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Piano nazionale della prevenzione e Progetto Cuore: i risultati dal territorio – L’esperienza
della Regione Emilia-Romagna
Paola Angelini, Pierluigi MaciniServizio sanità pubblica - Regione Emilia-Romagna
Il Piano nazionale della prevenzione nasce dall’Intesa tra Stato, Regioni e Province autonome siglata il 23 marzo 2005.
Essa prevede che ciascuna regione e Provincia autonoma adotti un piano, di durata triennale, per definire interventi organici su quattro ambiti di azione:
1. la prevenzione della patologia cardiovascolare, delle complicanze del diabete e dell’obesità;
2. la diagnosi precoce dei tumori;3. le vaccinazioni;4. la prevenzione degli incidenti (domestici,
stradali e sul lavoro).
Prima parteDeliberazione di G.R. n.1012 del 27 giugno 2005
Seconda parte
Deliberazione di G.R. n.426 del 27 marzo 2006
IL PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
IN EMILIA-ROMAGNA
• Gestione integrata del diabete e delle complicanze
• Sorveglianza e prevenzione dell’obesità
• Utilizzo della carta del rischio Utilizzo della carta del rischio cardiovascolarecardiovascolare
•• Prevenzione delle recidive di accidenti Prevenzione delle recidive di accidenti cardiovascolaricardiovascolari
La prevenzione della patologia cronico-degenerativanel Piano 2005-2007:
• Un primo passo: lUn primo passo: l’’analisi dei flussi analisi dei flussi informativi e la definizione del contesto informativi e la definizione del contesto epidemiologicoepidemiologico
Il piano della prevenzione e il rischio cardiovascolare
• Caratteristiche e linee di interventoCaratteristiche e linee di intervento
Il piano della prevenzione e il rischio cardiovascolare
Caratteristiche del Piano regionale della Prevenzione dell’Emilia-Romagna
I programmi contengono 3 linee di intervento :
• interventi del Servizio sanitario regionale ,di prevenzione primaria (sui fattori di rischio) e secondaria (impedire le recidive)
• Interventi sui comportamenti individuali
• Interventi sui determinanti ambientali e sociali
Progetto regionale per la diffusione della valutazione del rischio
cardiovascolare, attraverso l’uso della carta del rischio cardiovascolare
Obiettivo
� Rendere la carta del rischio CV uno strumento utile e fruibile dal MMG nella pratica clinica ambulatoriale, favorendo la valutazione sistematica del rischio CV nei confronti della popolazione adulta, per individuare i soggetti a rischio
�Medicina d’iniziativa vs medicina d’attesa
raccolta informazioni da banche raccolta informazioni da banche (SDO/REM/AFT/AFO altre) e da laboratori di popolazione attivati ad hoc
disseminazione capillaredisseminazione capillare (tutti i medici di medicina generale –MMG- e specialisti) dei criteri interpretativi nota 13 e altri documenti sul tema della corretta prescrizione ipolipidemizzanti
predisposizione di slide kit e corsi di formazionepredisposizione di slide kit e corsi di formazione per MMG NON SOLO per la diffusione carte del rischio ISS-cuore ma per disseminazione cultura preventiva cardiovascolare
progetto pilota in 5 Aziendeprogetto pilota in 5 Aziende per una formazione piùintensiva di MMG e di specalisti ambulatoriali sui temi della prevenzione
INTEGRARE I SINGOLI PROGETTI TRA LORO, INTEGRARE I SINGOLI PROGETTI TRA LORO,
ma anche ma anche INTEGRARE LE VISIONI
(clinica, epidemiologica, del MMG, dello Specialista, (clinica, epidemiologica, del MMG, dello Specialista, del Cittadino)del Cittadino)
Esempio: intersezione tra nota 13 AIFA, la sua Esempio: intersezione tra nota 13 AIFA, la sua applicazione, il controllo della prescrizione, la applicazione, il controllo della prescrizione, la formazione sulla prevenzione, lo slide kit, la formazione sulla prevenzione, lo slide kit, la disseminazione carte del rischiodisseminazione carte del rischio
CARTA DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
donne diabetiche
rischio cardiovascolare a 10 anni
Come utilizzare la carta
•Posizionarsi nella zona fumatore / non fumatore•Identificare il decennio di età•Collocarsi sul livello corrispondente a pressione arteriosa sistolica e colesterolemia•Identificato il colore, leggere nella legenda a fianco il livello di rischio
% soggetti dai 35 ai 69 anni a cui è stata applicato il calcolo del RCVGA
13
2,8
10,1
17,8
7,28,8
1,40,1
1,1
3,5
0,30,9
0%
4%
8%
12%
16%
20%
PR RE MO BO FO RER
Rispetto alle persone in carico ai MMG aderenti al Progetto
Rispetto alle persone in carico a tutti i MMG della Regione
Da una comunicazione del dott. Giuliano Ermini
Prevalenza soggetti con RCVGA ≥ 20%
4,9 5,33,3
46,7
5,7 5,42,1
0%
10%
20%
30%
40%
50%
RE MO BO FO E-R oRCV cuore
Da una comunicazione del dott. Giuliano Ermini
Progetto regionale per la prevenzione del rischio di recidive nei soggetti che
già hanno avuto accidenti cardiovascolari
TARGET
• Persone dimesse da strutture di ricovero
–Con diagnosi di I.M.A.
–Con diagnosi di altre forme acute di ischemia coronarica
–Dopo interventi di rivascolarizzazione
OBIETTIVO GENERALE: diminuire l’incidenza delle recidive di eventi
cardiovascolari
• PUNTI CRITICI SU CUI AGIRE– Continuità di cura fra ospedale e territorio
– Qualità della cura e appropriatezza degli interventi
– Comunicazione e relazioni tra operatori sanitari
– Sviluppo dell’attività di counselling• adesione alla terapia,
• Stili di vita (“prescrizione” attività fisica, alimentazione, fumo, ..)
OBIETTIVI SPECIFICI
• Sviluppo di un sistema informativo in tema
• Definizione di percorsi integrati tra ospedale e territorio
• Organizzazione di attività di counselling
• Formazione del personale sanitario
• Attività di educazione e informazione sulle malattie cardiovascolari
• Riduzione degli errori di terapia
Definizione di percorsi integrati tra ospedale e territorio
• Articolato in tre azioni– Lettera di dimissione del paziente con evento acuto
– La stratificazione del rischio
– Il percorso del paziente dimesso
• E’ stato attivato un gruppo di lavoro (Determina
D.G. sanità n. 53332/2007) con esponenti della Commissione Cardiochirurgica regionale, della D.G. Sanità, di MMG, di Cardiologi ospedalieri e del territorio
La stratificazione del rischio
Elementi clinici ritenuti preliminarmente utili
– Fattori di rischio convenzionali (clinici, bioumorali e comportamentali)
– Fattori di rischio cardiaci correlati agli esiti dell’infarto (ischemia, disfunzione ventricolare, aritmie)
La lettera di dimissione
Contenuti
– Diagnosi, storia clinica, iter seguito
– Descrizione del rischio
– Fattori di rischio identificati (fumo, diabete, ecc.)
– Terapia farmacologica
– Indicazioni per il controllo post-dimissione
– Indicazioni comportamentali
Il percorso del paziente dimesso
• Razionale dell’intervento
– Assicurare al MMG un riferimento specialistico cardiologico costante e con modalità di contatto rapida , semplice, affidabile
– Facilitare il cittadino nell’accesso all’assistenza sanitaria
• Criticità da superare
– Già al ricovero inizio contatto con il territorio
– Programmazione del follow up
– Adozione adeguati stili di vita
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