ap58 20161030 referendum - demos · 2016. 11. 1. · title: ap58_20161030_referendum author: demos...
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59° Atlante Politico Indagine Demos & Pi per la Repubblica
ottobre 2016
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NOTA INFORMATIVA
L’Atlante Politico è realizzato da Demos & Pi per La Repubblica ed è curato da Ilvo
Diamanti, insieme a Roberto Biorcio, Fabio Bordignon, Martina Di Pierdomenico e
Alice Securo. La rilevazione è stata condotta nei giorni 24-27 ottobre 2016 da
Demetra con metodo MIXED MODE (Cati – Cami – Cawi). Il campione nazionale
intervistato (N=1.213, rifiuti/sostituzioni: 12.473) è rappresentativo per i caratteri
socio-demografici e la distribuzione territoriale della popolazione italiana di età
superiore ai 18 anni (margine di errore 2.8%).
Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it
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A UN MESE DAL VOTO, IN VANTAGGIO IL NO; IL PD SI
COMPATTA ATTORNO AL PREMIER
di Ilvo Diamanti
Il clima politico del tempo è acceso. Da un solo fuoco. Il referendum sulla riforma
costituzionale, che avrà luogo il prossimo 4 dicembre. Così il mese che ci separa dal
voto è percepito – e vissuto - come una lunga attesa. Il sondaggio condotto nei giorni
scorsi da Demos per Repubblica riflette, dunque, un sentimento che definirei di
sospensione. Da un lato, gli orientamenti politici riproducono le tendenze dell’ultimo
periodo. Le stime di voto, come nella rilevazione precedente, delineano un sostanziale
equilibrio, fra PD e M5s. Con un lieve vantaggio del PD, nel voto proporzionale, e del
M5s, nel ballottaggio. In entrambi i casi, la distanza è molto ridotta. Tanto da non
permettere previsioni. D’altra parte, però, le intenzioni di voto, in merito al referendum,
fanno osservare un ribaltamento rispetto alle precedenti rilevazioni. Il No, per la prima
volta, supera il Sì. Di stretta misura, in effetti: 4 punti. Anche perché gli incerti sono
ancora molti. E la quota dei potenziali astenuti – nascosti, fra l’altro, nelle mancate
risposte – ancora molto elevata. Si tratta di un orientamento osservato da altri già da
qualche mese. I nostri sondaggi, invece, rilevano questa svolta solo ora. Anche se
giunge a conclusione di un avvicinamento progressivo. Da febbraio, quando il Sì
risultava in netto vantaggio, fino ad oggi. Questo percorso è segnato, e quasi
determinato, dalle scelte del premier, Matteo Renzi. Che l’ha trasformato in un
referendum “personale”. Con l’intenzione, evidente, di ricavarne una legittimazione
diretta. Per rimediare al problema, che lo ha sempre angustiato, di apparire – ed
essere – un premier “non eletto”. In questo modo, però, Renzi ha prodotto un esito
imprevisto e in-intenzionale. Ha, cioè, politicizzato il referendum, trasformandolo in un
canale di “mobilitazione” di tutti gli scontenti. Contro di lui.
Il sondaggio dell’Atlante Politico di Demos rende evidente questo processo di
personalizzazione del voto. Solo un quarto degli elettori – intervistati – ritiene, infatti,
che l’obiettivo del referendum sia di riformare oppure mantenere l’attuale Costituzione.
Mentre una maggioranza molto larga – 57% - pensa che si tratti di una consultazione
a favore oppure contro Renzi e il suo governo. Ed è probabile, dunque, che, a sua
volta, voterà seguendo la stessa logica.
I caratteri che accompagnano il voto, d’altronde, sono piuttosto chiari. Il favore per la
riforma è più largo nel Nord (dove, peraltro, prevale il No) e nelle “regioni rosse” del
Centro. Mentre l’opposizione cresce soprattutto fra i più giovani. Ma la discriminante
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delle scelte rispecchia soprattutto le preferenze politiche ed elettorali. Il sostegno alla
riforma costituzionale, infatti, raggiunge il livello più elevato fra gli elettori del PD e, in
secondo luogo, della nebulosa centrista (NCD e dintorni). Il fronte del No,
simmetricamente, mobilita gli elettori della Destra Forza-leghista e del M5s. Non per
caso lo spartiacque riproduce il giudizio sul governo. Fra chi ne ha fiducia, i favorevoli
alla riforma raggiungono il 60% e i contrari si fermano al 13% (il resto è avvolto dalla
nebbia dell’incertezza). Mentre fra chi esprime sfiducia verso il governo il peso del No
è perfino più ampio: 62%.
Difficile, dunque, pensare che l’esito del referendum non produca conseguenze
significative sulla posizione e sulla legittimazione di Renzi. E del suo governo. Non per
caso oltre metà degli italiani pensa che, in caso di vittoria del No, il premier si
dovrebbe dimettere. Non solo, ma la maggioranza degli elettori ritiene probabile che
dopo il referendum il PD si dividerà. È ciò che pensano, fra l’altro, oltre 4 elettori del
PD su 10. Più che di fratture reali si tratta, in effetti, di conflitti d’opinione. Prodotti e
amplificati dalle polemiche accese che attraversano il partito, al suo interno. Dove
alcuni autorevoli leader, come Bersani e D’Alema, si sono espressi – e operano -
apertamente per il No. Così, si riproduce, con maggiore evidenza, l’immagine di due
PD - sempre più distanti e distinti fra loro. Da un lato il “PD delle origini”, che riassume
tradizioni e organizzazione dei partiti di massa. Dall’altro il PD-di-Renzi, un partito
“personalizzato” e sempre più “personale”. Tuttavia, la “marcia del referendum” pare
stia producendo – e abbia prodotto – un esito diverso delle previsioni. Più che
accentuare le divisioni interne fra gli elettori, ha, invece, compattato il PD intorno alle
posizioni e alla persona del leader-premier. Circa 3 elettori del PD su 4 affermano che
voteranno Sì alla riforma costituzionale. E 9 su 10 manifestano fiducia nel governo
(guidato da Renzi). Intanto, la stima personale nei confronti di Renzi appare stabile,
mentre la considerazione verso gli oppositori interni – del premier e della riforma –
cala sensibilmente. Bersani, nell’ultimo mese, perde 3 punti. D’Alema 6. E finisce sotto
il 20%. Le divisioni e i conflitti nel PD, dunque, sembrano coinvolgere e dividere i
gruppi dirigenti e i militanti, più che la base elettorale.
La campagna del referendum, invece, pare aver contribuito a rafforzare l’identità
“personale” del PD. A sovrapporre il PdR al PD. Fino quasi a farli coincidere. Ha,
inoltre, radicalizzato il confronto. Fra il No e Renzi. Senza alternative. Così, è facile
prevedere che l’esito del voto, il prossimo 4 dicembre, avrà un impatto rilevante sulla
politica italiana. Sul destino del governo e del premier. Sul futuro del PD e del PdR.
Dopo, di certo, nulla – o quasi – sarà come prima.
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DEM E M5S SI CONTENDONO IL PRIMATO
di Fabio Bordignon e Roberto Biorcio
Sorpassi e controsorpassi. In parte oscurato dalla corsa verso il 4 dicembre, prosegue
il testa a testa tra Pd e M5s. Il partito di Renzi conserva un piccolo margine, in un
ipotetico primo turno. Ma il M5s torna a scavalcarlo nel confronto diretto del
ballottaggio.
Le intenzioni di voto rilevate, nell’ultima settimana, dall’Atlante politico Demos-La
Repubblica appaiono in continuità con le tendenze emerse nell’ultimo anno. Sono
sempre più chiari i segni di una progressiva bipolarizzazione dello scenario politico: da
una parte il Pd renziano, dall’altra il movimento fondato da Beppe Grillo.
Il M5s, penalizzato, nei mesi scorsi, dai travagli della giunta Raggi a Roma, torna oggi
a superare il 30%. Pare nuovamente in grado di contendere al Pd al ruolo di primo
partito. Soprattutto, risulta favorito in tutti gli scenari di ballottaggio. Il ritorno di Grillo
alla guida del movimento ha in parte appianato le divergenze interne, garantendo, al
contempo, una costante visibilità a posizioni alternative al governo e al premier, a
partire dalla proposta sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari.
Il Pd mantiene con lievi oscillazioni il primato negli orientamenti di voto. Mentre Renzi
conserva un livello elevato di gradimento del suo governo (44%) e della sua
leadership (45%). Un’impresa non facile, in una fase di diffusa sofferenza per gli effetti
della crisi economica e sfiducia nei confronti delle politiche pubbliche. L’idea di
chiudere Equitalia, cancellando sanzioni e interessi sulle cartelle arretrate, incontra
largo favore tra gli intervistati (60%). Ma prevalgono i giudizi critici, rispetto a quelli
positivi, sulle misure che riguardano le pensioni (45% a 40%) e sul complesso della
manovra (41% a 39%). Le posizioni critiche di Renzi rispetto all’Unione Europea
godono d’altra parte di una larga popolarità: la fiducia nelle istituzioni comunitarie si è
ormai ridotta ai livelli minimi tra i cittadini (25%). Si è inoltre ridimensionato il
gradimento di alcuni leader della sinistra critici rispetto alle politiche di Renzi: Bersani,
De Magistris e soprattutto D’Alema. Le polemiche sul referendum e sulle prospettive
future hanno indubbiamente incrinato l’unità dell’ex-area ulivista.
In questo contesto, il ruolo e il rilievo delle opposizioni di centrodestra appaiono
notevolmente ridotti. Tutti i loro leader - da Salvini a Meloni, da Parisi a Berlusconi -
hanno registrato una contrazione della fiducia, rispetto al sondaggio di settembre.
Restano stabili, nel complesso, le intenzioni di voto per i partiti dell’area. Ma gli
equilibri interni, solo qualche mese fa favorevoli alla Lega, vedono ora crescere il peso
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di Forza Italia. Una lista unitaria tra i due partiti, insieme a Fratelli d’Italia, sarebbe
però nettamente sconfitta, nel ballottaggio, sia con il Pd che con il M5s.
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STIME ELETTORALI (CAMERA DEI DEPUTATI) Se oggi ci fossero le elezioni politiche nazionali, Lei quale partito voterebbe alla Camera? (valori %)
STIME DI VOTO
ELE
ZIO
NI
EU
RO
PE
E
2014
Otto
bre
2016
Set
tem
bre
2016
Giu
gno
2016
Feb
brai
o 20
16
Giu
gno
2015
Giu
gno
2014
Pd 31.8 32.1 30.2 32.2 32.2 45.2 40.8
M5s 30.1 28.8 32.3 25.8 26.1 19.1 21.2
Forza Italia 11.8 11.0 11.5 13.3 14.2 15.0 16.8
Lega Nord 9.7 10.2 11.8 13.2 14.0 4.7 6.2
Sinistra Italiana, Sel e altri di sinistra
5.1 5.7 5.4 4.7 5.2* 4.3* 4.0 **
Ncd, Udc 4.3 3.8 2.5 2.1 3.5 6.7 4.4
Fratelli d’Italia-An
4.2 4.5 2.7 5.5 3.3 2.7 3.7
Altri 3.0 3.9 3.6 3.2 1.5 2.3 2.9
Totale 100 100 100 100 100 100 100
Nota: l’area grigia di quanti non rispondono, oppure si dichiarano propensi all’astensione, per l’ultima rilevazione si attesta intorno al 26% * Sel e altri di sinistra ** L'altra Europa con Tsipras
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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STIME ELETTORALI: I BALLOTTAGGI (1) in caso di ballottaggio, chi voterebbe tra... (valori % )
IPOTESI 1 : PD – M5S
IPOTESI 2 : PD – UNA LISTA DI CENTRO-DESTRA FORMATA DA FI E LEGA NORD E FRATELLI D’ITALIA
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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STIME ELETTORALI: I BALLOTTAGGI (2) in caso di ballottaggio, chi voterebbe tra... (valori % ) IPOTESI 3 : M5S – UNA LISTA DI CENTRO-DESTRA FORMATA DA FI E LEGA NORD E FRATELLI D’ITALIA
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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IL GIUDIZIO SUL GOVERNO RENZI: SERIE STORICA Su una scala da 1 a 10 che voto darebbe, in questo momento al Governo Renzi? (valori % di quanti esprimono una valutazione uguale o superiore a 6 – Serie storica)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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IL GRADIMENTO DEI LEADER Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10, a… (valori % di quanti esprimono una valutazione uguale o superiore a 6; tra parentesi la % di quanti non li conoscono o non si esprimono – Confronto con settembre 2016)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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4 DICEMBRE: LE INTENZIONI DI VOTO Nei prossimi mesi si terrà il referendum costituzionale sulla riforma del Senato e di altri punti della Costituzione. Lei pensa che voterà… (valori % in base all’età, all’area geopolitica di residenza e all’intenzione di voto degli intervistati)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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REFERENDUM COSTITUZIONALE: SERIE STORICA Nei prossimi mesi si terrà il referendum costituzionale sulla riforma del Senato e di altri punti della Costituzione. Lei pensa che voterà… (valori %)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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14
SE VINCONO I NO Secondo Lei, in caso di sconfitta del Sì al Referendum, Renzi dovrebbe dimettersi oppure dovrebbe rimanere al proprio posto da… (valori %)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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PD: L’IPOTESI DELLA SCISSIONE Quanto ritiene probabile che, dopo il referendum, il Pd si divida? (valori %)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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UN VOTO SUL PREMIER O SULLA COSTITUZIONE? Secondo lei gli italiani che andranno a votare al referendum voteranno soprattutto… (valori %)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)
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I GIUDIZI SULLA MANOVRA Su una scala da 1 a 10 che voto darebbe a… (valori %)
Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2016 (base: 12 13 casi)