arcireport numero 12_2012

13
27 marzo 2012 anno X - n. 12 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci L'intransigenza del rigore senza equità Da più parti, forze politiche, sindacati, orga- nizzazioni sociali e addetti ai lavori, si sono levate critiche nei confronti della riforma del mercato del lavoro approvata venerdì scorso dal governo. Eppure, nonostante i molti e autorevoli appelli, è stata netta l'intransigenza con cui il presidente Monti e il ministro Fornero hanno escluso ogni possibilità di modificare il testo. Il presidente del consiglio non solo ha decli- nato con fermezza ogni invito a negoziare ulteriormente, ma ha pure ribadito la sua posi- zione rivendicando - pur nel rispetto del ruolo del Parlamento - il diritto dell'esecutivo ad operare in modo unilaterale le sue scelte in materia. In sostanza: si consultino pure le parti sociali ma solo sulla base di una propo- sta già definita, si discuta con tutti ma alla fine è il governo che decide. Un approccio che equivale al rifiuto della mediazione, che è invece condizione essen- ziale di ogni pratica di concertazione. Anzi, proprio la concertazione sarebbe all'origine dei ritardi e dell'immobilismo del sistema Italia, tant'è che lo stesso Monti afferma che in passato si è dato troppo ascolto alle parti sociali. È una tesi che non condividiamo e riteniamo pericolosa. Dietro il paravento di una tecnica depositaria di verità oggettive e assolute si svela l'ideologia del mercato che deve prevalere su tutto e improntare le rela- zioni sociali libero da ogni interferenza. Beninteso, nessuno nega al governo il merito di essere intervenuto con tempestività ed effi- cacia per scongiurare il default dell'Italia e recuperare credibilità nei mercati. Ma non possiamo condividere l'idea di un riformismo dall'alto operato saltando il necessario con- fronto con le parti sociali e le forze politiche. Non è di questo che abbiamo bisogno, ed è lecito chiedersi se tutto ciò giovi alla coesione o alla divisione del paese. Il presidente Monti ha più volte affermato di voler coniugare rigore ed equità. Per ora si sono visti molto rigore e poca equità. Tanto più in una fase di crisi, c'è bisogno di rico- struire la coesione del paese, di riattivare il dialogo fra le sue componenti sociali, ritrova- re il filo di un ragionamento comune e la capa- cità di riconoscersi in un progetto di futuro. Per farlo in un quadro di equità non si può prescindere dalla centralità dei diritti sociali e del lavoro e dalla mediazione fra le parti sociali. La democrazia non può fare a meno della politica e il dialogo fra governo e parla- mento non è un'inutile perdita di tempo. RIFORMA DEL LAVORO I PAGINA 2 Il documento dell’Arci e un articolo di Claudio Treves, responsabile mercato del lavoro Cgil nazionale CULTURA I PAGINA 5 Agire per la cultura in Europa: un articolo di Carlo Testini sull’incontro del 29 marzo a Roma S e ne è andato uno spirito libero d’Europa. Antonio Tabucchi, il nostro scrittore più europeo, si è spento a Lisbona. Il Portogallo è stata la sua terra d’e- lezione. Da lì guardava il mondo, spingendo il suo estro fino al continente indiano. Chi non ricorda Notturno indiano, splendida me- tafora della ricerca di sé stessi attraverso la ricerca dell’altro da sé? Dal Portogallo - che nel drammatico novecento, oltre a lui, ci ha donato Pessoa e Saramago, entrambi scrit- tori plurali, cantori dell’identità nel molteplice - Tabucchi ha saputo vedere la nostra Europa con lo sguardo degli ultimi. Di lui, ricordiamo il grande impegno civile, a favore della pace e dei diritti di tutti, in particolare dei migranti. Ricordiamo il grande polemista che non arretrava di fronte alle reprimenda e alle querele del potere politico. Ricordiamo il fiero spirito libertario e antifa- scista, tradotto in quel Sostiene Pereira che gli diede maggior fama, anche grazie alla trasposizione cinematografica con un attore così amato come Mastroianni. Ma in Tabuc- chi non c’era separazione fra impegno civile e politico e dimensione letteraria. L’una cosa diventava l’altra senza sforzo alcuno, senza soluzione di continuità. È questo un privile- gio solo dei grandi. E Tabucchi è tra questi. Gli dedichiamo perciò niente altro che un suo libro, forse il più bello ma non il più noto: Requiem, che scrisse direttamente in porto- ghese agli inizi degli anni Novanta. Leggendolo abbiamo sentito, odorato, gustato, capito che cosa è il Portogallo, quel- la lingua di terra che apre all’Europa l’Occidente. Abbiamo nuovamente imparato cosa è la letteratura: un infinito cammino verso l’essenza della vita attraverso il sogno. Requiem, Antonio. Requiem per Antonio Tabucchi Sono aperte le iscrizioni ai campi antimafia in Italia e ai campi di lavoro e conoscenza all’estero Per informazioni: [email protected]; [email protected] Volontariato e formazione, in Italia e all’estero

Upload: arci-direzione-nazionale

Post on 10-Mar-2016

213 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

Il documento Arci sulla riforma del lavoro, l'iniziativa "Agire per la cultura in Europa" a Roma, la celebrazione della Giornata della Memoria a Lampedusa, l'appello per 'Comiso 30 anni dopo', i campi antimafia e di conoscenza all'estero, il Forum internazionale di rumba cubana, il Rapporto Quars di Sbilanciamoci, la nascita del Forum Terzo settore a Milano

TRANSCRIPT

27 marzo 2012anno X - n. 12

[email protected]

arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

L'intransigenza del rigore senza equità

Da più parti, forze politiche, sindacati, orga-nizzazioni sociali e addetti ai lavori, si sonolevate critiche nei confronti della riforma delmercato del lavoro approvata venerdì scorsodal governo. Eppure, nonostante i molti eautorevoli appelli, è stata netta l'intransigenzacon cui il presidente Monti e il ministroFornero hanno escluso ogni possibilità dimodificare il testo.Il presidente del consiglio non solo ha decli-nato con fermezza ogni invito a negoziareulteriormente, ma ha pure ribadito la sua posi-zione rivendicando - pur nel rispetto del ruolodel Parlamento - il diritto dell'esecutivo adoperare in modo unilaterale le sue scelte inmateria. In sostanza: si consultino pure leparti sociali ma solo sulla base di una propo-sta già definita, si discuta con tutti ma alla fineè il governo che decide. Un approccio che equivale al rifiuto dellamediazione, che è invece condizione essen-ziale di ogni pratica di concertazione. Anzi,proprio la concertazione sarebbe all'originedei ritardi e dell'immobilismo del sistemaItalia, tant'è che lo stesso Monti afferma che inpassato si è dato troppo ascolto alle partisociali. È una tesi che non condividiamo eriteniamo pericolosa. Dietro il paravento diuna tecnica depositaria di verità oggettive eassolute si svela l'ideologia del mercato chedeve prevalere su tutto e improntare le rela-zioni sociali libero da ogni interferenza. Beninteso, nessuno nega al governo il meritodi essere intervenuto con tempestività ed effi-cacia per scongiurare il default dell'Italia erecuperare credibilità nei mercati. Ma nonpossiamo condividere l'idea di un riformismodall'alto operato saltando il necessario con-fronto con le parti sociali e le forze politiche.Non è di questo che abbiamo bisogno, ed èlecito chiedersi se tutto ciò giovi alla coesioneo alla divisione del paese.Il presidente Monti ha più volte affermato divoler coniugare rigore ed equità. Per ora sisono visti molto rigore e poca equità. Tantopiù in una fase di crisi, c'è bisogno di rico-struire la coesione del paese, di riattivare ildialogo fra le sue componenti sociali, ritrova-re il filo di un ragionamento comune e la capa-cità di riconoscersi in un progetto di futuro.Per farlo in un quadro di equità non si puòprescindere dalla centralità dei diritti sociali edel lavoro e dalla mediazione fra le partisociali. La democrazia non può fare a menodella politica e il dialogo fra governo e parla-mento non è un'inutile perdita di tempo.

RIFORMA DEL LAVORO I PAGINA 2Il documento dell’Arci e un articolo di Claudio Treves, responsabilemercato del lavoro Cgil nazionale

CULTURA I PAGINA 5Agire per la cultura in Europa:un articolo di Carlo Testini sull’incontrodel 29 marzo a Roma

S e ne è andato uno spirito liberod’Europa. Antonio Tabucchi, il nostroscrittore più europeo, si è spento a

Lisbona. Il Portogallo è stata la sua terra d’e-lezione. Da lì guardava il mondo, spingendoil suo estro fino al continente indiano. Chinon ricorda Notturno indiano, splendida me-tafora della ricerca di sé stessi attraverso laricerca dell’altro da sé? Dal Portogallo - chenel drammatico novecento, oltre a lui, ci hadonato Pessoa e Saramago, entrambi scrit-tori plurali, cantori dell’identità nel molteplice- Tabucchi ha saputo vedere la nostraEuropa con lo sguardo degli ultimi. Di lui,ricordiamo il grande impegno civile, a favoredella pace e dei diritti di tutti, in particolaredei migranti. Ricordiamo il grande polemistache non arretrava di fronte alle reprimenda ealle querele del potere politico. Ricordiamo il fiero spirito libertario e antifa-

scista, tradotto in quel Sostiene Pereira chegli diede maggior fama, anche grazie allatrasposizione cinematografica con un attorecosì amato come Mastroianni. Ma in Tabuc-chi non c’era separazione fra impegno civilee politico e dimensione letteraria. L’una cosadiventava l’altra senza sforzo alcuno, senzasoluzione di continuità. È questo un privile-gio solo dei grandi. E Tabucchi è tra questi.Gli dedichiamo perciò niente altro che unsuo libro, forse il più bello ma non il più noto:Requiem, che scrisse direttamente in porto-ghese agli inizi degli anni Novanta.Leggendolo abbiamo sentito, odorato,gustato, capito che cosa è il Portogallo, quel-la lingua di terra che apre all’Europal’Occidente. Abbiamo nuovamente imparatocosa è la letteratura: un infinito camminoverso l’essenza della vita attraverso il sogno.Requiem, Antonio.

Requiem per Antonio Tabucchi

Sono aperte le iscrizioni ai campi antimafia in Italia e ai campi di lavoro e conoscenza all’esteroPer informazioni: [email protected]; [email protected]

Volontariato e formazione, in Italia e all’estero

2lavoro

arcireport

I l Presidente Monti aveva detto che l'arti-colo 18 era l'ultimo dei problemi, è diven-tato talmente importante da fargli dichia-

rare che se il Paese non fosse ‘pronto’ per lemodifiche, tanto varrebbe lasciare l’incarico. Dal Governo tecnico, siamo ora al ‘Governoplatonico’, dove siedono pensatori eccelsiche sanno cosa è bene per i cittadini, anco-ra prigionieri delle illusioni della falsacoscienza: sembra un paradosso, ma spes-so durante gli incontri ci è stato detto che ilsindacato era prigioniero degli interessi chedifendeva, quindi conservatore, mentre loro,chiamati per salvare il Paese, guardavano achi era fuori dal recinto delle rappresentanze(‘i giovani’). Il prodotto che si vuole difenderecon tanta arroganza avrà la veste di un dise-gno di legge, ossia la forma più esposta amodifiche e ‘stravolgimenti’ in ogni senso:non male per chi ha dichiarato chiusa la fasedel confronto con le parti sociali per liberarsida supposti ‘poteri di veto’...Se poi guardiamo i risultati di questi este-nuanti confronti (tutti svolti senza testi, allafaccia della trasparenza e della democrazia),

possiamo affermare che i risultati più signifi-cativi per i giovani sono stati ottenuti graziealla spinta del sindacato, della Cgil in parti-colare: dalla conservazione dell'una tantumper i collaboratori (che il governo voleva sop-primere), alle misure sul lavoro a chiamata esul part-time, alla soppressione della clauso-la che ammetteva la violazione del principiodella parità di trattamento tra lavoratori som-ministrati e lavoratori dell'utilizzatore, cosìcome lo strumento per coprire periodi brevidi lavoro (la cosiddetta mini ASPI) attivabiledopo 13 settimane di contribuzione nei 12mesi precedenti ed erogato per la metà dellesettimane lavorate, in modo da includereeffettivamente chi è ai primi rapporti di lavo-ro. Adesso ci sono almeno potenzialmente lecondizioni per un’iniziativa che porti alla tra-sformazione in lavoro subordinato delleforme spurie di lavoro autonomo. Sugliammortizzatori sociali ci sono gravi carenzesul piano dell'universalità del sistema, sia perquanto riguarda l'inclusione, realizzata soloper gli apprendisti, sia per quanto concerne ilmantenimento delle differenti aliquote contri-

butive (artigiani e commercio ringraziano,ecco dov'è finita una parte della ‘paccata’ dimiliardi!), sia per la riduzione della duratadelle misure (da 48 mesi per un ultracin-quantenne meridionale si passerà nel 2017 a18 mesi di sussidio per chi ha più di 55 anni),cui fa da parziale contraltare l'oggettivomiglioramento della misura, pari al 75% dellaretribuzione fino al nuovo massimale unico,superiore in valore alla mobilità e all'indenni-tà di disoccupazione. Infine, l'articolo 18 è un punto di valenza sin-dacale e simbolica: sindacale perché si trat-ta di difendere il principio che, in qualunquemodo esercitato, un licenziamento illegittimoè da sanzionare con il reintegro del lavorato-re, simbolico perché sancirebbe il mutamen-to dei rapporti valoriali rispetto all'edificiocostituzionale. Anziché sul lavoro, laRepubblica sarebbe ora fondata sul ‘giudiziodei mercati’. Per questo la Cgil ha proclama-to 16 ore di sciopero da utilizzare sia per l'in-formazione e la mobilitazione dei lavoratori,sia per premere sul Parlamento affinché lenorme siano tutte migliorate, e in particolarereintrodotto nell'ordinamento il principio delreintegro in caso di licenziamento illegittimo.

L’ Arci esprime una valutazione forte-mente critica e preoccupata in meri-to all’esito della trattativa fra governo

e parti sociali sul lavoro e alla proposta diriforma avanzata dal ministro Fornero.Riteniamo che si sia sprecata un’occasionepreziosa e che il governo abbia commessoun grave errore, tanto sul piano del metodoche nel merito del provvedimento. Se è veroche per risollevare il paese dalla crisi nonbasta risanare i conti pubblici, ma occorrerilanciare gli investimenti e creare occupa-zione, è a questi obbiettivi che andrebbeindirizzato lo sforzo di una rinnovata intesafra le forze produttive del paese. Ma unnuovo patto sociale si costruisce attraverso ilconfronto, la mediazione e la concertazionefra le parti sociali, riconoscendo piena digni-tà alle diverse opzioni e ai legittimi interessiin campo. Non può esserci spazio per atteg-giamenti pregiudiziali o tentazioni di rivincita. I sindacati avevano offerto un’ampia disponi-bilità al confronto, oltretutto dopo moltotempo in un rinnovato clima unitario fra diessi. Il governo avrebbe dovuto coglierequesta opportunità ricercando un’intesaassolutamente possibile anziché pretendere

di imporre unilateralmente i tempi e gli esitidel negoziato. Nel provvedimento non man-cano misure positive, ancorché parziali einsufficienti, per combattere la precarietà.Ma sull’intera riforma pesa il vulnus dellemodifiche all’articolo 18, tanto più gravi inquanto del tutto inutili agli scopi dichiarati.Come ammettono gli stessi imprenditori, l’ar-ticolo 18 non c’entra niente con le misure perl’occupazione, è solo una garanzia control’arbitrio dei licenziamenti ingiustificati e talesarà bene che resti. Una tutela tanto piùattuale oggi di fronte alla lesione dei diritti deilavoratori praticata in tante aziende a comin-ciare dagli stabilimenti Fiat.Non è rendendo più facili i licenziamenti chesi attraggono nuovi investimenti e si favori-sce la competitività delle nostre imprese.Una cosa è la revisione della norma, altro èla libertà di licenziare. Il tema non è distin-guere fra licenziamenti economici o discipli-nari. Quando viene riconosciuta dal giudicel’illegittimità di un licenziamento, quel lavora-tore deve avere la possibilità di essere rein-tegrato nel suo posto di lavoro. La riforma del mercato del lavoro deve ser-vire per estendere i diritti a chi oggi ne è pri-

vato, non certo per ridurre le tutele esistenti.Invece ci si è ostinati sulla modifica dell’arti-colo 18 come fosse un totem da abbattere.Si è voluto farne un simbolo, una bandierinada conquistare per indebolire il sindacato ela Cgil in particolare. A chi giova una riformanon condivisa, con le inevitabili conseguen-ze che avrà sulla conflittualità sociale? Èlecito chiedersi se si stia cercando la coesio-ne o la rottura delle relazioni sociali.Serve ben altro per la crescita del paese:ridurre il carico fiscale sui redditi da lavoro,favorire la ripresa dei consumi, investire informazione, incentivare le imprese chefanno innovazione. Non vorremmo che adispirare l’azione di governo fosse ancora unavolta - come con l’esecutivo precedente -l’intento di cercare la competitività dellanostra economia solo a scapito dei diritti deilavoratori. Non possiamo accettare che illavoro - su cui si fonda la nostra Repubblica- sia ridotto a merce e che venga mortificatala dignità delle persone. Non sono in giocosolo i diritti di questa o quella categoria dilavoratori, ma i principi che stanno alla basedel patto di cittadinanza e della nostra demo-crazia costituzionale.

Sulla riforma del lavoro il governo ha sbagliato.La posizione dell’Arci nazionale

No a una Repubblica fondata sul ‘giudizio dei mercati’

arci

n.12 27 marzo 2012

di Claudio Treves, responsabile Mercato del Lavoro Cgil Nazionale

3legalitàdemocratica

arcireport

A Torchiarolo nella villa confiscata al bossAntonio Screti e affidata alla cooperativaTerre di Puglia Libera Terra e nella cittàvecchia di Bari, in un bene confiscato allafamiglia Capriati oggi affidato all'Arci diBari, quest'estate si svolgeranno sei campie un laboratorio antimafia. Grazie alla col-laborazione di Arci Emilia Romagna, ArciPuglia, Cgil e Spi più di 100 ragazzi eragazze potranno fare un'esperienza inter-generazionale affrontando il tema dellalegalità e della cittadinanza attiva attraver-so pratiche concrete. L'organizzazione deicampi dell'Arci in Puglia vuole essere uneloquente esempio di come lotta alla mafiae promozione culturale e socialità sianoinscindibili: al centro delle attività vi saran-no, infatti, oltre a momenti di formazionesui temi della legalità, le proposte culturaliche Arci ha appositamente predisposto, adesempio incontri con scrittori, concerti dimusicisti pugliesi/salentini, proiezione difilm. Per quanto riguarda invece la promozionedel lavoro dignitoso e della legalità in ambi-to lavorativo, si è ritenuto molto proficua lacollaborazione con Spi e Cgil al fine di sot-

toscrivere un patto generazionale su tema-tiche di questo genere.I campi di Hyso (che prendono il nome daun giovane albanese morto perché si ribel-lava al caporalato in terra di Puglia) e illaboratorio dentro la città vecchia di Barirappresentano due modalità di esperienzache mirano ad incentivare nelle giovanigenerazioni, in collaborazione con i menogiovani, esperienze di cittadinanza attivache possano proseguire anche dopo lagrande esperienza estiva. Nei campi la formazione su economia,società e cultura mafiosa e dell'antimafia sialterna con il lavoro agricolo insieme aisoci della cooperativa e all'incontro con ein collaborazione coi giovani ragazzi/e deicircoli Arci locali nell'organizzazione di atti-vità culturali e di socializzazione.Nel laboratorio la formazione (contenutisti-camente simile a quella dei campi) si alter-nerà ad un lavoro che mira a coinvolgere ipartecipanti nella costruzione di attivitàmirate alla popolazione di Bari vecchia incollaborazione con le strutture Arci delluogo.Info: [email protected]

Sono stati più di 900 i nomi scanditi loscorso 22 marzo a Lampedusadavanti alla Porta d'Europa, la scultura

che ricorda a chi transita dall'isola come lavocazione di questa terra debba essere l'ac-cogliere e non il respingere. Più di 900 nomi,letti con il mar Mediteranno sullo sfondo: quelmare nelle cui acque, solo nel corso del 2011,sono scomparse più di 1500 persone, partitedai porti della Libia e mai giunte a destinazio-ne. Nella mattina, oltre 2mila persone, di cuiquasi la metà bambini e ragazzi delle scuole,hanno sfilato in corteo per le vie del paese finoalla Porta d'Europa dove le associazioni, lescuole, la parrocchia, i sindacati, la cittadinan-za e le forze sociali impegnate sull'isola,hanno letto i nomi delle vittime innocenti delle

mafie, ricollegandoli idealmente e concreta-mente a tutti i nomi che non si conoscono deimigranti in fuga da guerre e carestie, uccisidalle mafie internazionali che organizzano itrasferimenti in Europa. Anche l'Arci era pre-sente a Lampedusa alle iniziative promosseda Libera, con una delegazione guidata dalpresidente nazionale Paolo Beni. L'obiettivodelle due giornate è stato quello di stringere inun abbraccio ideale Genova, dove si è tenutala XVII Giornata della Memoria e dell'Impegnoin ricordo di tutte le vittime delle mafie, eLampedusa, in questi giorni tornata drammati-camente alla ribalta delle cronache per laripresa degli sbarchi: Genova e Lampedusa,due porti che rappresentano simbolicamentele due porte d'ingresso nel nostro Paese, conin mezzo il mar Mediterraneo che è l'avan-guardia dei nuovi traffici delle mafie. Nel pomeriggio del 21 marzo si è tenuto unaffollato dibattito sulle tematiche della legalitàdemocratica, migrazioni e traffici internaziona-li, lotta alle mafie, a cui ha partecipato la popo-lazione lampedusana, soprattutto gli studenti. Nel corso del dibattito, coordinato dal presi-dente regionale di Libera, Umberto Di Maggio,sono intervenuti numerosi rappresentanti delle

istituzioni, delle forze dell'ordine e delle orga-nizzazioni sociali: il comandante VittorioAlessandro, della Guardia Costiera, padreStefano Nastasi, parroco di Lampedusa;Giacomo Sferlazzo dell'Associazione Askavu-sa; Vittorio Teresi, magistrato della procura diPalermo; Damiano Lupo, vicedirigente dellasezione immigrazione della questura diAgrigento; la dirigente scolastica dell'Istitutocomprensivo e diversi insegnanti; i responsa-bili di Arci, Cgil, Legambiente, Terra del Fuoco,Caritas, Cisl, vari esponenti della cooperazio-ne sociale. Una sola nota negativa: nel pome-riggio del 22, quando le delegazioni del restod'Italia erano già rientrate nelle proprie sedi, èdivampato un incendio nei locali che avevanoospitato il dibattito. Non è la prima volta cheaccade un gesto del genere, che sembra piùche altro rivolto a esprimere dissenso verso laLampedusa democratica e accogliente che hacalamitato l'attenzione dei media nel corso deidue giorni: un gesto che non ha tanto il sapo-re dell'intimidazione, ma piuttosto dell'ignoran-za e della mancanza di rispetto nei confronti dicoloro che decidono di manifestare liberamen-te il proprio pensiero.Info: [email protected]

Lampedusa ricorda le vittime di mafia e i tantimigranti morti in mare

Campi di Hyso e laboratorio di antimafiasociale a Bari Vecchia

Confiscati mainutilizzabiliÈ un tesoro da 20 miliardi di euro, sottrattoalle mafie grazie al lavoro di magistrati eforze dell´ordine. Il ministro della GiustiziaSeverino ha dato un giudizio positivo del-l'attività svolta, parlando di oltre il 50% dibeni già destinati. Ma il prefetto Caruso,direttore dell´Agenzia nazionale per i beniconfiscati, al quale è affidata la gestione diquesto patrimonio, lotta contro un nemico:le banche. Quasi l´80% di questi beni èinfatti ingestibile, al 65% per i gravami ipo-tecari avanzati da decine di istituti di credi-to. Il rischio è dunque di mancare un obiet-tivo decisivo nel contrasto alla criminalitàorganizzata, anche perché l´Agenzia puòdestinare solo beni totalmente privi di criti-cità. Il che equivale a dire che un patrimo-nio superiore ai 10 miliardi è totalmente aperdere. Un allarme rilanciato anche dal presidentedi Libera: le banche dicono ai Comuni dipagargli l´ipoteca che il mafioso o il presta-nome hanno fatto, ma le associazioni inte-ressate al bene per un uso sociale nonhanno i soldi per pagare e le banche, salvorare eccezioni, rivendicano il denaro.Questo è il nodo politico da sciogliere.

arci

n.12 27 marzo 2012

La società dello spettacolo presenta Infami, in anteprima nazionale al Teatro Politeama il 30 marzo alle 21. Lo spettacolo è tratto dal libro Infami. 20 storie diordinaria antimafia di Alfonso Russi

LAMEZIA TERME

notiz

iefla

sh

4internazionali

arcireport

C ome ormai consueto dall'estate del2005, anche quest'anno torna ilprogramma dei campi di lavoro e

conoscenza all'estero dell'Arci per il 2012. I Paesi destinatari sono: Brasile, BosniaErzegovina, Kosovo, Mozambico, Palesti-na, Rwanda, Tunisia. Le partenze sono pro-grammate per i mesi di luglio e agosto. Leiscrizioni scadono il 4 maggio. Le attivitàvanno dalla conoscenza delle realtà localiall'animazione per i bambini, dai laboratoriartigianali a quelli sull'educazione ambienta-le. Si tratta di esperienze uniche per entrarein contatto con movimenti locali come quel-lo dei Sem Terra in Brasile, per toccare conmano la quotidianità dei Territori Occupati inPalestina o per sperimentare un percorso dicittadinanza attiva in una delle zone piùsignificative della primavera araba inTunisia, la regione di Gafsa. Ci sarà occa-sione di conoscere da vicino i nostri partnerlocali e supportarli nelle attività quotidianeche l'impegnano con i beneficiari dei proget-ti, in Rwanda si incontreranno le donne del-l'associazione Sevota ed insieme si organiz-zeranno dei laboratori indirizzati a donne ebambini, in Mozambico si andrà a lavorare

con le associazioni dei contadini sui dirittidelle donne e sulla lotta all'Hiv/Aids.Particolarmente suggestivo, infine, il fotosafari organizzato per conoscere la BosniaErzegovina. Il direttore del nostro partnerlocale Foundation Imam Petlju Gariwo èanche un fotografo professionista e ciaccompagnerà a conoscere il territorio attra-verso l'obiettivo fotografico. Per parteciparealle attività dei campi di lavoro è richiesta laconoscenza della lingua inglese o della lin-gua principale della destinazione prescelta,la partecipazione obbligatoria alla formazio-ne prevista prima della partenza e soprattut-to la capacità di adattamento e di coinvolgi-mento rispetto alla realtà in cui il campo sisvolge. Le quote di partecipazione variano aseconda della destinazione, partendo da unminimo di 750 euro del campo in Kosovo aun massimo di 2000 euro per quello inRwanda. La quota comprende viaggioaereo, spostamenti in loco, vitto, alloggio,assicurazione sanitaria e civile Siscos (assi-curazione per cooperanti e volontari in mis-sione all'estero) ed eventuali costi di visto. Icampi di lavoro internazionali dell'Arci sonoun'esperienza di volontariato a breve termi-

ne dove si vive e si lavora insieme, organiz-zati per promuovere la solidarietà e lacooperazione internazionale e, attraversol'implementazione di attività concrete sul ter-reno, per sviluppare valori quali il dialogointerculturale, la collaborazione e la pace.Sono delle occasioni da non perdere chenon si esauriscono durante le giornate delcampo ma continuano nel tempo a trasfor-marci e migliorarci. «Sono convinta che,una volta tornati in Italia, anche il modo divivere le relazioni quotidiane cambi, chissà,forse, riempiendosi di quella sincerità equell'intensità che ho trovato in terra colom-biana» sono le parole di Silvia, campo dilavoro in Colombia 2011.Info: www.arciculturaesviluppo.it

All’estero per promuovere la cultura della solidarietà: aperte le iscrizioni ai campi del 2012

n.12 27 marzo 2012

arci

Organizzato da Luna Coppola e Giulio Di Meo, si tiene dal 2 al 6maggio il workshop di fotografia

sociale in collaborazione con l’Ong Pallapupas di Barcellona

Info: www.giuliodimeo.it

BARCELLONA

notizieflash

Il mondo è in guerra. Dei 193 paesi membridell'Onu, uno su cinque è in conflitto. Il 90% delle vittime sono civili, donne e bam-bini soprattutto. I danni causati dai conflitti aibeni artistici e ambientali sono incalcolabili.Molti di questi conflitti sono però 'dimentica-ti' dal mondo dell'informazione. L'Atlantedelle guerre e dei conflitti del mondo, editoda Terra Nuova Edizioni, torna in libreria percolmare questo vuoto e raccontare lo statodelle guerre sul pianeta. 248 pagine a colo-ri, 35 schede conflitto, uno speciale di 24pagine sulle rivolte in Medio Oriente e NordAfrica e ancora, dati e notizie su profughi,rifugiati, sfollati, un'analisi sulla Guerra dellaterra che si combatte in Africa per le risorse,uno speciale di 5 pagine sulla carestia inSomalia e un approfondimento curato dallaFondazione Culturale di Banca Etica sulfinanziamento delle cluster bombs. Novità della terza edizione del volume è unasezione speciale, un mini-Atlante interamen-te dedicato alle rivolte del mondo arabo chehanno in così poco tempo cambiato gli equi-libri politici di una intera regione. Questasezione riporta schede conflitto dedicate aipaesi protagonisti delle rivolte, fotografie,

mappe e sezioni speciali di approfondimen-to. La cartografia generale usata è legataalle proiezioni di Peters, fornita in esclusivaper l’Italia dall’associazione Asal. Le immagi-ni sono frame dei video vincitori del PremioIlaria Alpi e fotografie fornite dall’Unhcr e dafotografi free-lance. Inoltre, quest'anno c'èun motivo in più per acquistare il volume: uneuro per ogni copia venduta sarà destinatoalla campagna 1 euro per la Somalia, pro-mossa dall'Unhcr per far fronte alla gravecarestia che ha colpito la Somalia.Una convenzione con l'associazione chepromuove l’Atlante (Associazione culturale46° parallelo) consente ai soci Arci di acqui-starlo a 15 euro anziché 20, di richiedernecome comitati e circoli copie in conto debitoscontate del 50%, ma soprattutto di organiz-zare insieme a questa associazione, graziealla disponibilità dei redattori dell'Atlante, ini-ziative di presentazione, approfondimenti,incontri nelle scuole. In Toscana e a Firenzein particolare sono già state organizzateinsieme a loro numerose iniziative, mentrel’Arci di Trento sta lavorando a una mostra di33 tavole sulla Libia.Info: www.atlanteguerre.it

Terza edizione ricca di novità per l’Atlantedelle guerre e dei conflitti del mondo

Torna il PremioIlaria AlpiPunta tutto sul giornalismo d'inchiesta televi-sivo e sulle web-tv la XVIII edizione delPremio giornalistico televisivo Ilaria Alpi. E lo fa con una nuova sezione: un Premiodedicato a servizi e inchieste video realizzateper il web, mentre quelle 'storiche' sono tutteconfermate: dal Premio Miran Hrovatin pertelecineoperatori, a quella dedicata ai giorna-listi per servizi Tg di varia durata, a quellariservata alle tv locali e regionali. Il bandoscade il 31 maggio 2012: fino alle 12 sonoaperte le iscrizioni (obbligatoriamente online)al concorso. Sul sito del premio sono disponi-bili il bando e il regolamento del concorso. Promosso dalla Regione Emilia-Romagna,dal Comune di Riccione e dalla Provincia diRimini ed organizzato dall'Associazione IlariaAlpi, il concorso è dedicato alla giornalista Raiuccisa a Mogadiscio (Somalia) nel 1994. Il 20marzo 2012 cade il diciottesimo anniversariodella morte di Ilaria Alpi e dell'operatore MiranHrovatin. Tra le novità di quest'anno, il Premiovedrà una nuova collocazione temporale: legiornate dedicate al giornalismo televisivo ita-liano ed internazionale e la premiazione sisvolgeranno a Riccione dal 6 all'8 settembre. Info: www.premioilariaalpi.it

5

T alvolta pensiamo che gli appunta-menti internazionali delle reti euro-pee e mondiali a cui aderiamo

siano poco efficaci o poco pragmatici. Maspesso ci sbagliamo. L'incontro di Solidar(grande rete europea di cui l'Arci fa parte)sui temi dell'educazione non formale che siè tenuto a Parigi il 20 e 21 marzo scorso èstato assai interessante ed operativo.I partecipanti provenivano da tutta l'Eu-ropa: Gran Bretagna, Germania, Olanda,Polonia, Svezia, Grecia, Estonia, Lettonia,Francia, Spagna. Durante la mattina delprimo giorno si è discusso del nuovo pro-gramma, proposto dalla CommissioneEuropea, denominato Erasmus for All suitemi dell'educazione, della gioventù e dellosport. Alla fine del confronto si è approva-to un documento con alcune proposte alfine di migliorare tale programma: rinforza-re la dimensione dell'educazione perma-nente e il riconoscimento delle competen-ze trasversali e delle abilità ottenute conl'educazione non formale; rafforzare gliobiettivi complementari dell'educazionequali la cittadinanza attiva, l'inclusione

sociale e l'occupabilità; riconoscere conpiù forza l'importanza del dialogo civile edel ruolo della società civile nel diminuire ilgap tra le istituzioni europee e i cittadinidell'Unione. Durante il pomeriggio si è dis-cusso più specificatamente di modalità divalidazione dell'educazione non formale einformale in relazione 'all'agenda per lenuove abilità e i nuovi lavori' della Com-missione Europea. Anche in questo casosi è deciso di scrivere un documento dainviare alla Commissione Europea, perfare in modo che si prevedano disposizio-ni educative specifiche per gruppi socio-economicamente vulnerabili come: 'lavora-tori poveri', giovani, migranti. E soprattuttoche capacità, competenze e conoscenzeacquisite con l'apprendimento non formalee informale, siano riconosciute come partedi una strategia per colmare i gaps educa-tivi, contribuendo ad accrescere le oppor-tunità di vita delle persone.Nel secondo giorno si è discusso di inte-grazione; anche in questo caso mettendoin luce l'importanza delle competenze tra-sversali o, come sono state chiamate da

alcuni relatori, competenze psicosociali(come risolvere problemi, come prenderedecisioni, sviluppare senso creativo, svi-luppare pensiero critico, consapevolezzadi se stessi, affrontare le criticità).Molto interessante la presentazione del'dialogue-to-change', un programma utiliz-zato negli Stati Uniti ed in Australia, foca-lizzato sul metodo del dialogo e del pro-blem solving, per confrontarsi ed affronta-re problemi sociali e politici delle comunitàlocali. Al termine dell'incontro con Solidar,si è svolto un incontro tra l'Arci e la Liguede l'Enseignement per fare il punto sullacollaborazione e i prossimi appuntamenticomuni. Si sono individuati quattro ambitidi collaborazione prioritari su cui operare abreve termine: legalità (carovana, campilavoro, prodotti locali), promozione dellalettura (progetto Lire et faire lire), Cinemae video (progetto di cortometraggi per lot-tare contro le discriminazioni), laicità (ras-segna dell'Ucca). Talvolta, paradossal-mente, allargare lo sguardo aiuta a focaliz-zare percorsi e progetti.Info: [email protected]

cultura

arcireport

L’ Europa è entrata con prepotenzanelle nostre case con gli spread, laBCE, i default. Lo slancio costruttivo

e positivo che ha caratterizzato la costruzio-ne dello spazio europeo politico e socialesembra essersi affievolito parecchio.Fortunatamente le grandi reti sociali euro-pee tengono vivo il dibattito sulla possibilitàdi costruire un’Europa davvero dei cittadini,dove inclusione sociale e tutela dei dirittidelle persone siano l’obiettivo principaledell’Unione. La definizione di questo proget-to non può certo prescindere da un investi-mento strategico su conoscenza e cultura.Non è un caso che tutti i Paesi che ambi-scono a superare la crisi finanziaria al piùpresto hanno fatto di tutto per non tagliare laspesa pubblica in questi settori. Hanno anzi

rafforzato l’impegno degli stati con l’obiettivodi costruire meccanismi virtuosi che pro-muovano l’intreccio tra intervento pubblico,imprese private, associazionismo e no profitculturale. In questi mesi la CommissioneEuropea ha predisposto le proposte di ripar-tizione dei fondi europei per aree di inter-vento. L’interlocuzione con le reti culturali europeecome Culture Action Europe ha fatto si cheil dibattito sul quanto e il come si utilizzeran-no i fondi per la Cultura ha contribuito a defi-nire il prossimo programma CreativeEurope per il periodo 2014-2020. Sullo scor-so numero di Arci Report Luca Bergamo,segretario generale di Culture ActionEurope, ha ricordato che la trattativa tra gliStati e la Commissione è ancora in corso eil Parlamento Europeo dovrà migliorare ilprovvedimento proposto e, si spera, soste-nere l’aumento di fondi per cultura e creati-vità proposto dalla Commissione. Inoltre, èfondamentale approfondire la discussione sucome i Fondi Strutturali europei, che rappre-sentano la parte più importante del budgetdella Commissione, possono essere volanoper investimenti di politica culturale. Infatti, lacultura è stata riconosciuta come il quarto

pilastro per uno sviluppo duraturo e ha dimo-strato il suo ruolo chiave nella realizzazionedi numerosi nuovi obiettivi della futura politicadi coesione (innovazione, educazione, for-mazione, coesione sociale, sviluppo dellepiccole e medie imprese). Durante le prossi-me tappe di negoziazione, la cultura dovràapparire con chiarezza nel Quadro StrategicoComunitario proposto dalla Commissione. Inparticolare, il Fondo Sociale Europeo, con ilsuo esteso campo d’azione che copre inclu-sione sociale e lotta alla povertà, dovrà dedi-care una linea d’azione specifica per la cultu-ra. Per questo è importante sostenere pressoi governi dell’unione e i parlamentari europeila campagna We Are More promossa daCulture Action Europe firmando l’appello online e organizzando appuntamenti ed azionidi sensibilizzazione. Il 29 marzo a Roma,presso la città dell’Altra Economia, si svolge-rà un incontro dal titolo We Are More - Agireper la Cultura in Europa organizzato dall’Arci,Eccom, il GAI, Perypezie Urbane, in collabo-razione con la Fondazione Rosselli, chevedrà molte voci diverse associarsi allarichiesta di rafforzare le politiche europee perla cultura. Info: [email protected]

Agire la cultura in Europa: il 29 marzo a Romauna giornata di riflessione e dibattito

Due utili incontri a Parigi con Solidar e la Ligue de l’Enseignement

C’è tempo fino al 30 aprile per partecipare alla VI edizione del progetto Bonelli. Verranno selezionati10 giovani per 310 ore di stage finanziati con borse di studio.Per iscriversi: www.progettobonelli.it

PROGETTO BONELLI

notiz

iefla

sh

n.12 27 marzo 2012

arci

L' associazione culturale Aché (circoloArci) dei maestri Irma Castillo eUlises Mora è attiva a Roma presso

il Centro Malafronte con la Scuola di folkloree balli popolari cubani Clave de son, chepropone corsi di danza afrocubana, salsa,rumba e Son cubano. L'associazione hainoltre l'obiettivo di promuovere la culturacubana a livello internazionale grazie all'or-ganizzazione di progetti ed eventi culturali.La prossima importante attività in program-ma è Timbalaye - Forum internazionale dirumba cubana, una manifestazione a carat-tere culturale e istituzionale che si svolgeràdal 30 marzo al 1 aprile in differenti locationdella città di Roma. Questo evento prende ilnome dal progetto di integrazione culturaleTimbalaye che dal 2007, tramite la realizza-zione di Festival ed eventi internazionali,promuove lo scambio culturale tra diversipopoli e il turismo culturale responsabile,partendo dalla Rumba come manifestazionefolklorica caratteristica della cultura cubanae come esempio di tradizione popolare digrande connotazione antropologica e socia-le. Timbalaye nasce dal lavoro di promozio-ne della cultura cubana svolto in Italia, inparticolare a Roma, da quindici anni dall'as-sociazione culturale Aché, diretta da Ulises

Mora e Irma Castillo, e a Veracruz inMessico, e ha come obiettivo quello dicomunicare a livello internazionale la forzadelle espressioni folkloriche rappresentativedell'identità di un popolo.L'idea di realizzare un Forum su questotema nasce dall'esigenza di promuovere undialogo costruttivo, multiculturale, intercultu-rale, trasversale e creativo sulla RumbaCubana coinvolgendo artisti, intellettuali eamanti della cultura di qualsiasi nazionalitànel rispetto di quelle che sono le finalitàgenerali di un progetto di integrazione cultu-rale di respiro internazionale, qualeTimbalaye vuole essere. Partendo da que-ste riflessioni e considerando la vastità el'importanza degli studi compiuti sullaRumba Cubana, i risultati artistici ottenuti, gliambiti investigativi che coinvolge e la quan-tità di Paesi interessati ad approfondire que-sto tema, il progetto Timbalaye, con l'appog-gio e il patrocinio di numerose Istituzioni(Uneac, Fundaciòn Fernando Ortiz,Asociaciòn Hermanos Saìz) e intellettualicubani (tra cui la musicologa Cary Diez e ildocente universitario Josè Matos Arevalos)ha deciso di presentare all'Unesco un dos-sier per la candidatura della Rumba Cubanacome Patrimonio Orale e Immateriale

dell'Umanità, al fine di ottenere un rico-noscimento internazionale di questaforma di tradizione popolare, tutelan-dola e lasciandone testimonianza con-creta. Questo Forum sarà dunqueun'occasione per dimostrare l'interna-zionalità della Rumba Cubana, oltrealla sua importanza nazionale, coinvol-gendo e valorizzando tutte le realtàlocali che trattano questo argomento eche desiderano condividere le loroesperienze artistiche, e invitando ospi-ti internazionali che appoggiano que-sta candidatura. Tra gli ospiti dellamanifestazione, ci sarà anche MiguelBarnet, Presidente della Unione degliArtisti e Scrittori di Cuba (Uneac) edella Fundación Fernando Ortiz,recentemente insignito del titolo diCavaliere della Repubblica Italiana,antropologo, scrittore e poeta di famainternazionale, che ha già concessoalla manifestazione il patrocinio delleIstituzioni di cui è Presidente. La mani-festazione ha già ottenuto inoltre ilpatrocinio della Asociación NacionalHermanos Saíz di Cuba, (associazio-ne di giovani artisti e creatori),dell'Ambasciata della Repubblica diCuba in Italia, del Governo dello Statodi Veracruz in Messico, dell'Istituto

Cervantes di Roma, dell'Istituto Italo Lati-noamericano, del Comune di Roma -Assessorato alle politiche culturali e centrostorico di Roma Capitale -, di ZétemaProgetto Cultura, della Provincia di Roma,dell'Assessorato Cultura Arte e Sport dellaRegione Lazio e dell'Arci nazionale.L'evento è realizzato con la partnership tec-nica di Distal e ITR Group e CLANCommunication SRL. Info: www.timbalaye.org

6cultura

arcireport

- Venerdì 30 marzo, dalle 16 alle 18.30, pres-so l'Auditorium dell'Ara Pacis in via di Ripetta190, Timbalaye - Forum internazionale sullarumba cubana, a sostegno della candidaturadella Rumba Cubana a essere proclamatadall'Unesco Patrimonio Orale e Immaterialedell'Umanità. Ospite d'onore sarà MiguelBarnet, Presidente della Uneac e dellaFundación Fernando Ortiz, etnologo, scrittore,poeta, recentemente nominato Cavaliere dellaRepubblica Italiana. La conferenza verrà tra-smessa via web contemporaneamente aRoma, La Habana e Vera Cruz.- Sabato 31 marzo, alle 21, presso il TeatroItalia, in via Bari 18, Timbalaye Galà artisticoInternazionale, spettacolo dedicato al folklorecubano con musica dal vivo e ballo.- Domenica 1 aprile, presso il centro culturaleMalafronte, in via dei Monti di Pietralata, dalle15 alle 17 stage di Rumba Cubana con musi-ca dal vivo. Ospiti i grandi Rumberi Orlando elBailarin e Fariñas. Due ore di divertimento perapprendere il ballo e la ritmica di questo gene-re musicale cubano, protagonista del Foruminternazionale. Dalle 17.30 alle 18.15 presen-tazione del progetto editoriale Timbalaye -Rivista internazionale di Rumba Cubana, unaraccolta di saggi e riflessioni scritte daRumberi, antropologi, musicologi, filosofi eartisti su uno degli aspetti più importanti dellaCubanía. Dalle 18.30 alle19.30 presentazionedel progetto sul Multidestino culturale (a curadi Maria Elena Mora), un progetto di turismoculturale legato alle attività di promozioneorganizzate da Timbalaye in diverse parti delmondo con l'obiettivo di promuovere la culturafolkloristica dei Paesi ospitanti e la loro intera-zione con la realtà di Cuba, attraverso l'orga-nizzazione di attività culturali e artistiche.Info: [email protected]

Timbalaye - Forum Internazionale di RumbaCubana. Dal 30 marzo al 1° aprile a Roma

Programmadell’iniziativa

arci

n.12 27 marzo 2012

7pace

arcireport

I l 4 aprile di trenta anni fa oltre centomilasiciliani, ma anche tanti, tantissimi giuntida ogni parte d’Europa, sfilarono per le

campagne di Comiso, dentro la città per direno alla costruzione di una base militare cheavrebbe dovuto accogliere 112 missili cruisea testata nucleare. Erano parte di un podero-so movimento europeo che per un decennio,in un continente diviso dal muro di Berlino eminacciato dalla guerra atomica, combattèper liberare il mondo dal dominio delle super-potenze di allora, Stati Uniti e Unione So-vietica, convinto della necessità di un’Europa«senza missili dall’Atlantico agli Urali», in cuisolo la pace e la distensione - e non il riarmo- avrebbero facilitato i processi di democra-tizzazione nell’Est Europeo.I missili a Comiso indicavano che il nuovofronte del conflitto si stava spostando nelMediterraneo: il nuovo nemico del nord eraormai il sud, come la storia degli anni suc-cessivi ha poi dimostrato. Alla testa e al fian-co di quel corteo colorato, alla guida di quelmovimento straordinario fatto di donne euomini di culture ed esperienze diverse, ditante ragazze e ragazzi che si affacciavanoper la prima volta alla politica stava un uomoche più di ogni altro aveva intuito come lalotta e l’impegno per la pace, contro la milita-rizzazione della Sicilia si intrecciava a filodoppio con un impegno più antico, quelloantimafia, per la democrazia, per la legalità.Quell’uomo, Pio La Torre, poche settimanedopo quella straordinaria giornata, il 30 diaprile del 1982, veniva assassinato a Paler-mo, assieme a Rosario Di Salvo. Assassinato dalla mafia, che da tempo loaveva individuato come nemico principaleper l’attacco da lui sferrato ai patrimoni eco-nomici dei mafiosi, e che ora voleva manolibera nelle speculazioni edilizie promessedal grande insediamento che si stava proget-tando attorno alla base militare.Pio La Torre e quello straordinario movimen-to contrapponevano all’idea di Sicilia comeportaerei e avamposto armato nel Mediter-raneo, quella di piattaforma di pace e dialo-go, di terra capace di valorizzare le proprierisorse locali, agricole e culturali innanzitutto.Oggi la base nucleare di Comiso non c’è più.E neppure il Muro di Berlino. Il mondo è cam-biato. Ma le parole d’ordine di quella giorna-ta, le rivendicazioni di quel movimento, leansie e le preoccupazioni che Pio La Torreesprimeva mantengono inalterata la loro vali-dità. Nel pianeta c'è il più alto tasso di ine-guaglianza mai raggiunto. Aumenta lo sfrut-tamento degli esseri umani, della natura e deibeni comuni. Nella crisi globale di sistema,l'Europa declina e cede al mercato i diritti, la

democrazia, la sua unità e i suoi popoli.Il Mediterraneo in questi anni è stato moltolontano dal diventare il mare di pace sognatoe rivendicato da chi si mobilitava in quei gior-ni. Sempre più spesso i riflessi delle sueacque si sono colorati delle tinte drammati-che delle guerre che hanno devastato granparte delle sue coste, a tutte le sue latitudini:da quelle adriatiche (attraverso le quali esat-tamente 20 anni fa la guerra arrivava aSarajevo) alle coste del medio oriente o aquelle della Libia fino a pochi giorni fa. O laguerra non dichiarata che si è estesa dal MarEgeo fino allo stretto di Gibilterra contro chifugge dal proprio paese alla ricerca di unasperanza, di un futuro diverso verso un’Euro-pa ogni giorno più rapace ed egoista. SulMediterraneo sognato, pensato, voluto comemare di pace si è levato il lezzo insopportabi-le delle stragi, delle bombe, degli egoismi deipaesi ricchi della sponda europea capaceanche di cancellare il profumo dei gelsominidella primavera araba.Oggi più che mai, avvertiamo la necessità ditornare a Comiso dopo trenta anni, nel nomedi Pio La Torre, per:- riaffermare un impegno e una volontà dipace;- superare le ipocrisie di chi da una parte dicedi voler sostenere l’ansia di libertà dei popoliarabi e che poi in realtà utilizza le bombeanche contro civili inermi per assicurarsi il

controllo delle fonti di approvvigionamentoenergetico; - denunciare la continua militarizzazione delnostro territorio (da Trapani a Lampedusa, daSigonella a Niscemi, attraverso i GlobalHawk e il MUOS), lo sfruttamento e la distru-zione del mare, delle coste, del territorio;- sconfiggere chi pensa al Mediterraneo sola-mente come un unico immenso mercatodentro il quale solo le merci hanno diritto amuoversi e chi ha voluto blindare le nostrefrontiere, trasformando porzioni della nostraisola in lager dove tenere reclusi, privi di ognidiritto, migliaia di persone;- sostenere in maniera attiva e vera le socie-tà civili democratiche mediterranee;- promuovere una comunità mediterraneadei diritti, per uscire insieme dalla crisi eco-nomica e sociale;- rilanciare l’impegno contro le mafie, per lademocrazia e la libertà.

Tra i firmatari l’Arci, insieme a numeroseorganizzazioni della società civile.

Informazioni e programma: http://comiso4aprile.blogspot.com

per adesioni inviare una mail a:[email protected] facebook: 4 aprile 2012. A Comiso, 30 anni dopo.

Un appello per tornare a Comiso 30 anni dopo.Per Pio La Torre e per un Mediterraneo di pace

arci

n.12 27 marzo 2012

ore 9.30 - Piazza Fonte DianaAnimazione con bambini e ragazzi

ore 10.30 - Teatro ComunaleAssemblea con gli studenti:Comiso 30 anni fa: i comitati per la pace, lelotte contro i missili, il percorso del movimentononviolento, il milione di firme.Fare memoria del passato per proiettarsi nel futu-ro: il mediterraneo, la sostenibilità, le rivoluzioniarabe, la costruzione di società giuste e democra-tiche.Intervengono: Luciana Castellina e AngeloCapitummino.

ore 16.30 - Piazza Fonte DianaAnimazione con bambini e ragazzi.Premiazione concorso per scuole primarie.Allestimento mostre e punti informativi.

ore 17.00 - Centro Servizi Culturali, via degli Studi

Incontro pubblico:Comiso 30 anni dopo… memoria e prospettive.Per un Mediterraneo mare di Pace…Introducono: Jinjuo Morishita, Carmelo Petralia,Girolamo Piparo

Coordina: Antonio Mazzeo

Intervengono: Luciana Castellina, Tonio Dell'Olio,Franco La Torre, Riccardo Milano.

ore 19.30 - Galleria degli Archi, via Calogero 22Inaugurazione mostra Memoria Comiso … 30 anni dopo

ore 20.00 - Piazza Fonte DianaComiso in parole e immagini Brevi testimonianze, fotografie, video

ore 21.00 - Piazza Fonte DianaComiso in musicaGruppi emergenti ragusaniCiaudà, QBeta.

4 aprile 2012 - A COMISO, 30 ANNI DOPOIL PROGRAMMA

8

Oggi in Europa circa 600mila persone ognianno, bambini compresi, sono detenuti,nella maggior parte dei casi sulla base diuna semplice decisione amministrativa. Questo 'trattenimento' può durare sino a 18mesi in attesa di un'espulsione e per il solomotivo di aver violato la legislazione cheregola l'entrata e il soggiorno degli stranierinegli Stati membri dell'UE. Queste persone non sono private soltantodella libertà di movimento, ma spessoanche dell'accesso all'assistenza legale,alle cure mediche, al diritto di vivere con leloro famiglie. Ad oggi, nella maggior partedei Paesi europei, l'accesso dei giornalisti edella società civile nei luoghi di detenzionedei migranti è estremamente limitato. Ingenerale, è concesso solo ai parlamentari. Questa mancanza di trasparenza favorisceabusi e violazioni dei diritti. L'accesso all'in-formazione è, tuttavia, un diritto inalienabiledei cittadini europei, difeso da tutte le istitu-zioni europee. L'art.11 della Carta dei dirittifondamentali fa riferimento alla «libertà diricevere o comunicare informazioni o ideesenza chi vi possa essere alcuna ingerenzadell'autorità pubblica». La stessa direttiva

rimpatri del 2008, per quanto giustamentecontestata da molte organizzazioni, preve-de che «le organizzazioni nazionali, interna-zionali e non governative competenti hannola possibilità di visitare i centri di tratteni-mento». Questi principi devono essererispettati. I luoghi di detenzione degli stra-nieri non possono rimanere una realtà checi viene nascosta. Per questo: - chiediamo ai Governi degli Stati membri ealle istituzioni dell'UE di agire affinché i cen-tri di detenzione o trattenimento siano aper-ti alla società civile e alla stampa; - chiediamo ai parlamentari e alle personecui è garantito l'accesso ai centri di mobili-tarsi per favorire l'evoluzione della legisla-zione nazionale ed europea su questotema; - poiché la politica migratoria europea si'esternalizza' sempre più e spinge i Paesiterzi ad aprire campi di detenzione sul pro-prio territorio per impedire ai migranti di rag-giungere l'Europa, l'accesso e la trasparen-za per i luoghi di detenzione dovrebbeessere la norma anche in questi paesi noneuropei. Info: www.openaccessnow.eu

migranti

arcireport

Grande soddisfazione dell'Arci per lasentenza con cui il giudice di paceGiandomenico Cavazzuti ha dispo-

sto nei giorni scorsi l'immediata scarcera-zione di Andrea e Senad - i due ragazzi diorigine straniera, nati e cresciuti aSassuolo, rinchiusi nel Cie di Modena -con la motivazione che «chi nasce in Italia,anche se da genitori stranieri, non puòessere trattenuto nei centri di identificazio-ne ed espulsione così come chi è senzapatria», escludendo che in questi casipossa essere applicata la legge Bossi-Finie le disposizioni del T.U. sull'immigrazione.Il giudice ha quindi annullato di fatto il prov-vedimento di trattenimento per 'identifica-zione in attesa di espulsione' adottato dalPrefetto, con una sentenza di cui si dovràtener conto anche in altri casi. Il pronunciamento arriva all'indomani dellaconsegna, da parte della CampagnaL'Italia sono anch'io, di oltre 100mila firme- di cui ben 7.100 raccolte proprio aModena - per una legge di iniziativa popo-lare che riforma radicalmente l'attuale nor-mativa sulla cittadinanza. Ci auguriamo che ciò rappresenti un ulte-

riore stimolo per il Parlamento a calenda-rizzare in tempi rapidi la discussione suuna materia che richiede un urgente ade-guamento legislativo e intorno alla quale siè determinato un largo consenso dell'opi-nione pubblica. Per Andrea e Senad, trattenuti per quasidue mesi nel Cie di Modena, non sarà faci-le superare la difficile esperienza. Ma lasua positiva conclusione, possibile anchegrazie alla mobilitazione che si era creatain tutta Italia per la loro liberazione, aiuta lascrittura di una pagina nuova sulla titolaritàdella cittadinanza. I due fratelli, di 23 e 24 anni, sono nati ecresciuti in Italia da genitori bosniaci, fino aqualche tempo fa regolarmente residentinel nostro Paese. Venditori ambulanti, nel 2007 hanno persoil lavoro e insieme il permesso di soggior-no. E i figli sono diventati apolidi, non aven-do uno status giuridico definito. Lo scorso febbraio, in seguito a un control-lo, i due giovani sono stati portati al Cie diModena. In possesso di documenti di identità, maprivi di passaporto, non potrebbero nem-

meno essere rimandati in Bosnia perchénon sono stati registrati all'ambasciata delpaese d'origine dei genitori. Una situazione paradossale, che la sen-tenza risolve solo in parte visto che l'attua-le legge sulla cittadinanza non contemplalo ius soli. C'è quindi un vuoto legislativo che va col-mato, come sostiene anche il legale deiragazzi che per ora possono chiedere sololo status di apolidi. Ma la sentenza metteanche in luce la necessità di chiarire la fun-zione dei Cie e le caratteristiche di chi puòesservi trattenuto.Dovrebbero essere infatti centri di identifi-cazione, ma ragazzi come Andrea e Senadsono già stati identificati al momento dellanascita, con l'iscrizione all'anagrafe delcomune in cui risiedevano i genitori. Si conferma dunque ancora una volta ilcarattere di 'carceri etniche' di queste strut-ture, che andrebbero chiuse in tutta Italia esostituite da centri di accoglienza veri,proiettati verso l'inclusione e l'integrazionedi chi arriva e vuol restare nel nostroPaese. Info: www.litaliasonoanchio.it

A Modena una sentenza storica. Adesso la riforma della legge sulla cittadinanza

'Open Access Now', una campagna di Migreurop e European Alternatives

Asilo, 301milarichieste nel 2011Secondo i dati Eurostat sono salite a301mila le richieste d'asilo nei paesi dell'Uea 27 nel 2011; nel 2010 erano 259mila. Sono soprattutto afghani (28 mila, il 9% ditutti i richiedenti), russi, pakistani, iracheni eserbi. Il maggior numero di richieste si regi-stra in Francia e in Germania, seguonoItalia, Belgio, Svezia, Regno Unito, PaesiBassi, Austria, Grecia e Polonia. Questi 10 paesi da soli contano oltre il 90%dei rifugiati. Se invece si considera il rap-porto tra il numero dei migranti e quello degliabitanti è Malta ad avere il tasso più alto,seguita da Lussemburgo, Svezia, Belgio eCipro. I richiedenti asilo si concentrano inparticolare in alcune regioni. Le concentra-zioni più alte si registrano in Polonia,Lettonia, Lussemburgo, Lituania, Bulgaria eUngheria. Delle 237.400 istanze prese inesame, il 75% sono state respinte. Lo status di rifugiato è stato concesso a29mila richiedenti (12%), a 21.400 (9%) laprotezione sussidiaria e a 9.100 (4%) unpermesso di soggiorno per motivi umanitari.Ma Eurostat precisa che le decisioni presenel 2011 possono far riferimento anche alledomande pervenute negli anni precedenti.

n.12 27 marzo 2012

arci

9

S i è tenuta il 17,18 e 19 marzo a Ge-nova, dopo il partecipatissimo cor-teo di Libera in ricordo delle vittime

di mafia, la III Assemblea Nazionale dellaRete della Conoscenza, il network dei sog-getti in formazione che riunisce gli studentimedi dell'Unione degli Studenti e gli univer-sitari di Link - Coordinamento Universitarioe conta centinaia di associazioni e collettiviin tutta Italia. Una tre giorni assembleare incui più di 300 studenti da Torino a Bari, daPadova a Napoli, hanno cercato di fare ilpunto sulla situazione politica nel nostroPaese e nel mondo. Contestare e creare èstato il titolo scelto per questo appuntamen-to, parafrasando il filosofo LudovicoGeymonat: «Contestate e create; non cade-te dalla contestazione nello scetticismo;mettete sempre in discussione le conquistedi un'epoca dall'epoca successiva. È benenon dimenticare mai che la storia delle ideeè storia di lotte e di conquiste, di contesta-zioni e di creazioni. E, dunque, l'idea di con-testazione e quella di creazione camminano

appaiate».Una citazione che rispecchia le aspirazionie le potenzialità della nostra generazione, lagenerazione della precarietà esistenziale,la generazione caratterizzata per la primavolta nella storia repubblicana da condizionidi vita peggiori di quella precedente, lagenerazione dell'attacco del mercato aisaperi, ai diritti e ai beni comuni, la genera-zione della e nella crisi. Una generazione che di fronte a sé ha peròla possibilità di contestare il gigantesco pro-cesso messo in campo dal potere economi-co-finanziario (una crisi pilotata con la com-plicità della politica per operare una redistri-buzione di capitali dal basso verso l'alto efagocitare concetti secolari quali la demo-crazia, la giustizia, la sovranità popolare)ma anche di creare un modello alternativodi sviluppo, di costruzione dei processidemocratici, di gestione dei beni comuni. D'altronde, l'etimologia di 'crisi' dal greco è'scelta', 'punto di svolta'. In questo senso è stato rimarcato il ruolo

centrale dei saperi e quindi dei soggetti informazione nella costruzione di un'alternati-va all'attuale modello economico e demo-cratico. È stato rimarcata quindi la necessi-tà di impostare come punto di partenzaquello della ripubblicizzazione dei luoghi edelle forme della conoscenza, in netto con-trasto con un ciclo ormai più che decennaledi definanziamento, privatizzazione, mercifi-cazione. Tra gli ospiti anche Paolo Beni,Presidente dell'Arci, con la quale da semprela Rete della Conoscenza condivide iniziati-ve politiche a livello nazionale e locale. Assieme a lui e agli altri ospiti il confronto èstato stimolante e proficuo. La Rete della Conoscenza riparte quindi daGenova, da un dibattito che ha fatto emer-gere alcuni punti chiave nella costruzione diun altro modello di sapere, nella lotta allaprecarietà, nella gestione pubblica dei benicomuni, nella pratica della democrazia neiluoghi della formazione e nei movimenti.Sono delle ottime basi per riattivare la par-tecipazione nelle nostre scuole e universitàe sui territori e per riprenderci quel futuroche, in troppi, vorrebbero toglierci. Noisiamo pronti.

società

arcireport

L a Joint Social Conference si riuniscenei prossimi giorni a Bruxelles. Larete europea del dialogo fra i sinda-

cati della Ces e dalla Cgil con i movimentisociali si concluderà con una tavola rotondafra società civile, sindacalisti e parlamentarieuropei per porre le basi di un SummitEuropeo Alternativo. Alternativo all'abbando-no del modello sociale europeo e alla distru-zione di democrazia con cui l'Europa starispondendo alla crisi, senza risolverla eanzi aggravandola - come emerge dai datisul debito pubblico. Società civile e parla-mentari si incontrano di nuovo a Bruxelles il29 e 30 maggio chiamati da Sbilanciamoci edai firmatari dell'appello Un'altra strada perl'Europa. Il Parlamento Europeo, che erafinalmente riuscito a conquistare maggiorpotere, viene degradato a ruolo consultivo, eneppure obbligatorio, con le modifiche ulti-me al Trattato. Diventa dunque essenzialel'alleanza fra società civile, lavoratori e sin-dacati, istituzioni democraticamente elette,enti locali ai quali vengono sottratti diritti,poteri e sovranità. A inizio maggio, sempre aBruxelles, il tentativo di riconnessione delleagende di società civile prosegue con la tre

giorni promossa dal TNI, autorevole centrodi studi e ricerche internazionali, e dalCorporate Observatory, l'osservatorio sueconomia e finanza ai tempi del neoliberi-smo. A metà maggio sarà la volta dellemobilitazioni degli indignati a un anno dallanascita del movimento, e di Occupy Frank-furt, tre giorni di iniziative contro le politichedella Banca Centrale Europea a cui parteci-peranno delegazioni di tutta Europa. A giu-gno invece sarà il turno delle reti di associa-zionismo europeo, che si riuniscono inDanimarca in occasione della PresidenzaDanese: oltre all'Assemblea Generale delForum Civico Europeo, si terrà un grandeforum con 500 delegati associativi di tuttaEuropa. Poi in molti traverseranno l'oceanoper partecipare alla Cupola dei Popoli inoccasione di Rio+20. Un enorme eventofuori dall'Europa ma che con le nostre coseha molto a che fare, visto che la riconversio-ne ecologica dovrebbe essere la ricetta peruscire dalla crisi con più diritti, più democra-zia e più benessere. Un altro salto geografico ci sarà a luglio, perpartecipare a Monastir all'evento di lanciodel Forum Sociale Mondiale 2013 che si

terrà in Tunisia, per la prima volta nellanostra regione mediterranea. L'Arci ci arrive-rà per mare, con la flottiglia europea per idiritti dei migranti, oltre che con molte altrequestioni afferenti a nostri terreni di lavoro. E così, dopo una stagione impiegata a strin-gere i fili di un nuovo fronte democraticoeuropeo perché da solo non si salva nessu-no, a settembre ci incontreremo a Milano,per il seminario europeo in preparazione diFirenze 10+10, che si svolgerà a novembrenel decennale del primo Forum SocialeEuropeo. Se questo tentativo di riconnessione funzio-nerà, non si può sapere. Ma che valga lapena provarci, non ci sono dubbi. Info: [email protected]

Riconnettere società civile, sindacati, istituzionidemocratiche. Perché da solo non si salva nessuno

‘Riprendiamoci il futuro’. La Rete della Conoscenza riparte da Genova

n.12 27 marzo 2012

arci

di Federico Del Giudice, nuovo portavoce della Rete della Conoscenza

Si è costituito il Tavolo permanente diconfronto tra Governo, Terzo settore

e volontariato per garantire una interlocuzione costante e fattiva.

Il Tavolo è coordinato dalla sottosegretaria Maria Cecilia Guerra

ROMA

notizieflash

N el 2008 una finanza senza regoleha provocato una crisi planetaria eha richiesto giganteschi interventi

pubblici per essere salvata. Nel 2011 l'au-mento dei debiti pubblici legato a questisalvataggi e la recessione dovuta ai dannicausati dalla finanza-casinò provocanouna crisi dei debiti sovrani. In realtà quelladegli ultimi mesi è nuovamente una crisibancaria e finanziaria molto prima chedegli Stati. Per una pluralità di motivi legrandi banche continuano a essere estre-mamente fragili e necessitano di ingenticapitali pubblici. Tra dicembre 2011 emarzo 2012 la BCE eroga al sistema ban-cario oltre 1.000 miliardi di euro, ma impre-se e famiglie continuano ad avere enormidifficoltà di accesso al credito. A fronte di questa situazione, non solo nonsi rimette radicalmente in discussione l'in-tero sistema finanziario ma nella maggiorparte dei Paesi europei, Italia in testa, siapprovano tutta una serie di misure percompiacerlo.

Noi cittadini per l'ennesima volta dobbiamostringere la cinghia e accettare piani diausterità per restituire fiducia ai mercati,come se all'esatto opposto non fosse unafinanza trasformatasi in un gigantescocasinò a dovere invertire la rotta per pro-vare a riconquistarla, la nostra fiducia.Incredibilmente la stessa crisi viene utiliz-zata come alibi e come grimaldello perimporre ulteriori liberalizzazioni e lo sman-tellamento dello Stato sociale e dei dirittiacquisiti. La ricetta per uscire dalla crisi è un ina-sprimento delle dottrine che ci hanno tra-scinato nella crisi stessa. Lo Stato italianodeve ridurre il rapporto debito-pil perchésono i mercati a imporcelo. Non si parlapiù di benessere, il parametro di riferimen-to delle nostre vite è lo spread. L'economiareale deve adattarsi ai diktat della finanzae inseguire i tassi di profitto richiesti daglispeculatori. In questo quadro è emblema-tico come il lavoro venga progressivamen-te degradato a una mera variabile di costo

da minimizzare per aumentare i profitti ecompiacere i mercati. Occorre ribaltarequesto approccio. Per questo l'edizionedel 2012 di Terra Futura, nel proporrecome ogni anno un laboratorio di buonepratiche per la sostenibilità, ha deciso dimettere proprio il lavoro al centro del pro-gramma culturale. Un lavoro visto comeleva fondamentale per un modello radical-mente diverso. È questa l'unica via d'uscita duratura alleattuali molteplici crisi (ambientale, finan-ziaria, economica, sociale), e per ripartiresu basi diverse. Sin dalla sua prima edi-zione, nel 2003, Terra Futura discute disoluzioni e propone un diverso modello.Un modello che non sia più fondato sullacrescita quantitativa dei consumi e del PIL,ma su uno sviluppo qualitativo, che partadal benessere delle persone e dalla tuteladell'ambiente. Un modello che si dimostra più che maiattuale e da attuare senza ulteriori ritardi.Come primo passo, la finanza deve torna-re a essere uno strumento al servizio del-l'economia e delle persone, non il contrariocome avviene oggi.

10ambiente

arcireport

Le dimensioni che definiscono il benes-sere sostenibile e misurano lo sviluppodi qualità secondo il Quars sono

Ambiente, Economia e lavoro, Istruzione ecultura, Diritti e cittadinanza, Pari opportunità,Salute, Partecipazione: dalla media di questisette macroindicatori si ottiene la classificafinale. Nelle prime posizioni si distinguono leregioni del Nord (anche se alcune, comeLiguria e Lombardia, evidenziano difficoltà elacune) e del Centro, mentre nella partebassa seguono le regioni del Mezzogiorno. Quest’anno la soglia dei valori positivi delQuars è al livello della dodicesima posizioneoccupata dal Lazio. Al di sotto ci sono leregioni che ottengono risultati inferiori allamedia. Questa soglia, ancora una volta, tornaa marcare l’evidente divario tra le regioni set-tentrionali e quelle meridionali. Continua inve-ce l’andamento positivo delle regioni centrali:se Lazio e Abruzzo svolgono un ruolo dicuscinetto fra le due Italie, l’Umbria, guada-gnando tre posizioni, ha compiuto un notevo-le progresso verso la qualità del benessere.Anche quest’anno il Trentino-Alto Adige siconferma in prima posizione nella classificagenerale del Quars, grazie ai risultati eccel-

lenti in Economia e lavoro, Diritti e cittadinan-za e Partecipazione e alla buona prestazionenella dimensione Ambiente. Una regionequindi sostanzialmente ricca, attenta al terri-torio e alla qualità sociale, dove anche l’indi-catore relativo a Istruzione e cultura è miglio-rato. Al secondo posto si posiziona l’Emilia-Romagna, con risultati superiori alla mediaper tutti i macroindicatori salvo quello relativoall’Ambiente. Segue l’Umbria, che passa alterzo posto primeggiando nelle pari opportu-nità e con ottimi risultati per Istruzione e cul-tura. Troviamo poi a pari merito Valle d’Aostae Toscana: la Toscana perde quindi una posi-zione ma confermando buoni risultati nellepari opportunità, nella dimensione economi-ca, in qualità ambientale, Istruzione e cultura.La Valle d’Aosta riconferma valori fra i più altidella penisola in Ambiente e Pari opportunità,ma perde posizioni in Diritti e Salute, e ottie-ne uno dei peggiori risultati in Istruzione e cul-tura. Seguono poi Friuli Venezia Giulia,Veneto, Marche, Lombardia e Piemonte, chemantiene risultati positivi anche se non eccel-lenti in tutte le dimensioni. La Liguria è lapenultima a ottenere un Quars positivo: leperformance negative sono attribuibili alla

componente ambientale, mentre Diritti e citta-dinanza è la dimensione in cui ottiene ilmiglior piazzamento, peggiorando però dimolto nel macroindicatore Salute. Il Lazio sicolloca in dodicesima posizione, recuperan-do la posizione persa l’anno scorso. Ottieneancora il primo posto in Istruzione e cultura,ma continua a soffrire molte debolezze nelledimensioni Ambiente, Diritti e cittadinanza,Economia e lavoro e Salute. Apre la partenegativa della classifica l’Abruzzo, con unrisultato complessivamente peggiorato rispet-to all’anno scorso. Seguono Molise, Sar-degna e Basilicata, con risultati in prevalenzanegativi o prossimi alla media nonostantequalche eccezione positiva, come nel casodel Molise che ottiene valori soddisfacenti inIstruzione e cultura e Diritti e cittadinanza. Ilcluster di regioni che chiude la classifica riba-disce quanto sia necessario intervenire neiterritori del Mezzogiorno per migliorare il livel-lo di benessere e sostenibilità. Puglia,Calabria, Sicilia e Campania presentanoinfatti valori al di sotto o prossime alla mediain tutte le dimensioni del Quars, andando cosìa occupare le ultime quattro posizioni dell’in-dice.

La qualità sociale e ambientale regione per regione.Sbilanciamoci! presenta il IX Rapporto Quars 2011

arci

n.12 27 marzo 2012

di Andrea Baranes, Presidente Fondazione Culturale Responsabilità Etica

Terra Futura: il lavoro come leva fondamentale per usciredalla crisi al centro del programma culturale

C oesione sociale è la capacità diuna società di assicurare il welfaredi tutti i suoi membri, minimizzando

le disparità e contrastando la concentrazio-ne. Una società coesa è una comunità diindividui liberi, che si aiutano mutuamente,e che perseguono tali obiettivi attraversomezzi democratici (fonte: European Com-mittee for Social Cohesion - 2004).Arci Mantova nel 2008, insieme all'ammini-strazione comunale di Mantova, ad alcuneassociazioni di volontariato, di categoria edi promozione sociale, enti morali, universi-tà, ha iniziato ad interrogarsi sul che cosafosse la coesione sociale in concreto ecome si potesse realizzare nella vita di tuttii giorni a Mantova. Ha declinato il concettoteorico su due quartieri mantovani, coinvol-gendo circa cinquemila cittadini/e, 23enti/associazioni e proponendo 19 azioni, acavallo tra servizi sociali e attività socio-ricreative e realizzando un progetto di siste-ma flessibile e sensibile ai cambiamenti deibisogni intercettati e al protagonismo deglistessi cittadini, spezzando la dicotomiafissa cittadini-fruitori/utenti. Nasce così L'Arco e le Pietre: percorsi di

coesione sociale. Il tentativo di discussionesulla coesione sociale cerca di superare l'i-dea di inclusione di categorie svantaggiateper arrivare a promuovere politiche di wel-fare rivolte all'intera popolazione che tenga-no conto della complessità dei bisogniespressi e delle risorse messe a disposi-zione da un insieme di persone, agendonon solo sulle fragilità, ma anche sullepotenzialità di una comunità. L'occasionead Arci Mantova è stata offerta dal bando diFondazione Cariplo. Il progetto prevedeuna durata di 3 anni (2010-2013) al terminedei quali si sarebbe dovuta valutare la pos-sibilità di replicare il metodo in altre zonedella città mantenendo attivi alcuni degliinterventi più significativi e riusciti. Nel frattempo è occorsa la crisi economicae la Regione Lombardia, così come gli altrienti pianificatori di servizi e di politichesociali, ha scelto, di fronte alla contrazionedi risorse, di fare un passo indietro sultema, dopo qualche manifestazione d'inte-resse pubblica. Coesione sociale è un temache, malgrado questo ripiegamento di pen-siero diffuso, sta ispirando almeno nelnome ministeri e assessorati locali, però

ancora non si capisce cosa questo signifi-chi. Anche a Mantova ci si sta interrogandosul futuro del progetto e del valore che si èattribuito alla coesione sociale nella costru-zione di un nuovo welfare. Lo si è fatto allaluce dei tagli impietosi di enti pubblici e dienti erogatori vari. Si è maturato però il con-vincimento che proprio perché le risorse delwelfare tendono a contrarsi è sano e auspi-cabile rivolgere attenzioni al rafforzamentodi un'infrastrutturazione del sociale chetenga conto non solo dei bisogni delle per-sone, ma anche delle risorse che le stessepersone appartenenti a una comunità pos-sono mettere in gioco. L'essere cittadini/e attivi costituisce il dna diArci, infatti lo statuto valorizza la capacitàdei singoli di mettersi insieme e di sceglie-re democraticamente di operare in favoredella comunità. Crediamo quindi che, mal-grado il mutare delle condizioni, il percorsointrapreso vada proseguito cercando conpiù attenzione il confronto con quei sogget-ti che come noi credono che le persone e leloro idee siano la prima risorsa del welfareche si vuole costruire e rafforzare. Info: www.arcoelepietre.it

11incircolo

arcireport

Il lusso di parlare di coesione sociale.Il welfare al tempo della crisi

arci

n.12 27 marzo 2012

Documentario sul sismaL’AQUILA - Sabato 30 marzo alleore 20.30 presso la Casa del teatroin via Ficara 2 (piazza D’Arti)

verrà presentato in anteprima il docu-mentario indipendente Ottocentoqua-rantanove, realizzato dall’associazio-ne 5V con il patrocinio del Comunedell’Aquila e dell'Arci provinciale e conla collaborazione del circolo ArciQuerencia. Il documentario nasce dal-l’esigenza di trasmettere informazionicorrette all’opinione pubblica che,dopo essere stata colpita da unsovraccarico di immagini, dati e parerinel periodo immediatamente succes-sivo al sisma in Abruzzo, è ad oggicompletamente all’oscuro di ciò che èavvenuto in seguito e di quale sia lasituazione attuale in cui versano gliaquilani e il loro territorio. L’obiettivo èesplorare la situazione dell’Aquila edei paesi del cratere colpiti dal sismadel 6 aprile 2009 a due anni e mezzodi distanza dall’evento, appunto 849giorni dopo.Info: [email protected]

Racconti brevi al MalaussènePALERMO - Domenica 1 aprile alle

18.30 al Malaussène sarà presentatoPilipintò di Carlo Barbieri. Pilipintò èuna serie di racconti brevi ambientatiin Sicilia, intriganti, divertenti, con fina-li impensabili che sorprendono sem-pre il lettore. Racconti per chi nonriesce mai a finire un libro tutto d’unfiato per mancanza di tempo: racconti‘da bagno’ quindi, addirittura con iltempo di lettura indicato sotto ognititolo. «Così – dice l’autore – uno siregola». I proventi realizzati con lavendita del libro saranno interamentedevoluti in beneficenza ad Emergency.Sarà presente l’autore, conduceCinzia Leone.Info: [email protected]

Cena della legalità al Benassi BOLOGNA - Il circolo Arci Benassiospita anche quest'anno una seratadedicata alla Legalità bene comune,nell'ambito di Civica, la rassegna diiniziative di cultura antimafia promos-sa da Libera e sostenuta a Bologna daun'ampia rete di associazioni, istituzio-ni e sindacati. Al centro della seratadel 31 marzo la cena a base dei ‘sapo-ri della legalità’ il cui ricavato servirà afinanziare il progetto Libera Terra

Agrigento, per il riutilizzo dei beniconfiscati alle organizzazioni mafiosenella provincia di Agrigento. Nelcorso dell'iniziativa interverrà il vice-presidente della Regione EmiliaRomagna Simonetta Saliera; a segui-re letture ad alta voce con UlianaCevenini, musiche tradizionali e diimpegno sociale.Info: 333/6856962

‘Ascoltami’ al Mis(s)kappaUDINE - Il 30 marzo alle 21 al circoloMis(s)kappa va in scena Ascoltami.Trame dimenticate d'infanzia, suiteda camera per 4 attrici e una palla,da un’idea di Elsa Stagnaro, di e conBarbara Bregant, Flavia Bulfone,Nicoletta Oscuro e Arianna Zani.«Ascoltami è un viaggio nel tempo, èl'incontro faticoso con quel bambinodimenticato che risiede in ognuno dinoi, il suo grido rimasto inascoltatoper troppo tempo fino a farsi muto einvisibile - spiega la regista - provia-mo a ridargli voce e un luogo doveesprimere la sua verità». Ingressoriservato ai soci Arci.Info: misskappa.wordpress.com

Romanzo psichiatricoGENOVA - Alice da piccola voleva farela pittrice, poi la malattia l’ha presa e siè trovata rinchiusa in psichiatria: ades-so racconta di quegli anni e del mondoche si riduce a un corridoio dove fareavanti e indietro, della rabbia, dei rap-porti dolci e disperati coi compagnidell'ospedale. Giovedì 29 marzo alle19,30 all’Arci Belleville aperitivo lette-rario per presentare il nuovo libro diAlice Banfi, Sottovuoto. Romanzo psi-chiatrico, e per inaugurare una mostradei suoi quadri al circolo. Ingressolibero con tessera Arci, Uisp,Legambiente, Arciragazzi.Info: www.arcibelleville.org

Di lotta si viveROMA - Ultimo appuntamento con ArciPM, rassegna culturale promossa daArci solidarietà. Giovedì 29 marzo alle19.30 al Centro Centofiori proiezione diDi lotta si vive, a seguire Banda Joronain concerto. Dalla malavita romana alfolk d'autore, una foto della Roma diogni giorno: dagli anziani partigiani aimigranti delle generazioni passate eattuali - e di culture ‘altre’.Info: www.arcisolidarietaonlus.eu

Notizie Brevi

N ei giorni scorsi è stata presentata alcircolo delle Fornaci la nuova web tvdell'Arci di Pistoia. Già on line all'in-

dirizzo arcipistoia.tv, questo prezioso stru-mento di comunicazione permetterà all'asso-ciazione locale di promuovere le attività delcomitato e dei circoli attraverso video visio-nabili ‘on demand’, dirette in streaming deglieventi più significativi e forum di discussioneper rendere ogni servizio davvero ‘2.0’. Il pre-sidente Federico Tasselli ha ricordato «ilpeso progressivo che internet sta assumen-do rispetto ai media tradizionali nella ricercadelle informazioni. Per questo motivo a fian-co di RadioPescia, web radio valdinievolinaaderente all'Arci che in un anno di vita haavuto oltre 30mila contatti, l'Arci di Pistoia haaggiunto la propria web tv con sede a Pistoia,completando così l'offerta comunicativa. Laprospettiva futura è di creare un canale webcon un vero e proprio palinsesto di informa-zione locale e intrattenimento sano, da man-dare in onda in diversi circoli e sedi associa-tive». A ricordare la comunicazione sociale,nelle corde della web tv pistoiese, è il creato-re del sito Alessandro Martelli, giovane volon-

tario dell'associazione: «l'obiettivo dellanostra tv è condividere la socialità, i senti-menti del volontariato, e al contempo docu-mentare ciò che avviene fuori del mondoassociativo». Fa riferimento ad Alito Sparlati(acronimo de ‘l'altra Pistoia’, progetto di ricer-ca sulla nostra città), nonché alla prima tema-tica toccata dalla tv nelle sue inchieste suibeni confiscati alle mafie nel nostro territorio:l'antimafia sociale. Alla legalità democraticafa pieno riferimento Maria Cangioli del circo-lo La Torre, che partendo dal servizio videosulle costruzioni ‘grigie’ del Torricchio adUzzano, parla delle attività del circolo nelcontrollo dei beni confiscati nella nostra pro-vincia e del sostegno alle cooperative anti-mafia che lavorano nel Mezzogiorno. Comeribadito da Salvatore Ferrara, socio dellacooperativa Lavoro e non solo, per l'occasio-ne giunto da Corleone a Pistoia: «l'antimafiasociale è una radice che cresce sempre più,anche in un territorio come quello siciliano,intriso di omertà e apatia. Solo unendosi lepersone possono sconfiggere la mafia. Noi ciproviamo trasmettendo qualcosa ai volontariche scendono a darci una mano, i quali

danno gradualmente maggior consapevolez-za anche ai nostri giovani».Conclude l'iniziativa Maurizio Pascucci,responsabile Legalità dell'Arci Toscana: «laToscana non è terra di mafie ma le mafie cisono. È necessario prevenirle, conoscerle econtrastarle. L'impegno nell'ambito dell'anti-mafia sociale e di contrasto all'infiltrazionedella criminalità organizzata nelle nostrecomunità locali necessita di un impegnostraordinario della società civile accanto alleforze dell'ordine e alla magistratura.L'associazionismo di promozione sociale hail dovere di svolgere la sua funzione di ‘faresocietà’ per prevenire una cultura sbagliatache talvolta è prevalente. Per questi motivil'attività di una web tv Arci può essere unincentivo reale e concreto per promuovereriflessioni che incentivano alla ricerca di veri-tà, di indignazione e di impegno sociale. La web tv è per noi uno strumento di docu-mentazione, ma anche di vertenza per solle-citare e svegliare tanti cittadini singoli e asso-ciati che spesso preferiscono non vedere,non ascoltare, non parlare».Info: www.arcipistoia.tv

12incircolo

arcireport

Informazione e legalità nella web tv dell'Arci di Pistoia, per ‘fare società’ e documentare

Proiezioni de L’Italiache non si vede«Si potrebbe andare tutti al cinema e guardaredi nascosto l'effetto che fa» direbbe Jannacci.È questo il senso della sperimentazione delcomitato Jesi Fabriano e del circolo Molinelli diChiaravalle, con 16 proiezioni, da marzo amaggio, scelte in prevalenza dalla rassegnaUcca L'Italia che non si vede. Un'iniziativa direte articolata in 5 paesi, con la collaborazionedi due comuni, Chiaravalle e Maiolati Spontini.Non è certo un'azione pionieristica, come icinematografari che giravano l'Italia in furgone,con proiettore e telone, ad anticipare il futuromercato. Oggi, che la tecnologia offre la ‘scor-ciatoia’ dei dvd, proporre film che ‘non si vedo-no’ significa sfidare il mercato. E proprio perproporre momenti di socialità e condivisione diun lavoro cinematografico realizzato per rac-contarci la realtà. Fino ad ora sono state sei leproiezioni, le prossime sono Ferrhotel, insiemeagli amici dello Sprar di Chiaravalle, e Sic FiatItalia, con i delegati della Fiat di Jesi. Che ci ha preso? Un rigurgito di militanza? Diquesti tempi non sarebbe male! A parte glischerzi, è un'esperienza positiva. Senza gran-di masse che premono alla porta ma con unapartecipazione giusta, che incoraggia.Info: www.arcijesifabriano.it

All’Arci Tom di Mantova Celestini in anteprima con ‘Racconti, il piccolo paese’Ci sono storie che vanno raccontate. Mo-menti indispensabili che si costruiscono trachi parla e chi ascolta, su di un ponte imma-ginario e disarmante di spettacolo e realtà. Ascanio Celestini costruisce mattone su mat-tone questo collegamento, solido dalla primaall'ultima parola. Per l'anteprima assoluta deisuoi Racconti, il piccolo paese, l'attore roma-no - anche regista, scrittore e drammaturgo -ha scelto il circolo Arci Tom di Mantova inpiazza Tom Benetollo. Mercoledì 4 aprile ipersonaggi di Celestini prendono vita: cisono il cittadino che aspetta da mesi e l'anar-chico che sta lì dal '48. Gli operai delle barri-

cate, i contadini sporchi di terra, i braccianti,gli studenti del '77 e i precari del 2000, lemaestre coraggiose e le madri coraggio, leassociazioni dei caduti, i partigiani, i militinoti, ignoti, ignobili, i militesenti, i parenti dellevittime, i dirimpettai dei perseguitati, i terre-motati, gli allagati, gli inondati, gli scampati, idimenticati, gli indignati, gli arrabbiati, glioppressi e gli offesi. Serata sostenuta dallaCgil di Mantova, insieme ad Arci Mantova eOfficina Tom nell'ambito della Campagnanazionale L'Italia sono anch'io. Inizio alle ore21, posto unico a 17 euro con tessera Arci.Prenotazioni: [email protected]

arci

n.12 27 marzo 2012

In un 2012 sempre più fluido anche il libroillustrato cambia pelle, forma, utilizzo, con-testi ed esce dagli scaffali della libreria. Librimmaginari, progetto di Arci Viterbo, siconcentra quest’anno sul disegno e sulsegno in movimento, sui legami tra il libro eil corto d’animazione, sul disegno non solodigitale, un omaggio allo stakanovismodegli autori dei corti d’animazione, agli edi-tori più attenti e a chi i libri se li produce. Un

close up su quelle che sono le avanguardiedella formazione degli illustratori e degliautori del cinema di animazione in Italia.Librimmaginari si inaugura il 31 marzo alle18 al Biancovolta e inizia con la mostraDiarimmaginari, in programma dal 31marzo al 7 aprile: in mostra i quaderni visividi 40 artisti, designer, fumettisti e illustrato-ri. La rassegna prosegue fino al 20 maggio.Info: www.librimmaginari.blogspot.com

A Viterbo il 31 marzo inizia Librimmaginari

S i è costituito formalmente lunedì 19marzo 2012, con l'approvazionedello statuto, l'elezione del consiglio

direttivo e del suo portavoce, il Forum delTerzo Settore città di Milano, che raccogliee aggrega le principali organizzazioni delterritorio che si occupano di attività sociali,assistenziali, ambientali e culturali, o sonoimpegnate nel settore del volontariato e deiservizi alla persona. Si legge nel documen-to Visione Comune, di fatto il documentofondativo del Forum: «... sentiamo la neces-sità di aggiornare la nostra visone del wel-fare alla luce dei molti e veloci cambiamen-ti che stanno intervenendo a causa dellacrisi economica e finanziaria nella società...nel richiamo della pari dignità, tra enti loca-li, terzo settore e fondazioni, dobbiamovalorizzare quel capitale sociale che essiesprimono, come risorsa principale dellaCittà in quel lavoro di sartoria civile e di mol-tiplicatore di risorse che il TS attua anchesenza riconoscimento pubblico». Queste la spinta e le intenzioni che hannoportato 31 soci fondatori del Forum a costi-tuire l'assemblea: Associazione NocetumOnlus, Alomar Onlus, Sarepta Onlus,

ACCISSF Onlus, Medici volontari italiani,Anpas Lombardia, ADA, FondazioneAquilone onlus, Lega italiana sclerosi siste-mica, Associazione Seneca, A.M.A. Milano,CNCA Lombardia, CEAL, Oltre noi la vita,Agesci, Ledha Milano, Ipsia Milano, AcliMilano, Auser Milano, Legacoop sociali,Anteas Milano, Legambiente, CDO Milano,Confcooperative Federsolidiarietà, AbuOnlus, MoVI, La Comune, AssociazioneAmico Onlus, Coordinamento milanese delprivato sociale per le dipendenze, Archè,Arci Milano. 15 invece i componenti del con-siglio direttivo: Acli provinciale di MilanoMonza e Brianza, Agesci, Anteas, ArciMilano, ANPAS, Auser, Compagnia delleOpere, Confcooperative Federsolidiarietà,CNCA, Ledha Milano, Legambiente, Le-gacoop, ADA, Oltre noi la vita, Coordi-namento milanese del privato sociale per ledipendenze. Eletto portavoce Emanuele Patti (Arci Mila-no), vicario Rossella Sacco (Confcoope-rative Federsolidiarietà), vice portavoce E-milio Longhi (Auser). Questi mesi sono serviti a promuovere edallargare la partecipazione per la costituzio-

ne dell'assemblea e per la condivisionedella bozza dello statuto mutuato dagli sta-tuti provinciali e regionali del Forum stesso.Il direttivo ricco di esperienze, ampio e plu-rale proporrà gruppi di lavoro tematici aper-ti all'assemblea per ampliare ulteriormentela massima partecipazione di tutte le orga-nizzazioni. I primi banchi di prova chevedranno impegnato il Forum: innanzitutto iltema Expo e volontariato, ovvero l'utilizzodei volontari nel corso della manifestazionedel 2015, che verrà affrontato avviando unprotocollo d'intesa con i sindacati; poi l'im-portante confronto con il Comune di Milanosul processo di costruzione dei piani dizona.Info: [email protected]

13società

arcireport

Nasce il Forum del Terzo Settore città di Milano.Il portavoce è Emanuele Patti

Hanno collaborato a questo numeroAndrea Baranes, Raffaella Bolini, Anna Bucca,Tullio Bulgari, Roberta Cappelli, Valeria Dalcore,Moira D’Amelio, Federico Del Giudice, Enzo DiRienzo, Gabriele Taddeo, Federico Tasselli,Claudio Treves

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/

Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons

Attribuzione -Non commerciale -Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

arci

n.12 27 marzo 2012

Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

Etruschi. L’ideale eroico e il vino lucenteASTI - Palazzo Mazzetti, fino al 15 luglio. Lamostra presenta 300 oggetti, in molti casi ine-diti, provenienti dai Musei Vaticani e dalle prin-cipali istituzioni museali e culturali italiane. Aquesti si aggiunge la straordinaria ricomposi-zione di una tomba a camera etrusca dipinta,detta ‘della Scrofa nera’ con una scena di ban-chetto aristocratico del V secolo a.C., ambien-tata nel suo contesto originale.Info: www.palazzomazzetti.it

SOROLLA Giardini di luceFERRARA - Palazzo dei Diamanti, fino al 17giugno. Joaquín Sorolla è una delle perso-nalità artistiche più affascinanti del panora-ma spagnolo in quel periodo cruciale segna-to dalla diffusione dell'impressionismo e delsimbolismo. Protagonista della Belle Epoque,all'apice della notorietà, inizia a creare operedi sorprendente modernità che hanno cometema privilegiato il giardino. Una sequenza dicapolavori nei quali le figure sembrano as-sorbite da un gioco di riflessi.Info: www.palazzodiamanti.it

Tiepolo Cignaroli Rotari. La nobiltà della pitturaVERONA - Palazzo della Gran Guardia, finoal 9 aprile. Con 150 capolavori tra dipinti,disegni, stampe e documenti, la mostra èincentrata sulle peculiarità che la cultura e latradizione pittorica assunsero nel Settecento aVerona. Oltre alla ricostruzione virtuale delcapolavoro del Tiepolo Il trionfo di Eercole,ampio spazio sarà dedicato a due importantiartisti veronesi: Pietro Antonio Rotari e Giam-bettino Cignaroli.Info: www.settecentoaverona.it

Bernardo Bellotto. Il Canaletto delle corti europeeCONEGLIANO (TV) - Palazzo Sarcinelli, finoal 15 aprile. Spettacolari vedute di città euro-pee, un viaggio nella quotidianeità della nobil-tà e del popolo. Attraverso un'accurata selezio-ne di splendidi dipinti di Bellotto, Canaletto,Carlevarijs e Marieschi, la mostra rappresentail momento culminante del vedutismo venezia-no, il fenomeno artistico più innovativo e carat-terizzante dell'arte europea del xvIII secolo.Info: www.bellottoconegliano.it

www.arci.it/associarsi - [email protected]

xyz