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Settimanale di preghiera
PANE Non di solo
Sussidio di preghiera per la famiglia
Anno XX - n° 859
Domenica 15 luglio 2018
XV domenica Tempo Ordinario
Nient’altro che un
bastone ...
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 2
Apostolato della preghiera
Luglio Primo Venerdì 06/07
Luglio 3^ settimana
Intenzioni mese di Luglio
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.
Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni,
le gioie e le sofferenze in unione con il cuore del tuo
Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi nell’Eucaristia
per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha gui-
dato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi, affin-
ché io possa essere testimone del tuo amore. Con Ma-
ria, la madre del Signore e della Chiesa, prego special-
mente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda
alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese.
Intenzione affidata dal Papa
Per l'evangelizzazione Perché i sacerdoti che vivono con fatica e nella
solitudine il loro lavoro pastorale, si sentano aiu-
tati e confortati dall’amicizia con il Signore e con i
fratelli..
e dai Vescovi
Perché nelle famiglie la preghiera sostenga l’amore reciproco, che si esprime in gesti di tene-rezza e di compassione.
Intenzioni del Vescovo Pierantonio
Perché i giovani, per grazia di Dio, diano compi-
mento al loro desiderio di vita, conoscano sempre
più il volto amorevole di Cristo, camminino nella
luce della fede e infondino al mondo la speranza.
Offerta quotidiana
Abbiamo ascoltato come Gesù chiama i suoi discepoli e li invia a por-
tare il Vangelo: è lui che chiama. Il Vangelo dice che “chiamò a sé” e
mandava e dava loro poteri: nella vocazione dei discepoli, il Signore dà
il potere: il potere per cacciare gli spiriti impuri, per liberare, per guarire.
Questo è il potere che dà Gesù. Egli infatti non dà il potere di manovrare
o di fare grandi imprese; ma il potere, lo stesso potere che aveva lui, il
potere che lui aveva ricevuto dal Padre, glielo consegna. E lo fa con un
consiglio chiaro: andate in comunità, ma per il viaggio non prenderete
nient’altro che un bastone, né pane, né sacca, né denaro: in povertà!
Il Vangelo deve essere annunciato in povertà, e il vero pastore è quello
che va come Gesù: povero, ad annunciare il Vangelo, con quel potere.
Papa Francesco
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 3
Brano Evangelico: Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli
a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò
loro di non prendere per il viaggio nient ’ altro che un basto-
ne: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare
sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro:
«Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sare-
te partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non
vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vo-
stri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, pro-
clamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti de-
mòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Contemplo
Si spalanca la certezza
Man mano che cresce il senso del-
la nostra miseria, si spalanca la
certezza dell’amore di Dio, ove
vorremmo perdutamente buttarci.
Il resto non conta.
Non ci si stanchi mai di meditare
la bontà e la misericordia del Si-
gnore! Deve essere il nostro canto
perenne! Ogni anima ha una pro-
pria contemplazione dell’Infinito.
Andiamo bene, proprio perché va
male. Il gioco di parole vuol dire
semplicemente questo: quando
niente di nostro sta in piedi , il Si-
gnore è più che pronto per sorreg-
gerci. Se lo meritassimo, non sa-
rebbe più l’amore di Dio. L’Amore
afferra: e recalcitrare contro un
cuore trafitto e due mani forate, è
duro, come recalcitrare contro lo
stimolo.
Se credere è il possesso anticipato
di Dio, ne deriverà un possesso
pacifico o un quieto abbandono.
(P.Mazzolari, Perdersi, p.29)
15 Domenica Luglio
XV Tempo Ordinario
Dare è amore specialmente quando richiede sacrificio.
T0
Santo del Giorno:
San Bonaventura Vescovo e Dottore
della Chiesa
Bonaventura (1218-1274)
nacque a Bagnoregio (Viter-
bo). Studente a Parigi, entrò
tra i Francescani e insegnò la
Sacra Dottrina. Con S. Tom-
maso d ‘Aquino difese la vita
"in povertà" di Francescani e
Domenicani. Diventò Mini-
stro Generale dei Francescani
e riorganizzò l'Ordine stilan-
done le Costituzioni. Scrisse
la Vita di san Francesco d
Assisi e mirabili opere spiri-
tuali, per le quali fu chiamato
il “Dottore serafico”: Nomi-
nato vescovo di Albano e car-
dinale, partecipò al II conci-
lio di Lione e ivi morì.
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 4
Meditiamo la Parola
I SANDALI DEL DESIDERIO
Meditazione di Don Luciano Vitton Mea Nel brano evangelico di quest’oggi Gesù chiama i suoi discepoli e li manda in missione dandogli potere “sugli spiriti immondi”. Non dobbiamo leggere con superficiali-tà questa pericope evangelica perché in essa troviamo alcuni tratti fondamentali dell’esperienza cristiana e uma-na che deve caratterizzare la vita del credente. I padri della Chiesa sottolineano che questo brano evangelico è una parafrasi del cammino del credente e dell’uomo in generale nell’amore verso Dio e verso il prossimo. Soffermiamoci su due passaggi del Brano evangelico. “Allora chiamo’ i dodici”. I Padri interpretano queste parole come l’archetipo di ogni chiamata, del tempo di Dio e di quello degli uomini: “è il tempo di ognuno di noi, tempo dell’atto creativo e tempo in cui prendiamo coscienza di noi stessi, è la chiamata a vivere la grande vocazione della nostra umanità, che per il credente è la propria fede. I dodici che sono chiamati rappresentano ogni uomo che si sforza di realizzare la propria vocazio-ne, la chiamata a realizzare nell’amore la propria esisten-za”. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né de-naro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. Gesù è molto preciso nell’indicare ciò che il discepolo deve portare o ciò che invece deve lasciare. Beda il vene-rabile commenta in senso spirituale queste indicazioni del Signore. Il pane, la bisaccia e il denaro rappresentano le grandi tentazioni della vita: gli onori (la bisaccia), i piaceri e le delizie temporali (il pane), le ricchezze e l’attaccamento ai beni (il denaro). Il discepolo deve quindi coltivare un salutare distacco dalle cose, vivere con equili-brio il proprio rapporto con gli affetti e con tutto quello che possiede. In altre parole deve sapersi accontentare di quello che ha, coltivare l’essenzialità senza farsi cogliere dalle bramosie dell’avere. Bellissima è l’interpretazione di Beda riguardi invece a quello che il discepolo deve portare con se. Il bastone indica la retta coscienza e la lealtà nei confron-ti di Dio e degli uomini. La coscienza, la voce di Dio che abita in noi, deve essere infatti il bastone che sostiene l’uomo in questo pellegrinaggio terreno. I sandali hanno un significato mistico: il piede non è ne coperto sopra né nudo sotto, a indicare un cammino fatto con piedi aperti alla salvezza, alla trasparenza, alla trascendenza e all’apertura verso Dio e alla sua santa volontà. Più che la povertà i sandali rappresentano quindi il desiderio dell’uomo di camminare con Dio e i fratelli verso un regno che non ci appartiene e che non è di questo mon-do.
Parola di Dio in briciole
Essere profeti oggi
Pagina curata da Don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
“Amos rispose ad Amasìa e disse:”Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di
sicomòro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo mil gregge. Il Signore mi disse: Và, profetizza al mio popolo Israele” (Am 7,12-15)
Amos, uno dei profeti dell’Antico Testamen-to che meglio ha saputo cogliere le istanze del suo tempo e su quel tempo, ha agito nel nome di Dio per favorire il cambiamento. La fedeltà e la missione a quel compito assegna-togli dal Signore è ben sottolineata, come convinta è la risposta del Profeta circa il suo agire. Egli deve profetizzare e non ha paura di farlo e infatti lo farà. Quanti di noi hanno il coraggio di parlare di Dio in questo nostro tempo, nei luoghi e nelle situazioni più o me-no normali della nostra quotidianità? A volte abbiamo paura anche di dire che siamo cri-stiani, che crediamo a certi valori o all’opposto li proclamiamo a parole, ma non con la nostra vita. A volte ci scandalizziamo di tutto e di tutti senza accorgerci delle vere necessità d’amore, di relazioni, di bisogni di ogni genere che ci vengono dal nostro mon-do e dal mondo intero. Siamo chiusi in noi stessi e rifiutiamo ogni vera apertura agli altri. Se vogliamo essere veri profeti, dobbiamo avere il coraggio di infrangere l’egoismo, la superficialità e l’apparenza.
Preghiera Signore Gesù,
ti rendiamo grazie, perché hai compassione dei nostri cuori increduli
città indecifrabili e contorte eppure tanto amate da te,
che illumini ogni angolo buio con i miracoli nati
dalla tua divina fantasia e dalla tua bontà.
Amen
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 5
Brano Evangelico: Mt 10,34 - 11,1
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta per-ché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricom-pensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».Quando Gesù ebbe terminato di dare que-ste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per in-se gna re e p red icare ne l le lo ro c it tà .
Il Monte Carmelo, in
Terra Santa, è una bella
altura verde, un tempo
amata dal profeta Elia.
"Lo splendore del Car-
melo" (Is 35,2) è prover-
biale, e per indicare la
desolazione più triste si
dice: "È inaridita la ci-
ma del Carmelo" (Am
1,2). Fin dal sec. XII qui
si raccolsero dei monaci
che, dopo essere fuggiti
in Europa, si chiamaro-
no i Frati della beata
Vergine Maria del Mon-
te Carmelo (Carmeli-
tani), impegnati a dif-
fondere la devozione al-
la Vergine Maria.
Parola di Dio in briciole
Un atteggiamento da imitare: la
coerenza
Pagina curata da Don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
“Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso…”
(Is 1,10-17)
Spesso noi siamo convinti che Dio sia qualcuno da tenere buono attraverso una serie di offerte e di sacrifici, i quali più che altro servono a tenere a bada la nostra coscienza. In realtà, quando ci comportiamo così, non facciamo altro che ridurre il Signore a un idolo, come ce n’erano tanti ai tempi del profeta I-saia. Dio non ha bisogno delle nostre offerte e dei nostri doni. Piuttosto egli desidera che la nostra vita brilli per un atteggiamento che, invece, gli piace molto: la coerenza. Forse, a volte egli è più contento di noi se facciamo qualche pratica di pietà in meno, ma abbiamo un atteggiamento cristiano coerente da-vanti a lui e agli altri. Siamo ipocriti quando affolliamo le chiese ma disertia-mo i luoghi dove possiamo fare la diffe-renza, lì dove potremmo aiutare, conso-lare, portare speranza. Dio ci chiede di imparare a fare il bene, di cercare la giu-stizia, di soccorrere gli oppressi, di tute-lare che è abbandonato. Non è facile, ma il Signore apprezza di più l’impegno di chi sa di poter migliorare piuttosto che la preghiera di chi crede di essere giusto.
Beata Vergine del Monte Carmelo
16 Lunedì Luglio
XV Tempo Ordinario
Una persona amorevole è una persona
amata.
T0
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 6
Meditiamo la Parola
La spada per la pace
Meditazione a cura di Fiorella Elmetti
Le parole di Gesù sono forti e molto provo-
canti: egli si presenta come colui che è venu-
to "a portare una spada", "a separare le per-
sone", a chiedere di amare lui più delle per-
sone che ci sono care, di prendere la croce e
di seguirlo anche fino a perdere la vita per
lui. È chiaro che Gesù non invita alla violenza
e resta sempre il Messia che porta la pace.
Ma la sua non è una pace "a tutti i costi", che
nasca dal compromesso: le esigenze della se-
quela impongono scelte che immettono il di-
scepolo sulla via della croce, che lo portano
a partecipare, nella sua vita quotidiana, alla
Passione del Signore. Gli affetti familiari non
sono prioritari, ma subordinati ad un amore
più radicale, assoluto; la ricerca di una vita
in pienezza è superata dal desiderio di per-
dere la propria vita per Gesù; la croce, segno
delle difficoltà, del dolore che attende il di-
scepolo, non è più luogo di scandalo, ma
strumento che permette di seguire il Signore.
Davanti al Vangelo di oggi possiamo chiederci
se l'amore che proviamo per il Signore è così
forte da riuscire ad influenzare il nostro mo-
do di vivere, di percepire la realtà, o se, in-
vece, è solo un sentimento che scalda il cuo-
re, ma non si traduce in scelte concrete.
Contemplo
Ci viene incontro
Proprio in situazioni apparentemente
negative possono avvenire gli incontri
più profondi con il Signore, addirittura
quando si è demoralizzati nello spirito,
quando si è interiormente tristi. Nella
macerazione prodotta dall’umiliazione
Dio si rivela dando coraggio al suo ser-
vo, ricostituendolo nel servizio.
Non è dunque necessario passare
sempre dal fuoco al vento e dal vento
alla tempesta, perché pure il tempo co-
siddetto morto, pure la quotidianità i
gnorante è luogo privilegiato della pre-
senza di Dio.
I nostri limiti, la nostra debolezza, la no-
stra fragilità sono il luogo in cui il Signo-
re ci viene incontro, misericordioso e
salvifico, silenzioso e insieme potente,
capace di ricrearsi, di darci un cuore
nuovo.
(C.M. Martini, Briciole, p.110)
m
Preghiera
Dispersi e stanchi
Signore, spesso anche noi siamo folla: dispersi e stanchi,
incapaci di riconciliarci, prima di tutto con noi stessi.
Ti ringraziamo, Signore, perché ci inségni a fare unità
dentro e fuori di noi e ci additi il limite e il dolore
come risorsa per imparare compassione
e accoglienza:
questo è l'unico riposo! Amen
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 7
Brano Evangelico: Mt 11,20 - 24
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avve-
nuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne
fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo
esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbe-
ne, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate me-
no duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i pro-
digi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbe-
ne, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata
meno duramente di te!».
Contemplo:
Chiamate provvidenziali
Dobbiamo ricordarci che Dio può essere in molti segni, nel senso che ci invita a ricono-scere delle chiamate provvi-denziali in eventi che sono for-temente turbativi delle co-scienze, del senso civico, del senso di appartenenza alla co-munità.
Dobbiamo imparare a ricono-scere la presenza di Dio anche nel silenzio e nella quotidiani-tà. Nel silenzio, dove sembra che Dio non parli, che tutto va-da secondo la routine, Dio è con noi, ci è vicino, ci parla, ci
interpella nel mormorio di un vento leggero.
Dio è là anche dove non appa-re, perché la sua volontà di dedicarsi a noi è così totale, così senza pentimenti, così senza limiti, da invadere con il suo amore tutto il campo della nostra coscienza e si offre a noi nella sua alleanza senza risparmio e senza lacune.
(C.M.Martini, Briciole, pp.116-117)
Santo del Giorno:
Santa Marcellina
Marcellina ( t 400 )
era la sorella mag-
giore di sant ’ Am-
brogio e di san Sàti-
ro. Ricevette il velo
della consacrazione
verginale in Roma,
nella basilica di San
Pietro, dalle mani di
papa Liberio. Seguì
i fratelli a Milano,
dove Ambrogio era
diventato vescovo,
contribuendo con la
preghiera all'edifica-
zione della Chiesa
milanese. Gli scritti
di sant ’ Ambrogio
testimoniano l'affet-
to che questi aveva
per la sorella.
17 Martedì Luglio
XV Tempo Ordinario
Dio farà qualsiasi cosa per te se solo
gli darai una possibilità.
T0
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 8
Meditiamo la Parola
La conversione riguarda chi voglia-mo essere Meditazione di Don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
Chi non vuole sentire le parole del brano evange-lico di oggi rimane infinitamente responsabile di
ciò che ignora volutamente. Dio riempie la nostra vita di delicatezze, ma noi ci comportiamo come quei figli adolescenti costantemente insoddisfatti.
Qualunque cosa risulta sempre fraintesa o piccola per poterci soddisfare davvero. Ci diciamo che da-vanti a un grande segno certamente cambieremmo
la rotta della nostra vita e ci decideremmo a vivere meglio. Ma la verità è un’altra. La verità è che noi
non vogliamo veramente un cambiamento, e ogni provocazione che Dio lancia nella nostra vita risul-ta quasi sempre sprecata. Sono le provocazioni
delle gioie che ci accadono, ma molto spesso an-che dei dolori. Sprechiamo sorrisi e pianti e non ci accorgiamo di quanto invece siano significativi.
Ecco perché Gesù nel Vangelo di oggi usa parole dure:”Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodi-
gi, perché non si erano convertite”. La conversione non riguarda ciò che facciamo, ma chi vogliamo essere. Quando Dio ci invita a convertirci, è come
se stesse chiedendo a ciascuno di noi:”Chi vuoi essere?”. Non convertirsi quindi equivale a non
rispondere a questa domanda e a lasciarla alle cir-costanze, alla convenienza, alle cose che ci acca-dono. Cioè significa non essere liberi.
Preghiera:
Signore, nostro Dio, piega i nostri cuori ai
tuoi comandamenti e donaci la sapienza del-
la croce, perché, liberati dal peccato, che ci
chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al
dono dello Spirito per diventare tempio vivo
del tuo amore.
Parola di Dio in briciole
La nostra vera forza Pagina curata da don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
“Ma se non crederete non resterete saldi”.
(Is 7,1-9)
Nella vita ci sono tante situazioni che ci
fanno paura; stranamente, il Signore non
solo non ce le fa evitare, ma nemmeno
ce le toglie in maniera miracolosa. Come
mai? Egli vuole che esercitiamo la nostra
fede, poiché in essa sta la nostra vera
forza. Così deve essere per la città di
Gerusalemme, la quale è invitata a spe-
rare nella protezione di Dio dai suoi ne-
mici, i quali sono concreti e reali. Ma così
deve essere anche per noi, che non sia-
mo meno sottoposti ai pericoli e alle diffi-
coltà del popolo eletto. Allora il messag-
gio per noi è chiaro: senza fiducia in Dio
si può fare ben poco. Prima o poi si soc-
combe sotto il peso delle nostre preoccu-
pazioni, vere o presunte, e si finisce per
cadere nella disperazione. Ricordiamoci
sempre: Dio, in Gesù, ha già vinto il
mondo e la morte.
Agisci sull’esempio di Maria
So che la Parola di Dio è dura ed esigente, ma so anche che illumina e dà la vita. Per
questo voglio accoglierla in me affinchè, come in Maria, il Signore possa trovare in me un cuore capace di farsi grembo nei tasselli della
vita quotidiana.
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 9
Brano Evangelico: Mt 11,25-27
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del
cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e
ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai
deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre
mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno cono-
sce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelar-
lo».
Contemplo:
La nostra fatica
Dio ha compassione della gente che fa fatica a capir-lo, ha compassione di noi
che, pur avendo ricevuto tante grazie e tanti doni, pur percorrendo un vero cam-
mino di sequela sacrificale, siamo ancora lontani.
Scopriamo che il Vangelo è misericordia di Gesù che conosce il cuore dell’uomo,
che conosce la creta di cui siamo fatti, le nostre debo-lezze. Il Signore, nella per-
sona di Gesù Cristo, si pre-senta come colui che deve
soffrire proprio per la nostra fatica a capirlo.
La sequela del Signore è
una sequela radicale , tota-le, che però non esige su-peruomini o superdonne;
esige, semplicemente per-sone che riconoscono in-nanzitutto la propria debo-
lezza , per lasciarsi poi redi-mere e salvare dalla sua
passione.
(C.M. Martini, Briciole, p.137)
Il Santo del giorno:
San Materno da Milano
VESCOVO
Materno fu il settimo ve-
scovo di Milano, dopo Mi-
rocle, nel IV secolo. Resse
la Chiesa milanese per
circa dodici anni. San Car-
lo Borromeo rinvenne le
sue reliquie nel 1571. È
raffigurato con gli attributi
del vescovo. La sua imma-
gine più antica, nel sacello
di San Vittore in Ciel d'Oro
a Milano, lo rappresenta
con la dalmatica.
NOME: deriva dal latino e
significa "devoto alla ma-
dre".
18 Mercoledì Luglio
XV Tempo Ordinario
In Paradiso le nostre lacrime verranno asciu-gate: il dolore, la pena e l’angoscia della vita saranno dimenticati come se fossero un so-gno.
T0
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 10
Meditiamo la Parola
Si può rivelare tutto a chi ascolta Meditazione a cura di Don Luciano Vitton Mea
“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti
e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.”
Qual è la differenza tra “un grande” e “un picco-
lo”? Che i piccoli sono coloro che sono disposti ad
ascoltare, mentre invece i sapienti quelli che non
ascoltano perché pensano di sapere già tutto. Non
si può rivelare niente a chi pensa di sapere già
tutto. Mentre si può rivelare tutto a coloro che con
gli occhi sgranati e le orecchie spalancate sono
attenti ad ascoltarti.
Chissà perché Dio trova i suoi migliori interlocutori
nella gente semplice, nei bambini, in coloro che
sanno sorridere, godere di un tramonto, capire il
valore del silenzio, essere capaci di pudore ma
anche di generosità. I più grandi teologi sono stati
innanzitutto dei “grandi piccoli”. Immaginiamo san
Bonaventura, sant’Agostino, san Tommaso. Da-
vanti a Dio si sono comportati come bambini affe-
zionati e innamorati. E i loro libri, le loro penne, i
loro fogli altro non erano che armamenti da gioco.
Solo chi ascolta, conosce. Se tu vuoi conoscere
Dio fatti piccolo, cioè ascoltalo. Se tu vuoi cono-
scere tuo figlio, fatti piccolo, ascoltalo. Se tu vuoi
conoscere tua madre, fatti piccolo, ascoltala. Se tu
vuoi conoscere la Chiesa, fatti piccolo, ascoltala.
Ma anche tu Chiesa, se vuoi conoscere il mondo,
fatti piccola, ascoltalo.
Preghiera: Ancora grazie!
Ti rendiamo grazie, Signore Gesù, per il dono
di ogni. tuo passaggio che ci sospinge innanzi sulla via della pienezza,
grazie per ogni spiga di grano,
condivisa in libertà, e ancora grazie per ogni
grande e piccolo esodo che sconvolge le nostre certezze
vacillanti. Grazie Signore!
Parola di Dio in briciole
Il dono di Dio
Pagina curata da don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
“Così dice il Signore: Oh! Assiria, verga del mio furore, bastone del mio sdegno! Contro una nazione empia io la mando e la dirigo contro un popolo con cui sono in collera, perché lo saccheggi, lo depredi e lo calpesti come fango di strada”. (Is 10,5-7.13-16)
Nella nostra vita ci sono state, e ci sono
tutt’ora, tante cose belle che siamo riusciti a
realizzare. Purtroppo, uno degli errori che
spesso commettiamo è quello di credere che
ciò che abbiamo realizzato sia esclusivamente
frutto della nostra bravura. Da qui a diventare
superbi, il passo è davvero breve: in questo
caso non ci rendiamo conto che Dio si ritira da
noi e ci lascia in balia delle nostre presunte ca-
pacità. Di queste, purtroppo, saggiamo subito
la povertà ed il limite. Ecco, che allora, a vol-
te, i fallimenti e le sconfitte hanno un valore
molto importante per la nostra crescita umana
e cristiana: essi ci ricordano che, se c’è qualco-
sa di buono nella nostra vita, ciò è anzitutto
per dono di Dio. Quando accettiamo di mette-
re a servizio le nostre risorse ed accogliamo la
sua volontà, allora riusciamo a realizzare risul-
tati davvero insperati.
Agisci sull’esempio di Maria
Se vivrò la mia vita quotidiana
con rettitudine e costantemente
rivolta a Cristo, l’incontro con
lui non sarà da temere, sicuro
che egli ricompenserà generosa-
mente la mia vigilante attesa. La
vita di Maria mi sia di esempio.
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 11
Brano Evangelico: Mt 11,28-30
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti
che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da
me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ri-
storo per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e
il mio peso leggero».
Occupa il diciassettesimo posto nella serie dei vescovi ve-ronesi quale ci è fornita dall'autorevolissimo Velo di Clas-se. Tale nome si trova anche in una iscrizione (sec. XI o XII) dell'antica pieve di S. Stefano in Verona insieme con il nome di altri presuli veronesi, autentici o no; le sue reliquie riposerebbero nella stessa chiesa. L'Ordo veronese del sec. XI, detto Carpsum, nel calendario porta: "Iulius a IIII Na-talis sancti Felicis confessoris" cui da mano del sec. XIII fu aggiunto il predicato et martiris. Molto probabilmente si volle identificare il vescovo con un omonimo martire vero-nese quale ci è riferito dal Martirologio Geronimiano al 2 agosto. La tradizione locale pone l'episcopato di s. Felice contemporaneamente al dominio ostrogoto in Italia e pre-cisamente quando Teodorico amava soggiornare lunga-mente a Verona di cui aveva fatto la sua residenza preferita tanto da essere chiamato, nelle saghe germaniche, Teodori-co di Verona (Dietrich von Bern). Una chiesa sui colli della città sarebbe stata dedicata a s. Felice, ed il nome rimase al castello fortificato in seguito costruito, anche dopo la di-struzione della chiesa stessa (1407). Il nome di Felice è nel Martirologio Romano al 19 luglio. Con la riforma del Pro-prio veronese (1961) la sua festa è venuta a cessare.
Parola di Dio in briciole
Scoprire la benevolenza di
Dio
Pagina curata da don Luciano Vitton Mea -Parroco di Bovegno
“Svegliatevi ed esultate voi che giacete nella polvere. Si, la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre.”
(Is 26,7-9.12.16-19)
La più grande forza dell’uomo sta nella
sua capacità di ricominciare. Non im-
porta come o per quanto tempo abbia-
mo sbagliato: la cosa importante è ren-
dersene conto e decidere subito di cam-
biare strada. Il popolo di Israele aveva
più volte fatto questa esperienza: pro-
prio quando gli israeliti si rendevano
conto di essersi allontanati dall’amore
di Dio e dalla sua Legge, quando essi
comprendevano che stare lontani da lui
significava soltanto distruzione e morte,
allora tornavano sulla via dei suoi co-
mandamenti. Anche per noi vale la stes-
sa cosa: non dobbiamo aver paura di
Dio e del suo giudizio. Riconciliamoci
con lui e torniamo a vivere da figlio e
non da schiavo: scopriremo ancora una
volta la benevolenza di Dio e la sua pa-
zienza. Dio accoglie sempre con amore
coloro che anelano a lui e lo cercano
con il cuore sincero.
San Felice
19 Giovedì Luglio
XV Tempo Ordinario
Senza Dio, siamo esseri umani che non possono diffondere attorno a sé altro che
dolore e sofferenza.
T0
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 12
Meditiamo la Parola
La svolta che cercavamo
Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea
“Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro…” La sensazio-
ne di libertà che danno queste parole di Ge-
sù ci fa particolarmente bene. Noi, che mol-to spesso siamo vittime di quel volerci cari-
care da soli dei pesi della vita, non ci ren-
diamo conto che il nostro vero problema non è credere che lui esista, ma smettere di
vivere come se tutto dipendesse solo da noi.
Noi siamo credenti con la testa e atei nella pratica, cioè con la testa sappiamo che Dio
c’è, ma di fatto viviamo come se non ci fos-
se. E’ questo il motivo per cui la vita ci pesa così tanto addosso da schiacciarci.
Gesù invece si pone come l’alternativa che
fa tornare la vita a essere umana. La pre-senza di Cristo nella nostra esistenza ha co-
me effetto quello di far ritornare il nostro
vivere a essere semplicemente a misura del-la nostra umanità, perché, diciamo la veri-
tà, troppo spesso i ritmi, le scelte e le cose
che facciamo sono davvero disumani e a lungo andare ci tolgono tutto, anche la vo-
glia di vivere. Se solo comprendessimo che
la vita spirituale non è fare qualcosa per Di-o, ma lasciare che Dio faccia qualcosa per
noi, allora ci renderemmo conto che le pa-role di Gesù non sono solo belle, ma sono la
svolta che cercavamo. Ma per capirlo ci
vuole mitezza e umiltà.
Contemplo
Padre Celeste
Siate figli del Padre celeste, perché è
questo che importa. Potreste avere certi
diritti, potreste rispondere a chi vi per-
cuote la guancia destra difendendovi
magari proprio per prevenire un secon-
do attacco, ma non sareste come il Pa-
dre celeste che ama, perdona, ha per-
donato i peccatori incondizionatamente.
Come il Padre che è nei cieli si è preso
cura dell’uomo decaduto, infedele, mo-
strandosi propizio, misericordioso, dan-
dosi a lui totalmente in Gesù Cristo,
senza riserve, senza pentimenti, senza
rimpianti; così l’uomo è chiamato ad es-
sere figlio e tale condizione non potrà
appoggiarsi a nessuna legge che gli
permetta di ledere l’amore, non potrà
rivalersi su nessun diritto che gli permet-
ta di opprimere l’altro.
(C.M. Martini, Briciole, pp.146-147)
Agisci sull’esempio di Maria
Anch’io faccio esperienza della preghiera di do
manda che non ottiene ciò che chiede. Come mi
ricorda Maria, l’importante è che non mi lasci
prendere dalla sfiducia, ma perseveri nella cer
tezza di essere esaudito in modi e tempi a me
sconosciuti.
Preghiera
Risollevarci con Te
Signore Gesù, le nostre mani ti vorrebbero possedere,
le nostre parole girano a vuoto in un monologo pretenzioso e confonde il travolgente,
silenzioso mistero della tua presenza.
Ti rendiamo grazie, perché nel mezzo della nostra storia
la tua mano potente ci risolleva, ci salva, ci chiede un ascolto
pieno della nostra vita.
Amen
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 13
Brano Evangelico: Mt 12,1-8
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i
suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a
mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stan-
no facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui
e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiaro-
no i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangia-
re, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di
sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza col-
pa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste com-
preso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non
avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è si-
gnore del sabato».
CONTEMPLO:
Chi sei tu?
In genere, quando ci troviamo
nelle difficoltà, ci lamentiamo,
gridiamo, protestiamo. Se inve-
ce riuscissimo a raccoglierci e
a dire: ”Signore, perché per-
metti questo? Che vuoi fare di
me? Che cosa intendi fare della
mia vita? Qual è la tua Parola
su di me? “, il nostro orizzonte
si rischiarerebbe e sentiremmo
che Dio è con noi anche nella
prova . “Chi sei tu Signore? “.
“Io sono colui che non ti abban-
donerà. Io ti proteggerò dovun-
que tu andrai”. E’ la risonanza
di questa Parola detta a noi,
detta a me, che ci fa superare
ogni paura.
Allora non c’è più nessuna stra-
da difficile, non c’è più solitudi-
ne, né sofferenza fisica o mora-
le, che non si possono supera-
re : e impariamo a pregare, tro-
viamo il Signore, comprendia-
mo il nostro cammino.
(C.M. Martini, Ritrovare, pp.45-46)
I Santi del giorno:
Sant’Apollinare
Apollinare (sec. II) è
il primo vescovo di
Ravenna. In contat
to con l'era Apostoli
ca, si preoccupava
di costruire la Chie
sa, con celebrazioni
eucaristiche degne
e ben curate, e con
la diffusione dei Libri
Santi, ai suoi tempi
ricopiati con cura. A
lui furono dedicate,
nel sec. VI, splendi
de basiliche a Ra
venna. Giovanni Pa
olo II, dopo il Giubi
leo del 2000, ha vo
luto ripristinare la
memoria del santo
vescovo.
20 Venerdì Luglio
XV Tempo Ordinario
Non apprezzi mai così tanto le tue
benedizioni finchè non le perdi.
T0
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 14
Parola di Dio in briciole
Dio è sempre vicino a noi
Pagina curata da don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
“...Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue
lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni quin-
dici anni…”
(Is 38,1-6.21-22.7-8)
Una delle caratteristiche più sorpren-
denti del nostro Dio è quella di com-muoversi. Di fronte al pianto del suo
servo fedele, egli decide di cambiare i
suoi piani e di donargli altri quindici anni di vita. Inoltre, gli dà anche un
segno concreto affinchè egli sappia ciò
che avverrà. A volte noi crediamo che Dio abbia altro a cui pensare rispetto ai
nostri problemi ed alle nostre sofferen-
ze: eppure egli è sempre vicino a noi e si preoccupa di noi, fino al punto di
commuoversi quando ci vede nelle dif-
ficoltà. Come è diversa questa da certe immagini di un Dio impassibile e quasi
indifferente di fronte alle nostre soffe-
renze! Questa non è l’immagine che e-gli dà di se stesso: per questo egli vuol
sempre essere invocato da noi, soprat-
tutto quando siamo nelle difficoltà e nel dolore. Lui non aspetta altro che
venirci incontro e consolarci.
PREGHIERA
Signore Dio nostro, i tuoi gesti di amore e di sal-
vezza sono così grandi e delicati che per ricono-
scerli occorre fermarsi. Aiutami a vederti quando
passi accanto a me, tanto sulla strada del mio
dolore, quanto su quella della mia gioia.
Meditiamo la Parola
Esperti di misericordia e non solo di
sacrifici
Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea
E’ sabato nel Vangelo di oggi, e i discepoli
insieme a Gesù prendono qualche scorciatoia
attraverso i campi. Attraversano un campo
di grano e la tentazione di prenderne qual-
che spiga è grande. Qualcuno di loro lo fa,
certamente non per provocare; eppure i fa-
risei colgono immediatamente una grande
provocazione in quel gesto, perché in giorno
di sabato non bisogna fare attività alcuna,
fosse anche cogliere qualche spiga di grano
e mangiarla. Gesù perde tempo a spiegare ai
farisei questo:” Se aveste compreso che cosa
significhi: Misericordia io voglio e non sacri-
fici non avreste condannato persone senza
colpa”. Perché chi diventa esperto solo di
sacrifici, a un certo punto perde di vista an-
che il motivo per cui un sacrificio ha valore.
Chi è esperto di misericordia invece capisce
il valore del sacrificio, ma comprende anche
quando è il momento di farlo o quando è un
delitto invece sceglierlo per barattarlo con
la vita.
Agisci sull’esempio di Maria
Ho qualcosa da perdonare? Lo faccio, donando il
perdono di cui sono capace. Maria, liberami del
peso che porto nel cuore.
Non di solo pane - Tempo di Pasqua - pagina 15
Brano Evangelico: Mt 12,14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù
per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là.
Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divul-
garlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del
profeta Isaìa:«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il
mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non
contesterà né grideràné si udrà nelle piazze la sua voce. Non
spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma
smorta,finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».
CONTEMPLO:
Vangelo unica misura
Ripartire da Dio significa mettere tutti i nostri progetti umani sotto
la signoria di Dio e misurarli solo sul Vangelo. Vuol dire confronta-
re tutto ciò che si è e che si fa con le esigenze del suo primato.
Dio solo è la misura del vero, del giusto, del bene. Vuol dire ritor-
nare alla verità di noi stessi, rinunciando a farci misura di tutto,
per riconoscere che Lui è la misura che non passa, l’àncora che
dà il fondamento, la ragione ultima per vivere, amare, morire.
Vuol dire guardare le cose dall’alto, vedere il tutto prima della par-
te, partire dalla sorgente per comprendere il flusso delle acque.
Ripartire da Dio vuol dire misurarsi su Gesù Cristo, rivelatore del
Padre, e ispirarsi continuamente alla sua parola, ai suoi esempi,
così come li presenta il Vangelo.
(C. M. Martini, Ritrovare, p.36)
Il Santo del giorno:
San Daniele PROFETA
Di nobili origini, nato nella
tribù di Giuda. Ancora molto giovane fu deportato a Babi-
lonia nel 605 a.C., in occasio-
ne della prima distruzione di
Gerusalemme. Fu paggio con altri giovani aristocratici
alla corte di Nabucodonosor.
Educato nella cultura babilo-
nese, si distinse per la sua abilità nell'interpretare i so-
gni, grazie alla quale raggiun-
se alte cariche. Rimase sem-
pre fedele alla religione giu-
daica, facendosi diversi ne-mici e rischiando anche la
morte. È raffigurato come un
giovane profeta con il rotolo o
il libro, a volte circondato da leoni o mentre difende Su-
sanna.
NOME: deriva dall'ebraico e significa "Dio è mio giudice".
Agisci come Maria
Oggi cercherò di confi
dare, come Maria,
nell’aiuto di Dio quan
do sperimento conflitti,
persecuzioni o prove.
21 Sabato Luglio
XV Tempo Ordinario
Un sorriso radioso può scacciare le
nubi dalla vita di qualcuno.
T0
333/3390059 don Luciano
Anno XX - n. 859
Domenica 15 Luglio 2018
Chiuso il 9/07/2018
Numero copie 1350
Stampato in proprio
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
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