamente abili è solo parzial-
mente consentito, e il progetto di valorizzazione ha tra i suoi obiettivi
principali quello di ampliare al massimo tali possibilità. Al riguardo, va
evidenziato che non sarà possibile consentire l’accesso ai disabili in aree
servite da accessi arditi o eccessivamente stretti, mentre sarà possibile la
fruizione della Rampa Storica, utilizzando appositi mezzi cingolati (in
fase di acquisto) compatibili con la tutela della pavimentazione e capaci
di trasportare disabili non autosufficienti anche su scale non fornite
di elevatore. Per le aree non raggiungibili saranno predisposte speciali
sale immersive, che permetteranno al disabile di fruire di immagini e
contenuti al pari degli altri visitatori. Più complessa è la valutazione
della pressione del turismo culturale sull’area cittadina di insistenza:
l’arteria del Corso Vittorio Emanuele, già estremamente trafficata, non
consente un’agevole gestione dei flussi turistici in termini di parcheggi
e aree di sosta, mentre molto ben collegata risulta essere al centro cit-
tadino dai mezzi pubblici (sistema Metropolitana/Funicolare, autobus,
percorsi pedonali) 4. Al riguardo, il progetto di valorizzazione intende
massimizzare l’informazione e la gestione dei flussi turistici in modo da
renderli compatibili con una fruizione sostenibile delle vie d’accesso.
1ii.1.8La minaccia
Il delicato equilibrio attualmente garantito dalla presenza dell’I-
stituzione Culturale e dalle Fondazioni risulta reso precario dalla progres-
siva carenza di fondi e dall’uso continuo. Il riconoscimento di Interesse
Particolarmente Importante ai sensi della vigente legislazione nazionale
non garantisce la tutela del complicato insieme di valori estetici, culturali
e socio-antropologici del Complesso nel lungo periodo. In particolar 4 Cfr. Cap. ii.1.2, Il territorio e la viabilità, pp. 22-23 e tavole annesse.
3 Cf. Icomos, Nara Document on Authenticity. Experts meeting, 1-6 November 1994, Conference on Authenticity in Relation to the World Heritage Convention. 4 Cf. chap ii.1.2. The territory and mobility, pp 22-23 and associated tables.
Document on Authenticity 3 (1994), which was inspired by the Venice
Charter on the Conservation and Restoration of Monuments and
Sites (1964). This is guaranteed by the presence of permanent research
facilities associated with the Faculty of Arts and the Preservation
of Cultural Heritage. Above all, it is ensured by the activities of the
academics, researchers and students involved in the Masters Degree
in Restoration, the only one in Mainland Southern Italy, coordinated
with the techniques and research directions coming from the Ministry
of Cultural Heritage and with the main international conservation
institutes (Iccrom, Icomos, etc.).
1ii.1.7Accessibility
The site is frequented by the public, but there is still no
possibility of regular access to the whole site for security and
management reasons. Disabled access is only partially possible, and
the maximisation of this possibility is one of the priorities of the
valorisation project. It must to be said that it will certainly not be
possible to provide access for disabled people to areas served by steep
or excessively narrow access routes, but it will be possible to use the
Historical Ramp by means of vehicles with special tracks (currently
being purchased) which will not harm the paving and will be able to
transport persons with limited mobility also via stairways not equipped
with lifts. The inaccessible areas will be covered by special Immersive
Rooms, which will allow disabled visitors to enjoy images and museum
contents in the same way as other visitors. A more complex issue is that
of assessing the effects of cultural tourism on the local area. The main
road, Corso Vittorio Emanuele, is already extremely busy, and does
not allow easy management of tourist flows in terms of parking and
stopping areas, but it is very well connected to the city centre by public
transport (underground railway/funicular railway, bus lines, pedestrian
routes) 4. On this issue, the valorisation project aims to maximize the
information and the management of tourist flows so as to make them
compatible with the sustainable use of the access roads.
1ii.1.8Threats
The delicate balance currently guaranteed by the presence of
the institution and the Cultural Foundations is made precarious by the
progressive shortage of funds and their continual use. Recognition of
180 181
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
modo, in pericolo sono le collezioni museali, che, nonostante le cure
prodigate dalla Scuola di restauro, rischiano il degrado a causa della man-
canza di adeguate strutture di musealizzazione e di sicurezza, nonché
dell’incompletezza della catalogazione, non ancora aggiornata e fruibile.
Solo l’utilizzo integrato dell’intera area e la messa a reddito dei servizi
culturali che essa può offrire potranno garantirne la conservazione, fa-
vorendo nel contempo l’impiego e la formazione di professionalità ade-
guate alle sfide della modernità in materia di Beni Culturali e in grado
di diffondere la filosofia dello Human Heritage Unesco con tutte le sue
potenzialità, migliorando di riflesso le performances gestionali non solo del
nuovo attrattore, ma in prospettiva dell’intera rete museale e storico-ar-
tistica del Centro Storico di Napoli.
Abusivismo
Il sito e la relativa buffer zone sono situati nel centro storico della
città di Napoli, e sono quindi adeguatamente tutelati da qualsiasi possibi-
le modificazione (demolizioni, ricostruzioni, nuove edificazioni, usi ini-
donei degli edifici, ecc.) che ne possa diminuire l’autenticità e l’integrità.
Rischio antropico per furti e vandalismi
Per quanto di competenza, le aree destinate ad Attrattore Cul-
turale sono dotate in gran parte di Servizio di sicurezza diurno e di
allarme notturno a sensori laser e ambientali, collegato con la Centrale
operativa dell’Arma dei Carabinieri di Napoli e con i Custodi reperi-
bili e il Servizio di supporto tecnico Unisob. In caso di manutenzio-
ne o inefficienza del sistema di allarme viene predisposta sorveglianza
esterna notturna a carico del Servizio di vigilanza. Durante il giorno
le aree esterne e interne sono protette da circuiti di videosorveglianza
(tvcc) con registrazione, vigilato da personale specializzato. Il progetto
di Valorizzazione prevede, già in parte finanziato, l’incremento dei sen-
sori di allarme nelle aree attualmente non visitabili e delle postazioni
di rilievo tramite telecamere di sicurezza poste lungo i percorsi di visita,
interni ed esterni. Il personale di sorveglianza, parametrato alla gran-
dezza delle aree destinate a Museo e alle modalità di visita per gruppi,
sarà implementato dalla società di Gestione In House.
Inquinamento atmosferico
Sebbene collocato in una zona cittadina estremamente traffica-
ta, la posizione della Cittadella Unisob, posta al di sopra dell’arteria ro-
tabile e dotata di ampie aree verdi, non presenta livelli di inquinamento
preoccupanti o destinati a rapido incremento. Il recupero parziale delle
the status of ‘Particularly Important Interest’ under existing national
legislation does not guarantee the long-term protection of the complex
set of aesthetic, cultural and socio-anthropological values represented
by the Site. Especially at risk are the museum collections, which,
despite the care provided by the School of Restoration, still run the
risk of decay, due to a lack of adequate museum and security facilities
together with incomplete cataloguing, which has not yet been updated
and is thus unusable. Only integrated use of the entire area and the
exploitation of cultural services to generate income can guarantee
their full preservation, promoting at the same time the use and training
of professionals to meet the challenges of modernity in the field of
Cultural Heritage. These people would be able to spread the Unesco
Human Heritage philosophy with all its potential, thus improving
management performance, not only with regard to the new attractor,
but also in view of the creation of an entire network of museums and
art history in the historical centre of Naples.
Illegal development
The Site and its buffer zone are located in the historic centre
of the city of Naples, and are therefore adequately protected from
any possible modification (demolition, reconstruction, new buildings,
unsuitable use of buildings, etc.) that could adversely affect their
authenticity and integrity.
Risk of theft and vandalism
All the areas of the site to become a ‘Cultural Attractor’ are
mostly equipped with a Day Security Service and night alarms with
environmental and laser sensors connected to the Central Police
Office (Carabinieri) in Naples. There are also the on-call Unisob
security personnel and a Unisob Technical Support Service. During
maintenance or when the system is out of order there is internal and
external night surveillance organised by the Unisob Security Service.
During the day, the areas are protected by a recorded video surveillance
circuit (cctv), supervised by qualified staff. The valorisation project
includes an already partially funded increase in the number of alarm
sensors and security stations with cctv in areas not currently accessible
to visitors as well as security cameras placed along the internal and
external tour routes. The security staff, in numbers sufficient for areas
set aside for Museum purposes and tour arrangements for groups, will
be implemented by the planned in-house Company.
182 183
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
acque piovane consente di controllare il drenaggio delle aree verdi e
l’erosione eolica e marina sono contenute dalle spesse murature peri-
metrali in tufo, consentendo la pianificazione di manutenzione ordina-
ria e straordinaria senza sostanziali elementi critici.
Inquinamento elettromagnetico
Non sono presenti, nelle immediate vicinanze, fonti di inqui-
namento elettromagnetico, e le centaline di controllo degli impianti
elettrici sono allocate in aree separate e monitorate.
Inquinamento acustico
L’assenza di traffico nell’area della cittadella e la distanza dalla strada,
da strutture produttive o centri commerciali, nonché le spesse murature
tufacee rendono l’area museale protetta da inquinamento acustico.
Rischio sismico
Il territorio della città di Napoli è caratterizzato da sismicità ele-
vata, che ha, in passato, danneggiato più volte il suo patrimonio culturale.
Tuttavia l’area della Cittadella Unisob, costruita su di un’altura tufacea, ha
mostrato, nei secoli, un’elevata resistenza ai fenomeni sismici. Inoltre il
personale addetto alla sicurezza è istruito con apposito corso di formazio-
ne sulle procedure da seguire in caso di sisma, ed è presente la segnaletica
prevista dal Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 in relazione ai
comportamenti di Protezione Civile (vie di fuga e piano di evacuazione).
Rischio incendio
L’area della Cittadella Unisob, ristrutturata con l’utilizzo di ma-
teriali ignifughi, è fornita dei seguenti dispositivi di sicurezza:
– rilevatori di fumo;
– estintori portatili (pressurizzati, rinnovati ogni sei mesi);
– manichette antincendio;
– segnaletica antincendio a norma di legge;
– predisposizione vie di fuga e piani di evacuazione.
Rischio terrorismo
A partire dagli episodi dell’11 settembre 2001, come tanti altri
siti culturali italiani l’Università è oggetto di particolari attenzioni e
vigilanza secondo quanto previsto per determinati obiettivi sensibili. Il
rischio è comunque attualmente remoto. Nelle aree adibite a Museo,
inoltre, i visitatori, sempre per ragioni di sicurezza, sono obbligati a
depositare borse, zaini e valigie.
Air pollution
Although placed in an extremely busy city area, the location
of the Unisob Citadel, situated above the traffic area and with its large
green areas gives no cause for concern in terms of pollution levels nor
are they likely to increase soon. The partial recovery of rainwater makes
it possible to control the drainage of the green areas, and the effects
of wind and salt erosion are contained by the thick surrounding walls
in tuff, allowing ordinary maintenance and repairs without substantial
problems.
Electromagnetic pollution
Sources of electromagnetic pollution are not present in the
immediate neighbourhoods, and the control units for the electrical
plants are located in separate and monitored areas.
Noise pollution
The absence of traffic in the Citadel area and the distance
from the main road, industrial sites or shopping centres, as well as the
thick tuff walls, protect the museum area from noise pollution.
Seismic risk
The city of Naples area is characterised by high levels of
seismic activity, which has frequently caused damage to its cultural
heritage in the past. However, the area of the Citadella Unisob, built
high up on a tufaceous hill, has shown a good degree of resistance
to earthquakes over the centuries. In addition, the security staff have
attended a special training course on the procedures to follow in the
event of earthquake. In addition, signs required by Legislative Decree
no. 81 of 9 April 2008 relating to the conduct of Civil Protection
(Escape Routes and Evacuation Plan) are visible throughout the
premises.
Fire risk
The Citadella Unisob, renovated using fireproof materials, is
provided with the following safety devices:
– smoke detectors
– portable fire extinguishers (pressurised, renewed every 6 months)
– fire hoses
– regulation fire warnings
– escape routes and evacuation plans
184 185
Pressione turistica
La città di Napoli è città turistica per vocazione di antica data
e, come esposto nell’analisi socio-economica del presente PdG, l’area
di sedime di Unisob è collocata lungo direttici di fruizione turistica
piuttosto ben sviluppate, sebbene non su quelle di maggiore flusso, col-
locate nella parte bassa del Centro Storico (Area dei Decumani e Area
costiera). L’apertura regolare e continuata al pubblico del Complesso
Culturale Unisob, attualmente aperto soltanto saltuariamente (due gg.
alla settimana e nelle sole ore diurne, fatta eccezione per iniziative
o eventi speciali), creerebbe certamente un considerevole incremento
della circolazione turistica nell’area.
La pressione antropica sul bene è attualmente monitorata dal
Servizio di manutenzione dell’Unisob, ma risulta senz’altro com-
patibile con un consistente incremento della quota residuale (LAC
analysis) al netto della frequentazione corrente (circa 10.000 studenti
e circa 1500 non studenti, per una frequentazione giornaliera media
stimabile di circa 8000 persone sull’intera area Unisob e di circa 5000
persone nell’area della cittadella). La pressione del turismo culturale
a regime, stanti le modalità di utilizzo previste (visite per gruppi non
superiori alle 50 unità e presenza di max tre gruppi in contempora-
nea, per un massimo stimabile di 450-500 persone al giorno) sarebbe
uguale o inferiore al 10% dell’usura attuale e si concentrerebbe in aree
normalmente non visitabili della Cittadella stessa. Tuttavia le piste di
monitoraggio in fase di Start-Up terranno particolarmente conto del-
la risposta della struttura alle sollecitazioni e al graduale incremento
delle presenze, in modo da poter, nel caso, intervenire in itinere sulle
modalità di fruizione.
Conservazione e Catalogazione
Sugli edifici monumentali del sito e i relativi apparati decorativi,
oltre ai numerosi studi e alle pubblicazioni esistenti, esistono schede
dettagliate elaborate secondo gli standard catalografici nazionali de-
finiti dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del
Ministero per Beni e le Attività Culturali (www.iccd.beniculturali.it).
Anche per gli oggetti mobili contenuti, oltre ai relativi studi
specifici, esistono analoghe schede inventariali e di catalogo.
Le schede inventariali e di catalogo e tutta l’altra documentazio-
ne esistente sugli edifici del complesso e sui beni in essi contenuti sono
conservate presso gli Archivi dell’Ente Morale Suor Orsola Benincasa.
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
The threat of terrorism
Since the events of September 11 2001, like many other
Italian cultural sites, the University receives special attention and is
under surveillance as provided for under sensitive targets legislation.
Currently, any such risk is remote. Again for security reasons, visitors
may not bring bags, backpacks or suitcases into the museum areas.
Tourist pressure
The city of Naples has long been a tourist attraction
and, as explained in the analysis presented in the socio-economic
Management Plan in this volume, the area of land owned by Unisob
is located along rather well-developed tourist routes, though not
those of maximum flow. The most frequented areas lie in the lower
part of the Old Town (the Decumani and seafront areas). Regular
and continuous opening to the public of the Unisob Cultural
Complex, which is currently only sporadic, (2 days per week only in
the morning hours, except for special events or initiatives), would
certainly create a considerable increase in tourist traffic in the area.
Anthropic pressure on the structure is currently monitored
by Unisob maintenance staff, but it is certainly compatible with a
substantial increase in the marginal sector (LAC analysis), net of
current attendance (around 10,000 students and about 1,500 non-
students, resulting in an average daily attendance estimated at about
8,000 people over the entire Unisob area and about 5,000 people
in the citadel area). The pressure of cultural tourism at full capacity,
considering the modalities of fruition envisaged (visits for groups of
up to 50 units and the presence of no more than 3 groups at the same
time, with an estimated maximum of 450-500 people per day) would
be equal to, or less than, 10% of the current degree of wear, and
would focus on areas not normally visited within the Citadel itself.
However, monitoring activities during the Start-Up phase
will pay particular attention to the stress-response of the structure
and to any gradual increase of attendance, so as to be able to make
changes to the way the buildings are visited as and when necessary.
Conservation and Cataloguing
There are a number of studies and publications on the Unisob
monumental buildings and their decorative features, and there are
also detailed records processed according to the national cataloguing
186 187
1ii.1.9Le opportunità
La valorizzazione integrata Unesco del Complesso Monumen-
tale Unisob può restituire alla città un Grande Attrattore culturale, forte-
mente integrato urbanisticamente, architettonicamente e culturalmente
al paesaggio urbano e al Centro Storico. La Cittadella può rappresentare
il punto di arrivo di un percorso che attraversi il Centro Storico, met-
tendone in luce settori oggi non molto valorizzati (l’area compresa tra
i Decumani e il Colle di Sant’Elmo, con i suoi percorsi pedonali, le sue
rampe e le sue aree di mercato) e permettendo la piena fruizione dei
più suggestivi panorami urbani. Nel contempo, la valorizzazione turi-
stico-culturale del Complesso può fungere da volano di sviluppo per
l’area urbana circostante, già in parte rivitalizzata dalla presenza della sede
universitaria: essa potrà giovarsi dell’indotto creato dall’attività del nuovo
attrattore per migliorare la qualità del territorio e dell’economia locale 5,
specie se saranno attivate, in sinergia con gli Enti Locali e territoriali,
strategie di sostegno all’occupazione e all’impresa turistico-culturale.
Il Museo della Cittadella e il percorso assistito previsto dalla Cap-
pella Pignatelli potranno incentivare un turismo più motivato sotto il
profilo culturale e ambientale, favorendo l’impiego dei mezzi pubblici
e dei percorsi pedonali, fino a un vero e proprio itinerario di trekking
urbano. Infine, il carattere laboratoriale molto spinto del progetto favo-
rirà la sperimentazione di soluzioni esportabili ad altri contesti cittadini
e il monitoraggio costante dei progressi, evitando l’isolamento e l’im-
provvisazione. La profonda sinergia con l’intera cabina di regia dell’area
Unesco consentirà a Unisob di essere partner attivo e qualificato del
progetto complessivo di rilancio del vincolo napoletano. Infine, le com-
petenze specifiche relative al ciclo integrato della tutela e della valoriz-
zazione, rappresentato dalle facoltà di Conservazione dei beni culturali
(con la Scuola di Restauro che provvede virtuosamente alla conserva-
zione del patrimonio interno e si è resa spesso disponibile per interventi
sul patrimonio cittadino in generale), di Scienze della Formazione (che
comprende sia Scienze dell’Educazione che Scienze della Comunica-
zione) e di Giurisprudenza (attiva nella riflessione sulla tutela e sugli
scenari internazionali), applicato alle raccolte museali e archivistiche, è la
dote che l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa porta alla causa
dell’Human Heritage Centro Storico di Napoli, unitamente a un Piano di
sviluppo che si propone di fare di questa Istituzione Culturale un baluar-
do dello sviluppo e del turismo sostenibile Unesco, sviluppando i temi
della Tangible e Intangible Human Heritage nel proprio curricolo didattico
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
5 « I tentativi di politiche di sviluppo economico degli ultimi 50 anni hanno dimostrato che lo sviluppo è possibile solo se esso è radicato nel territorio in modo endogeno, ossia fondato su un circolo virtuoso capace di autosostenersi. Lo sviluppo endogeno è quindi possibile solo se esiste una fonte potenziale locale di economie di scala (o di accumulazione) e una struttura degli scambi sociali ed economici in grado di liberare tali potenzialità, in modo che lo sviluppo riesca ad autoalimentarsi » (Paestum 2004, cap. 1.6 del documento finale).
5 “Attempts to create economic development policies in the last 50 years have shown that development is only possible if it is rooted in the territory in an endogenous manner, i.e., being founded on a virtuous and self-sustaining circle. Endogenous development is thus only possible if there is a potential local source of economy of scale (or accumulation) and a structure of social and economic trade capable of releasing this potential, so that the development can be self-sustaining” (Paestum 2004, ch. 1.6 of the final document).
standards established by the Central Institute for Cataloguing and
Documentation at the Ministry of Heritage and Culture (www.iccd.
beniculturali.it).
There are also relevant specific studies on the movable assets
as well as similar inventory and catalogue records.
The inventory and catalogue records and all other existing
documentation on the buildings of the complex and on the heritage
are preserved in the archives of the Ente Morale Suor Orsola Benincasa.
1ii.1.9Opportunities
Integrated valorisation of the Unesco Unisob Monumental
Complex can give a cultural Great Attractor back to the city, one that
will be urbanistically, architecturally, and culturally extremely well
integrated into the urban landscape and Historic Centre. The Citadel is
able to represent the point of arrival of a pathway through the Old Town,
highlighting areas that are not sufficiently appreciated (the area between
the Decumani and St. Elmo’s Hill, with its pedestrian walkways, its ramps
and its market areas) today and will allow full enjoyment of this most
impressive of urban landscapes. At the same time, the valorisation of the
cultural complex from the point of view of tourism could work as a
driving force for the development of the surrounding urban area, already
partly revitalised by the presence of the university itself. It would benefit
from the activities created by the new attractor to improve the quality of
the area and the local economy 5, especially if, in synergy with local and
territorial authorities, strategies to support employment and cultural/
tourism-linked businesses are set in place.
The Citadel Museum and the planned assisted route from
the Pignatelli Chapel will foster a more motivated tourism from the
cultural and environmental points of view, encouraging the use of
public transport and pedestrian routes, leading to a true urban trekking
experience. Lastly, the highly experimental nature of the project will
facilitate testing solutions that can be exported and useful for other
cities together with the constant monitoring of progress, so as to
avoid isolation and improvisation. Profound synergy with the entire
control room of the Unesco WHL area will allow Unisob to be an
active and qualified partner in the overall project to revitalise the
Neapolitan WHL site. Lastly, the specific skills relating to the Integrated
Cycle of Protection and Valorisation represented by the Faculties of
Conservation of the Cultural Heritage (with the School of Restoration
189
e promuovendo la fruizione turistica del proprio patrimonio architetto-
nico di pregio e delle proprie collezioni museali a beneficio del Centro
Storico di Napoli, del suo Cultural Landscape e delle future generazioni.
III. Analysis of the valueof the site
III. Analisi del valore del sito
Il Cortile delle Camelie e la Rampa verso il Giardino dei Cinque Continenti.The Court of the Camelias and the stairs leading to the Garden of the Five Continents.
which successfully conserves the internal heritage and has often done
helpful work concerning the heritage of the city in general), Education
(which includes both Education and Communication Studies), and
Law (active in the study on conservation and international scenarios),
applied to the Museum and Archive collections, is the dowry that the
Università Suor Orsola Benincasa brings to the cause of the Historic
Centre of Naples World Heritage site, together with a Development
Plan that aims to make this institution a stronghold of Unesco
Cultural Development and Sustainable Tourism, developing the themes
of Tangible and Intangible Human Heritage in their educational
curriculum and promoting tourism centred on the use of its
architectural heritage and its museum collections to the benefit of the
historic centre of Naples, its Cultural Landscape, and future generations.
191
Iv Criticità
e problem solving critical areas
and problem solving
193
IV. Critical areas and problem solving
IV. Criticità e 'problem solving'
La composita eterogeneità del Complesso Monumentale Uni-
sob e la sua ubicazione hanno sempre reso problematiche le operazio-
ni relative agli impianti energetici e di smaltimento: inoltre, la natura
storica degli edifici rende necessaria l’accurata pianificazione di ogni
intervento potenzialmente impattante.
La gestione corrente ha finora adottato strategie per la minimiz-
zazione dell’impatto ambientale solo in alcuni settori (raccolta diffe-
renziata dei rifiuti, compostaggio degli sfalci dei giardini, utilizzo di
lampade a risparmio energetico, utilizzo parziale delle cisterne antiche
per il recupero dell’acqua piovana), ma sono allo studio progetti per la
produzione sostenibile di energia da fonti eoliche e fotovoltaiche, per
il pieno ripristino funzionale delle cisterne e la produzione di condi-
zionamento da correnti ipogee.
The heterogeneous nature of the Unisob Monumental
Complex and its location have always made operations relating to its
electrical installations and disposal procedures very difficult. In addition,
the historical character of the buildings requires that potentially
impactful interventions be planned with the utmost care.
The current management has so far adopted strategies to
minimise environmental impact in only a few sectors (waste separation,
the composting of garden cuttings, the use of energy-saving lighting,
the partial use of the ancient cisterns for rainwater harvesting), but
projects are being designed for the sustainable production of wind and
solar energy in addition to returning the cisterns to full working order,
and the creation of a system of natural air conditioning by means of
underground currents.
iv.1Sostenibilità ambientale iv.1Environmental sustainability
195
IV. Criticità e 'problem solving'
La conservazione e la valorizzazione di un così ampio com-
plesso monumentale hanno costi che non possono essere interamente
sostenuti dai soli proventi dell’apertura al pubblico. L’ipotesi di sosteni-
bilità economica del Complesso monumentale Unisob risiede nell’in-
terazione virtuosa tra Università e Organismo di Gestione del Museo
della Cittadella, che consente di abbattere i costi della gestione ordina-
ria dei luoghi (forniture energetiche, accessibilità, sicurezza, manuten-
zione ordinaria, monitoraggio), di implementare continue e qualificate
attività di progettazione e comunicazione, nonché di fruire di perso-
nale di sostegno alle attività museali, attraverso programmi di stage e
tirocinio formativo.
L’analisi di contesto socio-economico e dei flussi turistici nel Cen-
tro storico permette di ipotizzare, nell’arco di un quinquennio, un’im-
portante crescita progressiva del numero dei visitatori (vedi prospetto
nel cap. V, Il progetto di valorizzazione integrata) e l’attivazione di servizi
aggiuntivi, azioni di partenariato e sponsorship tali da raggiungere la
piena sostenibilità per la tutela del patrimonio, la produzione di even-
ti museali e culturali (mostre, convegni, allestimenti tecnologicamente
avanzati) e la stabilizzazione del personale museale.
The preservation and enhancement of such a large
monumental complex naturally has costs that cannot be borne in
full simply by opening up to the public. The hypothesis of economic
sustainability on the part of the Unisob monumental complex lies in a
virtuous interaction between the University and the Citadel Museum
Management Body, allowing a reduction in the site’s daily running costs
(energy supply, accessibility, security, maintenance, monitoring), and
making it possible to implement continuous and qualified planning and
communication activities, as well as to count on support staff for the
work of the museum through placement and internship programmes.
An analysis of the socio-economic context and tourist flows in
the historic town centre would lead to the expectation that within the
next five years there will be steady growth in the number of visitors
(see table in chap. 5 – The Integrated Valorisation Project) as well as
the activation of additional services with sufficient sponsorship and
partnership relationships to allow fully sustainable conservation of the
heritage, with cultural events (exhibitions, conferences, technologically
advanced installations) and the creation of a permanent museum staff.
iv.2Sostenibilità economica iv.2Economic sustainability
IV. Critical areas and problem solving
196 197
1v.3.1 Analisi dello stato dei luoghi e delle criticità
in materia di accessibilità da parte di persone con
diverse abilità
Nel 2009 è stato realizzato, ad opera del Saad, Servizio d’A-
teneo per le diverse abilità, un lavoro di rilevazione completa delle cri-
ticità e dello stato dei luoghi. Da allora molti ambienti hanno subito
trasformazioni e destinazioni d’uso diverse, ma solo piccoli migliora-
menti relativi all’accessibilità sono stati effettuati in occasione del ri-
facimento dell’androne di Corso Vittorio Emanuele. L’obiettivo della
rilevazione, realizzata con il metodo descrittivo, è quello di consen-
tire ad ognuno di valutare le possibilità di accesso in base alle pro-
prie difficoltà, ma anche di studiare possibili soluzioni tecnologiche
e architettoniche, che, nel rispetto dei principi dell’Universal Design,
consentano di superare:
– i dislivelli, le variazioni di pendenza, le rampe e le lunghe
distanze in piena autonomia e con il minimo affaticamento per tutti
coloro che presentano difficoltà motorie;
– le difficoltà di orientamento e mobilità per le persone con
deficit visivo o con patologie che compromettono l’autonomia negli
spostamenti;
– le barriere della comunicazione per consentire un’autonoma
fruizione degli spazi alle persone non udenti.
A seguire si riportano soltanto le risultanze della rilevazione nel-
lo spazio di accesso all’area storica, in via Suor Orsola 10 e nel percorso
che conduce al Claustro e alla zona della Rampa Storica e dei Musei.
1v.3.1 Analysis of the current state and critical aspects
of accessibility for people with disabilities
In 2009, the Saad, (the ‘University Service for Disabled
Students’), made a complete study of the critical issues and the state
of the premises. Since then, many areas have been transformed and
have been put to different use, but only minor improvements have
been carried out in relation to accessibility, in conjunction with the
renovation of the entrance in Corso Vittorio Emanuele. The purpose
of the survey, carried out using the descriptive method, was to allow
each person to assess ease of access according to his or her particular
difficulty, but also to evaluate possible technological and architectural
solutions that, in accordance with Universal Design principles, would
make it possible to overcome the following problems:
– unevenness, changes in gradient, ramps and long distances
independently and with minimal fatigue for those with limited
mobility
– difficulties in orientation and mobility for the visually
impaired or for people with reduced autonomy of movement
– communication barriers to allow independent use of space
by the hearing-impaired.
Below we report only the results of the survey for access to
the historic area at 10, Via Suor Orsola and the path that leads to the
Claustro and the area around the Historic Steps and the Museums.
iv.3Accessibilità iv.3Accessibility
IV. Criticità e 'problem solving'
IV. Critical areas and problem solving
198 199
1v.3.2 Rilevazioni ingresso via Suor Orsola 10
Per raggiungere via Suor Orsola 10, uscire dalla funicolare al
corso Vittorio Emanuele e dirigersi a sinistra, percorrere circa 70 metri
e svoltare sulla sinistra per imboccare via Suor Orsola e raggiungere
il civico 10. Per chi proviene da Piazza Mazzini con l’autobus di linea
C16, scendere alla fermata nei pressi della funicolare centrale e prose-
guire sul marciapiede verso destra per circa 500 cm e poi svoltare a sini-
stra per via Suor Orsola. Per chi proviene da Mergellina sarà necessario
attraversare la strada, trovandosi la fermata sul marciapiede opposto.
Il marciapiede di corso Vittorio Emanuele, che porta verso via
Suor Orsola 10, termina con un gradino di circa 2 cm; di solito è in-
gombro di motorini e di rifiuti urbani.
Il marciapiede è di materiale lapideo.
Non ci sono parcheggi riservati, ma è possibile giungere con
l’auto all’ingresso di via suor Orsola 10 per consentire la discesa del
passeggero con disabilità.
La pavimentazione stradale è irregolare e in forte pendenza,
per cui alle persone con disabilità si consiglia la presenza di un accom-
pagnatore.
Descrizione del percorso
Ingresso di via Suor Orsola 10 / Claustro: all’ingresso di via
Suor Orsola 10 c’è un cortile che precede l’ingresso, dove la pavimen-
tazione è in cemento e piuttosto regolare; si accede all’edificio supe-
rando un gradino di altezza 9 cm e larghezza 154 cm. Entrando nell’e-
dificio si trova la postazione degli ausiliari costituita da un bancone
alto 84 cm. Di fronte alla porta d’ingresso c’è l’ascensore, a destra della
postazione ci sono scale (poco accessibili) composte da quattro scalini
con alzata di 17 cm, pedata di 34 cm, larghezza 120 cm con corrimano
a destra ed a sinistra.
L’ascensore serve due piani, è ubicato a sinistra di fronte la
porta d’ingresso; la larghezza dell’ascensore è 87 cm, la profondità
interna è 190 cm, la lunghezza interna 128 cm. La pulsantiera esterna
di comando misura 120 cm da terra, mentre quella interna misura 130
cm da terra. La porta è a due ante, con apertura automatica, e si apre
verso l’interno. L’ascensore è dotato di campanello d’allarme, citofo-
no, numerazione a rilievo e in braille, la targa di riconoscimento del
piano è luminosa. Arrivati al secondo piano, la porta si apre entrando
a destra.
IV. Criticità e 'problem solving'
PP
++
+
+
+
+
1v.3.2 Survey at the 10, Via Suor Orsola entrance
To reach 10, Via Suor Orsola, exit the funicular in Corso
Vittorio Emanuele and turn left, walk about 70 metres and turn left
into Via Suor Orsola and go to number 10. Coming from Piazza
Mazzini taking bus line C16, get off at the stop near the funicular
station and continue along the pavement to the right for about 500 m
and then turn left into Via Suor Orsola. Coming from Mergellina, get
off at the bus stop and cross the road.
The pavement in Corso Vittorio Emanuele leading to 10, Via
Suor Orsola ends with a step of about 2 cm which is usually cluttered
with scooters or refuse.
The paving is in stone slabs.
There are no reserved parking areas, but it is possible to reach
the 10, Via Suor Orsola entrance by car, allowing passengers with
disabilities to alight.
The road surface is uneven and steeply sloping, so people
with disabilities are advised to seek assistance.
Description of the route
From the 10, Via Suor Orsola entrance to the Claustro: at the
Via Suor Orsola 10 entrance, there is a courtyard before the entrance,
where the surface is in cement and quite regular. At the entrance
to the building there is a step 9 cm high and 154 cm wide. In the
entrance to the building there is a counter 84 cm high where the
reception staff are in attendance. In front of the entrance door there
is a lift; to the right of the counter there are poorly accessible stairs
consisting of four steps 17 cm high, 34 cm deep, and 120 cm wide,
with handrails to the right and left.
The elevator serves two floors, and is located on the left in
front of the main door. The lift is 87 cm wide, the internal depth
is 190 cm, and the internal length is 128 cm. The external control
panel is 120 cm from the ground, while the interior panel is 130 cm
from the ground. It has double doors with automatic opening, and
opens inwards. The lift is equipped with alarm bell and intercom,
while the numbers are in relief and in Braille and the floor indicator
is set in a panel that lights up. Once at the second floor, the door
opens on the right.
IV. Critical areas and problem solving
200 201
Primo piano: usciti dall’ascensore, si trova l’Aula Crie, accessi-
bile a tutti poiché molto ampia; i tavoli d’appoggio sono alti 81cm e
sono disposti in due file parallele; la cattedra non è posta sulla predella.
Uscendo dall’aula a sinistra vi è l’Ufficio Master e a destra vi
sono i servizi igienici. Questi ultimi sono inaccessibili a persone con
disabilità.
Il piano è accessibile se le persone con disabilità sono accom-
pagnate.
Secondo piano: usciti dall’ascensore, girare a sinistra, dove un
piccolo corridoio termina con una scala, che è inaccessibile alle perso-
ne in carrozzina, ma accessibile alle persone con disabilità motoria lieve
o con altri tipi di disabilità se accompagnati; il percorso prosegue con
“il corridoio delle lucertole”.
In alternativa all’ascensore, subito a sinistra vi è una lunga scala
composta da diverse rampe: la prima rampa è composta da 6 scalini, il
primo di altezza 14 cm e gli altri scalini di altezza 17 cm con pedata
di 32 cm e larghezza di 104 cm; la ringhiera è posizionata a 101 cm da
terra. La scalinata si articola in un susseguirsi di 11 rampe con un’alter-
nanza di 5 e 7 scalini per un totale di 60 scalini, per arrivare all’ufficio
di Counselling psicologico.
La scalinata prosegue per altre 7 rampe articolate sempre con
un’alternanza di 5 e 7 scalini.
Alla fine della scala subito a destra si trova l’ascensore, prose-
guendo sulla destra si arriva ad un corridoio interrotto da una scala di
12 scalini di altezza 14 cm, pedata 34 cm e larghezza 118 cm con corri-
mano a destra che comincia dal secondo gradino; al quinto scalino c’è
un tubo che da terra è alto 174 cm.
Il corridoio delle lucertole: il percorso che conduce al corri-
doio delle lucertole, se pur percorribile, è inaccessibile alle persone in
carrozzina, ma accessibile alle persone con disabilità motoria lieve o
con altri tipi di disabilità. Il corridoio delle lucertole è lungo circa 80
metri e si snoda con arcate larghe un metro.
Il corridoio piega a sinistra per circa 70 metri dove sono si-
tuati gli uffici del personale. Alla fine del corridoio si trova una scala
composta da 14 scalini di altezza 10 cm, lunghezza 200 cm e pedata 54
cm con corrimano sulla sinistra posizionato a 90 cm da terra. A que-
sto punto del percorso si può giungere anche dall’ingresso del corso
Vittorio Emanuele 292;attraverso una scala composta da 9 gradini di 8
cm di altezza, lunghezza 110cmvariabile, pedata 60 cm con corrimano
IV. Criticità e 'problem solving'
WC
WC
++
++
The first floor: coming out of the lift, we come to the Aula
Crie (Research Centre for European Institutions), which is accessible
to all as it is very wide. It can accommodate 81 students arranged in
two parallel rows, and the lecturer’s desk is not raised on a dais.
Leaving the classroom, on the left there is the Masters Office,
and the toilets are on the right. The toilets are inaccessible to people
with disabilities. The corridor is quite accessible.
The floor is accessible if people with disabilities are
accompanied.
The second floor: coming out of the elevator, turn left,
where we find a small corridor that ends in a staircase which is
inaccessible to people in wheelchairs, but is accessible to people
with mild physical disabilities or with other types of disabilities – if
accompanied. The route continues along “the lizards’ corridor”.
As an alternative to the lift, immediately to the left there is a
long stairway consisting of several ramps, the first of which is made
up of 6 steps, the bottom one being 14 cm high and the others 17
cm in height, 32 cm deep and 104 cm wide. The railing is 101 cm
from the ground. The stairway is divided into a series of 11 flights
alternating between five and seven steps to a total of 60 steps, leading
to the Psychological counselling office.
The staircase continues for another seven flights of five or
seven steps.
There is a lift just to the right at the end of the staircase, and
continuing to the right is a corridor interrupted by a staircase of 12
steps 14 cm high, 34 cm deep and 118 cm wide, with a handrail on
the right starting from the second step. At the fifth step there is a tube
174 cm from the ground.
The lizards’ corridor: the path that leads to the Lizards’
Corridor, though safe to use, is inaccessible to people in wheelchairs.
However, it is accessible to people with mild physical disabilities
or with other types of disabilities. The lizards’ corridor is about 80
metres long with metre-wide arches along its length.
The corridor bends to the left for about 70 metres where the
personnel offices are situated. At the end of the corridor is a stairway
consisting of 14 steps 10 cm high, 200 cm wide and 54 cm deep, with
a handrail on the left, 90 cm from the ground. At this point along
the route, we come to the Corso Vittorio Emanuele 292 entrance,
where the 6th floor photocopiers are located, access to which is via
IV. Critical areas and problem solving
203
posizionato sulla destra a 90 cm di altezza si aariva a un ascensore che
porta alla Sala riviste e alla Scuola di giornalismo. L’ascensore serve 4
piani (tra cui il museo). La porta è automatica, a doppia anta scorrevole
di cm 86, la profondità interna è di 220 cm, la larghezza interna è di
110 cm. La pulsantiera esterna si trova a 120 cm da terra, mentre quella
interna si trova a 130 cm da terra. L’ascensore è dotato di campanello
d’allarme, citofono, numerazione in rilievo e in braille, e targa di rico-
noscimento del piano.
Usciti dall’ascensore, vi è la porta della sala riviste con un gra-
dino di 2 cm, largo 124 cm. La sala è accessibile a tutti.
Riprendendo l’ascensore, ritornando al piano di partenza e
proseguendo dritto si accede al Claustro, ampio e luminoso corridoio
lungo circa 70 metri.
A destra ci sono l’Aula Master e i laboratori di restauro con un
ingresso largo 100 cm con porte a due ante. In fondo al corridoio sulla
sinistra è collocata la sala Villani a cui si accede superando un gradino
con alzata di 12 cm, e superando una porta larga 156 cm a due ante.
L’interno è ampio e accessibile a tutti.
Sulla sinistra vi sono ampie vetrate da cui si accede a un giar-
dino attraverso un’apertura di 77 cm, superando 8 gradini (con pedata
40 cm e alzata di 14cm), privi di corrimano. Il giardino è inaccessibile
a persone su carrozzine, ma accessibile alle persone con disabilità mo-
toria lieve o con altri tipi di disabilità.
IV. Criticità e 'problem solving'
stairs with nine steps 8 cm high and 110 wide, of varying depth. There
is a handrail positioned on the right at a height of 90 cm. Leaving
the stairs, on the left there is a lift to the Magazines Room and the
School of Journalism. The lift serves 4 floors (including the museum).
It has an 86 cm automatic double sliding door: the internal depth is
220 cm, and the internal width is 110 cm. The external control panel
is located 120 cm from the ground, while the inner one is located 130
cm from the ground. The lift is equipped with alarm bell, intercom,
numbering in relief and Braille, and a floor indicator.
Coming out of the lift, we find the door of the magazine room
with a step 2 cm high and 124 cm wide. The room is accessible to all.
Taking the lift, returning to the original floor and going
straight on, one reaches the Claustro, a spacious and bright corridor
about 70 metres long.
On the right are the Aula Master and the restoration
laboratories with a 100-cm-wide entrance and double doors. At the
end of the corridor on the left is the Sala Villani, at the entrance to
which is a step 12 cm high. There is also a double doorway, 156 cm
wide.
The interior is spacious and accessible to all.
There are large windows on the left, giving access to a garden.
It is possible to enter the garden through an opening 77 cm wide,
walking down 8 steps, 40 cm deep and 14 cm high with no handrail.
The garden is inaccessible to people in wheelchairs, but accessible to
those with mild physical or other kinds of disabilities.
IV. Critical areas and problem solving
La murazione della Cittadella e la collina di Sant'Elmo.
204 205
L’ampiezza delle superfici e il numero degli edifici rende com-
plessa e onerosa la manutenzione ordinaria e straordinaria del Com-
plesso Monumentale, stante anche la necessità di garantirne non solo
la conservazione, ma anche la sicurezza in ottemperanza alle norme
vigenti. Pertanto si fornisce a seguire una tavola riassuntiva dei princi-
pali interventi di manutenzione realizzati e la descrizione delle criticità
persistenti.
The surface area and the number of buildings make ordinary
and extraordinary maintenance of the monumental complex difficult
and laborious, given the need not only to ensure its preservation, but
also its security in conformity with current legislation. Here follows a
table summarising the principle maintenance work carried out, with
a description of the remaining critical areas.
iv.4The conservation of the architectural Heritage
IV. Criticità e 'problem solving'
iv.4La conservazione del Patrimonio architettonico
Il Corridoio del Museo Pagliara. In primo piano, Francesco Jerace (1854-1937), Ritratto di Rocco Pagliara, terracotta.The Pagliara Museum corridor. In the foreground, Francesco Jerace (1854-1937), Portrait of Rocco Pagliara, terracotta.
IV. Critical areas and problem solving
Chiesa Superiore, Lapide Commemorativa del sepolcro di Suor Orsola Benincasa.Upper Church, Plaque commemorating the death of Suor Orsola Benincasa.
206 207
IV. Criticità e 'problem solving'
interventi
Con la legge 64 / 86 piano triennale di attua-zione è finanziato il restauro della cittadella monastica del Suor Orsola Benincasa ad eccezione della palazzi-na degli uffici amministrativi, della maggior parte della palazzina ingresso, della rampa storica e dell’edificio moderno di ingresso all’Università.
Con il primo piano annuale di attuazione del 1987 si è provveduto al restauro dell’edificio del clau-stro e di parte del giardino del claustro, alla realizzazio-ne della nuova centrale termica e di quella elettrica.
Con il secondo piano annuale di attuazione 1988 si sono restaurati un’altra parte del giardino del claustro, il V e VI piano dell’edificio dell’università, la chiesa dell’Immacolata e i locali annessi.
Con il terzo piano annuale di attuazione 1989 si sono restaurati gli edifici del cosiddetto polo didattico, cioè gli edifici delle scuole, si sono costruiti la nuova aula magna ed il nuovo magazzino libri, si è restaurata la palazzina dell’archivio ed una piccola zona della palazzina d’ingresso.
Nel 1994 si è provveduto al totale rifacimen-to degli impianti elettrici e speciali del nuovo edificio dell’Università al corso Vittorio Emanuele n. 292.
Nel 1998 è stata completamente restaurata strutturalmente la palazzina degli uffici amministrativi con l’integrale rifacimento degli impianti elettrici e speciali.
Nel 2003 è stato redatto il piano di emergen-za e di evacuazione di tutta la cittadella monastica.
Nel 2005 è stato redatto ed eseguito un pro-getto di ampliamento dell’impianto elettrico dell’edi-ficio dell’Università a seguito del notevole aumento dei carichi elettrici realizzati rispetto a quelli progettati.
interventions
Under law 64/86, funding was made available for a three-year restoration plan for the restoration of the monastic citadel of Suor Orsola Benincasa except for the building where the administrative offices are located, the greater part of the entrance area, the Historic Steps and the modern university building.
With the first annual plan of 1987, restoration was carried out on the Claustro building and a part of its garden, as well as the creation of the new heating and electrical power plants.
With the second annual implementation plan of 1988, another part of the Claustro garden and the fifth and sixth floors of the university were restored, as well as the church of the Immacolata and the neighbouring buildings.
With the third annual implementation plan in 1989, the buildings in the so-called Polo Didattico, (the School buildings) were restored. A new Aula Magna was built along with a new book-storage centre. The archive building and a small part of the entrance building were restored.
In 1994, the electrical and special plants of the new University building at 292, Corso Vittorio Emanuele were completely overhauled.
In 1998, the administrative buildings were fully restored, and the electrical and special plants were completely overhauled.
The emergency and evacuation plans of the entire monastic citadel were drawn up in 2003.
In 2005 a project to expand the electrical system of the University building was drafted as a result of considerable increase in electricity consumption compared with the initial estimate.
necessità
Occorre provvedere alla sistemazione degli impianti elettrici, dell’impianto termico della Sala Vil-lani e dell’ultimo piano (sottotetto). Bisogna completare il restauro delle opere murarie del giardino del claustro. Durante i 24 anni trascorsi dall’ultimazione dei lavori di restauro della chiesa dell’Immacolata si sono ve-rificate nuovamente alcune infiltrazioni di acque meteo-riche che hanno degradato gli affreschi esistenti e hanno determinato il degrado della struttura in cemento arma-to del cornicione della chiesa con la caduta di intonaci.
needs
It is necessary to update the electrical and heating systems in the Villani Room and on the top floor (attic). Restoration work needs to be carried out on the masonry of the cloister garden. Over the 24 years since completion of the restoration of the Church of the Immacolata, rainwater has begun to seep through once again, damaging the existing frescoes and causing deterioration of the concrete cornice of the church and the detachment of plaster.
IV. Critical areas and problem solving
208 209
lavori svolti
Nel 2006 è stato redatto un progetto di ade-guamento di alcune zone della cittadella e di variante del piano di emergenza e di evacuazione redatto anni addietro per l’ottenimento del certificato di preven-zione incendi. Il progetto, regolarmente approvato dal Comando Provinciale dei Vigili del fuoco, prevedeva la realizzazione di alcune porte REI e di una scala di emergenza, il completamento, dove mancante, dell’im-pianto di rilevazione fumi, la sistemazione delle cen-trali idriche antincendio, l’installazione di un gruppo elettrogeno e alcuni adeguamenti di opere murarie.
criticità
Ai fini del completamento della revisione del documento di valutazione dei rischi della cittadella occorre effettuare numerosi interventi di adeguamen-to di opere murarie così come elencati nella bozza re-datta dal RSPP, ing. Renato Pingue.
IV. Criticità e 'problem solving'
Il Corridoio del Claustro, restaurato da Gae Aulenti dopo il terremoto del 1980.The Claustrum corridor, restored by Gae Aulenti after the earthquake of 1980.
interventions
In 2006, plans were drafted for the adaptation of some areas of the citadel and some changes to the old emergency and evacuation plan in order to obtain fire prevention certification. The project, officially approved by the Provincial Fire Service, involved the installation of a number of fire doors and an emergency staircase, the completion of the smoke detection plant where absent, the reorganisation of the water-based fire safety system, the installation of a group generator set, and some adjustment to the masonry.
needs
Because of the many changes to the intended use and the planimetric distribution of the premises, the project has to be updated and resubmitted for official approval by the Provincial Command of the Fire Service, and the emergency and evacuation plan needs to be completely reorganised.
IV. Critical areas and problem solving
210 211
Come si evince dalle descrizioni fornite nel paragrafo prece-
dente, l’ingente patrimonio museale Unisob versa in condizioni non
ottimali, proprio a causa della difficoltà di gestirlo senza una struttura
stabile e dedicata. Ciononostante, si è sempre cercato di provvedere al-
meno al monitoraggio continuo dei requisiti minimi di conservazione
e di attuare, quando possibile, programmi di restauro interno, per mano
dei laboratori professionali di restauro dell’omonimo Corso di Laurea
Magistrale. Il patrimonio, dunque, è complessivamente mantenuto in
condizioni accettabili, nonostante esse non siano spesso adeguate a una
corretta musealizzazione. In particolar modo richiedono interventi di
restauro sistematico i materiali della Collezione Pagliara e alcuni grup-
pi di tele esposte nelle due chiese, nonché collezioni di oggetti e stru-
menti musicali.
La catalogazione
Anche nel campo della catalogazione, nonostante vi siano le
competenze per realizzare un intervento organico e le attrezzature per
l’archiviazione digitale, finora vi sono state difficoltà a realizzare cata-
logazioni sistematiche della collezione Pagliara, dell’Archivio Disegni e
Stampe e della Biblioteca Storica. Tuttavia esiste una congrua e buona
base di dati inventariali e di schede parziali o totali non ancora digita-
lizzate. Dunque la disponibilità di personale permetterà la realizzazio-
ne del progetto di catalogazione con standard Iccd e condivisione in
Opac. Sono in corso l’acquisto di software di Catalogazione partecipata
(Sicapweb) e un ampio progetto (m.i.t.o.) per l’archiviazione Digitale
del Patrimonio.
As can be seen from the descriptions provided in the previous
chapter, the huge Unisob museum heritage is in poor condition,
precisely because of the difficulty of managing it without a stable
and dedicated organisation. Nevertheless, there has always been a
concerted affort to provide at least continuous monitoring of essential
conservation and an attempt to implement, where possible, internal
restoration programmes by the professional restoration workshops of
the eponymous Master’s degree. The heritage is, therefore, maintained
in acceptable condition, although it is not always suitable for proper
museum display. The Pagliara Collection and some groups of
paintings on display in the two churches, as well as collections of
objects and musical instruments, require systematic restoration work.
Cataloguing
Although the university has the personnel and the equipment
needed to carry out full cataloguing and digital archiving, so far
there have been difficulties in achieving the systematic cataloguing
of the Pagliara collection and the Drawings and Prints Archive of
the Historical Library. Nevertheless, there is a large data-base of
good quality and partial or complete fiches which have not yet been
digitised. The personnel available will thus be able to go ahead with
the cataloguing project according to Iccd standards and make them
available using Opac. Shared cataloguing software is currently being
purchased (Sicapweb) and a large project (m.i.t.o.) for digitising the
heritage is under way.
iv.5The conservation and restoration of artefacts
IV. Criticità e 'problem solving'
iv.5La conservazione e il restauro dei manufatti
IV. Critical areas and problem solving
212 213
1v.6.1 L’accessibilità
La natura dei luoghi, le architetture di pregio e il loro valore
storico non permettono significativi interventi per la rimozione fisica
delle barriere architettoniche. Pertanto sono allo studio, e parzialmente
finanziati, alcuni interventi per ottimizzare gli spostamenti dei diver-
samente abili e permettere loro la massima accessibilità ai luoghi e alle
collezioni. Sono previsti i seguenti interventi:
– ottimizzazione dei percorsi laddove possibile, con l’aggiunta
di rampe per superare gradini e di cartelli con indicazioni in Braille.
L’accesso all’area museale sarà garantito dall’utilizzo dell’ingresso di via
Suor Orsola, 10;
– ‘App’ per smartphone, che guiderà i visitatori disabili alla visita
secondo i percorsi più vantaggiosi e descriverà le opere presso le quali
essi si fermeranno;
– ottimizzazione del sistema degli ascensori, realizzando ingressi
dedicati ai disabili per il c.d. Piano delle Mostre, futuro Museo Pagliara;
– acquisto di carrelli cingolati montascale per la Rampa storica
e le sedi museali impossibili da raggiungere con ascensore;
– realizzazione di almeno due sale immersive per i luoghi im-
possibili da raggiungere per disabili non deambulanti, dove i visitatori
diversamente abili potranno visualizzare i luoghi attraverso monitor,
proiezioni mappate e istallazioni in 3D e accedere a speciali contenuti
descrittivi;
– realizzazione di percorsi tattili olfattivi per ipovedenti, non
vedenti e non udenti;
– formazione di operatori museali specializzati per l’assistenza
alla fruizione e alla didattica museale per le diverse abilità.
1v.6.1 Accessibility
The nature of the sites, their architectural merit and historical
value mean that it is not possible to carry out significant operations to
physically remove some of the architectural barriers. Studies are being
carried out and partially funded to optimise the mobility of disabled
persons and to allow them maximum accessibility to the different parts
of the building and the collections. The following actions are planned:
– the optimisation of the routes where possible, with the
addition of Braille signs and access ramps. Access to the museum will
be ensured at the entrance at number 10, Via Suor Orsola
– an app for smartphones, which will guide the disabled
visitor to the most suitable routes and describe the works of art and
the architecture along the routes
– the optimisation of the lifts and the creation of special
entrances to the so-called Museum Floor, the future Pagliara
Museum
– the purchase of tracked stair climber systems for the Historic
Steps and the museum sites which cannot be reached by lift
– the creation of at least two ‘immersive rooms’ where
wheelchair access is not possible. Here, visitors with disabilities will
be able see the places via monitors, mapped projections and 3D
installations, and will be able to access special descriptive material
– the creation of olfactory tactile paths for the partially and
totally visually impaired and the hearing impaired
– training of museum personnel specialised in assisting
persons with a disability in the enjoyment of the museum facilities.
iv.6Responses to the critical issues
IV. Criticità e 'problem solving'
iv.6Le risposte alle criticità
IV. Critical areas and problem solving
214 215
1v.6.2 Il patrimonio architettonico
Il finanziamento di alcuni progetti con fondi europei e regio-
nali (vedi elenco nel cap. V) ha permesso di porre in essere un progetto
di recupero dell’intera Rampa Storica e di parte degli edifici storici. In
particolare l’intervento interesserà:
– Manufatti in pietra / lastricato: la pavimentazione della rampa
è in basoli, vale a dire in lastra di pietrarsa lavorata a foggia di parallelepi-
pedo che, in alcuni punti, ha perso l’originario assetto. I blocchi a faccia
vista, secondo le tecniche tradizionali locali, presentano una lavorazione a
puntillo che in parte si è persa a causa della consunzione superficiale. Tra
le commessure si nota la nascita di vegetazione spontanea.
– Manufatti in legno / portoni: il portone che consente l’accesso
alla Sala degli Angeli è in condizioni più che accettabili e non presenta
particolari problematiche. Di contro i battenti lignei e gli elementi me-
tallici che consentono il passaggio attraverso il Portale di ingresso versano
in condizioni di maggior degrado, dovuto principalmente a mancanza
di manutenzione ed ossidazione degli elementi metallici.
– Manufatti in tufo / murature: le murature generalmente sono
state realizzate con tufo giallo caotico o napoletano, uno dei materiali
originati dal vulcanismo flegreo, che ha formato le colline della cit-
tà. Le summenzionate murature ad un esame a vista, generalmente, si
presentano in condizioni accettabili e con una buona tessitura. Tuttavia
si ravvisano problematiche localizzate di varia natura, ed in particolare
umidità di risalita, erosione delle superfici, lacune nei paramenti e la
malta è generalmente soggetta a fenomeni di polverizzazione della mal-
ta di allettamento.
– Manufatti in stucco / portali: in generale, il portale, oltre ad
una chiara funzione strutturale, statica, ha funzione rappresentativa, em-
blematica e decorativa; è il primo elemento decorativo e architettonico
che il visitatore incontra nella visita di un complesso architettonico, ad
esso spetta quindi il compito di presentare, illustrare ciò che è situato
al di là del varco. Il portale è spesso riccamente elaborato con mezzi
architettonici, plastici e pittorici: colonne con architrave, timpani, ar-
chivolti, frontone, atlanti, cariatidi, ghimberghe, balconi, ecc., a seconda
della corrente artistica, del complesso a cui appartiene e di ciò che rap-
presenta. I manufatti in stucco della monumentale rampa storica sono:
il Portale d’accesso e il Portale del Giardino del Cuoco, questi sono i
maggiori in quanto a dimensioni e valenza estetica e ben conservati in
discrete condizioni; il Portale “B” conserva soltanto la parte del tim-
IV. Criticità e 'problem solving'
1v.6.2 The Architectural Heritage
European and regional funding for some of the projects (see
list in section 5) has made it possible to set up a project to restore the
whole of the Historic Ramp and part of the historical buildings. The
operation will include:
– The stone artefacts / paving: the ramp consists of paving
stones made up of cuboidal slabs of local pietrarsa stone, which in some
parts have lost their original structure. The top face of the blocks has
“puntillo” work in order to reduce slipperiness, but this has been worn
away in some areas. Weeds grow unchecked between the slabs.
– The wooden artefacts / the great doors: the great door that
allows access to the Sala degli Angeli is in good repair and presents few
problems. By contrast, the wooden doors and the metal elements that
allow transit through the Main Historical Gateway are in a much worse
state, mainly due to rust and lack of maintenance.
– The tufaceous artefacts / masonry: the walls were generally
built in yellow Neapolitan tuff, one of the materials forming the hills
of the city of Naples, originating from the volcanic activity of the
Phlegraean area. Visual inspection reveals the walls to be generally
in reasonable condition with a good texture. However, problems of
various kinds can be noted in specific areas, such as rising damp, the
erosion of the surfaces, missing decoration, and the mortar suffers
from widespread crumbling.
– Stucco artefacts / gateways: in general, gateways, in addition
to their obvious static structural function, have a representative,
emblematic and decorative use. They are the first decorative
architectural elements that visitors encounter upon arriving at
an architectural complex, so they have the task of presenting and
illustrating what is located beyond the gate. Gateways are often richly
decorated with architectural features, be they three-dimensional or
pictorial: columns with architraves, pediments, arches, gables, atlases,
caryatids, gables, balconies, etc. according to architectural fashion,
the complex of origin, and what they represent. The stucco artefacts
of the monumental Historic Ramp are the Main Gateway and
the Gateway to the Cook’s Garden. These are the most important
in terms of size and aesthetic value, and are fairly well preserved.
Gateway “B”, on the other hand, has maintained only a part of its
tympanum, while Gate “A” has only a part of the frame above the
lintel. In addition to the restoration of the gateways, also the small
IV. Critical areas and problem solving
216 217
pano mentre il Portale “A” ha intatta solo una parte della cornice che
sovrasta l’architrave. Al recupero degli ingressi decorati si associa quello
della piccola edicola in stucco, presente sulla rampa, collocata dopo la
cosiddetta Sala degli Angeli.
– Giardino del Cuoco: lungo la rampa, attraverso il Portale del
Giardino del Cuoco, si accede al giardino che attualmente presenta una
parziale pavimentazione e versa in stato di completo abbandono.
1v.6.3 Ipotesi di intervento di restauro
Allestimento del cantiere: costruzione del ponteggio con relati-
va copertura; protezione delle superfici limitrofe per evitare possibilità
di imbrattamento o danno, messa in opera delle opere provvisionali,
degli impianti di fornitura (energia elettrica e acqua), degli scarichi e
dello smaltimento dei rifiuti di cantiere. Applicazione di bendaggi e/o
puntellatura a sostegno e protezione di parti in pericolo di caduta.
Fermatura dei bordi degli strati in imminente pericolo di di-
stacco.
Interventi alle murature di tufo mediante integrazione delle
lacune, stilaura dei giunti ed interventi di consolidamento localizzato
dei paramenti.
Formazione di intonaco, preparazione e pitturazione delle cor-
tine murarie da non lasciare a faccia vista.
Riassetto del lastricato della rampa, lavorio a puntillo o a boc-
ciarda delle superfici e bitumatura dei giunti.
Intervento di restauro artistico dei portali e dell’edicola.
Intervento di restauro artistico degli stucchi.
Intervento di restauro artistico dei portoni di legno.
1v.6.4 Interventi necessari al restauro artistico
Descrizione sintetica delle principali operazioni previste:
a. Restauro degli stucchi.
b. Restauro di alcuni portali e edicola.
c. Restauro portale d’accesso alla rampa.
1v.6.5 Ipotesi di intervento di rifunzionalizzazione
del Cortile del Cuoco
L’obiettivo primario che ci si è posto è quello di restituire all’in-
vaso la dignità che gli compete. Si interverrà sulle facciate interne pe-
IV. Criticità e 'problem solving'
stucco shrine on the ramp, located beyond the so-called Sala degli
Angeli requires attention.
– The Cook’s garden: along the ramp, through the Cook’s
Garden gateway, we enter the garden, which is currently partially
paved and is totally abandoned. Restoration work in this area will
come from regional funds.
1v.6.3 The restoration plan
Setting up the building site: the construction of scaffolding
and its covering; the protection of surfaces to avoid bespattering or
damage, the start of temporary works, supply systems (electricity
and water), rubble tips and the disposal of waste from the site. The
application of covering and or shoring where there is danger of
falling masonry.
Fixing the edges of any layers in imminent danger of coming
loose.
Work on the tuff stonework, filling gaps, joint sealing and
localised operations to consolidate facings.
Making plaster, preparing and painting the curtain walls to
avoid rough surfaces.
Further work on the paved ramp, priming the surfaces and
asphalting the joints.
Artistic restoration of the gateways and edicola.
The artistic restoration of the stucco.
The artistic restoration of the main wooden doors.
1v.6.4 Interventions required for artistic restoration
Brief description of the main operations to be undertaken:
a. Restoration of the stucco.
b. Restoration of gateways and edicola.
c. Restoration of the entrance gateway and ramp.
1v.6.5 Possible restoration to working order
of the Cook’s courtyard
The primary goal is to restore the historical courtyard to its
former dignity. Restoration will be carried out on the façades of the
inner perimeter and on the flooring in the same way as for the Histo-
ric Ramp.
IV. Critical areas and problem solving
219
rimetrali e sul piano di calpestio con le stesse modalità previste per la
rampa storica.
Per il ripristino degli interni della Chiesa dell’Immacolata è in
corso l’istruttoria per il finanziamento da parte della Fondazione ban-
caria SUD.
Un ulteriore intervento di restauro interesserà la Cappella Pi-
gnatelli, destinata a divenire Porta del Sito Unesco di Napoli.
1v.6.6 Il patrimonio museale
Nonostante siano in corso verifiche di progettualità tese al re-
cupero di risorse, un primo lotto di restauri di materiali artistici della
Collezione Pagliara è stato finanziato dalla Fondazione Telecom Italia
con il progetto Arte in Luce. Uno degli obiettivi della nuova struttura
di gestione sarà realizzare un programma di fundraising per il restauro
completo del patrimonio, reso meno oneroso dall’esistenza di attrezzati
laboratori.
1v.6.7 La catalogazione
Attraverso due diverse progettazioni (Databenc, Mito e The-
sauris, a valersi su fondi regionali ed europei), si sta realizzando l’acqui-
sto di attrezzature d’avanguardia per l’archiviazione digitale e pacchetti
di programmi gestionali che permettano la Catalogazione Partecipata,
secondo gli standard Iccd e consultabile in Opac.
IV. Criticità e 'problem solving'
The interior of the Church of the Immaculate Conception is
awaiting the completion of fact-finding by the Fondazione Bancaria
SUD with a view to the provision of funding.
The Pignatelli Chapel, which is to become the Gateway to the
Naples Unesco Site, is awaiting further restoration.
1v.6.6 The museum’s heritage
While audits of fundraising projects are still ongoing, a first
batch of restoration of pieces from the Pagliara Collection has been
funded by the Fondazione Telecom Italia through the Arte in Luce
project. One of the aims of the new management structure will be to
create a fundraising programme for the complete restoration of the
heritage, facilitated by the existence of well-equipped laboratories.
1v.6.7 Cataloguing
Thanks to two different projects (Databenc, Mito e Thesau-
ris, financed by regional and European funds), advanced equipment
for digital archiving in addition to management software packages
is being purchased that will allow Shared Cataloguing according to
Iccd standards, which will be made available using Opac.
IV. Critical areas and problem solving
221
v il progetto
di valorizzazione integrata the integrated
valorisation project
222 223
In base all’analisi sopra descritta, il Piano di gestione prevede
un intervento di valorizzazione integrata strutturato in quattro azioni
principali:
1.Valutazione del patrimonio: analisi e interventi di conoscen-
za e valutazione del patrimonio architettonico. L’azione prevede la pia-
nificazione dei necessari interventi di completamento del restauro e
della messa in sicurezza del patrimonio e la sua condivisione, allo scopo
di intervenire globalmente sulla tutela attiva e partecipata del bene.
Il fine ultimo del complesso delle azioni programmate (vedi schema
seguente) è la totale apertura alla fruizione pubblica del Complesso
Monumentale Unisob, da realizzarsi nell’arco di due/tre anni.
2. Valutazione del Patrimonio Museale: l’azione prevede il
completamento della schedatura del patrimonio museale Unisob e la
sua condivisione in Opac secondo le norme di catalogazione interna-
zionali e la creazione di un Grande Museo Universitario Unisob, nuo-
vo attrattore turistico e culturale per la città.
3.Costruzione e realizzazione del Modello Gestionale: l’azio-
ne prevede l’attuazione di un nuovo e agile modello di gestione del
Complesso Monumentale. Il carattere innovativo di tale modello starà
nella sua capacità di attivare processi di Management agili e performanti,
tenendo conto non solo delle funzioni museali fondamentali (conser-
vazione, esposizione, didattica e marketing), ma anche dello studio di
target, della captazione di flussi turistici e della formazione e profes-
sionalizzazione delle risorse umane, nonché della condivisione sociale
dell’impresa culturale. In tal modo si intende realizzare un Modello di
Gestione Integrata in chiave Unesco, con il valore universale come
cardine e la Condivisione come scopo primario.
v.1Planned actions
V. The integratedvalorisation project
V. Il progetto di valorizzazione integrata
v.1Le azioni programmate
In accordance with the study described above, the MP
envisages a four-part Integrated Valorisation operation as follows:
1. Assessment of the Assets: analysis and fact-finding activities
aiming to provide knowledge of the property and to allow an
assessment of the state of the architectural heritage: a plan will
be drawn up and distributed concerning the work necessary to
complete the restoration of the property and make it safe with a view
to ensuring active and concerted protection of the Property. The
ultimate goal of all the planned actions (see diagram below) is to
open up the entire Unisob Monumental Complex within the space
of two to three years.
2. Assessment of the Museum Heritage: the action involves
completing the Unisob museum Catalogue and making it available
using Opac according to the international cataloguing rules as well
as the creation of a Unisob Museum, which will be a new cultural
tourist attraction for the city.
3. Creating and setting up a Management Model: this
operation involves implementing a new and agile management model
for the Monumental Complex. The innovative feature of this model
will be its ability to enable agile and effective management processes,
embracing not only the basic functions of the museum (conservation,
exhibition, education and marketing), but also a study of the target,
drawing tourist flows, and the training and professionalisation
of human resources, as well as the social sharing of this cultural
enterprise. In this way, we intend to set up and run an Integrated
Management Model from a Unesco perspective, centred on universal
value, with sharing as our primary goal.
224 225
4.Valorizzazione del rapporto con il territorio: l’azione si pre-
figge il risultato di integrare completamente il nuovo attrattore cultu-
rale nel tessuto urbano della Red Area Unesco.
In particolare, l’azione prevede la realizzazione del riallestimen-
to della Cappella Pignatelli al Seggio di Nido come Porta del Sito
Unesco Centro storico di Napoli, di un percorso assistito da un’App
multimediale innovativa che stimoli la visita motivata e integrale dell’a-
rea dei Decumani, la razionalizzazione dei percorsi di visita pedonali,
di quelli assistiti da trasporto pubblico e la fruizione e valorizzazione
del tessuto urbano storico, la cui stratificazione sarà resa più evidente
e partecipata al turista Unesco. Inoltre l’azione prevede una serie di
misure per stimolare la condivisione e la partecipazione al processo di
tutela e valorizzazione da parte della popolazione locale, con interventi
di agevolazione e coinvolgimento sociale e animazione culturale. Cen-
trale, in questa fase del progetto, sarà la collaborazione con il Comune
di Napoli e con la Cabina di Regia del Sito Unesco.
V. Il progetto di valorizzazione integrata
PDGUNISOB
MP
Tutela e recupero del patrimonio nella filosofia UNESCO
Censire lo stato della conservazionee definire strategie per il recupero totale
Creazione di una struttura gestionaleunica e funzionale
Protection and recovery of cultural heritagein line with UNESCO philosophy
Assess the state of conservation and develop strategies for total recovery
Valorizzazione luoghie collezioni musealiValorisation of the sites and museum collections
Creating a unique and functional management structure
Valorizzazione del rapportocon il territorioValorisation of relationships with the territory
Censire, restaurare e riallestire le collezionimuseali in un unico museo UnisobAssess, restore and rearrange the museum'scollections into a single Unisob museum
Offrire la fruizione culturale e turisticadel Complesso munumentale al turismo UNESCOOffer a cultural and touristic experienceof the Monumental Complex to UNESCO tourists
Realizzare un progetto di apertura al pubblico del Complesso munumentaleSet up a project to open up theMonumental Complex to the public
Sperimentare l'uso di innovativetecnologie di allestimentoExplore the use of innovative technologiesfor museum layout
Progettare nuove occasioni di incontroe servizi per la cittàPlan new opportunies for aggregationand sevices for the city
Tav. 27Struttura del PdG.MP Structure.
4. Valorisation of relationships with the local area: this
operation seeks to fully integrate the new cultural attraction within
the urban fabric of the Unesco Red Area.
Especially, the action involves the renovation of the Cappella
Pignatelli in Seggio di Nido as a Gateway to the Unesco ‘Historic
Centre of Naples’ World Heritage Site, and the production of an
innovative multimedia App providing a stimulating guide to the
whole Decumani area, in addition to the rationalisation of pedestrian
itineraries and some involving public transport, as well as the
enjoyment and valorisation of the urban centre, whose historical
stratification will become much more readily accessible to the
Unesco tourist. In addition, the operation will involve a series of
measures to stimulate sharing and participation in the protection and
valorisation of the Heritage by the local population, with initiatives
favouring social involvement and cultural activities. Collaboration
with the City of Naples and the Control Room of the Unesco World
Heritage site will be of prime importance in this.
V. The integratedvalorisation project
226 227
v.1.1 L’offerta museale
Il Complesso Monumentale Unisob è una struttura articolata
e polifunzionale. Si tratta di un Bene Complesso, parzialmente aperto
alla fruizione pubblica non museale (sedi universitarie e spazi di uso
pubblico) e in parte destinato alla creazione d’impresa culturale e al
nuovo attrattore museale (Museo Universitario Unisob). I siti (vedi tav.
31) del Complesso, disposti lungo una traiettoria che unisce l’area dei
Decumani al palazzetto di Via Chiaia attraverso una direttrice che risale
verso il Colle di Sant’Elmo (Corso Vittorio Emanuele) sono raggiun-
gibili percorsi di trasporto pubblico, rotabili e pedonali (vedi tavv. 3 e 4
a p. 33).
La messa in fruizione dell’intero Complesso prevede dunque
azioni differenti in base alla destinazione d’uso, così come analizzata nel
capitolo III (vedi pp. 172 e ss.). In particolare, la riorganizzazione del
patrimonio consta di tre interventi progressivi [ tav. 28 ].
La collezione museale sarà dunque concentrata nell’area della
Cittadella, dove la monumentalità degli spazi e la consistenza delle col-
lezioni permettono di creare un unico Museo Universitario, strutturato
come mostrato nella tavola 30 a p. 229.
Le collezioni saranno integrate in un percorso di visita orga-
nizzato per un one-day-tour, in modo da poter essere inserito in maniera
modulare nei programmi delle agenzie turistiche in base al tempo dispo-
nibile. Il percorso prevede un itinerario architettonico, punti di osserva-
zione panoramica della città, punti di ristoro e aree di attività didattiche
polifunzionali, fruibili anche settorialmente e in più riprese.
V. Il progetto di valorizzazione integrata
PERCORSO ARCHITETTONICOARCHITECTURAL PATH
COLLEZIONI PRINCIPALIMAIN COLLECTIONS
COLLEZIONI AGGIUNTEADDED COLLECTIONS
Dalla Cappella Pignatelli alla Cittadella Da Gradini Suor Orsola al Claustro (segnaletica, App, accesso ad alcuni luoghi selezionati) From the Pignatelli Chapel to the Citadel From the Suor Orsola Steps to the Cloister (traffic signs, App, access to some selected places)
Museo Pagliara e Museo dell’Eremo (piano delle mostre) Pagliara Museum and the Hermitage Museum (Exhibition Floor) Museo del giocattolo / Toy Museum Museo pedagogico / Teaching Museum (ambienti del Claustro e Giardino delle Camelie) (Claustro and Camelia Garden)
Casa / Museo di Suor OrsolaHouse / Museum of Suor OrsolaMuseo Scientifico (accesso da Rampa storica)Science Museum (access from the ‘Rampa storica’) Autografi, mappe e stampe (Sala Archivio) Autographs, maps and prints (Archive Room)
Tav. 28Schema delle azioni sul Patrimonio Museale.Actions to be carried out on the Museum Heritage.
v.1.1 The museum
The Unisob Monumental Complex is a varied and poly-
functional structure. It is a complex site, in part open for public use (the
university buildings and spaces for public use), and in part intended for
setting up cultural enterprises and a new tourist attraction (the Unisob
University Museum) structure. The different parts of the Complex
(as illustrated), are located along a trajectory that joins the Decumani
area to the seafront (the Via Chiaia building) along a route that goes
up St. Elmo’s Hill (Corso V. Emanuele), which is well served by public
transport, roadways and pedestrian routes (see illustration).
Putting the entire complex to use thus requires different
actions depending on the intended use of the buildings, as described
in Chapter 3 (see pp. 172 et seq.). The Site will be reorganised
through a three-stage programme.
The museum collection will therefore be concentrated
around the area of the old Citadel, where the monumental character
of the buildings and the size of the collections lend themselves to the
creation of a unique University Museum, which will be structured as
follows.
V. The integratedvalorisation project
228 229
V. Il progetto di valorizzazione integrata
Nel complesso, nella Cittadella le collezioni saranno dislocate
come segue:
LA PORTA DEL SITO UNESCO: LA CAPPELLA PIGNATELLI AL SEGGIO DI NIDO
RAMPA STORICA, CHIESE E CHIOSTRI GIARDINI / URBAN LANDSCAPE COLLEZIONE / MUSEO DELLA CITTADELLA COLLEZIONE / CASA DI SUOR ORSOLA BENINCASA MUSEO DI CASA PAGLIARA E COLLEZIONE MUSICALE COLLEZIONE PEDAGOGICA E SCIENTIFICA MUSEO DEL GIOCATTOLO DI NAPOLI
GABINETTO DISEGNI E STAMPE GABINETTO FOTOGRAFICO MOSTRA PERMANENTE DEGLI AUTOGRAFI
THE GATEWAY TO THE UNESCO SITE: THE PIGNATELLI CHAPEL AT SEGGIO DI NIDO
THE HISTORIC STEPS, CHURCHES AND CLOISTERS GARDENS/URBAN LANDSCAPE THE CITADEL MUSEUM/COLLECTION SUOR ORSOLA BENINCASA’S HOUSE/COLLECTION THE PAGLIARA MUSEUM AND MUSIC COLLECTION THE EDUCATIONAL AND SCIENTIFIC COLLECTION THE NAPLES TOY MUSEUM DRAWINGS AND PRINTS COLLECTION PHOTOGRAPH COLLECTION PERMANENT AUTOGRAPH EXHIBITION Tav. 29
Il Patrimonio Museale Unisob nella sua riorganizzazione.
Tav. 29The new organisation of the Unisob Museum Heritage.
Giardino dei Cinque ContinentiThe Garden of the five continents
Museo del giocattolo Museo pedagogicoToy MuseumEducation Museum
Museo dell'Eremo Collezione PagliaraHermitage MuseumPagliara collection
Giardino del ClaustroCloister Garden
ClaustroClaustrum
Casa / Museo Suor OrsolaHouse / Museum of Suor Orsola
Chiesa dell'Immacolata e belvedereChurch of the Immaculate Conception and belvedere
Museo ScientificoScience Museum
Portale StoricoHistoric Gateway
Gradini Suor OrsolaSuor Orsola's Steps
Ingresso via Suor OrsolaVia Suor Orsola entrance
Rampa StoricaHistoric Steps
Giardino del CuocoCook's Garden
Sala degli AngeliSala degli Angeli
The collections will be integrated into a guided tour
arranged as a one-day-tour, which can be included in the modular
programmes of tourist agencies on the basis of the time available.
The path provides an architectural itinerary, views of the city, dining
options and multi-purpose areas for educational activities which can
by visited even on separate occasions.
Tav. 30 Museo della Cittadella Unisob – Ripartizione delle Collezioni Museali.The Unisob Citadel Museum – Distribution of the Collections.
V. The integratedvalorisation project
Volte e cupola nella Chiesa dell'Immacolata.Vaults and dome of the Church of the Immaculate Conception.
V. Il progetto di valorizzazione integrata
Il percorso di visita, scomponibile in base alle esigenze, avrà co-
munque una sua omogeneità e si articolerà in modo da non ostacolare
in alcun modo le attività didattiche:
Tav. 32 Museo della Cittadella Unisob – Il percorso di visita.The Unisob Citadel Museum – Visitor Routes.
Tav. 33 La distribuzione degli spazi Museali nell'area della Chiesa maggiore e nella casa di Suor Orsola.The museum layout in the Great Church and Suor Orsola's house area.
Tav. 31Museo della Cittadella Unisob – Distribuzione delle Collezioni nell’area del Claustro Maggiore.The Unisob Citadel Museum – Distribution of the Museum Collections in the Main Cloister Area
Overall, the Citadel collections will be located as follows.
The visitor routes, which can be broken down according to
need, will have a certain thematic cohesion and will be organised so
as not to disturb teaching activities in any way.
V. The integratedvalorisation project
Tav. 34 Museo della Cittadella Unisob – Il Museo Scientifico.The Unisob Citadel Museum – The Science Museum.
V. The integratedvalorisation project
234 235
V. Il progetto di valorizzazione integrata
Il Piano prevede la costruzione di un modello virtuoso per
il controllo dell’intero processo gestionale (dal processo di analisi del
patrimonio alla manutenzione programmata, dall’analisi di target fino
alla produzione di indotto turistico e culturale), valorizzando le risorse
interne e le competenze scientifiche dell’Ateneo per la sperimenta-
zione di una Buona Pratica al servizio del sito Unesco. I destinatari
dell’intervento sono pertanto:
1. L’Università e le Fondazioni proprietarie del Complesso Unisob;
2. Le strutture di Ricerca Unisob preposte allo studio e alla
creazione d’impresa culturale;
3. I giovani professionisti formati dalle Facoltà Unisob, destina-
tari dell’azione di spin-off da cui scaturiranno le due Società di Gestio-
ne In House per la Gestione Museale e il Restauro e la Manutenzione
del Patrimonio;
4. L’indotto turistico cittadino e la popolazione, in particolare,
dell’area del Centro Storico;
La Gestione del Complesso Monumentale Unisob e del suo
Museo Universitario partirà dall’individuazione del target, organizzato
in base alla ripartizione della tavola 36 a p. 237.
La valutazione dell’indotto potenziale si baserà sull’analisi
della domanda e sulla programmazione di servizi di offerta compati-
bili con la stessa, nonché sulla creazione di canali diretti di comunica-
zione con gli operatori economici di settore. La struttura di gestione
opererà in modo da programmare quantitativamente i flussi necessari
per la sostenibilità ambientale ed economica, presentando un piano di
implementazione annuale, calibrato in base alla valutazione d’impatto
turistico e d’uso.
The plan envisages the construction of a virtuous control
model for the entire governance process (from a procedure for the
study of the Property to the maintenance programme, from a target
analysis to the creation of touristic and cultural satellite activities),
calling upon the internal resources and the technical and academic
skills present within the university to set up a Good Practice at the
service of the Unesco site. The initiatives will thus be addressed to:
1. The University and the Owners of the Unisob Complex.
2. The Unisob research facilities connected with the study and
creation of cultural enterprises.
3. Young professionals trained at Unisob involved in Spin-Off
activities such as the In-House Museum Management body and the
Restoration and Maintenance of the Heritage body.
4. Satellite-activities in the city and, especially, the population
living and working in the Historic Centre.
The management of the Unisob Monumental Complex and
its University Museum will start from the identification of the target,
organised according to the sub-division set out in table ____.
Assessment of the potential satellite activities will be based on
demand and the planning of a compatible offer, as well as the creation
of direct channels of communication with the economic operators in
the sector. The management structure will operate in such a way as
to plan the flows needed on a quantitative level to be able to manage
environmental and economic sustainability, presenting an annual
implementation plan calibrated according to a presumed tourist and
user impact.
.
v.2The governance structure v.2La struttura di gestione
V. The integratedvalorisation project
236 237
V. Il progetto di valorizzazione integrata
UNISOB
STRUTTURA DI GESTIONECDA (CDG)
ENTE MORALE
RETTORE FOND.MUSEO
PAGLIARA
FOND.MUSEO
DELGIOCATTOLO
È il legale rappresentante, svolge o delega le funzioni di conservatore e cura la scelta
della Società di gestione. Garantisce la manutenzione e la sicurezza dei luoghi;
coordina le attività scientifiche e di ricerca. Gestisce i rapporti con l'UNESCO, con il MiBact
e con la Cabina di regia del Sito UNESCO di Napoli.
CONSERVATORERecepisce gli Obiettivi del CdG. Predispone
e attua il piano annuale e triennale di attività. Gestisce i rapporti con i Laboratori e le
strutture didattiche universitarie. Attua le piste di monitoraggio.
Presenta la relazione annuale di attività.
SOCIETÀ DI GESTIONE IN HOUSEGestisce la biglietteria, il bookshop e i servizi
al pubblico. Cura la guardiania durante le ore di apertura ed effettua il monitoraggio
della sicurezza. Cura la manutenzione ordinaria delle collezioni, la pubblicità,
la comunicazione e il monitoraggio delle presenze. Istruisce gli studenti e gli stagisti.
UFFICIO TECNICO UNISOBRealizza la manutenzione programmata degli immobili. Progetta interventi di restauro e riqualificazione. Effettua i controlli di sicurezza.
SOCIETÀ DI RESTAURO IN HOUSEEffettua lavori di restauro professionali utilizzando le attrezzature UNISOB e lavorando anche per conto terzi. Effettua manutenzione programmata dei beni mobili.
UNISOB
MANAGEMENT STRUCTUREBD (MB)
CHARITABLE ORGANISATION
RECTOR FOND.MUSEO
PAGLIARA
FOND.MUSEO
DELGIOCATTOLO
The legal representative, who carries out or delegates the role of conservator and is responsible for selecting the Management
Trust. Guarantees the maintenance and safety of the sites; coordinates scientific
activities and research.Manages relations with UNESCO, MiBact and
with the Naples UNESCO Site control room.
CONSERVATORImplements the objectives of the
Management Board. Prepares and implements the annual and three-year
activity plans. Manages relations with the university laboratories and teaching facilities.
Implements monitoring plans.Presents the annual report on activities.
IN-HOUSE MANAGEMENT TRUSTManages the ticket office, bookshop and
services for the public. Responsible for security during the opening hours and
monitors security in general. Responsible for ordinary maintenance of the collections,
publicity, communication, and monitors attendance. Trains students and interns.
UNISOB TECHNICAL OFFICEThe office carries out routine maintenance of the properties. Draws up restoration and redevelopment projects.Performs security checks.
IN-HOUSE RESTORATION COMPANYCarries out professional restoration work using UNISOB equipment and also works for third parties. Performs routine maintenance of movable assets.
Tav. 35La struttura di gestione.The Management Body.
Tav. 36I circuiti / target della gestione.
CIRCUITO DIDATTICO
LABORATORI E DIDATTICA SCOLASTICA E UNIVERSITARIA
TURISMO SCOLASTICO
TURISMO CULTURALEE CIRCUITI NAZIONALI
TURISMO SOSTENIBILEUNESCO
OFFERTA MUSEALECITTADINA E TERRITORIALE
EREDITÀ GLOBALE E PROMOZIONE SITO UNESCO NAPOLI
CIRCUITO TURISTICO
CIRCUITO SITO UNESCO
EDUCATIONAL CIRCUIT
SCHOOL AND UNIVERSITY TEACHING LABORATORIES
SCHOOL TOURISM
CULTURAL TOURISMAND NATIONAL CIRCUITS
UNESCO SUSTAINABLE TOURISM
CITY AND TERRITORIAL MUSEUM SERVICE
OVERALL HERITAGE AND PROMOTION OF NAPLES UNESCO SITE
TOURIST CIRCUIT
UNESCO SITE CIRCUIT
V. The integratedvalorisation project
238 239
V. Il progetto di valorizzazione integrata
L’impresa culturale in fase di progettazione mira a produr-
re, attraverso l’aumento progressivo del budget economico disponibile,
l’occupazione stabile di un numero di addetti, formati grazie ai per-
corsi didattici Unisob, congruo alla gestione del flusso programmato
dei visitatori. La stima di massima del fabbisogno può essere struttu-
rata come segue:
The cultural enterprise currently being planned aims to
produce (thanks to the gradually increasing available budget) stable
employment for a sufficient number of persons trained at Suor
Orsola’s to manage the forecast visitor flow. A general estimate of the
personnel requirements may be structured as follows:
v.3Personnel requirements v.3Il fabbisogno di personale
Tav. 37 Il fabbisogno di personale scientifico e operativo.
Tav. 37 Scientific and operational personnel requirements.
PERSONALE DI MANUTENZIONE
PERSONALE DI GESTIONE
STRUTTURA DI MANUTENZIONE E RESTAURO
6 unità lavorative part-time: 2 restauratori2 falegnami
2 catalogatori
STRUTTURA DI GESTIONE OPERATIVA
13 unità lavorative a regime: 1 conservatore
1 amministrativo 1 operatore turistico
1 addetto alla comunicazione 2 addetti alla biglietteria
3 custodi 4 operatori museali
MANTENANCE PERSONNEL
MANAGEMENT PERSONNEL
MAINTENANCE ANDRESTORATION
6 part-time 2 restorers
2 carpenters2 cataloguers
OPERATIVE MANAGEMENT STRUCTURE
max 13 persons: 1 curator
1 administrator 1 tourism manager
1 communications officer 2 ticket office workers
3 custodians 4 museum operatives
V. The integratedvalorisation project
240 241
V. Il progetto di valorizzazione integrata
La definizione del budget annuale e la stima dell’incremento
di budget avranno come fondamento una struttura di Fundraising di-
versificato, che tende all’autosufficienza e all’efficienza del modello: il
Complesso Monumentale Unisob non sarà gestito basandosi solo sulla
possibilità di finanziamenti pubblici, ma articolerà la propria struttura
economica in base alle capacità di attingere risorse in ragione dei ser-
vizi e dell’incontro domanda-offerta culturale dell’intera città. Ciò ren-
derà automatico e imprescindibile il monitoraggio costante dei trend
e il tempestivo intervento sulle situazioni di stallo o di interruzione/
decremento dei flussi programmati. Il fabbisogno economico, determi-
nato su base annuale e triennale, sarà coperto da un piano strategico
organizzato nel seguente modo:
The definition of the annual budget and the estimated budget
increase will be based on a diversified fundraising structure, moving
towards a self-sufficient and efficient model: the management of
the Unisob Monumental Complex will not be based only on the
possibility of public funding, but will define its economic structure
according to its ability to access resources in line with the services
and the satisfaction of the supply and demand requirements of the
entire city. This will mean the constant automatic and imperative
monitoring of trends, and timely intervention in the event of
a stalemate or shortfall in the planned cash flow. Economic
requirements, as identified on an annual and three-year basis, will be
covered by a strategic plan organised as follows:
v.4Economic strategies v.4Le strategie economiche
FUNDRAISINGFUNDRAISING
– Ricerca finanziamenti pubblici per riallestimento, sicurezza e start-up d’impresa– Ricerca finanziamenti privati (eventi e aste)– Costituzione Comitato di Sponsorship ‘Amici del MUSOB’– Definizione strategie per i servizi aggiuntivi (in house o in concessione)
– Seeking public funding for reorganisation, safety and business start-up activities– Private fund raising (events and auctions)– Setting up the Friends of MUSOB Sponsorship Committee– Defining strategies for additional services (in-house or licensed)
INVESTIMENTI UNISOB
UNISOB INVESTMENTS
– Definizione limiti di spesa ammissibili per la fase di start-up– Impiego straordinario di personale Unisob per il primo anno di attività– Impiego straordinario di laboratori e strutture manutentive– Convergenza di obiettivi per le progettazioni in corso e per gli interventi formativi
– Defining maximum allowed expenditure for start-up activities– Extraordinary use of UNISOB staff for the first year of operations– Extraordinary use of laboratories and maintenance facilities– Dovetailing objectives for current planning, training and educational work
PROMOZIONEPROMOTION
– Calendarizzazione eventi per riapertura progressiva MUSOB– Realizzazione Workshop e visite dimostrative per agenzie e addetti ai lavori– Definizione campagna virale di pubblicità e iniziative promozionali
– Scheduling events for the gradual reopening of MUSOB– Setting up workshops and explanatory visits for agencies and professionals in the sector– Drawing up a viral advertising campaign and promotional activities
Tav. 38 Le strategie economiche.
Tav. 38 Economic strategies.
V. The integratedvalorisation project
242 243
V. Il progetto di valorizzazione integrata
L’indotto potenziale e il calcolo delle presenze
Attualmente, l’assetto delle collezioni, solo parzialmente aperte
al pubblico, rende poco significativi i dati di rilevamento delle presenze,
ma l’interesse riscosso dalle aperture e le indagini esplorative sui flussi
turistici in area Centro Storico permettono di effettuare una proiezio-
ne di medio periodo. Tale proiezione è incentrata sul calcolo dell’in-
cidenza finanziaria della bigliettazione sul fabbisogno economico nel
quinquennio 2016-2020.
Potential satellite-activities and visitor figures
Currently, the conditions of the collections, which are only
partially open to the public, make attendance figures fairly irrelevant,
but the interest shown in the opening and the exploratory studies on
tourism in the Old Town area allow a projection for the mid term.
This projection centres on the calculation of the financial impact of
ticket sales on the economic requirements for the period 2016-2020.
Cittadella di Suor Orsola. Corridoio voltato visto dai Laboratori del Centro di Ricerca Scienza Nuova.Suor Orsola Citadel. Vaulted corridor seen from the Scienza Nuova Research Centre laboratories.
Cittadella di Suor Orsola: Il Giardino dei Cinque Continenti. Sullo sfondo, il Colle di Sant'Elmo e la Certosa di San Martino.Suor Orsola Citadel. The Garden of the Five Continents with St. Elmo’s Hill and the San Martino Charterhouse in the background.
V. The integratedvalorisation project
244 245
V. Il progetto di valorizzazione integrata
V. The integratedvalorisation project
Le valutazioni sulla sostenibilità d’impresa del Museo della
Cittadella Unisob, che sono in fase di elaborazione, muovono da una
riflessione teorica sui modelli di stima della domanda di fruizione cul-
turale e museale, che prelude all’approfondimento dell’analisi di target
sopra accennata (vedi tav. n. 36 a p. 237). In estrema sintesi, i modelli di
analisi della domanda possono essere riassunti come segue:
1. I modelli esplorativi hanno la funzione di esplorare i trend di
mercato; essi cercano di individuare gli andamenti futuri del mercato
osservando le statistiche del passato e quindi compiono un’analisi di
tipo quantitativo (cioè si basano su cifre, dati, statistiche).
Criticità: i cambiamenti sono troppo repentini e spesso radicali,
quindi il passato non è sempre affidabile per prevedere il futuro.
2. I modelli speculativi consistono nell’interrogare un panel di
esperti (tour operators, agenzie di viaggio, studiosi...) sulle possibili ten-
denze del mercato. Una delle più conosciute analisi di panel è il co-
siddetto metodo Delphi: esso consiste nel raccogliere le opinioni degli
The assessment of the corporate sustainability of the
UNISOB Citadel Museum which is currently underway starts from
a theoretical reflection on the models of the estimated demand for
cultural use and museum visits, before moving on to a deeper analysis
of the above-mentioned Target (see table 36 on p. 237). Put very
simply, the models of demand analysis may be summarised as follows:.
1. Exploratory models serve to explore market trends; they try
to predict the future market by observing past statistics and then they
perform a quantitative analysis (based on figures, data, statistics).
Weakness: changes are too rapid and are often radical, so the
past is not always a reliable guide for predicting the future.
2. Speculative models consist in questioning a panel of experts
(tour operators, travel agencies, academics...) about possible market
trends. One of the best known forms of panel analysis is the so-
called Delphi method: it consists in collecting the opinions of experts
(by asking them questions on various issues), gathering the different
Tav. 39 Schema riassuntivo dei modelli di stima della domanda turistica (Van der borg, 2009)
Tav. 39 Summary outline of the modelsof tourist demand (Van der Borg 2009)
MODELLI NON CAUSALI
MODELLI CAUSALI
MODELLI DI REGRESSIONE
MODELLI GRAVITAZIONALI
MODELLI PROBABILISTICI
MODELLI ESPLORATIVI
MODELLI SPECULATIVI
MODELLI NORMATIVI
MODELLI MISTI
MODELLI DI STIMA
NON-CAUSATIVE MODELS
CAUSATIVE MODELS
REGRESSION MODELS
GRAVITATIONAL MODELS
PROBABILISTIC MODELS
EXPLORATORY MODELS
SPECULATIVE MODELS
NORMATIVEMODELS
MIXEDMODELS
ESTIMATION MODELS
246 247
V. Il progetto di valorizzazione integrata
V. The integratedvalorisation project
esperti (ponendo loro alcune domande su diverse questioni), racco-
gliendo in un rapporto le diverse opinioni ed infine mostrare e discu-
tere i risultati ottenuti, cercando di redigere un unico rapporto.
Criticità: metodo molto costoso, anche se l’utilizzo di piattafor-
me e forum digitali lo rendono oggi più utilizzabile.
3. I modelli normativi consistono in previsioni che vengono
effettuate sulla base delle risorse a propria disposizione; consistono più
che altro nella fissazione di obbiettivi che possono essere raggiunti in
base al proprio budget e ai propri mezzi (es. una certa località può pre-
fissarsi l’obbiettivo di raggiungere 100.000 turisti per un certo anno).
Consiste quindi nel fare una “profezia che si autorealizzi”
(self-fulfilling prophecy).
Criticità: il modello può prefigurare uno sviluppo più lento e
non esaltare al massimo le potenzialità di un sito.
4. I modelli misti consistono nell’utilizzare in modo combinato
le tecniche dei 3 modelli precedenti; per esempio, posso chiedere il
parere di alcuni esperti sui risultati di alcune analisi esplorative.
Nel caso del Museo della Cittadella Unisob, la stima dei flussi
potenziali di utilizzo dei servizi e dei beni gestiti sarà effettuata a par-
tire da metodi normativi, in particolare, definendo i criteri di soste-
nibilità del sito e dei un servizi (sostenibilità economica, ambientale,
logistica, tecnologica e culturale) e combinando i risultati con le risorse
disponibili (umane, tecnologiche e logistiche) e il loro costo unitario
e globale. Il target quantitativo e qualitativo e i conseguenti obiettivi di
esercizio saranno definiti a partire da tali elementi, che potranno essere
sottoposti al vaglio di un limitato panel di esperti e successivamente
trasformati in strategie di approssimazione ai segmenti di mercato in-
dividuati (attraverso contatti diretti, workshops ed eventi dimostrativi).
Tale metodo appare il più adatto alle dimensioni del PdG, ma anche
all’ispirazione etica e scientifica del museo, che punta a massimizzare
la stabilità del gruppo di lavoro e al suo graduale incremento su basi
solide, evitando eccessive velocità d’espansione che favorirebbero la
creazione di precariato.
Inoltre, la forte ispirazione Unesco del Museo induce a porre
in cima agli obiettivi proponibili quello della Sostenibilità: rispetto per
i luoghi, rispetto per le comunità, ma anche per la ricerca e, soprattutto,
per le persone.
Un esempio di costruzione quantitativa dell’Obiettivo Annuo
di Gestione potrebbe essere il seguente:
opinions in a report and, lastly, showing and discussing the results in
the hope of drawing up one single report.
Weakness: it is avery expensive method, even though digital
platforms and forums now make it more feasible.
3. Normative models consist of predictions based on the
resources currently available; they consist mostly in setting objectives
that can be achieved according to a budget and the means available
(e.g., a given site may set itself the goal of reaching 100,000 tourists a
year).
It is a matter of making a “self-fulfilling prophecy”.
Weakness: the model may predict slower development and fail
to bring out the full potential of a site.
4. Mixed models use a combination of the techniques of
the first 3 models; for example, I can ask the opinion of experts
concerning the results of some exploratory analysis.
In the case of the Unisob Citadel Museum, estimation of the
potential use of the services and goods will be based on normative
methods, specifically defining the sustainability criteria for the site
and services (economic, environmental, logistic, technological and
cultural), and combining the results with the resources available
(human, technological and logistic) and their unit and global
costs. Quantity and quality Targets and the resulting goals will be
established on the basis of these elements, which will be assessed by
a small panel of experts and subsequently transformed into strategies
of approximation to the identified market segments (through direct
contact, workshops and demonstrations). This method appears to be
the best suited to the size of the Management Plan, but also to the
ethical and scientific inspiration behind the museum, which aims to
maximize the stability of the working group and its gradual increase
on solid foundations, avoiding hasty expansion that would foster a
lack of job security.
In addition, the strong Unesco inspiration behind the
Museum means prioritising sustainability, respect for places, respect
for communities, but also for research and, above all, people.
An example of the quantitative construction of the Annual
Management Objective could be the following:
248 249
V. Il progetto di valorizzazione integrata
V. The integratedvalorisation project
A seguire si forniscono i risultati della prima fase di analisi
di sostenibilità, con le relative stime economiche. Tali analisi, grazie
all’utilizzo di un modello flessibile e agevole, saranno ripetute in fase
di start-up e verificate in sede di check periodico. L’obiettivo di gestione
consisterà nella determinazione della quota di visitatori paganti neces-
saria per l’assorbimento graduale dello sbilancio economico nell’arco
di un quinquennio, realizzando un attivo da reinvestire per il raggiun-
gimento della stabilità di esercizio.
fase 1
Definizione dei nodi problematici della progettazione economica
fase 2
Valutazione dell’incremento potenziale delle presenze
e suo impatto economico
Il raggiungimento dell’Obiettivo di Gestione Annua andrà per-
seguito attraverso una politica di costanti investimenti in promozione
(pubblicità, workshops, campagne di promozione mirata della visibilità,
eventi speciali), programmato annualmente dal team di gestione e ap-
provato dal CdG.
OG= {Ax α – [(B x n)+C]}+E——————————————————
α
OG= {Ax α – [(B x n)+C]}+E——————————————————
α
OG = Obiettivo di GestioneA = Limite massimo di Presenze Sostenibile dal sitoα = Valore economico unitario medio stimato per visitatoreB = Costo Medio Unitario annuo Lordo Operatoren = numero OperatoriC = Costo annuo Gestione Partecipata con UNISOBE = 15% Ammortizzazione Gratuità e Utile di gestione (da reinvestire)
OG = Managament GoalA = Maximum Sustainable Presences from the siteα = Estimated average economic value per visitorB = Gross Average Operator Cost per yearn = number of OperatorsC = Annual Cost of Shared Management with UNISOBE = 15% Amortisation of Gratuities and Operating income (to reinvest)
RIALLESTIMENTO
FRUIZIONE DELBENE
COSTRUZIONEBASE D’UTENZA
– Sicurezza dei materiali– Strutture espositive– Allestimento servizi aggiuntivi– Catalogazione– Accessibilità delle collezioni– Allestimenti multimediali
– Accessibilità fisica (parcheggi, viabilità, mezzi pubblici)– Orari d’apertura– Accessibilità disabili– Visibilità in città (segnaletica stradale e riapertura Cappella Pignatelli)
– Captazione turismo scolastico– Captazione turismo nazionale (crocieristico, turismo ambientale, turismo culturale)– Captazione turismo internazionale
The results of the first phase of the sustainability analysis with
related economic estimates are given below. These studies, using a
flexible and smooth model, will be repeated during the start-up phase
and and will be verified through regular Checks. The management
objective will consist in defining the number of paying visitors
required to gradually absorb the economic imbalances over a five-
year period, creating a surplus to reinvest in order to reach a level of
stability.
phase 1
Defining the problematic issues in the economic planning
phase 2
Assessing potential growth in attendance and its economic impact
The Annual Management Objective will be pursued through
a policy of continuous investment in publicity (advertising, workshops,
promotional campaigns focusing on visibility, special events), planned
annually by the Management Team and approved by the Management
Board.
REDEVELOPMENT
USE OF THE HERITAGE
BUILDING UP INFLUX
– Safety of materials– Exhibition Structures– Setting up additional services– Cataloguing– Accessibility of the collections– Multimedia facilities
– Physical access (parking, roads, public transport)– Opening times– Disabled access– Urban visibility (roadsigns and reopening of the Cappella Pignatelli)
– Encouraging school visits– Fostering domestic tourism (cruises, environmental tourism, cultural tourism)– Fostering international tourism
phase 3
Assessing qualitative and quantitative data for additional services
(preliminary assessment)
fase 3
Valutazione dei dati qualitativi e quantitativi relativi ai servizi aggiuntivi
(valutazione preliminare)
250 251
V. Il progetto di valorizzazione integrata
V. The integratedvalorisation project
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
A = Attuale NowB = A 2 anni In 2 yearsC = A 5 anni In 5 years
0
50
100
150
129.600
RICAVO MEDIO
RICAVO MEDIO
RICAVO MEDIO
CCC BBB AAA
43.200
4.000
1.5003.500
500500
500 15.00014.400
2.000
a 5 annia 2 anniattuale
A = Bigliettazione totaleB = Bigliettazione gratuitaC = Bigliettazione ridotta (scuola)
43.200
0
50
100
150
129.600
AVERAGE INCOME
AVERAGE INCOME
AVERAGE INCOME
CCC BBB AAA
43.200
4.000
1.5003.500
500500
500 15.00014.400
2.000
in 5 yearsin 2 yearsnow
A = Total ticket salesB = Free ticketsC = Reduced tickets (schools)
43.200
43.2
00
4.00
0
A B C
bigliettazioneticket sales
129.
600
25.0
00
A B C
sponsorship sponsorship
0 5.00
0
A B C
servizi aggiuntivi additional services
0
totale introiti total income
costi personale personnel costs
sbilancio difference
A B C
visite guidate e laboratori
guided tours and labs
0
104.
256
312.
768
569.
368
24.0
00 72.0
00
176.
456
189.
928
256.
780 34
9.44
0
-80,
32
B C B C B C
252 253
V. Il progetto di valorizzazione integrata
V. The integratedvalorisation project
fase 4
Proiezione generale di sostenibilità economica
Le voci di sbilancio attivo vanno intese a copertura del margine
di rischio (variazioni delle presenze e importo dei finanziamenti,
ammortizzazione gratuità).
In caso di convergenza positiva andranno reinvestiti in incrementi
di personale o per attività scientifiche.
phase 4
Overal economic sustainability projection
The entries under “assets imbalance” cover the margin of risk
(changes in attendance and the amount of funding, amortising gratuities).
In the event of positive convergence, they will be reinvested in
increased personnel or academic activities.
ANNO DI ESERCIZIOFINANCIAL YEAR
PROVENTI DA ATTIVITÀ ECONOMICHE
INCOME FROM ECONOMIC ACTIVITIES
SPONSORSHIPSPONSORSHIP
FINANZIAMENTI PUBBLICI O PRIVATI
PUBLIC OR PRIVATE FUNDING
COSTI RIALLESTIMENTO /
RESTAURO / MOSTRE
TEMPORANEEREDEVELOPMENT /
RESTORATION COSTS TEMPORARY EXHIBITIONS
COSTI PERSONALESTAFF COSTS
COSTI PROMOZIONE /PRODUZIONE MATERIALI
PUBLICITY / PRODUCTION OF MATERIALS COSTS
SBILANCIOIMBALANCE
I 40.000 5.000 2.250.000 2.000.000 180.000 250.000 135.000
II 176.456 8.000 250.000 200.000 256.780 100.000 80.324
III 202.532 10.000 250.000 100.000 256.780 100.000 5.752
IV 289.332 15.000 250.000 100.000 256.780 100.000 97.552
V 385.767 20.000 250.000 100.000 320.975 75.000 159.792
A REGIME(CON RISTORAZIONE)
RUNNING TO CAPACITY(WITH CATERING) 514.368 25.000 50.000 50.000 349.440 50.000 139.928
255
Per la realizzazione delle azioni previste dal PdG, la struttura di
gestione si avvale, nella fase di start-up, del capitale progettuale raccolto
nella fase preparatoria del progetto di valorizzazione Unesco. In par-
ticolare, il progetto è reso immediatamente cantierabile dalla conver-
gente disponibilità di fondi per il restauro architettonico e di materiali
per la catalogazione e per la comunicazione, nonché dall’esistenza di
regolamenti e programmi di spin-off e start-up d’impresa culturale e da
recenti master di perfezionamento nell’utilizzo delle nuove tecnologie
al servizio della cultura.
A seguire si riporta lo schema del portafoglio progettuale in
parola per il quinquennio 2013-2017.
During start-up, and in order to carry out the activities
set out in the Management Plan, the governance structure will
use project capital collected during the preparatory phase of the
Unesco valorisation project. Above all, the project can be put
into practice immediately thanks to the convergent availability
of funds for architectural restoration and materials, cataloguing
and communication, as well as the existence of regulations and
programmes for cultural spin-off enterprises and recent masters on
the use of new technologies at the service of culture.
Below is the composition of the portfolio for the years
2013-2017.
v.5Currentprojects v.5Le progettualità in corso
V. Il progetto di valorizzazione integrata
Cittadella di Suor Orsola: Scienza Nuova, living lab Ludolab. Il Robot Nao.Suor Orsola Citadel: Scienza Nuova, Living Lab Ludolab, Nao the robot.
V. The integratedvalorisation project
256 257
V. Il progetto di valorizzazione integrata
PROGETTOPROJECT
RESP. SCIENTIFICOPROJECT MANAGER
FONTE FINANZIAM.SOURCE OF FUNDING
IMPORTO PROGETTOPROJECT BUDGET
SCADENZAEXPIRY DATE
Scienza Nuova Lucio d'Alessandro MIUR PON 8.700.000,00 31/12/2014
Sinapsis Massimiliano Marazzi MIUR PON 1.096.800,00 31/10/2014
Rimic Maria Valeria del Tufo MIUR PON 1.887.502,00 31/12/2014
Drive in Maria A. Brandimonte MIUR PON 382.250,00 31/05/2015
Rischio sismico Pasquale Rossi MIUR PON 433.372,00 31/12/2014
Mito Pasquale Rossi MIUR PON 525.000,00 30/03/2015
Messaggeri della conoscenza Maria Valeria del Tufo MIUR PON 33.240,00 30/06/2014
Holides Simona Collina MIUR + UE 625.000,00 31/12/2016
FIRB 2012 TRA.M Giulia Labriola MIUR FIRB 652.323,20 31/03/2016
PRIN 2010-2011 Oltre lo stato sociale
di diritto: le professioni nella prospettiva
tardoliberale Lucio d'Alessandro MIUR PRIN 137.857,77 30/01/2016
PRIN 2010-2011 Tommaso E. Frosini MIUR PRIN 40.643,00 30/01/2016
PRIN 2010-2011 La Scultura lignea in
Europa fra Rinascimento e Barocco
Pierluigi Leone De Castris MIUR PRIN 162.714,00 30/01/2016
PRIN 2010-2011 Paesaggi rurali italiani tra
tarda antichità e medioevo Federico Marazzi MIUR PRIN 61.429,00 30/01/2016
PRIN 2012 Edoardo D'Angelo MIUR PRIN 61.931,00 08/03/2017
Innosystems Paola Villani Reg. Campania POR 299.250,00 30/06/2015
Work Life Balance Paola Villani Reg. Campania POR 13.950,00 30/06/2015
Arte in Luce Riallestimento
Collezione Pagliara Paola VillaniFondazione
Telecom Italia 247.505,00 30/06/2016
Progetto riallestimento e gestione
Chiesa dell'Immacolata Piero Craveri Fondazione SUD 500.000,00 30/06/2016
ALTRI PROGETTIOTHER PROJECTS
RESP. SCIENTIFICOPROJECT MANAGER
FONTE FINANZIAM.SOURCE OF FUNDING
IMPORTO PROGETTOPROJECT BUDGET
SCADENZAEXPIRY DATE
Castelli Medievali in Irpinia Pasquale Rossi Provincia Avellino 85.000,00 30/06/2014
Aipad Edoardo D'Angelo Provincia Avellino 16.335,00 30/06/2014
Aspostud Margherita Musello Provincia Avellino 90.000,00 19/12/2014
Digital Space Makes School Maria D'Ambrosio Docebo srl 30.250,00 n.d.
One – Zone Imast Maria D'Ambrosio Imast scarl 21.780,00 n.d.
Iresmo Federico Marazzi Iresmo Molise 24.100,00 n.d.
Creazione ambienti spin-off universitari Lucio d'Alessandro Regione Campania 1.300.000,0 28/02/2016
Thesauris Lucio d'Alessandro Regione Campania 350.000,00 28/02/2016
University lab network Lucio d'Alessandro Regione Campania 650.000,00 28/02/2016
DATABENC Opere Parlanti Show OPS
Pierluigi Leone De Castris PON – Distretti 400.000,00 30/12/2016
DATABENC Rete Intelligente Parchi
Archeologici RIPAPierluigi Leone
De Castris PON – Distretti 400.000,00 30/12/2016
PhD project Lucio d'Alessandro Regione Campania 1.404.000,00 30/12/2017
Reasearch Fellow-ship project Lucio d'Alessandro Regione Campania 368.000,00 30/12/2017
V. The integratedvalorisation project
258 259
V. Il progetto di valorizzazione integrata
Tab. 38 Cronoprogramma delle attività.Timetable of forecast action.
Inizio attività di riallestimento (Progetto Arte in Luce / Telecom, Progetto Civitas Artium, Progetto Thesauris, spostamento Museo del Giocattolo). Predisposizione Struttura di Gestione e Bando per la Costituzione delle Società di Gestione in House.
Riapertura parziale delle collezioni. Attività di pubblicità e workshop per la captazione dei flussi turistici programmati. Creazione struttura di Sponsorship e avvio parziale dei servizi aggiuntivi.
Apertura totale delle collezioni e dei servizi aggiuntivi.
Primo monitoraggio d'esercizio e rideterminazione del target di bilancio.
Monitoraggio a regime delle attività e consolidamento bilanci e target per il quinquennio successivo.
Start reorganisation (Arte in Luce/Telecom project, Civitas Artium Project, Thesauris Project,
move the Toy Museum). Preparation of a Management Structure and tender
to set up in-house Management Companies
Partial reopening of the collections. Advertising and workshops to capture the planned
tourist flows. Create a sponsorship structure and partially set up additional services
Full opening of collections and additional services
First monitoring period and restatementof the target budget
Monitoring activities and consolidating budgets and targets for the next five years
2015-16
2017
2018
2019
2020-21
V. The integratedvalorisation project
Ingresso alla sede del centro di ricerca Scienza Nuova in via Chiaia.The Entrance to the Head Office of the Research Centre ‘Scienza Nuova’, Via Chiaia, Naples.
Centro di ricerca Scienza Nuova in via Chiaia, terzo piano, 'Immersive'.The Research Centre ‘Scienza Nuova’, Via Chiaia, Naples, third floor.
261
vi TEAM DI PROGETTO
e riferimenti tecnici PROJECT TEAM
AND TECHNICAL OFFICERS
262 263
FUNZIONEROLE
NOMENAME
CONTATTICONTACTS
Responsabile legale progettoRettore UNISOBLegal representative for the project Rector of UNISOB
Prof. Lucio d'Alessandro rettorato@unisob.na.it 081.2522293/380
Responsabili scientifici Scientific representatives
Prof Lucio d’Alessandro
Prof. Piero Craveri Presidente Ente Morale Istituto Suor Orsola Benincasa President of the Istituto Suor Orsola Benincasa Charitable Trust
Prof. Ortensio Zecchino Presidente Fondazione Pagliara President of the Fondazione Pagliara
imma.riccio@unisob.na.it 081.2522288
ozecchino@tiscali.it 081.2522288
Responsabili tecnico-scientifici Technical and scientific representatives
Progetto gestionale e musealeGovernance and museum projects
Progetto scientifico e collezioniScientific project and collections
Sviluppo architettonicoArchitectural development
Dott. Luisa Bocciero Museologa e progettista Unisob Museologist and Unisob Project Designer
Prof. Pierluigi Leone De Castris Direttore Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte Director of the History of Art Specialisation School
Arch. Sergio Prozzillo
luisa.bocciero@alice.it 081.2522296 3339504692
p.leonedecastris@gmail.com081.2522557
sergioprozzillo@gmail.com081.5752941
Responsabile tecnico-scientifico interventi di restauro e manutenzione Head of technical and scientific restoration, maintenance operations
Prof. Giovanni Coppola Direttore Scuola di Restauro Director of the School of Restoration
giovanni.coppola@unisob.na.it081.2522419/326
Responsabile sicurezza Head of security
Prof. Giovanni Coppola
Responsabile monitoraggio e implementazioneHead of monitoring and implementation
Dott. Luisa Bocciero
Responsabile comunicazione Head of communication
Prof. Antonello Petrillo Delegato del Rettore per la Comunicazione Rector’s delegate for Communications
antonello.petrillo@unisob.na.it 0812522216
Ufficio tecnico Technical officer
Prof. Giovanni Coppola
FUNZIONEROLE
NOMENAME
CONTATTICONTACTS
Responsabili laboratori di restauro Heads of the restoration laboratories
Prof. Annadele Aprile
Dott. Giancarlo Fatigati
lab.restauro.aprile@unisob.na.it081.2522210
giancarlofatigati@gmail.com081.2522305
Responsabile Biblioteca d'Ateneo Head of the University Library
Dott. Angela Catenacci angela.catenacci@unisob.na.it081.2522533
Responsabile Biblioteca e archivi storici Head of the Library and historical archives
Dott. Maria Teresa Bonanni mariateresabonanni@virgilio.it081.2522222
Responsabile marketing e turismo Head of marketing and tourism
Prof. Paola Villani Responsabile Servizio Orientamento D'Ateneo Head of the University Orientation Service
paola.villani@unisob.na.it0812522539
VI. Project team and technical officers
VI. Team di progetto e riferimenti tecnici
Finito di stampare a Napoli nel gennaio 2016 per conto della Imago s.a.s. presso la Vulcanica Print Srl, Torre del Greco.
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