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Attivazione di processi di Agenda 21 locale nelle Comunità Montane di
Scalve, Valle Brembana, Valle Imagna e Valle Seriana Superiore
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
DELLA COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE
Aprile 2005
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INDICE
Premessa
1. Il contesto di riferimento
1.1 Aspetti ambientali e territoriali (Il territorio, Il clima, Il reticolo idrografico, L’ambiente
naturale, I rischi naturali)
1.2 Aspetti socioeconomici (Popolazione e modelli insediativi, Economia e lavoro, Industria,
Trasporti, Commercio e servizi, Agricoltura e zootecnia, Turismo)
2. Aria
3. Acqua
4. Suolo e sottosuolo
5. Rifiuti
6. Energia
7. Natura e biodiversità
8. Agenti fisici
9. Conclusioni
Bibliografia
Glossario
3
PREMESSA
Il progetto “Attivazione di processi di Agenda 21 locale nelle quattro comunità montane con
Comuni compresi in Obiettivo 2 o a sostegno transitorio” si inserisce in un più ampio contesto di
iniziative realizzate negli ultimi cinque anni nell’ambito del processo di Agenda 21 locale della
Provincia di Bergamo. Con questo progetto, la Provincia di Bergamo si pone l’obiettivo di avviare
processi di Agenda 21 locale nei territori delle Comunità Montane di Scalve, Valle Brembana, Valle
Imagna e Valle Seriana Superiore che includono Comuni ricadenti in aree Obiettivo 2 e a Sostegno
Transitorio. Il progetto è promosso dal Settore Ambiente della Provincia di Bergamo, si avvale del
supporto finanziario della Commissione Europea e della Regione Lombardia ed è realizzato in
collaborazione con le quattro Comunità Montane coinvolte.
L’insieme delle attività svolte nell’ambito del progetto sono finalizzate all’individuazione delle
priorità e alla definizione degli obiettivi per la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile
nell’ambito delle Comunità interessate. In particolare, nell’ambito del progetto si prevede la
redazione di una Relazione sullo Stato dell’Ambiente per ciascuna delle quattro Comunità e
l’attivazione dei Forum locali delle quattro Comunità e di un Forum intercomunitario. Sono inoltre
previste attività di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli attori locali e più in
generale ai cittadini dei Comuni coinvolti.
La presente Relazione sullo Stato dell’Ambiente (RSA) della Valle di Scalve è stata redatta sulla
base della documentazione esistente presso la Comunità Montana, dei dati e delle informazioni
raccolti presso enti e organizzazioni attivi sul territorio e delle successive elaborazioni compiute dal
gruppo di ricerca.1 L’obiettivo della RSA è quello di descrivere lo stato dei diversi sottosistemi
ambientali in relazione alle attività esercitate sul territorio e alle sue caratteristiche strutturali, di
identificare e valutare le principali criticità rilevabili e di costituire la base informativa sulla quale
predisporre le azioni future finalizzate ad aumentare la conoscenza delle problematiche, a mitigare i
fenomeni di degrado in corso e a valorizzare le risorse ambientali e territoriali esistenti.
In analogia con quanto realizzato nell’ambito della RSA della Provincia di Bergamo, il modello
utilizzato nell’elaborazione degli indicatori è il modello denominato DPSIR, in quanto suddivide gli
indicatori elaborati a partire dai dati disponibili in cinque categorie: drivers, pressione, stato,
impatto e risposta. Per ciascuna delle tematiche rilevanti sono stati pertanto elaborati un certo
1 Il gruppo di ricerca è composto da Vittorio Biondi (coordinatore), Daniele Ferrero, Davide Fortini e Sara Lodrini.
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numero di indicatori che nell’insieme permettono di ottenere una valutazione dei diversi aspetti
rilevanti. In alcuni casi, laddove il set di informazioni disponibili non è stato giudicato sufficiente
per formulare una valutazione, questa carenza è stata segnalata e potrà essere colmata nel corso
delle attività successive alla redazione della RSA.
Il presente documento costituisce la versione finale della RSA: la prima versione è stata presentata e
discussa in occasione della costituzione del Forum intercomunitario dello scorso 3 dicembre, la
seconda è stata consegnata nel mese di gennaio. L’attuale versione è il risultato delle modifiche e
integrazioni richieste dagli uffici della Provincia e dai Forum locali attivati presso le quattro
Comunità Montana, nel corso del mese di febbraio 2005.
Bergamo, aprile 2005
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1. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
1.1 ASPETTI AMBIENTALI E TERRITORIALI
Il territorio
La Comunità Montana di Scalve è un ente
locale territoriale istituito nel 1973 e
costituito da 4 amministrazioni comunali:
Azzone, Colere, Schilpario e Vilminore di
Scalve.
Rispetto alla Provincia di Bergamo si
colloca verso est nella fascia altimetrica
montana più elevata; confina con la
Provincia di Sondrio (Valtellina), Brescia
(Valcamonica), e con la Comunità Montana
Valle Seriana Superiore (figura 1).
Il territorio della Comunità Montana di Scalve, si estende per una superficie territoriale complessiva
di 140,41 km2 (5,16% del territorio provinciale, 8,12% della fascia di montagna), registrando al suo
interno consistenti variazioni altimetriche.
Tabella 1 – Superficie territoriale della Comunità di Scalve e dei suoi Comuni
Comune Superficie (km2) Comune Superficie (km2) Azzone 16,84 Vilminore di Scalve 40,93 Colere 18,77 CM di Scalve 140,41
Schilpario 63,87 Fonte: ISTAT
Gli estremi nord – sud sono rappresentati dalle Alpi Orobie (ove sono presenti il Pizzo Tornello,
posto a 2.687 metri s.l.m. e il Massiccio della Presolana che raggiunge i 2.521 metri s.l.m.) e dai
Comuni di Colere (1.000 metri s.l.m.) e di Azzone (970 metri s.l.m.). I passaggi alle valli vicine si
compiono infatti per mezzo di passi elevati. Di seguito vengono indicati i passaggi con le valli
confinanti, distinti in strade provinciali, strade sterrate e sentieri:
Strade provinciali
• SP 59 in direzione Borno (Valle Camonica)
• SP ex 294 in direzione Darfo Boario Terme (Valle Camonica)
in direzione Forni d’Allione (Valle Camonica) aperta solo nel periodo estivo
attraverso il Passo del Vivione (1.828 metri)
Figura 1 – La Comunità Montana di Scalve
Fonte: Regione Lombardia, nostra elaborazione
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• SP ex 671 in direzione Clusone (Valle Seriana) attraverso il Giogo della Presolana (1.297 metri)
Strade sterrate
• Azzone - Passo del Giovetto (metri 1.275) – Borno (Valle Camonica)
• Schilpario – Passo dei Campelli (metri 1890) – Ono S. Pietro (Valle Camonica)
Sentieri
• Passo di Belviso (2.518 metri) – Venano (2.328 metri) – Venerocolo (2.317 metri) – verso
Aprica (Valtellina)
• Passo della Manina (1.799 metri) – Passo Scagnello (2.076 metri) verso la Valle Seriana
Dal punto di vista geologico, la Valle di Scalve, è suddivisa in due parti: il fianco settentrionale
(destra orografica) è caratterizzato dalla presenza di formazioni quali Verrucano Lombardo e
Servino, il fianco meridionale (sinistra orografica) è modellato dalle rocce carbonatiche triassiche.
Tale composizione del suolo e sottosuolo ha determinato versanti ripidi e impervi a destra del
Dezzo e versanti più articolati, con pareti intervallate da pendii più dolci alla sua sinistra.
Rispetto alla suddivisione in pedopaesaggi effettuata dalla Regione Lombardia per l’intero territorio
regionale (figura 2), la Comunità Montana di Scalve appartiene alla categoria classificata con la
lettera P “Rilievi montuosi della Alpi e Prealpi lombarde, caratterizzati da substrato roccioso e,
sovente, da affioramenti litoidi”.
Figura 2 – Pedopaesaggi della regione Lombardia
Fonte: Regione Lombardia
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Il clima
Gli elementi che determinano le caratteristiche del clima in una data area della superficie terrestre,
sono rappresentati da: radiazione solare, temperatura dell'aria, pressione atmosferica, umidità
dell'aria e precipitazioni. Tutti questi elementi devono essere correlati ai fattori topografici e alla
quota.
Per quanto riguarda lo studio dei climi nei territori di montagna le difficoltà sono maggiori perché i
fattori topografici (come l'esposizione, l'inclinazione e l'effetto cresta ecc.) condizionano fortemente
l'andamento dell'assolazione e delle escursioni termiche.
Temperatura
La temperatura dell'aria dipende direttamente dall'energia solare (radiazioni) e la variazione può
essere regolata dai fattori geografici.
Una delle variazioni importanti da considerare è quella in funzione dell' altitudine: la temperatura
nelle regioni montuose diminuisce secondo un gradiente termico verticale di 1°C ogni 180 m di
dislivello. Questo valore deve tener conto delle variazioni locali e stagionali: presenta infatti delle
differenze tra autunno-inverno (1°C ogni 200 m.) e primavera-estate (1°C ogni 140 m.) ed è meno
elevato nelle zone interne dei grandi sistemi montuosi (effetto dell'elevazione di massa) con il
conseguente innalzamento dei limiti superiori della vegetazione.
I dati di seguito riportati, relativi alla temperatura media annua2 sul territorio della Valle di Scalve,
sono riferiti alla stazione di Dezzo di Scalve (752 m.s.l.m.) per il periodo 1955-1984:
Tabella 2 - Valori medi mensili ed annuo delle temperature (°C)
Mesi g f m a m g l a s o n d Media annua Staz. Dezzo di Scalve -0.9 0.7 3.8 7.2 10.9 13.9 16.2 15.3 11.9 7.6 3.4 -0.3 7.5
Fonte: Ufficio Idrografico del Po: 1955-1984
Il clima della Valle di Scalve è tipicamente alpino, con temperatura media annua attorno ai 6°C,
inverni rigidi, primavera ed autunno freschi, estate molto temperata. I mesi più caldi risultano luglio
e agosto mentre i mesi più freddi sono dicembre, gennaio e febbraio. D'inverno la temperatura
minima giornaliera si mantiene costantemente sotto i 0°C, con media dei minimi attorno ai -15°C;
di conseguenza le precipitazioni invernali sono quasi esclusivamente nevose. Nei mesi più caldi le
temperature oscillano tra i 14°C e i 20°C.
2 La temperatura media giornaliera rappresenta il valore medio fra la temperatura minima e la massima assoluta del giorno. Allo stesso modo è possibile ottenere i valori medi mensili (temperatura media mensile) e annuali (temperatura media annuale).
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Precipitazioni
Per quel che riguarda le precipitazioni si fa riferimento ai dati forniti dalle stazioni pluviometriche
di Borno (676 m s.l.m.), Dezzo (752 m s.l.m.), Vilminore (1018 m s.l.m.) e Schilpario (1124 m
s.l.m.).
I dati di seguito riportati si riferiscono alle precipitazioni medie mensili e annue rilevate nel periodo
1950-1984:
Tabella 3 - Precipitazioni medie mensili ed annue
Stazioni Quota g f m a m g l a s o n d AnnuoBorno 676 54,8 69,4 82,1 131,4 168,4 139,2 157 174 125,2 134,5 108,7 78,8 1.417,1Schilpario 1124 59,5 60 89,9 106,8 171,6 165,3 158,7 171,4 157,9 165,4 153 73,9 1.527,6Vilminore di Scalve 1018 65 70,6 78,2 147,4 137,6 164,1 154,1 168,5 142,3 162,9 197,9 94,4 1.569,4Dezzo di Scalve 752 77,6 70,1 128,2 118,7 171,8 161,1 147,6 166,4 149,1 144 198,2 70,9 1.579,4Fonte: Ufficio Idrografico del Po: 1955-1984
Nella Valle di Scalve si possono distinguere 2 tipi principali di regime pluviometrico:
• regime sub-litoraneo padano I: con il massimo principale in autunno (ottobre o novembre) e con
il minimo assoluto in inverno (gennaio o febbraio). I massimi secondari sono presenti in
primavera e in estate, i minimi secondari sono presenti in estate e in autunno.
• regime sub-litoraneo padano II: con il massimo assoluto in primavera (maggio) e con il minimo
principale in inverno (gennaio). I due massimi secondari sono presenti nelle stagioni intermedie
(in estate e in autunno), così pure i due minimi secondari. Questo regime si ritrova in tutta la
fascia prealpina.
Dalle quattro stazioni esaminate risultano presenti le due varianti del regime sub-litoraneo padano:
Vilminore e Dezzo appartengono al primo tipo con massimo autunnale, mentre Breno e Schilpario
al secondo tipo con massimo primaverile. I mesi più piovosi sono novembre e maggio, quelli più
asciutti dicembre, gennaio e febbraio.
Non si registrano mesi senza pioggia e le precipitazioni sono in genere ben distribuite con
sostanziale equilibrio tra primavera ed autunno; anche in estate la piovosità risulta abbondante,
mentre i minimi sono registrati nel periodo invernali.
Le piogge autunnali e in parte quelle primaverili, sono di tipo ciclonico; al contrario le
precipitazioni estive sono per la maggior parte determinate da moti convettivi dell'aria scatenati da
infiltrazioni fredde che originano temporali.
La permanenza annua del manto nevoso (linea delle isodiamene) è compresa tra i 10 giorni/anno
della bassa Valle e i 90 giorni delle zone alte; questi dati tuttavia sono alquanto teorici in quanto il
regime annuo del manto nevoso (massimo, minimo e medio) è influenzato dall’esposizione.
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I venti dominanti sono assenti, predominano i venti di origine termica (brezze); talora l’area è
interessata da venti provenienti da nord in concomitanza della “Bora” in Adriatico. Le raffiche
raggiungono intensità elevate (60/90 km/h corrispondenti a 17/25 m/s).
Il reticolo idrografico
Geograficamente la Valle di Scalve costituisce un'entità omogenea perché il suo territorio coincide
quasi perfettamente con l'alto bacino imbrifero del fiume Dezzo, che la percorre in tutta la sua
lunghezza. Il Fiume Dezzo ha una lunghezza di 36 km e presenta spiccate caratteristiche torrentizie
e portate alquanto elevate. Nasce in “località Mainalt”, nel Comune di Schilpario.
Dopo circa tre quarti del suo percorso entra in Provincia di Brescia, diventando affluente del Fiume
Oglio nei pressi di Darfo Boario Terme. Tra i suoi affluenti i più importanti sono il Torrente Povo,
il Torrente Tino e il Torrente Vò.
Planimetricamente il bacino del Dezzo ha una forma paragonabile a quella di un albero tozzo
costituito dalla "chioma", Valle di Scalve e dal "tronco", Val d'Angolo. Una lunga strozzatura, la
Via Mala, divide il "tronco" classificabile come zona prealpina con altezza media di 1600 metri,
dalla "chioma" ascrivibile alla zona alpina con altezza media di 2200 metri.
La larghezza del corso idrico è compresa tra 5-25 m e la profondità media, escluse le buche, è di
0.50 m; lo scorrimento dell'acqua è di tipo rapido.
Il fiume scorre in un alveo naturale il cui substrato è caratterizzato da alluvioni post-glaciali recenti,
prevalentemente ghiaiose, e da morene fresche miste a detriti di falda, fino alla località Dezzo di
Scalve. Qui si incunea in una valle, tra rapidissime rive a strapiombo tipo canyon, costituite da
Dolomia grigio-biancastra.
A monte della località Dezzo di Scalve, le rive sono costituite da fustaie miste tipo abete e larice,
con sottobosco di faggio, nocciolo, betulla e fasce di prati pascoli.
A valle della suddetta località non esiste pressoché vegetazione in quanto, incanalandosi nel
canyon, oltre a sporadici tratti, predomina la nuda roccia.
La Valle di Scalve, inoltre, è caratterizzata dalla presenza di minuscoli laghi di origine glaciale,
pregevoli sotto l'aspetto paesaggistico: laghetto di Polzone, Cornata, Varro, Tornello, Venerocolo,
San Carlo, delle Valli, della Valle Asinina, Valbona, Campelli.
La valle non ospita sbarramenti ad uso elettrico, rimangono i resti dell'unico grande bacino costruito
a tale scopo: la diga di Gleno, crollata nel 1923 causando numerose vittime.
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L’ambiente naturale
La comunità Montana di Scalve presenta un territorio con consistenti aree naturali (il 60% circa
delle quali boscate), anche di pregio e sottoposte a particolare tutela.
Per quanto riguarda le specie floristiche, il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle
Orobie bergamasche (cui parte del territorio della Comunità Montana di Scalve appartiene), rivela
la presenza di 120 specie floristiche protette secondo la normativa regionale o provinciale.
In merito alla fauna, a causa dei rilievi piuttosto alti e delle poche depressioni, la valle di Scalve non
risulta essere massicciamente interessata dalla linea di migrazione Italo Ispanica di uccelli; il
territorio è comunque area di erratismo per numerose specie di avifauna minore appartenente alle
famiglie dei muscicapidi, fringillidi, paridi, picidi. Il Piano di Sviluppo Socio Economico registra
l’esistenza, anche se in un forte calo, della fauna tipica di monte (gallo forcello, coturnice,
francolino, pernice bianca); presenti anche i rapaci diurni e notturni, i camosci, i caprioli e, secondo
sporadici avvistamenti, i cervi. Tale documento, sottolinea inoltre, per tutti quattro i Comuni della
Valle, l’esistenza di suggestivi sentieri panoramici immersi in aree particolarmente ricche dal punto
di vista naturalistico e paesaggistico.
I rischi naturali
Per quanto riguarda il rischio
sismico, la recente ordinanza del
Presidente del Consiglio dei
Ministri (Ordinanza n. 3274 del 20
marzo 2003) ha portato a una
nuova classificazione del territorio
nazionale, basata su una scala di
valori che va dalla classe 1 –
rischio maggiore alla classe 4 –
rischio minore. Dalla figura è
possibile notare come la Valle di
Scalve sia completamente
compresa nella classe di rischio 4.
Il territorio della Comunità Montana di Scalve risulta essere maggiormente interessato da altre
tipologie di rischi naturali, in particolare dal rischio idrogeologico (alluvionale e da frana) e dal
rischio valanghivo.
Figura 3 - Classi di sismicità (Ordinanza PCM 2003)
Fonte: Regione Lombardia, nostra elaborazione
11
La figura 4, riporta la classificazione del livello di rischio idrogeologico totale presente in ogni
Comune della Comunità Montana di Scalve effettuata dall’Autorità di Bacino del fiume Po in
occasione della redazione del Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico3. Tale
classificazione prevede quattro classi: 1 - rischio moderato, 2 - rischio medio, 3 - rischio elevato, 4 -
rischio molto elevato.
Secondo tale studio la Comunità Montana di Scalve
presenta un rischio molto elevato in tutti i Comuni ad
eccezione di Azzone che manifesta comunque un rischio
elevato. Il Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto
Idrogeologico del fiume Po riporta inoltre, per ogni
Comune le principali tipologie di dissesto componenti il
rischio (conoide, esondazione, fluvio torrentizie, frana
valanga, non specificata); tali informazioni, sono riportate
nella tabella seguente.
Tabella 4 – Principali tipologie di dissesto componenti il rischio Comune Rischio Conoide Esondazione Fluvio t. Frana Valanga n. s. Azzone 3 Colere 4 Schilpario 4 Vilminore di Scalve 4 Fonte: Autorità di Bacino del fiume Po
Dalla tabella è possibile notare come vi sia una prevalenza di tipologie di dissesto quali fluvio
torrentizie, frane e valanghe (interessanti tutti i Comuni della Valle di Scalve); il Comune di
Schilpario registra anche la presenza di conoidi.
Infine, vi è un’ulteriore tipologia di rischio da considerare, che nella maggior parte dei casi non
rientra nella classificazione dei rischi naturali in quanto provocato dall’uomo: il rischio di incendio
boschivo. La consistente presenza di aree boscate nella Valle di Scalve (più del 90% delle aree
naturali è costituito da bosco) rendono questo rischio particolarmente presente.
Per maggiori approfondimenti sui rischi naturali e non presenti nel territorio della Comunità
Montana di Scalve si rimanda al capitolo 4 “Suolo e sottosuolo”.
3 In tale progetto, nella dicitura “rischio idrogeologico”, rientra anche il rischio valanghivo, solitamente trattato separatamente rispetto al rischio alluvionale e da frana.
Figura 4 - Classi di rischio idrogeologico
Fonte: Autorità di Bacino del fiume Po, nostra elaborazione
12
1.2 ASPETTI SOCIOECONOMICI
Popolazione e modelli insediativi
I dati riferiti all’anno 2001 registrano, per la Comunità Montana di Scalve, una popolazione
residente di poco meno di 4.500 abitanti (0,5% della popolazione provinciale), dei quali il 11%
circa residente nel Comune di Azzone, il 25% a Colere, il 29% a Schilpario e il restante 35% nel
Comune di Vilminore di Scalve. La tabella seguente mostra tali informazioni con un livello di
dettaglio comunale per gli anni 1981, 1991 e 2001.
Tabella 5 – Dinamica della popolazione residente, anni 1981, 1991 e 2001
Popolazione residente Variazione % Comune 1981 1991 2001 1981/1991 1991/2001
Azzone 618 530 483 -14,24 -8,87 Colere 1.106 1.110 1.145 0,36 3,15 Schilpario 1.441 1.343 1.302 -6,80 -3,05 Vilminore di Scalve 1.554 1.510 1.550 -2,83 2,65 Totale CM 4.719 4.493 4.480 -4,79 -0,29 Totale Provincia Bergamo 874.035 909.692 968.723 4,08 6,49
Fonte: Istat
L’analisi dell’andamento demografico per Comune evidenzia un generale spopolamento nel
decennio 1981/1991 ad eccezione del Comune di Colere che mostra una tendenza stabile. Gli anni
che vanno dal 1991 al 2001 registrano situazioni differenziate: Azzone e Schilpario continuano a
perdere popolazione, anche se in misura minore rispetto agli anni precedenti, mentre Colere e
Vilminore di Scalve registrano un incremento che si aggira attorno al 2,5 – 3%. La situazione
generale della Comunità Montana di Scalve al 2001 vede una sostanziale stabilità della popolazione
a fronte di un incremento del 6% circa registrato nell’intera Provincia di Bergamo.
Tabella 6 – Saldo naturale e migratorio, anni 1991 e 2001
Saldo naturale Saldo migratorio 1991 2001 1991 2001 Comune
Nati Morti Saldo Nati Morti Saldo Immigr Emigr Saldo Immigr Emigr Saldo Azzone 7 4 3 1 6 -5 6 9 -3 7 9 -2 Colere 12 10 2 12 7 5 14 10 4 10 12 -2 Schilpario 11 14 -3 13 17 -4 22 33 -11 19 28 -9 Vilminore di S. 21 17 4 17 15 2 25 22 3 25 13 12 Totale CM 51 45 6 43 45 -2 67 74 -7 61 62 -1
Fonte: Istat
13
Il saldo naturale calcolato per gli anni 1991 e 2001, evidenzia segni negativi per il Comune di
Schilpario, segni positivi per Colere e Vilminore di Scalve ed un passaggio da segno positivo a
negativo per il Comune di Azzone. Il saldo migratorio registra segni negativi per i Comuni di
Azzone e Schilpario, segno positivo per Vilminore di Scalve e un passaggio da segno positivo a
negativo per il Comune di Colere.
La tabella e il grafico seguenti riportano la composizione della popolazione per classi d’età in
valore assoluto e percentuale; si nota la prevalenza di popolazione adulta, con un picco nella classe
d’età che va dai 35 ai 44 anni.
Tabella 7– Classi d’età della popolazione, anno 2001 – valore assoluto Comune 0 - 4 5 - 9 10 - 14 15 - 24 25 - 34 35 - 44 45 - 54 55 - 64 65 - 74 oltre 75 Totale
Azzone 13 22 25 48 60 83 61 63 60 48 483 Colere 59 62 83 137 157 206 169 125 83 64 1.145 Schilpario 57 58 70 114 180 192 166 157 140 168 1.302 Vilminore di Scalve 80 76 95 169 210 248 227 168 136 141 1.550 Totale CM 209 218 273 468 607 729 623 513 419 421 4.480
Fonte: Istat
Tale distribuzione è confermata anche dall’indice di vecchiaia (tabella 8) che registra un consistente
aumento in tutti i Comuni della Comunità Montana di Scalve.
Figura 5 – Classi d’età della popolazione, anno 2001 – valori percentuali
0,002,004,006,008,00
10,0012,0014,0016,0018,0020,00
meno di 5 da 5 a 9 da 10 a 14 da 15 a 24 da 25 a 34 da 35 a 44 da 45 a 54 da 55 a 64 da 65 a 74 oltre 75
Classi d'età
Perc
entu
ale
popo
lazi
one
Azzone Colere Schilpario Vilminore di Scalve Totale CM
Fonte: Istat
14
Tabella 8 – Indice di vecchiaia, anni 1991 e 2001 Indice vecchiaia Comune
1991 2001 Azzone 1,14 1,72 Colere 0,53 0,75
Schilpario 1,35 1,72 Vilminore di Scalve 0,92 1,16
Totale CM 0,93 1,20 Fonte: Istat
L’indice di ricambio valuta la relazione fra la popolazione che sta per uscire dall’età lavorativa (55-
64 anni) e quella che vi sta per entrare (15-24 anni).
Tabella 9– Indice di ricambio, anni 1991 e 2001
Indice di ricambio Comune 1991 2001
Azzone 1,03 0,76 Colere 1,48 1,10
Schilpario 1,32 0,73 Vilminore di Scalve 1,29 1,01
Totale CM 1,30 0,91 Fonte: Istat
Dal 1991 al 2001 si evidenzia un consistente abbassamento dell’indice di ricambio in tutti i Comuni
considerati; in due Comuni (Colere e Vilminore di Scalve) tale indice si mantiene comunque
superiore al valore 1.
La tabella 10 infine, riporta la densità abitativa dei quattro Comuni della Comunità Montana di
Scalve, sia in relazione alla superficie territoriale che alla sola superficie urbanizzata.
Tabella 10 – Densità abitativa, anno 2001
Superficie Densità abitativa
Comune Superficie (km2)
Superficie urbanizzata
(km2)
Densità abitativa (ab/km2)
Popolazione /sup. urbanizzata (ab/km2)
Azzone 16,84 0,15 28,68 3.286,18 Colere 18,77 0,34 61,00 3.328,58
Schilpario 63,87 0,67 20,39 1.953,75 Vilminore di Scalve 40,93 0,57 37,87 2.732,92
Totale CM 140,41 1,72 31,91 2.597,80 Fascia Montagna 1.729,90 138,39 121,23 1.515,40
Totale Provincia Bergamo 2.722,90 350,82 355,76 2.761,31 Fonte: Istat
15
Per quanto riguarda la densità abitativa, la Comunità Montana di Scalve evidenzia valori molto
contenuti, anche in riferimento alla situazione della fascia di montagna cui appartiene e nei
confronti dell’intera Provincia di Bergamo. La situazione cambia radicalmente se si considera la
popolazione rispetto alla sola superficie urbanizzata: i valori che ne derivano sono in media con la
situazione provinciale e al di sopra della fascia montana. Ne consegue che l’urbanizzazione risulta
essere poco diffusa sul territorio (Azzone 0,87%, Colere 1,83%, Schilpario 1,04%, Vilminore di
Scalve 1,39%).
Economia e lavoro
Ai fini di un inquadramento socio-economico funzionale alla valutazione dello stato dell’ambiente,
è opportuno focalizzare alcuni parametri essenziali relativi alla struttura delle attività economiche.
Tuttavia, il livello di aggregazione sub-provinciale dell’analisi in oggetto non consente di reperire
alcune tipologie di dati, tra le quali anche alcune di natura economica (prodotto interno lordo,
reddito disponibile, consumi).
Nelle seguenti tabelle sono riportati il numero delle unità locali per settore di attività economica,
così come rilevati dall’Istat: poiché il dato è desunto dal Censimento Industria e Servizi dell’anno
2001, è opportuno tenere presente che non sono comprese le aziende agricole.
Tabella 11 - Unità locali delle imprese per comune e tipologia - Anno 2001
Comune Agric. e pesca
Estraz. minerali
Ind. manif.
Energia, gas, acqua
Costruz. Commercio, ripar.
Alberghi, ristoranti
Trasporti, comunic.
Altri servizi
Totale
Azzone 0 0 9 0 11 4 2 4 0 30 Colere 0 0 24 0 20 29 20 7 21 121 Schilpario 0 0 15 0 29 30 20 4 28 126 Vilminore di S. 2 0 34 1 15 18 16 5 31 122 Tot. Comunità M. 2 0 82 1 75 81 58 20 80 399 Fonte: Istat, Censimento Industria e servizi
16
Nel seguente grafico è possibile osservare la ripartizione delle unità locali per settore di attività
economica.
Ripartizione delle unità locali per settore
Costruz.18,8%Alberghi e ristoranti
14,5%
Trasporti e comunic.
5,0%
Altri servizi20,1%
Commercio e ripar.20,3%
Agricoltura e pesca0,5%
Estraz. minerali0,0%
Industria manifatt.20,6%
Energia, gas, acqua0,3%
Si può osservare una distribuzione delle attività sostanzialmente in linea con il dato provinciale.
Infatti, nello stesso anno 2001, nella Provincia di Bergamo sono presenti 78.141 unità produttive
locali (per un totale di 400.652 addetti), di cui il 20% circa attivo nelle costruzioni, un altro 20% nel
comparto manifatturiero (in particolare, lavorazione di metalli, industria meccanica, tessile,
elettrica) e il restante 60% principalmente nel settore del commercio e servizi.
Analizzando con maggiore dettaglio la distribuzione delle unità locali nei diversi comuni, si
possono osservare le vocazioni specifiche di alcune località: l’industria manifatturiera risulta
insediata principalmente a Vilminore di Scalve e, in misura minore, a Colere. Risultano assenti le
attività estrattive e ripartite in modo abbastanza omogeneo (tenendo conto delle dimensioni
comunali) le imprese di costruzioni. La maggior parte delle attività di servizio risultano distribuite
infine nei tre comuni maggiori: Colere, Schilpario e Vilminore di Scalve.
Tenendo presente che lo scopo del presente inquadramento socio-economico è quello di fornire un
quadro di riferimento per la successiva elaborazione di indicatori di sostenibilità, nelle pagine
seguenti sono riportati alcuni dati di natura descrittiva, relativi ai diversi settori di attività
economica, con un livello di approfondimento differenziato per tenere conto della peculiarità del
territorio considerato.
17
In particolare, sono fornite solo alcuni elementi specifici sull’industria e sul commercio, al fine di
evidenziare e localizzare sul territorio le possibili criticità, mentre saranno analizzate con un
maggiore grado di approfondimento in paragrafi successivi le tematiche dell’agricoltura e zootecnia
e del turismo.
Industria
Come anticipato in termini generali, nel territorio della Comunità Montana la presenza di attività
industriali in senso stretto (escludendo quindi le costruzioni), pur in linea con quelle provinciali i
termini percentuali, è sensibilmente inferiore a quella media della Provincia in termini assoluti.
Per la Val di Scalve, a differenza di quanto riscontrabile nel territorio di altre Comunità Montane
Bergamasche, non si registrano situazioni di concentrazione industriale significativa.
Per valutare la presenza industriale sul territorio, al fine di mettere in luce eventuali situazioni
critiche, è possibile utilizzare un “indice di concentrazione industriale”, analogamente a quanto
riportato nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia.
Tale indice è in grado di individuare le concentrazioni di attività omogenee in ambiti territoriali
specifici, mettendo in luce le aree che dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione ai fini
della sostenibilità ambientale.
Nessun comune appartenente alla Comunità Montana presenta un valore di tale indice superiore al
2%, evidenziando quindi l’assenza di concentrazioni industriali di particolare rilievo. Nessun
comune della Comunità Montana appartiene infine a Distretti Industriali istituiti dalla Regione
Lombardia.
Trasporti
La Comunità Montana di Scalve, presenta una bassa dotazione di infrastrutture stradali. Si accede al
territorio della Valle grazie principalmente a due strade carrozzabili: quella che scende dal Passo
della Presolana e la via Mala che sale da Boario Terme; vi sono poi numerosi sentieri e percorsi
anche di notevole pregio dal punto di vista panoramico.
Gli studi sulla mobilità redatti per il PTCP rilevano per la fascia montana della Provincia di
Bergamo, le seguenti criticità: intensità del traffico veicolare, inadeguatezza dei servizi di trasporto
pubblico, pericolosità di alcuni tratti stradali, inadeguatezza delle strade agro-silvo-pastorali.
18
La tabella seguente, mostra l’indice di motorizzazione dei Comuni della Val di Scalve; tali dati
confermano quanto rilevato dal PTCP in merito all’intensità del traffico veicolare; l’indice di
motorizzazione della Comunità Montana è pari a 0,65 veic/ab, di poco inferiore alla media
provinciale (0,73 veic/ab).
Tabella 12 - Indice di motorizzazione, anno 2001
Comune Veicoli circolanti Indice di motorizzazione Azzone 415 0,86 Colere 725 0,63
Schilpario 829 0,64 Vilminore di Scalve 956 0,62
Totale CM 2.925 0,65 Totale Provincia di Bergamo 707.597 0,73
Fonte: ACI; Istat
In merito agli spostamenti pendolati per motivi di lavoro e di studio, non sono ancora disponibili i
dettagli comunali dell’ultimo censimento Istat; i dati contenuti nel PTCP registrano però un elevato
pendolarismo. La figura seguente può aiutare a comprendere la situazione della Comunità Montana
di Scalve.
Il pendolarismo interno alla Provincia registra spostamenti gravitanti sui grandi agglomerati urbani
posti a sud della Val di Scalve (ad esempio la relazione fra Colere e Clusone). In merito al
pendolarismo extra – provinciale fortemente presente la relazione con le Province vicine: Brescia e
Sondrio.
Figura 6 - Pendolarismo interno alla Provincia
Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Politiche del Territorio
19
Gli studi redatti per il Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico della Provincia di
Bergamo nel 2000, confermano quanto esposto finora. La tabella 13 riassume le relazioni
Origine/Destinazione, caratterizzate da maggiore domanda potenziale di mezzi pubblici di trasporto
dovuta al numero elevato di spostamenti, per i Comuni della Valle di Scalve.
Tabella 13 – Principali relazioni della matrice O/D, anno 2000
Tipologia Origine Destinazione Spostamenti Vilminore di Scalve Provincia di Brescia 45 In uscita Schilpario Provincia di Brescia 31
Interni Schilpario Vilminore di Scalve 44 Fonte: Provincia di Bergamo, 2000
Commercio e servizi
Per quanto riguarda le attività commerciali, appare interessante infine fornire alcune indicazioni
sulla presenza della grande distribuzione nel territorio in oggetto. Nel caso della Val di Scalve, non
risultano presenti esercizi commerciali di dimensioni tali da essere classificate come grande
distribuzione ai fini ISTAT (vedere glossario).
Agricoltura e zootecnia
In base al Censimento dell’Agricoltura, elaborato dall’Istat per l’anno 2000, nella Comunità
Montana di Scalve risulta una superficie agricola utilizzata (SAU) pari a 3.600,2 ha, che costituisce
il 25,6% dell'intero territorio. Nelle seguenti tabelle sono riportati i dati relativi alle ripartizioni
delle colture desunti dal citato Censimento.
Tabella 14 - Ripartizione in ha delle colture. Anno 2000
Superficie Agricola Utilizzata
Seminativi Coltivazioni
legnose agrarie
Prati permanenti
e pascoli Totale
Colture boschive
Altra superficie
Superficie Agricola Totale
Superficie territoriale
0,0 2,3 3.598 3.600 45,1 7,8 3.653 14.041
Prati permanenti e pascoli incidono per il 99,9% sulla SAU complessiva; rispetto al 1990 è
diminuita la relativa superficie (-5,7%), anche se questa diminuzione appare più contenuta di quella
evidenziata a livello provinciale (-12,7%).
20
Tabella 15 - Ripartizione delle colture per Regione Agraria. Variazione percentuale 2000-1990
Superficie Agricola Utilizzata
Seminativi
Coltivazioni legnose agrarie
Prati permanenti
e pascoli Totale
Colture boschive
Altra superficie
Superficie Agricola Totale
Val di Scalve -99,0% - -5,7% -5,7% -98,8% -99,6% -61,3% Prov. di Bergamo -8,9% -28,2% -12,7% -11,4% -42,4% -36,7% -24,4%
Particolarmente bassa è la superficie destinata alle coltivazioni legnose agrarie (2,3 ha), benché
fossero del tutto assenti nel decennio precedente.
Scompare invece la coltivazione dei seminativi, che comunque rappresentava una percentuale
irrilevante del totale SAU nel decennio precedente.
Le colture boschive, in base al Censimento Istat, passano da 3.774, 9 ha a un valore di 45,1ha. È
importante sottolineare che i dati in possesso della Comunità Montana evidenziano una superficie
destinata a colture boschive significativamente diversa e pari a 5185 ha. La consistente diminuzione
che emerge dai dati Istat potrebbe essere giustificata con l’uscita dal campo di osservazione del
Censimento di numerose aziende forestali, che non svolgono più alcuna attività di sfruttamento del
patrimonio boschivo e non sono pertanto più rilevate come aziende silvicole. Ciò non significa che
il territorio della Comunità non sia in gran parte ricoperto di boschi (la quota di superficie
territoriale non urbanizzata occupata da boschi è pari al 42% - vedere scheda indicatore 4.3), ma
semplicemente che tali superfici non risultano conteggiate dall’Istat ai fini del Censimento, in
quanto non utilizzate da imprese agricole.
Anche la Superficie Agricola totale, in base ai dati della Comunità Montana di Scalve, risulta
notevolmente più elevata e pari a 10.661 ha.
Un fattore di pressione rilevante del settore agricolo è costituito dalle attività zootecniche, poiché i
reflui prodotti dai capi di bestiame contribuiscono all’apporto di sostanza organica biodegradabile e
di nutrienti nei corpi idrici.
I valori di seguito riportati consentono una prima caratterizzazione del sistema agricolo locale che si
configura orientato verso l’allevamento bovino, anche se si registra nel decennio 1990-2000 una
diminuzione contenuta per tale tipologia di capi, passati da 990 a 861; più marcata è stata la
diminuzione per i capi suini (-78%), dato in controtendenza rispetto ai valori provinciali e regionali,
che testimoniano un incremento per questa tipologia di capi.
Per quanto riguarda l’allevamento ovino e caprino, si evidenzia un aumento del numero di capi dal
1990 al 2000 pari al 19,3 %; tale tendenza, specifica della provincia di Bergamo, non è confermata
21
a livello regionale e ciò vale anche per i capi equini dove si è assistito a un moderato aumento del
numero di capi.
Tabella 16 - Aziende con allevamenti - Confronto provinciale - Anno 2000
Aziende
totali Aziende bovini e bufalini
Aziende suini
Aziende ovini e caprini
Aziende equini
Aziende avicoli
Tot. Comunità M. 54 45 12 38 14 8 Prov. di Bergamo 5.929 3.304 1.341 1.346 1.283 3.855 Tabella 17 - Capi di bestiame per categoria - Confronto provinciale e regionale - Anni 1990 e 2000
Capi bovini e bufalini Capi suini Capi ovini e
caprini Capi equini Capi avicoli
2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990Tot. Comunità M. 861 990 39 180 3.151 2.641 37 30 626 nd Prov. di Bergamo 156.819 176.932 260.125 191.244 36.158 30.518 4.971 4.513 4.199.718 nd Reg. Lombardia 1.609.013 1.960.562 3.809.192 2.879.745 141.850 146.454 20.400 23.717 27.285.623 nd
Analizzando i dati relativi al carico zootecnico dell’intera Comunità, si nota come questo sia
nettamente inferiore al valore provinciale e regionale per quel che riguarda i capi bovini (6,1
capi/km2), suini (0,3 capi/km2) e avicoli (4,5 capi/km2), equini (0,3 capi/km2). Il carico zootecnico
relativo agli ovini e ai caprini (22,4 capi/km2) è invece nettamente superiore sia al valore
provinciale (13,3 capi/km2), sia al valore regionale (5,9 capi/km2).
Si fa presente tuttavia che, pur risultando elevato il numero di ovini censiti e il conseguente carico,
essi risultano concentrati in un numero limitato di aziende che effettuano la transumanza: il carico
effettivamente presente sul territorio deve essere pertanto ridimensionato. Tabella 18 - Carico zootecnico per categorie di bestiame – Confr. prov. e reg. Anni 1990 e 2000. Capi per km2
Capi bovini e
bufalini Capi suini Capi ovini e
caprini Capi equini Capi avicoli
2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 Tot. Comunità M. 6,1 7,1 0,3 1,3 22,4 18,8 0,3 0,2 4,5 nd Prov. di Bergamo 57,6 65,0 95,5 70,2 13,3 11,2 1,8 1,7 1.542,4 nd Reg. Lombardia 67,4 82,2 159,6 120,7 5,9 6,1 0,9 1,0 1.143,5 nd
La zootecnia, nonostante il ruolo rilevante degli ovini e dei caprini, non sembra costituire un fattore
di pressione ambientale particolarmente rilevante, poiché il carico zootecnico risulta comunque
contenuto.
Elemento di sicuro interesse è lo sfruttamento degli alpeggi che ha subito nel corso degli ultimi anni
un mutamento nella direzione di una miglior attenzione ai problemi del territorio e dei suoi
residenti. Ciò ha comportato una razionalizzazione delle risorse pubbliche finalizzata al
miglioramento degli edifici, delle vie d’accesso, della situazione dei terreni,
22
dell’approvvigionamento idrico ad uso animale ed infine la cooperazione per la valorizzazione dei
prodotti locali.
L’attività agricola, confermando le proprie tradizioni, vede una ripresa del settore caratterizzata dal
coinvolgimento nello stesso di forze giovanili. E’ di fondamentale importanza per la valle in
generale che le attività legate all’agricoltura continuino, anche per l’insostituibile funzione di
salvaguardia di tutela dell’ambiente e di protezione del paesaggio.
In Val di Scalve si contano 24 alpeggi; la seguente tabella riporta in dettaglio la presenza di capi in
ciascuno di essi, sulla base del Censimento Alpeggi effettuato dalla Comunità Montana nell’anno
2000.
Tabella 19 - Carico Alpeggi. Anno 2000
Bovini Ovini Caprini Suini Equini Comune di Azzone
Negrino 87 3 5 6 4 Costone - 650 30 - -
Comune di Schilpario Venà - 840 29 4 11
Vivione 73 - 42 6 - Gaffione-Busma 13 587 15 7 4
Campelli 172 29 - 7 - Campo-Rena 98 - - 2 -
Cimalbosco-Stable - 909 10 - 4 Ezendola - 1395 11 - 8
Venerocolo - 1395 11 - 8 Vò-Moia 20 6 42 - 2
Epolo-Voia 64 222 - 4 2 Giovetto 41 - - - -
Comune di Colere Polzone 68 605 - 10 -
Comune di Vilminore di Scalve Manina 165 - - - 6 Gleno 17 1400 - - 4
Bella Valle 165 - - - 6 Barbarossa 132 - - - 2
Manina (usi civici) 28 - 14 - - Saline 76 - - 6 3
23
Turismo
Le strutture ricettive
Il maggiore richiamo per il turismo nella Valle di Scalve è rappresentato dalle località montane di
Schilpario e da Colere, che attraggono numerosi turisti soprattutto per gli impianti sciistici di cui
sono dotate.
Inoltre per quanto concerne il territorio comunitario, questo presenta ricchezze naturalistiche di
notevole interesse: le Prealpi Orobie, infatti, possiedono la più elevata diversità botanica e
zoologica dell’intero arco alpino. Nel territorio della Comunità ricade il Parco delle Orobie
Bergamasche, che comprende i quattro Comuni della Valle per una copertura del territorio del
82,1% circa.
Le infrastrutture destinate alla ricettività turistica in Valle di Scalve sono così suddivise: Esercizi alberghieri (2001)
Alberghi da 1 a 4 stelle 10
Alloggi extra-alberghieri (2001)
Campeggi e villaggi turistici 1
Rifugi 5
Alloggi iscritti al REC 0
Alloggi agrituristici 0
Altre strutture ricettive 1
Esercizi complementari 2
Alloggi non iscritti al REC 0
Gli alberghi e le altre strutture ricettive sono così ripartiti sul territorio: Tabella 20 – Strutture ricettive Esercizi alberghieri Campeggi e villaggi turist. Altre strutt. ric. Eserc. complem.
Num. Posti-letto Num. Posti-
letto Sup. (mq)
Num. Posti-letto
Num. Posti-letto
Azzone 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Colere 3 126 0 0 0 0 0 0 0 Schilpario 5 171 1 48 855 1 54 2 102 Vilminore di Scalve 2 56 0 0 0 0 0 0 0 Tot. Comunità M. 10 353 1 48 855 1 54 2 102 Prov. di Bergamo 282 11.255 13 5.738 - 9 616 40 6.628 Fonte: Istat e Regione Lombardia
Da quest’ultima tabella emerge un buon livello di ricettività, che offre circa 350 posti letto
alberghieri e circa 200 extra-alberghieri.
24
Spiccano per numero di strutture alberghiere Colere e Schilpario; in quest’ultimo Comune, ove è
presente anche un piccolo campeggio, è concentrata la metà degli alberghi dell’intera Valle, con
170 posti-letto circa, in risposta alla forte attrattiva che tale luogo rappresenta per il turismo. L’altra
località montana, costituita da Vilminore di Scalve offre altri 50 posti-letto circa.
Di seguito viene riportato il numero di strutture alberghiere (relativo al triennio 2001-2003) presenti
nelle quattro Comunità Montane della Valle Brembana, della Valle Imagna, della Valle di Scalve e
della Valle Seriana Superiore.
0
50
100
150
200
250
300
350
CM ValleBrembana
CM Valle Imagna CM Valle diScalve
CM Valle SerianaSup.
Prov. diBergamo
Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003
Dalla figura si può notare come in queste quattro valli sia concentrato nel complesso più del 49,3%
degli alberghi dell’intera Provincia di Bergamo. Tra le valli, spiccano la Valle Brembana con 64
alberghi e la Valle Seriana Superiore, che ha visto crescere il numero di alberghi da 47 a 49 nel
triennio 2001-2003. Tali zone sono quelle dove più numerosi sono anche gli impianti sciistici.
Tuttavia si fa presente che, nel 2003, il numero medio di alberghi per comune nella Valle di Scalve
è di 2,25, superiore a quello della Valle Brembana (1,68), Imagna (1,24), e di poco inferiore a
quello della Valle Seriana Superiore (2,45).
Infine, per quel che concerne i rifugi in Valle di Scalve, dei 5 censiti e di seguito elencati, 3 sono
privati, gli altri sono gestiti dal Club Alpino Italiano:
Tabella 21 – Rifugi alpini
Comune Nome rifugio Tipo Rifugio Altezza m. s.l.m.
Posti letto Apertura
Colere Albani L. Rifugio privato 1939 60 Annuale Colere Cima Bianca Rifugio privato 2080 36 1 dicembre –30 settembreSchilpario Cimon della Bagozza Rifugio privato 1600 40 Annuale Schilpario Passo del Vivione Rifugio CAI 1850 20 Estiva Schilpario Tagliaferri N. Rifugio CAI 2328 40 Estiva
25
Dalla tabella emerge una ricettività totale di circa 200 posti che va ad aggiungersi alle strutture
tradizionali elencate in precedenza. Analizzando la tabella si può osservare che quattro rifugi sono
situati ad un’altitudine superiore ai 1.800 m, mentre uno è situato a quota più bassa: ciò permette
una diversificazione nell’offerta che riesce a soddisfare le necessità di diverse categorie di persone
(dallo sciatore all'escursionista, all'alpinista, ai gruppi sportivi o culturali). È importante
sottolineare, tuttavia, che solo i rifugi gestiti dal CAI permettono un’effettiva ricettività, poiché
quelli privati hanno talvolta limitazioni di uso legate alla disponibilità dei proprietari o dei gruppi di
gestione.
La domanda
Per analizzare lo stato e le tendenze della domanda sono utilizzati gli arrivi e le presenze, così come
rilevate dalle consuete statistiche inerenti il turismo. È necessario tenere presente fin da subito che il
dato non include due importanti categorie di soggetti:
• coloro che pernottano in seconde case di proprietà o affittate da privati;
• gli escursionisti che si recano in Valle in giornata.
Questo porta a un'inevitabile sottostima del dato di reale presenza e di conseguente pressione sul
territorio, che può essere particolarmente accentuata per le località montane facilmente raggiungibili
dai grandi centri urbani.
Nel 2003 in Valle di Scalve sono stati registrati 4.912 arrivi, di cui 3.725 in strutture alberghiere
(75,8 %) e 1.187 in esercizi complementari (24,2%).
Tabella 22 - Arrivi e presenze dei turisti totali (italiani e stranieri) negli esercizi ricett., per Comunità. Anno 2003 Esercizi alberghieri Esercizi complementari Tot. Ricettività (escl. non REC)
Arrivi Totali Presenze Totali Arrivi Totali Presenze Totali Arrivi Totali Presenze Totali
CM Valle Brembana 23.689 108.670 13.543 68.560 37.232 177.230 CM Valle Imagna 7.325 32.619 18 46 7.343 32.665 CM di Scalve 3.725 15.760 1.187 5.521 4.912 21.281 CM Valle Seriana Sup. 30.930 129.102 18.151 83.853 49.081 212.955 Prov. di Bergamo 457.957 1.050.295 59.012 307.322 516.969 1.357.617 Fonte: Istat e Regione Lombardia
La Valle di Scalve conta il 3,5% degli alberghi totali provinciali, ma il numero di arrivi rappresenta
solo lo 0,8 % degli arrivi totali. Questo è, almeno in parte, spiegabile se si considera che gran parte
del turismo nella Provincia di Bergamo è rappresentato da turismo “di lavoro”, e che comunque la
città capoluogo rappresenta una grandissima attrattiva e da sola viene visitata da circa 140.000
turisti all’anno.
26
Di seguito viene riportata la tabella relativa agli arrivi e alle presenze dei turisti italiani e stranieri
(nel 2003) nel complesso degli esercizi ricettivi, per le quattro comunità e la Provincia di Bergamo.
Tabella 23 – Arrivi e presenze per provenienza, per Comunità. Anno 2003 Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze % di arrivi sul totale
Arrivi Presenze % di arrivi sul totale
Arrivi Presenze
CM Valle Brembana 31.361 155.834 84,2% 5.871 21.396 15,8% 37.232 177.230 CM Valle Imagna 5.559 27.302 75,7% 1.784 5.363 24,3% 7.343 32.665 CM di Scalve 4.559 20.181 92,8% 353 1.100 7,2% 4.912 21.281 CM Valle Seriana Sup. 44.246 193.424 90,1% 4.835 19.531 9,9% 49.081 212.955 Prov. di Bergamo 334.385 981.961 64,7% 182.584 375.656 35,3% 516.969 1.357.617Fonte: Istat e Regione Lombardia
Degli arrivi totali registrati nella Comunità Montana della Valle di Scalve 4.559 sono italiani
(92,8%) e 353 sono stranieri (7,2%). Come si evince dalla tabella, la Valle di Scalve segue la Valle
Brembana, la Valle Imagna e la Valle Seriana Superiore, sia come arrivi complessivi in un anno, sia
come presenze complessive. Anche per quel riguarda gli arrivi degli stranieri in rapporto agli arrivi
totali, la Valle di Scalve, presenta percentuali inferiori rispetto alle altre comunità e ai valori
provinciali.
Analizzando il dato a livello comunale si nota che il maggior numero di arrivi si registra nel
Comune di Schilpario, mentre la percentuale di stranieri più alta si registra a Colere (13,6% di arrivi
sul totale).
Tabella 24 - Arrivi e presenze per provenienza, per Comune. Anno 2003 Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze % di arrivi
sul totale Arrivi Presenze % di arrivi
sul totale Arrivi Presenze
Azzone 0 0 - 0 0 - 0 0Colere 1.389 4.637 86,4% 218 633 13,6% 1.607 5.270Schilpario 2.936 14.769 96,4% 111 186 3,6% 3.047 14.955Vilminore di Scalve 234 775 90,7% 24 281 9,3% 258 1.056Totale Comunità M. 4.559 20.181 92,8% 353 1.100 7,2% 4.912 21.281Fonte: Istat e Regione Lombardia
Gli arrivi in Val di Scalve, nel 2003, sono stati, 1,1 per abitante e 35 per km2. Tali indicatori
risultano piuttosto significativi dal punto di vista ambientale in quanto rappresentano la pressione
esercitata dal turismo sul territorio in esame. Dall’analisi delle tabelle emerge come la Valle di
Scalve subisca una pressione inferiore alla media provinciale in termini sia di arrivi sia di presenze
per chilometro quadrato, ma nettamente superiore in termini di arrivi e presenze per abitante.
27
Tabella 25 - Arrivi per ab e per km2. Anno 2003 Arrivi Arrivi/ab Arrivi/km2
CM Valle Brembana 37.232 0,9 57,8 CM Valle Imagna 7.343 0,2 71,9 CM di Scalve 4.912 1,1 35,0 CM Valle Seriana Sup. 49.081 1,3 106,7 Prov. di Bergamo 516.969 0,5 189,9
Tabella 26 - Presenze per ab e per km2. Anno 2003 Presenze Presenze/ab Presenze/km2
CM Brembana 177.230,0 4,1 275,3 CM Valle Imagna 32.665 1,1 319,9 CM di Scalve 21.281 4,8 151,6 CM Valle Seriana Sup. 212.955 5,6 463,2 Prov. di Bergamo 1.357.617,0 1,4 498,6
Di seguito viene riportata la tabella relativa agli arrivi e alle presenze in ogni comune della Valle: Tabella 27 – Arrivi e presenze per km2, per abitante e per Comune. Anno 2003
Comune Arrivi Arrivi/ab Arrivi/km2 Presenze Pres./ab Pres./km2
Azzone 0 0,0 0,0 0 0,0 0,0 Colere 1.607 1,4 85,6 5.270 4,6 280,8 Schilpario 3.047 2,4 47,7 14.955 11,6 234,1 Vilminore di Scalve 258 0,2 6,3 1.056 0,7 25,8 Totale Comunità M. 4.912 1,1 35,0 21.281 4,8 151,6 Fonte: Istat e Regione Lombardia
In Valle di Scalve tra il 2001 e il 2003 gli arrivi nel complesso degli esercizi ricettivi sono
aumentati, in totale, del 14,9%; in particolare si nota una crescita degli arrivi sia nelle strutture
alberghiere, sia negli altri esercizi. Da questo punto di vista, l’andamento del turismo nella
Comunità è allineato a quello registrato in Provincia e in Lombardia, dove si è avuta una crescita
degli arrivi sia negli alberghi, sia nelle altre strutture ricettive.
Gli impianti di risalita
Il complesso turistico-sportivo di Colere sorge sul versante nord della Presolana e l'innevamento è
ottimo da dicembre a maggio. Il comprensorio sciistico, con i suoi 25 km di piste, è ottimamente
Evoluzione degli arrivi 2001-2003
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
2001
2002
2003
CM Valle Brembana CM Valle Imagna
CM Valle di Scalve CM Valle Seriana Sup.
28
servito: le piste sono in tutto 8 (1 facile, 5 medie e 2 difficili). Gli impianti di risalita comprendono:
2 seggiovie biposto, 1 seggiovia triposto, 2 skilift, 1 campo scuola. La Sirpa, la Società che gestisce
gli impianti di risalita, ha inaugurato la scorsa stagione la nuova seggiovia triposto Corne Gemelle
Ferrantino.
Di seguito si riportano i dati tecnici relativi agli impianti di risalita di Colere:
Tabella 28 – Impianti di risalita (Colere) Tipologia impianto Partenza
(m) Arrivo
(m) Lunghezza
(m) Portata/h Note
Seggiovia Carbonera-Polzone 1050 1550 1500 950 Biposto Seggiovia Polzone- Cima Bianca 1550 2100 1450 1100 Biposto Seggiovia Corne Gemelle-Ferrantino 1820 2250 1200 1650 Triposto Sciovia Capanno 1435 1595 540 800 Singolo Sciovia Plan del Sole 1520 1585 210 800 Singolo
Lo sci alpino era inoltre praticabile a Vilminore di Scalve. In questa località minore, l’impianto di
risalita, temporaneamente chiuso, serviva solo una pista di 1 km di lunghezza.
In tabella sono riportate le caratteristiche dell’impianto:
Tabella 29 – Impianti di risalita (Vilminore di Scalve) Tipologia impianto Partenza
(m) Arrivo
(m) Lunghezza
(m) Portata/h Note
Sciovia Teveno 1160 1310 700 800 Attualmente chiuso
In Valle di Scalve è possibile effettuare anche lo sci nordico. Particolarmente attrezzato è il Centro
di Schilpario. Le piste degli Abeti a 1.140 m presentano anelli di 3,5, 8 e 10 km. Il tracciato, molto
tecnico, è valido sia per atleti che per escursionisti per i quali è previsto un percorso alternativo. La
pista, sempre battuta sia per tecnica classica sia per tecnica libera, possiede un impianto di neve
programmata a bassa pressione.
Di seguito sono riportati i dati tecnici relativi alle piste di fondo di Schilpario:
Tabella 30 – Piste per sci nordico Anelli Schilpario (km) Dislivello max salita (m) Dislivello totale (m)
Anello 3 km 22 91 Anello 5 km 24 151 Anello 8 km 54 255 Anello 10 km 58 339
A Schilpario è inoltre possibile praticare anche lo sci alpino, limitatamente a un unico impianto di
risalita che serve una pista di lunghezza di circa 1 km.
30
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Aria Codice indicatore 2.1 DPSIR P
Descrizione Emissioni in atmosfera totali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore misura l’emissione complessiva per ciascuno degli inquinanti censiti nel database Inemar e permette di valutare il carico inquinante complessivo sull’ambiente atmosferico, a prescindere dalla sua distribuzione spaziale. È possibile inoltre valutare il contributo percentuale delle principali sorgenti per gli inquinanti considerati. La classificazione delle sorgenti emissive in 11 macrosettori, utilizzata per l’inventario, è quella definita a livello comunitario nell’ambito del progetto CORINAIR.
Metodologia di calcolo
Il dato è acquisito dal database Inemar della Regione Lombardia a livello comunale e aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana.
Fonte dei dati ARPA LOMBARDIA - REGIONE LOMBARDIA (2003), INEMAR, Inventario Emissioni in Atmosfera: emissioni in regione Lombardia nell'anno 2001. Dati per revisione pubblica
Unità di misura kt (CO2) t (altri)
Ambito territoriale Comunale, aggregazione per Comunità Montana
Periodo di calcolo 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Non disponibile Confronto spaziale
Tra i comuni, tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia
Valori di riferimento Non significativi per la tipologia di indicatore
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia SO2 43 8 55 28 4.400 NOx 617 67 628 305 29.152 COV 1.987 471 2.785 1.129 33.380 CH4 1.023 218 1.159 460 40.261 CO 4.467 1.857 8.365 3.947 73.833 CO2 209 17 412 89 7.373 N2O 87 17 72 25 1.507 NH3 240 45 213 77 8.520 PM10 122 48 218 104 2.718 Nei grafici riportati nella pagina seguente è riportata la ripartizione delle emissioni negli 11 macrosettori Corinair per i pincipali inquinanti.
31
Elementi di valutazione I dati di emissione per la Val di Scalve mettono in luce valori del tutto trascurabili rispetto al dato provinciale per quasi
tutti gli inquinanti, con l’eccezione del monossido di carbonio, per il quale il contributo della Comunità, pur molto marginale, assume comunque una certa significatività. Per quanto riguarda la ripartizione delle diverse sorgenti, emerge un contributo secondario ma non del tutto trascurabile dei processi di combustione in ambito industriale (il 20% delle emissioni di Nox e il 31% delle emissioni di CO2). Il ruolo del traffico veicolare appare notevole per gli Nox (42%) ma molto più contenuto per gli altri inquinanti e, in particolare per il CO (5%), che altrove deriva per un’ampia percentuale da tale fonte. È opportuno mettere in luce, infine, il contributo rilevante della combustione non industriale nell’emissione di CO, nell’ambito della quale emerge un ruolo preminente della combustione domestica della legna in apparecchiature quali stufe, caminetti, cucine. È importante sottolineare, d’altra parte, che la combustione della legna presenta tuttavia un importante vantaggio sul piano delle emissioni di gas serra: la CO2 emessa, infatti, si può considerare compensata da quella assorbita dalle piante per la loro crescita, con un valore di emissione netta quindi nullo o molto ridotto.
Valle di ScalveEmissioni di Nox per macrosettore
Combustione non industriale
38%
Combustione nell'industria
20%
Trasporto su strada42%
Valle di ScalveEmissioni di COV per macrosettore
Combustione non industriale
30%
Processi produttivi
2%
Uso di solventi16%Trasporto su
strada5%
Altre sorgenti e assorbimenti
47%
Valle di ScalveEmissioni di CO per macrosettore
Combustione non industriale
94%
Trasporto su strada
5% Combustione nell'industria
1%
Valle di ScalveEmissioni di CO2 per macrosettore
Combustione non industriale
44%
Combustione nell'industria
31%
Processi produttivi
1%
Trasporto su strada24%
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA
Emissioni poco rilevanti nel contesto provinciale.
32
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Aria Codice indicatore 2.2 DPSIR P
Descrizione Emissioni in atmosfera unitarie Tipologia Efficienza
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore misura l’emissione per unità di territorio per ciascuno degli inquinanti censiti nel database Inemar e permette di valutare il carico inquinante sull’ambiente atmosferico, rapportato alla superficie territoriale. L’indicatore pertanto esprime l’effettiva pressione ambientale sul territorio relativamente al settore aria.
Metodologia di calcolo
Il dato è acquisito dal database Inemar della Regione Lombardia a livello comunale, aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana e diviso per la superficie territoriale.
Fonte dei dati ARPA LOMBARDIA - REGIONE LOMBARDIA (2003), INEMAR, Inventario Emissioni in Atmosfera: emissioni in regione Lombardia nell'anno 2001. Dati per revisione pubblica
Unità di misura kt/km (CO2) t/km (altri)
Ambito territoriale Comunale, aggregazione per Comunità Montana
Periodo di calcolo 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Non disponibile Confronto spaziale
Tra i comuni, tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia
Valori di riferimento Valore regionale lombardo
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia
SO2 0,094 0,054 0,085 0,275 1,616 NOx 1,342 0,478 0,976 2,991 10,706 COV 4,322 3,351 4,327 11,054 12,259 CH4 2,224 1,550 1,800 4,501 14,786 CO 9,715 13,224 12,996 38,660 27,116 CO2 0,454 0,119 0,640 0,873 2,708 N2O 0,189 0,121 0,112 0,243 0,553 NH3 0,521 0,322 0,332 0,752 3,129 PM10 0,266 0,341 0,339 1,018 0,998
33
Elementi di valutazione Le emissioni per unità di superficie in Val di Scalve per gli inquinanti Inemar appaiono poco consistenti con
riferimento al dato medio provinciale (sempre pari ad almeno il triplo e, per alcuni inquinanti, superiore di un ordine di grandezza), e risultano inferiori in molti casi anche rispetto alle altre Comunità Montane considerate. Gli unici inquinanti che, pur con valori inferiori, mantengono una certa rilevanza sono i composti organici volatili (COV), il monossido di carbonio (CO) e il particolato fine (PM10), tutti pari a circa un terzo del valore medio provinciale (quasi la metà per il CO).. Questo dato potrebbe essere interpretato in prima battuta nel senso di una prevalenza netta del traffico autoveicolare rispetto alle altre sorgenti emissive. Tale interpretazione appare tuttavia dubbia per due motivi:
il valore di emissione unitaria per i NOx è comunque inferiore di un ordine di grandezza rispetto al dato provinciale;
il dato relativo alla ripartizione delle sorgenti (vedere scheda “Emissioni totali”) non mostra contributi significativi per CO e COV in val Brembana.
La relativa presenza di precursori degli inquinanti fotochimici deve essere attentamente valutata alla luce dei livelli di ozono rilevati nelle campagne di monitoraggio. Deve essere infine tenuto presente il carattere per sua natura incerto delle stime di emissioni riportate, che devono essere interpretati più come valori indicativi che come numeri sui quali trarre conclusioni certe.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Emissioni poco rilevanti nel contesto
provinciale.
35
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Acqua Codice indicatore 3.1 DPSIR P
Descrizione Consumi idrici totali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di conoscere i volumi assoluti erogati dalla rete per ciascun Comune. Essendo di natura descrittiva, non consente confronti tra i diversi Comuni o valutazioni dell’efficienza nell’utilizzo della risorsa idrica.
Metodologia di calcolo
Dati rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994.
Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura m3 / anno
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Nessuno
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Comune Consumi
Comune Consumi
AZZONE 384.759 SCHILPARIO 311.869 COLERE 80.145 VILMINORE DI SCALVE 130.488
NOTA: per Azzone il consumo indicato è una stima volume immesso in rete
Elementi di valutazione Pur costituendo un importante passo avanti nella conoscenza delle infrastrutture per l’erogazione dell’acqua potabile
sul territorio, i dati di partenza presentano alcuni valori scarsamente attendibili e difficoltà interpretative, specie nel caso di acquedotti consortili. La base conoscitiva disponibile prima della ricognizione ATO era quella rilevata alla fine degli anni ’80 per l’elaborazione del PRRA e presentava lacune notevolmente maggiori. Trattandosi di un dato assoluto, non è possibile trarre elementi di carattere valutativo: non sono disponibili infatti elementi per valutare la sostenibilità degli approvvigionamenti rispetto agli apporti naturali.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA -
36
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Acqua Codice indicatore 3.2 DPSIR P
Descrizione Consumi idrici procapite Tipologia Efficienza
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di valutare il consumo idrico rapportato alla popolazione presente nei diversi Comuni, evidenziando le aree più critiche ai fini dell’approvvigionamento. Poiché il dato si riferisce ai volumi erogati dagli acquedotti, occorre tenere presente due aspetti fondamentali:
la possibile presenza di approvvigionamenti autonomi, specie ad uso industriale; la presenza di popolazione non residente, specie nelle aree a vocazione turistica.
Metodologia di calcolo
L’indicatore è calcolabile dividendo il consumo idrico totale per il valore della popolazione totale, comprensivo di quella residente e quella cosiddetta fluttuante. Quest’ultima tiene conto delle presenze non residenti (turistiche, per motivi di lavoro, etc.) ed è stata ponderata nella somma con la popolazione residente su 90 giorni di permanenza.
Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura l / ab giorno
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Tra i diversi Comuni
Valori di riferimento Alcune città italiane (es. Milano: 466 ) e valore medio nazionale (300)
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Comune Consumi procapite
Comune
Consumi procapite
AZZONE 2.137 SCHILPARIO 353 COLERE 136 VILMINORE DI SCALVE 213
Elementi di valutazione I valori di consumo procapite di Colere e Vilminore risultano tendenzialmente bassi, se paragonati con i riferimenti
proposti. Il dato di Azzone è da ritenersi non attendibile mentre il valore elevato di Schilpario potrebbe essere dovuto a una possibile sottostima dei fluttuanti (difficilmente censibili quando occupano seconde case) o a consumi particolarmente elevati connessi con le attività turistiche.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Consumi tendenzialmente contenuti.
37
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Acqua Codice indicatore 3.3 DPSIR S
Descrizione Abitanti serviti da acquedotto Tipologia Prestazione
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di conoscere la percentuale di abitanti servita da acquedotto, misurando l’efficacia del sistema di distribuzione dell’acqua potabile.
Metodologia di calcolo
Rapporto tra il numero di abitanti serviti da acquedotto e il numero di abitanti complessivi: i dati sono rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994.
Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura Percentuale
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Tra i diversi Comuni
Valori di riferimento Valore medio provinciale: prossimo al 100%
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Comune % residenti serviti
% ab. tot. serviti
Comune % residenti serviti
% ab. tot. serviti
AZZONE 100,0% 100,0% SCHILPARIO 100,0% 100,0% COLERE 95,9% 93,0% VILMINORE DI SCALVE 99,0% 98,7%
Elementi di valutazione
La tabella evidenzia un buon livello di copertura della popolazione, sia residente, sia fluttuante, da parte della rete acquedottistica. Le eccezioni coinvolgono prevalentemente i fluttuanti e in modo limitato la popolazione residente.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Buon livello di copertura della popolazione.
38
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Acqua Codice indicatore 3.4 DPSIR S
Descrizione Abitanti serviti da fognatura Tipologia Prestazione
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di conoscere la percentuale di abitanti servita dalla rete fognaria, misurando l’efficacia del sistema di collettamento delle acque reflue, presupposto indispensabile per garantire un livello elevato di qualità delle acque superficiali e sotterranee.
Metodologia di calcolo
Rapporto tra il numero di abitanti serviti da rete fognaria e il numero di abitanti complessivi: i dati sono rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994.
Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura Percentuale
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Tra i diversi Comuni
Valori di riferimento Valore medio provinciale - 87% dei Comuni con copertura superiore all’80% - 30% dei Comuni con copertura del 100%.
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Comune % Abitanti Totali Serviti
% Abitanti Residenti
Serviti
% Abitanti Fluttuanti
Serviti
Comune % Abitanti Totali Serviti
% Abitanti Residenti
Serviti
% Abitanti Fluttuanti
Serviti
Azzone 100% 100% 100% Schilpario 100% 100% 100% Colere 93,1% 91,4% 93,9% Vilminore di Scalve 100% 100% 100%
Elementi di valutazione
Si osserva che la percentuale di abitanti serviti da fognatura risulta nella maggior parte dei casi elevata e non lontana dal 100%. Emergono solo alcune criticità localizzate in alcuni comuni, interpretabili con una prevalenza di nuclei abitativi isolati o di case sparse, dove si verificano più facilmente situazioni di scarico diretto nel suolo (pozzi perdenti, subirrigazione, etc.).
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Elevata percentuale di abitanti serviti.
39
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Acqua Codice indicatore 3.5 DPSIR S
Descrizione Abitanti serviti da depurazione Tipologia Prestazione
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di conoscere la percentuale di abitanti servita da impianti di depurazione, misurando l’efficacia del sistema depurativo delle acque reflue e il suo grado di diffusione sul territorio, presupposto indispensabile per garantire un livello elevato di qualità delle acque superficiali e sotterranee.
Metodologia di calcolo
Rapporto tra il numero di abitanti serviti da depuratore e il numero di abitanti complessivi: i dati sono rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994. Sono riportate anche le percentuali di abitanti le cui acque reflue sono recapitate in corpo idrico, sul suolo o in recettore non identificato.
Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura Percentuale
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Tra i diversi Comuni
Valori di riferimento Valore medio provinciale
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Comuni Depuratore Corpo idrico Spandimento Altro/non id.
AZZONE 0% 100% 0% 0% COLERE 0% 86% 7% 0% SCHILPARIO 0% 100% 0% 0% VILMINORE DI SCALVE 0% 78% 22% 0%
Elementi di valutazione
Nessun Comune recapita i propri reflui in impianti di depurazione: la maggior parte di essi è recapitato in corpo idrico superficiale.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Nessun impianto di depurazione.
40
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Acqua Codice indicatore 3.6 DPSIR S
Descrizione Qualità acque superficiali: stato ecologico e ambientale Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di valutare lo stato ambientale di un corso d’acqua, rapportando i dati relativi allo stato ecologico con i dati relativi alla presenza di determinati inquinanti chimici stabiliti dal D.Lgs. n. 258/2000, tra cui i metalli pesanti e i composti organici clorurati.
Metodologia di calcolo
Stato ecologico: combinazione dell’I.B.E. e della classificazione basata sui macrodescrittori, secondo la seguente metodologia:
CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5I.B.E. > 10 8 – 9 6 – 7 4 – 5 1, 2, 3 Livello di inquinamento dei macrodescrittori
480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60
Stato ambientale: combinazione tra lo stato di qualità ecologico con i dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici di cui alla tabella 1 del D.Lgs. n. 258/2000, secondo lo schema seguente:
Stato Ecologico CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 Concentrazione <=valore soglia/ ELEVATO BUONO SUFFIC. SCADENTE PESSIMO
Concentrazione > valore soglia SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO
Fonte dei dati Provincia di Bergamo - Settore Ambiente -
Servizio Acque Unità di misura Classi di qualità
D.Lgs. n. 258/2000
Ambito territoriale Stazione di controllo Periodo di calcolo 1998-1999, 2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Tra le due campagne di misura Confronto spaziale
Tra le stazioni di controllo delle Comunità Montane
Valori di riferimento Obiettivi del D.Lgs. n. 152/1999
RISULTATI
Valore dell’indicatore Non sono presenti stazioni di controllo sul territorio della Comunità né ad essa riferibile. Il contributo del Torrente
Dezzo alla qualità del Fiume Oglio rilevata nella stazione di Costa Volpino non è infatti significativo.
Elementi di valutazione Non applicabile
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA NA Dato non disponibile.
41
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Acqua Codice indicatore 3.7 DPSIR P
Descrizione Derivazioni da corpi idrici superficiali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di conoscere la portata media derivata dai diversi corpi idrici superficiali, a scopo irriguo, civile, industriale ed energetico. Essendo di natura descrittiva, non consente confronti tra i diversi corsi d’acqua, né valutazioni del grado di sfruttamento del corpo idrico stesso.
Metodologia di calcolo
Numero di derivazioni suddivise per tipologia.
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Settore Risorse Naturali Unità di misura l / s
Ambito territoriale Singolo corpo idrico Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Nessuno
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Utilizzo Numero derivazioni Industriale 1 Produzione Energia 5
Elementi di valutazione In Valle di Scalve esistono 6 derivazioni da acque superficiali, di cui 1 a scopo industriale e 5 a uso idroelettrico. Le
derivazioni interessano principalmente il Torrente Dezzo e il suo affluente il Torrente Vò.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA
43
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.1 DPSIR P
Descrizione Tasso di urbanizzazione Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva il rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Nella Valle di Scalve la percentuale di superficie comunale occupata da aree urbanizzate non supera il 2% (Azzone 0,87%, Colere 1,83%, Schilpario 1,04%, Vilminore di Scalve 1,39%).
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra un tasso di urbanizzazione decisamente contenuto, sia rispetto alla
media provinciale (12%) che nei confronti della media provinciale della fascia montana (8%).
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Basso tasso di urbanizzazione.
44
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.2 DPSIR P
Descrizione Superficie occupata da siti industriali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva il rapporto fra superficie occupata da siti industriali e superficie territoriale totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie occupata da siti industriali e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La figura mostra la percentuale di superficie comunale occupata da siti industriali. Nella Valle di Scalve, tale valore, è sempre presente e inferiore al 2,5%; in particolare si registrano i seguenti valori: Azzone 0,35%, Colere 0,24%, Schilpario 0,06%, Vilminore di Scalve 0,06%.
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una esigua quota di superficie territoriale dedicata ai siti industriali
(la media della Comunità Montana è 0,12%); tale valore è inferiore sia al valore della situazione provinciale (1,68 %), che in rapporto alla situazione della fascia di montagna (0,44%).
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Esigua quota di superficie territoriale dedicata ai siti industriali.
45
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.3 DPSIR S
Descrizione Uso del suolo non urbanizzato Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva il rapporto fra superficie territoriale non urbanizzata suddivisa per tipologia d’uso e superficie territoriale non urbanizzata totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie territoriale non urbanizzata suddivisa per tipologia d’uso e superficie territoriale non urbanizzata totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore Il grafico mostra la percentuale di superficie territoriale della Comunità Montana di Scalve non urbanizzata
suddivisa secondo le diverse tipologie d’uso.
42%
25%
18%
15%
Boschi Vegetaz. Naturale Prati Aree sterili
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una quota di superficie territoriale non urbanizzata elevata (il 99%
circa); la maggior parte di questa superficie è occupata da boschi (42%). Gli altri uso del suolo rilevanti sono vegetazione naturale (25%), prati (18%) e aree sterili (15%). Vi è inoltre una piccola percentuale (inferiore all’1%) di aree idriche.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Consistente quota di superficie territoriale non urbanizzata, prevalentemente occupata da boschi.
46
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE
SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.4 DPSIR S
Descrizione Superficie esposta a rischio idrogeologico da frana Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva il rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico da frana e superficie territoriale totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico da frana e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La Comunità Montana di Scalve presenta il 17% circa di superficie territoriale esposta a fenomeno franosi. Il grafico riportato sotto mostra la quota di superficie territoriale in dissesto suddivisa secondo la tipologia di frana; su tutti emergono i crolli (56%).
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
Aree afranositàdiffusa
Colate Conoidi Crollo Deformazionigravitativeprofonde
Rockavalanche
Scivolamenti
Tipologia di frana
% su
p in
dis
sest
o pe
r tip
olog
ia
47
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una consistente presenza di superficie territoriale soggetta a
fenomeni franosi come dimostrano i dati esposti. Vi è da precisare che tali valori si riferiscono esclusivamente alla percentuale di territorio sottoposta a dissesti e dunque alla pericolosità senza operare un confronto con gli elementi esposti a tale rischio. Le analisi effettuate per la redazione del Piano di Emergenza Provinciale settoriale per il Rischio Idrogeologico da frana, evidenziano (senza quantificarne la superficie) la possibilità di coinvolgimento di centri abitati e di strade di collegamento. Tra i centri abitati segnalati vi sono Schilpario, Dezzo, Colere, Vilminore, Azzone e le frazioni di Teveno e Bueggio.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Consistente presenza di superficie territoriale soggetta a fenomeni franosi con coinvolgimento di aree urbanizzate.
48
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.5 DPSIR S
Descrizione Superficie esposta a rischio idrogeologico alluvionale Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva il rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico alluvionale e superficie territoriale totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico alluvionale e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La pericolosità alluvionale della Comunità Montana di Scalve è connessa con il reticolo idrografico contenuto nel bacino del torrente Dezzo. Al momento non si dispone dei dati necessari a calcolare la superficie territoriale esposta a rischio idrogeologico di tipo alluvionale; la tabella riporta le valutazioni contenute nel Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione della Protezione Civile della Provincia di Bergamo.
Rischio Territorio
Medio • S.S. 294 a nord di Schilpario • Aree esondabili della Val di Vo • Strade secondarie in corrispondenza dei corsi d’acqua
Basso • Rete viaria che costeggia il Dezzo • Centri abitati posti in posizione rilevata rispetto al Dezzo e ed esterna rispetto ai
torrenti minori
Elementi di valutazione Secondo le valutazioni effettuate nel Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione della Protezione
Civile della Provincia di Bergamo, la Comunità Montana di Scalve è soggetta ad un rischio idrogeologico alluvionale medio – basso. Tale valutazione è data dall’incrocio di una pericolosità elevata lungo il fondovalle del torrente della Val di Vo compensata da una fragilità generalmente bassa dei centri abitati e media per la rete viaria.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Discreta presenza di rischio idrogeologico alluvionale.
49
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.6 DPSIR S
Descrizione Numero di eventi di frana Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Registra, nel tempo, il numero di eventi di frana occorsi
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati CNR – Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi IdrogeologicheProvincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile
Unità di misura
-
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1927 - 2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La figura accanto, mostra il numero di eventi di frana accaduti nel territorio della Comunità Montana di Scalve dal 1927 circa ai primi mesi del 2002. Il numero di eventi di frana spazia fra 2 di Vilminore di Scalve e 5 di Azzone.
Elementi di valutazione
La Comunità Montana di Scalve mostra nel tempo una discreta presenza di eventi franosi. Gli anni nei quali si sono verificate le frane registrate sono 1927, 1976, 1991 e 1993 in particolare nei mesi di giugno, luglio, settembre, ottobre e novembre.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Discreta presenza di eventi franosi.
50
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.7 DPSIR S
Descrizione Numero di eventi di piena Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Registra, nel tempo, il numero di eventi di piena occorsi
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati CNR – Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1927 - 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La figura accanto, mostra il numero di eventi di piena accaduti nel territorio della Comunità Montana di Scalve dal 1927 circa ai primi mesi del 2001. In numero di eventi di piena spazia fra 0 (Schilpario e Azzone e 2 (Colere).
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra nel tempo una scarsa presenza di eventi di piena. Gli anni nei quali
si sono verificate le piene registrate sono il 1927 e il 1991 esclusivamente nei mesi di giugno e novembre. Questo indicatore deve essere letto in rapporto all’indicatore che registra i danni alle persone, beni ed attività provocati da queste piene per avere maggiori informazioni sulla gravità dell’evento.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Scarsa presenza di eventi di piena.
51
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.8 DPSIR S
Descrizione Persone, beni ed attività danneggiate da eventi di piena Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Registra, nel tempo, il numero di persone beni ed attività danneggiate da eventi di piena
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati CNR – Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1927 - 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Il sistema informativo sulla catastrofi idrogeologiche del CNR registra per la Comunità Montana di Scalve un evento in particolare (piena del 1/12/1923) che ha provocato nel complesso circa 500 vittime. In realtà, tale episodio è riconducibile al crollo della diga del Gleno e dunque non direttamente ad un evento di piena vero e proprio. Sono sempre presenti anche danni a beni ed attività, in particolare edifici civili ed industriali, infrastrutture di servizio e di comunicazione.
Elementi di valutazione Nonostante la Comunità Montana di Scalve non presenti numerosi eventi di piena, questi possono avere
una alta magnitudo, come dimostrano le cifre sopra esposte. Nel crollo della diga del Gleno del 1927, i dati raccolti registrano con certezza 356 vittime di cui 209 a Dezzo.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Consistenti danni a persone, beni ed attività in seguito ad eventi di piena ed all’episodio di crollo del diga del Gleno.
52
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.9 DPSIR S
Descrizione Numero di incendi boschivi Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato Numero di incendi boschivi occorsi per anno Metodologia di calcolo Numero di incendi boschivi occorsi suddivisi per anno Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale
Agricoltura Unità di misura
-
Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 1990 - 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale 1990 - 2003 Confronto spaziale Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore Il grafico mostra il numero di incendi boschivi occorsi nella Comunità Montana di Scalve dal 1990 al 2003.
0
1
2
3
4
5
6
7
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003
Anni
Num
ero
di in
cend
i
L’andamento è altalenante con una punta massima nel 1998 (6 incendi boschivi) e parecchie annate senza episodi.
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, ha subito negli anni dal 1990 al 2003, 20 episodi di incendio boschivo. I
mesi maggiormente colpiti sono stati i primi dell’anno, da gennaio ad aprile. Tra i quattro Comuni della Comunità Montana è Vilminore di Scalve ad essere maggiormente interessato da incendi boschivi, il 50% degli episodi si è infatti verificato sul suo territorio. L’indicatore deve essere letto in relazione a quello inerente la superficie percorsa dagli incendi boschivi.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
Discreta presenza di incendi boschivi con tendenza al miglioramento.
53
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE
SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.10 DPSIR S
Descrizione Superficie percorsa da incendi boschivi Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Valuta la quota di superficie territoriale percorsa da incendi boschivi negli anni considerati
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie percorsa da incendi boschivi e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura
Unità di misura %
Ambito territoriale Comuni Periodo di calcolo 1990 - 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Il grafico mostra la quota di superficie territoriale percorsa da incendi boschivi negli anni dal 1990 al 2003 per ogni Comune della Comunità Montana di Scalve. I valori non superano mai l’1,50%, registrato nel Comune di Vilminore di Scalve.
0,000,200,400,600,801,001,201,401,60
Azzone Colere Vilminore diScalve
Schilpario
Comuni
% su
p te
rr p
erco
rsa
da in
cend
i
54
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve presenta una esigua quota di superficie territoriale percorsa da incendi
boschivi. Il grafico seguente mostra dell’intera superficie territoriale percorsa da incendi boschivi la quota composta da bosco vero e proprio e non da pascolo o incolto.
0,0020,0040,0060,0080,00
100,00120,00
Azzone Colere Vilminore diScalve
Schilpario
Comuni
% su
p pe
rcor
sa d
a in
cend
i co
mpo
sta
da b
osco
Tra i Comuni maggiormente colpiti vi sono Colere e Azzone. L’indicatore deve essere letto in relazione al numero di incendi boschivi occorsi per anno.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Discreta estensione degli incendi con alcuni casi di consistente coinvolgimento di superfici boscate.
55
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.11 DPSIR S
Descrizione Superficie esposta a rischio valanghe Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva il rapporto fra superficie esposta a rischio valanghe e superficie territoriale totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie esposta a rischio valanghe e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Il grafico mostra la percentuale di superficie territoriale a rischio di valanghe per tutti i Comuni della Comunità Montana di Scalve. Il valore medio è del 37% circa, con estremi che vanno da Azzone (17%) a Schilpario (42% circa).
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una consistente presenza di rischio da valanghe come dimostrano i
dati esposti che derivano dall’unione delle informazioni sulla valanghe rilevate direttamente o fotointerpretate. Le analisi effettuate per la redazione del Piano di Emergenza Provinciale settoriale per il Rischio Valanghe ha inoltre registrato la localizzazione (accertata o fotointerpretata) delle valanghe. Per l’intera area oggetto di studio sono state localizzati 847 poligoni, di cui 241 nel Comune di Schilpario e 141 nel Comune di Vilminore di Scalve.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Consistente presenza di rischio da valanghe.
0,005,00
10,0015,0020,0025,0030,0035,0040,0045,00
AZZONE COLERE SCHILPARIO VILMINOREDI SCALVE
Comuni
% su
p. te
rrito
rial
e a
risc
hio
vala
nghe
56
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.12 DPSIR S
Descrizione Numero di valanghe Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Registra, nel tempo, il numero di valanghe occorse
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1980 - 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La figura accanto, mostra il numero di valanghe accadute nel territorio della Comunità Montana di Scalve dal 1980 circa al 2003. I Comuni coinvolti da valanghe sono stati Colere (21), Schilpario (14) e Vilminore di Scalve (13).
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve presenta un discreto numero di eventi valanghivi dal 1980 al 2003.
Il Piano di Emergenza Provinciale settoriale per il Rischio Valanghe non segnala il coinvolgimento particolare di centri abitati se non per alcune porzioni dei Comuni di Colere, Schilpario e Vilminore di Scalve.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Discreta presenza di eventi valanghivi.
57
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.13 DPSIR R
Descrizione Comuni dotati di studio geologico Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Registra i Comuni dotati di uno studio geologico ai sensi della L.R. 41/97
Metodologia di calcolo
Rapporto fra numero dei Comuni dotati di studio geologico e numero dei Comuni totali
Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio e urbanistica
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Per quanto riguarda lo studio geologico ai sensi della L.R. 41/97, il 75% dei Comuni della Comunità Montana di Scalve ha redatto tale documento.
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una buona
quota di studi geologici redatti fra i propri Comuni. Un’ulteriore informazione in merito al rischio idrogeologico viene dalla figura accanto che mostra i Comuni della Comunità Montana di Scalve che hanno già adeguato i propri strumenti urbanistici alle prescrizioni del Piano di Assetto Idrogeologico (art. 18 NTA PAI) e sono dunque esonerati unitamente a quei Comuni che hanno concluso l’iter di adeguamento ma sono ancora in attesa di parere positivo dalla Regione Lombardia.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Buona dotazione di studi geologici.
58
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.14 DPSIR R
Descrizione Interventi per rischio idrogeologico Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Registra i Comuni beneficiari di finanziamenti per la redazione dello studio geologico e per la messa in opera di interventi finalizzati alla riduzione del rischio idrogeologico
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio e urbanistica
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La Comunità Valle di Scalve ha ottenuto, dalla Regione Lombardia, il finanziamento di 2 Comuni per la redazione dello Studio geologico (50% dei Comuni totali).
Elementi di valutazione
Dai dati esposti emerge un buon supporto da parte della Regione Lombardia ai Comuni della Comunità Valle di Scalve per la redazione dello studio geologico (ai sensi dell’art. 7 della L.R. 41/97); non sono stato erogati finanziamenti per la realizzazione interventi di riduzione e mitigazione del rischio idrogeologico (ai sensi della L. 267/1998).
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Buona presenza di interventi a supporto della redazione di studi geologici.
60
COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Rifiuti Codice indicatore 5.1 DPSIR P
Descrizione Produzione totale rifiuti urbani Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
La conoscenza di questo indicatore è fondamentale per una prima valutazione in termini assoluti della pressione sull’ambiente provocata dai rifiuti urbani. L’indicatore è di natura descrittiva e non permette di effettuare confronti in termini di efficienza ambientale o di prestazione rispetto a riferimenti specifici.
Metodologia di calcolo
Il dato è acquisito dall’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Bergamo a livello comunale e aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana.
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Tonnellate / anno
Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002-2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Tra i due anni 2002 e 2003 Confronto spaziale
Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia
Valori di riferimento Non significativi per la tipologia di indicatore
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia 2002 11.366 1.074 8.689 4.467 170.012 RSU 2003 11.734 1.129 9.096 4.591 171.687 2002 184 0 435 219 17.850 Spazz. strade 2003 439 0 190 130 17.369 2002 1.201 263 1.152 1.246 40.413 Ingombranti 2003 1.213 214 1.360 1.254 39.468 2002 6.353 415 7.594 4.360 213.499 Racc. Diff. 2003 6.668 449 7.875 4.384 211.055 2002 19.103 1.751 17.872 10.291 441.773 Totale 2003 20.054 1.792 18.521 10.358 439.580
Variazione 2002-03 4,98% 2,33% 3,63% 0,65% -0,50%
Elementi di valutazione La produzione totale di rifiuti urbani è pari a circa 1.800 tonnellate/anno, con un incremento rispetto all’anno
precedente di circa il 2%. La quota di rifiuto raccolto in forma differenziata è di circa 450 t/a, anch’essa in lieve crescita rispetto al 2002. Sono raccolte circa 200 tonnellate di ingombranti e non risultano raccolti rifiuti da spazzamento stradale. Il confronto tra le Comunità Montane e con il valore provinciale permette di completare il quadro conoscitivo ma non è sufficiente, data la natura puramente descrittiva dell’indicatore, per trarre un giudizio di valutazione.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA NA
61
COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Rifiuti Codice indicatore 5.2 DPSIR P
Descrizione Produzione procapite di rifiuti urbani Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Tale indicatore permette di evidenziare il carico generato dal singolo cittadino in termini di produzione di rifiuti urbani. In generale è possibile ritenere che la produzione pro capite aumenti con l’aumentare dello standard di vita e dipenda dai modelli di produzione e consumo dei beni. Benché si tratti di un indicatore descrittivo, è possibile e interessante il confronto con altre realtà territoriali, all’interno e all’esterno della Provincia.
Metodologia di calcolo
Il dato è acquisito dall’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Bergamo a livello comunale, aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana e diviso per la popolazione residente.
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Kg/abitante giorno
Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002-2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Tra i due anni 2002 e 2003 Confronto spaziale
Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia
Valori di riferimento Valore medio Regione Lombardia: 1,39 Valore medio nazionale: 1,43
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia 2002 19.103 1.751 17.872 10.291 441.773 Totale RU 2003 20.054 1.792 18.521 10.358 439.580 2002 37.932 4.454 43.584 29.195 990.600 Abitanti 2003 38.615 4.469 43.723 29.745 1.004.612 2002 1,38 1,08 1,12 0,97 1,22 RU procapite 2003 1,42 1,10 1,16 0,95 1,20
Variazione 2002-03 3,12% 1,99% 3,30% -1,21% -1,88%
Elementi di valutazione Il dato di produzione procapite di rifiuti urbani della Comunità di Scalve, pari a 1,1 Kg/abitante giorno, è il più
contenuto tra le Comunità Montane prese in considerazione e sensibilmente inferiore sia al valore provinciale, sia, a maggior ragione, al dato medio nazionale (1, 43) e regionale (1, 39). La tendenza individuabile nei due anni presi in considerazione porta a un contenuto incremento, peraltro in controtendenza rispetto all’andamento provinciale nello stesso periodo. Un elemento da tenere presente nella valutazione è l’incidenza della presenza turistica, non conteggiata nel valore della popolazione residente utilizzata per elaborare l’indicatore: il numero di abitanti fluttuanti, qui probabilmente più rilevante che altrove, può contribuire a elevare il valore dell’indicatore, in alcune località anche in misura significativa.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺
Valore inferiore al dato provinciale, regionale e nazionale, tendenza alla crescita.
62
COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Rifiuti Codice indicatore 5.3 DPSIR R
Descrizione Raccolta differenziata dei rifiuti urbani Tipologia Prestazione
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
La conoscenza di tale indicatore permette sia di valutare in modo semplice la porzione di rifiuti teoricamente destinata al riciclo, rispetto al flusso del rifiuto indifferenziato, destinato alla discarica o alla termodistruzione. Si tratta di un indicatore di prestazione in quanto il valore che assume è riferibile a un target definito a livello nazionale dal D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi).
Metodologia di calcolo
L’indicatore è calcolato rapportando la quantità di rifiuto urbano raccolta in forma differenziata alla quantità di rifiuto urbano raccolta complessivamente.
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Percentuale
Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002 - 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Tra i due anni 2002 e 2003 Confronto spaziale
Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia
Valori di riferimento Obiettivo stabilito dal D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22: 35% entro l’anno 2003 Valore medio Regione Lombardia: 36,4% (anno 2002) Valore medio nazionale: 19,2% (dato provvisorio anno 2002)
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia 2002 6.353 415 7.594 4.360 213.499 Racc. Diff. 2003 6.668 449 7.875 4.384 211.055 2002 19.103 1.751 17.872 10.291 441.773 Totale RU 2003 20.054 1.792 18.521 10.358 439.580 2002 33,25% 23,69% 42,49% 42,37% 48,33% Percentuale RD 2003 33,25% 25,06% 42,52% 42,32% 48,01%
Elementi di valutazione La percentuale di raccolta differenziata della Valle di Scalve (23,69%), risulta ampiamente inferiore a quello delle altre
Comunità Montane prese in considerazione e al dato provinciale (48,33%). Il valore registrato, inoltre, relativo all’anno 2003 evidenzia un incremento rispetto al 2003 ma risulta ancora piuttosto distante dall’obiettivo stabilito dal Decreto Ronchi per lo stesso anno. Va comunque sottolineato che la situazione è comunque migliore rispetto alla media nazionale e che la raccolta differenziata può incontrare particolari difficoltà nel territorio della Comunità. La maggiore dispersione degli insediamenti rispetto alla pianura condiziona infatti il vantaggio ambientale complessivo, a causa, per esempio, delle emissioni dei mezzi utilizzati per la raccolta e il trasporto delle diverse frazioni.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
Valore ampiamente inferiore alla media provinciale, allineato con la situazione nazionale e giustificato dalla peculiarità del territorio.
63
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Rifiuti Codice indicatore 5.4 DPSIR P
Descrizione Produzione totale rifiuti speciali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
La conoscenza di questo indicatore è fondamentale per una prima valutazione in termini assoluti della pressione sull’ambiente provocata dai rifiuti speciali. L’indicatore è di natura descrittiva e non permette di effettuare confronti in termini di efficienza ambientale o di prestazione rispetto a riferimenti specifici.
Metodologia di calcolo
Il dato, basato sulle dichiarazioni MUD, è acquisito dall’Ufficio Catasto Rifiuti della Provincia di Bergamo e aggregato per Comune e per categoria CER (prima coppia di cifre).
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Ufficio Catasto Rifiuti Unità di misura Tonnellate / anno
Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Non disponibile Confronto spaziale
Tra i comuni, tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia
Valori di riferimento Produzione di rifiuti speciali della provincia di Bergamo: 1.959.591 tonnellate (anno 2000)
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Analisi per Comune Comune t/a
AZZONE 1.276 COLERE 50 SCHILPARIO 195 VILMINORE DI SCALVE 809 Totale Comunità M. 2.330 Analisi per categoria
Cat. t/a
03 - Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di carta, polpa, cartone, pannelli e mobili 1.363 20 - Rifiuti urbani ed assimilabili da commercio, industria ed istituzioni inclusi i rifiuti della raccolta diff. 634 12 - Rifiuti dalla lavorazione e dal trattamento superficiale di metalli e plastiche 177 Altri rifiuti 155
Elementi di valutazione La produzione totale di rifiuti speciali è pari a circa 2.300 tonnellate/anno, valore decisamente modesto, specie se
confrontato con quello provinciale. I Comuni che producono le maggiori quantità risultano Azzone e Vilminore di Scalve, mentre risulta trascurabile la produzione di Schilpario e Colere. Analizzando la distribuzione per categoria, si osserva la netta prevalenza dei rifiuti della lavorazione del legno, mentre risulta marginale la produzione per le altre tipologie.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA Produzione limitata di rifiuti speciali.
64
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Rifiuti Codice indicatore 5.5 DPSIR R
Descrizione Recupero e smaltimento dei rifiuti speciali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore consente di individuare i flussi di smaltimento e recupero di rifiuti speciali sul territorio, evidenziando, da un lato, la capacità di gestione dei rifiuti prodotti, dall’altro le potenziali criticità ambientali connesse.
Metodologia di calcolo
Il dato, basato sulle dichiarazioni MUD, è acquisito dall’Ufficio Catasto Rifiuti della Provincia di Bergamo e aggregato per Comune e per categoria CER (prima coppia di cifre). E’ stata assunta come quantità smaltita o recuperata la quantità dichiarata come “ricevuta da terzi”, senza una contestuale “cessione a terzi”, che configurerebbe un’attività di solo trasporto.
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Tonnellate / anno
Ambito territoriale Singolo impianto, aggregato per Comunità M. Periodo di calcolo 2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Non disponibile Confronto spaziale
Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia
Valori di riferimento Quantità di rifiuti speciali prodotta sul territorio della Comunità Montana: 2.330 t/a
RISULTATI
Valore dell’indicatore Risultano conferite a un soggetto nel comune di Schilpario circa 31 tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione.
Elementi di valutazione La presenza di impianti di recupero/smaltimento è esigua limitata al solo comune di Schilpario, con quantità trattate
limitate rispetto alla produzione. E’ opportuno sottolineare che Schilpario non è comunque il Comune che presenta la maggiore produzione. La sola categoria presente è quella dei rifiuti da costruzione e demolizione, la cui produzione è comunque modesta.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA
Limitate quantità di rifiuti destinate a recupero/smaltimento.
66
COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Energia Codice indicatore 6.1 DPSIR P
Descrizione Consumi elettrici totali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di conoscere consumata da ciascun Comune. Essendo di natura descrittiva, non consente confronti tra i diversi Comuni o valutazioni dell’efficienza nell’utilizzo energetico.
Metodologia di calcolo
L’indicatore è ottenuto aggregando i dati di consumo per Comunità Montana.
Fonte dei dati Annuario statistico regionale Unità di misura Migliaia di kWh
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1999
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Nessuno
RISULTATI
Valore dell’indicatore
CM Val
Brembana CM di Scalve
CM Valle Imagna
CM Valle Seriana Sup.
Provincia di Bergamo
Agricoltura 706 142 178 238 56.029 Industria 130.460 3.229 40.111 124.837 4.403.310 Servizi 30.995 3.219 15.550 31.213 832.764 Residenziale 48.335 4.806 26.804 41.535 964.197 Totale 210.496 11.396 82.644 197.823 6.256.302
Elementi di valutazione Nonostante la vocazione industriale non particolarmente marcata, emerge una netta prevalenza del consumo
industriale rispetto agli altri settori. Il contributo della Comunità al consumo provinciale appare comunque modesto (circa 1/30). Non disponibili i dati disaggregati a livello comunale per i consumi di metano e carburanti: di conseguenza non è possibile elaborare il dato per il territorio della Comunità Montana.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA Modesto contributo ai consumi elettrici.
67
COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Energia Codice indicatore 6.2 DPSIR P
Descrizione Consumi elettrici procapite Tipologia Efficienza
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di valutare il consumo elettrico rapportato a specifici parametri unitari in funzione del settore di utilizzo: la popolazione residente per i consumi residenziale, gli addetti per i consumi industriali. E’ possibile in questo modo evidenziare le aree più critiche e quelle dove emergono le maggiori efficienze nell’uso energetico.
Metodologia di calcolo
L’indicatore è calcolabile dividendo: il consumo elettrico residenziale per il valore della popolazione residente; il consumo industriale per il numero degli addetti industriali (includendo, oltre all’industria in
senso stretto, energia, gas acqua e costruzioni).
Fonte dei dati Annuario statistico Regionale Unità di misura KWh / ab anno KWh / add. anno
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1999
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Tra i diversi Comuni
Valori di riferimento Valore provinciale (riportato in tabella)
RISULTATI
Valore dell’indicatore
CM Val
Brembana CM di Scalve CM Valle
Imagna CM Valle Seriana
Sup. Prov. Bergamo
Procapite residenziale 1.109 1.080 918 1.091 961 Procapite industriale 16.188 4.183 9.268 17.511 22.159
Elementi di valutazione I dati riportati evidenziano un consumo procapite residenziale del tutto analogo a quello delle altre Comunità Montane
esaminate e lievemente superiore a quello medio provinciale. Per quanto riguarda invece il consumo procapite industriale, si osserva un valore non solo ampiamente inferiore al dato provinciale, ma significativamente più basso anche di tutte le altre Comunità Montane in esame.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Residenziale allineato ai valori di riferimento, industriale decisamente inferiore.
68
COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Energia Codice indicatore 6.3 DPSIR R
Descrizione Cogenerazione e fonti rinnovabili Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di valutare la presenza di impianti che utilizzano fonti rinnovabili o sistemi di cogenerazione che, pur utilizzando fonti fossili, raggiungono una migliore efficienza energetica, rendendo fruibile l’energia termica che andrebbe dispersa con i sistemi convenzionali.
Metodologia di calcolo
L’indicatore è calcolato come la somma del numero di impianti e della potenza installata per ciascuna Comunità Montana. È importante sottolineare che si tratta degli impianti e delle potenze installate che risultano autorizzate dalla Provincia e non necessariamente corrispondono a impianti funzionanti sul territorio.
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Settore Ambiente, Settore Tutela Risorse Naturale
Unità di misura n. kW
Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Tra le Comunità Montane
Valori di riferimento A livello provinciale risultano censiti (Servitec - UTF, 2004) 102 impianti idroelettrici, 13 a fonti rinnovabili e assimilate (inclusa la termovalorizzazione dei rifiuti) e 50 a cogenerazione. La produzione elettrica annua è stimabile in 1.230 GWh/a per l’idroelettrico, 104 GWh/a per le rinnovabili e assimilate e 223 GWh/a per la cogenerazione.
RISULTATI
Valore dell’indicatore
CM Valle Brembana
CM di Scalve
CM Valle Imagna
CM Valle Seriana Sup.
Idroelettrico: n. impianti 23 4 0 19 Idroelettrico: producibilità media (GWh/a) 139,428 17,546 0 89,539 Altre rinnovabili: n. impianti (*) 1 0 1 0 Altre rinnovabili: prod. elettrica med. (GWh/a) 12,960 0 0,024 0 Altre rinnovabili: prod. termica med. (GWh/a) 69,120 0 0 0 Cogenerazione: n. impianti 1 0 0 0 Cogenerazione: prod. elettrica med. (GWh/a) 19,800 0 0 0 Cogenerazione: prod. termica med. (GWh/a) 51,120 0 0 0 (*) Il dato è riferito a un impianto autorizzato ma non ancora realizzato.
Elementi di valutazione I dati sopra riportati evidenziano che nel territorio delle Comunità Montana di Scalve risultano presenti 4 impianti
idroelettrici, con una producibilità media indicativa di circa 18 GWh/anno. Tre dei quattro impianti sono di piccola dimensione (tra i 7 e i 40 kW). Del tutto assenti risultano invece gli altri impianti a fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico, biomasse, etc) e di cogenerazione.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Discreta presenza di impianti idroelettrici, assenti le altre fonti.
70
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.1 DPSIR P
Descrizione Tasso di urbanizzazione Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva il rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento 8% - Tasso di urbanizzazione della fascia di montagna della Provincia di Bergamo al 2000
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Tasso di urbanizzazione pari al 1,23%.
Elementi di valutazione
Il tasso di urbanizzazione della Valle di Scalve è pari al 1,23% della superficie totale; rispetto al valore del territorio montano della Provincia di Bergamo nel suo complesso, registrato nel 2000 è ampiamente al di sotto della media.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Basso tasso di urbanizzazione.
71
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.2 DPSIR P
Descrizione Pressione dell’attività venatoria Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva la presenza di cacciatori nei diversi ambiti territoriali di caccia e per Comune di residenza, le giornate di caccia e i capi abbattuti nei diversi ambiti territoriali di caccia
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Agricoltura caccia e pesca
Unità di misura -
Ambito territoriale Ambito territoriale di Caccia - Comunale Periodo di calcolo 1997 - 2003
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
1997 - 2003 Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Figura 1 - Ambiti territoriali di caccia
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
Valle diScalve
ValleBorlezza
ValleBrembana
ValleSeriana
Ambiti di caccia
Gio
rnat
e di
cac
cia
2000/20012001/20022002/2003
Grafico 1 - Giornate di caccia per stagione venatoria
Anno Ambito di caccia 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003
A.T.C. Pianura bergamasca 3.189 4.314 4.043 4.411 4.763 4.666 - A.T.C. Prealpino 5.682 5.579 5.804 5.736 6.515 6.204 -
C.A. Valle di Scalve 48 108 130 130 135 138 136 C.A. Valle Borlezza 648 699 738 723 712 697 692
C.A. Valle Brembana 862 1.004 1.017 1.067 1.028 1.040 1.033C.A. Valle Seriana 360 357 365 382 278 389 401
Totale 10.789 12.061 12.097 12.449 13.531 13.134 - Tabella 1 - Cacciatori per ambito per stagione di caccia
72
Elementi di valutazione La figura 1 mostra gli ambiti di caccia nei quali è suddivisa la Provincia di Bergamo; la Valle di Scalve è
interamente compresa nel Comprensorio Alpino (C.A.) Valle di Scalve. In merito alla presenza di cacciatori, la tabella 1 mostra nel tempo un andamento crescente fino all’anno 1999 per poi rallentare ed oscillare negli anni successivi intorno a poco più di 130 cacciatori. Anche la figura 2 mostra variazioni generalmente contenute per quanto riguarda il numero di cacciatori per Comune di residenza. In merito alle giornate di caccia (grafico 1) si nota un consistente incremento dalla stagione 2000/2001 alla successiva e un lieve calo nella stagione 2002/2003; analogo andamento viene registrato se si considerano le giornate di caccia medie per ogni cacciatore. Le giornate di caccia medie per cacciatore soprattutto negli ultimi anni, mostrano una notevole attività venatoria nel C.A. Val di Scalve nonostante l’estensione contenuta, soprattutto in confronto agli altri comprensori alpini. Infine, in merito ai capi abbattuti (grafico 2 e 3), vi è da fare una suddivisione fra la Zona delle Alpi e gli appostamenti fissi, prevalentemente collocati nella bassa e media montagna; per quanto riguarda gli appostamenti fissi il C.A. Valle di Scalve mostra una crescita costante dei capi abbattuti nelle ultime tre stagioni venatorie: circa 2.000 capi nella stagione 2002/2003; la zona delle Alpi registra invece un consistente decremento nell’ultima stagione (poco meno del 50%).
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
Pressione venatoria consistente ma generalmente stazionaria nel tempo e sotto controllo.
0100002000030000400005000060000
C.A. ValleBorlezza
C.A. ValleBrembana
C.A. Valledi Scalve
C.A. ValleSeriana
Ambiti di caccia
Cap
i abb
attu
t
2000/20012001/20022002/2003
Grafico 2 - Capi abbattuti Appostamento Fisso
010002000300040005000600070008000
C.A. ValleBorlezza
C.A. ValleBrembana
C.A. Valle diScalve
C.A. ValleSeriana
Ambiti di caccia
Cap
i abb
attu
t
2000/20012001/20022002/2003
Grafico 3 - Capi abbattuti Zona Alpi
Figura 2 - Cacciatori per Comune di residenza
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COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE
SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.3 DPSIR S
Descrizione Superficie delle aree naturali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Misura la superficie occupata dalle aree naturali (aree boscate, aree vegetazione naturale, aree idriche) rispetto alla superficie totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie aree naturali e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Per quanto riguarda le aree boscate e le aree a vegetazione naturale (vedi figura a lato), la Comunità Montana di Scalve mostra percentuali di superficie territoriale che spaziano dal 60% del Comune di Vilminore di Scalve all’80% di Azzone. Per quanto riguarda le aree idriche la superficie comunale loro dedicata è sempre sotto l’1% (Comune di Colere).
Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve registra una buona dotazione di aree naturali, sia rispetto all’intera
Provincia che nei confronti delle Comunità Montane simili. In particolare per quanto riguarda le aree boscate (che rappresentano più del 63% delle aree naturali), si tratta prevalentemente di boschi di conifere (80%). La vegetazione naturale è prevalentemente costituita da arbusti, cespuglieti e vegetazione rupestre.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Buona presenza di aree naturali, in particolare di aree boscate.
74
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.4 DPSIR P
Descrizione Grado di frammentazione delle aree naturali Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Misura la continuità areale delle superfici naturali; essa è legata alla funzionalità e vitalità degli ecosistemi presenti
Metodologia di calcolo Rapporto fra perimetro aree naturali e area aree naturali Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore
Pianificazione territoriale e trasporti Unità di misura Km/Km2
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Comunità Montane Provincia di Bergamo
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore Per quanto riguarda il grado di frammentazione delle aree naturali presenti nella Valle di Scalve, la tabella
seguente mostra la situazione di tutte le Comunità Montane bergamasche per quanto concerne le fasce boscate e la vegetazione naturale.
Comunità Montana Grado di
frammentazione boschi (Km/Km2)
Grado di frammentazione vegetazione naturale
(Km/Km2) Basso Sebino 11,17 45,36 Alto Sebino 12,28 25,14
Valle Cavallina 11,18 39,20 Valle Seriana Superiore 8,91 11,68
Val di Scalve 7,23 12,54 Valle Seriana 12,42 21,92
Valle Brembana 8,85 17,90 Valle Imagna 14,94 34,68
Val San Martino (Solo comuni in provincia di BG) 14,45 56,44
Il grado di frammentazione delle fasce boscate è pari a 7,23 km/km2, mentre il grado di frammentazione della vegetazione naturale è di 12,54 km/km2.
Elementi di valutazione Il grado di frammentazione rileva la continuità di un’area; maggiore è il grado di frammentazione maggiore è
la divisione al suo interno. La Comunità Montana di Scalve registra una buona continuità areale delle superfici boscate, anche in rapporto alle altre Comunità Montane presenti in Provincia di Bergamo. Maggiormente frammentata risulta essere la vegetazione naturale.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Basso grado di frammentazione delle aree naturali, in particolare dei boschi.
75
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE
SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.5 DPSIR S
Descrizione Indice di Shannon Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Misura il grado di diversità del paesaggio analizzato (eterogeneità dell’ecotessuto).
Metodologia di calcolo
Sigma pi x sigma log2 pi Sigma: sommatoria di tutti gli elementi che compongono il sistema pi: frequenza relativa di ogni singola specie
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura -
Ambito territoriale UTO (Unità Territoriale Ottimale) Periodo di calcolo 2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Valore medio fascia montana provinciale – 1,59 Valore massimo fascia montana provinciale – 2,33
RISULTATI
Valore dell’indicatore
La figura seguente mostra i valori dell’Indice di Shannon per la Comunità Montana di Scalve; tali valori spaziano dai 1,17 dell’alto versante sinistro ai 1,97 del fondovalle.
Elementi di valutazione L’indice di Shannon valuta il grado di diversità del paesaggio; maggiore è il valore dell’indice, maggiore è il
grado di diversità del paesaggio. Rispetto ai valori medio e massimo della fascia montana provinciale, la Comunità Montana (1,59 e 2,33) mostra un mediocre livello di diversità del paesaggio.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Mediocre diversità del paesaggio.
76
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE
SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.6 DPSIR S
Descrizione Indice di Patton Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Misura l’effetto margine, ovvero il grado di contatto che ciascun sistema ambientale presenta al proprio interno
Metodologia di calcolo
Rapporto fra perimetro del sistema ambientale e area del sistema ambientale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura Km/Km2
Ambito territoriale UTO (Unità Territoriale Ottimale) Periodo di calcolo 2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Valore medio fascia montana provinciale – 2,73 Valore massimo fascia montana provinciale – 8,42
RISULTATI
Valore dell’indicatore La figura riporta per la Comunità Montana di Scalve i
diversi valori dell’indice di Patton. Tale indice, nella Valle di Scalve oscilla fra lo 0,98 dell’alto versante sinistro e il 2,86 del fondovalle.
Elementi di valutazione
L’indice di Patton misura il grado di contatto che ciascun sistema ambientale presenta al proprio interno; maggiore è il valore dell’indice, maggiore è il grado di contatto. Rispetto alla situazione generale della fascia montana della Provincia di Bergamo (Valore medio – 2,73; Valore massimo – 8,42) tali valori si collocano generalmente al di sotto della media.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Basso grado di contatto dei sistemi ambientali al loro interno.
77
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE
SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.7 DPSIR S
Descrizione Specie faunistiche e floristiche soggette ad interesse conservazionistico
Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Rileva le specie faunistiche e floristiche soggette ad interesse conservazionistico presenti nel territorio della Comunità Montana
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Tutela risorse naturali
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 1995 - 2000
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Dai dati presenti nel Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Orobie bergamasche, in tale area risultano essere presenti circa 120 specie floristiche protette secondo la normativa regionale o provinciale; il piano ha inoltre individuato le porzioni di territorio in cui è stata segnalata una particolare concentrazione di emergenze floristiche puntiformi che vanno a costituire le aree di interesse botanico (tabella 1).
Specie soggetta a tutela Comunità Montana
Sanguisorba dodecandra Valle Brembana Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri,
Campanula elantoides, Galium tendae, Sanguisorba dodecandra Valle Brembana
Viola comollia Valle Brembana Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri, Galium
tendae Valle Brembana e Valle Seriana Sup.
Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri, Campanula elantoides Valle Seriana Sup.
Sanguisorba dodecandra Valle Seriana Sup. Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri,
Campanula elantoides, Galium tendae Valle di Scalve.
Sanguisorba dodecandra Valle di Scalve Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri, Galium
tendae Valle di Scalve
Tabella 1 – Aree di interesse botanico
78
Per quanto riguarda invece la fauna, il Piano individua quelle porzioni di territorio ove sono presenti specie di particolare interesse e dunque meritevoli di una particolare tutela, classificandole come Aree di interesse faunistico (tabella 2).
Area Specie soggetta a tutela Estensione Comunità Montana
Tre Signori, Salmurano San Marco Pernice Bianca 566 ha Valle Brembana
Torcola, Badile, Valle di Mezzoldo Gallo cedrone 3.829 ha Valle Brembana
Venturosa, Cancervo Coturnice, Avifauna termofila 980 ha Valle Brembana
Grem Bombina 734 ha Valle Seriana Sup.Diavolo di Tenda, Redorta Pernice Bianca, Stambecco 1.216 ha Valle Seriana Sup.
Vigna Soliva Gallo cedrone 363 ha Valle Seriana Sup.
Valzurio, Avert, Val Sedornia Francolino di m., Coturnice, Avifauna Alpina 2.962 ha Valle Seriana Sup.
Arera, Fop Tetraonidi, Coturnice, Avifauna alpina 1.616 ha Valle Seriana Sup.
Valle del Vò, Valle del Gleno Pernice Bianca, Coturnice 3.111 ha Valle di Scalve Giovetto di Palline, Camino,
Giovo Avifauna alpina, Gallo
cedrone 2.788 ha Valle di Scalve
Tabella 2 – Aree di interesse faunistico
Elementi di valutazione
Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Orobie bergamasche e gli studi ad esso preliminari, hanno evidenziato la presenza di numerose e rilevanti specie floristiche e faunistiche soggette ad interesse conservazionistico. In particolare, per quanto riguarda la Comunità Montana di Scalve sono stati individuati due areali ospitanti una consistente concentrazione di emergenze floristiche puntiformi e due zone estese con alcune specie faunistiche rilevanti (Pernice bianca, Gallo Cedrone, Coturnice, Avifauna alpina).
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Consistente presenza di specie faunistiche e floristiche soggette ad interesse conservazionistico.
79
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.8 DPSIR S
Descrizione Specie di Comunità vegetali indicatrici di qualità ambientale Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato Rileva il numero di specie censite di orchidee spontanee, indicatori ambientali della biodiversità floristica
Metodologia di calcolo Numero di specie censite Fonte dei dati Provincia di Bergamo, FAB Unità di misura -
Ambito territoriale Comune Periodo di calcolo 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore Le seguenti figure mostrano il numero di orchidee spontanee censite per la Provincia di Bergamo e nel
dettaglio della Comunità Montana della Valle di Scalve. La maggiore diffusione di orchidee spontanee nella Provincia di Bergamo, si registra nella fascia collinare e montana mentre la bassa pianura più urbanizzata registra scarse presenze. In merito alla Comunità Montana di Scalve la situazione si presenta diversificata da Comune a Comune ma con valori sempre al di sopra delle 15 specie.
Elementi di valutazione Le orchidee spontanee sono spesso utilizzate quali indicatori ambientali della biodiversità floristica di un
luogo, in quanto abbastanza rare e tipiche di un habitat con un buon grado di naturalità. La Val di Scalve registra una buona presenza di orchidee spontanee con valori che spaziano dalle 17 specie censite di Colere alle 25 di Schilpario.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Buona presenza di orchidee spontanee, indicatrici di biodiversità floristica.
Figura 1 – Numero orchidee spontanee censite Provincia di Bergamo
Figura 2 – Numero orchidee spontanee censite Comunità Montana di Scalve
80
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE
SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.9 DPSIR R
Descrizione Superficie occupata dalle aree protette Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Misura la superficie occupata dalle aree protette rispetto alla superficie totale
Metodologia di calcolo
Percentuale del rapporto fra superficie aree protette e superficie territoriale totale
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura %
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore La figura mostra la
percentuale di superficie comunale occupata da aree protette. Nella Valle di Scalve tale valore oscilla fra il 90% di Schilpario e il 64% di Azzone.
Elementi di valutazione Le aree protette (intese come parchi regionali, parchi locali di interesse sovracomunale e riserve naturali)
della Valle di Scalve sono costituite dal Parco delle Orobie Bergamasche, riconosciuto con legge regionale nel 1989 ma ancora sprovvisto di un Ente Gestore e da una riserva naturale (Boschi del Giovetto di Palline) compresa nel Comune di Azzone e interna al Parco regionale. La riserva naturale Boschi del Giovetto di Palline, è caratterizzata dalla presenza di boschi naturali o seminaturali, foreste montane e pascoli alpini.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Elevata presenza di aree protette con una riserva naturale.
81
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.10 DPSIR R
Descrizione Superficie occupata da SIC e da ZPS Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Valuta la superficie occupata da Siti di Importanza Comunitaria e da Zone di Protezione Speciale rispetto al totale
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore La figura mostra la percentuale di
superficie comunale occupata da Siti di Interesse Comunitario (SIC). I valori spaziano da 27% circa di Vilminore di Scalve a più del 95% di Schilpario. E’ presente una Zona a Protezione Speciale.
Elementi di valutazione
I SIC (Siti di Interesse Comunitario), sono tra i principali strumenti per la difesa e la tutela di habitat e di specie animali e vegetali di particolare interesse comunitario, ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CE che tutela la biodiversità floristica e faunistica. Nella Val di Scalve, sono presenti tre SIC, Alta Val di Scalve, Boschi del Giovetto di Palline (interno all’omonima riserva naturale) e, in condivisione con la Valle Seriana Superiore, il SIC Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo della Presolana. E’ presente inoltre una Zona a Protezione Speciale denominata Boschi del Giovetto di Palline.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Consistente presenza di Siti di Importanza Comunitaria e di una Zona a Protezione Speciale.
83
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.1 DPSIR S
Descrizione Livelli di rumore stradale Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Valuta i superamenti dei livelli di attenzione per il rumore stradale per eventi di durata inferiore all’ora e superiore all’ora
Metodologia di calcolo
Rilevazione con strumentazione
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura dB(A)
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Livello di attenzione per eventi inferiori all’ora – 75dB(A) Livello di attenzione per eventi superiori all’ora – 65dB(A)
RISULTATI
Valore dell’indicatore La Comunità Montana di Scalve non è stata oggetto di rilevazioni specifiche interne al proprio territorio in
merito alla presenza di strade generatrici di rumore al di sopra dei livelli consenti dalla legislazione vigente.
Elementi di valutazione
Benché la Comunità Montana di Scalve non sia stata oggetto di rilevazioni specifiche per quanto riguarda il rumore generato da traffico stradale, riguardo alla situazione delle Comunità Montane vicine e rispetto alla poca presenza di strade di penetrazione nella Valle è possibile ipotizzare una scarsità di rumore, comunque non superiore ai livelli di attenzione sanciti dalla legislazione vigente.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Presumibile scarsità di rumore generato dal traffico stradale.
84
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.2 DPSIR I
Descrizione Esposizione all’inquinamento acustico Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Individua i Comuni aventi i centri urbani esposti a rumore da traffico stradale
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2001
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Presumibilmente, la Comunità Montana Val di Scalve, non ha al proprio interno centri urbani esposti a rumore da traffico stradale.
Elementi di valutazione
Presumibilmente, la Comunità Montana di Scalve, non ha al proprio interno centri urbani interessati da strade ad elevato traffico.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Probabile essenza di centri urbani interessati dall’attraversamento di strade ad elevato traffico.
85
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.3 DPSIR R
Descrizione Comuni dotati di zonizzazione acustica Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
Individua i Comuni dotati di classificazione acustica del territorio
Metodologia di calcolo
-
Fonte dei dati Regione Lombardia, D.G. Qualità dell’ambiente
Unità di misura -
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento -
RISULTATI
Valore dell’indicatore
Nessun Comune ha provveduto alla classificazione acustica del proprio territorio.
Elementi di valutazione
Nella Comunità Montana di Scalve nessuno dei quattro Comuni ha realizzato una classificazione acustica del proprio territorio a fronte di una situazione provinciale che vede l’adempimento del 36% dei Comuni.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA Nessun Comune ha realizzato la classificazione acustica del territorio.
86
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.4 DPSIR S
Descrizione Lunghezze dei tratti di linee elettriche in aree urbanizzate Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore permette di valutare, in termini potenziali, la lunghezza complessiva delle linee per il trasporto di energia elettrica che attraversano aree urbanizzate e che, quindi, possono in alcuni casi, trovarsi in prossimità di ambienti abitativi.
Metodologia di calcolo
L’indicatore è calcolato sommando le tratte di elettrodotti che interessano le aree urbanizzate, così come censite nella documentazione cartografica del Sistema Informativo Territoriale della Provincia.
Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Settore Territorio Unità di misura Metri
Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Distribuzione di frequenza per i comuni della Provincia - Fino a 1 km: 107 - Tra 1 e 2 km: 35 - Tra 2 e 3 km: 15 - Tra 3 e 4 km: 6 - Tra 4 e 5 km: 1 - Oltre 5 km: 2
RISULTATI
Valore dell’indicatore La tabella seguente riporta per ogni Comune della Comunità Montana di Scalve coinvolto la lunghezza degli
elettrodotti urbani, la percentuale rispetto al totale della Comunità Montana e la percentuale rispetto all’intera Provincia.
Comune Lunghezza elettrodotti % CM % Prov Comune Lunghezza
elettrodotti % CM % Prov.
Azzone 0 0 0 Schilpario 12 1,12 0,01 Colere 111 10,40 0,07 Vilminore di Scalve 944 88,47 0,62
CM Scalve 1.067 100,00 0,70
Elementi di valutazione Si evidenzia un tratto di elettrodotto di quasi 1 km nell’area urbana di Vilminore di Scalve: la situazione non è
tuttavia particolarmente critica nell’ambito provinciale.
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
☺ NA Situazione in generale buona, lieve e
localizzata criticità.
87
COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE
GENERALITÀ
Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.5 DPSIR S
Descrizione Livelli di campo elettromagnetico Tipologia Descrittivo
CARATTERISTICHE
Obiettivi e significato
L’indicatore fornisce una valutazione di carattere generale sui livelli di campo elettromagnetico prodotte in alcune postazioni di misura specifici per le tre tipologie di sorgenti: linee elettriche, stazioni radiobase, antenne radiotelevisive.
Metodologia di calcolo
L’indicatore è costituito dalla distribuzione di frequenza delle misure di campo magnetico ed elettromagnetico effettuate dall’ARPA sul territorio provinciale su richiesta o segnalazione da parte di cittadini e istituzioni. L’insieme delle misure analizzate e sulle quali sono state calcolate tali frequenze non costituisce un campione casuale ma deve essere interpretato come un insieme di dati raccolti in situazioni dove esisteva già il sospetto di un fenomeno di inquinamento elettromagnetico.
Fonte dei dati Arpa Lombardia – Sez. Provinciale di Bergamo Unità di misura -
Ambito territoriale Singoli punti di misura Periodo di calcolo 2001-2002
CRITERI DI VALUTAZIONE
Confronto temporale
Nessuno Confronto spaziale
Nessuno
Valori di riferimento Limiti stabiliti dal DPCM 8/7/2003 per il campo magnetico a 50 Hz:
limite di esposizione: 100 µT valore di attenzione: 10 µT obiettivo di qualità: 3 µT
Limiti stabiliti dal DPCM 8/7/2003 per il campo elettromagnetico (stazioni radiobase):
limite di esposizione: 20 V/m valore di attenzione: 6 V/m obiettivo di qualità: 6 V/m
RISULTATI
Valore dell’indicatore Nessuna misura disponibile
Elementi di valutazione -
VALUTAZIONE SINTETICA
Situazione Qualità dato Evoluzione Commento
NA NA NA Dati non disponibili.
88
9. CONCLUSIONI
Premessa
In questo capitolo conclusivo sono sintetizzati i principali elementi emersi dall’interpretazione degli
indicatori elaborati sulla base dei dati e delle informazioni raccolti nel corso della stesura della
presente Relazione sullo Stato dell’Ambiente.
I contenuti qui esposti sono suddivisi per aspetti ambientali (aria, acqua, suolo e sottosuolo, rifiuti,
energia, natura e biodiversità e agenti fisici) secondo la struttura utilizzata nei capitoli precedenti e,
per quanto riguarda le caratteristiche di ciascun indicatore, i criteri di valutazione, i risultati
dell’elaborazione e la loro valutazione, rimandano alle schede descrittive degli indicatori presentate
nelle pagine precedenti.
Nei casi in cui la qualità o la quantità dei dati e delle informazioni disponibili non hanno permesso
di formulare una valutazione adeguata, si è sottolineata l’opportunità di condurre ulteriori e più
approfondite analisi con l’obiettivo di mettere a disposizione delle Comunità un insieme di
informazioni significative, complete e aggiornate.
Per una migliore comprensione dei contenuti esposti in questo capitolo, è consigliabile tenere in
considerazione gli elementi descrittivi e di contesto esposti nel primo capitolo e riguardanti
rispettivamente gli aspetti ambientali e territoriali e quelli socioeconomici che caratterizzano la
Comunità Montana della Val di Scalve.
Aria
L’analisi delle emissioni in atmosfera sul territorio della Comunità Montana si basa sulla
metodologia Corinair che, pur consolidata e utilizzata come standard a livello europeo, presenta
significativi margini di incertezza, specie per gli inquinanti di “nuova generazione” quali ad
esempio il particolato fine.
La scarsa rilevanza delle emissioni annue per unità di superficie registrate (0,5 t/km2 contro 10,7
t/km2 per NOX), specie se confrontate con il dato provinciale, va letta dunque tenendo conto che si
tratta di un’indicazione di massima, finalizzata a un inquadramento generale del fenomeno piuttosto
che a un’analisi puntuale e dettagliata.
Emergono alcuni elementi che mettono in luce la specificità del territorio montano rispetto alle
convenzionali distribuzioni delle emissioni nelle aree critiche di pianura: il contributo del traffico
veicolare è abbastanza contenuto per il monossido di carbonio e trascurabile per i composti organici
volatili, evidenziando una situazione di netta controtendenza, compensata da un ruolo piuttosto
89
rilevante per il CO della combustione non industriale riferibile in buona parte alla presenza di
impianti termici domestici (stufe a legna, etc.).
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, gli scarsi livelli di emissione prefigurano una situazione
generalmente buona, pur essendo possibili in linea di principio fenomeni di accumulo locale, specie
nelle aree urbane attraversate dalle principali strade in periodi particolari (rientro dal week-end,
etc.). Non sono tuttavia disponibili dati che possano confermare queste ipotesi: non è presente
nessuna centralina fissa della rete provinciale di rilevamento e non risultano effettuate campagne di
rilevamento con mezzi mobili da parte dell’ARPA provinciale.
Appare dunque opportuno approfondire ulteriormente la conoscenza dell’inquinamento atmosferico
nelle aree montane, evidenziando le criticità specifiche di tale territorio, sia in termini di
concentrazioni di fondo (es. accumulo di ozono), sia attraverso l’analisi di fenomeni di punta
localizzati. Sono pertanto auspicabili campagne di misura basate su stazioni mobili o sull’utilizzo di
bioindicatori.
Acqua
La base conoscitiva sulle infrastrutture di acquedotto, fognatura e depurazione, pur con alcune
criticità residue, ha subito una recente significativa evoluzione attraverso la ricognizione effettuata
dall’Autorità d’Ambito, mentre, per quanto riguarda le derivazioni da acque superficiali, il catasto
recentemente acquisito dalla Provincia consente di avere un quadro dettagliato della situazione.
I consumi idrici procapite nel territorio della Comunità Montana, tenendo conto anche degli abitanti
fluttuanti che, in talune località, sono ampiamente prevalenti rispetto ai residenti, risultano
tendenzialmente contenuti con una pressoché totale copertura del servizio di acquedotto.
L’approvvigionamento idrico avviene in larga parte da sorgenti, prive, in linea di massima, di
inquinanti di origine industriale o agricola (es. solventi, nitrati), ma con possibili contaminazioni
accidentali di natura organica a causa di una maggiore esposizione rispetto alla falda acquifera di
pianura.
A fronte di una copertura della rete fognaria elevata, che si avvicina al 100% in quasi tutti i
Comuni, la situazione del trattamento dei reflui evidenzia la totale assenza di impianti di
depurazione con uno scarico della rete fognaria ovunque non depurato. È opportuno tuttavia
sottolineare che la configurazione del territorio, le basse temperature e, in molti casi, l’elevata
variabilità delle portate dovuta alla fluttuazione delle presenze, complica notevolmente la
realizzazione e la gestione dei sistemi convenzionali di depurazione. La situazione deve essere
90
pertanto valutata alla luce, da un lato, della modesta entità dei carichi inquinanti sversati, dall’altro
della scarsa capacità di diluizione dei corpi idrici recettori.
Sul territorio della comunità sono presenti 6 derivazioni da acque superficiali, di cui 1 a scopo
industriale e 5 a uso idroelettrico, in grado queste ultime di produrre quantità di energia elettrica
rinnovabile significative rispetto al territorio interessato, sottraendo tuttavia portate a volte anche
importanti ai corsi d’acqua, con notevoli conseguenze sia sugli ecosistemi acquatici, sia sulla
qualità delle acque superficiali, negativamente influenzata, come anticipato, dalla scarsa diluizione.
Non sono disponibili dati relativi alla qualità delle acque superficiali per il Torrente Dezzo e non
risulta possibile valutare la conseguenza degli scarichi non depurati in funzione delle portate idriche
disponibili.
Suolo e sottosuolo
Dal punto di vista delle pressioni esercitate sul suolo e sottosuolo della Comunità Montana di
Scalve, si registra un basso tasso di urbanizzazione (Azzone 0,87%, Colere 1,83%, Schilpario
1,04%, Vilminore di Scalve 1,39%). Contenuta è anche la quota di superficie territoriale dedicata ai
siti industriali mentre risultano essere assenti cave attive, discariche e siti contaminati.
L’uso del suolo non urbanizzato è in prevalenza occupato da boschi (42%), seguiti dalla
vegetazione naturale (25%), dai prati (18%) e dalle aree sterili (15%); una piccola percentuale
(inferiore all’1%) è occupata dalle aree idriche.
La consistente presenza di aree boscate, prati e pascoli (sistema ambientale montano), di per sé
positiva dal punto di vista ambientale, crea però alcuni problemi di gestione e manutenzione
ordinaria di tali aree, in quanto la situazione dei proprietari risulta essere molto frammentata e il
Figura 1 – Uso del suolo non urbanizzato
42%
25%
18%
15%
Boschi Vegetaz. Naturale Prati Aree sterili
Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
91
loro interesse per i terreni boscati generalmente scarso (per un approfondimento di questo tema, si
veda il progetto della Comunità Montana di Scalve individuato all’interno del Forum locale).
Il territorio della valle di Scalve è inoltre caratterizzato dalla consistente presenza di rischi naturali,
in particolare fenomeni franosi (17% della superficie territoriale) e alluvionali (ad oggi la superficie
interessata non è quantificabile). Tali rischi, analizzati considerando anche gli eventi calamitosi
occorsi negli anni passati, vedono il possibile coinvolgimento di aree urbanizzate e di infrastrutture
tecnologiche e di comunicazione con il conseguente eventuale danno a persone, beni ed attività.
L’analisi dei dati inerenti gli incendi boschivi registra una discreta presenza di tali episodi (quasi
sempre di origine dolosa) con una tendenza al miglioramento negli ultimi anni.
Data la fascia montana di appartenenza della Comunità Montana di Scalve vi è infine da segnalare,
in merito ai rischi naturali, la consistente presenza del rischio da valanghe, valutato sia in termini di
superficie territoriale coinvolta (37% circa è il valore medio della valle), sia riguardo agli eventi
valanghivi occorsi negli anni passati.
Per completare la disamina dei rischi territoriali, riguardo alle risposte poste in atto dalle
amministrazioni per fronteggiare tali calamità, va sottolineata una buona presenza di interventi a
supporto della redazione di studi geologici; auspicabile risulta la promozione di azioni conoscitive
maggiormente approfondite sul rischio idrogeologico e la realizzazione di interventi di
mitigazione/gestione di tale rischio naturale.
Rifiuti
Anche i dati relativi alla gestione dei rifiuti sul territorio della Comunità devono essere valutati a
fronte delle peculiarità del territorio, che presenta notevoli ostacoli nell’attività di trasporto,
rendendo da un lato meno significativi i target comunemente utilizzati con riferimento alla
normativa in vigore e agli standard nazionali, dall’altro valorizzando l’opportunità di iniziative per
la prevenzione della produzione e la valorizzazione dei residui (dal compostaggio domestico al
recupero degli scarti industriali attraverso l’introduzione di tecnologie pulite).
Per quanto riguarda specificamente i rifiuti urbani, la produzione procapite (1,08 kg/ab giorno)
risulta inferiore sia al dato medio provinciale (1,22 kg/ab giorno) sia a quello regionale (1,39 kg/ab
giorno), tenendo inoltre presente che non sono inclusi nel calcolo le presenze turistiche,
responsabili, in alcune località e in alcuni periodi.
Anche la percentuale di raccolta differenziata nella Comunità (24%), pur ampiamente inferiore al
dato provinciale (48%), è comunque molto superiore a quello nazionale (19,2%). Del resto, il valore
provinciale della percentuale di raccolta differenziata è da considerare come caso di eccellenza e
92
risulta difficilmente replicabile in tutte le realtà locali, caratterizzati da una configurazione del
territorio profondamente diversa. Infatti, la dispersione degli insediamenti abitativi potrebbe rendere
un servizio di raccolta fortemente orientato alla raccolta differenziata scarsamente vantaggioso dal
punto di vista ambientale, a causa dell’elevato flusso di automezzi utilizzati per la raccolta. Appare
quindi opportuno individuare un punto di equilibrio che coniughi in modo equilibrato l’esigenza di
rispettare i target di legge con quella di erogare un servizio efficiente sia sul piano economico sia su
quello ambientale.
Per la natura delle attività economiche sul territorio la produzione di rifiuti speciali limitata ma
ampiamente superiore alle altre Comunità Montane (100.000 t/a). Per quanto riguarda infine i rifiuti
speciali le quantità prodotte sono piuttosto limitate e principalmente derivanti dalla lavorazione del
legno: pressoché assenti risultano gli impianti di recupero e smaltimento.
Energia
Il contributo del territorio della Comunità ai consumi elettrici provinciali risulta molto modesto
(circa 11 MWh sui circa 6.200 MWh provinciali), con un peso del consumo industriale inferiore a
quello residenziale, in netta controtendenza non solo con la situazione provinciale, ma anche con
quella registrata nelle altre Comunità Montane.
Il consumo procapite residenziale risulta lievemente superiore alla media provinciale (1.080
kWh/ab. rispetto a 961 kWh/ab.), mentre quello procapite industriale, in conseguenza del ridotto
peso dell’industria, risulta ampiamente inferiore (4.183 kWh/add. anno rispetto a 22.159).
Come anticipato nelle pagine precedenti, è presente un discreto numero di impianti per lo
sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua, con una producibilità media annua di circa 18 GWh/a
rispetto ai 1.230 GWh/a provinciali.
L’energia idroelettrica, tuttavia, con le criticità già evidenziate in termini di garanzia del deflusso
minimo vitale sui corsi d’acqua, rappresenta oggi l’unica fonte rinnovabile utilizzata per la
produzione energetica: non risultano presenti sul territorio della Comunità impianti a biomasse o
per lo sfruttamento dell’energia solare termica, fotovoltaica o eolica.
Anche la potenza installata in impianti di cogenerazione che, pur alimentati da fonti fossili,
presentano un’efficienza energetica notevolmente superiore ai sistemi convenzionali, risulta
pressoché trascurabile.
Nella logica di un utilizzo sostenibile delle risorse energetiche risulta quindi auspicabile una
valorizzazione delle fonti rinnovabili, a partire da una valutazione dei possibili ambiti di
applicazione compatibili con i vincoli ambientali esistenti.
93
Natura e biodiversità
Nel territorio della Comunità Montana di Scalve vi è una forte presenza di aree naturali, con un
buon grado di continuità e una ridotta diversità del paesaggio al loro interno. L’analisi della flora e
della fauna rivela una consistente presenza di specie faunistiche (Pernice bianca, Coturnice,
Avifauna alpina, Gallo cedrone) e floristiche (Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus,
Campanula raineri, Campanula elantoides, Galium tendae, Sanguisorba dodecandra) di pregio,
soggette ad interesse conservazionistico. Anche le orchidee spontanee, spesso utilizzate quali
indicatori ambientali della biodiversità floristica di un luogo, risultano essere presenti con una
buona diffusione in tutti quattro i Comuni della valle di Scalve.
Dal punto di vista della tutela del patrimonio naturale, la Comunità Montana di Scalve registra al
proprio interno un’elevata presenza di aree protette, di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e di
Zone a Protezione Speciale (ZPS). La tabella seguente mostra uno specchietto riassuntivo delle aree
poste a tutela ambientale nella valle.
Tabella 1 – Aree protette
Tipologia di are protetta Nome dell’area protetta Parco regionale Parco delle Orobie bergamasche Riserva naturale Boschi del Giovetto di Palline Sito di Importanza Comunitaria Alta Val di Scalve Sito di Importanza Comunitaria Boschi del Giovetto di Palline Sito di Importanza Comunitaria Val Sedornia - Val Zurlo – Pizzo della Presolana Zona a Protezione Speciale Boschi del Giovetto di Palline Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti
Le figure seguenti mostrano, per i Comuni della valle di Scalve la percentuale di aree protette
rispetto alla superficie territoriale.
Figura 2 – Superficie parchi e riserve naturali
Fonte: Provincia di Bergamo
Figura 3 – Superficie SIC e ZPS
Fonte: Provincia di Bergamo
94
La consistente presenza di aree naturali e la loro forte tutela provoca a volte dei problemi di
gestione e amministrazione ordinaria del territorio della valle, in quanto fortemente vincolato
rispetto agli usi ammessi e agli interventi possibili.
Agenti fisici
I tratti di linee elettriche ad alta tensione che attraversano centri abitati, indicatore della presenza di
potenziali criticità legate ad esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza, sono in
generale poco rilevanti. Esiste una sola eccezione nel Comune di Vilminore di Scalve dove circa 1
km di elettrodotto attraversa l’area urbana: in tale località potrebbe essere opportuno un
approfondimento per valutare la presenza di possibili criticità locali.
Sul piano delle misure di inquinamento elettromagnetico effettuate dall’ARPA provinciale,
risultano molto contenute le situazioni di esposizione a livelli minimamente significativi di campi
elettromagnetici, con valori comunque ampiamente inferiori ai limiti di legge.
Dal punto di vista dell’inquinamento acustico non esistono ad oggi campagne di misurazione del
rumore generato da attività insediate nel territorio o dal traffico stradale; si ipotizza comunque una
scarsa presenza di rumore. Tale ipotesi è indirettamente confermata anche dall’assenza di
zonizzazione acustica del territorio.
95
BIBLIOGRAFIA
Aspetti ambientali e territoriali
Autorità di Bacino del fiume Po, Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del fiume
Po, 2001
Comunità Montana di Scalve, Piano di Sviluppo Socio Economico, 2001
Istat, 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni, 2001
Provincia di Bergamo, Carta Geologica della Provincia di Bergamo e note illustrative, Bergamo,
2000
Regione Lombardia, Annali nivometeorologico delle montagne lombarde, 1993-2001
Aspetti socioeconomici
Aci, Autoritratto 2001, 2002
IRS, Rapporto sull’economia bergamasca, 2003
Istat, 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni, 2001
Istat, 8° Censimento industria e servizi, 2001
Istat, 5° Censimento dell’agricoltura, 2000
Provincia di Bergamo, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Bergamo, 2004
Provincia di Bergamo, Programma Triennale dei Servizi Pubblici, Bergamo, 2000
Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Istat, Annuario statistico regionale,
www.ring.lombardia.it
Aria
Regione Lombardia, Arpa Lombardia, Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Inventario Emissioni
Aria (INEMAR), www.ambiente.regione.lombardia.it/inemar/inemarhome.htm
Arpa Lombardia – Sez. Provinciale di Bergamo, Laboratorio Mobile - Campagna di Misura
Inquinamento Atmosferico – Comune di Taleggio, 10/08/2004 – 05/09/2004
Arpa Lombardia – Sez. Provinciale di Bergamo, Laboratorio Mobile - Campagna di Misura
Inquinamento Atmosferico – Comune di Parre, 30/7/2003 – 26/3/2003
Acqua
Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, Le acque nella Bergamasca, Bergamo,
2001
96
Provincia di Bergamo – Servizio Acque, Monitoraggio dei corsi d’acqua superficiali della
provincia di Bergamo, Anni 1998/1999 – 2002
Suolo e sottosuolo
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche, Sistema
Informativo sulle Catastrofi Idrogeologiche, 2002
Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione Territoriale e Trasporti, MISURC, 2004
Provincia di Bergamo, Settore Tutela Risorse Naturali, Dati Piano Cave, 2004
Provincia di Bergamo, Settore Ambiente, Dati Siti contaminati, 2004
Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Piano di Emergenza Provinciale
settoriale per il Rischio Idrogeologico da frana, 2003
Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Piano di Emergenza Provinciale
settoriale per il Rischio Valanghe, 2003
Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Analisi dei fenomeni franosi avvenuti
nell’anno 2002 – Aggiornamento del programma di previsione e prevenzione dei rischi, 2003
Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Programma Provinciale di Previsione
e Prevenzione della Protezione Civile della Provincia di Bergamo, 2003
Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura, Dati sulla superficie percorsa da incendi
boschivi, 2003
Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio e urbanistica, Dati sulla redazione di studi
geologici da parte dei Comuni, sull’adeguamento alle prescrizioni del PAI e sul finanziamento per
la redazione degli studi geologici e per la realizzazione di interventi di riduzione del rischio
idrogeologico, 2004
Regione Lombardia, Progetto DUSAF – Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali, 2003
Rifiuti
Provincia di Bergamo, Settore Ambiente – Osservatorio Rifiuti, Rapporto sulla produzione di rifiuti
solidi urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, Anni 2002 e 2003
Energia
Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Istat, Annuario statistico regionale,
www.ring.lombardia.it
Servitec, Indagine energetica provinciale: domanda e produzione di energia elettrica sul territorio
bergamasco, 2004
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Natura e biodiversità
Parco delle Orobie bergamasche, Provincia di Bergamo, Regione Lombardia, Piano Territoriale di
Coordinamento del Parco delle Orobie bergamasche, 2000
Provincia di Bergamo, Gruppo Flora alpina Bergamasca, Orchidee spontanee della Provincia di
Bergamo, Bergamo, 2001
Provincia di Bergamo, Settore Agricoltura caccia e pesca, Dati sull’attività venatoria, 2003
Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione Territoriale e Trasporti, Studi propedeutici al Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale, 2003
Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione Territoriale e Trasporti, Dati sulle aree protette, sui
Siti di Interesse Comunitario e sulle Zone a Protezione Speciale, 2004
Regione Lombardia, Progetto DUSAF – Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali, 2003
Agenti fisici
Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti, Piano direttore di risanamento
acustico della rete stradale provinciale, 2002
Regione Lombardia, D.G. Qualità dell’ambiente, Dati relativi alla zonizzazione acustica comunale,
2004
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GLOSSARIO
Acidificazione: processo chimico, causato dell’inquinamento idrico e atmosferico, attraverso il
quale sostanze gassose di prevalente origine antropica, una volta subita la trasformazione in acidi,
alterano le caratteristiche chimiche degli ecosistemi (acquatici e terrestri) compromettendone la
funzionalità.
Aree urbanizzate: residenziali, produttive, miste, parchi o giardini, impianti sportivi, spazi aperti,
servizi, aree in trasformazione, cascine, campeggi.
Biodiversità (diversità botanica, diversità zoologica): variabilità degli organismi viventi di ogni
origine, compresi, tra l'altro, gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici, ed i
complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell'ambito delle specie, e tra le
specie degli ecosistemi (Convenzione sulla biodiversità, Rio de Janeiro, 5 giugno 1992).
BOD: il BOD è un indicatore della quantità di sostanza organica biodegradabile che si trova nelle
acque. In particolare si definisce BOD5 il consumo biochimico di ossigeno di un campione
contenente batteri, incubato per 5 giorni a 20 ° C al buio e a pH uguale a 7.
Compostaggio: biotecnologia per il trattamento di rifiuti organici di diversa provenienza e natura,
basata su un processo ossidativo, operato da consorzi di microrganismi aerobici.
CORINAIR: CORINAIR (COoRdination Information AIR) è l’inventario delle emissioni in
atmosfera dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.
Effetto serra: fenomeno che consiste nell’intrappolamento nell’atmosfera di parte dell’energia
proveniente dalla superficie della Terra che altrimenti si disperderebbe nello spazio. Dipende dalla
presenza in atmosfera di alcuni gas (gas serra) e consente di mantenere sulla Terra una temperatura
adeguata. Le attività antropiche possono aumentare le presenza dei gas serra in atmosfera e, con
essa, l’effetto serra dando luogo a cambiamenti climatici.
Endemismo: presenza limitata in un territorio circoscritto di specie o varietà animali o vegetali, che
per questo si dicono endemiche.
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Fertilizzante: per fertilizzante il Codice di Buona Pratica Agricola (DM 19 aprile 1999) intende
qualsiasi sostanza contenente uno o più elementi fertilizzanti, applicata al terreno per favorire la
crescita della vegetazione, compresi gli effluenti zootecnici, i residui degli allevamenti ittici e i
fanghi degli impianti di depurazione.
Dal punto di vista dell'inquinamento dell'ambiente, il rischio derivante dall'uso di queste sostanze è
relativo alla possibilità che gli elementi della fertilità, non assorbiti dalle colture, raggiungano corpi
idrici, sia con pregiudizio per la potabilità delle acque, sia con pericolo di causare eutrofizzazione
qualora questi elementi (in particolare fosforo e azoto) siano presenti a elevate concentrazioni.
Considerando la scarsa mobilità del fosforo nei processi di lisciviazione e scorrimento della
maggior parte dei suoli agricoli italiani, sono principalmente i fertilizzanti azotati che possono
causare danni ambientali. Ad essi infatti presta specifica attenzione il Codice di Buona Pratica
Agricola prima citato. Ci interessiamo qui dei fertilizzanti di sintesi, trascurando effluenti
zootecnici, residui di allevamenti ittici e fanghi di depurazione.
Gas serra: sostanze gassose che consentono il riscaldamento della parte più bassa dell’atmosfera e
della superficie terrestre, permettendo lo sviluppo delle specie animali e vegetali sulla Terra.
L’elenco dei gas serra è molto ampio, ma le sostanze che contribuiscono in maniera significativa
all’effetto serra sono: l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto, i clorofluorocarburi e
l’ozono.
Grande distribuzione: l'impresa che possiede punti vendita operanti nella forma di supermercato,
ipermercato, hard discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande superficie.
Indice di Patton: misura il grado di diversità del paesaggio analizzato.
Indice di Shannon: misura l’effetto margine ovvero il grado di contatto che ciascun sistema
ambientale presenta al proprio interno.
Indice di Vecchiaia: misura il grado di invecchiamento della popolazione; rapporto fra la
popolazione di età superiore ai 65 anni e la popolazione di età inferiore ai 14 anni.
Indice di Ricambio: misura le possibilità teoriche di lavoro che derivano dai posti resi disponibili
da coloro che lasciano l’età lavorativa per il raggiungimento dell’età pensionabile; rapporto fra la
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popolazione di età compresa fra 60 anni e 65 anni e la popolazione di età compresa fra 15 anni e 19
anni.
Mappa pluviometrica: Rappresentazione grafica delle isoiete, curve che congiungono i punti sul
territorio caratterizzati dalla stessa quantità di precipitazioni.
Popolazione attiva: somma delle persone occupate, di quelle disoccupate alla ricerca di nuova
occupazione e delle persone in cerca di prima occupazione.
Popolazione fluttuante: la popolazione fluttuante è intesa come la massima popolazione
giornaliera non compresa tra i residenti.
Produttività: rapporto fra la produzione e il complesso dei fattori che sono stati impiegati per tale
produzione.
Rifiuti ingombranti: rifiuti di origine domestica di dimensioni e di ingombro tali da non poter
essere smaltiti nel circuito dei RSU, generalmente costituiti da materiali suscettibili di recupero.
Rifiuti urbani:
a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile
abitazione;
b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla
lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell`articolo 21, comma 2, lettera
g);
c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade
ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive
dei corsi d`acqua;
e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività
cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).
(ai sensi del D. Lgs. 22/97)
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Rifiuti speciali: quelli provenienti da attività agricole e agro-industriali; da attività di demolizione e
costruzione; da attività di scavo (se pericolosi); da lavorazioni industriali e artigianali; da attività
commerciali e di servizio; da attività di recupero e smaltimento di rifiuti; dal trattamento delle
acque; dall’abbattimento dei fiumi; da attività sanitarie; da macchinari e apparecchiature deteriorati
e obsoleti; da veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti ecc. (ai sensi del D. Lgs.
22/97)
Rischio (idrogeologico, sismico, valanghe, incendi boschivi): probabilità di occorrenza e relativo
grado di severità, in un determinato intervallo di tempo, dell’insieme dei possibili effetti producibili
da eventi calamitosi quali inondazione e frana, terremoto, valanga, incendio boschivo.
Saldo migratorio: L'eccedenza o il deficit di iscrizioni per immigrazione dall'estero rispetto alle
cancellazioni per emigrazione per l'estero.
Saldo naturale: eccedenza o il deficit di nascite rispetto ai decessi.
Termodistruzione (o incenerimento di rifiuti): processo che consiste nell’essiccare e poi bruciare
in appositi impianti i rifiuti; i materiali vengono trasformati in sostanze inerti, come ceneri e scorie,
e in gas.
Unità locale: per unità locale si intende il luogo variamente denominato (stabilimento, laboratorio,
negozio, officina, ecc.) in cui si realizza la produzione di beni o nel quale si svolge o si organizza la
prestazione di servizi destinabili o non destinabili alla vendita (una impresa, registrata come tale
alla Camera di Commercio, può quindi funzionare attraverso più unità locali). Vengono conteggiati
come addetti sia i dipendenti delle imprese, sia le altre persone che a vario titolo prestano attività
continuativa per le imprese stesse (soci, collaboratori, consulenti, liberi professionisti).
Zona altimetrica: ripartizione del territorio nazionale in zone omogenee derivanti
dall'aggregazione di comuni contigui sulla base di valori soglia altimetrici (Glossario ISTAT).
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