siamo uomini e caporali. psicologia della disobbedienza
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3. Guardie e ladriLa prossimità
5. Totò all’InfernoLa Dis-Obbedienza all’Autorità
4. Totòtruffa’62L’Autorità come arma di persuasione
2. Totò DiabolicusL’Obbedienza all’Autorità
1. Siamo uomini o caporaliL’Effetto Lucifero
Se la capacità di disobbedireha segnato l’inizio della storia
umanapuò darsi benissimo che
l’obbedienzane provochi la fine
E. Fromm
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1. Siamo uomini o caporali
L’Effetto Lucifero
Se la capacità di disobbedireha segnato l’inizio della storia
umanapuò darsi benissimo che
l’obbedienzane provochi la fine
E. Fromm
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«…è da sempre che il caporale mi perseguita…»
DA DOVE NASCE LA «TEORIA DEGLI UOMINI E DEI
CAPORALI» ?
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«Siamo uomini o caporali?»
Questa frase ha una storia iniziata durante la mia vita militare […]
Fui destinato all’88mo Reggimento di stanza a Livorno. Fu in questo glorioso reggimento che mi ritrovai come superiore il famigerato caporale, il
caporale per antonomasia, il caporale a vita, uno di quei personaggi che ti fanno odiare, per un numero
imprecisato di generazioni, la disciplina militare.
Al caporale tutto quello che io facevo non piaceva. Trovava da ridire su ogni minuzia e mi imponeva sempre di rifare i servizi, anche se erano eseguiti alla perfezione […]
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Un’ira sorda, un rancore ancora più forte perché represso, mi invasero l’anima e, in quel clima
esasperato, giunsi a identificare il peggio dei difetti umani nella categoria dei caporali, divenuti il simbolo
della prevaricazione dei forti nei confronti dei più deboli: il massimo della vigliaccheria e della
cattiveria.Ai caporali contrapposi gli uomini, ossia le persone
perbene, capaci anche di esercitare la loro autorità, se ne hanno, senza abusarne […]
In caserma mi capitò spesso di esclamare davanti ai miei commilitoni oppressi: «Guardiamoci in faccia…
SIAMO UOMINI O CAPORALI?».
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Rientrai nella vita civile con il bagaglio della mia burrascosa esperienza militare e continuai ad applicare il sistema di catalogare le persone secondo quanto avevo imparato in caserma.
La gente in genere divide l’umanità in amici e nemici, buoni e cattivi.
Io invece la divido in uomini e caporali:
i primi esprimono il bene,gli altri il male.
ANTONIO DE CURTIS
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«CAPORALI SI NASCE!»«SIGNORI SI NASCE!»
SONO AFFERMAZIONI RAPPRESENTATIVE DELL’IDEA PREDOMINANTE NELLA CULTURA OCCIDENTALE SECONDO CUI LE AZIONI SONO L’ESITO DELLA «PERSONALITÀ» O DEL «PATRIMONIO GENETICO» DI CHI LE COMPIE
NE CONSEGUE CHE BISOGNA SCAVARE ALL’INTERNO DEGLI INDIVIDUI PER CAPIRE LE RAGIONI DEL LORO
COMPORTAMENTO
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Questa IMPOSTAZIONE «DISPOSIZIONALE» è piuttosto
SEMPLICISTICA
COSÌ COME LA DICOTOMIA BENE / MALE
CHE ESSA INGLOBA
perché questo modo di pensare è così popolare?
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LA POPOLARITÀ DI TALE IDEA È LEGATA AI BENEFICI CHE NE DERIVANO:
1. PER IL SISTEMA CHE COSÌ VIENE ALLEGGERITO DALLA RESPONSABILITÀ DI AVER CREATO I PRESUPPOSTI ALL’ATTUAZIONE DEL MALE
2. PER CHI NON HA ANCORA AGITO IN MANIERA CATTIVA CHE COSÌ PUÒ CONTINUARE A CREDERE DI ESSERE DIVERSO DA «QUEL GENERE DI PERSONE»…
…NOI «LIBERI DAL MALE»
28 APRILE 2004
LE TV DI MEZZO MONDO TRASMISEROIMMAGINI TERRIFICANTI…
…SUGLI ABUSI PERPETRATI DAI MILITARI AMERICANI AI DANNI DEI SOLDATI IRACHENI AD ABU GHRAIB
L’AMMINISTRAZIONE BUSH E L’APPARATO MILITARE DIEDERO LA
COLPA A “UN GRUPPO DI MELE MARCE”
“UN GRUPPO DI SOLDATI DELINQUENTI”
CONDANNANDO IL SERGENTEIVAN “CHIP” FREDERICK
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Sono veramente le PERSONE «buone» o « cattive» o lo è la
SITUAZIONE entro la quale si attua un determinato comportamento ?
SPESSO, infatti, osserviamo«BRAVE» PERSONE…
…trasformarsi e DIVENTARE «CATTIVE»
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ESPERIMENTI COME QUELLO DELLA STANFORD PRISON, PROGETTATO E
COORDINATO DAL PROF. ZIMBARDO NEL 1971, HANNO DIMOSTRATO
CON QUALE FACILITÀ ANCHE “BRAVE” PERSONE, POSSANO
TRASFORMARSI IN CATTIVE UNA VOLTA ASSUNTO UN RUOLO DI
POTERE…
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…E, COSA ANCOR PIÙ INTERESSANTE, OSSERVARE CON QUALE FACILITÀ SEMPRE ALTRI STUDENTI “MODELLO” SI
SIANO GRADUALMENTE TRASFORMATI IN PERFETTI OBBEDIENTI AL SISTEMA
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PERMETTENDO AI COLLEGHI-CARNEFICI
DI INFLIGGERE PUNIZIONI «LEGGERE»
COME FLESSIONI …
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…MA ANCHE PIÙ UMILIANTI
COME PULIRE LA TAZZA DEL BAGNO A
MANI NUDE
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…FINO A CAUSARE IN ALCUNI PRIGIONIERI FORTI REAZIONI DI STRESS PER VIA DEGLI ABUSI DA PARTE DELLE GUARDIE COSÌ DA
COSTRINGERE GLI SPERIMENTATORI AD
INTERROMPERE L’ESPERIMENTO PRIMA DEL PREVISTO:
DOPO SOLO 6 GIORNI !LA SITUAZIONE ERA ANDATA
FUORI CONTROLLO
2. Totò DiabolicusL’Obbedienza all’Autorità
Se la capacità di disobbedireha segnato l’inizio della storia
umanapuò darsi benissimo che
l’obbedienzane provochi la fine
E. Fromm
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…era un ordine del nostro comando…
…lei vive in questo periodo, ma noi vivevamo nel 1933…
…non abbiamo commesso un crimine, abbiamo fatto ciò che ci è stato ordinato,
non è stato un crimine!
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ADOLFEICHMANN
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Adolf Eichmann: responsabile delle operazioni di identificazione e trasporto degli ebrei verso i campi di concentramento.Si è occupato, con zelo, dello sterminio di un popolo.
The Red Cross identitity document Adolf Eichmann used to enter Argentine under the fake name Ricardo Klement in 1950, issued by the Italian delegation of the Red Cross of Geneva.
Arrestato nel 1960 a Buenos Aires – si era nascosto in Sud America sotto falso nome – con la pesantissima accusa di essere uno dei principali artefici della Shoah.
1961 - PROCESSO AD ADOLF EICHMANN GERUSALEMME, (ISRAELE)
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Nel corso del processo, in Israele, questo
«blocco di marmo» dichiarò in maniera ossessiva DI AVER SOLO OBBEDITO A
DEGLI ORDINI
per molti si trattava di un INDIVIDUO DECISAMENTE
PERVERSO ma non per tutti,
1961 Processo a Gerusalemme,
(Israele)
almeno non per Hannah Arendt,
la giornalista presente al processo
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«il guaio del caso
Eichmann era che di
uomini come lui ce
n’erano tanti e che questi
tanti non erano né
perversi né sadici, bensì
erano, e sono tuttora,
terribilmente normali»
H. Arendt
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Anche Stanley Milgram come psicologo sociale prediligeva l’analisi del contesto immediato
a quella dei «tratti di personalità», l’esterno all’interno.
Si orientò da subito su una spiegazione che riportava la condotta di Eichmann a
un’obbedienza cieca anziché a un’aberrazione disposizionale
Ebbe modo di verificarela validità di tale ipotesi con quello che poi sarebbe diventato uno dei più controversi esperimento della
storia della Psicologia Sociale…
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…Milgram ebbe così modo di dimostrare che DUE
PERSONE SU TRE obbedirebbero ad un’autorità
considerata legittima infliggendo scariche elettriche
fino a 450 V ad uno sconosciuto !!
…era un ordine del nostro comando…
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tra il 1961 e il 1963…
mentre Eichmann veniva processato,
la Arendt scriveva «La banalità del male»,
Milgram sperimentava il paradigma scientifico dell’Obbedienza
all’Autorità,
Totò si impegnava a realizzare i seguenti film…
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1. Sua Eccellenza si fermò a mangiare: il ladruncolo Totò si spaccia per il dott. Tanzarella, il medico personale di Mussolini;
2. Totò, Peppino e la Dolce Vita: Totò è un «pezzo da novanta» della politica.3. Totòtruffa ’62. Totò è un modesto attore di varietà specializzato in travestimenti che
interpreta i seguenti ruoli: diplomatico, Cav. Antonio Trevi (proprietario dell’omonima fontana), ingegnere del «Comuno» e, perfino, Fidel Castro.
4. I due marescialli: Totò è un ladro travestito da prete e da maresciallo dei Carabinieri.5. Totò Diabolicus: nei ruoli dei fratelli di Torrealta, Totò è marchese, baronessa, generale
fascista, chirurgo, monsignore.6. Totò contro Maciste: Totò è addirittura figlio del Dio Amon.7. Totò, Peppino divisi a Berlino: l’attore è un ex gerarca nazista.8. I due colonnelli: Totò è un colonnello dell’esercito italiano.9. Il giorno più corto: Totò non è un’autorità ma un soldato-eroe, rievocando il concetto
di disobbedienza come atto eroico.10. Totò contro i quattro: Totò è un Commissario di Polizia.11. Le motorizzate: nell’episodio «Il vigile ignoto» Totò interpreta il ruolo di Vigile
metropolitano.
1961
1962
196312. Gli onorevoli: è un ex colonnello in pensione in lotta contro le
manipolazioni persuasive delle autorità politiche in periodo elettorale.13. Il comandante: Totò interpreta il ruolo del colonnello Antonio Cavalli
che, lo stesso giorno in cui riceve la promozione va in pensione, da Generale.
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ben 13 film basati sul rapporto d’autorità
mostrando in film come«Totò Diabolicus» o «Totòtruffa ‘62» i
rischi dell’obbedienza «cieca»…
3. Guardie e ladriLa prossimità
Se la capacità di disobbedireha segnato l’inizio della storia
umanapuò darsi benissimo che
l’obbedienzane provochi la fine
E. Fromm
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VARIANTI DELL’ESPERIMENTO DI MILGRAM
«Reazione vocale» (Voice feedback): introdotte proteste verbali. L’allievo continuava a non essere visto, in quanto posto nell’altra stanza ma potevano essere udite le sue voci attraverso la parete.
«Vicinanza» (Proximity): allievo nella stessa stanza dell’insegnante ad una distanza di meno di un metro.
«Contatto fisico»: la vittima era posta nella stessa stanza dell’insegnante con la variante che la scossa elettrica poteva essere ricevuta dall’allievo soltanto
ponendo il suo braccio su una piastra metallica.
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RIDUCENDO LA DISTANZA FISICA
TRA INSEGNANTE E ALLIEVO,
I LIVELLI DI OBBEDIENZA DIMINUIVANO
DRASTICAMENTE
dal 65 % al 20 %
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La prossimità implica il riconoscimento dell’altro, prossimo, attraverso il cui volto è possibile proiettarsi,
identificarsi, riconoscersi simili, empatizzare.
Ciò che favorisce l’attivazione di condotte disumane è, al contrario, l’isolamento della
vittima non soltanto in termini fisici ma, soprattutto morali, escludendo il contatto empatico e la complicità che un semplice scambio di sguardi potrebbe instaurare.
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ZYGMUNT BAUMAN:«l’esperimento di Milgram ha mostrato
come è possibile facilitare l’esecuzione di condotte riprovevoli attraverso l’isolamento
della vittima dal carnefice...
Isolando la vittima e rendendola non visibile all’esecutore, il
carnefice non vede e non sente direttamente ciò che viene
causato dalle sue azioni sentendosi, così, meno
responsabile».
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«È per questo motivo che si tende a fare in modo che gli occhi della vittima non incontrino mai quelli del carnefice. Il contatto
visivo con la vittima aumenta la probabilità che uno spettatore si immedesimi nella sua situazione e si senta impegnato ad agire. […] Quando uno spettatore si trova vis-à-vis con la vittima, egli avverte un certo grado di associazione con la stessa e così sarà
molto più probabile che agisca in modo responsabile».
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distacco fisico ed emotivo facilitano le condotte disumane e disumanizzanti
al contrario
vicinanza fisica ed emotiva facilitano la comprensione
reciproca
Guardie e ladri. M. Monicelli e Steno, 1951
Totò e Carolina. M. Monicelli, 1953
4. Totòtruffa’62L’Autorità come arma
di persuasione
Se la capacità di disobbedireha segnato l’inizio della storia
umanapuò darsi benissimo che
l’obbedienzane provochi la fine
E. Fromm
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…nel triennio ‘61-’63 film come «Totòtruffa ‘62» mostrano come si
possa cadere nella ragnatela di truffatori che sfruttano l’Autorità come
principio di persuasione…
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prof. ROBERTCIALDINI
5. Totò all’InfernoLa Dis-Obbedienza
all’Autorità
Se la capacità di disobbedireha segnato l’inizio della storia
umanapuò darsi benissimo che
l’obbedienzane provochi la fine
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Negli esperimenti di Milgram e di Zimbardo, non tutti, si fecero
assecondare dall’Effetto Lucifero
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Un numero, seppur minimo, di persone disobbedì al SISTEMA
nonostante le pressioni sul fatto che certi esperimenti venivano condotti
per il bene della Scienza.
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se è vero che esiste una
«banalità del male» che
spinge esseri umani come Eichmann a
protendere per il male…
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…è pur vero che esiste anche
«banalità del bene e dell’eroismo» come quella che
ha spinto il nostro PERLASCA a
disobbedire e ad agire contro un
sistema che riteneva ingiusto
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La storia dell’uomo, ha avuto origine da un atto di
disobbedienza. Da Adamo in poi, attraverso altri atti di disobbedienza è stato possibile lo sviluppo
dell’umanità…
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…grazie anche al sacrificio di tanti uomini coraggiosi che
hanno saputo contrastare le leggi vigenti, le autorità che hanno cercato di reprimere
ogni idea che avrebbe potuto portare cambiamento a credenze consolidate.
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«Tutti i martiri delle fedi religiose, della libertà e della scienza hanno dovuto disobbedire a coloro che volevano imbavagliarli, se volevano obbedire alla propria coscienza, alle leggi dell’umanità e della ragione».
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«L’essere umano capace solo di obbedire, e non di disobbedire, è uno schiavo; chi sa soltanto disobbedire e non obbedire, è un ribelle (non un rivoluzionario):
costui agisce mosso da collera, da delusione, da risentimento, non già in nome di una convinzione o di un principio».
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Grazie a Philip Zimbardo, a Piero Bocchiaro, a Liliana ed Elena De Curtis, ad Annalisa Marchi, alla FrancoAngeli,
a tutti Voi …uomini e caporali!
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Se la capacità di disobbedire
ha segnato l’inizio della storia umana
può darsi benissimo che l’obbedienza
ne provochi la fine
E. Fromm
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