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Istituto MEME associato a
Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles
Robert Durst:
le vicissitudini di un uomo che ha sfidato la giustizia per oltre trent’anni
Scuola di Specializzazione in: Scienze Criminologiche
Tesista Specializzando: Meris Bolognesi
Anno di corso: Primo
Modena: 3 settembre 2016 Anno Accademico: 2015 - 2016
ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Meris Bolognesi SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2015 - 2016 ..
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A Kathleen McCormack, che non è mai stata disposta a rinunciare ai suoi sogni
e alle sue ambizioni.
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Indice dei Contenuti
Introduzione ……………………………….…...…………………………….… 5 1. Morris Black …………………………….………..………………………… 8 1.1. La baia di Galveston …………………………………..…………………… 8 1.2 Resident 2213, Avenue K, Galveston, Texas ………………...……………. 10 1.3 L’appartamento numero 2 …………………………...…………………….. 12 1.4 Dorothy Ciner ……………………………………………..………………. 12 1.5 L’arresto ………………………………………………………..………….. 13 1.6 Chi è Robert Durst? ………………………………………..……………… 14
2. Kathleen Durst ……………………………………………...……………… 15 2.1 Domenica 31 gennaio 1982: la ricostruzione di Robert Durst ……...……… 15 2.2 La scomparsa di Kathleen ..………………………………………………… 16 2.3 La vita insieme ……………………………………………………...……… 17 2.4 Le amiche di Kathleen …………………………………………...………… 21 2.5 Le (non) indagini della polizia ……………………………………...……… 22 2.6 Le indagini 18 anni dopo …………………………………………………… 24
3. Susan Berman …………………………….………………..……………… 27 3.1 La figlia del gangster ……………………………..………..……………… 27 3.2 Susan the spokesperson ……………………………………..…………….. 28 3.3 Ship Bottom, New Jersey …………………………………………….…… 30 3.4 “Uccisa testimone che poteva risolvere un mistero del 1982” ……….…… 31 3.5 1527 Benedict Canyon. Cadaver ………………………………….………. 32 3.6 Bobby- 50,000 .……………………………………………………………. 35 4. Il processo contro Robert Durst ………………………………..………… 37 4.1 La latitanza …………………………………………………..……….…… 37 4.2 Il secondo arresto .…………………………………………………...…….. 38 4.3 Un esito troppo scontato …………………………………..…….………… 39 4.4 Un’ottima difesa …………………………………………………...……… 40 4.4.1 Il lato umano di Bob ………………………………..…………………. 41 4.4.2 Il mostro mitologico di Jeanin Pirro ……………………..……………. 41 4.4.3 L’amicizia tra l’affabile Robert Durst e il burbero Morris Black …..…. 42 4.4.4 Il giorno dell’incidente ………………………………………..………. 43 4.4.5 Lo smembramento ……………………………………..……………… 44 4.4.6 Oltre ogni ragionevole dubbio? ………………………………………… 45 4.5 Le incongruenze …………………………………………………...………. 46
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4.6 Il movente secondo l’accusa ..……………………………...………………. 48 5. Fine del processo ma non delle indagini ……………………...…………… 49 5.1 Epilogo del processo .………………………………………………………. 49 5.2 Il patteggiamento violato …………………………………………...……… 50 5.3 Galveston: una scelta casuale? .……………………………………..……… 51 5.4 Le indagini continuano a New York …………………………………...…… 52 5.4.1 Ed Wright e il ruolo della famiglia Durst nella scomparsa di Kathleen ... 53 5.4.2 Debrah Lee Charatan ………..…………………………………...…….. 55 5.5 Le indagini continuano a Los Angeles .………………………………..…… 55 5.6 La lettera di Robert a Susan ………………………………………..……….. 57 6. Verso l’epilogo del caso Susan Berman …………………………...…….… 58 6.1 Analisi forense dei documenti ………………………………….……...…… 58 6.2 La parola “cadaver” …………………………………………...…………… 58 6.3 Con le spalle al muro ……………………………………………………….. 59 6.4 “Killed them all, of course” ……………………………..………………..… 61 6.5 Uno sproloquio? ……………………………………………………..…….. 62 6.6 Le conseguenze ……………………………………………………..……… 63 7. Le diagnosi: schizofrenia e Asperger ……………………………………… 65 7.1 La morte di Bernice Durst ………………………………………………….. 65 7.2 Segni di schizofrenia nei delitti di Robert Durst? ..………………………… 66 7.3 La sindrome di Asperger …………………………………………………… 68 7.4 Un possibile disturbo di personalità? ………………………………………. 70 7.5 Il disturbo di personalità antisociale ……………………………….……….. 72 7.6 “Confession is good for the soul?” …………………………………………. 74 Conclusioni ……………………………………………………………………. 77 Bibliografia …………………………………………………………………… 79 Sitografia ………………………………………………………….………….. 80 Videografia …………………………...………………………………………. 80
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Introduzione
Una ragazza scomparsa nel 1982 a New York, una donna uccisa con un’esecuzione
a Beverly Hills, Los Angeles, nel 2000, e un uomo fatto a pezzi a Galveston, in
Texas, nel 2001. L’unico legame tra questi tre casi è Robert Durst. Robert Durst
era il marito di Kathleen McCormack Durst, scomparsa a New York nel 1982. Ma
era anche il migliore amico di Susan Berman, uccisa in casa sua con un colpo alla
nuca nel 2000. E infine era anche il vicino di casa di Morris Black, ucciso, fatto a
pezzi, e gettato nella baia di Galveston nel 2001. In questa tesi ho cercato di
approfondire i delitti, le indagini e le vicende giudiziarie che per oltre trent’anni
hanno affollato la vita di Robert Durst. Ho deciso di partire dall’unico caso per cui
Durst è stato effettivamente processato, per poi entrare nello specifico nei due casi
per cui non è mai stato indiziato per mancanza di prove, almeno fino al 2015. Nel
primo capitolo parlerò dunque dell’omicidio di Morris Black, mentre nel secondo
ripercorrerò gli eventi relativi alla scomparsa di Kathleen Durst, la sua prima
moglie. Nel terzo capitolo mi occuperò invece dell’omicidio di Susan Berman, una
sua grande amica fin dai tempi dell’università. Nel quarto capitolo analizzerò in
maniera approfondita il processo che Durst ha dovuto affrontare per l’omicidio di
Morris Black, riportando ampi dialoghi e lunghe citazioni che ritengo
particolarmente significative per capire come mai sia stato assolto nonostante una
confessione, oltre che i meccanismi giudiziari del sistema penale americano. Nel
quinto capitolo cercherò di illustrare il risvolto delle indagini a New York e Los
Angeles, che sono continuate nonostante Durst fosse stato assolto in Texas. Nel
sesto capitolo parlerò invece dell’epilogo del caso di Susan Berman, per cui Durst
è stato arrestato solo nel 2015, dopo che lui stesso aveva proposto di realizzare un
documentario sulla sua vita, che ha fatto emergere nuove evidenze che hanno
portato al suo arresto1. Infine, nel settimo capitolo, vorrei approfondire la diagnosi
1 Il documentario in questione è The Jinx: the life and deaths of Robert Durst, di Andrew Jarecki e Marc Smerling. Jarecki aveva precedentemente girato un film ispirato alla scomparsa di Ka-thleen Durst, e venne contattato da Robert Durst che espresse il suo desiderio di vedere il film.
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di schizofrenia che era stata fatta a Robert Durst da adolescente, poco dopo la
morte della madre, diagnosi che è stata poi ritrattata in Sindrome di Asperger. In
particolare mi concentrerò sul cercare di capire se i suoi (presunti) delitti sono
inscrivibili in un quadro schizofrenico oppure no, e quale potrebbe essere, sulla
base di questa analisi, una diagnosi alternativa/complementare ad Asperger. Per
quanto riguarda le fonti, per la ricostruzione degli eventi mi sono basata soprattutto
sul documentario “The Jinx: the life and deaths of Robert Durst” girato da Andrew
Jarecki e Marc Smerling, lo stesso documentario che, preventivamente visionato
dall’FBI, ha portato nel 2015 all’arresto di Durst per l’omicidio di Susan Berman.
Questo mi ha dato la possibilità di ascoltare le testimonianze delle persone
direttamente coinvolte, come la madre di Kathleen e i parenti di Robert, oltre che
le testimonianze dei poliziotti che hanno lavorato al caso in prima persona, come
Cody Cazalas, e i procuratori che hanno lavorato a lungo sui casi di Robert Durst,
come Jeanin Pirro e Joel Bennett. Ho visionato inoltre un documentario basato su
un articolo del giornalista americano Ned Zeman sulla storia di Robert Durst, che
ho trovato molto approfondito soprattutto per quanto riguarda la vicenda di Morris
Black. Ho letto, inoltre, diversi articoli di quotidiani americani che si sono occupati
della vicenda nel corso di questi trent’anni. Infine, per il settimo capitolo, mi sono
basata soprattutto sul Manuale Statistico Diagnostico (IV-V) e sulle lezioni del
dottor Neri e della dottoressa Frison. Vorrei concludere questa breve introduzione
con una citazione di Susan Criss, il giudice che ha presieduto al processo di Robert
Durst in Texas, e che ha assistito impotente alla sua assoluzione all’unanimità:
“Quando tre persone che conosci bene muoiono improvvisamente, è impossibile
pensare che si tratti di una coincidenza”2. Un pensiero che, nella sua semplicità,
ci dà l’idea di quanto si siano sentiti impotenti le istituzioni e le forze dell’ordine
Dopo aver visto il film, Durst, che non aveva mai parlato pubblicamente della sua vita o dei crimini di cui era stato accusato, propose l’idea di rilasciare una lunga intervista allo stesso Jarecki, per poter finalmente raccontare la sua versione. Dopo più di 25 ore di intervista con Durst, venne montato un documentario in sei puntate che ripercorreva le vicende della sua vita e raccoglieva le testimonianze di diversi testimoni. Il documentario è stato girato tra il 2012 e il 2013, ma è andato in onda per la prima volta nel 2015. 2 Susan Criss, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015.
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che per molto tempo hanno lavorato per ottenere giustizia, senza riuscirci3.
3 Kathleen McCormack non è mai stata ritrovata, il caso è ancora aperto.
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1. Morris Black
1.1 La baia di Galveston
30 settembre 2001. Un ragazzino uscito a pescare con il padre avvista qualcosa di
strano in acqua, vicino agli scogli. Lo dice al padre e si avvicinano insieme per
vedere meglio: è un busto umano. Le braccia e le gambe sono state tranciate, così
come la testa. Viene immediatamente allertata la polizia, che recupera il busto e
inizia a setacciare l’area circostante in cerca dei pezzi mancanti. Vengono trovati
dei sacchi neri galleggianti, anche senza aprirli è chiaro che contengano gli arti
della vittima: si intravedono braccia e dita, da uno in particolare si intuisce
nettamente la forma di ginocchio, coscia e piede. È riemerso tutto, tranne la testa.
I sommozzatori lavorano a lungo ma la testa non verrà mai ritrovata. Dall’analisi
dei resti rinvenuti si ipotizza che lo smembramento del cadavere sia iniziato con la
gamba destra, poi sia stata amputata la gamba sinistra, il braccio sinistro, il collo e
per ultimo il braccio destro. Questo, secondo il medico legale, è stato segato fino
a metà, poi rotto con la forza o camminandoci sopra, probabilmente il colpevole
era stanco o non aveva più tempo. Infatti il resto del corpo è stato tagliato con
molta precisione: gli arti sono stati amputati sotto le spalle e all’altezza precisa
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delle cosce. L’esame sulle parti del corpo non fornisce alcun indizio sulle cause
del decesso, per cui la polizia ipotizza immediatamente che il colpo mortale sia
stato inflitto alla testa. All’interno di uno dei sacchi neri viene ritrovato anche un
giornale: si leggono ancora l’indirizzo del destinatario e la data: 26 settembre 2001,
Resident 2213 Avenue K, Galveston Texas. Cody Cazalas, il poliziotto di Galveston
che ha coordinato le indagini, afferma che questo giornale è stato uno dei
ritrovamenti più importanti per stabilire la scena del crimine primaria4. Uno dei sacchetti ritrovati nella baia. Si intravede chiaramente la forma di gamba, ginocchio e piede.
4 The Jinx, “A body in the bay”, Jarecki, Smerling, 2015.
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I sacchetti ritrovati nella baia. Il giornale da cui è stato possibile risalire all’indirizzo di Morris Black.
1.2 Resident 2213, Avenue K, Galveston Texas
Le indagini proseguono a questo indirizzo: partendo da una striscia di sangue
trovata sul corrimano esterno dell’abitazione, viene ricostruita una scia di sangue
che va dall’entrata principale e prosegue fino alla strada. La struttura è composta
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da due appartamenti. Il proprietario dello stabile, Klaus Dillman, afferma che
l’appartamento numero 1, al piano terra, è stato affittato da Morris Black, un
signore anziano e un po' burbero, mentre l’appartamento numero 2, al piano
superiore, è stato affittato da una signora di mezza età, Dorothy Ciner, una donna
muta. Il signor Dillman si dichiara in particolare modo molto contento di Dorothy:
la signora ha pagato in anticipo un anno di affitto e si fa vedere molto poco perché
spesso è via per lunghi viaggi. Intanto dalla mano ritrovata in uno dei sacchi, grazie
alle impronte digitali, si riesce a risalire all’identità del tronco: si tratta di Morris
Black5. Viene perquisita la casa: nell’appartamento di Morris Black viene trovato
del sangue nei lavandini, mentre il corridoio in comune è stato chiaramente
ripulito, ma anche qui si trovano tracce di sangue che conducono fino all’entrata
dell’appartamento numero 2, intestato a Dorothy Ciner. L’assistente procuratore
di Galveston, Joel Bennett, ottiene un mandato di perquisizione anche per questo
appartamento.
5 Morris Black era stato schedato anni prima per un reato minore, inoltre era stato arruolato nella marina mercantile.
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1.3 L’appartamento numero 2
A prima vista l’appartamento di Dorothy Ciner appare pulitissimo, immacolato.
Ma ad un esame più approfondito gli investigatori trovano tracce di sangue
ovunque: c’erano schizzi sia sui muri che sui pavimenti. In particolare, sul
pavimento della cucina vengono trovati stesi dei teli protettitivi bianchi. Un volta
sollevati si notano sul laminato una serie di piccoli tagli sparsi in diversi punti.
Viene rimossa l’intera porzione di rivestimento e al di sotto viene rinvenuta una
grande macchia di sangue. Il dna conferma che si tratta del sangue di Morris Black.
Il cadavere ritrovato nella baia è stato smembrato qui. L’attenzione si sposta su
Dorothy Ciner.
1.4 Dorothy Ciner
Gli investigatori si chiedono come mai la donna, pur avendo tanti soldi per
viaggiare per mesi interi, viva in un appartamento così “umile” (citando
testualmente le parole del detective Cazalas: “se ha così tanti soldi per viaggiare
e stare via per mesi, come mai vive in questa topaia?”6). “I vicini hanno parlato
di Dorothy Ciner sempre allo stesso modo”, racconta Ned Zeman, “una dolce
vecchietta silenziosa che entrava e usciva a fatica, teneva le tende abbassate e non
si faceva mai vedere”7. Il proprietario dell’appartamento la descrive come una
donna di mezza età piuttosto brutta, con poco seno, e ribadisce il fatto che sia muta.
In casa vengono ritrovati pochi oggetti personali, ma soprattutto non viene
ritrovato nulla che faccia pensare alla presenza di una donna. Il padrone di casa e
i vicini segnalano anche la presenza sporadica di un uomo, conosciuto come il
cognato di Dorothy, mai incontrato da vicino ma sempre intravisto da lontano,
spesso seduto in veranda. A questo punto gli investigatori sommano gli indizi: una
donna muta che viaggia spesso, e un uomo che gira per casa di tanto in tanto. Non
esiste alcuna Dorothy Ciner, è solo una copertura per l’uomo che ha affittato la
casa. Inoltre alcuni vicini ricordano di aver visto un uomo che caricava sacchi
6 The Jinx, “A body in the bay”, Jarecki,Smerling, 2015. 7 Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015.
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dell’immondizia sopra un suv, dietro l’edificio. Si iniziano a cercare indizi nei
bidoni dei rifiuti dietro lo stabile. La prima cosa che salta all’occhio è che i sacchi
dell’immondizia sono dello stesso tipo di quelli ritrovati nella baia. Nei bidoni
vengono ritrovati la confezione di un telo protettivo, la confezione di un coltello
da cucina, la cartuccia di una calibro 22, un avviso di sfratto indirizzato a Morris
Black. Dopo aver estratto, etichettato e fotografato ogni singolo elemento, viene
ritrovata anche una ricevuta oculistica per ritirare un paio di occhiali. Il foglio
riporta data e luogo esatti del ritiro e il nome dell’intestatario: Robert Durst. Oltre
alla ricevuta della clinica oculistica viene ritrovato anche lo scontrino di una
ferramenta a due isolati dall’appartamento di Morris Black. Tra gli acquisti
compaiono: un coltello da cucina lungo 10 cm, teli di protezione, una sega ad arco.
1.5 L’arresto
La segretaria della clinica oculistica conferma che la consegna degli occhiali del
signor Durst è previsto quel venerdì. L’investigatore Cody Cazalas afferma:
“Pensavo che non avrebbero più rivisto quell’uomo, però le ho lasciato comunque
il mio biglietto da visita”8. Nonostante le poche speranza della polizia, il 9 ottobre
2001 la clinica contatta l’investigatore: Robert Durst è venuto a ritirare il suo paio
di occhiali. La polizia arriva sul posto mentre lui sta lasciando il parcheggio
passando col rosso: è evidente che ha fretta. Ma la polizia stradale lo ferma e
Robert Durst viene arrestato. La prima cosa che i poliziotti intravedono dai
finestrini del suv grigio è una sega ad arco. La cauzione viene fissata a 250.000
dollari, e quando gli viene chiesto se possegga tutti quei soldi, Durst con calma
risponde “non qui con me”. Dalla prigione viene riferito che Durst telefona a New
York, ad una donna di nome Debra Lee Charatan, spiegandole di essere stato
arrestato e di aver bisogno di 250.000 dollari per la cauzione. Debra Charatan è la
moglie di Robert Durst dall’11 dicembre del 2000.
I soldi arrivano la mattina seguente e l’uomo esce di prigione 24 ore dopo il suo
8 The Jinx, “A body in the bay”, Jarecki, Smerling, 2015.
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arresto. La polizia inizia a chiedersi chi sia quest’uomo, che, secondo gli
investigatori, ha più l’aria di essere un “topo di biblioteca piuttosto che uno capace
di fare a pezzi un uomo”9. Il mattino seguente all’arresto, il detective afferma di
aver trovato 24 messaggi in segreteria, tutti relativi all’arresto di Robert Durst. A
questo punto inizia a ricevere informazioni su chi sia veramente quest’uomo.
1.6 Chi è Robert Durst
Robert Alan Durst è un imprenditore statunitense,
appartenente ad una delle famiglie più influenti di
New York, figlio di Seymour Durst, noto
immobiliarista. Il patrimonio della famiglia è stato
stimato in 650 milioni di dollari. Appena adulto
Robert si era gettato negli affari di famiglia,
seguendo le orme del padre e divenendo a sua volta
imprenditore immobiliare, ma sempre in ombra
rispetto al fratello Douglas, che negli anni novanta
venne nominato curatore della attività
imprenditoriali e del patrimonio di famiglia.
Proprio in questo periodo, a causa dei litigi tra i due fratelli, Robert lasciò (o venne
allontanato, a seconda delle versioni) gli affari di famiglia e Douglas prese il
controllo completo di tutte le attività. Robert Durst aveva attirato l’attenzione dei
media dopo la scomparsa della prima moglie, Kathleen McCormack, avvenuta nel
1982 e ancora irrisolta. La famiglia di Kathleen aveva sospettato fin da subito di
Robert, ma lui si era sempre dichiarato innocente.
9 Cody Cazalas, The Jinx, “A body in the bay”, Jarecki, Smerling, 2015.
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2. Kathleen Durst
2.1 Domenica 31 Gennaio 1982: la ricostruzione di Robert Durst
Kathleen Durst scompare la sera del 31 gennaio 1982. È il marito Robert che ne
denuncia la scomparsa qualche giorno dopo. Durst racconta alla polizia che quella
mattina lui e la moglie erano andati insieme alla drogheria vicino alla loro casa di
South Salem, dove si trovavano per il week-end, per comprare un giornale, poi
erano tornati a casa per colazione. Durst dichiara anche che la moglie aveva
trascorso il pomeriggio a casa di un’amica che abitava poco lontano, Gilberte, dove
si era recata verso le 15:30/16:00 con la loro Mercedes. Secondo le dichiarazioni
di Robert la moglie era rientrata verso le 19:30 di sera, secondo lui “si vedeva che
aveva bevuto, ma non era ubriaca”10. Secondo la sua versione i due avevano
mangiato un panino insieme poi lui l’aveva accompagnata alla vicina stazione di
Katonah verso le 20:30 di sera, perché la moglie voleva rientrare in città visto che
la aspettava una settimana intensa. Robert dice di averla vista salire sul treno delle
21:17 che andava verso New York, dove si trovava la residenza principale dei
coniugi. Durst afferma poi di essere rientrato nella casa di South Salem, dove
aveva incontrato il suo vicino, Bill Mayer, e di essersi fermato a bere qualcosa con
10 Robert Durst, The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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lui. Infine dichiara di essere uscito per una passeggiata e, intorno alle 23:00/23:15,
di aver chiamato la moglie da un telefono pubblico. Nei verbali del 1982 viene
registrato che Durst, a proposito di quella telefonata, aveva dichiarato: “Lei ha
detto che stava bene e che stava guardando la televisione”11. Dopo la telefonata
alla moglie, Durst dichiara di essere tornato a casa ed essersi messo a dormire. Il
portiere dell’edificio numero 37 di Riverside Drive, dove si trovava
l’appartamento dei Durst, dichiara di aver visto Kathie rientrare verso le 23:30 di
domenica sera e dirigersi verso l’attico all’ultimo piano. La mattina del primo
febbraio Kathie aveva lezione all’università, ma il preside di facoltà dichiara di
aver ricevuto una telefonata da Kathie che comunicava di non sentirsi bene e che
non sarebbe andata a lezione quella mattina perché era malata. La polizia ritiene
che questa sia stata l’ultima volta che qualcuno ha parlato con lei.
2.2 La scomparsa di Kathleen
“È scomparsa. Nessuno l’ha più sentita, non c’è una scena del crimine, non ci
sono più telefonate, movimenti sul conto, attività della carta di credito, niente. È
come se fosse sparita dalla faccia della terra”12.
Gilberte Najami, la stessa amica con cui Kathleen aveva trascorso il pomeriggio
del giorno precedente, aveva appuntamento con lei a Manhattan lunedì 1 febbraio
1982, ma Kathleen non si presenta. Gilberte chiama Kathie a tutti i suoi recapiti:
l’appartamento in Riverside Drive, l’appartamento sulla 86esima strada, dove
Katie si rifugiava quando c’erano problemi con Robert, il villino di South Salem,
ma Kathie non risponde da nessuna parte. Gilberte inizia a contattare le altre
amiche della ragazza per sapere se qualcuna l’avesse sentita, ma nulla, ed era molto
strano, perché Kathie aveva l’abitudine di chiamare gli amici ogni giorno, spesso
anche più di una volta al giorno. Il fratello della vittima, Jim McCormack, ricorda
di aver ricevuto una telefonata dal cognato Robert che gli chiedeva se sapesse dove
si trovava Kathie, ma anche lui come gli altri immaginava che fosse col marito.
11 The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 12 Jim McCormack (fratello di Kathleen), The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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Kathie in quei giorni è irrintracciabile. Robert dichiara di non essersi preoccupato
subito del fatto che lei non rispondesse alle sue telefonate, perché stava facendo
un internato in ospedale e lavorava di notte, quindi succedeva spesso che i due non
si sentissero per giorni. Poi però dichiara di aver ricevuto una telefonata
dall’università che lo avvisava che la ragazza non andava a lezione da qualche
giorno. A quel punto l’uomo aveva deciso di recarsi alla polizia per denunciarne la
scomparsa. È giovedì sera. Micheal Struck, detective di polizia di New York,
raccoglie la denuncia del marito: “Il denunciante, Robert Durst, si è presentato
alla stazione di polizia del ventesimo distretto e ha dichiarato che sua moglie, con
cui è sposato da 9 anni, attualmente studentessa di medicina al quarto anno presso
l’Albert Einstein Medical Center, non è più stata vista da nessuno dalla sera di
domenica 31 gennaio 1982. Il soggetto è la nuora del noto immobiliarista Seymour
Durst”13. All’epoca dei fatti la ragazza aveva 29 anni. Alla domanda del detective:
“Come va il matrimonio?” Durst risponde: “Sa, come qualsiasi altra coppia, a
volte discutiamo”14.
2.3 La vita insieme
Kathleen e Robert si conoscono nell’autunno del 1971, a New York. Lui era in
visita in città, allora viveva nel Vermont. Lei doveva consegnargli l’assegno per
pagare l’affitto del suo appartamento, lo stabile dove abitava era di proprietà della
famiglia Durst. Alla seconda uscita lui le chiede di andare a vivere insieme. Nel
gennaio del 1972 Kathleen accetta di trasferirsi a vivere con Robert nel Vermont,
dove aprono un negozio di prodotti biologici. Lei aveva 19 anni, lui 29, e non era
13 The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 14 Micheal Struk, The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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per niente interessato agli
affari di famiglia. La
coppia si sposa nel 1973,
con una cerimonia
privata, senza ospiti.
Kathleen aveva 20 anni,
lui ne aveva 30. Dopo
poco tempo Robert
cambia rotta, accettando
di esaudire i desideri del
padre ed entrare negli
affari di famiglia, in
quanto figlio maggiore di quattro fratelli. Il negozio viene venduto e la coppia si
trasferisce a New York. L’amica di Kathleen, Gilberte, ricorda: “La prima
impressione quando ho conosciuto Bob è che fossero innamorati, non c’era
dubbio, si amavano”15. Anche il fratello di Kathleen lo conferma: “Lei era una
cenerentola conquistata da un principe affascinante e molto ricco. Penso che nella
fase iniziale della loro relazione fossero davvero innamorati”16. I primi problemi
iniziano ad emergere nel 1976, quando Kathleen scopre di essere incinta. Nel suo
diario scrive: “Ho scoperto di essere incinta. Una volta ci siamo detti che se fossi
rimasta incinta avrei abortito. Affrontare questa cosa però è stato problematico
per me”17. Robert aveva dichiarato fin da subito di non volere figli, di non sentirsi
tagliato per fare il padre, afferma addirittura che “sarebbe potuto essere una grande
catastrofe per loro”18. E infatti alla notizia della gravidanza di Kathleen rimane
fermo sulle sue posizioni, minacciando di chiedere il divorzio se lei avesse deciso
di tenere il bambino. Anni dopo, parlando della sua relazione con Kathie, Robert
afferma in un’intervista: “Io ero il dominante della coppia. Prendevo tutte le
15 Gilberte Najami,The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 16 Jim McCormack, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 17 Diario di Kathleen McCormack, anno 1976. 18 The Jinx, “Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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decisioni, facevo il bello e il cattivo tempo, così diceva lei. Per un po' questo le è
andato bene, poi si è stancata, ha detto che voleva la sua indipendenza, non voleva
che la controllassi tutto il tempo. […] Penso che la Kathleen che conoscevo sia
cominciata a cambiare quando l’ho fatta abortire”19. Infatti, da qui molte cose
cambiano: “Non potendo avere figli, le restava la carriera”20, ricorda l’amica di
Kathleen, Gilberte. Nel 1978 Kathie esaudisce il suo desiderio di continuare gli
studi e si iscrive a medicina, ma mentre lei dà seguito alle sue ambizioni, in Bobby
inizia a crescere la rabbia. Sono diversi i brani sul diario di Kathie che riportano
episodi di violenza. Il primo, datato primavera del 1979, risalente a sei mesi dopo
la sua iscrizione a medicina, dice: “Siamo tornati da una festa entrambe ubriachi.
Abbiamo litigato e lui mi ha schiaffeggiato”21. Un altro brano datato autunno del
’79 riporta: “Eravamo entrambe sobri, abbiamo litigato per una sciocchezza. Lui
mi ha dato un pugno, sono caduta a terra e ho picchiato la gamba”. Kathie aveva
raccontato agli amici che lui aveva iniziato a minacciarla di non pagarle più le tasse
universitarie: secondo i loro racconti più lei diventava indipendente, più la rabbia
di lui saliva. “Litigavano e la picchiava”, ricorda l’amica Gilberte, “la svegliava
nel cuore della notte e le mostrava la pistola. Tutti erano sempre più preoccupati
perché lei non voleva allontanarsi. Diceva “non posso andarmene ora, finisco la
scuola di medicina e poi me ne vado”22. Secondo i racconti degli amici, quando
lui aveva scoperto che lei parlava di divorzio, le aveva bloccato i conti in banca e
le carte di credito, “era il suo ostaggio finanziario”23, ricorda Jim McCormack.
Dopo l’ennesima telefonata dell’amica per un litigio violento, Eleanor Schwank
racconta di aver pregato Kathleen di andare via da lì, di lasciare Bob, di andare a
vivere con lei, ma Kathie si rifiutava. L’8 gennaio 1982 Kathie si presenta al Jacobi
Medical Center, nel Bronx, con lividi in viso e ferite alla testa, ma si rifiuta di
sporgere denuncia contro il marito. “A quell’epoca Kathie soffriva probabilmente
19 Robert Durst,The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 20 Gilberte Najami, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 21 Diario di Kathie, anno 1979. 22 Gilberte Najami, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 23 Jim McCormack, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015.
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della sindrome della donna maltrattata”, ricorda il fratello, “lo proteggeva
ancora”24. Anche il suo vicino di casa di South Salem, Bill Mayer, era stato
testimone delle violenze: una notte, durante l’ultima settimana prima della sua
scomparsa, Kathie era così spaventata dal marito che gli aveva chiesto di tenerle
compagnia tutta la notte25. “Quella sera Kathie aveva il terrore di tornare a casa”,
ricorda Bill Mayer, “quando è arrivata all’ingresso di casa sua si è girata e mi ha
detto “Bill, se succede qualcosa, sospetta un delitto”26. Lo stesso Robert a riguardo
ammette trent’anni più tardi: “Non ricordo la prima volta che le ho dato uno
schiaffo o l’ho colpita. Arrivati al 1981 la nostra vita era fatta per metà di litigi,
lotte, schiaffi, spintoni. E ha continuato a deteriorarsi, non è mai andata meglio.
Ha continuato a peggiorare”27. Nella stessa intervista, Robert dichiara che anche
domenica 31 gennaio, la sera della scomparsa di Kathleen, c’era stata una
discussione. Secondo la sua versione, prima che lui accompagnasse la moglie alla
stazione, i due avevano discusso perché lei voleva tornare a New York in
macchina, mentre lui non voleva perché la moglie aveva visibilmente bevuto.
Durst ammette che anche quella era stata una lite violenta, in cui i due si erano
spinti più volte. Ma sono le amiche della vittima a raccontare alla polizia i litigi e
la violenza crescente che ormai caratterizzavano quel rapporto. Ma soprattutto le
amiche di Kathleen riportano alla polizia quanto lei avesse paura di Robert
24 Jim McCormack, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 25 Zeman N., “The fugitive heir”, Vanity Fair, New York, 16 Marzo 2015. 26 Bill Mayer, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 27 Robert Durst, The Jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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nell’ultimo periodo. Una pagina del diario di Kathleen.
2.4 Le amiche di Kathleen
Geraldine McInerney è l’ultima persona ad aver visto e parlato con Kathleen a
New York. Il venerdì sera precedente la scomparsa dell’amica si trovava con lei
nel suo appartamento, in Riverside Drive, a Manhattan. Ricordando quella sera,
racconta che Kathleen, appena rientrata a casa, aveva telefonato immediatamente
a Robert per fargli sapere dove fosse, perché “lui voleva sempre sapere dov’era la
moglie”28. Geraldine ricorda che Kathleen era abbastanza infastidita quella sera, il
giorno dopo avrebbe dovuto svegliarsi presto perché Bob voleva che andassero
insieme nella loro casa di South Salem. L’amica ricorda di averle suggerito con
28 Geraldine McInerney, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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leggerezza di starsene a casa, ma ricorda bene anche la risposta di Kathie: “Stai
scherzando? Mi ucciderebbe!”29. Gilberte Najami, con cui Kathie aveva trascorso
il pomeriggio del 31 gennaio 1982, racconta la sua versione di quell’ultimo giorno
in cui ha visto l’amica: “Quel pomeriggio avevo in programma una festa con la
mia famiglia, non avevo invitato Kathie. Ma Kathie mi ha chiamato e mi ha detto
“Gilberte, devo andarmene da qui”. Non ho potuto dirle di no. Katie è venuta alla
festa, e mi ricordo che è stata una bella festa, tutti chiacchieravano, si divertivano.
Robert quella sera le ha telefonato molte volte, ripetendole di tornare a casa. Lei
era molto scossa da quelle telefonate. Alla fine è uscita, ha acceso la Mercedes, è
rientrata e ha detto “me ne vado”. Si è fermata sotto al portico e mi ha detto
“Gilberte, promettimi che se mi succede qualcosa te ne occuperai. Ho paura di
Bobby”. Io le ho risposto “Ma certo, puoi contare su di me!”. Non mi sono resa
conto che si stesse riferendo a qualcosa di terribile. Non ho capito”30. La
scomparsa di Kathleen e la sua richiesta di aiuto ingenuamente non colta
tormenteranno l’amica per anni31.
2.5 Le (non) indagini della polizia
Le amiche di Kathie sospettano fin da subito del coinvolgimento di Robert nella
scomparsa della moglie, e si recano diverse volte alla polizia per denunciare le
violenze che Kathie subiva dal marito, il difficile rapporto tra i due, e la paura che
Kathie nutriva nei confronti di Robert. Durst lascia che gli agenti perquisiscano
l’appartamento a Manhattan anche senza un mandato, ma per la polizia non c’è
niente che faccia pensare ad un delitto. Soprattutto non c’è un corpo e non c’è una
29 Geraldine McInerney The jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 30 Gilberte Najami, The jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 31 Per Gilberte la scomparsa di Kathleen divenne un’ossessione e non smise mai di “indagare”. Più tardi, affermò di essere convinta che le sue telefonate venissero ascoltate, e che tutti i suoi appunti, articoli, lettere, ed e-mail erano state aperte o rubati da casa sua. Anche Kathy Trayst-man, un’altra amica di Kathleen, dichiarò che il suo appartamento era stato saccheggiato di tutto ciò che riguardava il caso Durst. (Zeman N., “The fugitive heir”, Vanity Fair, New York, 16 Marzo 2015).
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scena del crimine. Dopo una settimana dalla scomparsa, la polizia inizia
seriamente a considerare l’ipotesi che Kathleen se ne sia andata di sua spontanea
volontà. Il detective Micheal Struck, il primo ad occuparsi del caso, afferma:
“Quando un uomo viene a dire che la moglie è scomparsa, all’inizio pensi che se
la stia spassando o sia stanca di suo marito, perché magari è un idiota e lei non
vuole più avere a che fare con lui, quindi se n’è andata. Succede spesso”32. La
polizia esclude che la ragazza sia stata uccisa o rapita e il caso di Kathleen Durst
viene catalogato come un caso di persona scomparsa. Le amiche però non si
arrendono: iniziano a cercare Kathleen negli ospedali e nei bacini idrici, salgono
sul treno delle 21:17 che va da Katonah a New York con la foto di Kathleen,
chiedendo a tutti i passeggeri se qualcuno avesse visto la ragazza la domenica sera
precedente, ma nessuno la riconosce. Il 7 marzo 1982 Ellen Strauss si incontra con
le altre amiche di Kathleen e partono insieme per South Salem. A mezzanotte e
mezza arrivano dietro la casa di villeggiatura dei Durst per rubare la spazzatura di
Robert, sperando in questo modo di trovare qualcosa di utile per ritrovare
Kathleen. Scoprono che Robert stava buttando tutte le cose della moglie, compresi
vestiti e libri dell’università. Ricordando quella sera Ellen afferma: “Ci siamo
guardate e abbiamo pensato: quest’uomo sa che lei non tornerà più”33. Nella
spazzatura di Robert trovano anche un biglietto scritto a mano, una sorta di elenco
di cose da fare, che riportava:
- discarica,
- ponte,
- scavare,
- barca,
- altro,
- pala, oppure?
- macchina/furgone affittare.
Le amiche di Kathleen si recano ovviamente dalla polizia del ventesimo distretto,
32 The jinx, “Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 33 Ellen Strauss, The jinx, “Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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raccontando ciò che avevano trovato e consegnando il biglietto. Nonostante tutto,
la casa di South Salem non viene perquisita, e il caso viene archiviato. La lista di “cose da fare” trovata nella spazzatura di Robert Durst dalle amiche di Kathleen.
2.6 Le indagini 18 anni dopo
Quasi vent’anni dopo, il caso di Kathleen Durst viene rispolverato. I nuovi indizi
vengono forniti da un imputato di un altro caso: Timothy Martin. Il detective Joe
Becerra ricorda: “Avevo arrestato un uomo di Nome Timothy Martin con l’accusa
di atti osceni in luogo pubblico. È stato incarcerato e poco prima della sentenza il
suo avvocato mi ha chiamato dicendomi che Timmy voleva parlarmi di alcune
informazioni che aveva su un omicidio avvenuto nella contea di Westchester.
Diceva di sapere che una donna di nome Kathie Durst era stata uccisa da suo
marito nel loro villino di South Salem”34. Becerra non conosceva il caso Durst, era
34 The jinx, “Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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al liceo nel 1982, ma recupera i fascicoli e si interessa al caso. I familiari e le
amiche di Kathleen vengono ricontattate. Jeanin Pirro, allora procuratore della
contea di Westchester, decide di riaprire il caso 18 anni dopo la scomparsa di
Kathleen, siamo nel 200035. A proposito della sua decisione ricorda: “Nessuno
aveva mai perquisito la casa, il lago o altri luoghi. C’era un’intera zona su cui
indagare. Questo caso non era stato trattato come avrebbe dovuto, nessuno lo
aveva considerato fin dal primo momento”36. Vengono risentite tutte le persone
ascoltate 18 anni prima, e Robert Durst viene immediatamente considerato come
la persona meglio informata sui fatti. Dalle nuove indagini emerge che Kathie
avesse provato ad ottenere il divorzio, che si fosse già rivolta ad un avvocato per
inviare a Robert la richiesta per un accordo che le permettesse di finire gli studi.
“Kathie mi aveva detto che voleva chiedere il divorzio a Bob”, ricorda l’amico Bill,
“lui le aveva offerto 100.000 dollari per rompere il matrimonio. Lei la considerava
una cifra inadatta e voleva da lui un’offerta da 200.000 dollari. Per me entrambe
le cifre erano irrisorie per uno nella sua posizione”37. Ma tre giorni prima della
scomparsa, giovedì 28 gennaio 1982, lo stesso avvocato aveva comunicato a
Kathie che Robert aveva rifiutato la sua richiesta. Gli investigatori iniziano a
considerare che al momento della sparizione della ragazza, mentre lei stava
cercando di ottenere il divorzio e bypassare l’accordo prematrimoniale, Kathie e
Robert si trovavano insieme nella loro casa di campagna, a 90 chilometri da New
York, e che non c’erano prove tangibili che Kathie avesse mai lasciato quella casa,
o che fosse mai salita su un treno. Per la prima volta, vent’anni dopo la scomparsa
di Kathie, la polizia si reca a South Salem, e la casa che una volta era appartenuta
ai coniugi Durst viene finalmente perquisita. Gabrielle Colquit, la nuova
proprietaria, racconta: “Hanno raggiunto un angolo della casa di cui non ero
neanche a conoscenza”38. Anche il lago su cui si affaccia la proprietà viene
35 Gli indizi forniti da Timothy Martin si rivelarono poi infondati, ma il caso venne comunque ria-perto. 36 Jeanin Pirro, The jinx, “Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 37 Bill Mayer, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 38 The Jinx, “Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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perlustrato per giorni dai sommozzatori, ma non viene trovato nulla che possa
essere usato come prova. La polizia parla anche col vicino di casa con cui Robert,
secondo la sua ricostruzione, aveva bevuto qualcosa dopo aver accompagnato
Kathie alla stazione. Ma Bill Mayer dichiara che Bob Durst non sia mai stato a
bere qualcosa con lui quella sera39. Mentre le indagini sembrano portare a Robert
Durst, le ricerche e le perlustrazioni del luogo non rivelano nulla. Ma i nuovi
colloqui con le amiche di Kathleen sembrano aprire una nuova pista verso una
terza persona: Susan Berman.
39 Lo stesso Durst dichiarerà in seguito di aver mentito a riguardo: “Mi sembrava una negozia-zione. Mi bastava dire qualcosa ed ero a posto. Non pensavo sarebbero tornati sulla cosa e avessero cercato un movente. Pensavo che così mi lasciassero stare e accettassero che una persona era scomparsa” (The Jinx, “Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015).
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3. Susan Berman
3.1 La figlia del gangster
Bob e Susan si conoscono alla UCLA, l’Università della California, la prima estate
di college. Bob racconta: “Siamo diventati subito grandi amici, io e Susan
passavamo molto tempo insieme, parlavamo, avevamo molto in comune: i suoi
genitori erano morti quando lei era piccola, e mia madre era morta quando io ero
bambino”40. Il padre di Susan infatti era morto che lei aveva solo 12 anni, mentre
la madre si pensa si sia suicidata per overdose solo un anno dopo. L’aver perso i
genitori molto presto non era l’unica cosa che li accomunava: come la famiglia di
Bob, anche la famiglia di Susan era molto facoltosa, ma il padre non era un
immobiliare, bensì un malavitoso di Las Vegas: Dave Berman. Susan era una
scrittrice, nei suoi libri aveva deciso di raccontare proprio della malavita
americana, del mondo di suo padre, del cui ruolo, però, affermava di essere stata
ignara fino ai 21 anni. In un’intervista aveva raccontato di aver scoperto chi fosse
veramente il padre proprio in un libro sulla criminalità, che parlava di lui come
“un ex detenuto di Sing Sing che sapeva uccidere un uomo con una mano dietro la
40 The Jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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schiena”41. I parenti e le amiche di Susan raccontano come lei e il padre si
adorassero, come lei venerasse il padre e ne fosse fiera, e come la notizia su chi
fosse veramente non l’avesse scossa più di tanto, “aveva perfino incorniciato la
sua foto segnaletica”42, racconta l’amica Kim Landford. Susan viene descritta da
tutti come una persona molto leale verso gli amici, qualcuno di cui ci si poteva
fidare, una caratteristica che probabilmente aveva ereditato dall’ambiente in cui
era cresciuta. “Susie era cresciuta in una famiglia malavitosa”, spiega Ned Zeman,
“sapeva cos’era l’omertà. Non si tradisce un amico”43. Anche Kathleen era molto
affascinata da Susan, nonostante probabilmente sentisse il peso dello stretto
legame che c’era tra Susan e Bobby. Secondo le amiche Susan aveva riconosciuto
in Bobby Durst un uomo
potente quanto il padre:
“Ha le conoscenze, ha i
soldi, e sa tirarsi fuori
da guai. E ha bisogno di
me”, questa è una frase
che Susan ripeteva
spesso su Bob - ricorda
l’amica di Susan, Lynda
Obst, - diceva spesso “la
nostra è un’amicizia
speciale”44.
3.2 Susan the spokesperson
“Le amiche di Kathleen in pratica mi hanno detto che se c’era qualcuno che
sapeva qualcosa della scomparsa di Kathie era di sicuro Susan Berman”45 (Joe
41 Susan Berman, The Jinx,“The gangster's daughter”, Jarecki,Smerling, 2015. 42 The Jinx,“The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015. 43 Vanity Fair Confidential, The fugitive heir, 2015. 44 The Jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015. 45 Joe Becerra, The jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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Becerra, detective di Westchester, New York). E infatti emerge che Susan avesse
ricoperto un ruolo molto importante per Bob durante la scomparsa della moglie.
Nel corso delle nuove indagini del 2000 emergono alcuni particolari su cui prima
la polizia non si era soffermata. Primo fra tutti, emerge che i fatti che avevano
riportato i giornali e i media sulla scomparsa di Kathleen e sugli eventi del 31
gennaio 1982, non erano informazioni fornite dalla polizia, che non avrebbe potuto
parlare delle indagini in corso, ma erano informazioni che erano state fornite e
diffuse direttamente dal portavoce della famiglia Durst, Susan Berman. Robert
Durst a riguardo racconta: “Quando Kathie è scomparsa, i media hanno iniziato a
chiamare, così ho detto a Susan: mi hanno chiamato questi giornalisti, puoi
richiamarli e gestire la cosa?”46. Susan era una scrittrice, era abituata ad avere a
che fare con la stampa, inoltre avrebbe fatto qualsiasi cosa per Robert, quindi aveva
accettato di buon grado di assumersi questo ruolo. Ma non solo: aveva fatto di tutto
per sviare le indagini da Bob, riuscendo a costruirgli agli occhi dell’opinione
pubblica un solido alibi, proprio sfruttando i media. Ed Murphy, investigatore capo
dell’ufficio del procuratore della contea di Westchester, che si è occupato della
riapertura del caso, racconta di aver scoperto che fosse stata proprio Susan Berman
a diffondere il particolare che il portiere aveva visto Kathleen arrivare viva a
Manhattan quella famosa domenica sera del 1982. Lo stesso Micheal Struck, che
si era occupato delle prime indagini sulla scomparsa di Kathleen, parlando oggi
del caso, ammette che probabilmente anche la telefonata di Kathie ricevuta il
lunedì mattina dal preside della facoltà di medicina fosse probabilmente falsa:
“Evidentemente qualcuno l’aveva chiamato per dare una mano al signor Durst.
[…] Pensandoci oggi punterei tutto su Susan Berman. E’ riuscita a convincerci
che Kathie fosse arrivata viva a Manhattan, con un po' di fortuna è riuscita a
46 Robert Durst, The jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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farcelo credere”47. Susan Berman con l’amico Robert Durst e la moglie di lui, Kathleen.
3.3 Ship Bottom, New Jersey
Nel corso delle nuove indagini vengono analizzati anche i tabulati telefonici della
Durst Organization risalenti al 1982. Da questi emerge che, nei giorni seguenti alla
scomparsa di Kathie, la società avesse ricevuto alcune telefonate a carico del
destinatario da una località nel New Jersey. Il luogo da cui sono partite le chiamate
viene identificato quasi subito: è un telefono a pagamento in una lavanderia di Ship
Bottom, una località costiera. I dipendenti della Durst Organization vengono
interrogati e secondo le loro dichiarazioni solo due persone facevano chiamate a
carico della Durst Organization: Seymour Durst e Robert Durst. Lo stesso Robert
ammette di aver effettuato spessissimo telefonate a carico dell’ufficio, ma nega di
essersi mai recato in quei giorni a Ship Bottom, e quindi di non poter essere stato
lui a effettuare quelle tre telefonate. Inoltre afferma che molti dipendenti con la
casa al mare avessero l’abitudine di telefonare a carico della società quando si
47 Michael Struk,The jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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trovavano in villeggiatura. Il corpo di Kathleen viene cercato anche in questa zona,
ma ancora una volta non si trova niente. Ship Bottom è famosa per le sue aree
boschive molto ampie e fitte, una zona in cui non è difficile far sparire un corpo,
non a caso uno dei luoghi maggiormente usati dai boss della malavita per scaricare
i cadaveri. Questo riporta gli investigatori ancora una volta a Susan Berman, che
continuava a mantenere molte conoscenze nell’ambito della malavita, non solo per
essere la figlia di un gangster, ma anche per le sue ricerche sulla criminalità
organizzata.
3.4 “Uccisa testimone che poteva risolvere un mistero del 1982”
La polizia decide di parlare quindi con Susan Berman, che dopo qualche anno dalla
scomparsa di Kathie si era trasferita in California. Le amiche raccontano che
quando Susan aveva letto della riapertura del caso non aveva voluto parlarne più
di tanto, si era subito infastidita perché secondo lei “volevano incastrare Bob”48.
Quando viene contattata dalla polizia Susan avverte subito l’amico Robert, che
ricorda così quella telefonata: “Susan mi chiamò e mi disse: Se la polizia vorrà
parlarmi io risponderò, va bene? E io le dissi: Fa’ come vuoi!”49. Ma Susan non
fa in tempo a parlare con la polizia: durante le feste di Natale del 2000, il 23
dicembre, Susan Berman viene uccisa nel suo appartamento di Los Angeles, in
California. I giornali riportano questi titoli: “La scrittrice uccisa doveva essere
interrogata sulla scomparsa di una donna”, “Uccisa testimone che poteva
risolvere un mistero del 1982”, “La polizia sperava di interrogare la scrittrice
uccisa”. La stessa Jeanin Pirro, il procuratore newyorchese che aveva riaperto le
indagini sulla scomparsa di Kathleen, in un’intervista rilasciata appena dopo la
morte della scrittrice, sottolinea quanto l’omicidio di Susan fosse avvenuto con
una tempistica davvero singolare.
48 Kim Lankford, The jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015. 49 Robert Durst, The jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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3.5 1527 Benedict Canyon. Cadaver
Il 24 dicembre del 2000 gli agenti di pattuglia del dipartimento di Los Angeles
West rispondono ad una chiamata per una porta aperta al 1527 di Benedict Canyon
Drive. I due cani di Susan abbaiano e corrono fuori da casa, ed è molto strano
perché nessuno li aveva mai visti andare in giro da soli. Gli agenti giunti sulla
scena trovano la porta sul retro dell’appartamento spalancata, e il corpo della
vittima supino sul pavimento della camera da letto, sul lato sud-ovest della casa.
La vittima presenta una ferita d’arma da fuoco alla testa, sulla nuca, proveniente
da una 9 millimetri, i paramedici fissano l’ora della morte intorno alle 14 del giorno
prima. Il detective Paul Coulter descrive così il ritrovamento: “La prima cosa che
ricordo sono le condizioni della casa. Era piuttosto spoglia, penso che i mobili
fossero per lo più oggetti che le erano stati prestati. Non c’era moquette sul
pavimento di cemento, non c’era il riscaldamento. Non c’erano cassetti ribaltati
o oggetti in disordine. Era tutto a posto, il computer era lì, la porta principale era
chiusa con serrature di sicurezza. Non c’erano segni di effrazione, e questo mi
faceva pensare che fosse stata Susan Berman ad aprire la porta al suo
assassino”50. La polizia di Los Angeles sospetta che la morte della donna sia opera
della malavita, in quanto Susan stava lavorando ad alcuni progetti televisivi sulla
mafia, e aveva informato gli amici di un servizio giornalistico di cui non poteva
parlare, qualcosa di grosso. Inoltre un colpo di pistola alla testa era tipico delle
esecuzioni malavitose. Qualche giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Susan,
la polizia di Beverly Hills riceve una lettera sulla cui busta viene riportato
semplicemente Beverley Hills Police, con un evidente errore di ortografia nella
parola Beverly. Il biglietto all’interno riportava: “1527 Benedict Canyon.
Cadaver”51. Il timbro sulla busta risale al giorno prima della scoperta del cadavere,
cioè al 23 dicembre 2000. Secondo gli agenti l’assassino aveva voluto assicurarsi
che il cadavere venisse ritrovato da qualcuno e che non rimanesse lì a decomporsi,
assumendosi in questo modo un grosso rischio. La polizia giudica questo gesto
50 Paul Colter, The jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015. 51 The Jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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come una prova del fatto che l’assassino fosse non soltanto qualcuno che la vittima
conosceva, come si era ipotizzato dalla mancanza di segni di effrazione, ma anche
qualcuno che teneva a Susan, qualcuno con cui la donna aveva qualche tipo di
legame. “Non mi era mai capitato in altri casi che qualcuno mandasse una lettera
del genere, dicendo che c’era un cadavere in un determinato posto. […] Chi
manda una lettera del genere si sta praticamente costituendo. È molto strano” (Ed
Murphy, investigatore capo, ufficio del procuratore, contea di Westchester)52.
Questo porta i detective ad escludere definitivamente i membri della criminalità
organizzata dall’elenco dei possibili sospettati.
Foto dell’interno della casa di Susan Berman.
52 Ed Murphy The Jinx, “The second Interview”, Jarecki, Smerling, 2015.
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Foto dell’interno della casa di Susan Berman. Lettera e biglietto inviati dall’assassino di Susan alla polizia di Beverly Hills.
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3.6 Bobby - 50,000
Uno degli oggetti confiscati dalla casa di Susan è l’hard drive del computer.
All’interno viene ritrovata una lista di nomi affiancati da un numero: un elenco di
persone che le avevano prestato dei soldi. Emerge che Susan aveva problemi
finanziari e non pagava l’affitto da mesi, aveva chiesto soldi ad ex-soci in affari,
amici, e non solo. Nonostante ai figli e ai parenti raccontasse che aveva stretto
diversi accordi per Hollywood, in realtà nessuno aveva comprato le sue
sceneggiature. “Essere una donna matura in quel mercato giovane- ricorda il
figlio- stava diventando sempre più complicato” (Sareb Kaufman, figliastro di
Susan)53. Il libro sulle sue memorie scritto anni prima, “Easy Street”, non era stato
un best-seller e il progetto cinematografico relativo era decaduto. Aveva perso la
grande casa che aveva comprato ad Hollywood e nel 1990 aveva affittato un
piccolo appartamento in Benedict Canyon, a nord del Beverly Hills Hotel. Sulla
lista di persone che le avevano prestato dei soldi compare anche il nome “Bobby-
50.000”. Emerge che Robert Durst aveva inviato all’amica Susan Berman un
primo assegno da 25.000 dollari, a cui ne era seguito un altro, della stessa cifra, lo
stesso mese in cui era stato riaperto il caso di Kathleen. Le amiche raccontano che
Susan normalmente avrebbe fatto qualsiasi cosa per gli amici, ma quello era un
periodo particolare, in quelle circostanze disperate era cambiata, non si sapeva
cosa aspettarsi da lei. Inoltre Susan era sempre stata brava a manipolare le persone
per ottenere ciò che voleva. Robert non partecipa al funerale di Susan, ma contatta
le amiche. “Mi è sembrato molto strano”, commenta una delle amiche di Susan,
“non gli era mai importato niente di sapere come stavo”54. Probabilmente a Bob
interessava anche sapere come stavano procedendo le indagini. L’uomo contatta
anche il figliastro di Susan, Sareb Kaufman, a cui la donna era molto legata. Sareb
conosceva il rapporto di stretta amicizia tra Robert e Susan e inizialmente è
convinto che Robert non c’entri nulla con la morte della madre. Robert si offre di
53 The Jinx, “The gangster’s daughter”, Jarecki, Smerling, 2015. 54 Kim Lankford, The jinx, “The gangster's daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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pagare gli studi a Sareb, offrendogli 25.000 dollari all’anno per 4 anni. Subito dopo
la morte di Susan i due si frequentano regolarmente per circa un anno, poi una sera
Robert non si presenta ad un appuntamento per cenare con Sareb. Il ragazzo viene
poi a sapere che in quel periodo Robert è latitante, ricercato per l’omicidio e lo
smembramento del cadavere di Morris Black.
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4. Il processo contro Robert Durst
4.1 La latitanza
Nel settembre del 2001 Robert Durst, uscito di prigione su cauzione, è atteso in
tribunale nello stato del Texas per rispondere dell’omicidio di Morris Black. Anche
Jeanin Pirro è presente in aula. Infatti, oltre ad essere accusato di omicidio in Texas,
Robert Durst è sospettato anche per la morte di Susan Berman in California e per
la scomparsa della moglie avvenuta a New York nel 1982, ma per ora il Texas
sembra essere l’unico stato ad avere prove tangibili della sua colpevolezza. Paul
Coulter, il detective che si occupava del caso di Susan Berman, ricorda: “Avevo
un’ipotesi, ma non potevo dimostrarla, a New York avevano un’ipotesi, ma
mancava il corpo. Secondo noi erano quelli di Galveston ad averlo in pugno”55.
Ma Durst non si presenta in aula. L’avvocato di famiglia fa un appello nazionale
in cui lo prega di arrendersi, mentre il fratello Douglas assume una guardia del
corpo per proteggersi da Robert, contro il quale in seguito otterrà anche
un’ordinanza restrittiva56. Vengono allertare le forze di polizia locali, nazionali e
internazionali, ma Durst non si trova. Intanto le indagini sul caso Morris Black
continuano, ed emerge che Dorothy Ciner, della quale aveva assunto l’identità, era
stata una compagna di scuola di Robert. Non si trattava di un caso isolato: dalle
indagini seguenti emerge che tra il settembre e l’ottobre del 2001, durante la sua
55 The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”. Jarecki, Smerling, 2015. 56 A causa del cattivo rapporto tra i due Douglas Durst aveva dichiarato più volte di sentirsi mi-nacciato dal fratello e di voler proteggere la sua famiglia.
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latitanza, Durst avesse
aperto un conto a nome di
Emilio Vignoni, avesse
noleggiato un auto in
Alabama a nome di Morris
Black e avesse assunto
diverse identità per pagare
le varie camere d’albergo in
cui alloggiava, tra queste
l’identità di Jim Turss,
Mury Bloch e Diane Winn.
In questo periodo, uno dei suoi ex vicini di casa di South Salem afferma di averlo
visto sulla sponda del lago, dietro il cottage di pietra appartenuto a lui e alla moglie,
e di averlo visto allontanarsi mentre si avvicinava la nuova proprietaria della casa.
4.2 Il secondo arresto
Robert Durst viene fermato nell’ottobre
del 2001 dalle guardie di un negozio di
alimentari a Bethlehem, in Pennsylvania,
mentre tentava di rubare un panino farcito
da 6 dollari. Ricordando quel giorno
Robert racconta: “Ero andato a fare la
spesa e a prendere il giornale. Non so
come mi sia venuto l’idea di rubare, per
vedere se me la sarei cavata forse. Ho
deciso che avrei preso quello che volevo
senza pagare. Me ne stavo andando e i due addetti alla sicurezza all’ingresso mi
hanno detto: ci scusi, deve venire con noi. Come un idiota li ho seguiti e sono stato
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arrestato”57 (cit. video 3). La polizia perquisisce la sua auto a noleggio e trova due
fucili carichi, marijuana, 38.000 dollari in contanti e la carta di identità di Morris
Black. Nel portafoglio l’uomo aveva anche 520 dollari in contanti. Al momento
dell’arresto Robert Durst ha 58 anni, si è rasato capelli e sopracciglia per non farsi
riconoscere. Rimane in prigione in Pennsylvania 2 mesi, durante i quali stringe
amicizia con diversi detenuti. Il Texas chiede immediatamente l’estradizione e
l’uomo rinuncia al suo diritto di opporsi al trasferimento. L’avvocato della
famiglia Durst, Micheal Kennedy, dichiara alla stampa di avere delle
argomentazioni valide in difesa di Robert che verranno illustrate durante il
processo. La moglie di Robert però, Debra, minaccia di chiedere il divorzio se
Robert non avesse cambiato avvocato. A causa degli aspri rapporti col fratello
Douglas, anche lo stesso Robert dichiarerà in seguito di non fidarsi dell’avvocato
scelto per lui dalla famiglia58. Durst assume quindi due nuovi avvocati molto noti
in Texas: Dick DeGuerin, scelto da lui, e Micheal Ramsey, fortemente voluto dalla
moglie. In una telefonata dalla prigione tra lui e la moglie, Robert dichiara a
proposito: “Sono 600.000 dollari a ciascuno subito, poi altri 300,000. In tutto un
milione e ottocentomila dollari di avvocati. Speriamo di essere assolto”59.
4.3 Un esito troppo scontato
Nel 2003, dopo due anni dal suo arresto, inizia il processo contro Robert Durst.
L’uomo ha 60 anni e in Texas deve rispondere dell’omicidio di Morris Black. In
aula sono presenti anche le amiche di Kathleen. Il processo ha una risonanza
mediatica enorme: l’ereditiere di una delle famiglie più facoltose di New York, già
implicato in altri due casi di omicidio, finalmente compare in giudizio con ottime
probabilità di essere condannato. Le prove a suo carico stavolta non mancano, i
procuratori di Los Angeles e di New York sono tranquilli, prevedono un facile
57 The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 58 La moglie in particolare temeva che l’avvocato di famiglia puntasse sull’infermità mentale, e se Robert fosse stato dichiarato incapace di intendere e di volere, sarebbe stato escluso dal patri-monio familiare e sarebbe stato messo in discussione il loro stesso matrimonio. 59 The Jinx, “A body in the bay”, Jarecki, Smerling, 2015.
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epilogo e un verdetto di colpevolezza. “Durst ha fatto a pezzi il corpo, l’ha messo
in sacchi neri e l’ha gettato nel fiume. Insomma, era indifendibile, per l’accusa
sarebbe stato facile”, ricorda Jeanin Pirro60. Con Robert Durst finalmente in
prigione sarebbe stato più facile anche indagare e fare luce sul caso di Kathleen
Durst e Susan Berman. Anche per l’accusa, formata da Kurt Sistrunk, procuratore
della contea di Galveston, e Joel Bennett, allora assistente del procuratore, è un
caso sostanzialmente semplice: “Durst ha sparato uccidendo Morris Black e se
n’è sbarazzato, questa era la nostra linea”, dichiara Joel Bennett. In altre parole,
la strategia dell’accusa consisteva semplicemente nel riportare i fatti, a quanto pare
ritenuti da tutti più che convincenti per ottenere una condanna. Nonostante tutto
Robert Durst si dichiara non colpevole. Alla giuria vengono mostrate le foto dei
resti di Morris Black: “Ecco cos’ha fatto il signor Durst a Morris Black: ha
tagliato la pelle fino all’osso, ha strappato tessuti e muscoli per arrivare all’osso
e segarlo”61. Alla giuria vengono anche spiegate nel dettaglio le manovre
compiute da Durst per fare a pezzi il suo vicino di casa. Vengono infine chiamati
a testimoniare due poliziotti, tra cui uno dei sommozzatori che aveva collaborato
al ritrovamento dei resti.
4.4 Un’ottima difesa
L’impianto di difesa intelligentemente eretto da DeGuerin e Ramsey si basava su
diversi punti. “Quando ho conosciuto Bob non ho visto un uomo particolarmente
eccentrico”, ricorda Ramsay, “piuttosto un uomo intelligente, dotato di un certo
acume. […] Dovevo valutare il pezzo di argilla che avrei dovuto modellare. Si
sarebbe lasciato modellare in tempo per il processo? Ho pensato che sarebbe
diventato un ottimo imputato”62.
60 The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 61 Joel Bennett, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 62 Micheal Ramsey, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015.
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4.4.1 Il lato umano di Bob
Gli avvocati insistono molto sul lato umano di Robert Durst: prima di arrivare al
fatto che avesse effettivamente fatto a pezzi il suo vicino di casa, vogliono mettere
in risalto agli occhi della giuria che Bob non era uno spietato calcolatore, ma era
un uomo con dei sentimenti. DeGuerin mostra le foto che Durst aveva con sé al
momento dell’arresto: una foto di lui e Kathie da giovani, una foto del loro
matrimonio, una sua foto di quando era bambino. Quando a Robert Durst viene
chiesto di raccontare come mai avesse deciso di vestirsi proprio da donna, lui
risponde raccontando del giorno in cui era andato al supermercato in cerca di una
borsetta, di una camicetta e di una parrucca. “Ricordo di aver sentito ridere la
giuria”, commenta l’ex procuratore di Galveston, “per me è stato un momento
decisivo, ho cominciato a preoccuparmi. Se la difesa intendeva umanizzarlo dopo
che aveva ucciso Morris Black, l’aveva fatto a pezzi, era scappato coi suoi
documenti e tutto il resto…bè ci stava riuscendo”63 (cit. Sistrunk, video 4).
4.4.2 Il mostro mitologico di Jeanin Pirro
Robert viene chiamato dalla difesa come primo
testimone. Ancora prima di spiegare l’omicidio di
Morris Black, la difesa doveva spiegare come mai
Robert Durst si trovasse a Galveston vestito da donna.
Da cosa stava scappando? “Ho saputo che i tabloid di
New York avrebbero scritto un’altra storia sulla
scomparsa di Kathie Durst”, afferma Bob al processo,
“mi sembrava che il problema fosse Robert Durst, non
volevo più essere quella persona. Volevo andare a
Galveston, trasferirmi e non usare mai più il nome Robert Durst […] Jeanin Pirro
voleva sfruttare una nuova storia su Robert Durst per promuovere la sua
carriera”64. Ecco il secondo punto fondamentale della difesa di Robert Durst:
63 Kirk Sistrunk, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 64 Robert Durst, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015.
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spiegare alla giuria che l’imputato era stato costretto a fuggire da New York perché
era nuovamente perseguitato per la vecchia storia della scomparsa della prima
moglie, ed era perseguitato da una persona ben precisa: Jeanin Pirro, il procuratore
di New York. “Finché non vedi la tua faccia sulla copertina di un giornale che ti
accusa della scomparsa di un tuo caro, non sai cosa si prova”, sostiene al processo
l’avvocato di Durst, “se la signora Pirro non avesse parlato non sarebbe successo
nulla”65. In sostanza, gli avvocati di Robert Durst accusano implicitamente il
procuratore di New York della morte di Morris Black, spostando l’attenzione della
giuria su Jeanin Pirro66. Chip Lewis, uno degli avvocati difensori di Durst,
commenta così questo punto: “È stato facile per noi farla passare per il nemico,
abbiamo creato il personaggio quasi mitologico di Jeanin Pirro e abbiamo
ricamato su quanto fosse implicitamente implicata nella persecuzione di Bob. E
quel messaggio è passato, la giuria ci ha creduto”67. Ed effettivamente la giuria
inizia a comprendere la sua versione dei fatti: “Cominciava ad avere un senso il
fatto che fosse fuggito da New York perché Jeanin Pirro lo braccava”, commenta
una dei giurati, “penso che essendo sotto pressione voleva scappare, e io non
potevo certo biasimarlo per questo” 68.
4.4.3 L’amicizia tra l’affabile Bobby e il burbero signor Black
Morris Black era un tipo solitario, conosciuto nel posto per essere burbero e
irascibile, ma secondo il racconto di Robert, lui e Morris diventano amici. Passano
insieme le giornate, guardano la televisione ed escono spesso a prendere un caffè
insieme. Inoltre condividono la passione per le pistole, entrambe ne possiedono
diverse. Robert da un certo punto in poi non si veste neanche più da donna, perché
si è confidato con Morris, gli ha detto sia il suo vero nome sia che è lì per
nascondersi, cosa per cui, secondo Robert, Morris provava una certa
65 Michael Ramsay, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 66 Alla riapertura delle indagini Jeanin Pirro non ha mai trattato Durst come un sospettato, sapeva che sarebbe stato molto rischioso farlo, per questo lo ha sempre trattato formalmente come per-sona informata sui fatti. 67 Chip Lewis, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 68 Joanne Gongora, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015.
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comprensione. Ma lunedì 17 settembre del 2001 succede qualcosa di inquietante:
Robert racconta che Morris era particolarmente alterato perché aveva ricevuto un
avviso di sfratto. Robert va in bagno, lo lascia solo, e sente un colpo di pistola.
Quando esce per chiedergli spiegazioni, Morris risponde di aver sparato all’avviso
di sfratto. Secondo il racconto di Robert, lui lo manda fuori da casa sua e gli dice
che non è più il benvenuto. La difesa sfrutta la già famosa irascibilità di Morris
Black, descrivendolo come un uomo imprevedibile, dagli improvvisi attacchi d’ira
e dai comportamenti bizzarri. “La difesa si basava in parte sul fatto che il signor
Black se la fosse cercata e che fosse un poco di buono”, commenta Ramsey, “era
pazzo, uno svitato, e potevamo dimostrarlo”.
4.4.4 Il giorno dell’incidente
Il 28 settembre, il giorno della morte di Morris Black, Durst racconta di essere
rientrato a casa sua ed aver trovato la televisione accesa. Secondo la testimonianza
di Durst, Morris Black si trovava lì, seduto al tavolo, ed era visibilmente
arrabbiato. Durst dichiara di avergli chiesto ripetutamente dove fossa la pistola,
prima che lui si girasse e gliela puntasse contro. L’avvocato di Durst a questo
punto, si volta e chiede alla giura: “Se al vostro arrivo a casa, nel vostro
appartamento, aveste trovato Morris Black, entrato senza il vostro permesso,
sapendo ciò che ora sappiamo di lui? E se lui avesse in mano una pistola? Non
sarebbe lecito avere paura? Non sarebbe lecito tentare di difendersi?”69. La difesa
di Durst sostiene che Robert avesse paura di Morris Black, e che in quel momento
stesse lottando per la sua vita. Lo stesso Cody Cazalas, detective che si è occupato
del caso di Morris Black, quando viene chiamato a testimoniare, ammette suo
malgrado di non aver trovato nulla che potesse confutare la legittima difesa. “Se
in una stanza ci sono solo due persone”, commenta Cazalas, “come dimostri che
non è stata legittima difesa?”70. Robert racconta di aver lottato con Morris Black
per togliergli la pistola prima che lui potesse sparargli, e che durante la
69 Dick De Guerin, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 70 Cody Cazalas, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015.
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colluttazione i due fossero caduti a terra. Robert dice di aver sbattuto il gomito
nella caduta e racconta come in quel momento fosse partito un colpo dalla pistola.
Il colpo avrebbe centrato Morris Black in piena faccia, uccidendolo sul colpo. Lo
stesso Durst ha poi in seguito ammesso: “Nello stato del Texas se trovi qualcuno
in casa tua che non dovrebbe esserci, non c’è molto che non puoi fargli, puoi
gestirla più o meno come ritieni giusto. Certo, non dovresti uccidere nessuno”71.
Perché il racconto fosse ancor più convincente, in aula viene anche riprodotta da
Durst e dai suoi avvocati la colluttazione tra i due, così come era avvenuta secondo
la testimonianza di Durst.
Robert Durst e i suoi avvocati mentre inscenano la legittima difesa di Robert.
4.4.5 Lo smembramento
Il team di difesa di Robert Durst, in un’intervista del 2015, racconta quanto prima
del processo fosse preoccupato del modo in cui Durst riportava i fatti relativi allo
smembramento: “Eravamo preoccupati a un certo punto per il modo in cui
raccontava i fatti, in modo molto molto distaccato. Sentirlo spiegare come aveva
71 Robert Durst, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015.
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sezionato il corpo faceva pensare che fosse uno spietato assassino”72. Gli avvocati
lo preparano a lungo alle domande che avrebbe potuto fargli il procuratore a
riguardo, e si raccomandano che la sua memoria, davanti alla giuria, risultasse
come annebbiata, come si erano rassicurati i molti psicologi che l’avevano visitato:
“per un evento così è molto comune non ricordare i dettagli”, spiega Ramsay,
quindi sarebbe strano il contrario. Alle domande del procuratore Robert Durst, da
bravo imputato, risponde in maniera molto confusa, “non so, non ricordo bene cosa
è successo, ho tutto annebbiato”. In un’intervista rilasciata nel 2012, quasi 10 anni
dopo il processo, la stessa persona racconta quella serata in maniera molto lucida:
“Ho pensato di tagliarlo a metà. Morris aveva degli attrezzi, tranne una sega ad
arco, che sono andato a comprare insieme a dei sacchi della spazzatura. Poi sono
andato a casa, ho fumato, mi sono ubriacato, e ho fatto a pezzi il corpo, prima con
l’ascia di Morris, poi col seghetto ad arco e un’altra sega di Morris. Poi ho messo
le parti del corpo nei sacchi neri, li ho caricati in auto, e li ho portati in Channel
View Drive, e buttati tutti nello stesso punto nella baia. Anche la valigia che
conteneva il busto”73. Quando viene chiesto a Robert Durst come mai, visto che
era stato stato un incidente, non avesse chiamato la polizia, lui risponde: “Pensavo
alla scena: Morris aveva ricevuto uno sparo in faccia in casa mia, la polizia
avrebbe subito visto che ero Robert Durst e che avevo affittato l’appartamento
vestito da donna. Non pensavo di essere credibile, non mi avrebbero creduto”.
Durst dichiara anche di essere tornato sul posto il giorno dopo all’alba, e aver visto
i sacchi galleggiare, quindi di essersi allontanato da Galveston nel panico, temendo
che la polizia avrebbe trovato tutto.
4.4.6 Oltre ogni ragionevole dubbio?
La difesa, infine, insiste con successo sul dividere agli occhi della giuria come sia
morto Morris Black da ciò che è successo dopo: siccome l’accusa aveva insistito
72 Micheal Ramsay, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 73 In quest’intervista Durst ha dichiarato di aver usato anche una valigia per il busto di Black, ma in realtà sono stati trovati solo sacchi neri (The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Ja-recki, Smerling, 2015).
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molto sullo smembramento, sul perché e su come fosse avvenuto, per la difesa era
importante sottolineare che la giuria non era chiamata a giudicare lo
smembramento, ma solo la morte di Morris Black. “Robert Durst non è accusato
di smembramento di cadavere, né di aver distrutto delle prove, nulla di ciò che
l’accusa continua a ribadirvi. Ve lo doveva ribadire perché, qualunque sia il
motivo della morte di Morris Black, legittima difesa o incidente, non sono riusciti
a dimostrarlo”74. Secondo la difesa, il compito dell’accusa durante questo
processo era dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che il dito di Robert Durst
si trovasse sul grilletto quando è partito il colpo a Morris Black, e di fatto non ci
erano riusciti.
4.5 Le incongruenze
Nonostante la difesa sia stata molto convincente, il racconto di Robert Durst
presenta molte incongruenze con le evidenze emerse durante le indagini, che in
parte mettono in dubbio la strategia basata sulla legittima difesa. Nonostante Durst
abbia raccontato che lui e Morris Black fossero grandi amici, definendolo
addirittura il “suo migliore amico” durante il processo, la polizia non trova una
sola persona a Galveston che li abbia visti andare in giro insieme, come Durst
aveva sostenuto. Il tronco di Morris Black presentava diversi lividi e contusioni
che si sovrapponevano sulle spalle, segni di molti colpi ricevuti in questa zona,
oltre che diversi lividi sulla schiena. Durst sostiene di non sapere come Black se li
fosse procurati, l’unica spiegazione che riesce a dare è la colluttazione avvenuta
per la pistola, e la caduta che ne era conseguita. Ma quelli presenti sul tronco di
Black non erano lividi compatibili con una singola caduta, e soprattutto non erano
coerenti con la legittima difesa. Il vicino di casa dichiara inoltre di aver sentito due
spari, ma Robert Durst dice di non conoscerne il motivo, perché dalla pistola
secondo lui era partito un solo colpo. A conferma della testimonianza del vicino di
casa però, nell’appartamento viene trovato un proiettile piantato nel muro dal
74 Chip Lewis, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015.
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soggiorno verso la cucina. La tesi dell’accusa è che Durst abbia sparato una prima
volta, mancando Morris Black e colpendo il muro, e abbia quindi sparato un
secondo colpo per ucciderlo, confutando nuovamente la legittima difesa. Durst
aveva anche raccontato che Morris Black avesse sparato all’avviso di sfratto, ma
sull’avviso di sfratto
ritrovato nella spazzatura
non vi è alcun segno di
proiettile: la notifica
compare perfettamente
integra. Infine, Durst
dichiara di essersi recato
nuovamente sul posto
dove aveva gettato i resti
di Morris Black e,
vedendoli riemergere, di
essere andato nel panico e di essere scappato. Sul luogo del ritrovamento vengono
rinvenuti un sacco con la gamba destra, uno con la sinistra, un braccio in un sacco,
uno in un altro e il busto. Ma viene trovato anche un sacco vuoto che era stato
tagliato di netto da qualcosa di affilato. L’unica parte del corpo che mancava era
la testa di Morris Black, che nonostante le ricerche continuate per giorni, non è
mai stata ritrovata. “Fu subito chiaro che quando Durst si era accorto che
galleggiava tutto, aveva tagliato il sacco e si era portato via la testa”, commenta
il procuratore di Galveston, “sapeva che la testa era la parte più importante di
tutta la vicenda”75. Secondo la polizia infatti, non vi era stata alcuna colluttazione
per la pistola, ma si trattava di un’esecuzione in piena regola: uno sparo dietro la
testa, come era avvenuto per Susan Berman. Ma senza testa questo non si poteva
dimostrare.
75 Kirk Sistrunk, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015.
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4.6 Il movente secondo l’accusa
La difesa di Robert Durst si rivelò ancor più geniale in quanto non necessitava di
alcun movente: la morte di Morris Black era avvenuta per un tragico incidente. I
due uomini erano amici, Robert gli aveva rivelato la sua identità e Morris aveva
scoperto che l’amico era molto ricco. Ma a causa del carattere ingestibile di Morris
i due avevano litigato, c’era stata una colluttazione, ed era partito un colpo di
pistola. Secondo l’accusa però Morris Black aveva scoperto molto di più: l’uomo
si recava ogni giorno in biblioteca, dove aveva gratuitamente accesso ad internet.
Qui, secondo il procuratore, Morris Black avrebbe scoperto non solo il patrimonio
dei Durst, ma anche la condizione familiare di Robert, la sparizione della prima
moglie, e sopratutto che a New York avevano da poco riaperto il caso. Secondo la
polizia Morris Black avrebbe ricattato Robert, minacciando di rivelare la sua
identità e il luogo dove si nascondeva se lui non lo avesse aiutato economicamente.
Quale migliore movente per una persona in fuga? L’accusa sostenne l’idea che
Durst avesse provato a sparare a Morris Black una prima volta, mancando il
bersaglio, e il proiettile si fosse conficcato nel muro. Quindi ci si sarebbe avventato
contro, picchiandolo selvaggiamente, come dimostravano i lividi sul tronco della
vittima, e infine lo avrebbe giustiziato con un colpo dietro la testa. Avrebbe poi
deciso in maniera molto fredda e calcolata qual era il modo migliore di far sparire
il corpo, che essendo troppo pesante per una persona sola, e anche troppo vistoso,
venne fatto a pezzi, e gettato nella baia. Ma Durst non avrebbe considerato il
galleggiamento. Così, tornato sul luogo il giorno seguente per assicurarsi che i resti
fossero spariti, trovandoli galleggianti, avrebbe preso da uno dei sacchi solo la
parte incriminante, la testa, e l’avrebbe fatta sparire.
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5. Fine del processo, ma non delle indagini
5.1 Epilogo del processo
Il processo per omicidio contro Robert Durst dura nove settimane, ma la giuria
giunge ad un verdetto in soli cinque giorni. Nonostante tutte le prove presentate a
suo carico, e la sua stessa ammissione di aver fatto a pezzi un uomo, Robert Durst
viene dichiarato non colpevole. “Omicidio di primo grado, doveva essere una
passeggiata, “sarà una passeggiata Jim”, così mi aveva detto la polizia di
Galveston”76. La giuria viene messa sotto accusa dall’opinione pubblica e i media
nazionali riportano l’indignazione per l’assoluzione di Durst. Uno dei giurati,
Chris Lowell, ammette che l’imputato non ha mai ricevuto più di tre voti di
colpevolezza durante i cinque giorni di discussione, e che l’ultima donna della
giuria a convincersi per il verdetto di non colpevolezza aveva avuto molte riserve
perché Durst aveva fatto a pezzi il corpo. Ma lo stesso giurato dichiara con orgoglio
che alla fine erano riusciti a convincerla che non era loro compito giudicare le
azioni di Durst dopo la morte di Black, loro dovevano solo stabilire se Durst avesse
ucciso intenzionalmente o meno quell’uomo. Come se non fosse l’uno la prova
dell’altro. La difesa era riuscita a convincere la giuria che l’omicidio di Morris
Black e lo smembramento del suo corpo fossero due eventi separati, che lo
smembramento fosse stato solo un goffo disperato tentativo di non ricadere
nuovamente tra le fauci dei media, e che forse chiunque di loro avrebbe potuto
agire così al suo posto, attribuendogli anche una certa umanità. “C’è gente che
nonostante abbia speso uno sproposito viene dichiarata colpevole anche se non lo
è, e c’è gente che sfugge alla giustizia per aver imbastito una difesa efficace. Se
penso che sia giusto? Certo che no, ma viviamo in una società capitalistica, in cui
chi ha i soldi guida una Cadillac, e chi non li ha guida un’auto usata” 77 (Dick
76 Jim McCormack, The Jinx, “Family Values”, Jarecki, Smerling 2015. 77 Dick DeGuerin, The Jinx, “Family Values”, Jarecki, Smerling 2015.
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DeGuerin, avvocato di Robert Durst). Questa sentenza dimostra come nel sistema
di giustizia americano non basti essere colpevole per essere condannato, occorre
anche avere una difesa piuttosto scarsa, che non sappia far breccia nel cuore dei
giurati. In caso contrario il risultato è tutt’altro che scontato. Robert Durst con il suo avvocato, Dick DeGuerin, al momento del verdetto in Texas.
5.2 Il patteggiamento violato
Nel 2004 Durst patteggiò per la tentata fuga del 2001 e per l’occultamento di prove
legato al tentativo di far sparire il corpo di Morris Black. Si dichiarò colpevole dei
due capi d'imputazione rivolti contro di lui, lo scavalco della cauzione e la
manomissione delle prove. Come parte del patteggiamento ricevette una sentenza
a cinque anni di detenzione, dei quali tre obbligatori, come minimo richiesto dal
sistema texano. Durst uscì sulla parola nel 2005, a condizione che non si
allontanasse dalla propria abitazione salvo richiederne il permesso per viaggi o
spostamenti. Ma nel dicembre del 2005, cioè dopo neanche un anno dalla sentenza,
Durst violò la regolamentazione della libertà sulla parola, recandosi nella casa di
Galveston, dove aveva ucciso Black, e in un piccolo centro commerciale nelle
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vicinanze. All'interno del centro si trovava, casualmente anche il giudice che aveva
presenziato al processo per omicidio, Susan Criss. A causa dell'incidente, la
Commissione del Texas per il Perdono e la Parola determinò la violazione dei
termini della parola di Durst, traducendolo nuovamente in carcere, da cui uscì nel
2006.
5.3 Galveston: una scelta casuale?
Perché Robert Durst aveva scelto un minuscolo appartamento proprio di fronte a
Morris Black? C’è un filone di indagini secondo cui è difficile credere che quella
di Durst sia stata una scelta casuale. “Durante il processo non era stato chiesto se
Robert Durst e Morris Black si fossero conosciuti prima che entrambe arrivassero
a Galveston”, fa notare Susan Criss, il giudice che ha presieduto al processo in
Texas contro Robert Durst, “penso fosse una domanda fondamentale”78. Il Daily
News di Galveston assume un’investigatrice privata, Bobbi Bacha, per cercare di
approfondire il movente, che non era emerso con chiarezza durante il processo, e
fare luce su un possibile rapporto precedente tra i due uomini. Bobbi Bacha
rintraccia la famiglia di Morris, e scopre che Morris aveva un fratello, Harry Black.
Harry è deceduto nel 2003, ma Bobbi riesce a parlare con la moglie. “La moglie
mi disse che quando Harry aveva saputo di Morris”, racconta Bacha, “aveva
temuto di fare la stessa fine. Le aveva confessato di essere a conoscenza di segreti
oscuri. Secondo la moglie Morris e Harry sapevano qualcosa della scomparsa di
Kathie Durst”79. Secondo le dichiarazioni dei famigliari, anni prima Morris e
Harry erano soci in affari, lavoravano insieme in un’impresa edile fuori New York,
un’impresa fondata da Robert Durst. Inoltre i due avevano lasciato lo stato di New
York poco dopo la scomparsa di Kathleen “pieni di soldi”80, secondo
l’investigatrice Bacha. Indagando le finanze di Morris, Bobbi Bacha scopre infatti
che l’uomo era titolare di un conto fuori dallo stato con ben 137.000 dollari,
78 Susan Criss, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 79 Bobbi Bacha, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 80 Bobbi Bacha, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015.
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nonostante fosse disoccupato da molto tempo, e nonostante vivesse in un misero
appartamento da cui aveva ricevuto un avviso di sfratto. “Penso che Robert Durst
fosse venuto a Galveston apposta per incontrare Morris Black”, conclude Bobbi
Bacha, “senza dubbio lo conosceva”81. Mettendo insieme i vari tasselli, è difficile
non ipotizzare che quei soldi fossero stati pagati a Morris Black per un servizio
reso a Robert Durst, e che l’uomo fosse stato invitato a “scomparire”. Non a caso
Galveston, un piccolo paese sperduto nella baia del Texas, è il luogo ideale per chi
vuole vivere una vita tranquilla e non desidera farsi trovare. Ma questa ipotesi non
è mai stata verificata, in quanto il processo in Texas a Robert Durst si era già
concluso.
5.4 Le indagini continuano a New York
Dopo la sentenza di Galveston, Jeanin Pirro non si arrende e inizia ad approfondire
la posizione della famiglia Durst dopo la scomparsa di Kathleen nel 1982.
“Volevamo vedere se ci fosse qualcuno della famiglia pronto a cedere”, dichiara
Kevin Hynes, ex assistente procuratore della contea di Westchester82. Seymour
Durst era già all’epoca tra i 5 immobiliaristi più potenti della città, ma tra i fascicoli
dell’epoca non si faceva cenno al fatto che si trattasse di un caso “eclatante”.
Inoltre mancavano i colloqui con i familiari di Robert. Oltre lui non era stato
sentito nessuno della famiglia Durst? Si era mai considerato che Kathleen era
legata a uno degli uomini più potenti di New York? Seymour Durst aveva fatto
qualcosa per aiutare a ritrovare la nuora? I detective che si erano occupati del caso
ammettono che, circa dieci settimane dopo l’apertura delle indagini per la
scomparsa di Kathleen, l’avvocato penalista di Robert Durst li aveva contattati per
comunicare loro che da lì in avanti avrebbero parlato con lui per gli sviluppi sul
caso. Niente di nuovo per la polizia: “Il classico avvocato che fa da scudo per
proteggere il suo cliente”, dichiara Micheal Struk, allora detective del ventesimo
distretto. Ma i familiari di Kathleen si chiedono immediatamente perché Robert
81 Bobbi Bacha, Vanity Fair Confidential: The fugitive heir, 2015. 82 The Jinx, “Family Values”, Jarecki, Smerling 2015.
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abbia assunto un avvocato se non ha nulla da nascondere, e soprattutto perché non
vuole più essere contattato dalla polizia sulla scomparsa della moglie. Robert Durst
dichiara in seguito che l’avvocato, Nick Scopetta, era stato assunto su decisione di
Seymour Durst, nel tentativo di trovare Kathleen. Ed effettivamente emerge che
Nick Scopetta aveva a sua volta assunto un investigatore privato che si occupasse
del caso: Edward Wright.
5.4.1 Edward Wright e il ruolo della famiglia Durst
Ed Wright era un ex poliziotto, e per questo era riuscito ad accedere a informazioni
riservate nel corso delle indagini, sia sulle testimonianze che sulle conclusioni cui
era giunta la polizia. Nello stesso tempo aveva indagato per conto suo sulla
vicenda, e aveva tenuto diversi colloqui con Robert. Dai suoi verbali del 1982
emerge che vi fossero diverse discrepanze, sia tra le versioni fornite da Robert, sia
tra queste e le ricostruzioni dei testimoni, a partire proprio dalla notte in cui era
scomparsa la moglie. Nel primo colloquio Robert aveva dichiarato a Wright di aver
chiamato Kathie dalla sua casa di South Salem, ma nel secondo aveva affermato
di aver chiamato la moglie dal telefono di un ristorante. Infine, in un terzo
colloquio, aveva detto di aver chiamato la moglie da un telefono pubblico tra casa
sua e la stazione, come aveva dichiarato anche alla polizia. Anni più tardi, lo stesso
Durst durante un’intervista ammetterà di non aver mai fatto quella telefonata, di
averla semplicemente inventata nel tentativo di farsi lasciare in pace dai giornalisti,
un’altra prova del fatto che Kathie non fosse mai tornata realmente a New York
quella sera. Dai verbali di Wright emerge anche che il portiere aveva ammesso
esplicitamente di non aver visto tornare Kathie quella sera, nonostante alla polizia
avesse dichiarato il contrario. Gli incontri con Wright avvenivano spesso negli
uffici della Durst Organization, ed erano presenti insieme a Robert sia il fratello
Douglas che il padre, Seymour. Robert appariva molto confuso sugli eventi di
quella sera, e probabilmente anche gli altri membri della famiglia se ne erano
accorti, e si erano allarmati per questo. Ad un certo punto la famiglia Durst e Ed
Wright decidono di comune accordo di scindere il contratto. La famiglia Durst non
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ha mai comunicato alla polizia di aver assunto un investigatore privato, né
tantomeno ha comunicato gli esiti delle sue indagini, né ha offerto alla polizia altri
tipi di aiuto. Da qui in avanti la famiglia Durst prende le distanze dalla vicenda,
non offre alcun sostegno alla famiglia McCormack e si tira indietro quando viene
chiesto aiuto dai genitori di Kathleen. All’inizio degli anni ’90 Robert viene
estromesso dai vertici della società, di cui prende il pieno potere il fratello minore
Douglas, e la scomparsa di Kathleen diventa un tabù nella famiglia Durst. I nipoti
ammettono di ricordarsi a malapena dello zio Robert, di sapere pochissimo sulla
zia Kathleen, se non quello che hanno appreso dai media e dai giornali, perché in
famiglia nessuno voleva parlarne. Lo stesso Douglas ammette: “E’ qualcosa di cui
non parliamo, non siamo coinvolti”83. La Durst Organization continua gli affari a
gonfie vele e non viene minimamente toccata dalla faccenda, anche perché c’è
un’intera generazione che non ha mai visto o avuto a che fare con Robert.
Probabilmente se la famiglia avesse ammesso di sapere qualcosa su ciò che era
accaduto nel 1982 le cose sarebbero andate diversamente: la Durst organization
sarebbe stata associata alla scomparsa di Kathleen, si sarebbe gridato allo scandalo,
la società ne avrebbe risentito e al patrimonio di famiglia sarebbe costato
parecchio. Tra i due fratelli, Robert e Douglas, da allora non scorre buon sangue.
Quando viene a sapere della latitanza di Robert, Douglas assume una guardia del
corpo. Da una telefonata di Robert dalla prigione con la moglie Debra, emerge che
Robert durante la sua latitanza si fosse recato armato alla residenza del fratello,
con sé aveva due pistole. Quando prova a dire alla moglie come mai si trovasse lì,
lei lo zittisce: “Mi avevi detto cosa volevi fare, e io ti avevo detto che lo sospettavo,
ricordi? E sospetto che anche lui lo sapesse”84.
83 Douglas Durst, The Jinx, “Family Values”, Jarecki, Smerling 2015. 84 Debra Charatan, The Jinx, “Family Values”, Jarecki, Smerling 2015.
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5.4.2 Debrah Lee Charatan
Viene interrogata anche l’attuale moglie di Robert,
Debrah Charatan. Il procuratore di New York,
Jeanin Pirro, sospetta che lei conosca a fondo i
segreti del marito, e forse proprio per questo
Robert ha voluto tutelarla, e tutelarsi, nel miglior
modo possibile. Debrah e Robert si conoscono nel
1988, ma si sposano solo nel 2000, per la precisione a dicembre del 2000. Robert
aveva appreso dai giornali circa la riapertura delle indagini sulla scomparsa di
Kathleen il 31 ottobre del 2000, e dai suoi conti emerge che il primo novembre
aveva speso ben 77.605 dollari in una gioielleria di Manhattan. Siccome la
promessa di matrimonio con Debrah risaliva proprio a quei giorni, gli investigatori
ipotizzano subito che quell’ingente spesa fosse stata fatta per l’anello di
fidanzamento di Debrah. Da qui in avanti Robert e Debrah godono del segreto
coniugale: gli investigatori e gli avvocati non possono chiedere niente a Debrah
che riguardi le sue conversazioni col marito. Jeanin Pirro si reca comunque a
parlare con lei: “Donna squisita, elegante, arguta, non ricordava dove fosse
Robert Durst a Natale anche se erano novelli sposi”85. Debrah afferma anche di
non essere a conoscenza del fatto che il marito avesse affittato un appartamento a
Galveston, in Texas, e di averlo appreso solo dopo il suo arresto.
5.5 Le indagini continuano a Los Angeles
Susan Berman era morta con un colpo di pistola alla nuca, da dietro. Questo,
insieme al fatto che la porta non era stata forzata, convince gli investigatori che
Susan conoscesse il suo assassino, che fosse un amico, qualcuno di fidato,
qualcuno a cui Susan non aveva paura di dare le spalle. Gli amici confermano che
Susan era molto sospettosa, non si fidava di chi non conosceva, era sempre in
85 Durante le vacanze di Natale del 2000, dodici giorni dopo il matrimonio di Robert e Debra, Susan Berman viene uccisa nel suo appartamento (The Jinx, “Family Values”, Jarecki, Smerling 2015).
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guardia e difficilmente avrebbe fatto entrare in casa uno sconosciuto. Interrogando
le persone nella cerchia della vittima, almeno due dichiarano che Susan non vedeva
l’ora che Bob arrivasse in California: era in programma una sua visita durante le
vacanze di Natale e Susan ne era contentissima. Gli investigatori si concentrano su
questa pista, ed effettivamente riescono a dimostrare che Robert si trovasse in
California in quel periodo, ma non trovano nulla che riesca a dimostrare la sua
presenza a Los Angeles. Robert alloggiava a Trinidad, a nord di Los Angeles, ma
secondo le sue dichiarazioni vi si recava abitualmente in villeggiatura. Infatti,
nonostante avesse da poco venduto la casa che possedeva a Trinidad, Durst aveva
ancora un ufficio in quella zona. L’auto di Robert era stata lasciata nel parcheggio
dell’aeroporto, e dai registri emerge che l’auto era uscita dall’aeroporto il 19
dicembre. Il tassista che lo ha accompagnato dichiara di averlo caricato ad
HarpeFord, di aver recuperato le chiavi della sua macchina e di averlo lasciato al
parcheggio dell’aeroporto. Il 20 dicembre Robert Durst fa due telefonate da
Garberville, a sud di Trinidad, così gli investigatori ipotizzano che si stesse
muovendo verso Los Angeles. Da qui in poi, cioè nei 3 giorni precedenti l‘omicidio
di Susan Berman, il telefono di Robert cessa qualsiasi attività, probabilmente
rimane spento, nonostante dai tabulati emerga che lui avesse l’abitudine di
controllare i messaggi almeno due o tre volte al giorno. Il telefono viene riacceso
il 23 dicembre e Robert riappare a San Francisco, dove compra un biglietto aereo
per New York. Da qui si imbarca su un volo che parte da San Francisco il 23
dicembre alle 22:00. Il corpo di Susan viene trovato il pomeriggio del giorno dopo,
il 24 dicembre. Secondo il rigor mortis e i rapporti del coroner, la morte risale a
circa 24 ore prima.
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5.6 La lettera di Robert a Susan
Una volta terminate le indagini e i prelievi da parte della polizia a casa di Susan
Berman, gli affetti personali della donna vengono consegnati a Sareb Kaufman, il
figliastro di Susan. Quasi quindici anni dopo, mentre si sta registrando un
documentario su Robert Durst, a cui partecipa lui stesso, proprio Sareb 86 trova tra
gli affetti personali della madre una lettera indirizzata a Susan che non era mai
stata archiviata dalla polizia. Il timbro postale è di marzo del 1999 e l’indirizzo
riporta: “Susan Berman, 1527 Benedict Canyon, Beverley Hills, CA 90210”.
L’errore ortografico e la calligrafia sono gli stessi della lettera che era stata inviata
alla polizia dall’assassino più di dieci anni prima. Il mittente è riportato su carta
intestata: si tratta dell’amico Robert Durst. Il biglietto all’interno riporta un
messaggio molto semplice: “Susy, ogni tanto ripenso ai vecchi tempi. Buona
fortuna, Bobby”.
86 Sareb era sempre stato convinto che Robert Durst non c’entrasse nulla nell’omicidio della ma-dre. A proposito aveva dichiarato: “Il meglio che possa sperare quando capiranno cosa è suc-cesso, è che si sia trattato di un raptus di violenza, che qualcuno abbia cercato di rubarle in casa e l’abbia uccisa. È il meglio che possa sperare. Altrimenti è stato un amico, qualcuno che cono-sceva, qualcuno con cui ho parlato” (The Jinx, “Family values", Jarecki, Smerling, 2015).
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6. Verso l’epilogo del caso Susan Berman
6.1 Analisi forense dei documenti La lettera che nel 2000 era stata inviata alla polizia di Beverly Hills, confrontata
con quella scritta sempre nello stesso anno da Robert a Susan, getta sul caso una
nuova luce, e questo confronto costituisce una nuova importante evidenza. Le due
lettere vengono portate ad un analista forense di documenti, John Osborn: “Ci sono
caratteristiche interessanti, ma per determinare se queste due lettere sono state
scritte dalla stessa persona occorrerebbe avere a disposizione una quantità molto
più grande di numeri e lettere da confrontare”87. All’analista vengono quindi
portati diversi documenti compilati da Robert Durst, in cui tra l’altro compaiono
alcuni dei suoi alias. L’analista procede quindi a svolgere un’analisi comparativa,
usando sia le due lettere che i documenti riconducibili a Robert Durst. Dall’analisi
condotta da Osborn, emerge
che i tratti più distintivi si
trovano nella lettera N, ma
emergono molte altre
peculiarità che portano
l’analista ad affermare che i
documenti analizzati siano
riconducibili ad un’unica
persona.
6.2 La parola “cadaver”
Una volta esclusi i membri della malavita, la polizia aveva ipotizzato che
l’assassino di Susan Berman potesse essere qualcuno che in qualche modo facesse
87 John Osborn, The Jinx, “The second interview”, Jarecki, Smerling, 2015.
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parte del campo medico, ad esempio un paramedico o un infermiere. Questo perché
la lettera inviata alla polizia di Beverly Hills conteneva un biglietto con scritto la
parola “cadaver”, per indicare dove si trovava il corpo di Susan Berman. Cadavere
non è una parola automatica per una persona non addetta ai lavori, per una persona
comune è molto più spontaneo dire “corpo” o “morto”. Ma Kathleen era al quarto
anno di medicina quando è scomparsa nel 1982. “Kathie aveva un cadavere alla
facoltà di medicina”, racconta Eleanor Schwank, amica di Kathie, “non gli aveva
dato un nome. Aveva rispetto per il fatto che un tempo fosse stato un essere umano
e avesse una vita. Quindi parlava spesso di questo cadavere. Ne parlava anche
Bob. Lui aveva sentito quel termine molte volte associato ad un morto”88.
6.3 Con le spalle al muro
Dopo l’analisi forense dei documenti viene organizzata un’intervista per mostrare
a Bob le due lettere e l’incredibile somiglianza tra i due indirizzi. Quando a Robert
Durst viene mostrata la lettera ritrovata da Sareb, lui ammette che la carta stampata
riporta l’indirizzo del suo nuovo ufficio a Wall Street, dove aveva lavorato qualche
anno dopo aver lasciato la Durst Organization. Quando gli viene mostrato il
biglietto molto breve contenuto all’interno (“Susy, ogni tanto ripenso ai vecchi
tempi. Buona fortuna, Bobby”), dichiara di non ricordarsi di aver scritto quel
messaggio in particolare, ma ammette che era possibile che fosse solo un biglietto
di accompagnamento ad un assegno inviato all’amica. Quindi, tutto sommato,
ammette che la lettera era stata inviata da lui. Quando gli viene mostrata la lettera
inviata dall’assassino, contenente l’indirizzo di Susan, Bob riconosce
immediatamente, con grande naturalezza, lo stesso errore di ortografia contenuto
anche nella lettera precedente, quella che un attimo prima aveva ammesso di aver
scritto lui. “La calligrafia è simile, e l’errore è lo stesso. Immagino a che
conclusione giungerebbero gli investigatori o l’esperto di grafologia.
88 Eleanor Schwank, The Jinx, “The second interview”, Jarecki, Smerling, 2015.
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Concluderebbero che sono stati scritti dalla stessa persona”89. Poi a Robert viene
mostrata un’immagine con un confronto ravvicinato tra i due indirizzi,
praticamente identici. Lui continua a sostenere di non aver scritto il biglietto del
cadavere, ma ammette che i due indirizzi (quello sulla la lettera firmata da lui e
inviata a Susan, e quello sulla busta inviata dall’assassino alla polizia di Beverly
Hills) sono indistinguibili, e non saprebbe dire quale dei due è stato scritto da lui
e quale no. Ovviamente, dà la colpa al fatto che le lettere sono scritte in
stampatello: “Si possono scrivere soltanto in quel modo, no?”
Le due lettere molto simili.
Il confronto ravvicinato tra le due lettere: quella inviata da Robert a Susan, e quella inviata dall’assassino
89 Robert Durst, The Jinx,“The second interview”, Jarecki, Smerling, 2015.
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alla polizia di Beverly Hills.
6.4 Killed them all, of course
Alla fine dell’intervista Robert si alza per andarsene, ma prima chiede di andare in
bagno. In diverse interviste Robert aveva mostrato l’abitudine di parlare da solo
durante le pause, nonostante gli fosse stato detto che i microfoni rimanevano accesi
e gli fosse stato ricordato più volte che si sentiva tutto ciò che lui diceva. Ma anche
questa volta Bob si dimentica dei microfoni. Va in bagno, e i microfoni continuano
a registrare. Bob inizia come al solito a parlare da solo: “Ecco, sei fregato. Hai
ragione, certo. Ma non puoi immaginare. Arrestatelo. Non so cosa ci sia nella
casa. Oh, voglio questo. Che disastro. Aveva ragione. Io mi sbagliavo. E i rutti.
Ho delle difficoltà con la domanda. Cosa diavolo ho fatto? Li ho uccisi tutti,
ovviamente”90.
90 Robert Durst, The Jinx,“The second interview”, Jarecki, Smerling, 2015.
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6.5 Uno sproloquio?
Il monologo di Robert Durst messo con le spalle al muro, ha tutte le caratteristiche
di uno sproloquio, magari di un folle. In realtà, in poche parole, si possono trovare
elementi riconducibili a tutti e tre i casi in cui è stato implicato. Nella prima parte,
in cui parla con sé stesso dandosi delle risposte, si riferisce chiaramente
all’omicidio di Susan Berman: “Sei fregato. Hai ragione. Ma non puoi
immaginare”. Sembra quasi che, parlando con un amico che lo mette davanti
all’evidenza dei fatti, lui ammetta di essere nei guai, ma sembra anche che confidi
all’ “amico” che lui non può immaginare cosa si provi, probabilmente a tenere quei
segreti per così tanto tempo, senza mai sbilanciarsi. Non a caso Robert Durst non
aveva mai rilasciato interviste e non aveva mai parlato pubblicamente della sua
vita o dei casi per cui era indagato. “Arrestatelo”: probabilmente qui stava
immaginando a cosa sarebbe andato incontro. “Non so cosa ci sia nella casa”:
quale casa? Questa frase, a mio avviso, potrebbe avere a che fare con la scomparsa
di Kathleen. Anche in questo caso Durst sta probabilmente immaginando a quali
domande lo sottoporranno gli investigatori. Quando dice “aveva ragione, io mi
sbagliavo”, si riferisce probabilmente ad uno dei suoi avvocati. Sia DeGuerin che
Chip Lewis, che facevano parte del suo “dream-team”91 nel caso di Morris Black,
lo avevano avvisato sui rischi che avrebbe corso rilasciando delle interviste e
rispondendo pubblicamente a domande sul processo. DeGuerin temeva che
avrebbe potuto compromettere la loro linea di difesa sulla morte di Morris Black,
mente Lewis lo aveva messo in guardia in particolar modo sul fatto che tutti non
aspettavano altro che lui facesse un passo falso. “Che sia giusto o no, Bob ha
schivato diverse pallottole”, dichiara Lewis, “so che vuoi raccontare la tua storia,
che per te è importante, e per me va bene. Ma ricorda una cosa: corri il rischio di
far incazzare qualcuno, qualcuno che non è contento che tu sia in libertà. Non
dimenticarlo, così gli avevo detto”92. La parte in cui parla dei “rutti” rimane
91 Così venne chiamata la schiera di avvocati di Durst durante il processo per l’omicidio di Morris Black. 92 Chip Lewis, The Jinx,“The second interview”, Jarecki, Smerling, 2015.
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abbastanza misteriosa, anche se Robert Durst aveva questa abitudine di ruttare
davanti a chiunque. “La sua più strana tendenza”, scrive Ned Zeman, “la cosa
che nessuno avrebbe mai potuto capire, era che Bobby ruttava. Tutto il tempo.
Dovunque. Di fronte a chiunque. Era come una sorta di dichiarazione al mondo.
Era il suo modo di dire: ”Sono Bobby Durst , e fanculo se non ti piace”93. Quando
afferma “ho delle difficoltà con la domanda”, sta probabilmente rispondendo
ancora una volta agli investigatori in un colloquio immaginario. E infine, si rende
conto di essersi seriamente compromesso - “Cosa diavolo ho fatto?” - per aver
reso ovvio a tutti ciò che ancora per alcuni non lo era - “Li ho uccisi tutti,
ovviamente”.
6.6 Le conseguenze
Dopo aver visionato preventivamente l’intervista, considerando la lettera ritrovata
dal figlio e l’analisi forense della stessa, un giudice di Los Angeles ha deciso di
emettere un mandato di arresto nei confronti di Robert Durst per l’omicidio di
Susan Berman. Sabato 14 marzo 2015, la sera prima della messa in onda
dell’intervista sulle televisioni nazionali degli Stati Uniti, Durst, a 71 anni, viene
arrestato in Louisiana, a New Orleans, mentre si trova in un hotel registrato sotto
il falso nome di Everett Ward. Al momento dell’arresto è stato trovato in possesso
di una pistola calibro 38 detenuta illegalmente, una notevole quantità di marijuana,
44.000 dollari in contanti, una carta d’identità falsa, e il passaporto. L'accusa ha
ritenuto che stesse programmando di fuggire a Cuba, ma il suo avvocato sostiene
che Durst si aspettava di essere arrestato da settimane, e che si fosse anche
proposto di presentarsi spontaneamente alla polizia per rispondere delle accuse.
Ad aprile del 2016, all’età di 73 anni, Durst è stato condannato con patteggiamento
a sette anni e un mese di carcere con l'accusa di detenzione illegale di armi, come
parte di un accordo che prevede il suo trasferimento a Los Angeles. “Preferirei
andare in California per conto mio”, ha dichiarato Durst dopo la sentenza, “ma
93 Zeman N., “The fugitive heir”, Vanity Fair, New York, 2015.
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sono ansioso di arrivare al processo per dimostrare che non ho ucciso Susan
Berman”94. Il 18 agosto 2016 verrà trasferito in una prigione federale della
California, Terminal Island, in attesa di processo. Stavolta, se verrà condannato,
rischia la pena di morte. Nonostante tutto, Durst continua a dichiararsi innocente.
94 Hennessy-Fiske, M. 2016, “After sentencing, Robert Durst tells The Times: 'I didn't kill Susan Berman”, Los Angeles, 2016.
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7. Le diagnosi di schizofrenia e Asperger
7.1 La morte di Bernice Durst
La prima diagnosi di schizofrenia venne fatta a
Robert Durst in giovanissima età, quando era ancora
un adolescente o poco prima. Questa diagnosi era
fortemente legata alla morte della madre, Bernice
Durst, che morì quando Robert aveva solo 7 anni.
Non solo Robert fu inevitabilmente il più colpito
dalla sua perdita, in quanto maggiore di quattro
fratelli, ma gli toccò anche assistere al momento in cui la madre morì. All’epoca,
nel 1950, il fatto venne raccontato dai media come un incidente domestico. Durst
in realtà lo racconta come un suicidio, un suicidio al quale fu costretto ad assistere.
“Mio padre è venuto da me e mi ha detto: “vieni con me, voglio che tu veda la
mamma”, racconta Durst, “abbiamo guardato fuori da una finestra del corridoio
che dava sul tetto, e lì c’era la mamma. Io l’ho salutata con la mano, non so se mi
abbia visto. Non ho nemmeno pensato cosa ci facesse lì sul tetto, in camicia da
notte, non mi è venuto in mente. Ho solo pensato “ecco la mamma, l’ho salutata,
ora posso tornare a letto!”. All’improvviso ho sentito la cameriera urlare “sta
cadendo dal tetto!”. È stato un volo molto lungo. Gli adulti presenti hanno
dichiarato che è caduta. Non so se l’abbiano fatto perché non volevano dire che si
era suicidata, non ne ho idea. Non l’ho mai dimenticato. E’ successo, io c’ero, l’ho
visto. Qualunque cosa abbia visto, mi è rimasta dentro”95. Durst continua il
racconto col funerale della madre: “Sono andato al funerale, se possibile sarebbe
meglio non portare un bambino di sette anni ad un funerale. È stato un disastro.
La gente mi diceva “la tua mamma starà bene, sarà qui”. E poi hanno calato la
bara sotto terra. E io ho pensato “Un momento! La mamma è in questa scatola?
Tiratela fuori dalla scatola! Non voglio che la mamma stia lì!” Ho fatto un balzo
95 Robert Durst, The Jinx,”Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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in avanti e ho tentato di fermare gli uomini che calavano la bara sotto terra. Da
quel momento sono diventato problematico”. Da questo momento infatti Robert
inizia a scappare, da scuola e da casa, e racconta che diverse volte insegnanti e
domestici hanno dovuto chiamare la polizia per ritrovarlo. Il padre era poco
presente, non voleva parlare della morte della moglie, e soprattutto non ha
compensato in alcun modo l’assenza della madre per i figli, se non forse con il
denaro. In questo periodo vengono diagnosticati a Durst alcuni problemi
psichiatrici, tra cui la schizofrenia, motivati in parte dallo sviluppo di una profonda
rabbia interiore.
7.2 Segni di schizofrenia nei delitti di Robert Durst?
La schizofrenia fa parte del gruppo delle
psicosi. Le psicosi schizofreniche sono
quelle che maggiormente colpiscono la
costruzione della realtà, infatti schizofrenia
significa letteralmente “cervello scisso”,
l’individuo vive cioè una doppia percezione
della realtà. Inoltre non risulta essere non
un’alterazione stabile: l’individuo è in balia di oscillazioni che gli impediscono
non solo di avere una percezione di realtà simile a quella degli altri, ma anche di
avere una percezione stabile di essa. Nella fase acuta della schizofrenia si
manifestano due sentimenti principali: il “control ovveride”, ossia un insieme di
emozioni caratterizzate dal sentirsi fortemente minacciati, in pericolo di vita, che
comporta la perdita del controllo sui propri pensieri e azioni, e il sentimento di
“fight or die”, un sentimento di paura misto ad impotenza per cui l ’individuo si
trova in una sorta di trans, perde qualsiasi punto di riferimento con la realtà ed è
disposto a tutto pur di sopravvivere. Di solito gli atti violenti nei pazienti
schizofrenici si verificano proprio nella fase acuta, in cui il soggetto agisce in base
ad automatismi psichici, per cui non è partecipe dal punto di vista emotivo. La
scossa psichica è relativamente breve ma talmente profonda da provocare
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un’alterazione fisica, biologica nel paziente, che infatti molto spesso viene trovato
sulla scena del crimine ancora inebetito. La maggior parte delle volte si tratta
quindi di pazienti non imputabili, non capaci di intendere e di volere nel momento
in cui viene messo in pratica l’atto violento96. Questi sono i tratti, riassunti all’osso,
della schizofrenia, in cui il paziente si trova in preda ad allucinazione e deliri, che
spesso si traducono in stato confusionale, discorsi disorganizzati e una certa
trascuratezza. Ma niente di tutto ciò è, a mio avviso, riscontrabile negli atti violenti
commessi da Robert Durst. Al contrario, tutta la vita di Robert Durst sembra
guidata da una certa lucidità e freddezza. Anzi, sono proprio i suoi delitti a rivelare
tutto il suo sangue freddo. Partendo dal caso più eclatante, quello di Morris Black,
seppur si volesse ammettere che sia veramente stato un incidente, che Morris Black
non sia stato giustiziato ma che sia partito un colpo per sbaglio, ci si imbatte
comunque nella spietata freddezza di Durst. Lui stesso racconta con molta calma
e lucidità ciò che ha deciso di fare quella sera, in base a cosa fosse meglio per lui:
tagliare il corpo per portare meno peso, scegliere certi tipi di strumenti piuttosto
che altri, e infine far sparire il corpo gettandolo nella baia. Certo, nel fare tutto
questo ha commesso qualche errore: tracce di sangue in casa, sacchetti che
galleggiavano, ma ha anche fatto brillantemente sparire l’unica cosa che poteva
davvero condannarlo, cioè la testa di Morris Black, senza mai farsi prendere dal
panico. In quanti, dopo aver fatto a pezzi un uomo e averlo gettato in una baia,
vedendo i pezzi riemergere, avrebbero avuto un’idea così brillante, anziché
scappare in sud America per non ricomparire mai più? La stessa cosa vale per la
scomparsa di Kathleen: ipotizzando che sia lui il colpevole della sua morte e della
sua sparizione (ad oggi ancora non ci sono prove), deve aver immaginato la cosa
molte volte prima di metterla in pratica, perché dopo trent’anni non solo il corpo
non è ancora stato ritrovato, ma non ci sono neanche prove che Kathleen sia stata
uccisa. Nonostante le violenze domestiche ripetute, Durst non si è mai spinto al
punto di ucciderla in quei momenti, in cui si ipotizza potesse perdere il controllo
96 Neri G., “Aspetti psicopatologici dei pazienti autori di reato”, Istituto MEME, 2015.
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delle proprie azioni. Insomma, se c’è una cosa che Durst sembra avere, è proprio
il controllo delle proprie azioni, esattamente il contrario di ciò che avviene nella
schizofrenia.
7.3 La sindrome di Asperger
Negli anni novanta, dopo che Durst venne estromesso dalla direzione della Durst
Organization, venne ritrattata dagli psicologi la diagnosi di schizofrenia e gli venne
invece diagnosticata la sindrome di Asperger. La sindrome di Asperger è
considerata un disturbo pervasivo dello sviluppo, imparentata con l'autismo e
comunemente considerata una forma dello spettro autistico "ad alto
funzionamento". Gli individui portatori di questa sindrome presentano soprattutto
una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di
comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi in alcuni casi molto
ristretti. Diversamente dall'autismo, non si verificano significativi ritardi nello
sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo. La tendenziale carenza di
empatia cognitiva97 dei soggetti con la sindrome causa un impatto significativo
sugli aspetti della vita comunitaria. Essi accusano difficoltà nelle elementari
interazioni sociali, difficoltà che possono comprendere la mancanza di sviluppo di
amicizie. Questa incapacità di reagire in modo adeguato alle interazioni sociali può
apparire come una sorta di disprezzo per i sentimenti altrui e può essere
erroneamente percepito come una forma di insensibilità. Tuttavia, non tutti gli
individui con la sindrome di Asperger sono incapaci di avvicinarsi ad altri, anche
se goffamente. Alcuni di loro possono anche mostrare segni di mutismo selettivo,
non rivolgendo la parola alla maggior parte delle persone e invece interloquendo
molto con individui specifici. Spesso queste persone hanno difficoltà nel mostrare
l'affetto che provano nei modi convenzionali comunemente accettati, venendo
considerati “strani” proprio per il loro modo di approcciarsi. La sindrome di
97 Altrimenti detta “teoria della mente”, da non confondersi con l'empatia affettiva, relativa alla capacità del soggetto di provare emozioni e percepire quelle altrui (Neri G., “Aspetti psicopatolo-gici dei pazienti autori di reato”, Istituto MEME, 2015).
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Asperger coinvolge anche i movimenti fisici: può comportare infatti una scarsa
coordinazione o un'andatura e postura non simmetrica, alterazioni nei
comportamenti non verbali, come le espressioni facciali, la mimica e la gestualità,
ma anche comportamenti motorii stereotipati e ripetitivi. Pur facendo parte dello
spettro autistico, in linea di massima la sindrome di Asperger è molto più gestibile,
e compromette molto meno la vita quotidiana di un individuo, nonostante la
situazione possa variare da soggetto a soggetto. Alcuni ricercatori hanno infatti
sostenuto che la sindrome di Asperger possa essere vista più come uno stile
cognitivo diverso piuttosto che come una malattia vera e propria, e dunque
dovrebbe essere rimossa dal Manuale Diagnostico dei disturbi mentali. Per quanto
mi riguarda, ritengo la sindrome di Asperger molto più compatibile con gli schemi
comportamentali e la vita di Robert Durst. Lui stesso ha ammesso di avere
difficoltà nei rapporti umani e nell’approcciarsi alle persone, al contrario di Kathie:
“Lei era molto aperta, andava d’accordo con tutti, ed era perfetto, perché io
invece non vado d’accordo con la gente, a molti non piaccio”98. Non a caso Durst
non ha mai avuto molto amici, a parte Susan Berman. Kathleen e Susan sono state
probabilmente le uniche persone con cui abbia condiviso qualcosa, ma faceva
fatica a spingersi al di fuori di questa ristretta cerchia. A che tra i suoi colleghi di
lavoro non aveva trovato grandi amici. L’intera famiglia McCormack ricorda
quanto fosse dura provare a intavolare un discorso con Robert: “io volevo
chiedergli dei consigli, ma quando cercavo di coinvolgerlo in qualche discussione,
lui cambiava argomento” ricorda il fratello di Kathie, Jim99. Anche la madre, Ann
McCormack, ricorda come Robert si isolasse alle cene di famiglia, parlasse con
loro a malapena, quasi si sentisse superiore. “Non è mai stato amichevole”, spiega
Ann, “almeno con me. Non si poteva mai chiacchierare con lui. Non era molto
socievole, era davvero strano”100. Lo stesso Durst ammette che per lui era una
sofferenza partecipare a questi incontri di famiglia, parlando di sé stesso in quelle
98 Robert Durst, The Jinx,”Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 99 Jim McCormack, The Jinx,”Poor little rich boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 100 Ann McCormack, The Jinx,”Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015.
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circostanze racconta: “Bob non solo incontra, ma è obbligato a passare del tempo
con la famiglia media americana, Bob deve essere educato, cooperativo, e gentile.
E soprattutto parlare degli argomenti che interessano a loro. Bè io proprio non ce
la facevo. Mentre tornavamo in macchina Kathie piangeva. Mi diceva “sono brave
persone, ci trattano con il massimo rispetto, puoi adattarti per un paio d’ore”, io
non ne volevo parlare”101. “Strano” sembra essere l’aggettivo che trasuda dalla
persona di Robert Durst, non solo per la sua vita da film, come l’hanno definita
alcuni, ma anche per le sue movenze, i suoi strani tic facciali, il modo goffo in cui
cammina e si muove. Certo, non tutte le persone goffe o poco socievoli soffrono
di Asperger, ma mettendo insieme tutti i pezzi, in Robert Durst troviamo
sicuramente molti tratti tipici di questa sindrome. L'ipotesi che gli individui con
sindrome di Asperger siano predisposti a comportamenti violenti o criminali è stata
studiata, ma tale teoria non è ancor oggi supportata da dati concreti. Una review
del 2008 ha riscontrato però un elevato numero di criminali violenti conosciuti per
soffrire di sindrome di Asperger, ma in cui coesistevano altri disturbi mentali102,
che si trovavano cioè in una situazione di comorbilità103 di cui non è escluso a mio
parere, che Durst possa soffrire.
7.4 Un possibile disturbo di personalità?
Siccome nella sindrome di Asperger la violenza è più spesso autodiretta (anche
fino ad arrivare al suicidio) piuttosto che eterodiretta, non è da escludere che Durst
si trovi in una situazione di comorbilità, restando valida la diagnosi della sindrome
di Asperger, seppur risalga agli anni novanta. A parte la forte antisocialità che lo
contraddistingue, in Durst troviamo un sentimento di sfida perenne, quasi che
agisca sempre per “provocare” gli altri e le istituzioni. E molte di queste
101 Robert Durst, The Jinx,”Poor rich little boy”, Jarecki, Smerling, 2015. 102 Newman SS, Ghaziuddin M, “Violent crime in Asperger syndrome: the role of psychiatric comorbidity”, in J Autism Dev Disord, vol. 38, nº 10, 2008. 103 Il termine può riferirsi a due o più patologie che coesistono simultaneamente ma indipenden-temente l'una dall'altra, oppure riferirsi a patologie che compaiono secondariamente all'insor-genza di una patologia di fondo. In psichiatria il concetto non indica obbligatoriamente due ma-lattie distinte, ma anche la possibilità di più diagnosi nello stesso paziente in base ai sintomi presentati.
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provocazioni possono essere talvolta scambiate per stupidità. Ad esempio, mentre
era in fuga Durst è stato arrestato mentre cercava di rubare un panino, nonostante
fosse pieno di soldi. Esempio ancora più eclatante, ha contattato lui stesso i
produttori per girare il famoso documentario in seguito al quale è poi stato
nuovamente incarcerato per l’emergere di nuove evidenze. Nel 2005 è tornato in
carcere per aver violato i termini del patteggiamento in Texas, facendosi trovare
proprio a Galveston, addirittura nello stesso posto dove si trovava il giudice che ha
condotto il processo per l’omicidio di Morris Black. Nel 2012 è tornato in carcere
per aver violato l’ordinanza restrittiva che il fratello aveva ottenuto contro di lui,
addirittura spingendosi fin davanti al suo pianerottolo, consapevole della
videosorveglianza. Sembra che violare la legge sia più forte di lui. Sono tutte
azioni che, ad un’analisi superficiale, possono probabilmente sembrare “stupide”,
ma Durst è, nostro malgrado, una persona molto intelligente. Si è sempre spinto al
limite della legalità, a volte è stato inchiodato, ma la maggior parte delle volte l’ha
fatta franca. Questo l’ha portato a sviluppare un senso di impunità molto
pericoloso, che lo spinge a mettersi costantemente alla prova, a sfidare la legge e
le autorità. Quando parlando dell’omicidio di Susan Berman è stato messo di fronte
al fatto che gli investigatori erano riusciti a dimostrare che lui si trovasse in
California quella settimana, ha risposto: “Non mi sembra che siano riusciti a
dimostrare che ero a Los Angeles. E hanno indagato a lungo. La California è uno
stato grande!”104. Anche nel caso di Morris Black si può cogliere una certa
soddisfazione quando parla di quanto tempo i sommozzatori abbiano cercato la
testa senza risultati. Infine, Robert Durst non presenta alcun senso di colpa o
rimorso per ciò che ha fatto. Probabilmente gli è dispiaciuto aver dovuto uccidere
la sua migliore amica, o di essere stato costretto a far sparire la moglie, ma
probabilmente ha ritenuto che fosse davvero necessario. Sono d’accordo col
detective Cazalas quando afferma: “Non penso che Robert Durst sia il tipo di uomo
che uccide per il brivido di farlo, e non credo nemmeno che ne abbia ricavato
104 Robert Durst, The Jinx, “The gangster’s daughter”, Jarecki, Smerling, 2015.
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alcun piacere. Ma è una persona che se la metti alle strette e minacci la sua libertà,
ti ucciderà”105. Tutte queste caratteristiche mi fanno pensare che Durst possa
essere affetto da un disturbo di personalità. Nei disturbi di personalità si verifica
un deficit delle funzioni metacognitive che ci consentono di riflettere sulle nostre
emozioni/pensieri/sensazioni e quelle degli altri, e la grande maggioranza dei
sintomi si traduce in comportamenti dissociali. Le aree di malfunzionamento si
riferiscono ad un insieme di condizioni come impulsività e antagonismo, difficoltà
nelle relazioni interpersonali e nel funzionamento globale, riduzione delle capacità
di adattamento al ruolo sociale, tutte caratteristiche che ritroviamo in Robert Durst.
Più nello specifico, sembra molto affine col disturbo di personalità antisociale.
7.5 Il disturbo di personalità antisociale
Il disturbo antisociale di personalità, in passato denominato psicopatia o
sociopatia, è un disturbo di personalità caratterizzato principalmente da
inosservanza e violazione dei diritti degli altri, impulsività e aggressività. Le
persone con questo disturbo, infatti, non riescono a conformarsi né alla legge, per
cui compiono atti illegali (distruggere proprietà, truffare, rubare), né alle norme
sociali, per cui attuano comportamenti immorali e manipolativi (mentire, simulare,
usare false identità) traendone profitto o piacere personale. Elemento distintivo del
disturbo è, inoltre, lo scarso rimorso mostrato per le conseguenze delle proprie
azioni, per cui queste persone, dopo aver danneggiato qualcuno, possono restare
emotivamente indifferenti o fornire
spiegazioni superficiali dell’accaduto. Le
emozioni che lo caratterizzano sono la
rabbia, l’irritazione, l’umiliazione, il
disprezzo, il distacco, la noia, l’invidia;
difficilmente, invece, provano emozioni
come la gratitudine, l’empatia, la simpatia,
105 Cody Cazalas, The Jinx, “A body in the bay”, Jarecki, Smerling, 2015.
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l’affetto, il senso di colpa. L’aggressività che caratterizza il disturbo si manifesta
frequentemente con aggressioni fisiche, come picchiare il coniuge. Secondo gli
studiosi della teoria della mente, queste persone hanno difficoltà ad assumere la
prospettiva degli altri, per cui non si prefigurano la sofferenza che possono indurre
e si mostrano indifferenti, distaccati, sprezzanti, cinici e irrispettosi verso gli altri.
Chi soffre di disturbo antisociale di personalità può mostrare un’eccessiva
sicurezza in sé stesso, pensando di cavarsela in ogni situazione, e un fascino
disinvolto e superficiale. La sua fiducia in sé stesso, tuttavia, non è fondata su una
valutazione positiva di sé, ma sulla diffidenza verso gli altri e il mondo, considerati
potenzialmente danneggianti, umilianti e frustranti. Le persone con questo disturbo
si mostrano noncuranti non solo dell’incolumità degli altri, ma anche della propria,
assumendo comportamenti pericolosi, come la guida spericolata, l’abuso di
sostanze stupefacenti, pratiche sessuali a rischio. Lo scarso rimorso per le
conseguenze delle proprie azioni dannose può manifestarsi con l’indifferenza, il
minimizzare i danni arrecati, il fornire spiegazioni superficiali dell’accaduto (“la
vita è ingiusta”), il biasimare le loro vittime perché sarebbero pazzi o senza risorse
(“i perdenti meritano di perdere”) o meritevoli del loro destino (“doveva
accadergli”). Generalmente queste persone sono incapaci di scusarsi o di riparare
al loro comportamento. Una caratteristica peculiare dei soggetti con personalità
antisociale sembra essere il trasformismo: possono apparire molto isolati o
attivamente coinvolti nei rapporti interpersonali, possono alternare comportamenti
aggressivi con atteggiamenti miti e remissivi. Un’altra caratteristica del disturbo
antisociale è la pseudologia fantastica, comportamento che consiste nel raccontare
continuamente fatti reali insieme a storie inventate col solo intento di manipolare
l’altro, per cui diventa veramente difficile per chi ascolta distinguere la verità dalla
fantasia. L’impulsività, invece, può manifestarsi con la tendenza a prendere le
decisioni sotto l’impulso del momento, senza considerare le conseguenze per sé e
per gli altri. L’inserimento sociale è fortemente limitato soprattutto perché queste
persone, a causa dei loro comportamenti aggressivi, immorali e illegali, spesso
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vengono emarginate106.
7.6 “Confession is good for the soul?”107
Perché Robert Durst ha confessato? Chi, parlando da solo nel bagno di un hotel,
in una stanza dove sono presenti altre persone, confesserebbe di aver ucciso
qualcuno? È stato l’ennesimo atto di sfida (o imprudenza, a seconda di come
vogliamo chiamarlo)? Durst era già stato avvisato, mentre parlava da solo durante
la pausa in un’altra intervista, che i microfoni continuavano a registrare. Una svista
non da poco per uno che sfuggiva alla giustizia da oltre trent’anni ormai.
Soprattutto considerando che è stato lui stesso a volere questa serie di interviste
che l’hanno portato nuovamente in carcere. Le tesi sono tante. Intanto bisogna
considerare che, al contrario di ciò che può sembrare, Durst all’età di 71 anni, non
avesse molto a tenerlo occupato. Anche se ha ereditato il denaro della sua famiglia,
è stato tagliato fuori dalla gestione del business familiare. Con la famiglia non
aveva buoni rapporti, il fratello aveva paura di lui e non si era fatto scrupoli a farlo
mettere in carcere per la violazione di un’ordinanza restrittiva. Quindi certo non
poteva fare lo zio, e non poteva neanche fare il nonno o il padre, perché di avere
figli non ne aveva mai voluto sapere, anzi, aveva costretto Kathleen ad abortire.
Quindi Robert Durst non aveva un lavoro o una carriera, non aveva una famiglia,
non aveva amici, gli unici amici che aveva sono morti. Certo, c’era l’attuale
moglie, Debra, che però sembra condurre una vita totalmente indipendente da
Robert, perché lei una carriera ce l’ha eccome108. Insomma, nonostante tutti i soldi
di cui disponga, Durst sembra aver vissuto un’esistenza inutile e vagabonda.
Questa prima riflessione ci dà un’idea del perché, contro il parere dei suoi avvocati,
Durst abbia a tutti i costi, e su sua iniziativa, voluto girare delle interviste sulla sua
vita e sui crimini in cui è stato coinvolto, rilasciando dichiarazioni che avrebbero
(e l’hanno fatto) potuto comprometterlo dopo così tanti anni di impunità. Che altro
106 Terzocentro, “Disturbo di personalità”, Roma, 2016. 107 Peele S., “Why Robert Durst Confessed. Is confession good for the soul? In the Durst case, it isn’t,” Psychology Today, Marzo 2015. 108 Debrah Charatan è una broker finanziaria di successo.
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aveva di cui parlare? Cos’ha combinato nella sua vita oltre che intasare le cronache
per oltre trent’anni? Nonostante lui abbia detto di voler raccontare finalmente la
sua versione, una versione alternativa a quella dei media, il rischio era grande (e
adesso infatti ne sta pagando le conseguenze), ma probabilmente era più grande la
necessità di giustificare in qualche modo la sua esistenza. Parlando degli altri
detenuti a Galveston, Durst aveva dichiarato: “In prigione non si trova molta gente
ricca. Molti di coloro che finiscono in prigione provengono da famiglie povere,
non hanno un’istruzione. […] Ciò che hanno realizzato nella loro vita, di
qualunque cosa si tratti, lo hanno fatto da soli. Io non farò mai niente da solo,
sarà sempre così. Ho sempre avuto soldi, non importa cosa faccia, io comunque
sono nato già ricco”109. Il suo avvocato, parlando di lui, gli ha attribuito spesso
questa frase: “Per tutta la vita ho avuto più soldi di quanto potessi spendere, e non
mi hanno reso felice”110. Così, in un modo strano, le più grandi realizzazioni nella
vita di Durst sembrano essere proprio i suoi presunti omicidi. Per cui ad un certo
punto, la necessità di raccontare la sua storia, deve aver superato il giudizio lucido
di Durst e dei suoi avvocati. Tuttavia questo non significa che volesse finire in
carcere. Quando è stato messo davanti al suo errore fatale, davanti alla telecamera
ha reagito con la sua solita disinvoltura, come se il fatto che la sua calligrafia fosse
uguale e indistinguibile da quella dell’assassino di Susan Berman non volesse dire
niente. Ma probabilmente Durst ha perso la calma e la lucidità per la prima volta,
rendendosi conto di essersi seriamente compromesso, e tutta la sua ansia è emersa
quando si è trovato da solo, in bagno, e non è riuscito ad aspettare di trovarsi in un
altro luogo. Ci sono altre tesi che sostengono che Durst abbia confessato per un
bisogno di espiazione, come avviene in “Delitto e castigo” di Dostoevskij, dove
Raskolnikov alla fine confessa per lenire la sua anima e mettere a tacere la sua
coscienza. Ma Durst non ha mai dato molti segni di avere una coscienza in realtà.
Personalmente ritengo che, un po' per vanità, per accontentare la sete di notorietà
e confermare la superiorità del suo ego, un po' per sfidare nuovamente le leggi e le
109 Robert Durst, The Jinx, “The state of Texas vs. Robert Durst”, Jarecki, Smerling, 2015. 110 Dick DeGuerin, The jinx, “Poor rich little boy”, Jarecki,Smerling, 2015.
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autorità, e, anche come ho scritto sopra, per giustificare la sua esistenza, abbia
compiuto delle scelte impulsive che lo hanno portato a commettere un errore che
stavolta potrebbe essergli fatale111.
111 “Fatale” in tutti i sensi dato che rischia di essere condannato con la pena di morte.
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Conclusioni
Dopo aver fatto ricerca per mesi sulla vita di Robert Durst, ancora mi capita di
chiedermi chi sia veramente Robert Durst. È uno psicopatico rimasto a piede libero
per troppi anni? È una persona che aveva bisogno di cure e assistenza psichiatrica
che non ha ricevuto? O è semplicemente un grandissimo egoista pronto a
calpestare chiunque per fare i suoi interessi? Personalmente, protendo più per
l’ultima ipotesi. Ma è vero anche che ritengo che Robert Durst sia inscrivibile in
un quadro di psicopatologia, altrimenti significherebbe che tutti gli egoisti sono
pronti a uccidere i loro più cari amici, e non è certo così. Quale patologia
psichiatrica presenti davvero Robert Durst potrebbe essere un interessante spunto
per un ulteriore approfondimento in quanto io, come criminologa, ho cercato di
mantenere una visione d’insieme sull’intera lunga vicenda che ha visto
protagonista Robert Durst per oltre trent’anni. Vicenda che forse non si concluderà
mai. Durst è stato dichiarato innocente per l’omicidio di Morris Black, e ci son
voluti ben quattordici anni perché si trovasse qualche prova del suo
coinvolgimento nel caso di Susan Berman. Ma per la scomparsa di Kathleen
ancora non ci sono prove che lui sia stato coinvolto in qualche modo, se non la sua
confessione. Se le indagini fossero state svolte in maniera più accurata fin
dall’inizio le cose sarebbero andate diversamente? O Durst si sarebbe comunque
rivelato più furbo? Quanto ha influito il fatto che Durst facesse parte di una
famiglia così ricca? La polizia aveva paura di pestare i piedi a qualcuno o
semplicemente ha peccato di superficialità? Per rispondere a queste domande
probabilmente occorrerebbe un’altra tesi, ma un fatto resta: c’è un’intera famiglia
che dopo 34 anni ancora non è riuscita a seppellire uno dei suoi cari, che ancora
non ha potuto elaborare il lutto. “Vorrei poter dire che questo fatto ci ha uniti di
più”, racconta la nipote di Kathleen, Elizabeth McCormack, nata due settimane
prima della sua scomparsa, “ma non sarebbe vero. Alla fine penso che siccome
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non c’è stata una conclusione, non sia come perdere qualcuno sapendo il perché.
Questo porterebbe tutti a capire, a provare qualcosa, a unirci nel dolore. È rimasto
tutto avvolto nel mistero. C’era tanta rabbia, ma non c’è stato modo di piangerla
davvero. Penso che la mancanza del lutto sia pesante per una famiglia. Forse è
per questo che ne stiamo ancora parlando”112.
112 Elizabeth McCormack, The Jinx, “Family values”, Jarecki, Smerling, 2015.
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York, 2015.
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