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Tommaso CavatortaEdoardo Tomassini

1729NASCE A

BOSISIO IN BRIANZA

1799MUORE A MILANO

SI TRASFERISCE A MILANO DA UNA PROZIAINIZIA GLI

STUDI, FINANZIATO

DALLA PROZIA

ESORDIO POETICO:

Alcune poesie di Ripano Eupilino

ENTRA NELLAACCADEMIA

DEI TRASFORMAT

IE ’ NOMINATO PRECETTORE

PRESSO IL DUCA

SERBELLONI

E ’ NOMINATO PRECETTORE

DI CARLO IMBONATI

PUBBLICA:

Il Mattino

PUBBLICA:

L ’ EducazionePUBBLICA:

Il Mezzogiorno

OTTIENE NUMEROSI

INCARICHI E COLLABORA CON MARIA

TERESA D ’AUSTRIA

PUBBLICA:

Le Odi

COLLABORA PROVVISORIAME

NTE CON I RIVOLUZIONARI

FRANCESIINIZIA:

Il Vespro e La Notte

MODERAZIONE

TRASFORMAZIONE RADICALE MA NON

FORMALE DEI CONTENUTI

UNIONE DI POESIA UTILE E DILETTEVOLE

RICONOSCIMENTO DELLA SCIENZA

SENZA COMPLETA ASSOGGETTAZIONE

CRITICA ALLA BORGHESIA

CRITICA ANTI-NOBILIARE

IL RISVEGLIO DEL GIOVIN SIGNORE

LA PASSEGGIATA IN CARROZZA

IL PRANZO DALLA DAMA

LA SFILATA DEGLI IMBECILLI

IL MATTINO

IL MEZZOGIÖRNO

IL VESPRO

LA NÖTTE

ENDECASILLABI SCIOLTIPOEMA DIDASCALICO E SATIRICO

STILE ALTO E SUBLIMECRITICA ALLA NOBILTA’

PUNTO DI VISTA: PRECETTORESOGGETTO: GIOVIN’ SIGNORE

Or le sovviene il giorno,ahi fero giorno! allor che la sua bellavergine cuccia de le Grazie alunna,giovenilmente vezzeggiando, il piedevillan del servo con l’eburneo dentesegnò di lieve nota: ed egli audacecon sacrilego piè lanciolla: e quellatre volte rotolò; tre volte scossegli scompigliati peli, e da le mollinari soffiò la polvere rodente.Indi i gemiti alzando: Aìta, aìta,parea dicesse; e da le aurate voltea lei l’impietosita Eco rispose:e dagl’infimi chiostri i mesti serviasceser tutti; e da le somme stanzele damigelle pallide, tremanti,precipitâro. Accorse ognuno; il voltofu spruzzato d’essenze a la tua Dama.Ella rinvenne alfin: l’ira, il dolorel’agitavano ancor; fulminei sguardi

gettò sul servo, e con languida vocechiamò tre volte la sua cuccia: e questaal sen le corse; in suo tenor vendettachieder sembrolle: e tu vendetta avesti,vergine cuccia de le Grazie alunna.L ’empio servo tremò; con gli occhi al suoloudì la sua condanna. A lui non valsemerito quadrilustre; a lui non valsezelo d’arcani ufici: in van per luifu pregato e promesso; ei nudo andonne,dell’assisa spogliato, ond’era un giornovenerabile al vulgo. In van novelloSignor sperò; ché le pietose dameinorridîro, e del misfatto atroceodiâr l’autore. Il misero si giacquecon la squallida prole, e con la nudaconsorte a lato, su la via spargendoal passeggiere inutile lamento:e tu, vergine cuccia, idol placatoda le vittime umane, isti superba.

LA VERGINE CUCCIA

Ora la dama si ricorda di quel giorno; ahi, giorno terribile! Quel giorno la sua cagnetta, che era tanto aggraziata da sembrare una alunna delle Grazie, giocherellando come fanno i cuccioli lasciò un piccolo segno con il dente d'avorio sul piede del servo plebeo; l'uomo, con sfrontatezza, le diede un calcio con il piede sacrilego, e la cagnetta rotolò per tre volte; per tre volte scosse il pelo scompigliato, e dalle sensibili narici soffiò via la polvere irritante. Poi, lanciando dei gemiti, sembrava che dicesse: aiuto, aiuto; e dalle volte dorate le rispose la ninfa Eco impietosita; dalle stanze inferiori salirono tutti i servi tristi, e dalle stanze superiori si precipitarono le damigelle pallide e tremanti. Tutti accorsero; il volto della tua dama fu spruzzato di essenze, e alla fine la donna rinvenne; la rabbia e il dolore la agitavano ancora; gettò sguardi fulminanti sul servo, e con voce debole chiamò per tre volte la sua cagnetta; questa le corse in braccio;

e nel suo linguaggio sembrò chiedere vendetta alla dama: e venni vendicata, cagnetta alunna delle Grazie. Il servo infame tremò; ascoltò la sua condanna con gli occhi rivolti per terra. A lui non servì nulla il merito di aver servito per vent'anni; a lui non servì nulla la premura dimostrata nell'eseguire incarichi riservati; invano pregò e promise; l'uomo se ne andò nudo, spogliato della veste grazie alla quale un tempo era rispettato e ammirato dal popolo. Invano sperò di trovare un nuovo padrone; perchè le dame pietose inorridirono, e odiarono l'autore per la sua terribile azione malvagia. Il povero uomo rimase così, con i miseri figli e con la moglie povera al lato di una via chiedendo inutilmente la carità; e tu, cagnetta, idolo placato dalle vittime umane, andasti superba. 

PARAFRASI

CAGNETTA UMANIZZATA

CRIMINALIZZAZIONE DEL SERVO

PUNTO DI VISTA DELLA DAMA

PUNTO DI VISTA DEL NARRATORE

SENSO DI PENA PER IL SERVO

SENSO DI INDIGNITA ’ VERSO I

PERSECUTORI

TEMI SOCIALI E CIVILI DI RILEVANZA

RIPIEGAMENTO MALINCONICO E NOSTALGICO SU TEMI ESISTENZIALI

FUNZIONE SOCIALE DELLA CULTURA E DELL’EDUCAZIONE

PRIMA FASE1757-1770

SECONDA FASE1777-1785

TERZA FASE1787-1795

Nè a pena cadde il soleChe vaganti latrine Con spalancate goleLustran ogni confineDe la città, che destaBeve l’aura molesta.

Gridan le leggi è vero; E Temi bieco guata:Ma sol di sè pensieroHa l’inerzia privata.Stolto! E mirar non vuoiNe’ comun danni i tuoi? 

Ma dove ahi corro e vagoLontano da le belleColline e dal bel lagoE dalle villanelle,A cui sì vivo e schietto Aere ondeggiar fa il petto?

Va per negletta viaOgnor l’util cercandoLa calda fantasìa,Che sol felice è quando L ’utile unir può al vantoDi lusinghevol canto.

Appena è sceso il sole, navazze vaganti con aperture spalancate percorrono ogni strada della città, che quando si sveglia, respira l'aria nociva.

Le gride vietano ciò, è vero; e Temi, dea della giustizia, osserva con sguardo bieco; ma la pigrizia dell'individualista bada solo ai propri interessi. Sciocco! E non vuoi vedere nel danno comune il tuo proprio?

Ma dove corro e mi allontano, lontano dalle belle colline, dal bel lago e dalle piccole contadine, alle quali l'aria così viva e pura fa ondeggiare il petto?

L'ispirazione poetica va per una via trascurata dagli altri poeti, cercando sempre l'utile, perchè è felice solo quando può unire l'utile all'orgoglio di un canto armonioso. 

LA SALUBRITA’ DELL’ARIA parafrasi

LESSICO RICERCATO TEMA DELLA SALUTE

PUBBLICA

CONTRAPPOSIZIONECITTA’-CAMPAGNA

DENUNCIA DELLA CIVILTA’ MODERNA

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