memoria germano rossi – isr 2011/12. g. rossi - introduzione alla psicologia memoria2 gli studi...
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Memoria
Germano Rossi – ISR 2011/12
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 2
Memoria
Gli studi psicologici sulla memoria durano da moltissimi anni, ma ancora non c’è una teoria unificata. Ci sono differenti approcci, parzialmente connessi
3 stadi della memoria: codifica, immagazzinamento,recupero
3 tipi di memoria: sensoriale, a breve termine a lungo termine
Differenze nei contenuti da ricordare
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 3
Stadi della memoria
Consideriamo un qualunque evento1. Il primo stadio dei processi di memoria è
quello di codificare l’informazione (ad es., conoscere una persona nuova, il suo nome, il suo volto)
2. Il secondo stadio è quello di immagazzinare le informazioni da qualche parte
3. E il terzo è quello di recuperare l’informazione quando ci serve (ad es., quando ri-incontriamo la persona
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 4
Magazzini della memoria
Atkinson e Shiffrin (nel 1968) ipotizzarono che ci fosse un “buffer” di memoria in cui il materiale del ricordo risiede temporaneamente fra il momento della codifica e quello di immagazzinamento
Ipotizzarono una memori a breve termine e una a lungo termine
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 5
Magazzini della memoria
Le teorie più recenti, ipotizzano tre magazzini:
Un magazzino sensoriale (meno di 1 secondo), dove le informazioni vengono mantenute per le primissime analisi
Un magazzino a breve termine o di lavoro (qualche secondo)
Un magazzino a lungo termine (da pochi minuti ad anni interi). È quella che noi chiamiamo comunemente come “memoria”
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 6
Differenze nei contenuti da ricordare
Quando memorizziamo qualcosa, generalmente vengono memorizzate anche informazioni contestuali
Per molto tempo si è pensato che tutte queste informazioni venissero immagazzinate insieme
Le teorie più recenti ipotizzano invece che le informazioni vengano scomposte in base al tipo e memorizzare in modo diverso l’una dall’altra
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 7
Memoria sensoriale
Gli organi di senso percepiscono le sensazioni provenienti dall’esterno e lo fanno in modo continuo
Ma abbiamo visto che noi “percepiamo” solo le cose a cui siamo interessati e che queste informazioni vengono pre-codificate
Si ipotizza quindi un’area (la memoria sensoriale) in cui le sensazioni sono immagazzinate così come vengono ricevute dagli organi di senso
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Memoria 8
Memoria sensoriale
È in grado di tenere una grande quantità di informazioni
Tiene una rappresentazione piuttosto fedele proveniente dagli organi di senso
È di brevissima durata
Le più studiate sono la memoria iconica (visiva) e quella ecoica (uditiva)
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Memoria 9
Memoria sensoriale
Osservate il segno + di sinistra e contate fino a 30 poi spostate l’occhio sul + che sta a destra. Cosa vedete?
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Memoria 10
Esperimenti sulla memoria sensoriale
Numeri da memorizzare presentati velocemente e di numero crescente. Si riconoscono 4 o 5 cifre
Griglie di numeri (3 righe e X colonne): Se il compito è di riportare tutti i numeri, si ricordano i
primi 4, 5 numeri della prima riga Se, durante la presentazione, un suono indica la riga
da riportare, si ricordano i primi 4,5 numeri della riga indicata
Se si aumentano le colonne, si ricordano comunque i primi 4,5 numeri
Se il suono arriva dopo 300 ms, i risultati sono pessimi
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 11
Esperimenti sulla memoria sensoriale
Due griglie (5x5) contengono dei puntini in modo che se vengono sovrapposte resta un sola casella vuota
Le due griglie vengono mostrate velocemente una dopo l’altra e il compito è quello di individuare la casella vuota
Se il tempo di presentazione è molto piccolo (< 10 ms) viene data la risposta giusta
Se il tempo supera i 10 ms si cominciano a commettere errori e se si superano i 150 ms non si è in grado di individuare la cella vuota.
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Memoria 12
Memoria sensoriale
Il primo esperimento dimostra come noi possiamo estrarre determinate informazioni dalla nostra percezione sensoriale in base a dei “segnali” (attenzione)
Il secondo esperimento dimostra che noi abbiamo una percezione di “visibilità” di ciò che abbiamo percepito tramite l’attenzione
Esempio: guidando, le informazioni visive che riceviamo sono molte. Ma siamo in grado di ricordare tutto quello che abbiamo visto? No, solo quello che l’attenzione, l’interesse… ci hanno portato a vedere
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Memoria 13
Memoria a breve termine
Le informazioni che escono dalla memoria sensoriale passano a quella a breve termine o memoria di lavoro
La memoria di lavoro svolge moltissimi ruoli Decidere se, cosa e come deve essere
passata alla memoria a lungo termine È stata studiata in relazione ai 3 stadi:
codifica, immagazzinamento, recupero
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Memoria 14
Memoria di lavoro: codifica
Abbiamo già visto che la memoria di lavoro riceve solo una parte delle informazioni della memoria sensoriale
Il primo compito della memoria di lavoro è di codificarle
I principali meccanismi di codifica si basano su codici acustici, visivi o semantici
Esempio: Dovete memorizzare un numero (ad es. di telefono). Se volete memorizzarlo solo il tempo necessario per comporlo, sicuramente lo ripetete a voce. Se invece lo volete memorizzare per sempre, potete usare sia strategie acustiche, sia visive, ma anche motorie
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Memoria 15
Memoria di lavoro: codifica
Vengono presentate delle parole senza senso composte da sole consonanti (RLBKS)
Quando scompaiono bisogna trascriverle Gli errori commessi dalle persone erano legate al
“suono” delle lettere (come P/B) piuttosto che alla somiglianza visiva
Se le parole avevano consonanti con le lettere acusticamente simili si ricordavano meglio (TDCGV)
È interessante notare che la maggior parte delle persone ha una “rappresentazione acustica interna” ovvero noi “leggiamo” un testo nella nostra testa, pronunciandolo.
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Memoria 16
Memoria di lavoro: codifica
Ovviamente dei disegni o delle figure devono essere memorizzate in modo diverso da quello acustico, ma solo chi ha una memoria iconica può memorizzare solo in modo visivo
Spesso noi usiamo una combinazione visuo-spaziale, ovvero ricordiamo determinati pezzi della figura in determinate posizioni e non ricordiamo tutto il resto
È stato dimostrato che quando utilizziamo la codifica acustica, viene attivata una zona del nostro cervello diversa da quella utilizzata dalla codifica visuo-spaziale
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Memoria 17
Memoria di lavoro: immagazzinamento
La memoria di lavoro ha una capacità limitata e la regola generale è “7±2” ovvero possiamo conservare informazioni comprese fra 5 e 9 unità (chunk)
Già nel 1885, Ebbinghaus aveva fatto ricerche con parole e poi con sillabe e con lettere: la nostra capacità di ricordare una sequenza è di circa 7 lettere, 7 sillabe, 7 parole…
Tuttavia questo riguarda solo la memoria di lavoro
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Memoria 18
Memoria di lavoro: immagazzinamento
Provate a memorizzare gli stimoli che vi presento
d r k l t f s p w c j qda ra la te fu se po ca mu pir za ne nil vufa re la te la da se du ti sen za ve de re nul la
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Memoria 19
Memoria di lavoro: immagazzinamento
Se riusciamo a “semantizzare” lo stimolo nella memoria di lavoro, la nostra capacità aumenta
Il concetto di chunk corrisponde all’unità di senso
Un lungo numero di telefono viene memorizzato in chunk più facili da ricordare: 03164483740 => 031-64-48-37-40, 031 6448 37400332226161 => 033-222-6161
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Memoria 20
Memoria di lavoro: immagazzinamento
La capacità della memoria di lavoro dipende dalla lunghezza degli stimoli e dalla loro velocità
Se ci sono molte parole, ne ricordiamo solo alcune Se le parole sono molto lunghe, ne ricordiamo di
meno Se arrivano nuove parole, ne ricordiamo ancora di
meno È come se i nuovi stimoli “buttino fuori” gli stimoli più
vecchi
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Memoria 21
Memoria di lavoro: recupero
Apparentemente, se la nostra memoria di lavoro contiene una certa quantità di informazioni, recuperarle dovrebbe essere facile
Abbiamo già visto che non è così, ma… Immaginate di dover memorizzare una lista di numeri
(3, 6, 1) che poi scompaiono, quindi compare un nuovo numero (6) e dovete decidere se questo numero era presente nella lista
Ci vuole più tempo a rispondere se il numero NON è presente
Ci vuole più tempo a rispondere se la lista è più lunga (circa 40 ms per numero)
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 22
Memoria di lavoro: recupero
Lo stesso succede con lettere, parole, simboli, grafici, immagini…
Questo fa pensare che il recupero delle informazioni dalla memoria di lavoro sia “seriale”
Ogni elemento necessita di circa 40ms per essere esaminato e per decidere
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 23
Memoria di lavoro e pensiero
Nella memoria di lavoro non arrivano solo informazioni dalla memoria sensoriale, ma anche dalla memoria a lungo termine.
Quando dobbiamo capire il significato di una frase molto lunga, la spezziamo in parti e, per ciascuna parte, dobbiamo ricavare i significati delle parole, metterli insieme, trovare un significato unico (chunk), memorizzarlo e passare alla successiva parte della frase
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 24
Memoria di lavoro e pensiero
In molti problemi da risolvere, noi dobbiamo tenere nella memoria di lavoro una serie di informazioni e usarle per trovare la risposta
Questo procedimento non è limitato ai giochini, ma anche a decisioni che dobbiamo prendere nella vita
Indicare la parola da scartare:
Sassari Parigi Genova Ferrara Taranto
■+■=● se ■=1, ● sarà uguale a:
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Memoria 25
Memoria di lavoro
Obiettivi:
1. La memoria di lavoro immagazzina le informazioni per brevi periodi di tempo
2. La memoria di lavoro è una stazione di transito verso la memoria a lungo termine
In entrambi i casi è implicata la “Ripetizione” (una sorta di meccanismo automatico)
Solo le informazioni “ripetute” transitano alla memoria a lungo termine
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Memoria 26
Memoria a lungo termine
La memoria a lungo termine trattiene le informazioni per periodi che oscillano fra pochi minuti, anni interi e, addirittura, tutta la vita
In questo caso, i 3 stadi della memoria vedono prevalentemente un’interazione fra codifica e recupero
In effetti è difficile dire se l’oblio delle informazioni dipende da una perdita dell’immagazzinamento o da problemi di recupero
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Memoria 27
Memoria a lungo termine: codifica
La codifica in memoria è prevalentemente di tipo “significato” per tutto il materiale verbale
Esempio: se doveste riportare una conversazione avuta con una persona, difficilmente ricordereste le singole frasi esatte. Più probabilmente ricorderete il “significato” della conversazione e qualche pezzo di frase (se aveva un uso insolito, indicava una situazione particolare o dava un senso particolare al discorso)
Sono possibili anche codifiche “iconiche” ma sono più facili in giovane età (poesie) o dopo un lungo allenamento.
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Memoria 28
M a lungo termine: codifica
In realtà anche quando codifichiamo il significato delle informazioni, vengono codificate anche una serie di informazioni collaterali che sono a loro collegate
In alcuni casi sono relazioni fra concetti precedentemente codificati (ad es. per la musica, una lezione di filosofia…)
Ma possono essere associazioni mnemoniche (tipo gli acronimi o le frasi di “suggerimento”)
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Memoria 29
M a lungo termine: codifica
In altri casi si tratta di informazioni provenienti da altri sensi o da elaborazioni involontarie
come riconoscere una persona da lontano in base a come cammina,
una voce al telefono (ed anche scambiare la voce di una persona con quella di un’altra perché il telefono altera le frequenze)
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Memoria 30
M a lungo termine: codifica
Nel memorizzare i brani, sono importanti le informazioni aggiuntive.
Se un brano contiene solo “cose importanti”, non le ricordiamo tutte
Se le parti importanti sono frammezzate da parti secondarie, quelle importanti si ricordano più facilmente.
Anche le parti che includono spiegazioni che giustificano delle conclusioni sono più facilmente ricordate.
Parti legate fra loro logicamente, sono più facili da ricordare
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Memoria 31
M a lungo termine: codifica
Esperimento: A due gruppi di persone viene sottoposto un
testo su Mozart Il primo gruppo ha un testo semplice, con i
fatti: “Mozart andò da Vienna a Parigi” Il secondo gruppo, un testo con informazioni
aggiuntive, anche non rilevanti: “Per evitare complicazioni sentimentali, Mozart andò a Parigi per tenere un concerto”
Il secondo gruppo ricordava di più
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 32
M a lungo termine: recupero
Si crede che la maggior parte delle volte in cui dimentichiamo informazioni della memoria a lungo termine, sia dovuto a problema di recupero
Le situazioni di vero oblio sembrano essere molto poche e legate a degenerazioni cerebrali
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 33
M a lungo termine: recupero
Capita spesso di non riuscire a ricordare qualcosa quando ci serve (un esame, un colloquio importante) e, appena passato il momento di stress, l’informazione cercata viene alla memoria da sola
Nelle sedute psicoterapeutiche capito spesso che il paziente riporti delle informazioni di cui non si ricordava da tempo
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 34
M a lungo termine: recupero
Esperimento: Si chiede alle persone di memorizzare una
lunga lista di parole e alcune appartengono a determinate categorie (animali, cibo, fiori..)
Successivamente a metà persone si chiede di riportare quante più parole possono, all’altra metà si chiede di riportare gli animali (o i fiori)
Il gruppo con aiuti, ricorda di più Ripetendo l’esperimento con le stesse
persone, ma invertendo la situazione, di nuovo, l’aiuto aiuta il ricordo
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 35
M a lungo termine: recupero
E’ più facile ricordare qualcosa con un suggerimento (riconoscimento) che tramite il richiamo semplice dell’informazione.
Per questo, un “esame” basato su domande a scelta multipla è più facile di un esame con domande aperte!
Tuttavia, il riconoscimento può essere facilmente “deviato” con suggerimenti “erronei”
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Memoria 36
M a lungo termine: recupero
Il recupero delle informazioni è associato a delle “chiavi di ricerca”
Se più informazioni sono associate alla stessa “chiave” sarà più difficile recuperare l’informazione cercata
A meno che non usiamo più chiavi di ricerca per quell’informazione
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 37
M a lungo termine: recupero
Esperimento: Chiediamo di ricordare:
“Il banchiere (1) fu invitato a rivolgersi alla folla, (2) ruppe la bottiglia (3) e non differì il viaggio”
“L’avvocato (1) imbiancò il vecchio granaio” È più difficile ricordare le informazioni sul
banchiere Ma se la frase fosse: “Il banchiere (1) fece una
conferenza di economia, (2) poi andò al lavoro (3) e diede un prestito ad un cliente” è più facile
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 38
M a lungo termine: recupero
Ci sono interferenze fra il numero di informazioni associate ad una chiave di ricerca, e il tipo di associazioni
Informazioni che rientrano in un “contesto” sono più facilmente memorizzabili di quelle che non lo sono
Il contesto sembra funzionare come un aiuto al riconoscimento
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 39
M a lungo termine: recupero
Esperimento: Si chiede a delle persone di memorizzare 13 sillabe e
di riperterle più volte finche non si riesca a riprodurle correttamente per due volte. Siamo così sicuri che sono nella memoria a lungo termine
Dopo 20 minuti devono recitarle e se sbagliano devono ri-impararle di nuovo
Il giorno successivo, dopo una settimana e dopo un mese, di nuovo
Il tempo necessario per ri-imparare diventa sempre più breve
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Memoria 40
MLT: codifica e recupero
Vi sono interazioni fra il modo il cui viene codificata l’informazione e il suo recupero: Organizzazione delle informazioni al momento
della codifica Contesto di codifica simile al contesto di
recupero Sia esterno (luoghi, situazioni) Sia interno (stato emotivi, attivazione,
alterazione)
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 41
MLT: codifica e recupero
Organizzazione delle informazioni al momento della codifica In molti casi della vita quotidiana, aver
“categorizzato” le informazioni ci aiuta nel recupero
“L’infermiera ha detto… e poi il medico ha fatto… e quindi mi ha spiegato… Poi fuori c’era una persona anziana…”
Infermiera, medico e persona anziana sono “categorizzazioni” ovvero fanno riferimento a “classificazioni” che noi già possediamo
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 42
MLT: codifica e recupero
Contesto di codifica - contesto di recupero Quando andiamo in un posto in cui abbiamo
trascorso del tempo, ci vengono in mente ricordi legati ad oggetti, luoghi specifici
Esperimento: dei sommozzatori devono imparare delle liste di parole; metà le imparano a terra e metà in immersione. Quando si chiede loro di ricordare, le persone ricordano più parole nel contesto in cui le hanno memorizzate
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Memoria 43
MLT: codifica e recupero
Contesto di codifica - contesto di recupero Anche lo stato fisico-emotivo incide sul
ricordo Esperimento: un gruppo di persone deve
imparare e ricordare una lista di parole. A metà di loro si fa assumere del caffè, all’altra metà della marjuana. Il ricordo delle parole è migliore se quando si devono recuperare si è assunto caffè (o marjuana) rispetto alla non assunzione e rispetto all’altra sostanza (marjuana o caffè)
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Memoria 44
MLT: oblio ed emozioni
L’emozione influenza il recupero o l’oblio in 5 differenti situazioni: Ripetizione Ricordi flash Ansia Contesto Rimozione
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 45
MLT: oblio ed emozioni
Ripetizione Quando siamo emotivamente attivati (in senso
positivo o in senso negativo) tendiamo a ripetere nella nostra testa la situazione e a riviverla più volte
Abbiamo visto come la ripetizione favorisca il passaggio nella MLT
Diversi esperimenti hanno rilevato come la memorizzazione sia migliore sui ricordi emotivamente “carichi” rispetto a quelli “neutri”
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 46
MLT: oblio ed emozioni
Ricordi flash “registrazione vivida e relativamente stabile delle
circostanze in cui si ha notizia di un evento significativo e a forte carica emotiva”
Molte persone dicono di ricordare esattamente dov’erano e cosa stessero facendo nel momento in cui hanno saputo dell’attacco alle torri gemelle, hanno sentito il terremoto, hanno visto un certo film…
In questi casi, l’intera situazione contestuale viene memorizzata in modo apparentemente fedele
In realtà anche i ricordi flash sono soggetti ad oblio o alterazioni
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 47
MLT: oblio ed emozioni
Ansia interferente con il recupero L’ansia (emozione negativa) può interferire
con il recupero delle informazioni La spiegazione più accettata è che lo stato
d’ansia attivi il ricordo di informazioni ad essa legate e questi ricordi interferiscano con il recupero dell’informazione cercata
La situazione più eclatante sono le situazioni d’esame: se si entra in ansia, si viene assaliti da molti dubbi e ricordi di fallimenti….
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 48
MLT: oblio ed emozioni
Effetti del contesto Abbiamo visto che il contesto può facilitare il
ricordo Quando “memorizziamo” qualcosa viene
memorizzato anche il contesto e questo contesto implica anche lo stato emotivo
Se quindi abbiamo memorizzato mentre eravamo tristi o felici, un contesto differente può contrastare il ricordo
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 49
MLT: oblio ed emozioni
Rimozione Secondo Freud, certi ricordi infantili sono così
emotivamente traumatici che il loro ricordo potrebbe sconvolgerci anche da adulti, quindi li “rimuoviamo” ovvero non permettiamo loro di diventare coscienti
Secondo la teoria cognitiva, la “rimozione” agirebbe bloccando selettivamente determinati ricordi
Tuttavia non è stato possibile replicare questa situazione tramite esperimenti (soprattutto per problemi etici)
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Memoria 50
Memoria a lungo termine
In sintesi Immagazzina informazioni per lunghi periodi
(da pochi giorni a molti anni) Il recupero è sensibile a molti meccanismi di
interferenza Molte situazioni di oblio (forse tutte, escluse
lesioni) sono in realtà insuccessi nel recupero È influenzata (positivamente e negativamente)
dalle emozioni
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 51
Memoria implicita
Abbiamo finora parlato di situazioni di memoria in cui in modo più o meno consapevole recuperiamo informazioni dalla nostra memoria
Ci sono situazioni in cui i nostri comportamenti “migliorano” in efficienza perché abbiamo imparato dalle esperienze precedenti
È evidente che abbiamo memorizzato, ma non siamo minimamente consapevoli del processo di recupero di queste informazioni
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 52
Memoria implicita: amnesia
Tutto quello che, generalmente, chiamiamo “abilità” sono basate sulla memoria implicita
Esempi: Una lingua man mano la usiamo, il significato
delle parole, il nostro parlare/scrivere La strada per raggiungere una meta Allacciarsi le scarpe Guidare la macchina (andare in bicicletta)
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Memoria 53
Memoria implicita: amnesia
La maggior parte della informazioni derivano dallo studio delle amnesia (perdita parziale della memoria)
L’amnesia può dipendere da lesioni cerebrali, colpo apoplettico, encefalite, terapia elettroconvulsiva, interventi chirurgici al cervello, alcolismo…
Può essere anterograda o retrograda
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Memoria 54
Memoria implicita: amnesia
Amnesia anterograda: Un paziente può rileggere ogni giorno la stessa rivista e dev’essere presentato ogni volta al suo medico che lo segue da decenni
Amnesia retrograda: in seguito ad un incidente o colpo apoplettico, una persona non ricorda più nulla di quello che è successo prima
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 55
Memoria implicita: amnesia
Le amnesie di solito non sono complete, ma parziali
Una persona può essere incapace di ricordare cose vecchie o di imparare cose nuove; ma, in genere è in grado di fare altre cose, come mangiare, allacciarsi una scarpa…
Questo porta a pensare che la memoria esplicita si occupa di fatti e quella implicita di abilità e che siano basate su meccanismi diversi
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 56
Amnesia infantile
La stragrande maggioranza delle persone non ha ricordi dei primi anni di vita (memoria esplicita)
I primi ricordi che si riescono a collocare temporalmente oscillano fra i 3 e i 5 anni
Il primo a occuparsene è stato Freud Da un esperimento su eventi facilmente ricostruibili
(la nascita di un fratello) si è visto che i ricordi dell’evento aumentano all’aumentare dell’età del soggetto al momento della nascita
La memoria implicita non sembra avere problemi
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Memoria 57
Memoria costruttiva
La memoria non è solo una codifica, immagazzinamento, recupero di informazioni
Invece noi usiamo operiamo anche “costruttivo” o ricostruttivo
Piaget, fino a 15 anni, credeva di aver subito (a 2 anni) un tentativo di rapimento e ricordava perfettamente tutto quello che era successo e lo raccontava tutte le volte nel medesimo modo
Quando aveva 15 anni, la sua ex baby-sitter scrisse una lettera ai suoi genitori in cui chiedeva perdono per aver simulato il rapimento per poter avere una ricompensa
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 58
Memoria costruttiva
In pratica, Piaget aveva in qualche modo sentito raccontare la storia e l’aveva posizionata attorno ai 2 anni.
L’aveva quindi ri-creata nella propria memoria, anche visivamente
In realtà non aveva un ricordo “vero”, ma ri-costruito da lui stesso
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 59
Memoria costruttiva
I meccanismi di ricostruzione possono agire in diversi momenti e con pesi diversi
Il processo di memorizzazione implica: La percezione iniziale di un evento/fatto
(ovvero qualcosa viene trasferito nella memoria di lavoro)
Il trasferimento nella memoria a lungo termine
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Memoria 60
Memoria costruttiva
Dalla percezione abbiamo visto che noi le integriamo con informazioni che non sono effettivamente presenti
In alcuni esperimenti sono state mostrate sequenze di immagini (di oggetti) molto sfocate o moderatamente sfocate che venivamo messe via via più a fuoco.
Se l’immagine era solo moderatamente sfocata, le persone arrivavano a denominare velocemente l’oggetto, ma sbagliavano spesso
Se l’immagine era molto sfocata, l’oggetto veniva identificato solo quando cominciava ad essere un po’ più a fuoco e non sbagliavano molto
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 61
Memoria costruttiva
In un altro esperimento, metà persone erano trattenute per 4/5 ore prima dell’esperimento in modo che avessero fame
Queste persone vedevano in prevalenze cibi, rispetto alle altre persone “non affamate”
La conclusione è che, in certe situazioni, le nostre attese, incidono sulla percezione e possono quindi provocare un falso ricordo
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 62
Memoria costruttiva
Si può applicare anche a situazioni “linguistiche” in particolari nei riassunti schematici
Esempio: Pravel è un piccolo e pittoresco regno in Francia François è l’erede al trono Ed è stanco di aspettare François pensa che l’arsenico potrebbe essere utile
I soggetti che leggevano questo schema, ricordavano che François aveva ucciso il padre con l’arsenico
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 63
Ricostruzione mnestica post-fattuale
Quando aggiungiamo ad un ricordi, fatti o spiegazioni che vanno d’accordo con quello che ricordiamo originariamente ma che non erano presenti
Spesso accade in base a suggerimenti (impliciti o espliciti) che riceviamo o a schemi mentali che abbiamo (stereotipi) Esempio: in un supermercato vediamo delle scatolette
sparpagliate per terra come se fossero state impilate e fossero crollate.
Pensiamo che qualcuno abbia tolto una scatoletta facendo crollare tutto
Ricordiamo e riportiamo quello ce ci sembra di aver visto
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 64
Ricostruzione mnestica post-fattuale
Esperimento: si mostra un filmato di un incidente fra 2 automobili
A metà persone si chiede “Qual era la velocità della macchina quando ha urtato l’altra?” e alla’altra metà “Qual era la velocità della macchina quando si è schiantata contro l’altra?”
La parola “schiantarsi” produce risposte di velocità più elevate
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 65
Ricostruzione mnestica post-fattuale
2 settimane dopo, agli stessi soggetti si pongono altre domande, del tipo “C’erano vetri rotti?” (non c’erano)
La parola “schiantarsi” produce un falso ricordo coerente con il suo significato e i soggetti riportano di ricordare vetri rotti
Il significato di “schiantarsi” ha agito a posteriori alterando quanto si era visto
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 66
Ricostruzione mnestica post-fattuale
La ricostruzione mnestica post-fattuale funziona molto bene con circa il 25% dei soggetti (ovvero anche piccoli suggerimenti vengono accolti facilmente)
Sembra dipendere dalla personalità
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 67
Migliorare la memoria
Non è facile migliorare la memoria di lavoro (7±2)
È possibile aumentare i chunk tramite strategie di accorpamento, ma ci sono dei limiti
È possibile migliorare la memoria a lungo termine (memotecniche) in particolare tramite l’immaginazione
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 68
Migliorare la memoria
Il ricordo è facilitato se abbiamo molte “chiavi d’accesso”
Il modo più semplice è usare ricordi pre-esistenti (quindi già codificati) e associare loro le nuove informazioni da memorizzare
Nel “metodo dei loci” (usato spesso per prodezze di memoria) si associano le cose da ricordare a luoghi in qualche modo legati tra loro, ad es. una passeggiata per la vostra casa, la strada fra il luogo di residenza e quello di lavoro
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 69
Migliorare la memoria
Ad ogni “luogo” vengono associate determinate informazioni tramite l’immaginazione,
Ad es: una fetta di pane inchiodata sulla porta; la porta è il luogo, la fetta di pane la parola da ricordare
Per ogni luogo si associa qualcosa Immaginando poi di fare una passeggiata, si
ricordano i luoghi, si vedono le immagini create e si recupera la parola
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 70
Migliorare la memoria
Metodo della parola chiave (usata per le lingue)
Dovendo imparare le parole in un’altra lingua si fa un elenco delle parole corrispondenti (italiano, inglese) e si cerca una chiave comune (una sillaba, un fonema…, meglio qualcosa che abbia un senso)
Si immagina una scena che memorizza la chiave insieme alla parola italiana
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 71
Migliorare la memoria
La maggior parte delle memotecniche serve per memorizzare qualcosa “verbatim”
Nella vita quotidiana, nello studio, serve di memorizzare concetti, significati piuttosto che frasi o parole
Bisogna quindi fare riferimento alle conoscenze che abbiamo sulla memoria: codifica, contesto, organizzazione, ripetizione
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 72
Migliorare la memoria
Codifica: sappiamo che più cose conosciamo (più elaborazioni facciamo) su ciò che dobbiamo memorizzare e più facile è ricordarlo
Possiamo allora: Leggere lo stesso contenuto in forme diverse
(ad es. su libri diversi) Porci delle domande su quello che abbiamo
letto e cercare le risposte nel testo
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 73
Migliorare la memoria
Contesto: sappiamo che il contesto viene memorizzato assieme a ciò che dobbiamo ricordare Allora possiamo ricreare nella nostra testa il
contesto in cui lo abbiamo memorizzato Ad es. l’aula della lezione, la stanza in cui
abbiamo studiato
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 74
Migliorare la memoria
Organizzazione: sappiamo che più lavoriamo su ciò che dobbiamo memorizzare e meglio lo ricorderemo Possiamo allora prendere appunti e creare
uno schema che leghi i vari appunti fra di loro, non necessariamente in ordine sequenziale (ma anche a stella, a cerchio)
Possiamo fare delle tabelle riassuntive
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 75
Migliorare la memoria
Ripetizione: sappiamo che ripetere migliora la codifica Possiamo allora provare a ripetere quato
dobbiamo memorizzare, più volte per migliorare il suo consolidamento
Sappiamo anche che la memoria a lungo termine riceve le informazioni da quella breve termine e che quest’ultima ha bisogno di non saturarsi Possiamo allora organizzare lo studio in brevi
periodi di 15/20 minuti, intervallate da altro
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 76
Migliorare la memoria
Possiamo utilizzare tutte queste tecniche contemporaneamente Leggere, annotare le informazioni,
organizzarle in schemi, aggiungere informazioni ponendoci domande e cercandole in un altro testo, ripetere allo specchio o a qualcun’altro
G. Rossi - Introduzione alla psicologia
Memoria 77
Basi neurali
La corteccia frontale è implicata nella memoria di lavoro
L’ippocampo è essenziale per la memoria a lungo termine
L’ippocampo sembra implicato nel meccanismo di consolidamento delle informazioni a lungo termine: piccole scosse elettriche al cervello “cancellano” i ricordi recenti (entro 2-4 settimane), ma non quelle successive
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