arcireport numero 15_2013

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17 aprile 2013 anno XI - n. 15 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Campi e laboratori per praticare l’antimafia sociale Il presidente di tutti A pochi giorni dall'elezione del Presidente della Repubblica fervono i contatti fra le forze politiche e si vagliano le possibili candidature. Tutti sostengono di voler cercare l'intesa su una figura in grado di raccogliere il consenso più ampio possibile fra i grandi elettori. Giustamente, perché la Costituzione assegna al Capo dello Stato il compito di rappresentare l'unità della nazione e salvaguardarne i valori comuni, al di fuori e al di sopra della legittima contesa fra le parti politiche e sociali. Tutti affermano che per questo la scelta del Presidente va tenuta fuori dalle trattative sulla formazione del nuovo governo, ma sanno anche che l'esito di quel voto inciderà sugli sviluppi della crisi politica. D'altra parte l'auspicio di tutti è superare lo stallo che ancora impedisce la formazione di un governo in grado di far fronte alla gravità della crisi. Come era prevedibile i saggi hanno detto cose sagge ma non certo risolutive: non spettava a loro redigere un programma politi- co ma solo tracciare analisi dei problemi e ipotesi di soluzioni. Sta alla politica la respon- sabilità delle scelte. Serve un nuovo governo, non uno qualsiasi ma un governo capace di rispondere alla domanda di cambiamento uscita dal voto. In Parlamento ci sono le con- dizioni per farlo, ma ci si perde in una maionese impazzita di veti incrociati, chiusure pregiudiziali e tatticismi esasperati. È irre- sponsabile continuare a soffiare sul fuoco e alimentare il rifiuto della mediazione politica anteponendo piccoli calcoli elettorali all'inte- resse del paese. L'elezione del Capo dello Stato è l'occasione per cambiare rotta, con una scelta coerente con la Costituzione e orientata al bene comune. Non cercando la figura più idonea a garantire gli equilibri fra i poteri forti, ma quel- la da cui possano sentirsi rappresentati tutti i cittadini, anzitutto i più deboli e indifesi. Un presidente di tutti dovrà essere anzitutto di parte: dalla parte di chi si vede negati i diritti sociali e civili; dalla parte degli onesti contro la corruzione e il malaffare; dalla parte del lavoro e delle imprese contro la finanza spe- culativa che le strozza; dalla parte dei beni comuni contro chi ne fa terra di saccheggio; dalla parte della convivenza contro il pregiudizio e la xenofobia; dalla parte della pace contro i fanatici della guerra. Rappresentare l'unità del paese non vuol dire negare le differenze politiche e culturali ma tenere come faro la bussola dei diritti per tutti. Paolo Beni CAROVANA ANTIMAFIE I PAGINA 4 I diari delle tappe pugliesi di Carovana antimafie AMBIENTE I PAGINA 8 La perizia sulle emissioni cancerogene della centrale di Vado Ligure L’ edizione 2013 dei campi antimafia organizzati da Arci con Spi, Cgil e Libera racconta di un estendersi della programmazione su nuovi territori e il rafforzamento delle esperienze esistenti. Sicilia, Campania, Puglia (c’è un nuovo campo a Cerignola), Calabria, Toscana, Lombardia, Liguria e - nuova entrata - Veneto. Alle regioni in cui si realizzano i campi o che li organizzano (Emilia Ro- magna) si aggiungono i tanti territori (ora- mai quasi tutta Italia) che i campi li pro- muovono e da cui partono i circa 1000 ragazzi e ragazze protagonisti, da aprile a ottobre, di un modo concreto di fare anti- mafia sociale. Essere a fianco delle cooperative e delle associazioni che lavorano sui beni confi- scati può assumere molte forme (il lavoro nei terreni o un laboratorio di fotografia) e poi c’è la formazione che ha l’obiettivo di rafforzare il senso critico e sviluppare un metodo da praticare nel quotidiano. L’effetto contaminazione derivante dalla partecipazione ai campi, oltre i campi, pare che abbia degli ottimi risultati. Associazioni (Arci in primis) sindacati e cooperative hanno costruito una macchina dalla carrozzeria luccicante e dal motore solido ma c’è una benzina in tutta questa esperienza che non ha valore, data dai partecipanti ai campi che già scopriremo curiosi e ansiosi di sporcarsi le mani con la terra o di lavorare in un immobile confisca- to oppure golosi di formazione e di incontri con ospiti che insegnino loro a cercare di capire cosa sono davvero oggi le mafie. Avranno al proprio fianco i volontari di Spi e Cgil a rafforzare un patto fra generazioni che nessuno provi a chiamare fra passato e futuro perché questo è, senza dubbio, davvero un bel presente.

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Campi e laboratori della legalità Arci, i diari della Carovana Antimafie, la giornata di studio Waiting for Mediterranea, il Record Day Store, i documenti dal Forum Sociale Mondiale, il gruppo Ambiente e beni comuni riunito a Corleone,i dati di Amnesty sulla pena di morte, la proroga alla chiusura degli opg, l'assemblea di Io voglio restare

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17 aprile 2013anno XI - n. 15

[email protected]

arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Campi e laboratori per praticare l’antimafia sociale

Il presidente di tutti

A pochi giorni dall'elezione del Presidentedella Repubblica fervono i contatti fra le forzepolitiche e si vagliano le possibili candidature.Tutti sostengono di voler cercare l'intesa suuna figura in grado di raccogliere il consensopiù ampio possibile fra i grandi elettori.Giustamente, perché la Costituzione assegnaal Capo dello Stato il compito di rappresentarel'unità della nazione e salvaguardarne i valoricomuni, al di fuori e al di sopra della legittimacontesa fra le parti politiche e sociali. Tuttiaffermano che per questo la scelta delPresidente va tenuta fuori dalle trattative sullaformazione del nuovo governo, ma sannoanche che l'esito di quel voto inciderà suglisviluppi della crisi politica.D'altra parte l'auspicio di tutti è superare lostallo che ancora impedisce la formazione diun governo in grado di far fronte alla gravitàdella crisi. Come era prevedibile i saggi hannodetto cose sagge ma non certo risolutive: nonspettava a loro redigere un programma politi-co ma solo tracciare analisi dei problemi eipotesi di soluzioni. Sta alla politica la respon-sabilità delle scelte. Serve un nuovo governo,non uno qualsiasi ma un governo capace dirispondere alla domanda di cambiamentouscita dal voto. In Parlamento ci sono le con-dizioni per farlo, ma ci si perde in unamaionese impazzita di veti incrociati, chiusurepregiudiziali e tatticismi esasperati. È irre-sponsabile continuare a soffiare sul fuoco ealimentare il rifiuto della mediazione politicaanteponendo piccoli calcoli elettorali all'inte -resse del paese.L'elezione del Capo dello Stato è l'occasioneper cambiare rotta, con una scelta coerentecon la Costituzione e orientata al benecomune. Non cercando la figura più idonea agarantire gli equilibri fra i poteri forti, ma quel-la da cui possano sentirsi rappresentati tutti icittadini, anzitutto i più deboli e indifesi. Unpresidente di tutti dovrà essere anzitutto diparte: dalla parte di chi si vede negati i dirittisociali e civili; dalla parte degli onesti contro lacorruzione e il malaffare; dalla parte dellavoro e delle imprese contro la finanza spe -culativa che le strozza; dalla parte dei benicomuni contro chi ne fa terra di saccheggio;dalla parte della convivenza contro ilpregiudizio e la xenofobia; dalla parte dellapace contro i fanatici della guerra. Rappresentare l'unità del paese non vuol direnegare le differenze politiche e culturali matenere come faro la bussola dei diritti per tutti.

Paolo Beni

CAROVANA ANTIMAFIE I PAGINA 4I diari delle tappe pugliesidi Carovana antimafie

AMBIENTE I PAGINA 8La perizia sulle emissioni cancerogenedella centrale di Vado Ligure

L’edizione 2013 dei campi antimafiaorganizzati da Arci con Spi, Cgil eLibera racconta di un estendersi

della programmazione su nuovi territori e ilrafforzamento delle esperienze esistenti. Sicilia, Campania, Puglia (c’è un nuovocampo a Cerignola), Calabria, Toscana,Lombardia, Liguria e - nuova entrata -Veneto. Alle regioni in cui si realizzano icampi o che li organizzano (Emilia Ro -magna) si aggiungono i tanti territori (ora-mai quasi tutta Italia) che i campi li pro-muovono e da cui partono i circa 1000ragazzi e ragazze protagonisti, da aprile aottobre, di un modo concreto di fare anti-mafia sociale. Essere a fianco delle cooperative e delleassociazioni che lavorano sui beni confi -scati può assumere molte forme (il lavoronei terreni o un laboratorio di fotografia) epoi c’è la formazione che ha l’obiettivo di

rafforzare il senso critico e sviluppare unmetodo da praticare nel quotidiano.L’effetto contaminazione derivante dallapartecipazione ai campi, oltre i campi, pareche abbia degli ottimi risultati. Associazioni (Arci in primis) sindacati ecooperative hanno costruito una macchinadalla carrozzeria luccicante e dal motoresolido ma c’è una benzina in tutta questaesperienza che non ha valore, data daipartecipanti ai campi che già scopriremocuriosi e ansiosi di sporcarsi le mani con laterra o di lavorare in un immobile confisca-to oppure golosi di formazione e di incontricon ospiti che insegnino loro a cercare dicapire cosa sono davvero oggi le mafie.Avranno al proprio fianco i volontari di Spie Cgil a rafforzare un patto fra generazioniche nessuno provi a chiamare fra passatoe futuro perché questo è, senza dubbio,davvero un bel presente.

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arcireport

Si sta per aprire la stagione dei campi dilavoro e conoscenza nei terreni confiscatialle mafie promossi 'direttamente' dall'Arci(in collaborazione con Libera e Spi Cgil) e,come di consueto, ha preso il via anche laserie di incontri in Toscana per formare com-pagne e compagni che svolgeranno il ruolodi coordinatori. Il programma (a cui si sonoiscritti 27 dirigenti Arci provenienti da 11comitati territoriali, e 10 dirigenti Spi Cgil)prevede quattro incontri tra aprile e maggiotenuti da dirigenti toscani, e non solo, del-l'associazione e soci della cooperativaLavoro e non solo di Corleone. Si tratta di un percorso teso a mettere in evi-denza i diversi aspetti che entrano in giocodurante lo svolgimento di un campo. Per esempio, il primo incontro, tenutosi aFirenze lo scorso 6 aprile, ha messo insiemela questione della visibilità dell'associazionenei vari luoghi in cui si terranno i campi, iltema della delicatezza del contesto in cui icampi si svolgono, il quadro dei luoghi edelle tipologie di organizzazioni criminali. Laseconda tappa del percorso, prevista per ilprossimo 20 aprile al circolo Arci Bugiani diPistoia, si concentrerà sull'articolazione

delle giornate dei campi. E dunque sarannoillustrate le attività che verranno svolte, rego-le e comportamenti per trascorrere due set-timane in armonia limitando il più possibilescrezi e piccoli litigi, le buone pratiche sulfronte degli stili di vita (raccolta differenziata,riduzione della produzione dei rifiuti, usointelligente dell'acqua, etc. etc.). Le nozionifondamentali per rispettare le norme previ-ste e garantire la sicurezza saranno al cen-tro del terzo incontro (11 maggio, circolo ArciColtano, Pisa), che toccherà anche alcuniaspetti riguardanti le relazione con i volonta-ri, ovvero ragazze e ragazzi partecipanti,anche alla luce dell'abbassamento dell'etàmedia di coloro che scelgono di trascorrereuna parte delle loro vacanze nei campi con-fiscati. Altro argomento che verrà affrontatosaranno le modalità con cui i coordinatoritrasmetteranno comunicazioni e racconti suquanto accade nei campi stessi. Ultimoincontro è fissato per il 25 maggio (sedeancora da definire) e sarà il momento delconfronto con lo Spi Cgil che metterà in evi-denza il legame stretto tra lotta alle mafie emondo del lavoro contadino.Info: [email protected]

Tornano anche quest’anno i campidella legalità democratica nelleterre confiscate alle mafie promossi

da Arci, Cgil e Spi in collaborazione conLibera.Il programma dell’edizione di quest’anno,rivolta a giovani di tutta Italia, si articoleràin 28 campi antimafia che si svolgeranno inSicilia, Calabria, Puglia, Campania e in 6laboratori di formazione sui temi della lega-lità e della lotta alle mafie in quattro regio-ni (Toscana, Lombardia, Liguria, Veneto).I campi sono l'esempio che, anche in queiluoghi dove la mafia è estremamente radi-cata, è possibile ricostruire una realtàsociale ed economica fondata sulla legalitàe sulla resistenza alle attività criminali.I luoghi, un tempo simbolo del poteremafioso, non solo diventano liberi e pro-duttivi, ma sono abitati - attraverso l’espe-rienza dei campi - da centinaia di giovani(e non solo) per quasi tutto l’anno.Momenti di impegno e formazione percostruire società. I campi e i laboratori silegano infatti in modo indissolubile ai terre-ni confiscati alla criminalità organizzata,sono la naturale conseguenza della filoso-

fia della confisca: restituire i beni allacomunità, renderli vivi, animarli per azionidi democrazia e giustizia sociale.L’impegno dei tanti volontari delle scorseedizioni ha dato un importante contributo allavoro quotidiano dei soci della cooperati-va sociale siciliana Lavoro e non solo, del-l’associazione Nero e non solo, dellacooperativa Libera Terra Puglia e dellecooperative Altereco e Pietra di Scarto diCerignola, non soltanto nell’attività lavora-tiva, ma soprattutto nell’animazione e sen-sibilizzazione del territorio, fondamentaleper contrastare le mafie.In Sicilia, in 13 campi dedicati al progettoLiberarci dalle spine, ci sarà la possibilità dilavorare nei terreni confiscati alla mafia eaffidati alla cooperativa sociale Lavoro enon solo. I campi si svolgeranno a partiredal 28 aprile e fino al 18 ottobre in tre loca-lità, Corleone, Canicattì e Catania.In Calabria, per il progetto Campi del sole,nelle terre confiscate alla ‘ndrangheta icampi si svolgeranno a Riace e aCaulonia.In Puglia, col progetto I campi di Hiso, silavorerà nei terreni confiscati alla Sacra

Corona Unita e assegnati alle cooperativeLibera Terra Puglia, Altereco, Pietra diScarto. Saranno 6 i campi a Bari,Torchiarolo e Cerignola, che durerannodall’8 luglio al 21 settembre. Terra di lavo-ro e dignità è il nome del progetto che rac-coglie i 5 campi che verranno promossi inCampania, a Parete, nella provincia diCaserta. I campi si terranno dal 1° lugliofino al 26 agosto. La durata dell’impegno,nei diversi campi, varia da 10 a 15 giorni. I 6 laboratori di formazione sul tema del-l’antimafia sociale si terranno da luglio asettembre a Cecina, Suvignano, Versilia,Lecco, Ventimiglia, Campolongo Maggiore.Le iscrizioni si raccolgono fino ad esauri-mento dei posti disponibili.

Anche nel 2013 i campi e i laboratori della legalitàdemocratica nelle terre confiscate alle mafie

Gli incontri di formazione per i coordinatori

Tutte le proposteSICILIA - LiberArci dalle spineCorleone - 28 aprile - 5 maggio; 10 -24 maggio; 28 maggio - 11 giugno; 13 - 27 giugno; 29 giugno-13 luglio; 15 - 29 luglio; 30 luglio - 12 agosto; 13 -18 agosto;19 agosto - 2 settembre; 2 - 16 settem-bre; 18 settembre - 2 ottobre; 4 - 18 ottobre.Canicattì - 9 - 23 settembre Catania - 21 - 31 luglio

CALABRIA - Campi del soleRiace - 28 luglio - 3 agosto; 4 - 10 agostoCaulonia - 5 - 12 agosto

PUGLIA - I campi di HisoBari - 8 - 17 luglio Torchiarolo - 9 - 19 luglio; 20 - 30 luglio; 26 agosto - 5 settembre; 10 - 21 settembre Cerignola - 1 - 11 agosto

CAMPANIA - Terra di lavoro e dignitàParete - 1 - 10 luglio; 11 - 20 luglio; 21 - 30 luglio;31 luglio - 9 agosto; 17 - 26 agosto

TOSCANA - LaboratoriCecina - 10 - 14 luglioSuvignano - 13 - 27 luglioVersilia - 12 - 16 agosto

LOMBARDIA - Laboratori Lecco - 26 luglio - 4 agosto

LIGURIA - LaboratoriVentimiglia - 18 - 28 luglio

VENETO - LaboratoriCampolongo Maggiore - 2 - 9 settembre

Su www.arci.it nella sezione ‘Campi dilavoro e conoscenza’ è possibile

scaricare la brochure informativa e la scheda di iscrizione ai campi 2013.

Per informazioni e per inviare la scheda [email protected]

INFORMAZIONI

notizieflash

arci

n.15 17 aprile 2013

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Dopo la partenza dalla Tunisia e le tappe inSicilia, Calabria e Puglia, la CarovanaAntimafie è arrivata in Campania il 15, 16e 17 aprile. Prima tappa, il 15 aprile in mat-tinata, a Quarto (Napoli) dove si è svoltauna partita di calcio fra la squadra dellaNuova Quarto Calcio per la legalità e quel-la dei familiari delle vittime di mafia. Il 15 pomeriggio la Carovana si è spostataa Scampia, dove ha incontrato diverserealtà di un quartiere che reagisce aldegrado con l’impegno concreto.Il 16 aprile alle 9,30 tappa a Baronissi(Salerno) ad Acquamela, presso le palaz-zine che ospitano gli appartamenti confi-scati al clan Forte e poi restituiti dall’ammi-nistrazione comunale alla comunità attra-verso l’affidamento ad Arci Salerno, che haattivato progetti ed interventi di utilitàsociale volti all’accoglienza delle donne infuga dalla tratta. In mattinata, altra tappa aPagani per Il cammino della memoria, per-corso con soste nei luoghi degli omicididelle tre vittime paganesi: via Perone,dove fu assassinato Marcello Torre, viaZito dove fu assassinato Antonio EspositoFerraioli, corso Ettore Padovano dove fu

assassinato Marco Pittoni. Ad ogni stazio-ne, la testimonianza di un familiare e l'in-tervento di una rappresentanza studente-sca e dei carovanieri. Nel pomeriggio laCarovana Antimafie è arrivata a Nola, dovein Piazza del Duomo alle 16 è stato inau-gurato un nuovo Presidio di legalità del ter-ritorio dedicato alla memoria di GiuseppinaGuerriero, vittima innocente di faide localinel 1998. Il 17 aprile la Carovana ha raggiunto Mon -dra gone: in piazza Falcone alle 11 e alle11,30 al Liceo Scientifico ‘Stefanelli’. Alle13,30 tappa alla NCO, Nuova CucinaOrganizzata di San Cipriano d'Aversa, poialle 15 al cimitero di Villa Literno per unomaggio alla tomba di Jerry Essan Masslo.Alle 16,30, passaggio all'azienda confisca-ta Beton di Vitulazio. Dalle 19 in poi laCarovana ha stazionato in Piazza Dante, aCaserta, con la mostra, la raccolta firmesulla proposta di legge per il recupero delleaziende confiscate alle mafie promossadalla CGIL, musica ed animazione. Ognitappa del percorso ha visto la partecipa-zione di diverse associazioni, organizza-zioni e presidi locali.

carovanaantimafie

arcireport

Negli ultimi mesi le istituzioni del terri-torio pugliese sono state prese dimira dalla criminalità organizzata.

Minacce, intimidazioni, aggressioni e dan-neggiamenti alle proprietà personali sonodiventate una triste realtà con cui i funziona-ri pubblici della Puglia devono fare quotidia-namente i conti. A seguito di ciò l’associazio-ne Avviso Pubblico ha deciso di organizzareun incontro con tutti i sindaci e gli ammini-stratori locali, oggetto di questi atti intimida-tori, per dar loro sostegno e capire come rea-gire insieme a questi ignobili gesti. L’evento,svoltosi martedì 9 aprile, in concomitanzacon il passaggio della Carovana internazio-nale antimafie a Bari, è stato anche l’occa-sione per presentare l’ultimo rapporto di

Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro.Intimidazioni mafiose e buona politica, checonferma come la Puglia sia ormai diventatala quarta regione d’Italia più colpita dallemafie. In totale, nel biennio 2011/2012, inPuglia si sono registrati 20 casi di intimida-zioni nei confronti di amministratori locali. Leprovince più colpite sono quelle di Barletta-Andria-Trani (otto casi), quella di Foggia(cinque casi) e quella di Lecce (cinque casi).Nel 2013, però si è inserita anche la provin-cia di Bari, con i Comuni di Toritto e diBitonto. «Dall’inizio dell’anno ad oggi, il miocomune ha subito quattro atti intimidatorinell’arco di alcune settimane. Prima hannoincendiato la mia residenza estiva, poi èstata bruciata l’auto del Presidente del con-siglio comunale, Fabrizio Mongelli, a distan-za di poche ore sono stati tagliati quaranta-cinque alberi di ulivo e di mandorlo in unacampagna di proprietà del neo assessoreDomenico Turtolo e dopo pochi giorni hannodato alle fiamme anche l’auto del ViceSindaco, Stefano Borgia» ha dichiaratoMichele Geronimo, Sindaco di Toritto, dopola presentazione del Rapporto. «Noi ammini-stratori locali siamo il front office dello Stato,

per questo chiedo a chi ha precisi ruoli nel-l’ambito dello Stato di assumersi le sueresponsabilità, di dare delle risposte concre-te in tempi rapidi». Il Sindaco di Bitonto,Michele Abbaticchio, ha invece ricordato,commuovendosi, gli atti intimidatori subiti dalui direttamente, dal capo dell’ufficio tecnicodel suo comune e dalla moglie di quest’ulti-mo. «Oggi il mio comune non ha un dirigen-te dell’ufficio tecnico. Dopo le minacce, ilresponsabile si è dimesso, e la gente michiede come mai l’ufficio non è sempre aper-to al pubblico. I cittadini devono essere piùattenti a quello che accade nelle loro città,devono stare vicino ai loro amministratori enon lasciarli soli». Così come su un terrenoinquinato non può crescere nulla di salubre,in un territorio con forti infiltrazioni mafiosenon può esserci una reale crescita e un verosviluppo. È questo il problema urgente dellanostra Italia, su cui le istituzioni devono atti-varsi rapidamente, per fare in modo che letante donne e i tanti uomini impegnati inprima linea nella lotta alle mafie si sentanosicuri nel poter continuare ad operare contrasparenza e legalità.Info: [email protected]

A Bari con il passaggio della Carovana Antimafiesi presenta il rapporto ‘Amministratori sotto tiro’

A Quarto, Salerno e Casertail percorso attraverso la Campania

Le tappe in Abruzzoe MarcheIl 19 aprile la Carovana si sposta versol’Abruzzo. Qui, in mattinata, si terranno labo-ratori con gli studenti dell'Istituto TecnicoCommerciale e Geometri (ITCG) ‘FilippoPalizzi’ di Vasto, su ecomafie, infiltrazionemafiosa nell'economia, antimafia sociale inAbruzzo. Nel pomeriggio un workshop sultema dell'antimafia sociale in Abruzzo eapprofondimento sulla presenza mafiosa inRegione presso il Centro Informagiovani delComune di Vasto. Il 20 aprile la Carovanasarà nelle Marche: il primo appuntamentodella giornata è alle 10.30 a Isola del Piano(Pesaro/Urbino) presso la ‘Fattoria dellaLegalità’, dove si terrà una conferenza stam-pa in cui saranno presentati i dati relativi allapresenza e all'insediamento delle mafie nelleMarche e un report relativo al riutilizzo socia-le di una serie di beni presenti sul territorioprovinciale. Interverranno gli amministratorilocali. Nel pomeriggio, la Carovana si sposte-rà a Cupramontana (Ancona), presso il pode-re Tufi confiscato alla criminalità organizzata erestituito alla cittadinanza attraverso un pro-getto di promozione sociale voluto dalComune in collaborazione con le cooperativesociali Vivicare e Pane e Tulipani di Jesi.

Dal 1991 al 2012 in Italia sono stati

emessi 227 decreti di scioglimento

di consigli comunali per sospetto

di infiltrazione mafiosa. Primato

alla Campania con 91 comuni sciolti

COMUNI SCIOLTI PER MAFIA

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n.15 17 aprile 2013

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I diari delle ultime tappe della Carovana in Puglia

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n.15 17 aprile 2013

Una giornata di sole, un cielo grande, blu. Un trionfo di prima-vera. E di riscatto. La gente nelle strade, a parlare un linguaggionuovo. L’idioma della legalità, della partecipazione, della demo-crazia. È primo pomeriggio quando arriviamo con i furgoni aPiazza San Pietro. È da qui che parte un corteo che è festa. Maè anche, e soprattutto, reazione. È la gioia della lotta che stra-borda nel borgo antico. Le pietre che rimbombano dei tamburidei timpanisti di Nicolaus Barium. I volontari dell’Arci, seguiti daturisti americani e giapponesi e da un manipolo di bambini chefanno zig zag con le biciclette tra le gambe dei camminatori, per-corrono le vie e le piazze della città. Segnano il cammino.Laddove cadevano vittime innocenti, laddove moriva MicheleFazio, adesso ci sono crocicchi colorati di palloncini rossi, gialli,verdi e una scritta: Carovana Antimafie, che è più di una scritta,è un urlo, è una dichiarazione di intenti. La lunga fila di camminanti si fa notare. Una processione laicache ha stazioni di gioia. Stazioni da cui ripartire per impostare undiscorso che parli di futuro. I beni confiscati di Piazza San Pietro, due. Poi quelli di Vico delCarmine, uno e di Via Amendoni, oggi sede di Libera Puglia,uno. Come dire, camminare, contare. Lottare. E perchè la lottaè nel quotidiano, anche la cena è sintomo d’impegno. Alle notedella musica del cantautore Daniele Di Maglie, tarantino mabarese d’adozione, la cena è ‘cena della legalità’ ed è intera-mente cucinata con prodotti ricavati dai beni confiscati alla cri-minalità organizzata.

11 aprile, Bari 12 aprile, BrindisiArrivare a Brindisi è come avvolgere un nastro a velocità furio-sa. Ci vuole appena un secondo per tornare, con la mente, adun anno fa. 19 maggio, l’esplosione alla Morvillo Falcone, e queilibri sull’asfalto mezzi arsi le cui istantanee hanno fatto il giro delmondo, come schiaffi alla civiltà. Neanche quest’anno Carovanaha fatto tappa davanti all’Istituto. Il passaggio davanti alla scuo-la dedicata alla memoria di Francesca Morvillo è giusto un atti-mo, un ricordo tra parentesi. Il tempo necessario di arrestare lacorsa dei furgoni, e di deporre un fiore e un saluto silenzioso.Poi l’arrivo in centro città, Piazza Vittoria, approdo in CorsoUmberto I, dove ad attenderci ci sono 14 ragazzi della MorvilloFalcone. Ad un anziano che chiede loro «Ma dov’è la mafia?Dove la vedete?», rispondono, secchi, che è una questione diprospettive e che, spesso, è l’abitudine che deforma la verità. Ola stanchezza, la delusione per non essere riusciti a modificarenulla del mondo. La gente passa, si ferma, guarda. Qualcuno tira dritto, qualcunaltro abbassa il capo, altri ancora chiedono di stare vicini allaprotesta dei cinque lavoratori della Sogesa, da giorni in sciope-ro su un nastro trasportatore. Ed è lì, di fronte alla crisi econo-mica che diventa umana, sociale, culturale, che i numeri acqui-stano ancora più sostanza e ripetere che sono 500 i miliardi dieuro che, di anno in anno, i sistemi illegali sottraggono allasocietà, è più di un spot. È un dovere. Civile, politico, etico. Perfar sapere che l’illegalità non conviene, e rischia di rendereschiavi.

Dopo la tappa brindisina, ci spostiamo in provincia di Lecce. Lagiornata, un sabato, è di quelle che non prevede soste. Gliappuntamenti sono tanti e tutti differenti, a cominciare dal radu-no mattutino. Sono le 9.30 quando ci uniamo, nella cornice delForo Boario, ad una biciclettata della legalità. Punto d'arrivo finale, l'Università leccese, appena fuori dallemura del centro storico. In contemporanea, Carovana ha incontrato due scuole, momen-ti sempre preziosi per condividere un messaggio di giustizia eper contaminare, in positivo, le future generazioni. Ma Carovana è anche memoria, è condivisione delle istanze deiterritori, è cultura. Una lotta universale, culturale, di civiltà. Ilprimo passo, piccolo ma necessario, di un cambiamento.Carovana significa portare la voce laddove, per anni, è stato ilsilenzio a governare. Portare suoni di festa, di strumenti, di gioialaddove, per anni, hanno fischiato i proiettili. Portare il coloreladdove, per anni, ha imperato il grigiore.Quando queste cose si contaminano nascono esperienze comequella del pomeriggio, svoltasi a Maglie presso la Libreria‘Musica & Libri’. In questo caso, ci siamo uniti alla presentazione di Nostra madreRenata Fonte, una graphic novel sulla storia, appunto, dellaFonte, vittima di mafia caduta sotto i colpi della Sacra CoronaUnita nel 1985 per essersi opposta alla distruzione di PortoSelvaggio, uno degli scorci più belli di Puglia. A sera, festa nelcircolo Arci Guernica, di Arnesano.

13 aprile, Lecce 14 aprile, FoggiaAll'estremo Nord della Puglia, la Carovana Antimafia ci arriva didomenica. Il quarto ed ultimo appuntamento con la regionelevantina è con la terra di Foggia. A Cerignola, ad attendere i furgoni ci sono i ragazzi di Libera equelli delle cooperative sociali Pietra di Scarto ed AlterEco,entrambe assegnatarie di beni confiscati. Hanno sottratto allemafie la terra, rendendo produttivo ciò che veniva lasciato allasola cura dell'oblio. Buone pratiche come quelle dei ciclisti foggiani del capoluogo.L'arrivo del convoglio l'attendono schierati in una piazza da pocoribattezzata ‘della legalità’, ascoltando le parole di PaoloMarcone (sua sorella, Daniela, referente del Coordinamentopugliese dei familiari vittime innocenti delle mafie, viaggia inCarovana), proprio di fianco al monumento dedicato aFrancesco, suo padre, ex direttore dell'ufficio del registro diFoggia ucciso dalla mafia nel 1995. Buone pratiche come quelle adottate dalle associazioni dellacittà di Manfredonia che si trovano ad un passo dal mare a di -scutere di recrudescenza del fenomeno criminale, spaccati diviolenze quotidiane, illegalità diffuse. Buone pratiche, infine,come quelle che, ogni giorno, mette in campo l'Art Village di SanSevero, una struttura sanitaria da poco diventata presidio diLibera, che lotta, tenacemente, contro il consumo del territorio,contro il caporalato e, in generale, contro l'affermata concezioneche basta un pugno di potere per poter disporre del mondo e ditutto quello che, al di sopra, ci vive.

a cura dei carovanieri Marco Cortesi, Piero Ferrante e Attilio Chimienti

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L’Arci partecipa al Record Day Store, laGiornata mondiale dei negozi di dischi indi-pendenti, che si svolgerà il 20 aprile 2013.Negli ultimi anni il mondo della musica haperso centinaia di luoghi dove poter cono-scere e apprezzare la musica. A causa dinumerosi fattori legati all’evoluzione del mer-cato musicale e alle grandi difficoltà di tene-re in piedi un’attività com-merciale indipendentedalle grandi catene di di -stribuzione di ogni genere,molti negozi di dischi indi-pendenti hanno chiuso.Ma ce ne sono molti cheresistono e che mettono adisposizione di musicisti eappassionati di musica laloro passione, competen-za e interesse per le pro-duzioni musicali indipen-denti. Luoghi di incontroche rendono vivi i quartieri e combattono l’o-mologazione culturale. Moltissimi sono inegozi che aderiscono all'iniziativa conshowcase, presentazioni di dischi e libri,sconti particolari e gadget in omaggio. Sono

migliaia i negozi di dischi indipendenti chehanno aderito all'iniziativa nel mondo:dall'Australia agli Stati Uniti passando perl'Europa, così come moltissime band faran-no uscire dei dischi in edizione limitata pro-prio nella Giornata dedicata ai negozi didischi. L’Arci da tempo è impegnata nelsostegno alle produzioni culturali indipen-

denti perché ritiene fonda-mentale che il mondo dellacultura sia plurale. Perquesto il 20 aprile 2013promuoviamo il RecordStore Day, contro l’omolo-gazione culturale e per ilsostegno delle diversitàculturali in ogni ambito arti-stico. Circoli e comitatisono invitati a contattare illoro negozio di dischi pre-ferito e organizzare incon-tri con gli artisti, presenta-

zione di libri, attività di sostegno alla musicaindipendente e tutto quello che riterrannoutile per sostenere l’iniziativa. Inviate a [email protected] informazioni sulle ini-ziative in programma.

cultura

arcireport

Si è svolta venerdì 12 aprile, la mattinapresso il DISBEC, il Dipartimento diScienze di Beni Culturali dell'Universi -

tà della Tuscia, il pomeriggio presso lo SpazioArci Biancovolta, la giornata di studio Waitingfor Mediterranea 16 Mediterrean Networking:step one Lam pedusa. La giornata, promossadalla rete italiana dell'Anna Lindh Foundatione realizzata con il contributo della FondazioneCarivit, ha rappresentato il primo momento dipresentazione di Mediterranea 16, Biennaledei Giovani Artisti del Mediterraneo (BJCEM)che si inaugurerà ad Ancona il prossimo 6giugno. L'incontro, promosso da due dei trecuratori italiani della Biennale, Marco Trulli eClaudio Zecchi, promotori del progetto di artepubblica Cantieri d'Arte che da anni opera aViterbo e in tutta l'area euromediterranea, si èsvolto in collaborazione con la cattedra diStoria dell'Arte dei Paesi Europei II della pro-fessoressa Patrizia Mania, e ha coinvoltodurante la mattinata Carlo Testini, re -sponsabile nazionale Cultura Arci, GerardaVentura, dell'associazione culturale Meridie eFederica Araco, Responsabile italiana perl'Italia di Babelmed.net. Se Marco Trulli eClaudio Zecchi hanno incentrato i loro inter-

venti sul percorso di avvicinamento aMediterranea 16, Carlo Testini ha introdotto ilprogetto Step one Lampedusa, che prevede ilcoinvolgimento di circa 70 organizzazionidell'Anna Lindh Foundation nella realizzazio-ne di attività laboratoriali e incontri specificinell'isola per indagare in maniera plurale ilconcetto di migrazione. La professoressaMania si è prodotta in un excursus sulle espe-rienze artistiche mediterranee che lavoranosui temi dell'identità e delle memoria, mentreGerarda Ventura si è soffermata sulle novitàartistiche che recentemente sono emerse incontesti territoriali molto complessi, come laPalestina e la Siria. Infine Federica Araco hapresentato il portale delle culture mediterra-nee Babelmed.net, che, organizzato in quat-tro lingue, rappresenta un punto di riferimentoessenziale per la scena artistica euromediter-ranea. Durante la mattinata hanno presentatoi propri lavori tre degli artisti italiani seleziona-ti per la Biennale, Gian Maria Tosatti, VirginiaZanetti, Alessandro di Pietro, che hannoapprofondito nel pomeriggio le rispettiveesperienze dialogando con gli studentidell'Università, con artisti e operatori culturalidella scena viterbese.

In particolare, Gian Maria Tosatti ha racconta-to il proprio progetto Hotel Sur La Lune, untelescopio costruito con barili di petrolioassemblato nell'ex fabbrica Fiorucci a Roma,oggi occupata da immigrati e rom, che glistessi occupanti hanno contribuito ad installa-re in cima allo stabile. Virginia Zanetti ha pre-sentato il suo progetto Walking on the water.Miracle and Utopia che interroga il territoriostesso della città di Ancona, la sede scelta perla Biennale, lavorando sulla leggenda di unantico ponte verso l'oriente oggi rappresenta-to da una particolare scogliera affiorante asud della città. Alessandro di Pietro ha illu-strato il suo lavoro Yuppi A.! And that'senough, una fantastica rilettura di un partico-lare avvenimento della storia di Ancona che simuove su linee ucroniche svelando linee sto-riche impreviste e originali, e che viene resti-tuito formalmente in un testo inciso su unaplacca di ottone come una sorta di ipoteticomonumento commemorativo. I tre artistisaranno presenti con i loro progetti all'inaugu-razione della Biennale di Ancora, con tutti icuratori e tutti gli altri artisti selezionati perMediterranea 16.Info: arciviterbo.blogspot.com

Con ‘Waiting for Mediterranea 16’ giornata suldialogo interculturale e l’arte nel Mediterraneo

L’Arci partecipa al Record Day Store coniniziative e presentazioni di libri e dischi

Tagli al programma‘Creative Europe’Nella discussione sul futuro bilanciodell’Unione Europea si prevedono tagli aifondi per il programma Creative Euro -pe/Europa Creativa di quasi il 30%, passandoda 1,8 miliardi di euro a 1,3 miliardi. Se que-sto orientamento venisse confermato sarem-mo di fronte a una scelta gravissima che con-trasta con le politiche dell’Unione Europeache hanno individuato nelle produzioni cultu-rali, nei media e nella creatività, uno dei set-tori strategici per un nuovo futuro sviluppoeconomico e sociale. In un momento cosìdrammatico per il nostro Paese, è necessariorafforzare gli strumenti europei per rimetterein moto le migliori energie nel settore cultura-le. Per questo l’Arci sostiene l’appello al Presi -den te della Commissione europea Barrosodella campagna We are more, promossadalla rete europea Culture Action Europe, sot-toscritto da più di 250 organizzazioni culturalieuropee, affinché sia almeno mantenuto ilbudget previsto per la nuova programmazio-ne. Chiediamo al governo italiano e ai parla-mentari italiani di sostenere con forza questoappello e di scongiurare il pericolo di tagli alfuturo budget del programma CreativeEurope/Europa Creativa.

n.15 17 aprile 2013

arci

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6internazionali

arcireport

Un’economia in tilt. Un Paese lacera-to da una islamizzazione forzatadelle istituzioni. La ripresa dei san-

guinosi attacchi contro i copti. Comici trattaticome eversori. Tante ragioni alla base di uncrollo di popolarità. L’Egitto volta le spalle aMohamed Morsi, il primo presidente deldopo-Mubarak. È sceso sotto al 47% l’indicedi gradimento degli egiziani per il loro presi-dente. Lo rivela l’ultimo sondaggio di opinio-ne condotto dal Centro egiziano di ricercasull’opinione pubblica (Baseera), ricordandocome nei primi 100 giorni della sua presi-denza il sostegno del popolo era pari al 78%.L’istituto Baseera monitora anche il tasso didisapprovazione nei confronti di Morsi, oggial 45% contro il 15% al termine dei suoi primicento giorni. Il sondaggio, condotto a finemarzo, mostra come il tasso di soddisfazioneper l’operato di Morsi sia particolarmentecalato tra i laureati, il 39% dei quali conside-ra positiva la sua performance contro il 51%di chi ha un diploma. Solo il 37% degli inter-vistati voterebbe per Morsi se le elezioni pre-sidenziali si tenessero domani, contro un58% al termine dei suoi primi cento giorni alpotere.Dalla data della sua elezione - concordanoanalisti indipendenti al Cairo - il presidente siè distinto solo per due preoccupazioni: la

corsa sfrenata a occupare ogni spazio politi-co e amministrativo, piazzando uomini fedeliai movimenti islamisti, e il tentativo di impor-re all’Egitto una visione dogmatica e mani-chea della propria identità religiosa. Gli egi-ziani sono stanchi di una situazione che nonpare migliorare. Contro Morsi è scesa incampo anche al massima autorità dellacomunità copta. Il patriarca della Chiesa copta ortodossa,Tawadros II, ha criticato il presidente egizia-no per la gestione delle recenti violenze set-tarie, tra cui l’attacco di domenica contro lacattedrale principale al Cairo. In un’intervistacon l’emittente televisiva privata Ontv, hadichiarato che Morsi durante una conversa-zione telefonica gli aveva promesso di faretutto il possibile per proteggere la cattedraledella capitale, «ma in realtà non l’ha fatto».Secondo il patriarca, il comportamento delpresidente «rientra sotto la categoria dellanegligenza e della carente valutazione suglieventi». Ma il fronte cruciale per la presiden-te Morsi resta quello economico. La situazio-ne è drammatica. La Banca CentraleEgiziana negli ultimi due anni ha utilizzato 20miliardi di dollari per mantenere stabile ilpound, una spesa che ormai è diventatainsostenibile e che ha fatto scendere il valo-re della lira egiziana ai livelli minimi di cambio

con il dollaro degli ultimi 10 anni. Inoltre, lecasse dello Stato non sono più in grado diricevere moneta straniera a causa anche delcrollo del turismo, una delle maggiori risorseeconomiche della nazione. Nei mesi scorsi,l’Egitto - che importa metà del suo fabbiso-gno alimentare e impone al pane un prezzocalmierato - ha dovuto sperimentare propriola carenza di riserve di pane. Solitamente ilcosto imposto dallo Stato a una forma dipane è di cinque piastre, che equivalgono acirca sette centesimi di euro. Viceversa, ilpane non calmierato costa 50 piastre, ben 70centesimi di euro, dieci volte tanto il pane ‘diStato’. Di fronte alla carenza di pane a prezzi politi-ci, la gente è costretta a comprarne al mer-cato nero. E, secondo alcuni osservatori, lefamiglie egiziane sono così costrette a spen-dere in media il 40% del proprio reddito per ilcibo. In questo scenario inquietante, la forzadi Morsi sta nella debolezza delle alternative.A renderne conto è lo stesso sondaggio diBaseera. Due terzi degli interpellati non è ingrado di indicare un’alternativa. L’otto percento segnala Ahmed Shafiq, ex candidatoalla presidenza ed ex primo ministro dell’eraMubarak, mentre solo il tre per cento si dicea favore di un militare, che sia il ministro dellaDifesa Abdel Fattah El-Sisi o un altro.

Nove aprile 2003, dieci anni fa cadevaBaghdad. Molti l'hanno chiamataliberazione e l'hanno documentata

con l'abbattimento della statua di Saddam inpiazza Firdaus (Paradiso). A festeggiare -contrariamente a quanto si è voluto far cre-dere - c'erano però solo centinaia di giornali-sti occidentali e i loro traduttori locali, mentregli iracheni erano ancora chiusi nelle case perl’incertezza sul futuro. Occupazione o libera-zione? Basterebbe tornare a Baghdad pervedere gli effetti di quell'invasione. Ma nessu-no vuole ricordare. Né gli invasori, né chi siera opposto alla guerra. Gli invasori dovreb-bero trarre una lezione da tanto dispendio dirisorse - umane e finanziarie - per poi lascia-re il paese sotto l'influenza dell'acerrimonemico iraniano. I pacifisti non hanno ancoraelaborato il lutto di quella sconfitta: la ‘secon-da potenza mondiale’ - con una enormemobilitazione - non era riuscita a fermare laguerra. Molti iracheni, contenti della caduta diSaddam, non lo erano però dell'occupazione,speravano comunque di poter finalmenteuscire da decenni di emergenza: guerra con-tro l'Iran (1980-88), prima guerra del Golfo(1991) e tredici anni di embargo. L'emer -

genza non è finita: il dittatore Saddam è statoeliminato ed è arrivato un «nuovo dittatore» -come viene chiamato dagli iracheni - Nuri alMaliki. Il potere era nelle mani dei sunniti,anzi della tribù di Saddam, ora è nelle manidegli sciiti, anzi della tribù di Maliki. Alla cor-ruzione della vecchia dittatura si è sostituitaquella dei nuovi governanti, ancora più insa-ziabili e incapaci di rispondere alle esigenzedella popolazione. A Baghdad tutto si ottienepagando: un lavoro, l'uscita di prigione -anche se già decisa dal giudice -, si puòessere arrestati se non si paga il poliziotto, incarcere si deve pagare per fare una doccia.Chi non ha soldi non ha diritti. Non è solo lapolizia ad arrestare ma anche le milizie arma-te: puoi essere sequestrato da un gruppo scii-ta perché sei sunnita o viceversa. I quartieri diBaghdad sono il risultato della pulizia etnicasubita durante l'occupazione, soprattuttonegli anni 2006-2007 con i sanguinosi scontritra sunniti e sciiti. Molti sunniti hanno abban-donato la capitale e si sono trasferiti nella pro-vincia di Anbar, così Baghdad è sempre piùsciita. Nonostante gli ingenti investimenti(miliardi di dollari) a Baghdad mancano anco-ra l'elettricità e l'acqua, così come altri servizi,

soprattutto scuole e sanità. È in aumento l'a-nalfabetismo soprattutto tra le ragazze chenon vengono mandate a scuola, oppure riti-rate dopo le elementari. Le grandi opere sonodate in appalto a parenti e amici del premiere buona parte degli stanziamenti finanzia lacorruzione. I corrotti sono intoccabili, i più ric-chi asserragliati dentro la Green zone primaoccupata dagli americani, da dove esconosolo con le loro scorte. Baghdad è la peggio-re città al mondo per le condizioni di vita,secondo il Mercer Index. Eppure a Baghdadsi costruiscono nuovi palazzi e i prezzi dellecase sono alle stelle. Chi le compra?Naturalmente i nuovi governanti, ma ci sonoanche investitori che vengono dal Kurdistan edal Bahrain. Però la maggior parte dei soldiricavati dalla vendita di petrolio non vengonoinvestiti in Iraq ma portati all'estero. Questasituazione di degrado e di disgregazione staaccelerando il processo di divisione dell'Iraqin tre entità statali costruite su base etnicoconfessionale: kurdi, sciiti e sunniti. Se si rea-lizzerà questa divisione sponsorizzata dagliamericani fin dalla creazione delle no-fly zonenel 1991, gli Usa potranno finalmente vanta-re un successo della guerra in Iraq.

Anniversario da dimenticare

Egitto in crisi, processo al presidente Morsi

arci

n.15 17 aprile 2013

di Giuliana Sgrena

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Siamo molto contente della grandepresenza di donne, di associazionidi donne e femministe che hanno

partecipato al Forum sociale mondiale aTunisi nel marzo 2013, e affermato la lorosolidarietà alle lotte delle donne nel mondo epiù in particolare a quelle della regionearaba. Le varie e diverse attività svoltesinella settimana hanno messo in evidenzauna analisi comune: - le politiche di austerità e la mondializzazio-ne liberista toccano maggiormente le donnee colpiscono sempre più duramente lepopolazioni; - le guerre fomentate nel mondo (Palesti na,Siria, Libano, Mali, Congo...) utilizzano icorpi delle donne come arma di guerra e raf-forzano lo sfruttamento sessuale (stupri,matrimoni precoci e forzati...);- l'accresciuto peso degli estremismi e deipoteri religiosi sulla politica, che si iscrive nelquadro di una ristrutturazione del mercatomondiale, costituisce una minaccia per l'e-mancipazione delle donne.Il loro obiettivo mira a instaurare una societàpost-rivoluzione basata su un nuovo potere

teocratico attentando ai fondamenti dellostato di diritto e dando al patriarcato unaimpronta di religiosità. Lo statuto delledonne diventa così una grande questionepolitica per le società e le istituzioni attraver-so l'instaurazione di una violenza quotidianaper escludere le donne dallo spazio pubbli-co; queste politiche retrograde si collocanoall'interno delle stesse politiche economicheliberiste che stanno instaurando l'austerità intutto il mondo. Attualmente le donne sono leprime ad essere colpite dall'arretramento deidiritti economici e sociali e dalla precarietàgeneralizzata. Noi donne, di associazioni e femministe,dichiariamo: - il nostro forte attaccamento alla universali-tà dei diritti fondamentali delle donne;- la nostra volontà che la CEDAW(Convenzione sull'eliminazione di ogniforma di discriminazione delle donne), ratifi-cata, sia la base della costituzionalizzazionedei diritti delle donne, in particolare nei paesiarabi;- il nostro diritto a beneficiare delle ricchezzemondiali (come l'acqua, la proprietà della

terra, le ricchezze minerarie...); - la nostra determinazione a lottare controtutte le forme di violenza fatta alle donne(stupri, molestie sessuali);- esigiamo la protezione delle donne rifugia-te nelle zone di conflitto vittime della tratta edello sfruttamento sessuale. Noi donne chiediamo al Consiglio interna-zionale del FSM: - di includere l'assemblea delle donne nelprogramma ufficiale del FSM;- di rafforzare la presenza di associazionifemministe nella composizione del Consi gliointernazionale diversificando la loro rappre-sentanza; - la messa in opera di una reale volontà e dimezzi per permettere di promuovere unaeffettiva parità, sia nella composizione delConsiglio internazionale che nell'organizza-zione trasversale dei dibattiti; che l'attribu-zione dei fondi di solidarietà tenga contodella presenza delle donne; - la effettiva realizzazione di una rete inter-nazionale di solidarietà con le donne tunisi-ne in lotta per i loro diritti fondamentali. Info: [email protected]

fsm2013

arcireport

Nel contesto del Forum SocialeMondiale le reti educative si muovo-no spesso in modo insulare, paralle-

lo alle molte attività dedicate a temi che sen-z’altro intersecano quelli dei processi diapprendimento e del diritto all’istruzione qualisono quelli della sanità, lavoro, del ruolo deisindacati, dei migranti, da cui a Tunisi sonovenuti gesti più che educativi come la strisciaposta su una scalinata che elenca i 16.175morti ritrovati, spesso ‘ignoti’, nelle acque delMediterraneo tra le coste nordafricane eeuropee. Così come educativo risulta il dialo-go con le radio libere e con le molte associa-zioni civili che agiscono in Tunisia per dire noalla violenza e per una costituzione demo-cratica e inclusiva, quali Doustourna. Unsociologo attento alle epistemologie dei Sudcome Boaventura de Sousa Santos ci ricor-da che a Tunisi è nato, nel 1332, IbnKhaldun, l’autore dei Muqaddimah, oProlegomena, scritto nel 1377, «colui cheoggi considero sia stato il grande fondatoredelle scienze sociali moderne, … dell’ideache la civilizzazione declina quando le élitepolitiche che vogliono servire il popolo non lopossono fare e quelle che desiderano sfrut-tare il popolo hanno la strada aperta».

Organismi quali l’ Instituto Paulo Freire sonoparte del processo del FSM dall’inizio e laloro familiarità con le modalità organizzativedel Forum è visibile nell’impostazione deilaboratory che permette interventi a distanzada parte di gruppi locali su temi quali l’alfa-betizzazione degli adulti, la cittadinanza pla-netaria nei percorsi educativi e l’accesso alleconoscenze. Dal 2001 promuovono in colla-borazione con il FSM il Forum Mondialedell’Educazione, che sui temi della giustiziasociale e ambientale ha recentemente pro-dotto la pubblicazione, discussa in un labo-ratorio ad hoc, The education we need forthe world we want, coinvolgendo reti come IlGruppo di lavoro sull’Educazione (attivo nelprocesso Rio + 20), il Consiglio Interna -zionale per l’Educazione degli Adulti (ICAE),la Campagna Latinoamericana per il Dirittoall’Educazione (CLADE). Occasione per unconfronto fra un dibattito finora centrato suirapporti Europa/America Latina che comin-cia a coinvolgere vari attori africani e delmondo arabofono e opportunità per ICAEper lanciare il Virtual Exchange, il confrontoon-line sul futuro dell’educazione post-2015,che avviene fra il 4 e il 12 giugno in inglese,spagnolo e francese. Fra i soggetti maghre-

bini, si segnalano il Centre d’Etudes et deRecherches en Sciences Sociales (CERSS),Dignité, e il Forum Civil DemocratiqueMarocain (FCDM), promotori del seminarioFor a new world of solidarity, dignity andsocial justice centrato sul ruolo della societàcivile nell’educazione formale, nonformale einformale, con spazio anche per la resisten-za siciliana No MUOS.Fra i prossimi appuntamenti si segnala ilForum Mondiale dell’Educazione tematicosu educazione e regioni metropolitane previ-sto a Canoas (Rio Grande do Sul, Brasile) agennaio 2014 e alcune riunioni esplorativeper la seconda edizione del Forum di SaoPaulo, a dieci anni dalla prima edizione, fino-ra la più partecipata, con oltre 100mila per-sone.

Percorsi e agende educative nel FSM

Dichiarazione dell’Iniziativa delle donne all’assemblea dei Movimenti sociali del Forum Sociale Mondiale a Tunisi

n.15 17 aprile 2013

arci

di Alessio Surian, Forum Mondiale dell’Educazione

Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2011

veniva ucciso l’attivista Vittorio ‘Vik’

Arrigoni. Per il delitto, Tamar Hasasnah

e Mahmud Salfiti sono stati condannati

a 15 anni di carcere, pena ridotta

a 5 anni per Khader Jram

GAZA

notizieflash

Page 8: Arcireport numero 15_2013

8ambiente

arcireport

Le emissioni delle ciminiere dellaTirreno Power di Vado Ligure sareb-bero alla base di molti casi di cancro

nella popolazione vadese e in zone limitro-fe alla centrale. Inoltre, ci sarebbe nesso dicausalità tra l’inquinamento e i decessi permalattie oncologiche: è quanto emerge dalrapporto dei periti incaricati dalla Procura diaccertare eventuali responsabilità dell’a-zienda nell’incremento della malattia.Una prima conferma dell’inquinamentodelle aree circostanti la Tirreno Power diVado e l’Italian Coke di Bragno era già arri-vata lo scorso anno dall’esame dei licheni:c’è stata sofferenza in prossimità dei dueinsediamenti produttivi. Oggi, l’indagine deiperiti non fa che avvalorare quell’ipotesi,

anche se per la relazione definitiva biso-gnerà attendere ancora qualche settimana.«Se le indagini confermeranno quantoemerso come indiscrezione, siamo di fron-te a un dato importantissimo a livello nazio-nale, che potrebbe diventare un caso pilotain Italia, a conferma del fatto che l’uso delcarbone nelle centrali produce gravi dannialla salute delle persone - spiega GiovanniDurante della Rete Savonese Fermiamo ilcarbone - secondo i dati statistici dell’Ist(Istituto nazionale per la ricerca sul cancro),dal 1994 al 2006 ci sono stati 2640 decessiin più nella provincia di Savona rispetto allamedia regionale. Non abbiamo la certezzadi poterli correlare direttamente alle centra-li, ma quella che emerge è sicuramente unacoincidenza inquietante: più ci si avvicina azone quali Vado Ligure, Quiliano, Savonapiù la situazione peggiora. Per questo,entro fine aprile presenteremo un nuovoricorso, riguardante coloro che avrebberodovuto occuparsi dei controlli negli ultimiquaranta anni e non l’hanno fatto: se è veroquanto emerge, cosa hanno fatto per tute-lare la salute delle persone? Dov’era chiavrebbe dovuto approfondire la situazione

ambientale e sanitaria? Dov’erano la Asl egli Assessorati alla Sanità e all’Ambiente?Dove erano gli amministratori a tutti i livelli,specie quelli che per istituto hanno il com-pito di tutelare la salute dei cittadini?». Aquesto punto non resta che attendere ulte-riori sviluppi provenienti dai consulenti e glieventuali passi adottati dalla procura difronte alle conclusioni scioccanti della peri-zia. Se queste anticipazioni venissero inseguito confermate dai verbali e dalle rela-zioni dei periti, potrebbero scattare provve-dimenti ulteriori. Ad esempio, gli stessiComuni di Vado e Quiliano che già hannopresentato ricorsi al Tar contro il potenzia-mento della centrale e contro la concessio-ne dell’Aia per i gruppi di produzione attua-li, potrebbero costituirsi parte civile in uneventuale processo penale. Un tema, quel-lo dell’inquinamento ambientale e in parti-colare di Tirreno Power, su cui si mantienealta l’attenzione solo grazie all’impegno ealla costanza di associazioni, come la Retesavonese Fermiamo il carbone, che conti-nua a porre interrogativi e magari a ricerca-re risposte con convegni, dibattiti e manife-stazioni di piazza.

Emissioni cancerogene dalla centrale di Vado Ligure: la perizia della procura

Dal 13 al 21 aprile è la Settimanadella bellezza: Legambiente

organizza visite guidate ed eventi

culturali in tutta Italia per celebrare

la bellezza dei territori e del

patrimonio artistico e culturale

IN ITALIA

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n.15 17 aprile 2013

arci

Tra le vertenze territoriali siciliane incontrate all’interno del semi-nario di Corleone, c’è la vertenza dei comitati che si battonocontro l’installazione del Muos nella riserva naturale dellasughereta di Niscemi.Dopo la straordinaria manifestazione dello scorso 30 marzo, cheha visto più di 10mila persone assediare pacificamente i cancel-li della base NRTF della marina militare statunitense, dove sonoin corso i lavori per l’installazione del Muos, continua l’azione ditutti quelli che chiedono la revoca dei lavori e la disinstallazionedelle 46 antenne già operanti dal 1991.Negli ultimi mesi, un ruolo significativo è stato assunto dalComitato Mamme No Muos, un gruppo di 700 persone dove tro-vano spazio mamme, figlie, nonne, sorelle, padri, zii, cugini,come raccontano Concetta e Roberta. «Non è un comitato di sole donne - dicono le attiviste che più diuna volta hanno bloccato il passaggio dei militari diretti alla base- è un comitato che raccoglie tutte e tutti coloro che sono preoc-cupati per la salute dei propri figli. D’altronde ognuno di noi ènato da una mamma». Concetta e Roberta ribadiscono la legalità della propria azioneche si esplicità attraverso presidi e blocchi per impedire l’acces-so alla base. «È fuori dalla legalità chi permette di installare questi strumentidi morte nella nostra terra, non noi che ci battiamo pacificamen-te in difesa del diritto a una vita dignitosa».Info: [email protected]

A Corleone il gruppo su ambiente e beni comuni

Corleone ha accolto per tre giorni dal 12 al 14 aprile la riunione delgruppo di lavoro nazionale Arci ambiente e beni comuni. L’incontro,che ha visto la partecipazione di una ventina di dirigenti provenientida diverse realtà italiane, è stata l’occasione per ascoltare l’espe-rienza della cooperativa Lavoro e non solo, che coltiva terreni con-fiscati alla mafia corleonese, gestisce l’ostello ‘Casa Caponnetto’(anch’esso in un edificio confiscato) dove il gruppo ha alloggiato,cura l’inserimento lavorativo di soggetti con problemi di salutementale. Durante la visita è stato possibile conoscere la realtà diun territorio di frontiera che prova con il lavoro di tutti i giorni a pra-ticare la lotta alla mafia divenendo anche luogo di formazione. Ilgruppo ha visitato Portella della Ginestra, luogo della strage del 1°maggio 1947 e incontrato alcuni superstiti che hanno ricordatoquella tragica giornata, raccontando anche il contesto in cui quellastrage si inseriva nel pieno della lotta del movimento contadino esindacale da sempre contro la mafia. Inoltre il gruppo ha incontra-to e conosciuto i protagonisti di alcune vertenze ed esperienze sici-liane in cui anche l’Arci è impegnata: dal movimento contro il Muosdi Niscemi, a quelli per l’acqua pubblica in Sicilia con la loro parti-colare alleanza con tante amministrazioni locali, all’esperienza diFa’ la cosa giusta Sicilia su consumo critico e stili di vita sostenibi-li dopo la sua prima fiera a Palermo e la preparazione della secon-da. Per il gruppo è stata un’occasione di conoscenza di una realtàcosì importante, ma, soprattutto, incontri come questi servono adare forza a chi ogni giorno opera in quei territori.Info: [email protected]

Continua la battaglia delcomitato Mamme No Muos

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9società

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Nonostante alcuni deludenti passiindietro, la tendenza globale versol'abolizione della pena di morte è

proseguita: è quanto ha dichiarato AmnestyInternational rendendo noto il suo rapportoannuale su pena di morte ed esecuzioni nel2012. Questa pratica persiste negli Usa (l'u-nica nazione in tutte le Americhe), in Cina ein Arabia Saudita, Iran, Iraq e Yemen chehanno mantenuto alti livelli di esecuzione: il99% delle condanne a morte eseguite nellaregione ha avuto luogo in questi quattropaesi. Lo scorso anno ha visto la ripresadelle esecuzioni in paesi che da tempo nonfacevano ricorso alla pena di morte, comeGambia, Giappone, India e Pakistan, maanche un allarmante aumento in Iraq. Nel2012 ci sono state esecuzioni solo in 21paesi: lo stesso numero del 2011, ma in calorispetto a un decennio prima (28 paesi nel2003). Amnesty International è venuta aconoscenza di 682 esecuzioni, due in piùrispetto al 2011, e di almeno 1722 sentenzecapitali in 58 paesi, rispetto alle 1923 in 63paesi dell'anno precedente. Questi numeri,tuttavia, non includono le migliaia di esecu-zioni che Amnesty International ritieneabbiano avuto luogo in Cina, dove i dati sullapena di morte sono mantenuti segreti.Secondo Salil Shetty, segretario generale diAmnesty, «nel mondo solo un paese su 10

continua a usare la pena di morte. I loro lea-der dovrebbero chiedersi perché applicanoancora una pena crudele e disumana che ilresto del mondo sta abbandonando». Latendenza verso l'abolizione infatti sembraconsolidarsi, anche perché nessuno ha più ilcoraggio di sostenere che la promessa del-l'iniezione letale o del cappio possa funzio-nare come deterrente per evitare i criminiviolenti. Il rapporto di Amnesty cita un'impor-tante ricerca Usa del 2012, secondo cui l'ar-gomento deterrenza ha perso ormai valore.I metodi usati dai boia, scrive Amnesty, sonosempre i soliti: iniezione letale, impiccagio-ne, fucilazione, decapitazione. Unica, atro-ce, curiosità: il caso di un condannato inArabia Saudita, che dopo la decapitazione èstato crocifisso. Evidentemente la visionepubblica del corpo straziato e senza testadoveva servire di esempio per gli altri.Sembra essere questo, infatti, il senso dellapena per i governi che insistono a tenerla inpiedi: un utilizzo politico più che di giustizia.Quello per mettere a morte i cittadini è unapparato costosissimo, ingombrante, impe-gnativo, soprattutto per le nazioni che con-servano un dibattito interno. Alcuni Statiamericani sono arrivati a considerarne l'abo-lizione per soli motivi di bilancio, perché nellademocrazia Usa il sistema dei rinvii, degliappelli e delle revisioni finisce per far diven-

tare talmente costosa un'esecuzione chepersino i conservazionisti sono disposti arinunciare. Ma questo vale solo per gli StatiUniti, dove l'attenzione all'opinione pubblicaè viva. Altrove, un tale dibattito non esiste. Ecosì «nel 2012 abbiamo ancora una voltaassistito con grande preoccupazione all'usodella pena di morte per quelli che sono sem-brati essere scopi politici, o come misurapopulista o come strumento di repressione»,sottolinea Shetty. Se i dati attuali conferma-no un lento, graduale miglioramento negliUsa, sia riguardo alle condanne che alleesecuzioni capitali, concentrate soprattutto,per il 77%, in quattro stati: Texas, Oklahoma,Mississippi e Arizona, brucia ancora il refe-rendum californiano del 6 novembre scorso,che ha respinto la richiesta di abolizione conil 52% di favorevoli alla pena di morte, a fron-te del ben più corposo 71% di favorevoli chesi ebbe in un referendum del 1978.

Nel 2012 esecuzioni ‘solo’ in 21 paesi: i dati diAmnesty International sulla pena di morte

Il 9 aprile è stata avviata la campagnaTre leggi per la giustizia e i diritti.Tortura, carceri, droghe, con una

raccolta firme a sostegno delle tre proposte di legge di iniziativa popolare.

Per firmare www.3leggi.it

ITALIA

notizieflash

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n.15 17 aprile 2013

L’inadeguatezza dei sei OspedaliPsichiatrici Giudiziari presentiattualmente in Italia è nota e denun-

ciata da tempo da coloro che si occupanoattivamente di salute mentale (operatori,associazioni, gruppi di lavoro). Con l’indagi-ne condotta dalla Commissione d’inchiestasull’efficacia e l’efficienza del Sistema sani-tario nazionale del Senato nell’estate 2012,la situazione paradossale di questi luoghi èstata portata alla ribalta nazionale e all’at-tenzione dei media mainstream. Il lavoro della Commissione si è concretiz-zato nell’approvazione della legge n. 9 del17 febbraio 2012 che stabilisce i termini e lemodalità per il superamento, definitivo, degliOPG. La legge prevede la distribuzione di risorseeconomiche sui territori regionali utili acostruire percorsi alternativi alla detenzioneper coloro che, soffrendo di un disturbo disalute mentale, compiano un reato o che, inseguito alla reclusione, sviluppino una pato-logia mentale.

La data limite per la chiusura degli istituti erastata fissata al 31 marzo 2013, prevedendodi fatto un’accelerazione, senza dubbio posi-tiva, dell’attivazione delle Regioni e deiDipartimenti di Salute mentale territoriali(nonché di tutte le altre istituzioni coinvolte)per definire in maniera efficace gli interventinecessari per la dimissione e il ‘reinserimen-to sociale’ degli ex internati. Dall’approvazione della legge molto poco èstato fatto operativamente e, dopo il seque-stro imposto dai NAS a tutto l’istituto diBarcellona Pozzo di Gotto e ad un reparto diMontelupo Fiorentino, si è giunti ad una pro-roga della chiusura al 1 aprile 2014.Il decreto di proroga approvato in Senato il21 marzo 2013, prevede anche alcunemodifiche al testo precedente. In particolare,è stata inserito un inciso che precisa che«entro il 31 marzo 2014 [sono previste] ledimissioni per tutte le persone internate perle quali l’autorità giudiziaria abbia già esclu-so o escluda la sussistenza della pericolosi-tà sociale».

Si continua così a legare la dimissione deiristretti al concetto di ‘pericolosità sociale’,etichetta che non fa riferimento solamentealle condizioni psico-sociali della personama anche, e spesso soprattutto, alla pre-senza o meno di ‘presa in carico’ dei serviziterritoriali di salute mentale, che, in molticasi, non è del tutto o compiutamente avvia-ta. Entro il 15 maggio 2013, tuttavia, permanel’obbligo per le Regioni di presentare iProgrammi di riabilitazione per ottenere ifinanziamenti stanziati, obbligo che fa spera-re in un effettivo passo in avanti. Il nodo centrale rimane infatti quello dell’uti-lizzo del budget previsto, che andrebbestanziato - per parlare di effettivo supera-mento degli OPG - non per la realizzazionedi strutture speciali, ma per potenziare i ser-vizi di salute mentale delle ASL e smantella-re una volta per tutte l’idea del trattamentospeciale per i ‘folli rei’ puntando ad unanecessaria riforma del Codice penale.Info: [email protected]

Opg: prorogati i termini di chiusura

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Hanno preso servizio l’8 aprile i 500giovani, età media 23 anni, selezio-nati dal bando straordinario di servi-

zio civile per la ricostruzione in EmiliaRomagna. Di questi ben 31 parteciperannoalle attività dei circoli Arci di Modena e pro-vincia con il coordinamento di Arci ServizioCivile. Sono stati selezionati tra i 2847 chehanno presentato domanda per svolgere ilservizio civile a sostegno delle popolazioniterremotate in base a due progetti: PerDaniele: straordinario come voi (intitolato aDaniele Ghillani, il giovane di Parma che haperso la vita mentre svolgeva attività di ser-vizio civile in Brasile) e Ri-partire dalla cultu-ra e dal patrimonio artistico. I 16 ragazzi eragazze selezionati dal bando Per Daniele si

occuperanno delle attività di aggregazionenei circoli Kalinka di Carpi, Fermata 23 diCamposanto, Aquaragia di Mirandola, ArciSoliera e nelle polivalenti di Massa Finalese,Medolla e San Prospero. In particolare, sioccuperanno del coordinamento delle attivi-tà di Arciscuola, il doposcuola per ragazzi eragazze delle scuole medie che dopo ilsisma del 2012 ha visto intensificare lerichieste di iscrizione in un territorio in cui lestrutture scolastiche sono ancora in fase diristrutturazione e, in alcuni casi, di ricostru-zione. Per i 15 selezionati dal bando Ri-par-tire dalla cultura, i luoghi di lavoro saranno lesedi dei Comuni di San Felice sul Panaro,Medolla, Concordia, Novi di Modena e i cir-coli Giliberti di Carpi, Aquaragia di Mirandolae la sede del Comitato a Modena. In partico-lare si occuperanno di verificare lo stato di‘salute’ dei beni culturali minori e di collabo-rare ai progetti di restauro. Il progetto PerDaniele ha previsto 450 posti, di cui 350riservati a italiani a cui sono stati affiancati100 giovani comunitari e stranieri con il ser-vizio civile regionale. Tra questi, 212 sonostati riservati alla provincia di Modena, la piùcolpita dal sisma: 167 i posti di servizio civi-

le nazionale e 45 di servizio civile regionale.Ri-partire dalla cultura e dal patrimonio arti-stico, presentato da Arci Servizio Civile,coinvolgerà invece in Emilia-Romagna 50giovani (in servizio civile nazionale): 4 nellaprovincia di Reggio Emilia, 14 nella provinciadi Bologna, 15 nella provincia di Ferrara e 17nella provincia di Modena. Sono state piùnumerose le candidature femminili (1654)rispetto a quelle maschili (1193). La maggiorparte delle domande (2414) è stata inviatada giovani residenti o domiciliati in Emilia-Romagna: 1803 per il servizio civile nazio-nale del progetto Per Daniele, 308 per il ser-vizio civile regionale e 303 per Ripartire dallacultura. Al secondo posto quelle di giovaniresidenti o domiciliati in Puglia (85), inVeneto (65), in Sicilia (58) e in Campania(47). La maggior parte delle domande invia-te da residenti o domiciliati in Emilia-Romagna è arrivata dalla provincia diModena (891), seguita da Bologna (633). Lenazionalità più rappresentate tra le domandeper il servizio civile regionale (Per Daniele)sono: Marocco (53), Pakistan (32), Camerun(31) e Tunisia (25).Info: [email protected]

10incircolo

arcireport

500 volontari per ricostruire l’Emilia, tra questi 31 nei circoli Arci Modena

Martedì 23 aprile alle ore 20.45,

per la rassegna Cine Doc.Guardiamo insieme per riflettere,

Arci Pasolini invita alla proiezione

di Fascist Legacy di Ken Kirby

Info: www.arcipasolini.it

BELLUSCO (MB)

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arci

n.15 17 aprile 2013

Verso il Palermo pridePALERMO - Arci Palermo promuo-ve, presso lÊex Fonderia Oretea, inpiazza Fonderia e presso il

Kursaal kalhesa, al Foro Umberto I,due giorni Verso il Palermo pride2013. Il 18 aprile alle 17,30 Lei dissesì, storia di due donne ed un matri-monio con le testimonianze diLorenza Soldani ed Ingrid Lam -minpaa. Intervengono anche:Costanza Chirivino, Arci Palermo,Carlo Verri, consulente politiche Lgbtdel Comune di Palermo, Titti DeSimone, presidente del coordina-mento Palermo Pride 2013, GiustoCatania, Assessore alla Parteci -pazione e decentramento del Co -mun e di Palermo. Il 19 aprile alle 18Fra il serio ed il faceto: i preparativi ele emozioni del grande giorno e diquelli che seguiranno. CoordinaTeresa Campagna, di Arci Palermo,intervengono Ingrid e Lorenza eSalvatore e Miriam.Info: fb Arci Palermo

Citizen journalism alBiancovoltaVITERBO - Continua il progetto Gio -

vani in circolo con il workshop di citi-zen journalism al Biancovolta, in pro-gramma il 19 e 20 aprile. Due giorniin cui, percorrendo le basi teoriche epratiche della comunicazione, lavo-rando sul concetto di redazione comeluogo di scambio di idee e di organiz-zazione, e su quello dellÊattraversa-mento dei luoghi e delle situazioni, siaffronteranno in diretta le tematichedel giornalismo, nella pratica del citi-zen-journalism, cioè come cittadini-giornalisti che vivono e operanoallÊinterno della propria comunitàattraverso la realizzazione di progettispecifici sul territorio. Un laboratoriocompleto e quotidiano, dedicato allarealizzazione di una mappa deglispazi formativi e ricreativi di Viterbo,con attenzione alla vita universitaria,lavoro sul campo e presentazione deicontenuti realizzati e dell'informazio-ne messa in circolo.Info: [email protected]

Rassegna a GenovaGENOVA - Luciana, Bruno e Pietro,cittadini è il titolo della rassegna cine-matografica in tre appuntamentiorganizzata da Arci Liguria e Ucca, in

collaborazione con Arci Genova eSocietà per azioni politiche di donne,con il patrocinio del Comune diGenova e la media partnership diRadio Gazzarra nellÊambito delle ini-ziative per il 25 aprile. Le proiezioni,che si svolgeranno il 24 e 29 aprile eil 16 maggio presso alcuni circoli Arcigenovesi, saranno dedicate alle figu-re di Luciana Castellina, PietroIngrao e Bruno Trentin. Si comincia il24 aprile alle 17 presso il salone dirappresentanza di Palazzo Tursi conla presentazione di Siberiana diLuciana Castellina. IntervengonolÊautrice, Laura Rossi e Loredana DePaoli. Alle 19.30 al circolo Arci 30 giu-gno ci sarà la proiezione di LucianaCastellina. Comunista. Info: www.arciliguria.it

Young gunsPERUGIA - I Comuni di Perugia eMarsciano, insieme allÊArci, sonopartners nella promozione di YoungGuns, il progetto vincitore di unbando regionale destinato a formaree poi a promuovere giovani disegna-tori. Il progetto è stato redatto dallÊas-sociazione Makeba di Marsciano con

Umbria Fumetto. Il progetto, delladurata di un anno, prevede corsi diformazione e attività di promozione dinuovi talenti del disegno e intendefavorire e stimolare la dimensionecreativa dei giovani e la loro capacitàdi innovazione. Info: www.arciperugia.it

Talenti quotidianiSIENA - Il 20 aprile alle 17, presso ilcircolo Arci Il Risorgimento, ci sarà lapremiazione del concorso letterarionazionale Talenti quotidiani. 100parole per raccontare lÊavventura diessere donna. Promosso da ArciSiena, con il contributo della RegioneToscana e la partnership di CultureAttive, Archivio UDI della Provincia diSiena, Arcisolidarietà Colibrì, Movi -men to Pansessuale Arcigay Siena, ilconcorso vedrà la premiazione di 51racconti. Durante la cerimonia, saràpresente la scrittrice Lorenza Ghi -nelli, presidente di giuria, che pre-senterà anche il suo libro La colpa,finalista al Premio Strega 2012.Seguirà cena sociale, prenotazionifino al 17 aprile.Info: www.arcisiena.it

Notizie Brevi

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Il 24, 25 e 26 aprile il circolo Arci Monte -fortino 93 organizza all’ex GranaioBorghese, in via Alessandro Fleming ad

Artena (RM), una tre giorni per dare unsenso alla giornata della Liberazione oltre laretorica delle commemorazioni ufficiali. Frale iniziative, sarà possibile visitare, nelle tregiornate, La Otra historia, mostra fotograficainedita che allo stesso tempo vuole essereun vero e proprio percorso interpretativoche possa, attraverso le parole e le immagi-ni, guidare il visitatore alla comprensione diuna prospettiva particolare da cui osservarei lunghi anni di guerra civile che hannosegnato il paese centro - americano delGuatemala. La storia del Guatemala non éunica, ma ha mille voci, molte delle qualiappartengono ai ‘piccoli’, a coloro che, inrealtá, erano stati privati della loro voce daanni di colonizzazione, di discriminazioni edi violenze. L'apertura politica che avevapermesso la formazione del primo partitocomunista guatemalteco (Partido Guate -mal teco del Trabajo) cedette il passo adecenni di repressione e violenze. Con iltrauma del '54 si desta così un conflitto

sociale già latente che, in un primo momen-to, riguarderà solo alcuni settori dell'esercitocon Il Movimento 13 Novembre (MR-13), eche poi, con l'inasprirsi della repressione,coinvolgerà anche studenti, operai, contadi-ni, molti dei quali di origine maya, trasfor-mandosi per alcuni in una lotta di riconqui-sta della propria identità culturale. Ed è daquesto momento che inizia, in fondo, un'al-tra storia, ‘la otra historia’ appunto. Perchè,accanto ai grandi nomi di presidenti, coman-danti, generali e diplomatici stranieri vi sonoquelli dimenticati e nascosti di uomini edonne che al loro nome hanno dovuto rinun-ciare per combattere, per poter riconquista-re la loro voce e, con essa, raccontare un'al-tra storia, che poi sono tante storie. La vitadi un gruppo di uomini e donne ex-combat-tenti delle F.A.R. che, attraverso i lunghianni di conflitto, si è mantenuto unito nelprogetto di un futuro comune e che ad oggi,dopo la firma degli Accordi di Pace nel '96,forma la Cooperativa Integral AgrícolaNuevo Horizonte.Dall'incontro con le loro storie nasce questoprogetto, che vuole esso stesso essere un

incontro, uno spazio di condivisione e diconsapevolezza, una riflessione dal bassosul passato storico del Guatemala, sul pre-sente sociale di alcuni suoi ‘piccoli’ protago-nisti e sul futuro dei loro figli che ad oggi por-tano i nomi a cui i loro padri hanno dovutorinunciare. Come nelle parole di uno deiprotagonisti: «Ricordare questa storia édoloroso quanto tornare a viverla, peró lofacciamo nello sforzo di trasmettere lanostra esperienza con tutto il suo dolore e lasua gioia, perché i nostri figli sappiano rico-noscere il cammino percorso, perché cre-diamo che raccontandola si possa fare inmodo che essa mai si ripeta».Info: [email protected]

11incircolo

arcireport

Con il circolo Montefortino 93 ad Artenala mostra fotografica ‘La otra historia’

Per la rassegna L’Italia che non si vede, appuntamento

il 18 aprile alle 21.30 al circolo GuidoRossa con la proiezione di Scorie in libertà di Gianfranco Pannone.Ingresso libero con tessera Arci

TORINO

notizieflash

Un mese di eventicon ResistLecco!Anche per quest’anno, il comitato provincia-le Arci Lecco e l’associazion Banlieue orga-nizzano la rassegna culturale ResistLecco!L’iniziativa, della durata di un mese circa(dal 2 aprile al 1 maggio 2013) è realizzatain collaborazione con il circolo LiberoPensiero, con il sostegno di Cgil, Cisl, UilLecco e Fondazione Ciceri Losi e con ilpatrocinio della Provincia di Lecco.I luoghi di questa mappa culturale sono icircoli Arci e le sezioni Anpi, le sale civiche,i circoli ricreativi, le sedi dei Gruppi diAcquisto Solidale, le strade, le piazze, lemontagne sulle quali i Partigiani combatte-rono, il che testimonia la volontà di allarga-re le tematiche dalla sola memoria a que-stioni come cittadinanza attiva e diritti,inclusione sociale, altroconsumo, tutela delterritorio. Evento clou del calendario, ovvia-mente il concerto del 25 aprile. Anche nellacittà di Lecco, dalle ore 15 alle ore 22, ArciLecco ed Associazione Risuono, con il patro-cinio del Comune di Lecco, organizzerannoun concerto in Piazza Cermenati in cui si esi-biranno alcuni gruppi musicali per celebrareinsieme l’anniversario della Liberazione.Info: www.arcilecco.it

Scegliere liberi: a Firenze due incontricon Beppino EnglaroPer tornare a parlare di testamento biologicoe libertà di scelta. Per tornare a parlare di cul-tura dei diritti. Due incontri con BeppinoEnglaro, padre di Eluana, la giovane donnasimbolo della battaglia per il testamento biolo-gico. Si terranno nel prossimo fine settimanain due circoli di Firenze. Il primo è in pro-gramma giovedì 18 aprile all'Exfila. Una sera-ta organizzata da Arci Firenze e Ucca nel-l'ambito de L'Italia che non si vede e durantela quale sarà proiettato 7 giorni, documentariodi Ketty Riga e Giovanni Chironi sull'ultimasettimana di vita di Eluana. Interverranno l'av-vocatessa Sibilla Santoni, la consigliera

comunale di Firenze e membro dell'associa-zione Liberi di Decidere Claudia Livi, la presi-dente di Arci Firenze Francesca Chiavacci. Ilsecondo incontro è promosso invece dalCircolo Arci 1° Maggio de Le Sieci, domenica21 aprile (ore 17). In questo caso, il circoloconsegnerà la Mimosa d'Argento 2013 (rico-noscimento ideato 7 anni fa proprio dal circo-lo per premiare l'impegno di donne che hannocontribuito a cambiare la nostra società, e chenel corso del tempo è stato ricevuto, tra lealtre, da Margherita Hack, Rita Borsellino,Giuliana Sgrena e Susanna Camusso) aBeppino Englaro alla memoria della figlia.

arci

n.15 17 aprile 2013

Un’immagine può dire molto più di milleparole: è quello che sono riusciti a sottoli-neare attraverso le proprie fotografie i parte-cipanti alla prima edizione del contest foto-grafico Social Focus, organizzato da RadioSiani, web radio del circolo Arci Onda rossadi Ercolano (NA).L’invio dei lavori si è concluso il 5 aprile e iportfoli dei concorrenti sono stati pubblicatisul portale di Radio Siani nell’apposita

sezione dedicata al concorso. La giuria tec-nica è composta da fotografi professionisti erappresentanti del mondo della comunica-zione, della cultura e della formazione pro-fessionale. La rete ha la possibilità diinfluenzare il voto attraverso i social networkfacebook, twitter e googlePlus, entro il 15maggio prossimo, data in cui sarannodecretati i due vincitori.Info: www.radiosiani.com

‘Social focus’, il concorso di Radio Siani

Page 12: Arcireport numero 15_2013

Il 21 aprile i giovani della Campagna Iovoglio restare si incontrano a Roma,presso la sala Ilaria Alpi dell'Arci nazio-

nale, per una giornata di discussione econfronto e per organizzare le prossimemobilitazioni.Di seguito, il documento che lancia l’inizia-tiva.«In queste lunghe settimane post-elettora-li, i temi reali della crisi, della mancanza dilavoro e welfare, dell'impoverimento diparti sempre più ampie della popolazione,sembrano spariti dalla scena. Il giorno dell'insediamento del nuovo parla-mento, il 15 marzo scorso, mentre un tur-binio di calcoli parlamentari e numeri diseggi invadeva i quotidiani, ci siamo pre-sentati davanti a Montecitorio a Roma,davanti alla torre pendente a Pisa e inpiazza del Plebiscito a Napoli per far pre-sente a tutti la quota drammatica dell'unicavera maggioranza nel paese: il 38,7% digiovani disoccupati.L'urgenza della situazione dei più giovani èevidente a chiunque si guardi intorno, fuoridalle aule dei palazzi: un'intera generazio-ne è priva di ragionevoli prospettive dilavoro e di vita dignitosa, in questo paese

come nelle altre aree maggiormente colpi-te da crisi e austerity, come l'iniziativa deicoetanei spagnoli di Juventud Sin FuturoNo nos vamos, nos echan (‘non siamo noiche ce ne andiamo, sono loro che ci cac-ciano’) ha ricordato.Una situazione che, come abbiamo sem-pre detto, ci preoccupa ma non ci spaven-ta. Eravamo e siamo pronti a metterci allavoro per costruirci un futuro, a cambiareil paese per non dover cambiare paese.Nei quattro mesi che ci separano dalnostro primo incontro nazionale, lo scorsonovembre a Firenze, il nostro percorso hainiziato a radicarsi. Le 10 proposte Un pro-getto di paese o un paese a progetto cheabbiamo presentato alla politica durante lacampagna elettorale hanno riscosso inte-resse e attenzione, e tanti comitati territo-riali sono nati e stanno iniziando a darsi dafare, ognuno nella propria città. Ora è ilmomento di rilanciare, scegliendo, informa pubblica, aperta e partecipata, lastrada da seguire.Quali sono gli strumenti migliori per orga-nizzare i disorganizzati e renderci tutti piùforti? Come possiamo costruire, insieme aitanti altri che come noi si pongono questi

interrogativi, un terreno comune di mobili-tazione, analisi e proposta su precarietà,welfare, abitare? Quali pratiche mutualisti-che siamo in grado di mettere in campo giàda oggi, come strumenti di cambiamentodal basso della nostra società? Come pos-siamo far superare alla nostra battaglia iconfini nazionali e affrontare i nodi dell'Eu -ropa, della crisi e dell'austerity? Quali ideesiamo già capaci di proporre e realizzareper mettere saperi e conoscenze al servi-zio dell'innovazione e del cambiamento?Per discutere di tutto questo, come decisonell'incontro di febbraio, ci ritroveremo tuttiinsieme a Roma il 21 aprile, per un nuovomomento di discussione e partecipazione,dal qual poter ripartire mobilitando tutte leidee e le energie a nostra disposizione».Info: www.vogliorestare.it

12società

arcireport

Io voglio restare: incontro a Roma il 21 aprile

Hanno collaborato a questo numeroAnna Bucca, Elisa Calabrò, Antonio Cannata,Attilio Chimienti, Alessandro Cobianchi, MarcoCortesi, Enzo Di Rienzo, Piero Ferrante, SalvoLipari, Michela Iorio, Mino Massimei, GiuliaMigneco, Manuele Rallo, Alessio Surian

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Impaginazione newsletter online Martina Castagnini

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

Chiuso in redazione il 17 aprile alle 16

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/

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Attribuzione -Non commerciale -Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

arci

n.15 17 aprile 2013

Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

Marcello Mondazzi. Frammenti del tempoROMA - Mercati di Traiano, fino al 9 giugno.Anfore, ciotole, cesti, resti di forme antichedella vita quotidiana creati appositamente conuna materia del tutto originale. Una ricercaartistica nata alla fine degli anni Settanta, quel-la di Mondazzi, varia e articolata, a partiredalla pittura con la Transavanguardia e ilCitazionismo e dalle successive realizzazionipolimateriche, per arrivare poi alla scultura,incentrata sulla ricerca materica e sul temadella memoria e del frammento. Info: www.mercatiditraiano.it

Empire State. Arte a New York oggiROMA - Palazzo delle Esposizioni, via Na zio -nale 194. Fino al 21 luglio. La mostra riunisceun gruppo di venticinque artisti attivi nei cin-que distretti metropolitani così come nelle areeperiferiche ed extraperiferiche della città diNew York, presentando opere che riflettonosullo spazio urbano come mezzo di distribu-zione del potere. Il tema su cui si misura il pro-getto espositivo è la capacità degli artisti di re-immaginare la vita urbana. Info: www.palazzoesposizioni.it

Ricordando la Repubblica RomanaROMA - Museo della Repubblica Romana edella memoria garibaldina, fino al 6 luglio.Roma, 9 febbraio 1849: a poco più di due mesidalla fuga di Pio IX a Gaeta, in Campidoglioviene solennemente proclamata la nascita dellaRepubblica Romana. Il ciclo di conferenze daltitolo Ricordando la Repubblica Roma na preve-de, nellÊarco della durata storica temporale dellaRepubblica Romana (9 febbraio - 3 luglio), lÊal-ternarsi con cadenza mensile di approfondimen-ti condotti da studiosi esperti del periodo. Info: www.museodellarepubblicaromana.it

Villa Aldini nelle vedute di Felice GianiROMA - Museo Napoleonico, fino al 30 giu-gno. Un nucleo di 8 disegni di grandi dimensio-ni e di rilevante qualità stilistica, realizzati daFelice Giani tra il 1812 e il 1813 durante la suavisita a Montmorency, per la prima volta espostial pubblico. Gli otto fogli del Museo Napoleonico,realizzati a china con acquerellature, apparten-gono al versante vedutista dellÊattività francesedi Giani. Oltre alle otto vedute saranno espostialtri quattro disegni raffiguranti la villa.Info: www.museonapoleonico.it

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