arte della dissertazione
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come si scrive una disertazioneTRANSCRIPT
Università Gregoriana
Facoltà di Filosofia
SUGGERIMENTI METODOLOGICI
per l’elaborato,
l’esame scritto di licenza
e il commento di testi filosofici
Anno 2012-2013
Suggerimenti per un elaborato e un commento filosofico – p. 2
1. ELABORATO ED ESAME SCRITTO DI LICENZA (IN 4 ORE)1:
PARTIZIONE DEI TEMPI
1.1. Approccio (= 1 ora e 15’)
1.1.1 Prima tappa: scegliere il tema del lavoro (15’)
1.1.2 Prima bozza (30’)
- Trascrivere i termini (concetti e operatori [‘e’, ‘perché’, ‘con’, ecc.]) —
non le frasi — che appaiono ad una prima impressione
maggiormente significativi rispetto al tema scelto.
- Elencare alcuni problemi possibili suggeriti da questi termini.
- Analizzare ognuno dei termini.
- Riformulare il tema sotto forma di un’interrogazione.
- Fare emergere una problematica generale.
- Enunciare l’importanza del problema.
1.13 Seconda bozza (30’)
- Riflettere a partire dei termini chiave considerati insieme.
- Costruire un piano di lavoro.
1.2. Redazione definitiva (2 ore e 30’)
1.2.1 Introduzione (15’) (= riassunto dalle bozze)
- Partire da possibili definizioni dei termini.
- Riformulare il tema del lavoro.
- Enunciare il problema specifico che si vuole affrontare.
- Indicare la “posta in gioco”, l’importanza di questo problema.
- Abbozzare il piano del lavoro in forma di questioni.
1.2.2 Sviluppo (120’)
- Essere attento a un ordine continuo e naturale della riflessione.
- Dedicare particolarmente cura alle transizioni da un argomento a un
altro, da un’idea ad un’altra.
1.2.3 Conclusione (15’)
- Riassumere la tesi proposta.
- Evidenziare i limiti della propria riflessione.
- Formulare una apertura verso nuove problematiche.
1.3. Rilettura (15’).
Verifica dell’ortografia e della sintassi del lavoro.
1 Per quanto riguarda un elaborato e non l’esame scritto, non si considera la determinazione dei tempi.
Suggerimenti per un elaborato e un commento filosofico – p. 3
2. ELABORATO ED ESAME SCRITTO DI LICENZA: CONSIGLI
2.1 Leggere gli argomenti proposti, e scegliere un tema (cfr. 1.1.1 e 1.1.2)
La scelta del tema, se è fatta da un elenco predisposto, deve essere rapida ma
senza precipitazione: una scelta mal fatta appesantirà il lavoro. Conviene quindi
riflettere 15 minuti, esaminando le diverse proposte e fermandosi su ognuna; una volta
effettuata la scelta, non si torna indietro. Per esaminare correttamente le proposte, si
dovranno analizzare i termini, gli operatori e i contenuti.
Sarà utile riformulare il tema proposto sotto forma di una domanda. Se questa
formulazione appare impossibile, o non viene in mente, scartare questo tema e
sceglierne un altro.
2.2 La bozza (cfr. 1.2)
2.2.1 Campo d’appartenenza della riflessione
Dopo la lettura attenta del tema scelto e di tutti i termini che lo compongono,
dopo aver riformulato l’enunciato sotto forma di una domanda che precisa
l’orientamento della riflessione da sviluppare nell’elaborato, si determina il campo della
problematica principale (epistemologia, filosofia dell’uomo, teologia filosofica,
metafisica, ecc.) e delle problematiche secondarie che saranno in qualche modo
implicate nella riflessione.
2.2.2 Organizzazione del testo
– Nell’«Introduzione», si commenta il tema scelto riferendolo prima alla
culturale globale contemporanea (per esempio a opinioni lette nei manuali di filosofia, o
nella stampa recente), di cui poi si mette in dubbio l’ovvietà mediante esempi e/o
opinioni di autori di riferimento universale. Si riformula quindi la proposta iniziale
scelta, in forma di domanda o di alternativa (cfr. 1.2.1). Normalmente, l’«Introduzione»
non si scrive all’inizio del lavoro, ma una volta che il corpo dell’elaborato avrà un certo
spessore, quando cioè le idee saranno divenute più chiare e personali rispetto al tema, al
suo interesse e al modo di procedere nella discussione.
All’inizio dell’elaborato si spiega dunque in poche parole perché si è scelto il
tema, ciò che si vorrebbe mostrare e il cammino che si seguirà. Una buona introduzione
termina con la proposta di una domanda in cui si enuncia sinteticamente l’ipotesi
dell’elaborato.
– Il corpo dell’esposizione si propone un’analisi dei concetti inerenti al tema
proposto e dell’ipotesi di lavoro indicata nell’ Introduzione. Il corpo del lavoro si
compone normalmente di due parti, una storica e l’altra speculativa (cfr. 3.4). È
necessario procedere progressivamente da un concetto all’altro, senza salti logici, ed
evitando errori stilistici (cfr. 3.1 a 3.3, e 3.5).
– La «Conclusione» riassume brevemente il cammino seguito e i risultati
ottenuti, rispondendo alla domanda enunciata alla fine dell’Introduzione (cfr. 1.2.1).
Apre infine eventuali possibilità di nuove ricerche.
Suggerimenti per un elaborato e un commento filosofico – p. 4
3. ERRORI DA EVITARE NELL’ESPOSIZIONE
3.1 Parlare di ciò che non si conosce bene
– Termini: non utilizzare un termine di cui non si conosce bene il significato, o il
cui significato tecnico non è coerente con il contesto in cui viene inserito. Se,
nonostante tutto, lo si utilizza, fare riferimento con poche righe di spiegazione all’autore
principale che lo impiega nel significato assunto nell’elaborato.
– Idee: evitare le idee generali, perché sono confuse. Evitare le frasi generiche,
perché non sono chiare e spesso sono ambigue.
– Fatti: tutte le caratteristiche di un fatto storico o di cultura, se vengono
menzionate, devono essere esatte (per esempio una cronologia ordinata, una struttura
sociologica, una legge di geometria, una norme di legge, ecc.).
3.2 Elencare dati superficiali
Enumerare una serie infinita di esempi banali non serve a niente. Un esempio è
utile solo per illustrare l’idea che si vuole promuovere, ma non la sostituisce e non
presenta in alcun modo una prova costringente. Se quindi si danno degli esempi
“concreti”, uno solo, ben scelto, basta.
3.3 Perdersi in digressioni
Evitare di parlare di tutto a proposito dell’ipotesi da dimostrare: attenzione alle
idee che si connettono spontaneamente le une alle altre per ragioni di confusione
culturale o personale, e non per rigore logico o per il loro preciso significato razionale.
Non andare da un’idea all’altra senza legittimare il passaggio: è necessario mantenere
constante l’orientamento che l’Introduzione ha dato alla riflessione.
3.4. Ripercorrere tutta la storia della filosofia
Enumerare molti autori, anche celebri, semplificando le loro tesi in un insieme
superficiale, non onora l’elaborato o l’esame scritto di licenza. I riferimenti ai filosofi
sono necessari, ma in numero ragionevole e secondo le circostanze, menzionando solo
gli autori che hanno più di altri determinato la tradizione filosofica sul tema.
Normalmente, bastano tre a quattro autori di periodi differenti, se possibile con
riferimenti ai loro testi. Evitare di dare l’impressione d’immaturità, consegnando un
elaborato che elenca una serie di opinioni senza dimostrare una tesi precisa.
Conformemente alla mentalità della Facoltà di Filosofia della Gregoriana, si dà
importanza alla riflessione personale più che alle evocazioni di autori: è la riflessione
personale che orienta anche la scelta e la lettura degli autori. Dopo la sezione storica
dell’elaborato, ci si aspetta quindi una discussione speculativa di uguale ampiezza.
3.5. Accentuare le considerazioni affettive
Non utilizzare espressioni come: “quest’autore”, “il più grande di tutti”; questo
tema “appassionante”; “tutti sanno che …”. La saggezza popolare sa che «l’esagerato è
insignificante», e ha ragione. La semplicità dell’espressione serve la riflessione
filosofica più di uno stile magniloquente.
Suggerimenti per un elaborato e un commento filosofico – p. 5
4. COMMENTO DI UN TESTO FILOSOFICO
4.1 Scegliere il testo da commentare.
Se il testo è unico e lungo (per esempio un capitolo di un libro da esporre
durante una sessione di seminario), scegliere il passo (o i passi) più rilevante.
4.2 Preparazione della spiegazione.
4.2.1 Lettura del brano scelto (penna in mano).
– Scoprire il tema principale del brano, il suo concetto fondamentale.
– Recuperare le strutture ‘formali’ del testo, anche attraverso i termini di
connessione (‘perché’, ‘perciò’, ‘quindi’, ‘e’, ‘però’, ‘invece’, ecc.)
– Evidenziare la struttura ‘reale’ del testo, cioè i concetti che animano il
suo percorso e le ragioni della loro sequenza.
4.2.2 Prima bozza.
– Partendo dalle strutture formali e reali, dividere il testo in segmenti
espressivi (con titoli correlativi).
– Formulare la questione, il problema che il testo affronta.
– Formulare in una frase l’idea che rende conto del testo, cioè l’ipotesi
che si vuole dimostrare.
– Comporre un piano preciso del commento che verificherà l’ipotesi.
4.2.3 Seconda bozza.
Evidenziare l’interesse filosofico dell’ipotesi e dello svolgimento
metodico della sua spiegazione. Segnalare altri testi dello stesso autore
e/o di altri collegati al soggetto di lavoro, l’originalità della risposta, ecc.
4.3 Redazione del testo definitivo.
4.3.1 «Introduzione».
– Esporre rapidamente il tema del testo.
– Enunciare la questione principale che il tema pone alla ragione
filosofica.
– Esprimere l’essenziale della risposta offerta dal testo.
– Evidenziare il piano del testo.
4.3.2 Sviluppo.
– Commentare il testo passo dopo passo.
– Curare le transizioni tra gli argomenti del testo commentato.
– Evidenziare il progresso della riflessione nel testo commentato.
4.3.3 «Conclusione».
– Riassumere la tesi del testo.
– Tornare alla questione iniziale.
– Mostrare l’interesse filosofico della problematica.
Suggerimenti per un elaborato e un commento filosofico – p. 6
5. COMMENTO DI UN TESTO FILOSOFICO: OSSERVAZIONI
5.1. Le osservazioni date nei n. 2 e 3 valgono, adattate, al commento di un testo
filosofico.
5.2. Alcune osservazioni particolari:
4.1: In ogni modo, se segnala come il brano scelto si situa nell’insieme del capitolo (e
anche del libro di cui fa parte)
4.2.1 par 3: L’analisi dei concetti si precisa con l’aiuto dei dizionari e delle
enciclopedie, per esempio dell’Enciclopedia filosofica della Fondazione Centro
Studi Filosofici di Gallarate, (Bompiani, Milano 2006, 12 vv.).
4.2.2 par 4: Per un testo di 12 pagine, una divisione in 3 capitoli di 3 pagine ognuna (+
«Introduzione», «Conclusione» e «Bibliografia», 1 pagina ognuna) è il massimo
ragionevole.
4.2.3: È importante commentare prima di tutto l’autore per l’autore; le diverse
evoluzioni del suo pensiero possono essere considerate in ordine cronologico; si
indica poi il loro progressivo approfondimento. È anche utile far riferimento ad
autori dello stesso periodo e poi di altri periodi della storia della filosofia (in
ordine cronologico).
4.3.1: L’«Introduzione» si scrive una volta terminato il corpo del commento (cfr 4.2.1).
4.3.2 par 1: Il commento trae un primo profitto dal lavoro fatto in 4.2.2 par 1. La ricerca
bibliografia assume qui una particolare importante. Si cercano libri e articoli che
hanno trattato il tema generale o alcuni temi specifici di cui parla la parte del
brano che si sta studiando; dato che ciascuna parte ha la sua specificità, avrà
anche la propria bibliografia. Per questa ricerca possono certamente essere di
aiuto il web e i relativi motori di ricerca (stando però attenti al plagio — cfr. le
regole della Gregoriana e le sanzioni previste pubblicate nell’Ordo 2012-2013,
pp. 93-95). Sono anche di aiuto i differenti indici informatici della biblioteca
della Gregoriana (www.unigre.it/Newbiblio/index.php). I riferimenti ai libri e
articoli citati saranno precisi, composti secondo le norme della Gregoriana (cfr.
le norme tipografiche)..
4.3.2 par 2 e 4.3.2 par 3: La cura delle transizioni mostra l’unità logica e la coerenza del
brano studiato.