marco tullio cicerone (106-43) - collegio san giuseppe · cicerone idealizza il circolo degli...
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UN HOMO NOVUS DI ARPINO
Nato nella terra di Caio Mario,
ben presto si avvede di non
poter primeggiare come uomo
d’armi (nell’89 a 18 anni milita
con Pompeo e Silla nella guerra
sociale)
Decide di diventare l’ ORATOR
BONUS cantato da Ennio, il
VIR BONUS DICENDI
PERITUS esaltato da Catone,
per dirigere la res publica con
la forza della parola e la
rettitudine del diritto, il ius.
INSTANCABILE STUDIOSO E LAVORATORE
INTELLETTUALE FILELLENO
oratore politico
saggista
epistolografo
poeta
Filosofo eclettico
oratore giudiziario
Studioso
di storia
OTIUM E NEGOTIUM
“Mentre avrei potuto o godermi più di chiunque altro i frutti
dell’ozio per la dolcezza e la varietà degli studi in cui fin da
fanciullo ero vissuto o, se qualche rovescio di fortuna toccasse
allo stato, subire una condizione non diversa, ma pari a
quella degli altri, tuttavia non esitai ad espormi alle più
gravi tempeste e persino ai fulmini stessi, nell’intento di
salvaguardare i miei concittadini e procurare con il mio
proprio rischio, l’ozio comune degli altri.
No, certo, la patria non ci generò né ci educò per fornirci
sicuro porto al nostro ozio; bensì a patto che le più alte e
migliori qualità del nostro animo, del nostro ingegno e
della nostra intelligenza restino impegnate per i
bisogni della società e che resti a noi, per il nostro uso
privato quel tanto di superfluo per essa.” (Dal De re
publica)
CICERONE, UOMO COMPLETO, IN CUI
SI FONDONO AZIONE E PENSIERO
STUDI
ARTE ORATORIA
FILOSOFIA
LETTERATURA
POESIA
VITA
CONTEMPLATIVA
CARRIERA MILITARE
CARRIERA FORENSE
VITA PUBBLICA
CURSUS HONORUM
IMPEGNI DI
PROPRIETARIO
TERRIERO
VITA ATTIVA
OTIUM
NEGOTIUM
LE PRIME ORAZIONI
ETA’ SILLANA ORAZIONI IN STILE ASIANO
81 a. C. PRO P. QUINTIO
80 a. C. PRO SEXTO ROSCIO AMERINO
Roscio, accusato di parricidio da
Crisogono, potente favorito di
Silla, viene difeso non senza
rischio da Cic.
Pur usando velate allusioni, egli
protesta nobilmente contro gli
orrori e la crudeltà dell’epoca
sillana, difendendo l’ideale di
libertà repubblicana e
rivendicando il dominio del
diritto in Roma.
Lo stile asiano proponeva
l’alternanza di periodi di diversa
foggia; introduceva variationes, toni
alternativamente colloquiali e
solenni o poetici, un’intonazione
sfarzosa ed esuberante. Principe di
questo stile alla moda era
Q. Ortensio Ortalo
Prudentemente, per evitare
ritorsioni, si reca in Grecia a
perfezionare la sua formazione nella
scuola di MOLONE DI RODI
LE SETTE “VERRINE”
Rientrato a Roma, nel 75 a. C. diviene questore in Sicilia
Nel 70 è chiamato dai Siciliani a intentare una causa contro Verre, per tre anni governatore corrotto della provincia e importante esponente dell’antica nobiltà senatoria.
Divinatio in Quintum Caecilium: Cicerone rivendica il diritto di sostenere lui l’accusa e non il prestanome Cecilio Nigro (già questore di Verre), sobillato dall’accusato stesso.
Actio prima in Verrem: fu sufficiente a far dichiarare colpevole l’accusato.
Actio secunda in Verrem: fu solo pubblicata per diffondere le prove raccolte da Cic. Si suddivide in 5 parti: De praetura urbana, De iurisdictione siciliensi, De frumentis, De signis, De suppliciis (le più intense).
LO STILE DELLE VERRINE
Stile rodio: periodare ricco e articolato, ma reso più semplice e lineare da parallelismi e riprese
Serrata robustezza delle argomentazioni
Intensità dei sentimenti espressi e dei principi morali e sociali difesi
Coraggio di denunciare le malversazioni e la corruzione nelle province
Cicerone a Siracusa trova il sepolcro di Archimede
LE ORAZIONI DEL CURSUS HONORUM
Fu edile nel 69, pretore nel 66, console nel 63.
Ricordiamo la Pro Fonteio, la Pro A. Caecina, la
Pro Q. Roscio comoedo, la Pro A. Cluentio Habito.
Più importante l’orazione deliberativa Pro lege
Manilia sive de imperio Cn. Pompei
In essa Cic. appoggia la richiesta di
Pompeo di avere poteri straordinari
per porre termine alla guerra
mitridatica
LE CATILINARIE, IL CULMINE DELL’ORATORIA
PER VIGORE, BREVITÀ, INCISIVITÀ, PATRIOTTISMO
Oratio prima ad Senatum: in assenza di prove, affronta Catilina di petto per costringerlo ad andarsene in esilio; rivela di conoscere tutti i suoi piani: provocare incendi, uccidere il console, raccogliere un esercito personale…
Oratio secunda ad populum: ripete nel foro le accuse ai congiurati.
Oratio tertia ad populum: Cic. rivela il tentativo di Catilina di sollevare i Galli Allobrogi e avvisa il popolo dell’arresto dei congiurati per tradimento
Oratio quarta ad Senatum: chiede al Senato di deliberare una giusta punizione per i congiurati (Sallustio ricorda che Cesare propose l’esilio, Catone la morte)
IL RIFIUTO DI ENTRARE NEL TRIUMVIRATO
DETERMINA UNA REAZIONE VIOLENTA (58)
Nel 58 il tribuno P. Clodio Pulcro propone una legge retroattiva per punire chi metta a morte cittadini romani senza provocatio ad populum, cioè senza l’approvazione votata dal popolo.
Cic., condannato all’esilio, si reca prima in Grecia, poi in Asia minore
L’epistolario testimonia la sua disperazione per aver perso la sua posizione di spicco nello Stato, i suoi beni, la vicinanza della famiglia.
Gli avversari, per rappresaglia, abbattono la sua domus sul Palatino appena acquistata (un milione di sesterzi!)
LE ORAZIONI DEL RITORNO (57-50)
4 orationes post reditum
Cum senatui gratias egit
Cum populo gratias egit
De domo sua ad pontifices
De haruspicum responso
Pro Sestio
In Publium Vatinium testem
Vengono attaccati i suoi avversari più accaniti (i consoli Gabinio e Pisone) e rivendica la restituzione del terreno della sua casa abbattuta da Clodio
ORAZIONI DEL RITORNO: LO SCONTRO CON CLODIO
56 a. C. Pro Marco Caelio
Difende M. Celio dall’accusa di veneficio, avanzata da Clodia, sorella del suo nemico personale Clodio: ammette che Celio e Clodia erano amanti, ma insinua che le accuse della donna siano dovute a una vendetta per la tormentata fine dell’amore; inoltre egli getta una luce fosca sulla moralità e l’integrità di tutta la famiglia ( giunge ad insinuare rapporti sessuali tra i due fratelli).
55 a. C. In Pisonem
Attacca la figura dell’ex-console Pisone
52 a. C. Pro T. Milone
(l’orazione non fu pronunciata per un crollo psichico dovuto alle minacce ricevute dai clodiani)
Difende Milone dall’accusa di omicidio per legittima difesa (P. Clodio lo aveva attaccato per strada con altri sicari).
56 A. C. DE PROVINCIIS CONSULARIBUS
51 PROCONSOLE IN CILICIA
NOMINATO IMPERATOR PER LA VITTORIA SU PINDENISSO
49 a. C. scoppia la guerra civile: schieratosi con Pompeo, dopo
la sconfitta di Farsalo rientra in Italia e ottiene il perdono di
Cesare.
46 a. C.: recita la Pro Marcello e la Pro Ligario
45: Pro rege Deiotaro (orazioni “cesariane”)
44: recita le Filippiche contro
M. Antonio (14 ci sono giunte)
7 dicembre 43: viene raggiunto
dai sicari di Marco Antonio
a Formia e decapitato. Le sue
mani e il suo capo restarono
esposti per giorni sui rostri
del foro (v. foto).
IL CONCETTO DI HUMANITAS Cicerone idealizza il circolo degli Scipioni, il primo che introduce in
Roma il modello culturale greco: educazione integrale della persona, con studi di letteratura e poesia, filosofia, musica, danza, oltre che oratoria ed esercizi paramilitari.
Terenzio sintetizza il concetto nel verso:
“Homo sum: humani nihil a me alienum puto”
Afferma la superiore dignità dell’uomo sulle altre creature per effetto della ragione e della parola (Panezio e Posidonio); sostiene anche l’uguaglianza per natura di tutti gli uomini, da cui deriva la virtù della filantropia
La cultura viene valorizzata: letteratura e filosofia consentono di indagare a fondo l’animo umano, di ingentilirlo, di suscitare rispetto per tutti e superare i razzismi classisti e regionalistici.
L’uomo deve essere libero di sviluppare le tendenze naturali, innanzi tutto quelle sociali, per cui l’humanitas è anche affabilità, buona educazione, bon ton, capacità di vivere.
Esiste poi un’applicazione più ampia e complessa nel campo politico: è il rispetto per i popoli stranieri, la gestione del dominio imperiale con moderazione e lungimiranza, per portare la civiltà tra i popoli barbari: “Graecia capta ferum victorem cepit”.
La figura controversa di Marcello, il conquistatore di Siracusa, simboleggia il valore ideale e l’insuccesso pratico di questo aspetto dell’humanitas.
DE RE PUBLICA (6 LIBRI, 54-51 A. C.) Complesse vicende filologiche ci hanno restituito i
primi 5 libri in forma mutila, l’ultimo completo.
Scipione e Lelio sono esponenti della nobiltà illuminata, capace di sacrificarsi per lo stato.
Il modello è Platone, ma l’ideale di stato vagheggiato da Cic. è ben più concreto: esiste già nell’impero romano.
Come Polibio, Cic. presenta la costituzione mista della res publica come forma di governo stabile e perfetta. Ammette però che la guida dello stato deve essere affidata all’aristocrazia, sotto la guida di un princeps, uno statista capace di indicare le mete principali da raggiungere.
Nel Somnium Scipionis (l. 6), l’Africano rivela che l’immortalità è concessa solo agli eroi virtuosi che si sacrificano per la patria.
DE LEGIBUS (L.3)
Opera incompleta, che doveva dare spessore
pratico alla trattazione più teorica del De re
publica.
La prima parte tratta della legge e del diritto
naturale, fondati sulla coscienza e sulla
fratellanza tra gli uomini (humanitas), esaltando
il senso di giustizia universale.
La seconda parte analizza le leggi vigenti,
sostenendo la necessità di mantenere con spirito
conservatore la vecchia legislazione, difendendola
dagli slanci innovatori.
I DIALOGHI FILOSOFICI (55-44)
In maturità Cic. sente la necessità di scrivere di filosofia di
cui era appassionato, come l’amico Attico.
Considera una missione introdurre a Roma la filosofia greca
e l’amore per la saggezza e la cultura (humanitas).
E’ un modo per tradurre l’otium in negotium a favore dei
concittadini sotto la dittatura di Cesare.
Fine degli studi filosofici è innanzi tutto pratico: dare
all’oratore una salda base culturale. Poi viene
l’indagine morale e la ricerca della saggezza.
I dialoghi hanno anche una “cornice” storica e fantastica di
valore letterario, che arricchisce il pregio dell’opera e
soddisfa il gusto ciceroniano per la forma.
OPERE FILOSOFICHE
“Costretto dalla violenza, empiamente esercitata con le armi, ad allontanarmi dagli affari politici e giudiziari, passo il mio tempo in ozio e proprio per questo, lasciata l’Urbe, passo dall’una all’altra delle mie ville…
Privato di ogni autorità il senato, annullati i tribunali, che cosa c’è ancora degno di me che io possa fare o nella curia o nel foro?” (dal De officiis)
Academica (2 libri, Lucullus eVarro)
De finibus bonorum et malorum (l. 5)
De natura deorum (l. 3)
Tusculanae disputationes (l. 5)
De divinatione
Laelius de amicitia
Cato maior de senectute
De officiis (l.3)
Di altre opere
conosciamo i titoli,
altre
sono andate perdute
DE AMICITIA. Intitolato a Caio Lelio, esponente del circolo scipionico, tratta della natura dell’amicizia: respinge le tesi utilitaristiche degli epicurei, per approvare quelle stoiche, secondo cui l’uomo è naturalmente portato all’amicizia, sentimento nobile e disinteressato. L’amicizia però non può essere concessa a tutti, bensì solo a coloro che lo meritano e che hanno la stessa nobile natura.
DE SENECTUTE. Intitolato al grande vecchio del II sec., Catone il censore, sviluppa la tesi che la vecchiaia è sì debole e segnata da malattia e morte, ma non è il male supremo; è parte naturale della vita e deve essere accettata. Inoltre anche la vecchiaia offre frutti preziosi: saggezza, esperienza, cultura, ponderatezza che vanno messe a disposizione dei giovani.
OPERE FILOSOFICHE
TUSCULANAE DISPUTATIONES
Indagano su ciò che è indispensabile per una vita felice (dottrina platonico-stoica):
il disprezzo della morte
la sopportazione del dolore
la mitigazione degli affanni
e dei turbamenti dell’animo
la ricerca della virtù
DE NATURA DEORUM
Si espongono le teorie epicuree (confutate), platonico-aristoteliche e stoiche sull’esistenza e la natura degli dei.
Cic. esalta l’idea di provvidenza divina (stoica) che ha creato il mondo e ha dato all’uomo il primato tramite il logos (razionalità e parola)
OPERE FILOSOFICHE
OPERE RETORICHE
De oratore (55)
Brutus (46)
Orator (46)
LE PARTI DELL’ARTE ORATORIA
inventio
dispositio
elocutio
memoria
actio
LE PARTI DELL’ORAZIONE
(Praemunitio)
Spazio per eccezioni procedurali
Exordium
Narratio
Presenta i fatti logicamente
Demonstratio
Svolge la tesi processuale
dimostrandone l’attendibilità
Peroratio
Suscita i sentimenti di pietà o
sdegno
Storia dell’oratoria romana
Regole delle clausole
ritmiche della prosa
antica
L’EPISTOLARIO
IMPORTANZA DELL’EPISTOLARIO:
E’ un vero epistolario pubblicato alla sua morte
E’ testimonianza della sua personalità intima
E’ documento storico sulla vita pubblica e privata a Roma
Esprime sentimenti personali fortissimi
Rivela una lingua e uno stile diversi
Petrarca, che per primo
nel Medioevo ebbe tra
mano le tre raccolte
principali (1345),
espresse la sorpresa,
la delusione per
l’uomo Cicerone
tormentato, incerto,
arrivista e ben poco
saggio che ne emerge.
Ad Atticum l. XVI (68-44) Ad familiares l. XVI (62-43)
Ad Quintum fratrem l. III (60-54)
Ad M. Brutum l. II (43)
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