microimmunoterapia e anti-aging
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INVECCHIAMENTO
Deterioramento progressivo della quasi totalità delle funzioni dell'organismo nel corso del tempo. Austad Steven N.; Why we age; New York; John Wiley & Sons, Inc. ; 1997.
Giorgione. La vecchia 1506. Venezia
L'invecchiamento può essere considerato un processo multifattoriale, prodotto dell'interazione tra fattori genetici, ambientali e stile di vita
L'età avanzata è caratterizzata dall'insorgenza di alcune patologie che, benché non siano di per sé espressione di invecchiamento, sono però strettamente associate alla vecchiaia, in quanto il declino fisiologico dovuto alla progressione dell'età è un fattore centrale nel determinare l'incremento di rischio che l'anziano ha di sviluppare tali patologie
Francisco Goya. Vecchia che mangia la zuppa. 1819.Madrid
Nel corso del tempo moltissimi studi sono stati indirizzati all'identificazione degli eventi biologici a cui potrebbe essere imputabile il deterioramento progressivo che si verifica in concomitanza con l'invecchiamento
Genetica
Non esistono geni della senescenza
Esistono geni che assicurano la longevità( longevity assurance genes)
Harman D., Aging: A theory based on free radical and radiation chemistry, J. Gerontol., Volume: 2, (1957), pp. 298-300
Stress ossidativo
Esiste un meccanismo comune alla base di numerose patologie associate all'invecchiamento quali:
Morbo di Alzheimer
Morbo di Parkinson
il diabete di tipo 2
l'aterosclerosi
malattie cardiovascolari
Sbilanciamento fra l'eccessiva produzione di fattori ossidanti (quali i radicali liberi) e la diminuzione delle difese antiossidanti si manifesta sotto forma di danno
per l'organismo.
l'invecchiamento e le malattie ad esso correlate sono la conseguenza di danni indotti dal fenomeno dello stress ossidativo.
I radicali liberi rappresentati dalle specie reattive dell'ossigeno e dell'azoto (ROS e RNS) sono in grado di indurre la produzione di molecole che possono determinare uno stato di infiammazione e, allo stesso tempo, altri tipi di molecole infiammatorie inducono la produzione di ROS e RNS.
l'infiammazione svolge nell'ambito di questo processo invecchiamento-stress-ossidativo un ruolo centrale
L'intero sistema immunitario dell'anziano è soggetto ad un complessivo declino caratterizzato sia da una deregolazione dei processi infiammatori, sia da una ridotta capacità della risposta immunitaria nel discriminare tra molecole estranee e molecole proprie dell'organismo. Nell'anziano infatti, oltre alla diminuita capacità di resistere alle infezioni o ai tumori, si osserva anche una tendenza a produrre più autoanticorpi
l'esposizione durante la vita ad agenti infettivi di varia natura, riduce la longevità mediante meccanismi di accelerata immunosenescenza per induzione di infiammazione cronica
Finch CE, Crimmins EM. Inflammatory exposure and historical changes in human life-spans. Science. 2004 Sep 17;305(5691):1736-9
Bruunsgaard H., Pedersen M., Pedersen B.K., Aging and proinflammatory cytokines, Curr. Opin. Hematol., Volume: 8, (2001), pp. 131-136
l'infiammazione cronica è inoltre uno dei fattori implicati nell'aterosclerosi, nell'artrite, nell'AD, nei tumori, nella sindromi metaboliche quali il diabete di tipo 2
I processi biologici nell'invecchiamento e il ruolo dell'infiammazione A.Ciaramella 1 , P. Bossù 1 e C. Caltagirone 1, 21 Fondazione Santa Lucia Roma 2 Clinica Neurologica Università di Roma Tor Vergata 2004
le citochine proinfiammatorie si riscontrano:
patologie neurodegenerative
cardiocircolatorie
osteoporosi e artrite
sindromi ostruttive polmonari
Juarranz M.G., Santiago B., Torroba M., Gutierrez-Canas I., Palao G., Galindo M., et al. Vasoactive intestinal peptide modulates proinflammatory mediator synthesis in
osteoarthritic and rheumatoid synovial cells, Rheumatology (Oxford), Volume: 43, (2004), pp. 416-422
Du Y., Dodel R.C., Eastwood B.J., Bales K.R., Gao F., Lohmuller F., et al. Association of an interleukin 1 alpha polymorphism with Alzheimer's disease, Neurology, Volume:
55, (2000), pp. 480-483
L’analisi dei polimorfismi di alcuni geni di citochine pro-infiammatorie, ha dimostrato che alcune varianti sono maggiormente rappresentate in pazienti con AD o PD, suggerendo che queste molecole possono contribuire alla patogenesi di malattia
Grimaldi L.M., Casadei V.M., Ferri C., Veglia F., Licastro F., Annoni G., et al. Association of early-onset Alzheimer's disease with an interleukin-1alpha gene polymorphism, Ann. Neurol., Volume: 47, (2000), pp. 361-365
Schulte T., Schols L., Muller T., Woitalla D., Berger K., Kruger R., Polymorphisms in the interleukin-1 alpha and beta genes and the risk for Parkinson's disease,
Neurosci. Lett., Volume: 326, (2002), pp. 70-72
Nicoll J.A., Mrak R.E., Graham D.I., Stewart J., Wilcock G., MacGowan S., et al. Association of interleukin-1 gene polymorphisms with Alzheimer's disease, Ann. Neurol.,
Volume: 47, (2000), pp. 365-368
Una produzione spontanea di elevati livelli di citochine ematiche del tipo IL-1 (interleuchina 1) e TNF-a (Tumor necrosis factor alfa) da parte delle cellule mononucleate del sangue periferico potrebbe essere associata ad un futuro rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer in pazienti anziani. “Sono dati che rafforzano le evidenze circa un ruolo fisiopatologico dell’infiammazione nello sviluppo di questa patologia neurodegenerativa”, precisano gli autori dello studio.
Per arrivare alle conclusioni descritte, i ricercatori hanno monitorato 691 soggetti di età media di 79 anni e i relativi livelli ematici di una serie di citochine tra cui le CRP, la IL-6 , la IL-1RA e quelle prodotte dalle cellule mononucleate del sangue periferico, le IL-1 e il TNF-alfa. E’ stata poi effettuata un’analisi statistica di correlazione di tali livelli con il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.
I dati raccolti hanno così evidenziato una correlazione significativa fra l’aumento spontaneo dei livelli di IL-1 e il TNF-alfa e il rischio di sviluppare AD; mentre per gli altri tipi di citochine la correlazione non è emersa in modo evidente.
Uno dei maggiori problemi della malattia di Alzheimer è che non esistono test diretti per valutarne il rischio, ma in presenza di questi ultimi sarebbe più facile identificare i soggetti che trarrebbero maggiore beneficio da un trattamento precoce.
Infiammatory markers and risk of Alzheimer disease: the Framingham Study. Z.S.Tan et al, 2007. Neurology; 68; 1902-1908
Elevati livelli di citochine ematiche(IL 1 e TNF alfa) potrebbero indicare un rischio futuro
di sviluppare la malattia di Alzheimer
Per quanto riguarda l'alterazione della regolazione dei processi infiammatori, con l'invecchiamento aumentano i livelli di citochine proinfiammatorie e, indipendentemente dalla presenza di patologie, molti studi hanno documentato concentrazioni di citochine aumentate nel siero di individui anziani rispetto agli individui giovani
8. Bruunsgaard H., Pedersen M., Pedersen B.K., Aging and proinflammatory cytokines, Curr. Opin.
Hematol., Volume: 8, (2001), pp. 131-136
9. Cohen H.J., Pieper C.F., Harris T., Rao K.M., Currie M.S., The association of plasma IL-6 levels with
functional disability in community-dwelling elderly, J. Gerontol. A. Biol. Sci. Med. Sci., Volume: 52,
(1997), pp. M201-M208
10. Bruunsgaard H., Andersen-Ranberg K., Jeune B., Pedersen A.N., Skinhoj P., Pedersen B.K., A high
plasma concentration of TNF-alpha is associated with dementia in centenarians, J. Gerontol. A. Biol.
Sci. Med. Sci., Volume: 54, (1999), pp. M357-M364
Soggetti anziani presentano elevati livelli di IL-6 e IL-1 versus soggetti giovani in buona salute
CesariM., Penninx B.W et al.Inflammatory markers and physical performance in older
person. J. Geront A Biol Sci Med 2004 Mar;59(3):242-8
IL-10 smorza l’infiammazione e TNF-alfa la promuove
I centenari esprimono geni che codificano alti livelli IL-10 e bassi di TNF-alfa
Lio D., Scola L., Crivello et al: Inflammation, genetics, and longevity. J Med Genet.2003
i meccanismi che bloccano l'eccessiva produzione di citochine proinfiammatorie possono essere potenziati con l'avanzare dell'età, questo fenomeno è stato osservato in preferenza nei centenari.
Al contrario, una riduzione dell'efficacia di questi meccanismi regolatori può rappresentare un ulteriore elemento che predispone allo sviluppo delle malattie che si manifestano durante l'invecchiamento
Gangemi S, Basile G, Merendino RA, Minciullo PL, Novick D, Rubinstein M, Dinarello CA, Lo Balbo C, Franceschi C, Basili S, D' Urbano E, Davi G, Nicita-Mauro V, Romano M. Increased circulating Interleukin-18 levels in centenarians with no signs of vascular disease: another paradox of longevity? Exp Gerontol. 2003 Jun;38(6):669-72.
Il possesso di un genotipo antiinfiammatorio nei centenari suggerisce che la infiammazione cronica locale e sistemica rappresenti un marker predittivo.
L’invecchiamento sarebbe correlato al progressivo sviluppo di infiammazioni croniche multiple a bassa intensità con deficit di regolazione e alla infiammazione cronica sistemica.
IL-10 TNF-alfa
Lo stato infiammatorio che insorge nell’invecchiamento influenzerebbe morbilità e mortalità in senescenza.
L'invecchiamento è caratterizzato da uno stato di infiammazione cronica lieve che è legato sia alla genetica che alla storia antigenica di ogni individuo
ha lo scopo di riequilibrare(autoregolazione) il sistema
immunitario utilizzando sostanze simili a quelle endogene dell’uomo, sostanze formate per reazione immunologica
normalmente presenti nell’organismo(Citochine, ormoni etc).
Le suddette sostanze sono sottoposte a diluizione e a
dinamizzazione secondo i canoni di preparazione previsti
dall’omeopatia classica.
Microimmunoterapia
La immunoterapia di tipo omeopatico(microimmunoterapia)
Jenaer M., Homéophate pour mieux guérir, Didier Hatier, Bruxelles, 1986.
Jenaer M., Objectif SIDA-l’homéopathie à l’assaut du mal du siècle, Didier Hatier, Bruxelles, 1989.
Dorfmann P., Tetau M., From diathesis to immunomodulation: 200 years homeopathy. The evolution of homeopathic research, Editions
Similia, 1990.
Van Montfort J.C., Immuuntherapie-Natuurwetten in de genneskunde, Ankh-Hermes, Deventer, 1990.
Il meccanismo d’azione delle citochine omeopatizzate consiste nel sensibilizzare o attivare unità di recettori cellulari in virtù della loro estrema diluizione, la stessa con cui queste sostanze lavorano fisiologicamente:
microgrammo 10-6,nanogrammo 10-9 per le citochine
picogrammo, 10-12 per gli ormoni
La sensibilizzazione dei recettori consente che si inneschino reazioni a catena (sistemi complessi) con una ripresa della funzione biologica dell’intero network neuro-immuno-endocrino.
Ormoni e citochine omeopatizzate funzionano portando al sistema un’informazione in grado di attivare meccanismi di autoregolazione.
Materiali e metodi
9 pazienti di una casa di riposo con età media 87 anni affetti da disturbi cognitivi di
grado medio e severo con o senza altre patologie neurologiche associate già in
trattamento farmacologico.
Sono stati somministrati per due mesi:
Senva-Vanda Cure una dose al giorno
NGF 5 CH-Vanda due dosi a settimana
Valutazione dei risultati
Mini Mental State Evaluation(M.M.S.E.): tempo zero, dopo 2 mesi e dopo 4 mesi
Microimmunoterapia
Dr. Laura Lucentini Geriatra
1
1
SENVA® Composizione:
PAA 9CH
Ubiquitina D6
P.HLA-DR 17CH
IL-2 5CH
Coenzima Q 10 D6
D.H.E.A D6
Ubiquitina D6
P.HLA-B 9CH
Coenzima Q 10 D6
DMSO 7CH
Forma farmaceutica:
SENVA 60 capsule contenti globuli attivi.
Dati anagrafici Inizio Secondo mese Quarto mese
D.T 86 aa ♀
♂
18 19 19
G.B 83 aa ♀
4 0 0
P.O 84 aa ♂ 22 22 21
M.A 79 aa ♀
22 22 22
U.E 82 aa ♀
23 19 21
I.A 92 aa ♀
28 27 28
B.I 85 aa ♂ 27 24 26
G.F 85 aa ♂ 24 16 26
C.M 87 aa ♀ 10 11 11
Mini Mental State Evaluation(M.M.S.E.)
Miglioramento del tono dell’umore Minore tendenza all’isolamento Desiderio di compagnia con maggior partecipazione alla vita di relazione Riduzione stato di ansia
Risultati:
• La produzione di IL 2 è ridotta in caso di: – Età avanzata – Anemia aplastica – Trapianto midollare – Patologie autoimmuni tra cui
» artrite reumatoide » morbo di Sjogren’s » Diabete I
-Linfoma » Hodgkin’s » non Hodgkin’s
INTERLEUCHINA 2
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