s.b. unpremionobel perdirebastaallostupro comearmadiguerra · vola rotonda su “l’armonizzazione...

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Più di 60.000 ledonne stupratedurante la Guer-ra civile in Sierra

Leone (1991-2002), oltre40.000 quelle violentatein Liberia (1989-2003), fi-no a 60.000 nella ex Yu-goslavia (1992-1995), ol-tre 200.000 nella Repub-blica Democratica delCongo, nel sud del Sudanpiù di 1.300 casi nel pe-riodo tra aprile e settem-bre del 2015 e più di 50casi da settembre a otto-bre dello stesso anno, inRuanda, nel 1994, tra le100.000 e le 250.000donne violentate, cosìper molte donne dellaminoranza Rohingya inMyanmar, oppure in Li-bia e in Siria. Sono solo al-cuni esempi, ma quantobasta per farci capire co-me la violenza sessualedurante i conflitti è unapratica molto diffusa.Per secoli è stata accetta-ta e considerata dai mili-tari un legittimo bottinodi guerra. Lo stupro veni-va e viene utilizzato co-me arma per spaventarela popolazione e distrug-gere intere comunità mo-dificandone la composi-zione etnica. Non dimen-tichiamoci che in Bosnia itorturatori serbi violenta-vano le donne bosniacheper cambiare l’identitàdi quel popolo attraver-so gravidanze forzate emettendo al mondo deibambini serbi. Un princi-pio messo in atto anchenel Sudan, nella regionedel Darfur. In poche paro-le, uno strumento di puli-zia etnica. Gli effetti del-la violenza sessuale con-tinuano anche dopo la fi-ne del conflitto, segnan-do a vita le donne e mar-chiandole con lo stigmadell’infamia e quindicon l’emarginazione so-ciale. Solo dopo la secon-da guerra mondiale la co-munità internazionaleha deciso di sollevarsi e

contrastare con fermez-za questo aberrante fe-nomeno riconoscendoloper quello che è, un crimi-ne di guerra e soprattut-to un crimine control’umanità. Già nellaquarta Convenzione diGinevra del 1949, la pro-stituzione forzata e lo

stupro vengono ricondot-ti alla prima accezione,per arrivare in seguito,con lo Statuto del Tribu-nale Penale Internaziona-le per la ex Yugoslavia(1993) e il Tribunale Pe-nale Internazionale per ilRuanda del 1994, fino aidiversi pronunciamenti

della Corte Penale Inter-nazionale che parlanospecificamente di crimi-ne contro l’umanità, alpari dello sterminio e del-la tortura. Ciononostan-te, però, come abbiamovisto, questi crimini sonotutt’altro che debellati,confermando quello che

noi donne Cisl riteniamosia un obiettivo fonda-mentale da perseguireper raggiungere risultatisoddisfacenti, il cambia-mento non solo in termi-ni legislativi ma anchedal punto di vista dellamentalità e dell’atteg -giamento nei confronti

della violenza sessualesulle donne. Gli strumen-ti normativi ci sono, sipossono certamente mi-gliorare, ma va fatta unagrande opera di educa-zione e formazione dellecoscienze su una questio-ne che richiama a granvoce il concetto di “dign -ità della persona”, chequindi non vale solo perle donne ma riguarda tut-ti, senza distinzione alcu-na. In questo senso, plau-diamo alla scelta chel’Accademia per i Nobeldi Oslo ha voluto farequest’anno assegnandoil Nobel per la Pace 2018al dottore Denis Mukwe-ge, il medico congoleseche da vent’anni cura lemigliaia di vittime di stu-pro del sanguinoso con-flitto nella RepubblicaDemocratica del Congo,e all’attivista irachenaYazida, Nadia Murad, es-sa stessa vittima di sevi-zie e schiava sessualedell’Isis. Due simboli diquesta lotta, che con leloro iniziative hanno de-nunciato e reso visibili gliorrori della violenza ses-suale come strumento diguerra e hanno contribui-to a rendere giustizia alletantissime vittime. Asse-gnare loro il Premio No-bel per la Pace ha signifi-cato non solo condanna-re a livello globale lo stu-pro di massa nei conflitticome crimine control’umanità, ma riconosce-re e valorizzare pubblica-mente la loro opera co-me esempi da imitare, af-finché nessuno stia in si-lenzio di fronte a tantabrutalità.Perché - come ha dichia-rato lo stesso Mukwegetempo fa al ParlamentoEuropeo - “ogni donnastuprata io la identificocon mia moglie. Ogni ma-dre violentata, con miamadre e ogni bambinovittima di stupro, con imiei bambini”.

Liliana Ocmin

Importante iniziativa del Forum delle Associazioni Fami-liari del Lazio nell’ambito della Settimana della Fami-glia e in occasione della quarta edizione del Premioper il sostegno alle aziende che mettono al centro del-

le loro politiche le esigenze della vita familiare. Una Ta-vola rotonda su “L’armonizzazione Famiglia - Lavorouna svolta culturale necessaria” con cui è stata ribadital’importanza della conciliazione per aiutare le famiglienel loro percorso familiare e genitoriale senza dover ri-nunciare per forza alla propria carriera lavorativa o aldesiderio di maternità. A tale riguardo, il presidente delForum ha richiesto espressamente al Ministro per le Po-litiche della Famiglia, presente all’evento, sgravi fiscalialle aziende che guardano alle madri, ai padri e ai figli.Presente anche la Cisl che ha colto l’opportunità performulare alcune richieste al Governo al fine di rendere

il posto di lavoro un luogo sempre più “family friend-ly”: sostenere l’importante ruolo della contrattazionecollettiva nella promozione concreta della conciliazio-ne, a partire da una conferma del finanziamento previ-sto dal Jobs Act scaduto a fine agosto; adeguare alle con-crete esigenze delle famiglie i servizi socio-educativi perl’infanzia (0-6 anni) e quelli per la non autosufficienzafavorendo l’occupazione femminile e quindi la redditivi-tà del nucleo familiare; incrementare il sistema dei per-messi e congedi per la genitorialità, come il permessoobbligatorio per i padri, in linea con la proposta di Diret-tiva europea che tutto il sindacato europeo sta soste-nendo; riconoscere il valore della maternità anche a li-vello previdenziale (per ogni figlio un anno di contribu-zione). (L.M.)

IlForumdelleAssociazioni

familiariLaziopromuove

il IVPremio“Aziende

familyfriendly”

UnPremioNobelperdirebastaallostupro

comearmadiguerra

conquiste delle donne

Donne e Lavoro. Nella foto un ritratto di famiglia

Drammatico aumento delle violenzesessuali sui minori in Italia. Nel2017 è stato registrato un +18%. La

denuncia arriva dal dossier Terre desHommes che ha presentato la Campa-gna Indifesa su dati Interforze sulla vio-lenza sui minori. Alla vigilia della Gior-nata mondiale delle bambine è neces-sario stigmatizzare con decisione que-sti odiosi reati. Le vittime di violenzasessuale sono per l’84% femmine. Daidati emerge anche che gli atti sessualicon minorenni sono cresciuti del 13% ele vittime sono ragazze nell’80% dei ca-

si; la corruzione di minorenni ( atti ses-suali in presenza di bambini sotto i 14anni) è aumentata del 24% e il 78% del-le vittime sono bambine; la violenzasessuale aggravata è in aumentodell’8% e l’83% delle vittime sono ra-gazze o bambine. Come se non bastas-se è poi in forte crescita anche il nume-ro dei minori vittime di reati legati allapedopornografia: nel 2017 si è registra-to un +57% per la detenzione di mate-riale pornografico (per l’86% femmi-ne) e un +10% per la loro produzione,che coinvolge per l’84% bambine e ra-

gazze.Il reato che miete il maggior nu-mero di vittime tra i minori è il maltrat-tamento in famiglia: trattandosi di casiche hanno richiesto l’intervento delleForze dell’Ordine appare particolar-mente agghiacciante la cifra di 1.723bambini in un solo anno. Maggiore con-sapevolezza in famiglia e nell’educa -zione dei minori possono e devono in-vertire questa rotta. Bene dunque cam-pagne di formazione come quelle cheda tempo svolge la Polizia nelle scuolee non solo.

S.B.

Minori,nel2017+18%violenze

sessuali inItalia.Ladenunciadaldossier

Terre desHommes

? 66 giovedì 11 ottobre 2018 Dibattito

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