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Rischio Chimico e BiologicoPrevenzione e Protezione
Dott. Salvatore Gulizia
Centro Clinico G.B. MorgagniCatania 26 febbraio 2013
Sicurezza e Prevenzione nelle Attività Sanitarie
Documentazione
• Rischio Biologico
• Gestione delle sostanze pericolose- Richiesta introduzione sostanze pericolose
• Gestione dei Dispositivi di Protezione Individuale
• Indagine degli accadimenti pericolosi- Segnalazione accadimenti pericolosi e Near misses
Decreto legislativo 81/08
Il titolo IX delinea la normativa per la protezione del lavoratore in tutte quelle attività che comportano
esposizione a sostanze pericolose
Capo I – Protezione da agenti chimici
Capo II – Protezione da agenti cancerogeni e mutageni
Rappresentazione schematica del Pericolo e del Rischio
Controllo e riesame della valutazione.5.
Individuazione delle misure di protezione dai rischi residui da attuare predisponendo un piano contenete le misure da attuare e i responsabili incaricati alla loro attuazione.
4.
Individuazione delle misure preventive per eliminare, ridurre e controllare i rischi
3.
Valutazione o stima dei rischi e pericoli individuati e programmazione degli interventi.
2.
Identificazione sia dei fattori di rischio e pericoli presenti nel ciclo lavorativo in grado di arrecare un danno potenziale alla salute o alla sicurezza dei lavoratori esposti.
1.
FASI DA SEGUIRE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
Consentono:
• al datore di lavoro di determinare se sul luogo di lavoro vengono manipolate sostanze chimiche pericolose e di valutare quindi ogni rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori derivanti dal loro uso;
• agli utilizzatori di adottare le misure necessarie in materia di tutela della salute, dell’ambiente e della sicurezza sul luogo di lavoro.
SCHEDE DI SICUREZZA
LA SCHEDA DEI DATI DI SICUREZZA È SUDDIVISA NEI SEGUENTI 16 CAPITOLI:
1. identificazione della sostanza o del preparato e della ditta;2. identificazione dei pericoli;3. composizione/informazione sugli ingredienti;4. misure di primo soccorso;5. misure antincendio;6. misure in caso di rilascio accidentale;7. manipolazione e immagazzinamento;8. controllo dell'esposizione e protezione individuale;9. proprietà chimico-fisiche;10.stabilità e reattività;11. indicazioni tossicologiche;12. indicazioni ecologiche;13.considerazione sullo smaltimento;14. informazioni sul trasporto;15. Informazioni sulla regolamentazione;16.altre indicazioni.
LA SCHEDA DI SICUREZZA
2. Identificazione dei pericoli
• Classificazione di pericolosità
Xi irritante
• Indicazioni di pericolosità
- R36/38 Irritante per gli occhi e la pelle
• Sistema di classificazione
Il prodotto ha l’obbligo di classificazione in base al metodo di calcolo della”direttiva generale della Comunità sulla classificazione delle sostanze”, Dir. 67/548/CE nella sua ultima versione valida.
LA SCHEDA DI SICUREZZA
• Classificazione di pericolosità ( Elementi dell’etichetta GHS)
AttenzioneH 315 – Provoca irritazione cutaneaH 319 – Provoca grave irritazione oculare
• Prevenzione
P 280 Indossare guanti/indumenti protettivi/ proteggere gli occhi ed il viso
• Reazione
- P 362 togliersi di dosso gli indumenti contaminati e lavarli prima di lavarli nuovamente
- P332+P313 In caso di irritazione della pelle: consultare il medico
- P337+P313 se l’irritazione degli occhi persiste: consultare un medico
LA SCHEDA DI SICUREZZA
4 Misure di pronto soccorso• Inalazione
- Se il soggetto è svenuto provvedere a tenerlo durante il trasporto in posizione stabile su un fianco
• Contatto con la pelle- Lavare immediatamente ed abbondantemente con acqua e sapone sciacquando
accuratamente• Contatto con gli occhi- Lavare con acqua corrente per diversi minuti tenendo le palpebre ben aperte.
Se persiste il dolore consultare il medico
• Ingestione- Sciacquare la bocca con acqua se il soggetto è cosciente- Non provocare il vomito, chiamare subito il medico
• Indicazioni per il medico- Mostrare questa scheda di sicurezza al medico curante
LA SCHEDA DI SICUREZZA
15 Informazioni sulla regolamentazione• Classificazione secondo la direttiva CE- Il prodotto è classificato e codificato conformemente al metodo di calcolo in
base al metodo di calcolo della”direttiva generale della Comunità sulla classificazione delle sostanze”, Dir. 67/548/CE nella sua ultima versione valida
• Sigla ed etichettatura di pericolosità del prodotto
Xi irritante
• Natura dei rischi specifici
- R36/38 Irritante per gli occhi e la pelle
• Consigli di prudenza
- S26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare il medico
TOSSICO
INFIAMMABILE
COMBURENTE
ESPLOSIVO
CORROSIVO
Pittogramma Dir. CE 67/548 EWGPittogramma Reg. CE 1272/2008CATEGORIA
CANCEROGENOMUTAGENOTOSSICO PER IL CICLO RIPRODUTTIVO
NESSUNA CORRISPONDENAGAS SOTTO PRESSIONE
PERICOLOSO PER L’AMBIENTE
NOCIVO
IRRITANTE
Pittogramma Dir. CE 67/548 Pittogramma Reg. CE 1272/2008CATEGORIA
H317Può provocare una reazione allergica cutanea
R43Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle
H334Può provocare sintomi allergici o asmatici o difficoltà respiratorie se inalato
R 42Può provocare sensibilizzazione per inalazione
CLASSIFICAZIONEReg. CE 1272/2008
SIMBOLOReg. CE 1272/2008
SIMBOLODir. CE 67/548
CLASSIFICAZIONEDir. CE 67/548
LE ETICHETTE SUGLI IMBALLAGGI
• nome e indirizzo del produttore, distributore o importatore
• nome della sostanza o nel caso di miscele, delle sostanze pericolose presenti
• una simbologia del pericolo principale raffigurante il rischio (o i rischi) principali presentati dall’agente chimico
• una indicazione scritta di tale pericolo
• una o più frasi standard che illustrano in forma sintetica tali rischi i (frasi “R” o “H” di rischio)
• una o più frasi standard che descrivono le più comuni procedure di sicurezza da adottare per minimizzare tali rischi (frasi “S” o “P” consigli di prudenza.
LEGGERE E CAPIRE COME E’ FATTA UN’ETICHETTA
Sviluppo di acido cianidrico velenoso
Agenti acidiCianuri
Incendio od esplosioneOli e gas, idrogeno, agenti infiammabili
Ossigeno
Sviluppo di idrogeno solforato tossico
Agenti acidiSolfuri
Sviluppo di gas tossiciAgenti acidiIpocloriti
Incendio o esplosioneRame, ferro, cromo o sostanze infiammabili
Perossidi (es. acqua ossigenata)
Elevato sviluppo di calore Sviluppo di idrogeno
Agenti alcalini, alcuni metalli sensibili agli acidi
Agenti acidi
Incendio o esplosioneAgenti infiammabili o combustibili
Agenti comburenti
PROVOCAE TRAIL CONTATTO TRA
SOSTANZE CHIMICHE INCOMPATIBILI
1612844
129633
Rischio elevato = 9, 12, 1686422
Rischio medio = 4, 6, 843211
Rischio basso/trascurabile = 1, 2, 3
4321PXGMatrice di rischio
Evento molto sicuro o inevitabile = 4
Danni gravissimi = 4
Evento probabile = 3Danni gravi = 3
Evento possibile, non molto probabile = 2
Danni modesti = 2
Evento improbabile = 1Nessun danno/trascurabile = 1
Scala Probabilità (P)Scala di gravità (G)
STIMA DEL RISCHIO
TABELLA RIASSUNTIVA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO NELLE DEGENZE
Medio 4
modesto (2)
evento possibile (2)
Prodotti per la pulizia e disinfezione
Personale ausiliario
Basso2
lieve (1)molto bassa (1)
Disinfettanti per cute e mani
Infermieri professionali
Basso 1
lieve (1)molto bassa (1)
Disinfettanti per cute e mani
Dirigenti e medici
RischioDannoProbabilitàFattori di rischioMansione
TABELLA RIASSUNTIVA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO NEL BLOCCO OPERATORIO
Basso (2)modesto (2)molto bassa (1)Prodotti per la pulizia e disinfezione
Pulizia, disinfezione e preparazione della sala(Addetti alle pulizie)
Basso (2)Medio (6)
lieve (2)grave (3)
molto bassa (1)bassa (2)
Disinfettanti per cute Anestetici
Intervento chirurgico(Chirurghi – Anestesisti)
Basso ( 2) modesto (2)molto bassa (1)Detergente enzimaticoSterilizzazione strumenti(Infermieri)
RischioDannoProbabilitàFattori di rischioFase / Mansione
Decreto legislativo 81/08
Il titolo IX delinea la normativa per la protezione del lavoratore in tutte quelle attività che comportano
esposizione a sostanze pericolose
Capo I – Protezione da agenti chimici
Capo II – Protezione da agenti cancerogeni e mutageni
Classificazione di cancerogenicità secondo la IARC (InternationalAgency for Research on Cancer)
Gruppo 1Cancerogeno accertato per l’uomo: vi è evidenza di cancerogenicitàper l’uomo in studi epidemiologici adeguati che escludono il ruolo delcaso, del confondimento e della distorsione dello studio
Gruppo 2AProbabile cancerogeno per l’uomo sulla base di evidenza limitata instudi epidemiologici e di evidenza sufficiente nei piccoli roditori
Gruppo 2BPossibile cancerogeno per l’uomo sulla base di evidenza limitatanell’uomo e di evidenza non sufficiente nell’animale oppure dievidenza inadeguata nell’uomo
Gruppo 3Non classificabile (evidenza inadeguata)
Gruppo 4Probabile non cancerogeno per l’uomo sulla base di evidenza chesuggerisce l’assenza di cancerogenicità nel roditore e nell’uomo e, incerti casi, sulla base dell’evidenza che suggerisce l’assenza dicancerogenicità nel roditore e l’inadeguatezza o la mancanza deldato sull’uomo, in presenza di altri dati rilevanti.
SIMBOLI, FRASI DI RISCHIO ED INDICAZIONI DELLE SOSTANZE CONCEROGENE
R 45 (può provocare il cancro) H 350R 49 (può provocare il cancro per inalazione) H 350iR 46 (può provocare alterazioni genetiche) H 340
I TLV o valori limite di soglia (Threshold Limit Values) rappresentano le concentrazioni al di sotto delle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente giorno per giorno senza effetti negativi per la salute.
I TLV si suddividono in TLV-TWA, TLV-STEL e TLV-C e vengono fissati in parti per milione in volume (ppm) o in mg/m3.
Il TLV-TWA (Threshold Limit Values - Time Weighted Average) o Valore limite di soglia con media ponderata nel tempo rappresenta la concentrazione media ponderata in una normale settimana lavorativa (8 ore per 5 giorni) per la quale si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa essere esposta ripetutamente senza che insorgano degli effetti negativi.
Il TLV-STEL (Threshold Limit Values - Short Term Exposure Limit) o Valore limite di soglia con limite per breve tempo di esposizione rappresenta la concentrazione massima a cui i lavoratori possono essere esposti, per un periodo di 15 minuti.
Il TLV-STEL integra il TLV-TWA.
Il TLV-C (Threshold Limit Values – Ceiling) o Valore limite di soglia Ceilingrappresenta la concentrazione che non deve mai essere superata in qualsiasi momento della giornata.
TABELLA RIASSUNTIVA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO RESIDUO IN U.F.A.
Basso (2**)lieve (1)poco probabile (2)Operazioni di bonifica dei versamenti accidentali
Basso (1*)lieve (1)improbabile (1)Pulizia locali e smaltimento rifiuti
Basso (2**)lieve (1)poco probabile (2)Somministrazione C.A.
Basso (2**)lieve (1)poco probabile (2)Pulizia e decontaminazione cappa
Basso (2**)lieve (1)poco probabile (2)Preparazione C.A.
Basso (1*)lieve (1)improbabile (1)Accettazione ed immagazzinamento C.A.
RischioDannoProbabilitàFase
* Pericoli potenziali sono sotto controllo** Verificare che i pericoli potenziali siano sotto controllo
Quadro sinottico dei Dispositivi di Protezione Individualeper il personale potenzialmente esposto ai chemioterapici antiblastici
sisisisiSoprascarpe (monouso TNT)
sisisisiCuffia (monouso TNT)
sisiVisiera (CE – UNI EN 166)
sisiOcchiali (CE – UNI EN 166)
sisisiSemimaschera (CE - EN 140)Filtri antipolvere (CE-EN 143)Facciale filtrante (FFP3S/EN149)
sisisisiGuanti (CE – EN 374 /2-3)
sisisisiCamice (CE-EN 340, EN369, EN465 cat.3 tipo 4)
In caso d’incidente
Pulizia locali
U.Ma.CA
SomministrazionePreparazione in cappa
DPI
Dispositivi di protezione individuale
Nomonouso TNTCuffia
No(FFP3S/EN 149)Facciale filtrante
No(CE – UNI EN 166)Occhiali
Nomonouso TNTSovrascarpe
No(CE – UNI EN 166)Visiera
Metrotexate, ciclofosfamide, fluorouracile, vincristina solfato, daunorubicina, adriamicinacloridrato, doxorubicina
(CE – EN 374 /2-3)Guanti
Metrotexate, ciclofosfamide, fluorouracile, vincristina solfato, daunorubicina, adriamicinacloridrato, doxorubicina
(CE-EN 340, EN 369, EN 465 cat.3 tipo 4)
Camice
Test di penetrazioneNome TecnicheDPI
Decreto legislativo 81/08
Il titolo X delinea la normativa per la protezione del lavoratore in tutte quelle attività che comportano
esposizione ad agenti biologici
Il campo di applicazione del titolo X comprende tutte le attività che possono comportare il rischio di
esposizione ad agenti biologici, sia quelle con uso deliberato di microrganismi che quelle con rischio
potenziale di esposizione
Decreto legislativo 81/08 – Titolo X
Tale distinzione porta alla conclusione che, per le strutture sanitarie, solo i laboratori diagnostici di microbiologia sono compresi nella fattispecie delle attività lavorative che “usano” agenti biologici in quanto, in detti casi, i microrganismi vengono volutamente isolati, coltivati o trattati per accertarne la presenza, il tipo e/o la quantità dei campioni in esame, divenendo conseguentemente materie prime, almeno intermedie, delle varie fasi operative in cui si articola il processo analitico.
Titolo X del D. Lgs. 81/08 all’art. 267 definisce:
Agente Biologico: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano, in grado di provocare infezioni, allergie e intossicazioni.
Microrganismo: entità microbiologiche, cellulari o meno, in grado di riprodursi o trasferire il proprio materiale genetico.
Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.
Agenti Biologici
1) Batteri 2) Virus
3) Funghi 4) Parassiti
5) Protozoi 6) Colture cellulari
Inquinanti di origine biologicaInquinanti di origine biologica
• Batteri
Stafilococco aureus
Legionella spp.
Inquinanti di origine biologicaInquinanti di origine biologica
• Batteri
Pseudomonas spp.Pseudomonas spp.
Inquinanti di origine biologicaInquinanti di origine biologica
• Miceti
A.niger
Inquinanti di origine biologicaInquinanti di origine biologica• Miceti
HistoplasmaPennicillium
Inquinanti di origine biologicaInquinanti di origine biologica
• Lieviti
Candida spp.
Inquinanti di origine biologicaInquinanti di origine biologica• Acari
Acarus siro.
Inquinanti di origine biologicaInquinanti di origine biologica
• Acari
Dermatophagoides pteronyssinus
ATTIVITA’ LAVORATIVE CHE COMPORTANO UN RISCHIO POTENZIALE DI ESPOSIZIONE
AD AGENTE BIOLOGICO
• Attività agricole
• Attività nei servizi sanitari comprese le attività di isolamento e post mortem
• Attività di laboratorio (clinico-biologici, veterinari, diagnostici)
• Attività per la depurazione ed il trattamento delle acque di scarico
• Attività in impianti di smaltimento rifiuti e raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti
• Attività nelle quali vi è contatto con animali e/o con prodotti di origine animale
• Impianti per la depurazione delle acque di scarico
Agente biologico del gruppo 1
Un agente che presenta poche probabilità di causare malattie
Agente biologico del gruppo 2
Un agente che può causare malattie, ma con rischio limitato di diffusione in comunità; sono disponibili misure profilattiche e terapeutiche (es. Legionella spp., Salmonella spp., Cl. Tetani).
Agente biologico del gruppo 3
Un agente altamente patogeno che costituisce un serio rischio per i lavoratori e può propagarsi in comunità; sono disponibili misure profilattiche e terapeutiche (M. tubercololosis, HBV, HCV , HIV).
Agente biologico del gruppo 4
Un agente altamente patogeno e infettante, che costituisce un serio rischio per i lavoratori ed ha un elevato rischio di propagarsi in comunità. Non sono disponibili misure profilattiche e terapeutiche (Virus Ebola, Virus febbre emorragica.).
FONTI D’INFEZIONE
• Sangue ed altri fluidi biologici• Parti anatomiche• Escreti - feci, urine e vomito• Sostanze organiche• Rifiuti potenzialmente infetti (presenza di taglienti, aghi,
materiale igienico, ecc.)• Superfici, attrezzature e oggetti (compresi dispositivi medici ad
uso diagnostico e terapeutico) contaminati• Biancheria sporca• Polvere • Parti anatomiche• Contatto diretto con la pelle• Secrezioni ed escrezioni respiratorie• Presenza di artropodi (es. blatte, mosche), roditori e uccelli
molesti
VIE DI PENETRAZIONE DELL’AGENTE BIOLOGICO
• Via muco-cutanea ( lesioni o soluzioni di continuità per traumi)
• Via respiratoria (per formazione di aerosol)
• Via ematica ( eventi accidentali per taglio o puntura)
• Via orale ( ingestione fortuita)
MODALITÀ DI INFEZIONE PROFESSIONALE DA HIV, HBV, HCV, NELLE STRUTTURE SANITARIE.
L’esposizione a maggior rischio di infezione risulta essere la puntura con ago cavo con una percentuale stimabile intorno allo 0,5%.
Altre modalità sono la muco-cutanea e il taglio con oggetti taglienti.
Allergie respiratorie, congiuntivitiVia inalatoriaNon classificati tranne i funghi (generalmente gruppo 2)
Allergeni della polvere (acari, peli animali domestici, muffe)
ALLERGENI
Malattia cutanea che inizia con prurito intenso seguito da arrossamenti, pustole ed eczemi
Contatto con il paziente e suoi effetti personali (es. biancheria)
Non classificato dal D. Lgs. 81/08
Acaro della scabbia
PARASSITI
Infezioni del tratto respiratorioMalattie esantematicheMeningite
Via inalatoriaBordetella pertussis: gruppo 2
Neisseria meningitidis: gruppo 2
Batteri trasmessi per via droplet
TubercolosiVia inalatoriaGruppo 3Mycobacteriumtuberculosis
Infezioni vie urinarie e respiratorie, Via inalatoria, contattoGruppo 2Pseudomonas aeruginosa
Febbre di Pontiac, malattia del legionario
Via inalatoriaGruppo 2Legionella pneumophila
Rash cutanei, impetigine, infezione di ferite, infezioni
Via inalatoria, contattoGruppo 2Staphylococcus aureus
BATTERI
Infezioni del tratto respiratorioMalattie esantematicheMeningite
Via inalatoriaVirus della parotite 2Herpesvirus varicella-zoster 2
Virus trasmessi per via droplet
AIDSVia parenterale (punture con aghi e oggetti taglienti infetti);
Gruppo 3 (**),DVirus HIV
Epatite C; cirrosi epatica, tumore epatico
Via parenterale (punture con aghi e oggetti taglienti infetti);
Gruppo 3 (**),DVirus HCV
Epatite B, cirrosi epatica, tumore epatico
Via parenterale (punture con aghi e oggetti taglienti infetti);
Gruppo 3 (**)V, DVirus HBV
Virus
POTENZIALI EFFETTI SULLA SALUTE
VIE DI ESPOSIZIONEGRUPPO AGENTI BIOLOGICI
IDENTIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI PRESENTI O POTENZIALMENTE PRESENTI
LEGIONELLOSI
E’ la definizione di tutte le forme morbose
causate da batteri gram negativi aerobi
del genere Legionella
LEGIONELLOSI
E’ una malattia infettiva grave e a letalità elevata
e può presentarsi in tre distinte forme :
• malattia dei Legionari
• febbre di Pontiac
• subclinica
Genere Legionella:
• 48 specie• forma bastoncellare• gram-negativi• aerobi• asporigeni• mobili
LEGIONELLOSI
Genere Legionella
Habitat:
• ambienti acquatici caldi• sopravvive ad una temperatura tra i 5,7°C – 63°C• si riproduce ad una temperatura tra 25°C – 42°C• sopporta valori di pH compresi tra 5,5 e 8,1
LEGIONELLOSI
LEGIONELLOSI
La legionella spp. all’interno degli impianti
idrici si trova sia in forma
libera ed ancorata al biofilm
in cui trova sostentamento
e riparo dai biocidi
Le 48 specie del genere legionella sono suddivisein 70 sierogruppi e circa la metà di queste risultanopatogene opportuniste.
La Legionella pneumophila disierogruppo 1 e 6 è la speciemaggiormente implicata nellapatologia umana
LEGIONELLOSI
LEGIONELLOSI
Trasmissione
La Legionella spp. penetra nell’ospite attraverso la mucosa delle vie respiratorie in seguito all’inalazione di aerosol contaminati.
Una volta penetrati i batteri raggiungono i polmoni dove vengono fagocitati dai macrofagi alveolari che non sono in grado di ucciderli odi inibirne la crescita.
LEGIONELLOSI
TrasmissioneLe Legionelle riescono ad eludere i meccanismi messi in atto dai fagociti e si moltiplicano all’interno di questi fino a provocarne la lisi, con il rilascio di una progenie batterica che può infettare altre cellule.
LEGIONELLOSITrasmissione
LEGIONELLOSI
Fattori di rischioIl rischio di acquisizione della malattia dipende:
• microrganismo
• ospite
• ambiente
LEGIONELLOSI
Fattori di rischioMicrorganismo
La patogenicità è legata alla concentrazione del
batterio, anche se nel caso di Legionella spp. Non è
nota la dose minima infettante, alla virulenza del
ceppo ed alla sua capacità di sopravvivenza e
moltiplicarsi all’interno dei macrofagi
LEGIONELLOSI
Fattori di rischioOspite
Sono considerati più a rischio i soggetti:• di sesso maschile• età avanzata• fumatori• consumatori di alcool• affetti da malattie croniche• con immunodeficienza
LEGIONELLOSI
Fattori di rischioAmbiente
Sono di particolare rilevanza la modalità, l’intensità
ed il tempo di esposizione ed inoltre le caratteristiche
dell’acqua e dell’impianto idrico
1612844
129633
Rischio elevato = 9, 12, 1686422
Rischio medio = 4, 6, 843211
Rischio basso/trascurabile = 1, 2, 3
4321PXGMatrice di rischio
Evento molto sicuro o inevitabile = 4
Danni gravissimi = 4
Evento probabile = 3Danni gravi = 3
Evento possibile, non molto probabile = 2
Danni modesti = 2
Evento improbabile = 1Nessun danno/trascurabile = 1
Scala Probabilità (P)Scala di gravità (G)
STIMA DEL RISCHIO
TABELLA RIASSUNTIVA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO NEL BLOCCO OPERATORIO
Guanti classe I – (EN 374 – EN 455 )EpatiteAIDS
Basso –trascurabile (3)
lieve-grave (3)Improbabile (1)HBV, HCVHIV
Ausiliari
Guanti classe I (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)Mascherina Classe 1 – (EN 14683-2005)
EpatiteAIDS
Medio (6)lieve-grave (3)Evento possibile non molto probabile (2)
HBV, HCVHIV
Infermieri di Sala Operatoria
Guanti classe IIA (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)Mascherina Classe 1 – (EN 14683-2005)
EpatiteAIDS
Medio (6)lieve-grave (3)Evento possibile non molto probabile (2)
HBV, HCVHIV
Chirurghi
Guanti classe I – (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)Grembiule
EpatiteAIDS
Medio (6)lieve-grave (3)lieve-grave (3)
Evento possibile non molto probabile (2)
HBV, HCVHIV
Infermiere addetto alla
Sterilizzazione
DPIPatologiaRischioDannoProbabilitàAgente Biologico
Mansione
TABELLA RIASSUNTIVA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO NELLE DEGENZE
Guanti classe I –IIA (EN 374 – EN 455 )
Camice monouso (scabbia)
EpatiteAIDS
Scabbia
33
2
lieve-grave (3)lieve-grave (3)
lieve (2)
Improbabile (1)Improbabile (1)
Improbabile (1)
HBV, HCVHIV
Sarcoptes scabiei
Personale ausiliario
Guanti classe I –IIA (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)Mascherina Classe 1 – EN 14683-2005Mascherina FFP2 (Mycoplasma tubercolosia)Camice monouso (scabbia)
EpatiteAIDSTBC
Scabbia
662
2
lieve-grave (3)lieve-grave (3)Lieve (2)
lieve (2)
bassa (2)bassa (2)improbabile (1)
Improbabile (1)
HBV, HCVHIVMycobacteriumtubercolosisSarcoptes scabiei
Infermieri professionali
Guanti classe I –IIA (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)Mascherina Classe 1 – EN 14683-2005Mascherina FFP2 (Mycoplasma tubercolosia)
EpatiteAIDSTBC
332
lieve-grave (3)lieve-grave (3)modesto (2)
Evento improbabile (1)
HBV, HCVHIVMycobacterium tubercolosis
Dirigenti sanitarie medici
DPIPatologiaRischioDannoProbabilitàAgente BiologicoMansione
TABELLA RIASSUNTIVA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGIO NEL LABORATORIO ANALISI
Guanti classe I – (EN 374 – EN 455 )EpatiteAIDS
33
lieve-grave (3)lieve-grave (3)
Improbabile (1)Improbabile (1)
HBV, HCVHIV
Personale Ausiliario
Guanti classe IIA (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)
EpatiteAIDS
33
lieve-grave (3)lieve-grave (3)
Improbabile(1)Improbabile (1)
HBV, HCVHIV
Personale Tecnico
Guanti classe I – (EN 374 – EN 455 )Occhiali EN 166)
EpatiteAIDS
66
lieve-grave (3)lieve-grave (3)
bassa (2)bassa (2)
HBV, HCVHIV
Medici
DPIPatologiaRischioDannoProbabilitàAgente Biologico
Mansione
TABELLA RIASSUNTIVA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO NEL LABORATORIO DI ANATOMIA PATOLOGICA
Guanti classe I – (EN 374 – EN 455 )EpatiteAIDS
Basso –trascurabile (3)
lieve-grave (3)Improbabile (1)HBV, HCVHIV
Personale ausiliario
Guanti classe IIA (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)
EpatiteAIDS
Medio (6)
lieve-grave (3)Evento possibile non molto probabile (2)
HBV, HCVHIV
Tecnici
Guanti classe I – (EN 374 – EN 455 )Occhiali (EN 166)Grembiule
EpatiteAIDS
Medio (6)
lieve-grave (3)lieve-grave (3)
Evento possibile non molto probabile (2)
HBV, HCVHIV
Medici addetti
alsezionamento
DPIPatologiaRischioDannoProbabilitàAgente Biologico
Mansione
La prevenzione si attua attraverso:
1) informazione e formazione sulla natura del rischio
2) adozione di mezzi e procedure che limitino la possibilità di contatti efficaci tra gli esposti e gli agenti biologici.
3) somministrazione di vaccini come ad esempio il vaccino anti-epatite B.
4) applicazione di Linee Guida, Procedure e Protocolli
5) sorveglianza sanitaria.
LINEE GUIDA PER LA MANIPOLAZIONE DI TAGLIENTI ED ACUMINATI
• non incappucciare mai gli aghi usati• non manipolare gli aghi usati con entrambe le mani• non “girare” mai con una siringa o con un tagliente usati• non infilare gli aghi nel set di infusione• non cercare di raccogliere al volo strumenti taglienti o appuntiti• non rivolgere mai la punta dell’ago verso il corpo• non disconnettere manualmente gli aghi delle siringhe • non piegare, spezzare o manipolare in qualunque modo gli aghi• smaltire aghi, siringhe e taglienti negli appositi contenitori• fare in modo che il contenitore dei taglienti sia sempre chiuso
CONTENITORE RIGIDO PER I RIFIUTI TAGLIENTI ED ACUMINATI
I contenitori per lo smaltimento dei taglienti ed acuminati (aghi, siringhe, lame, vetri, lancette pungidito, rasoi e bisturi monouso) devono essere rigidi e di dimensioni adeguate, sopratutto nell’apertura. Il dispositivo di chiusura deve essere costituito da un tappo a scorrimento a vite oppure a pressione.
Devono essere in numero sufficiente per non indurre gli operatori ad un provvisorio smaltimento dei taglienti e sistemati su carrelli stabili per evitare che incidentalmente se ne versi il contenuto.
Devono essere riempiti fino a 3/4 del loro volume ed inseriti, dopo averli chiusi con l’apposito dispositivo, nei contenitori per “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”.
PRECAUZIONI UNIVERSALI NEI LABORATORI DI ANALISI
• Mantenere pulito ed in ordine il laboratorio, non introdurre sostanze ed oggetti estranei alle attività di lavoro.
• Nel laboratorio è vietato fumare, conservare ed assumere cibi e bevande.
• Rispettare le elementari norme igieniche, per es. lavarsi le mani alla fine del lavoro.
• Non portare oggetti alla bocca; è vietato l'uso di pipette a bocca, utilizzare le propipette e nel caso di materiale biologico solo pipettatrici meccaniche.
• Indossare sempre il camice e, ove previsto, i dispositivi di protezione individuali (DPI): guanti, occhiali, maschere, ecc.
• Prima di utilizzare qualsiasi apparecchio leggere il manuale delle istruzioni; non utilizzare apparecchiature elettriche non a norma e tenerle il più lontano possibile da fonti di umidità e/o vapori di solventi infiammabili.
• Prima di utilizzare qualsiasi prodotto chimico acquisire le informazioni sulle sue caratteristiche attraverso le schede di sicurezza, le frasi di rischio ed i consigli di prudenza ed attenersi alle indicazioni riportate per la manipolazione, stoccaggio e smaltimento. Anche per l'utilizzo di agenti biologici è necessario acquisire quante più informazioni possibili.
• Etichettare correttamente tutti i recipienti in modo che sia possibile riconoscerne il contenuto anche a distanza di tempo.
• Utilizzare sempre le cappe chimiche per le reazioni chimiche giudicate a rischio ed il travaso o prelievo di solventi, speciese volatili; utilizzare le cappe di sicurezza biologica per la manipolazione di agenti biologici pericolosi.
• Conservare in laboratorio solo quantitativi minimi di sostanze infiammabili o di solventi; usare solo frigoriferi antideflagranti.
• Custodire gli agenti pericolosi sotto chiave e con relativa registrazione, in particolare quelli cancerogeni (R45-R49), radioattivi e biologici (gruppo 3 e 4).
• Non lavorare mai soli in laboratorio, specialmente fuori dai normali orari di lavoro ed in caso di operazioni complesse o pericolose.
• Non lasciare mai senza controllo reazioni in corso o apparecchi in funzione e nel caso munirli di opportuni sistemi di sicurezza.
• Togliersi gli indumenti protettivi e i guanti quando si lascia il laboratorio.
• Non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con cui si è maneggiato materiale potenzialmente infetto.
• Rispettare le norme igieniche, lavarsi le mani frequentemente e ogni qualvolta ci si contamini o immediatamente dopo aver rimosso i guanti.
• Decontaminare le superfici di lavoro e gli strumenti ogni giorno o dopo uno spandimento. Si possono utilizzare diluizioni di ipoclorito di sodio (conc.1:5) (varechina comune) o altri disinfettanti in alternativa.
• Nelle aree dove sono utilizzati materiali biologici pericolosi, devono essere posti segnali di avvertimento per rischio biologico.
Indicazioni pratiche per l'uso in sicurezza delle cappeLa Cappa è un dispositivo di aspirazione localizzata atto a tutelare la salute degli operatori, minimizzando il rischio di esposizione ai contaminanti chimici e biologici, e proteggendo da eventuali schizzi o esplosioni.
Come utilizzarla
1. Prima di iniziare la lavorazione, accertarsi che la cappa sia in funzione.
2. Evitare di creare correnti d'aria in prossimità di una cappa in funzione (apertura di porte o finestre, transito frequente di persone).
3. Le fonti di emissione dovrebbero essere tenute almeno 15-20 cm all'interno della cappa.
4. Tenere la testa al di fuori della cappa.
5. Durante l’utilizzo mantenere il frontale abbassato il piùpossibile.
6. Mantenere pulito ed ordinato il piano di lavoro dopo ogni lavorazione.
7. Tenere sotto cappa solo il materiale strettamente necessario:non usare la cappa come deposito.
8. Non utilizzare la cappa come mezzo per lo smaltimento dei reagenti mediante evaporazione forzata.
9. Approntare un piano d'azione in emergenza in caso di malfunzionamento durante una sperimentazione.
10. Quando la cappa non è in uso, spegnere l'aspirazione e chiudere il frontale.
INDICAZIONI PER L’IGIENE DELLE MANI
A. Lavare le mani con acqua e sapone quando sono visibilmente sporche o contaminate con sangue o altri liquidi corporei o dopo aver utilizzato la toilette.
B. Il lavaggio delle mani con acqua e sapone è da preferirsi quando vi è il sospetto o la conferma di esposizione a patogeni che possono potenzialmente assumere forma di spore, incluso focolai di infezione da “Clostridium difficile”
C. Utilizzare il frizionamento con soluzione alcolica (se le mani non sono visibilmente sporche) come metodo preferito per l’antisepsi di routine delle mani in tutte le situazioni cliniche sotto descritte dal punto D(a) al D(f); se la soluzione alcolicanon è disponibile lavare le mani con acqua e sapone
D. Effettuare l’igiene delle mani (frizionamento con soluzione alcolica):
a. prima e dopo il contatto con il paziente b. prima di utilizzare un dispositivo invasivo per l’assistenza
al paziente indipendentemente dal fatto che vengano usati i guanti o meno
c. dopo il contatto con liquidi corporei o secrezioni, mucose, cute non integra o medicazioni di ferite
d. spostandosi da una parte del corpo contaminata ad un’altra parte del corpo sul medesimo paziente
e. dopo il contatto con superfici o oggetti (inclusi dispositivi medici) posti nelle immediate vicinanze del paziente
f. dopo la rimozione dei guanti sterili e non sterili
USO DEI GUANTI
A. L’uso dei guanti NON sostituisce l’igiene delle mani sia con il metodo del frizionamento con soluzione alcolica che con quello del lavaggio con acqua e sapone .
B. Indossare i guanti quando si può ragionevolmente prevedere che vi sarà contatto con sangue o altri materiali potenzialmente infetti, mucose e cute non integra.
C. Rimuovere i guanti dopo l’assistenza al paziente. NON indossare lo stesso paio di guanti per l’assistenza a più di un paziente .
D. Cambiare i guanti durante l’assistenza ad un paziente sia quando ci si sposta da un’area del corpo contaminata ad un’altra (incluso cute non integra, mucose o dispositivi medici) dello stesso paziente sia quando ci si sposta nell’ambiente circostante.
E. Il riutilizzo di guanti NON è raccomandato. In caso di riutilizzo applicare il metodo più sicuro per il processo di pulizia.
MATERIALI PER EMERGENZE
Materiali assorbenti per sostanze chimiche
Cassetta pronto soccorso
Sistema per lavaggi oculari (in alternativa sacche da 500 ml di soluzione fisiologica)
Norme di Primo SoccorsoComportamenti in caso di infortunio:
chiamare il pronto intervento (118)
non perdere la calma
evitare azioni inconsulte e dannose
allontanare le persone non indispensabili
rassicurare l'infortunato se è cosciente
non lasciare l'infortunato da solo fino a che non verràaffidato a persone competenti
in caso di incidente provocato da contatto con sostanze chimiche, consegnare al medico l'imballaggio con l'etichetta della sostanza.
PROCEDURE DI PRONTO INTERVENTO IN CASO DI ESPOSIZIONE A PATOGENI
In caso di punture e/o taglio:
• Favorire il sanguinamento.• Lavare vigorosamente con acqua corrente e detergente e
disinfettare con un antisettico efficace verso l’ HIV.
• Proteggere la ferita tamponando provvisoriamente in attesa di arrivare al pronto soccorso.
• Avvisare il preposto o in sua assenza il medico di guardia.
In caso di contagio con occhi e mucose:
• Irrigare con acqua corrente o soluzione fisiologica per 10-15 minuti.
Quindi si informa il responsabile dell’Unità Operativa o il medico di guardia o il preposto, ci si reca al Pronto Soccorso per gli eventuali interventi profilattici di emergenza e per la denunzia di infortunio. Infine, per via burocratica, con la certificazione rilasciata dal medico del Pronto Soccorso occorre formalizzare il tutto presso il Settore Tutela della Salute dei Lavoratori e l’Ufficio di Prevenzione della Direzione Medica Ospedaliera competente.
L’INAIL, l'Istituto Nazionale Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro, tutela il lavoratore contro i danni derivanti da infortuni e malattie professionali causati dall'attività lavorativa. L'assicurazione esonera il datore di lavoro dalla responsabilitàcivile conseguente ai danni subiti dai propri dipendenti.
La tutela nei confronti dei lavoratori, va dagli interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro, alle prestazioni sanitarie ed economiche, alle cure, riabilitazione e reinserimento nella vitasociale e lavorativa.
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