arturo martini biografia e formazione (pp)
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ARTURO MARTINI
Biografia e formazione
“Io, Michelangelo e nessun altro!”
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I primi anni nel trevigiano
Arturo Martini nacque a Treviso l’11 agosto 1889 da una famiglia povera. Egli dimostrò subito una naturale inclinazione al disegno, tant’è che la madre, volendolo incoraggiare, gli comprava i colori vendendo le lenzuola. Il giovane Martini non brillava nello studio, infatti dopo aver ripetuto più volte i primi anni della scuola elementare, abbandonò gli studi.
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Le prime esperienze lavorative ed artistiche
Dopo il fallimento scolastico, Martini venne assunto presso un orefice in Calmaggiore, contemporaneamente imparava da Giorgio Martini le tecniche artistiche di base. Avendo vinto alcuni concorsi a livello provinciale gli venne conferita una cospicua borsa di studio che gli permise di recarsi a Venezia per imparare l'arte scultorea da Urbano IX.
Successivamente lavorò presso la fornace Gregorj. Qui si occupò della realizzazione dei modelli per le piastrelle in produzione. Venne molto apprezzato sia dalla famiglia Gregorj, sia dai futuristi che lo invitarono più volte alle loro serate.
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Le esperienze all’estero
La fornace Gregorj finanziò dei viaggi a Martini per studiare prima a Monaco, poi a Parigi, tra il 1909 e il 1913. Qui venne a contatto con le realtà artistiche del tempo, ad esempio a Parigi rimase colpito dalle opere di Modigliani e Boccioni. Ma, nonostante ciò, egli rimase sempre legato a forme di espressione tradizionali.
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Il ritorno in Italia: i primi successi
Nel 1913 fece ritorno in Italia. Partecipò con opere sue alla mostra di Ca’ Pesaro, suscitando molte critiche. Nel 1914 venne invitato alla II Secessione Romana e all’Esposizione Libera Futurista Internazionale.
E' importante sottolineare che Arturo Martini non prese parte alla Grande Guerra, le cui atrocità sconvolsero molti intellettuali ed artisti che vi parteciparono.
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Gli anni ‘20
Nel 1925 espose alla III Biennale Romana ottenendo un discreto successo tra il pubblico e la critica; grazie a questo, l’anno successivo, partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia dopo i precedenti rifiuti.
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Gli anni ’30 e ’40
Nel 1931 ricevette il Premio per la Scultura alla Prima Quadriennale di Roma; l’anno successivo gli venne data una sala personale alla Biennale di Venezia. Dal 1937 al 1939, dopo essersi iscritto al PNF, fu impegnato in importanti commissioni pubbliche a Milano. Nel 1942 venne chiamato ad insegnare all’Accademia delle Belle Arti di Venezia. Conclusa la Seconda Guerra Mondiale, gli venne revocata la cattedra perché creduto fascista. Dopo un processo in tribunale venne dichiarato innocente dall'accusa di essere un sostenitore del regime. Nonostante gli venga riproposta la cattedra a Venezia, egli rifiutò. Morì il 22 marzo 1947 a Milano.
Già l’anno successivo gli venne tributato un omaggio postumo alla V Quadriennale di Roma.