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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA
“TOR VERGATA”
FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA
Master in giornalismo e comunicazione pubblica
Indirizzo giornalismo
TITOLO
Doping: le cifre, i problemi e l’informazione
Relatore: Candidato:
Dott. Valerio Piccioni Gianluca Galotta
Anno Accademico
2008-2009
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INDICE
1. Aspetti del problema: un quadro generale……………………pag. 3
1.1 Definizioni…………………………………………………………………...pag. 3
1.2 Cenni storici e casi eclatanti………………………………………………..pag. 5
1.3 Le principali sostanze dopanti……………………………………………..pag. 12
1.4 Cenni legislativi……………………………………………………………..pag. 16
1.5 Le difficoltà dei controlli antidoping……………………………………...pag. 20
2. Il problema doping nella stampa italiana: il caso della “Gazzetta
dello Sport”....……………………………………………………...pag. 22
2.1 Nota metodologica…………………………………………………………..pag. 22
2.2 Rilevazione articoli………………………………………………………….pag. 23
2.3 Rilevazione lettere…………………………………………………………..pag. 41
2.4 Riepilogo rilevazione e rappresentazioni grafiche………………………..pag. 41
2.5 Considerazioni……………………………………………………………....pag. 46
3. Interviste e testimonianze………………………………………pag. 49
3.1 Pedalare controcorrente: la storia di Maurizio Marchetti……………….pag. 49
3.2 Maurizio Galdi: «Ciclismo più esposto ma il doping è in tutti gli sport»..pag. 53
4. Conclusioni……………………………………………………….pag. 56
5. Fonti consultate………………………………………………….pag. 59
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1. ASPETTI DEL PROBLEMA: UN QUADRO GENERALE
L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di stimolare spunti di riflessione sul
fenomeno doping a partire dall’analisi delle notizie relative a questo problema comparse
sulla stampa italiana. Ovviamente il lavoro non vuole avere nessuna presunzione di
completezza ed esaustività e per questo, oltre che per ragioni pratiche, il rilevamento
delle notizie è limitato ad un preciso arco di tempo (luglio, agosto, settembre del 2009)
e ad un solo quotidiano. In ogni caso un trimestre è un valido campione di riferimento
anche considerando gli eventi sportivi di primaria importanza che, come vedremo, si
sono svolti nel periodo preso in esame. Sulla scelta di un solo quotidiano si possono
avanzare alcune perplessità. Molte di esse però sono destinate a venir meno se si
considera che il quotidiano su cui la ricerca è stata condotta è “La Gazzetta dello Sport”,
vale a dire il principale giornale sportivo in Italia. Per le perplessità rimanenti vale,
comunque, la considerazione che scopo di questo lavoro non è in alcun modo fornire
risposte quanto invece porre delle domande che hanno poi trovato spazio in alcune
interviste realizzate.
Prima di inoltrarci nella rilevazione quantitativa, e poi qualitativa, degli articoli
relativi al doping è però opportuno fornire un inquadramento del problema. Per questo
la prima parte del lavoro cercherà di illustrare gli elementi fondamentali di questo
fenomeno a partire dalla sua definizione e proseguendo con alcuni cenni storici e
legislativi.
1.1 Definizioni
Al giorno d’oggi sport e doping sono sempre più intrecciati. Ma cos’è il doping? Per
comprenderlo ci può essere d’aiuto partire dall’analisi linguistica del termine. Le origini
della parola “doping” sono diverse. Secondo alcuni autori, il sostantivo primordiale
“doop”, che in un antico dialetto africano significava “miscuglio”, “mistura”, “pozione”,
avrebbe dato origine al verbo inglese to dope, traducibile nell’italiano drogarsi,
assumere eccitanti e stimolanti. In dettaglio, «il termine doping ha le sue radici in un
dialetto sudafricano ed identifica un liquore stimolante che veniva somministrato nelle
cerimonie religiose»i. Il verbo venne inizialmente utilizzato nell’ambito delle corse dei
cavalli:
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Agli inizi dell’Ottocento to dope in Nord America indicava la pratica del drogare i
cavalli da corsa, con preparati a base di tabacco e narcotici, allo scopo di
compromettere le prestazioni atletiche degli animali degli avversari o di truccare i
concorsi ippiciii.
È curioso notare che il primo uso del termine doping è all’opposto di quello moderno:
alle origini i cavalli venivano drogati per non vincere mentre oggi l’assunzione di
sostanze chimiche ha lo scopo di migliorare le prestazioni di animali e uomini.
Per quanto riguarda l’Italia, la prima definizione del termine è relativa al 1962 ed è
stata formulata dalla Federazione medico-sportivo italiana che ha definito il doping in
questo modo: «assunzione di sostanze dirette ad aumentare artificiosamente le
prestazioni in gara del concorrente pregiudicandone la moralità, l’integrità psichica e
fisica». Nel 1966 il Consiglio di Europa suggerì un’altra definizione: «costituisce
doping l’impiego di qualsiasi sostanza da parte di individui sani al solo scopo di
migliorare artificiosamente il rendimento in una competizione»iii
. In ogni caso, per una
completa e moderna definizione, possiamo attingere alla legge italiana n. 376 del 14
dicembre 2000 denominata “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e
della lotta contro il doping”:
Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze
biologicamente e farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a
pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a
modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di
alterare le prestazioni agonistiche degli atletiiv
.
Si tratta della definizione più valida al momento: le pratiche dopanti infatti, al giorno
d’oggi non si limitano più all’assunzione di farmaci ma si estendono anche a vere e
proprie pratiche mediche come l’autoemotrasfusione.
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1.2 Cenni storici e casi eclatanti
Il problema doping ha raggiunto ai nostri giorni la dimensione di una vera e propria
emergenza. Basti pensare, in tal senso, che addirittura Papa Benedetto XVI ha sentito la
necessità di spendere parole sul tema:
La Chiesa continui a sostenere lo sport per i giovani, valorizzando appieno anche
l’attività agonistica nei suoi aspetti positivi come, ad esempio, nella capacità di
stimolare la competitività, il coraggio e la tenacia nel perseguire gli obiettivi,
evitando, però, ogni tendenza che ne snaturi la natura stessa con il ricorso a
pratiche persino dannose per l’organismo, come avviene nel caso del dopingv.
Anche alcuni numeri confermano la grande diffusione dei farmaci dopanti nello sport
dei nostri giorni:
Un giro d’affari pari a seicento milioni di euro, per un mercato che, solo nel
nostro Paese, si aggira intorno al mezzo milione di consumatori: una vera e
propria emergenza sociale, quella del doping, una pratica che ha radici antiche ma
che trova tutt’ora terreno fertilevi
.
In effetti alcuni elementi tipici dello sport del terzo millennio prestano il fianco all’uso
di sostanze dopanti. Tra questi sicuramente possiamo rintracciare la massiccia irruzione
degli sponsor nello sport. La pubblicità ha sicuramente permesso di disporre di notevoli
risorse economiche per atleti e società. Tuttavia la sponsorizzazione ha portato ad
un’esasperazione della competizione sportiva: lo sponsor paga bene finché si vince,
finché l’atleta è sulla scena mediatica perché vincente. Di qui la continua pretesa di
risultati e vittorie, pena il venir meno o la riduzione degli introiti pubblicitari. Oltre
all’aspetto economico vi è poi una ragione psicologica che ha portato gli atleti odierni a
ricorrere a sostanze dopanti. Al giorno d’oggi, infatti, i mezzi di comunicazione di
massa riservano spesso un’eccessiva attenzione ad alcuni avvenimenti sportivi: molti
atleti sono così ossessionati da pagelle, classifiche, tabelle, statistiche, scommesse.
Messo sotto la lente di ingrandimento e spesso oggetto di una sovraesposizione
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mediatica, lo sportivo non può, non deve, deludere. Ecco allora il ricorso all’aiuto della
farmacia.
Sponsor e eccessiva enfatizzazione sono tra i principali elementi dello sport moderno
che hanno portato il fenomeno doping ad assumere una dimensione imponente. Tuttavia
il ricorso ad alcune sostanze per migliorare le proprie prestazioni agonistiche è
rintracciabile sin dalle origini dello sport:
Cercare di migliorare le proprie prestazioni agonistiche non è un fatto recente. Sin
dai tempi dell’antica Grecia, durante lo svolgimento dei Giochi Olimpici, era
prassi usuale l’assunzione da parte dei concorrenti di infusi di erbe e funghi allo
scopo di migliorare le proprie performancevii
.
Il doping nasce, in sostanza, con lo sport. L’obiettivo era, infatti, vincere nelle gare il
cui esito era segnato dalla vita o morte dei partecipanti. E nella antica Grecia vincere,
per i giovani atleti delle prime Olimpiadi, voleva dire denaro, proprietà dello Stato
devolute, esenzione dal servizio di leva. Va detto che, spesso, le sostanze adottate
nell’antichità per alterare le prestazioni fisiche degli atleti non erano realmente e
chimicamente efficaci. In ogni caso, però, l’effetto placebo poteva portare dei benefici.
Si narra, per esempio, che i gladiatori prima di scendere nell’arena del Colosseo
bevevano una miscela composta dal sudore dei colleghi usciti vincitori negli scontri del
giorno precedente e dalla sabbia del terreno di battaglia che aveva raccolto il sangue dei
perdenti. Oltre a miscele dal significato puramente magico, nell’antichità possiamo però
rintracciare esempi di assunzione di sostanze di una certa rilevanza farmacologica: si ha
notizia di preparati a base di frutta fermentata a elevato contenuto alcolico, per rendere
l’atleta euforico e meno timoroso dello scontro, di alimenti preparati con interiora e
testicoli di toro dal vago valore anabolizzante e infine di estratti di passiflora e tiglio ad
effetto ansiolitico.
Il doping tuttavia emerge con chiarezza nell’età moderna precisamente sul finire
dell’Ottocento. Il primo decesso per abuso di farmaci nello sport si ha, infatti, nel 1896
durante la gara ciclistica Bordeaux-Parigi: il gallese Arthur Linton muore a causa di una
crisi cardiaca dovuta ad overdose di stimolanti. All’inizio del Novecento la pratica del
doping sembra prendere piede. Nei giochi Olimpici di Saint Louis del 1904, il vincitore
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della maratona, l’americano Thomas Hicks sviene due volte durante la gara. Per farlo
riprendere l’allenatore si affida alla farmacia dando origine al primo caso di doping in
diretta:
Lucas che lo segue in macchina, decide che è il momento di fare qualcosa e
(stando al suo stesso racconto) amministra ad Hicks un milligrammo di stricnina
mescolata in due chiare d’uovo. Hicks riparte ma dopo un altro chilometro e
mezzo diventa “pallido come uno straccio” e il suo allenatore-guru passa la
seconda dose: un altro milligrammo di stricnina questa volta sciolta in un
bicchiere di buon cognac franceseviii
.
Negli anni ’30, inoltre, alcuni ciclisti si dopavano per affrontare i momenti di crisi,
usando quella che era considerata una pozione miracolosa, chiamata “bomba”, a base di
stimolanti naturali o artificiali diluiti nella borraccia con vino o acqua.
Tuttavia sarà solo con le Olimpiadi di Melbourne del 1956 che si comincia a parlare
della pericolosità di certe sostanze dopanti per la salute degli atleti. In effetti gli anni ’50
furono caratterizzati da un massiccio uso di sostanze chimiche in primo luogo di
testosterone. In quegli anni furono soprattutto gli atleti dell’allora Urss e dell’Europa
dell’Est a assumere tali sostanze. Questi paesi, infatti, destinarono grandi risorse alla
sperimentazione di nuovi farmaci utilizzando gli atleti come cavie. Per rendere l’idea
del grande uso di tali farmaci, soprattutto in occasione delle Olimpiadi, basti pensare
che le atlete di tali paesi sviluppavano dei tratti mascolini così evidenti che si rendeva
necessario, in alcuni casi, il test del dna per accertare che fossero realmente donne. Lo
sviluppo del doping in questa fase si legava anche alla situazione politica: nel clima
della guerra fredda bisognava vincere e dimostrare che il proprio Stato aveva un sistema
in grado di produrre una gioventù migliore. Per anni, nella Repubblica Democratica
Tedesca, gli atleti furono obbligati a seguire programmi stilati da medici e scienziati
pena una vera e propria emarginazione.
Un’altra morte per abuso di farmaci è datata 1960: alle Olimpiadi di Roma il ciclista
danese Kurt Jensen muore durante la gara dei 100 km a cronometro a squadre per
collasso provocato da un’overdose di amfetamina. Ma non è finita qui. Il 13 luglio del
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1967 durante la tredicesima tappa del Tour de France, con un caldo torrido e il temibile
Mont Ventoux da scalare, il ciclista inglese Tommy Simpson muore:
Non pensava a vincere, quel giorno, Tommy Simpson, ottavo in classifica
generale, a oltre 8 minuti da Pingeon. Pensava ad arrivare. L’ultima foto mostra
una faccia da ragazzino denutrito, il berretto girato all’indietro, le sopracciglia
aggrottate, la bocca semiaperta, i capelli fradici appiccicati alla fronte e sotto due
occhi stralunati e increduli che guardano la sconfitta scendergli incontro da una
strada sterrata troppo ripida. La bicicletta non avanza più, il manubrio gira a
destra e a sinistra, Tommy stramazza e gli uomini del seguito gli corrono accanto.
Per aiutarlo. Non a sopravvivere, ma a risalire in sella. Altri metri, altri zig zag,
c’è chi lo spinge, ma è già troppo tardi. Tommy Simpson sta morendo e non
arriverà mai sulla vetta del Ventouxix
.
Simpson morì per collasso cardiocircolatorio dovuto al caldo e alle anfetamine assunte
per migliorare la propria prestazione (due confezioni di tale sostanza furono trovate
nella tasca posteriore della sua maglia).
Nel 1969 un altro caso nel ciclismo: durante il Giro d’Italia il ciclista belga Eddy
Merckx, in maglia rosa, viene squalificato dopo un controllo antidoping, effettuato dopo
la tappa Parma-Savona, a cui risulta positivo. Il belga nega tutto:
Quando la mattina del 2 giugno del 1969 viene annunciata la sua positività anche
alle controanalisi dell’antidoping il telecronista della RAI, Sergio Zavoli, piazza il
suo microfono sotto la bocca di Merckx, nella sua camera di hotel ad Albisola. La
domanda fa rabbrividire chi ascolta: “Signor Merckx, lei ha sempre sostenuto di
non essersi mai sottoposto a doping. Cosa può dirci ora che è stata riconfermata la
sua positività anche alle controanalisi?” Piagnucolando e con una smorfia di
sgomento dipinta sul volto, il Lupo, ora Agnello, risponde che...lui non ha preso
niente e non sa cosa direx.
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Appena un anno prima nel 1968 alle Olimpiadi di Città del Messico, il Comitato
Internazionale Olimpico istituisce la pratica dei controlli antidoping e stila un elenco di
sostanze proibite.
Nel 1988 un altro caso clamoroso. Alle Olimpiadi di Seul il canadese Ben Johnson
vince la gara dei 100 metri stabilendo anche il nuovo record del mondo (9”79). Alcuni
giorni dopo, tuttavia, nei campioni di urina di Johnson venne rilevata la presenza di
steroidi ed egli venne quindi squalificato. Il canadese dovrà restituire la medaglia d’oro
e vedrà annullato il suo record del mondo. In seguito Johnson farà esplicita ammissione
di aver assunto sostanze dopanti.
Il fenomeno doping, in base a questo breve excursus storico sembra appannaggio di
due soli sport: il ciclismo e l’atletica. A smentire questo riduzionismo c’è la figura
dell’allenatore Zdenek Zeman, che nel luglio del 1998, lanciò delle pesanti accuse: «Il
calcio è finito in farmacia. Nel nostro ambiente girano troppi farmaci». In seguito alle
dichiarazioni di Zeman, il pm torinese Raffaele Guariniello avviò un processo in cui
furono coinvolti il dirigente della Juventus, Antonio Giraudo, ed il medico sociale,
Riccardo Agricola. Il processo, chiuso nel 2007 con la sentenza della Corte di
Cassazione, ha confermato l’assoluzione pronunciata in Appello, per i due imputati
dalle accuse legate al doping. Tuttavia la Suprema Corte ha annullato la sentenza di
assoluzione, sempre pronunciata dalla Corte d’Appello, circa l’abuso di farmaci, in
quanto i giudici dei due gradi precedenti non avevano tenuto conto di alcuni particolari.
Per la Cassazione sarebbe stato opportuno fare un nuovo processo, mai istruito a causa
della prescrizione, basato solo sull’accusa di abuso di farmaci. Nel 2005, una sentenza
del TAS di Losanna (il Tribunale Arbitrale Sportivo internazionale) scagionò la società
bianconera dalle accuse di doping, affermando che i medicinali presi in quegli anni
erano leciti. Per questo non potevano essere revocati i trofei vinti dalla Juventus in quel
periodo. In ogni caso le ombre del doping avevano travolto anche il calcio dominato
ormai dalla necessità di vincere:
A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle
farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo
del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il
calcio, oggi, è sempre più un’industria e sempre meno un giocoxi
.
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Sempre nel 1998, nel ciclismo il team Festina viene espulso dal Tour de France dopo
che in una delle ammiraglie vengono trovate sostanze proibite. Il capitano della squadra,
il francese Richard Virenque ammette di aver usato sostanze stupefacenti e viene
squalificato per sei mesi. L’anno dopo al Giro d’Italia la maglia rosa, Marco Pantani,
viene fermato prima della partenza della tappa di Madonna di Campiglio. In base ai
controlli effettuati il giorno precedente, nel sangue del Pirata risultò un livello di globuli
rossi superiore al consentito. Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu, infatti, del
52%, oltre il margine di tolleranza dell’1% rispetto al valore massimo consentito dai
regolamenti pari al 50%. Va precisato comunque che la vicenda del campione di
Cesenatico non è assimilabile al doping: Pantani non risultò mai positivo ai controlli
antidoping anche se venne fermato in base ai regolamenti sportivi. A dimostrazione di
ciò si può prendere in considerazione la squalifica inflitta al ciclista: soli 15 giorni.
Sempre nel 1999 viene squalificato per doping il centometrista britannico e campione
olimpico a Barcellona 1992 Linford Christie. Ed è proprio nel 1999 che nacque a
Losanna l’attuale organo del CIO che regolamenta l’attività antidoping cioè la Wada
(World Anti Doping Agency). Ogni anno la Wada redige la lista delle sostanze dopanti
e delle metodiche proibite a cui ogni comitato olimpico nazionale deve sottostare. Nel
2000, anno in cui viene approvata in Italia la prima legge dedicata al doping, risulta
positivo al nandrolone l’americano C.J. Hunter campione del mondo di lancio del peso e
marito della centometrista Marion Jones.
Anche alle Olimpiadi di Atene 2004 il doping si è fatto sentire. Alla vigilia della
manifestazione il velocista greco Kostas Kenteris e la sua compagna di allenamenti
Ekaterini Thanou finsero un incidente stradale per sottrarsi ad un controllo antidoping.
Poco dopo la chiusura delle Olimpiadi, Marion Jones e il suo nuovo compagno il
centometrista Tim Montgomery, squalificato nel 2005, furono accusati di utilizzare
sostanze illecite. La confessione della Jones arrivò poi nel 2007.
Il nostro breve percorso storico ci ha ormai portato ai nostri giorni con i noti scandali,
ancora nel ciclismo. Nel 2006 è stata la volta della famosa Operación Puerto con la
denuncia del medico spagnolo Eufemiano Fuentes che, insieme al dirigente sportivo
Manolo Sainz, è accusato di essere a capo di un’organizzazione dedita alla vendita di
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sostanze proibite come l’Epo, Gh e anabolizzanti e alla pratica dell’emotrasfusione.
L’Operación Puerto è stata un vero terremoto per lo sport delle due ruote:
Sul ciclismo ha avuto l’effetto di una tangentopoli, anche se a pagare sono stati
solo Ivan Basso (2 anni), Michele Scarponi (18 mesi) e Jorg Jaksche (un anno),
più Jan Ullrich che si è ritiratoxii
.
I ciclisti coinvolti tra cui anche Alejandro Valverde, Tyler Hamilton, David Extebarria
sono numerosi. Inoltre va sottolineato che questo scandalo non ha riguardato solo il
ciclismo:
Da questa indagine non sono emersi solo nomi di ciclisti (come la maggior parte
della stampa ha voluto far credere), ma che in realtà si parla anche di calciatori
spagnoli, giocatori di pallamano, tennisti ed automobilisti, i cui nomi però sono
rimasti nell'oscuritàxiii
.
Nel 2008 è stata la volta degli scandali connessi al Cera, l’Epo di terza generazione.
Al Tour de France del 2008 il modenese Riccardo Riccò, che aveva vinto due tappe di
montagna, è stato squalificato a seguito della positività ad un controllo. Anche
Emanuele Sella in un controllo a sorpresa realizzato a luglio 2008 è risultato positivo al
Cera. Ad ottobre furono, invece, rese note le positività sempre relative al Tour 2008 di
Leonardo Piepoli, Stefan Schumacher e del terzo classificato in classifica generale
Bernhard Kohl. Nel 2009 infine è toccato a Davide Rebellin e Danilo Di Luca. Il primo
si è visto revocare la medaglia d’argento a Pechino 2008 dopo essere risultato positivo,
insieme ad altri cinque atleti, ad ulteriori test disposti sui campioni di sangue prelevati
alle Olimpiadi:
Tra il 27 luglio e il 24 agosto, i medici del Cio hanno fatto 4770 controlli, di cui
3801 sulle urine (817 specifici per l’Epo) 969 sul sangue di cui (471 per l’ormone
della crescita). Da subito il bilancio di tanto sforzo apparve preoccupante:
quaranta atleti positivi nella fase preparatoria, e nove durante i Giochi. Ma era
provvisorio. Come del resto rimane oggi: «Continueremo a cercare». I sei casi di
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Cera sono stati scoperti rianalizzando i campioni con la stessa tecnologia
utilizzata a sorpresa all’ultimo Tour de France (quello in cui vennero trovati
positivi, tra gli altri, gli italiani Riccò e Sella). A Pechino quella tecnologia non
c’eraxiv
.
Di Luca invece, dopo aver chiuso il Giro d’Italia 2009 in seconda posizione, a luglio è
stato dichiarato positivo al Cera con riferimento a controlli effettuati durante la corsa
rosa.
L’ultima rivelazione shock spetta però ad André Agassi. L’ex tennista statunitense ha
ultimamente ammesso di essere stato dipendente dalle anfetamine e di essere risultato
positivo ad alcuni controlli nel 1997. Lo statunitense ha rivelato di aver mentito alle
autorità sportive per evitare una sospensione per doping sostenendo di aver bevuto per
errore una vodka nella quale un suo collaboratore aveva versato la sostanza. E
ovviamente l’elenco, già non esaustivo, è destinato purtroppo ad allungarsi.
1.3 Le principali sostanze dopanti
Nell’economia del lavoro è utile anche accennare alla classificazione delle principali
sostanze dopanti che possono essere così suddivise: stimolanti, narcotici, anabolizzanti,
diuretici, ormoni peptidici. Ma il doping al giorno d’oggi non si limita più
all’assunzione di farmaci in quanto prevede anche delle pratiche mediche come, per
esempio, l’autoemotrasfusione. Come agiscono i diversi tipi di sostanze? Quali vantaggi
danno all’atleta? Quali rischi per la salute comportano? Vediamo di rispondere a queste
domande per ogni classe di sostanze dopanti.
a) Stimolanti
In questa categoria rientrano sostanze come l’anfetamina, l’efedrina, la cocaina, la
caffeina, l’amifenazolo, il mesocarbo. Gli stimolanti comportano un aumento
dell’attenzione, della concentrazione, dell’aggressività e delle resistenza alla sforzo.
Tuttavia tali sostanze possono determinare aritmie cardiache (causa di morte negli atleti
per scompenso cardiaco) e nel lungo periodo disturbi neurologici. Inoltre gli stimolanti
possono causare depressione e disturbi cardiocircolatori.
b) Narcotici
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Sono narcotici la morfina, la diamorfina, il metadone, la buprenorfina, la petidina e la
pentazocina. Sostanzialmente i narcotici vengono utilizzati per consentire ad un atleta
infortunato di gareggiare. Tali sostanze, infatti, agiscono sul sistema nervoso
aumentando la tollerabilità al dolore o eliminandone la sensazione. Tuttavia i narcotici
possono portare depressione della funzione respiratoria, dipendenza e riduzione della
capacità di concentrazione.
c) Anabolizzanti
Gli anabolizzanti, a cui appartengono il nandrolone e il metenolone, sono sostanze
con azione biologica simile a quella esercitata dal testosterone, l’ormone sessuale tipicamente
maschile, da cui derivano. Tali sostanze, infatti, favoriscono l’insieme dei processi
costruttivi che portano alla formazione di nuovi tessuti, sviluppano la massa muscolare,
permettono di aumentare la forza e l’aggressività e stimolano la sintesi dei globuli rossi.
Il termine “anabolizzanti” si riferisce, dunque, alla loro capacità di accelerare i
fenomeni anabolici, dati dall’insieme dei processi di sintesi di proteine, carboidrati,
lipidi e costituenti cellulari in genere. Gli anabolizzanti vengono utilizzati soprattutto
negli sport di potenza come gare di atletica brevi e di velocità, sollevamento pesi, lotta
ecc. In parte sono utilizzati anche negli sport misti, come calcio e rugby, in cui occorre
sia una buona forza che una discreta resistenza. L’uso di anabolizzanti è invece ridotto
negli sport aerobici come podismo e ciclismo in quanto uno sviluppo eccessivo della
massa muscolare sarebbe controproducente a causa dell’aumentato peso corporeo.
Nell’uomo, l’assunzione di ormoni maschili assunti dall’esterno inibisce la sintesi di
testosterone nell’organismo e nel lungo periodo può portare alla sterilità. Nelle donne,
invece, le maggiori controindicazioni sono dovute ad evidenti fenomeni di
virilizzazione. Per questo la ricerca farmacologica cerca sempre più di produrre sostanze
anabolizzanti dai limitati effetti androgeni. Inoltre in ambedue i sessi gli anabolizzanti
possono creare problemi al fegato (fino allo sviluppo del tumore) e rendere i tendini più
fragili.
d) Diuretici
Queste sostanze non comportano un reale miglioramento delle prestazioni ma sono
comunque utilizzate in ambito sportivo per due motivi. In primo luogo, i diuretici
vengono adoperati negli sport in cui sono previste differenti categorie di peso come il
pugilato e la lotta. Tali sostanze, infatti, favorendo l’emissione di urina permettono agli
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atleti di dimagrire rapidamente in modo da poter gareggiare in una categoria di peso più
bassa sfruttando però una struttura fisica tipica della classe superiore. Inoltre, i diuretici
permettono di mascherare negli esami antidoping le presenza di farmaci dopanti o di far
rientrare la presenza di questi farmaci nei parametri consentiti: i diuretici diluiscono le
urine abbassando la concentrazione di sostanze proibite già assimilate. Tra gli effetti
collaterali di questa classe di farmaci vanno ricordati il rischio di disidratazione,
l’insufficienza della funzione renale e le aritmie cardiache.
e) Ormoni proteici e sostanze correlate
Gli ormoni sono sostanze naturali che fungono da messaggeri all’interno
dell’organismo e possono stimolare la produzione di altre sostanze da parte di “organi
bersaglio”. In particolare gli ormoni regolano il metabolismo e/o l’attività di tessuti ed
organi dell’organismo stesso. All’interno di questa classe rientrano sostanze diverse di cui le
principali, nell’ottica delle sostanze dopanti, sono l’Eritropoietina (Epo) e l’ormone della
crescita.
L’Eritropoietina (Epo) è un ormone secreto dal rene che stimola la produzione di
globuli rossi nel midollo osseo. I globuli rossi a loro volta sono preposti al trasporto di
ossigeno dai polmoni ai tessuti. In ambito medico l’Epo è utile nelle cura delle anemie
di pazienti in dialisi o privi di un rene. In ambito sportivo, invece, l’Eritropoietina è
utilizzata perché aumenta la disponibilità di ossigeno nei tessuti muscolari. Per tale
motivo questa sostanza è utilizzata soprattutto negli sport che richiedono uno sforzo
prolungato come, ad esempio, il ciclismo. L’Epo, sintetizzata con tecniche di ingegneria
genetica a partire dagli anni Ottanta, presenta però dei pesanti effetti collaterali: se il
sangue si arricchisce di globuli rossi diventa più denso sovraccaricando di lavoro il
cuore e portando al rischio di trombosi o insufficienza cardiaca. L’eritropoietina è stata
utilizzata dagli atleti a partire dai primi anni Novanta ma le tecnologie antidoping ne
hanno permesso la rintracciabilità solo dall’Olimpiade di Sydney 2000.
L’Epo è, dunque, una sostanza superata in quanto rilevabile negli attuali controlli
antidoping. Per questo gli atleti hanno iniziato a utilizzare l’evoluzione dell’Epo: nel
2007 il ciclista danese Michael Rasmussen fu costretto al ritiro dal Tour de France
quando era in maglia gialla dopo essere risultato non negativo al Dynepo, l’Epo di
seconda generazione. Ma al giorno d’oggi a dominare è la Cera, vale a dire
l’Eritropoietina di terza generazione, utilizzata in ambito medico dal 2007. Si tratta di
una molecola di eritropoietina a cui è aggiunta una lunga catena proteica che porta il suo
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peso ad essere quasi il doppio della molecola standard. Per questo l’effetto della Cera è
più duraturo di quello dell’Epo:
Questo è proprio il segreto del nuovo prodotto che ha attirato l’attenzione degli
sportivi: basta l’iniezione con una siringa da insulina per essere coperti per lungo
tempo, e quindi non è necessario fare migliaia unità di Epo in continuazione, con
il rischio di dover portare in giro le fiale di eritropoietina. La Cera potremmo
descriverla come un prodotto a lento rilascio di Epo: quindi maggiore
ossigenazione, più globuli rossi, ma in un lasso temporale più ampio. Senza i
picchi tipici della somministrazione esterna di Epo, che mette a rischio gli atleti
per l’aumento dei valori di ematocrito ed emoglobinaxv
.
Alle Olimpiadi del 2008 sono stati cinque i casi accertati di positività al Cera tra cui
Rashid Ramzi (aveva vinto la medaglia d’oro nei 1500 metri), Davide Rebellin (aveva
vinto l’argento nella prova in linea di ciclismo) e Athanasia Tsoumeleka (oro nelle 20
km di marcia ad Atene 2004).
L’ormone della crescita (Growth Hormone, Gh) o somatotropina viene, invece, usato
in alternativa agli anabolizzanti in quanto si crede che abbia effetti simili ad essi. Molti
sportivi sono indotti a pensare che l’ormone Gh aumenti la massa muscolare e potenzi
l’effetto degli anabolizzanti ma, in realtà, alcuni studi hanno dimostrato che il Gh ha tali
effetti solo in soggetti con deficit di produzione endogena dell’ormone. In compenso la
sua assunzione può causare diabete, deformazioni ossee, cardiopatie, tumori e disturbi
della tiroide.
f) Beta-bloccanti
Questi farmaci sono usati per il loro effetto antistress e per placare stati d’ansia ma
possono provocare disturbi respiratori, coma ipoglicemico e gravi disturbi cardiaci. I
betabloccanti possono essere sono usati in sport di precisione, come il golf, per ridurre il
tremore delle manixvi
.
g) Metodi
Doping non vuol dire oggi solo assunzione di sostanze proibite. Rientrano infatti in
questo fenomeno anche delle procedure, come il doping ematico e le manipolazioni
chimiche e fisiche dei campioni di urina.
16
Il doping ematico consiste nel somministrare ad un atleta sangue, eritrociti,
trasportatori artificiali di ossigeno e relativi prodotti emoderivati. L’obiettivo è innalzare
il numero di globuli rossi nel sangue. Nel caso dell’autoemotrasfusione, un mese prima
della gara all’atleta vengono prelevati in media 700-900 ml di sangue, che vengono poi
conservati e rimessi in circolo uno o due giorni prima dell’impegno agonistico. In
seguito alla trasfusione, si verifica un repentino miglioramento della capacità aerobica e
della prestazione negli sport di resistenza (ciclismo, maratona, nuoto di durata, triathlon,
sci nordico ecc.). L’autoemotrasfusione non apporta, invece, benefici significativi agli
atleti delle discipline anaerobiche (sollevamento pesi, gare di salto e di sprint, lancio del
peso, ecc). I rischi del doping ematico sono simili a quelli dell’assunzione di Epo:
trombosi e disturbi vascolari.
Infine le manipolazioni farmacologiche, chimiche o fisiche. In questa categoria si
inseriscono tutte quelle sostanze e quei metodi finalizzati ad alterare l’integrità dei
campioni di urina prelevati nei controlli antidoping:
Le manipolazioni vanno dallo scambio dei campioni di urina alla diluizione con
altri liquidi, fino all’inserimento nella vescica, tramite catetere, dell’urina altruixvii
.
Inoltre rientra nell’ambito delle manipolazioni l’uso di tutte quelle sostanze che
modificano densità e ph dell’urina. Occorre sottolineare che la riuscita o il fallimento
della manipolazione non influisce in alcun modo: affinché l’azione costituisca reato di
doping è sufficiente che le sostanze o le pratiche finalizzate alla manipolazione dei
campioni prelevati siano state utilizzate o che si sia cercato di farvi ricorso.
1.4 Cenni legislativi
a) Ambito penale
Nel 1989 gli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno stipulato la Convenzione
antidoping. L’articolo 1 del documento stabilisce che «nell’intento di ridurre, e in
seguito eliminare, la pratica doping nello sport, le Parti si impegnano ad adottare, entro i
limiti delle loro rispettive costituzioni nazionali, i provvedimenti necessari per
l’applicazione delle disposizioni della presente Convenzione»xviii
. L’Italia ha recepito
17
tali disposizioni approvando nel 2000 le legge n. 376 denominata “Disciplina della
tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping”.
La legge 376/2000 ha l’obiettivo di contrastare l’uso di sostanze dopanti nello sport e
di salvaguardare la salute degli atleti come è evidente dal primo comma dell’art. 1:
L’attività sportiva è diretta alla promozione della salute individuale e collettiva e
[…] non può essere svolta con l’ausilio di tecniche, metodologie o sostanze di
qualsiasi natura che possano mettere in pericolo l’integrità psicofisica degli
atletixix
.
La legge considera doping sia l’assunzione di sostanze dopanti, sia il ricorso a
pratiche mediche vietate, sia ogni procedura che miri a modificare i risultati dei
controlli. La normativa prevede la possibilità, per l’atleta affetto da patologie
documentate, di poter assumere, nelle dosi specifiche per la cura, sostanze considerate
dopanti. In tal caso all’atleta è consentito partecipare a competizioni sportive purché da
ciò non derivi alcun pericolo alla sua salute psicofisica.
Il legislatore ha poi previsto, nell’articolo 3, la costituzione della “Commissione per
la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive”.
Tale Commissione è composta da numerose figure: rappresentanti di vari enti come
Ministero della Salute, Coni, Istituto di Sanità ma anche di atleti, allenatori e medici.
Uno dei compiti più importanti della Commissione è quello di predisporre, e
revisionare, la lista delle sostanze dopanti suddivisa in classi. La lista viene stilata nel
rispetto delle disposizioni della Convenzione di Strasburgo e delle indicazioni del Cio e
degli organismi sportivi internazionali preposti al settore sportivo. Tra questi, essenziale
è la lista di rifermento internazionale elaborata ogni anno dalla Wada (World Anti-
Doping Agency) che dai primi anni Duemila ha sostituito il Cio nell’elaborazione di tale
elenco (l’ultima lista del Cio è del 2001, la prima della Wada del 2004). Sempre
seguendo le indicazioni del Cio e di altri organismi competenti la Commissione
determina anche le metodologie dei controlli antidoping. Inoltre la Commissione
realizza i controlli, avvalendosi di laboratori convenzionati con il Cio, dopo aver
selezionato le competizioni in cui realizzare tali esami.
18
L’aspetto più importante della legge è però sicuramente quello di considerare il
doping come un reato penale: l’articolo 9 prevede, infatti, la reclusione da tre mesi a tre
anni, oltre a sanzioni pecuniarie, per «chiunque procura ad altri, somministra, assume o
favorisce […] l’utilizzo di farmaci o sostanze […] che non siano giustificati da
condizioni patologiche […] al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti,
ovvero siano diretti a modificare i risultati dei controlli sull’uso di tali farmaci e
sostanze». Stessa pena è comminata a chi adotta o si sottopone a pratiche mediche
vietate in assenza di condizioni patologiche che le giustifichino. La pena è aumentata se
dal fatto deriva un danno per la salute e se il fatto è commesso nei confronti di un
minore. Inoltre è prevista un’aggravante anche se il responsabile è un componente del
Coni o di una federazione, società o ente riconosciuto dal Comitato Olimpico Italiano.
Chi commercia sostanze dopanti clandestinamente è invece punito con la reclusione da
due a sei anni e con sanzioni pecuniarie.
Le legge stabilisce anche che le confezioni dei farmaci che contengono sostanze
inserite nella lista di quelle dopanti riportino sull’involucro un apposito simbolo.
Dal punto di vista penale la legge parla chiaro. Dal punto di vista sportivo-
disciplinare la normativa demanda alle federazioni sportive nazionali la possibilità di
«stabilire sanzioni disciplinari» per la somministrazione o assunzione di sostanze
dopanti e per l’adozione o sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da
condizioni patologiche.
b) Giustizia sportiva
Nell’ambito della giustizia sportiva, invece, gli enti interessati sono, la Wada, il Cio le
Federazioni internazionali e nazionali, ed i comitati olimpici di ogni paese. In Italia, il
Coni ha adottato il Codice Mondiale Antidoping Wada. Per questo il Comitato
Olimpico Italiano è stato riconosciuto dall’Agenzia mondiale come l’Organizzazione
antidoping nazionale (Nado). Il Codice Wada rappresenta il documento fondamentale
ed universale su cui si basa il programma mondiale antidoping. Esso armonizza regole e
procedure che in precedenza variavano a seconda del paese e della disciplina sportiva.
Il Coni adotta ed attua politiche e regolamenti che siano conformi al Codice mondiale
Wada ed esige che le Federazioni nazionali associate facciano altrettanto. Bisogna
sottolineare che le Norme Sportive Antidoping che discendono dal Codice Wada non
19
sono subordinate né vincolate ai requisiti e ai criteri giuridici vigenti in materia di
procedura penale. Il Coni ha dunque costituto:
1) Il Comitato per i controlli antidoping, che provvede all’esecuzione dei controlli (in
Italia i controlli possono essere disposti anche dalla Commissione della legge 376/2000)
2) Il Comitato per l’esenzione a fini terapeutici
3) L’Ufficio di Procura Antidoping, organismo inquirente che gestisce tutti gli atti per
l’accertamento delle responsabilità di quei soggetti che si presume abbiano violato le
Norme Sportive Antidoping. Al termine dell’indagine, l’UPA dispone il deferimento
dell’incolpato o richiede l’archiviazione del procedimento al competente Organismo
giudicante.
4) Il Tribunale Nazionale Antidoping, organismo indipendente di giustizia che giudica
in materia di violazione delle Norme Sportive Antidoping. Il TNA emette una sentenza
di primo e unico grado se la violazione risulta da esami disposti dal Comitato per i
controlli antidoping del Coni. Se invece l’atleta risulta positivo a controlli disposti dalla
Commissione istituita con la legge 376/2000 il TNA giudica in secondo grado. Dopo la
sentenza del TNA, è possibile fare ricorso solo al Tribunale Arbitrale dello Sport di
Losanna (TAS).
Il codice Wada ha previsto che l’uso di sostanze vietate e metodi proibiti o il possesso
di sostanze vietate determina, alla prima violazione, due anni di squalifica e alla
seconda violazione una squalifica a vita. Anche per altre violazioni come il rifiuto di
sottoporsi al prelievo del campione biologico o qualsiasi tentativo di manomissione di
una fase del controllo antidoping è prevista la squalifica per due anni in caso di prima
violazione e squalifica a vita in caso di seconda violazione. Per il traffico, la cessione o
la somministrazione, o suo tentativo, di sostanze vietate o di metodi proibiti, il periodo
di squalifica invece va da un minimo di quattro anni fino alla squalifica a vita.
In sintesi, nella giustizia sportiva la bussola di rifermento è il Codice Wada che
stabilisce procedure dei controlli, sanzioni, sostanze proibite ecc. Al Coni e alle singole
Federazioni spetta il compito di attuare concretamente la lotta al doping seguendo le
indicazioni del Codice mondiale.
20
1.5 Le difficoltà dei controlli antidoping
Al giorno d’oggi, come dimostrano le cronache sportive, sono molti gli atleti trovati
positivi agli esami antidoping. Questo è un segno che i controlli hanno raggiunto un
buon livello. Nonostante ciò non mancano le difficoltà nell’attuare dei seri ed efficaci
test antidoping.
Il primo problema è l’eterogeneità del doping. In altre parole a seconda della
tipologia di sport (resistenza, potenza, concentrazione, abilità) si utilizzano diverse
sostanze dopanti. Per esempio è improbabile che un maratoneta utilizzi anabolizzanti e
che un sollevatore di pesi assuma l’Epo. Spesso, però, i pannelli antidoping adottati
dalle diverse Federazioni sportive sono ambigui e incompleti. Per garantire l’efficacia
dei test «i pannelli antidoping non dovrebbero quindi essere universalizzati, ma
contestualizzati nello specifico ambito delle diverse federazioni, mirati
all’identificazione di pratiche illecite in grado di promuovere vantaggi concreti nel
singolo»xx
.
Altre difficoltà sono collegate a variabili spazio-temporali. La scelta del luogo in cui
eseguire i controlli è importante. Non basta eseguire i test durante le competizioni. Per
un’efficacia completa occorre prevedere controlli a sorpresa nei luoghi di allenamento
abituale o di residenza dell’atleta. Ancora più importante è la variabile temporale in
quanto ogni sostanza dopante ha dei tempi diversi di azione. Occorre quindi una
conoscenza approfondita dei farmaci per non rendere vani i controlli:
Le sostanze eritrostimolanti producono effetti ritardati (un aumento significativo
della massa eritrocitaria si manifesta dopo 48-72 ore dall’assunzione) e protratti
(l’effetti può durare anche due o tre mesi). Per tale motivo, controlli volti ad
identificare la positività di atleti per sostanze eritrostimolanti durante le
competizioni hanno scarsa probabilità di riuscita, mentre troverebbero idonea
collocazione in periodi precedenti l’inizio della stagione agonistica. Al contrario,
l’effetto di altre sostanze illecite, tra le quali le amfetamine, è breve ed immediato.
Pertanto, esse andrebbero ricercate nel contesto agonistico, non al di fuori dello
stesso, ove la probabilità di assunzione da parte dell’atleta è trascurabilexxi
.
21
Altre difficoltà riguardano la continua evoluzione delle sostanze dopanti. Nonostante
il progresso della strumentazione e delle tecniche analitiche utilizzate nei controlli, a
volte, il feedback tra nuovi farmaci dopanti e metodi di laboratorio in grado di
smascherarli non è immediato. Ciò si rende evidente in maniera limpida dinanzi
all’eventualità del doping genetico, cioè della possibilità di modificare geneticamente
gli atleti per migliorarne le prestazioni. Scovare queste pratiche dopanti, che in un
futuro prossimo potrebbero divenire realtà, non sarà facile in quanto si renderebbero
necessarie costose, complesse e non facilmente disponibili tecniche di biologia
molecolare. Insomma, una vera sfida tra doping e controlli.
Infine i test antidoping presentano delle difficoltà connesse alle attrezzature. Spesso i
controlli hanno origine “sul campo” di gara utilizzando delle strumentazioni che devono
possedere requisiti di facile mobilità e trasferibilità. Inoltre in alcuni casi i test
richiedono l’espletamento degli esami in tempi brevi dal prelievo. In sostanza, spesso si
opera in condizioni complesse. Tuttavia, affinché in controlli siano efficaci, occorre che
anche in questi casi le apparecchiature utilizzate e le procedure seguite rispettino gli
standard di qualità assicurati nelle strutture fisse di medicina sportiva.
22
2. IL PROBLEMA DOPING NELLA STAMPA ITALIANA: IL
CASO DELLA GAZZETTA DELLO SPORT
Lo scopo di questo secondo capitolo è “testare” quanto spazio ha il fenomeno doping
sulla stampa italiana. Il punto di partenza dell’analisi è puramente quantitativo: rilevare
quanti articoli sono stati scritti relativi al problema doping. Successivamente però in
base alla rilevazione sono state fatte delle riflessioni e analisi. La ricerca è stata condotta
prendendo come quotidiano di riferimento “La Gazzetta dello Sport”, il più importante
giornale sportivo italiano fondato nel 1896.
2.1 Nota metodologica
Sempre per ragioni di utilità la rilevazione dei pezzi riguardanti il doping è stata
condotta in un arco di tempo limitato: luglio, agosto, settembre 2009. Un trimestre è
comunque un lasso di tempo sufficientemente lungo per far emergere tendenze e spunti
di riflessione. Inoltre i tre mesi oggetto della ricerca non sono stati presi a caso ma sono
il frutto di una scelta precisa. Nel trimestre estivo, infatti, si sono concentrati una serie
di eventi sportivi di alto livello, un banco di prova eccellente per il discorso sul doping.
Per non essere generici, ecco alcune manifestazioni sportive svoltesi completamente, o
parzialmente, nel periodo preso in esame:
Luglio: fase finale torneo di Wimbledon, fasi finali Giochi del Mediterraneo
Pescara 2009, Tour de France, Europei di scherma, Mondiali di Nuoto Roma
2009.
Agosto: Mondiali di Atletica Berlino 2009, Europeo calcio femminile, Mondiali
di canottaggio, Mondiali di Judo, turni preliminari di Europa League e
Champions League, turni di Coppa Italia di Calcio, inizio campionati calcio.
Settembre: Mondiali di Boxe Milano 2009, Vuelta (Giro di Spagna), Europei
pallavolo maschile Turchia 2009, Europei pallacanestro maschile Polonia 2009,
Mondiali di ciclismo su strada Mendrisio 2009, Mondiali Baseball Italia 2009.
Un giornale punto di riferimento della stampa sportiva italiana e tutti questi eventi
sportivi rendono, dunque, attendibile la ricerca.
Gli articoli relativi al vasto problema del doping sono stati rilevati e poi classificati
secondo alcuni criteri. Gli elementi riportati per ogni articolo sono: data, titolo (in
23
grassetto), occhiello (in corsivo prima del titolo), sommario (in corsivo dopo il titolo),
sport di riferimento, pagina. Inoltre per rendere conto di quanta importanza sia stata
attribuita all’articolo nella costruzione del giornale si è scelto di rilevare anche se
l’articolo è firmato (importante), siglato (mediamente importante) o anonimo (poco
importante). Infine per avere a disposizione un altro elemento di valutazione
dell’importanza attribuita al pezzo si è rilevato la posizione in pagina: taglio alto
(importante), taglio medio (mediamente importante), taglio basso (poco importante).
2.2 Rilevazione articoli
01/07
Cocaina e doping Bufera nella Quick Step Boonen ancora sospeso E Sinkewitz
attacca – ciclismo – pag. 24 – non firmato – taglio basso.
02/07
Boonen Oggi la decisione sul ricorso – ciclismo – pag. 28 – non firmato – taglio basso.
Doping Nel 2007 l’olandese era alla Rabobank Smascherato 2 anni dopo: Epo
Dekker a casa Per i valori sospetti del suo passaporto biologico, l’Uci ha ordinato
nuovi test Lo sostituisce il neo-sposo Wegelius – ciclismo – pag. 29 – firmato – taglio
alto.
Come funziona l’antidoping in Francia Favoriti o sospetti: sotto esame una
cinquantina di corridori – ciclismo – pag. 29 – non firmato – taglio basso.
03/07
Retroscena Un test sospetto Il caso Gusev può diventare arma di ricatto dei kazaki
Il Tas: l’Astana licenziò il russo, paghi 650 mila euro di danni – ciclismo - pag. 24 –
firmato – taglio medio.
Lhotollerie positivo all’olio di geranio – ciclismo – pag. 25 – non firmato – taglio
medio.
24
04/07
Dopo la positività per cocaina Boonen in extremis ci sarà – ciclismo – pag. 27 – non
firmato – taglio medio.
Ghiaccio Doping: Pechstein stop di due anni – sport invernali (pattinaggio sul
ghiaccio) – pag. 33 – non firmato – taglio medio.
05/07
Baseball Ramirez torna – baseball – pag. 33 – non firmato – taglio medio.
Ciclismo Marioli positivo – ciclismo – pag. 33 – non firmato – taglio basso.
08/07
Giochi 2008 Schumacher resta positivo – ciclismo – pag. 25 – non firmato – taglio
basso.
Elisabetta grazia Vera regina col trainer del suo cavallo dopato – ippica – pag. 26 –
non firmato – taglio basso.
Doping/Ghiaccio Pechstein: squalifica poco chiara – sport invernali (pattinaggio sul
ghiaccio) – pag. 33 – siglato – taglio basso.
09/07
Pechino 2008 Caso Rebellin: trovato il Cera anche nelle controanalisi – ciclismo -
pag. 24 – non firmato – taglio alto.
10/07
Squalifica per coca Carrozzieri confermati 2 anni – calcio – pag. 15 – siglato – taglio
medio.
25
Menchov Ma che fine ha fatto il re del Giro? Il russo in ritardo anche ieri: ora è 64°
a 4’54” Prima del Tour, ascoltato sul doping a Vienna – ciclismo – pag. 24 – firmato –
taglio alto.
12/07
All’antidoping è parità tra Armstrong e Contador Tre controlli a testa in meno di 36
ore. Lance: «Comincio a interrogarmi» - ciclismo – pag. 22 – firmato – taglio basso.
14/07
Doping La procura diretta da Torri non aveva mai chiesto una sanzione così dura Il
Coni: «Squalificate a vita Da Ros» Il ventiduenne friulano era stato arrestato a marzo
nell’inchiesta dei Nas sullo spaccio di sostanze proibite - ciclismo – pag. 25 – firmato –
taglio basso.
Doping il caso Bordry accusa i controllori Uci: «Compiacenti» - ciclismo – pag. 24 –
non firmato – taglio medio.
Ginnastica Doping: Van Gelder positivo alla cocaina – ginnastica – pag. 33 – non
firmato – taglio medio.
16/07
Baldini, rinascita d’oro Finalmente sorridi L’azzurro escluso dai Giochi per doping e
poi riabilitato trionfa nel fioretto: «Niente rivincite, questo successo è solo gioia» -
scherma – pag. 31 – firmato – taglio alto.
Lotta al doping Passaporto Cavic – nuoto – pag. 27 – non firmato – taglio medio.
Tennis Solo due mesi e mezzi per cocaina Gasquet che sconto Può già giocare – tennis
– pag. 33 - non firmato – taglio alto.
17/07
26
A Padova L’indagine della procura nasce dalla collaborazione di Emanuele Sella «Via
col doping»: un arresto, 30 denunciati In manette l’ex pro’ serbo Nikacevic Tra gli
indagati anche Rebellin – ciclismo – pag. 29 – firmato – taglio basso.
Tennis: l’esperto «Cocaina via bacio? Possibile» - tennis – pag. 33 – non firmato –
taglio basso.
18/07
Bufera Mentre l’inchiesta «Via col doping» continua a tenere vivo l’interesse Altri due
positivi in Spagna Landaluze e Serrano fermati per il Cera. Rebellin davanti al Cio il
27 – ciclismo – pag. 25 – firmato – taglio basso.
E Armstrong si arrabbia con la ministra Bachelot insiste sul ritardo a un controllo.
Lance: «Ridicolo» - ciclismo – pag. 25 – firmato – taglio alto.
20/07
Adlington dura «I nuovi costumi come il doping» La britannica: «Io non li userò,
preferisco perdere» Maraculescu della Fina: «Potremmo tornare al tessuto» – nuoto –
pag. 28 – firmato – taglio alto.
21/07
Il giorno di riposo Test antidoping in casa Astana – ciclismo – pag. 23 – non firmato -
taglio medio.
22/07
Dalla polizia Camion perquisito Trovato olio d’oliva – ciclismo – pag. 21 – siglato –
taglio medio.
23/07
Il caso Sangue al Cera in due controlli Di Luca choc doping al Giro «Il test non è
sicuro, ma smetto se sarà confermato» - ciclismo – pag. 1 (annuncio servizi interni) –
firmato - taglio alto.
27
Di Luca scandalo: positivo al Giro (titolo su due pagine)
Sangue al Cera due controlli lo inchiodano Il laboratorio di Roma aveva notato
valori strani nelle urine: Parigi ha confermato la positività. Danilo 2° dietro a
Menchov rischia 4 anni di stop – ciclismo – pag. 24 – firmato – taglio alto.
«Se è vero, mi ritiro Ma cosa farò dopo?» L’abruzzese reagisce: «Sarei stato un
pazzo a farmi di Cera, tutti sanno che ti beccano. Non mi fido dei test di Parigi, perché
hanno già sbagliato» – ciclismo – pag. 25 – firmato – taglio alto.
I guai del pescarese Caso Santuccione Fermato tre mesi – ciclismo – pag. 24 – non
firmato – taglio medio.
Il direttore della corsa Gazzetta Zomegnan: «Bloccati i premi del Giro» «Chiederemo
i danni a Di Luca e la squadra dovrà pagare 100 mila €» - ciclismo – pag. 24 – siglato
– taglio basso.
I precedenti Ben 11 positivi in un anno Riccò, Piepoli, Sella E Rebellin ai Giochi –
pag. 24 – ciclismo – non firmato – taglio basso.
Il team manager Bordonali furioso «L’avevo salvato io E mi ha tradito» – ciclismo –
pag. 25 – siglato - taglio medio.
Le reazioni Il mondo del ciclismo si schiera senza reticenze contro Di Luca Cassani
duro: «Ci vuole la radiazione» Di Rocco: «Bisogna scovare i fornitori, questo è un
insulto all’intelligenza» – ciclismo – pag. 25 – firmato – taglio basso.
Gazzetta.it Valanga di messaggi «È una vergogna» – ciclismo – pag. 24 – non firmato
– taglio medio.
28
Clic Liegi e Giro nel 2007: come fece Merckx – ciclismo – pag. 25 – non firmato –
taglio medio.
Atletica Doping, per sette russe allungata la sospensione – atletica – pag. 34 – non
firmato – taglio medio.
Ghiaccio Pechstein, ricorso al Tas – sport invernali (pattinaggio sul ghiaccio) – pag.
34 – non firmato – taglio basso.
Tennis Doping Paszek – tennis – pag. 34 – non firmato – taglio medio.
24/07
Dribblano i controlli con le piccole dosi Il caso Di Luca e una domanda: perché
continuare a doparsi con l’antidoping sempre più efficace? Ecco come si rischia per
farcela – ciclismo – pag. 29 – firmato – taglio alto.
Il pescarese «Rifiutiamo il metodo utilizzato da Parigi» L’incarico sarà affidato al
legale milanese Cecconi – ciclismo – pag. 29 – firmato - taglio alto.
Parla il pilota abruzzese di F.1 Trulli: «In ballo c’è la sua vita» - ciclismo – pag. 29 –
siglato - taglio medio.
Dopo lo stop L’Uci contro «Vino» e Rasmussen – ciclismo – pag. 29 – non firmato –
taglio medio.
Il dibattito In un giorno sono arrivati sul nostro sito oltre 500 messaggi «Chi è
squalificato non deve trovare più squadra» Amarezza, rabbia e tristezza: su
Gazzetta.it lo sfogo dei tifosi – ciclismo - pag. 29 – firmato – taglio basso.
Gazzetta.it Sondaggio: l’83% per la radiazione – ciclismo – pag. 29 – non firmato –
taglio basso.
29
Un caso all’aeroporto. E oggi le elezioni Fermato medico australiano? – nuoto – pag.
33 – non firmato – taglio basso.
Pallavolo Sospesi – pallavolo – pag. 37 – non firmato – taglio alto.
25/07
Doping Fermato dai Nas con sostanze proibite Denunciato un medico dell’Australia
Si tratta di stimolanti «Solo un grande equivoco» si difende il capo dello staff aussie.
Interviene anche la Procura Coni – nuoto – pag. 25 – firmato – taglio basso.
I Nas a Pescara Perquisizione a casa di Di Luca – ciclismo - pag. 36 – non firmato –
taglio basso.
Il doping macchia il miracolo Giamaica Cinque atleti positivi a uno stimolante nei
campionati di Kingston Ci sarebbe pure Blake, erede di Bolt (9”93) che a Londra è
arrivato 2° - atletica – pag. 38 – firmato – taglio alto.
Il figlio del vento Lewis li aveva già criticati – atletica – pag. 38 – non firmato – taglio
medio.
27/07
Tour 2008 Nuovi test-Cera per i primi venti – ciclismo – pag. 37 – siglato – taglio
basso.
Atletica Giamaicani positivi al methylxanthine - atletica – pag. 41 – non firmato –
taglio alto.
28/07
Doping Jr – ciclismo – pag. 39 – non firmato – taglio basso.
Doping a Losanna Ascoltati i 5 positivi di Pechino – sport vari – pag. 42 – non firmato
– taglio basso.
30
29/07
Allarme doping Bordry: «Ci sono nuove sostanze» – ciclismo – pag. 35 – non firmato
– taglio basso.
30/07
Atletica Ritorno Ceplak – atletica – pag. 37 – siglato – taglio alto.
31/07
Stamattina a Losanna la sentenza Chelsea contro Mutu, il Tas decide sul
maxirisarcimento di 17 milioni – calcio – pag. 16 – siglato – taglio basso.
Sorpresa Per la positività al Cera durante il Tour 2008 L’Uci riallunga la squalifica
Stop a Riccò da 20 a 24 mesi Recepita la decisione francese. Il corridore potrà tornare
il 18 luglio 2010 – ciclismo – pag. 23 – firmato – taglio basso.
01/08
Mutu che multa Deve al Chelsea 17 milioni! – calcio – pag. 1 – firmato - taglio
medio.
Da Losanna arriva una decisione senza precedenti dopo 5 anni di battaglia legale
Mutu, sentenza choc «Paghi 17 milioni» Il Tas conferma il risarcimento record che
l’attaccante romeno dovrà versare al Chelsea ma il suo patrimonio non supera i 13
milioni. I legali: «Faremo ricorso». Colletta dei compagni. – calcio – pag. 13 – firmato
– taglio alto.
Secondo noi Un punto di svolta – calcio – pag. 13 – firmato – taglio alto.
Doping Il medico australiano si difende «La legge italiana è diversa» – nuoto – pag.
31 – siglato – taglio basso.
31
Ancora doping Astarloza è positivo: Epo 11° al Tour Test a sorpresa il 26 giugno
Sesto spagnolo fermato nel 2009 – ciclismo – pag. 25 – siglato – taglio alto.
Il dramma di Fazio Schiuma dalla bocca prima di morire: doping per l’under 23? –
ciclismo – pag. 25 – firmato – taglio medio.
04/08
Il caso Il romeno ricorrerà al Tribunale Federale Svizzero Mutu: «I 17 milioni? Io ho
già pagato Combatterò per il mio onore» La punta viola e la multa confermata dal
Tas: «Ingiusta e sproporzionata» - calcio – pag. 10 – firmato – taglio basso.
Ultimo appello Per il ricorso c’è tempo fino al 15 settembre – calcio – pag. 10 – non
firmato – taglio basso.
A Parigi Scelto lo stesso consulente del caso Zanette Di Luca, oggi altri esami C’è il
dossier difensivo – ciclismo – pag. 25 – siglato – taglio basso.
Il medico fermato: l’Australia si difende «Il dottor Makdissi si è sottoposto ai
controlli volontariamente» - nuoto - pag. 29 – siglato – taglio basso.
Equitazione/doping Sheikh Mohammed squalificato 6 mesi – equitazione - pag. 35 –
non firmato – taglio medio.
05/08
In Giamaica A casa i cinque dopati – atletica – pag. 24 – non firmato – taglio basso.
06/08
Di Luca positivo? Ora deciderà Vienna Finite le controanalisi a Parigi, ma serve la
«validazione» dei risultati in un altro laboratorio. La risposta è attesa domani sera –
ciclismo - pag. 28 – firmato – taglio alto.
32
Il test deriva da quello per l’epo La Wada: è ok – ciclismo – pag. 28 – firmato -
taglio alto.
L’allarme I corridori diventano cavie umane Arriva il prodotto che dura un giorno
Effetto-turbo sulle prestazioni per evitare i rischi del Cera, che si trova – ciclismo –
pag. 28 – firmato – taglio basso.
Atletica Cinque brasiliani positivi – atletica – pag. 31 – siglato – taglio alto.
Nuoto Rientro Hardy – nuoto – pag. 31 – siglato – taglio alto.
07/08
Doping giamaicano Un’irregolarità nelle controanalisi La Brooks parteciperà ai
mondiali – atletica – pag. 30 – non firmato – taglio basso.
Ghiaccio Caso Pechstein: la difesa – sport invernali (pattinaggio sul ghiaccio) – pag.
31 – non firmato – taglio basso.
08/08
L’inchiesta di Padova «Via col doping Mori è estraneo» – ciclismo – pag. 25 – non
firmato – taglio basso.
Responso dall’Uci Di Luca resta in attesa delle controanalisi – ciclismo – pag. 25 –
non firmato – taglio basso.
Lewis positivo Dieci gare di stop All’ala di Orlando rilevati alti livelli di testosterone
«Colpa di un integratore, ma è giusto che paghi» - basket Nba – pag. 29 – siglato –
taglio alto.
Nuoto/50 Rana Hardy, rientro e record sub iudice – nuoto – pag. 31 – siglato – taglio
alto.
33
09/08
Ballan vince il Giro di Polonia Di Luca: conferma doping – ciclismo – pag. 1 –
firmato - taglio medio.
Le controanalisi La difesa contesta il metodo usato in Francia: convocazione in
procura Coni a fine mese Di Luca positivo: «Ma non mi arrendo» Confermati i
risultati di Parigi: Cera in due controlli del Giro. Rischia fino a 4 anni di squalifica –
ciclismo - pag. 23 – firmato – taglio alto.
Nuoto: altri due mondiali, ma si aspetta la decisione del Tas Doping: ridotta la
squalifica e la Hardy colleziona record – nuoto – pag. 31 – siglato – taglio alto.
Atletica Brasile, altri due dopati – atletica – pag. 31 – siglato – taglio alto.
10/08
Dopo 2 anni di stop Vinokourov 81° al rientro – ciclismo – pag. 25 – non firmato –
taglio basso.
11/08
Positivo al Cera Doping: Di Luca in Procura Coni il 26 agosto – ciclismo – pag. 25 –
non firmato – taglio basso.
Giamaica, che caos Powell fuori squadra? La federazione potrebbe escludere Asafa,
Fraser, Williams e Foster per aver saltato un raduno. Ma «salva» Blake e altri tre dallo
stop per doping – atletica – pag. 29 – firmato – taglio alto.
12/08
Vinokurov è già davanti a tutti Al terzo giorno di gara, dopo 2 anni di stop per
doping, il kazako torna alla vittoria. Ora vuole fare Vuelta e Mondiale – ciclismo – pag.
27 – firmato – taglio alto.
13/08
34
Biathlon I tre russi positivi squalificati 2 anni – biathlon – pag. 31 – non firmato –
taglio medio.
14/08
La curiosità Ma guarda il Siena: macchina verità anti-doping – calcio – pag. 1
firmato – taglio medio.
L’invenzione La sperimenterà per primo il club toscano: l’esame dura 15 minuti e
l’attendibilità è del 91-93% Siena, macchina della verità anti-doping – calcio – pag.
10 – firmato – taglio basso.
Atletica Doping – atletica – pag. 35 – non firmato – taglio alto.
15/08
Attesa per martedì Giamaicani positivi Slitta la decisione – atletica – pag. 34 – non
firmato – taglio basso.
«Laboratori amici» Doping: Kohl accusa l’ex manager – ciclismo – pag. 37 – non
firmato – taglio basso.
19/08
Sella rientra all’Agostoni dopo un anno di squalifica – ciclismo – pag. 27 – non
firmato – taglio medio.
Doping Chatbi, siepista che vive in Italia il primo positivo – atletica – pag. 29 – non
firmato – taglio alto.
Caso Bailey? – atletica – pag. 29 – non firmato - taglio basso.
20/08
35
La storia Giornata difficile per il vicentino «Qualcuno mi ha visto e si è girato
dall’altra parte» Sella in gara dopo 1 anno di squalifica per il doping: «Me lo
immaginavo» - ciclismo – pag. 29 – siglato – taglio alto.
21/08
Associazione Mondiale Giornalisti Sportivi Presentato un progetto che coinvolge anche
Bolt Festa Aips: la Giamaica sfida la droga e il doping – atletica – pag. 26 – siglato –
taglio basso.
22/08
E Boonen rivince dopo la cocaina – ciclismo – pag. 39 – non firmato – taglio alto.
Caso Valverde McQuaid (Uci) «Merita due anni» - ciclismo – pag. 39 – siglato –
taglio basso.
24/08
L’altra «beffa» Antidoping problematico per il ghanese – calcio – pag. 6 – siglato –
taglio medio.
Doping: la marocchina Terza positività: stop alla Selsouli nei 1500 – atletica – pag.
45 – non firmato - taglio medio.
Doping L’annuncio del presidente McQuaid L’Uci: «Rifate i test del Giro 2008 per
trovare il Cera» «Forse la super-Epo usata prima che al Tour» Decisivo il passaporto
biologico. Zomegnan: «Più si fa pulizia, meglio è» - ciclismo – pag. 47 – siglato – taglio
alto.
Dai verbali dell’inchiesta di Padova Ballan: «Mi hanno offerto una fiala al Cera, ho
rifiutato» - ciclismo – pag. 47 – non firmato – taglio medio.
25/08
36
Da sabato Aveva vinto l’edizione 2006 Vinokourov, sì alla Vuelta Sciolti i dubbi: al
via il kazako tornato in gara il 9 agosto dopo lo stop per doping – ciclismo – pag. 29 –
siglato – taglio basso.
Caso Semenya test antidoping negativi Dolle della Iaaf: «A Berlino nessuna
anomalia sia nel prelievo sia dagli esami» - atletica – pag. 31 – non firmato – taglio
basso.
Doping Nella sfida Rep. Ceca-Argentina Minar positivo alla pseudoefedrina
Controllo il 10 luglio in coppa Davis La difesa: «Un integratore» – tennis – pag. 32 –
siglato – taglio basso.
26/08
Accuse doping Fanini convocato dalla Federciclo – ciclismo – pag. 27 – non firmato –
taglio basso.
Sci fondo Positiva con Dementiev Ritiro Chepalova Dai trionfi all’Epo – sci – pag. 30
– firmato – taglio basso.
27/08
Doping La Procura rinvia di un mese il caso Di Luca punta tutto sull’ipotesi
complotto L’avvocato: «Si parlava di positività prima dei risultati dei test…» Danilo:
«Verrò scagionato» - ciclismo – pag. 25 – firmato – taglio alto.
Baseball: Gioca nel Bologna, è l’mvp della finale scudetto Liverziani rischia 2 anni
Positivo alle anfetamine – baseball – pag. 31 – firmato – taglio alto.
29/08
Vertenza Chelsea Mutu rischia la sospensione – calcio – pag. 14 – non firmato – taglio
basso.
30/08
37
Mutu può giocare Almeno per il momento Per la maxi multa da 17 milioni il romeno
della Fiorentina nell’immediato non rischia lo stop – calcio – pag. 14 – firmato - taglio
alto.
Test ok a Roma – nuoto – pag. 47 – siglato - taglio alto.
03/09
Regina Dressage Doping: la Werth fuori sei mesi – equitazione – pag. 30 – non
firmato – taglio alto.
04/09
Armstrong antidoping per sveglia Controllo alle 6.50 È il 48° in un anno – ciclismo –
pag. 27 – non firmato – taglio basso.
Lo accusa l’austriaco Kohl Caucchioli nell’inchiesta di Vienna – ciclismo – pag. 27 –
non firmato – taglio basso.
05/09
Mutu cerca Abramovich «Mi dovrà ascoltare» «Non posso pagare 17 milioni di euro
al Chelsea, non li ho» - calcio – pag. 17 – siglato – taglio alto.
Armstrong Tornano le accuse Per il Tour Un medico danese «Quei valori strani» –
ciclismo – pag. 31 – non firmato – taglio alto.
Ghiaccio Pechstein può allenarsi – sport invernali (pattinaggio sul ghiaccio) – pag. 37
– non firmato – taglio medio.
08/09
Il caso «Valv-Piti» Squalificato 2 anni ma solo in Italia – ciclismo - pag. 24 – non
firmato – taglio medio.
09/09
38
Il caso Il giocatore scrive a Blatter e al Chelsea e propone una donazione per la lotta
alla droga Il ricorso di Mutu è una lettera aperta La Figc lo appoggia «Non è solo» -
calcio – pag. 17 – firmato – taglio basso.
Doping/1 Astarloza, era Epo – ciclismo – pag. 22 – non firmato – taglio basso.
Doping/2 Disabile positivo ai Tricolori pista – ciclismo - pag. 22 – non firmato –
taglio basso.
Doping Austriaci riabilitati – sport invernali (sci/biathlon) – pag. 29 – siglato – taglio
basso.
11/09
Mutu, ecco il ricorso ma il Chelsea insiste Il giocatore della Fiorentina spera di
congelare la multa di oltre 17 milioni, il club inglese chiede un’ulteriore mora per
insolvenza – calcio – pag. 18 – firmato – taglio alto.
Clic Operacion Puerto: un destino opposto – ciclismo – pag. 33 – non firmato –
taglio medio.
Doping Nel 2008 ben 142 test a sorpresa – tennis – pag. 37 – non firmato – taglio
basso.
12/09
Qui Fiorentina Convocazione in vista per l’attaccante romeno Mutu potrebbe
rientrare Ieri i fratelli Becali a Firenze: ricorso presentato, il club ribadisce
l’appoggio – calcio – pag. 17 – firmato – taglio medio.
Squalifiche doping La Cucinotta e Beltran: 2 anni – ciclismo – pag. 37 – siglato -
taglio basso.
Maene dopato – nuoto – pag. 44 – siglato – taglio basso.
39
Doping: due anni alla Willoughby – pallavolo – pag. 44 – non firmato – taglio alto.
13/09
Positivo al Tour 2008 Liquigas a Beltran chiede 500mila euro – ciclismo – pag. 37 –
non firmato – taglio basso.
Tour de l’Avenir Quattro arresti nella squadra ucraina – ciclismo – pag. 37 – non
firmato – taglio basso.
14/09
Tour de l’Avenir Doping: terzo arresto nell’Ucraina – ciclismo – pag. 43 – non
firmato – taglio basso.
15/09
Doping Era vicino alla convocazione nella cronometro Test a sorpresa, Biondo
positivo: Epo Il lombardo della Flaminia-Bossini incastrato da un controllo il 12
agosto – ciclismo – pag. 32 – firmato – taglio basso.
16/09
Atletica Tre mesi per doping a quattro giamaicani – atletica – pag. 37 – non firmato –
taglio alto.
18/09
Svolta Il colosso giapponese della componentistica, 3 miliardi di euro di fatturato,
lancia un segnale importante La Shimano: «Basta doping. O ce ne andiamo» -
ciclismo – pag. 31 – firmato - taglio alto.
19/09
40
Doping al Cera in Portogallo Nozal, Guerra e Riberio: positivi – ciclismo – pag. 27 –
siglato - taglio basso.
21/09
Il Tas a Roma Coni contro Priamo – ciclismo – pag. 34 – non firmato – taglio basso.
Antidoping Pseudoefedrina ritorna fuorilegge – sport vari – pag. 43 – non firmato –
taglio basso.
22/09
Valverde Il primo verdetto del Tas prima del Lombardia – ciclismo – pag. 31 – non
firmato – taglio medio.
Caso Priamo La sentenza prevista per metà ottobre – ciclismo – pag. 31 – non
firmato – taglio basso.
Doping Caso Austria - sport vari – pag. 37 – non firmato – taglio basso.
23/09
Atletica Doping: altri casi in Brasile – atletica – pag. 37 – siglato – taglio alto.
26/09
Doping Austria, nuove accuse – sport vari – pag. 43 – non firmato - taglio medio.
27/09
Operacion Puerto Uci-Coni: è scontro sul caso dello spagnolo – ciclismo – pag. 28 –
firmato - taglio alto.
29/09
Almeno 8000 test antidoping da annullare Ricorso dei driver Agit: per una mancata
autocertificazione, UnireLab non avrebbe potuto operare da febbraio a maggio – ippica
– pag. 37 – firmato – taglio alto.
41
Thorpe ritira querela – nuoto – pag. 38 – non firmato – taglio basso.
Guardiola doping L’appello Coni per l’assoluzione – calcio – pag. 6 – non firmato –
taglio medio.
2.3 Rilevazione lettere
12/07 Un (bel) libro sul doping – sport vari.
24/07 Ho 15 anni e Di Luca mi deve spiegare tante cose – ciclismo.
26/07 Il fenomeno Bolt e i sospetti – atletica.
5/08 L’antidoping nel nuoto – nuoto.
10/08 Il presidente di Rocco e il difficile momento del ciclismo – ciclismo.
17/08 I problemi del ciclismo – ciclismo.
23/08 Atletica, dubbi per i giamaicani – atletica.
24/09 Valverde e le regole – ciclismo.
2.4 Riepilogo rilevazione e rappresentazioni grafiche
In totale sono state rilevati 157 pezzi riguardanti il fenomeno doping durante il
trimestre preso in esame. In soli quattro casi non si tratta di pezzi veri e propri ma di
titoli in prima pagina (conteggiati in ogni caso nella rilevazione) che rimandano ad
articoli nelle pagine interne.
a) Suddivisione per sport
Sport Articoli Ciclismo 81 Atletica 19 Calcio 17 Nuoto 12
Sport invernali 8 Tennis 5 Sport in generale 4
Ippica-equitazione 4
42
Pallavolo 2
Baseball 2
Ginnastica 1
Scherma 1
Basket 1
Totale 157
b) Suddivisione per pagina
Pagine Articoli 1 4 2-10 5 11-20 10 21-30 75 31-40 53 41-50 10
Percentuale di articoli per sport
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
55
Ciclismo
Atletica
Calcio
Nuoto
Sport Inv.
Tennis
Sport in ge.
Ippica/Equi.
Pallavolo
Baseball
Ginnastica
Scherma
Basket
43
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
55
Percentuale di articoli per pagina
Pag. 1
da 2 a 10
da 11 a 20
da 21 a 30
da 31 a 40
da 41 a 50
44
Suddivisione pezzi firmati, siglati, non firmati
Articoli Firmati 45 Siglati 33 Non firmati 79
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
55
Percentuale di art. fir., sigl. o non f.
Firmati
Siglati
Non firmati
45
d) Suddivisione per posizione in pagina
Articoli Taglio alto 49 Taglio medio 37 Taglio basso 71
05
101520253035404550
Percentuale di art. per pos. Pag.
Taglio alto
Taglio medio
Taglio basso
46
2.5 Considerazioni
L’elevato numero di articoli rilevato (157) dimostra da un lato la grande dimensione
assunta dal fenomeno doping e dall’altro la buona attenzione dedicata dalla Gazzetta
dello Sport a questo problema. Valutando lo sport a cui si riferiscono gli articoli è netta
la prevalenza del ciclismo. Si tratta di un risultato tutto sommato atteso anche se
sorprende l’aspetto quantitativo: su 157 articoli, 81 (ben il 51,5% del totale) sono
relativi allo sport delle due ruote. Al secondo posto in questa spiacevole classifica si
piazza l’atletica con un notevole distacco: 19 articoli, il 12,1% del totale. Al terzo posto,
inaspettatamente, troviamo il calcio con 17 articoli, il 10,8% del totale. Gran parte dei
pezzi relativi al calcio riguardano la vicenda di Adrian Mutu, l’attaccante romeno
trovato positivo alla cocaina nel 2004 quando giocava nel Chelsea e condannato dal Tas
di Losanna al pagamento di 17 milioni di euro alla società inglese (in precedenza la
società di Abramovich si era rivolta alla Fifa per chiedere il maxi risarcimento). È
questo un ulteriore passo nella lotta al doping: le società chiedono i danni ai loro atleti
“beccati” dai controlli. Succede così clamorosamente nel calcio ma la pratica prende
piede in tutti gli sport: sulla Gazzetta del 13 settembre, per esempio, troviamo la notizia
che la Liquigas ha chiesto 500mila euro di danni al ciclista spagnolo Beltran risultato
positivo all’Epo al Tour 2008.
Scorrendo gli sport sui quali sono stati trovati articoli relativi al doping possiamo
concludere che il fenomeno non ha ormai confini e sembra non escludere nessuna
disciplina. Rammarica poi constatare che il doping non conosca davvero alcun limite. In
tal senso sorprende la notizia comparsa sulla Gazzetta del 9 settembre relativa ad un
disabile, Sebastiano Signorino, risultato positivo ai controlli durante i Tricolori su pista
di ciclismo a Pordenone. Altrettanta amarezza si prova nel leggere, sul giornale del 28
luglio, la notizia della positività di un ciclista diciottenne, Eugenio Bani. Due notizie
non piacevoli arrivate ambedue, ancora una volta, dal ciclismo. Nel trimestre preso in
esame il grande numero di pezzi sullo sport che fu di Coppi e Bartali, è anche dovuto
alla vicenda di Danilo Di Luca, la cui notizia della positività al Giro del 2009 è emersa
nel mese di luglio. In ogni caso è innegabile che sia il ciclismo lo sport più colpito dal
fenomeno. A questo proposito però, va riconosciuto a questo sport il merito di portare
avanti una seria e dura lotta al doping. Qualche esempio? Nel ciclismo si stanno ormai
diffondendo i controlli retroattivi. Sulla Gazzetta del 27 luglio, si legge la notizia che si
47
procederà al controllo, per la ricerca del Cera, dei campioni di sangue prelevati ai primi
venti ciclisti del Tour 2008. Ma non è tutto. “L’Uci: «Rifate i test del Giro 2008 per
trovare il Cera»”, è il titolo di un articolo del 24 agosto. Sorprende, inoltre, la quantità
di controlli, a volte eseguiti all’alba. Prendiamo il caso di Lance Armstrong: «Controllo
alle 6.50 È il 48° in un anno» si legge sulla Gazzetta del 4 settembre.
Una lotta al doping che in altri sport sembra molto più “morbida”. Per avallare questa
considerazione ecco alcuni esempi. Sul giornale del giorno 1 agosto leggiamo che ai
Mondiali di nuoto di Roma sono stati fatti solo gli esami sulle urine ma non sul sangue.
Una notizia che ha dell’incredibile visto che alcune sostanze, tra cui il Cera, vengono
rintracciate quasi esclusivamente tramite gli esami ematici. Sulla Gazzetta dell’8 agosto,
invece, leggiamo che Rashard Lewis, ala degli Orlando Magic nella Nba, trovato
positivo ad un ormone steroideo è stato squalificato solo per dieci gare. E ancora, sul
giornale del 16 luglio è apparsa la notizia che il tennista francese Richard Gasquet,
trovato positivo alla cocaina è stato squalificato solo per due mesi e mezzo. Squalifiche
irrisorie che, per esempio, stonano con quella inflitta, il 23 novembre 2009, al ciclista di
23 anni Gianni Da Ros squalificato per 20 anni (9 per traffico di sostanze dopanti, 9 per
aver ceduto tali sostanze ad un compagno e 2 per uso o tentato uso di questi farmaci).
Inoltre possiamo notare che le notizie relative al doping sono posizionate nella
seconda parte del giornale. La maggior parte, infatti, sono concentrate nella fascia tra la
pagina 21 e la 30. In questo range troviamo 75 notizie, ben il 47,7% del totale. A
seguire, con 53 notizie (33,7%) la fascia delle pagine da 31 a 40. Le notizie sul doping
che si trovano nella prima parte del giornale sono, invece, poche e relative unicamente
al calcio. Capita però che il doping finisca anche in prima pagina. Nel trimestre
esaminato è successo quattro volte: il 23 luglio e il 9 agosto per notizie relative alla
positività di Di Luca, il giorno 1 agosto per la vicenda Mutu e il 14 dello stesso mese
per una presunta macchina antidoping adottata dal Siena calcio.
Per quanto riguarda l’importanza delle notizie rilevate possiamo sottolineare che la
maggior parte, circa la metà del totale, non sono firmate. Solo 45 notizie, il 28,6% del
totale sono firmate per esteso mentre quelle siglate sono 33 (21,0%). Questi dati
possono essere valutati sia positivamente che negativamente. Da un lato la bassa
percentuale di pezzi firmati potrebbe indicare una attenzione non molto profonda alle
48
notizie relative al doping. Ma dall’altro lato, l’elevata percentuale di pezzi non firmati
indica che si riportano comunque anche le notizie “minori” e i casi meno eclatanti.
Infine la posizione in pagina. Le notizie sul doping sono presenti prevalentemente nel
taglio basso. Infatti 71 notizie, pari al 45,2% del totale sono state rilevate nella parte
bassa del giornale. Comunque è consistente anche la quantità di notizie posizionate nel
taglio alto: 49, il 31,2% del totale. Considerando le 37 notizie (23,5%) posizionate nel
taglio medio possiamo concludere che il giornale ha dato una buona evidenza alle
notizie relative al doping.
Deludono invece, per finire, le lettere. Nel trimestre sono state rilevate nello spazio
riservato ai lettori solo otto lettere relative al doping. Un po’ poche vista la dimensione
assunta dal fenomeno. Probabilmente i lettori preferiscono ancora dibattere sulla
formazione della loro squadra del cuore piuttosto che affrontare la dura realtà di uno
sport sempre più vittima delle farmacie.
49
3. INTERVISTE E TESTIMONIANZE
Come rilevato dalla ricerca condotta, sembra che sia il ciclismo lo sport in cui sia più
diffuso il fenomeno doping. In quest’ultimo capitolo dunque l’attenzione si è focalizzata
su questo sport cercando, attraverso una storia ed un’intervista, di ottenere qualche
elemento in più per capire meglio il mondo delle due ruote. Inoltre l’obiettivo di queste
testimonianze è ottenere qualche dato che ci orienti verso un interrogativo di fondo: il
ciclismo è lo sport più “sporco” o verso di esso è stata messa in atto una campagna di
accanimento mediatico?
3.1 Pedalare controcorrente: la storia di Maurizio Marchetti
Parlare di doping in termini positivi può apparire un ossimoro. Molti atleti sono stati
segnati negativamente dalle vicende connesse all’uso di sostanze dopanti. Ci sono però
anche dei casi particolari in cui il nome di un atleta si lega al termine doping ma in
maniera potremmo dire “capovolta”. È questo il caso dell’ex ciclista professionista
Maurizio Marchetti. Se si scorrono gli articoli di giornale a lui dedicati compare sempre
la parola doping. Ma la particolarità è che Marchetti era dall’altra parte della barricata.
In altre parole, la sua carriera da atleta e poi successivamente la sua vita complessiva
sono state, e sono, segnate da una positiva “ossessione”: combattere il doping.
Per raccontare la storia di Marchetti dobbiamo tornare indietro di qualche anno. All’
inizio del 1996 questo ciclista di Sezze (Latina) approda al professionismo dopo
un’incoraggiante carriera dilettantistica testimoniata dal successo nella scalata del Block
Haus la terribile montagna abruzzese che tutt’ora incute un certo timore tra i corridori. Il
contratto tra i pro’ arriva grazie alla Ideal di Marino Basso. Purtroppo però per il ciclista
laziale il 1996 sarà l’anno di ingresso e di uscita dal mondo del ciclismo professionista.
Infatti, Marchetti ha pagato la sua lotta serrata al doping di cui ora cercheremo di
ripercorrerne le tappe.
I dati da cui partire sono due. Il primo: nel ’96 nel ciclismo i controlli antidoping
venivano svolti soltanto sulle urine, come continua ad avvenire attualmente in alcuni
sport. Il secondo: la “Gazzetta dello Sport” iniziò, verso la fine del ’96, una campagna
di stampa per denunciare il doping nel ciclismo e avviare un dibattito tra corridori,
50
medici, opinione pubblica finalizzato a promuovere uno sport più pulito. Per esempio, il
quotidiano rosa diede la possibilità ai lettori di inviare dei fax sul tema poi pubblicati in
alcuni articoli. Inoltre la Gazzetta avviò un dibattito sull’opportunità di introdurre anche
i test ematici nei controlli antidoping. In realtà, già nell’aprile ’96 al Giro di Romandia
fu offerta per la prima volta ai corridori la possibilità di sottoporsi in via sperimentale ai
test sul sangue. Tuttavia i ciclisti rifiutarono di sottoporsi agli esami perché non sarebbe
stato garantito l’anonimato: «Vedevo corridori, tanti, anzi tantissimi volare in salita.
Ricordo che nessuno volle sottoporsi ai controlli quando arrivarono gli ispettori medici
dell’Uci», ricorda Marchetti.
Sul finire del ’96, comunque, in seguito alla campagna avviata dalla Gazzetta
qualcosa cambiò: «Se il sangue è malato fermiamoli» è il titolo di un pezzo comparso
sul quotidiano milanese il 17 novembre di quell’anno. Nel pezzo si dava conto del
convegno dell’Aimec, l’Associazione Italiana Medici del Ciclismo. I dottori del
ciclismo stabilirono, in un documento, i valori del sangue al di sopra dei quali i corridori
sarebbero stati fermati. I medici sancirono in sostanza che con un ematocrito superiore
al 50% e con un emoglobina al di sopra di 16,5 mg per cento c’erano rischi per la salute
dei ciclisti a causa della eccessiva viscosità del sangue. Per questo i corridori che
superavano queste soglie sarebbero stati fermati in via cautelare. I corridori accettarono
queste condizioni ed i controlli ematici vennero realizzati per la prima volta nel marzo
del ’97 durante la Parigi-Nizza.
Ma a Marchetti non andarono giù due cose. In primo luogo la generalizzazione che a
suo dire si stava operando nella campagna mediatica della Gazzetta e degli organi di
stampa. In un articolo del 3 gennaio ’97 intitolato «Ecco i miei valori ematici,
divulgateli» il ciclista laziale manifestò tutta la sua irritazione: «Non ce la faccio più a
leggere o a sentire che siamo tutti drogati». Marchetti non ci stava ad essere apostrofato
come “drogato” e volle anticipare tutti: in quell’articolo lanciò la proposta di sottoporsi
volontariamente ai controlli ematici presso l’Istituto di Scienza dello Sport dell’Acqua
Acetosa a Roma. Pochi giorni dopo i test furono realizzati e non fu riscontrato nulla di
anomalo. Marchetti, nel suo piccolo, era entrato nella storia essendo il primo atleta a
sottoporsi a controlli sul sangue. Ma al ciclista questo non bastava. Per lui la lotta al
doping era diventata una questione cruciale. Il corridore contestava i criteri proposti dai
medici ed accettati dai ciclisti (criteri validi ancora al giorno d’oggi). Marchetti senza
51
mezzi termini si mostrò contrario all’idea della soglia di ematocrito ed emoglobina
stabilita dai medici al di sopra della quale fermare gli atleti. Nel nostro incontro,
Marchetti ha sentenziato: «Con l’introduzione di quelle soglie non si è fatto altro che
legalizzare il doping».
Per arrivare a quest’affermazione l’ex ciclista ha spiegato che la soglia del 50% di
ematocrito è comunque alta e non garantisce la “pulizia” dell’atleta. Normalmente i
valori di questo livello del sangue si attestano infatti intorno al 40-45%. Dunque, se un
atleta ha, per esempio, l’ematocrito al 43% i criteri proposti ed accettati dai corridori
legittimano l’uso di doping per portare tale livello a ridosso della soglia consentita
migliorando così la prestazione sportiva. Inoltre secondo Marchetti quello che è
importante valutare è l’andamento dell’ematocrito piuttosto che il valore in sé.
Normalmente, infatti, tale valore del sangue dovrebbe mantenersi stabile o diminuire nel
corso di impegni concentrati come le grandi corse a tappe. Insomma sbalzi del livello di
ematocrito, seppur al di sotto della soglia del 50%, indicherebbero comunque qualcosa
di anomalo. Per una seria lotta al doping, Marchetti, riteneva necessario visionare la
storia ematica dell’atleta. Non a caso il laziale rese pubblici tutti i suoi valori ematici dal
1986 in poi. Inoltre, secondo Marchetti, era necessario monitorare l’andamento del
valore dell’ematocrito: «Bisogna tagliare la testa al toro con dei controlli periodici,
senza soglie di ogni genere, io ho un valore x e posso dimostrare che durante la mia
stagione questo valore si muove di poco, di pochissimo, di niente, anzi si abbassa» dice
il laziale in quell’articolo “choc” del 3 gennaio ’97. Insomma per l’ex professionista le
soglie non erano sufficienti per combattere il doping. Al contrario servivano la storia
ematica dell’atleta e il monitoraggio nel corso della stagione.
Le posizioni del ciclista laziale non furono però ben accolte dal mondo del ciclismo:
«Basso e la squadra si complimentano con Marchetti per l’iniziativa presa ma poi non si
fa vedere più nessuno e questo personaggio scomodo, perché in un modo o nell’altro va
a mettere il dito nella piaga del doping, resta senza contratto e termina la carriera da
professionista», si legge in un articolo di Fabio Rosati comparso su Liberazione il 31
luglio del 2001. Marchetti termina la sua esperienza da professionista non nel 2001
bensì nel 1996, lo stesso anno in cui era entrato in quel mondo. Nel 1997, infatti, la
Ideal non rinnovò al corridore il contratto.
52
Marchetti viene emarginato e sente verso di sé tutto il gelo del mondo del ciclismo:
«Dopo quella mia proposta non ho ricevuto nemmeno una chiamata da qualche
compagno di squadra». Escluso e deluso, l’ormai ex professionista però non si è dato
per vinto. Forse in quel momento difficile ha capito davvero che la lotta al doping era
diventata per lui una sorta di “missione” da continuare a tutti i costi.
Decide dunque di aprire un sito il cui nome parla più di mille parole:
www.tabudoping.it. Inoltre si presenta alla partenza di alcune tappe del Giro d’Italia
Dilettanti per pubblicizzare il suo impegno antidoping trovando però tanta indifferenza:
«Era inutile insistere: quello è un mondo chiuso. Ho deciso allora di parlare di questi
argomenti con i ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori. Qui ho trovato invece
grande interesse e voglia di collaborare».
Di Marchetti, dopo cinque anni di oblio sportivo e mediatico, causato dalle sue
posizioni, si torna a parlare insistentemente nel 2002. Il 29 gennaio di quell’anno
compare sulla Gazzetta un articolo intitolato «Come si combatte il doping? A scuola».
Nel pezzo si racconta l’iniziativa dell’ex ciclista denominata «La scuola unico antidoto
serio al doping». In sostanza Marchetti comincia a girare le scuole di Roma tenendo
lezioni e conferenze di antidoping nella convinzione che sia necessario lavorare per
costruire una nuova cultura sportiva, quella che si allontana dall’idea del risultato a tutti
i costi. L’idea dell’ex ciclista riscuote successo: gli studenti sono interessati e parlano
della sua iniziativa, oltre alla Gazzetta, anche Il Corriere della Sera, Il Messaggero,
l’Unità, Il Corriere dello Sport. Arriva anche un’apparizione televisiva nel 2004 al
Maurizio Costanzo Show. Si congratulano per la sua iniziativa l’Uci, la Wada e l’ex
presidente del Coni, Mario Pescante. Marchetti diventa collaboratore dell’Ufficio
Scolastico del Lazio. Al giorno d’oggi continua a macinare, scuola dopo scuola, lezioni
di antidoping convinto che educare sia la prima cosa da fare per vincere il ricorso alla
farmacia nello sport. In tal senso è significativa la conclusione del nostro incontro.
Chiedo a Marchetti: «Rispetto a quando correvi tu però si sono fatti dei passi avanti
nella lotta al doping nel ciclismo, vero? Hai visto, per esempio, come sono andati
pesanti con Da Ros? E anche gli esami retroattivi sono una bella conquista no?». La
risposta con cui ci salutiamo condensa il senso di tutta la nostra chiacchierata e della
“missione” di questo ex ciclista: «Il problema non è questo. Reprimere è già un
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fallimento, vuol dire che abbiamo fallito tutta la fase educativa. Occorre invece creare
una nuova cultura sportiva. Io lavoro per questo».
3.2 Maurizio Galdi: «Ciclismo più esposto ma il doping è in tutti gli sport»
«Doping Di Luca: la Procura Coni chiede 3 anni di squalifica», «Caso Cannavaro,
chiesti 3 mesi di stop per i medici della Juve», «Da Ros squalificato per 20 anni»: sono
questi i titoli di alcuni pezzi scritti da Maurizio Galdi, giornalista della “Gazzetta dello
Sport” particolarmente attento ai problemi legali che scuotono lo sport dei nostri giorni
e tra questi sicuramente svetta il doping. I lettori del quotidiano rosa trovano spesso
pezzi su questo fenomeno firmati da Galdi che mi ha gentilmente concesso
un’intervista.
Il 51% dei pezzi pubblicati nel trimestre luglio, agosto e settembre 2009 sulla Gazzetta
dello Sport relativi al fenomeno doping hanno riguardato il ciclismo. Secondo Lei
perché questo fenomeno è così diffuso nello sport delle due ruote?
«Essenzialmente per due motivi. In primo luogo il ciclismo è uno sport che richiede un
enorme dispendio di energie e pertanto bisogna recuperare in fretta. In secondo luogo
c’è da considerare che i principali impegni dei ciclisti sono concentrati. Basti pensare a
Giro, Tour e Vuelta, competizioni che prevedono ognuna 21 giorni consecutivi di gare.
In tali competizioni lo sforzo richiesto è notevole e dunque è possibile cadere negli aiuti
nel doping. Inoltre avere a disposizione tutti i corridori per 21 giorni di fila permette di
eseguire controlli antidoping “longitudinali”, a tappeto».
Al secondo posto troviamo l’atletica. “Solo” il 12% dei pezzi sul doping hanno
riguardato questo sport. Perché tra discipline sotto certi punti di vista simili (ambedue
di resistenza) come ciclismo e atletica si registra un così ampio distacco?
«Intanto i professionisti in atletica sono meno e probabilmente anche i controlli non
sono così pressanti visto che ne fanno molti in occasione di campionati e olimpiadi ma
meno nei meeting».
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Si parla spesso del ciclismo come di uno sport “sporco” e senza credibilità.
Nell’ambito sportivo e mediatico, è stato preso di mira?
«Spesso è facile dare definizioni, ma io ritengo che il doping sia presente in tutti gli
sport. Per questo dico che non esiste uno sport “sporco”. Piuttosto, ci sono atleti che
barano».
Possiamo, al contrario, considerare l’alto numero di casi di doping nel ciclismo un
fatto “positivo” in quanto frutto di una seria lotta al fenomeno?
«Ripeto, ritengo solo che i ciclisti debbano affrontare eventi concentrati come Giro,
Tour e Vuelta, particolarmente dispendiosi dal punto di vista delle energie. Per questo è
più facile cadere negli aiuti delle sostanze dopanti. In più avere a disposizione i
corridori per così tanti giorni li espone ad essere maggiormente controllati nei test
antidoping».
Ai Mondiali di nuoto di Roma i controlli sono stati effettuati solo sulle urine ma non sul
sangue. All’opposto, per esempio, Lance Armstrong in una stagione ha subito circa
cinquanta controlli, ovviamente anche sul sangue. Sembrerebbe che non per tutti gli
sport ci sia una lotta così dura al doping. È così?
«Come si vede dipende molto dalle Federazioni e da come vogliono intendere la lotta al
doping. Probabilmente tutti possono fare di più e quando finalmente il Codice Wada
sarà rispettato da tutti andrà meglio».
Secondo Lei allo stato attuale in generale i controlli antidoping sono efficienti?
«Se si vuole oggi si scopre sempre chi bara».
Nella ricerca da me condotta ho rilevato che, eccetto i casi eclatanti, la maggior parte
dei pezzi relativi al doping comparsi sulla Gazzetta sono compresi tra pag. 21 e 30,
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posizionati nel taglio basso e non firmati. Ritiene sufficiente l’attenzione che la
Gazzetta e la stampa in generale dà al fenomeno?
«La Gazzetta in questo è da ammirare perché altri giornali del tema doping non ne
parlano nemmeno. Certo, spesso nel doping sono coinvolti nomi di secondo e terzo
piano, per questo i pezzi “scivolano” nella seconda parte del giornale. Posso comunque
assicurare che nessun caso viene nascosto o non riportato».
Secondo Lei, la stampa sportiva può avere un ruolo nel combattere il doping? Se sì
quale?
«La stampa ha il ruolo di non dimenticare e non nascondere. Purtroppo nel doping
accade come per Calciopoli: dopo un po’ la gente dimentica cosa è successo nel 2006.
Ecco, io credo che noi giornalisti dobbiamo sempre tenere alta l’attenzione e noi stessi
essere sempre attenti».
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4. CONCLUSIONI
Al termine di questo percorso sul tema doping è possibile esprimere delle
considerazioni. La sensazione di fondo è che siano stati fatti molti passi avanti per
cercare di combattere questo fenomeno. In altre parole sembra, forse paradossalmente,
che lo sport di oggi sia più pulito rispetto a quello di un recente passato. Rispetto a
qualche anno o decennio fa, quando l’uso di sostanze dopanti era ormai già largamente
diffuso, le cose vanno infatti meglio. Tuttavia va subito precisato che questo
“miglioramento” non è dovuto ad una diminuzione del fenomeno bensì a degli
strumenti, prima inesistenti, che hanno permesso quantomeno di portare a galla il
problema e di limitarne la proliferazione incontrollata. Per non rimanere in astratto,
l’istituzione della Wada, di leggi nazionali che considerano il doping un reato penale
(come, in Italia, la legge 376/2000) e di efficaci controlli antidoping costituiscono
indubbiamente un passo avanti rispetto a quando tutto ciò non esisteva, nonostante l’uso
di sostanze dopanti fosse ormai già largamente diffuso.
Ma, come spesso accade, non è tutto oro quello che luccica. Nonostante gli sforzi
profusi, la strada da fare per sradicare questo “cancro” che ha intaccato lo sport è ancora
lunga. Anche ai nostri giorni, per esempio, permangono delle lacune non più tollerabili
che la stampa, a mio parere, dovrebbe denunciare con più forza. Il primo obiettivo da
raggiungere al più presto è sicuramente quello della universalizzazione della lotta al
doping tra le varie discipline. In tal senso, ed anche per una omogeneità geografica,
l’istituzione della Wada ha costituito un indubbio ed esemplare punto di partenza. In
concreto, però, permangono forti diversità nella lotta al doping a seconda degli sport.
Come si è visto nel corso della ricerca, ci si è imbattuti in notizie a dir poco assurde
come quella relativa all’assenza di controlli ematici ai recenti mondiali di nuoto a
Roma. O ancora come quelle relative a squalifiche irrisorie: solo tre mesi, per esempio,
al tennista Gasquet “beccato” positivo alla cocaina. La domanda istintiva che è sorta nel
leggere queste notizie è stata: «Com’è possibile?». Per superare queste assurdità la
stampa dovrebbe, a mio modo di vedere, agire con maggiore incisività. Notizie di
questo genere non hanno avuto, infatti, nessun risalto particolare nell’ambito della
stampa sportiva che invece dovrebbe denunciare con forza queste lacune e disparità di
trattamento tra diverse discipline.
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In tal senso c’è anche da chiedersi quanto la stampa abbia influito nella creazione di
quell’opinione pubblica che vede il ciclismo come l’unico sport davvero “sporco”.
Chiariamoci: sicuramente, come dimostrato dalla ricerca, lo sport delle due ruote si
presta ad un maggiore uso di sostanze dopanti. Non è di certo colpa della stampa se i
ciclisti ricorrono così diffusamente alla farmacia. Ma, a mio modo di vedere, la stampa
ha una responsabilità nella diffusione di quel senso comune per cui solo il ciclismo è
colpito dal doping. Basta parlare con gli appassionati di calcio, per esempio. Ebbene,
gran parte di loro non affrontano mai il problema doping come se il calcio, e non è così,
ne fosse esente. In realtà, è banale da dire ma è utile ricordarlo, l’uso di sostanze dopanti
è diffuso in tutti gli sport, non da ultimo addirittura il golf. Non è un caso se il 48,5%
dei pezzi rilevati sul doping nel corso della ricerca non riguardavano il ciclismo ma altri
sport. La sensazione è, però, che questi casi siano messi in secondo piano.
L’impressione, insomma, è che faccia più comodo alimentare un diffuso senso comune
che mettere i puntini sulle i. Per questo forse, fa più notizia un gregario bloccato
dall’antidoping che dei controlli a dir poco superficiali ad una competizione mondiale di
nuoto. O ancora, lo scandalo dell’Operacion Puerto è ormai associato al ciclismo mentre
in realtà vi sono coinvolti anche calciatori spagnoli, giocatori di pallamano, tennisti ed
automobilisti, i cui nomi però non sono stati diffusi.
Eclatante è il caso del calcio. Le dichiarazioni di Zeman sul calcio sempre più
ostaggio delle farmacie non hanno portato a controlli più stringenti o ad un dibattito
reale sul tema ma solo all’esclusione del tecnico boemo dal mondo del pallone. E spesso
la stampa preferisce parlare di mercato, tattiche, dichiarazioni in tutte le salse piuttosto
che avviare tra tifosi e persone del settore un dibattito sull’uso di sostanze dopanti in
quello che in Italia è considerato lo sport nazionale.
Per questo alla fine della ricerca si ha la percezione che, paradossalmente, il ciclismo
sia più “pulito” degli altri sport visto che in tale disciplina si attua, da qualche anno a
questa parte, una lotta al doping più incisiva rispetto a quella praticata in altre specialità.
Basti pensare alle analisi retroattive o alla pesante squalifica di venti anni inflitta a Da
Ros.
Sicuramente il ciclismo è un passo avanti rispetto ad altri sport nella lotta al doping.
Tuttavia, anche nel mondo delle due ruote, si è ben lontani dallo sradicare il fenomeno.
Va inoltre notato che, e in questo è stato illuminante l’incontro con l’ex ciclista
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Marchetti, la lotta al doping è spesso impregnata di una buona dose di ipocrisia anche
negli sport più attenti al fenomeno. Come si è visto, stabilire delle soglie di ematocrito
nel ciclismo, tra l’altro piuttosto alte, da un lato può apparire un tentativo di frenare il
fenomeno ma dall’altro ne costituisce una legittimazione. Soglie come quelle relative al
livello di ematocrito, in altre parole, sono servite forse più a dare l’immagine di uno
sport che cerca di ripulirsi che ad attuare un’efficace lotta all’uso di sostanze dopanti.
In conclusione anche nel ciclismo, ed a maggior ragione in tanti altri sport, la strada
da fare per una reale lotta al doping è ancora lunga. In questo la stampa dovrebbe
giocare un ruolo fondamentale di denuncia e di sprono ad un dibattito radicale sullo
stato attuale della lotta al doping in tutti gli sport. In ogni caso però la strada maestra,
come in tanti problemi sociali, è quella dell’educazione. È una strada lunga, faticosa,
costosa ma è l’unica che può essere risolutiva. Sanzioni, controlli, squalifiche possono
limitare l’uso di sostanze dopanti ma solo l’educazione, attuata sin dall’infanzia, può
sradicare il fenomeno. Basti pensare alle parole rilasciate da Ivano Fanini, patron della
società ciclistica Amore & Vita-McDonald’s, a Repubblica lo scorso 30 dicembre: «Nel
ciclismo di oggi è importante solo il dio denaro e per questo si è disposti a tutto e
principalmente all’omertà, calpestando i principi di trasparenza e etica sportiva».
Occorre, insomma, tornare ad affermare con forza, non solo nello sport ma nella società
in genere, i valori dell’onestà, del rispetto reciproco, dell’accettazione del diverso e di sé
stessi, dell’essere più che dell’apparire, della valorizzazione sana del creato di cui il
corpo fa parte. Sembra un’utopia ma non è così. Per questo mi piace concludere con la
nota frase dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano: «L’utopia è là, all’orizzonte. Mi
avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Faccio dieci passi e l’orizzonte si
sposta di dieci passi. Per quanto cammini, mai la raggiungerò. A cosa serve l’utopia?
Serve questo: a camminare». Dettaglio non da poco: cammineremmo nella direzione
giusta.
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5. FONTI CONSULTATE
- Il Corriere della Sera
- La Gazzetta dello Sport
- Il Giornale
- La Repubblica
- Legge 376/2000
- www.coni.it
- www.corriere.it
- www.corrieredellosport.it
- www.gazzetta.it
- www.ministerosalute.it
- www.museociclismo.it
- www.positivoallasalute.it
- www.repubblica.it
- www.sportpro.it
- www.tabudoping.it
- www.wikipedia.it
- www.zeman.org
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6. NOTE
i Dario D’Ottavio, Lotta al doping: nuovo approccio di metodo in www.sportpro.it.
ii Storia del doping in www.positivoallasalute.it.
iii Vedi nota 2.
iv Articolo 1 comma 2 Legge 376/2000.
v Messaggio del Papa rivolto il 7 novembre 2009 al presidente del Pontificio consiglio per i laici, card.
Stanislaw Rylko, e ai partecipanti ad un seminario su sport educazione e fede svoltosi a Roma.
vi Articolo del 31 marzo 2009 su www.corrieredellosport.it.
vii Dario D’Ottavio, Lotta al doping: nuovo approccio di metodo in www.sportpro.it.
viii Alberto Flores D’Arcais, Quando il doping si chiamava stricnina Il curioso caso del maratoneta
Hicks, articolo del 22 febbraio 2009 in www.repubblica.it.
ix Rosaspina Elisabetta, Nel ’67 la tragedia di Simpson: sotto il sole feroce la prima ombra sul ciclismo,
articolo del 24 luglio 1998, Corriere della Sera, pag. 33.
x Giro d’Italia 1969 Eddy Merckx positivo all’antidoping in www.museociclismo.it.
xi www.zeman.org.
xii Filippo Mario Ricci, Ciro Scognamiglio, Riapre l’Operacion Puerto Nuovi nomi in arrivo? articolo del
15 febbraio 2008 in www.gazzetta.it.
xiii Voce Operación Puerto in www.wikipedia.it.
xiv Marco Mensurati, Giochi sporchi Rebellin l’argento era dopato, articolo del 29 aprile 2009, La
Repubblica, pag. 50.
xv Il nuovo doping si chiama Cera in www.gazzetta.it.
xvi Il doping va in buca pure nel mondo del golf in Il Giornale del 23 novembre 2009, pag. 41.
xvii Cos’è il doping in www.ministerosalute.it.
xviii Convenzione Antidoping in www.coni.it.
xix Legge 376/2000 in www.coni.it.
xx Giuseppe Lippi, Gian Cesare Guidi, Finalità, applicazione e standardizzazione dei controlli
antidoping.
xxi Vedi nota 20.
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