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Premere un tasto per procedere con la presentazione.

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Il sistema nervoso dell'uomo è costituito da due strutture principali:

Sistema Nervoso Centrale

NerviCervello e midollo spinale

Sistema Nervoso Periferico

I nervi, rivestiti da una guaina isolante, appaiono bianchi, e perciò gran parte del tessuto nervoso è di questo colore. È la cosiddetta materia bianca.

Il cervello e il midollo spinale sono i centri di coordinazione: sono la stazione di arrivo e di elaborazione degli impulsi, nonché il centro direzionale del movimento.

Il corpo cellulare delle cellule nervose, o neuroni, cioè la parte contenente il nucleo, ha invece un colorito più scuro, e, infatti, costituisce la cosiddetta materia grigia.

I nervi sono i canali attraverso cui viaggiano gli impulsi nervosi, dal cervello agli organi e viceversa.

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Il midollo spinale è racchiuso nella colonna vertebrale, mentre l’encefalo è inglobato nella scatola cranica.

Il midollo spinale è un cilindro biancastro, lungo 45 cm e spesso 1 cm, che occupa il canale vertebrale dal collo alla regione lombare. All'interno la materia grigia è disposta a forma di H e da qui si dipartono i nervi spinali.

Midollo spinale.

Sezione di midollo spinale.

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In definitiva il midollo spinale presiede a 2 funzioni:

Porta informazioni dal corpo al cervello e viceversa.

Fornisce semplici risposte motorie a certi stimoli, chiamati riflessi.

Al midollo spinale arrivano i nervi sensitivi, che portano gli stimoli dalla periferia al centro, mentre da esso si dipartono i nervi motori, che portano gli impulsi verso la periferia per il controllo della contrazione muscolare.

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Il corpo cellulare prolunga il proprio citoplasma in una o più propaggini ramificate ad albero, i dendriti. Essi captano gli impulsi nervosi da altre cellule e li convogliano al corpo cellulare.

Le cellule nervose, o neuroni, hanno una forma che le distingue da tutte le altre; la loro massa centrale, o corpo cellulare, contiene il nucleo e può essere molto grande, anche 100 micron, cioè un decimo di millimetro.

Neuroni.Dendriti.

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L'assone si ramifica nella sua parte terminale e prende contatto con le altre cellule. L'impulso nervoso viaggia dal corpo cellulare fino al termine dell'assone.

Dal corpo cellulare si prolunga anche un ramo molto lungo e sottile, detto assone o fibra nervosa. Esso è una sorta di cavo elettrico che può misurare da meno di un millimetro a un metro e più.

Assone in contatto con fibre muscolari.

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Ciò permette, per esempio, di muovere le dita di un piede solo pochi millesimi di secondo dopo averlo deciso. Questa capacità è dovuta agli impulsi nervosi che passano da una cellula all'altra.

La proprietà più importante della cellula nervosa è l'eccitabilità, cioè la capacità di reagire agli stimoli e di condurre velocemente impulsi elettrici da una parte all'altra del corpo.

Le cellule nervose NON sono infatti capaci di riprodursi e di formare nuove cellule in caso di lesioni. Una lesione al sistema nervoso provoca, infatti, un'interruzione della rete nervosa, che può condurre a difficoltà del movimento, a paralisi, alla perdita della memoria, o altro.

Il numero delle cellule del sistema nervoso è praticamente costante, a differenza di quello degli altri tessuti.

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Tale depolarizzazione, causata da particolari fenomeni chimici ed elettrici, si sposta lungo la cellula nervosa e, in particolare, lungo l'assone.

Se in un punto della cellula nervosa arriva uno stimolo sufficiente (meccanico, chimico, termico, elettrico, luminoso), oppure un impulso da un'altra cellula, la piccola differenza di potenziale presente ai due lati della membrana cellulare si altera, o meglio si depolarizza.

Un impulso nervoso si muove secondo il seguente percorso:

Questo spostamento del potenziale elettrico è l'impulso nervoso.

Dendriti

Corpo cellulare

Assone

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Le fibre nervose, che sono formate da numerosi fasci di assoni, sono spesso ricoperte da una sostanza bianca ricca di grasso, chiamata guaina mielinica.

L'impulso nervoso non è un semplice spostamento di corrente elettrica (cioè di elettroni), come quello che si ha nei fili di rame, ma un insieme di fenomeni molto complessi, che terminano con il rilascio di particolari sostanze chimiche all'estremità dell'assone.

La guaina fa da isolante, impedendo agli impulsi di disperdersi, e aumenta la velocità della conduzione nervosa.

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L’estremità dell’assone si collega ad altre cellule tramite una giunzione detta sinapsi.

La trasmissione dell'impulso nervoso è “attiva”, in quanto richiede un continuo apporto di energia da parte della cellula, fornita dai mitocondri.

Bottoni sinaptici in contatto con un neurone.

In questo modo l'impulso nervoso di un neurone si propaga ai dendriti del neurone successivo.

Ogni terminazione nervosa si allarga in un piccolo rigonfiamento detto bottone sinaptico.

Un bottone sinaptico contiene migliaia di vescicole piene di una sostanza chimica destinata a trasmettere il messaggio nervoso dal primo al secondo neurone.

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L'impulso nervoso è veloce. La trasmissione attiva dell'impulso nervoso non subisce rallentamenti e viaggia a una velocità che va da 1 a oltre 100 metri al secondo.

I messaggi nervosi sono modulati in frequenza (e non in ampiezza). Lo sfioramento di un dito viene percepito in modo diverso (meno intenso) di una martellata, perché quest'ultima provoca l'invio al cervello non di impulsi più forti, ma semplicemente di un “treno” più numeroso di impulsi (fino a poco più di mille al secondo).

Caratteristiche dell’impulso nervoso

L'impulso nervoso non si indebolisce con la distanza. Nelle cellule nervose vi sono particolari meccanismi che garantiscono una trasmissione inalterata dell'impulso, che pertanto si propaga lungo tutto il nervo senza diminuire l'intensità.

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L'encefalo è la parte del sistema nervoso centrale contenuta nella scatola cranica.

È il prolungamento e l'allargamento del midollo spinale nel capo. Esso presiede a funzioni importantissime, perché ospita i corpi cellulari di molti nervi cranici, come quello che regola il battito cardiaco e la respirazione. Altre funzioni che dipendono da questa parte del cervello sono la deglutizione, il vomito, la digestione e la circolazione sanguigna.

Caratteristiche dell’impulso nervoso

Si divide in diverse parti:

Bulbo

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Si trova in corrispondenza della nuca e sembra la riproduzione in piccolo del cervello. Ha una superficie molto ripiegata e incisa da solchi paralleli. Esso coordina i movimenti complessi, come quelli richiesti per camminare, andare in bicicletta, disegnare ecc.

Cervelletto

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È formato da due masse ovali di sostanza grigia poste alla base del cervello. È un centro di elaborazione e smistamento degli stimoli sensoriali. È collegato con la corteccia cerebrale.

Talamo

L'ipotalamo, come dice il nome, si trova sotto il talamo. È il centro di tutti i nostri istinti e delle nostre emozioni. Regola infatti il senso di fame e di sete e controlla la temperatura corporea. Da qui nasce l'impulso sessuale, ma anche il dolore e la rabbia. Nell'ipotalamo sono situati inoltre i centri del piacere.

Ipotalamo

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Il cervello propriamente detto è la massa più voluminosa dell'encefalo.

Cervello

Esso è formato da una parte superficiale di cellule nervose, che costituiscono la corteccia cerebrale.

Il cervello è percorso da solchi profondi, che delimitano dei rilievi detti circonvoluzioni.

È suddiviso in due emisferi, uno destro e uno sinistro, separati da una profonda scissura superficiale.

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Sono tre membrane che ricoprono tutte le parti del cervello. Hanno anche la funzione di nutrire il tessuto nervoso, grazie a una fitta rete di vasi sanguigni.

Meningi

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Gli emisferi cerebrali sono forse la struttura più complessa che ci sia. Contano 100 miliardi di neuroni, che formano circa 100.000 miliardi di connessioni. Pesano 1200 grammi, il 2% del peso corporeo, ma consumano il 20% dell'ossigeno che utilizziamo.

I corpi cellulari dei neuroni formano uno strato di materia grigia, o corteccia cerebrale, che costituisce la parte più superficiale del cervello e ha uno spessore inferiore a mezzo centimetro.

È nella corteccia cerebrale che sono immagazzinati i ricordi e si formano le idee, le parole e i comandi per i movimenti.

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Gli emisferi cerebrali sono sostenuti da una specie di sella, detta corpo calloso, fatta di fibre nervose che li collegano tra loro.

Sulla corteccia cerebrale sono state identificate delle aree specifiche, ciascuna con una propria funzione.

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Perpendicolare alla scissura longitudinale c'è un altro solco, la scissura di Rolando, presso i cui bordi si possono individuare due aree corticali: l’area sensoriale e l’area motoria.

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L’area sensoriale primaria si estende lungo il margine posteriore della scissura e riceve gli stimoli tattili, termici e dolorifici.

L’area motoria si trova accanto all’area sensoriale e presiede ai collegamenti motori, cioè alla contrazione dei muscoli volontari delle varie parti del corpo.

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Gli stimoli visivi provenienti dal nervo ottico vengono invece analizzati dall'area posteriore del cervello: la luce entra negli occhi, ma noi la vediamo con la corteccia situata nella nuca.

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A loro volta i suoni, una volta trasformati in impulsi nervosi, vengono “uditi” nell'area corticale temporale del cervello, poco dietro alle tempie. Una zona della corteccia di sinistra ospita inoltre i centri del linguaggio.

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Altre aree della corteccia servono alla comprensione e al riconoscimento delle immagini “viste” dal lobo occipitale. Meno chiara è la funzione dei lobi frontali del cervello, che sembrano legati alla “personalità” dell'individuo.

L'emisfero sinistro presiede alle operazioni legate al linguaggio, al calcolo e al pensiero astratto.

L'emisfero destro gestisce soprattutto i dati spaziali (forme, proporzioni, arte figurativa) e temporali (apprezzamento e riconoscimento del ritmo e della musica).

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Se ci capita casualmente di toccare un oggetto che scotta o un oggetto appuntito, immediatamente allontaniamo la mano o il piede. Il nostro organismo ha risposto con una reazione automatica involontaria.

Questa azione si compie prima ancora che il cervello abbia potuto dare una risposta cosciente. È invece entrato in azione un riflesso.

Un riflesso nervoso comincia da uno stimolo tattile, dolorifico, termico o di altro tipo che agisce su una struttura sensibile della pelle o di un'altra parte del corpo, detta recettore.

Questa traduce lo stimolo in un impulso nervoso, che percorre la lunga fibra nervosa di un neurone. Il nucleo di tale neurone si trova presso il midollo spinale. Da questo punto un altro prolungamento dello stesso neurone penetra nel midollo spinale in corrispondenza di uno dei due corni dorsali, destro o sinistro, della H grigia.

Nella parte centrale della H l’impulso si trasferisce in un secondo neurone, dotato di un prolungamento che esce dal midollo spinale. Dopo un percorso lungo anche molti centimetri, esso innerva una fibra muscolare pronta a contrarsi all'arrivo dell'impulso.

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Dal midollo spinale, in conclusione, entrano ed escono prolungamenti nervosi raccolti in fasci di fibre, detti nervi spinali.

La reazione più semplice di “botta e risposta”, il cosiddetto arco riflesso semplice, coinvolge dunque due soli neuroni, uno sensitivo e uno motorio.

Interno della colonna vertebrale. Sono visibili le radici dei nervi spinali.

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Il sistema nervoso costituisce un meccanismo perfetto, in grado di regolare la vita di interazione con il mondo che ci circonda mediante il trasporto e l’elaborazione di impulsi prevalentemente elettrici.

Tuttavia a noi giungono anche stimoli di altra natura: odori, luci e rumori, che devono essere tradotti in impulsi nervosi.

A questa funzione provvedono i recettori, cioè organi capaci di recepire stimoli di varia natura per convertirli in impulsi nervosi.

stimolo recettore Impulso nervoso

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Nella pelle sono presenti molti tipi di recettori tattili.

Essi sono formati da semplici terminazioni nervose avvolte da sottili lamelle, che hanno la funzione di recepire gli stimoli provenienti dal mondo esterno.

Una semplice deformazione meccanica della membrana cellulare porta a un cambiamento della condizione elettrochimica, innescando un impulso nervoso.

Recettori tattili.

I segnali che originano dai recettori tattili passano, infatti, attraverso i nervi sensoriali, al midollo spinale, e da qui al talamo posto nell’encefalo, e quindi alla corteccia cerebrale, dove vengono percepiti sotto forma di sensazioni tattili.

recettori Midollo spinale talamo corteccia

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L’occhio è, senza dubbio, il nostro principale informatore. Simile a una finestra aperta, ci permette di “vedere” le cose e di percepire immediatamente le qualità: colori, forma, dimensione e distanze degli oggetti che ci circondano.

Sono inseriti nelle cavità orbitali e costituiti dal globo oculare, cioè l’occhio vero e proprio, e da parti esterne: le sopracciglia, che appaiono come due archi ricoperti di peli, con la funzione di deviare il sudore, e le palpebre, che si chiudono e si aprono per riparare gli occhi. Esse sono orlate da grossi peli, le ciglia, che hanno la funzione di impedire l’accesso agli occhi di corpuscoli estranei. Cavità orbitali.

All’interno delle cavità orbitali, nella parte inferiore, sboccano i condotti delle ghiandole lacrimali. Le lacrime hanno, oltre a una funzione antibatterica, anche quella di lubrificare l’occhio, in modo che le palpebre possano muoversi senza irritare la parte esterna dell’occhio, la congiuntiva. Congiuntiva.

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Osservando una sezione trasversale dell’occhio, procedendo dall’esterno verso l’interno, troviamo la sclerotica o sclera, una membrana costituita da un tessuto fibroso molto resistente. Nella parte anteriore essa diventa trasparente e forma la cornea.

Al di sotto della cornea troviamo la coroide, ricca di vasi sanguigni, che riveste tutto il bulbo oculare, tranne la regione della cornea, dove forma l’iride. L’iride, che può essere marrone, verde o azzurra, circonda un foro, la pupilla. Quest’ultima, a seconda dello stato di contrazione dei piccoli muscoli dell’iride, può allargarsi o restringersi in base all’intensità della luce.

Sclera

Cornea

Coroide

Iride/pupilla

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Dietro l’iride troviamo il cristallino, che è un corpo trasparente dalla forma di lente biconvessa (convergente).

Tra il cristallino e la cornea vi è l’umore acqueo, che serve a tenerlo separato dalla cornea. Dietro a questo c’è una sostanza gelatinosa trasparente, l’umore vitreo, che riempie tutto l’interno del globo oculare.

Umor vitreo

Umor acqueo

Cristallino

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Nella parte posteriore dell’occhio troviamo una membrana, la retina. Essa è formata da cellule nervose sensibili alla luce, che per la loro forma particolare sono chiamate coni e bastoncelli.

I coni e i bastoncelli trasmettono le sensazioni luminose al cervello per mezzo del nervo ottico.

Retina

Bastoncelli

Coni Nervo ottico

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Esiste un punto della retina chiamato punto cieco, in corrispondenza dell’ingresso del nervo ottico. In questa zona non ci sono né coni né bastoncelli.

Presso il centro della retina si trova una fossetta, la macchia gialla o macula, che è la parte più sensibile dell’occhio.

Punto cieco

Macula

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La pupilla ha una funzione paragonabile a quella del diaframma di una macchina fotografica, cioè di regolare la quantità di luce in entrata.

Il cristallino ha la stessa funzione della lente della macchina fotografica, con la differenza di essere molto elastico e di cambiare di forma in relazione alla distanza dell’oggetto. In tal modo mette a fuoco l’immagine facendola cadere esattamente sulla retina.

Umore acqueo, cristallino e umore vitreo sono i mezzi ottici che permettono ai raggi luminosi di penetrare nell’occhio.

La retina è paragonabile alla pellicola fotografica. Su di essa si forma l’immagine dell’oggetto rimpicciolita e rovesciata.

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Milioni di terminazioni nervose partono dalla retina per confluire nel nervo ottico, che trasmette gli impulsi nervosi al cervello, in una zona della corteccia cerebrale corrispondente alla nuca. In quest'area il cervello “vede” l’immagine diritta e reale.

I coni sono le cellule della retina responsabili della visione dei colori; i bastoncelli, invece, sono capaci di distinguere la diversa intensità luminosa e sono particolarmente sensibili alla debole luminosità.

Nervo ottico

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Quando su un punto della retina arriva della luce, nei coni avviene la trasformazione di una speciale sostanza. Questa reazione chimica provoca un piccolo impulso elettrico che, tramite il nervo ottico, viene trasmesso al cervello. Nel frattempo le molecole della sostanza riacquistano la primitiva struttura.

Quando la luce è scarsa, i coni non funzionano e restano attivi solo i bastoncelli, che, però, non distinguono i colori. Per questo motivo di notte i colori si attenuano e si ha l’impressione di vedere in “bianco e nero”.

Se in una stanza buia fissiamo per alcuni secondi un oggetto, per esempio lo schermo di un televisore, e chiudiamo gli occhi, per pochi attimi abbiamo ancora l’impressione dell’immagine visiva dello schermo illuminato.

Se ne sopraggiunge un’altra, entrambe rimangono impresse sulla retina formandone una sola.

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È uno dei difetti più comuni dell’occhio e colpisce individui di qualunque età. Il miope vede bene gli oggetti vicini, ma in modo confuso quelli lontani.

La causa è dovuta a un’eccessiva curvatura del cristallino, che fa cadere l’immagine davanti alla retina. La miopia si corregge con lenti biconcave divergenti.

Obiettivo Salute

I difetti dell’occhio

Miopia

Punto di messa a fuoco

Immagine sulla retina sfuocata.

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È un difetto che colpisce le persone di una certa età. L’occhio vede in maniera sfocata gli oggetti vicini.

La causa è da ricercare nella mancata capacità di accomodamento del cristallino per gli oggetti vicini, dovuta alla sua perdita di elasticità. La presbiopia si corregge con lenti biconvesse convergenti.

Presbiopia

Punto di messa a fuoco

Immagine sulla retina sfuocata.

Obiettivo Salute

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È un difetto molto simile alla presbiopia, abbastanza diffuso tra i nei bambini. Il difetto è dovuto al fatto che il globo oculare, non avendo ancora raggiunto lo sviluppo definitivo, è troppo piccolo rispetto al cristallino. L’ipermetropia in genere scompare con la crescita.

È un difetto provocato dalla deviazione degli assi visivi, da cui deriva un’alterazione della visione binoculare, per cui la persona vede l’immagine doppia.

Ipermetropia

Strabismo

È l’incapacità di distinguere i colori, soprattutto il rosso e il verde. È un difetto ereditario, che in genere compare solo nei maschi.

Daltonismo

Obiettivo Salute

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È una malattia dovuta a un’infiammazione della congiuntiva.

È causato da un piccolo ascesso palpebrale.

Congiuntivite

Orzaiolo

È una malattia molto diffusa tra le persone anziane. È provocata dalla progressiva opacizzazione del cristallino, che blocca i raggi luminosi provocando una visione annebbiata.

Cataratta

Le malattie degli occhi

Obiettivo Salute

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È dovuto alla scollatura della retina dalla sua posizione abituale. Oggi l’intervento chirurgico con il laser riesce a curare questa malattia.

È una malattia che colpisce la coroide, provocando un’abbondante secrezione di liquido. Questo determina un aumento della pressione interna dell’occhio, con dilatazione dell’iride. Nei casi più gravi può condurre alla cecità. La cura, come per la cataratta, è esclusivamente chirurgica.

Distacco della retina

Glaucoma

Obiettivo Salute

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L’organo dell’udito è l’orecchio, che, fin dalla nascita, percepisce i suoni e i rumori di cui il mondo è pieno. Alcuni suoni provocano sensazioni piacevoli. Molti rumori, invece, danno fastidio, specialmente in certi stati di tensione e di affaticamento.

L’orecchio è suddiviso in tre parti:

Orecchio esterno

Orecchio medio

Orecchio interno

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È l’unica parte a noi visibile: viene chiamato padiglione auricolare. È formato da una cartilagine ricoperta da pelle e ha una forma a conchiglia adatta a raccogliere i suoni.

In mezzo al padiglione auricolare si apre il condotto uditivo, lungo il quale s’incanalano le vibrazioni sonore. Esso termina con una sottile membrana elastica, il timpano, con cui ha inizio l’orecchio medio.

Condotto uditivo

Padiglione auricolare

Timpano

Orecchio esterno

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L’orecchio medio è in comunicazione con la faringe per mezzo di un canale lungo 3-4 cm, la tromba di Eustachio. Essa permette di mantenere la pressione dell’aria in equilibrio al di qua e al di là del timpano.

L’orecchio medio è attraversato dalla catena dei tre ossicini dell’udito. Il primo, il martello, è attaccato al timpano e sta a contatto con un altro, l’incudine, il quale a sua volta è a contatto con un terzo, la staffa. Quest’ultima poggia su un’altra membrana, che copre un piccolo foro.

Martello

Tromba di Eustachio

Orecchio medio

Incudine

Staffa

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È formato da un sistema di gallerie avvolte a spirale come un guscio di lumaca, chiamato coclea. Essa è piena di liquido e contiene l’organo del Corti. Si tratta di un organo fatto di cellule che reagiscono ai suoni.

Queste cellule sono collegate a prolungamenti nervosi, che si raccolgono a formare il nervo acustico, diretto al cervello.

Orecchio interno

Coclea

Nervo acustico

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Le vibrazioni dell’aria, cioè le onde sonore, vengono raccolte dal padiglione auricolare e incanalate nel condotto uditivo, finendo contro la membrana timpanica, che si mette a vibrare.

Le vibrazioni, attraverso la catena degli ossicini, vengono trasmesse nel sistema di gallerie della coclea. Qui le vibrazioni sonore, trasmesse nel liquido, finiscono sulle cellule sensibili. Queste cellule traducono le vibrazioni in impulsi, che vengono inviati al cervello attraverso il nervo acustico. Possiamo quindi affermare che udiamo col cervello.

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Il campo uditivo dell’uomo è in grado di percepire suoni con frequenze comprese tra circa 20 Hz e 20.000 Hz, cioè da 20 a 20.000 vibrazioni al secondo.

Nella corteccia cerebrale tutti i caratteri dei suoni, quali ampiezza, frequenza, timbro e direzione, vengono analizzati in circa 1/10 di secondo.

Se al cervello giungono vibrazioni sonore a intervalli più brevi, queste non verranno più distinte, ma risulteranno sovrapposte e confuse.

Il nostro cervello è inoltre in grado di riconoscere l’intervallo che intercorre tra uno stesso suono pervenuto all’orecchio destro e a quello sinistro, e, in relazione alla differenza, è in grado di valutare la direzione da cui proviene il suono.

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Quando ci troviamo su un mezzo in movimento, come un’automobile in curva, un treno, una bicicletta, ci viene spontaneo spostarci di lato, o in avanti, o all’indietro.

Ciò avviene perché nel nostro orecchio interno, quando ci alziamo o ci abbassiamo, c’è un organo che provvede a fornirci il senso dell’equilibrio per la perfetta coordinazione dei movimenti.

Quest’organo è costituito da una piccola cavità, dalla quale si dipartono tre canali semicircolari orientati nelle tre direzioni dello spazio.

Essi sono ripieni di liquido, di cellule nervose munite di ciglia e di minuscoli granuli simili a sabbia microscopica, che prendono il nome di otoliti.

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Per renderci conto di come funziona il liquido dei canali semicircolari, ruotiamo un bicchiere contenente dell’acqua: noteremo che l’acqua non si muove insieme con le pareti del bicchiere, ma rispetto al bicchiere.

A ogni movimento della nostra testa il liquido si sposta rispetto ai canali semicircolari, e pertanto i granuli urtano le ciglia di speciali cellule sensibili.

Queste a loro volta trasmettono l’informazione al cervello mediante un nervo unito al nervo acustico.

Il cervello a questo punto provvede a inviare impulsi per ristabilire l’equilibrio del corpo.

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Se giriamo velocemente su noi stessi per poi fermarci di colpo, proviamo un senso di vertigine, perché certe cellule vengono “ingannate” dall’inerzia del liquido contenuto nei canali semicircolari.

Grazie all’organo dell’equilibrio possiamo conoscere anche a occhi chiusi la posizione della nostra testa in ogni istante.

Su questo riferimento deduciamo la posizione delle gambe, delle braccia e di tutte le altre parti del corpo.

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L’uomo, come molti altri animali, può comunicare con gli altri mediante la voce.

Tramite l’emissione dei suoni riusciamo a esternare il pensiero e i nostri sentimenti. Noi impariamo a parlare, nei primi anni di vita, tramite l’esperienza e l’imitazione degli altri.

Nella cavità della laringe sono presenti gli organi che producono la voce: le corde vocali. Si tratta di due pieghe membranose che entrano in vibrazione al passaggio dell’aria in uscita dalla trachea.

Durante la normale respirazione, le corde vocali restano distaccate e l’aria vi passa liberamente. Quando vogliamo emettere un suono, facciamo agire i piccoli muscoli collegati con le corde vocali; queste entrano in tensione avvicinandosi e lasciando solo una piccola apertura.

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Al passaggio dell’aria, esse vibrano con una frequenza che varia col variare della tensione.

Le vibrazioni sonore emesse dalla laringe vengono modificate dall’apparato boccale, lingua, denti, labbra, e trasformate in suoni articolati.

Otteniamo così il linguaggio parlato, che ci permette, appunto, di comunicare con gli altri.

La voce varia moltissimo per tonalità, intensità e timbro. La tonalità dipende dalla lunghezza delle corde vocali, l’intensità è proporzionale alla forza con cui l’aria urta le corde vocali e il timbro varia in relazione alla struttura e alla capacità delle varie parti dell’apparato respiratorio.

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Il nostro linguaggio si articola in un susseguirsi di parole formate da consonanti e vocali.

Per emettere le consonanti, interrompiamo bruscamente il flusso d’aria (proveniente dai polmoni) al fondo della gola o a livello del palato.

Per le vocali, invece, il flusso d’aria può perdurare a lungo e fuoriuscire dalla bocca aperta. Anche la lingua ha un suo ruolo nel controllare la produzione di molti suoni.

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Per difendere il nostro udito da situazioni che possono costituire un pericolo occorre seguire le seguenti indicazioni:

Ogni giorno dobbiamo provvedere a una pulizia scrupolosa delle orecchie con acqua e sapone. Una scarsa igiene può provocare infatti disturbi come l’otite. Essa è un’infiammazione di origine batterica o virale che può colpire il condotto uditivo, l’orecchio medio e quello interno.

Come difendere il nostro udito

Durante una nuotata o anche facendo una doccia, può capitare che dell’acqua penetri nell’orecchio. Per eliminare la sensazione di fastidio, è sufficiente inclinare la testa di lato ed esercitare lievi compressioni sull’orecchio, allo scopo di far uscire l’acqua.

Al mare ci vuole prudenza nel fare tuffi o immersioni. La differenza improvvisa di pressione tra la parete esterna e interna del timpano può provocarne la rottura.

Suoni e rumori troppo forti causano, col tempo, una diminuzione dell’udito.

Suoni troppo forti, come il suono di una tromba o uno scoppio vicino all’orecchio, possono anche provocare la rottura del timpano e quindi la sordità definitiva.

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Obiettivo Salute

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La cavità boccale, come abbiamo studiato a proposito dell’apparato digerente, comprende, oltre alle due arcate dentarie, dove sono alloggiati i denti, gli sbocchi delle ghiandole salivari e la lingua.

La lingua è costituita da tessuto muscolare striato e si inserisce sull’osso ioide; è ricoperta da un tessuto epiteliale pavimentoso a più strati su cui sono disseminate le papille gustative.

Papille gustative al microscopio.

Le papille gustative hanno forma, funzione e disposizione varie, e sono la sede, insieme con altri recettori presenti sul palato molle e sull’istmo delle fauci, del senso del gusto.

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Acido

Salato

Dolce

Amaro

La sensibilità delle papille gustative è condizionata dalla presenza dei chemiorecettori, che hanno la funzione di captare gli stimoli chimici solo se le molecole che li determinano sono disciolte nella saliva.

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La sede dell’olfatto è localizzata nel tessuto epiteliale del naso, esattamente nella parte interna delle fosse nasali, in corrispondenza dell’osso etmoide.

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Associate alle cellule epiteliali si trovano numerosissime (almeno 10 milioni) cellule nervose munite di peli sensitivi collegati al nervo olfattivo.

Essi sono in grado di percepire gli odori delle sostanze disciolte nella patina di muco che impregna l’epitelio.

Muco

Nervo olfattivo

Osso etmoide

Peli

Sulla volta delle cavità nasali confluiscono le terminazioni sensitive del nervo olfattivo, le cui fibre attraversano i fori nell’osso etmoide e giungono nel bulbo olfattivo; da questa zona partono gli impulsi che vengono convogliati al cervello.

Bulbo

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Il sistema vegetativo deve la sua denominazione al fatto di essere adibito alla funzione di “normale amministrazione” degli organi interni.

Viene anche chiamato autonomo, perché agisce indipendentemente dalla nostra volontà.

È diviso in due sezioni:

Simpatico Parasimpatico

Le nostre emozioni, belle o brutte che siano, sono sempre accompagnate da cambiamenti del funzionamento degli organi interni, in virtù delle azioni congiunte, e antagoniste, dei due sistemi simpatico e parasimpatico.

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Il suo centro direttivo sta in due file di gangli, insiemi di corpi di cellule nervose situati lungo la colonna vertebrale: i gangli del simpatico.

I nervi che partono dai gangli raggiungono le ghiandole, i vasi sanguigni, l'apparato digerente e il cuore.

Sistema simpatico

Il sistema simpatico predispone infatti l'organismo ai momenti di attività intensa o di lotta: inibisce la salivazione, accelera il battito cardiaco, fa secernere l'ormone adrenalina, blocca i riflessi sessuali e digestivi.

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I suoi centri sono i nuclei collocati presso le due estremità del sistema nervoso centrale: il bulbo alla base del cranio e la zona sacrale del midollo spinale.

Il sistema parasimpatico predispone l'organismo ai momenti legati all'alimentazione, alla digestione e all'attività sessuale.

Sistema parasimpatico

Influenza i muscoli viscerali e le ghiandole in modi opposti a quelli del sistema simpatico: per esempio, rallenta il battito cardiaco laddove il simpatico lo accelera.

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È il caso dell'ischemia cerebrale, della demenza arteriosclerotica dovuta ad arteriosclerosi cerebrale diffusa e di altre malattie.

Obiettivo Salute

Il sistema nervoso è soggetto a numerosissime malattie. Alcune sono dovute a difetti circolatori, che determinano una scarsa irrorazione di certe zone del cervello.

Altre malattie sono dovute alla vecchiaia, come il morbo di Parkinson, la demenza senile ecc. Piuttosto diffusa è l'epilessia, malattia che colpisce il soggetto con crisi periodiche, spesso accompagnate da convulsioni.

Il sistema nervoso può essere colpito da malattie infiammatorie, quali encefaliti, ascessi, sclerosi multipla, sifilide cerebrale ecc.

Le malattie del sistema nervoso

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Inoltre ogni nervo del corpo può essere soggetto a difetti e a malattie di varia natura: lesioni, tumori o infezioni. Si possono avere, pertanto, malattie che colpiscono il nervo olfattivo, il nervo ottico, gli oculomotori, il nervo facciale, l'acustico, il vago (che innerva faringe, cuore ecc.), e così via.

Obiettivo Salute

Alcuni mali colpiscono specificatamente il midollo spinale: per esempio le mieliti, la tubercolosi del midollo e la sifilide del midollo.

Altre malattie del sistema nervoso sono le cefalee, nevralgie, paralisi in varie parti del corpo e altre patologie più o meno gravi.

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Poi vi sono i casi, più o meno gravi, di insufficienza mentale. Sono dovuti a infezioni, intossicazioni, per esempio da alcool, o a traumi: spesso si tratta di eventi avvenuti poco prima o poco dopo la nascita, oppure durante il parto.

Obiettivo Salute

La psichiatria è quella parte della medicina che studia le malattie psichiche e mentali. Molto diffusi, per esempio, sono i comportamenti psicopatici, messi in atto da: mitomani, fanatici e altri tipi psicotici.

Altre patologie sono la confusione mentale, le tossicomanie, le demenze, le nevrosi: ansie, ossessioni, isteria.

Altri casi di insufficienza mentale sono legati a fattori ereditari, come anomalie del metabolismo, carenza di certi enzimi o difetti a livello cromosomico, come la sindrome di Down o mongolismo.

Le malattie mentali

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Molte malattie del sistema nervoso non possono essere guarite, ma tutte si possono curare o alleviare in qualche modo. Fondamentalmente esistono due modi di intervento:

Obiettivo Salute

Altri disturbi psichici sono le anoressie mentali, che portano al rifiuto del cibo, le malattie psicosomatiche, cioè sofferenze del corpo provocate da quelle della mente, stati depressivi, manie euforiche, furiose, deliranti, confusionali, e la schizofrenia, in cui si verifica una disgregazione della personalità con alterazioni del pensiero, della percezione e del comportamento.

Le chemioterapie, di tipo chimico, fanno uso di medicine e di psicofarmaci di vario genere.

Le psicoterapie, di tipo psicologico, invece, cercano di curare il paziente mediante colloqui, evocazioni di eventi importanti della vita del malato, analisi dei sogni, dei comportamenti e di ogni fattore che può essere legato direttamente o indirettamente al malessere da curare.

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Obiettivo Salute

Le droghe sono sostanze che provocano effetti sul sistema nervoso e alterano l'equilibrio psicofisico.

Questa definizione molto ampia comprende una vasta gamma di sostanze con effetti e pericolosità molto diversi. Possono essere così classificate:

Effetti di droghe e alcool

Droghe

1. Sedative: barbiturici, oppio, eroina.

2. Inebrianti: alcool, etere.

3. Allucinogeni: hascisc, marijuana, mescalina, LSD.

4. Eccitanti: caffeina, nicotina, cocaina, anfetamine.

Alcune vengono usate a scopo curativo sotto controllo medico, per esempio morfina e psicofarmaci. Altre, invece, come l'eroina e la cocaina, derivate dall'oppio, sono dannose.

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Ciò significa che il consumatore, per sentire lo stesso effetto provato la prima volta, deve usare dosi sempre più abbondanti e sempre più frequenti.

Obiettivo Salute

Le droghe producono ben presto tolleranza e ASSUEFAZIONE.

Supera così la soglia oltre la quale non è più in grado di vivere senza la droga. Diventa TOSSICODIPENDENTE.

2 Tipi di dipendenza

Fisica Psichica

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La sua mancanza provoca sintomi acuti, detti crisi di astinenza, che portano l'individuo in uno stato di depressione, accompagnato da convulsioni e talvolta anche da collassi.

Obiettivo Salute

Si ha dipendenza fisica quando l'organismo non riesce più a funzionare senza una sostanza esterna, la droga, alla quale si è adattato.

Si manifesta nel desiderio acuto dello stupefacente, soprattutto in momenti di difficoltà o per l'invito di un amico che offre una dose.

In qualche caso, dopo aver assunto una dose eccessiva o “tagliata” male di droga, può sopraggiungere la morte.

Dipendenza Fisica

Dipendenza Psichica

La dipendenza psichica, più subdola, rimane anche dopo l'eventuale disintossicazione del drogato.

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Obiettivo Salute

Quando beviamo una lattina di birra o un bicchiere di vino, che contengono circa 16 ml di alcool etilico, solo una piccola parte dell'alcool viene assorbita dallo stomaco, tutto il resto viene assimilato dal primo tratto dell'intestino tenue, entrando così nel circolo sanguigno.

Si ha un'intossicazione da alcool quando la sua concentrazione nel sangue supera 1g/litro. Ma già con 0,2 o 0,3 g/litro si hanno alterazioni dei riflessi e del comportamento.

Alcool

Una concentrazione alcolica nel sangue di 4 g/litro può essere fatale.

Gli alcolizzati hanno una probabilità di morte da 2 a 3 volte maggiore di quella dei non bevitori della stessa età e dello stesso sesso.

L'alcool, oltre ad abbreviare la vita, ne diminuisce la qualità, provocando: annebbiamento sensoriale, debolezza muscolare, amnesia per gli eventi recenti, e in qualche caso intaccando anche la memoria a lungo termine.

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Il consumo eccessivo di alcool crea dipendenza fisica e psicologica.

Obiettivo Salute

Forti consumi di alcool possono provocare aritmie e scompensi cardiaci. L'alcool, inoltre, aumenta i trigliceridi nel sangue e diminuisce la capacità di resistere alle malattie.

La sua mancanza provoca ansietà, nervosismo, tremori, e persino incubi e allucinazioni, cioè sindrome di astinenza.

Perciò il recupero degli alcolisti richiede un lavoro lungo e paziente.

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