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ANTONIO TAGLIARINI

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SPETTACOLI DI DANZA/PERFORMANCE DI ANTONIO TAGLIARINI SOLI E COLLABORAZIONI

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ANTONIO TAGLIARINI

ANTONIO & MIGUEL

Concept Antonio Tagliarini e Miguel Pereira Interpreti Miguel Pereira, Antonio Tagliarini Assistente durante le prove Chris Scherer

Disegno luci Gianni Staropoli Residenza artistica Armunia Festival Costa Degli Etruschi

Produzione O Rumo do Fumo e Planet 3 Co-produttori Culturgest

Con il contributo di Forum Dança Ringraziamenti a Dr. A. Bracinha Vieira, Luisa Veloso, Jaime Conde-Salazar, Vera Mantero

debutto mondiale 1 e 2 luglio 2010 . Culturgest . Lisbona

23 marzo 2011 . Nuovo Teatro Nuovo . Napoli

Video http://vimeo.com/18668061 Password: antonio&miguel

Danza . Teatro

ANTONIO & MIGUELDieci anni fa abbiamo creato uno spettacolo, “Antonio Miguel”, un solo fatto da due persone, uno spettacolo che e’ stato una pietra miliare della nuova danza portoghese e che ha marcato profondamente il nostro percorso artistico.In quel periodo, nel 2000, avevamo la forza di chi inizia qualcosa per la prima volta, volevamo cambiare la danza, lo spettacolo, i suoi limiti, le sue convenzioni e regole, il mondo forse.Si dice che non si dovrebbe mai tornare nei luoghi dove siamo stati felici, nonostante cio’, dopo dieci anni, eccoci di nuovo tornati insieme con un nuovo spettacolo: “ Antonio & Miguel”; si e’ aggiunta una & per rafforzare una distanza fisica tra due nomi, tra due identita’, una & che divide e unisce ulteriormente.Nel 2010, quando ci siamo incontrati, abbiamo iniziato con due domande: come stai? Come sta il mondo intorno a noi? Due domande apparentemente semplici e banali ma molto complesse.Secondo il calendario ufficiale, e’ trascorsa una decade, siamo entrati in un nuovo secolo e in un nuovo millennio.Cosa e’ accaduto in questi dieci anni? Abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul concetto “tempo”.In che modo ci siamo trasformati in questi dieci anni? C’e’ stato un cambiamento o semplicemente stiamo parlando della stessa cosa in maniera differente? Il tempo ha realmente prodotto qualche cosa in noi, nel nostro corpo, nella nostra energia? Il mondo e’ cambiato o siamo noi che lo guardiamo in maniera differente?Alla fine, il dubbio e’ sempre lo stesso: chi siamo?

Antonio Tagliarini e Miguel Pereira (2010)

Rassegna Stampa

ANTONIO & MIGUEL di e con Antonio Tagliarini e Miguel Pereira

Tiago Bartolomeu Costa

In Público/ Ípsilon 25-06-2010 /LISBONA - Estratto

 “Si dice che non dovremmo mai tornare nei luoghi dove siamo stati felici, e nonostante cio’, dieci anni dopo, eccoci di nuovo tornati in  un territorio ibrido, composto dai corpi e dalle identità di Miguel Pereira e Antonio Tagliarini, entrambi coreografi e interpreti . Corpi che il 4 marzo 2000 nel piccolo auditorium del Centro Cultural de Belem (Lisbona) hanno segnato in maniera forte e inequivocabile una seconda fase della recente storia  della danza contemporanea in Portogallo, dopo l'esplosione che ha avuto luogo dieci o dodici anni prima . "Antonio Miguel" si prestava a molteplici letture, frutto delle ambiguità tematiche e figurative che, dal 1989, hanno caratterizzato la nuova danza portoghese, distinguendola dagli altri linguaggi che nascevano nei diversi paesi europei.

Storicamente parlando, “Antonio Miguel”  e’ stato uno spettacolo che non assomigliava a nulla, che mai era apparso sulla scena coreografica portoghese, che ha rifiutato un sistema di etichettatura semplicistico, facendo parte della categoria danza e allo stesso tempo saltando una serie di tappe della storia in continua trasformazione della danza, soprattutto in Portogallo dove non c’e’ mai stata una vera e propria storia della danza.

Erano discorsi che affrontavano il corpo come un elemento della scena piuttosto che come elemento al servizio dell’ effetto scenico e,  soprattutto, erano discorsi  che affermavano la contemporaneita’ di un paese come il Portogallo, accusato di essere ancora schiacciato dal peso della religione, un paese che ancora viveva il suo isolamento territoriale-geografico e che ancora non sapeva pronunciare la parola “multiculturalismo”, nonostante la sua eredita’ coloniale.

E poi,  appaiono questi due ragazzi, Antonio Tagliarini e Miguel Pereira, non necessariamente adolescenti, ma con una energia sorprendente; non necessariamente originali, ma capaci di dominare i  vari riferimenti; non necessariamente consapevoli  di quello che stavano facendo, ma in grado di sostenere le conseguenze di questo loro atto che ha posto le basi di un'altra forma di pensare il corpo nazionale.

Oggi le cose sono differenti, e forse proprio per questo anche se “Antonio Miguel” ha smesso di circolare nel 2006, comincia di nuovo ad essere richiesto e presentato nel 2010, In Spagna e in Portogallo.

Differenti, più’ vecchi, “con cose ancora da dire”, Antonio Tagliarini e Miguel Pereira ritornano a quel luogo, “un incontro felice, come una storia d’amore che e’ andata bene” (dice Pereira). “ La memoria e’ una cosa incredibile. Il nostro corpo ha una memoria, ma cio’ che il corpo restituisce e’ una memoria alterata. Come possiamo lavorare proprio su questo?” , si domanda il coreografo italiano Antonio Tagliarini (che abbiamo visto con “Royal Dance” al Festival  Alkantara  di Lisbona e  al Festival Y, a Guarda/Portogallo e che il 28 settembre 2010 presenta ad Evora, nel Festival Escrita na Paisagem, "Rewind, omaggio a Cafè Muller di Pina Bausch).

“ Questo nuovo spettacolo ha a che fare con il tempo, con le nostre differenze, con gli incontri e gli incontri mancati. Ci guardiamo , oggi, e ci chiediamo cosa vogliamo fare, cosa abbiamo ancora da dire insieme ", aggiunge Miguel Pereira.

Se dieci anni fa il fuoco del lavoro si concentrava sull’ interprete e sui meccanismi artificiali  di costruzione di una identita’, oggi,  riflette sul corpo che e’ cresciuto, sul corpo che vuole essere e non che potrebbe essere, sullo spazio che ha conquistato.

In “Antonio Miguel” parliamo sempre di un solo interprete, poiche’ Tagliarini e Pereira crearono “ un solo fatto per due”. Nel nuovo spettacolo, “ Antonio & Miguel” si e’ aggiunta una & per “ rafforzare una distanza fisica tra due nomi, tra due identita’ “ ci dice Pereira.

“Antonio Miguel” e anche questo ultimo spettacolo, “Antonio & Miguel” riflette anche sopra “ l’alterita’ e come  questa ci rende più’ vicini”, aggiunge Tagliarini.

(continua)

Erano necessari due

Da uno spettacolo all’altro, ci sono stati elementi che sono rimasti, che hanno resistito al passare del tempo, e la cui presenza, ancora, risponde a criteri "di forma e sostanza", spiega Miguel Pereira.

I due artisti riguardando “ Antonio Miguel” , nato dieci anni fa, possono riconoscere  delle ossessioni, delle intuizioni che sono, oggi, ancora profondamente attuali e da investigare.

“ Antonio Miguel” e’ stata una pietra miliare della danza contemporanea portoghese e ha marcato il pecorso artistico sia di Antonio Tagliarini che di Miguel Pereira. E se lo spettacolo di dieci anni fa aveva una forza metaforica, questo nuovo spettacolo e’ anti-simbolico. “ Noi, oggi, non facciamo parte di nulla, non vogliamo marcare cio’ che ci circonda, piuttosto siamo marcati, segnati da tutto cio’ che accade intorno a noi”.

"Abbiamo voluto essere completamente spogli, senza maschere o protezioni, per parlare di come siamo cambiati e di come il mondo e’ e sta cambiando” dice Miguel Pereira.

Si parla di persone scomparse, di guerre, di premi, di sorprese, di cosa è andato bene e di ciò che e’ stato solo una promessa.

E anche uno spettacolo che fa un bilancio di una fase della vita, dove il centro  “non siamo più’ solo noi, ma il mondo che ci circonda; senza la preoccupazione di dire qualcosa di definitivo” dice Tagliarini/Pereira.

Miguel aggiunge che  in "Antonio Miguel"  si tentava di cercare e creare uno spazio per l’individuo, e che oggi si rende conto che questo spazio  non c’e’ più’; e se non c’e’ più’  questo spazio si apre una domanda:  cosa ci faccio qui, da dove vengo e che cosa voglio?

Questo nuovo spettacolo ha  uno sguardo e  una lettura del mondo più completa e  complessa , e  forse anche un po’  più pessimista, riguardo il potere dell'individuo di fronte a tutto cio’ che lo circonda.

Erano necessari due per tutto questo, Antonio & Miguel,  perché, citando il titolo di uno spettacolo di Joao Fiadeiro del 2000 , “ cio’ che io sono non l’ho fatto da solo”.

ROYAL DANCEAntonio Tagliarini e Idoia Zabaleta

Toccare l’intoccabile.

Partiamo da uno dei simboli più tossici e potenti dell’secolo passato: le bandiere delle cerimonie ufficiali.

Far risuonare tutti i possibili significati.Certamente l’innalzamento  di una bandiera al ritmo dell’inno nazionale provoca una certa perturbamento affettivo/emozionale.Verticalità. Solennità. Bellezza. GrandezzaNon siamo per caso di fronte ad una coreografia sublime?

Antonio Tagliarini e Idoia ZabaletaDanza

IDEA E REGIA Antonio Tagliarini e Idoia ZabaletaCOREOGRAFIA E INTERPRETAZIONE Antonio Tagliarini e Idoia ZabaletaDISEGNO DI LUCE  Oscar GrijalbaCONSULENZA Jaime Conde Salazar e Attilio ScarpelliniORGANISAZZIONE EXECUTIVA Filipe Viegas e Cristina de la Renta RESIDENZI ARTISTICHEAZALA, espacio de creación, Lasierra, País BascoLa Scatola dell’Arte , Roma, Italia

 ORGANISAZZIONE  MOARE DANZA || PLANET 3 CO- PRODUZIONIDipartimento di Cultura dei Paesi Baschi (Spagna)AZALA spazio di creazione contemporanea, Lasierra, Paese BaschiCORE – Coordinamento Danza e Arti Performative del Lazio

COLLABORAZIONEServicio de Planificación y Programación Cultural del ayuntamiento de Vitoria-Gasteiz

Video http://vimeo.com/15219435 Password: royal

-17 gennaio 2010 || Ante Prima - Teatro Federico García Lorca, Vitoria/Gasteiz Paesi Baschi / Spagna-22 e 23 gennaio 2010 || debutto - La Fundición di Bilbao, Paesi Baschi / Spagna-21 febbraio 2010 || Ante Prima Italia - Teatro Kursaal Santa Lucia (Sala Giuseppina), Bari nell’ambito dell’evento Primavera dei diritti-12 de maggio 2010 , Università Leioa di Bilbao, Paesi Baschi/Spagna-1 e 2 giugno 2010 , Festival Alkantara, Lisbona, Portogallo-4 giugno 2010, Artium, Vitoria/Gasteiz, Paesi Baschi/Spagna-5 giugno 2010, Teatro de Bergara, Paesi Baschi/Spagna-3 settembre 2010, Short Theatre Festival, Teatro India, Roma-10 e 11 novembre 2010, Festival Panorama, Rio de Janeiro, Brasile-19 e 20 novembre 2010, Mostra de Artes, São Paulo, Brasile- 17 marzo 2011, Centre Cultural La Mercè, Gerona, Spagna

L’OTTAVO GIORNOAmbra Senatore e Antonio Tagliarini si incontrano, riconoscono punti in comune e differenze, esplorano una prima creazione a quattro mani.Un lavoro sulla creazione, sull’atto creativo, che osserva con ironia l’alternanza nell’agire umano tra costruire e disfare. Tutto si fa e tutto si disfa.Partiamo da qualcosa di semplice, di fragile, di aperto, per cercare zone di dubbio in cui la percezione del senso degli eventi slitti continuamente in direzioni inattese. Vogliamo creare una sottile con-fusione tra realtà e finzione, tra autenticità e messinscena.

Anbra Senatore & Antonio Tagliarini (july 2008)

di e con Ambra Senatore e Antonio Tagliarini un ringraziamento per la collaborazione a Filipe Viegas produzione Planet 3 co-produzione Festival Es.terni 2008 con il sostegno di Contemporanea/Colline Festival - Prato, Festival Interplay - Torino, Casale de Merode, Masseria Lobello e Manifatture Knos – Lecce

studio # 1 : Contemporanea Festival 08, Prato (2008) anteprima: Festival Esterni/08, Terni (2008) debuto: CRT/Teatro dell’Arte, Milano. 6 Novembre 2008 www.shortformats.comPresentato a Teatro Comunale, Spoleto (2008); Teatro Comunale, Tuoro (2008); CRT/Teatro Dell’Arte , Milano (2009), Festival Inequilibrio, Armunia-Castiglioncello (2009)

Press Release:

La Repubblica 22 Settembre 2008Uomini e donne il corpo protagonista, RODOLFO DI GIANMARCO

Siamo entrati nella rete del festival es.terni, e dei cinque lavori visti in sei ore accostiamo volentieri, per adesso, due modelli artistici che all' invadenza dell' inorganico contrappongono uno studio del corpo, e del gender. Ambra Senatore e Antonio Tagliarini producono, con L' ottavo giorno, un Eden di sarcastica beatitudine che è un défilé a base di tableaux di amanti magrittiani da cui emergono nudi maschili e femminili in un ciclo infinito di gag.--------------------------------------------------

04-07-2009L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL CREARE Liricità e naturalezza, quotidiano ed eterno si incontrano ne “L’ottavo giorno”.Veronica Landi

Tagliarini e Senatore hanno dato vita, tra delicatezze retrò e ammiccamenti empatico-provocatori al pubblico, ad uno studio rarefatto ma compiuto sull’atto stesso della creazione, da quella biblica a quella stessa dell’atto artistico, indagando con sobrietà e misura i dispositivi stessi del “fare performance”. L’ottavo giorno secondo la Cabala è il giorno dello spazio spirituale di cui necessita l’essere umano nel suo percorso spirituale. Uno spazio interno ed esterno all’uomo sin dal suo esordio sulla terra, implacabilmente bianco per permettere ai colori dell’umano di stagliarsi avidi di attenzione contro lo sfondo, lo spazio interstellare richiamato dalle note di “Odissea nello spazio” e Bowie. Il gesto si misura nell’aria, sulla terra e sotto questa nello sfidarsi continuo con il suo limite, portato alla sua massima tensione e poi interrotto, capovolto, fatto fuggire, ricadere, tra pause, stop, rumori, silenzi. Creare per distruggere, per rimanere nella sospensione, nel vuoto, in quel territorio limite in cui è bello perdersi senza sapere come e quando e se ci ritroveremo. Tra le spirali disegnate dai loro corpi e movimenti fluidi o percussivi, nevrotici, assidui, il maschile e il femminile si inseguono, convivono, si nominano a vicenda (In principio fu il Verbo), si danno vita e se la riprendono creando ponti ma anche confini territoriali. Fino a ritrovarsi nell’Eden leggeri, stufi anche del Paradiso. In fin dei conti, questo giardino plastificato e questo verde esasperante annoiano; non basta essere nudi, naturali. Il pubblico è invitato a rimettersi in gioco, a sorridere e ripartire da qui: dieci, nove, otto… Giornale della Mezzanotte

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04-07-2009L’ottavo sogno che vorresti sognareFausto Bagattini

Sì, okay, lo sanno tutti! Dio creò il mondo in sei giorni e il settimo si riposò. Ma l'ottavo giorno cosa diavolo è successo? Ci rispondono Ambra Senatore e Antonio Tagliarini (o Jennifer Lopez&Topolino, o Vincent Cassel&Margareth Tatcher) accompagnandoci in un sogno dove il buio è a luce accesa. Scomponendo tempo e spazio, L'ottavo giorno trae ragion d'essere, nella misura imposta. La coppia Jennifer Lopez&Topolino sembra nata per recitare e danzare insieme e per condurci spettatori al di là di linee gialle che una voce metallica standard ci vieta d'oltrepassare per andar a cogliere sempre nuovi frutti proibiti. Un'ironia raffinata scongiura il rischio dell'eccesso di maniera o autocompiacimento, restituendo alla rappresentazione di ossessioni e irrequietudini della natura umana, la leggerezza delicata da fumetto francese. Così tutto si ricompone e finisce con un nuovo inizio, la rinascita dal tappeto del palco capovolto e Adamo ed Eva che pescano da felici innamorati, con David Bowie sullo sfondo. L'ottavo giorno è il sogno che vorresti sognare quando vai a letto prima che cominci una giornata di merda. Il sogno per il quale potresti anche uccidere un bambino strillante o un videomaker cafone tra il pubblico che ti svegliano prima del tempo. Giornale della Mezzanotte

--------------------------------------------------05-07-2009The Sound of Silence quando la creazione è una danza muta.Emma Lenzi

In principio era il verbo. O meglio, in principio era il silenzio. Luce. Due personaggi calcano uno spoglio palcoscenico bianco, come un set fotografico, in attesa di trasformarsi in qualcosa di meraviglioso, in attesa della sua creazione. Buio e di nuovo luce. Una danza muta si libra nel silenzio più assoluto. Perché, forse, all’inizio c’era solo lui: il silenzio. E senza dire una parola i due attori/autori fissano il pubblico, esitanti, come se volessero comunicargli qualcosa. Sono sincronizzati, stessi movimenti, stessa smania di non stare fermi, avvolti nel silenzio rotto soltanto dai loro nomi, veri o fittizi.

Una nuova odissea inizia a cominciare dalla sua musica. Due moderni Adamo ed Eva si spogliano della loro umanità, in una danza muta che li riporta all’origine, alla creazione, anzi alla ricreazione. Una metamorfosi: essere un tutt’uno con la natura, un tentativo di ricreare. Ma niente è perfetto, come ci ricorda una voce fuori scena. Ciò che è stato creato può anche essere distrutto e di conseguenza il processo può iniziare di nuovo. L’uomo, nonostante la civiltà fatta di linee gialle e pasticcini, torna al suo giardino dell’Eden; due figure, Adamo e Eva, soli, con la loro nudità e i loro nomi. Perché l’uomo in fondo è questo: un nome. Giornale della Mezzanotte

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08-07-2009Nostante I tagli Castiglioncello resta “Inequilibrio”Masolino D’Amico || La Stampa

(…) Alza la media della serata Lottavo giorno, teatro-danza di e con Ambra Senatore e Antonio Tagliarini, due danzatore-mimi giovani, spiritosi e inventive, con l’unico defetto di abusare un po’ di ammiccanti vuoti di scena e di pause in cui restano immobili e guardano il pubblico come sfidandolo a ribellarsi. Ma per il resto sono gag intelligenti, con momenti de elegante contorsionismo e un ameno finale in cui si torna al paradiso terrestre, e I due salutano nudi e sorridenti in mezzo a piante verdissime.

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INTERVISTA A Ambra Senatore de Elena Bruni*Ci puoi parlare del tuo progetto con Antonio Tagliarini, che ha visto la nascita de L'ottavo giorno?

Il progetto con Antonio è semplicemente nato dal desiderio di lavorare insieme, non sapendo all’inizio su quale tema in particolare. Sia Antonio sia io non partiamo mai da dei temi, o meglio ci sono dei temi, ma non è una cosa che razionalmente ci fa partire e lavorare. Non ci ricordiamo chi dei due ha chiesto all’altro di lavorare insieme, è come se fosse emerso esternamente a noi, è venuto da sè. Il festival Es.Terni ha scommesso subito su di noi, ancor prima che diffondessimo la notizia che lavoravamo insieme, e ci ha proposto di produrci. Siamo partiti molto gioiosamente e ci sono stati periodi di lavoro molto vari e molto belli. Dovevamo infatti conoscerci anche come persone. Il rapporto umano è andato benissimo, insieme ci siamo intesi alla perfezione. Il punto è che insieme siamo come due vulcani. Ma abbiamo fatto fatica a volte a frenare il vulcano, ad approfondire a fermaci su una questione che diventasse centrale. Nel nostro lavoro c’è una leggerezza che non è superficialità, sebbene ogni tanto si rischi che sorga l’equivoco. Abbiamo lavorato molto su questo punto, soprattutto nel nostro ultimo mese di residenza qui a Terni. Alla fine questo lavoro ha preso una forma; mi è parsa un po' una magia, perché ha preso la sua fisionomia tra le nostre mani sebbene non abbiamo mai avuto in anticipo un’idea del nostro finale approdo. Questa magia capita sempre in creazione: ogni volta mi incanta. A un certo punto ho dubitato che si potesse arrivare a una conclusione, ero spaventatissima, proprio perché avevamo tantissimi materiali su cui lavorare, anche interessanti, ma che ci sfuggivano continuamente. Alla fine è diventato molto chiaro che dovevamo semplicemente partire dal nostro incontro, cioè due persone che si uniscono per creare e questo è diventato il tema o il contenitore o forse tutte e due le cose insieme. Quindi è diventato un lavoro sulla creazione. Prima di capire che stavamo lavorando sul tema della creazione, era emerso il tema del Giardino dell’Eden e di Adamo ed Eva, del benessere e di come una grande situazione di benessere a lungo andare annoi. Abbiamo giocato sull’icona, sull’idea del costruire e distruggere, costruire e cadere. Iniziamo delle cose e le molliamo; sono però tracce che poi ritornano alla fine. Nel gesto ad esempio del guanto, non ci interessa andare a fondo di quello che può rappresentare, sono semplici suggestioni.

Perché la scelta di Adamo ed Eva?

Come progenitori della razza umana - almeno secondo la cultura in cui volenti o nolenti siamo cresciuti - li vedevamo come possibili emblemi dell’essere uomo e dell’essere donna. Rappresentano il punto di partenza del viaggio dell’umanità che procede per continue creazioni e distruzioni in un’alternanza – caotica e ordinata insieme- che ha visto prendere forma anche nello spettacolo.

Quanto il pubblico gioca un ruolo importante nello spettacolo?

Sicuramente molto. Interagiamo spesso durante lo spettacolo con il pubblico e la reazione dei nostri spettatori, i loro sguardi addosso, sono fondamentali per noi. È questa una delle ragioni per le quali vogliamo che il pubblico si trovi il più possibile vicino a noi durante lo spettacolo.*www.ternifestival.it

SHOW

Antonio Tagliarini, performer, coreografo e regista, dopo Freezy, e Titolo provvisorio: senza titolo, continua il suo lavoro sulla biografia con Show, il terzo spettacolo della sua Trilogia sulla rappresentazione. “... irriverente e stralunato è il teatro di Antonio Tagliarini, nato nel 1965, danzatore e performer che si è inventato una drammaturgia-coreografia che guarda alle comiche di Buster Keaton come alla nuovissima non-danza francese. Gag fisico-verbali, istallazioni visive, street-art, negazione sistematica della consequenzialità cronologica, presenza viva del performer che gioca ad entrare e uscire da personaggi diversi: il teatro-non-teatro di Tagliarini è tutto questo, con risultati di devastante comicità e drammaticità”

Andrea Porcheddu

di e con Antonio Tagliarinicollaborazione artistica Daria Deflorian e Fabrizio Bianchielaborazione maschere Fabrizio Bianchi e Roberta Spegnedisegno luci Antonio Tagliarini e Leonardo Bucalossi con il sostegno di Rialto Sant’Ambrogio, Centro Artistico Il Grattacielo di Livorno e Armunia Festival Costa degli Etruschi

Debutto: Teatro India di RomaPresentato: Festival Armunia-In Equilibrio, Castiglioncello 2007CRT, Milano 2007Festival Es.Terni, Terni 2008/ 2009Teatro Furio Camilo, Roma 2008Rialto Sant’Ambrogio, Roma 2008Teatro Kismet, Bari 2009; PiM Spazio Scenico, Casa della Cultura, Ex-mattatoio, Frosinone 2009Museo do Oriente, Asia Europe Forum, Lisbona 2009

Danza . Teatro

IL POLIEDRICO TAGLIARINI A cura di valentina d’amico Quest’anno sei presente a Inequilibrio con due spettacoli molto diversi: “Paloma” e “Show”. AT: “Paloma” è uno spettacolo che interpreto insieme a Elena Ferrari. La lavorazione è stata molto interessante, io ed Elena abbiamo collaborato allo sviluppo del testo e dei personaggi, dando un contributo creativo sia dal punto di vista interpretativo che autoriale. “Paloma” ruota attorno al concetto di verità e finzione. Il teatro è sempre finzione. Nel nostro caso, interpretando attori di soap opera, i piani si stratificano ulteriormente. Proprio su questo slittamento di identità si costruisce un testo che racconta una microstoria inserita in un contesto più ampio, l’Argentina degli anni ’70, che rimane sullo sfondo. “Show” ti vede, invece, nelle triplici vesti di autore, regista e interprete. AT: “Show” è l’atto conclusivo di una trilogia nata dall’esigenza di fare un lavoro di ricerca su me stesso così da far emergere un mio linguaggio scenico. “Freezy”, il primo solo, nasceva da un dilemma esistenziale, l’essere o non essere shakespeariano. Con “Titolo provvisorio: senza titolo” ho iniziato a lavorare sul concetto di vero e falso cercando di annullare questa dicotomia. “Show” è un’evoluzione consapevole di questi primi lavori che nasce da un tentativo fallimentare di realizzare un’autobiografi a. Il titolo inglese ha un duplice signifi cato: ‘mostrare’ quindi mostrarsi e inoltre ‘spettacolo’, inganno, illusione. Quanto è importante la dimensione comica e surreale nei tuoi lavori? AT: In realtà i miei spettacoli nascono da rifl essioni esistenziali pesanti, ma il pubblico percepisce immediatamente la leggerezza e la comicità che fanno parte di me e quindi ride sempre molto, anche se la comicità non è il mio scopo primario. Lavorare sul ridicolo vuol dire mostrare quella parte di te che in realtà nasconderesti, quindi svelare ancora una volta il proprio io. Sei nato come ballerino, in seguito sei diventato attore e regista. Come sei approdato al teatro e quali elementi della danza hai importato nei tuoi spettacoli? AT: Il mio primo amore è stato la danza, solo in seguito ho cominciato a sentire la mancanza di una preparazione più completa. Un terribile incidente di moto ha interrotto la mia attività di ballerino ed è stato in quel momento che ho iniziato ad approfondire il lavoro sulla parola. Nella danza spazio e tempo sono elementi fondamentali, inoltre non si lavora mai a una storia che ha uno svolgimento canonico, lineare. In ogni mio spettacolo trovo tuttora essenziale lavorare su questa dimensione concettuale, antinaturalistica, così come sul corpo, sullo spazio e sul tempo. Hai collaborato con moltissimi artisti. Quali sono stati i tuoi maestri? AT: Agli inizi della mia formazione le due fi gure di riferimento fondamentali sono state Danio Manfredini e Raffaella Giordano. In seguito un incontro molto importante, anche perché avvenuto dopo il mio incidente, è stato quello con Miguel Pereira che mi ha invitato in Portogallo per realizzare una co-creazione da cui è nato un duo, Antonio Miguel. Questo lavoro è stato molto signifi cativo sia artisticamente che umanamente perché mi ha permesso di tirar fuori il mio lato più folle e ridicolo.

TITOLO PROVVISORIO: SENZA TITOLOLo spazio è completamente illuminato, in scena un tavolo, una sedia, una lampada. Tutto è ordinato, in attesa.Entra un uomo. Una cosa tra le cose.Si lascia guardare. Sorride. Si emoziona. Piange.Ogni cosa si sposta, si capovolge. Tutto adesso è obliquo.Un topo è schiacciato, eliminato.Una donna uccide marito e due figli.Un paio di scarpe, false, dialogano tra loro prima di essere esposte in vetrina.L’assurdità del tutto, il ridicolo e il tragico sono le linee di questo spettacolo che in un ironico non sense si sviluppa intorno ad una sola e ossessiva riflessione: “tutto è al contempo vero e falso”.Tutto è nella mia testa e al contempo tutto è fuori dalla mia testa.Il binomio dentro-fuori è perennemente tradito dal linguaggio.Tutto è percepito, pensato, filtrato, rappresentato.La rappresentazione è più reale del reale, il reale è più falso di una bugia detta male.

Antonio Tagliarini

creazione e interpretazione Antonio Tagliarini

assistente scene e costumi Fabrizio Bianchi

produzione Planet 3

Debutto:: Rialto Sant’Ambrogio, 2004 Roma. Presentato: Festival Enzimi, Roma 2005 || Festival Inequilibrion/Armunia, Castigliocello 2005|| Festival Szene Salzburg, 2006 || Buda Kortrijk, Belgio, 2006 || Ballhaus , Berlin Germania, 2006 || La casa encendida, Madrid, 2007 || Piattaforma Torino 2009 ||

Video http://vimeo.com/18424790 Password: antonio

Danza . Teatro

Press Release:

Giovedì 9 settembre 2004 Vero o falso? Titolo provvisorio: senza titolo. di Carla Romana Antolini (LIBERAZIONE)

...nel “titolo provvisorio: senza titolo” di Antonio Tagliarini la mancanza di equilibrio è vissuta e sentita in un contorno, in un ambiente privo di stabilità dove il vero e il falso si confondono e il protagonista rimane confuso...... ......la stabilità è apparente, anche le gambe del tavolo e della sedia crescono a dismisura divenendo oblique come il corpo di Tagliarini che si regge ad una corda o cresce nel dupicarsi di un vestito banale; e se sotto a un pantalone e a una felpa si svelano un altro pantalone e un’altra felpa identici è difficile comprendere il vero e il falso. Gli applausi arrivano presto seguiti da una registrazione di applausi e ovazioni da stadio. Ma anche questo è un falso. Lo spettacolo non è finito.......

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Giovedì 9 settembre 2004 Enzimi e il pifferaio magico Di Elena Stancarelli (LA REPUBBLICA)

......quella sera all’Acquario c’era Antonio Tagliarini. Che è bravo, molto. E’ una cosa strana, un danzatore buffo che canta e recita e crea allegri spettacoli sulla minuscolezza della vita e le sue goffaggini. Fa pensare, anche perché gli somigmia fisicamente, al genio di Cattelan.... ......alla fine, dopo una danza sul fondo che grazie ad un effetto della luce, sembra danzata da una giacca vuota, l’attore viene verso di noi. Si sfila la giacca bianca che lascia cadere a terra e raggiunge lentamente il proscenio. Indossa, per ottenere quell’effetto che dicevo, dei guanti scuri e un passamontagna che gli copre il volto. Non solo io, credo, ma tutto il pubblico, trattiene per un attimo il fiato. Poi toglie i guanti e il passamontagna e ringrazia. Che cosa abbiamo temuto? Che cosa abbiamo visto? Non era forse soltanto un attore e anche buffo, fino a quel momento?.....

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TAGLIARINI ALL'AUDITORIUM, UNO SHOW SOSPESO TRA IL VERO E IL FALSO Unione Sarda 12 settembre 2005

“Tutto è al contempo vero e falso”. E Titolo provvisorio: senza titolo, lo spettacolo di Antonio Tagliarini, in scena venerdì sera al Piccolo Auditorium, è decisamente uno spettacolo in cui “il reale è più falso di una bugia detta male”. Uno spettacolo “veramente falso” o “falsamente vero”, nel quale tutto è “pulito”, “ordinato”, “ogni cosa è al suo posto” , nel quale tutto sembra quello che è o quello che forse non è. E’ compito dello spettatore capire quale sia il confine tra ciò che è vero e ciò che è falso, quale la verità, quale la bugia. Le storie narrate. Vere. False. Le lacrime. Vere. False. Le risate. Vere. False. Gli applausi. Veri. Falsi. Antonio Tagliarini. Vero. Falso. Anzi, confuso. “Sono confuso”, recita il cartello che l’attore (vero o falso?), danzatore (vero o falso?), drammaturgo (vero o falso?), si affigge al petto. E non è l’unico. Anche lo spettatore (vero o falso?) è confuso. E questo è quello che Antonio Tagliarini vuole (vero o falso?): che il pubblico sia confuso, perché la vita è confusa, perché quello che si vede non è mai quello che in realtà è, perché quello che si vuole far credere, comprare, vendere non è mai la verità, ma è qualcosa che gli assomiglia. E’ falsità ben vestita, confezionata, impacchettata, abbagliante come quel faro puntato sugli occhi dello spettatore per renderlo cieco di fronte all’evidenza. Che è quella di uno spettacolo che non è uno spettacolo (vero o falso?), nel quale l’originalità è convenzione (vero o falso?), il non sense non ha senso (vero o falso?). Titolo provvisorio: senza titolo è uno show evanescente, sottile come il confine tra ciò che è falsamente importante dire e ciò che è veramente meglio tacere, nel quale lo spettatore è invitato a partecipare mostrando una spontaneità contraffatta, frutto di una coercizione pianificata e manifesta. A chi ha visto, “l’ardua sentenza”.

biografie

Antonio Tagliarini. Performer, autore, regista. Studia con molti maestri della scena contemporanea, tra cui: Danio Manfredini, Raffaella Giordano, Thierry Salmon, Marco Martinelli, Giorgio Rossi, Francois Pesentì, Marco Baliani. Corso di specializzazione ERT (Emilia Romagna Teatri) e TEE (Teatro Stabile delle Marche) e della Ragione Lazio. Lavora come danzatore e attore in molte creazioni, tra cui: Massimiliano Civica, Miguel Pereira, , Raffaella Giordano, B.T.Jones, Marco Baliani, Giorgio Rossi, Cilla Lakatos, Fabrizio Arcuri (Accademia degli Artefatti). Spettacoli e performance di cui è autore e interprete: rewind , un omaggio a a Café Müller di Pina Bausch (2008) ideazione ed interpretatazione condivisa con Daria Deflorian. Show (2007), ideazione ed interpretazione (Short Theatre, Teatro India, Roma). love me love me (2007), performance presentata al Festival Drodesera. F.A.Q. (2007) ) ideazione ed interpretatazione condivisa con Danya Hammoud; con il supporto di Carovana. Progetto internazionale “ Cites of Immagination”: Portogallo, Spagna, Slovenia, Italia, Francia. “le très très + 1” - perdues au musée (2007), performance (Centrale Montemartini-Museo Capitolino di Roma). I-box (place) (2006) Concept: creato con Luca Trevisani (APAP (Advanced Performing Art Project, Germania, Austria, Polonia, Belgio, Portogallo, Italia). Una trasformazione (2006), performance (Sentieri Natura nei Parchi Naturali del Lazio). Agatha-Cristy show (2005), performance creata con Idoia Zapaleta (Portogallo, Italia). Titolo provvisorio:senza titolo (2004), ideazione ed interpretazione (Italia, Belgio, Germania, Spagna). Le serve di J. Genet (2005), ideazione e interpretazione condivisa con Francesca Viscardi. (Estate ai Fori Traianei, Roma.). Caramelle (2003), performance (RomaEuropa Festival). Freezy (2002), ideazione ed interpretazione (Italia e Slovenia). Antonio Miguel (2000), concept Miguel Pereira, ideazione e interpretazione (Portogallo, Brasile, Italia, Austria, Slovenia, Germania, Svizzera, Norvegia, Francia). Premiato dal Ministero della Cultura Portoghese come migliore spettacolo dell'anno.  Il drago e il santo (1999), testo di M.Poggi, regia. La dolorosa storia di Ermengarda (1998) ideazione condivisa con Nicola Russo.

www.antoniotagliarini.com

Daria Deflorian e Antonio Tagliarini dal 2008 iniziano a firmare insieme alcune creazioni: Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch (Festival Short Theatre di Roma, Festival Vie di Modena, Festival Autunno Italiano di Berlino), Blackbird, lettura scenica dal testo di David Harrower (Festival Trend, Roma) e ora from a to d and back again liberamente ispirato a 'la filosofia di Andy Warhol.

Daria Deflorian. Attrice e regista di spettacoli teatrali. Laureata al Dams spettacolo con una tesi sul teatro immagine in Italia, ha studiato tra gli altri con Domenic De Fazio, Danio Manfredini, Pippo Delbono, Masaki Iwana, Gabriella Bartolomei. Ha lavorato come attrice per il Teatro di Roma, Teatro Stabile delle Marche, Pippo Delbono, Accademia degli Artefatti, Remondi e Caporossi, Il Pudore Bene in Vista, Dark Camera. Nel 2006 ha lavorato a New York al NYTW come interprete di Kaos, uno spettacolo diretto dalla coreografa Martha Clarke. E' stata assistente alla regia per Anna Karenina di Eimuntas Nekrosius, Edipo re di Mario Martone e per Gente di plastica di Pippo Delbono. Da sempre interessata al rapporto tra testi narrativi e poetici e loro visione sulla scena, ha ideato e interpretato spettacoli, performance e letture, in particolare su autori del Novecento: Gabriel Garcia Marquez (Diluvio, Premio Opera Prima di Narni), Ingeborg Bachman (In cerca di frasi vere); Pier Paolo Pasolini (Piccoli poemi d’azione e La passione), Fernando Pessoa (Schlafen ohne Ort con il coreografo Georg Blaschke), Samuel Beckett (Ne ide pa ne ide di Stefano Gabrini) Daniele Del Giudice (Per l’errore e Manovre di volo, con Leonardo Filastò). Nel 2004 ha partecipato al "Progetto Petrolio" per il Teatro Stabile di Napoli con lo spettacolo Torpignattara. Nel 2006 ha presentato al Teatro India di Roma Corpo a corpo, progetto condiviso con Alessandra Cristiani. Nel 2008 ha debuttato con Rewind, un omaggio a Café Müller di Pina Bausch, progetto condiviso con Antonio Tagliarini e sempre nel 2008 con ArgheTeatro ha presentato al festival Inequilibrio Esploso di Castiglioncello lo studio per Bianco, testo di Azzurra D’Agostino e musiche di Silvia Colasanti, di cui ha firmato la regia. www.dariadeflorian.wordpress.com

Ambra Senatorenata a Torino nel 1976, lavora nell’ambito del teatro di danza in Italia e in Francia dal 1997. Dopo alcune esperienze di creazione collettiva dal 2004 è autrice di assoli.Ha collaborato con Jean Claude Gallotta, Raffaella Giordano, Giorgio Rossi, Georges Lavaudant(produzione Théâtre de l’Odéon, Parigi), Marco Baliani, Michela Lucenti; è parte della compagnia ALDES, diretta da Roberto Castello. Collabora come autrice con Antonio Tagliarini.Si forma con Raffaella Giordano, Carolyn Carlson, Dominique Dupuy, Jean Cébron, Malou Airaudo,Bill T. Jones, Ivan Wolf, Nigel Charnock, Karin Waehner, Michele Abbondanza, Antonella Bertoni e Roberto Castello.Nel 2001 frequenta l’Accademia Isola Danza di Venezia, diretta da Carolyn Carlson.Ha concluso un dottorato sulla danza contemporanea in Italia e collabora all’insegnamento di Storia della Danza presso il DAMS di Torino e presso l’Università Statale di Milano – dove ha un assegno di ricerca.Primo Premio Equilibrio Roma 2009.www.ambrasenatore.com

Idoia ZabaletaVitoria-Gasteiz 1970Coreografa e biologa. Nella Facoltà di Biologia (UPV-EHU) si è specializzata  in ecosistemi e dinamica di popolazioni. Alcune delle idee presenti nel suo lavoro come artista si relazionano con la ecologia dei processi di creazione, i ritmi, le tensioni, i rapporti tra interpreti , tra creatori, tra il pubblico, con il spazio di presentazione, con il contesto in generale , con la relazione di identità e i limiti dei territori. Zabaleta studia Nuova Danza e Improvvisazione  a Barcelona, Firenze, Amesterdam e Nuova York. In 1990 crea la Associazione di Danza e Linguaggi Corporali Moare Danza, sede in Vitoria-Gasteiz. Collabora come interprete nella Compagnia Mal Pelo (Girona), diretta da Maria Muñoz e Pep Ramís, nelle creazioni La calle del Imaginero (1996), La canción de Bernabé (1997) e Orache (1998).Dal 2000  crea La Puta Inocencia (2001), El rato de José (2002), Gau bakar bat (2003), Zeru Urdina (2004), Gata Sombra (2005), Dueto (2006), 4 itinerarios y otras fotos (2007) e Piel (2007). In tutto questo periodo ha collaborato con artisti di diversi discipline, anche teorici e scrittori. Participa in varie incontri internazionali come El viaje, Pensare il movimiento, Encuentros inmediatos, Sites of Imagination. Attualmente lavora nella pubblicazione del libro “bicho, eres un bicho”, ispirato nel processo di lavoro di Dueto, co creazione con la coreografa portoghesa Filipa Francisco. Dal Agosto di 2008 dirige il Spazio di creazione AZALA, che si presenta come uno spazio di residenze artistiche e uno luogo di incontro  per la pratica  artistica del corpo.

Miguel PereiraAttended Escola de Dança do Conservatório Nacional de Lisboa and Escola Superior de Dança. Received a scholarship from the Portuguese Ministry of Culture to proceed his studies in Paris (Théâtre Contemporain de la Danse) and in New York. As performer worked with Francisco Camacho and Vera Mantero among others. Participated in the theatre play and film “António um rapaz de Lisboa” by Jorge Silva Melo. Worked with Jerôme Bel in the piece “Shirtologia/Miguel”. As an author he emphasizes the work “Antonio Miguel” with which he received the Revelation Prize José Ribeiro da Fonte/Ministry of Culture and an honour for the prize of Acarte/Madalena de Azeredo Perdigão, both in 2000. This piece has been presented all over Europe and in Brasil. Since 2000, invited by Vera Mantero, he is an associated artist of the company O Rumo do Rumo. He developed the Invisible Project, that resulted in the performance “Notes for an invisible show” presented in 2001 at Teatro Nacional D.Maria II, followed by a performance that is only announced by date and place, that premiered in Danças na Cidade Festival in June 2002 in Lisbon, and was also presented in other cities of Portugal and Europe. In 2003 he was invited to create a piece for the repertoire of Transitions Dance Company/Laban Center. This piece”Transitions” toured in the UK in 2003/04. In 2007 he was invited again for to develop a new project “Transitions II” In 2005 he created his first group piece “Corpo de Baile”. The piece “Karima meets Lisboa meets Miguel meets Cairo” was the result of collaboration with the Egyptian choreographer Karima Mansour premiered in June 2006 in Alkantara Festival. His most recent project “DOO” in collaboration with a Mozambique performer and a Finish musician premiered in Alkantara Festival 2008. He is regularly invited to teach in composition labs and workshops in Portugal and abroad.

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ANTONIO E MIGUELhttp://vimeo.com/18668061PASSWORD: antonio&miguel

ROYAL DANCEhttp://vimeo.com/14207075PASSWORD: royal

LʼOTTAVO GIORNOhttp://vimeo.com/12131936PASSWORD: antonio

SHOWhttp://vimeo.com/18929679PASSWORD: antonio

TITOLO PROVVISORIO: SENZA TITOLOhttp://vimeo.com/18424790PASSWORD: antonio