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Astronomia egizia by Cristina Guidotti

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Astronomia egizia Edarc Edizioni, Firenze 2010

Indice Prefazione Introduzione Quadro cronologico La descrizione dell’universo egiziano L’Onomasticon di Amenope La descrizione mitologica del cielo La dea Nut come rappresentazione della nostra galassia Il Sole Le due imbarcazioni del sole Le diverse personificazioni del sole La luna I pianeti Excursus: il moto dei pianeti e l’errore tolemaico-aristotelico Marte, Giove Saturno Mercurio e Venere Una rappresentazione particolare: l’Occhio di Horus Stelle e costellazioni Orione Sirio L’Orsa Maggiore L’Ippopotamo femmina Altre costellazioni Movimenti delle stelle Eclissi ed altri eventi L’uso delle osservazioni astronomiche: la misurazione del tempo Inizio dell’anno La misurazione del tempo secondo la luce La misurazione del tempo secondo il clima Più calendari Il calendario lunare Un nuovo calendario L’importanza astronomica di Menfi La divisione dell’anno Problemi connessi con l’anno di 365 giorni Il nome dell’anno I nomi dei mesi Un caso particolare: il calendario dei giorni fausti e infausti I giorni e le ore La misurazione delle ore Strumenti Pesi e misure Il Merkhet Gli astronomi Il calcolo delle ore Le ore della notte I decani Una variante Le stelle orarie

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Le ore del giorno La quantità delle ore Lunghezza delle ore Gli orologi ad acqua Astrologia e premonizione L’eredità delle conoscenze astronomiche egiziane Cosmogonia In principio Prima della creazione Formazione fisica del dio Sollevamento e separazione Il gap dei serpenti La Creazione Il Nun …un epilogo? Il tramonto della cultura egiziana Postfazione Glossario Indici Indice delle figure Bibliografia PRESENTAZIONE M. Cristina Guidotti Direttrice del Museo Egizio di Firenze La passione per la terra d’Egitto è molto antica e si può far risalire già all’epoca greca e romana. Per i Greci la valle del Nilo rappresentava la culla del sapere e della scienza allora conosciuta; per i Romani invece l’Egitto rappresentò piuttosto la patria della magia e dei cosiddetti “misteri egiziani”. Nell’ambito di queste conoscenze, anche la scienza astronomica degli Egizi affascinò e sollecitò l’immaginazione di molti antichi studiosi, influenzando le interpretazioni dei fenomeni naturali, anche se talvolta questi studi furono indirizzati verso l’esoterismo piuttosto che verso la scienza vera e propria. È infatti opinione comune che nel campo dell’astronomia gli Egiziani non raggiungessero notevoli conoscenze, se non dopo l’incontro con l’astronomia mesopotamica e ellenistica. Le conoscenze astronomiche egiziane furono quindi fonte di riferimento per “studiosi alternativi”, come gli alchimisti medievali, e contribuirono a formare quella passione per l’antico Egitto, chiamata “egittomania”, che, ripreso vigore nel XV secolo, si sviluppò in particolare nel corso del XVIII secolo, fino ad arrivare al suo culmine alla fine del settecento, quando l’antica sapienza misteriosa fu ispiratrice del Flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart. Solo con la decifrazione dei geroglifici da parte di Jean François Champollion i vari aspetti della civiltà faraonica, compresa l’astronomia, furono affrontati con un nuovo spirito scientifico. Nell’antico Egitto spesso non era possibile distinguere tra un medico e un mago, tra un astronomo e un astrologo: tutti erano sacerdoti dediti alla pratica della religione, allo studio dei miti, del cielo e dell’influenza che tutto questo poteva avere sulla natura e sull’uomo. È dunque molto difficile nei documenti di vario tipo che ci sono pervenuti dalla terra del Nilo, riconoscere e distinguere ciò che per gli Egiziani era scienza e ciò che rimaneva esclusivamente nella sfera religiosa; sicuramente l’osservazione del cielo e le conoscenze astronomiche dei sacerdoti egizi contribuirono alla formazione dei miti e delle credenze, in una commistione di religione e scienza, non facile da individuare. È proprio questo ciò che Massimiliano Franci vuole comunicare in questo volume: presenta infatti ciò che conoscevano gli Egiziani dal punto di vista astronomico, basandosi sui documenti che ci sono arrivati da quell’antica civiltà e sulle immagini che compaiono sulle pareti delle tombe e degli antichi templi egizi, spesso di interpretazione molto difficile. Soprattutto cerca di spiegare come venivano interpretati i fenomeni naturali ai quali l’uomo assisteva e come queste conoscenze venivano applicate alla vita quotidiana e alle credenze religiose. Il risultato è un volume dedicato a tutti coloro che, anche non specialisti del settore, sia astronomico che egittologico, vogliono capire le misteriose e complicate immagini che si presentano al visitatore della valle del Nilo, nonché il pensiero degli antichi Egiziani a proposito di numerosi aspetti della loro vita quotidiana,

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che queste immagini riflettono e nelle quali si nascondono. E per questo il glossario e gli indici finali sono un grandissimo aiuto. Massimiliano Franci dunque in questo volume affronta e presenta con chiarezza e ricchezza di documentazione i due aspetti dell’astronomia egiziana: “il materiale”, ovvero la descrizione dell’universo e l’utilizzazione delle osservazioni per la misurazione del tempo, e “l’immaginario”, dall’uso delle premonizioni e previsioni per il futuro, alle teorie più svariate sulla nascita del mondo.

Introduzione Quali erano le conoscenze astronomiche degli antichi egiziani? Cosa vedeva l’uomo egiziano quando di notte scrutava curioso le stelle? Quali erano le nozioni che venivano insegnate ai giovani studenti nella {t-sb° la “casa dell’insegnamento”, qualcosa di simile alla scuola primaria? Come cercarono gli egiziani di interpretare le informazioni che la natura e i fenomeni astronomici mostravano in maniera criptica? A queste e ad altre domande vuole in parte rispondere questo volume. Sono ormai passati 400 anni dalle prime osservazioni scientifiche, degne di questo nome, del sole, dei pianeti e dei loro moti da parte di Galileo. Lo spartiacque con una visione mitologica/religiosa, anche appassionante, ma contorta dei fenomeni naturali. Per questo è interessante conoscere come l’uomo antico, ed in particolare l’uomo egiziano, si sia posto di fronte a questi interrogativi, quali siano state le sue risposte e le sue interpretazioni. Ed anche se il pensiero astronomico egiziano appartiene al periodo precedente la rivoluzione scientifica, esso fa parte di quel limo, sul quale il pensiero moderno ha potuto nascere e fiorire; continuando a svilupparsi fino ad oggi. Non esistono testi egiziani di astronomia; esiste invece una relativa quantità di documenti indiretti: iscrizioni templari, sarcofagi, pitture sepolcrali, le cui indicazioni astronomiche sono solo accessorie. I documenti anteriori sono formati da sarcofagi e coperchi di sarcofagi dell’Antico e del Medio Regno. I più antichi mostrano semplici raffigurazioni di decani (stelle o gruppi di stelle che indicano le ore della notte) senza specifiche indicazioni tecniche; i più recenti della fine del III millennio a.C. dove viene riprodotto per usi cultuali un sistema per il calcolo delle ore notturne completo per tutto il coso dell’anno. A partire dal Nuovo Regno nelle tombe sono riportati differenti “orologi” stellari, rappresentazioni del cielo diurno e notturno; perfino indicazioni per la costruzione di meridiane solari e gli scavi portano alla luce alcuni (rari) oggetti e strumenti astronomici. Con la dominazione persiana prima e greca dopo, arrivano in Egitto conoscenze astrologiche e astronomiche estranee, il cui risultato scientifico è mostrato da testimonianze come il soffitto astronomico con segni zodiacali di una cappella osiriaca nel tempio di Dendera, risalente al I secolo d.C. Infine risalgono al 144 d.C. due papiri astronomici propriamente detti che riportano il viaggio delle stelle decanali durante l’anno ed alcuni calcoli sulle fasi lunari. Così queste pagine nascono dai pochi materiali e documenti che non parlano in modo diretto di astronomia egiziana; ma forniscono informazioni che sono il logico effetto di conoscenze astronomiche. Attraverso un cammino particolare, “dal di dentro”, si cercherà di ricomporre il punto di vista dell’antico abitante della valle del Nilo; ricostruendo le sue paure, i suoi dubbi e le sue interpretazioni, di un mondo così vasto com’è quello delle stelle. La paura è l’emozione più antica dell’uomo. E la paura più antica è quella dell’ignoto, come ricordava H. P. Lovecraft. Sarebbe tornata la stagione fresca dopo quella secca? Le acque del fiume sarebbero ritornate a bagnare le terre? Sarebbe sorto il sole dopo la lunga e terribile notte? Alcuni uomini arrivarono a delle risposte: i più coraggiosi; coloro che continuarono ad osservare la volta celeste, inseguendo il sole mentre si inabissava nell’oscuro occidente, ed ebbero la pazienza di attenderlo nel luminoso oriente (ex oriente lux, i proverbi sono verità imperiture); coloro che come i moderni ricercatori, contro tutte le prospettive, cercarono di comprendere l’universo che li circondava. Allora il sole di notte non moriva, ma spariva per ricomparire la mattina; e lo faceva pressoché sempre negli stessi luoghi. Avendo così meno timore della notte, iniziarono ad osservare anche le fasi della luna, i movimenti delle stelle. La ciclicità di questi eventi portò a definire i primi rudimentali metodi di misurazione del tempo: la luna passava da piena a nuova, tornando a piena in

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circa 29 giorni (a voler essere precisi 29 giorni, 12 ore, 44 minuti). Le stelle tornavano in una determinata posizione ogni 365 giorni spostandosi come il sole, da est ad ovest (impressione data dal moto di rotazione della terra che è da O a E). Come esso andavano nell’Occidente condividendone il viaggio e il destino. Osservazioni ripetute per anni, e forse tramandate agli occhi delle popolazioni limitrofe in maniera iniziatica, permisero di interpretare parte di quella che era la creazione. L’osservazione basilare fu quella della stella Sirio (Spdt) che verso maggio spariva per un periodo di settanta giorni e sorgeva di nuovo all’orizzonte verso il 18 luglio in concomitanza con l’arrivo di Hapy, cioè della piena del Nilo. Si trattò di un fenomeno fondamentale per la cultura egiziana. E molte altre informazioni astronomiche furono basate proprio su questo: ad esempio settanta erano i giorni che intercorrevano tra la morte di un faraone, la sua mummificazione e la sepoltura nella tomba. Tuttavia l’eredità scientifica giuntaci dall’antico Egitto è ritenuta da alcuni studiosi piuttosto modesta. Eppure una cultura così ricercata, che tanto ha lasciato a livello materiale e immaginario, non ha restituito nessuna fonte diretta sulle scienze esatte: anzi, secondo alcuni studiosi, non ha nemmeno influenzato le scienze moderne. È vero? E se è vero, perché? Le risposte possono essere tante e tutte influenzate dal fatto che fino a 180 anni si erano perduti del tutto i contatti con la civiltà egiziana. Indicativo, per comprendere l’oblio della cultura egiziana, è un passo del Corpus Hermeticum che descrive un Egitto completamente immerso nel mito: “…O forse non sai, o Asclepio, che l’Egitto è un’immagine del cielo, o, il che è più vero un trasferimento e una discesa di tutto quel che è governato ed esercitato nel cielo? E se bisogna dire con più verità, il nostro paese è il tempio del mondo intero. Eppure, poiché bisogna che il saggio tutto preveda, non vi è lecito ignorare questo: tempo verrà in cui apparirà che invano l’Egitto abbia con instancabile religiosità onorato piamente la divinità; e tutta la santa venerazione degli dei cadrà vanificata. Dalla terra, infatti, la divinità si ritirerà al cielo, ed abbandonerà l’Egitto: e quella terra che era stata la sede della religione perderà la sua gloria, vedovata della presenza degli dei… Allora questa terra santissima sede di sacrari e di templi sarà piena di sepolcri e di morti. O Egitto, Egitto! Della tua religione solo sopravvivranno le favole, ed anche quelle incredibili ai tuoi posteri, e solo avanzeranno le parole incise sulle pietre che narreranno le tue pie imprese…”.1 Una mitologia che ancora oggi affascina molte persone; ma non è sempre stato così. Pico della Mirandola, criticando le credenze e le pratiche astrologiche nel postumo Disputationes adversus astrologiam divinatricem (1494) sottolinea il livello basso della cultura egiziana. Egli ricorda come Ipparco e Claudio Tolomeo ogni volta che utilizzavano informazioni da documenti egiziani o babilonesi per supportare le loro tesi, non ne riferivano nessuna anteriore al regno di Nabucodonosor (II, VI sec. a.C.); ed afferma: “…nessuno ignora che hanno commesso errori gravissimi, così i Caldei come gli Egiziani, e ciò risulta solo che si sfoglino i libri degli astronomi.(Libro XI.I)”. Infine, molti studiosi hanno affermato che l’astronomia egiziana non abbia lasciato nessuna particolare eredità poiché era meno sofisticata rispetto a quella babilonese ed a quella greca. In realtà bisogna tenere conto che non esiste una corrispondente documentazione egiziana, né in quantità né in qualità. Le conoscenze egiziane in ambito astronomico a cui ci si riferisce sono datate dal III millennio a.C. mentre quelle babilonesi e greche iniziano a svilupparsi in senso moderno dal 500 a.C. al 300 a.C. Casualmente nel 525 a.C. l’Egitto viene occupato dalla Persia e nel 332 a.C. dalla Macedonia; e l’astronomia greca diviene più complessa proprio a partire dal III secolo a.C. quando Alessandria è il centro culturale per eccellenza del mondo conosciuto. Bibliografia E. B. Allen, “A Coptic Solar Eclipse Record”, Journal of the American Oriental Society 67 (1947): 267-269. E.-M. Antoniadi, L’astronomie égyptienne depuis les temps les plus reculés jusqu’à la fin de l’époque Alexandrine, Paris 1934.

1 Cfr. Donadoni 1988:412.

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Apophis Divinità caotica e nemica dell’ordine sotto forma di serpente che attenta per tutte le dodici ore della notte al viaggio del sole. Aton Inizialmente rappresenta il disco del sole, ma con la salita al trono del faraone Akhenaton diviene il dio nazionale, rappresentato caratteristicamente come disco solare da cui escono i raggi di luce terminanti con delle mani, che spesso recano il segna della vita (ankh). Atum, il di creatore per eccellenza nella tradizione egiziana, raffigurato usualmente antropomorfo con testa di ariete. Ba Spirito del defunto presumibilmente identificato con il potere psichico di ogni essere. Raffigurato come un uccello con la testa del defunto che vola via al momento della morte. B{ Nervatura della foglia di palma alla cui sommità era praticata una feritoia con la quale il sacerdote “traguardava” la giusta posizione del decano per determinare l’ora della notte. Bnw “Fenice” associata con il ritorno ciclico del sole e identificata con il mito della rinascita. Calendario dei giorni fausti e infausti Calendario particolare, conservato in due manoscritti del XIII secolo a.C., che predice la fortuna o la negatività di ogni giorno dell’anno. Canone Reale di Torino Papiro in più frammenti, conservato presso il Museo Egizio di Torino, di epoca ramesside, raccolto da B. Drovetti, e venduto al museo nel 1824, che riporta la sequenza ufficiale dei re egiziani, dall’epoca mitica degli dei fino ai faraoni storici. Casa della Vita Istituzione egiziana dove erano prodotte e conservate i testi letterari, scientifici e religiosi presente in ogni tempo. Claudio Tolomeo Astronomo e geografo greco che visse e lavorò ad Alessandria d'Egitto nel II secolo d.C. Corpus Hermeticum Raccolta filosofica-religiosa tardo-ellenistica attribuiti ad Ermete Trismegisto basata sulla dottrina esoterica per la quale Ermete dona agli uomini una rivelazione divina attraverso una “iniziazione” misterica. Costellazioni Agglomerati di stelle con una vicinanza ed un moto apparentemente vicini e collegati. Cubito (dal latino cubitum braccio), in egiziano m� col medesimo significato, suddiviso in 7 palmi (in egiziano s^p, di circa 7,5 cm) a loro volta suddivisi in 4 dita (in egiziano ªb{, di circa 1,87 cm), per un totale di 52,5 cm. L’origine di questo sistema di misura è quella della lunghezza effettiva da gomito all’apice del dito medio, circa 45 cm, corrispondente a 6 palmi, a quanto pare standardizzata come sopra descritto dal potere centrale. Questo cosiddetto “piccolo cubito” veniva impiegato per le misurazioni di tutti i giorni. Decano Stella o gruppo di stelle che indicava per dieci giorni (dal cui il nome) una precisa ora della notte. Deir el Medina Il villaggio degli operai dei faraoni, costruttori delle tombe regali nella Valle dei Re e nella Valle delle Regine. Nelle sue vicinanze venne ritrovato la cosiddetta fossa degli ostraka, pezzi di selce sui quali erano registrate le fasi del lavoro degli operai, la loro quotidianità, le lezioni degli scribi ai giovani scolari, preghiere, etc. Dendera Località dell’Alto Egitto, a circa 70 km a nord i Luxor. Diodoro Siculo Storico del primo secolo d.C. nativo della Sicilia autore dell’opera Bibliotheke Historica dove riporta informazioni sull’Egitto e autore della fonte classica fondamentale su Iside e Osiride.

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Dnit Ultimo quarto di luna. Duat L’aldilà degli antichi egiziani. Eclittica Piano dell’orbita terrestre intorno al Sole. Edfu Località dell’Alto Egitto a sud di Luxor dove si trova uno dei templi meglio conservati dell’epoca tolemaica, ma già abitata in epoca proto dinastica, come dimostra il cimitero qui ritrovato. Eliopoli Località nel Basso Egitto, nelle vicinanze de Il Cairo, sacra al dio sole. Epagomeni Dal greco ἐπαγοµενα ἐµερα, “giorno supplementare”; i 5 giorni aggiunti ogni anno al calendario egiziano per raggiungere i 365 giorni dell’anno solare. Epiciclo Orbita circolare di un pianeta, che a sua volta ruota circolarmente attorno alla terra. Con questo sistema si cercava di spiegare il movimento apparente retrogrado, stazionario e di avanzamento dei pianeti. Equinozio Uno dei due punti in cui l’eclittica e il piano dell’equatore si intersecano. Ermetismo Insieme di dottrine mistico-religiose e filosofiche non unitario dove confluirono elementi filosofici tardo egiziani, platonici e pitagorici, e credenze gnostiche, che si sviluppa dal I secolo a.C. fino al III d.C. Erodoto storico greco che ha descritto il mondo egiziano nelle sue Storie nel V secolo a.C. Esna Località a su di Luxor, dove si trova un tempio di Khnum di epoca tarda. Eudosso di Cnido Matematico e astronomo greco della fine del V ed inizio del IV secolo a.C. Gheb Personificazione divina della terra. Geocentrico Sistema di rappresentazione dell’universo con al centro la terra. Giamblico filosofo greco di origine siriana del III secolo d.C. della scuola neoplatonica. Hapy Personificazione divina della piena del Nilo. Harakhty “Horus dei due orizzonti” manifestazione di Ra. Nel Nuovo Regno denominazione della sfinge. Hathor Divinità femminile di origine celeste (il significato del suo nome è “Residenza di Horus”, ovvero del sole), resa spesso in forma di vacca o antropomorfa con orecchie bovine. È assimilata con Sekhmet, Bastet, Nut e Iside. Horapollo Autore egiziano del V secolo d.C. Horus Antichissima divinità celeste/solare rappresentata sotto forma di falco con la quale si identifica fin dalla storia più antica il faraone stesso. Insegnamento di Amenemope Fa parte di un genere letterario molto antico collegato con i rapporti tra faraone e principe, attraverso il quale il re lasciava una serie di osservazioni pratiche per il proprio ufficio. Nel tempo questo genere viene utilizzato anche per uno scambio di istruzioni tra padre e figlio anche per cariche più basse. Iside Sorella e sposa di Osiride, madre di Horus, divinità che rappresenta in origine la personificazione del trono regale. L’aspetto originario celeste è confermato dalla sua identificazione astronomica con la stella Sirio (spdt). I�mw-sk “le stelle indistruttibili”, le stelle circumpolari. I�mw-wr� “coloro che ignorano la fatica”, le stelle non circumpolari ed i pianeti. Khepri Rappresentazione divina del sole nascente sotto forma di scarabeo stercorario. Khnum Antica divinità zoomorfa dalla testa di Ariete collegata con il mito della creazione e della modellazione degli esseri viventi, venerato soprattutto in Alto Egitto. Khonsu Divinità lunare rappresentato sotto forma di mummia, figlio di Amon e di Mut con i quali forma la triade tebana Kom Ombo Località dell’Alto Egitto poco a nord di Aswan dove si trovano i resti di un tempio di età tolemaica-romana dedicato al dio falco Haroeris e al dio coccodrillo Sobek. Libro di Nut Testo religioso egiziano, presente nell’Osireion di Abido, in parte nella tomba di Ramses IV nella Valle dei Re (tutti documenti del Nuovo Regno), e sotto forma di commentario nei due papiri Carlsberg 1 e 1a risalenti al II secolo d.C. Il libro ha lo scopo di dare una rappresentazione del cielo. M{n�t Nome della barca solare utilizzata nel viaggio diurno. Libro dei Morti Termine improprio con cui si indica un documento funerario, il cui titolo è Formule dell’uscire alla luce del giorno, composto da una serie variabile di capitoli di carattere magico, contenenti formule, preghiere, rituali, utili al defunto per la rinascita oltre la morte. Libro dei Sogni compilato dallo scriba del villaggio di Deir el Medina Qenherkhopeshef, Manetone Sacerdote egiziano del III secolo a.C. autore della famosa opera Aigyptiaká, una descrizione della storia dell’Egitto dalle origini fino al periodo tolemaico, la quale purtroppo non ci è giunta. Maat Personificazione divina dell’ordine e dell’equilibrio universale, collegata intimamente con i concetti di giustizia e verità. Mehet-uret “la grande nuotatrice” elemento divino astronomico a forma di vacca che tra le sue corna contiene il disco solare. Meridiano Linee immaginarie che collegano i due poli terrestri. Merkhet Strumento doppio, composta da un filo a piombo e da una nervatura di palma, utilizzato per traguarda la posizione delle stelle orarie. Min Dio antico della fertilità delle città di Copto, di Akhmim e del deserto orientale. Montu Divinità maschile guerriera della città di Armant, nella regione tebana, rappresentato con la testa di falco. Msktt Nome dell’imbarcazione notturna del dio sole. Naos Parola greca con la quale si designa il tabernacolo che conteneva l’immagine del dio principale di un tempio e che si trova nella sua parte più interna.

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Nefertum Antica divinità rappresentata con il fiore di loto azzurro, adorata a Menfi in quanto figlio di Ptah e di Sechmet. Nefti Divinità femminile di Eliopoli, sorella e sposa di Seth, ed anche se considerata dalla tradizione sterile viene talvolta indicata come madre di Anubi. Neith Divinità femminile guerriera venerata nella città di Sais nel delta del Nilo. Notturlari Strumenti che permettono di determinare l’ora della notte basandosi sulla posizione dell’Orsa Maggiore rispetto alla stella polare. Nun Personificazione dell’Oceano Primordiale. Nut Divinità femminile che rappresenta la volta del cielo. Occidente Termine con cui gli antichi egiziani indicavano l’al di là, poiché luogo dove tramontava il sole; e così scelto come spazio dove si costruivano le necropoli. Onomasticon di Amenope Opera “enciclopedica” redatta durante la XX dinastia, dove lo scriba riporta un lungo elenco di parole, secondo criteri associativi particolari dell’ambiente egiziano, che rappresentano l’universo conosciuto. Orbita Cammino di un corpo celeste. Osiride Il sovrano dell’al di là, marito di Iside, padre di Horus, fratello di Seth. Il culto di Osiride è probabilmente il più diffuso in tutto l’Egitto in ogni tempo e collegato con la rinascita sia del defunto che della natura stessa. Parallelo Linee immaginarie parallele al piano dell’equatore. Papiro medico Ebers Papiro suddiviso da 108 pagine databile alla XVIII dinastia che contiene numerose prescrizioni mediche. Peret Seconda stagione del calendario egiziano indicante l’uscita (delle acque dalla terra), e che andava da novembre a febbraio. Pietra di Palermo Documento annalistico della V dinastia che riporta numerosi fatti avvenuti nei regni precedenti come cerimonie religiose, attività edilizie o militari. Plotino Filosofo latino del III secolo d.C. fondatore della scuola neoplatonica. Profezia di Neferti Testo ritrovato in documenti della XVIII dinastia che risale all’inizio del regno di Amenemhat I, fondatore dell’XII dinastia, che annunzia la nascita del nuovo faraone. Ps�ntyw “la luna nuova”, l’inizio del mese. Ptah Il dio creatore della città di Menfi. Ra Il dio sole della città di Eliopoli, rappresentato con testa di falco sormontata dal disco solare. Ra-Harakhty “Ra-Horus dei due Orizzonti”. Saft el-Henna Località del Delta del Nilo a sud della città di Zagazig, dove era vivo il culto di Horus-Soped, divinità falco protettrice della frontiera orientale. Senmut Architetto della regina Hatshepsut autore del disegno del bellissimo e particolare tempio a Deir al Bahari, sulla sponda occidentale di Tebe, divenne anche tutore della principessa Neferura. La sua tomba riporta interessanti rappresentazioni della volta celeste. Sesciat Divinità femminile della scrittura, protettrice degli scribi. Seth Divinità associata al caos e al disordine, ma anche all’innovazione, fratello/assassino di Osiride. Rappresentato da un animale fantastico è collegato nella prima antichità egiziana con la regalità stessa al pari di Horus. Shemw Terza stagione del calendario egiziano, l’aridità o meglio la calurala stagione del raccolto, da marzo a giugno. Sciu Personificazione divina della forza e dell’intensità dei raggi del sole e dell’aria, fratello/sposo di Tefnut, padre di Gheb e Nut. Snt il “primo quarto” che cadeva il 6° giorno del mese. Smdt la “Luna piena”, festività del 15° giorno del mese. Sobek Divinità maschile dalla forma di coccodrillo venerata nella regione del Fayum, connesso con la fertilità derivata dall’abbondanza delle acque del Nilo. Sokar Dio protettore della necropoli di Menfi, rappresentato come una mummia con la testa di falco. Solstizio Uno dei due punti in cui l’eclittica è alla massima distanza dal piano dell’equatore. Tawy Le Due Terre, denominazione culturale dell’Egitto. Tefnut Sorella/sposa di Sciu, raffigurazione divina dell’umidità, a volte rappresentata come leonessa. Testi delle Piramidi Insieme delle formule funerarie ritrovati all’interno delle piramidi dei faraoni dalla V alla VIII dinastia, che dovevano garantire il viaggio del re defunto nell’aldilà. Testi dei Sarcofagi Formule funerarie (circa 1200) che si trovano scritte sui sarcofagi di dignitari del Primo Periodo Intermedio e del Medio Regno, utilizzate dal defunto per affrontare i pericoli dell’aldilà. Thoth Il dio scriba degli dei, venerato ad Ermopoli, associato alla luna stessa e rappresentato sotto forma di Ibis o di cinocefalo. Thuban, la stella alfa della costellazione del Drago Traguardare Guardare attraverso un mirino, termine tecnico per l’osservazione delle stelle e dei pianeti. Uroboro Serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. Simbolo egiziano associato allo gnosticismo e all’ermetismo e poi all’alchimia. Indici I. Teonimi, antroponimi, toponimi

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a) Divinità ed elementi divini Amon, Apophis, Aton, Atum, b{¼, Enneade, Gheb, Hapy, Harsiesis, Hathor, Horsaiset, Horus, Horus il giovane, Horus il vecchio, Iside, Iunit, Khepri, Khonsu, Maat, Mehet-uret, Montu-Ra-Horakhty, Mut, Nefti, Neith, Nefertem, Nun, Nut, Occhio di Horus, Ogdoade, Onnofri, Osiride, Ptah, Ra, Ra-Harakhty, Sciu, Sesciat, Seth, Sobek, Sokar, Tananet, Tefnut, Thoth Thoth-Iah Tifone, Uroboro, Wpyt (Ureo), b) Faraoni Ahmose, Amasi, Amenemhat I, Amenofi I, Amenofi II, Gioser, Hatshepsut, Ramesse II, Ramses III, Ramses IV, Ramses VI, Nectanebo II,

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Neferirkara, Nynecier, Pepi II, (re) Scorpione, Sesostri III, Sethi I, Shabaka, Snofru, Teti, Tolomeo II, Tolomeo III, Thutmosi III, Tutankhamon, c) Imperatori romani, re babinlonesi Antonino Pio, Diocleziano, Nabucodonosor, d) Persone Amenope, Hor figlio di Horuja, Idy, Khuensokar, Pedamenope, Penbu, Qenherkhopeshef, Renseneb, Senmut, e) Autori classici e studiosi Aristotele, James Henry Breasted, Burchardt, Censorino, Claudiano, Claudio Tolomeo, Copernico, Diodoro Siculo, Erodoto, Eusebio di Cesarea Galileo, Giamblico Giuseppe Flavio Horapollo, Ipparco, Lovecraft, Manetone, Newton, Olimpiodoro, Pico della Mirandola, Plinio Il Vecchio, Plotino, Plutarco, Porfirio, Strabone, e) Luoghi Abido, Abu Yasin, Alessandria, Aswan,

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Cina, Cirenaica, Dendera, Deir al Bahari, Deir el Medina, Duat, Edfu, Esna, Etiopia, Fayum, Gezer, Heliopolis, Isola Elefantina, Karnak, Kom Ombo, Macedonia, Marmarica, Medinet Habu, Menfi, Persia, Ramesseum, Saft el-Henna, Sais, Tanis, Valle dei Re, Yemen, II. Termini astronomici generali b{ n imy-wnwt “foglia di palma del sacerdote dell’ora”, Canopo, Ciclo sotiaco, Cigno, Decani, Deneb (α Cygni), Epicicli, Equinozio di primavera, Gemelli, Giorni epagomeni, Giove, Gnomone, Ippopotamo femmina, costellazione, Levata eliaca, Marte, Mercurio, Merkhet, Notturlari, Orione, Orsa Maggiore, Orsa Minore, Precessione degli equinozi, Saturno, Sirio, Sistema geocentrico, Sistema tolemaico-aristotelico, Solstizio di inverno, Stella del mattino, Stella polare (Polaris), Stella solitaria, Thuban, Via Lattea, Venere,

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III. Testi e documenti Autobiografia di Harkhebi, Calendario dei giorni fausti e infausti, Canone Reale di Torino, Cippo di Horus, Corano, Corpus Hermeticum, De Iside et Osiride, De revolutionibus, Decreto di Canopo, Disputationes adversus astrologiam divinatricem, Geografia, Hieroglyphika, Inno ad Aton, Insegnamento di Ani, Lettera di Kahun, Le storie, Libro dei Morti, Libro dei Sogni, Libro di Nut, Misteri dell’antico Egitto, Naos di Saft el-Henna, Omaggio a Stilicone, Omina calendarici, Onomasticon di Amenope, Papiri Carlsberg 1 e 1°, Papiro 3048 di Berlino, Papiro Berlin 8279, Papiro Carlberg 9, Papiro medico Ebers, Phaseis, Planetario Stobbart, Pietra di Palermo, Profezia di Neferti, Sarcofago del toro sacro di Abu Yasin, Sarcofago di Heter, Sarcofago di Idy, Sarcofago di Khuensokar, Stele di Shabaka, Testi delle Piramidi, Testi dei Sarcofagi, Tetrabiblos, IV. Parole, epiteti ed espressioni in egiziano a) Termini generici {t-sb° “casa dell’insegnamento”, wnm “mangiare”, w�° “rinascere”, m� “riempire”, mtr “la piena del Nilo”, ~p ̂“zampa”, kmt ‘la terra nera”, “Egitto”, b) Cielo, sole e luna œtn “sole”, œ{¼ “luna”, pt “cielo”, ¹°¼° “luce del sole”, sty œtn “raggi del sole”,

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c) Pianeti, stelle e costellazioni œ{n “costellazione della scimmia cinocefala”, i�mw-wr� “coloro che ignorano la fatica”, i�mw-sk “le stelle indistruttibili”, ist d°t mwt ¼b pt, “Iside, colei che bilancia il peso della festa del cielo” (epiteto della costellazione dell’Ippopotamo femmina), wp^-t°wj “colui che illumina le Due Terre (l’Egitto)”, (epiteto del pianeta Giove), w ̂“il distruttore”, (epiteto del pianeta Mercurio), bnw “Fenice” , (epiteto del pianeta Venere), ms~tyw “zampa anteriore”, Orsa Maggiore, n~t costellazione della “Possente”, nýr-dw° “la stella del mattino”, (epiteto del pianeta Venere), rw ntr imytw.sn (costellazione o stella) “il divino leone che sta tra di essi (i due coccodrilli), rry costellazione della scrofa, http-d�� (costellazione o stella), �r °~tj “Horus dei due orizzonti” (epiteto del pianeta Marte), �r p° k° “Horus, il toro” , (epiteto del pianeta Saturno), �r-¼knw “Horus, l’acclamato” o “il gioioso”, (epiteto del pianeta Mercurio), �r k°-pt “Horus, toro del cielo”, (epiteto del pianeta Saturno), �r t°^-t°wj “Horus che delimita le Due Terre” (epiteto del pianeta Giove), �r d^r “Horus il rosso” (epiteto del pianeta Marte), ~°-b°.s “le migliaia delle sue anime”, (denominazione delle stelle), s°¼ “Orione”, sb° “stella”, sb° i°bty ª° pt “la stella orientale che attraversa il cielo”, (epiteto del pianeta Saturno), sb° i°bty n pt “stella orientale del cielo” (epiteto del pianeta Marte), sb° w{ti “stella solitaria”, sb° rsy n pt “la stella meridionale del cielo” (epiteto del pianeta Giove), sb° dw° “stella del mattino”, sb° �° “la stella che attraversa”, (epiteto del pianeta Venere), sbgw (variante Sbk, demotico Swg°), “amichevole”, (epiteto del pianeta Mercurio), spdt “Sirio”, sr�t (costellazione o stella), s¹dd.f m ~t~t “colui che si muove all’indietro” (epiteto del pianeta Marte), st^ m w~° nýr m dw°yt “Seth che è nel crepuscolo della sera, il dio del chiarore del giorno”, (epiteto del pianeta Mercurio), ^msw n pt “colui che segue nel cielo”, (epiteto del pianeta Giove), š�wy “le due tartarughe”, (probabile costellazione), (dwn-)Anu, (costellazione o stella), ª°j “colui che attraversa”, (epiteto del pianeta Venere), d) Termini astronomici tecnici e strumenti b{ n imy-wnwt “foglia di palma del sacerdote dell’ora”, mr�t “merkhet”, mswt “nascita” (levata), mspr “l’arrivo (o culminazione)”, prt “uscita” (levata), prt Spdt “uscita di Sirio”, (levata eliaca di Sirio), s° “chiusura nella Duat”, tp, tpt “inizio” (culminazione), e) Funzioni °tw n wršw “intendente all’osservazione del trascorrere del giorno”, imy-wnwt “quello dell’ora”, iry-{t n wnwt “preposto all’osservazione delle ore”, iry-{t n wršw “preposto all’osservazione del trascorrere del giorno”, iry-{t n wršw wnwty “preposto all’osservazione del trascorrere del giorno e delle ore”, wnwty “osservatore delle ore, astronomo”, wnwty �r tp-�wt {� “osservatore delle ore di tutto il Palazzo”, wršy “quello del passare il giorno”, b°� pt “colui che osserva il cielo”,

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�ry imy wnwt, “il preposto all’osservazione delle ore”, sš n {t wnwt n Pr-{° “scriba del servizio per l’osservazione delle ore del Faraone”, f) Termini legati alla sfera cultuale �w la forma divina dell’espressione del “comando”, �k°w “la magia efficace, creativa”, m{n�t “la barca diurna”, msktt “la barca notturna”, nw “Nun”, l’ Oceano Primordiale, sœ° la forma divina della “conoscenza”, sp tpi “prima volta”, kkw sm’w “tenebre primordiali”, t°-tnn “la terra che si solleva”, g) Categorie temporali °bd “mese”, °~t “Akhet”, I stagione dell’anno, œ~~w “crepuscolo”, {n�w “alba”, wp rnpt “inizio dell’anno”, wnwt “ora”, wr ̂“tempo”, w~ “notte”, bk° “mattino”, prt “Peret”, II stagione dell’anno, prt Mn “l’uscita di Min”, ultimo giorno del mese, prt Spdt “uscita di Sirio”, (levata eliaca di Sirio), ps^ n gr¼ “mezzanotte” (letteralmente “metà della notte”), ps�ntyw “la luna nuova”, mtrt “mezzogiorno”, nn “notte”, nhpw “mattino presto”, rnpt “anno”, lett. colei che ringiovanisce,

hrw “giorno”, �ª-t° “alba”, precisamente l’inizio del nuovo giorno, ~°wy “notte”, sw “giorno” nella formula di datazione, sw~ “passare la notte”, smdt la “Luna piena”, festività del 15° giorno, snt il “primo quarto di luna”, s¼d-t° “alba”, s~° “passare la notte”, sªr “passare la notte”, ^mw “Shemu”, III stagione dell’anno, gr¼ “notte”, tp °bd, “capo della luna”, secondo giorno del mese, dw°(yt) “giorno”, “mattino”, dw°w “alba”, dnit l’ultimo quarto di luna, ª°w “notte”, ^s°t “tramonto”, m^rw “sera”, h) Luce e oscurità ~°bwt “ombra”, ^w “luce”, kkw, kkwy “oscurità”, i) Pesi e misure (Lineari) m� “cubito” (lett. “braccio”), s^p “palmo” suddivisione del cubito,

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ªb{ “dito”, suddivisione del “palmo”, ~t corrispondente a 100 cubiti, per un totale di 52,5 metri, itrw, corrispondente a 20.000 cubiti, per un totale di 10,5 km, (Superfici) sý°t, ~t quadrato,per un totale di 2735m2 (in greco arura), ~°-t° corrispondente a 10 arure, rmn (1/2 di sý°t), s° (1/8 di sý°t), (Volumi) �¹°t, corrispondente a 4,54/4,8 litri, khar corrispondente a cinque volte un grande �¹°t, hnw che corrispondeva a circa 0,5 litri, (Pesi) dbn corrispondente a circa 91 grammi, ¹dt, decima parte del dbn, Termini in Semitico semitico *NŪN, termine generale per indicare i “pesci”, Termini in arabo #aum Rama�ān: ^ar£{a, la legge Termini in cuscitico Agaw, arbā, “luna” e “mese”. Termini in latino cubitum “cubito”