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Relazione Paesaggistica del Progetto definitivo per appalto integrato delle opere di valorizzazione del Polo Museale di
Trapani – Museo Regionale interdisciplinare “Conte Agostino Pepoli”
Invitalia Attività Produttive S.p.A.- Via P. Boccanelli, 30 00138 Roma
INDICE
1 PREMESSA ......................................................................................... 1
1.1 Oggetto .......................................................................................... 1
1.2 Quadro di riferimento normativo ........................................................ 2
1.2.1 Le norme nazionali sulle relazioni paesaggistiche ........................... 2
2 TIPOLOGIA D’INTERVENTO ............................................................... 3
3 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO .................................................... 4
4 INQUADRAMENTO DELL’AREA ........................................................... 5
5 TUTELE OPERANTI NEL CONTESTO PAESAGGISTICO E NELL’AREA
D’INTERVENTO ....................................................................................... 7
5.1 Piano Paesaggistico della Regione Sicilia ............................................. 7
5.2 Piano Territoriale Provinciale – Provincia di Trapani .............................. 8
5.3 Piano Regolatore Generale del Comune di Trapani ............................... 8
5.4 Parchi e Riserve Naturali – Rete Natura 2000 .................................... 13
5.5 Piano Assetto Idrogeologico ............................................................ 13
5.6 Beni Culturali e Paesistici Vincolanti .................................................. 14
6 DESTINAZIONE D’USO .................................................................... 16
7 STATO ATTUALE DELL’IMMOBILE O DELL’AREA TUTELATA .............. 17
8 DESCRIZIONE DEL PROGETTO ......................................................... 18
8.1 Sintesi degli interventi architettonici ................................................... 18
8.2 Sintesi degli interventi impiantistici .................................................... 19
8.2.1 Impianti meccanici ................................................................... 19
8.2.1 Impianti elettrici ...................................................................... 20
9 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA .................................................. 21
9.1 Fotoinserimento .............................................................................. 21
10 EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA ........ 22
11 MITIGAZIONE DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO ......................... 23
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1 PREMESSA
1.1 Oggetto
Il presente documento si articola nei seguenti punti, per mantenere una più
diretta relazione tra la descrizione dello stato attuale e l’analisi dei possibili
effetti:
- Descrizione del progetto: sono fornite le informazioni principali,
comprendenti le caratteristiche e la tipologia degli interventi previsti
distinguendo, in tale caso, la fase di cantiere da quella di esercizio;
- Tutele operanti nel contesto paesaggistico e nell’area d’intervento: sono
riportati i contenuti degli strumenti di pianificazione territoriale e
paesaggistica, con riferimento alla disciplina riguardante gli aspetti
paesaggistici, illustrando la relazione tra le norme e le opere in progetto
ricadenti nei beni vincolati;
- Caratteri paesaggistici del contesto e dell’area d’intervento: sono riportati
gli elementi conoscitivi;
- Previsioni degli effetti delle trasformazioni.
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1.2 Quadro di riferimento normativo
Per la redazione della Relazione Paesaggistica si adotta l’impostazione definita,
nella struttura e nei contenuti, dalla normativa nazionale sui beni paesaggistici,
ovvero il D.lgs. 42/2004 e s.m.i. ed il D.P.C.M. 12.12.2005.
1.2.1 Le norme nazionali sulle relazioni paesaggistiche
Il D.P.C.M. 12.12.2005, “Individuazione della documentazione necessaria alla
verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi
dell’articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”, nell’Allegato 1, “Relazione
paesaggistica”, definisce finalità, criteri di redazione e contenuti di tale elaborato.
La Relazione paesaggistica, assieme al progetto ed alla relazione di progetto,
costituisce documentazione di corredo dell’istanza di autorizzazione
paesaggistica, necessaria per le valutazioni previste dall’art. 146, comma 5, del
Codice dei beni culturali e del paesaggio, da effettuare a cura
dell’amministrazione competente.
La relazione paesaggistica, descrive mediante opportuna documentazione, sia lo
stato dei luoghi prima delle esecuzione delle opere previste, sia le caratteristiche
progettuali dell’intervento, e delinea nel modo più chiaro ed esaustivo possibile lo
stato dei luoghi dopo l’intervento.
A tal fine la documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione
paesaggistica indica:
• lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;
• gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonché le eventuali
presenze dei beni culturali tutelati dalla parte II del codice ivi compresi i
siti di interesse geologico (geositi);
• gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;
• gli elementi di mitigazione e compensazione necessari.
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2 TIPOLOGIA D’INTERVENTO
L’intervento per il quale si richiede l’Autorizzazione Paesaggistica, rientra nel
progetto pilota “Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno”, il cui obiettivo è di
fornire un importante impulso allo sviluppo culturale ed economico del Sud Italia,
tramite una serie di interventi organici sul suo patrimonio museale ed
archeologico.
Gli interventi riguardano:
• l’allestimento della sala polifunzionale al piano terra;
• il rifacimento delle coperture a falda, piane e dei lucernai.
Non è previsto la realizzazione di nuovi manufatti in aggiunta alla costruzione
esistente, né l’incremento dei carichi presenti ante intervento.
Inoltre, il progetto mira al miglioramento della fruizione dell’edificio da parte dei
diversamente abili.
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3 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO
L’ampia piana costiera, che si sviluppa tra gli abitati di Trapani e di Marsala, è
caratterizzata prevalentemente dai depositi di natura calcarenitica di età
quaternaria ed, in subordine, da terreni di natura argillosa, argilloso-marnosa ed
arenacea di età compresa tra il Miocene ed il Pliocene.
Le zone topograficamente più basse, prossime al mare, assumono una
conformazione uniforme dovuta al livellamento operato dall’azione erosiva del
mare che ha formato, in epoche passate, morfologie subpianeggianti e
terrazzate; si ha di conseguenza una scarsa, o pressoché nulla, degradabilità dei
versanti ad opera della gravità ed una intensa utilizzazione del suolo per usi
agricoli.
L’influenza della litologia sulle caratteristiche morfologiche del paesaggio è
determinante a causa della differenza di comportamento rispetto all’erosione dei
vari litotipi affioranti.
Il paesaggio che ne risulta è caratterizzato da ampie zone pianeggianti,
corrispondenti ai tavolati calcarenitici, con locali blandi rilievi collinari a forme
molto addolcite.
Carta Litologica
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4 INQUADRAMENTO DELL’AREA
Il Museo Interdisciplinare Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani ha sede nei locali
dell’ex convento dei Padri Carmelitani, un edificio del XIV secolo contiguo
all'importante santuario della SS. Annunziata, ampiamente rimaneggiato tra il
Cinquecento e il Settecento. (cfr. allegato progettuale – Tavola A01 –
Inquadramento urbanistico)
L’area di interesse è compresa nel Foglio n. 248 III S.O., della cartografia I.G.M.,
scala 1:25.000v, Foglio 592 scala 1:50.000.
Vista del Museo di Pepoli
Il Museo regionale interdisciplinare “Agostino Pepoli” è censito nel Catasto
Fabbricati del comune di Trapani al foglio 307, particella 343.
Dal PRG del Comune di Trapani il Museo ricade in aree per attrezzatura di
interesse comune.
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5 TUTELE OPERANTI NEL CONTESTO PAESAGGISTICO E
NELL’AREA D’INTERVENTO
Di seguito si riporta la legislazione urbanistica per l’area in cui ricade l’intervento.
5.1 Piano Paesaggistico della Regione Sicilia
Il Piano Paesaggistico della provincia di Trapani ambito 2 non è ancora vigente ed
è in fase istruttoria propedeutica per l’adozione.
Per ciascun ambito, le Linee Guida definiscono obiettivi generali, da attuare con il
concorso di tutti i soggetti ed Enti, a qualunque titolo competenti:
• stabilizzazione ecologica del contesto ambientale, difesa del suolo e della
biodiversità, con particolare attenzione per le situazioni di rischio e di
criticità;
• valorizzazione dell’identità e della peculiarità del paesaggio, sia nel suo
insieme unitario che nelle sue diverse specifiche configurazioni;
• miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale, sia per le
attuali che per le future generazioni.
Per il perseguimento degli obiettivi, la Regione promuove azioni coordinate di
tutela e valorizzazione, estese all’intero territorio regionale e interessanti diversi
settori di competenza amministrativa, volti ad attivare forme di sviluppo
sostenibile specificamente riferite alle realtà regionali ed, in particolare, a:
a) conservare e consolidare l’armatura storica del territorio come base di ogni
ulteriore sviluppo insediativo e trama di connessioni del patrimonio
culturale regionale;
b) conservare e consolidare la rete ecologica, formata dal sistema idrografico
interno, dalla fascia costiera e dalla copertura arborea ed arbustiva, come
trama di connessione del patrimonio naturale regionale.
A tal fine il Piano Paesaggistico riconosce come prioritarie le seguenti linee
strategiche:
1) il consolidamento e la riqualificazione del patrimonio naturalistico, con
l’estensione del sistema dei parchi e delle riserve ed il suo organico
inserimento nella rete ecologica regionale, la protezione e valorizzazione
degli ecosistemi, dei beni naturalistici e delle specie animali e vegetali
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minacciate d’estinzione non ancora adeguatamente protetti, il recupero
ambientale delle aree degradate;
2) il consolidamento del patrimonio e delle attività agroforestali, con la
qualificazione innovativa dell’agricoltura tradizionale, la gestione controllata
delle attività pascolive, il controllo dei processi di abbandono, la gestione
oculata delle risorse idriche;
3) la conservazione e il restauro del patrimonio storico, archeologico,
artistico, culturale e testimoniale, con interventi di recupero mirati sui
centri storici, i percorsi storici, i circuiti culturali, la valorizzazione dei beni
meno conosciuti, la promozione di forme appropriate di fruizione;
4) la riorganizzazione urbanistica e territoriale, ai fini della valorizzazione
paesaggistico-ambientale, con politiche coordinate sui trasporti, i servizi e
gli sviluppi insediativi, tali da ridurre la polarizzazione nei centri principali e
da migliorare la fruibilità delle aree interne e dei centri minori, da
contenere il degrado e la contaminazione paesaggistica e da ridurre gli
effetti negativi dei processi di diffusione urbana.
5.2 Piano Territoriale Provinciale – Provincia di Trapani
Il Commissario Straordinario della Provincia di Trapani Dott.ssa Luciana
Giammanco ha approvato, nella seduta di giorno 21 Dicembre 2012, con
Deliberazione n° 83, l'aggiornamento del Progetto di Massima del "Piano
Territoriale Provinciale, ex art. 12 della L.R. 9/86".
Il Piano, approvato è stato trasmesso al Consiglio Provinciale per la formulazione
degli indirizzi relativi ai successivi adempimenti.
5.3 Piano Regolatore Generale del Comune di Trapani
L’area in esame ricade da PRG vigente nei manufatti vincolati ai sensi della Legge
n° 1089/1939 e s.m.i. e nei manufatti di interesse storico-architettonico
individuati nelle tavole del P.R.G. sono consentiti solo interventi di manutenzione
ordinaria, manutenzione straordinaria e di adeguamento degli impianti e dei
servizi igienico sanitari e tecnologici, nonché di restauro e risanamento
conservativo, di cui alle lettere a), b), c) dell‟art. 20 L.R. n° 71/1978. In ogni
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caso il rilascio di Concessione o di Autorizzazione Edilizia sarà subordinata al
parere favorevole (nulla-osta) della Soprintendenza per i Beni Culturali ed
Ambientali.
Le prescrizioni sopradette prevalgono su quelle relative alle zone omogenee nelle
quali i manufatti sono ubicati.
I Piani Particolareggiati, sulla scorta dello studio di maggior dettaglio, e/o le
prescrizioni di cui alla Circolare A.R.T.A. n° 3/2000, alla stregua di variante
urbanistica del P.R.G. per le Zone Omogenee Territoriali “A”, potranno integrare
e/o modificare le tipologie di intervento di cui ai precedenti commi del presente
articolo.
Inoltre l’area in esame ricade da PRG vigente negli ambiti della zona “Fic”, aree
per attrezzatura di interesse comune. Per tali zone le norme tecniche attuative
prevedono:
Fic – attrezzature culturali (Fc): tali zono sono destinate ad attrezzature culturali
da attuarsi a mezzo di progetto unitario esteso all’intera area così come
individuata dal P.R.G. per iniziativa di opera pubblica ovvero da parte di ente
concessionario anche privato. Queste zone sono destinate alle seguenti
attrezzature:
• biblioteche;
• museo/pinacoteca;
• cinema/teatro/auditorium;
• visitors center.
I parametri urbanistici vanno riferiti alla normativa di settore relativa alle
specifiche destinazioni d’uso. Le norme tecniche attuative ribadiscono che
dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:
• indice di fabbricabilità fondiaria massimo (If): 2,5 m3/metro quadrato;
• altezza massima: quella consentita dalla normativa sismica e dalle norme
di settore;
• distanza minima dai confini: metri 10,00.
Le aree libere dovranno essere sistemate a verde alberato o ad attività
complementari con superficie alberata pari ad almeno la metà dell’area libera.
Fic – attrezzature culturali (Fa): tali zone sono destinate ad attrezzature
amministrative, direzionali, pubblici servizi, protezione civile da attuarsi a mezzo
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di progetto di opera pubblica, unitario ed esteso all’intera area così come
individuata dal P.R.G. ovvero per iniziativa di ente concessionario anche privato.
Queste zone sono destinate alle seguenti attrezzature:
• casa comunale, delegazioni ed uffici periferici dell’amministrazione
comunale;
• centro comunale servizi;
• autoparco;
• uffici postali.
Le norme tecniche attuative prevedono che vengano rispettate le seguenti
prescrizioni:
• indice di fabbricabilità fondiaria massimo (If): 2,5 m3/metro quadrato;
• altezza massima: quella consentita dalla normativa sismica e dalle norme
di settore;
• distanza minima dai confini: metri 10,00.
Le aree libere saranno destinate a verde attrezzato con superficie alberata pari
ad almeno la metà dell’area libera.
Il progetto unitario dovrà prevedere la sistemazione a verde delle aree libere con
la specificazione delle essenze arboree ed arbustive da impiantare e/o da
mantenere nonché delle tipologie di recinzione e/o di cortine a verde da adottare.
Da PRG del comune di Trapani - tavola E 3.A – scala 1:10.000
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Legenda PRG
Da PRG del comune di Trapani - tavola E 4.c.bis – scala 1:2.000
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5.4 Parchi e Riserve Naturali – Rete Natura 2000
L’area interessata dal progetto non ricade all’interno di Aree Protette e di SIC,
SIR o ZPS.
Tra le aree della Rete Natura 2000, le più vicine, alla zona di intervento, sono
l’area SIC ITA010007 – Saline di Trapani e l’area ZPS ITA010028 – Stagnone di
Marsala e Saline di Trapani – area marina e terrestre, ma non sono interessate
dall’intervento stesso.
5.5 Piano Assetto Idrogeologico
Il Piano per l’Assetto Idrogeologico è la pianificazione di bacino, intesa come
strumento fondamentale della politica di assetto territoriale delineata dalla legge
183/89, della quale ne costituisce il primo stralcio tematico e funzionale.
Il Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico, di seguito denominato Piano Stralcio
o Piano o P.A.I., redatto ai sensi dell’art. 17, comma 6 ter, della L. 183/89,
dell’art. 1, comma 1, del D.L. 180/98, convertito con modificazioni dalla L.
267/98, e dell’art. 1 bis del D.L. 279/2000, convertito con modificazioni dalla L.
365/2000, ha valore di Piano Territoriale di Settore ed è lo strumento conoscitivo,
normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate
le azioni, gli interventi e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio
idrogeologico del territorio siciliano.
Il P.A.I. ha sostanzialmente tre funzioni:
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• La funzione conoscitiva, che comprende lo studio dell’ambiente fisico e del
sistema antropico, nonché della ricognizione delle previsioni degli
strumenti urbanistici e dei vincoli idrogeologici e paesaggistici;
• La funzione normativa e prescrittiva, destinata alle attività connesse alla
tutela del territorio e delle acque fino alla valutazione della pericolosità e
del rischio idrogeologico e alla conseguente attività di vincolo in regime sia
straordinario che ordinario;
• La funzione programmatica, che fornisce le possibili metodologie
d’intervento finalizzate alla mitigazione del rischio, determina l’impegno
finanziario occorrente e la distribuzione temporale degli interventi.
L’area in esame ricade nel bacino idrografico “Area Territoriale tra il bacino del
Torrente Forgia e Punta di Solanto (047) Bacino Idrografico del Torrente Forgia
(048) Area Territoriale tra il bacino del Torrente Forgia e il bacino del Fiume Lenzi
Baiata (048a)”.
Sulla base del riscontro analitico degli elaborati del PAI è emerso che l’area
d’intervento non ricade in aree classificate a pericolosità e/o rischio
geomorfologico o idraulico.
5.6 Beni Culturali e Paesistici Vincolanti
Il D. Lgs. del 22.1.2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi
dell’articolo 10 della Legge 6 luglio 2002, n. 137” e s.m.i., costituisce il
riferimento normativo in materia di beni culturali e paesaggistici. Tale decreto, in
applicazione dell’articolo 9 della Costituzione, disciplina sia le forme di tutela dei
beni culturali (patrimonio storico, artistico, demo-etnoantropologico,
archeologico, archivistico, librario) che quelle dei beni paesaggistici ed ambientali
(bellezze naturali; singolarità geologiche; ville, giardini e parchi; immobili di
valore estetico e tradizionale; bellezze panoramiche e belvederi).
Per quanto riguarda i beni culturali, le disposizioni per la tutela si applicano a
seguito di una dichiarazione di interesse od immediatamente nel caso delle cose
immobili o mobili di interesse artistico, storico, archeologico o demo-etno-
antropologico. La tutela dei beni immobili si esercita nella forma del divieto alla
demolizione, danneggiamento e utilizzo per usi incompatibili alla loro
conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di
interventi come elencati all’articolo 21. L’autorizzazione deve essere richiesta, dai
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proprietari, possessori o detentori dei beni, all’amministrazione competente al
rilascio; tale autorizzazione può essere rilasciata con motivata dichiarazione in
sede di conferenza dei servizi (art. 25) e con atto rilasciato in sede di concerto
sulla compatibilità ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione di
impatto ambientale (art. 26).
Per quanto attiene ai beni paesaggistici l’assoggettamento a tutela avviene a
seguito della dichiarazione di notevole interesse pubblico (art. 137 - 141) o per
effetto di disposizioni legislative, fino all’approvazione del piano paesaggistico, nel
caso delle specifiche categorie di beni elencati nell’articolo 142. La normativa
nazionale stabilisce che i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati
sottoponendo a specifica normativa d’uso il territorio mediante Piani paesaggistici
o Piani urbanistico territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici,
concernenti l’intero territorio regionale (art. 135). Il vincolo di tutela, che
riguarda tutti i beni, si esercita nella forma del divieto (per i proprietari,
possessori o detentori) di distruggere i beni od introdurvi modificazioni e
nell’obbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo quelle
elencate all’art. 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di
ottenere preventiva autorizzazione.
Sono escluse dall'applicazione del presente decreto le seguenti categorie di edifici
e di impianti: a) gli immobili ricadenti nell'ambito della disciplina della parte
seconda e dell'articolo 136, comma 1, lettere b) e c), del decreto legislativo 22
gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio nei casi in
cui il rispetto delle prescrizioni implicherebbe una alterazione inaccettabile del
loro carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratteri storici o artistici.
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6 DESTINAZIONE D’USO
L’area in esame ricade da PRG vigente nei manufatti vincolati ai sensi della Legge
n° 1089/1939 e s.m.i. e nei manufatti di interesse storico-architettonico
individuati nelle tavole del P.R.G.
Inoltre l’area in esame ricade da PRG vigente negli ambiti della zona “Fic”, aree
per attrezzatura di interesse comune.
(cfr. allegato progettuale – Tavola A01 – Inquadramento urbanistico)
Il Museo regionale interdisciplinare “Agostino Pepoli” è censito nel Catasto
Fabbricati del comune di Trapani al foglio 307, particella 343.
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7 STATO ATTUALE DELL’IMMOBILE O DELL’AREA TUTELATA
L’edificio si presenta, nel suo complesso, in buone condizioni conservative.
Presenta degli interventi di consolidamento, sia delle murature che dei solai che
si sono susseguiti nel tempo.
Le coperture oggetto d’intervento si distinguono in tre diverse tipologie: a falde
inclinate, piane e lucernai. Il sistema tipologico strutturale delle coperture a falda
è un classico sistema ligneo a capriate di tipo palladiano, nel quale si riconoscono
elementi primari (capriate), secondari (arcarecci), costituenti la grande orditura,
ed elementi di finitura (tavolato ligneo, all’intradosso, pacchetto isolante,
moraletti, canali e coppi all’estradosso). Il sistema strutturale della copertura
piana è costituito da solaio latero-cementizio, portato da travi in c.a. gettate in
opera, lucernario a telaio metallico e lastre in policarbonato. Suddetti sistemi di
copertura insistono su muratura piena ad una testa o a due teste, portante, in
blocchi di calcarenite tenera, squadrati a mano di circa cm. 24 x 24 x 50 legati
con malta cementizia, con spessori che vanno da cm. 83 (muratura esterna) a
cm. 26 (muratura longitudinale interna) con medie di cm. 50/55. I lucernai a
doppia falda, sono costituiti da pannelli in policarbonato alveolare con telaio e
colmo in alluminio , struttura metallica perimetrale costituita da lamierino piegato
a freddo che poggia su elementi portanti in c.a. e muratura piena.
La guaina delle coperture piane e dei lucernai, sono fatiscenti a causa dell’usura e
del degrado del materiale dovuto al suo decorso naturale nel tempo. Le coperture
a falde, anche se di recente rifacimento, versano in cattive condizioni poiché i
coppi non sono stati fissati con nessun dispositivo. Per tale motivo, si riscontrano
delle grandi infiltrazioni dovute al conseguente imbibimento dei materiali lignei e
isolanti.
Sulla copertura del Museo sono attualmente installati diversi apparati di
impiantistica meccanica. In particolare, dislocasti lungo le terrazze, si hanno
diverse macchine di condizionamento e ventilazione (motocondensanti, gruppi
frigoriferi, UTA etc) più alcuni serbatoi di accumulo dell’acqua sanitaria. Parte di
tale impiantistica è dismessa e non funzionante.
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8 DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Le opere in oggetto rientrano in un ampio “Progetto pilota Poli museali di
eccellenza nel Mezzogiorno”, con l’obiettivo di fornire un importante impulso allo
sviluppo culturale ed economico del Sud Italia, tramite una serie di interventi
organici sul patrimonio museale ed archeologico.
Gli interventi riguardano l’allestimento della sala polifunzionale al piano terra, il
rifacimento delle coperture a falda, piane e dei lucernai.
Di seguito si riporta una sintesi degli interventi progettuali proposti.
8.1 Sintesi degli interventi architettonici
Le scelte progettuali sono state condivise con la direzione del museo e prevedono
nel dettaglio i seguenti interventi (cfr. allegato progettuale tav. A02 – Pianta delle
coperture, descrizione degli interventi):
• rifacimento delle coperture piane con un razionale sviluppo delle
pendenze per migliorare il deflusso delle acque meteoriche;
• rifacimento coperture a falde con l’inserimento di elementi metallici di
ancoraggio tra i diversi coppi per evitarne lo scivolamento;
• sostituzione lucernai esistenti che versano in condizioni fatiscenti con
elementi in alluminio estruso e pannelli in policarbonato a cinque
camere con maggiori prestazioni igrometriche;
• sostituzione e incremento, ove necessario, di gronde e pluviali con
elementi in cotto semiartigianale e inserimento di scossaline in rame a
protezione della guaina sottostante negli impluvi tra falde e tra falda e
muro perimetrale;
• rimozione dell’impalcato metallico e delle macchine impiantistiche in
soprastanti disuso;
• messa in sicurezza dei parapetti di copertura tramite il loro
innalzamento a 100 cm dal piano di calpestio e ove non possibile
l’inserimento di cavo linea vita ;
• allestimento a piano terra della sala denominata “Sala della scultura
Rinascimentale” con sedute dotate di tavoletta scrittoio, tavolo per
conferenze, videoproiettore e tutti gli accessori necessari allo
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svolgimento all’interno della sala di riunioni, videoproiezioni e
assemblee.
8.2 Sintesi degli interventi impiantistici
8.2.1 Impianti meccanici
Al fine di poter eseguire le opere previste sulla copertura del Museo sarà
necessario preventivamente rimuovere dalla stessa tutta l’impiantistica
meccanica ivi presente per poi ripristinarla nella sua funzionalità dopo la fine degli
interventi.
In particolare sulla copertura sono presenti le seguenti apparecchiature:
• N°28 unità moto condensanti per sistemi di condizionamento tipo split
system ad espansione diretta con gas refrigerante
• N°1 unità moto condensante per sistema di condizionamento a volume di
refrigerante variabile
• N°1 Uta di trattamento dell’aria con relative canalizzazioni in pannelli
sandwich e tubazioni di connessione delle batterie termiche
• N°1 Gruppo frigorifero condensato ad aria con relativo valvolame e
connessioni tubiere
• N° 4 serbatoi di stoccaggio idrico in polietilene da circa 3000l
• N°1 Autoclave costituito da serbatoio in acciaio ed elettropompa di spinta
• N°1 serbatoio in vetroresina da circa 100 l
• N°1 serbatoio in polietilene a sviluppo orizzontale da circa 500 l
• N°1 Aspiratore solventi
Delle 28 unità moto condensanti sicuramente due sono scollegate e non
funzionanti. Si tratta in particolare di quella installata in posizione sottostante il
gruppo frigorifero e di quella adiacente la parete vicino i serbatoi dell’acqua.
Queste unità andranno rimosse e portate a smaltimento. Delle altre unità moto
condensati alcune sono funzionanti mentre altre presentano dei guasti più o
meno severi. Il progetto prevede una selezione dividendo le macchine tra quelle
ripristinabili a seguito di manutenzione straordinaria e quelle non più recuperabili
perché troppo compromesse o vetuste. Quelle non recuperabili verranno smaltite
a norma di legge mentre le altre verranno accantonate in deposito temporaneo
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per poi essere reinstallate e rimesse in funzione dopo gli opportuni interventi
manutentivi e di riparazione che si dovessero rendere necessari. A solo titolo
esemplificativo potrebbero rendersi necessari i seguenti interventi:
• Ricariche gas refrigeranti e/o sostituzione olio
• Sostituzione schede elettroniche di controllo
• Ripristino connessioni elettriche
• Sostituzione compressori
• Pulizia batterie alettate
• Sostituzione organi della linea frigorifera
Verranno rimossi e portati a smaltimento sia l’UTA con i suoi canali e tubi sia il
gruppo frigorifero adiacente sempre con i relativi tubi e organi idraulici accessori.
Invece verranno rimossi, accantonati e quindi reinstallati i serbatoi dell’acqua,
l’aspiratore e l’autoclave ad eccezione del serbatoio in polietilene a sviluppo
orizzontale che risulta in disuso e pertanto verrà smaltito.
Le connessioni tubiere dei serbatoi e le altre tubazioni idriche presenti verranno
rimosse e smaltite per poi essere sostituite da nuove forniture e installazioni
tubiere che permettano il ripristino di tutti i servizi.
8.2.1 Impianti elettrici
Il progetto prevede l’allestimento di una sala convegni nella quale verrà realizzato
un impianto multimediale composto principalmente da un sistema di proiezione
ad alta risoluzione su schermo mobile e da un sistema audio a diffusione wireless.
Nella copertura è previsto inoltre lo smantellamento delle tubazioni e dei cavi
installati sul parapetto ed il loro ripristino con nuove tubazioni, casette di
derivazione e cavi.
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9 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Per un dettaglio del contesto paesaggistico e dell’area d’intervento si rimanda
all’allegato progettuale: TAV. R02: Relazione fotografica.
Vista del museo Pepoli e del parapetto esistente
Vista dei lucernai e delle coperture
9.1 Fotoinserimento
Ai fini della comprensione dell’opera e di valutare le modifiche che verranno
apportate all'ambiente una volta completato il progetto, non si ritiene necessario
procedere ad un rendering post-operam, tenuto conto dell’entità delle lavorazioni
previste da ritenersi assolutamente non impattante da un punto di vista visivo.
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10 EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA
Gli interventi relativi alle componenti edilizie prevedono la sostituzione di
elementi, con caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti, ma
senza modificare le sagome attuali e preservando i caratteri identitari dei luoghi.
La progettazione prevede l’abbattimento di quelle barriere che avrebbero potuto
ostacolare l’accesso e la fruibilità da parte dei diversamente abili.
Il progetto non prevede la realizzazione di nuovi manufatti in aggiunta alla
costruzione esistente, né l’incremento dei carichi presenti ante intervento.
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11 MITIGAZIONE DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO
La mitigazione dell’impatto dell’intervento è direttamente correlata alla
progettazione effettuata dello stesso; ciò significa che nella scelta dei materiali
era ben presente il contesto paesaggistico nel quale sarebbero stati inseriti.
E’ possibile prevedere effetti negativi per la componente percettiva nella fase di
realizzazione dell’opera, dovuti alla fase di cantiere pari a 270 giorni naturali e
consecutivi.
In particolare il progetto prevede che per potere eseguire i lavori sulle coperture
saranno montati dei tratti di ponteggio indicati nella Planimetria di cantiere (crf.
Allegato progettuale: PS-05 a)). In particolare tutti i ponteggi raggiungeranno i
due metri al di sopra del piano di imposta delle coperture.
In conclusione si può affermare che nonostante gli impatti negativi durante la
fase di realizzazione dell’opera, legati essenzialmente alla fase di cantiere, il
progetto comporta una serie di benefici per gli aspetti socio-economici e
ambientali nel medio e lungo termine.
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