attentato al papa

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Ferdinando Imposimato Sandro Provvisionato Attentato al papa chiarelettere

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"Questo libro entra nel cuore del Novecento, tra equilibri politici mondiali e storie personali. Omicidi, sequestri, furti, ricatti, minacce, spie, terroristi, servizi segreti al gran completo, criminalità organizzata: come in una vera spy story entrano ed escono personaggi di ogni tipo in quello che è stato, ed è ancora, il più grande intrigo tra le Mura vaticane."

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Ferdinando ImposimatoSandro Provvisionato

Attentato al papa

chiarelettere

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Sommario

attentato al papa

Questo libro 5

Prima parte. Il killer di piazza San Pietro 9

L’attentato a Wojtyla 11Il gesto di un esaltato solitario o una congiura internazionale? La ri-costruzione dei fatti basata sulle dichiarazioni di Agca e sui risultati delle indagini.

L’attentato (fallito) a Lech Walesa 41Un progetto mai realizzato che coinvolge Agca e i funzionari dell’amba-sciata bulgara a Roma, scoperto per caso indagando sulle Brigate rosse.

La sfida del papa slavo 65La situazione in Polonia, le strategie di Mosca per ostacolare Wojtyla e le spie del Kgb in Vaticano.

Gli inganni del Sismi 87Un testimone sparito nel nulla e le azioni di depistaggio per allontanare i sospetti dal blocco sovietico.

La pista bulgara 101Un’inchiesta esplosiva per l’Est europeo che sfocia in tensioni diplomatiche e ricatti internazionali.

Il processo del secolo 137Lo strano comportamento di Agca in aula dopo le minacce di due falsi giudici arrivati dalla Bulgaria.

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Seconda parte. La scomparsa di Emanuela Orlandi 175

Sparire a Roma 177Le prime trattative per il rilascio della figlia di Ercole Orlandi, impiegato del Vaticano. Chi l’ha rapita e perché? Un vortice di rivendicazioni 211Con i suoi comunicati deliranti, il misterioso Fronte Turkesh tenta di accreditare la pista islamica.

L’ultima verità di Ali Agca 243Sedici anni dopo l’attentato a Wojtyla, il terrorista turco in attesa della grazia spiega perché ha distrutto la pista bulgara.

I segreti della Stasi e la falsa pista della Magliana 265Gli scenari internazionali delineati dall’ex spia dell’Est Gunther Bohnsack a Berlino e le contraddittorie rivelazioni di Sabrina Minardi, ex amante del boss De Pedis.

La strage delle guardie svizzere 297La morte del comandante Alois Estermann, di sua moglie e del viceca-porale Cédric Tornay: il raptus di un suicida o un triplice omicidio per costringere al silenzio un uomo che sapeva troppo?

Conclusioni 329

Indice dei nomi 341

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A Maria Pezzano madre di Emanuela Orlandi

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Questo libro

Questo è un libro d’inchiesta che affronta nei dettagli – anche sulla base di documentazione inedita – la trama di uno dei più grandi intrighi della storia contemporanea, che ebbe il suo culmine il 13 maggio 1981, quando il turco Mehmet Ali Agca sparò a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. Una vera e propria spy story che, partendo dalla personalità enigmatica di Agca, estremista politico a tutto tondo, si dipana attraverso le cospirazioni di almeno tre servizi segreti dell’Est europeo.

Sono passati trent’anni da quel giorno, e il mondo è comple-tamente cambiato. Allora l’Unione Sovietica non si era ancora disgregata e manteneva il suo controllo sui paesi del blocco orientale, in netta contrapposizione con l’Occidente. Con il suo appoggio a Solidarnosc, il papa polacco minacciava di scar-dinare, nel nome della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli, gli equilibri politici e di potere sanciti a Yalta.

Le indagini sull’attentato hanno lasciato dietro di sé un’in-finità di buchi neri, dubbi e punti interrogativi, sia per le con-traddittorie rivelazioni di Agca, sia per volontà della stessa vittima dell’aggressione armata, il pontefice e di conseguen-za il Vaticano, divenuto in quegli anni un ricettacolo di spie dell’Est. Nell’epoca della coesistenza pacifica e della Ostpolitik a nessuno conveniva che la verità dei fatti venisse a galla. E la verità dei fatti, ancora una volta in contrasto con la verità giu-diziaria, è che Giovanni Paolo II non è rimasto vittima dell’a-zione criminale di un folle isolato ed estremista, ma di un vero e proprio complotto, ordito dall’Unione Sovietica e messo in

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atto dalla Bulgaria con la complicità della mafia turca e l’im-piego dei servizi segreti dell’Est. Un complotto che con ogni probabilità prevedeva anche l’eliminazione del leader sindacale polacco Lech Walesa.

Per svelare la trama dell’attentato a Giovanni Paolo II si sono svolte tre istruttorie e quattro processi. Se i risultati giudiziari sono stati deludenti, ciò non è da imputare alla cattiva volontà degli inquirenti, ma alla spessa barriera di omertà e di bugie che hanno dovuto affrontare. Un muro fatto di orribili mi-nacce e di costanti depistaggi, in cui ancora una volta i servizi segreti italiani, in primis il Sismi, il servizio segreto militare, si trovarono alleati dei loro avversari istituzionali: i servizi segreti dell’Est europeo.

Questo libro, partendo dall’impegno appassionato di un ma-gistrato come Ferdinando Imposimato – che seguì in prima per-sona un filone di quell’inchiesta e che, lasciata la magistratura, da avvocato e poi da storico non ha mai smesso di indagare –, ha l’ambizione di ricostruire tutta la trama che si dipana a comin-ciare dalle 17.17 del 13 maggio 1981, il momento degli spari in piazza San Pietro. Una trama che si sviluppa lungo l’arco di diciassette anni e che, passando per il rapimento di una giova-ne donna, Emanuela Orlandi, sembrerebbe essersi conclusa il 4 maggio 1998 con la strage delle guardie svizzere, avvenuta nel chiuso delle sacre mura.

Non è stato facile ripercorrere il filo degli avvenimenti lungo quei diciassette anni, anche perché il Vaticano ha steso uno spesso velo di oblio su tutti gli aspetti di questa vicenda. L’ac-certamento della verità si è rivelato un percorso a ostacoli non solo per i magistrati, cui furono negate non poche rogatorie, ma anche per gli storici, che non possono accedere ai docu-menti su quei fatti conservati negli archivi vaticani.

Per fortuna oggi a parlare, oltre alle carte del Tribunale di Roma e delle commissioni parlamentari d’inchiesta, è quan-to rimane degli archivi berlinesi della Stasi, la polizia politica della defunta Germania dell’Est, che sono stati ampiamente consultati. Di grande utilità è stata poi la corrispondenza tra

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il ministro bulgaro Dimitar Stojanov e il ministro tedesco-orientale Erich Mielke, nonché i verbali delle riunioni avve-nute nell’ottobre 1983 a Berlino tra rappresentanti del servizio segreto bulgaro e funzionari della Stasi. A ciò si aggiungono le testimonianze di alcuni ex alti ufficiali di quel famigerato e informatissimo servizio segreto dell’Est. Il loro racconto, però, si arresta sulla soglia di quello che per loro sarebbe il baratro di una possibile incriminazione, non solo e non tanto per l’atten-tato al papa, ma per la straziante vicenda di Emanuela Orlandi, la vera vittima innocente di questa storia infinita.

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