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COMUNE DI SAN GIORGIO DI NOGARO
REGOLAMENTO
DI
POLIZIA RURALE
COMUNE DI SAN GIORGIO DI NOGARO Provincia di UDINE
REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 2
SOMMARIO
CAPO PRIMO: GENERALITA’
Art. 1 Il Servizio di Polizia Rurale
Art. 2 Scopo del Servizio di Polizia Rurale
Art. 3 I soggetti del Servizio di Polizia Rurale
Art. 4 Ordinanze del Sindaco
CAPO SECONDO: PASCOLO, CACCIA E PESCA
Art. 5 Disciplina dell’esercizio del pascolo
Art. 6 Pascolo degli animali
Art. 7 Pascolo lungo le strade pubbliche e private, fondi privati e beni demaniali
Art. 8 Limiti al pascolo
Art. 9 Sanzioni per pascolo abusivo
Art. 10 Allevamento allo stato brado
Art. 11 Esercizio della caccia, della pesca, della raccolta di funghi, lumache e rane
Art. 12 Apicoltura
CAPO TERZO: COSTRUZIONI RURALI
Art. 13 Costruzione di case coloniche
Art. 14 Igiene delle case coloniche e rurali
Art. 15 Stalle, letamai, concimaie e pozzi neri. Norme di realizzazione
Art. 16 Abbeveratoi
Art. 17 Cani da guardia
Art. 18 Allevamenti a carattere familiare, igiene dei ricoveri
Art. 19 Ricoveri per animali, igiene della costruzione
CAPO QUARTO: PROPRIETA’ E PRATICHE AGRARIE
Art. 20 Divieti di ingresso nei fondi altrui
Art. 21 Deroghe al diritto di passaggio
Art. 22 Esercizio del diritto di passaggio
Art. 23 Esercizio dell’attività venatoria
Art. 24 Esercizio dell’attività di pesca e diritto di accesso ai fondi altrui
Art. 25 Accesso ai fondi con mezzi non idonei
Art. 26 Vegetazione sporgente su fondo altrui
Art. 27 Spigolatura e raspollatura
Art. 28 Manutenzione di strade interpoderali
Art. 29 Aratura dei terreni
Art. 30 Pulizia delle aree private e terreni non edificati
Art. 31 Circolazione dei mezzi sulle strade
CAPO QUINTO: NORME PER LA CONSERVAZIONE DELLA FERTILITA’ DEI TERRENI E LA
SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO RURALE
Art. 32 Definizione di siepe, eliminazione e manutenzione delle siepi e delle zone boscate
Art. 33 Eliminazione di erbe infestanti
Art. 34 Accensione di fuochi nelle campagne
CAPO SESTO: FOSSI E CANALI PRIVATI E COMUNALI, FOSSI E CANALI DI BONIFICA
Art. 35 Libero deflusso delle acque
Art. 36 Opere di manutenzione di fossi e canali
Art. 37 Piantagioni arboree a ridosso di fossi e canali
Art. 38 Tombinatura di fossi e canali
Art. 39 Tombatura di fossi e canali
Art. 40 Costruzioni di nuovi fossati o canali
Art. 41 Gestione acque pubbliche
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 3
CAPO SETTIMO: ATTIVITA’ AGRICOLA E FONDIARIA
Art. 42 Disboscamento e messa a coltura di nuovi terreni agricoli
Art. 43 Distanze da confini di colture erbacee ed arboree
Art. 44 Impiego di prodotti fitosanitari
Art. 45 Spandimento di reflui zootecnici, concimazione e deposito di letame a bordo campo
Art. 46 Irrigazione a scopo agricolo
CAPO OTTAVO: MALATTIE DELLE PIANTE E LOTTA AGLI INSETTI NOCIVI
Art. 47 Difesa contro le malattie delle piante
Art. 48 Cartelli per esche avvelenate
CAPO NONO: BESTIAME, FAUNA DOMESTICA E SELVATICA, POLIZIA CANINA
Art. 49 Denuncia delle malattie infettive e diffusive degli animali
Art. 50 Seppellimento di animali morti per malattie infettive
Art. 51 Vaccinazione e profilassi degli animali domestici
Art. 52 Animali di terzi sorpresi nei propri fondi
Art. 53 Soccorso ad animali abbandonati o in difficoltà
Art. 54 Trasporto di animali
CAPO DECIMO: TUTELA DELL’AMBIENTE, DEL PAESAGGIO E DELLA TRANQUILLITA’
ALTRUI
Art.55 Impiego di falciatrici e motoseghe
Art. 56 Terreni liberi da colture, divieti e obblighi
Art. 57 Colture agrarie, limitazioni
Art. 587 Decoro paesaggistico ed urbano
CAPO UNDICESIMO: SANZIONI
Art. 59 Accertamento delle violazioni e sanzioni
Art. 60 Rimessa in ripristino ed esecuzione d’ufficio
Art. 61 Omessa ottemperanza di provvedimenti del Sindaco
Art. 62 Sequestro e custodia di cose
Art. 63 Sospensione dell’autorizzazione o della concessione
CAPO DODICESIMO: DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
Art. 64 Entrata in vigore del Regolamento
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 4
CAPO PRIMO:
GENERALITA’
Art. 1 Il servizio di Polizia Rurale
Il presente Regolamento disciplina il Servizio di Polizia Rurale nel territorio di
Per quanto non contemplato nel presente Regolamento, trovano applicazione tutte le altre norme
dello Stato, della Regione, della Provincia nonché quelle comunali vigenti in materia e contenute in altri
Regolamenti.
Per zona rurale del territorio comunale si intende qualsiasi area del territorio comunale nella
quale si svolga attività agricola, pascolo, allevamento, caccia e pesca, indipendentemente dalla
destinazione d’uso urbanistica.
Art. 2 Scopo del Servizio di polizia Rurale
Il Servizio di Polizia Rurale ha lo scopo di assicurare, nel territorio del Comune, la regolare
applicazione delle leggi, dei regolamenti e di ogni altra disposizione che interessano in genere la cultura
agraria e la vita sociale nelle campagne.
Il presente regolamento si applica:
a. nelle zone rurali del territorio comunale
b. nelle aree di tutela ambientale
c. nelle aree verdi
d. negli ambiti compresi all’interno del perimetro urbano che a vario titolo sono interessati da
attività di norma esercitate in ambito agricolo-rurale
e. nei parchi comunali
Art. 3 I soggetti del Servizio di Polizia Rurale
Il Servizio di Polizia Rurale è diretto dal Sindaco o da un suo Assessore delegato. Viene svolto
dall’Ufficio di Polizia Municipale, dall’Ufficio Tecnico Comunale ed altri uffici comunali allo scopo
identificati, nonché dagli altri organi di polizia dello Stato, della Regione Friuli Venezia Giulia e della
Provincia di Udine.
Art. 4 Ordinanze
In applicazione del presente Regolamento al Responsabile del servizio di vigilanza spetta la
facoltà di emettere ordinanze.
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CAPO SECONDO:
PASCOLO, CACCIA E PESCA
Art. 5 Disciplina dell’esercizio del pascolo
I proprietari e conduttori di mandrie e greggi, oltre alle disposizioni contenute nel presente
Regolamento, sono tenuti ad osservare le disposizioni emanate in materia dall’Autorità sanitaria, dal
Prefetto e dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Devono inoltre osservare le leggi forestali ed i relativi regolamenti e la norme del codice della
strada.
Art. 6 Pascolo degli animali
Il bestiame al pascolo deve essere guidato e custodito da personale capace ed in numero tale da
impedire sbandamenti o fughe che possano cagionare danni alle colture, molestia ai passanti o intralcio al
traffico.
Art. 7 Pascolo lungo le strade pubbliche e private, fondi privati e beni demaniali
Per il pascolo di bestiame di qualunque sorta su terreni demaniali comunali, lungo i cigli, le
scarpate, gli argini ed i fossi laterali delle strade pubbliche o di uso pubblico, occorre il preventivo
permesso del Comune.
Nel percorrere le strade i conduttori di bestiame di qualsiasi specie dovranno tenere la massima
cura onde impedire sbandamenti dai quali possano derivare danni, molestie, timori tra i cittadini e/o
danneggiamento alle cose e dovranno occupare uno spazio, qualora possibile, non superiore ad 1/3 della
carreggiata. Nelle vie e nelle piazze degli abitati è vietata la sosta del bestiame.
Per il pascolo di bestiame di qualunque sorta su strade e fondi privati occorre avere il preventivo
consenso del proprietario.
Art. 8 Limiti al pascolo
Il pascolo nelle ore notturne è consentito solo nei fondi chiusi.
E’ vietato il pascolo del bestiame nelle aree verdi attrezzate e nei parchi comunali.
Art. 9 Sanzioni per pascolo abusivo
Il bestiame sorpreso senza custodia a pascolare abusivamente sui fondi comunali o privati, o
lungo le strade, potrà essere sequestrato e tenuto sotto custodia fino a che non sia rintracciato il
proprietario.
Ferme restando le disposizioni di cui all’art. 843 comma 2 e 3 e art. 925 del Codice Civile, il
proprietario del bestiame sorpreso a pascolare abusivamente senza preventiva autorizzazione su terreno
pubblico o di uso pubblico o su fondo privato, verrà perseguito ai sensi dell’art. 636 del codice penale.
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 6
Art. 10 Allevamento allo stato brado
L’allevamento allo stato brado è consentito in fondi chiusi da recinti fissi o mobili, idonei ad
impedire la fuga e lo sbandamento degli animali e conseguenti danni alle proprietà circostanti.
Art. 11 Esercizio della caccia, della pesca, della raccolta di funghi, lumache e rane
Per l’esercizio della caccia e della pesca, della raccolta di funghi e anfibi si rimanda alle leggi
nazionali, regionali e alle altre disposizioni provinciali.
L’esercizio della caccia e della pesca non è consentito senza il possesso delle licenze prescritte.
Art. 12 Apicoltura
Apiari e alveari in genere devono essere collocati fuori dal centro abitato a non meno di 15 metri
lineari rispetto alle strade di pubblico transito e ai confini di proprietà.
detentori di apiari e alveari in genere hanno l’obbligo di denunciare al Servizio Veterinario
competente eventuali malattie riscontrate negli insetti.
Per quanto non disciplinato dal presente Regolamento si rimanda alle leggi ed ai regolamenti
regionali.
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 7
CAPO TERZO:
CASE COLONICHE E RURALI
Art. 13 Costruzione di case coloniche
Per la costruzione, l’ampliamento o il riattamento di case coloniche, stalle, fabbricati rurali, ecc.,
si applicano le norme in materia urbanistico-edilizia ed igienico-sanitaria.
Art. 14 Igiene delle case coloniche e dei fabbricati rurali
Le case coloniche non abitate devono essere tenute in costante stato di pulizia.
I fabbricati rurali, i fienili, i depositi di carburante, le stalle, le concimaie, devono essere
costruiti in corpi separati e mantenuti secondo le prescrizioni del regolamento comunale di igiene e degli
strumenti urbanistici
In caso di edifici pericolanti è obbligatorio, se la proprietà non presenta confini invalicabili,
indicare lo stato di pericolo con cartelli posti in vista.
Art. 15 Stalle, letamai, concimaie e pozzi neri. Norme di realizzazione
Tutti i ricoveri per il bestiame devono essere provvisti di letamai. Questi debbono avere la
capacità proporzionata ai capi ricoverabili; devono essere costruiti con fondo e pareti resistenti ed
impermeabili e con pozzetti a tenuta per i liquidi.
I letamai, le concimaie, i pozzi neri, i pozzetti per le urine ed in generale tutti i depositi di
materie di rifiuto devono essere posti ad almeno 25 metri dal pozzo per l’emungimento di acqua potabile
o da qualsiasi altro serbatoio di acqua potabile e comunque a valle dello stesso.
Le concimaie devono essere divise in due settori di eguali dimensioni per permettere la
maturazione del letame prima della distribuzione sul terreno agricolo.
Le concimaie dovranno rispettare la seguenti caratteristiche:
a. consentire un’autonomia di stoccaggio di sei mesi delle deiezioni della stalla
b. avere un muretto perimetrale di altezza non inferiore a 30 cm.
c. essere distanti almeno 50 metri dalle abitazioni
Mucchi di letame e altri concimi, limitati ai bisogni di un podere, sono tollerati, purché in aperta
campagna e a non meno di 50 metri da qualsiasi abitazione, da pozzi d’acqua potabile, da acquedotti,
serbatoi e strade e purché non diano luogo a infiltrazioni nel sottosuolo e non permangano sul posto per
più di due settimane.
Art. 16 Abbeveratoi
Gli abbeveratoi debbono essere posti a debita distanza dal pozzo per l’emungimento di acqua
potabile o da qualsiasi altro serbatoio di acqua e devono essere costruiti con materiale di facile lavatura e
tenuti costantemente puliti.
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 8
Ove sia possibile, si devono alimentare gli abbeveratoi con acqua corrente o almeno disporre
che l’acqua vi scorra e si rinnovi abbondantemente dopo l’abbeveramento.
Gli abbeveratoi non devono mai essere alimentati dallo stesso rubinetto di presa dell’acqua
utilizzata per l’uso domestico.
Attorno agli abbeveratoi è vietato il lavaggio degli animali, nonché la pulizia ed il lavaggio dei
veicoli.
Art. 17 Cani da guardia
I cani da guardia di indole feroce degli edifici rurali non recintati non possono essere lasciati
liberi ma assicurati ad idonea catena.
Art. 18 Allevamenti a carattere familiare, igiene dei ricoveri
I ricoveri per animali allevati per autoconsumo e ornamento non sono soggetti ad autorizzazione
comunale e non vengono considerati industrie insalubri, purchè il numero degli animali allevati non
superi le due unità per i quadrupedi (suini, cavalli, bovini, ovini caprini e simili) e le venticinque unità
per gli animali di bassa corte (pollame, conigli, e simili)
In ogni caso tali ricoveri, fatte salve norme specifiche, dovranno essere costruiti e sistemati in
modo tale da:
a. consentire una sufficiente illuminazione ed aerazione
b. mantenere, per le nuove costruzioni, una distanza minima di 30m dalla strada e dalle
abitazioni di terzi
c. evitare il ristagno delle deiezioni
d. essere provvisti di mangiatoie ed abbeveratoi adeguati
e. se si tratta di stalle per bovini, equini ed ovi-caprini, essere provvisti di concimaia
situata in modo tale da non provocare odori e disagi per le abitazioni viciniori.
I porcili contenenti fino a 5 capi adulti da destinarsi ad uso familiare non possono essere
costruiti se non in muratura ed a una distanza minima di 25 m dalle abitazioni e dalle strade; devono
avere aperture sufficienti al ricambio dell’aria, mangiatoie e pavimenti ben connessi costruiti con
materiale impermeabile e dotati di presa d’acqua. Il pavimento deve essere inclinato per facilitare lo
scolo delle urine nel pozzetto ed unito alle pareti attraverso angoli arrotondati.
Il pozzetto deve essere costruito in base alle norme prescritte per i pozzi neri.
Fatta esclusione per le preesistenze è vietata la costruzione di nuovi porcili nelle zone definite
A-B-C-D-H nel vigente strumento urbanistico comunale.
Tali ricoveri per animali devono essere distaccati dalla casa di almeno 10 metri; debbono essere
aerati e tenuti puliti.
Riguardo alle preesistenze entro le zone residenziali, sarà ammesso solo un numero di capi
limitato all’uso familiare.
Anche i forni, gli essiccatoi e gli altri annessi rurali devono essere distaccati dalla casa colonica.
Art. 19 Ricoveri per animali, igiene della costruzione
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 9
I ricoveri per animali di nuova costruzione devono avere sempre un’altezza media non inferiore
a metri 3.5 e dimensioni tali da assicurare almeno 10 metri cubi di aria per ciascun capo di bestiame
minuto e 35 metri cubi per ogni capo di bestiame grosso. Devono inoltre essere provvisti di ampie porte e
finestre per il rinnovamento dell’aria. I pavimenti e le mangiatoie devono essere impermeabili e le
rastrelliere devono essere metalliche. Anche le cunette di scolo delle urine devono essere impermeabili e
finire in apposita vasca a tenuta collocata fuori dalla stalla. E’ assolutamente vietato l’impiego, come
lettiera, del materiale di pagliericci usati.
I ricoveri per animali ed i fienili debbono essere indipendenti dalla casa colonica e devono
rispondere ai requisiti sulla normativa vigente per il benessere animale. Quando ciò non sia possibile, i
ricoveri stessi non possono comunicare direttamente con gli ambienti di abitazione e non devono avere
aperture nella stessa facciata ove si aprono le finestre delle abitazioni se non a distanza di almeno metri
10 in linea orizzontale per quelli di nuova costruzione ed almeno 6 metri per quelli esistenti.
I ricoveri non devono essere collocati sotto ambienti abitabili.
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 10
CAPO QUARTO:
PROPRIETA’ E PRATICHE AGRARIE
Art. 20 Divieto di ingresso nei fondi altrui
È vietato entrare nei fondi altrui anche se incolti salvo che esistano servitù di passaggio.
Possono comunque accedere ai fondi altrui, comportandosi comunque in modo da arrecare il minor
danno alle colture, chi si trova nella necessità di:
a. inseguire animali sfuggiti alla custodia
b. esercitare il diritto di caccia, pesca e raccolta funghi nei termini consentiti dalla legge
c. spegnere fuochi o contenere altri eventi calamitosi.
Art. 21 Deroga al diritto di passaggio
Ove il proprietario di un fondo non recintato, ove ci sia coltura in atto, non voglia assoggettarsi
alla servitù di passaggio e caccia, deve ottemperare quanto stabilito dalla L.R. n. 30 del 31/12/1999 e
sistemare delle tabelle ben visibili lungo i confini del fondo recanti la scritta “Divieto di accesso”,
indicando inoltre gli estremi della legge.
Art. 22 Esercizio del diritto di passaggio
Il diritto di passaggio su fondo altrui deve essere esercitato transitando lungo de capezzagne o
capitagne presenti avendo cura di:
a. arrecare il minore disturbo possibile al conduttore del fondo
b. evitare la sosta se non per motivi di forza maggiore
Art. 23 Esercizio dell’attività venatoria
È consentito l’accesso ai fondi rustici per l’esercizio dell’attività venatoria, secondo quanto
disposto dall’art. 842 Codice Civile e dalla normativa regionale.
L’eventuale costruzione di capanni da caccia deve essere preventivamente autorizzata dal
proprietario del fondo e assentita dal Comune in conformità a quanto previsto dalle norme vigenti e dalle
specifiche disposizioni inerenti la tutela e la conservazione dei beni paesaggistici e ambientali, nonché in
ossequio alle disposizioni urbanistiche.
La caccia vagante è consentita nei luoghi coltivati a vigneto, uliveto, frutteto, colture erbacee da
seme, mais da seme e soia, nonché nei luoghi incolti.
La volontà di impedire l’accesso al fondo per l’esercizio di attività venatoria deve anche essere
comunicata al Servizio Regionale per la Conservazione della Fauna e della Caccia presso la Direzione
Regionale delle Foreste.
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 11
Art. 24 Esercizio dell’attività di pesca e diritto di accesso ai fondi altrui
È consentito l’accesso ai fondi altrui per praticare l’attività di pesca secondo quanto disposto
dall’art.20 della L.R. 30-04-2003 n.12
È oltremodo consentito l’accesso ai terreni demaniali costituiti dall’alveo del corso d’acqua e
delle sue adiacenze.
Art. 25 Accesso ai fondi con mezzi non idonei
Sui fondi agricoli, qualsiasi ne sia la loro destinazione, non possono accedere mezzi meccanici
non abilitati alle lavorazioni quali auto, motocicli, motociclette, eccetera, senza il consenso del
proprietario del fondo.
Il presente comma non si applica ai mezzi di polizia, soccorso e ricerca scientifica nell’esercizio
delle loro funzioni.
È consentito l’accesso con cavalli a sella secondo quanto disposto dall’art. 22.
Art. 26 Vegetazione sporgente su fondo altrui
Secondo quanto disposto dall’art. 896 Codice Civile, il proprietario del fondo sul quale sporge
vegetazione altrui può in qualunque momento costringere il vicino al taglio della parte di vegetazione
sporgente.
Questa norma è applicabile sia nel caso di piante poste a distanza legale dai confini, sia nel caso
di piante che hanno acquisito il diritto di essere mantenute a distanza inferiore a quella legale.
A tal proposito i proprietari dei fondi sono obbligati a tenere regolate le piante e le siepi vive in
modo da non restringere o arrecare danno alle proprietà altrui, nonché alle strade. I proprietari sono
oltremodo tenuti a tagliare i rami delle piante che si protendono oltre il ciglio stradale, impedendo la
libera visuale della strada stessa e/o della segnaletica eventualmente presente.
In caso di trascuratezza del proprietario, l’Autorità Comunale farà eseguire i lavori a spese
dell’inadempiente.
Art. 27 Spigolatura e raspollatura
È vietato spigolare, rastrellare e rampollare ed in ogni genere raccogliere residui del fondo
altrui, anche dove e quando sia stata già effettuata la raccolta dei prodotti, senza il consenso del
conduttore del fondo.
Art. 28 Manutenzione di strade interpoderali
Le strade interpoderali devono essere mantenute, a cura degli utenti, in buono stato di
percorribilità e con la dovuta pendenza verso i lati, aprendo, se del caso, una cunetta o un fosso per il
rapido deflusso delle acque e provvedendo a mantenere il fosso o la cunetta costantemente spurgati.
Art. 29 Aratura dei terreni
I frontisti delle strade pubbliche, ad uso pubblico o vicinali non possono arare i loro fondi in
adiacenza delle strade e/o dei fossi, ma devono formare lungo di esse una regolare capezzagna di
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 12
larghezza minima di 5 metri qualora l’aratura sia perpendicolare alla strada od al fosso ciò al fine di poter
eseguire le manovre con i mezzi agricoli senza arrecare danno alle strade o fossi; e di larghezza minima
di 1.5 metri nei casi di aratura parallela alla strada; vengono fatte salve le disposizioni contenute nel
Codice della Strada in materia di fasce di rispetto stradale e di visibilità.
Art. 30 Pulizia delle aree private e terreni non edificati
Gli spazi di uso comune dei fabbricati, le aree scoperte di uso privato ed i terreni non edificati
devono essere tenuti puliti e sfalciati, le manutenzioni ed il corretto stato di efficienza devono essere
eseguite con diligenza da parte dei rispettivi proprietari o conduttori.
I proprietari, ovvero coloro che hanno la disponibilità di terreni non edificati, qualunque sia il
loro uso e destinazione, devono conservarli costantemente liberi da rifiuti anche se abbandonati da terzi.
E’ fatto obbligo conservare i terreni costantemente puliti evitando il vegetare di rovi, erbe infestanti,
eccetera, provvedendo all’esecuzione dello sfalcio dell’erba nei mesi da maggio a settembre al fine di
ridurre la proliferazione di insetti, topi, ratti, bisce, eccetera.
In caso di inadempienza, il Responsabile del servizio di vigilanza con ordinanza, intima la pulizia
delle aree o dei fabbricati. Nel caso di ulteriore inosservanza, il Responsabile del servizio di vigilanza
provvede alla pulizia rimettendone i costi ai proprietari o ai conduttori.
Art. 31
Circolazione dei mezzi sulle strade
Chiunque, con qualsiasi mezzo, nel transitare su strade comunali, vicinali o interpoderali o in
altri luoghi pubblici e non, lasci cadere al suolo sabbia, ghiaia, terra o altro materiale in modo da
imbrattare o ingombrare, è tenuto a provvedere immediatamente, a proprie spese e cure, allo sgombro e
alla pulizia dell’area interessata.
Qualora il responsabile non provveda, sarà soggetto alla sanzione pecuniaria da €21 a €85
secondo quanto disposto dall’art.15 del D.lgs. 30-04-1992 n.285 (Nuovo Codice della Strada).
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 13
CAPO QUINTO:
NORME PER LA CONSERVAZIONE DELLA FERTILITA’ DEI TERRENI E LA
SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO RURALE
Art. 32 Definizione di siepe, eliminazioni e manutenzioni delle siepi e delle zone boscate
È definita siepe una fascia continua, di larghezza variabile, occupata da vegetazione composta
da essenze arboree ed arbustive.
L’eliminazione totale delle zone boscate esistenti è vietata.
Si consente l’eliminazione delle siepi nel caso di ricomposizione e/o riorganizzazione del fondo
con l’obbligo di mantenere la superficie boscata complessiva esistente.
I proprietari sono tenuti a provvedere alla manutenzione e cura periodica delle siepi e delle zone
boscate in genere, in modo da eliminare erbe ed arbusti infestanti dannosi alle essenze arboree più
pregiate costituenti le siepi stesse.
Art. 33 Eliminazione di erbe infestanti
E’ altresì vietata, in prossimità delle siepi, la pratica dell’eliminazione delle erbe e degli arbusti
infestanti tramite il fuoco.
Art. 34 Accensione di fuochi nelle campagne
In tutto il territorio comunale è vietato accendere fuochi per lo smaltimento di ogni tipo di
rifiuti.
È permessa l’accensione di fuochi per lo smaltimento della sterpaglia, dei residui della potatura,
dei residui della manutenzione e taglio delle siepi, dei residui colturali, purché venga effettuata ad
almeno 20 metri dalle abitazioni e strade o ferrovie avendo cura che il materiale sia convenientemente
essiccato in modo da evitare eccessivo fumo e/o che lo stesso, a seguito del vento, sia trasportato verso le
abitazioni, le strade statali o le linee ferroviarie.
Chi accende il fuoco deve assistervi fino a quando non sia completamente spento. Deve inoltre
osservare le disposizioni in materia di prevenzione degli incendi delle campagne, contenute in leggi
nazionali, regionali, nei regolamenti e nelle ordinanze.
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 14
CAPO SESTO:
FOSSI E CANALI PRIVATI E COMUNALI
FOSSI E CANALI DI BONIFICA
Art. 35 Libero deflusso delle acque
E’ vietato apportare qualsiasi variazione o innovazione al corso delle acque pubbliche e private.
I proprietari di terreni su cui defluiscano per via naturale acque di fondi superiori, non possono impedire
il libero deflusso delle acque con opere di qualsiasi natura ed origine.
Sono vietate le derivazioni abusive, l’impianto di alberi dentro gli alvei, lo sradicamento degli
arbusti e degli alberi lungo le sponde, le variazioni a manufatti posti lungo il corso d’acqua e la posa di
tronchi o di tubi attraverso il corso d’acqua.
In tutti i casi, in cui il normale deflusso delle acque venga impedito da cause naturali (ad
esempio da alberi inclinati, foglie, rami e detriti vari) il proprietario o il conduttore del fondo hanno
l’obbligo di segnalarlo immediatamente agli organi di cui all’art. 3 del presente Regolamento, per i
successivi provvedimenti di competenza.
I proprietari di terreni attigui a strade di qualsiasi tipo devono impedire, tramite adeguate
lavorazioni o eventuali costruzioni di fossi di opportuna dimensione, che l’acqua derivante da ordinarie
precipitazioni atmosferiche defluisca direttamente sulle strade stesse.
Quando l’Autorità Comunale accerti l’esecuzione di lavori e opere che procurino ostacoli al
naturale scolo delle acque, ingiungerà l’esecuzione delle opere necessarie per assicurare in modo
permanente il regolare deflusso delle acque stesse.
Art. 36 Opere di manutenzione di fossi e canali
Ogni proprietario di fondo confinante con fossi e canali è tenuto ad eseguire le ordinarie opere
di manutenzione almeno una volta all’anno ed eventualmente ripetute ogni qualvolta la capacità di
deflusso delle acque risulti limitata. Le opere di manutenzione ordinaria sono lo sfalcio e il
riconsolidamento delle scarpate. Lo spurgo dei fossati sarà eseguito secondo necessità.
I fossi delle strade vicinali di proprietà dei frontisti devono essere tenuti in manutenzione dai
frontisti stessi.
In caso di trascuratezza o di inadempienza del proprietario o conduttore del fondo, nel termine
prescrittogli dal Comune, l’Amministrazione farà eseguire detti lavori a spese dell’inadempiente, ferma
restando la contravvenzione accertata.
Ai proprietari di terreni soggetti a servitù di scolo di fossi o canali privati è fatto obbligo di
provvedere che tali fossi o canali siano tenuti costantemente sgombri in modo che, anche in caso di
piogge continue, il deflusso delle acque si verifichi senza pregiudizio e danno delle proprietà contermini
e delle eventuali vie contigue.
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REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE 15
Art. 37 Piantagioni arboree a ridosso di fossi e canali
Le piantagioni, siepi o filari esistenti lungo i fossi e canali dovranno essere tutelati, salvo che
non comportino limitazioni funzionali tali da pregiudicare il regolare deflusso delle acque.
Art. 38 Tombinatura di fossi e canali
È data facoltà ai proprietari di fossi e canali di eseguire opere di tombinatura per creare nuovi
accessi alle proprietà nei fronti di competenza.
I proprietari che intendono eseguire opere di tombinatura devono presentare apposita domanda
al Comune che stabilirà la fattibilità o meno di tale intervento.
Art. 39 Tombatura di fossi e canali
È ammessa la tombatura di fossi e canali, previa opera di trasposizione. I richiedenti devono in
ogni caso provare che:
a. l’opera è necessaria
b. la non alterazione dell’assetto idraulico mediante l’indicazione delle nuove opere per
l’allontanamento delle acque
c. la non alterazione dell’assetto naturalistico con reimpianto della vegetazione eventualmente
presente.
In caso di tombatura abusiva l’Amministrazione Comunale può chiedere il ripristino e in caso di
inadempienza il Comune può far eseguire i lavori con costi a carico dell’inadempiente.
Art. 40 Costruzione di nuovi fossati o canali
È ammesso lo scavo di nuovi fossi o canali secondo le necessità dei proprietari.
Per lo scavo di fossi o canali presso il confine si deve osservare una distanza uguale alla
profondità del fosso o del canale.
Per lo scavo di fossi o canali presso i cigli stradali si deve tenere una distanza pari alla misura
della scarpata del fosso e va misurata dal punto di inizio della scarpata stessa fino al ciglio stradale.
Art. 41 Gestione delle acque pubbliche
Lungo le acque pubbliche appena elencate e lungo fossi e canali di proprietà comunali,
provinciali , statali,consorziali e regionali sono vietate:
a. la formazione di pescaie, chiuse, ed altre opere anche temporali e provvisorie per l’esercizio
della pesca
b. le piantagioni che si inoltrino dentro gli alvei dei fiumi, rivi e canali a restringerne la
sezione normale e necessaria al libero deflusso delle acque
c. lo sradicamento e il rogo dei ceppi degli alberi che sostengono la riva per una distanza
inferiore a dieci metri dalla linea in cui arrivano le acque ordinarie. Per i rivi, canali e
scolatoi pubblici la stessa proibizione è limitata ai piantamenti aderenti alle sponde
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d. le piantagioni di qualunque sorta di alberi e arbusti e il movimento del terreno sul piano e
sulle scarpate degli argini ad una distanza minore a cinque metri dal piede degli argini.
Le colture agrarie devono tenere una distanza minima di due metri lineari dalla sponda, o di
cinque metri se lungo l’alveo del fiume occorra mantenere una servitù di passaggio per i mezzi agricoli
che devono accedere a fondi vicini.
Le stesse distanze di applicano in caso di presenza di un argine.
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CAPO SETTIMO:
ATTIVITA’ AGRICOLA E FONDIARIA
Art. 42 Disboscamento e messa a coltura di nuovi terreni agricoli
È vietato eliminare totalmente e parzialmente siepi e zone boscate esistenti, il prosciugamento di
torbiere e prati umidi, la chiusura di sorgenti e corsi d’acqua di risorgiva.
In caso di inadempienza, il proprietario o chi per esso, avrà obbligo di ripristino entro i termini
indicati dall’Amministrazione. In caso di ulteriore inadempienza l’Amministrazione può eseguire i lavori
per suo conto con i costi a carico dell’inadempiente, ferma restando la contravvenzione accertata.
Art. 43 Distanze dai confini di colture erbacee ed arboree
Salvo diversi accordi tra le parti e fatte salvo le colture esistenti fino al taglio, dovranno essere
rispettate le seguenti distanze dal confine
a. coltivazioni erbacee 0,50 metri lineari
b. viti e frutteti a filare 1,50 metri lineari
c. piantagioni arboree da legno a media altezza 5,00 metri lineari
d. alberi da frutto 3,00 metri lineari
e. pioppeti o altre colture da legno similari 10,00 metri lineari
f. pioppeti rispetto altri edifici residenziali 50,00 metri lineari
Art. 44 Impiego di prodotti fitosanitari
Per l’acquisto e l’uso di presidi sanitari definiti “molto tossici”, “tossici” e “nocivi” si fa
riferimento a quanto previsto dagli articoli 25 e 26 del D.P.R. 290/2001 e successive modificazioni, che
fa riferimento all’obbligo del possesso del patentino.
Il titolare del patentino e in generali chi ne fa uso, è inoltre responsabile del trasporto, della
conservazione e dell’utilizzazione in modo appropriato dei suddetti prodotti.
A tal proposito si specifica che il locale adibito al deposito e conservazione dei presidi sanitari
non deve essere adibito anche alla conservazione di derrate alimentari e mangimi. Detto locale deve
essere fuori terra, accessibile direttamente dall’esterno, chiuso a chiave, asciutto, fresco, areato,
facilmente pulibile; deve essere mantenuto costantemente in ordine e deve essere dotato di mezzi idonei
ad effettuare eventuali intereventi di emergenza in caso di allagamento, incendio e rottura delle
confezioni.
Nel corso di trattamenti con prodotti fitosanitari (insetticidi, fungicidi, diserbanti, eccetera) deve
essere adottata ogni cautela per evitare che le miscele raggiungano edifici ed aree pubbliche o private di
terzi, strade, colture, corsi d’acqua, pozzi, sorgenti ed ambiti naturali tutelati, né arrecare disturbo alla
popolazione.
I trattamenti sono consentiti secondo le seguenti modalità:
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a. il getto contenente la miscela non deve raggiungere persone, mezzi o beni transitanti lungo
le strate; qualora si ravvisasse tale rischio il trattamento deve essere momentaneamente
sospeso
b. sia mantenuta una fascia di rispetto di dieci metri lineari dalle case abitazione, dai corsi
d’acqua, pozzi, sorgenti, fontane, per i trattamenti a terra e alle chiome
c. è vietato l’uso di prodotti sanitari su tutti i terreni che per la loro caratteristica di ritenzione
idrica, pendenze, presenza di acque superficiali, possono costituire un canale diretto di
immissione delle sostanze tossiche o nocive all’interno degli ambienti tutelati
d. è vietato l’uso di prodotti sanitari negli ambienti boschivi e nelle siepi.
La preparazione delle miscele contenti prodotti sanitari, il lavaggio delle attrezzature per la
distribuzione e lo sversamento dei liquidi di lavaggio sono vietati in prossimità dei corsi d’acqua, pozzi,
sorgenti, fossi, fontane, vie ed aree pubbliche.
È vietato lo sversamento dei liquidi di lavaggio nelle fognature.
Qualora, nonostante le cautele adottate, si verificasse uno sconfinamento di miscele sul fondo
altrui, è fatto obbligo di avvertire immediatamente il confinante del tempo di agibilità e del periodo di
carenza dei prodotti sanitari impiegati.
Art. 45 Spandimento di reflui zootecnici, concimazione e deposito di letame a bordo campo
È vietato lo spandimento di reflui zootecnici nelle aree urbane e nelle aree adiacenti ad esse.
Lo spandimento è ammesso con i seguenti limiti:
a. distanza rispetto le abitazioni 30,00 metri lineari
b. distanza rispetto ai corsi d’acqua 10,00 metri lineari
d. divieto di aspersione durante le piogge e nei due giorni successivi alle precipitazioni
e. divieto di aspersione su gelate o su superfici coperte di neve
f. divieto di ristagno o ruscellamento dei liquami
Lo spargimento su suolo scoperto a scopo di concimazione o ammendamento di materiale
fermentescibile o putrescibile di qualunque natura nonché materiale polverulento è ammesso solamente
per materiali stabilizzati o compostati, comunque rispondenti alle caratteristiche previste dalle norme di
legge. Lo stesso spargimento è consentito purché non ne derivi danno o molestia agli abitanti delle case
contermini, o purché il materiale venga interrato mediante aratura entro 48 ore dalla conclusione
dell’operazione per i terreni compresi entro 300 metri dalle abitazioni oppure tramite appositi interratori
durante le operazioni di spargimento al fine di evitare la propagazione di odori sgradevoli. E’ inoltre
consentita la distribuzione di liquami su colture in atto, senza l’interramento, a condizione che non ci sia
la diffusione di aerosol nauseabondi che disturbino l’abitato.
Il trasporto di letame e liquame, quando venga effettuato attraverso strade pubbliche o private,
deve avvenire con mezzi di trasporto adatti allo scopo, per evitare qualsiasi perdita di prodotto lungo il
tragitto.
Il deposito di letame a bordo campo è vietato in area urbana. È ammesso in altre aree
mantenendo una distanza non inferiore a trecento metri lineari da case di abitazione.
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Art. 46 Irrigazione a scopo agricolo
Gli irrigatori fissi o mobili installati lungo le ali pluviali o prospicienti le strade statali,
provinciali, comunali e vicinali devono essere dotati di dispositivo a settore o con barriera antispruzzo
tale da impedire al getto d’acqua di raggiungere la sede stradale.
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CAPO OTTAVO:
MALATTIE DELLE PIANTE E LOTTA AGLI INSETTI NOCIVI
Art. 47 Difesa contro le malattie delle piante
Per ciò che concerne la difesa contro le malattie delle piante valgono le norme
di cui alla L.R. 8 giugno 1993 n.35 e D.lgs. 18 agosto 2005 n.214.
Art. 48 Cartelli per esche avvelenate
E’ fatto obbligo a chi sparge esche avvelenate a scopo di protezione agricola, qualora le sostanze
in esse contenute possano recare danno all’uomo o agli animali domestici, di darne preventivo avviso
all’Autorità Comunale e di sistemare e mantenere lungo i confini del fondo e per tutto il presumibile
periodo di efficacia di tali sostanze, tabelle recanti ben visibile la scritta “terreno avvelenato” o simile.
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CAPO NONO:
BESTIAME, FAUNA DOMESTICA E SELVATICA
POLIZIA CANINA
Art. 49 Denuncia delle malattie infettive e diffusive degli animali
I proprietari e i detentori di animali sono obbligati a denunciare al Sindaco del Comune ed
all’A.S.S. qualunque caso di malattia infettiva e diffusiva degli animali, o sospetta di esserlo.
I proprietari e i possessori di animali colpiti da malattie infettive o diffusive o sospetti di esserlo,
prima ancora dell’intervento dell’Autorità Sanitaria, a scopo cautelativo e non appena rilevati i sintomi
sospetti, hanno l’obbligo di:
a. isolare gli animali ammalati e quelli morti evitando specialmente la comunanza a mezzo
degli abbeveratoi e dei corsi d’acqua
b. non spostare dall’azienda animali in genere, ogni prodotto animale o altro materiale, che
possa costituire veicolo di contagio, prima che vengano date le disposizioni da parte del
Servizio Veterinario dell’A.S.S. competente.
I proprietari di animali infetti, o sospetti di esserlo, devono uniformarsi a tutte le prescrizioni e
disposizioni loro impartite dall’Autorità Sanitaria.
Art. 50 Seppellimento di animali morti per malattie infettive
È vietato il seppellimento di animali non da compagnia morti, in conformità alle disposizioni del
Regolamento CEE 1774/2002
Art. 51 Vaccinazione e profilassi degli animali domestici
I proprietari di cani, gatti ed altri animali domestici devono uniformarsi alle disposizioni
impartite dalle Autorità Sanitarie Locali per quanto riguarda vaccinazioni o trattamenti sanitari preventivi
di malattie infettive.
Art. 52 Animali di terzi sorpresi nei propri fondi
Chiunque, nei propri fondi, trova animali appartenenti a terzi, ha facoltà di trattenerli
provvisoriamente, ma deve darne immediato avviso al proprietario oppure qualora questi non sia noto (o
velocemente conoscibile) alla Polizia o al Servizio Veterinario dell’ASL.
Art. 53 Soccorso ad animali abbandonati o in difficoltà
Chiunque ritrovi un animale in stato di abbandono o di difficoltà è tenuto ad avvisare la Polizia
comunale. In caso di accoglienza personale dello stesso, il ritrovatore ha la facoltà di tenerlo se dopo un
mese dalla denuncia alla Polizia comunale non sia ancora noto il nome del proprietario.
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E’vietato incrudelire verso animali, maltrattandoli o costringendoli a fatiche eccessive.
Gli animali che sono trasportati sui veicoli dovranno essere tenuti in piedi o distesi ed è perciò
vietato collocarli con i piedi legati, con la testa a penzoloni o comunque in posizione di farli soffrire.
E’ vietato custodire animali in luoghi malsani o inadatti ed alimentarli insufficientemente.
I cani a guardia degli edifici rurali non recintati, siti in prossimità delle strade, non possono
essere lasciati liberi ma assicurati a idonea catena o lasciati in idoneo recinto.
Art. 54 Trasporto di animali
Il trasporto di animali va fatto con mezzi sufficientemente aerati e ampi per non arrecare danno
o inutile sofferenza nel rispetto delle norme vigenti.
CAPO DECIMO:
TUTELA DELL’AMBIENTE, DEL PAESAGGIO
E DELLA TRANQUILLITA’ ALTRUI
Art. 55 Impiego di falciatrici e motoseghe
È vietato l’impiego di falciatrici da giardino e motoseghe nelle aree urbane dalle ore
22:00 alle ore 06:00 e dalle ore 13:00 alle ore 15.00.
Art. 56 Terreni liberi da colture, divieti e obblighi
I terreni liberi da colture non possono essere impiegati per luogo di scarico, anche se
provvisorio, di immondizie, di materiali di rifiuto di origine umana ed animale, di materiale putrescibile
di qualsiasi origine, di residui industriali.
I terreni liberi da colture devono essere tenuti sfalciati per impedire il proliferare di erbe
infestanti ed insetti o animali nocivi.
Art. 57 Colture agrarie, limitazioni
Ciascun proprietario può usare i suoi terreni per quelle colture e quegli allevamenti di bestiame
che ritiene più utili, purché la sua attività non costituisca pericolo o danno per i vicini e siano osservate le
particolari norme di legge dettate per speciali colture.
Quando si renda necessario per tutelare la quiete e la sicurezza pubblica, il Sindaco ha la facoltà
di imporre con ordinanze opportune modalità e limiti negli allevamenti di bestiame e nelle colture e di
ordinare, in caso di inadempienza, la cessazione dell’attività secondo le modalità previste nel presente
Regolamento.
Art. 58 Decoro paesaggistico e urbano
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Le aree di interesse ambientale e paesaggistico compresi i giardini e le aree destinate a verde
urbano devono essere tenute in buono stato dai rispettivi proprietari in modo da salvaguardare il decoro,
la sicurezza e l’igiene pubblica.
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CAPO UNDICESIMO:
SANZIONI
Art. 59 Accertamento delle violazioni e sanzioni
Le trasgressioni alle norme del presente Regolamento sono accertate dagli ufficiali ed agenti di
Polizia Municipale nonché dagli ufficiali ed agenti di Polizia Giudiziaria.
Le violazioni al presente Regolamento, salvo che il fatto non costituisca reato o non sia punito
da leggi o disposizioni speciali, sono punite con sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di
Euro 60,00 ad un massimo di Euro 600,00 con le procedure di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689.
Art. 60 Rimessa in ripristino ed esecuzione di ufficio
Oltre al pagamento della sanzione prevista, la competente Autorità comunale può ordinare la
rimessa in ripristino e disporre l’esecuzione d’ufficio, quando ricorrono gli estremi di cui all’art. 54 del
D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.
L’esecuzione d’ufficio è a spese degli interessati/inadempienti.
Art. 61 Omessa ottemperanza di provvedimento del Sindaco
Chiunque non ottemperi alla esecuzione di ordinanze emanate ai sensi del presente regolamento,
salvi i casi previsti dall’art. 650 del Codice Penale o da altre leggi o regolamenti generali e speciali, è
punito con sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di Euro 50,00 ad un massimo di euro
600,00 con le procedure di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689.
Art. 62 Sequestro e custodia di cose
I funzionari e gli agenti, all’atto di accertare l’infrazione, possono procedere al sequestro
cautelare delle cose che servirono o furono destinate a commettere l’infrazione e/o che ne sono il
prodotto, sempre che le stesse cose appartengano a persona obbligata per l’infrazione.
In materia si dovranno comunque osservarsi le norme della legge 24 novembre 1981, n. 689 e
del D.P.R. 22 luglio 1982, n. 571 e le relative successive modifiche ed integrazioni.
Le cose sequestrate saranno conservate, ove possibile, nella depositeria comunale o presso altro
depositario.
Il relativo verbale va trasmesso sollecitamente all’autorità competente.
Art. 63 Sospensione dell’autorizzazione o della concessione
Indipendentemente dalle sanzioni previste dalla legge e dal presente Regolamento al
trasgressore, in possesso di una concessione o autorizzazione del Comune, sarà inflitta la sospensione
della concessione o della autorizzazione nei casi seguenti:
a. per recidiva nell’inosservanza delle disposizioni del presente Regolamento attinenti la
disciplina dell’attività specifica del concessionario
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b. per la mancata esecuzione delle opere di rimozioni, riparazioni o ripristino, conseguenti al
fatto inflazionale
c. per morosità del pagamento dei tributi e diritti comunali dovuti al titolare in dipendenza
della concessione.
La sospensione può avere una durata massima di 30 giorni. Essa si protrarrà fino a quando non
si sia adempiuto dal trasgressore agli obblighi per la cui osservanza la sospensione stessa fu inflitta.
CAPO DODICESIMO:
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
Art. 64 Entrata in vigore del Regolamento
Il presente Regolamento entrerà in vigore il 1° marzo 2007
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