seconda università degli studi di napoli dipartimento di ... del lavoro. lamberti....
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Le patologie muscoloscheletriche
lavoro-correlate
da
SOVRACCARICO BIOMECCANICO
Prof.ssa Monica Lamberti
1
ANNO ACCADEMICO 2013-2014
CORSO INTEGRATO DI IGIENE E
MEDICINA DEL LAVORO
Lezioni di Medicina del Lavoro
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Patologie muscolo scheletriche correlate al lavoro
Sono patologie a carico di
STRUTTURE OSTEOMUSCOLO-NEURO-TENDINEE
E DELLE BORSE
le quali risultano sottoposte ad un
COSTANTE IMPEGNO FUNZIONALE
SOVRACCARICO BIOMECCANICO
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Epidemiologia
La quarta indagine sulle condizioni lavorative nell’Unione
Europea condotta nel 2005 dalla Fondazione di Dublino
mette in evidenza che i disturbi muscolo-scheletrici, ed in
particolare il mal di schiena, sono il sintomo maggiormente
accusato dai lavoratori
- 25% dei lavoratori dell’UE soffre di mal di schiena
- 23% lamenta dolori muscolari
- 62% dei lavoratori svolge operazioni ripetitive con le mani
o le braccia per un quarto dell’orario di lavoro
- 46% lavora in posizioni dolorose o stancanti
- 35% trasporta o movimenta carichi pesanti.
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Malattie e disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico sono assai diffusi tra lavoratrici e lavoratori e costituiscono una delle principali cause di assenza per malattia in molte attività.
Le conseguenze sono pesantissime, da un punto di vista sociale ed economico, per i lavoratori, ai quali procurano sofferenza personale e possibile riduzione di reddito; per i datori di lavoro, perché riducono l’efficienza aziendale; per il Paese, perché incidono sulla spesa sanitaria e previdenziale
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L’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza
sul Lavoro ha dedicato la Settimana Europea per
la sicurezza nel 2000 e nel 2007 alle malattie
muscolo scheletriche.
Nel 2005, secondo dati Eurostat relativi ad 12
Stati membri, oltre la metà (57%) delle malattie
professionali riconosciute a livello europeo
comprendeva patologie dell’apparato muscolo
scheletrico, ovvero tendinopatie, epicondiliti e
sindrome del tunnel carpale.
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Nell'Unione Europea le malattie muscolo-scheletriche sono responsabili del 49% di tutte le assenze dal lavoro e del 60% dell'incapacità lavorativa permanente.
Solamente in Italia si registra il 41% delle assenze per malattia dovute proprio alle patologie muscolo-scheletriche.
L'impatto socio-economico di questo fenomeno ammonta a circa 240 miliardi di euro, senza contare le malattie professionali.
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Rapporto INAIL 2011
MALATTIE OSTEO-ARTICOLARI E
MUSCOLO-TENDINEE
Dovute prevalentemente a sovraccarico bio-meccanico e
movimenti ripetuti
- Affezioni dei dischi intervertebrali 11mila denunce nel 2011
- Tendiniti 10mila denunce nel 2011
2007-2011
più che triplicate le prime e più che raddoppiate le seconde
nei cinque anni di osservazione.
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Rapporto INAIL 2011
MALATTIE OSTEO-ARTICOLARI E MUSCOLO-TENDINEE
L’aumento di queste malattie è osservato già da molti anni, ma ai
record raggiunti negli ultimi ha senz’altro contribuito, come già detto,
l’effetto dell’entrata a regime del DM 9 aprile 2008 che, inserendole in
tabella, ha attribuito loro “la presunzione legale di origine”, agevolando
e incentivando il ricorso alla tutela assicurativa.
Tra le malattie professionali tabellate sono state inserite quelle
“causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-
braccio”, “da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore e del
ginocchio” e le “ernie discali lombari”.
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MALATTIE MUSCOLOSCHELETRICHE
CORRELATE AL LAVORO
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COLONNA VERTEBRALE
• Degenerazione del disco intervertebrale (ernia discale)
• Degenerazione artrosica
ARTI SUPERIORI
• Tendiniti
• Patologie da intrappolamento dei nervi periferici
• Degenerazione artrosiche
ARTI INFERIORI
• Patologie degenerative del ginocchio
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Rachide
Il sovraccarico biomeccanico a cui sono sottoposti
i dischi intervertebrali, anche in relazione alla
movimentazione manuale dei carichi pesanti, può
determinare con il tempo la comparsa di
microfratture nelle cartilagini limitanti così come
microfissurazioni prima concentriche poi radiali
dell’anello fibroso del disco intervertebrale stesso.
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Rachide
La degenerazione dei dischi
intervetebrali conseguente
(perdita di liquidi e riduzione di
spessore) determina la
detensione dei legamenti
longitudinali con formazione di
becchi artrosici nei soggetti più
maturi e instabilità vertebrale
nei soggetti più giovani.
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Ernia discale
Le microfissurazioni radiali del disco intervetebrale creano «la strada» per la formazione dell’ernia del disco.
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Carico articolare
È stata stimata la pressione critica sui dischi intervetebrali lombari al di sotto della quale non sono state rilevate lesioni delle limitanti vertebrali e nell’anello fibroso (circa 250 kg di forza di compressione sulla superficie del disco).
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TENDINITI E BORSITI DELLA SPALLA
Nel sovraccarico biomeccanico
della spalla la diagnosi di più
frequente riscontro è la «sindrome
da conflitto» (o «periartrite
scapolo-omerale») che può
evolvere in tendinite calcifica o
morbo di Duplay e in pericapsulite
adesiva o «sindrome della spalla
gelata».
Genericamente si può definire
«tendinite della cuffia dei rotatori»
un processo flogistico che
interessi uno o più dei seguenti
tendini: sovraspinoso, piccolo
rotondo, sottoscapolare e
sottospinoso.
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EPICONDILITE
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Affezione degenerativa
microtraumatica di un tendine
alla sua inserzione ossea
sull’epicondilo omerale. In
questa sede sono numerosi i
tendini che prendono
inserzione ma solo il tendine
del muscolo estensore
radiale breve del carpo risulta
coinvolto. Scaricato da www.sunhope.it
ART. 17. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO NON DELEGABILI
1. Il datore di lavoro non puo' delegare le seguenti attivita':
a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall'articolo 28;
b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.
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TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Art. 167 Campo di applicazione
1. Le norme del presente titolo si applicano alle attivita' lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari.
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Art. 167 Campo di applicazione …
2. Ai fini del presente titolo, s'intendono:
a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari;
b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto dell'allegato XXXIII, ed in particolare:
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
a) organizza i posti di lavoro in modo che detta movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute;
b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro in questione tenendo conto dell'allegato XXXIII;
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie dorso-lombari, adottando le misure adeguate, tenendo conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta, in base all'allegato XXXIII;
d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 41, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all'allegato XXXIII.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
3. Le norme tecniche costituiscono criteri di
riferimento per le finalita' del presente
articolo e dell'allegato XXXIII, ove
applicabili. Negli altri casi si puo' fare
riferimento alle buone prassi e alle linee
guida.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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Art. 169. Informazione, formazione e addestramento
1. Tenendo conto dell'allegato XXXIII, il datore di lavoro:
a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente
al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato;
b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi
lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività.
2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l'addestramento
adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico
biomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attività
lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà
considerare, in modo integrato, il complesso degli elementi di
riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel
presente allegato. Scaricato da www.sunhope.it
ELEMENTI DI RIFERIMENTO
1. Caratteristiche del carico
2. Sforzo fisico richiesto
3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro
4. Esigenze connesse all’attività
ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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ALLEGATO XXXIII
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e
sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il
lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:
- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto
delle differenze di genere e di età;
- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal
lavoratore;
- insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o
dell’addestramento.
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RIFERIMENTI A NORME TECNICHE
Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3)
relative alle attività di movimentazione manuale
(sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione di
carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra
quelle previste all’articolo 168, comma 3.
ALLEGATO XXXIII
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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NORME TECNICHE
NORME ISO
ISO 11228-1 Ergonomics-Manual handling-Lifting and
carrying
ISO 11228-2 Ergonomics -Manual handling -Pushing and
pulling
ISO 11228-3 Ergonomics-Manual handling- Handling of low
loads at high frequency
NORME UNI EN (direttiva “macchine”)
UNI EN 1005-2 Sicurezza del macchinario; prestazione
fisica umana, movimentazione manuale di macchinario e di
parti componenti il macchinario
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BUONE PRASSI
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“Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme
è la politica. Sortirne da soli è avarizia.” (L.Milani)
“Buona prassi”: una buona
azione individuale che
produce la riorganizzazione
di un percorso istituzionale
che tiene conto di tutti, quindi
con una valenza politica che
non si può nascondere o
dimenticare.
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LINEE GUIDA SIMLII
Linee guida per la prevenzione e i disturbi delle patologie muscoloscheletriche del rachide da movimentazione manuale dei carichi Linee guida per la prevenzione delle patologie correlate alla movimentazione manuale dei pazienti
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
MOVIMENTAZIONE
CARICHI - NIOSH
MOVIMENTAZIONE
PAZIENTI - MAPO
TRAINO E SPINTA - SNOOK E CIRIELLO
MOVIMENTI RIPETUTI
ARTI SUPERIORI - METODO OCRA
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Metodo NIOSH
Nel 1981 il NIOSH ha proposto una metodologia per la
valutazione del rischio biomeccanico associato
all’effettuazione ripetuta di azioni di sollevamento. Tale
equazione è stata poi modificata successivamente nel
1991 al fine di ampliarne l’applicabilità a compiti di
sollevamento più complessi (non solo a quelli effettuati sul
piano sagittale).
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Metodo NIOSH
Lo strumento permette di determinare un «peso limite
raccomandato» attraverso un’equazione che a partire da
una costante di peso iniziale, sollevabile in condizioni
ottimali, considera l’eventuale esistenza di elementi
sfavorevoli e tratta questi ultimi con appositi fattori di
demoltiplicazione. I fattori di demoltiplicazione possono
assumere valori compresi tra 0 e 1.
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Metodo NIOSH
Quando l’elemento di rischio potenziale corrisponde ad una
condizione ottimale, il relativo fattore assume il valore 1 e
pertanto non porta ad alcun decremento del peso iniziale.
Quando l’elemento di rischio è presente, discostandosi
dalla condizione ottimale, il relativo fattore assume un
valore inferiore a 1: esso risulta tanto più piccolo quanto
maggiore è allontanamento dalla relativa condizione
ottimale
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Metodo NIOSH
Al termine della procedura di valutazione è possibile
calcolare un Indice di sollevamento (LI) dividendo il peso
realmente sollevato per quello limite raccomandato.
Per valori dell’indice inferiori a 1 il compito di sollevamento
può essere considerato sicuro
All’aumentare dei valori dell’indice è minore la quota di
lavoratori in grado di svolgere il compito senza rischio di
sviluppare lombalgia
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Metodo NIOSH
• Indice di sollevamento finale ovvero:
PESO LIMITE RACCOMANDATO
PESO OGGETTO DELLA VALUTAZIONE
> 1 Tra
0,86 e 1 < 0,85
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METODO SNOOK E CIRIELLO
Questo metodo è stato proposto dagli autori per valutare il
rischio correlato al trasporto in piano, ovvero al traino e alla
spinta dei carichi.
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METODO SNOOK E CIRIELLO
Sono tabelle in cui viene indicato il valore massimo della FI
(forza di inizio spinta/traino) e FM (forza di mantenimento),
in base a:
• Tipo di trasporto (traino o spinta)
• Frequenza dell’azione di traino/spinta
• Sesso del lavoratore
• Distanza da percorrere
• Altezza delle mani da terra
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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
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• In questa realtà lavorativa la MMC assume però caratterizzazioni
peculiari essendo prevalentemente correlata alle attività di cura
e assistenza a pazienti parzialmente o del tutto non
autosufficienti.
• La letteratura nazionale ed internazionale evidenzia che gli
infortuni e le patologie legate alla movimentazione manuale dei
pazienti non autosufficienti costituiscono l’espressione di uno
dei più importanti rischi in ambito ospedaliero per il personale
infermieristico, tecnico ed ausiliario.
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• Indicatore sintetico, sulla base della valutazione di una serie di fattori di rischio specifici nella movimentazione dei pazienti.
• Tale approccio è per molti versi analogo alla metodologia NIOSH.
• Fattori: FS, fattore Sollevatori; FA, fattore Ausili Minori; FC, fattore Carrozzine; Famb, fattore Ambiente; FF, fattore Formazione; NC/Op, rapporto fra pazienti Non Collaboranti (NC) e gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro; PC/Op, rapporto fra pazienti Parzialmente Collaboranti (PC) e gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro, il calcolo dell'indice MAPO è dato dalla formula:
• Indice MAPO = (NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF
• I rapporti tra il numero dei pazienti Non Autosufficienti e gli Operatori (NC/Op e PC/Op) forniscono una misura del numero di operazioni di spostamento o sollevamento che devono essere effettuate dagli Operatori.
• Questi rapporti sono successivamente pesati dal Fattore "sollevatori" e dal Fattore "ausili minori". In questo modo, in relazione all'uso ed adeguatezza degli ausili, si fornisce una misura del potenziale sovraccarico biomeccanico indotto dalle operazioni di movimentazione dei pazienti non
autosufficienti.
METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
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Indice MAPO = (NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF
• I rapporti tra il numero dei pazienti Non Autosufficienti e gli Operatori (NC/Op e PC/Op) forniscono una misura del numero di operazioni di spostamento o sollevamento che devono essere effettuate dagli Operatori.
• Questi rapporti sono successivamente pesati dal Fattore "sollevatori" e dal Fattore "ausili minori". In questo modo, in relazione all'uso ed adeguatezza degli ausili, si fornisce una misura del potenziale sovraccarico biomeccanico indotto dalle operazioni di movimentazione dei pazienti non
autosufficienti.
METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
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0 – 1.5
Livello di rischio trascurabile; Formazione ed informazione
1.51 – 5
Interventi di bonifica: ausiliazione
Formazione – Sorveglianza Sanitaria
> 5.01 Rischio!!
Prevenzione primaria – ausiliazione
Priorità a situazioni con indice più elevato
Sorveglianza Sanitaria
Formazione
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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
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- standardizza un metodo di valutazione del rischio, essendo validato
ed ampiamente utilizzato
-consente di individuare, realtà per realtà, i fattori maggiormente
in causa nella composizione del punteggio finale
- consente di stimare l’entità della riduzione dell’indice di rischio a
seguito degli interventi stabiliti
-consente di pianificare le misure preventive intervenendo in
modo mirato, sia a livello del singolo reparto, sia rispetto a tutte
le realtà considerate
-necessario ai fini medico-legali
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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
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- non può essere utilizzato per valutare il rischio nei servizi,
poliambulatori, sale operatorie, …
- non è applicabile nell’ambiente extraospedaliero
-non è in grado di indagare il rischio legato ai movimenti e alle
posture che il personale assume
-è scarsamente correlabile ai risultati della sorveglianza sanitaria
Necessario analizzare pertanto in modo molto più dettagliato i compiti effettivamente svolti dagli operatori (infermieri e personale ausiliario) nelle loro uu.oo.
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METODO MAPO (Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
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METODOLOGIA OCRA
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Il metodo OCRA (OCcupational Ripetitive Actions)
(Colombini e Occhipinti, 1996) è stato sviluppato per
analizzare il rischio WMSD per gli arti superiori di lavoratori
addetti a compiti in cui sono presenti i vari fattori di rischio
(ripetitività, forza, posture/movimenti incongrui, assenza
di periodi di recupero, ... ). L'indice di rischio è diviso in
fasce (verde, gialla, rossa) corrispondente rispettivamente ad
un rischio assente, lieve e presente.
A differenza di altri metodi, il metodo OCRA consente di
valutare un indice complessivo nel caso di più compiti svolti
durante il turno di lavoro
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Metodo OCRA Esiste in una forma sintetica e preliminare di valutazione
(CHECK-LIST) e in una più dettagliata (INDICE) che
contribuiscono a stratificare il rischio prevedendo la
possibilità di ammalare nei successivi 5 – 10 anni
permettendo di pianificare opportuni interventi :
CHECK LIST INDICE VALUTAZIONE RISCHIO
< 7,5 2,2 ACCETTABILE
7,6 – 11 2,3 – 3,5 MOLTO LIEVE
11,1 – 14,0 3,6 – 4,5 LIEVE
14,1 – 22,5 4,6 – 9 MEDIO
> 22,5 > 9,1 ELEVATO Scaricato da www.sunhope.it
Altri metodi per la valutazione
dei movimenti ripetitivi ad alta frequenza
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SORVEGLIANZA SANITARIA
TUTTI GLI ESPOSTI A RISCHIO RESIDUO DI
MMC SONO SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA
SANITARIA AI SENSI DELL’ARTICOLO 41.
LA SORVEGLIANZA SANITARIA TIENE CONTO
DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DEI
FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
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SORVEGLIANZA SANITARIA
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Accertamenti preventivi
prima dell’inserimento lavorativo per constatare l’assenza di controindicazioni alla mansione cui i lavoratori sono destinati
Accertamenti periodici
per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica
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SORVEGLIANZA SANITARIA
ANAMNESI PERSONALE E FISIOLOGICA
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- Vengono raccolte dapprima notizie di carattere generale: dati
anagrafici, azienda, reparto, mansione attuale anzianità di
mansione. Inoltre si focalizza l’attenzione sull’esistenza o
meno, nei lavori precedenti, di uno o più fattori di rischio
posturali definiti secondo alcune varianti fondamentali:
seduto fisso, guida di automezzi, in piedi fisso, trasferimento
manuale di carichi e, per spalla, movimenti ripetitivi con
posture incongrue della spalla (es. braccio all’altezza della
spalla).
- Vanno indagate inoltre le attività sportive e hobbistiche.
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SORVEGLIANZA SANITARIA
ANAMNESI PATOLOGICA DI INTERESSE
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PATOLOGIE CHE POSSONO FAVORIRE IL CARICO E LA
DEGENERAZIONE ARTICOLARE (OBESITà,
DISLIPIDEMIE)
PREGRESSI TRAUMI DELL’APPARATO MUSCOLO
SCHELETRICO
LOMBALGIE ACUTE E CRONICHE
SINDROMI DOLOROSE
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SORVEGLIANZA SANITARIA
ESAME OBIETTIVO DEL RACHIDE
- Osservazione degli atteggiamenti posturali
- Palpazione della muscolatura paravertebrale, pressione
sulle apofisi spinose e sugli spazi intervetebrali
- Valutazione della motilità analitica del rachide
- Manovre di Lasègue e Wassermann
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Manovra di Lasegue: sollevamento della gamba estesa a paziente supino con
comparsa di dolore tra i 30° ed i 60° da interessamento di L5-S1.
Manovra di Wasserman: Evocazione ed accentuazione del dolore radicolare
(lombare od irradiato), quando al paziente sdraiato sul letto in posizione rpona, si
flette lentamente la gamba sulla coscia. E' chiamato "segno della L3" perchè è
quasi sempre positivo in caso di irritazione di L3 ed L4.
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ESAME OBIETTIVO ARTO
SUPERIORE
- ISPEZIONE,
- PALPAZIONE
- MOTILITà (ATTIVA E PASSIVA)
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SORVEGLIANZA SANITARIA
INDAGINI COMPLEMENTARI
-ECOGRAFIA MUSCOLOSCHELETRICA
-RX, TC, RMN
-ELETTRONEUROMIOGRAFIA
- Altre indagini (ECG)
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SORVEGLIANZA SANITARIA
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Il giudizio di idoneità alla mansione si esprime in
Idoneità
Idoneità parziale,temporanea o permanente,
con prescrizioni o limitazioni
Inidoneità temporanea
Inidoneità permanente
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GRAVIDANZA E MMC
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D.Lgs.151/2001
«Le donne in gravidanza non
devono essere adibite al
trasporto ed al sollevamento
dei carichi…»
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75
Patologie muscolo-scheletriche:
RISCHI LAVORATIVI
• MMC
Da INAIL «Quando il movimento non è salute» 2011 Scaricato da www.sunhope.it
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