spartito preso. la musica da vedere, firenze, sala d'arme di
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Giancarlo Cardini l Paolo Castaldi l Domenico Guaccero l Daniele Lombardi Beniamino Placido/Sergio Salvi/Gianni Emilio Simonetti/Dino Villatico
SPf\ATITO PAESO la musica da vedere
Firenze, Sala d'Arme di Palazzo Vecchio 14 marzo/3 maggio 1981
VALLECCHI
CIVICO MUSEO BI8UOGRAFICO MUSICALE
La mostra «Spartito preso» organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze
è stata curata da Daniele Lombardi. L'organizzazione dell'iniziativa è di Silvana Castaldi
con la collaborazione di Francesco Borgognoni, Luca Facchini, Stefano Mecatti e Paola Pelanti.
L'allestimento è di Piero Micheli.
Responsabile delle manifestazioni espositive: Sergio Salvi.
Per l'uso di frammenti di partiture da loro edite, si n"ngraziano tutte le case editn"ci musicali citate nelle didascalie delle immagini.
Un ringraziamento particolare al Civico Museo Bibliografico Musicale ed alla Biblioteca del conservaton·o di musica «G.B. Martini»
di Bologna per ti prestito delle opere che costituiscono in gran parte la sezione «Notazioni dissidenti».
Si ringrazia Man·na Bnzzi per l'aiuto alla redazione del catalogo; Maunzio Nannucci per i materiali sulla Poesia Sonora;
Franco Masotti per i matenali sulla musica amen·cana degli anni 60170 e Paola Bortolotti per alcune notazioni cun"ose dell'Ottocento.
Grc;zie anche ai prestaton· di opere angina/i, tra i quali vogliamo ncordare: Paolo Renosto, Chnstina Kubisch, Domemco Guaccero, Paolo Castaldi,
Gianni Emziio Simonetti, Maunzio Nannucci e Claudio Ambrosini.
Catalogo a cura di Daniele Lombardi. Progetto grafico: Angelo Pontecorboli.
Foto di Nicolò Orsi Battaglini.
In copertina: D. Lombardi, «Tumbling tumbleweed» per pianoforte (1980) © D. Lombardi
Firenze è nota da alcuni anni, e non soltanto nel nostro paese, per l'attenzione che rivolge ai cosiddetti intermedia («forme artistiche basate sulla cooperazione e l'intervento di 'media' diversi; ossia di mezzi espressivi appartenenti a svariati linguaggi artistici: musica, pittura, plastica, azione teatrale, ecc.», Gilio Dorfles, Ultime tendenze dell'arte d'oggi, seconda edizione, Mzfano 1973, p. 198). Molti n'carderanno le nostre esposizioni ed i festival dedzcati allibro d'artista, al cinema d'artista, alla performance, alla poesia visiva, alla poesia sonora e così via. Si è trattato di manifestazioni che hanno avuto, oltre che una doverosa giustificazione di opportunità culturale, anche un indubbio successo di critzca e, talvolta, di pubbltco. Credo allora che sia necessanò continuare a percorrere questa strada, magari approfondendola nei suoi presupposti, nei suoi caratten· attuali e nelle prospettive che fin d'ora si possono intravedere. La mostra Spartito preso, dedicata ai nuovi sistemi di notazione musicale, n'entra pienamente nel «genere» cui si è accennato, e che è, in origine almeno, come dice bene Gzflo Dorfles, una commistione di genen· e di tecniche diversi. Gli «spartiti» che vengono presentati nella mostra non appartengono infatti soltanto alla muszca ma esibiscono una particolare felicità grafica e visiva che li appare!!ta all'arte tout court, di cui frequentano zl linguaggio, senza disdegnare soluzioni perfino letterane. E dunque in questo spirito che vengono presentati al pubblico e che mi auguro vengano recepiti dal pubbltco stesso. A n'cardare che questi «fogli d'arte» sono anche «fogli di muszca» penseranno Daniele Lombardi e Giancarlo Cardini, giovani quanto affermati muszcisti fiorentini, i quali provvederanno a eseguirli, nel corso dell'esposizione, spen·mentando così una sorta di mostra-concerto che è una forma di spettacolo nuova e, nel nostro caso, davvero globale. Anche questo n'entra nell'ambito di una politica espositiva che vuole superare la sporadzcità e l'ovvzetà della mostra intesa come semplice apposizione di oggetti bidimensionali sopra pareti approntate per questo uso specifi.co o, nella migliore delle ipotesi, di oggetti in spazi all'uopo predisposti. Si tratta dunque di una mostra, in certo senso, spenmentale: e non soltanto di una mostra di opere spen'mentali. Ma ogni esperimento presuppone un certo coraggio. Mi sembra allora doveroso ringraziare in proposito coloro che hanno coraggiosamente pensato, elaborato ed organizzato questa mostra insolita e interessante: Sergio Salvi, Danze/e Lombardi e Si/vana Castaldi. Ringrazio Danze/e Lombardi anche per questo catalogo così intelligente ed esaun·ente, che è zf supporto indispensabzfe ad una esposizione da lui curata con tanta competenza e ngorosa passzòne, e che è anche una piccola stona della notazione muszcale negli ultimi due secoli e come tale si segnala per zf suo alto contenuto didattico.
Fulvio Abboni Assessore alla Cultura
del Comune di Firenze
CIVICO MUSEO BIBLIOGRAFICO MUSICAl.E
BOLOGNA
INDICE
9 Spartito preso: a proposito della scrittura musicale contemporanea di Daniele Lombardi
20 Contributo giuridico-costituzionale al problema della lettura della musica scritta di Beniamino Placido
21 L'utopia nelle nuove grafie musicali di Giancarlo Cardini
22 Viaggio di ritorno alle nuove notazioni di Paolo Castaldi
30 Appunti teorici sulla grafia musicale di Domenico Guaccero
33 La de/notazione musicale: dieci aforismi di Gianni-Emilio Simonetti
35 Itinerarium mentis ad inferum: parola, suono, scrittura di Dino Vi/fatico
38 Il budino come cosmetico di Sergio Salvi
MATERIALI
40 Notazioni dissidenti e curiose
54 Notazioni delle avanguardie storiche dei primi del Novecento
Notazioni da/1945 ad oggi
66 Notazioni di azione
84 Notazioni di musica concettuale
102 Notazioni per la musica elettronica
110 Notazioni per il computer
116 Notazioni meccaniche e giochi speculativi della composizione
122 Notazioni di poesia sonora
128 Notazioni per azioni interdisciplinari
132 Notazioni supplementari
136 Notazioni tradizionali e trans/ tradizionali
146 Notazioni a strutture mobili
15 5 Bibliografia
C1VICO MUSEO 61BUOGRAFICD MUSICALE
NOTAZIONI DISSIDENTI E CURIOSE
In tutto l'arco dell'Ottocento e primi del Novecento, con l'enorme sviluppo della produzione di musica strumentale, molti teorici e compositori cercarono di formulare nuovi sistemi semiografici che sostituissero o integrassero la notazione tradizionale, a scopo di semplificarla o renderla più razionale. Essendo rapidamente caduti in disuso, questi sistemi oggi possono essere definiti notazioni dissidenti. Uno dei precedenti più illustri risale al bizzarro tentativo di JeanJacques Rousseau; il filosofo-musicista aveva presentato nel 1742 una relazione all'Accademia delle Scienze di Parigi su un suo sistema numerico di codifica, rispondente ad un criterio di matematicizzazione della prassi compositiva anche nella sua semiosi 1• Pare che Rousseau avesse desunto questo metodo da un certo abate Souhaity, che nel 1677 pubblicava un metodo di notazione «con la sola scienza dei numeri». Verso il 1843 Gaspare Romanò, un musicista allievo di Meyerbeer, pubblica un piccolo trattato Sténographie de la Musique dove, ad avvalorare la bontà del suo sistema, afferma: « ... si può leggere a grande distanza, ed a colpo d'occhio con una chiave si può con tal metodo di scrittura comprendere ed esprimere tutte le note del Basso e del Violino, non del canto in generale. Ciò che è più importante, vengono tolte con questo modo di scrivere la musica le sette chiavi diverse che recano allo scrittore tanto disturbo. Più ancora resta eliminato tutd: le ottave sotto e sopra il rigo, e tutti gli accidenti appariscono con un solo segno ponendogli alla chiave si o no come piacerà allo scrittore. Parrà a taluni che osservano superficialmente la cosa che sia per riuscire difficile l'intelligenza di una tale scrittura, dovendosi distruggere tutta la musica antica e studiare da capo, dimenticando quanto si è appreso finora. Ma se bene osserverà, dovrà scorgere che anzi d'essere difficoltosa l'intelligenza di tal metodo, aiuta anzi a coltivare la mente, a conservare sempre più franca la memoria, alleggerisce la fatica, rende facile ai principianti l'intelligenza, agli scrittori, ai maestri
arreca sommo vantaggio per la brevità, per la semplificazione con la quale è scritta . . . ,2. Esiste un numero incredibile di questi inventori, che Machabey definisce «spiriti difficili»; molto spesso ci troviamo davanti a mere promesse che sul sistema pratico si rivelano non funzionali, ma qualche rara volta ci si può imbattere in qualche uovo di Colombo che è rimasto inutilizzato, come nel caso del sistema che Busoni aveva ideato per gli strumenti a tastiera. Si tratta di una tessitura di righe corrispondenti ai tasti neri del pianoforte, con la prerogativa di rendere a colpo d'occhio in strutture di particolare complessità cromatica. Ci sono poi alcuni casi di Notazioni cunòse, per lo più disegnini umoristici per i quali sono stati utilizzati segni convenzionali della musica, in genere non suonabili. Tra queste vignette più o meno divertenti, analoghe ad alfabeti antropomorfi, si ricordi la Musica Figurata di Grandville (1840), nella quale le note diventano personaggi, e la Musica dei gatti di M. Schwind, il pittore che ha più volte ritratto l'amico Schubert. In tempi recenti di queste notazioni curiose ne sono state prodotte molte, in special modo negli Stati Uniti. TomJohnson ha disegnato il volume Imaginary Music dove troviamo numerose situazioni divertenti, come pure paradossali sono le vignette di Bill Hellermann, disegnatore di dentifrici e di vernici a strisce musicali. Già con questi disegni ci avviciniamo molto allo specifico della poesia visiva, ma con intenti sicuramente meno «impegnati» rispetto a quella, e quella di Luciano Ori, presa a confronto, ne è un esempio.
'Cfr. ROUSSEAU.J.J., Project concemant de noveaux signes pour la musique, Paris 1742. 2Cfr. ROMANO, G., Sténographie de la musique, Milano 1843, Lucca, e Rudimento Musicale, Milano 1843, Ed. Libr. Silvesui.
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].-]. Rousseau - Tavola generale, in «Dissertation sur la musique moderne», Paris 1743, D. Vincent.
40
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C5C,4'·3',4f\ 6\41 �l i' 3 2 , tous fentir tes coups, encha:ìne nous; mais ne te fers
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].-]. Rousseau - Dissertation sur la musique moderne, Paris 1743, D. Vincent, pp. 92-93.
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A. Stoli -Metodo grafico di nduzione in Cifre Numenche ad uso deii'Armonografta, Roma 1841, tav. III e tav. I.
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P: Selvatico - Tavola VII, in «Quattro opuscoli musicali - ossia Nuovo Sistema di Notazione», Milano 1847.
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E per leggere le note scritte a questa forma comune
guai se niente uno soffra abbagliamento di vista o tra
veggole o nuvole. E in ogui modo è impossibile rile
vare a colpo d'occhio silfatte note acutissime o pro
fonde senza numerare ad una ad una le lineette che
le attraversano.
1\'la la mia estesissima scala non finisce così subito;
ti e n le dietro se puoi!
B. Montanello - Intorno allo scrivere la musica. Lettera di B. M, a Marco Beccafichi, Milano 1243, p. 9.
LA PARTENZA DEl MILITI LOMBARDI l TMori T -�'--1-::_j_-W��--f-=���--f::-::f-I-HY�"-+-L--L...-<>- .J-1.-, l �-�_,_______�-�--+-------=------=--� ! l Bossi
l � . Ei-er�,����JJ��� .
Cbegià Roma mostrònt?suoi di, Della jj::l:ia ,j chiamal'o1ll1n Bdletnadri de'figli al partir! Lordl� nnito sia l'ltalo sen, l Quell�antioo,primil:f'u ror�u,l \�a! .. �.:'&rdi AStol!atel'i�ilo,l Nou bagnale ledt;fiadi pianto, , Quando il caotos'odràdi �illoria,
Or OO.e 'lende di sori!:! il bel raggio Dt.ob!n;oslrale che sol fu sopilu \'uol l'ltalia ognigiogo qui infranto, Torneranno ricolrui di gloria Mostri Italia d'uer ogg i dì. DeWltalia l'antico l'alor. Egli è questo il r.omune desir. Agli amplessi dd patriotcrrcu,
GlllciD/o Longunl. L' A.ccoràatore degl' istrumenli a /mio.
:Sf. ,. t' l � l Sua p roMpe::_ X.:.. A. 0 l ' ' � ''�"i'':, ' ; •. t:' 4 "'· -Jl..f'Jlr� . t. , l : ... .' J � t ·-r.n� l n � � � � , 1 - ' � � - -. - ' "' ! , ..�d
Seumparto l ' .,. l � 8\, l •-�-� _ -�- _ _ 5�1Hslenfl. eli:. � � N.B. Le 5� callltDII IID qu�rl<1 fil cf>mma. L' 8� ben perfr.ttl è Dll�c<ata.
G. Romanò- La partenza dei mtliti lombardi, in «Saggio di Romanografia musicale>>, Milano 1843, Libreria Silvestri.
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G. Romanò- Romanografia musicale e Valtz del C. re M. o Rossini, in «Saggio di Romanografia musicale», Milano 1843, Libreria Silvestri.
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G. Romanò - Verderosa danza, in «Saggio di Romanografia musicale», Milano 1843, Libreria Silvestri.
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A.M. Nichetti - Aggiunta e Esemplare per canto e suono ed accompagnamento con Variazioni comunemente sufficienti ad abrlitarsi alla nuova e facrle forma su qualsivoglia strumento, in «Prospetto di un nuovo modo più agevole di scrittura musicale», Padova 1833, pp. 67-68 e dv. I.
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AGGIUNTA
a) J n precedenza manifesto, come che la cosa sia di poco momento, che una o due trombe, o cos\ dette coperte di cristallo, c meglio tre se il Piano-forte fosse codato, appese a contatto sotto il timpano per mezzo di un cordone di seta, servono a rendere una eco più estesa, ed una voce più sensibile, dilicata ed oscillante. Se quattro basi cristallinè alle piante quali isolanti concorrono a rendere miglior effetto all'orecchio, molto più lo avremo con questi accessorj .
b) Trovai ancora ottimo n prolungazione delI' accordatura di applicare una lamina di metallo, che m a premere i penoli o metallici coni, a cui sono avvolte le corde, dopo di aver reso più eguale ja superficie , m ere è di rotolini di cera malleabile, e con doppi lembi di panno sovrapposti; molto più se i fori avessero sofferto un qualche insensibile attrito col tempo, o fossero dalla parte de' martelletti, dove spicca maggiore la vibrazione.
La pruova iterata parve persuadermi di un qualche._ più durevole vantaggio e più d\ lunga mano nel verno relativo alla maggior esatta compressione; n è ci rimane del tutto che l'inconveniente dell'incostante impressione atmosferica.
c) In mancanza di un Voltipresto, adattai ad un piccolo bastoncino, o vcrghetta, indi ferma-
ta sul lettorile, alcuni cordoncini con bre•i intervalli, e stirati da globetti di osso, di vetro, o metallo. Inseriti i medesimi a qualche distanza coll'ordine loro nel mezzo delle pagine raccomandate se sien poche a fermaglio od altro, in modo però che seguono di mano in mano i cordoni, i quali per no11 togliere la vista devono sempre cosl cadere dopo nel mezzo delle carte, ajutano la mano a rivolgerle con piu di sicurezza c celerità nell' atto della non interrotta esecuzione, ed a conservarle più lunga pezza .
d) Troverei forse ad ajuto del discep�lo il collocare uno specchio della lunghezza della tastiera, perpendicolare alla stessa e parallelo al Iettorile, dove senza dipartir si gran fatto colle puppille dalla carta si scorgerebbono i tasti e la varia posizione delle mani; imperciocchè l'una e gli altri in iuogo di essere in retta linea coll'occhio, •enza punto piegare il capo, diverrebbono come dirimpetto o di prospettiva, quasi fossero prolungati.
G. Decher - Tonschrift fur das gleichstufige Tonsystem, blatt 2, Monaco di Baviera 30 giugno 1877 (manoscritto conservato presso il Museo Civico Bibliografico di Bologna, Conservatorio di musica «G.B. Martini»).
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