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REPORT DELLE ATTIVITÀ Annualità 2016 XI edizione WWW.KUMINDA.ORG

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REPORT DELLE ATTIVITÀ

Annualità 2016

XI edizione

WWW.KUMINDA.ORG

Quanto è provvisoria l’etichetta “altraeconomia”? Ancora non ha un nome proprio, vuol dire che è come

un percorso di nascita, una trasformazione profonda e radicale rispetto a un modo antichissimo di

stare al mondo, che cresce con lentezza e spesso in forme frammentate che partono dal basso, dalla ricerca

di prodotti o da eventi specifici e da pratiche ben determinate. Un modo di stare al mondo che oggi mostra

le sue contraddizioni e ostilità verso l’umanità e la natura e il cui fallimento non può più essere chiamato

“crisi”. Dire altraeconomia significa generare un’altra forma di convivenza; non solo una pratica o

attenzione al prodotto o alla filiera corta. Perché il sistema non ha nessuna difficoltà a recepire tali pratiche

se esse si configurano come un piccolo file all’interno del grande sistema. In realtà, l’altraeconomia ha un

potenziale di trasformazione che tuttavia deve avere maggior consapevolezza di sé e della sua

radicalità. Basta ricordare che, ripercorrendo la storia passata, si trovano primavere politiche e culturali

ma non si trovano primavere economiche. L’economia è un terreno che chiama in causa le nostre paure più

profonde: perdere lavoro, casa, affetti… Quando è in gioco la sopravvivenza allora anche l’etica, la

democrazia, la fede passano in secondo piano e tutto diventa relativo.

E’ necessario quindi capire perché l’economia è diventata una forma di civiltà. La globalizzazione indica

l’intensità con cui l’economia globalizza la vita anziché essere al servizio della vita. Ci dobbiamo

chiedere perché la nostra società è stata la prima della storia che ha fatto dell’economia la sfera che

comprende la società, la natura e la vita. La globalizzazione è il tentativo di ridurre la vita all’economia. Ci

basta che qualcuno prometta la crescita e subito questa viene tradotta in benessere, lavoro ecc.. La nostra è

una società in cui la finanza è un regime culturale e politico. La metafora uomo-moneta è consueta: si

dice ad es. che ci si spende per gli altri, si usa il termine “risorse umane”. Viene da chiedersi come mai il

sistema finanziario aggredisca sistematicamente tre cose: la natura, la vita delle persone, la

democrazia. Il sistema finanziario introduce una mutazione genetica nelle istituzioni, per cui l’ospedale e la

scuola diventano delle aziende. Questa è una forma di totalitarismo soft del potere finanziario, che entra nei

gangli vitali delle istituzioni e della società. La società attuale, inoltre, viene raccontata con tre parole che

mentono, false: crisi (quella che viviamo non è una crisi, è un’aggressione dei poteri finanziari alla natura, ai

popoli e alla democrazia), riforme (se sono economiche sono tagli di bilancio e se sono politiche sono

forme di accentramento del potere) e crescita (l’elemosina degli investitori stranieri, dopo aver succhiato

quanto possibile dai vari territori; non è benessere, nè tutela dei diritti, nè democrazia economica). Ci

possiamo chiedere come abbiamo fatto a costruire un modello di economia così potente e nel contempo

così distruttivo che agisce da tanto tempo ed è tutt’altro che frutto della modernità.

L’essere umano ha una strutturale fragilità, ma ha anche l’intelligenza per capirlo. Se ci domandiamo quale

esperienza della vita noi facciamo, se non elaboriamo criticamente il vissuto, possiamo rispondere che è

l’esperienza della separazione. Io sono io e l’altro è altro da me: c’è una distanza incolmabile. L’alterità

significa estraneità. Noi occidentali non pensiamo alla relazione, pensiamo alla distanza: l’altro è fuori di me.

E’ inutile che educhi al rispetto dell’altro, se lo chiamo “altro” vuol dire che vale meno di me e allora

bisogna spezzare la relazione intersoggettiva. La natura viene rappresentata con la parola ambiente, parola

che esternalizza. Noi siamo il quadro e la natura è la cornice. Nella realtà, noi siamo immersi nella natura e

la natura è in noi in un legame costitutivo che non possiamo chiamare semplicemente ambiente.

La trascendenza: per chi si pone il problema di Dio, egli è sempre lontano rispetto a noi e così la parola

Dio diventa il nome di un’idea. E’ diventato facilissimo ammazzare in nome di Dio perché è possibile

riempire il vuoto con ciò che si crede, con il proprio delirio.

Da ultimo la separazione più praticata di tutte: la separazione dalla felicità: noi siamo nella solita vita,

mentre la vita felice è una chimera, non esiste. Sostanzialmente crediamo che la felicità non sia possibile.

Ma allora qual è la conseguenza politica, culturale e collettiva di questa credenza nel sistema della separazione,

quando noi, invece, essendo relazione, possiamo fiorire solo nelle situazioni di comunione, di armonia e di incontro?

La vita autentica per noi è un modo di rispondere alla vita. Ci sono persone che vivono nel benessere

ma sono vuote e ci sono persone che affrontano il carcere, il tumore, il terremoto eppure sono capaci di

felicità. Se io credo alla separazione, mi precludo radicalmente la possibilità di una vita felice, che significa

vita buona condivisa, in relazione con gli altri. Chi si vede separato, vede in ogni rapporto un

pericolo, una distanza e allora diventa importante il potere. Il potere disumanizza. Quando gli esseri umani

si appassionano al potere, esso li svuota, è sempre autoreferenziale, non è mai a favore delle persone e

allora chi gestisce il potere non è più una persona ma un personaggio, una funzione. La novità della nostra

società è che abbiamo scoperto che il potere più radicale è il potere del denaro che crea e distrugge

la realtà, compra e vende qualsiasi cosa. Noi siamo dentro a questo modello che non consente la

convivenza delle persone, che produce contraddizioni e quindi parliamo di crisi. Ma non si tratta di una

crisi. Da un lato è un’aggressione e dall’altro è un fallimento, il tracollo di una società che ha creduto di

potersi fondare sul potere del denaro.

La parola adatta, anche se può apparire una sottigliezza, è la parola trasformazione. In fondo l’essere

umano è un essere che si trasforma. Le scienze umane ci dicono che c’è la nascita psicologica, poi c’è la

nascita sociale e poi c’è la nascita radicale di ogni essere umano, che coincide con il diventare veramente se

stessi. La parola “forma” significa tre cose: il principio fondante (quale è l’alternativa al potere nel definire

la struttura fondante della società? Il fondamento è naturalmente la giustizia, secondo la dignità degli esseri

umani e della natura); cambiare logica (la logica delle istituzioni, la logica collettiva non può essere la

competizione. In questo percorso può nascere un modo diverso di essere umani, un’altra forma di società);

immagine (l’essere umano si vede se si specchia e per coltivarlo noi abbiamo bisogno di un’immagine di

riferimento. Come immagine di riferimento oggi conosciamo la società a piramide, la società caserma es.

l’Italia fascista, infine oggi siamo fissi sulla società di mercato. Non conosciamo la società comunità).

Comunità non vuol dire chiudere le porte, non è un luogo fisico. Noi siamo ospiti, tutti debitori di

un’accoglienza e non solo in riferimento alla persona straniera. Ciascuno di noi esiste in quanto è stato

accolto e a sua volta risponde con una capacità di accoglienza. Ecco la grande alternativa: o l’accoglienza

o il potere. La legge della vita è l’accoglienza e la legge della morte è il potere. Allora trasformazione

significa prendere sul serio l’idea di una società comunitaria che è: un evento (l’evento della caduta delle

barriere, avere la capacità di riconoscere la relazione come fondante, riconoscere che è più importante la

relazione che l’identità, l’altro è uno con cui ho un rapporto essenziale: siamo tutti implicati in una possibile

comunione dove convivono le differenze), lo spazio concreto dell’esercizio della nostra

responsabilità (da solo non posso fermare la globalizzazione ma posso agire perché nel mio territorio la

qualità della convivenza sia migliore con un’azione di responsabilità concreta, in grado di generare una vera

comunità), la forma concreta della democrazia (partire prima dalla democrazia per arrivare alle

conseguenze economiche di essa. La democrazia è quell’ordinamento in cui la dignità delle persone e della

natura sono il criterio fondamentale e tutto il resto è relativo e di servizio).

Occorre uscire dall’atteggiamento di attesa di una risposta da parte delle istituzioni che elargiscono a

seguito di una richiesta. Occorre iniziare a pensare un altro modo di organizzare la vita collettiva:

cibo, istruzione, trasporti, territorio, relazioni rispetto ai diritti delle persone. I diritti umani dipendono

anche da noi e non solo dalle istituzioni. Se non c’è la politica prima cioè i cittadini che si organizzano e

costruiscono risposte ai bisogni, la politica seconda, quella delle istituzioni, resta autoreferenziale. Le

comunità sono fatte da cittadini cooperanti che si organizzano per realizzare la democrazia giorno per

giorno. Quando i cittadini fanno questo, anche il politico che opera principalmente nelle istituzioni deve fare

i conti con l’altraeconomia e con le comunità che la praticano. Le esperienze di altraeconomia hanno il loro

specifico rispetto alla tutela della natura, alla qualità dei prodotti, al modo di lavorare, ma veicolano un

potenziale di democrazia concreta e quotidiana. Lo fanno nella misura in cui non sono

semplicemente delle reti, le reti devono diventare movimenti di comunità. Queste comunità applicano il

metodo inclusivo di cui parlava Gandhi: correlano cioè la vita interiore con il cosiddetto “sociale”, il tipo di

azioni che fai dipendono dal tipo di persona che sei. La cura di se stessi è fondamentale anche per l’azione

politica e non c’è un prima e un dopo, crescono insieme. Occorre allora unire le pratiche sociali con

l’altraeconomia, occorre attivare processi educativi per la formazione delle coscienze e, infine, prestare

grande attenzione alla natura. Se l’altraeconomia come comunità di vita si rende conto di essere parte di

questa gestazione, si aprono strade profonde e nuove.

Occorre costruire un percorso integrato e inclusivo che prenda il meglio delle economie gandhiana,

islamica, di comunità, del bene comune, solidale, di comunione, per operare sui temi del lavoro, delle

risorse, del rapporto con la natura, del cibo. E’ ormai un dato di fatto che esistono indicazioni avanzate,

altri saperi e esperienze, sarebbe assurdo che ci fermassimo a idee del 1700, scambiandole per modernità.

Allora una svolta di metodo: l’altraeconomia deve dotarsi di una ricerca scientifica che approfondisca la

qualità e il rigore di queste esperienze. Deve aver le sue università perché non è possibile che quelle attuali

formattino le menti con dogmi del liberismo. Occorre una svolta culturale nella direzione del

riconoscimento dei diritti delle persone, una svolta politica intesa come il ripartire dalla democrazia come

forma di convivenza e una svolta spirituale che non significa religiosa ma di senso. Ci si può porre la

domanda sul senso del vivere e ci si può chiedere cosa può davvero farci felici e realizzarci. Il mondo lo

trasformano le persone che sono capaci di felicità, non le persone che agiscono per sacrificio, che

obbediscono o che si adattano, si conformano. Questa è una svolta profonda: non basta che cambino i

governi, occorre lavorare per una trasformazione sul piano dell’economia e delle pratiche economiche, sul

piano culturale (per una società in cui il competere sia riconosciuto irrazionale e anomalo, in cui

l’avversario non sia il cinese o il pachistano ma il terremoto, il tumore, l’ignoranza, la miseria ecc…).

Di conseguenza è importante che nelle nostre comunità diamo forma politica alle nostre azioni e che

operiamo per divenire riferimenti per costruire la convivenza. Non possiamo continuare a fare pratiche che

restano mute riguardo alla possibilità politica di costruire la convivenza. L’altraeconomia da nicchia deve

diventare popolare. Occorre che le più diverse categorie di persone riconoscano nelle pratiche

dell’altraeconomia l’unico percorso sensato. Per questo l’altraeconomia deve diffondersi, entrare nel

quotidiano delle persone. Non possiamo ritirarci nelle nostre pratiche e in spazi ristretti.

L’indicatore giusto che dice che stiamo percorrendo la strada buona è se si prova piacere: piacere

nell’impegnarsi, nel non conformarsi agli imperativi del sistema, nel rifiutare competizione e flessibilità e

riorganizzare il quotidiano grazie ad un’economia di reciprocità, cambiando la scala delle priorità e facendo

in modo che non sia decisa dal denaro. Se si fa questo sia come persona che come comunità si diventa

persone che contribuiscono ad una trasformazione profonda. La trasformazione è una strada

aperta, ariosa in cui le persone e la natura possono coesistere senza la mediazione del potere, senza che ci

sia per forza qualcuno che domina. Sogniamo una società in cui il rapporto tra bambini e adulti, nativi e

stranieri, giovani e anziani, donne e uomini non sia un rapporto di potere fondato sulla separazione.

Cominciamo a riconciliare questi rapporti. È difficile, ma è anche banale constatare che è difficile: se fosse

facile non ci saremmo appassionati e non varrebbe la pena impegnarsi. E’ complesso ma ciascuno di noi può

fare la propria parte. La scelta sta allora a ciascuno di noi e alle nostra comunità: possiamo e dobbiamo

scegliere se vogliamo essere delle persone spente e morte anzitempo o persone positive che diventano

fonte di luce e speranza per sé e per molti altri. Noi siamo già in questa seconda possibilità.

Trascrizione della lezione di Roberto Mancini*, tenutasi a Kuminda – Parma il 18/11/2016

Il testo non è stato rivisto dall’autore

*Roberto Mancini è docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata

Editorialista di “Altreconomia”

INIZIATIVE IN CITTÀ E IN PROVINCIA

da Gennaio a Maggio

Mostra 7DAYS OF GARBAGE di Gregg Segal mostra fotografica di Gregg Segal www.greggsegal.com Vi siete mai chiesti quanti rifiuti accumulate in una settimana? Il fotografo californiano Gregg Segal sì, e per andare a fondo sulla questione ha chiesto a soggetti differenti di farsi immortalare in mezzo alla loro spazzatura di sette giorni. Sono state realizzate installazioni in 7 luoghi differenti con circa 50 interventi educativi

gennaio, Fornovo – mostra allestita in Comune con 6 interventi educativi presso classi. Coinvolti 140 studenti

gennaio-febbraio, Varano - mostra allestita a scuola con 12 interventi educativi presso classi. Coinvolti 250 studenti

febbraio, Pellegrino - mostra allestita a scuola con 4 interventi educativi presso classi Coinvolti 70 studenti

febbraio, Liceo Marconi - mostra allestita in assemblea di istituto. Coinvolti 50 studenti

marzo-aprile, Istituto comprensivo Ferrari, Parma - mostra allestita a scuola con 18 interventi educativi presso classi. Coinvolti 450 studenti

aprile-maggio, Fidenza - mostra allestita a scuola con 10 interventi educativi presso classi. Coinvolti 250 studenti

27-29 maggio, Festambiente, festa di strada dell’associazione Legambiente, Parma

25 ottobre, Liceo Ulivi - mostra allestita in assemblea di istituto. Coinvolti 70 studenti

Iniziativa a cura dell’Ufficio educazione alla sostenibilità dell’Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Energia. Mostra prenotabile scrivendo a: [email protected]

da Gennaio a Maggio Partecipazione al Comitato territoriale Iren, presentazione di un progetti a sostegno della piattaforma “Parma non spreca” finalizzato all’ampliamento della raccolta ai prodotti

freschi, per prevenire lo spreco alimentare e sostenere le famiglie in difficoltà del nostro territorio. Progetto approvato e finanziato. www.parmanonspreca.it

20 Gennaio, Ferrara e 26 Gennaio, presso Forum Solidarietà - Parma

Formazione docenti su diritto al cibo e sovranità alimentare nell’ambito del progetto “UN SOLO MONDO, UN SOLO FUTURO. Educare alla cittadinanza mondiale nella scuola” a cura di Ibo Italia.

Martedì 3 maggio ore 15,30, presso Consorzio Solidarietà Sociale I NON RIFIUTI COME RISORSA - La Legge Regionale n.16/2015 sull’economia circolare e le prospettive del riuso a Parma Workshop

Introduzione di Fabio Faccini, Coop Sociale Cigno Verde e Rete Parma Riusa Relazioni: Natale Belosi, Ecoistituto di Faenza La legge Regionale n. 16/2015: le esperienze e le proposte di riduzione dei rifiuti in Emilia- Romagna Giorgio Rosso, Associazione Orius e Consorzio coop. sociali EcoBi L’economia sociale e il riutilizzo dei rifiuti in Europa Alessandra Borghini, Scuola Superiore Studi Universitari Sant’Anna (PI) Il progetto life PRISCA: proposte per la gestione dei centri del riuso Tavola rotonda La prevenzione del rifiuto nell’attuazione della legge regionale n. 16/2015 con interventi di: Vito Belladonna, Direttore Atersir Massimo Iotti, Vicepresidente Commissione Ambiente Regione ER Lorenzo Frattini, Presidente Legambiente ER Selina Xerra, Direttore Corporate Social Responsibility Iren Gabriele Folli, Comune di Parma, Assessore all’Ambiente

Andrea Valentini, Menorifiuti srl e Occhio del Riciclone Moderatore: Enrico Ottolini, Delegato regionale WWF e Rete Parma Riusa

Iniziativa a cura della rete “Parma Riusa”

Maggio – Giugno

Attivazione di un gruppo di tirocinanti universitari di tre diverse facoltà dell’Ateneo di Parma (Scienze dell’alimentazione, Chimica industriale, Economia e commercio), iscritti al corso Laboratorio di partecipazione Sociale (convenzione tra Forum Solidarietà e Ateneo di Parma), che hanno svolto una ricerca interdisciplinare sul tema del diritto al cibo e della sovranità alimentare.

Sabato 21 maggio ore 17,30 presso Palazzo delle Orsoline Il cibo buono. Non parliamo solo di cibo quando parliamo di cibo - lettura dei testi tratti dallo spettacolo teatrale omonimo. A cura di Festina Lente Teatro in collaborazione con l’Associazione Vagamonde e la regia di Andreina Garella.

I testi sono una rielaborazione delle interviste condotte da Kuminda nell’ambito della ricerca “Storie di cibo e sovranità alimentare: migranti e nativi si raccontano”, a cura della rete Cibopertutti, con Dipartimento di Economia dell’Università di Parma, Centro interculturale, Forum solidarietà, Coop consumatori Nordest e Distretti sociali Coop di Parma e Sorbolo – Colorno.

A seguire una degustazione con i prodotti della Cooperativa Mappamondo, il tutto allietato da "Simboli dalla culla della Terra madre" raccolta di foto di cucchiai rituali provenienti da vari paesi africani, realizzate da giovani studenti di Parma in collaborazione con l’Associazione Mani e la Cooperativa Sociale Nativa. Le foto sono state realizzate cercando di mostrare la forza evocativa di questi oggetti, interpretandola attraverso un filone di pensiero che riporta al legame tra i concetti di “terra, cibo ed emozioni”.

Iniziativa a cura della cooperativa Mappamondo, nell’ambito di Terra Equa – Festival del Commercio Equo e dell’Economia Solidale

Mese di Maggio presso coop. Soc. Il giardino, Noceto

In viaggio tra i saperi e i sapori del mondo Realizzazione di un percorso sul diritto al cibo per la scuola elementare di Noceto A cura dell’associazione Kwa Dunìa e della coop. Soc. Il giardino Agli incontri con i bambini ha seguito un incontro di formazione rivolto ai genitori. A cura di rete Cibopertutti e coop. soc. Il giardino

Sabato 18 giugno ore 15 presso il Festival della Lentezza, Aranciaia di Colorno

Il cibo buono. Non parliamo solo di cibo quando parliamo di cibo Spettacolo Kuminda di Festina Lente Teatro in collaborazione con l’Associazione Vagamonde. Regia Andreina Garella, Ambientazione Mario Fontanini, collaborazione ai testi Elide La Vecchia, Video installazione Giovanna Poldi Allai Il progetto teatrale nasce a partire dalle narrazioni raccolte durante le interviste sul cibo condotte negli anni precedenti da Cibopertutti in collaborazione con Università di Parma, Centro Interculturale di Parma e Distretti sociali Coop Consumatori Nordest di Parma-Montechiarugolo e di Colorno-Sorbolo. L’iniziativa ha avuto il sostegno di Coop Alleanza 3.0

Lunedì 3 ottobre ore 17,30 presso coop. Soc. Il giardino, Noceto

Aperitivo al Giardino! All’interno del programma: “In viaggio tra i saperi e i sapori del mondo”: la classe elementare di Noceto coinvolta passa le consegne alle classi elementari che realizzeranno il percorso nell’a.s. 2016/2017. “Il pepe è una liana” Nicola Gandolfi, associazione Tsiry Parma, racconta delle foreste del Madagascar, dell’intreccio fra salvaguardia ed economia locale. Il ricavato della serata è stato devoluto al Fondo Giacomo Truffelli per sostenere i progetti legati al diritto al cibo. A cura della cooperativa sociale Il giardino

Domenica 9 ottobre ore 16 presso il Museo Guatelli Ozzano Taro di Collecchio Il cibo buono. Non parliamo solo di cibo quando parliamo di cibo Spettacolo Kuminda di Festina Lente Teatro in collaborazione con l’Associazione Vagamonde. Regia Andreina Garella, Ambientazione Mario Fontanini, collaborazione ai testi Elide La Vecchia, Video installazione Giovanna Poldi Allai Il progetto teatrale nasce a partire dalle narrazioni raccolte durante le interviste sul cibo condotte negli anni precedenti da Cibopertutti in collaborazione con Università di Parma, Centro Interculturale di Parma e Distretti sociali Coop Consumatori Nordest di Parma-Montechiarugolo e di Colorno-Sorbolo. L’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Museo Ettore Guatelli, con il patrocinio del Comune di Collecchio e con il sostegno di Coop Alleanza 3.0, si inserisce nell’ambito del progetto “Kuminda si fa teatro. Il diritto al cibo in scena” dell’associazione Mani con il contributo di Regione Emilia-Romagna.

Dal 15 settembre al 16 ottobre presso la Biblioteca Civica, via Gruppini, Sorbolo

Mostra Kalukili. Simboli dalla culla della terra madre. Raccolta di foto di cucchiai africani Mostra fotografica di studenti universitari e del liceo Toschi A cura di cooperativa sociale Nativa in collaborazione con associazione Mani Laboratori per le classi prime dell’Istituto comprensivo di Sorbolo A cura di cooperativa sociale Nativa e associazione Kwa Dunìa Iniziative con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Sorbolo, che ha offerto l’utilizzo gratuito dei locali ed inserito tutti gli eventi nel programma della Fiera di Ottobre.

Domenica 16 ottobre Giornata Mondiale dell’Alimentazione - ore 19,30 presso il Centro Civico, via Gruppini, Sorbolo

Cibi e voci dal mondo. Kuminda a Sorbolo Cena di raccolta fondi a sostegno di percorsi educativi sul tema del Diritto al Cibo e della Sovranità Alimentare presso l’Istituto Comprensivo di Sorbolo Ore 19.30 Apertura buffet con menu preparato da 10 donne migranti residenti a Sorbolo Ore 21.00 Visita guidata con gli autori della mostra fotografica “Kalukili. Simboli dalla culla della terra madre. Raccolta di foto di cucchiai africani” Ore 21.30 concerto corale con l’Ensemble Corale “29/10” di Sorbolo e il Coro del Centro Interculturale di Parma

Iniziativa a cura di Coop. Soc. Nativa in collaborazione con Gruppo di Acquisto Solidale di Sorbolo, Centro Autogestito di Sorbolo, gruppo Scout Sorbolo 1 e con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Sorbolo, che ha offerto l’utilizzo gratuito dei locali ed inserito tutti gli eventi nel programma della Fiera di Ottobre e di Coop Alleanza 3.0 che ha sostenuto la cena di raccolta fondi con un’offerta di materiali impiegati per la cena stessa.

Giovedì 17 novembre ore 20,00 presso Casa di Provvidenza, Via Don Dagnino 1, Parma

Cena Etiopica Cena di raccolta fondi a sostegno dei progetti di Parma per gli altri ONG in Etiopia. Proiezione del video documentario “Rete dei mieli di Etiopia” Iniziativa a cura di Parma per gli altri ONG e rete Cibopertutti in collaborazione con il Comune di Parma e la Comunità degli Etiopi di Parma e provincia e con il contributo della Regione Emilia Romagna

Venerdì 18 novembre ore 18.30 presso Workout Pasubio ingresso via Catania, Parma

Diritti fondamentali e comunità sociali: verso la trasformazione dell'economia Incontro con Roberto Mancini, docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata, editorialista di Altreconomia

Sabato 19 novembre – ore 9.00-12.30 presso Orti sociali del Garda, via del Garda 8, Parma Il cibo fra vecchi e nuovi abitanti: come cambiano le città e le montagne Incontro fra esperienze di comunità che si ricostruiscono intorno al cibo Un confronto fra i soggetti che, nell’ambito della propria attività, sono impegnati sui temi delle Migrazioni e della Produzione di cibo. Introduce: Rete Cibopertutti - Massimo Donati Interventi di: Cooperativa sociale Nativa – Chiara Fornari Istituto Alberghiero “Zappa Fermi” di Bedonia – Lauretta Zanada ConfAgricoltura Alta Val taro e Consorzio Carne Biologica ValTaro&ValCeno del Distretto Economia Solidale – Alberto Chiappari Fondazione Andrea Borri - progetto “Vivere la montagna” – Caterina Siliprandi Consorzio Fantasia – Omar Olivieri ABREER – Associazione dei Burkinabé di Reggio Emilia e Emilia Romagna – Abdou Yabre Associazione Donne di qua e di là – Mounia El Fasi CIAC – Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale – Emilio Rossi Associazione Voce Nuova Tunisia – Ben Hammouda Lotfi Nigerian Association of Parma and province – Iyanda Olufemi Emmanuel Cooperativa Sociale Terra e Sole – Giovanni Codeluppi Coordinamento comunale dei Centri Sociali e Orti e Centro Sociale Orti del Garda - Benedetto D’Accardi e Luigi Bertagna Fruttorti – Francesca Riolo Conclude: Associazione per la Decrescita-rete Cibopertutti – Marco Deriu

Martedì 22 e mercoledì 23 novembre ore 9 – 11, Università di Parma

Lezione su diritto al cibo e sovranità alimentare agli studenti del corso di laurea magistrale

in Relazioni internazionali ed europee - insegnamento Sociologia della globalizzazione, Università di Parma.

Venerdì 25 novembre dalle ore 10.00 alle ore 19.00 presso il Centro giovani Esprit, via Emilia Ovest 18/a, Parma

E(ke)ccomi Spettacolo di strada di Patricio Valderrama realizzato nell’ambito della giornata “Esprit Open Kitchen”. L’iniziativa è nata per inaugurare la cucina del Centro giovani nella quale, in occasione di Kuminda 2015, fu realizzato un murales sotto la guida di Ayoub Abid, fumettista emergente di Agadir, Marocco, appassionato di street art, calligrafia e arte islamica. Lo spettacolo, prodotto per Kuminda, si inserisce nell’ambito del progetto “Kuminda si fa teatro. Il diritto al cibo in scena” dell’associazione Mani con il contributo di Regione Emilia-Romagna.

Venerdì 30 dicembre alle ore 17.30 presso MercaTiamo, Workout Pasubio ingresso via Catania, Parma

E(ke)ccomi Spettacolo di strada di Patricio Valderrama Lo spettacolo, prodotto per Kuminda, si inserisce nell’ambito del progetto “Kuminda si fa teatro. Il diritto al cibo in scena” dell’associazione Mani con il contributo di Regione Emilia-Romagna.

PERSONE, ORGANIZZAZIONI E RETE ATTIVA

PARTNERS, PATROCINI E SPONSOR

Kuminda è promosso da: Rete Cibopertutti Comitato Italiano Sovranità Alimentare Terre di Mezzo RSE, RGANIZZAZIONI E RETE ATTIVA

Organizzazioni socie di CIBOPERTUTTI: Ass. Botteghe del Mondo Italia, Ass. DaQuiaLà, Ass. Donne Ambientaliste–ADA, Ass. Donne di qua e di là, Ass. L’Altramarea, Ass. Legambiente Parma, Ass. Mani, Ass. Kwa Dunia, Ass. per la Decrescita, Ass. Orizzonti Nuovi, Ass. Solidarietà Muungano, ASS. Tsiry Parma, Ass. Verdi Ambiente Società, CIAC–Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale, Consorzio Solidarietà Sociale Parma, coop. soc. Cabiria, coop. soc. Cigno verde, Coop. Soc. Garabombo, coop. soc. Mappamondo, Coop. Soc. Nativa, coop. soc. Ravinala, GIT Parma Banca Etica, Gruppo Acquisto Solidale Fidenza, Gruppo Acquisto Solidale Gastone, Gruppo Mission, LabTerre Reggio, Parmalimenta, UISP Parma, Veterinari senza frontiere. I/le tirocinanti Universitari e volontari: Laura Silveira Raoul Djounang Namegni Mirco Piccione Marinella Melegari Gaia Amico Denise Pelagatti Ravi Emmanuel Moretti Lo staff Francesca Bigliardi – Reti, Eventi culturali e scuole; Rosanna Pippa - Comunicazione, Ufficio Stampa e Rapporti ospiti internazionali; Simone Cau – Comunicazione Kuminda 2016 è stato sostenuto da: Fondazione Cariparma Forum Solidarietà - attraverso l'erogazione di servizi a supporto del progetto Coop Alleanza 3.0 Partners: Comune di Parma Comune di Sorbolo Comune di Collecchio Centro Interculturale di Parma e provincia Distretti sociali Coop consumatori Nordest di Parma-Montechiarugolo e Sorbolo-Colorno Fondazione Andrea Borri Il giardino Cooperativa sociale Istituto Zappa-Fermi di Borgo Val di Taro, Ind. Enogastronomico-Alberghiero, sezione di Bedonia Parma per gli altri Ong SorboGAS Università di Parma Vagamonde associazione Ufficio educazione alla sostenibilità dell’Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Energia Iren Fondazione Museo Ettore Guatelli

Centro Autogestito di Sorbolo gruppo Scout Sorbolo 1 Comunità degli Etiopi di Parma e provincia

NUMERI DI KUMINDA

KUMINDA 2016

È SOSTENUTO DA:

È PROMOSSO DA:

* L’Associazione Cibopertutti è una RETE di organizzazioni composta da: Associazione Botteghe del Mondo Italia, Associazione DaQuiaLà, Associazione Donne Ambientaliste–ADA, Associazione Donne di qua e di là, Associazione L’Altramarea, Associazione Legambiente Parma, Associazione Mani, Associazione Kwa Dunia, Associazione per la Decrescita, Associazione Orizzonti Nuovi, Associazione Solidarietà Muungano, Associazione Tsyri Parma, Associazione Verdi Ambiente Società, CIAC–Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale, Consorzio Solidarietà Sociale Parma, coop. soc. Cabiria, coop. soc. Cigno verde, Coop. Soc. Garabombo, coop. soc. Mappamondo, Coop. Soc. Nativa, coop. soc. Ravinala, GIT Parma Banca Etica, Gruppo Acquisto Solidale Fidenza, Gruppo Acquisto Solidale Gastone, Gruppo Mission, LabTerre Reggio, Parmalimenta, UISP Parma, Veterinari senza frontiere.

www.kuminda.org

Evento

Numero

Pubblico partecipante

Eventi culturali: incontri e seminari 4 270

Eventi di Teatro, Immagini, Cibo e Cucina

8 1.330

Iniziative con le scuole (laboratori, incontri, spettacoli teatrali, mostre, formazione insegnanti)

7

1.568 studenti e 71

insegnanti