arcireport numero 38

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2novembre 2011 anno IX - n. 38 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Uscire dal liberismo per salvare il Paese I dati Istat sono impietosi: la disoccupazione sopra l'otto per cento, quella giovanile ormai al trenta, l'inflazione che torna a galoppare; e ancora le borse nuovamente in picchiata e lo spread coi titoli tedeschi sopra al 4%. Un qua- dro veramente allarmante per l'economia ita- liana, nel già critico contesto europeo. Domani a Nizza si apre il vertice dei G20 e l'Europa si appellerà alle economie emergen- ti del pianeta nella disperata ricerca di solu- zioni per salvare gli Stati sull'orlo della banca- rotta e scongiurare il suo stesso fallimento. Il Consiglio europeo della settimana scorsa ha segnato il punto più basso dell'Unione, la fine dell'idea stessa di un'Europa politica capace di visione comunitaria. Nessun pro- getto comune di investimenti, nessuna strate- gia sulla green economy, dimenticati gli obbiettivi di Europa 2020. Solo tagli per rien- trare dal debito, provvedimenti confusi e con- traddittori. In barba al principio dell'autonomia dei mercati alla fine saranno gli stati a pagare la ricapitalizzazione delle banche. Niente si è fatto per fermare le speculazioni, tradito anche l'impegno sulla Tobin Tax. Ancora una volta la politica ha ceduto al ricatto dei poteri finanziari. Se l'Europa è sull'orlo del baratro, l'Italia è già commissariata. Tutti sanno che la lettera del governo all'Unione è stata scritta sotto detta- tura, decisa dal destinatario e subita dal mit- tente, e che il governo italiano non ha la forza di attuare quegli impegni. Un piano insosteni- bile, che scarica tutto il peso del risanamento sui diritti sociali e sul lavoro, liberalizza i licen- ziamenti, porta l'assalto finale all'articolo 18. Anziché provare a coniugare rigore, sviluppo ed equità, il governo sposa la linea Marchion- ne e sceglie di far saltare il patto sociale. Divide il Paese e soffia in modo irresponsabi- le sul fuoco delle tensioni fino ad evocare il ritorno del terrorismo. Non è vero che quelle rozze misure vetero liberiste siano le sole possibili, ci sono strade diverse socialmente più sostenibili. La discri- minante dell'uscita dal modello liberista è il vero nodo su cui misurarsi per salvare il Paese. A questo le opposizioni dovrebbero dedicare ogni energia anziché disperderle in manovre di posizionamento e lotte intestine. Cercare le ragioni di un'ampia unità nei con- tenuti di un progetto credibile di alternativa, perché non basta che cada Berlusconi se non ci sarà una vera discontinuità rispetto alle scelte economiche e sociali che hanno pro- dotto la crisi. C iò che abbiamo visto nei giorni scorsi nelle zone colpite dall'allu- vione non è paragonabile alle pur drammatiche immagini passate in questi giorni su tutti i telegiornali nazionali. Distruzione e disperazione la fanno da padrona in gran parte della Val di Vara, a Vernazza e Monterosso e nella zona di Aulla. Si parla di oltre 500 millimetri d'ac- qua caduti in poche ore in un pomeriggio che in tanti non dimenticheranno per molto tempo. Mentre scrivo le vittime sono salite a dieci; l'ultima ritrovata a Borghetto Vara dove la furia fatta di acqua, fango, legna e detriti vari ha sfogato la sua rabbia arrivan- do fino a Brugnato. Ed è proprio da Brugnato che inizia il nostro viaggio in que- sto inferno; mi accompagnano i nostri volontari della Prociv Arci Liguria che dalla sera stessa di quel maledetto 25 ottobre stanno lavorando senza sosta in coordina- mento con tantissime altre organizzazioni. Fango e polvere ci accolgono all'uscita del casello dove la Polizia Stradale blocca il passaggio a chi non è residente. Solo resi- denti e mezzi di soccorso fino a nuovo ordine per impedire il triste rito del 'turismo da catastrofe' ci dicono gli agenti. Risaliamo la Val di Vara fino a Borghetto Vara, il primo centro abitato di media gran- dezza oltre Brugnato. Ancora macchine accatastate una sopra l'altra, case occupate da legna e sassi e un via vai di uomini e mezzi della protezione civile provenienti dall'Emilia Romagna, dal Piemonte e dalla Lombardia. Oltre natural- mente quella della Liguria. Un senso di disorganizzazione ci colpisce mentre incontriamo i referenti del centro operativo comunale di Borghetto Vara; non è una bella sensazione dopo le immagini di distruzione che abbiamo visto. La piazza di Vernazza invasa da acqua e fango continua a pagina 2 EMERGENZA ALLUVIONE Chi volesse versare un contributo per far fronte all’emergenza alluvione in Liguria può effettuare un versamento sul conto corrente aperto presso Banca Popolare Etica - Agenzia di Genova, intestato ad Arci Liguria. IBAN IT 16B05018 01400 000000140234 L’Italia che frana

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Page 1: Arcireport numero 38

2novembre 2011anno IX - n. 38

[email protected]

arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Uscire dal liberismoper salvare il Paese

I dati Istat sono impietosi: la disoccupazionesopra l'otto per cento, quella giovanile ormaial trenta, l'inflazione che torna a galoppare; eancora le borse nuovamente in picchiata e lospread coi titoli tedeschi sopra al 4%. Un qua-dro veramente allarmante per l'economia ita-liana, nel già critico contesto europeo.Domani a Nizza si apre il vertice dei G20 el'Europa si appellerà alle economie emergen-ti del pianeta nella disperata ricerca di solu-zioni per salvare gli Stati sull'orlo della banca-rotta e scongiurare il suo stesso fallimento.Il Consiglio europeo della settimana scorsaha segnato il punto più basso dell'Unione, lafine dell'idea stessa di un'Europa politicacapace di visione comunitaria. Nessun pro-getto comune di investimenti, nessuna strate-gia sulla green economy, dimenticati gliobbiettivi di Europa 2020. Solo tagli per rien-trare dal debito, provvedimenti confusi e con-traddittori. In barba al principio dell'autonomiadei mercati alla fine saranno gli stati a pagarela ricapitalizzazione delle banche. Niente si èfatto per fermare le speculazioni, traditoanche l'impegno sulla Tobin Tax. Ancora unavolta la politica ha ceduto al ricatto dei poterifinanziari.Se l'Europa è sull'orlo del baratro, l'Italia è giàcommissariata. Tutti sanno che la lettera delgoverno all'Unione è stata scritta sotto detta-tura, decisa dal destinatario e subita dal mit-tente, e che il governo italiano non ha la forzadi attuare quegli impegni. Un piano insosteni-bile, che scarica tutto il peso del risanamentosui diritti sociali e sul lavoro, liberalizza i licen-ziamenti, porta l'assalto finale all'articolo 18.Anziché provare a coniugare rigore, sviluppoed equità, il governo sposa la linea Marchion -ne e sceglie di far saltare il patto sociale.Divide il Paese e soffia in modo irresponsabi-le sul fuoco delle tensioni fino ad evocare ilritorno del terrorismo.Non è vero che quelle rozze misure veteroliberiste siano le sole possibili, ci sono stradediverse socialmente più sostenibili. La discri-minante dell'uscita dal modello liberista è ilvero nodo su cui misurarsi per salvare ilPaese. A questo le opposizioni dovrebberodedicare ogni energia anziché disperderle inmanovre di posizionamento e lotte intestine.Cercare le ragioni di un'ampia unità nei con-tenuti di un progetto credibile di alternativa,perché non basta che cada Berlusconi se nonci sarà una vera discontinuità rispetto allescelte economiche e sociali che hanno pro-dotto la crisi.

Ciò che abbiamo visto nei giorniscorsi nelle zone colpite dall'allu-vione non è paragonabile alle pur

drammatiche immagini passate in questigiorni su tutti i telegiornali nazionali.Distruzione e disperazione la fanno dapadrona in gran parte della Val di Vara, aVernazza e Monterosso e nella zona diAulla. Si parla di oltre 500 millimetri d'ac-qua caduti in poche ore in un pomeriggioche in tanti non dimenticheranno per moltotempo. Mentre scrivo le vittime sono salitea dieci; l'ultima ritrovata a Borghetto Varadove la furia fatta di acqua, fango, legna edetriti vari ha sfogato la sua rabbia arrivan-do fino a Brugnato. Ed è proprio daBrugnato che inizia il nostro viaggio in que-sto inferno; mi accompagnano i nostrivolontari della Prociv Arci Liguria che dallasera stessa di quel maledetto 25 ottobrestanno lavorando senza sosta in coordina-

mento con tantissime altre organizzazioni.Fango e polvere ci accolgono all'uscita delcasello dove la Polizia Stradale blocca ilpassaggio a chi non è residente. Solo resi-denti e mezzi di soccorso fino a nuovoordine per impedire il triste rito del 'turismoda catastrofe' ci dicono gli agenti.Risaliamo la Val di Vara fino a BorghettoVara, il primo centro abitato di media gran-dezza oltre Brugnato. Ancora macchine accatastate una sopral'altra, case occupate da legna e sassi e unvia vai di uomini e mezzi della protezionecivile provenienti dall'Emilia Romagna, dalPiemonte e dalla Lombardia. Oltre natural-mente quella della Liguria. Un senso di disorganizzazione ci colpiscementre incontriamo i referenti del centrooperativo comunale di Borghetto Vara; nonè una bella sensazione dopo le immagini didistruzione che abbiamo visto.

La piazza di Vernazza invasa da acqua e fango

continua a pagina 2

EMERGENZA ALLUVIONEChi volesse versare un contributo per far fronte all’emergenza alluvione in

Liguria può effettuare un versamento sul conto corrente aperto presso Banca Popolare Etica - Agenzia di Genova, intestato ad Arci Liguria.

IBAN IT 16B05018 01400 000000140234

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2ambiente

arcireport

Una crosta di asfalto e cemento, perdirla con Antonio Cederna, ha datempo invaso il Bel Paese.

In undici anni un'alluvione cementizia hadivorato un territorio grande quantol'Umbria e la frequenza ormai annuale didisastri cosiddetti naturali non sono altroche atti scellerati o negligenze tutteumane.Al consumo dissennato di suolo aggiun-giamoci l'uso indiscriminato dell'auto: 1ogni 1,4 abitanti, primato europeo, conconseguente traffico e inquinamento (3 trale prime 4 città più inquinate d'Europasono nostre: Torino, Brescia, Milano). È questo il nostro modello urbano: enormeconsumo di suolo e predominio incontra-stato dell'auto privata. Una follia. Ma allora perchè non si interviene? Perchèi Comuni con le concessioni edilizie copro-no i tagli dello Stato, e perchè l'ideologia ela forza del mattone hanno piegato unapolitica debole e senza idee. Eppure pro-poste non mancano: da un piano naziona-le per mettere in sicurezza il territorio; al

recupero, riuso e riqualificazione del giàcostruito che porterebbero nuova e buonaoccupazione; alla recente proposta di unalegge di iniziativa popolare per consumozero di suolo lanciata dal Forum Salviamoil paesaggio, difendiamo i territori. Come non mancano, se allarghiamo losguardo, esperienze positive: a Parigi eNew York le vecchie stazioni e sopraeleva-te sono state trasformate in parchi urbanicon 'colate verdi', percorsi pedonali, botte-ghe e spazi espositivi, e non per gentileconcessione delle amministrazioni che alcontrario volevano nuove lottizzazioni edi-lizie, ma per la mobilitazione dei cittadiniche hanno proposto un'altra idea di città.Qui sta il punto: per fare cose diverse biso-gna pensare diversamente. Serve perciò una rivoluzione culturale checonsideri il paesaggio non un bene da sac-cheggiare e mettere a profitto ma un benecomune come l'acqua; che metta al centrola qualità e la bellezza e non la quantitàche porta con sè bruttezza; che punti a ral-lentare e a darci tempo per pensare e

agire sottraendoci alla tirannia della veloci-tà e del fare come valore in sè. È un cam-biamento di paradigma radicale ma quan-to mai urgente. A riprova quanto scritto da un pool di con-sulenti del sindaco di Los Angeles: «Ilpedone rimane il più grosso ostacolo allibero fluire del traffico». Sembra una bat-tuta di Woody Allen, invece è l'espressionedi un mondo capovolto che è il nostromondo, dove il gesto più umano, cammi-nare, è considerato un pericolo, un intral-cio da rimuovere. Al contrario una città a misura di piedi è piùviva, accogliente e quindi più sicura per-chè chi cammina ha cura dei luoghi; cam-minare ha un'affinità elettiva con la bellez-za perchè non si piega alla velocità, all'ef-ficienza, alla misurabilità economica di cuisiamo tutti e tutte prigionieri spesso incon-sapevoli. Per questo camminare rappresenta unarivoluzione rispetto al modo di agire e pen-sare oggi dominante. E se vogliamo rimet-tere con i piedi per terra un mondo chaappare ed è capovolto appunto dai piedidobbiamo ripartire.

Il lavoro non manca eppure sembra chenon ce ne sia per tutti quelli che sono giun-ti fin qui per dare una mano. La mancanza più significativa - a quanto cidicono - è quella di ruspe e camion per iltrasporto di detriti; percorrendo l'autostra-da verso Brugnato in effetti il passaggio dirimorchi con ruspe è notevole. Ma quimancano ancora. Incontriamo un po' di associazioni aBorghetto Vara; il presidente della CroceVerde locale, cuore pulsante della vitaassociativa del paese, ci fa visitare quelloche rimane della sede sociale. Nulla eccetto 3 ambulanze salvate all'ulti-mo momento. Ci racconta di almeno diecifamiglie rimaste con solo i muri delle case.Il resto è andato distrutto e occorrerà atti-varsi per comprare il necessario per viverea cominciare dai letti. Da Borghetto Vara cispostiamo verso i comuni attraversati dalfiume Vara arrivando prima a Beverino epoi a Memola dove stanno operando inostri volontari Arci e Prociv. Il viaggio si snoda tra strade chiuse al traf-fico privato poiché l'acqua e il fango hannoinvaso l'intera carreggiata.

La strada provinciale (quello che ne restain realtà) si apre in una valle in cui il lettodel fiume originariamente era largo oltre uncentinaio di metri; non è bastato. Tutto èstato spazzato via, ponte di cemento arma-to compreso. Non riusciamo a immaginarecosa può essere sceso da quel fiume. Adesso le immagini che abbiamo davantisono solo paragonabili a quelle di Hi -roshima e Nagasaki dopo lo sganciamentodella bomba H. E a nessuno pare di esa-gerare. Prosegue il nostro viaggio fino alPolo Provinciale della Protezione Civile.Arrivati troviamo anche una ventina di pro-fughi africani intenti a scaricare un tir diaiuti. Anche loro al lavoro dato che abitano,ospiti di una associazione, proprio nellestrutture della Protezione Civile. Ci rag-giunge nel frattempo Antonella Franciosi,la presidenza dell'Arci di Spezia. Insieme alei ci dirigiamo a Follo dove si trova il loca-le circolo Arci, ad oggi, fortunatamente, l'u-nico colpito. Una struttura appena rinnova-ta completamente allagata con l'acqua e ilfango che in alcuni punti hanno raggiunto ilmetro e mezzo d'altezza. La cosa è incre-dibile se si pensa che il letto del fiume

Magra, responsabile dell'esondazione, èdistante almeno un chilometro dal circolo. I soci che incontriamo sono al lavoro persalvare il salvabile e come è logico ci chie-dono aiuto. Le carte da gioco sparse sututto il pavimento sono l'immagine che piùmi colpisce. Fino a pochi istanti prima dellapiena si stava giocando a carte. Poi tutti viadi corsa. Qui termina la nostra giornata.Non ci sono altre parole da scrivere. Soloun grazie a tutte e tutti quelli che abbiamovisto lavorare in questi giorni; ai nostrivolontari Arci e Prociv che sono accorsisubito per dare una mano. Grazie a tutti coloro che vorranno aiutarcicon un contributo nell'apposito conto.Info: [email protected]

L’Italia che frana. La testimonianza del presidente Arci Liguria

Una crosta di asfalto e cemento

Nasce il Forum nazionale Salviamo il paesaggio, difendiamo i territoridurante un'assemblea a cui hannopartecipato 350 movimenti italiani

per la salvaguardia della terra e del paesaggio provenienti da 17 regioni

CASSINETTA DI LUGAGNANO (MI)

notizieflash

arci

n. 38 2 novembre 2011

continua dalla prima

Un articolo di Adriano Labbucci, del Centro Riforma dello Stato

Page 3: Arcireport numero 38

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Tre chilometri appena. Quanti basta-no però per dire no al carbone e sìalle rinnovabili. È stato un successo

la manifestazione che si è tenuta sabatoscorso ad Adria, nel Delta del Po, non lon-tano dalla centrale ad olio combustibile diPorto Tolle che l'Enel vorrebbe riconvertireal coke. Un corteo di circa 2.500 persone convoca-to dalle 35 associazioni aderenti alla coali-zione Fermiamo il carbone in contempora-nea con le mobilitazioni di Saline Joniche(Rc), Vado Ligure (Sv), La Spezia, Brindisie altre località interessate da centrali inprogetto o in procinto di essere ingrandite.Perché sta qui il paradosso delle politicheenergetiche nazionali: «Il fabbisogno elet-trico del paese è pienamente soddisfattocon 113.000 megawatt installati, quandoper coprire i picchi della richiesta ne baste-rebbero circa la metà» fanno sapere gliorganizzatori. Ma anziché sostenere l'efficienza e le fontipulite, al fine di sostituire le tecnologieobsolete, si punta sulla più dannosa delle

fonti fossili, quella che immette in atmosfe-ra almeno il doppio della CO2 per unità dienergia prodotta rispetto al metano. Pernon parlare delle micropolveri che raggiun-gono distanze considerevoli e che rappre-sentano un rischio per la salute dei cittadi-ni. Così ad Adria si sono fatte sentire levoci di quanti immaginano un futuro diver-so per questo territorio compreso peraltroall'interno di un'area protetta: il comitatolocale, innanzitutto, con lo striscione'Fermiamo il carbone, il Delta è un benecomune'. Poi le associazioni ambientaliste(Greenpeace, Legambiente e Wwf inprima fila), la rete No al carbone-bassoFerrarese, i comitati Ambiente e Territoriodel Brenta e Miranese. E ancora le rappre-sentanze di Ya Basta, di Rigas e dei centrisociali, il movimento Cinque Stelle, unadelegazione dei No-Tav, i militanti del Pd edell'Idv, molte sigle della società civile.Persino il Consorzio degli operatori bal-neari di Rosolina con tanto di striscioneufficiale del Comune: «Siamo preoccupatiper il destino del turismo in un ambiente

dalle caratteristiche uniche - spiega unportavoce - Abbiamo già pagato un prezzoaltissimo per trent'anni con la centrale aolio combustibile anche sotto il profilo eco-nomico». Già, l'economia. La questione da quelleparti rimane aperta. Gli operai della centrale, infatti, mentre sfi-lava il corteo hanno esposto sull'impiantouno striscione (‘Per il bene comune anda-te a lavorare’) che la dice lunga su come lapensano. Ma in piazza la Fiom del Venetoha esplicitato la propria posizione:«Abbiamo avviato una riflessione sullequestioni energetiche a partire dal referen-dum contro il nucleare - spiega VittorioBardi, coordinatore nazionale per la side-rurgia - Bisogna ragionare verso un model-lo diverso, in grado di ridurre progressiva-mente il ruolo delle fonti fossili, carbonecompreso. Non a caso la nostra piattafor-ma per il rinnovo del contratto nazionaleprevede molti punti a favore dell'efficienza,delle rinnovabili e del risparmio di risorsedurante l'intero ciclo di vita dei prodotti.Pensiamo che questa sia un'idea forteanche per uscire dalla crisi».

ambiente

arcireport

Dal 1° al 4 dicembre 2011 a Milano,presso il Centro Congressi dellaProvincia, si svolgerà il Congresso

Federale dell'Associa zione Italiana perl'Agricoltura Biologica (AIAB). L'Italia conti-nua ad essere, per numero di aziende con-vertite al biologico, leader in Europa ed è ilprincipale attore dell'export a livello dell'Unio -ne Europea. A questa vocazione verso l'ex-port, si è accompagnato in questi ultimi anni,uno sviluppo tumultuoso del mercato nazio-nale anche in piena crisi economica. Il biolo-gico italiano ha avuto quindi la capacità disviluppare diversi mercati e in particolarequello della domanda pubblica. L'Italia èinfatti l'unico paese al mondo dove oltre 1milione di pasti sono consumati quotidiana-

mente nelle scuole con prodotti biologici.Accanto alla domanda pubblica, il biologicoha anche saputo sviluppare in maniera origi-nale la vendita diretta. L'AIAB nasce 23 annifa dall'unione dei coordinamenti regionali deiproduttori biologici italiani e oggi conta su 18Associazioni regionali federate in unica gran-de associazione. È il principale soggetto dirappresentanza dei produttori biologici italia-ni e raccoglie al suo interno personale tecni-co qualificato e consumatori attenti alle dina-miche del biologico italiano. Fa parte di retiinternazionali, come IFOAM e Via Campe -sina, che fanno del Congresso Federale unevento di livello internazionale con parteci-panti che provengono da diversi continenti. L'appuntamento di Milano sarà quindi l'occa-sione per far incontrare i principali soggetti alivello nazionale ed internazionale interessa-ti a vario titolo nel settore. Il Congressodell'AIAB rappresenta anche una delle prin-cipali occasioni di riflessione sui futuri svilup-pi del settore biologico italiano ed internazio-nale. Non a caso, tre delle quattro giornatedel Congresso affronteranno tematiche cheinteressano l'intero settore e saranno aperteai contributi politici di diverse associazioni e

istituzioni. L’evento si aprirà con un conve-gno internazionale dedicato alla filiera ali-mentare, proseguirà con un congressoscientifico sulle interazioni positive tra agri-coltura biologica e rinnovabili, biodiversità eacqua e affronterà quindi il tema del movi-mento biologico come agente di sviluppo diun'economia solidale di utilità sociale, econo-mica ed ambientale. Durante la quarta giornata, invece, verrannoeletti i nuovi membri degli organismi politici edirettivi dell'AIAB. Ai convegni e ai congressi,inoltre, si accompagnerà un ricco calendariodi eventi culturali. Oltre ai delegati regionali, possono parteci-pare e assistere al Congresso Federaledell'AIAB tutti i cittadini interessati al biologi-co. Per partecipare basta iscriversi mandan-do una mail all'indirizzo di posta [email protected] e versare un contri-buto simbolico di 5 euro a giornata e 10 europer le 3 giornate dall'1 al 3 dicembre (il 4dicembre è riservato ai soli soci AIAB). Nellamail vanno specificati nome, cognome edeventuale organizzazione/associazione diappartenenza. Info: [email protected]

Il Bio che cambia: AIAB compie 23 anni e siavvia al suo Congresso federale

Ad Adria in corteo 2500 persone per dire no al carbone, sì alle rinnovabili

La Rete in difesa del territorioFranco Nisticò lancia per il 12novembre una manifestazione per la fine del commissariamento all’emergenza rifiuti, prorogato da ormai 15 anni

CROTONE

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n. 38 2 novembre 2011

arci

di Marco Fratoddi, direttore di La nuova ecologia

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4migranti

arcireport

'Oltre la crisi, insieme': presentato il Dossierimmigrazione 2011 Caritas/Migrantes

Èin atto in Italia una grande politicamigratoria di rotazione. Il numerocomplessivo degli immigrati regolari

rimane inalterato. Erano circa 5 milioni all'i-nizio del 2011, così come erano 5 milioniall'inizio del 2010. Si tratta di oltre 4 milionie mezzo di residenti e di altri 400mila circache, pur regolarmente presenti, attendonodi essere registrati in anagrafe. A primavista, quindi, sembra che niente sia cam-biato. In realtà c'è stata una forte rotazioneche ha coinvolto 600mila persone, che,venute per insediarsi in Italia per motivi dilavoro o di famiglia, hanno perso il permes-so di soggiorno e sono state costrette o adandar via o a mimetizzarsi tra le pieghe dellavoro nero. Questo vorticoso ricambiodetermina uno strascico di vite spezzate, difallimenti, di inconvenienti per i paesi di ori-gine e anche per l'Italia, venendo a manca-re il supporto per la stabilizzazione degliimmigrati. È costretto a lasciare la nuovaterra di elezione chi ha imparato la lingua,si è comportato bene, è stato professional-mente apprezzabile, ha risposto al fabbiso-gno di diversi settori. Se ne vanno gli uni esono rimpiazzati da altri, come attestano le

statistiche sui nuovi residenti e sui nuoviassunti immigrati. Lo sviluppo dell'immigra-zione reclama stabilità. L'immigrazione valetta non come fatto emergenziale macome dimensione strutturale della societàdi oggi. Certe rappresentazioni del fenome-no migratorio non recepiscono quanto staavvenendo effettivamente, a partire dalNord dove l'immigrazione è particolarmentesviluppata per le esigenze del sistema eco-nomico. Vediamo cosa è avvenuto nelcorso degli ultimi 20 anni. Gli immigratierano meno di mezzo milione nel 1990,sono 5 milioni nel 2010; nel nord erano pre-senti con una percentuale del 37,5% nel1990, 61,3% nel 2010; l'incidenza degliimmigrati comunitari su tutti gli stranieri eradel 19% nel 1990, 25% nel 2010; l'inciden-za degli immigrati sulla popolazione era del1,1% nel 1990, 7,5% nel 2010; i minori stra-nieri erano 20.209 nel 1990, circa 1 milionenel 2010; gli occupati stranieri erano menodi 400mila nel 1990, oltre 2 milioni nel2010; la quota italiana sull'immigrazionenell'UE era del 4,9% nel 1990, del 15% nel2010. Questi flussi migratori sono quindi daricollegare all'andamento demografico

negativo, che ha determinato un fortefabbisogno di forza lavoro aggiuntiva.Questo fabbisogno continuerà anchenel futuro, ma ci sarà un tempera-mento nel milione di minori stranieri,che rappresenta un ‘vivaio' che con-sente di inserire nuove forze lavoro enuova linfa intellettuale dall'interno,anziché farle venire da fuori. Bisognaabituarsi a una società multiculturale:a scuola sono oltre 700mila gli stu-denti figli di immigrati; nelle sale partoi figli di madre straniera incidono perpoco meno di 1/5 sui nuovi nati; neiposti di lavoro i lavoratori stranierisuperano i 2 milioni, più di 1 ogni 10occupati; i titolari di azienda sono già239mila; gli immigrati sono partner inun decimo dei matrimoni annualmen-te celebrati; sono numerosi i fedelistranieri non solo nelle chiese (i cri-stiani sono quasi 2 milioni e mezzo)ma anche negli altri luoghi di culto (imusulmani sono 1 milione e mezzo,gli induisti e i buddisti oltre 200mila);più di 600mila hanno acquisito la cit-tadinanza italiana (66mila l'ultimoanno) e altri 600mila, nati in Italia,attendono che venga riconosciuto illegame con la loro terra; le carceriaccolgono detenuti per un terzo stra-

nieri, molti in attesa di giudizio e vittime diuna rigidità normativa che avrebbe potutoessere evitata. Questa realtà va accompa-gnata con una politica adeguata, che nonnasconde i problemi ma riesce a valorizza-re gli enormi benefici, culturali, demografici,economici ed occupazionali. Oltre la crisi,insieme. Solidarietà è la parola chiave inuna società multiculturale e ancora di più inquesta tormentata fase di crisi. Noi possia-mo aiutare gli immigrati e loro possono evogliono aiutare il loro nuovo paese, purchénon li si consideri come ruote di scorta macome nuovi cittadini.

arci

Lucy, Lidia, Edrina. Said, Yussef, Brahim.Sono alcuni dei nomi di donne e uomini chearrivano in Italia con la speranza di un futuromigliore e la promessa di un lavoro e si ritro-vano prigionieri di una criminalità senza scru-poli, risucchiate nella filiera dello sfruttamentosessuale o costretti a un lavoro forzato peruna paga da fame e in condizioni disumane.In Si può fare. Come combattere lo sfrutta-mento di Francesca Coleti e GiuseppeCavaliere si raccontano le storie di quelli chesono considerati i Ânuovi schiaviÊ. Le storie dichi ce l'ha fatta a spezzare le catene, ad usci-re da una trappola per tanti mortale, ad abbat-tere il muro dell'omertà che circonda le asso-ciazioni criminali. Racconti che testimonianocome lo sforzo individuale, il lavoro sociale,l'intervento pubblico e la responsabilità civilepossono cambiare, una volta tanto in positivo,le vite delle persone: la dimostrazione cheanche in questo caso, Âsi può fareÊ.Questo libro, nato dal lavoro che l'Arci svolgeda anni nell'ambito del progetto Fuori trattaper l'assistenza e l'integrazione sociale dellevittime di tratta, raccoglie alcune emblemati-che storie di chi, per sfuggire alla miseria, haaffrontato un lungo e pericoloso viaggio perapprodare alle coste di quel che, per loro, daparadiso si è trasformato in inferno. Ma cheÿci fanno anche capire quanto sia importanteil lavoro che svolgiamo in luoghi difficili comeil ghetto di San Nicola Varco - come si leggenella prefazione del presidente nazionale ArciPaolo Beni - Per aiutarle a credere in una pos-sibilità di riscatto, sostenerle e accompagnar-le nella denuncia della loro condizione e versopercorsi alternativiŸ.

‘Si può fare’, storie divittime di tratta

A Roma la prima di Libera tuttiUn ragazzo impugna una vecchia telecamera super 8,come un revolver, che punta sulla città. Poi fa una tele-fonata: ÿSì, tienilo a mente, sono stranieri dovunque, inqualsiasi casa, in qualsiasi paeseŸ. ˚ questo lÊinizio diLibera tutti, docu-fiction a cura del laboratorio pervideo-makers del circolo Arci Thomas Sankara diMessina, con due scene rubate dal film Lo stato dellecose di Wim Wenders. Un incipit che anticipa la fami-liarità con lÊoggetto video della generazione youtube,protagonista del filmato, ma che è soprattutto il punto dipartenza della ricerca di un ragazzo che attraversa unacittà estranea, in cui osserva, filma, si pone degli inter-rogativi, va incontro a storie di altri ragazzi e ragazze. Il 12 novembre alle 10.30 la prima del film sarà pre-sentata a Roma presso il Nuovo cinema Aquila.Saranno presenti alla proiezione il regista GiuseppeMinolfi, lo staff del progetto, alcuni dei protagonisti delfilm, giovani di origine straniera della rete Arci, l'équipedell'Università di Messina che ha curato la ricerca, rap-presentanti dell'Unar. In questa occasione saranno di -stribuiti dvd del film e la pubblicazione finale del pro-getto. Si può partecipare inviando entro il 9 novembreunÊemail allÊindirizzo di seguito.Info: [email protected]

n. 38 2 novembre 2011

Un articolo di Franco Pittau, coordinatore del Dossier

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Èripresa in Senato l'esame delleleggi di stabilità 2012 e di bilancio,relative ai tagli introdotti dalle due

manovre estive. Per i fondi della coopera-zione allo sviluppo gestiti dal Ministerodegli Affari Esteri (MAE) si passa dal mini-mo storico del 2011, pari a 179 milioni dieuro, a un nuovo record negativo con soli86 milioni di euro: un taglio del -51%. Iltaglio complessivo applicato al budget delMAE dalle manovre estive è stato di 206milioni di euro di cui ben 92 milioni a cari-co della cooperazione con i Paesi in via disviluppo. Davvero troppo se si considerache queste attività pesano sul bilancio delMinistero solo per circa il 10%. La diminu-zione è ancor più evidente se si prende aconfronto il dato del 2008, in cui la coope-razione allo sviluppo aveva raggiunto i 732milioni di euro di stanziamenti. Il calo èdell'88%.Il previsto stanziamento di soli 86 milioni dieuro comporterà un ulteriore ridimensiona-mento della cooperazione in molti Paesi,se si considera che nel 2009 le stesserisorse erano state stanziate dall'Italia insoli due dei 61 paesi assistiti: Etiopia eAfghanistan. Dalle risorse previste andran-no ulteriormente sottratte le spese di fun-zionamento - circa 8 milioni di euro - e gli

impegni pluriennali già sottoscritti - almeno40 milioni, di cui 20 relativi ad impegni giàassunti con le Ong. Per nuovi interventi dicooperazione allo sviluppo sarebbero dun-que disponibili meno di 20 milioni di euro.Per comprendere meglio il livello raggiuntodai tagli, basti dire che le disponibilitàfinanziarie della cooperazione sarannocirca 4 volte inferiori rispetto a quello che leOng italiane hanno raccolto nel 2010 inattività di fund raising. Già dallo scorsoanno, da un punto di vista finanziario, leOng sono ormai di gran lunga più rappre-sentative, a livello internazionale, dellastessa cooperazione governativa italiana.Alcuni stanziamenti saranno comunquesalvaguardati. Si continuano infatti a stan-ziare 180 milioni di euro per il trattato ItaliaLibia e si destinano 750 milioni di euro allemissioni militari internazionali. Si confermal'investimento di 375 milioni l'anno (fino al2022) per la costruzione delle fregate italo-francesi FREEM e di altri 70 milioni fino al2023 per la partecipazione al consorzioeuropeo di aeronautica militare.Il 50% di un imprevisto tesoretto legatoall'asta pubblica delle frequenze - 750milioni di euro - sarà destinato ad alcuniministeri, tra cui soprattutto Interno eDifesa.

Uno stanziamento di 1,2 miliardi dieuro aggiuntivi andranno a politichegiovanili, addestramento militare,ospedali universitari non statali, reteferroviaria, festeggiamenti della ricor-renza del 4 novembre. Per evitare loscandalo di una definitiva dismissio-ne della cooperazione allo sviluppodel nostro paese, le Ong italianechiedono che la cooperazione italia-na sia risparmiata dai tagli estivi eche siano ripristinati almeno i livellifinanziari del 2010. Il messaggio,indirizzato a tutte le forze parlamen-tari, chiede che si includa tra i desti-natari del tesoretto delle frequenzeanche la cooperazione allo sviluppodella legge 49/87b in modo da assor-bire il taglio estivo e quindi lasciarlasui livelli del 2011. I 92 milioni neces-sari allo scopo potrebbero esserestornati dai 200 milioni di euro che ilcomma attribuisce al Ministero dellaDifesa. Si chiede inoltre che si inseri-sca anche la cooperazione allo svi-luppo tra i destinatari della ripartizio-ne dei 1,2 miliardi aggiuntivi.«I dati che di cui diamo conto - dichia-ra Francesco Petrelli, Presidentedell'Asso cia zione delle Ong italiane -

dimostrano che anche i tagli non sonoaffatto lineari ma selettivi e colpiscono inmodo abnorme e ingiustificato la coopera-zione internazionale. L'opera di dismissio-ne della cooperazione è una azione di irre-sponsabilità politica da parte del governo erischia di interrompere e vanificare un lavo-ro prezioso delle Ong e di pregiudicare ilruolo e la credibilità internazionale delnostro Paese».Info: [email protected]

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Non è solo un atto simbolico, quello compiutodall'Assemblea generale dell'Unesco. Lo sanno tutti i protagonisti, da Israele - chel'ha definita una 'tragedia' - agli Stati Uniti, chehanno già minacciato di sospendere l'eroga-zione di fondi all'Unesco. La Palestina mem-bro dell'organizzazione che si occupa discienza, educazione e cultura, significa cam-biare - e molto - gli stessi parametri del con-flitto. Cambiare anche il modo di raccontare ilpassato di questo posto così complesso econtroverso, spesso letto attraverso una solalente. Ora la Storia si fa di nuovo usandodiverse narrative. E può essere solo un bene,perché la Storia è sempre complessa. Mai unsenso unico. Anzitutto, è lo stesso peso di unanon ben precisata Palestina a cambiare, alivello internazionale. Israele e gli Stati Unitiappaiono sempre più isolati, nella posizionetetragona di vincolare il riconoscimento delloStato di Palestina al processo negoziale tra idue contendenti. A guardare la lista dei 14paesi che ieri hanno votato contro (rispetto ai107 a favore e ai 52 astenuti, italiani compre-si), il senso di isolamento è evidente. Potenzedi rango come Cina, India, Brasile, Russia,Sudafrica erano sul fronte opposto. E laminaccia dei soldi, ormai, non funziona più. Ma cambia anche lo scenario interno. Basta pensare, per esempio, al 'peso nelmondo' che anche i siti palestinesi avranno.Sinora, considerarli parte del patrimonio del-l'umanità non era stato possibile, proprio per-ché la Palestina non è uno Stato, e non face-va parte dell'Unesco. E se i siti palestinesiavranno un 'peso nel mondo', sarà la stessaPalestina a non essere più qualcosa di indi-stinto, senza Storia, senza cultura, senzadignità.

Meno di 20 milioni per i progetti di aiuto allo sviluppodell'Italia.Un appello alle forze politiche dalle Ong

La Palestina è il 195momembro dell’Unesco

In Kosovo con il Servizio Volontario Europeo˚ stato approvato il progetto di Servizio VolontarioEuropeo Embracing our future! proposto da Arcs. Si cercano 2 volontari pronti a partire per il Kosovo epiù precisamente a svolgere attività di volontariatopresso lo Youth Center Ardhmeira di Klina dal 1 feb-braio al 1 agosto 2012. Durante l'anno scolastico ilCentro Giovanile organizza attività formative e ludiche,mentre in estate si occupa di animazione per i bambinie di campi estivi.I volontari EVS potranno essere coinvolti in varie attivi-tà, come corsi di computer, corsi di lingua inglese e ita-liana, corsi di matematica, incontri sulla prevenzionecontro l'Aids, attività sportive, laboratori musicali.In estate i volontari si occuperanno dei campi di ani-mazione e dell'organizzazione di un campo di lavoroper giovani italiani, che verranno a supportarli nel lorolavoro. Per partecipare bisogna avere tra i 18 e i 30anni. Il termine di presentazione del curriculum vitaeaccompagnato da una lettera di presentazione è l'11novembre. Per tutte le informazioni è possibile visitareil sito di Arcs.Info: [email protected]

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L'universo paziente è il titolo di un progettocomplesso, realistico e poetico sulla con -dizione umana del popolo palestinese at -traverso i luoghi della West Bank, Stri scia diGaza, Gerusalemme Est e di Israe le idea-to e realizzato da Maurizio FantoniMannella. Il progetto comprende quattrodvd, che contengono inoltre, come conte-nuti extra, una lunga intervista in due partial regista palestinese d'Israele MohammedBakri e all'attivista per i diritti umani a GazaCity Vittorio Arrigoni, poco prima della suamorte. Gaza a cielo aperto racconta la vitaquotidiana dei netturbini coi carretti, chedalle quattro del mattino cominciano la rac-colta e il trasporto dei rifiuti nelle discarichedi Gaza City fino al tardo pomeriggio, mo -strando la città che vive, la sua gente, ibambini, gli studenti, i pescatori. Un proble-ma drammatico, quello dello smaltimentodella spazzatura in una città sovrappopola-ta e isolata dal mondo esterno.In Tonight on Jenin si racconta della ‘nuovavita’, dopo trent'anni di oblio e di degrado,del cinema di Jenin, in Cisgior dania, e dellaproposta di renderlo un punto di riferimentoculturale per l'intera città che mostra, anco-

ra oggi, i segni di un trauma incancellabile,quello della battaglia contro l'esercito israe-liano che nel 2002 la invase.Ad est di Gerusalemme, diviso in tre capi-toli e un prologo, mescola il racconto dilotta per difendere il diritto alla casa con ladescrizione della realtà quotidiana che sisvolge alla Porta di Damasco, simbolovivente della Gerusalemme araba. Infine Illato d'ombra, storie di palestinesi d'Israele,è una sorta di viaggio tra i palestinesid'Israele, ossia tra coloro che dal 1948 inavanti hanno scelto di restare nella propriaterra d'origine, diventata Israele. Da Jaffa,antichissimo porto del Mediterraneo, abita-to dagli arabi, attraverso le città di Ramlane di Lod, fino a Nazareth, Cana e ai villag-gi palestinesi sulla costa, il film raccoglienumerose testimonianze di palestinesi chevivono la profonda lacerazione della doppiaidentità, mostrando i luoghi nei quali l'iden-tità arabo palestinese è ancora viva (Jaffa)o in altri in cui essa è ridotta a un cumulo dirovine. Un’opera di impegno culturale epolitico dedicata al popolo palestinese cheha la pazienza tra le sue più grandi virtù.Info: www.quadrilogiapalestinese.org

Ègiunto il momento della chiamata allearti! Questo ci siamo detti quandoabbiamo pensato di dare vita a

BRISA!, la festa del teatro dell'Arci. Una set-timana di spettacoli in buona parte inediti, tuttiall'insegna del teatro sperimentale e di ricer-ca. Diversi circoli hanno ospitato le rappre-sentazioni, insieme a spazi inconsueti che sisono aperti alla produzione teatrale.Compagnie al debutto e compagnie con allespalle una solida tradizione hanno dato vita aproposte originali, nel contenuto e nel meto-do. Per la prima volta è stato realizzato exnovo uno spettacolo corale da tante realtàteatrali diverse.Tutto questo è stato BRISA!‘Brisa’ nel dialetto bolognese è una negazio-ne. E noi abbiamo voluto dire «Bri sa!» allachiusura degli spazi teatrali in città, ed ancheall'assenza di una politica culturale degna diquesto nome. Ma ‘Brisa’ è anche un acroni-mo, significa Bologna Riunisce I Suoi Artisti.E lo fa sotto le insegne dell'Arci. In questomomento di crisi e di taglio delle risorse èquantomai necessario 'fare sistema', valoriz-zando le potenzialità di ciascun attore cultu-rale per salvaguardare quel patrimonio crea-tivo che per fortuna nella nostra città è molto

ricco. In questo contesto l'Arci può giocare unruolo fondamentale; può fungere da punto diriferimento per quella miriade di soggetti chevogliono dire la loro nell'ambito della produ-zione culturale emergente; può contribuire avalorizzare le proposte migliori fornendo luo-ghi - fisici e non - dove possano prendereforma e svilupparsi. L'Arci può essere ungrande 'acceleratore culturale', moltiplicandole occasioni di espressione e mettendo inconnessione il tessuto culturale delle nostrecomunità. Per il teatro bolognese è stato unanno difficile. È stato l'anno della crisi del tea-tro Duse, conseguenza della soppressionedell'ETI. Ma è anche un periodo caratterizza-to da una crescente domanda di spazi apertialla creatività giovanile, soprattutto in ambitoteatrale. Domanda alla quale, ovviamente inmodo parziale, l'Arci di Bolo gna sta cercandodi rispondere: diverse e nuo ve compagnieteatrali hanno scelto la forma associativacome strumento per promuovere il loro lavo-ro ed hanno trovato nell'Arci una sponda. Unsegnale incoraggiante, soprattutto in unafase delicata come questa: una fase che ciha posto di fronte a scelte complicate e nonprive di conseguenze, su tanti piani compre-

so quello economico. Ci stiamo confrontandocon tematiche profonde, che attengono allaconcezione stes sa del nostro essere asso-ciazione: una ri flessione cominciata all'ultimocongresso e che non può esaurirsi nel giro dialcuni mesi. Così come siamo alle prese conl'atteggiamento di alcune istituzioni che attra-verso un'azione di controllo aggressiva vuolemettere in discussione alcuni principi per noifondamentali, a cominciare dalla modalità ditesseramento. È un momento complicato perl'Arci, a Bologna come nel resto d'Italia: lacapacità di fare delle scelte - anche difficili - ela massima apertura alle sollecitazioni cultu-rali delle nostre comunità possono costituireuna buona base per affrontarlo. Info: [email protected]

BRISA! Bologna Riunisce I Suoi ArtistiLa Festa del Teatro dell'Arci di Bologna

Quattro dvd per ‘L’universo paziente’, progettosulla condizione del popolo palestinese

Tagli al servizio civileL’appello CnescIl governo taglia ancora le già scarse risor-se destinate al servizio civile. Dai 299 mi -lio ni stanziati per il 2008 si passa ai 68milioni previsti per il 2012. Un taglio, in 4anni, di oltre il 400%. Con 68 milioni non sisarà nemmeno in grado di coprire i costidei posti messi a bando. Si fa morire cosìuna delle poche esperienze di cittadinanzaattiva, di investimento positivo sui giovani.È proprio nei momenti di emergenza chebisogna invece fare scelte coraggiose elungimiranti. Destinare risorse al serviziocivile significa promuovere percorsi reali dicittadinanza e inclusione. Per questo è dal 2009 che chiediamo che ibandi siano aperti anche ai giovani immi-grati, incontrando purtroppo l'ostilità delsottosegretario Giovanardi. La Cnesc chie-de al governo e a tutte le forze politiche esociali di difendere questo istituto, confer-mando per il 2012 almeno i 113 milioni dieuro già previsti. Chiede inoltre alPresidente della Repubblica, nella suaveste di Capo delle Forze Armate, di pren-dersi a cuore il destino del servizio civilenazionale di cui ha sempre valorizzato l'im-portanza.

Il 3 novembre alle 12 alla Sala Stampadel Senato, I diritti alzano la voce e

Sbilanciamoci presentano il Libro nerosul welfare italiano. Intervengono

Lucio Babolin, Pietro Barbieri, MicheleMangano, Teresa Petrangolini

ROMA

notizieflash

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Radio T.R.I.P. (Turin Radio InternationalProject) è un progetto dell'associazione Illaboratorio, uno strumento per diffonderenella rete ciò che avviene nel contesto gio-vanile in Piemonte, ma è anche molto dipiù: l'occasione per creare (e rendere ope-rativa) una redazione di giovani (e giova-nissimi), l'opportunità, per loro, di metterein gioco passione, fantasia e professionali-tà. Si è partiti inizialmente da una conside-razione: da meno di dieci anni a questaparte la comunicazione sta rapidamentecambiando, grazie alla diffusione del web,delle nuove tecnologie dell'informazione egrazie alle convergenze a cui questevanno incontro. Ci si è resi conto di come sia diventatosempre più centrale il linguaggio multime-diale, un linguaggio che nasce dall'incon-tro, all'interno di un unico canale, di video,audio e testo che concorrono alla forma-zione di significato in egual misura; anchei cosiddetti linguaggi giovanili sono in rapi-dissima evoluzione e il web non potevache essere il luogo migliore per fare, perquei linguaggi, da contenitore e strumentoal tempo stesso.

Radio T.R.I.P nasce per raccontare espe-rienze di cittadinanza attiva e territorio,produzioni artistiche e musicali, informa-zione culturale e musicale e vuole essereun libero spazio volto alla diretta partecipa-zione dei giovani. Proprio a partire dalla volontà di essereuna ‘voce’ del mondo giovanile, RadioT.R.I.P. sta ora coinvolgendo le associazio-ni giovanili del territorio nell'ottica di creareun ‘network di ascolto’ della radio ed allostesso tempo una ‘redazione diffusa’ per lacreazione dei contenuti. Un lavoro di coin-volgimento che ha tratto linfa dall'attuazio-ne del progetto Network Giovani e dall'am-pliamento della redazione che da essa èstato avviato.Occorre infine sottolineare la scelta qualifi-cante di Radio T.R.I.P., anche se nonancora del tutto attuata: l'utilizzo di fontilibere ed indipendenti: software open sour-ce, licenze Creative Commons, musicalibera, sono strumenti per affermare lalibertà di creare e condividere ed allo stes-so tempo tutelare con forme nuove chetentano di superare la gestione ormaiarcaica del diritto d'autore in Italia.

cultura

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Radio Londra, Alice e i blog. Pensieri tascabilisulle web radio e la libertà di espressione

Radio T.R.I.P., un viaggio nei linguaggi e nei contesti giovanili

La proposta delleweb radio Arci Uno dei frutti preziosi del lavoro che inquest’anno ha attraversato l'associazionegrazie al progetto Network giovani è unostraordinario quanto atteso interesse neiconfronti del tema 'web radio'. Molte sonole radio che sono diventate parte attiva delprogetto, diverse ne hanno costituito stru-mento portante, alcune sono nate proprio apartire dal progetto e nel corso di svolgi-mento dello stesso. E poi c'è Arci ReAL,che da un anno ha 'battezzato' il networkradiofonico virtuale Arci ReAL Radio: alcu-ne web radio Arci che in particolari occa-sioni (Supersound, Viva Il Live!, MEI) tra-smettono 'a reti unificate'. Un'attitudine afare rete che pone le web radio Arci comeuno strumento privilegiato per costruire unnuovo importante ambito di azione cheattraversa culture, politiche, linguaggi eterritori. Da qui la volontà di dare vita ad unnetwork che metta insieme tutte le webradio Arci: contenuti, redazioni, strumenti.L'occasione per lanciare questo lavorosarà costituita dal seminario Web radio ediffusione della musica che si svolgerà il 25novembre a Bari nell'ambito del Medimex-MEI a cui siete tutti invitati!

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«Parla Londra, trasmettiamoalcuni messaggi speciali:Felice non è felice; è cessata

la pioggia; la mia barba è bionda; la muccanon dà latte; Giacomone bacia Maometto;le scarpe mi stanno strette; il pappagallo èrosso; l'aquila vola. Parla Londra, abbiamotrasmesso alcuni messaggi speciali».Frasi enigmatiche e affascinanti, lanciatenell'etere da Radio Londra e destinate alleforze della Resistenza.Ma cosa c'entra la Resistenza con le web

radio? C'entra, c'entra...Dopo la resistenza ci fu la Liberazione:dalla dittatura, da un regime oppressivo,dalla negazione delle libertà individuali,compresa quella di espressione.Negli anni Settanta in Italia nascono leradio libere: irriverenti emittenti radiofoni-che amatoriali che, con strumentazionieconomiche, riuscivano a trasmetteresfruttando le frequenze ancora libere nel-l'etere italiano. Anche in questo caso l'o-biettivo è liberare: i linguaggi, ma soprat-tutto le opportunità di accesso alla comuni-cazione, una comunicazione democraticae creativa. «Emblematico il caso di RadioAlice: emittente bolognese che a partiredal 1976 propose un flusso magmatico eframmentato di suoni, parole, cronache,monologhi, appuntamenti fissi (pochi) edestemporanei (molti) sempre nell'ottica di‘aprire’ il mezzo radiofonico ad ogni contri-buto (...) ponendo le basi per la valorizza-zione anche mediatica di quello spirito dicomunità che crescerà con la diffusione deinew media». Libertà nei contenuti, accesso democraticoe poi innovazione nel linguaggio: uno stile

comunicativo che è il tratto caratterizzantedelle web radio, dei blog, di youtube eaffonda le proprie radici nell'esperienzacomunicativa delle radio libere. La rete, le web radio, i blog: strumenti eluoghi, dunque, per diffondere esperienzedi cittadinanza e cultura del territorio, pro-duzioni artistiche e musicali, informazioneculturale; liberi spazi volti alla diretta parte-cipazione dei giovani.Un'attitudine a fare rete che pone le webradio, all'interno dell'Arci, come uno stru-mento privilegiato che, a partire dall'attua-zione del progetto Network Giovani, perpassare ad Arci ReAL (la rete dei circoliche fanno musica dal vivo) e al suo net-work radiofonico virtuale Arci ReAL Radio,può costituire un nuovo importante ambitodi azione che attraversa culture, politiche,linguaggi e territori.Tutto perfetto? Un'altra conquista di liber-tà? Gli effetti collaterali ci sono: digital divi-de, tecnocrazia degli ‘smanettoni’ e ilrischio che troppa informazione equivalgaa nessuna informazione... ma possiamosempre tornare a Radio Londra.Info: [email protected]

Al Medimex 2011 il 26 novembrepresso lo stand Arci ci sono l’incon-tro della rete Arci Real aperto a tutti i circoli pugliesi e quello sullaSituazione dei festival musicali inPuglia, la presentazione della BJCEMe del progetto musicale (e non solo)Ora dei Diskanto sui temi di laicità efine vita. Alle 20 ha inizio la seratadedicata al mondo indies e Arci Real

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Mettete un circolo Arci in mezzo allacampagna delle Murge pugliesi,dal nome romantico e rassicurante,

‘Lamaserena’ - un pergolato di grappoli divite e una soffitta di una casa rurale adibita aspazio yoga - e, nel fine settimana del ‘pontedei Santi’, convincete 12 operatori Arci (enon solo) a ritrovarsi per un corso sulla lega-lità democratica: scoprirete che ci sono tuttigli ingredienti per unire l’impegno associati-vo, il piacere (e l’opportunità) di formarsi, lo‘stare insieme’. L’Arci Puglia ha organizzatoun seminario formativo, della durata di tregiorni e rivolto principalmente ad operatorisociali (pugliesi e non solo), sulla costruzione‘partecipata’ di laboratori antimafia. Il corso èstato incentrato sul video sociale e sulla(forse fin troppo ovvia) necessità di acquisirestrumenti e competenze ogni qualvolta siaffrontino situazioni ‘d’aula’, in particolare suun tema come quello della lotta alle mafie.Con un metodo interattivo e incentrato sulprincipio dell’educazione non formale efacendo tesoro dello scambio di esperienze,gli operatori hanno avuto modo di riflettere edibattere intorno a modalità sperimentali peroccuparsi di educazione alla legalità demo-cratica e all’antimafia, partendo dalla consa-

pevolezza condivisa che non è sufficientepadroneggiare dei contenuti e avere unachiara linea politica del fare antimafia perpoter facilitare dei percorsi di apprendimentosul tema, a prescindere che ci si trovi in unascuola con degli adolescenti, all’interno di uncampo di lavoro e studio in un bene confi-scato alla mafia, in un circolo dell’Arci, in uncarcere con detenuti di stampo mafioso o inun qualsiasi altro contesto assemblearedove dar vita a percorsi di sensibilizzazioneall’antimafia sociale. Per tale ragione, estre-ma importanza è stata assegnata al contri-buto che il video sociale può dare in percor-si formativi e di conoscenza del fenomenomafioso. L’attenzione è stata rivolta non sol-tanto ad operatori video che produconoinsieme a un gruppo dei messaggi visivi pun-tando l’attenzione sulla differenza sostanzia-le che intercorre tra l’idea classica di legalitàe quella di legalità democratica, ma anche esoprattutto a quanti utilizzano il mezzo del-l’audiovisivo in contesti informativi o educati-vi. Smontare l’idea della bontà di ogni filma-to che racconta e testimonia e creare intornoal frammento visivo coscienza critica è statoal centro della sessione di lavoro attraversolo smontaggio di documentari, film e intervi-

ste. Al cuore di tutto stava la consapevolez-za che, se si vuole lavorare per il cambia-mento sociale, le persone non vanno soloinformate, ma bisogna lavorare con metodoe attenzione affinché qualcosa faccia ‘cortocircuito’ nelle teste e nelle coscienze degliindividui, spingendoli di fatto ad occuparsi diciò che gli accade intorno e ad agire.Insomma, analizzando il metodo dell’educa-zione popolare di Freire e avendo sullo sfon-do l’idea gramsciana del dare gli strumentiperché tutti possano occuparsi e attivarsi pertrasformare il proprio tempo, a ‘Lamaserena’tutti hanno ragionato sugli strumenti neces-sari a rendere vero il fatto che «essere citta-dini non vuol dire far parte di una società,vuol dire trasformarla» (A. Boal).Info: [email protected]

Antimafia, taglianche alla DiaNell'ultimo anno e mezzo la Dia, la direzio-ne investigativa antimafia, ha sequestratobeni per 5,7 miliardi di euro e ne ha confi-scati per 1,2 miliardi di euro. «Ora il gover-no ci premia con un taglio di 13 milioni dieuro», denunciano sindacati e agenti, chenei giorni scorsi hanno dato vita ad un pre-sidio davanti alla Camera. Il taglio avrà effet-ti sulla retribuzione dei lavoratori della Dia,che godono di un trattamento economicoaggiuntivo. La norma, inserita nella legge distabilità, viene contestata anche dalle oppo-sizioni, che chiedono al governo se intendasmontare la struttura voluta da GiovanniFalcone. La scure si aggiunge alla riduzionedi risorse destinate alla Dia che proseguedal 2001. «Da allora - denuncia il segretarioLazio Silp-Cgil - si è passati da un capitolodi bilancio di 28 milioni di euro ai 15 milionidi quest'anno». I sindacati fanno presenteche solo gli uffici della Dia, a Roma, costanoogni anno milioni di euro d'affitto che ven-gono pagati a un costruttore romano. Gli altri centri operativi sparsi sul territoriocostano 5 milioni di euro. Anziché pagare iprivati, si potrebbe risparmiare usando gliimmobili confiscati oggi inutilizzati.

È in vendita in formato e-book sui principali store on line

Il trombettiere di Custer e altri migranti. Storie curiose di migranti italiani alla conquista della ‘Merica’

di Angelo Mastrandrea

ON LINE

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Sono numerose le testimonianze che giun-gono quotidianamente dai giovani volonta-ri che partecipano ai campi della legalitàdell'Arci. Ne riportiamo una di un gruppo diritorno da Corleone. «A Corleone sembrache esistano solo due colori: il marronedella terra arsa dal sole e l'azzurro di uncielo che non conosce l'ombra delle nuvo-le. Ogni altro colore è soltanto una sfuma-tura, un dettaglio che si perde fra i campibruciati. Quando in agosto arrivi aCorleone, il primo giorno non riesci a vede-re altro che aridità e ti domandi come, dauna terra così, possa nascere qualcosa. È vero, è nata la mafia in questa terra affa-ticata dal sole, ma fu su queste stessezolle che camminarono anche BernardinoVerro e Placido Rizzotto. Nello stessoluogo in cui è nata la mafia, contempora-neamente, è nata anche l'antimafia. Un'antimafia che è andata sempre avanti,nonostante l'omertà, gli anni di piombo, lefaide, le stragi di stato. Un'antimafia che haprodotto leggi giuste, arresti, confische ecooperative come Lavoro e non solo. Quasi parla di corleonesi che hanno fatto unascelta di coraggio, morale e civile. Si parla

di volontari che da tutta Italia scelgono disostenerli. Si parla di uomini e donne, ra -gaz zi e ragazze che hanno preso una posi-zione, si sono schierati dalla parte dellalegalità. A Corleone ci si alza presto perraccogliere i pomodori, perché quando ilsole non è forte si lavora meglio. Giunti sulcampo, i soci spiegano ai ragazzi come sidevono comportare: ogni gesto in campa-gna deve essere il più rispettoso possibilenei confronti della natura e il meno dispen-dioso per l'uomo che fatica. Qui si imparache l'acqua è davvero un bene prezioso, equando finisce non si corre al supermerca-to, ma si aspetta con calma il proprio turnoalla fonte. Il nostro sudore cade sulle zollearide e la terra rimane sotto le nostreunghie. Lo zolfo steso sulle piante impre-gna i nostri vestiti, e il rosso dei pomodorisfuma nei nostri occhi arrossati dalla luceaccecante. Giorno dopo giorno, si divieneparte di questa terra. Ed essa diviene partedi noi. Siamo residenti di Casa Capon net -to, cittadini di Corleone, giornalisti di PinoManiaci, nipoti di Mario Nicosia e collabo-ratori di Michele Prestipino. Perché infondo, l'antimafia si fa con piccoli gesti».

Piccoli gesti di legalità: la testimonianzadi un gruppo di volontari a Corleone

Costruire in modo partecipato laboratori antimafia

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Sabato scorso è stata inaugurata lanuova Casa del Popolo delle Fornaci aPistoia, iniziando con un simbolico cor-

teo musicale che dal vecchio circolo - cedutoin permuta - è arrivato al nuovo sulle note diBella Ciao. Dopo due anni di lavori, la nuovaavveniristica costruzione è sorta laddove sitrovava una delle fornaci di mattoni che handato da vivere a molti pistoiesi e donato ilnome al popolare quartiere operaio a norddella città. Un luogo che fu di lavoro, quindi, eche in periodo di grave crisi economica puòtrasformarsi in centro di ricreazione e offertaculturale. A coordinare il progetto del primocircolo cittadino costruito dopo 40 anni è statolo studio degli architetti Vannucci e Baselli,che nel circolo delle Fornaci sono cresciuti. La

for ma della struttura è davvero unica: un‘esploso’ di mattone che si piega di fronte allaciminiera originale della vecchia fornace(ancora ben conservata), con due piani dispazi open space e servizi, tutti rifiniti con altaqualità. Perché «il circolo è centrale per la no -stra associazione - come ricorda il presidentedel comitato toscano Gianluca Mengozzi nelproprio intervento - così la bellezza del luogoche accoglie le persone è importante, e que-sto circolo è davvero bellissimo». Mengozzi èan che docente di Archi tet tura all'Università diFiren ze, e già nel 2009 - partecipando allapresentazione del progetto presso il vecchiocircolo - ebbe modo di valutare l'idea innova-tiva di offrire cultura e socialità senza trala-sciare estetica e appetibilità commerciale,fondamentali per attrarre nuove persone neinostri circoli Arci. Il presidente del comitatoprovinciale Federico Tasselli nel proprio inter-vento ha ricordato la grande partecipazione diassociazioni, cooperative e singoli compo-nenti della società civile che hanno collabora-to alla costruzione della nuova Casa del Po -polo, con l'auspicio che possano animare,con l'entusiasmo dei molti soci, le sue sale.An nuncia inoltre che il circolo ospiterà la sede

di Arci So li da rietà Pistoia e ricorda il doverosotributo rivolto a chi ha fondato il vecchio circo-lo: a tutti i compagni e le compagne del P.C.I.le cui immagini sono state raccolte in 40 metridi mostra fotografica esposta durante l'inau-gurazione, e le cui silhouette sono state ripre-se e immortalate per sempre dall'artista Mas -simo Biagi in un bassorilievo ligneo di colorerosso dal titolo La materia della rinascita.L'ope ra d'ar te, di 10 metri per 3, occupa un'in-tera parete del salone al secondo piano adimperitura memoria delle radici del circolo.L'inaugu razione è proseguita con una piècetea trale di Fabula Danza che ha ‘accompa-gnato’ i visitatori lungo tutto il circolo e con lavideo-installazione dell'artista Massimo Biagiche ha presentato la propria opera. La seratasi è conclusa a ritmo di musica con tre gruppiche a sorpresa si sono esibiti sul tetto del cir-colo in puro stile ‘Beatles’. L'inaugurazione èpro seguita la domenica mattina con le partitedi calcio amatoriale nell'attigua struttura spor-tiva, nel pomerigggio il pattinaggio e l'anima-zione per i più piccoli Alla ricerca della vitami-na L con il circolo tematico della legalità LaTor re.Info: www.losnodo.net

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Dopo due anni di lavori, è stata inaugurata aPistoia la nuova Casa del Popolo delle Fornaci

Riparte il Cineforum al CinemaPierrot di Ponticelli. L'inaugurazioneè il 3 novembre con il film Mozzarellastories alle 18 e alle 21 alla presenzadel regista Edoardo De Angelis

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n. 38 2 novembre 2011

Proiezioni allo XanadùCOMO - Destinazione Gloria - ipo meriggi del venerdì è un proget-to promosso dal circolo Arci

Xanadù e rivolto alla terza età (maaperto a chiunque). Propone unaserie di proiezioni pomeridiane di filmdi qualità a prezzi popolari, integratecon momenti di convivialità come il 'tèdelle cinque' offerto al termine di ogniproiezione. Il 4 novembre alle 15 ap -pun tamento con La bellezza delsomaro di Sergio Castellitto, ingres-so 2,50 euro per gli over 60, 6 europer tutti gli altri.destinazionegloria.wordpress.com

Arcikids a CremonaCREMONA - Ha inizio Arcikids2011/2012, ciclo di appuntamenti de -di cati ai bambini promossi dall'ArciCremona. La sperimentazione degliscorsi anni si arricchisce di collabora-zioni e animazioni di persone e realtàlocali diverse, nonché dei circoli Arcipresenti sul territorio. La novità diquest'anno sta soprattutto nella colla-borazione del circolo Arcipelago chesi occuperà dell'accoglienza di geni-tori e bambini. Primo appuntamento il

6 novembre con il laboratorio dicapoeira a cura del circolo Arci Ca -poeira. La presentazione delle attivitàè affidata a un incontro pubblico chesi terrà il 4 novembre alle 17 alCentro sociale culturale Ar ci in viaSpeciano 4.Info: www.arcicremona.org

Non comprarlo, fallo da teCATANIA - L'Arci Catania promuove ilworkshop Non comprarlo, fallo da te,con l'obiettivo di organizzazione e dif-fusione delle conoscenze in ognicreazione e produzione di prodottiche si utilizzano nel quotidiano.Chiun que sia interessato a mettere incomune le proprie conoscenze puòcontattare l'associazione inviandouna mail e indicando le sue compe-tenze e disponibilità per concordareuna giornata in cui discutere nei det-tagli. I workshop si svolgeranno nellasede di piazza Carlo Alberto 47 ognivenerdì pomeriggio a partire dall'ini-zio di novembre.Info: [email protected]

Novembre al RibaltaVIGNOLA (MO) - Fitto il calendario di

appuntamenti per il mese di novem-bre per il circolo Ribalta, che ha sedepresso l'ex lavatoio di via Zenzano. Sicomincia l'8 novembre con un incon-tro con Sandro Pascucci, presenteper tutta la giornata con un campergazebo divulgativo in via Mazzini.Sappiamo tutto della crisi mondiale?Sappiamo cos'è il ÂsignoraggioÊ? so -no alcuni degli argomenti che verran-no affrontati. Si conclude al Ribalta inserata con filmati e un dibattito finale.Ingresso riservato ai soci Arci.Info: [email protected]

Dedicato a PasoliniUDINE - Il 2 novembre alle 21.30 alcircolo Mis(s)Kappa Dedicato a PierPaolo Pasolini, una serata per ricor-dare uno dei maggiori artisti e intel-lettuali italiani del '900, ma soprattut-to un uomo pieno di coraggio checercava di capire, di conoscere, disvelare un'Italia devastata dal consu-mismo, dall'omologazione, dalla cor-ruzione politica, sociale e ambienta-le. Promuovono l'incontro CCFT Arciinsieme a Serena Di Blasio, PaoloMattotti e Ornella Luppi.Info: misskappa.wordpress.com

Stage di pizzicaPEGOGNAGA (MN) - All'Arci Ca -sbah il 5 e 6 novembre due giorni perlo stage di pizzica tenuto dall'inse-gnante Vanda Pasolini, rivolto achiunque voglia avvicinarsi al mondodelle tarantelle e della pizzica salen-tina o a chi volesse approfondireconoscenza, tecniche di ballo, musi-ca. Le lezioni sono per livello base eintermedio e vedono in programma,tra gli altri momenti, introduzionesocio antropologica sul tarantismo ela 'cura', passi e figure base, uso delfazzoletto, relazione, interazione eimprovvisazione tra i ballerini. Tes -sera Arci obbligatoria.Info: [email protected]

A casa di Charlie BrownTREVIGLIO (BG) - Al circolo ArciFuorirotta il 6 novembre iniziano leproiezioni della domenica per la ras-segna A casa di Charlie Brown orga-nizzata dallÊArci Fuorirotta e dallÊas-sociazione Immagine sospesa. Ap -pun tamento alle 17 con Ogni cosa èilluminata di Liev Schreiber. Ingressogratuito riservato ai soci Arci.Info: [email protected]

Notizie Brevi

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Torna Lezioni di Archeologia, appun-tamento autunnale dell'associazio-ne culturale Archeoarci di Nuoro,

nato dalla volontà di frugare e raccoglieregli studi e l’attualità della ricerca sul campoe negli atenei della Sardegna. Nel ‘novem-bre archeologico’ la città assume il ruolo dicapitale delle eccellenze accademiche, inuna rassegna e una antologia di lezionimagistrali che appartengono da qualchedecennio alla storia della cultura del centroSardegna. Non a caso la risposta risultasempre forte e diffusa tra docenti, studenti,semplici appassionati, operatori del setto-re. L'interesse generalizzato per quest'ap-puntamento viene espresso in manieraevidente attraverso continue sollecitazionie volontà di partecipare: «C'è ormai diffusala convinzione - per citare Andrea Caran di -ni - che l'archeologo restituisce la vita econsente di rivedere quanto si è trasforma-to in strato sotto i nostri piedi; sa smontarele azioni umane come le bacchette nelgioco di Shanghai». Le lezioni che dal 31ottobre al 4 dicembre si terranno presso labiblioteca Satta di Nuoro, punteranno dritte

al cuore della Barbagia, svelando aspettinascosti della religiosità in Sardegna: l'artedella Bottega degli Are. Patrimonio cultura-le scarsamente conosciuto, fino ad ora nonsufficientemente studiato, difficilmenteaccessibile al pubblico e totalmente esclu-so dai percorsi turistici della provincia. Eppure, sono coinvolti centri nevralgicidella religiosità popolare in Barbagia: Basi -li ca dei martiri di Fonni, vecchia chiesadelle Grazie di Nuoro, chiesa di Sant'An to -nio di Tonara, chiesa del Rosario di Orani,Chiesa dei Ss. Cosma e Damiano Triei e laricerca continua, guidata dalla professo-ressa Maria Grazia Scano Naitza dell’Uni -ver sità di Cagliari. Approfondimenti nellelezioni saranno dedicati ai castelli, quello diSilius in particolare, con la professoressaDonatella Salvi. Chiamato ‘Castello Orgu -glio so’, ha avuto solo cento anni di vita,intensa a giudicare dalle trame di storiache vengono fuori dai suoi ruderi che loricoprono da circa settecento anni.A penetrare quella fase oscura del medioe-vo sardo viene chiamato il professorFranco Campus, con le lezioni, da una

parte, su Donne, cavalier, arme e amori inuna Sardegna dove figure femminili nehanno segnato le vicende del potere e laStoria; dall'altra sull'azione svolta nellecampagne dalle comunità dei Benedettini.Molta attenzione alla Sardegna arcaica,dai Menhir di Laconi e la statuaria antropo-morfa (con Mauro Perra), al neolitico con lenecropoli (con Giuseppa Tanda) ai pozzisacri (con Anna Depalmas). Sicuramenteda non perdere sarà la lezione di esperien-ze sul campo dello sviluppo dell'archeolo-gia subacquea con Ignazio Sanna. Lo schema proposto prevede le comunica-zioni teoriche e le successive visite guida-te ai siti nelle diverse aree dell’isola.Info: www.archeoarcinuoro.it

10incircolo

arcireport

A Nuoro dal 31 ottobre al 4 dicembre tornano le ‘Lezioni di archeologia’ con l’ArcheoArci

Il 3 novembre alle 21 al circolo Arci Margot l'incontro Unità sindacale,è ancora possibile? con gli interventi

di Donata Canta, Cgil Torino, Nanni Tosco, Cisl Torino e

Lorenzo Cestari, Uil Piemonte

CARMAGNOLA (TO)

notizieflash

Comici ad Arezzocon Aurora RidensUn mese nel segno della risata: a novembreper quattro martedì torna Aurora Ridens, illaboratorio comico ideato dai Noidellescar pe -di ver se, Samuele Boncompagni e RiccardoValeriani e organizzato con la collaborazionedi Arci Arezzo e del circolo culturale Aurora.Giunto alla nona edizione, Aurora Ridensnacque nel 2003 per permettere ai comici,emergenti e non, di provare i loro pezzi nuovidavanti ad un pubblico vero, utilizzandolocome 'cavia' per avere un feedback sulle lorogag: con lo stesso obiettivo, anche in questaedi zione decine di comici si susseguirannosul palco del circolo Aurora. Dopo il primo appuntamento con SergioGiuffrida e Filippo Giardina, i comici delMakkekomiko di Roma il 1 novembre, si pro-seguirà l'8 novembre con il Cab Lab di Bo -logna, con Daniela Alroldi, Magic Francescoe Bob Ferrari; il 15 novembre sarà la voltadell'Alba Show di Pisa, con Stefano Bellani,William Catania, Giacomo Terreni e i trucchidi clownerie comica di Rufus; l'ultima serata èil 22 novembre, con la partecipazione diGiovanni Perfetto, vincitore di Sos ArezzoCabaret 2011 e di Daniele Magini.Info: www.arciarezzo.it

A Torino si manifesta per la tassa sulle transazioni finanziarieIl 26 ottobre è una bella giornata a Torino. C'èil sole e un gruppo di cittadini riuniti sotto lasigla 005 decidono di uscire pubblicamentecon un volantino e di presidiare la filiale princi-pale della banca San Paolo, centro di potereeconomico e politico della città. Poche paroled'ordine: la crisi la paghi chi la causa; si tassi-no le transazioni finanziarie. La gente incon-trata accoglie con favore e consapevolezza laproposta. Qualcosa è cambiato: comincia unastagione propositiva, in cui le istanze politichedei comuni cittadini devono poter arrivareanche davanti alla commissione europea. La storia della tassazione delle transazioni

finanziarie sembra arrivata finalmente a unpunto di svolta, grazie alle posizioni assunteda Francia e Germania. Ora tocca all'Italiapronunciarsi, dopo che anche il Vaticano neha riconosciuto le potenzialità. A Torino si èfatto un passo importante nella creazione diuna coalizione sociale che lotti per incideresull'agenda politica elaborando gli strumenti diun'alternativa credibile, possibile, necessaria. I movimenti in difesa del lavoro, dei diritti, deibeni comuni, del welfare con la battaglia per laTtf potranno contare su uno strumento in piùper sostenere le loro rivendicazioni. Info: [email protected]

arci

n. 38 2 novembre 2011

Con il primo appuntamento dal titolo Enar -monica. Follia per corpo in alternate fre-quenze, il circolo Arci Open Source di Bi -sceglie ha presentato Essenze, rassegna diper formance di artisti noti nel panorama pu -gliese. «Lo spettatore - si legge nella nota dipre sentazione degli eventi - attraverso ladanza, i suoni, le parole e i profumi, saràaccompagnato in un viaggio sensoriale, checome un'essenza officinale riequilibrerà il

corpo allo spirito». Sono quattro le Essenzeche l'Open source presenta ai propri soci,ognuna delle quali avrà la sua fragranza chela distingue dalle altre. Il 13 novembre alle21.30 secondo appuntamento con Pro-fuga.Le musiche migranti, l'elettronica e l'artedella cucina, con Giovannangelo De Gen -na ro (canto, viella, Kamanchè, kaval, flautotraverso e food) e Adolfo La Volpe (oud,saze, buzuki e programming).

Le quattro Essenze dell’Open source

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Èun sistema penitenziario in affanno,stretto tra il sovraffollamento e le dif-ficoltà finanziarie, quello descritto

dall'ottavo rapporto nazionale sulle condi-zioni di detenzione redatto dall'OsservatorioAntigone, dall'emblematico titolo Le prigionimalate. Al 30 settembre 2011 erano 67.428i detenuti reclusi nei 206 istituti di pena, afronte di una capienza regolamentare di45.817 posti. Il sovraffollamento italiano nonha pari in Europa, ci supera solo la Serbia.Il carcere in assoluto più sovraffollato èquello di Lamezia Terme, con un indice diaffollamento del 303%.Nel corso del 2010 sono stati 84.641 gliingressi totali, di cui 6.426 di donne e37.298 di stranieri. L'Italia si colloca dunquesopra la media europea anche per presen-ze straniere negli istituti penitenziari. Nelcomplesso, i detenuti non italiani sono circaun terzo. Di questi, il 20,2% viene dalMarocco, il 14,8% dalla Romania, il 13,1%dalla Tunisia, l'11,2% dalla Albania. Delledetenute straniere presenti il 22,6% vienedalla Romania, il 15,9% dalla Nigeria. Al 30giugno 2011 la fascia d'età più rappresenta-ta era quella compresa tra i 30 e i 35 anni

(11.594), seguita da quella compresa tra i35 e 39 (10.835), 547 gli utrasettantenni.Inoltre, 1.647 erano i detenuti in possesso diuna laurea, 22.117 quelli con la licenza discuola media inferiore, 789 gli analfabeti. Idetenuti con condanna definitiva sono intutto 37.213, di cui il 6,7% in carcere percondanne fino a un anno e il 28,5% fino atre anni. Nel mese di settembre le persone reclusein attesa di primo giudizio erano 14.639.L'Italia è prima in Europa anche per numerodi detenuti in attesa di sentenza definitiva,così come spicca per la quota di personecondannate per reati previsti dalla leggesulle droghe. Al 30 giugno erano 32.991 lepersone ristrette per reati contro il patrimo-nio, 28.092 per reati previsti dalla leggesulle droghe, 6.438 per associazione distampo mafioso, 1.149 per reati legati allaprostituzione. La cosiddetta legge 'svuota carceri' al 31maggio aveva aperto le porte del carcere a3.446 persone. Per quanto riguarda le misu-re alternative, al 30 settembre 2011 nebeneficiavano in 18.391, con un grande di -stacco in negativo rispetto agli altri paesi

europei. A fine giugno, lavoravano in carce-re 13.765 persone, il 20,4% della popola-zione detenuta. Tra questi, 11.508 eranoalle dipendenze dell'amministrazione peni-tenziaria e 2.257 per datori di lavoro esterni.Antigone registra il brusco calo del budgetper la remunerazione dei lavoranti. Per il2011 lo stanziamento è stato di 49.664.207,nonostante i detenuti siano aumentati dioltre 15 mila unità. Nel frattempo gli incenti-vi alle assunzioni di detenuti previsti dallalegge Smuraglia per l'anno in corso nonsono operativi da giugno per esaurimentodel budget a disposizione per la coperturadei benefici fiscali. Una notizia, questa, cheha suscitato forti reazioni e polemiche, tantoda spingere il Dap a impegnarsi a trovare lacopertura almeno fino alla fine dell'anno.Ma è ancora tutto in forse.

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Record sovraffollamento e ritardo nelle misurealternative: i peggiori in Europa

Hanno collaborato a questo numeroStefano Brugnara, Moira D’Amelio, Silvia De Silvestri, Marco Fratoddi, Laura Genga,Adriano Labbucci, Walter Massa, Franco Pittau,Paola Scarnati, Lorenzo Siviero, Federico Tasselli

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n. 38 2 novembre 2011

Scambi giovaniliDal 5 al 12 novembre a Carrara 30 giovaniprovenienti da Polonia, Germania e CarraraItalia si incontreranno nella cornice delFestival SIAM per confrontarsi sul temaPartecipazione giovanile e strumenti culturali.Lo scambio vedrà momenti di riflessione sultema della cultura e della partecipazione gio-vanile e momenti laboratoriali in cui i parteci-panti avranno modo di mettersi in giocodurante le attività del Festival.Questa è una delle attività previste dal pro-getto sulle politiche giovanili S.C.A.T.T.O delComune di Carrara finanziato dall'Unio neEuropea, Agenzia esecutiva per l'istruzione,gli audiovisivi e la cultura. Partner del proget-to sono le associazioni Arci comitato provin-ciale di Massa Carrara, circolo ArciRadioattiva - Contatto Radio PopolareNetwork, Arci Cultura e Sviluppo, Associa -zione TiConZeroCom pagnia e le città diIngolstadt (DE) e Opole (PL). Lo scopo diS.C.A.T.T.O è quello di promuovere scambitra giovani di diversi Paesi europei per raffor-zarne il senso di cittadinanza comune, pro-muovere buone pratiche di politiche giovanilima anche sostenere la partecipazione attivaalla vita della comunità e l'iniziativa, la creati-

vità e l'autonomia giovanili. Info: www.scattocarrara.eu

Ong files˚ nato il primo portale 2.0 delle Ong aderen-ti al COCIS. Uno spazio sì virtuale, ma dina-mico, ricco e condiviso dove capitalizzare ediffondere il lavoro che quotidianamente svol-gono le Ong della federazione, di cui fa parteArcs. L'iniziativa Ong Files è stata finanziatadal Ministero del Lavoro e delle PoliticheSociali, ai sensi della lettera D della legge383/2000, Direttiva annualità 2009, e consen-tirà a tutti coloro che sono interessati almondo della cooperazione di conoscerenews, progetti e iniziative di molte Ong delpanorama italiano.Info: www.ongfiles.org

Dona Online!Aiutaci a promuovere il cambiamento attra-verso azioni e progetti diretti allo sviluppoumano e sociale: sostieni uno dei progettiArcsin Medio Oriente, Africa, Centro e SudAmerica e Europa dell'est a favore dell'ugua-glianza sociale, dei diritti, e della democrazia.Da oggi farlo è ancora più semplice. Si puòinfatti donare online sul sito Arcs!Info: www.arciculturaesviluppo.it

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o.it - [email protected]

Azioni solidali / Le notizie di Arcs

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Il primo seminario nazionale dell’Arci su ambiente, clima, beni comuni, stili di vita organizzato dal gruppo di lavoro nazionale impegnato su questi temi. Obiettivo del seminario è rafforzare la cultura condivisa dell’associazione su questi temi strategici per il presente e il futuro, aumentare l’impegno su campagne nazionali e internazionali, scambiare esperienze e buone pratiche per aumentare l’attività dei circoli e la capacità di offrire opportunità ai tanti cittadini e cittadine interessate.

Seminario nazionale Arci Rieti 17-20 Novembre

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giovedi 17 novembre17.30 | 20.00 Dibattito pubblico

la società dei beni comuni venerdì 18 novembre09.30 | 10.00

la convivenza lezione sulla giustizia climatica

10.30 | 13.00

la dignità discussione sulla sovranità alimentare Quello che facciamo e possiamo fare: gas, filiera corta, km zero, biologico…

15.30 | 16.00

la rete lezione sulla energia sostenibile e diffusa

16.30 | 19.00

la vicinanza discussione sul ciclo dei beni: produzione, trasporto, rifiuto Quello che facciamo e quello che possiamo fare: imballaggi, rifiuti, trasporti, risparmio,riciclo e riuso, risparmio energetico, rilocalizza-zione, diritti del lavoro, piccole economie…

sabato 19 novembre09.30 | 10.00

la lentezza lezione sulla mobilità sostenibile

10.30 | 13.00

la cultura discussione sulla risorsa territorio e paesaggio Quello che facciamo e quello che possiamo fare: grandi opere, cura del territorio, vivere il territorio, parchi e riserve, turismo, riavvicinare la filiera del viaggio…

15.30 | 16.00

la democrazia lezione sull’acqua dopo il referendum

16.30 | 19.00

la socialità discussione sulla ricostruzione comunitaria Quello che facciamo e quello che possiamo fare: città, ecologia urbana, relazioni sociali, partecipazione, cultura, reinvenzione dello spazio pubblico, ricostruzioni

domenica 20 novembre09.30 | 11.30

assemblea finale a seguire degustazione a cura dei produttori locali