rifiuti solidi urbani - arpa piemonte
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Rifiuti solidi urbani: esposizione
Presenter: Giovanna Berti
04/12/2018
Struttura della presentazione
Definizioni
Normativa/Legislazione
Fonti, misura o stima della esposizione
Esposizione della popolazione
Controllo dell’esposizione
Esempio di buone pratiche
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Definizioni
Rifiuto (articolo 6, comma 1, lettera a) D.L.vo 3/4/2006 n. 152 “Testo Unico ambientale”):
•Qualsiasi sostanza od oggetto che rientri nelle categorie riportate nell’Allegato Aalla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso oabbia l’obbligo di disfarsi.•Le parole:"si disfi", "abbia deciso" o "abbia l'obbligo di disfarsi" si interpretano come segue:•"si disfi": qualsiasi comportamento attraverso il quale in modo diretto o indiretto unasostanza, un materiale o un bene sono avviati o sottoposti ad attività di smaltimentoo di recupero;•"abbia deciso": la volontà di destinare ad operazioni di smaltimento e di recupero,sostanze, materiali o beni;•"abbia l' obbligo di disfarsi": l' obbligo di avviare un materiale, una sostanza o unbene ad operazioni di recupero o di smaltimento, stabilito da una disposizione di leggeo da un provvedimento delle pubbliche autorità o imposto dalla natura stessa delmateriale, della sostanza e del bene o dal fatto che i medesimi siano compresi nell'elenco dei rifiuti pericolosi.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Definizioni
RIFIUTO: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o o abbia l’intenzione o abbia l'obbligo di
disfarsi;
DETENTORE: il produttore dei rifiuti o la persona fisica o giuridica che ne è in possesso.
CLASSIFICAZIONE
Origine Pericolosità
RIFIUTI URBANI (RU) RIFIUTI PERICOLOSI
RIFIUTI SPECIALI (RS) RIFIUTI NON PERICOLOSI
Classificazione DPR 915/82:
RIFIUTI SOLIDI URBANI (RSU)
RIFIUTI TOSSICI E NOCIVI (RTN)
RIFIUTI SPECIALI (RS)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Definizioni
Rifiuti urbani
a)i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di
civile abitazione;
b)i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di
cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'art. 198,
comma 2, lettera g);
c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche o
private, comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle
rive dei corsi d'acqua;
e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
f) i rifiuti provenienti da esumazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività
cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Definizioni
Rifiuti speciali
a) i rifiuti da attività agricole e agroindustriali;
b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che
derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall'articolo 184-bis
(sui sottoprodotti);
c) i rifiuti da lavorazioni industriali;
d) i rifiuti da lavorazioni artigianali;
e) i rifiuti da attività commerciali;
f) i rifiuti da attività di servizio;
g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti
dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque
reflue e da abbattimento di fumi;
h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Definizioni
C.E.R. Catalogo Europeo dei Rifiuti
L'elenco dei rifiuti di cui all'allegato D, nel quale OGNI RIFIUTO è identificato attraverso un codice a 6 cifre, evidenzia
i rifiuti pericolosi (contrassegnati con un asterisco), si basa sul processo produttivo origine del rifiuto, tiene conto
della composizione dei rifiuti e, ove necessario, dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Definizioni
Rifiuti pericolosi
Sono rifiuti pericolosi quelli che recano le caratteristiche di pericolo di cui all’allegato I (es. H1-Esplosivo, H7-
Cancerogeno, H8-Corrosivo, ecc).
I rifiuti possono essere classificati come rifiuti pericolosi sulla base del processo produttivo che li ha originati:
es. 06 03 11* sali e loro soluzioni, contenenti cianuri.
In alcuni comparti produttivi il processo potrebbe generare anche rifiuti non pericolosi. In questo caso (Codici a
specchio) la classificazione avviene sulla base delle caratteristiche chimico/fisiche del rifiuto :
es. 06 03 13* sali e loro soluzioni, contenenti metalli pesanti
06 03 14 sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci 06 03 11 e 06 03 13
. La declassificazione da rifiuto pericoloso a non pericoloso non può essere ottenuta attraverso una diluizione o una
miscelazione del rifiuto.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
04/12/2018
Fonti, misura o stima dell’esposizione
REGIONE PIEMONTE
Ripartizione quantitativa
delle tipologie di rifiuti
anno 2014
(Fonte: Piano regionale di
gestione dei rifiuti urbani,
e speciali 2016 - 2018)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
04/12/2018
Fonti, misura o stima dell’esposizione
REGIONE PIEMONTE
Ripartizione quantitativa
delle tipologie di rifiuti
speciali MUD anno 2014
(Fonte: Piano regionale di
gestione dei rifiuti speciali
2018)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
04/12/2018
Normativa/Legislazione
In ambito comunitario, la direttiva 2008/98/CE fissa attualmente i principi fondamentali
finalizzati ad orientare le politiche in materia di rifiuti per ridurre al minimo le conseguenze
negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e l’ambiente e
ridurre al contempo l’uso di risorse e promuovere l’applicazione pratica della gerarchia dei
rifiuti (Recepimento con D.Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205 )
Direttiva 2008/98/CE - Articolo 4
Gerarchia dei rifiuti
1. La seguente gerarchia dei rifiuti si applica quale ordine di priorità della normativa e della
politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e
e) smaltimento.
La direttiva stabilisce altresì, l’obbligo per gli Stati membri di elaborare Piani per la gestione dei rifiuti.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
Normativa/Legislazione
Il d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii. disciplina i piani regionali all’articolo 199 che, in recepimento dei
principi enunciati nella direttiva 2008/98/CE, introduce nel testo della norma i contenuti del piano regionale di
gestione dei rifiuti.
I piani devono comprendere l'analisi della gestione dei rifiuti esistente nell'ambito geografico interessato, le
misure da adottare per migliorare l'efficacia ambientale delle diverse operazioni di gestione dei rifiuti, nonché
una valutazione del modo in cui i piani contribuiscono all'attuazione degli obiettivi e delle disposizioni di cui
alla parte IV del d. lgs. n.152/2006.
L’articolo 199 del d.lgs. 152/2006 stabilisce che per l’approvazione dei piani di gestione dei rifiuti si applichi la
procedura della Valutazione Ambientale Strategica, ai sensi della parte II del medesimo decreto
La legge 28 dicembre 2015, n. 221, “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green
economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse ambientali”, ha modificato il comma 12 dell’articolo
199 ed introdotto il comma 12 bis. Il comma 12 stabilisce che le Regioni assicurino, la pubblicazione annuale
nel proprio sito web di tutte le informazioni utili a definire lo stato di attuazione dei piani regionali e dei
programmi previsti dal citato articolo 199
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Normativa/Legislazione
Con decreto direttoriale del 7 ottobre 2013, il Ministero ha adottato il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti.
gli obiettivi di prevenzione fissati dal Programma nazionale al 2020 sono:
1. riduzione del 5 % della produzione di rifiuti urbani per unità di PIL; nell’ambito del monitoraggio dell’efficacia delle
misure si prenderà in considerazione anche l’andamento dell’indicatore rifiuti urbani/consumo delle famiglie;
2. riduzione del 10 % della produzione di rifiuti speciali pericolosi per unità di PIL;
3. riduzione del 5 % della produzione di rifiuti speciali non pericolosi per unità di PIL. Tale obiettivo potrà essere rivisto in
base a nuovi dati sulla produzione dei rifiuti speciali.
Con D.M. 185 del 18 luglio 2014, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha nominato un
Comitato Tecnico Scientifico per l'implementazione e lo sviluppo del Programma nazionale di Prevenzione dei rifiuti. Il
Comitato è composto di cinque membri e dura in carica 3 anni.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Normativa/Legislazione
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato
economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Verso un’economia circolare:
programma per un'Europa a zero rifiuti. COM/2014/0398 final 02/07/2014
“Nei sistemi di economia circolare i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a
lungo possibile e non ci sono rifiuti. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le
risorse restano all'interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più
volte a fini produttivi e creare così nuovo valore. Per passare ad un'economia più circolare
occorre apportare cambiamenti nell'insieme delle catene di valore, dalla progettazione dei
prodotti ai modelli di mercato e di impresa, dai metodi di trasformazione dei rifiuti in risorse
alle modalità di consumo: ciò implica un vero e proprio cambiamento sistemico e un forte
impulso innovativo, non solo sul piano della tecnologia, ma anche dell'organizzazione, della
società, dei metodi di finanziamento e delle politiche”
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizioneCONTESTO EUROPEO - La produzione dei rifiuti urbani in Europa
Negli ultimi anni (2012-2013-2014-2015) si osserva in media una riduzione della produzione totale e pro
capite
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizioneCONTESTO EUROPEO - La gestione dei rifiuti urbani in Europa
Ripartizione tra Discarica, Incenerimento, Compostaggio e Riciclaggio,
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizioneCONTESTO ITALIANO –
Produzione totale rifiuti in
Italia 2011-2015
(Fonte: ISPRA, Rapporto
rifiuti Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizioneCONTESTO ITALIANO –
Trend temporali
(Fonte: ISPRA, Rapporto
rifiuti Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizioneCONTESTO ITALIANO –
Produzione per regione
(Fonte: ISPRA, Rapporto
rifiuti Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizione
CONTESTO ITALIANO –
Produzione rifiuti, PIL
e consumi delle
famiglie
(Fonte: ISPRA,
Rapporto rifiuti
Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizione
CONTESTO ITALIANO –
Raccolta differenziata
(Fonte: ISPRA,
Rapporto rifiuti
Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizione
CONTESTO ITALIANO –
Raccolta differenziata
(Fonte: ISPRA,
Rapporto rifiuti
Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizione
CONTESTO ITALIANO –
Raccolta differenziata
(Fonte: ISPRA,
Rapporto rifiuti
Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizione
CONTESTO ITALIANO –
Gestione dei rifiuti
(Fonte: ISPRA,
Rapporto rifiuti
Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Fonti, misura o stima dell’esposizione
CONTESTO ITALIANO –
Gestione dei rifiuti
(Fonte: ISPRA,
Rapporto rifiuti
Urbani, 2016)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Da trattare
(2.739.726 t)
Trattamento
Meccanico biologico
(TMB)
(835.000 t)
Discarica senza
pretrattamento
(1.902.000 t)
Combustibile da
rifiuti
(292.000 t )
Frazione
organica
stabilizzata
(175.000 t )
Residui
(213.000 t )
Metalli
(21.000 t )
Recupero
Discariche rifiuti non
pericolosi
(2.319.000 t )
Ceneri
(12.264 t)Scorie
(28.616
t)Discariche rifiuti
pericolosiRecupero
Inceneritori
RSU
(3.333.000 t)
Riciclo / Compost
(593.274 t)
Perdite
(134.000 t
)
Il percorso di gestione dei rifiuti. Esempio: Lazio, 2008 (Progetto INTARESE)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione31/08/2017
Esposizione della popolazione: discariche
Le emissioni di una discarica
- biogas e percolato, altamente contaminanti per il terreno e le falde acquifere
- Biogas: metano (CH4) e anidride carbonica (CO2) sono i costituenti principali
- Oltre a queste sostanze nel biogas sono presenti numerosi altri composti organici e non, tra
cui H2, O2, N2, CO, NH3, H2S, vapore acqueo e altri composti in tracce.
- L’idrogeno solforato (H2S), dal tipico odore di uova marce, odorigeno e responsabile della
maggior parte delle lamentele della popolazione residente nei pressi di una discarica, benché
le concentrazioni siano basse e la tossicità scarsa.
CH4 CO2 O2 N2 CO (MERCAPTANI)
C2H5SH
H2 H2S NH3
Concentrazione % 50-60 30-50 0-20 0-80 tracce tracce 0-20 tracce tracce
Emissioni gassose tipiche di una discarica di rifiuti urbani non pericolosi
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Esposizione della popolazione: inceneritori
Gli inceneritori
Impianti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura
(incenerimento), che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri.
Se il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, e per la
produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento) gli inceneritori vengono
indicati col nome di termovalorizzatori.
Tutti gli impianti attualmente in funzione in Italia prevedono il recupero del calore, cosa peraltro imposta dalle normative in
materia già a partire dal 1997.
SUDDIVISIONE DELLE EMISSIONI:
MACROINQUINANTI (Ossidi di zolfo, Ossidi di azoto, Gas inorganici, Ossidi di carbonio, Sostanze Organiche Volatili,
Particolato);
MICROINQUINANTI (Metalli Pesanti, Idrocarburi Aromatici, Idrocarburi Policiclici Aromatici, Organoclorurati, Diossine
Bromurate e Alogenate, Fenoli Alogenati, Dibenzotiofeni Policlorurati, Benzeni Clorurati);
Bisogna ricordare che le emissioni di un inceneritore non interessano solamente il comparto ambientale ARIA, ma anche
l’ACQUA e SUOLO.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione31/08/2017
Esposizione della popolazione: inceneritori
Va ricordato che si è assistito ad una riduzione progressiva delle emissioni dal 1970 in poi (con riduzione conseguente dei rischi attesi)
In Italia, il progetto MONITER ha misurato in dettaglio le emissioni degli impianti di ultima generazione (Quaderni MONITER)
In particolare oggi si registra in particolare una riduzione dei valori di emissione di 100-1000 volte per le diossine rispetto agli anni ‘70 e ‘80
mg/Nm3 ’70 ’80 ’90
polveri 300-1000 50 - 300 5-20
HCl 1000 50 20-30
SOx 600 300 50-100
NOx 500 500 200-300
Hg
Cd
0.5
0.5
0.1
0.1
0.1-0.08
0.1-0.08
Metalli
pesanti50 5 3-5
Emissioni in aria di alcuni vecchi impianti di incenerimento
* O. Hutzinger, H. Fiedler. 20 anni di incenerimento di rifiuti: problemi e soluzioni. In Atti convegno L’incenerimento dei rifiuti. Bologna 16-17 marzo 1995. A cura di L. Morselli, G. Viviano
** WHO (1987). PCDD and PCDF emission from incinerators for municipal sewage sludge and solid waste. Evaluation of human exposure. Environmental Health Series n. 17.
1990 – 1991 (dati da 15 impianti)*
PCDD/F ng I-TEQ/Nm3
0.04 – 80
(114 – 368 impianti chiusi nel 1992)
’80s ** (emissioni stimate)
PCDD/F ng I-TEQ/Nm3
2– 60
(emissione massima: 2,000 ngI-TEQ/Nm3)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Limiti emissivi degli inceneritori : DirettiveEuropee e legislazione Italiana.
mg/Nm3 s
11 % O2
DLgs 11/5/05
n.133
waste
DM 25/2/00
n. 124
hazardous waste
DM 19/11/97
n. 503
MSW and CW
DM 12/7/90
old plants
Directive
2000/76/CE
waste
Direttiva
94/67/CE
hazardous waste
Directive
89/369/CEE
MSW
total dust 10 - 30 10 - 30 10 - 30 30 - 100 10 - 30 10 - 30 30 - 200
HCl 10 - 60 10 - 60 20 - 40 50 - 100 10 - 60 10 - 60 50 - 250
HF 1 - 4 1 - 4 1 - 4 2 1 - 4 1 - 4 -
SO250 - 200 50 - 200 100 - 200 300 50 - 200 50 - 200 300
NO2200 - 400 200 - 400 200 - 400 500 200 - 400 - -
CO50 - 100
50 50 - 100 10050 - 100
(150)50 -
TOC 10 - 20 10 - 20 10 - 20 20 10 - 20 10 - 20 -
Cd, Tl, Hg 0.05* 0.05 * 0.05 * 0.2 0.05 * 0.05 * 0.2
Sb, As, Pb,
Cr, Co, Cu,
Mn, Ni, V
0.50.5 0.5 5 0.5 0.5 5
PAH 0.01 0.01 0.01 0.1 - - -
PCDD +
PCDF
(ng/Nm3)
0.1**0.1 ** 0.1 ** 4,000 0.1 ** 0.1 *** -
Note: Il doppio valore si riferisce alla media giornaliera e al Massimo orario;
*Limite per (Cd + Tl) e Hg separati.
**Calcolato usando il concetto di tossicità equivalente riferito alla 2,3,7,8 T4CDD.
Esposizione della popolazione: inceneritori Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Range of values for
emission to air from
some European
MSWI plants
Esposizione della popolazione: inceneritori
Rifiuti solidi urbani- Esposizione31/08/2017
mg/Nm3 s DLgs 11/5/05 n.133 BAT 24h BAT ½ h
Polveri totali 10 - 30 1-5 1-20
HCl 10 - 60 1-8 1-50
HF 1 - 4 < 1 < 2
SO250 - 200 1-40 1-150
NO2200 - 400 40-100 40-300
CO 50 - 100 5-30 5-100
TOC 10 - 20 1-10 1-20
Cd + Tl
Hg
0.05 0.001-0.02
Sb, As, Pb, Cr, Co, Cu,
Mn, Ni, V
0.5 0.005-0.5
PAH 0.01 - -
PCDD + PCDF (I-TEQ ng/Nm3)
0.1 (8 h) 0.001-0.1
Limiti emissivi (UE e Italia) e “best emission performances” indicate dal BRef
Esposizione della popolazione: inceneritori Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Esempio: Emissioni PCDD/PCDF – Progetto Moniter
Nota: Il limite autorizzato dal D.Lgs 133/2005 è di 50 picogrammi per Normal metro cubo,
(scala paragonabile nell’analisi in tabella).
Controllo dell’esposizione della popolazione: inceneritori Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
• Differente per discariche ed inceneritori
• In passato: basata sulla distanza geografica
• Oggi: basata su modelli GIS di concentrazione
• Restano margini di incertezza
• Esposizione ad un cocktail di sostanze (metalli, IPA, diossine, acidi)
• Utilizzo di una sostanza tracciante
• Difficoltà a stimare le dosi accumulate nel tempo
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Progetto CCM SESPIR (2010-2014) - Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione
residente intorno agli impianti di trattamento rifiuti. 5 regioni; valutazione di impatto da discariche ed
inceneritori
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Gestione rifiuti baseline (2008-2009)
0
20
40
60
80
100
120
Piemonte E-R Lazio Campania Sicilia
%
Indifferenziata
Differenziata
Progetto CCM SESPIR (2010-2014) - Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione
residente intorno agli impianti di trattamento rifiuti. 5 regioni; valutazione di impatto da discariche ed
inceneritori
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Gestione rifiuti baseline (2008-2009)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Piemonte E-R Lazio Campania Sicilia
%
Incenerimento
Discarica
TMB
Ecoballe
Valutazione dell’esposizione della popolazione
Progetto CCM SESPIR (2010-2014) - Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione
residente intorno agli impianti di trattamento rifiuti. 5 regioni; valutazione di impatto da discariche ed
inceneritori
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
METODOLOGIA PER LA STIMA DELLA
POPOLAZIONE ESPOSTA
Metodo: distanza dalla sorgente puntiforme
Sono state definite distanze differenti per ciascuna
tipologia di impianto attraverso dei buffer circolari:
•INCENERITORI 3 km
•DISCARICHE 2 km
•TMB 500 m
Tramite GIS calcolo delle popolazioni che ricadono
all’interno dei buffer per il censimento ISTAT 2001.
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI
• Raccolta dati regionali
(periodo 2008-2009)
• Localizzazione degli impianti (centroide)
• Omogeneizzazione del sistema di
riferimento geografico
• Verifica della localizzazione attraverso le
foto satellitari di Google Earth
•15 inceneritori
•64 discariche
•38 TMB
Inceneritori
Discariche
TMB
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
TUTTI GLI IMPIANTI AREA NORD
94612 (2,2%)
153402 (3,8%)
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
TUTTI GLI IMPIANTI – AREA CENTRO/SUD
39647 (0,8%)
48198 (0,9%)
47911 (1,0%)
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Scenari• Scenario regionale: modifiche avvenute e previste
• Scenario virtuoso o green
• Riduzione del 10% dei rifiuti prodotti
• Raccolta differenziata/compostaggio al 70%
• Divieto di conferimento in discarica del rifiuto indifferenziato tal quale
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Scenari impiantistici
Impianto Scenario Piemonte Emilia-Romagna
Lazio Campania Sicilia
Inceneritori -baseline-regionale
-green
22
1
88
7
33
4
11
1
10
0
Discariche -baseline-regionale
-green
2016
5
1617
6
99
5
55
3
1412
11
TMB -baseline-regionale
-green
1212
12
109
9
77
7
76
6
28
8
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
Popolazione esposta
0
50000
100000
150000
200000
250000
300000
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
baseline
scenario regionale
green
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
140000
160000
Inceneritori Discariche
TMB
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Modena: Esposizione a
PM10 (inceneritore)
confronto distanza-
modello di ricaduta
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Valutazione dell’esposizione della popolazione Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Valutazione dell’esposizione della popolazione
Diverse condizioni climatiche danno
luogo a diverse mappe di dispersione
delle emissioni!
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Esempi di buone pratiche
Obiettivo: riduzione della quantità di rifiuti con aumento della raccolta differenziata.
Passaggio ad un’economia circolare nella gestione dei rifiuti (riammissione nei
cicli produttivi o riutilizzo ad altro scopo dei materiali raccolti)
Oggi l’obiettivo di qualità da raggiungere a livello comunale è una percentuale di
raccolta differenziata superiore almeno al 65% e una quantità di rifiuti indifferenziati
inferiore a 75 Kg/abitante/anno .
Nel 2016 solo 525 comuni hanno raggiunto questo limite (di cui 413 nel Nord Italia), per
una popolazione di circa 3.000,000 di abitanti (5% del totale)
Tra i capoluoghi di provincia, nel 2016 il primo posto in classifica è di PORDENONE
(81.8% di raccolta differenziata) seguito da BELLUNO (78,4%)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Esempi di buone pratiche: raccolta differenziata
Più difficile aumentare la
raccolta differenziata
nelle aree metropolitane
Nel rapporto ISPRA 2016
nessuna area
metropolitana nel 2015
raggiunge il 65% di RD e
solo 5 aree superano il
50%
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Esempi di buone pratiche: raccolta differenziata
Comune Prov Abitanti
Procapite secco
residuo
(Kg/a/abitante)
% RD
Procapite rifiuti
urbani
(Kg/g/abitante)
TORTORELLA SA 584 11.8 91.4 0.4
SASSANO SA 5.103 17.3 94.6 0.9
VALDA TN 218 20.9 88.8 0.5
PETINA SA 1.218 23.5 91.1 0.7
CASTELCUCCO TV 2.215 26.3 91.6 0.9
CAPRIANA TN 678 27.8 77.0 0.7
MORIGERATI SA 747 28.6 81.6 0.4
VALFLORIANA TN 560 29.0 83.2 0.9
CASOLE BRUZIO CS 2.771 30.2 89.2 0.8
GIOVO TN 2.499 30.4 87.2 0.6
TOP TEN - CLASSIFICA ASSOLUTA
Primi 10 comuni che nel 2016 risultano avere, oltre ad una percentuale di raccolta differenziata (RD) uguale o superiore al 65%, una produzione pro
capite di rifiuto indifferenziato (data dalla somma del secco residuo e dalla quota non recuperata dei rifiuti ingombranti) inferiore o uguale ai 75
Kg/anno/abitante.
Le graduatorie sono stilate in base alla più bassa produzione di rifiuto indifferenziato.
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
• Si ringraziano per i loro contributi :
• ISPRA (Rapporto rifiuti Urbani, 2016) (slides 12-22)
• DEP Lazio (Gruppo di lavoro Progetto INTARESE) (slide 23)
• Andrea Ranzi (ARPAE) (slides 24-25)
• Gruppo di lavoro Progetto CCM 2010 Sespir (slides 32-43)
• Gruppo di lavoro Progetto MONITER (slide 30)
• Alessandro Di Domenico, Giuseppe Viviano (ISS) slides 26-29
• Legambiente (slides 44, 46)
Rifiuti solidi urbani- Esposizione
31/08/2017
Rifiuti solidi urbani: esposizioneA cura di Ennio Cadum,1 Elisabetta Chellini,2 Carla Ancona,3
1.ARPA Piemonte 2. ISPO 3. Agenzia regionale di sanità del Lazio
Questo materiale è stato predisposto nel quadro del progetto CCM 2015 Epiambnet
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