viaggio nell’italiano delle canzoni
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Viaggio nell’italiano delle canzoni
Dott. ssa Serena Nacca
1. Problemi generali
• La natura semiotica dell’italiano della canzone
• Ruolo della canzone nella storia linguistica dell’Italia unita
• L’italiano della canzone e l’italiano quotidiano
• Per una storia linguistica della canzone italiana
2. La canzonetta ancien régime
• La grammatica della canzone italiana:
• Monosillabi e parole tronche in fine di verso
• Rime baciate
• Apocopi
• Inversioni sintattiche
• Lessico aulico, esotismi
• Reginella (1917), Come pioveva (1918), Addio tabarin (1922), Dove sta Zazà
(1944)
La canzonetta ancien régime
• Te si' fatta na vesta scullata / nu cappiello cu 'e nastro e cu 'e rrose, / stive 'mmiezzo a tre o quattro sciantose / e parlave francese, è accussì. . . (Bovio-Lama, Reginella, 1917)
• C'eravamo tanto amati / per un anno e forse più . . . / C'eravamo poi lasciati ... / non ricordo come fu.../ Ma una sera c'incontrammo, / per fatal combinazion, / perché insieme riparammo, / per la pioggia, in un porton! (Gill, Come pioveva, 1918)
• Addio tabarin / paradiso di voluttà, / che inghiottivi nel ventre dorato / i soldi di papà. / Tabarin! / Jazz e tango, shimmy e fox-trot! / Danzatrici e cocottes! / E' passato / il tempo folle ormai / tu mai più ci vedrai, / fra i tuoi rossi abat-jours, laggiù . . . / mai più. (Rulli-Borella, Addio tabarin, 1922)
• Dove sta Zazà? / Uh! Madonna mia! / Come fa Zazà? / Senza Isaia? (Cioffi-Cutolo, Dove sta Zazà, 1944)
3. Il «volo» di Modugno e la canzone d’autore
• Con Modugno nasce la canzone moderna (1958)
Penso che un sogno così non ritorni mai
più: / mi dipingevo le mani e la faccia di
blu, / poi d‘improvviso venivo dal vento
rapito / e incominciavo a volare nel cielo
infinito… / Volare …oh oh! / Cantare …
oh, oh, oh, oh! / nel blu, dipinto di blu, /
felice di stare lassù.
(Modugno-Migliacci, Nel blu dipinto di blu,
1958)
• A Nel blu, dipinto di blu, meglio conosciuta
come Volare, è toccato un destino unico nella
storia della canzone italiana: essere molto più
che una canzone, piuttosto uno spartiacque, un
segnalibro dei tempi, uno di quegli indicatori
che scandiscono irrevocabilmente un prima e
un dopo. (Castaldo)
• In Volare, è vero, sono evitati gli arcaismi come beltà (che in Tutte le mamme fa rima con bontà) o i caratteristici troncamenti in rima come mar, sol, conservar; di conseguenza manca anche la fatidica rima cuor: amor… ma Volare condivide con quelle canzoni uno stesso codice, una stessa grammatica del testo per musica. Quella grammatica che – per rispettare il disegno delle rime baciate, accentate di preferenza sull’ultima sillaba – induce ancora ad alterare l’ordine delle parole (venivo dal vento rapito in rima con infinito, gli occhi tuoi blu in rima con più su) e a spezzare la frase in modo che il verso si chiuda con l’accento giusto (ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché / quando tramonta la luna li porta con sé), imponendo di fatto il ricorso a parole come lassù e quaggiù, più, su, blu. (Antonelli)
E poi vennero i cantautori (ventennio d’oro 1960-77)
• Le «scuole» del cantautorato:
- genovese: lirica con Bindi, Paoli, Tenco, Lauzi, De André;
- milanese: più realistica e meno lirica con Jannacci, Vecchioni,
Branduardi;
- bolognese: più impegnata con Lolli, Dalla e Guccini;
- romana: Venditti e De Gregori.
• La canzone d’autore e la lingua poetica con analogie, metafore,
sinestesie, altre figure retoriche
• Domenico Modugno, Nel blu, dipinto di blu (1958), Gino Paoli, La
gatta (1960), Luigi Tenco, Mi sono innamorato di te (1965)
• Gino Paoli C'era una volta una gatta / che aveva una macchia nera sul muso / e una vecchia soffitta vicino al mare / con una finestra a un passo dal cielo blu.
(Paoli, La gatta, 1960)
• Luigi Tenco Mi sono innamorato di te / perché non avevo niente da fare, / il giorno volevo qualcuno da incontrare / la notte volevo qualcosa da sognare.
(Tenco, Mi sono innamorato di te, 1965)
4. Il trionfo del parlato
Dagli inizi degli anni Settanta, dal successo della coppia Mogol-Battisti
• L’italiano parlato nei testi delle canzoni:
• Inserti dialogici
• Sintassi nominale
• Colloquialismi
• Giovanilismi
• Grado zero di espressività: la coppia Battisti-Mogol
• Lucio Battisti, La canzone del sole (1971), Claudio Baglioni, Questo piccolo
grande amore (1972), Francesco Guccini, L’avvelenata (1976), Edoardo
Bennato, Sono solo canzonette (1980)
Lucio Battisti Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi / le tue calzette rosse. / E l'innocenza
sulle gote tue / due arance ancor più rosse. / E la cantina buia dove noi / respiravamo piano / e
le tue corse l'eco dei tuoi no / mi stai facendo paura. / Dove sei stata, cos'hai fatto mai / una
donna / cosa vuol dir sono una donna ormai. / Ma quante braccia ti hanno stretto tu lo sai / per
diventar quel che sei. / Che importa tanto tu / non me lo dirai / purtroppo. (Battisti-Mogol,
La canzone del sole, 1971)
Claudio Baglioni Quella sua maglietta fina / tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto / e
quell'aria da bambina / che non gliel'ho detto mai ma io ci andavo matto / e chiare sere d'estate /
il mare i giochi e le fate / e la paura e la voglia / di essere nudi [nel 45 giri: soli] / un bacio a
labbra salate/ il fuoco quattro risate / e far l'amore giù al faro . . . / ti amo davvero / ti amo lo
giuro .. . / ti amo ti amo davvero! (Baglioni-Coggio, Questo piccolo grande amore, 1972)
Francesco Guccini Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a
Vossìa, / però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia; / io
canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi: /vendere o no
non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...
(Guccini, L'avvelenata, 1976)
Edoardo Bennato . . .e così è se vi pare / ma lasciatemi sfogare / non mettetemi alle strette /
e con quanto fiato ho in gola / vi urlerò: non c'è paura! / ma che politica, che cultura, /
sono solo canzonette!... (Bennato, Sono solo canzonette, 1980)
È al Baglioni degli anni Settanta, più che ai cantautori degli anni Sessanta, che si deve il vero e proprio svecchiamento linguistico della canzonetta: e in effetti prima di QPGA era difficile trovare interi inserti di parlato dialogico. Un testo a suo modo perfetto: per l‘assenza di qualunque inarcatura poetica; per l‘alternanza tra la sintassi nominale delle descrizioni e la sintassi mossa del vissuto (ma io questa cosa qui mica l‘ho mai creduta); per l‘accorta distribuzione degli inserti di discorso diretto e di una fraseologia più adolescenziale che colloquiale (mi diceva sei una frana). (Antonelli)
5. La fuga dal quotidiano
• La ricerca di soluzioni linguistiche e stilistiche nuove:
• La rivisitazione della canzone classica (Conte)
• Il pastiche e il citazionismo (Battiato)
• Il dialetto (De André e altri), le posse
• Il demenzial-surreale (Elio e le Storie Tese)
• Paolo Conte, Via con me (1981), Franco Battiato, Centro di gravità permanente
(1981), Fabrizio de André, Creuza de mà (1984), Elio e le Storie Tese, La terra
dei cachi (1996)
• Paolo Conte Via, via, vieni via con me, / entra in questo amore buio pieno di
uomini / via, via, entra e fatti un bagno caldo / c'è un accappatoio azzurro, / fuori
piove un mondo freddo, / it's wonderful, it's wonderful. . . (Conte, Via con me,
1981)
• Franco Battiato Una vecchia bretone / con un cappello e un ombrello di carta di
riso e canna di bambù. / Capitani coraggiosi / furbi contrabbandieri macedoni. /
Gesuiti euclidei / vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli Imperatori /
della dinastia dei Ming. (Battiato, Centro di gravità permanente, 1981)
• Fabrizio De André Umbre de muri muri de mainè / dunde ne vegnì duve l'è ch'anè
/ da 'n scitu duve a lun-a a se mustra nua / e a neutte a n'a puntòu u cutellu aa gua / e
a muntà l'aze gh'è restòu Diu / u Diàu u l'è in sé e u se gh'è faetu u niu [Trad.
'Ombre di muri musi di marinai / da dove ne venite dove è che andate / da un luogo
dove la luna si mostra nuda / e la notte ci ha puntato il coltello alla gola / e a
montare l'asino c'è rimasto Dio / il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido'] (De
André-Pagani, Creuza de mà, 1984)
• Elio e le Storie Tese Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive,
abusi sessuali abusivi; / tanta voglia di ricominciare abusiva. / Appalti
truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne
truccate; / il visagista delle dive è truccatissimo. / Papaveri e papi, la donna
cannolo, una lacrima sul visto: / Italia sì Italia no Italia bum, la strage
impunita. / Puoi dir di sì puoi dir di no, ma questa è la vita. (Belisari-
Conforti-Fasani-Civaschi, La terra dei cachi, 1996)
6. Nuove tendenze
• Nuove modalità di fruizione della canzone
• Frammentazione dei modelli
• La nuova generazione di cantautori (Jovanotti, Daniele Silvestri, Max
Gazzè, Niccolò Fabi, Samuele Bersani, Vinicio Capossela e molti altri)
• Le rockstar
• I gruppi
• Il rap da indie a mainstream
• E anche Sanremo si aggiorna
• Carmen Consoli, Parole di burro (2000), Baustelle, La guerra è finita (2005),
Jovanotti, A te (2008), Caparezza, Non siete Stato voi (2011), Francesco
Gabbani, Occidentali’s Karma (2017)
– Carmen Consoli Narciso parole di burro / nascondono proverbiale
egoismo nelle intenzioni / Narciso sublime apparenza / ricoprimi di eleganti
premure e sontuosità /ispirami ... (Consoli, Parole di burro, 2000)
– Baustelle Vivere non è possibile, lasciò un biglietto inutile, prima di
respirare il gas, prima di collegarsi al caos... / e la mia amica era una stronza
aveva 16 anni appena. /Vagamente psichedelica, la sua t-shirt all'epoca,
prima di perdersi nel punk, / prima di perdersi nel crack, /si mise insieme ad
un nazista conosciuto in una rissa... / E nonostante le bombe vicine, la fame,
malgrado le mine, / sul foglio lasciò parole vere di vita: "la guerra è finita,
per sempre finita, almeno per me )" (Brasini-Bianconi, La guerra è finita,
2005)
– Jovanotti A te che sei l'unica al mondo / l'unica ragione per arrivare fino in
fondo /ad ogni mio respiro / quando ti guardo / dopo un giorno pieno di
parole /senza che tu mi dica niente / tutto si fa chiaro. . . (Cherubini, A te,
2008)
– Caparezza Non siete Stato voi che parlate di libertà / come si parla di
una notte brava dentro / i lupanari. / Non siete Stato voi che / trascinate
la nazione dentro il buio / ma vi divertite a fare i luminari. / Non /
siete Stato voi che siete uomini di / polso forse perché circondati da una /
manica di idioti. Non siete Stato voi / che sventolate il tricolore come in /
curva e tanto basta per sentirvi patrioti. (Salvemini, N on siete Stato voi,
2011) •
– Francesco Gabbani Essere o dover essere / il dubbio amletico /
contemporaneo come l'uomo del neolitico. / Nella tua gabbia 2x3 mettiti
comodo. / Intellettuali nei caffè /internettologi / soci onorari al gruppo
dei selfisti anonimi. / L'intelligenza è démodé / risposte facili / dilemmi
inutili. /AAA cercasi (cerca sì) /storie dal gran finale / sperasi (spera sì) /
comunque vada panta rei / and singing in the rain. /Lezioni di Nirvana /
c'è il Buddha in fila indiana / per tutti un'ora d'aria, di gloria. / La folla
grida un mantra / l'evoluzione inciampa / la scimmia nuda balla /
Occidentali's Karma. (Francesco e Filippo Gabbani-Ilacqua-Chiaravalli,
Occidentali’s Karma, 2017)
7. Conclusioni
• L’italiano della canzone è un grande «trasmettitore culturale»
• La canzone come parte di un patrimonio linguistico e culturale
condiviso
• La canzone come strumento di identità
… il linguaggio della canzone italiana ha potuto ora precorrere, ora riflettere, ora assecondare la lingua degli italiani; funzionare, insomma, come un grande „trasmettitore culturale“. Non solo con le canzoni, ma anche con le canzoni, grazie al loro potere evocativo, si è costituito un patrimonio linguistico e culturale condiviso, un serbatoio di memoria collettiva che ci fa sentire tutti, al di là delle differenze regionali, generazionali, sociali, culturali, parte di una medesima comunità.
(L. Coveri)
Grazie dell’attenzione!
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