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Tutti i colori del buioTutti i colori del buioI contenuti pedagogici dell’azione I contenuti pedagogici dell’azione

associativa come risposta al bullismo associativa come risposta al bullismo e alla disaggregazione giovanilee alla disaggregazione giovanile

Nisida 16/09/2011Dott.ssa Nicoletta GasbarroneDott. Filippo Maria NimbiAICS Perugia

Percezione e conoscenza del fenomeno

La definizione degli strumenti della mappatura territoriale è stata effettuata utilizzando due differenti metodologie:

1)colloquio diretto con i componenti del gruppo di lavoro 2)analisi di fonti ufficiali messe a disposizione dall’Università degli Studi di Perugia, dall’ASL di Perugia, dalla Questura di Perugia e dal Tribunale dei minori di Perugia

Percezione e conoscenza del fenomeno / LE OPINONI

Analisi bisogni locali / #1

Ruolo dei genitori Perdita del ruolo di educatori e diffusione della

rappresentazione del genitore come amico/confidente

Difficoltà di partecipare alla vita dei ragazzi incentivata dall’organizzazione generale delle città: tempi di lavoro, viabilità, spostamenti, costi dei servizi, ecc…

Predilezione del coinvolgimento verso gli interessi specifici dei propri figli, piuttosto che per quelli generali

Analisi bisogni locali / #2

Web Solitudine tecnologica come “riempimento” del

tempo non organizzato dei ragazzi

Perdita del valore della condivisione tipico della rete

Utilizzo “sregolato” del web

Analisi bisogni locali / #3

Tendenza a banalizzare e/o a demonizzare. Sviluppodella contraddizione tra due tendenze opposte: • diffusione tra ampie fasce di educatori della tendenza

a giustificare qualsiasi atto dei ragazzi in nome dell’età

• demonizzazione di qualsiasi comportamento giovanile (abbigliamento, gusti musicali, stili di vita o di consumo, ecc…)

Analisi bisogni locali / #4

Necessità di strutturare luoghi positivi

Creazione di luoghi di vita culturalmente ricchi: sport, cinema, teatro, laboratori, spazi per incontri emusica, librerie, biblioteche, ecc…

Necessità di organizzare e strutturare luoghi di incontro validi da un punto di vista pedagogico ed educativo

Analisi bisogni locali / #5

Incentivazione del legame scuola – genitori

Costruzione di “alleanze” tra i genitori e gli insegnanti al fine di incrementare il pluralismo dei modelli educativi, le risposte e gli stimoli

Analisi bisogni locali / #6

Confronto con i genitori

Organizzazione di momenti di sensibilizzazione voltialla diffusione di nuovi modelli che mettano al centrola compartecipazione educativa di famiglia, scuola eistituzioni pubbliche e private

Analisi bisogni locali / #7

Peer education

Coinvolgimento attivo, diretto e protagonista deiragazzi

Percezione e conoscenza del fenomeno / I DATI

Bullismo in Italia

La ricerca sul bullismo è iniziata solo negli anni Novanta, ma ha evidenziato subito la gravità del fenomeno. I primi dati raccolti riguardano due città nel 1993: Firenze e Cosenza. Il bullismo è stato riscontrato in entrambe ad un livello più alto di quanto trovato in altri stati, tra cui Norvegia, Inghilterra, Spagna e Giappone pur presentando caratteristiche strutturali simili.

Dichiarano di aver subito prepotenze su se stessi:•41% nella scuola primaria;•26% nella scuola media;Dichiarano quanti compagni della classe sono vittime di atti di bullismo:•61% dei bambini della primaria (3 o più per classe);•53% di quelli delle medie (3 o più per classe);

Bullismo in Umbria

Il progetto HBSC (Health Behaviour in School-agedChildren - Comportamenti collegati alla salute inragazzi di età scolare - è uno studio multicentricointernazionale svolto in collaborazione con l'UfficioRegionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanitàper l'Europa svolto parallelamente in tutto ilterritorio italiano con il patrocinio del Ministero dellaSalute, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università edella Ricerca e dell’Istituto Superiore della Sanità. Ricerca su bullismo, omofobia e razzismo del Prof. Federico Batini (2011) dell’Università di Perugia.

HBSC

Viene effettuata l’analisi dell’adattamento scolastico con diverse finalità, tra cui anche quella di valutare i principali fattori predittori della presenza di bullismo. Sono stati somministrati due questionari all’interno delle scuole:

1.Raccolta di informazioni sull’ambiente scolastico, effettuata tramite un questionario indirizzato ai dirigenti scolastici, sulle attività formative riguardanti l’attività fisica e l’alimentazione svolte dalla scuola in autonomia o in collaborazione con altre istituzioni.

HBSC2. Raccolta di informazioni, attraverso un questionario

autocompilativo nelle scuole dai ragazzi di età 11, 13 e 15 anni, relativamente a:

comportamenti correlati con la salute (alimentazione, igiene orale, attività fisica e sedentarietà, comportamenti a rischio, abitudini sessuali, violenza e infortuni);

la salute ed il benessere individuale; il contesto sociale; il contesto ambientale di sviluppo delle competenze

relazionali comportamenti collegati alla salute;L’indagine è stata svolta nell’anno scolastico 2009/2010 su un

campione nazionale per un totale di circa 5000 ragazzi/e. Qui di seguito sono riportate alcune tabelle con i dati relativi alla nostra regione.

Aree

esterneEdificio Aule Palestra Libreria

Computer

SoftwareAudiovisivi

Attrezzature

disabili

Laboratori

specifici

Adeguato 75.53 86.32 78.72 74.47 65.96 83.87 83.87 65.59 78.02

Non adeguato 23.40 13.68 21.28 15.96 32.98 16.13 16.13 24.73 20.88

Risorsa non

presente

1.06 0.00 0.00 9.57 1.06 0.00 0.00 9.68 1.10

Tutte le scuole del campione adottano misure di promozione alla salute per favorire l’attività fisica (il 76% le adotta abitualmente, il 24% le adotta di tanto in tanto) e di queste il 96% delle scuole attua misure di promozione della salute per la prevenzione della violenza e del bullismo.

Interventi di promozione alla salute e prevenzione della violenza adottati nelle scuole medie e superiori

con i ragazzi di 11-13-15 anni

4%

50,53%

45,26%

Bullismo (interventiabituali)

Bullismo (interventioccasionali)

Interventi promozionedella salute (in cui nonviene affrontato ilbullismo)

43,51%24%

31,49%

51%31%

18%

61%12%

27%

0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00% 60,00% 70,00%

“I nostri insegnanti ci trattanoin modo giusto”

“Nella mia classe sonoincoraggiato a esprimere il

mio punto di vista”

“Quando ho bisogno di unaiuto supplementare posso

riceverlo dai miei insegnanti”

Né d’accordo né indisaccordoNon d’accordo/perniente d’accordoMoltod'accordo/d'accordo

Percentuale di accordo con l’affermazione: “la maggior parte dei miei compagni è gentile e disponibile”

Percentuale di accordo con l’affermazione: “I miei compagni mi accettano per quello che sono”

“Quante volte hai subito atti di bullismo negli ultimi due mesi?”

  11 anni % 13 anni % 15 anni %

Mai 85.06 90.83 93.14

1-2volte negli ultimi due mesi 10.29 6.67 4.99

2-3volte nell’ultimo mese 1.98 1.35 1.12

1volta nell’ultima settimana 0.89 0.62 0.12

Più di 1volta nell’ultima settimana 1.78 0.52 0.62

“Negli ultimi 12 mesi, quante volte ti sei azzuffato o picchiato con qualcuno?”

11 anni % 13 anni % 15 anni %

Mai 70.81 68.74 72.21

Una volta 13.61 15.63 15.51

2 volte 5.42 7.35 6.08

3 volte 2.27 1.97 2.48

4 volte o più 7.89 6.31 3.72

Una ricerca svolta dal Prof. Batini (2011) ha cercato di descrivere la situazione in 13 istituti superiori della provincia di Perugia e di Terni per

quanto riguarda le problematiche del bullismo, dell’omofobia e del razzismo.

Scuole Superiori della provincia di Perugia

Scuole Superiori della provincia di Terni

Conclusioni

Sebbene la questione rimanga da approfondire, i dati delle ricerche in territorio regionale riportano una bassa concentrazione del fenomeno se confrontato con quella della media nazionale. È chiaro che questi buoni risultati non devono coincidere con una diminuzione dell’attenzione sul fenomeno da parte delle autorità e di chi sta a stretto contatto con il mondo giovanile.

Pianificazione di interventi locali: LE PROPOSTE

I possibili interventi sono stati pianificati tenendo conto del contesto locale, delle risorse e delle competenze che il gruppo di lavoro possiede.

Sono state ipotizzate azioni facilmente attuabili sia in relazione alle risorse economiche disponibili sia in relazione agli ambiti di attuazione.

Idea base che ha guidato la formulazione è stata quella di sperimentare possibili pratiche che una volta definite e formalizzate potranno essere facilmente esportate anche in altri contesti e in altri territori.

Mappa di comunità dei “luoghi dedicati ai ragazzi”

Obiettivi Individuazione dell’offerta territoriale per i giovani

attraverso la mappatura di tutti i luoghi a loro “riservati”

Creazione di un piano razionalizzato di proposte operative di rivitalizzazione del territorio da parte dei diretti interessati.

Mappa di comunità dei “luoghi dedicati ai ragazzi”

Metodologia La metodologia è l’elemento principale del progetto di

mappatura che verrà realizzata direttamente dai ragazzi.

Tale mappatura si individua quindi come strategica non solo in relazione all’output finale (la mappatura dei luoghi) ma soprattutto in relazione al percorso che verrà portato avanti con il gruppo dei ragazzi di analisi e riflessione sul territorio.

Mappa di comunità dei “luoghi dedicati ai ragazzi”

Fasi di attuazione

1)costruzione del gruppo di lavoro; 2) individuazione di un facilitatore per il

coordinamento della ricerca;

Mappa di comunità dei “luoghi dedicati ai ragazzi”

Fasi di attuazione

3) costruzione della mappa di comunità dei ragazzi, focalizzando l’attenzione sui luoghi di incontro dei giovani (scuole, centri sportivi, sedi di associazioni, locali, pub, discoteche, internet point, eventi, librerie, biblioteche, ecc) al fine di inquadrare in maniera più precisa il territorio secondo lo sguardo dei diretti interessati;

4) analisi della mappatura territoriale con il gruppo di lavoro e costruzione di un piano di proposte operative per il cambiamento / miglioramento del territorio.

Corso di formazione per “Facilitatore dei gruppi”

Il processo di costruzione delle mappe di comunitàrichiede un certo periodo di tempo ed una certacontinuità e ritmo negli incontri, pertanto lafacilitazione è un aiuto necessario, che richiede peròuna specifica preparazione. Questo avviene tramite metodi strutturati di ascolto eprecise regole per la partecipazione.

Corso di formazione per “Facilitatore dei gruppi”

Il facilitatore ha il compito di far rispettare tempi e modi, di intervenire per la mediazione degli eventuali conflitti, di garantire che le indicazioni emerse vengano rispettate. Il facilitatore deve creare e stabilizzare una struttura formale accettata dal gruppo stesso. Questo si realizza attraverso lo stabilirsi di un’organizzazione,

uno spazio di incontro, un setting, norme, regole, ruoli, responsabilità, tempi e ritmi condivisi. Deve favorire l’equilibrio relazionale e la comunicazione nel gruppo.

Corso di formazione per “Facilitatore dei gruppi”

Chi è il facilitatore

un mediatore tra parti ed opinioni diverse, un comunicatore, un ricercatore di soluzioni, un gestore costruttivo dei conflitti, un esperto di gruppi, di processi, di tecniche, non

necessariamente di contenuti, il catalizzatore del processo di facilitazione, un evocatore nel gruppo di possibili diversi scenari.

Corso di formazione per “Facilitatore dei gruppi”

Abilità del facilitatore

capacità di ascolto, attenzione alle necessità del gruppo, attenzione a ciò che accomuna, più che a ciò che

divide, pazienza, flessibilità, empatia, esperienza, umorismo,

autoironia, tolleranza, coerenza, capacità di giudizio, capacità di integrare più punti di vista, conoscenza e fiducia nei processi partecipati.

Costruzione di uno spazio web dedicato

Il portale web dedicato ha la funzione di raccogliere e mettere in rete più materiali possibili relativi al tema del bullismo (documenti, video, immagini, progetti, esperienze, buone pratiche).

Si rivolge non solo ai ragazzi ma anche agli educatori, pertanto deve prevedere l’utilizzo di linguaggi differenti adatti ai differenti target. Il portale è pensato come un lavoro “in progress” che nel tempo viene arricchito e aggiornato con nuovi contenuti.

Costruzione di uno spazio web dedicato

Il portale è basato su tecnologia open source con base modulare espandibile.

La gestione di tutti i moduli deve avvenire mediante un pannello di controllo disponibile on line e facilmente gestibile.

La principale caratteristica del pannello di controllo deve essere infatti rappresentata dalla estrema semplicità di utilizzo sia per l’attività di input dei dati che di modifica degli stessi.

Costruzione di uno spazio web dedicato

I contenuti

La costruzione della mappa dei contenuti del sito è un processo condiviso con il gruppo di lavoro e potrà prevedere le seguenti sezioni - Area istituzionale / Guida dei luoghi (locali, pub, librerie, biblioteche, campi sportivi, sala prove, scuole, palestre, punti di incontro, ecc.) / Virtual tour / News / Calendario eventi / Aree tematiche / Newsletter / Web TV.

Punto di eccellenza locale

Individuazione di un luogo specifico (es. un istituto scolastico) dove sperimentare azioni e progetti di contrasto al bullismo.

Data la difficoltà di attuare un sistema di azioni a contrasto del fenomeno del bullismo su territori vasti, l’idea è quella di individuare un piccolo polo di sperimentazione di buone pratiche che in un secondo momento potranno essere esportate anche in altri contesti.

Punto di eccellenza locale

Tutte le azioni dovranno pertanto essere strutturate e condivise con la realtà di riferimento, di seguito una sintesi delle opportunità emerse nel corso del progetto.

Punto di eccellenza locale

organizzazione di seminari ed incontri rivolti ai genitori; organizzazione di laboratori e workshop sulle tecniche di utilizzo della rete con particolare attenzione al web 2.0;

creazione di luoghi positivi di incontro (es. palestre, sala prove, librerie, teatro, biblioteche, spazi per laboratori, ecc.);

Punto di eccellenza locale

laboratori strutturati secondo la metodologia dell’educazione tra pari;

costruzione della “mappa di comunità dei luoghi dedicati ai ragazzi”;

costruzione di uno spazio web autogestito dai ragazzi.

Buon lavoro a tutte/i noi!

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