sintesi ireland vs uk.pdf
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Società Politica Fine anni ’60: rinnovamento sociale e
culturale; movimenti per i diritti civili
(NICAR): modifiche politiche di
assegnazione degli alloggi; abolizione
Gerrymandering, Special Power Acts e
scioglimento B specials.
Marce pacifiche nelle 6 contee; manifestanti
violentemente attaccati da lealisti
protestanti; indifferenza o complicità della
RUC (Royal Ulster Constabulary); Bogside
di Derry.
Clima di tensione e incertezza; gruppi
paramilitari protestanti scatenano attentati
per intimidire attivisti dei movimenti;
cattolici vittime delle violenze della RUC e
unionisti chiedono intervento dell’I.R.A.
(Irish Repubblican Army) [disorganizzata,
non in grado di difendere cattolici; Officials
e Provisionals ]: repubblicanesimo unico
mezzo per porre fine a discriminazione e
ricorso a violenza giustificato.
1970
Iniziano i “Troubles”, disordini: IRA vs
U.V.F. (Ulster Volunteers Force) e RUC.
Infiammeranno le strade delle Contee per 20
anni.
1970
Governo UK decide invio esercito
inglese per riportare ordine e
controllo.
B specials smantellate e Ulster
Defence Regiment, diretto controllo
UK.
Governo NI introduce internamento:
chiunque è sospettato di far parte di
gruppo paramilitare viene incarcerato
senza processo: sospensione delle
libertà fondamentali. (6 mesi, 2400
persone incarcerate senza accusa né
processo, rilasciata perché estranea
a IRA).
5 AGOSTO 1971
Governo NI introduce misure
extragiudiziali di detenzione e
internamento: secondo le
dichiarazione del gov., pensate per
appartenenti a IRA (“real menace to
law ad order”), mentre gruppi lealisti
per forze di sicurezza attività
sporadica e meno preoccupante.
9 AGOSTO 1971:
Primo giorno di applicazione internamento
senza processo. Esercito inglese fa scattare
l’OPERAZIONE DEMETRIUS: 452 persone
arrestate (nomi su lista della polizia NI,
membri IRA e informazioni); trasferiti in tre
centri regionali per prime 48 ore e
interrogati da RUC; 104 rilasciati e
rimanenti trasferiti in due carceri di Belfast
ad eccezione di 12.
Soprannominati da media “The
Guineapigs”, internati carcere Long Kesh
ma stato psico-fisico preoccupante; 13
tornano in libertà (una evaso); ottengono
risarcimento danni subiti da corti NI.
30 OTTOBRE 1971:
Rapporto di Amnesty International: accuse di maltrattamenti e denunce di violenze
di arrestati in base allo SPA all’atto dell’arresto (esercito UK) e interrogatorio nei tre
centri regionali di detenzione (RUC).
I tre centri speciali verranno chiusi e sospettati interrogati nelle caserme di polizia
ordinarie.
31 NOVEMBRE 1971:
Compton Report: dopo scalpore, parlamento UK crea commissione d’inchiesta
(Edmund Compton); nulla permette di concludere che individui o gruppi di persone
abbiano subito brutalità nel corso dell’arresto e durante la successiva permanenza
nei tre centri regionali di interrogatorio, anche se si riconosce che alcuni metodi
utilizzati dalla polizia potevano causare forme di sofferenza fisica, giustificabili in
relazione alla particolare situazione interna dell’Irlanda del Nord.
Qualifica come maltrattamento fisico: interrogatori a fondo; voli in elicottero; corsa
ad ostacoli su frammenti di vetro.
Conclusione: esclude che le forze di sicurezza siano ricorse a trattamenti inumani
od a brutalità [brutalità è definita ogni forma inumana e violenta di crudeltà, che
implicava una disposizione d’animo del responsabile ad infliggere sofferenze, con
indifferenza o piacere nel vedere il dolore della vittima].
30 GENNAIO 1972
Culmine degli scontri: Derry, 13 civili
disarmanti uccisi da soldati inglesi in
manifestazione pacifica (Bloody Sunday).
Governo NI crea comitato consultivo,
presieduto da James Brown (un
giudice della Contea di Derry), avente
lo scopo di rappresentare gli internati.
Il comitato non ha fiducia dei detenuti
a Long Kesh: l’internato che appariva
di fronte al comitato doveva provare
la sua innocenza senza essere
informato di cosa fosse accusato;
comitato solo poteri meramente
consultivi e non esecutivi (tutte le info
dovevano essere comunicate al
Ministro degli Interni); infine il
detenuto doveva comparire davanti al
comitato senza l’ausilio di un
difensore.
30 MARZO 1972
Governo UK decide di sopprimere il
Parlamento di Stormont e assume
controllo diretto e responsabilità
dell’ordine in Ulster.
MARZO 1972
PARKER REPORT: Parlamento UK predispone nuova commissione d’inchiesta
affidata a Lord Parker. Due diversi rapporti: “The Majority Report, stilato da Lord
Parker, e “The Minority Report” di Lord Gardiner. Il primo conferma
sostanzialmente le conclusioni della commissione Compton, il secondo, invece,
ammette che la privazione sensoriale sperimentata dalla RUC può causare danni alle
vittime e già sperimentata dal KGB in Russia.
MARZO 1972
The Sunday Times riporta notizia due
detenuti irlandesi sottoposti a elettroshock.
APRILE 1972
7 nord irlandesi picchiati selvaggiamente d
RUC e soldati UK durante arresto e
interrogatorio; due pericolo di vita; medici
del carcere e membri forze di sicurezza
pronti a testimoniare.
[1976: Commissione Europea per i diritti
umani rigetta ricorso presentato dalla
Repubblica d’Irlanda, che agisce in nome
delle vittime, per questioni procedurali:
stabilisce che il risarcimento del danno
ricevuto dai 7 prigionieri rendeva
inammissibile la proposizione del ricorso]
DICEMBRE 1972
Diffusione di notizie riguardanti
somministrazione da agenti di polizia di
sostanze stupefacenti per far rilasciare info e
confessioni (capogiri, sudorazione,
allucinazione, loquacità).
Stime: da 9 agosto 71 a 30 marzo 72, 900 persone internate per sospetto legami IRA
e 500 accusate di coinvolgimento in reati di terrorismo e processate attraverso
procedimenti ordinari.
1973/1974
Moltiplicarsi attentati dei gruppi
paramilitari e incremento vittime civili;
cattolici a disagio per continuo ricorso a
forza e numero vittime.
Gruppi paramilitari protestanti
intraprendono campagna di attentati contro
cattolici e I.R.A risponde a violenza con
violenza.
NOVEMBRE 74: bomba dell’IRA esplode
in un pub di Birmingham e uccide 21
persone (6 irlandesi arrestati scarcerati nel
91 perché riconosciuti innocenti).
1973
Istituzioni UK disposte a soluzione
politica della crisi; riconoscimento
dello status di prigionieri politici per
detenuti per ragioni inerenti i troubles.
Progetto di legge presentato dal
governo UK: non cambiamento nello
status costituzionale dell’Ulster senza
il consenso della abitanti; auspica
che nuovo assetto istituzionale del NI
tenga conto, per quanto possibile,
punto di vista dell’EIRE;
rappresentanti della minoranza
cattolica devono partecipare al potere
esecutivo; vuole la creazione di
un’Assemblea elettiva per l’Irlanda
del Nord (Northern Ireland
Constitution Act, 1973).
Elezioni (astensionismo); nuovo
esecutivo, stabiliti contatti con il
governo dell’EIRE e convocata una
conferenza a Sunningdale, che si
conclude con un accordo: istituzione
di un Consiglio d’Irlanda
(Sunningdale Agreement, 9 dicembre
1973); strutturato come un organismo
consultivo per l’intera Irlanda (30
membri dell’Assemblea NI e 30
membri Dail di Dublino)
Accordo di Sunningdale NO
comportava modifiche status del NI e
non comprometteva interessi della
classe dirigente protestante ma NO
ottenne il benestare degli unionisti,
timorosi delle potenziali conseguenze
a lungo termine; rappresentanti
unionisti all’Assemblea NI proposero
una mozione di sfiducia nei confronti
dell’esecutivo, che non passa.
Maggioranza schiacciante a partiti
unionisti estremisti.
1973/1974
Governo UK emana la legislazione
d’emergenza: EPA che sostituisce il
SPA e PTA.
1975
Viene abrogata l’Assemblea
dell’Irlanda del Nord.
Governo UK revoca status di
prigioniero politico a detenuti per
reati di terrorismo. Provvedimento
colpisce detenuti repubblicani.
Internamento senza processo
gradualmente soppresso ma aumento
sospettati interrogati da RUC: 1800
persone interrogate, 184 denunce
maltrattamenti; (76) 3042 e 322; (77)
3444 e 515.
1976
Rapporto Capo polizia (RUC Constable Chief)
1976
Detenuti repubblicani proclamano una
blanket protest e una no-wash protest: no
indossare divisa come condannati per reati
comuni, no pulirsi e lavare cella.
1978
2° RAPPORTO AMNESTY (delegati di una missione): denunce maltrattamenti e
violenze arrestati in base a LE; da 71 a 77 forte incremento accuse contro esercito e
polizia. Prima di 77 solo da cittadini comunità cattolica, nel 77 anche protestanti
brutalità fisiche e psicologiche in caserme.
NOVEMBRE 78
Creazione di un comitato per
raccogliere prove relative a denunce
maltrattamenti; scrive lettera al
Segretario di stato per l’Irlanda del
Nord: preoccupazione, ricorso a
metodi inumani e brutali per ottenere
confessioni ormai pratica comune.
1978/MARZO 1979
BENNETT REPORT: Parlamento UK crea nuova commissione d’inchiesta
presieduta da giudice Bennett per verificare procedure della polizia durante
interrogatori e eventuali responsabilità RUC; rapporto reso noto alla stampa solo
dopo pressioni associazioni per i diritti civili. Esistenza campagna di discredito nei
confronti della RUC, ma ammissione episodi di maltrattamenti ai danni di detenuti.
Comunque casi isolati, da imputarsi alla cattiva condotta di singoli agenti. Peculiare
situazione politica NI (disordini interni e violenza gruppi paramilitari), quindi
impossibile l’utilizzo dei normali metodi di detenzione applicati in Inghilterra e
Galles.
Civil Authority (Special Power)Act (1922-1974)
Consentiva alle forze di sicurezza di:
Arrestare senza mandato;
Imprigionare senza accusa o regolare processo e rifiutare il ricorso alla
Corte di Giustizia;
Perquisire abitazioni senza mandato;
dichiarare il coprifuoco e vietare riunioni, cortei e processioni;
consentire la fustigazione come punizione;
arrestare le persone che si voleva esaminare come testimoni e costringerle a
rispondere alle domande poste, pena l’ammenda, anche qualora ciò avrebbe
comportato la loro incriminazione;
compiere qualsiasi atto, anche qualora esso violava il diritto di proprietà
privata;
impedire le visite dei legali e dei familiari di una persona in stato di fermo;
proibire l’apertura di un’inchiesta in seguito alla morte di un
prigioniero;
entrare liberamente nei locali di qualsiasi banca per controllare i conti
correnti ed, eventualmente, ordinare trasferimenti di fondi, titoli o
documenti alla Civil Authority;
arrestare chiunque compiva qualsiasi atto, anche non previsto a livello
legislativo, mirante a danneggiare il mantenimento della pace e del
buon ordine in Irlanda del Nord.
5 TECNICHE degli “INTERROGATIONS IN DEPTH”
In base a quanto riportato da Amnesty International e la Commissione Europea per i
diritti umani, 12 persone arrestate il 9 agosto 1971 e 2 individui fermati in ottobre
vengono sottoposti a una particolare forma di “interrogatorio a fondo”. Dai centri
regionali di detenzione, non vengono trasportati agli istituti penitenziari, bensì
trasferiti in alcuni centri di interrogatorio non identificati e quivi interrogati per
diversi giorni (i 12 arrestati dall’11 al 17 agosto e gli altri 2 dall’11 al 18 ottobre).
Nei momenti di non interrogatorio, i sospettati erano sottoposti a 5 particolari
tecniche. Scopo: disorientarli e di indebolire la loro resistenza fisico-psicologica.
Postura al muro (wall-standing): rimanere per lunghi periodi di tempo
(talvolta anche diverse ore) in piedi con le braccia aperte e le gambe
divaricate, le dita delle mani sopra la testa contro il muro ed in punta dei
piedi;
Incappucciamento (hooding): portare un cappuccio nero in testa per tutto il
tempo della detenzione, salvo durante l’interrogatorio. Scopo: causare la
privazione sensoriale, alterazione del normale funzionamento celebrale;
individuo in situazione di suggestionabilità, allucinazioni ed incapacità di
risolvere i problemi;
Rumore bianco (white noise): in attesa dell’interrogatorio, tenuto in una
stanza dove vi erano rumori continui, simili a sibili o ronzii. Scopo: limitare
l’esperienza uditiva dell’individuo;
Privazione del sonno (deprivation of sleep).
Dieta consistente di pane e acqua e pasti serviti con irregolarità.
TECNICHE NO OGGETTO GIUDIZIO DELLA CORTE
Impiego dimostrato dal fatto che sono stati esaminati dal Compton Report:
Corsa ad ostacoli: prigionieri costretti a correre su terreno accidentato e
cosparso di vetri rotti (cortili Girdwood Park Centre) mentre soldati
percuotevano con manganelli; inseguiti da cani da guardia alsaziani;
Voli in elicottero: spingere fuori il prigioniero bendato da un elicottero della
polizia a un metro e mezzo d’altezza, dopo avergli fatto credere di sorvolare
cieli di Belfast.
Nessun agente della RUC è mai stato punito o sottoposto a procedimento disciplinare
per le violenze commesse.
LEGISLAZIONE D’EMERGENZA
Emergency Provision Act (EPA, 1973-76;1978-87;1991)
Tra le disposizioni le più importanti riguardavano:
istituzione di tribunali speciali, le cosiddette Diplock Courts, prive di giuria
e costituite da un unico giudice competente per i reati di terrorismo.
l’ampliamento dei poteri di arresto e di perquisizione attribuiti alla polizia
ed ai militari;
il prolungamento del fermo di polizia sino a 72 ore senza l’obbligo di
fornire alcuna giustificazione da parte dell’autorità giudiziaria;
la presunzione di colpevolezza nel caso di possesso illegale di armi.
Prevention of Terrorism Act (PTA, 1974-76;1989)
Applicato, invece, all’intero Regno Unito, prevedeva:
messa al bando di alcuni gruppi paramilitari;
la possibilità di limitare, con provvedimento del Ministro degli Interni inglese
o del Segretario di Stato per il Nord Irlanda, la libertà di spostamento nel
territorio del Regno Unito (cosiddetto “esilio interno”);
possibilità di prolungare il fermo di polizia oltre quarantotto ore e, con il
consenso del Ministro degli Interni, sino a sette giorni senza la formulazione di
alcuna precisa accusa;
negava inoltre la possibilità, entro le quarantotto ore, di avvalersi di un
avvocato e di esercitare il diritto di non rispondere.
Report della Commissione Europea per i diritti dell’uomo
(25 gennaio 1976)
La Repubblica d’Irlanda adisce la Commissione nel dicembre del ’71, la quale si
esprime sull’ammissibilità nell’Ottobre del ’72.
Il 25 gennaio del ’76 la Commissione Europea per i diritti dell’uomo adotta il suo
rapporto, che viene in seguito trasmesso alle parti, quindi Irlanda e Regno Unito e
tutti gli altri membri del Consiglio d’Europa. Ma il 10 marzo del ’76 il governo
irlandese decide di presentare il ricorso interstatale alla Corte Europea per i diritti
umani.
Le udienze dinnanzi alla Corte si tengono nel febbraio e nell’aprile del ’77.
Quello di Irlanda vs Regno Unito è stato il primo caso interstatale portato dinnanzi
alla Corte.
Sentenza della Corte Europea per diritti dell’uomo
(18 gennaio 1978)
STATO RICORRENTE: REPUBBLICA D’IRLANDA
Quando il caso giunge davanti alla Corte, la Commissione ha già espresso la
propria opinione circa la sussistenza di forme di tortura, che però vengono
giudicate episodi isolati imputabili ai singoli autori materiali.
The Government of the Republic of Ireland brought
an application before the Commission alleging,
inter alia, ... (ii) that various interrogation practices-
-in particular the so-called 'five techniques', which
included wall- standing, hooding and deprivation of
sleep and food--and other practices to which
suspects were subjected amounted to torture and
inhuman or degrading treatment contrary to Article
3...The Commission unanimously found that the
five techniques did constitute a practice of torture
and that other practices amounted to inhuman and
degrading treatment
(i) Ill-treatment had to attain a minimum level of
severity to fall within Article 3, the assessment of
which was necessarily relative, depending on all the
circumstances, including the duration of the
treatment, its physical or mental effects and,
sometimes, the sex, age or state of health of the
victim;
(k) Since the five techniques were applied in
combination, with premeditation and for hours at a
time, causing at least intense physical and mental
suffering and acute psychiatric disturbances, they
amounted to inhuman treatment.
(l) Since the five techniques were such as to arouse
in the victims feelings of fear, anguish and
inferiority capable of humiliating and debasing
them and possibly breaking their physical or moral
resistance, they were also degrading.
(m) The distinction between torture and inhuman or
La Commissione ha riconosciuto all’unanimità
che le cinque tecniche costituiscono
effettivamente una pratica di tortura e che altre
pratiche corrispondono a un trattamento disumano
e degradante.
I maltrattamenti devono raggiungere un livello
minimo di gravità per rientrare nell’articolo 3,
la valutazione della quale è necessariamente
relativa e dipende da tutte le circostanze, tra cui
la durata del trattamento, le conseguenze fisiche o
mentali e, a volte, il sesso, l’età o lo stato di salute
della vittima;
Dato che le cinque tecniche sono state applicate in
combinazione, con premeditazione e per ore,
causando per lo meno sofferenze fisiche e
psicologiche intense alle vittime e conducendo ad
acuti disturbi psichici durante gli interrogatori,
sono da considerarsi trattamenti disumani.
Dato che le cinque tecniche erano tali da
accrescere nelle vittime sentimenti di paura,
angoscia ed inferiorità sino a portare i detenuti ad
una vera e propria situazione di umiliazione,
distruggendo la loro resistenza fisica o morale,
sono da considerarsi degradanti.
La distinzione tra tortura e trattamento disumano o
degrading treatment derived principally from a
difference in the intensity of the suffering inflicted.
(o) The five techniques did not occasion suffering
sufficient in intensity and cruelty to constitute
torture.
(p) With regard to the alleged ill-treatment
accompanying the five techniques in the autumn of
1971, many of those held in custody were subjected
to violence by the police, which, being repeated,
occurring in the same place and taking similar
forms, constituted a practice, which, since it led to
intense suffering and sometimes substantial
physical injury, amounted to inhuman treatment
though not torture.
degradante si basa principalmente sulle differenze
di intensità della sofferenza inflitta.
Le cinque tecniche non hanno causato sofferenze
di tale intensità e crudeltà tanto da costituire
tortura.
In riferimento alle denunce di maltrattamenti che
accompagnavano le cinque tecniche nell’autunno
del 1971, molti di coloro rimasti in custodia hanno
subito violenze da parte della polizia, che,
essendo ripetute, avvenendo nello stesso luogo e
assumendo forme simili, costituivano un metodo,
dato che esso causava sofferenze intenze e a volte
danni fisici notevoli, erano da considerarsi
trattamento disumano, ma non tortura.
93. Allegations of ill-treatment have been made by
the applicant Government in relation both to the
initial arrests and to the subsequent interrogations.
The applicant Government submitted written
evidence to the Commission in respect of 228 cases
concerning incidents between 9 August 1971 and
1974.
The Commission examined in detail with medical
reports and oral evidence 16 'illustrative' cases
selected at its request by the applicant Government.
The Commission considered a further 41 cases (the
so-called '41 cases' ) on which it had received
medical reports and invited written comments.
[…]The Commission came to the view that neither
the witnesses from the security forces nor the case-
witnesses put forward by the applicant Government
had given accurate and complete accounts of what
had happened.
Consequently, where the allegations of ill-treatment
were in dispute, the Commission treated as 'the
most important objective evidence' the medical
findings which were not contested as such.
Accuse di maltrattamenti sono state formulate
dal governo richiedente in riferimento sia agli
arresti iniziali che ai successivi interrogatori. Il
governo richiedente ha presentato prove scritte
alla Commissione su 228 casi inerenti a
incidenti avvenuti tra il 9 agosto 1971 e 1974.
La Commissione è giunta alla conclusione che né
i testimoni delle forze di sicurezza né i testimoni
protagonisti in prima persona presentati dal
governo richiedente avevano fornito resoconti
accurati e completi su quanto accaduto.
Di conseguenza, laddove le accuse di
maltrattamenti fossero contestate, la Commissione
ha ritenuto le evidenze oggettive più importanti
gli esiti dei controlli medici che non erano stati
contestati in quanto tali.
97. From the start, it has been conceded by the
respondent Government that the use of the five
techniques was authorised at 'high level'. Although
never committed to writing or authorised in any
official document, the techniques had been orally
taught to members of the RUC by the English
Intelligence Centre at a seminar held in April 1971.
Sin da subito è stato riconosciuto dal governo
chiamato in causa che l’utilizzo delle cinque
tecniche era stato autorizzato ad alto livello.
Sebbene non sia mai stato messo per iscritto o
autorizzato in un documento ufficiale, le
tecniche erano state insegnate oralmente ai
membri della RUC dall’English Intelligence
Centre durante un seminario tenuto nell’aprile
del 1971.
101. The Parker report was published on 2 March
1972. On the same day, the United Kingdom
Prime Minister stated in Parliament that the
techniques would not be used in future as an aid
to interrogation. As foreshadowed in the Prime
Minister's statement, directives expressly
prohibiting the use of the techniques, whether
singly or in combination, were then issued to the
security forces by the Government.
COMMISSIONE PRENDE IN ESAME DUE
CASI CONCRETI
135. Following the Parker report and the Prime
Minister's statement to Parliament (see para. 101
above), a directive on interrogation was issued
prohibiting the use of coercion and, in particular, of
the five techniques. In addition, it made mandatory
medical examinations, the keeping of
comprehensive records and the immediate reporting
of any complaints of ill-treatment. […]. Further
army and RUC instructions of August 1972 in
respect of arrest and interrogation enjoined the
proper and humane treatment of prisoners; they
strictly forbade resort to violence, the five
techniques, threats or insults and concluded with a
prohibition similar to Article 3 of the Convention.
In August 1973 new instructions with regard to
arrests by the army re-emphasised the need for
correct behaviour. The respondent Government
submitted that steps had been taken for the
diffusion and enforcement at all levels of these
orders and directives. However, both the
Commission and the applicant Government
considered that there was a lack of satisfactory
evidence as to how the regulations were
implemented and obeyed in practice.
JUDGMENT
148. Paragraph (d) of the application of 10 March
1976 states that the object of bringing the case
before the Court (rule 31 (1) (d) of the Rules of
Court) is 'to ensure the observance in Northern
Ireland of the engagements undertaken by the
L’obiettivo di portare il ricorso dinanzi alla Corte
era quello di “garantire l’osservanza nell’Irlanda
del Nord degli impegni sottoscritti dal governo
chiamato in causa in qualità di parte contraente
respondent Government as a High Contracting
Party to the Convention and in particular of the
engagements specifically set out by the applicant
Government in the pleadings filed and the
submissions made on their behalf and described in
the evidence adduced before the Commission in the
hearings before them'. 'To this end', the Court is
invited 'to consider the report of the Commission
and to confirm the opinion of the Commission that
breaches of the Convention have occurred and also
to consider the claims of the applicant Government
with regard to other alleged breaches and to make a
finding of breach of the Convention where the
Court is satisfied that a breach has occurred' .In
their written and oral pleadings before the Court,
the Irish Government allege breaches of Articles 1,
3, 5 (taken together with Article 15), 6 (taken
together with Article 15) and 14 (taken together
with Articles 5 and 6).
They also maintain--though they do not ask the
Court to make a specific finding--that the British
Government failed on several occasions in their
duty to furnish the necessary facilities for the
effective conduct of the investigation. The
Commission does not go as far as that; however, at
various places in its report, the Commission points
out, in substance, that the respondent Government
did not always afford it the assistance desirable.
The Court regrets this attitude on the part of that
Government; it must stress the fundamental
importance of the principle, enshrined in Article 28
(a) in fine, that the Contracting States have a duty
to co-operate with the Convention institutions.
della Convenzione e in particolare degli impegni
formulati dal governo richiedente negli atti
presentati e nelle conclusioni …
A tal fine si chiede alla Corte di “prendere in
esame la relazione della Commissione e di
confermare il parere della Commissione in merito
al fatto che abbiano avuto luogo violazioni della
Convenzioni e di prendere altresì in esame le
istanze del governo ricorrente in riferimento ad
altre presunte violazioni …
Sostengono anche, sebbene non chiedano alla
Corte di condurre accertamenti specifici in
materia, che il Governo non abbia provveduto in
varie occasioni a fornire gli strumenti necessari
per uno svolgimento efficace delle indagini. La
Commissione non si spinge a tal punto. Tuttavia
in diversi punti della relazione, la Commissione
sottolinea che il governo citato non ha sempre
fornito l’assistenza auspicata.
ON ARTICLE 3
150. Article 3 provides that 'no one shall be
subjected to torture or to inhuman or degrading
treatment or punishment'.
159. A practice incompatible with the Convention
consists of an accumulation of identical or
analogous breaches which are sufficiently
numerous and inter- connected to amount not
merely to isolated incidents or exceptions but to a
pattern or system; a practice does not of itself
constitute a violation separate from such breaches.
L’articolo 3 dispone che “nessuno deve essere
sottoposto a tortura o a pene o trattamenti
disumani o degradanti”.
159. Una pratica incompatibile con la
Convenzione consiste in un'accumulazione di
violazioni identiche o analoghe che siano
sufficientemente numerose e interconnesse da
costituire non semplici incidenti isolati o
eccezioni, ma un disegno o sistema; una pratica
non costituisce di per sé una violazione
separata da tali rotture.
It is inconceivable that the higher authorities of a
State should be, or at least should be entitled to be,
unaware of the existence of such a practice.
Furthermore, under the Convention those
authorities are strictly liable for the conduct of their
subordinates; they areunder a duty to impose their
will on subordinates and cannot shelter behind their
inability to ensure that it is respected.
162. As was emphasised by the Commission, ill-
treatment must attain a minimum level of severity if
it is to fall within the scope of Article 3. The
assessment of this minimum is, in the nature of
things, relative; it depends on all the circumstances
of the case, such as the duration of the treatment, its
physical or mental effects and, in some cases, the
sex, age and state of health of the victim, etc.
163. The Convention prohibits in absolute terms
torture and inhuman or degrading treatment or
punishment, irrespective of the victim's conduct.
Unlike most of the substantive clauses of the
Convention and of Protocols 1 and 4, Article 3
makes no provision for exceptions and, under
Article 15 (2), there can be no derogation therefrom
even in the event of a public emergency threatening
the life of the nation.
È inconcepibile che le più alte autorità di uno
Stato dichiarino d'ignorare un tale sistema
contrario alla Convenzione.
Inoltre, in base alla Convenzione le autorità
sono oggettivamente responsabile per la
condotta dei loro funzionari subordinati;
hanno l’obbligo di imporre il proprio e non
possono farsi scudo dell’incapacità di far sì che
questo venga rispettato.
Come sottolineato dalla Commissione, i
maltrattamenti devono raggiungere un livello
minimo di gravità per rientrare nel campo di
applicazione dell’articolo 3. La valutazione di
tale minimo è relativa.
La Convenzione vieta la tortura e le pene o i
trattamenti disumani o degradanti,
indipendentemente dal comportamento della
vittima.
Non vi possono essere deroghe da esso anche nel
caso di una minaccia collettiva che minacci
l’esistenza di una nazione.
165. The facts concerning the five techniques are
summarised at paragraphs 96-104 and 106-107
above. In the Commission's estimation, those facts
constituted a practice not only of inhuman and
degrading treatment but also of torture. The
applicant Government ask for confirmation of this
opinion which is not contested before the Court by
the respondent Government.
Nelle valutazioni della Commissione, tali fatti
costituiscono una pratica non solo di
trattamento disumano e degradante ma anche
di tortura. Il governo richiedente chiede la
conferma di tale parere che non è stato
contestato dinnanzi alla Corte dal governo
chiamato in causa.
167. The five techniques were applied in
combination, with premeditation and for hours at a
stretch; they caused, if not actual bodily injury, at
least intense physical and mental suffering to the
persons subjected thereto and also led to acute
psychiatric disturbances during interrogation. They
accordingly fell into the category of inhuman
treatment within the meaning of Article 3. The
techniques were also degrading since they were
such as to arouse in their victims feelings of fear,
Le cinque tecniche sono state applicate in
combinazione, con premeditazione e per ore di
seguito; hanno causato, se non danni fisici, per
lo meno sofferenze fisiche e psicologiche intense
alle vittime e hanno condotti anche ad acuti
disturbi psichici durante gli interrogatori. Essi
rientrano pertanto nella categoria dei
trattamenti disumani così come intesi
dall’articolo 3. Le tecniche erano da
considerarsi degradanti poiché erano tali da
anguish and inferiority capable of humiliating and
debasing them and possibly breaking their physical
or moral resistance.
On these two points, the Court is of the same view
as the Commission.
In order to determine whether the five techniques
should also be qualified as torture, the Court must
have regard to the distinction, embodied in Article
3, between this notion and that of inhuman or
degrading treatment.
In the Court's view, this distinction derives
principally from a difference in the intensity of the
suffering inflicted.
The Court considers in fact that, whilst there exists
on the one hand violence which is to be condemned
both on moral grounds and also in most cases under
the domestic law of the Contracting States but
which does not fall within Article 3 of the
Convention, it appears on the other hand that it was
the intention that the Convention, with its
distinction between 'torture' and ' inhuman or
degrading treatment', should by the first of these
terms attach a special stigma to deliberate inhuman
treatment causing very serious and cruel suffering.
Moreover, this seems to be the thinking lying
behind Article 1 in fine of Resolution 3452 (XXX)
adopted by the General Assembly of the United
Nations on 9 December, 1975, which declares:
'Torture constitutes an aggravated and deliberate
form of cruel, inhuman or degrading treatment or
punishment.'
Although the five techniques, as applied in
combination, undoubtedly amounted to inhuman
and degrading treatment, although their object was
the extraction of confessions, the naming of others
and/or information and although they were used
systematically, they did not occasion suffering of
the particular intensity and cruelty implied by the
word torture as so understood.
168. The Court concludes that recourse to the five
techniques amounted to a practice of inhuman and
degrading treatment, which practice was in breach
accrescere nelle vittime sentimenti di paura,
angoscia ed inferiorità sino a portare i detenuti
ad una vera e propria situazione di umiliazione,
distruggendo la loro resistenza fisica o morale.
Su questi due punti, la Corte dello stesso parere
della Commissione.
Al fine di stabilire se le cinque tecniche
debbano o no essere qualificate come tortura,
la Corte deve tenere conto della distinzione,
espressa nell’articolo 3, tra questo concetto e
quello di trattamento disumano e degradante.
Secondo il parere della Corte, tale distinzione si
basa principalmente sulla differenza di
intensità della sofferenza inflitta.
La Corte ritiene in realtà che, sebbene da un lato
vi sia violenza che deve essere condannata per
ragioni morali e anche nei procedimenti in forza
del diritto interno degli stati contraenti ma che non
rientra nell’articolo 3 della Convenzione,
dall’altro sembra che, mediante la distinzione tra
tortura e trattamento disumano e degradante, la
Convenzione volesse, tramite il primo dei due
termini, assegnare una connotazione particolare ad
un trattamento disumano deliberato che causa
sofferenze crudeli e molto serie.
Inoltre, questo sembra essere la linea di pensiero
dietro l’articolo 1 della Risoluzione 3452
adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite il 9 dicembre del 1975, che recita: “La
tortura costituisce una forma aggravata e
intenzionale di pena o trattamento crudele,
disumano o degradante”.
Sebbene le cinque tecniche, applicate in
combinazione, siano da considerarsi
indubitabilmente trattamento disumano e
degradante, malgrado l’obiettivo di queste
fosse l’ottenimento di confessioni, i nomi di
altri e/o informazioni e malgrado fossero
impiegate sistematicamente, esse non hanno
causato sofferenze di particolare intensità e
crudeltà, che invece sussistono nell’ipotesi della
tortura.
La Corte conclude che il ricorso alle cinque
tecniche è da considerarsi una pratica di
of Article 3.
trattamento disumano o degradante, che
costituisce una violazione dell’articolo 3.
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE:
• Scopo: ottenere dalla Corte una sentenza che, oltre a definire "tortura" le
pratiche conosciute come "le 5 tecniche d'interrogatorio", mai contestate dal
Regno Unito, accerti la sussistenza di una consuetudine attribuibile
direttamente allo stesso. Le ragioni addotte dal Governo irlandese per supportare
il proprio punto di vista mirano a sottolineare l'utilizzo tutt'altro che sporadico
della violenza grave durante gli interrogatori, non solo nei luoghi espressamente
richiamati ma anche in molti altri dell'Irlanda del Nord, durante il lasso di tempo
fra il 1971 e il 1974. Ottenere una condanna che, accertando la tortura compiuta
dai membri delle forze dell'ordine inglesi, in luoghi di detenzione ufficiali,
attribuisca direttamente allo Stato britannico la responsabilità per i
gravissimi maltrattamenti.
La decisione della Corte tradisce le aspettative irlandesi. Il tribunale adito
ritiene suo compito pronunciarsi anche sulle accuse non contestate di
violazione dell'articolo 3, dal momento che le sue decisioni non servono solo a
dirimere la singola controversia, ma contribuiscono a chiarire il significato
della Convenzione, favorendone l'osservanza da parte degli Stati contraenti. La
Corte valuta positivamente il riconoscimento delle violazioni da parte del
Governo britannico, l'abbandono delle pratiche e il solenne impegno a non
reintrodurle, la compensazione spesso offerta o pagata alle vittime. Con ancora
maggior interesse sono accolte le molte misure prese dal Regno Unito per
prevenire il ripetersi degli episodi violenti: le istruzioni e direttive comunicate
alla polizia in merito alle modalità d'arresto, interrogatorio e trattamento della
persona in custodia; la conseguente previsione di commissioni d'inchiesta per
lo svolgimento d'indagini indipendenti e imparziali.
Sul piano sostanziale, la Corte non ritiene provati né gli elementi costitutivi
della tortura, così come intesa ai fini della Convenzione, né la sussistenza
di una pratica attribuibile allo Stato chiamato in causa. La sentenza accerta
la responsabilità, per trattamento inumano e degradante, di singoli
componenti le forze in servizio presso i centri d'interrogatorio menzionati nel
ricorso, non essendo possibile dimostrare né la prosecuzione delle
violazioni oltre l'autunno 1971 né l'utilizzo delle tecniche incriminate in
luoghi diversi da quelli figuranti nel procedimento. Infine, i giudici non
ritengono parte delle proprie competenze "invitare lo Stato chiamato in causa a
istruire procedimenti penali o disciplinari contro quei membri delle forze di
sicurezza che hanno commesso le violazione dell'articolo 3 rilevate dalla Corte,
né contro coloro che le hanno giustificate o tollerate".
Importante sottolineare come l'aspetto probatorio risulti centrale nella
motivazione dei giudici: in linea di principio, uno Stato può essere ritenuto
responsabile del comportamento istituzionalizzato del proprio personale,
quando questo si verifichi durante l'esercizio delle funzioni pubbliche e per di
più in luoghi deputati alla privazione di libertà da parte delle autorità; di fatto,
in questo caso e nella quasi totalità degli altri la Corte ha ritenuto
insussistenti proprio le prove della natura istituzionalizzata dei
maltrattamenti, non procedendo mai alla condanna di uno Stato per
tortura o violenza di altro tipo.
Il caso Irlanda c. Regno Unito, quindi, si presenta come emblematico delle difficoltà
di cui è irta la strada che porta la Corte a denunciare le violazioni dell'articolo 3:
anche quando ciò accade, quasi mai viene accertato il livello di sofferenza più elevato
che corrisponde alla "tortura", e soprattutto la condanna ricade sui singoli autori
materiali, non sullo Stato.
L'esigenza probatoria, però, si è tradotta in pratica in un ostacolo insormontabile,
come ha più volte fatto notare la Commissione europea nelle opinioni espresse in
relazione ai vari casi:
“poiché nel caso in questione si afferma che tortura e maltrattamenti si sono
verificati in luoghi sotto il controllo della polizia o delle autorità militari, la prova
volta a dimostrare la verità o falsità di tali affermazioni è soggetta peculiarmente alla
conoscenza o al controllo di queste autorità; [...] tradirebbe lo scopo dell'articolo 3
sostenere che una pratica amministrativa sia stabilita solo quando sussistano
istruzioni valide per il ricorso alla tortura o al maltrattamento, poiché la prova
dell'esistenza di tali istruzioni sarebbe virtualmente impossibile, dato il segreto dal
quale le stesse sarebbero circondate. [...] In secondo luogo, deve essere precisato che
non sarebbe ovviamente appropriato descrivere come pratica amministrativa atti di
tortura o maltrattamento che siano isolati nel tempo e nello spazio e, dopo la prova,
adeguatamente puniti. D'altro canto sarebbe irragionevole e, di nuovo, contrario allo
scopo perseguito dall'articolo 3 ritenere che una pratica amministrativa non possa
dirsi esistente a meno che e fino a che ogni detenuto politico, o almeno una
maggioranza, non sia soggetto a tortura o maltrattamento.
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