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“residenze di villa”, nuclei rurali rappresentativi di interessanti strutturazioni agricole storiche. Il territorio è inoltre attraversato dai tracciati delle principali vie di valico tra il porto di Genova e le regioni padane: la romana via Postumia sul Polcevera, l’antica Via del Sale, ricalcata poi in epoca medievale dalla Via dei Feudi Imperiali sul Bisagno che costituiscono la matrice degli insediamenti extraurbani a cintura del Parco. E ancora i tradizionali percorsi pedonali di collegamento tra città antica e colline: le ripide salite mattonate alle Mura Nuove Trenette al pesto Ingredienti per il pesto (con il mortaio) 70 g di foglie di Basilico Genovese DOP 50 g di Parmigiano Reggiano (stagionato 36 mesi) 10 g di Pecorino Sardo (stagionato 15 mesi) 2 cucchiai di pinoli freschi di Pisa di prima scelta 3 spicchi di aglio di Vessalico 1 presa di sale grosso 3 cucchiai di olio extravergine di oliva per la pasta 670 g di semola di grano duro 1 uovo 20 g di vino bianco 255 g di acqua Preparazione per il pesto Pestate nel mortaio l’aglio già mondato col pestello fino a ridurlo in poltiglia, aggiungete i pinoli e poi il basilico e il sale e schiacciate (senza più pestare) a lungo, roteando sino ad ottenere un composto omogeneo; aggiungete alla fine il Parmigiano, il Pecorino e l’olio a filo. per la pasta Rovesciate la farina su una spianatoia, al centro versate l’uovo, il vino e una parte dell’acqua. Miscelate l’impasto e poco a poco incorporate la farina e la rimanente acqua. Impastate fino a che il composto non risulterà sufficientemente elastico e liscio, non appiccicoso. Lasciate riposare per circa un’ora. Con il mattarello cominciate a stendere una parte della pasta fino a 3 mm circa di altezza e con la rotella tagliate delle strisce large 5 mm che man mano porrete ad asciugare su un canovaccio cosparso di farina. che attraverso le sei Porte di passaggio raggiungono le due vallate; sentieri di attraversamento a mezza costa e di crinale; mulattiere militari ottocentesche che collegano i forti che più si addentrano nel territorio; linee meccanizzate di risalita realizzate tra la fine dell’800 e i primi anni del ’900 (funicolare Zecca-Righi, cremagliera Principe- Granarolo, ferrovia a scartamento ridotto, il cosiddetto trenino di Casella, che costeggia il perimetro orientale del Parco delle Mura e che si collega con il Parco Regionale dell’Antola). 39 Alle spalle del Porto Antico e della città storica, in posizione baricentrica rispetto allo sviluppo lineare della costa e al prolungamento urbano lungo i torrenti Polcevera e Bisagno, assi storici di comunicazione tra il mare e la pianura padana, il Parco delle Mura presenta caratteristiche di alta naturalità e costituisce il più vasto polmone verde della città. Esso raggiunge SEDE Comune di Genova via Garibaldi, 9 16124 Genova [email protected] www.parks.it/parco.mura IAT Tel. +39 010 5572903 l [email protected] SUPERFICIE 611,69 ha COMUNI Genova Area naturale protetta di interesse locale Parco delle Mura 38 { } IMPERIA SAVONA GENOVA COME ARRIVARE In auto Autostrada A10 dei Fiori, Genova – Ventimiglia, uscita Genova Ovest Autostrada A12 Genova – Rosignano, uscita Genova Est Autostrada A26 Voltri – Gravellona, che si ricollega all’A10 all’altezza di Voltri Autostrada A7 Genova – Milano, uscita Genova Ovest In treno Genova Principe e Genova Brignole. È collegata tramite treni Regionali, Intercity ed Eurostar alle maggiori città italiane ed europee. In aereo Aeroporto Cristofolo Colombo www.airport.genova.it rapidamente più di 600 m s.l.m. con punti di alta panoramicità a 360° sulla città, la Corsica e le Alpi. ITINERARIO CONSIGLIATO Percorso delle fortificazioni Questo territorio conserva notevoli segni della storia urbana genovese: l’Acquedotto storico, antica e complessa struttura di approvvigionamento dell’acqua per la città; 16 fra Torri e Fortezze costruiti tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima metà del XIX; l’imponente cinta muraria del 1626, limite alla crescita della città fino al secolo scorso, di cui sono conservati in buono stato 13 dei 20 km originari, ed è per questo la più lunga in Europa, inscindibile insieme storico-paesistico con il Parco e simbolo identitario per la città. Inoltre sono numerose le altre testimonianze della storia passata che il Parco conserva: siti archeologici, monasteri e conventi lungo i percorsi di risalita dalla città, IL BASILICO Il basilico è una delle colture più tipiche della Liguria, il simbolo di un’agricoltura sospesa sul mare e di una cucina dai sapori antichi. La sua coltivazione, ormai secolare, sta godendo negli ultimi anni di una popolarità senza precedenti. Il basilico è stato introdotto in diverse aree del Mediterraneo e nella stessa Liguria dai Romani che ad esso attribuivano proprietà curative, divenne coltura tradizionale a Genova a partire dal XIX secolo, grazie all’introduzione delle serre in agricoltura all’interno di un territorio di grande vocazione agricola: l’area del ponente genovese. Il Basilico Genovese DOP è un prodotto con la protezione comunitaria della “denominazione di origine protetta”. La certificazione è stata attribuita in seguito alla dimostrazione dell’influenza dell’ambiente e delle tecniche tradizionali di produzione tramandate nel tempo per l’ottenimento di un prodotto inimitabile, ingrediente base nella ricetta del pesto genovese. Prodotto BANDIERA

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Page 1: Areanaturaleprotettadiinteresse Trenette al pesto locale ... · ridurlo in poltiglia, aggiungete i pinoli e poi il basilico e il sale e schiacciate (senza più pestare) a lungo, roteando

“residenze di villa”, nucleirurali rappresentativi diinteressanti strutturazioniagricole storiche. Il territorioè inoltre attraversato daitracciati delle principali vie divalico tra il porto di Genova ele regioni padane: la romanavia Postumia sul Polcevera,l’antica Via del Sale, ricalcatapoi in epoca medievale dallaVia dei Feudi Imperiali sulBisagno che costituiscono lamatrice degli insediamentiextraurbani a cintura delParco. E ancora i tradizionalipercorsi pedonali dicollegamento tra città anticae colline: le ripide salitemattonate alle Mura Nuove

Trenette al pesto

Ingredientiper il pesto (con il mortaio)70 g di foglie di BasilicoGenovese DOP50 g di Parmigiano Reggiano(stagionato 36 mesi)10 g di Pecorino Sardo(stagionato 15 mesi)2 cucchiai di pinoli freschi di Pisadi prima scelta3 spicchi di aglio di Vessalico1 presa di sale grosso3 cucchiai di olio extravergine diolivaper la pasta670 g di semola di grano duro1 uovo20 g di vino bianco255 g di acqua

Preparazioneper il pestoPestate nel mortaio l’aglio giàmondato col pestello fino aridurlo in poltiglia, aggiungete ipinoli e poi il basilico e il sale eschiacciate (senza più pestare) alungo, roteando sino adottenere un compostoomogeneo; aggiungete alla fineil Parmigiano, il Pecorino e l’olioa filo.per la pastaRovesciate la farina su unaspianatoia, al centro versatel’uovo, il vino e una partedell’acqua. Miscelate l’impasto epoco a poco incorporate lafarina e la rimanente acqua.Impastate fino a che il compostonon risulterà sufficientementeelastico e liscio, nonappiccicoso. Lasciate riposareper circa un’ora. Con ilmattarello cominciate astendere una parte della pastafino a 3 mm circa di altezza econ la rotella tagliate dellestrisce large 5 mm che manmano porrete ad asciugare su uncanovaccio cosparso di farina.

che attraverso le sei Porte dipassaggio raggiungono le duevallate; sentieri diattraversamento a mezza costae di crinale; mulattiere militariottocentesche che collegano iforti che più si addentrano nelterritorio; linee meccanizzatedi risalita realizzate tra la finedell’800 e i primi anni del ’900(funicolare Zecca-Righi,cremagliera Principe-Granarolo, ferrovia ascartamento ridotto, ilcosiddetto trenino di Casella,che costeggia il perimetroorientale del Parco delle Murae che si collega con il ParcoRegionale dell’Antola).

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Alle spalle del Porto Anticoe della città storica, inposizione baricentricarispetto allo sviluppolineare della costa e alprolungamento urbanolungo i torrenti Polcevera eBisagno, assi storici dicomunicazione tra il mare ela pianura padana, il Parcodelle Mura presentacaratteristiche di altanaturalità e costituisce ilpiù vasto polmone verdedella città. Esso raggiunge

SEDEComune di Genovavia Garibaldi, 916124 [email protected]/parco.muraIAT Tel. +39 010 5572903 [email protected]

SUPERFICIE611,69 ha

COMUNIGenova

Areanaturale protetta di interesse

locale Parco delle Mura

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IMPERIA

SAVONA

GENOVA

COME ARRIVAREIn autoAutostrada A10 dei Fiori, Genova –Ventimiglia, uscita Genova OvestAutostrada A12 Genova –Rosignano, uscita Genova EstAutostrada A26 Voltri –Gravellona, che si ricollega all’A10all’altezza di VoltriAutostrada A7 Genova – Milano,uscita Genova OvestIn trenoGenova Principe e Genova Brignole.È collegata tramite treni Regionali,Intercity ed Eurostar alle maggioricittà italiane ed europee.In aereoAeroporto Cristofolo Colombowww.airport.genova.it

rapidamente più di 600 ms.l.m. con punti di altapanoramicità a 360° sullacittà, la Corsica e le Alpi.

ITINERARIO CONSIGLIATOPercorso delle fortificazioniQuesto territorio conservanotevoli segni della storiaurbana genovese: l’Acquedotto storico, antica e complessa struttura diapprovvigionamento dell’acquaper la città; 16 fra Torri eFortezze costruiti tra la secondametà del XVIII secolo e la primametà del XIX; l’imponente cintamuraria del 1626, limite allacrescita della città fino al secoloscorso, di cui sono conservati inbuono stato 13 dei 20 kmoriginari, ed è per questo la piùlunga in Europa, inscindibileinsieme storico-paesistico con ilParco e simbolo identitario perla città. Inoltre sono numerosele altre testimonianze dellastoria passata che il Parcoconserva: siti archeologici,monasteri e conventi lungo ipercorsi di risalita dalla città,

IL BASILICOIl basilico è una dellecolture più tipichedella Liguria, ilsimbolo diun’agricolturasospesa sul mare e di

una cucina dai saporiantichi. La sua coltivazione,ormai secolare, stagodendo negli ultimi anni diuna popolarità senzaprecedenti.Il basilico è stato introdottoin diverse aree delMediterraneo e nella stessaLiguria dai Romani che adesso attribuivano proprietàcurative, divenne colturatradizionale a Genova a

partire dal XIX secolo, grazieall’introduzione delle serre inagricoltura all’interno di unterritorio di grandevocazione agricola: l’area delponente genovese. Il BasilicoGenovese DOP è unprodotto con la protezionecomunitaria della“denominazione di origineprotetta”. La certificazione èstata attribuita in seguito alladimostrazione dell’influenzadell’ambiente e delletecniche tradizionali diproduzione tramandate neltempo per l’ottenimento diun prodotto inimitabile,ingrediente base nellaricetta del pesto genovese.

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SAVONA

GENOVA

Protetta dona, invece, airilievi forme inconsuetee spettacolari creandogole dai fianchi aspri,guglie e pareti astrapiombo cherappresentano l’habitatideale per numerosirapaci e ospitano unacaratteristicavegetazione rupestre.Tanti i prodottiagroalimentari del Parcoinseriti nell’AtlanteRegionale dei prodottitradizionali: ad indicarnel’origine locale è nato ilmarchio “I Sapori delParco”, frutto diun’attenta politica dipromozione e sviluppodella Rete di MercatoLocale. Dalla carne dell’Antolaalla prelibatamostardella, dai mieli aldelicato sciroppo dirose della Valle Scrivia,senza dimenticarepatate e castagne, ilcibo di un tempo. E sulle tavole dei piùgolosi, non potrannomancare il pandolcelocale e i deliziosicanestrelletti di Torriglia,prodotto di eccellenzadel Parco.

ITINERARIOCONSIGLIATOItinerario 1Dall’uscita autostradale diIsola del Cantone(Autostrada A7 Genova-Milano), si percorre lastrada provinciale n. 8 cherisale la Val Vobbia e sisnoda lungo il suggestivocanyon scavato daltorrente nella roccia diconglomerato. Massiccioe al tempo stesso facilealla frattura, ilconglomerato dona alpaesaggio formeinconsuete e spettacolaricreando gole dai fianchi

aspri, guglie e pareti astrapiombo che ricordanol’ambiente alpino.Incastonato fra duetorrioni naturali, ilCastello della Pietra diVobbia domina la valle e silascia ammirare nella suaunicità.Una sosta nel paese diVobbia permette diassaporare la deliziosamostardella, tipicoinsaccato di carne suina ebovina cruda. Si proseguealla volta di Crocefieschidove si imbocca la stradacarrozzabile per Nenno ela Val Brevenna, finoall’abitato di Avosso. Inquesto territorio,l’allevamento bovino eovino garantisce ancora laproduzione della tipicaFormaggetta e dellaricotta della Valle Scrivia.Da Avosso, percorrendo lastrada provinciale 226 indirezione Busalla, siraggiunge Savignone conl’opportunità di visitare lediverse aziende agricoleche producono losciroppo di rose della ValleScrivia. La tradizionaleFesta delle Rose che si

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COME ARRIVAREIn autoA7 Genova – Milano (usciteBusalla, Ronco Scrivia, Isola delCantone); A12 Genova – Rosignano(uscita Genova Est, statale SS 45Genova – Piacenza)Strade principali: S.S. 35 “deiGiovi”; S.S. 45 Genova – Piacenza;S.P. 226.In trenoLinea Genova – Arquata Scrivia econ la ferrovia Genova – CasellaIn autobusLinee ATP S.p.a. (Azienda TrasportiProvinciali) in partenza da GenovaA piediDall’Alta Via dei Monti Liguri,attraverso i due valichi di Crocettad’Orero e Passo della Scoffera

Nel cuoredell’Appennino Ligure, ilParco NaturaleRegionale dell’Antola siestende nelle alte ValliScrivia e Trebbia, in unterritorio montano checustodisce patrimoni dinatura e biodiversità, distoria e architettura e ditradizioni.Crocevia di numerosisentieri e antichemulattiere, il Monte

Antola dà origine ad unaimponente catenamontuosa che sisviluppa a raggieraattorno alla suapanoramica vetta, alconfine tra 4 regioni(Liguria, Piemonte,Lombardia ed EmiliaRomagna). Numerosi isentieri che risalgonodagli antichi borghirurali verso la cima delM. Antola: ad accoglieregli escursionisti, unostraordinario panoramache spazia dal MarLigure all’arco alpinonord-occidentale.Dall’inizio dellaprimavera poi, i dolcipendii calcareidell’Antola regalanobellissime e copiosefioriture tra cui ilnarciso, fiore simbolodel Parco.La formazione diconglomerato cheaffiora nella parte piùoccidentale dell’Area

SEDESede scientifica: LaTorriglietta, via N.S. Provvidenza 316029 Torriglia (GE)Tel. +39 010 [email protected]

SUPERFICIE4837 ha

COMUNIBusalla, Crocefieschi, Fascia, Gorreto, Montebruno, Propata, Ronco Scrivia, Rondanina, Savignone, Torriglia, Valbrevenna, Vobbia

PARCO NATURALE REGIONALE

ANTOLA

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SCIROPPO DI ROSELo sciroppo di rose siproduce in Valle Scrivia. Persecoli e fino ad alcunidecenni fa, nella Valle Scrivia(entroterra di Genova) eracomunemente diffusa negliorti e giardini delle abitazionicontadine la coltivazionedelle rose da sciroppo, daicui petali si producevanosciroppi, confetture e altrericette particolari, utilizzateanche per le proprietàofficinali. Le condizioniambientali della Valle Scriviasono favorevoli all’impiantodelle rosacee in generale e inparticolare delle rose; leprincipali varietà utilizzate atale scopo sono fra le piùantiche, rugosa e muscosa,selezionate nel tempo fino araggiungere una rusticità eun grado di adattamento alterritorio che si prestano auna coltivazione “naturale”.Attraverso ricerche sui testie la raccolta di testimonianzesul campo, l’associazione diproduttori locali harecuperato le antiche ricettedello sciroppo e dellaconfettura di rose, persalvare dall’oblio unprodotto tradizionale dallemolte virtù. Lo sciroppo di

Sciroppo di rose

Ingredienti1 litro di acqua di sorgente1 kg di zuccheroda 300 a 500 g di petali di roseda sciroppo della Valle Scrivia1 limone, il suo succo

PreparazionePortate a ebollizionel’acqua. Toglietela dal fuocoe aggiungete i petali dirosa. Mescolate l’infusoenergicamente finché tuttii petali saranno incorporatinel liquido. Aggiungete ilsucco di un limone. Lasciateriposare per 24 ore, atemperatura ambiente.Trascorso il tempo diinfusione, raccogliete in uncontenitore il liquido,compreso quello ottenutodalla spremitura manuale deipetali (la poltiglia dei petali,deve risultare strizzata,compatta e asciutta).Filtrate l’infuso con unagarza o con un setaccio.Mettete nuovamentel’infuso sul fuoco.Aggiungete lo zucchero,cercando di farlo scioglierecompletamente. Portate abollore. Lasciate lo sciroppoin ebollizione per qualcheminuto. Con l’aiuto di uncolino e di un imbuto,imbottigliate lo sciroppo incontenitori asciutti e achiusura ermetica. Losciroppo sarà utilizzabiledopo qualche giorno.Può essere consumato conl’acqua fresca comedissetante e rinfrescanteestivo, oppure assuntocaldo in purezza, comepanacea dei malanniinvernali.

petali di rosa haun colore e unprofumo intensi; è fatto solo conrose, zucchero elimone, senza coloranti néconservanti, in piccolilaboratori coi fiori coltivati invalle senza l’uso di prodottichimici. Si può utilizzarecome bibita diluito in acquafresca, o come aperitivoaggiunto a vino bianco. Nel tè caldo sostituisce lozucchero, e dà un gustoparticolare a sorbetti egelati, panna cotta, yogurt,macedonie e crêpes. È presidio Slow Food.

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Statale n. 45 che, lungo ilsuo cammino versoPiacenza, si snoda lungo laVal Trebbia. Per le vie delborgo, un intenso profumoinvita a entrare nelle tantebotteghe e assaporare iltipico canestrelletto. Nelmese di maggio ricorreogni anno la tradizionaleFesta che celebra questotipico dolce a base difarina, uova, burro ezucchero. A Torriglia èanche possibile gustare ilmiele, prodotto agro-alimentare tradizionalesimbolo della qualitàambientale di questi

tiene ogni anno nelsecondo weekend di giugnoa Busalla vede riuniti tuttiproduttori e offrel’opportunità di degustarelo sciroppo e scoprirne itanti possibili abbinamenti.Itinerario 2L’itinerario ha inizio nelborgo medievale diTorriglia, ai piedi dell’anticoCastello Fieschi e delMonte Prelà, dalle cuipendici hanno origine icorsi d’acqua Trebbia eScrivia. Per raggiungereTorriglia basta percorrereda Genova, per circa 25km, la famosa Strada

territori. Da Torriglia sipercorre con l’auto laStrada Provinciale n.15della Val Brugneto cheoffre suggestivi scorcipanoramici del Lago delBrugneto e dei pascolidell’Antola. Qui, dall’iniziodella primavera all’iniziodell’autunno, risuonano icampanacci delle muccheal pascolo. La carnedell’Antola è fra i prodottiriconosciuti con il logo de“I Sapori del Parco”.Superato il paese diPropata, l’itinerarioprosegue verso la localitàCasa del Romano e laValle del Cassingheno: inprimavera i prati sfalciatipermettono di ammirare,anche a bordo strada, lecopiose e profumatefioriture di narcisi, fioresimbolo dell’AreaProtetta. Giuntinuovamente sulla SS 45in loc. Beinaschi, siprocede nuovamente indirezione di Genova. A Montebruno, storiconucleo posto sulla rivasinistra del fiume Trebbia,ci si può concedereancora una “dolce” sostaa base di canestrellie pandolce.

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medicinali agliescursionisti di oggi,attratti dall’indiscussavalenza paesaggistica enaturalistica di questoterritorio.Gli itinerari checonducono in vetta sonomolti, da quelli più brevi epoco impegnativipercorribili a piedi, inmountain-bike o a cavalloa itinerari di lungapercorrenza per trekkingdi più giorni come la Viadel Mare, la più “alta” frale vie del sale che,

passando per l’Antola,collega ancor oggi laPianura Padana e lecolline dell’Oltrepò Paveseal promontorio diPortofino e al mare.A pochi minuti dicammino dalla vetta delMonte Antola è possibiletrovare ristoro al Rifugioescursionistico ParcoAntola con possibilità dipernottamento (30 postiletto in camerate, perinformazioni: T. 339 4874872 –www.rifugioantola.com).

IL MONTE ANTOLA E LA VIA DEL MARECrocevia di numerosisentieri e antichemulattiere, la vetta delMonte Antola (1597 mslm) rappresenta unimportante nodo nellarete escursionistica lungol’Appennino Ligure.La frequentazione umanadi questa montagna haorigini antichissime: daipastori con le propriemandrie ai mercantidiretti verso la pianura,dai raccoglitori di erbe

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Parco Naturale Regionale dell’Antola, fioritura di Narcisi

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oltre ad una notevolevarietà di uccelli einvertebrati.Dal punto di vista religioso,storico e architettonico, ilterritorio gestito dall’ente,conserva al suo interno una interessantissima serie di testimonianze,relative soprattutto a quelli che sono stati iprimi insediamenti umaninell’antichità, dal Castellarodi Camogli all’Abbazia diSan Fruttuoso, la chiesamillenaria di San Nicolò diCapodimonte, l’Abbazia diSan Gerolamo detta laCervara, alle numerosefortificazioni tra le qualiCastello Brown aPortofino.Una rete di oltre settantachilometri di sentieripermette passeggiate edescursioni di diversalunghezza e difficoltà, con la possibilità diapprezzare in modoottimale le peculiaritàdell’intera zona.

ITINERARIO CONSIGLIATOTrekking di due giorni daCamogli a SantaMargherita LigureGiorno 1: Escursione daCamogli, famoso borgomarinaro ligure, sino a San FruttuosoIl percorso raggiunge perprimo San Rocco, frazionedi Camogli “affacciata” sulGolfo Paradiso, per poiproseguire sino alleBatterie, postazioni militaricostruite durante laSeconda Guerra Mondiale a difesa del Golfo diGenova.Dopo una full immersionnella storia, l’itinerarioprosegue sino ad arrivare aToca e proseguire,passando tra i profumi della

macchia mediterranea esplendide vedute su Cala dell’Oro e laTorretta, sino a PietreStrette.Giorno 2: Escursione daSan Fruttuoso sino a

Santa Margherita LigureConsigliata al mattinoprima di partire la visitaalla millenaria Abbazia diSan Fruttuoso, edificiomonastico ricco di storiae tradizioni strettamente

COME ARRIVAREIn autoA12 Genova – Livorno, caselli di:Recco, Rapallo, ChiavariSS 1 AureliaIn trenoLinea Genova-La Spezia, stazioni di:Camogli, Santa Margherita Ligure,Rapallo, Zoagli, ChiavariIn autobusI comuni del Parco sono serviti dalle autolinee della TigullioTrasporti S.p.a.Via mareTrasporti Marittimi Turistici GolfoParadiso sncwww.golfoparadiso.itServizio Marittimo del Tigulliowww.traghettiportofino.itInoltre diverse società di battellieriin partenza dal porto di Genova(zona Expo-Acquario di Genova).

Di competenza del Parcoè la gestione di tre SIC(Parco di Portofino, RioTuia-Montallegro, Pineta-Lecceta delle Grazie)Le particolaricaratteristichegeomorfologiche emicroclimatiche delterritorio hannopermesso, su un’areaestremamente limitata, la

coesistenza di tipiestremamente diversi divegetazione: dai boschimesofili del versantesettentrionale allamacchia mediterraneadel versante sud cheospitano un’ampiaconcentrazionefloristica (con unadensità eccezionale diuna specie per ettaro),

SEDEviale Rainusso, 116038 Santa MarcheritaLigure (GE)Tel. +39 0185 [email protected]

SUPERFICIE1056 ha

COMUNICamogli, Portofino, Rapallo, SantaMargherita Ligure

Parco Naturale Regionale

Portofino

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LA SPEZIA

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PREBUGGIUNÈ una miscela dierbe spontaneetipiche dellacucina di Liguria,utilizzato per lapreparazione del ripienodi primi piatti “delle festedi magro”.Prebuggiun è un termineproprio della lingua ligurenon traducibileletteralmente in italiano:esso derivaprobabilmente dal verbopreboggî (in ligure), chesignifica pre-bollire, insenso culinario, quindiuna sorta di “scottato dabollitura”.Tra le piante checompongono ilprebuggiun troviamonumerose composite afiore gialle quali ilSonchus oleraceus (dentedi cane) e Reichardiapicroides (latta lepre),inoltre Borago officinalis(boragine), Malvasylvestris (malva),Raphanus raphanistrum(ramolaccio selvatico),

Pansoti alla salsa di noci

Ingredientiper la pasta200 g di farina bianca1 uovoacqua, qbsale, qbper il ripieno600 g di prebuggiun150 g di ricotta fresca100 g di Parmigiano Reggianograttugiato1 uovoolio extra vergine di olivanoce moscata, qbsale, qbper la salsa di noci200 g di noci30 g di Parmigiano Reggianograttugiato70 g di olio di oliva extra verginemollica di pane bagnata nel latte1 spicchio d’aglio

PreparazioneLessate e strizzate bene leverdure; tritatelegrossolanamente emescolatele con ricotta, uovo,formaggio, un pizzico di nocemoscata, un cucchiaio di olio esale. Preparate la pasta elasciatela riposare. Tiratelaassottigliandola in una sfoglianon troppo sottile e ritagliatetanti quadrati di 5 cm per lato.Ponete al centro di ognuno uncucchiaio di ripieno, ripiegate atriangolo congiungendo leestremità e rivoltatele versol’alto fino ad ottenere unaspecie di barchetta. Nelmortaio amalgamate con curale noci, dopo averle sbollentatee private della pellicina, conl’aglio, il formaggio, l’olio, 1cucchiaio di acqua tiepida e lamollica di pane. Cuocete ipansoti in acqua salata per 5minuti. Serviteli caldissimicosparsi di salsa di noci.

Sanguisorba minor(pimpinella), Silenevulagaris (erbascioppettina).Quasi tutte le piante delprebuggiun non sonocommestibili allo statoadulto: meglioraccoglierle quando lapianta è giovane.Date le diversecaratteristicheorganolettiche diciascuna, il complessobilancio compositivo delprebuggiun è legato allaricerca di un equilibrio deisapori, avendo presenteche tutte hanno un loroaroma vegetale specifico:amaro (radicion),selvatico (gè), sapido-neutro (boraxe),saporito-dolce (talegua),piccante.L’uso più comune delprebuggiun è comeripieno per le pastefresche, ottima base perminestroni di verdura o,semplicemente bollite,usate nei ripieni di ravioli,polpettoni o frittate.

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legate al paesaggioche lo circonda.L’itinerario percorre ilversante meridionalepassando prima inlocalità Base O per poiproseguire sino alMulino del Gassetta,punto informativo espazio museale ai qualiè associato un puntodi ristoro checonfeziona piatti dicucina locale eregionale. Qui saràpossibile assaggiarealcuni piatti tipici eperché no… fare unlaboratorio di cucina!Nel pomeriggio siprosegue a piedi sinoa Portofino o a SantaMargherita Ligure (ascelta).

conosciamo comeFocaccia di Recco colFormaggio.Oggi la Focaccia diRecco col formaggio haottenuto l’importantericonoscimento delmarchio di tutelaeuropea IndicazioneGeografica Protetta(IGP) e la zona diproduzione della famosaspecialità gastronomicacomprende le solecittadine di Recco,Avegno, Camogli e Sori.Un prodotto semplice esano, con pochiingredienti, lontano daogni tipo disofisticazione, eppure

così difficile dariprodurre. Forse proprioper questo ilriconoscimento IGPprosegue, grazie al fortelegame del prodotto conil territorio, grazie allamanualità e allanaturalità con la quale i“focacciai” del luogotirano le sfoglie, veri epropri veli che a vederlici si chiede come faccianoa maneggiarli, con quellegrandi mani, senzaromperli. Farina,formaggio fresco, olioextravergine di oliva,acqua e sale più lasapienza dei maestri“focacciai”.

LA FOCACCIA ALFORMAGGIOSi narra che questoprodotto esistesse giàall’epoca della terzacrociata. In tempi lontanissimi lapopolazione dellecittadine costiere sirifugiava nell’immediatoentroterra per sfuggirealle incursioni deisaraceni. Si narra chegrazie alla possibilità didisporre di olio,formaggetta e farina,cuocendo la pasta ripienadi formaggio su una pietrad’ardesia coperta, venne“inventato” quel prodottogastronomico che oggi

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Parco Naturale Regionale di Portofino, Cristo degli abissi Parco Naturale Regionale di Portofino, Punta Chiappa

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Capponadda alla ligure

Ingredienti2/3 gallette del marinaio80/100 g di tonno sott’olio1 uovo sodo1 pomodoro maturoolive taggiasche2/3 filetti di acciughe salate1 cucchiaio di aceto biancocappericipollaoriganoprezzemoloolio extravergine di olivadella Riviera Liguresale, qb

PreparazioneSpezzettate le gallettedel marinaio einumiditele con acqua eun po’ di aceto in modoche assumano unaconsistenza tra lospugnoso e il croccante. Mettete le gallette in uncontenitore in ceramicae aggiungete ilpomodoro tagliato apezzi, la cipolla a fettinee le acciughe sfilettate etagliate in piccoleporzioni, il tonnosminuzzato, i capperi, leolive.Amalgamate il tutto econdite con olioextravergine di oliva,aggiustate di sale,aggiungete l’origano. Disponete il tutto su unpiatto di portata eguarnite con le uovasoda tagliate a piacere.

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COME ARRIVAREIn autoA12 Genova – Livorno, caselli di:Recco, Rapallo, ChiavariSS 1 AureliaIn trenoLinea Genova-La Spezia, stazionidi: Camogli, Santa MargheritaLigure, Rapallo, Zoagli, ChiavariIn autobusI comuni del Parco sono serviti dalle autolinee della TigullioTrasporti S.p.a. Via mareTrasporti Marittimi Turistici GolfoParadiso sncwww.golfoparadiso.itServizio Marittimo del Tigulliowww.traghettiportofino.itInoltre diverse società di battellieriin partenza dal porto di Genova(zona Expo-Acquario di Genova).

L’Area MarinaProtetta di Portofinosi estende attornoall’omonimopromontorio.La costa appare intutto il suo incanto:scorci suggestivi epiccole insenaturecon la vegetazioneche lambisce il mare.

Lungo il frontemeridionale si creanofalesie sommerse chescendono rapidamentea elevate profondità,favorendo unaricchezza dimicrohabitatraramenteriscontrabile inMediterraneo.

SEDEViale Rainusso, 116038 S. MargheritaLigure (GE)Tel. +39 0185 [email protected]

SUPERFICIE A MARE346,00 ha

COMUNICamogli, Portofino, Santa Margherita Ligure

Area Marina Protetta

Portofino*

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intercetta il pesce cheviene guidatoall’interno delle duecamere. Nella tonnarelladi Camogli non si eseguela mattanza: lacosiddetta “camera dellamorte” viene sollevatadai pescatori che quindiraccolgono il pesce(tonni alletterati,tombarelli, ricciole,palamite e sugarelli). A testimonianza della suasostenibilità ambientale,l’intero impianto di pescaè ubicato all’internodell’Area Marina Protettae, dal 2011, è PresidioSlow Food.

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LA TONNARELLA DICAMOGLIAttiva a partire dal 1600la tonnarella di Camoglirisulta essere l’ultima diuna serie di tonnare fisseche sorgevano lungo lacosta attorno alpromontorio di Portofino.Il termine “tonnarella”deriva dal fatto che sitratta di un sistema dipesca simile, ma piùsemplice e di ridottedimensioni, rispetto alletonnare comunementeconosciute: due camere euna rete di sbarramentoper la cattura del pesce“di passo”. La rete

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SAVONA

GENOVA

LA SPEZIA

secondo un metodo antico.Le gallette eranoutilizzate dai marinai epescatori che leportavano nei lorolunghi viaggi in mare:la loro caratteristicaera infatti quella dimantenersi inalterata a lungo.

LE GALLETTE DELMARINAIOLa galletta è unafocaccina bassa, secca e compatta, moltoadatta per minestre,zuppe e capponadda. Asciutta e friabile (i suoi ingredienti basesono acqua, farina e sale) si sgranocchia volentieri in qualunquemomento dellagiornata. Viene prodotta

dai fornai diCamogli cheutilizzano unaricettatradizionale Pr

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Page 9: Areanaturaleprotettadiinteresse Trenette al pesto locale ... · ridurlo in poltiglia, aggiungete i pinoli e poi il basilico e il sale e schiacciate (senza più pestare) a lungo, roteando

quasi inaccessibili.Il patrimonioescursionistico del Parcoè costituito da una fittatrama di sentieri bensegnalati che, percorribilia piedi, a cavallo o inmountain-bike (ed’inverno con leracchette da neve o glisci) permettono diattraversarlo,scoprendone così gliangoli più suggestivi.Ma il Parco non è solonatura: possiamoriscoprire l’antica operadell’uomo fatta distupendi nuclei rurali,edifici religiositestimonianza diun’antica opera dievangelizzazione o legatialla devozione popolaredei montanari, fasceterrazzate, neviere,“barchi”. Numerosi sono iprodotti tipici chequalificano il territorioanche dal punto di vistagastronomico etrasformano un viaggionel Parco in unostraordinario percorso“dalla natura alla tavola”,alla scoperta di tutti queiprodotti tipici, raccolti,selezionati o tramandatidalle genti di montagnadi generazione ingenerazione, che ancorail territorio del Parcodell’Aveto conserva eoffre, e che loidentificano come unParco “per tutti i gusti”.L’ospitalità rurale nelParco offre una vastascelta tra agriturismi,B&B, case-vacanze,alberghi, malghe e rifugi,oltre alla nuova formuladell’Ospitalità Diffusa(www.unamontagnadiaccoglienza.it).

ITINERARIOCONSIGLIATOPercorso dei pascoli edei formaggiIl Parco dell’Aveto ospitanumerosi allevamentiovicaprini e bovini,presenti da secoli sulnostro Appennino,condotti ancor oggisecondo metodichesostanzialmenteinvariate rispetto alpassato.In particolare suiversanti meridionali delmassiccio del MonteAiona, in Valle Sturla, sitrovano le ultimemalghe per l’alpeggiobovino, che ancoraospitano un sistema digestione dei pascolirazionale e solidale,antichissimo e unico alivello regionale, mentrein pascoli vicini e anchein Val Graveglia sonoancora ospitati greggiovicaprini, eredi di unapratica di allevamentomillenaria dellamontagna mediterranea.Il latte di capra è ottimo

per la preparazione diformaggi puri (caprini),in tomini o formaggette,da consumarsi freschi ostagionati. I pascoli altidelle montagne della Vald’Aveto consentonosoprattuttol’allevamento di bovinicon alpeggio estivo estallaggio invernale,grazie anche allaproduzione di fienolocale. Di enorme pregioè la presenza di unarazza locale, rustica eselezionata da secoli, lamucca cabannina, arischio di estinzione,oggi anche presidio SlowFood, che fornisce unlatte ricco degli aromidei foraggi propri deipascoli della valle. Il latteè utilizzato per lapreparazione deiformaggi vaccini: il SanStè e U Cabanin,quest’ultimo realizzatoda latte di solacabannina. Da nontrascurare la quagliata,le ottime ricotte e ilSarassu, una ricotta

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COME ARRIVAREIn autoA12 Genova – Livorno (uscite diChiavari o Lavagna)Strade principali: S.P. 586 della Vald’Aveto; S.P. 26 della ValGraveglia; S.P. 26 bis del Passo delBocco; S.P. 654 della Val di Nure;S.P. 56 di Barbagelata; S.P. 23 della ScoglinaIn trenoLinea Genova – Pisa (stazioniferroviarie di Chiavari o Lavagna)In autobusTigullio Pubblici Trasporti (numero verde 800014808 – +39 185 3731);Azienda dei Trasporti Pubblici di Parma e Provincia (TEP)(numero verde 800977966 – Tel. +39 0521 2141)

Una notevole ricchezzafloristica e faunistica,unite a una varietà dirocce e minerali unica inLiguria, rendono il Parcodell’Aveto una metaaffascinante, imperdibileper gli appassionati dinatura, ma anche per chivoglia entrare in contattocon una realtà a misurad’uomo e di natura,differente dalla vitafrenetica delle città.

Nello spazio di pochichilometri il Parcoconsente la lettura di unpaesaggio vario sia per gliaspetti naturali sia perquelli agroforestali, con unafascia, di ambito ancoramarittimo, con uliveti,vigneti e orti, cui segue lazona del castagno, fino altratto montanocaratterizzato da pascoli,da antiche foreste di faggioe da vette rocciose

SEDEvia Marrè, 75/A – 16041 Borzonasca (GE)Tel. +39 0185 340311Centro Visita in Val d’AvetoVia Roma, 47 – 16048 Rezzoaglio (GE)Tel. +39 0185 870171Presso le sedi sono operativi: Centro di Educazione Ambientale([email protected]) – Punto Informazioni – Servizio diaccompagnamento escursionisticoambientale – Biblioteca tematicaTel. +39 0185 [email protected]

SUPERFICIE3018 ha

COMUNIBorzonasca, Mezzanego, Ne,Rezzoaglio, Santo Stefano d’Aveto

Parco NATURALE REGIONALE

Aveto

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PATATAQUARANTINALe patate hannocontribuito, tra‘800 e ‘900, arisolvere i problemi dellafame che ciclicamenteaffliggevano il mondorurale affiancandosi, nellenostre valli, alle castagne.Oggi esse costituiscono uncontorno immancabile sullenostre tavole e uningrediente base per lacucina del territorio, conricette tradizionaliriscoperte dai ristoratoripiù attenti.La coltivazione di alcunevarietà tipiche del nostroAppennino, assicura tipicitàe conferisce un valoreorganolettico aggiunto aipiatti della cucina del Parcodell’Aveto. La patataquarantina è la varietà liguredi patata per eccellenza,considerata la più nota, lapiù antica e la più gustosatra le varietà locali. Siproduce su tutto il territoriodell’entroterra genovese: iltubero ha forma da rotondaa rotonda-ovale, la buccia èliscia di colore giallo, e lapasta di colore bianco. È una varietà semi precoce(e il termine “quarantina”probabilmente ne sottolineala precocità), che risultamediamente serbevole; la

La Baciocca

È una torta salata il cui gusto èarricchito dalla cottura sotto iltesto, tradizionalmenteeffettuata sopra uno strato difoglie di castagno.

Ingredienti1 kg di patate quarantine2 cipolleParmigiano Reggiano, qb1 fetta di lardolatte, farinaolio extravergine di olivasale, qbpepe, qb

PreparazioneAffettate le patatefinemente e ponetele inuno scolapasta con sale, percirca 15 minuti. Tagliate lecipolle sottili e mettetele inuna ciotola con acqua e salefino, tritate il lardo;sciacquate le cipolle,scolatele e fatelesoffriggere in olio, a fuocolento. Spegnete il fuoco eaggiungete il lardo tritato.In una ciotola aggiungetealle patate il soffritto einsaporitele con ilParmigiano Reggianograttugiato, un po’ di farinae di latte e mescolate bene.Ponete una sfoglia di pastafatta di farina e acqua su untagliere di legno e ponetevisopra l’impasto. Fatescaldare con fuoco di legnaper circa 20-30 minuti iltesto. Fate scivolare concura l’impasto dal taglieresulle foglie di castagno,coprire con la campana ecuocere per circa 30minuti. Esiste anche unavariante “vegetariana”,senza lardo, altrettantobuona.

sua resa è media, madiminuisce nei terreni pesantie nelle zone umide. Laquarantina bianca è adattaper tutti gli usi in cucina:tradizionalmente impiegata inpiatti quali focacce e torte,gnocchi e “prebugiun”, piattounico del contadino, a base dipatate e cavolo nero, e per la“baciocca”, una squisita tortasalata. Da alcuni anni il Parcodell’Aveto collabora con il“Consorzio della Quarantina”(l’associazione che promuovel’agricoltura familiare e ilrecupero rurale dellamontagna genovese –www.quarantina.it) per larealizzazione della mostraPatate dal Mondo,un’esposizione di circatrecento varietà differenti dipatate, provenienti da moltipaesi, che si tiene ogni annol’ultimo fine settimana disettembre presso il CentroVisite del Parco a Rezzoaglio.Il Consorzio, con il sostegnodel Parco, ha anche allestito,presso un’azienda agricolalocale, un campoconservativo per lariproduzione delle varietàesposte, provenienti da tuttoil mondo. Si tratta di un campo uniconel suo genere in Italia,visitabile durante il periodo estivo (Tel. +39 0185 343370).

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una sosta al Caseificio “Vald’Aveto”. A Santo Stefano d’Aveto èpossibile acquistareprodotti nei negozi opresso i piccoli caseificifamiliari che producono ilfamoso formaggio di

stagionata davverosaporita.Per gustare questiformaggi si può fare unpercorso in auto cheparte da Perlezzi in Valle Sturla, dove sipossono assaggiare icaprini presso l’AziendaAgricola “U Pastine”, perpoi risalire tutta la valleverso il passo dellaForcella e proseguendoin Val d’Aveto, con sostea Scabbiamara pressol’Azienda Agricola“Petramartina”, oppure aMileto o Parazzuolo,dove si trovano altricaseifici, a conduzionefamigliare, cheproducono formaggio dicabannina. Nel capoluogoRezzoaglio si trovaanche il Centro Visitedel Parco ed è d’obbligo

Santo Stefano d’Aveto.Per visite o acquisticontattarepreventivamente le aziendeindicate. Recapiti e telefonidisponibili sul sitohttp://www.parcoaveto.it/prodotti.php

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percorso di filiera corta:i materiali ricavati daitagli selettivi diconifere o dalle volturein alto fusto dellelatifoglie vengonoriutilizzati e destinatialla fornitura di opereo arredi (come i mobili“ecologici” per i rifugidel Parco) e perl’artigianato dieccellenza (tra cui lafamosa “sedia di

Chiavari), mentre gliscarti sonovirtuosamenteriutilizzati comebiomasse combustibili.Allo scopo diconservare ed esporrele testimonianzeantiche e recenti degliusi locali della risorsabosco, il Parco harealizzato in localitàLago delle Lame unMuseo del Bosco.

{ }

FILIERA BOSCO EECOMUSEO BOSCOIl territorio del Parcodell’Aveto ha unacopertura forestaleelevata, una tra le piùalte in Italia.I boschi del Parco sonocontenitori dibiodiversità, ma anchefonte di sviluppo.Nell’ambito di unagestione sostenibile ilParco ha privilegiato un

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Parco Naturale Regionale dell’Aveto

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ITINERARIOCONSIGLIATOSciacchetrailIl nome Sciacchetrail è l’unione delle parole Sciacchetrà e Trail: il vinopassito che qui si produce e la corsa in natura.Sciacchetrail è una gara di trail che unisce le Comunità, che esalta il territorio e la fatica cherichiede la sua coltivazione e che si tiene tutti gli anni in primavera.Bello, e in alcuni tratti ancora inesplorato, il tracciato di gara non è da tutti, sia per gli aspettitecnici: un anello cheparte e arriva aMonterosso al Mare,unendo i 5 borghi e irispettivi santuariattraverso 47 km disentieri sterrati con più di3000 m di dislivellopositivo, sia perché gliorganizzatori, Parco

COME ARRIVAREIn autoDalla Autostrada A12, nella trattaGenova – La Spezia, si può uscire alCasello di Carrodano perraggiungere Levanto e quindiMonterosso, Vernazza e Corniglia.Allo stesso modo uscendo alCasello di Brugnato si raggiungonole località di Monterosso, Vernazzae Corniglia.Provenendo dalla Spezia si puòprendere la strada Litoranea equindi raggiungere agevolmenteRiomaggiore e Manarola. Unastretta e tortuosa strada, detta“dei Santuari”, collega tra di lorotutti i cinque borghi.In trenoLe corse hanno una notevolefrequenza, in particolare durante lastagione estiva e i treni localifermano in tutte le stazioni delleCinque Terre: Riomaggiore,Manarola, Corniglia, Vernazza eMonterosso al Mare. Il capolinea èLa Spezia, sulla linea Pisa-Genova,dove si fermano tutti i treni a lungapercorrenza.Via mareIn primavera-estate esistonocollegamenti giornalieri via maredalla Spezia, Lerici e Porto Venere.Monterosso, Vernazza, Manarola eRiomaggiore sono inoltre servite,nell’arco della giornata, da linee dinavigazione interne, con capolineaMonterosso.www.navigazionegolfodeipoeti.it

Il Parco Nazionale delleCinque Terre, inseritonell’elenco delPatrimonio Mondiale,ambientale e culturaledell’Unesco, è un’oasinaturalistica che neltempo ha preservatointatte lecaratteristiche di unanatura incontaminata.Il paesaggio, formatoda rocce di origine edetà diverse, ècontrassegnato da unaparticolare acclività edalla mancanza di trattipianeggianti. La costa, alta efrastagliata, è lineare, scarsamenteincisa da insenature epromontori, scavatadal mare in amene esuggestive grotte. Lepoche spiagge,sabbiose e ciottolose,sono il risultato diapporti detritici deicorsi d’acqua, di franeo di accumuli di

materiali lasciatidall’uomo. Il ParcoNazionale delle Cinque Terre è naturalmente anche felice habitat per svariate specie faunistiche che qui trovano le condizioni ideali per vivere e riprodursi.

SEDEvia Discovolo snc c/o Stazione Manarola, 2519017 Riomaggiore (SP)Tel. + 39 0187 [email protected]

SUPERFICIE3854 ha

COMUNILevanto, Monterosso, Riomaggiore,Vernazza, La Spezia

Parco Nazionale

Cinque Terre

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LA SPEZIA

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SCIACCHETRÀLo Sciacchetrà è un vinopassito, dolce eliquoroso, prodotto nelleCinque Terre dalle uvedei vitigni Bosco, Albarolae Vermentino.Se l’origine del nomesembra avvolta nelmistero – per alcunideriva dal terminesemitico shekar col quale,nella Palestina di 3.000anni fa, venivano definitele bevande fermentate,per altri dal verbodialettale sciacàa, ossia“schiacciare”, utilizzato inquesto caso per indicarel’operazione di pigiaturadell’uva – certo è che il

La farinata

Ingredienti1 l di acquafra 350 e 450 g di farina di ceci50 g di farina di frumento10 g di saleolio extravergine d’olivapepe a piacere

PreparazioneUnite le due farine estemperatele nell’acquasalata. Lasciate riposare per almenotre ore a temperaturaambiente. Rimuovete con unmestolo la schiumaformatasi in superficie,portate il composto allagiusta densità, aggiungendoaltra acqua salata, unite circa½ bicchiere d’olio. Nel frattempo scaldate ilforno ad almeno 220°C.Ungete un tegame(possibilmente di ramestagnato) con abbondanteolio, quindi versate il liquidogià mescolato controllandoche l’olio sia distribuitoomogeneamente; infornate per circa 15-20minuti. A fine cotturaaccendete il grill per dorarela superficie. Fate sempre moltaattenzione che il tegame siaposto in posizioneperfettamente piana,altrimenti la farinatarisulterà spessa da una partee bassa dall’altra. E proprio per evitaredisomogeneità nella cottura,è inoltre necessario ruotare il tegame via via chela superficie si colorirà. Estratta dal forno si puòcospargere a piacere con unpoco di pepe macinato.

pregiato vino èdivenutol’emblema pereccellenza delleCinque Terre.Un profumo fruttato,floreale, che ricorda leessenze della macchiamediterranea: sentori difrutta secca, confetturad’albicocca, pesca gialla evaniglia, miele di castagnoe spezie. Un colore caldo eintenso: dal giallo doratoall’ambra, tendente altopazio. Un sapore dolce,ma mai stucchevole, caldo,di buon corpo, vellutato esuadente, ben equilibrato,da una piacevole elievissima tannicità.Con una resa media di 25 lper q d’uva – gli acini sonolasciati appassire al solesino a novembre evengono poi sgranati amano per selezionare soloi migliori – eun’elevatissima qualitàgarantita dalla DOC (DOCdal 1973 come la tipologiasecca), lo Sciacchetrà è unprodotto di nicchia chepuò evolvere per dieci,venti e anche trent’anni.

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possibilità di percorrere iltracciato di gara durantetutto l’arco dell’anno,poiché sarà istallata unasegnaletica dedicata.Sciacchetrail è infattil’evento scelto dal Parcoper inaugurare la nuovasegnaletica verticale checaratterizzerà tutta la

Cinque Terre e SistemaTuristico Locale, hannoscelto di mettere adisposizione solo 200pettorali per non creareun’eccessiva pressione.Per tutti coloro che nonriusciranno apartecipare alla primaedizione ci sarà la

rete sentieristica delleCinque Terre. Sciacchetrail non èsolo agonismo, maanche una grande festadedicata ai vignaiolidelle Cinque Terre e alloro straordinariolavoro di tutela delpaesaggio terrazzato.

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fangosa, probabilmente peril maggior apporto disedimenti fini, è popolata dacolonie di GorgonieLeptogorgia sarmentosa,mentre i blocchi rocciosisono ricoperti diParamuricea clavata. Inquesta zona è facileincontrare la gorgoniabianca Eunicella verrucosanon molto comune nelMediterraneo.Capo Montenero ospitaprevalentementepopolamenti di substratoduro, tra cui formazioni diCoralligeno con facies agorgonie di Leptogorgiasarmentosa giallo-aranciocon ampi rami fino a 40 cm.Il mare delle Cinque Terre ècompreso nell’Areainternazionale denominata“Santuario dei Cetacei”compresa tra la costaToscana, la Sardegnasettentrionale e la costa

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Delimitata ad occidente daPunta Mesco e a oriente daPunta Pineda poco oltreCapo Montenero, la riservamarina delle Cinque Terreforma quasi un unico golfo,chiuso a terra da una costa apicco sul mare.A Punta Mesco e CapoMontenero la costa rocciosasi inabissa sino ai 30 m diprofondità ed è lungo questedue falesie che si possonoammirare gli ambientisommersi più diversificati ecolorati e, cosa inconsuetaper il resto del Mediterraneo,già a 15/20 m di profondità sipossono osservare magnificiventagli di Gorgonia rossaParamuricea clavata e altrespecie sciafile, chesolitamente vivono aprofondità più impegnative.A Punta Mesco la pareterocciosa prosegue ripida,quasi verticale, anche sotto lasuperficie del mare per circa20 m dove inizia un fondalecaratterizzato da massi sparsiricoperti da colonie di

margherite di mare(Parazoanthus axinellae) ecolonie di gorgonie rosse(Paramuricea clavata) che, amaggiori profondità,assumono anche colorazionemista rossa e gialla.Sui 40 m di profondità ilfondale diventa misto: la zona

SEDEVia Discovolo snsc/o Stazione Manarola, 2619017 Riomaggiore (SP)Tel. +39 0187 762600info@parconazionale5terre.itwww.areamarinaprotetta5terre.it

SUPERFICIE A MARE4591 ha

COMUNILevanto, Monterosso al Mare,Riomaggiore, Vernazza

Area Marina Protetta

Cinque Terre

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Acciughe marinateal limone

Ingredientiacciughe fresche1 spicchio d’aglio1 limone, il suo succoolio extravergine di oliva1 ciuffetto di prezzemolotritatoorigano, qbsale, qbpepe, qb

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PreparazionePulite le acciugheprivandole anche della liscae apritele a libro.Disponetele in un vassoiodai bordi alti e mettetelesotto l’acqua corrente (il getto non dovrà esseretroppo forte) per circamezz’ora.Il pesce diventerà più chiarodi colore restando bencompatto. Asciugatelo e disponeteloin un altro vassoioirrorandolo con qualchegoccia di succo di limone. Mettetelo in luogo frescoper circa un’ora. Nel caso, sgocciolatelo, esistematelo del vassoio diservizio.Cospargete il prezzemolo el’origano e aggiustate disale e pepe. Completate con olioextravergine di oliva.

francese in prossimità diTolone. Per questa ragione indeterminati periodidell’anno le acque al largodell’AMP denominataCinque Terre sonoattraversate da numerosebalenottere comuniBalaenoptera physalus, datursiopi e gruppi di delfini.L’Area Marina Protettariveste un ruolo di grandeimportanza nella gestionedell’ambiente costiero esebbene l’istituzionedell’AMP delle CinqueTerre sia recente, sipossono riscontrare alcunieffetti positivi soprattuttoa carico delle specieittiche stanziali e di pregiocome ad esempiol’aumento, in termini dinumero e taglia, dellacorvina, Sciena umbra, edella cernia bruna,Epinephelus marginatus.

COME ARRIVAREIn autoDalla Autostrada A12, nella trattaGenova – La Spezia, si può uscire alCasello di Carrodano perraggiungere Levanto e quindiMonterosso, Vernazza e Corniglia.Allo stesso modo uscendo alCasello di Brugnato si raggiungonole località di Monterosso, Vernazzae Corniglia.Provenendo dalla Spezia si puòprendere la strada Litoranea equindi raggiungere agevolmenteRiomaggiore e Manarola. Unastretta e tortuosa strada, detta“dei Santuari”, collega tra di lorotutti i cinque borghi.In trenoLe corse hanno una notevolefrequenza, in particolare durante lastagione estiva e i treni localifermano in tutte le stazioni delleCinque Terre: Riomaggiore,Manarola, Corniglia, Vernazza eMonterosso al Mare. Il capolinea èLa Spezia, sulla linea Pisa-Genova,dove si fermano tutti i treni a lungapercorrenza.Via mareIn primavera-estate esistonocollegamenti giornalieri via maredalla Spezia, Lerici e Porto Venere.Monterosso, Vernazza, Manarola eRiomaggiore sono inoltre servite,nell’arco della giornata, da linee dinavigazione interne, con capolineaMonterosso.www.navigazionegolfodeipoeti.it

LA SPEZIA

LE ACCIUGHE SALATE DI MONTEROSSO Piatto tradizionale delleCinque Terre, vengonolavorate secondo l’anticaricetta di Monterosso al

Mare. Note come pan duma, le acciughe vengonopescate con il tradizionalemetodo della lampara econ la rete a cianciolo elavorate a mano nell’arco didue o tre giorni. L’attentadisposizione a strati,un’adeguata pressatura e unaccurato monitoraggio diquantità e qualità dellasalamoia, rendono leacciughe sode e gustose,garantendone anche laperfetta conservazione. Ilprodotto così ottenutomantiene tutto l’aroma e ilsapore del pesce appenapescato. Da provare conolio, origano e aglio per un eccezionale antipasto, ma anche ottimo come secondo piatto.

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ITINERARIO CONSIGLIATOPeriplo dell’isola PalmariaDalla località Terrizzo,raggiungibile con battellidi linea da Porto Venere edalla Spezia, si accede alprecorso che si snodalungo l’Isola Palmaria. Il percorso è composto datratti di sentiero condiversi gradi di difficoltà,in saliscendi, per uncomplessivo dislivello di 198 metri, da

affrontareopportunamenteequipaggiati.Il sentiero ha inizio su diuna strada sterrata chesale dolcemente in quota,costeggiando la partedell’isola rivolta verso il Golfo della Speziae che permette discorgere la FortezzaUmberto I, la Torre Scolae le numerose spiaggettedella Cala della Fornace.

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COME ARRIVAREIn autoAutostrada A12 Genova-LivornoAutostrada A15 La Spezia-ParmaUscita La Spezia, quindi stradaprovinciale per Porto Venere (15 km)In trenoCollegamenti da Genova, Parma,Pisa: Stazione La Spezia Centralequindi autobus A.T.C. linea 11/P perPorto Venere numero verde 800 322322www.atclaspezia.itIn autobusDal parcheggio in località Cavo èprevisto un servizio di collegamentocon le seguenti modalità:– nei mesi di maggio e settembreprefestivi e festivi dalle 9.00 alle23.00 – nei mesi di giugno, luglio e agostotutti i giorni dalle 8.00 alle 24.00(corse ogni 15 minuti)Via mareLa Spezia, Lerici, Cinque Terre,Tigullio, VersiliaTel. +39 0187 732987www.navigazionegolfodeipoeti.itTrasporto Pubblico Isola PalmariaConsorzio Barcaioli Porto VenereServiceTel. +39 347 8024817

Il Parco NaturaleRegionale di PortoVenere offre unpaesaggio unico con lesue alte coste, le grotte,la vegetazione che inogni stagione permeal’ambiente con lemutevoli sfumature dicolore. Elemento chefonde e armonizza ogniparticolare è il mare,talora calmo e cristallino,tanto da riflettere, similead uno specchioincantato, le roccemulticolori e il volo deigabbiani, talvolta mossoe quasi rabbioso quando,ruggendo, si infrangecontro la roccia su cuisvetta la Chiesa di SanPietro. A coronare ilParco l’arcipelago con letre Isole Palmaria, Tino eTinetto, che sfidanol’azzurro mare in unturbinio di aromi esguardi verso l’infinito.

Ma il Parco non è soloNatura, qui la Storia albergadall’epoca preistorica, con laGrotta dei Colombi, fino alrecente passato in cuiMarconi sperimentò davantial Borgo i suoi innovativistudi. È Patrimoniodell’Umanità UNESCO.

SEDEComune di Porto VenereVia Garibaldi, 919025 Porto Venere (SP)Tel. +39 0187 794823ufficioparco@parconaturaleportovenere.itwww.parconaturaleportovenere.it

SUPERFICIE274 ha per il Parco Naturale e 132 h per l’Area di Tutela Marina del ParcoNaturale Regionale di Porto Venere

COMUNIPorto Venere

Parco Naturale Regionale e Area

di Tutela Marina Porto Venere

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Muscoli Ripieni

Ingredienti per 6 persone50 muscoli di taglia grande2 kg muscoli piccoli4 uova1 panino ammollato100 g di Parmigiano Reggiano200 g di mortadella tritata80 g tonnoaglioprezzemolomaggioranaolio extravergine di olivavino bianco seccopomodori pelati passatisale, qbpepe qb

PreparazionePulite scrupolosamente imuscoli da riempire, apriteli acrudo con un coltellino,rompete il “nervo” e metteteli agocciolare in un recipiente.Aprite al vapore i muscolipiccoli: metà verrà inserita nelripieno, gli altri serviranno per il“sughetto”. Preparate il ripienoaggiungendo alle uova, il panino,la mortadella, il tonno e imuscoli tritati, il ParmigianoReggiano e il battuto di erbette.Riempite il muscolochiudendolo e badando che levalve non si rompano. Preparatein un tegame largo e basso ilsugo, facendo soffriggerenell’olio extravergine di oliva, iltrito di aglio e prezzemolo con irimanenti muscoli tagliatigrossolanamente, sfumate con ilvino bianco, aggiungete ilpomodoro e ½ bicchieredell’acqua rilasciata dai muscoliaperti a crudo. Non salate.Adagiate con cura i muscoliripieni nel tegame facendoattenzione che non si aprano elasciate cuocere a fuoco lentoper circa mezz’ora e comunquefino a riduzione del sugo.

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LA SPEZIA

MUSCOLI E OSTRICHEIncuriosiscono il visitatore lestrutture paliformi che, qua elà, si scorgono nel braccio dimare che si estende verso laprospiciente Isola Palmaria:sono le “vigne del mare” cheda più di un secolosupportano l’allevamento deimuscoli e, da pochi anni,anche delle ostriche. I muscolisono molluschi bivalviappartenenti all’ordine degliAnisomiari e quello coltivato aPorto Venere appartiene allaspecie mytilus galloprovincialis.Risale al 1890 l’impianto delprimo vivaio di ostriche,quando il biologo Carrazziinsieme al tarantino EmanueleAlbano iniziarono aposizionare sui fondali del

golfo alcunefascine di lentiscoper catturare lelarve diOstreaedulisvaganti dando vita cosìall’ostricoltura, che sisviluppò parallelamente allamitilicoltura almeno finoalla metà del secolo scorso,quando le ostrichesubirono la schiacciantesupremazia dei numerimossi dalla mitilicoltura.Recentemente è statanuovamente focalizzatal’attenzione sulle ostrichecon l’intenzione di dare aiMitilicoltori la possibilità diaffiancare ai “muscoli” unprodotto diverso, leostriche appunto.

Prod

otto

BANDIE

RA

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Parco Naturale Regionale e Area di Tutela Marina di Portovenere, chiesa di San Pietro

Parco Naturale Regionale e Area di Tutela Marina di Portovenere, Isola del Tino

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e della cultura contadina.La Val di Vara èattraversata da numerosisentieri che permettono discoprire ambientiincontaminati. Uno tra itanti parte dal borgocinquecentesco Suvero,frazione di Rocchetta Vara,dominato da un castelloche fu postazione difensivae poi residenziale deiMalaspina.Dinanzi al castello sorge lachiesa di san GiovanniBattista che conserva ilbassorilievo di marmobianco della Vergine con ilBambino circondati daangeli sonanti della fine del1400. Continuando indirezione del passo deiCasoni, che svetta sopra i1000 m di quota, pocofuori il borgo lungo la SP6,ci si addentra in

un’imponente pineta,considerata tra le piùbelle dell’AppenninoLigure, con alberi d’altofusto che si estende persvariati ettari. Il verdebosco di conifere,tendente allo smeraldo,risalta in modo evidentecontro gli erbosi versanti

appenninici, creando unsuggestivo contrasto.La pineta è collegataall’Alta Via dei Monti Ligurida diversi sentieri emulattiere (le antiche Viedel Sale) adatti perpasseggiate nel verde o perpraticare trekking emountain bike.

COME ARRIVAREIn autoAutostrada A12 Genova – Livorno(Caselli di Carrodano, Brugnato,Santo Stefano Magra, Sarzana,Carrara); Autostrada Parma – La Spezia (Caselli di Santo StefanoMagra, Sarzana); SS1 Aurelia; SS62della CisaIn trenoLinea Pisa - Genova, Stazione diSarzana, La Spezia; Linea Parma – La Spezia Stazione di Santo StefanoMagraIn autobusATC LA SpeziaVia marePorto Turistico di Lerici, Darsenelungo il Fiume MagraTraghetti da La Spezia per Lerici

L’area fluviale comprendeil tratto di fiume Magrache scorre in territorioligure e risale lungo ilfiume Vara, suo principaleaffluente, fino all’altezzadi Ponte SantaMargherita. L’areaprotetta, seguendo i duefiumi, forma una fasciache, pur raggiungendo inalcuni punti 1000 m dilarghezza, si presentageneralmente piuttostostretta. L’area collinare èrappresentata dallaporzione di Parco relativaal promontorio delCaprione che, da Arcola sispinge verso il mare fino aPunta Bianca con formeaspre e rocciose: da unlato il Golfo di La Spezia eil mare aperto, dall’altro lafoce della Magra, la pianadi Luni e le Apuaneperennemente venate dibianco. La val di Vara ècaratterizzata da collinecon boschi di castagnisecolari, oliveti, borghi di

grande interesse storico-naturalistico, rocche e areecarsiche, con grotte edoline. Il fiume Varadomina e disegna la vallataincuneandosi tra meandrirocciosi e allargandosi inbrevi piane coltivate. Inquesto luogo incantevolesorgono molte aziendeagricole agrituristiche,dove è possibile degustarepiatti della tradizione locale

SEDEvia Paci, 219038 Sarzana (SP)Tel. +39 0187 [email protected]

SUPERFICIE3932 ha, 1206 dei quali in “AreaContigua a Regime Speciale”

COMUNIAmeglia, Arcola, Beverino, Bolano,Borghetto Vara, Brugnato, Caliceal Cornoviglio, Carro, Carrodano,Follo, Lerici, Pignone, Riccò delGolfo di Spezia, Rocchetta Vara,Santo Stefano Magra, Sarzana,Sesta Godano, Vezzano

Parco Naturale Regionale

Montemarcello-Magra-vara

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LA SPEZIA

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L’OLIOEXTRAVERGINEDI OLIVARIVIERA DILEVANTEIl Parco di Montemarcello-Magra-Vara conserva aoggi vaste aree terrazzatedove ancora si pratica latradizionale raccoltamanuale delle olive.Questo, unito al fatto chel’estrazione dell’olioavviene soltanto conprocessi meccanici e fisici,dà origine a un olio diqualità che mantiene il piùfedelmente possibile lecaratteristiche peculiarioriginarie del frutto. Grazieal mantenimento e allavalorizzazionedell’olivicoltura di tipotradizionale, il Parco è

Corzetti stampati(corzétti stanpæ ocorzetti delLevante)

Sono detti stampati perché ladecorazione di questi piccolicerchi di pasta a forma dimedaglione è ottenutamediante uno stampino inlegno detto corzetto chedecora la pasta in modo da"prepararla" ad accoglieremeglio il condimento. Con laparola corzetto s’intende sia lostampo di legno (pero, melo,faggio o acero) che la pastacosì incisa.

Ingredienti farina di grano bianco di Suveroolio extravergine di olivaformaggio grattugiatonoce moscataacqua, q,b.

PreparazioneImpastare tutti gliingredienti insieme,aggiungendo acqua pocoalla volta, fino ad ottenereun impasto morbido eomogeneo. Stenderel’impasto in una sfoglia etagliarla a cerchietti.Cuocere in acqua bollentee salata per pochi minuti,una volta colati sicondiscono a piacere. Iltradizionale condimento deicorzetti è ottenuto da unbattuto di carne bianca,cipolla, sedano ed allorooppure unendo il burro coni pinoli, la maggiorana o lasalvia ed il formaggio;tuttavia, grazie alle lorodecorazioni chetrattengono ancor di più ilsugo, si accompagnanobene al pesto o al sugo difunghi.

riuscito a conservare unhabitat unico,straordinariamente ricco dibiodiversità altrimentipregiudicato da fontiesterne.La cultivar di olivo localeutilizzata per la produzionedi olio è l’olivo Razzola. Ilportamento ricorda quellodella Taggiasca, da cuidifferisce per avere i ramimeno penduli. Le fogliesono di media dimensione.Il frutto si presenta piùgrosso ed allungato diquello della Taggiasca, dicolore nero, a maturazionetardiva e scalare, moltoricco di olio con una resa al24,4%. La pianta è pocoresistente alle bassetemperature, ma costantenella produzione.

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termina a Bocca di Magra chedal parcheggio sale verso ilmonastero di Santa Croce delCorvo (1176) nella cui anticacappella è conservata la SantaCroce e, superatolo, si segueuna mulattiera fino alla stradaasfaltata e si raggiunge ilsentiero che si snoda verso ilpaese di Montemarcello,attraversando a tratti lamacchia mediterranea, connumerose essenze aromatichee spettacolari fioriture(ginestre, orchidee, cisti,corbezzoli, euforbie, timo,elicriso, rosmarino, ecc.),quindi la lecceta e coltivazioniabbandonate. Le vie delborgo, che tagliano ad angoloretto, ricordano ancora oggi ilsuo passato di accampamento

ITINERARIO CONSIGLIATODalla foce del Magra a LericiQuesta magnifica traversata,tra le più classiche delpromontorio del Caprione,collega l’abitato situato allafoce del fiume Magra con losplendido borgo di Lerici.Lungo il percorso si incontra ilcentro storico diMontemarcello, l’OrtoBotanico del Parco e i duepaesi abbandonati diPortesone e Barbazzano. Dasegnalare la presenza diantichi “cavanei”, costruzioniin pietra a secco chericordano i nuraghi sardi, deiquali non è chiara la funzione.Il sentiero, indicato daisegnavia n. 3 e dell’Alta Viadel Golfo (AVG) inizia e

romano mentre tracce dellemura sono ancora visibilipercorrendo via delle Murasino all’antica porta del paese.Da Montemarcello si gode unosplendido panorama sul Golfodei Poeti e le sue isole. Dalborgo si prosegue lungo ilsentiero n. 433 che corre amezza costa attraversando lamacchia mediterranea, connumerose essenze aromatichefino a giungere a Zanego dadove si scende in direzione diTellaro. Proseguendo semprelungo il sentiero n. 3 indirezione di Lerici, siraggiungono i ruderi del borgodi Portesone. A 138 m sullivello del mare questo anticovillaggio agricolo-pastoralepresenta poche case diroccatesoffocate dalla foltavegetazione. Nel XVI secolo lapeste colpì gravemente gliabitanti di questo borgo e isopravvissuti si rifugiarono aBarbazzano, altro paeseabbandonato raggiungibileseguendo il sentiero cheprosegue in piano a 115m sullivello del mare. Questo borgoera proprietà del vescovo diLuni e sono ancora visibili lepiccole abitazioni a due piani,ora utilizzate come ricoveroper il piccolo bestiame o per gliattrezzi agricoli; la chiesa e lacinta difensiva con la torre diguardia sono ormai scomparse.La peste provocò l’abbandonodel borgo, e la nascita di Tellaroe Fiascherino.

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Per lo sviluppodell’apicoltura nelterritorio Calicesel’ambiente ha giocato unimportante ruolo: sitratta, infatti, di unterritorio incontaminatoideale per produrre mieledi qualità eperfettamente biologico.Molte varietà botaniche

e fioriture benscadenzate durantetutta la stagionepermettono didiversificare la raccoltatanto da riuscire aprodurre almeno seiqualità di miele concolore, sapore ecaratteristicheorganolettiche diverse.

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BANDIE

RAIL MIELENell’area di Calice alCornoviglio, il legame tramiele, territorio e culturaè molto antico, ma lascoperta dell’attivitàapistica, quasicompletamenteabbandonata durante glianni precedenti, risaleagli anni ’80.

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Il percorso si suddivide in 43tappe, collegate ai principalicentri urbani e località difondovalle da una rete disentieri di raccordo, inoltre èinserita nella rete europea disentieri escursionistici checollegano il Mediterraneoall’Europa Centrale. Ilpercorso attraversa diversiambienti naturali di altovalore paesaggistico; aseconda dell’altitudine,dell’esposizione dei versanti edella conformazionegeologica si passa da unambiente mediterraneo a unoalpino, con aree prative adalta quota, utilizzate ancora

oggi per il pascolo, boschi dilarici e creste roccioseinnevate, dove trova rifugiouna flora endemicatestimone di ambientiglaciali. Percorrendo ilcrinale si attraversanoboschi di faggio secolari e dicastagno, albero utilizzatonel tempo dall’uomo comerisorsa alimentare. Iltracciato ricalca in numeroseparti vecchi selciati, resti dimulattiere e vie del sale,ponti medievali in pietra cherisalivano i versanti eraggiungevano i valichi dicrinale, luoghi dove untempo sorgevano mercati

per il commercio deiprodotti. Non è raroattraversare nuclei di caseun tempo abitati, legati allapastorizia, neviere per laraccolta della neve, comeriserva di ghiaccio durantel’estate, caselle o carbonaie.L’Alta Via dei Monti Liguri èun sentiero di lungapercorrenza, ideale percompiere lunghe traversate,ma può essere percorsaanche solo per tratti cheimpegnano pochi giorni:grazie alle numerose stradee valichi che attraversa,sfruttando i numerosisentieri di raccordo.

L’Alta Via dei Monti Liguri èun sentiero escursionisticoche si sviluppa per circa440 km da ovest ad est sulcrinale ligure.Un percorso panoramicoche invita gli escursionisti ei turisti a conoscere laLiguria dall’alto, lasciandoche lo sguardo si perdanell’azzurro del cielo finoall’orizzonte,

confondendosi col mare.L’Alta Via fa scoprire i lati diuna Liguria ancoraincontaminata, maattraverso il suo camminoricalca antiche vie dicomunicazione utilizzate untempo per il commercio,tracce di vecchie mulattiereche dal mare salivano sulcrinale ligure e scendevanoverso la Pianura Padana.

SEDEc/o Camera diCommercio di Genovavia Garibaldi, 4 (stanza 8)16124 GenovaTel. +39 010 24852200cell. +39 346 6873556segreteria@altaviadeimontiliguri.itwww.altaviadeimontiliguri.it

SVILUPPO440 km di percorso principale,oltre 80 raccordi – mantenutidall’Associazione AVML – daVentimiglia a La Spezia

Alta via

dei Monti Liguri

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IMPERIA

SAVONA

GENOVA

LA SPEZIA

ITINERARIO CONSIGLIATOTra aquile e balene (da Calizzano a Verzi)Si cammina in gran parte sustrade forestali, lungo unadorsale boscosa. DaCalizzano si prende lastrada per il Colle diMelogno, poi si gira adestra per il Santuario dellaMadonna della Grazie. Sisale sulla dorsale boscosainoltrandosi nella faggeta, esi arriva alla Fonte dellaGreppia, presso la quale sitrova la Casa Rifugio delCorpo Forestale dello Stato(1174 m). Si prosegue

AREE PROTETTEINTERESSATE DALL’ALTA VIAParco Regionale delle Alpi Liguri, Parco Regionale di Piana Crixia*, Parco Regionale di Bric Tana*, Riserva Naturale Regionaledell’Adelasia, Parco Regionale delBeigua, Parco Urbano delle Mura, Parco Regionale dell’Antola**, Parco Regionale di Portofino**, Parco Regionale dell’Aveto, Parco Naturale Regionale diMontemarcello – Magra – Vara

** Il Parco è connesso all’Alta Via dei MontiLiguri tramite l’itinerario Bormida Natura (BN)

** Il Parco è connesso all’Alta Via dei Monti Liguri tramite l’itinerario Via del Mare (VM)

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IL CASTAGNOIl legame delCastagno con lepopolazionidell’entroterra èstato negli anni passati moltoforte, tanto da identificarlocome l’arbu, l’“albero” pereccellenza. Il Gallesio nella suaPomona Italiana cita duevarietà di castagno che sidistinguono nell’appenninoLigustico, la Gabbiana e laCiria. Sempre dal Gallesio siapprende che il mercato perqueste varietà di castagne eraaddirittura internazionale, conesportazione a Marsiglia e aBarcellona. Attualmentepresentano un mercatoregionale e interregionale,commercializzandole comecastagne secche e come farinadi castagne. L’albero sipresenta di medio vigore e dibuona produttività. Il frutto, diforma ellittica, è di pezzaturamedio-piccola. La buccia,pericarpo, è di colore marroneintenso, molto sottile, mentrela polpa, di colore biancogrigiastro molto pronunciato,è morbida, butirrosa e fine.Probabilmente il castagnocresceva spontaneo nei nostriboschi, ma nel Medioevo sisentì la necessità di ottenere

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piante da frutto (circa400) che popolano ilterreno che Franco halavorato con cura in tuttiquesti anni, ereditato dainonni in Pianesia. Elisa,figlia di Franco, in accordocon la Condotta Slow Food“Golfo dei Poeti”territorialmentecompetente ha curato laraccolta di materialefotografico edocumentazione delle variespecie di varietà arboreeche il papà ha custoditonel tempo con cura perchéPianesia torni a vivere adispetto delle alluvioni edell’abbandono. Inoltre, dal

2014 Matteo Trombello,giovane socio di Slow Food,si prende cura di seguire illavoro di Franco e difotografarlo perconservarne l’importantedocumentazione. Le antichevarietà di piante dicastagno, molte delle qualipresenti solo in Val diVara (ben 25 varietà dicastagno sulle quasicinquanta presenti conpresenza dei marroni diquasi tutta la penisola),rappresentano il pezzoforte della collezioneaccanto a numerose pianteda frutto conservate graziea provvidenziali innesti.

IL GIARDINO DELLABIODIVERSITÀGrazie al finanziamento didue distinti progetti, l’unodel CNR in collaborazionecon Cooperativa Solidarius,Associazione“Mediterraneo” e Consorzio“Il Cigno” e l’altro di SlowFood Liguria, prende formanella primavera del 2014 il“Giardino dellaBiodiversità” voluto daFranco Andreoni,responsabile dellaComunità del Cibo SlowFood dei Castanicoltoridella provincia spezzina.L’idea è quella di dare unnome a tutte le varietà di

Il castagnaccio

Con la farina di castagne neigiorni di festa si preparava ilcastagnaccio, tipico e notodolce dall’inconfondibilearoma che allietava il mesedi novembre e non solo.

Ingredienti300 g di farina di castagne50 g di pinoli100 g di uvettasemi di finocchioolio extravergine di olivasale, qb

PreparazioneStemperate la farina inuna terrina e unitevil’acqua necessaria aottenere una pastella.Salate e versate in unateglia ben unta. Spargetesul composto l’uvettaammorbidita in acquatiepida, i pinoli, e i semi difinocchio, irrorate d’olioe cuocete in forno a190°C fino a quando nonsi formeranno dellecrepe sulla superficie.Servite sia caldo chefreddo. A differenza dellapanella, versione piùsemplice dello stessoprodotto, che eraconsumato quasiesclusivamente nellezone montane, ilcastagnaccio era diffusoanche in città. Si trovaancora, a cominciare daimesi autunnali, daifarinotti accanto allafarinata, alla panissa e alletorte di verdure.

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seguendo l’Alta Via deiMonti Liguri verso laboscosa Conca deiCarbonari: qui un tempo icarbonai preparavanomucchi conici di legna,coperti di terra cheaccendevano all’interno elasciavano bruciarelentamente per ottenereil carbone. Arrivati alGiogo di Giustenice (1143m) si può scendere alRifugio Pian delle Bosse841 m, di proprietà delCAI di Loano oraggiungere la cimapanoramica del MonteCarmo, che offre unavista stupenda sullariviera e sui monti liguri.Prendendo il sentierotriangolo rosso pieno in 1 h15 min arrivate al Rifugio.Per scendere a Verziseguite il percorso consegnavia due quadratirossi pieni, che alterna atratti di sentiero nelbosco a mulattiera fraprati e orti che scendonoverso la costa. Il sentieropassa accanto ad una“casella”, piccolacostruzione in pietracircolare, utilizzata comeriparo dai contadini.

frutti più grossi e consistenti.Si ricorse quindi a innestare glialberi selvatici. Da allora lacoltura del castagno si diffusecapillarmente sino agli inizidell’800. La coltivazione delcastagno era talmente diffusache in valle Stura la parolaerburu (albero) significacastagno. In età napoleonica i¾ del territorio coltivodell’attuale provincia diGenova era investito acastagno e l’area dicoltivazione di questa piantacomprendeva anche la collinadi Albaro, ora quartiereresidenziale genovese a pochecentinaia di metri dal mare,dove sino alla fine dell’800,c’erano case con i tetti inscandole: tegole in legno dicastagno. Ideali per latrasformazione in farina, lecastagne sono essicate neicaratteristici seccherecci,vere e proprie “case-forno” incui le castagne sono poste sugrate in legno e seccatelentamente con fuoco bassoper circa 40 giorni. Una voltaraggiunta la giusta umidità,vengono pulite e macinate perottenere la farina (da Atlante Regionale deiprodotti tradizionali, Regione Liguria)

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