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Anno 2017 - 2018 numero 2 Novembre - Dicembre - Gennaio

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Anno 2017 - 2018 numero 2 Novembre - Dicembre - Gennaio

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IndiceTitolo PaginaEditoriale 3

Io, Noi 4

Critica creativa alla censura (forse) 5

Ricerche scientifiche 6 - 7 - 8

L’angolo delle poesie ermetiche 8

Lode al 100! Cento e lode? 9

La musica 10

La friendzone 11

La mia cara amica Ansia 12

Perché guardare serie tv 13

Fight like a girl 14

Perché usare splash latino, fa male? 15

Quanto Influisce la fortuna? 16 - 17

Un’ Intervista da Caniil Signor Carlo Risponde

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La posta dell’Innamorato 19

Guardami di sera 20

Quel Bastardo di Babbo Natale 21

Il nostro Blog 22

La redazione 23

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SCRIVE IL DIRETTOREScrive il direttore, dice il direttore, fa il direttore… ma chi è sto direttore?Il mestiere del direttore si divide essenzialmente in due momenti: prima di tutto il direttore si assicura di avere un mezzo di comunicazione che raggiunga tutta la redazione e avverte “Sabato prossimo riunione”. Dunque, quando è sicuro che tutti abbiano recepito il messaggio, si accorge che la riunione la dovrà tenere lui, quindi prepara ciò che deve dire o almeno si segna dei punti di cui poi sicuramente si scorderà di parlare nel discorso. Tornato a casa dopo la riunione si accorge di essersi dimenticato di dire delle cose, quindi torna al momento iniziale e definisce la data della riunione successiva. Altro compito importante del direttore è quello di dire ai membri della redazione in continuazione: “hai finito di scrivere l’articolo?” o “hai finito di fare il disegno?”. In caso di risposta negativa il direttore si limita a prendere atto e stimolare a completare al più presto il lavoro. In caso di risposta positiva invece il direttore risponde con le parole più temute “bene, allora fanne un altro”.

Da oggi io avrò molto più lavoro come direttore. Questo perché dall’uscita dell’ultimo numero la redazione si è arricchita di numerosi altri redattori e disegnatori che (senza essere minacciati) hanno fatto loro la causa del giornalino e hanno iniziato fin da subito a lavorare con grande impegno.Il mio ringraziamento va proprio a loro in primis, e ovviamente anche al resto della redazione, che continua a mettere devozione in tutto ciò che fa.Vi ricordo che abbiamo anche una pagina Facebook e un blog sul quale pubblichiamo spesso articoli molto interessanti e anche alcuni brutti, quindi andate a leggerli se avrete tempo.E per tutto questo firmai, col mio nome firmai, e il mio nome eraBufalo Bill

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Voglio parlare con voi, tutti voi: questo intricato gomitolo di pensieri irrequieti, questo urlo insicuro è rivolto a voi. Professoressa, Professore, Mamma, Papà, Maestra, io, noi, vi porto tutti in giudizio, tutti di fronte al tribunale del tempo. Tutti. Nessuno escluso. Nessuno non colpevole. Nessuno non coinvolto. Io, Noi giovani d’oggi, adolescenti insensibili, figli della vostra generazione, della vostra moderna filosofia, del vostro “originale” modo di educare, della vostra minuziosa premura pedagogica, della vostra maturità, del vostro moderno e alternativo modo di vivere e di far vivere. Voi, sicuri, innocenti, infastiditi, seccati della mia, nostra indolenza e insensibilità. E noi, sempre più schiacciati dai vostri stereotipi, dai vostri pregiudizi presuntuosamente e superficialmente costruiti. Ebbene io, noi, vi accusiamo. Vi accusiamo della nostra anaffettività, del nostro apatico pragmatismo, del nostro disinteresse, del nostro “non saper mai guardare oltre il nostro naso”, della nostra insensibilità, di aver reso il nostro cuore incapace di sentire, percepire, amare, odiare, della nostra nullità, della nostra INESISTENZA. Io, noi, siamo

tutti una vostra creazione, modellati, deviati dalle vostre mani. Vi giustificate tutti condannando la tecnologia con i suoi schermi colorati, il suo design tentatore. Una grossa burattinaia che tira le fila della nostra insipida vita. Ma essa non è stata altro che una culla sicura, algoritmica, luminosa, pacifica, dove far germogliare il seme della mia, nostra inconsistenza. Io, Noi, naufraghi nel mare infinito del progresso, capace di travolgere emozioni rimaste intatte da millenni; ma evidentemente, in questo mare di pixel, di lucine colorate, di suoni ipnotizzanti, io, noi, siamo stati abbandonati, e affogando vi guardiamo appollaiati sulla banchina, lanciandoci non salvagenti, ma pesanti parole che ci portano giù, sempre più giù. Io, Noi, naufraghi smarriti che guardano verso l’infinito.

Saverio Severo in Giusto

Io, Noi

“In un’immagine sfocata un po’ allungata viene fuori senza alone di errori, viene fuori una figura

pulita, quasi bianca, dissanguata, che non lascia la sua traccia, una presenza di nessuna consistenza, che si squaglia, si sfilaccia, viene fuori una figura

disossata che a guardarla bene nell’insieme dà l’idea di libertà, viene fuori i padri tuoi, come potrei essere io, come potremmo essere noi” GIORGIO GABER, I PADRI TUOI, 1978

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La censura è da sempre grande nemica della libertà di espressione ed è stata adottata in passato nei paesi sottosviluppati. C’è una mole enorme di cose censurate; per esempio la nudità esplicita (soprattutto in Asia), tutto ciò che è ritenuto volgare ecc.Mel Brooks, uno dei più grandi registi della storia, affermò: “Sono stato

accusato di volgarità. Io dico che è una stronzata!” Questa è una delle più divertenti frasi contro il bigottismo universale. La volgarità per altro, risulta utile nel lessico comune per enfatizzare alcune situazioni altrimenti ritenute banali. Vorrei quindi continuare citando un capolavoro in ambito cinematografico e letterario: Trainspotting.

“Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cazzo, scegliete lavatrice, macchina, lettore cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici. Scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai-da-te e chiedetevi chi siete la domenica mattina. Scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz, mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio, ridotti a motivo di imbarazzo di stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi. Scegliete il futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita. Ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?”

Pensate a questo film, soggetto a censura, sostituendo i termini scurrili e qualsivoglia riferimento alle sostanze stupefacenti. Vorrei provare questa impresa insieme a voi! Potremmo ad esempio iniziare dal “maxitelevisore del c....” che diventerebbe magari “un accipicchiolina di maxitelevisore”; oppure “la stoffa del c… per ricoprire il salotto di tre pezzi” con “il salotto ricoperto da una stoffa del cavoletto.”; o ancora gli “stronzetti viziati” potrebbero diventare “viziati sciocchini.”

La denuncia contro le droghe pesanti nel film, sarebbe sostituita da una critica contro “l’assuefazione alle merendine ipercaloriche o alle focaccine dell’Esselunga”. In questo modo, per mandare a “fan...” una persona non esclameremo più la fatidica volgarità ma la sostituiremo con uno “spostati davanti alla mia persona e vai a intrattenere rapporti di dubbia integrità con persone del tuo stesso sesso”. Traete voi le vostre conclusioni.

Federico Carillo

Critica Creativa alla Censura(forse)

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Si dice, ma è solo un’ipotesi, che ci sia vita dopo lo smartphone. Una studentessa della nostra scuola ha sperimentato la vita senza l’ausilio del cellulare e ci sorprende che sia ancora viva. È un raro esemplare di homo sapiens cellularis privo del suo segno distintivo (il cellulare) che riesce a trovare ugualmente nutrimento e ospitalità in questo mondo.Si è iniziato a condurre l’esperimento il 5 ottobre 2017, data importante per la nostra cavia, a cui si fa risalire un picco di tensione notevole (secondo solo a quello registrato il 17 ottobre dello stesso mese in occasione del compito di filosofia) dovuto all’attesa estenuante di una risposta. L’individuo è stato obbligato ad attendere 5 ore per poter consultare il mezzo di comunicazione con maggior numero di iscritti, noto a tutti come Facebook, sperando che potesse giungere anche lì la risposta tanto attesa da settimane. Ma così non è stato. Era un dato così importante per il nostro soggetto da essere entrate in apprensione anche le persone a lui care. Il nostro homo cellularis ha preso dunque la deliberata decisione di attendere il giorno successivo

per poter contattare personalmente l’individuo di cui attendeva notizie. Dopo circa 36 ore, riuscendo a stabilire il tanto desiderato contatto e conoscendo finalmente la tanto attesa risposta, abbiamo registrato un movimento anomalo della crosta terrestre comportato dagli innumerevoli salti effettuati dalla nostra cavia.Ci siamo accertati della sanità mentale dell’individuo tramite la corretta esecuzione del test del piatto con la polpetta al sugo (portato a termine magistralmente con la “scarpetta”). L’indubbia verifica sperimentale ci ha dimostrato come, nonostante notevoli sbalzi d’umore, il soggetto abbia preservato la sua integrità fisica e psicologica.Nelle giornate successive alla cavia è risultato necessario organizzare interamente i propri spostamenti per poter adempiere ai propri impegni nella società civile: recarsi alla scuola dell’obbligo, prelevare la sorella minore dalla propria scuola, produrre del cibo commestibile da assimilare per compiere le normali funzioni vitali, incontrare i suoi simili,

Una vita senza cellulare

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... A questo proposito abbiamo potuto riscontrare un più ampio impegno dell’individuo per continuare a svolgere tutte le sue usuali attività oltre ad un aumento del coefficiente di attenzione (normalmente prossimo allo 0).L’esperimento si è concluso il 24 dello stesso mese e ci ha sorpreso constatare come questo esemplare non fosse stato turbato dall’assenza del costante contatto con la comunità degli homo sapiens

cellularis e fosse riuscito a svolgere altre attività ricreative entrate in disuso mentre era lontano dalla sua dimora. Però risultava essere fortemente attratto dai dispositivi luminosi (come le lucciole) dei suoi simili tanto da chiedere per qualche minuto ai legittimi proprietari di impossessarsene (senza però rimanere folgorato come le lucciole a contatto con i lampioni).

Per effettuare le ricerche non sono stati maltrattati animali.

I dati e le informazioni sopracitate sono coperte da SegretoProfessionale, marchio non registrato e sono state raccolte dalla nostra abile équipe CTPPILC (“Compagnie telefoniche preoccupate per i loro consumatori”).

È possibile effettuare donazioni tramite tutti i nostri contatti. Instagram: #Scienzastorta#; Facebook: Scienzainriabilitazione; Twitter: @Scienzaincoma

Le somme di denaro saranno devolute in beneficienza per l’acquisto di megafoni e per l’addestramento di piccioni viaggiatori in favore di tutti gli homo sapiens cellularis senza cellulare.

Rivoluzione: Sconvolgimento di costumi, abitudini o funzioni fisiologiche mediante clamorose e rumorose manifestazioni di protesta.L’invenzione del cellulare è stata una rivoluzione; aggravatasi quando è divenuto possibile navigare su internet tramite tariffe a basso costo.Da quel momento sono nati servizi di messaggistica come Whatsapp, che hanno

permesso a tutte le persone del mondo in possesso di un telefono con un contratto internet, di comunicare senza limiti e soprattutto istantaneamente.Quindi sorge spontaneamente la domanda: ma quante cose avranno mai da comunicare le “persone del mondo”; e soprattutto, tutte queste informazioni sono effettivamente così importanti?

Una vita solo col cellulare

articolo di Enrica Mocciadisegno di Flavio Pio Melfi

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Proprio su questo si basa l’esperimento che abbiamo portato avanti! Abbiamo costretto due sconosciuti a comunicare per un’intera settimana…Le regole sono semplici: i due dovranno

tenersi sempre in contatto tramite telefono, i periodi di silenzio potranno durare al massimo un’ora. Per evitare notti insonni, “l’esperimento” si svolgerà unicamente dalle 7.25 alle 22.00 per una settimana, a partire dalla domenica.

Giorno 1: i due individui fanno conoscenza scambiandosi informazioni rapidamente senza “consumare” gli argomenti interessanti (che restano molti essendo la loro prima conversazione)Giorno 2: i due individui si recano a scuola, e quindi, costretti ad elaborare una strategia per non superare il limite consentito di tempo in silenzio (60 minuti), decidono di scambiarsi messaggi a ogni cambio dell’ora.Giorno 3: i due individui hanno già esaurito gli argomenti di cui discutere, e di conseguenza iniziano a parlare del più e del meno, sperando che qualcuno pensi a qualcosa di interessante da dire.Giorno 4: i soggetti si accorgono improvvisamente di starsi vicendevolmente antipatici ma sono confidenti nel fatto che manchino solo pochi altri giorni da affrontareGiorno 5: i pattern dei messaggi si fanno sempre più prevedibili, e i due individui non pongono più domande ma danno direttamente le risposte, rendendo totalmente incomprensibile la conversazione ad una persona esterna.Giorno 6: la conversazione è del tutto incomprensibile, i due si scambiano parole da loro inventate che non rispettano apparentemente alcun tipo di regola grammaticale.Giorno 7: i due soggetti non hanno più bisogno di comunicare tramite il telefono, e quindi abbiamo ragione di considerare l’ipotesi che utilizzino la telepatia, ma per questo condurremo altri studi. Per rispettare le regole dell’esperimento si scambiano ogni ora un messaggio contenente il numero “42”.Conclusioni: una volta concluso l’esperimento, i due si dicono condannati a conoscere ogni pensiero dell’altro per l’eternità.

Charles Kuen Kao

l’angolo delle poesie ermetiche

Quel letto rosso di roseTi ricorda il dolore delle tue cose.

Sognavi un mondo migliore lì sei andata.

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Lode al 100! Cento e Lode?

Lode e gloria !Sì, lode e gloria alla terra promessa e mai avuta!

Luogo di eroici sacrifici e rimembranze,Interrogazioni fallite, compiti rimandati

terra natia di assenze tattiche e sei politici.Giorni ribelli e fugaci, passati a vomitare

Rabbia amara nei cessiPer ciò che ti dà e ti toglie tutto.

Languore che tormenta, anime feriteIl rancore che ti apre le vene, mai ricucite

Lode e gloria ai professori frustrati !A chi ci fa caso e a chi neanche sa il tuo nome,

A chi ti giudica e a chi ti mortificaA chi ti valuta e a chi ti parla

Di cose che non vorresti capireMa che comprendi fin troppo bene

Lode e gloria ai voti!Perché il mondo è fatto di numeri

E non da poesie o dipinti impressionistiLode e gloria agli studenti,

A chi studia per gli altri, a chi copia dagli altriA chi lotta per un falso idolo,

A chi studia per amoreA chi, per amore e studio, è morto.

Lode e gloria a Nietzsche !Che alla fin fine è morto prima di Dio,

Mentre Woody Allen è ancora vivo,Alla faccia vostra !

Lode e gloria agli omologati!Siano benedetti, creature infernali senza arte !

Lode e gloria ai ritardatari ed agli inetti.Non sarete dimenticati!

Lode e gloria agli ultimi,Lode e gloria agli artisti,A chi non viene accettato

Perché troppo sicuro di sé.A chi non viene compresoPerché non si fa sentire.

Lode e gloria a chi tace e non acconsente!A chi urla a squarciagola

E a chi sussurra, a chi piange in silenzio,Perché questo posto è troppo austeroQuesta casa è troppo gelida e vuota,

Questa paura che attanaglia e stringe, stringe, stringe.E allora che fare ? Paura di fallire.

Ma guarda, “non ci resta che filosofeggiareTipo Schopenhauer,

Vedo circhi, ma non pane,Dillo a Giovenale!”

vorwell

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La musica, per noi ragazzi, è a volte l’unica amica che possediamo, la nostra unica ancora. Serve per esprimerci, anche se non è scritta da noi; perché la musica è fatta così e le sue parole sono come poesia. Spesso mi sembra quasi che alcuni autori mi leggano dentro e che capiscano a pieno ciò che sento. A voi non è mai capitato? Non vi è mai capitato di ascoltare una canzone, non importa di che tipo, e di rispecchiarvici alla perfezione? Beh, a me si, ed è confortante sapere che qualcuno abbia provato ciò che provo io. Ma la cosa più confortante è il fatto che quel qualcuno abbia saputo rialzarsi e questo dovrebbe spronare anche noi stessi a farlo. Personalmente quando ascolto una canzone cerco di capire ciò che significhi in base al significato che gli attribuisco io. Quando una canzone è triste, la ascolto, la ascolto, e la ascolto ancora, fino a quando non comprendo a

pieno la tristezza che si cela tra le sue parole. E fa male a volte comprendere un testo, perché ci ricorda i momenti in cui noi medesimi, in primis, ci siamo sentiti abbattuti, traditi, delusi, felici, innamorati, amati, come l’autore di quel pezzo. Un sogno che penso abbia ogni ragazza, e forse vale anche per i ragazzi, è che la persona che l’ama le dedichi una canzone. Credo che sia la dichiarazione d’amore più bella che esista al mondo. Quindi, mi rivolgo a tutti voi che state leggendo, se c’è qualcuno che amate, o che semplicemente vi piace e volete dimostrarglielo, dedicategli una canzone che esprima a pieno i vostri sentimenti, e cantategliela (se avete coraggio) o fategliela ascoltare.

Nel caso vi dovesse andare male, potete sempre leggere l’articolo riguardo la friendzone e superarla al meglio.

A.D.

La Musica

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La FriendzoneCos’è?Una piaga che caratterizza gli ultimi tempi e spezza i cuori di ragazze e ragazzi costretti a finire nella trappola dell’amicizia eterna e della fratellanza. Quando la nostra mente subdola propina una friendzone?La risposta è più scontata del previsto: semplicemente per ovviare al problema di cercare inutili scuse per sviare soggetti alquanto ambigui che ci corteggiano, poiché per corteggiarci non potrebbero essere altro che persone con problemi, usiamo un univoca e internazionale scusa: la friendzone. Come uscirne? L’uomo ha trovato la cura di numerose malattie, ma per questa malattia ancora nessuna medicina. Numerose pagine su instagram raccolgono i casi di questi poveri contaminati, eppure nessuno vuole trovare una cura! Oggi vi pongo alcuni semplici modi in cui si potrebbe evitare o cercare addirittura di uscire dalla friendzone.Nel caso delle ragazze:

Offritele una pizza

Compratele un intero centro commerciale

Arrendetevi al fatto di essere poveri e datevi all’ippica dimenticando l’amore

Nel caso dei ragazzi (consiglio di evitare gli “omaggi in natura”)

Mi spiace, ma se la friendzone deriva da un ragazzo c‘è qualcosa sotto! Quindi consiglio di indagare, evitando violazioni della privacy e stalking, per cercare di capire i motivi di questo insolito atto.

Molto probabilmente è gay, quindi arrendetevi e fateci amicizia: sarà più dolce di quanto avrebbe potuto esserlo da fidanzato!

Una Friendzonata

disegni di Gaia Di Palo

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Ciao, sono una studentessa qualsiasi, di un liceo qualsiasi, di una città qualsiasi.

Lei invece è una mia cara amica: si chiama Ansia e probabilmente la conoscete.

Io e Ansia siamo unite ormai dalle lontane medie, durante le quali ogni mattina ci incontravamo per andare a scuola e affrontare la giornata. Col pas-sare degli anni siamo cresciute insieme e il nostro rapporto non ha fatto altro che consolidarsi sem-pre di più. Adesso sono in terzo liceo e lei non mi ha abbandonato neanche per un secondo; è sempre accanto a me: durante i compiti in classe, durante le interrogazioni e persino nei momenti in cui c’è l’agognata cotta nel corridoio. Anche lì, infatti, lei è con me, quando da lontano lo avvista e me lo fa subito notare, con quel suo fervore che la caratterizza.

Ma non crederete mica che dopo il suono dell’a-mata campanella ognuna di noi prenda la propria strada e ‘’Arrivederci e grazie, ci vediamo do-mani? assolutamente no! Ansia mi accompagna a casa ed è con me quando devo comunicare un brutto voto ai miei, quando devo aprire la porta al tecnico del gas, quando devo rispondere al telefo-no per conto di qualcun altro, quando devo scen-dere da casa per andare al supermercato e quindi rischio di fare qualche figuraccia. Lei è sempre lì. Esattamente seduta sulla bocca del mio stomaco.

Il nostro è un rapporto di amore e odio; più odio che amore in realtà…odio, a dirla tutta (soprattut-to da parte mia)! La odio perché non mi permette di vivere le situazioni come vorrei (ad esempio a scuola, in cui tutto è traducibile in ANSIA); la odio perché mi segue ovunque vada e spesso mi mette paura dell’ignoto, di ciò che non conosco; la odio perché mi fa sentire non adatta, non nel posto giusto, non all’altezza.

Devo però riconoscerle, alla mia cara amica An-sia, che senza di lei probabilmente non riuscirei a raggiungere i miei obiettivi: non farei sicura-mente di tutto per eliminarla e, quindi, risulterei impreparata in alcune situazioni. Devo anche rin-graziarla perché, dietro di lei, c’è quell’amico con cui non ho molta confidenza, ma che c’è sempre nel momento del bisogno; quest’amico si chia-ma Coraggio ed è strettamente legato all’amica dell’<odi et amo>. Senza Coraggio, Ansia mi so-vrasterebbe e senza Ansia, Coraggio non verreb-be in aiuto.

Quindi, mia cara amica Ansia, ti ringrazio per non lasciarmi mai, ma ti ringrazio anche per essere ciò che sono.

Mariapaola Patrono

La mia cara amica Ansia

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Tutti abbiamo quell’amico che costringe tutti i suoi conoscenti (consapevolmente o no) a vedere la sua serie tv preferita, e che non ti dà pace finche’ non la guardi. Se tu non hai un amico del genere allora vuol dire che quell’amico sei tu!Molti sono convinti che guardare serie tv è una perdita di tempo e che non serve a niente; invece esistono serie tv che parlano di tematiche importanti nella società a scopo di educare lo spettatore.Alcune serie tv, ad esempio, possono tornarci utili a scuola:-se si sta studiando un periodo storico e volete approfondire l’argomento, guardate una serie tv ambientata in quella determinata epoca, si potranno avere maggiori informazioni (altro che Wikipedia)-esistono serie tv basate sulla vita di artisti o scrittori importati e in dodici episodi saprete la loro vita meglio dei professori (uno sguardo al libro però datelo)-una serie tv con una trama che tratta i problemi della società potrebbe tornarci utile durante un compito o una discussione nelle ore di narrativaGuardare serie tv amplia le tue conoscenze, infatti prima che tu te ne accorga sarai circondato da persone coi tuoi stessi interessi.

Quindi la prossima volta che qualcuno ti dice che “passare così tante ore davanti al computer fa male e stai sprecando il tuo tempo” non ascoltarlo ma portalo nel lato oscuro.*attenzione: possono creare dipendenza

Perché guardare serie tv

articolo di Carmen Schiopu

disegni di Massimo Micelli

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È matita che traccia sul foglio una linea. È china che regola spessore e dimensione. È parola racchiusa in una nuvoletta. Tante parole-chiave del fumetto sono sostantivi di genere femminile, eppure a lungo quella del fumetto è stata considerata un’arte di un costume e un gusto prettamente maschili, nonostante siano presenti numerose donne nei fumetti.

Forse sono stati gli shojo (ovvero quei manga indirizzati ad un pubblico prettamente femminile) i primi prodotti editoriali fumettistici dove l’eroina si spoglia di qualsiasi eleganza e si ricolloca in una dimensione contemporanea in cui la bellezza, per fortuna, diventa secondaria.

Il cambiamento tematico è proprio nella nuova caratterizzazione femminile: la figura dell’eroina nella sua accezione classica e letteraria è accompagnata da una psicologia prettamente umana, più sincera e spontanea.

Una delle mangaka più importanti del nuovo genere di commedia fantastica mahō shōjo, è di certo Naoko Takeuchi, autrice del manga Pretty Guardian Sailor Moon. Le cinque paladine sono adolescenti divertenti, che vivono come tutti i drammi familiari, le delusioni d’amore e la pressione scolastica.

Non devono però vestirsi da uomo: l’entrata femminile nel mondo manga vuole appunto un’eroina fiera di portare la gonna, che si trasformi con un portacipria e che sconfigga il male con uno scettro rosa.

Inoltre, quello che fa delle guerriere “Sailor” delle autentiche eroine è la loro intraprendenza e la loro complicità femminile. Sono ragazze schiette e dirette, sono emancipate, possono interagire sul piano sociale, e con il mondo intorno a loro, con la libertà degli uomini, ed è proprio la loro forza a renderle attraenti.

Ma se ci spostiamo in un mercato molto diverso, come quello statunitense, dove è egemone il mainstream supereroistico, le protagoniste dei fumetti sono modellate su una serie di stereotipi decisamente maschili(sti): dalle pose ammiccanti ai costumi succinti, dalle forme e curve inverosimili agli atteggiamenti aggressivi, e difficilmente hanno una caratterizzazione profonda o tridimensionale.

Ovviamente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: benché non numerosissimi, ci sono esempi di fumetti statunitensi in cui le donne non servono solo ad alzare il livello di libido, o se lo fanno, non si limitano solo a quello.

In Giappone, tuttavia, è molto più ampia la scelta che, nella definizione più moderna dell’eroina shōjo, vede diverse mangaka contribuire a una nuova immagine femminile e al nascere di un inatteso “girl power” nel genere, svincolandosi quindi dal solito cliché di manga rosa.

Anche nei fumetti, non bisogna rappresentare le donne come dei manichini di plastica o bambole gonfiabili, ma vogliamo vedere la forza di Wonder Woman, il coraggio di Batwoman, la sensualità di Valentina, la cocciutaggine di Jessica Jones, la dolcezza di Hachi, la perspicacia di Julia, la fragilità di Martina. Vogliamo i loro pregi, ma anche e soprattutto i loro difetti.

E vogliamo donne nei fumetti, se non vere, quantomeno realistiche, e non riflesso di una rappresentazione maschilista.

Roberta Hajdari

Fight Like a Girl

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Dal demonio multimediale, più dannato dai professori di età andata, vediamo il frutto causa di ogni insufficienza: Splash latino. Splash latino è un sito internet molto famoso fra i giovani, ma a differenza dei siti dove mettiamo “mi piace” a video di gattini, questo sito è una manna per i giovani. E’ come se Cicerone scendesse dai campi elisi e ti desse tutte le sue versioni già tradotte, anzi è esattamente così! Possiamo paragonare splash latino a quell’amico che ti tira su tra una risata e l’altra dopo una tua caduta. All’inizio tutto divertimento, ma durante il compito cadono talmente tante bestemmie che gli dei latini ti fanno i complimenti per conoscerli tutti. Infatti splash latino ti permette di avere tutte le versioni già tradotte e solo da trascrivere. Anche se può sembrare positivo,

se lo studio non porta alla conoscenza o almeno alla riflessione, ha l’utilità di un fidget spinner. Insomma ognuno ha la liberà di rovinarsi la media. Oppure di spendere tutta la sua gioia di vivere cercando di tradurre testi scritti in una lingua morta con l’impero Romano.

Nonostante ciò il latino in quanto filosofie spudoratamente copiate da quelle greche, un po’ come tua nonna che cerca di essere giovane iscrivendosi su twitter, dà degli spunti interessanti per chiunque si prenda la briga di bruciare le ore della propria vita e porta a riflessioni esistenzialiste capaci di deprimere un delfino in fase di accoppiamento. Per finire splash latino è un sito semplice e utile se non si ha molto tempo per studiare e può essere usato appropriatamente se accompagnato anche da esercizio e studio della grammatica latina altrimenti potebbe essere dannoso in quanto vi porti in terzo superiore senza le conoscenze necessarie.

White mask

Perché usare splash latino, fa male?

disegni di Francesca Florioe Wanda De Giglio

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Quanti di noi seguono dei riti personali che propiziano la fortuna?

Sicuramente tutti negheranno.

Ma se invece vi chiedessi cosa fate prima di un compito in classe o di un’interrogazione molto importante, cosa mi rispondereste?

Qui vi voglio! Per questo vi elencherò solo alcuni dei metodi degli studenti della nostra scuola per augurarsi buona fortuna:

Quanto Influisce la fortuna?

Avere il rosario nell’astuccio Semplice e allo stesso tempo efficace e indiscreto perché puoi sgranarlo nel tuo comodo astuccio senza troppi problemi in qualsiasi occasione.

Indossare i pantaloni, la maglietta, i calzini, le mutande, la sciarpa con cui avete instaurato un particolare legame affettivotale che, senza abusarne indossandoli troppo spesso, vi porteranno fortuna. Per alcuni potrebbe sembrare una cosa molto banale, ma il grandissimo Pavarotti dichiarò in un’intervista di indossare biancheria intima rossa in occasione di concerti particolarmente importanti.

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Scrivere con la penna fortunataDeve essere veramente una penna speciale che avete magari acquistato in giro per il mondo, o con cui è stato scritto l’autografo della vostra celebrità preferita, o che vi è stata donata da una persona speciale.

Fateci sapere quali sono i vostri metodi infallibili e cosa ne pensate di quelli citati sopra sul nostro blog:

https://skakkinostriblog.wordpress.com

Rompere la sacrosanta routine di inizio giornataTutti siamo abituati a prepararci per venire a scuola in modo quasi metodico. Bene! Chi usa questo metodo saprà benissimo che bisogna sconvolgere questa routine per propiziarsi la buona riuscita della vostra verifica orale o scritta che sia.

Avere Alberto Angela sotto forma di santino nell’astuccio:

E non aggiungo altro! ;)

articolo di Enrica Mocciadisegni di Flavio Pio Melfi

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Un’ Intervista da Caniil Signor Carlo Risponde

Signor Carlo, primario di Anatomia Patologica al Policlinico di Bari nonché idolo delle folle e personaggio dello spettacolo. Dove lo trova il tempo di salvare tante vite ed essere così social?

Per me è fondamentale non lasciare il mio operato nell’ombra ed essere un modello totalmente positivo per voi giovani.

Quali sono 3 aggettivi che la descrivono?

Omofobo, razzista e sessista.

Lei è alla ricerca della storia della sua vita. Crede che avere un’intelligenza e una sensibilità sopra la media sia un handicap in amore?

Handicappato sarai tu.

È stato difficile per un cane come lei farsi strada in un mondo dove, diciamolo, la grande maggioranza delle persone sono umani?

Vabbè ma io carinoooooooo.

Parliamo del suo lavoro, da dove nasce la sua passione per la medicina?

Mi sono appassionato guardando Un Medico in Famiglia, essendo io un grande fan di Lunetta Savino.

Qual è il più bel ricordo collegato al suo lavoro? E quello più brutto?

Il più bel ricordo è stato quando ho detto ad una signora che era guarita, il più brutto è stato quando io accorto che signora morta da 5 gg.

Vuole lasciare un messaggio a tutti i lettori?

No.

Grazie Signor Carlo lei è sempre disponibile e cordiale.

cercate e seguite il Signor Carlo su Instagram e Facebook

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a posta del cuore di Orlando InnamoratoL

Scrivi anche tu a [email protected], parla dei tuoi problemi e Orlando ti RISPONDERÀ DAVVERO sul prossimo numero del giornalino!

Il metodo infallibile di Orlando

Ciao Orlando sono una nota ragazza dello Scacchi. Mi sono perdutamente innamorata di un tipo della mia scuola. Lui fa parte della mia comitiva di amici e spesso gli mando dei segnali per fargli capire i miei sentimenti. Lui però a volte sembra starci, a volte no. Come posso capire se gli piaccio?

Purtroppo o per fortuna l’amore è spesso incomprensibile. Tuttavia non disperare, ti consiglierò un metodo infallibile: chiediglielo.

Pentimento tardivo

Ciao Orlando sono una tua grande fan nonché professoressa dello Scacchi. Ti seguo sempre, anche fisicamente. Ho grande stima di te anche se sei molto più giovane credo che mi potrai dare un consiglio. Sono sposata con mio marito da 10 anni e mi sono accorta solo adesso che è un tipo infantile. Ha senso cercare di farlo cambiare adesso?

Ciao prof. La tua domanda richiederebbe un ampio discorso che qui non ho lo spazio per fare. Tuttavia puoi trovare la risposta che cerchi nel mio nuovo libro “Consigli di Orlando (maneggiare con cura)”.

Spoiler: fagli un rusty trombone e tutti giù a ridere.

Errori fatali

Ciao Orlandino! Come stai? Mi chiamo Piero e sono disoccupato. C’è una pischella che mi attizza parecchio e vorrei proprio conquistarla. Qual’è per te il metodo infallibile per chiederle di uscire e poi, dove portarla?

Ciao Giovanni, premesso che hai iniziato a starmi sulle balle da quando mi hai chiamato “Orlandino”. Purtroppo hai scritto “Qual’è” dunque non meriti che ti risponda, la prossima volta studia meglio, ciao.

Esercizio di stile

Buonasera Orlando. Mi chiamo Gabriele come quello della Bibbia. Ho un grande problema con la mia fidanzatina: lei mi insulta, mi alza le mani e a volte sputa pure. Mi vergogno a parlarne con chiunque perché non si è mai sentito parlare di “violenza sugli uomini”. Questo mi fa molto pensare, ho realizzato che la nostra società si sta muovendo verso un insensato femminismo il cui unico obiettivo è ribaltare lo strapotere che in passato aveva l’uomo. L’obiettivo non è l’uguaglianza altrimenti non si parlerebbe ad esempio di “quota rosa” che a me sembrano tanto un modo per sottolineare la disuguaglianza, come quando da ragazzi si facevano le squadre di calcetto e c’erano quelli scarsi che rimanevano sempre fuori e bisognava imporre di distribuirli nelle squadre.

Ciao Gabriele. Ho capito quello che vuoi dire, la tua analisi è puntuale e interessante… ma la domanda qual è?

Adesso un appello di Orlando

Amici e amiche, me lo chiedono in molti, la posta dell’innamorato è vera! Potete DAVVERO mandare le vostre domande all’email [email protected] fatelo se ne avete il coraggio!

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I pomeriggi autunnali non finiscono mai. Sembrano tutti uguali, quando intorno alle cinque il sole decide di abbandonarci quotidianamente per un po’ di ore. La luna, allora, che sa molto di più di come vanno le cose qui sulla Terra rispetto alla sua stella, si palesa con il suo volto candido, spettrale come quello di una nobildonna che non ha mai osato sporgere il viso ed i suoi arti al di fuori di un parasole ricamato. E che nobildonna è la luna! Quella brutta stronza che tutto vede e tutto sente e non fa niente per noi. Torno a casa stanca proprio guardando quella maledetta appesa in cielo, che mi sorride sorniona. Ma vaffanculo! le dico, lasciando cadere per terra i miei libri di musica e l’astuccio del microfono. Almeno tu puoi startene tranquilla là sopra senza essere disturbata da nessuno e meditare sul senso della vita, dell’universo e del Tutto. “42!”…Ecco la risposta che la Luna mi darebbe, se soltanto avesse letto qualcosa di Douglas Adams. E invece no, la Luna di Leopardi mi ignora sdegnosamente e continua la sua sfilata nel cielo limpido. Oggi nessuna nuvola oscura la sua luce. Bene, potrai guidare la mia mano. Sulla scrivania ci sono fogli volanti e numerose agende sparse qui e là, bozzetti, libri. Rispecchia perfettamente il disordine che ho in testa. E poi ci sono le viole del pensiero, fragili e sole nel loro piccolo vaso.Mi fanno un po’ pena. Sono tali e quali come me. Altro che fiori del male, qui vi è soltanto un velato narcisismo, nascosto da una finta autocommiserazione di sé stessi. Baudelaire, perdonami. E’ colpa dei fiori e del loro profumo se stasera sono più confusa e meditabonda del solito. Mi hanno strappato tutti petali, uno ad uno, in una lenta tortura. Mi hai strappato tutti i petali.Non mi sono mai accorta fino ad oggi che anche i fiori potessero sanguinare.E piangere.Quando spezzi il loro fusto sottilissimo, da dentro esce un liquido generalmente incolore che somiglia per certi versi all’acqua che ci viene fuori dagli occhi. E se lasciato con il gambo spezzato e senza nutrimento, il fiore entro due giorni appassisce e muore.Così puoi fare con una ragazza. La cogli e poi, quando sei stanco di darle amore, dopo averla privata dei petali, la lasci agonizzante ed in cerca di un po’ di dignità e calore. Una viola del pensiero con i petali sradicati, la corolla tutta aperta e grondante di linfa.Ci puoi mettere una mano dentro e tastarla, le puoi dare piacere, così la morte le sembrerà più dolce, meno brutale di come è stata la vita. Le puoi dipingere sopra i petali per conferirle di nuovo le sfumature violacee, ma non potrai ridarle la vita, né la speranza. Almeno non tu, che hai le mani sporche di sangue e gli occhi pieni di paura, di follia. Sono le sette del pomeriggio e dovrei studiare.E invece dipingo dei fiori. Prendo il blu e il rosso e li mescolo assieme. Poi ci aggiungo un po’ di bianco e delle gocce di rosa. Ripenso alla Luna apparentemente immobile. Ti stancherai mai di ruotare intorno a Casa e di assistere a scene di desolante aridità? Guardami di sera e dimmi cosa vedi, qui tra le chiazze viola di un sentimento su tela.

Guardami di Sera

Vorwelldisegno di Wanda De Giglio

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Abita vicino la stazione. È grassoccio, statura me-dia, ha salutato anni fa il mezzo secolo e ne porta ancora i segni sulla barba, bianca come i capelli. Il suo volto è come un libro di immagini, non bisogna saper leggere per capire che ci si trova davanti ad un uomo semplice e buono.

Se lo si volesse descrivere con una parola sarebbe “benefattore”. Proveniente da una ricca famiglia devolve an-nualmente milioni di euro per fini nobili. Grazie a lui la ricerca contro il cancro ha fatto enormi passi avanti, due orfanotrofi sono stati costruiti dando un tetto a più di 10 000 bambini negli anni, famosi medici e ingegneri sono diventati tali solo grazie alle sue borse di studio. Questi sono solo alcuni dei suoi meriti.

“Babbo Natale”, ecco come lo chiamano tutti per ovvie ragio-ni. Nessuno conosce il suo vero nome o a nessuno importa dato che delle cose buone non si par-la mai troppo perché non fanno notizia.

Babbo Natale non era generoso per le donne o la gloria, amava farlo per il gusto di farlo. Tutta-via sarebbe stato molto contento se qualcuno gli avesse chiesto almeno una volta “come stai?” o anche semplicemente “come ti chiami?”.

La figura dell’uomo buono non poteva durare per sempre, era normale che crollasse, prima o poi.

E così accadde, l’ultimo 13 novembre dello scor-so secolo Babbo Natale fu addirittura preso come bersaglio da una combriccola di ubriaconi. Mentre passeggiava lo presero a male parole solo perché sa-pevano che tanto non avrebbe reagito.

A Babbo Natale non piacque affatto. Sapersi un de-bole e incapace di rispondere lo rendeva furioso. Poi proprio lui, che aveva fatto tanto per gli altri, che si aspettava un piccolo riconoscimento, proprio dagli altri veniva ferito terribilmente. Non poteva accetta-re una cosa del genere e doveva reagire, per la prima volta nella sua vita voleva provocare dei danni a qualcuno o a qualcosa.

Ognuno però è quello che è sempre stato, e Babbo Natale è sempre stato un buono. La sua mente riuscì a partorire un piano che, a cose fatte, gli sembrò in-credibilmente malvagio.

Nottetempo buttò dell’olio sui panni stesi della si-gnora Braghetti, l’inquilina del secondo piano, ar-zilla signora, tanto vecchia quanto fastidiosa. E con

l’olio extra vergine venne giù anche la rabbia che provava verso il mondo che lo aveva ripudiato fino a costringerlo a fare qualcosa che mai avrebbe pensato.

Nonostante il danno relativo prodotto, Babbo Natale si sentì un genio del male. Ma la sua sete di “cattiveria” non si esaurì così. Non si era solo sentito sol-levato per il gesto che aveva compiuto, era eccitato da quello in cui si era tra-sformato solo per quella sera, e sentiva il bisogno di rifarlo. Voleva sfogarsi sulle persone in maniera casuale, senza motivo, solo per il gusto di farlo. Donne o uomini, anziani o bambini, abili o ina-bili, buoni o cattivi, ricchi o poveri che fossero, nessuno si sarebbe più potuto sottrarre. A qualcuno rigava la macchi-na, a qualcuno lanciava un sasso contro la vetrina del negozio, ad altri strappava la posta, rubava gli asciugamani dagli alberghi che visitava, una volta andò via da un bar senza pagare.

Insomma Babbo Natale diventò in poco tempo una sorta di dottor Jekyll e mister Hyde. Di giorno benefattore, di notte vandalo.

Sono 18 anni ormai che Babbo Natale conduce questa doppia vita e non è mai

stato più contento.

State sicuri che la sua furia malvagia ha già toccato voi o qualcuno che conoscete senza che ve ne siate accorti perché lui agisce nell’ombra e nell’anonima-to.

Quindi ogni volta che vi succede qualcosa di strano, ad esempio quando inspiegabilmente le buste della spesa cariche si stracciano, quando le macchinette non vi danno il resto, o quando guardate la vostra giacca ed è sporca, ma non ci sono piccioni in giro, sorridete e non pensateci, è stato quel bastardo di Babbo Natale.

Vorwell

Quel Bastardo di Babbo Natale

disegno di Wanda De Giglio

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Questo giornale fa SCHIFO!Gli articoli sembrano scritti da BIMBI

delle elementari e nessuno dice NULLA di interessante!

Se è questo quello che pensi, oppure semplicemente hai qualcosa da dire e vuoi vedere il tuo lavoro pubblicato su SkakkiNostri©,

cosa aspetti!? Invia subito un messaggio a:

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oppure vieni a trovarci tutti i sabati in aula autogestita dalle 12 o lasciaci un bigliettino da qualche parte, vieni a trovarci in classe, mentre giriamo a Bari, a casa, a casa della nonna, chiamaci la notte, facci trovare una testa di cavallo mozzata nel letto, citofonaci fino a che non ci affacciamo e urliamo “La

smettiamola?” INSOMMA FAI QUALCOSA!

Abbiamo anche un blog con articoli sempre freschi e sul pezzo,scansiona il qr o digita www.SkakkiNostriBlog.wordpress.com

ed entra nel nostro fantastico mondo incantato

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La Redazione

Hanno scritto con solerzia:

Saverio Severo in GiustoValeria AlfonsiEnrica Moccia

Federico CarilloMariapaola PatronoMaria Pia CaterinoRoberta Hajdari

White MaskCarmen Schiopu

A.D.un po’ chi si trovava

Hanno disegnato con alacrità:

Flavio Pio MelfiMassimo MicelliGaia Di Palo

Wanda De GiglioFrancesca FlorioRoberta Hajdari

Victoria Guadagnuolo (retrocopertina)Domenico Pio De Simone

Ha corretto tutto tranne le cose che vedete sbagliatete:

Iris Abiuso

Hanno diretto e vicediretto:

Giorgio TanicaEnrica Moccia

Ha impaginato (Pagando):

Massimo Liberatore “impaginare è come dirigere un’orchestra di cani che non mangiano

da tanto e tu profumi di bistecca”

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